Guarda la nuova foto del film
Iron Man
3, pubblicata in anteprima daEntertainment Weekly. Il film vede
protagonista ancora una volta Robert Downey Jr.
nei panni dell’eroe Tony Stark/Iron
Man, al suo fianco anche Gwyneth
Paltrow, Ben
Kingsley, Don
Cheadle, Guy
Pearce, Jon
Favreau, Paul
Bettany, Rebecca Hall.
Ulteriori info nella nostra scheda
film: Iron Man
3. Per tutte le news sul film vi segnaliamo il nostro
speciale dedicato al film: Iron Man.
Si è svolta ieri la prima Premiere
mexicana del film Hansel & Gretel che
vede protagonisti Jeremy Renner e Gemma
Artenton in una nuovi rivisitazione della famosa
favola.
Guarda la nuova foto di
The Wolverine:
l’immortale pubblicata da Entertainment
Weekly, la pellicola vede il candidato all’Oscar 2013
Hugh Jackman nuovamente nei panni di Logan.
Basato sul celebre arco narrativo a fumetti, in
Wolverine:
L’immortale troviamo Logan, il guerriero eterno, in Giappone.
Lì, l’acciaio dei samurai si scontrerà con gli artigli
d’adamantino, mentre Logan affronterà una misteriosa figura dal suo
passato, in un’epica battaglia che lo cambierà per sempre. Il film
uscirà in Italia il 25 luglio 2013. Tutte le news
sul film nel nostro speciale: Wolverine. Tutte le info
invece del film nella nostra scheda: Wolverine:
L’immortale.
Intervista a Lana e Andy Wachowski, autori di
Cloud Atlas, una storia ambizione
e spettacolare che copre l’arco di cinque secoli e affronta quelle
domande sulla vita
Sono state appena annunciate le
nominations agli Academy Awards di quest’anno e possiamo dire a
gran voce che nessuno è sorpreso dei nomi che sono stati fatti.
Guarda l’esilarante performance
video tenutasi al Jimmy Kimmel Live, protagonisti
Will Ferrell e Ryan Gosling,
quest’ultimo è apparso nello show televisivo per promuovere il suo
ultimo film in uscita: Gangster
Squad.
Questi sono i 40 (titolo originale,
This is 40) è il quarto
lungometraggio scritto, diretto e co-prodotto da Apatow; si può
definire, come dice la tagline, una sorta di sequel di Molto
Incinta (2007), visto che stavolta la storia si concentra
sulla coppia sposata che prima fungeva da spalla, ovvero
Debbie/Leslie Mann e suo marito Pete/Paul
Rudd. Se il primo film raccontava la nascita casuale e
improvvisa di una relazione, il suo sequel/spin-off racconta cosa
succede a una coppia molti anni dopo, quando i figli sono
adolescenti e le candeline sulla torta sono 40. Come spiega il
regista newyorkese: “L’idea del film è nata dalla voglia di
raccontare cosa accade quando si arriva ai quarant’anni, si fa
l’inventario della propria vita e ci si rende conto che non si può
più essere qualcun altro: cosa si fa con quello che si ha? Poi ho
pensato a tutte le cose divertenti che succedono a casa mia, a come
mia moglie, le mie figlie ed io ci relazioniamo. Così ho cominciato
a pensare ai possibili ruoli e mi sono accorto che già avevo quei
personaggi: erano Pete e Debbie”.
Oltre ai due
protagonisti, tornano nel sequel anche le due bambine, Sadie/
Maude Apatow, Charlotte/Iris Apatow (figlie del
regista e di Leslie Mann) e Jason/Jason
Segel, ora personal trainer di Debbie; mentre non compaiono
nemmeno in una scena i precedenti protagonisti, Seth
Rogen e Katherine Heigl, ai quali però viene fatto
riferimento in un paio di occasioni. Si aggiungono al vecchio cast:
Melissa McCarthy/Cathrine, Chris
O’Dowd (Le Amiche della Sposa)e Lena
Dunham (“Girls”), impiegati di Pete, Megan
Fox, impiegata di Debbie, Albert Brooks (Drive), papà di
Pete, John Lithgow (L’alba del Pianeta delle
Scimmie), papà di Debbie.
Concluse le riprese nel
Settembre del 2011, con un budget di 35 M di dollari, il film era
previsto al cinema per il 1° Giugno successivo, ma la
Universal, per competere meglio con Biancaneve della Relativity
Media, decise poi di posticipare Questi sono i 40 a Dicembre,
cedendo la sua data di uscita estiva a Biancaneve e il Cacciatore.
Nonostante il periodo natalizio, il film si è qualificato come il
peggiore weekend d’apertura del regista (12 M), dopo
Quarant’anni Vergine (21.4 M), Funny
People (22.6 M) e Molto Incinta (30.6 M).
La critica ricevuta è stata mista:
positiva per quanto riguarda il cast, la recitazione e l’acuta
comicità delle scene; negativa per l’eccessiva durata (134’) e
alcuni momenti superflui. Riguardo quest’ultime caratteristiche,
vanno segnalate tre scene eliminate postate da
Funnyordie.com, una delle quali mostra un assurdo e divertentissimo
colloquio tra il front-man dei Green Day, Billie Joe
Armstrong, e Pete, in quanto proprietario di un’etichetta
discografica indipendente.
Degna di nota è la ricca lista di
canzoni della colonna sonora, tra cui il brano originale, Dull
Tool, realizzato per Apatow da Fiona Apple; invece, la
parte strumentale è stata composta da Jon Brion, che
ricordiamo in alcuni film di Paul Thomas Anderson (Sidney,
Magnolia, Ubriaco d’amore) e in
Se mi lasci, ti cancello.
Questi sono i 40 arriverà nelle sale italiane il
prossimo 18 Aprile.
Il regista di fama Tim
Burton torna al cinema con un film in animazione
stop-motion (passo a uno) Frankenweenie,
adattamento in stop motion di un cortometraggio omonimo realizzato
dallo stesso Burton nel 1984, chiaramente ispirato al romanzo
Frankenstein di Mary Shelley.
In Frankenweenie
il piccolo Victor Frankenstein assiste alla tragica morte del suo
amato cagnolino Sparky, investito da un automobile per recuperare
una palla finita in strada. Dopo momenti di tristezza profonda,
Victor ha un idea folgorante, scaturita durante le lezioni di
scienze di un arcigno professore dai metodi strampalati. Emulando
gli esperimenti di Galvani sulle rane, Victor appronta un
laboratorio in soffitta e restituisce la vita a Sparky sfruttando
l’elettricità dei fulmini. Ma qualcuno lo spia, è invidioso, e darà
il via ad un gioco strambo e molto pericoloso per la tranquilla
cittadina di New Holland.
Frankenweenie riporta Tim Burton nell’animazione
stop-motion
Terza incursione di Tim
Burton nell’universo dell’animazione stop-motion
dopo Nightmare before Christmas e La Sposa Cadavere, bisogna dire che quando questo
avviene ci troviamo veramente di fronte all’anima più profonda e
spontanea dell’autore. A differenza degli ultimi suoi film con
attori, qui tutto funziona alla perfezione, il racconto cattura e
avvince, si provano sentimenti sinceri per i vari personaggi, anche
per quelli meno importanti, e soprattutto si sogna.
Frankenweenie è il rifacimento ampliato
di uno dei suoi primi lavori. Si trattava di un mediometraggio in
bianco e nero prodotto dalla Disney, con Shelly
Duvall come protagonista e già pregno di tutta la poetica
e lo stile di Tim
Burton.
Nella nuova versione la storia rimane la medesima, ma viene
arricchita e popolata di un riuscito microcosmo di personaggi,
ognuno perfettamente caratterizzato.
Oltre a Victor, Sparky
e ai genitori, c’è un odioso vicino con la nipote Elsa e la sua
cagnolina Persefone (con la stessa acconciatura di Elsa Lancaster
in La moglie di Frankenstein), Edgar, un ragazzino
disadattato, maligno e pasticcione, il signor Rzykruski,
l’insegnate di scienze, dalle fattezze incredibilmente simili a
quelle di Vincent Price, il Signor Baffino, il
gatto di Stranella. E poi ci sono una serie di mostri che omaggiano
tutto il cinema di fantascienza degli anni 50-60, ma anche quello
più recente di Joe Dante; come non riconoscere nelle scimmiette
d’acqua un affettuoso omaggio ai Gremlins?
L’animazione, ad opera di
Trey Thomas, è strepitosa, anche se non perfetta
come nel precedente film La Sposa Cadavere. Alcuni materiali, come lana,
pelo, erba, non obbediscono agli animatori e si ribellano. Ma sono
proprio queste piccole imperfezioni, sottolineate da uno splendido
bianco e nero, a conferire all’opera il pregio dell’artigianalità,
elevandola così a qualcosa di unico e personale, dando scacco matto
all’animazione di sintesi 3D, ormai, in una fase di stallo. I
disegni semplici ed elementari di Tim Burton acquistano tridimensionalità, e si
arricchiscono di delicate texture che caratterizzano la loro pelle,
piccoli graffi o segni di spatola che ricordano il tratteggio delle
opere di Edward Gorey. I materiali dei costumi sono strepitosi e
sembra di poter toccare i maglioni di lana grossa fatti a mano e i
cenci da laboratorio intrisi di ripugnanti sostanze. E’ un film da
vedere assolutamente, andando prima però a riscoprire il Burton
delle origini e i suoi primi lavori, in particolare il
cortometraggio Vincent.
Ecco altre due foto inedite
diHunger Games: La ragazza di
Fuocodalle pagine dello speciale dedicato al
film di Entertainment
Weekly. Questa volta protagonisti delle
immagini Jennifer
Lawrence, Josh Hutcherson e Liam
Hemsworth e il restante del cast, compreso la new
entryPhilip Seymour
Hoffman.
La trama del film:
Katniss Everdeen torna a casa incolume dopo aver vinto la 74ª
edizione degli Hunger Games, insieme al suo amico, il “tributo”
Peeta Mellark. La vittoria però vuol dire cambiare vita e
abbandonare familiari e amici, per intraprendere il giro dei
distretti, il cosiddetto “Tour di Victor”. Lungo la strada Katniss
percepisce che la ribellione sta montando, ma che il Capitol cerca
ancora a tutti i costi di mantenere il controllo proprio mentre il
Presidente Snow sta preparando la 75ª edizione dei giochi (The
Quarter Quell), una gara che potrebbe cambiare per sempre le sorti
della nazione di Panem.
Pare che il nuovo film di Steven Spielberg, Robopocalypse previsto
per uscire il 25 Aprile 2014 è stato messo in attesa indefinita,
almeno è quello che si apprende stamane dall’Hollywood Reporter.
Interstellar è
stato definito uno dei copioni più interessanti degli ultimi anni,
tanto da essere stato per anni in mano a Steven Spielberg prima che il regista
optasse per il meno costoso Robopocalypse,
Tra poche ore, esattamente dalle
14:30, ora italiana, seguiremo in diretta live streaming le attese
nomination agli Oscar 2013. A presentare l’evento dal Samuel
Goldwyn Theater di Hollywood
Questa notte al Nokia Theatre di
Los Angeles si è tenuta la cerimonia di premiazione dei
People’s Coice Awards 2013, che inaugurano ufficialmente
la stagione
Cloud
Atlas : Il film racconta una storia in cui le azioni
e le conseguenze delle nostre vite hanno impatto l’un l’altra
attraverso passato, presente e futuro, come se una sola anima
trasformasse un assassino in un salvatore e un unico atto di
gentilezza si espandesse attraverso i secoli per ispirare una
rivoluzione.
Gabriele Muccino torna al cinema dopo
Sette Anime, e lo fa con Quello
che so sull’amore: una commedia sui sentimenti, sulla
maturità e sulla necessità di crescere. Il regista italiano
trapiantato a Hollywood racconta la storia di un ex calciatore
professionista che cerca di recuperare il rapporto con il figlio,
mentre la sua ex moglie sta per risposarsi. Impantanato in
un’esistenza infantile, il protagonista di Quello che so
sull’amore si trova una via di salvezza nella relazione
con suo figlio, diventando l’allenatore della sua squadra di calcio
e suscitando grande scompiglio nelle mamme single dei ragazzini.
Alla fine però, il nostro cercherà di emergere dal baratro del
fallimento innescando una serie di reazioni impreviste e
cominciando, per la prima volta, a prendersi delle responsabilità
verso le persone che ama.
Il film di
Muccino è una storia semplice e lineare, che
dall’inizio annuncia il suo lieto fine, con uno svolgimento un po’
insolito per il regista, che in Italia ci aveva abituato a storie
tragiche e donne isteriche. Quello che so
sull’amore non racconta nulla di tutto ciò, mostra
solamente, in tono purtroppo piatto, una piccola parte della vita
di una persona, nel momento in cui decide di diventare un uomo
diverso. Ad interpretare il protagonista è Gerard Butler, affiancato da un gruppo di
bellissime capeggiato da Jessica Biel, a cui fanno seguito
Catherine Zeta-Jones e Uma Thurman.
Piccolo e colorito ruolo anche per
Dennis Quaid che sembra calato a pennello nel
personaggio del viscido riccone. Il film arriva in Italia dopo un
sonoro insuccesso al botteghino in America che ha fatto discutere
molto intorno alla validità del film. In realtà, lungi dall’essere
un film di Muccino, quello in questione è una classica commedia
americana a sfondo romantico, in cui dopo tante scelte sbagliate i
protagonisti si ritrovano e si perdonano. Unica nota diversa è che
il film manca di brio e di spinta, rivelandosi un ozioso
trascinarsi in avanti di scene, legate da una trama, ma senza
nessun sobbalzo emozionale. Un po’ in ombra anche la colonna sonora
del sempre bravo Andrea Guerra, che continua la fortunata
collaborazione con Muccino, ma che qui si distingue un po’ meno
rispetto al suo solito.
Sappiamo però bene che Gabriele
riesce a realizzare ottimi film, e anche in questo caso, la sua
regia accompagna di discrezione gli eventi, riservandosi qualche
guizzo estetico, senza però strafare. Quello che so
sull’amore è un film godibile, senza pretese, che
siamo sicuri possa riscuotere un buon successo qui in Italia,
soprattutto considerando il forte seguito che il regista continua
ad avere in patria.
Con Cloud Atlas
– L’Atlante delle Nuvole, lo scrittore
David Mitchell ha realizzato una vera e proprio
Odissea moderna, che parte dal ‘600 per arrivare in un fantomatico
tempo post-apocalittico in cui l’uomo è regredito allo stato di
pastore, come conseguenza dell’avidità di pochi. Adesso questo
grandissimo ed affascinante romanzo è diventato un film, adattato
per lo schermo e diretto a sei mani da Lana Wachowski, Tom
Tykwer e Andy Wachowski.
Cloud Atlas, la trama
Lo straordinario apparato narrativo
di Mitchell diventa, nelle mani dei registi, un alternarsi rapido e
serrato di tempi storici, momenti drammatici e esilaranti, storie,
passioni, amori, dolori e viaggi. E’ molto difficile sintetizzare
la trama del film (e del libro), per cui basterà dire che la storia
segue la parabola discendente della storia umana attraverso sei
storie ambientate in periodi storici diversi e tra di loro connesse
in maniera più o meno diretta, riprendendo con grande omogeneità di
stili e temi, il tema fondamentale del film: la connessione tra
ogni essere vivente attraverso le conseguenze delle nostre azioni.
Proprio in questo nodo sta la fondamentale differenza del film dal
romanzo, poiché nel secondo quello che sembra essere il tema
portante è semplicemente l’uomo e la sua brama di attraversare la
storia, legandosi poi inevitabilmente a quelli che gli sono
intorno.
La grande pecca del film è però
quella di lasciar andare con troppa facilità la peculiarità del
romanzo di partenza, ovvero il diverso stile con cui viene
raccontata ogni singola storia. In Cloud Atlas,
l’unica cosa a cambiare è l’ambientazione e i personaggi, ma mai lo
stile della regia, che rimane omogeneo e unificante.
Cloud Atlas l’uomo al centro della
narrazione
Cloud Atlas si
fregia di un cast artistico di prima grandezza, che vede i tanti
attori impegnati in vesti diverse a seconda dell’epoca che viene
raccontata, e così Tom Hanks può essere un pastore valligero o
uno scienziato che lavora in una centrale nucleare, e Halle Barry passa con disinvoltura dalla
giornalista al medico secessionista che aiuta dei ribelli a
scappare in un lontano futuro. Si uniscono al cast anche
Jim Broadbent, il fedele Hugo Weaving che per i Wachowski è sempre
pronto ad indossare le sue varie e superbe maschere da cattivo,
Jim Sturgess, Doona Bae,
Ben Whishaw, James D’Arcy e in piccoli ruoli anche
Susan Sarandon e Hugh Grant.
La scelta di
trasformare gli attori e di adattarli alle varie storie si sposa
alla perfezione con l’idea di base del film, che vuole connesso
tutto l’universo tramite le azioni umane, e così quella coppia che
in una storia non ha potuto godere della felicità, si ritroverà in
un’altra epoca, in un altro mondo a ricongiungere quei fili
destinati a legarsi. Sono diverse le scene in cui si sente in
maniera preponderante la mano registica dei Wachowski, ma è
altrettanto vero che tutto il film non mostra tutta la
spettacolarità promessa dal trailer e soprattutto dai nomi
coinvolti. Il vero punto di forza del film è che nonostante i
viaggi e le avventure che vengono raccontate, il nucleo di tutto è
semplicemente l’uomo, con le sue imperfezioni e le sue paure, con
la sua immortalità che si rivela nella conseguenza delle proprie
azioni e con la sua straordinaria e imperitura capacità di
amare.
L’intimità di Cloud
Atlas travalica ogni aspettativa, raggiunge le viscere e
corona un grande film.
Arriva anche nelle sale
cinematografiche italiane A Royal Weekend, il film
che racconta in chiave leggera la nascita dell’alleanza tra Stati
Uniti e Gran Bretagna prima del catastrofico secondo conflitto
mondiale.
A Royal Weekend
racconta le note vicende del giugno 1939, quando il Presidente
Franklin Delano Roosevelt e sua moglie Eleanor ospitano il re e la
regina di Inghilterra per un weekend nella loro casa di Hyde Park
on Hudson. La prima visita di un monarca inglese in America sarà
l’occasione per una speciale relazione tra i due Paesi, ma anche
per una profonda comprensione dei misteri dell’amore e
dell’amicizia.
A Royal Weekend, il film
Quello che appare più ovvio
dall’inizio del film e che in fin de conti è l’unica nota positiva
di A Royal Weekend è l’aver scelto due interpreti
come Bill Murray (nel ruolo del presidente
Franklin Delano Roosvelt) e Laura Linney (in quello della cugina Daisy Suckley),
abili nel regalare ad una storia mal sviluppata, due notevoli
performance attoriali, che confermano l’enorme talento dei due
interpreti. Invece, quello che colpisce in negativo del film è la
sua lentezza e l’assoluta inesistenza di ritmo, piaga insuperabile
per un film che si presenta come una rivisitazione storica in
chiave ironica di una dei momenti cruciali della storia del
900.
Questa mancanza è dovuta
principalmente all’eccessivo utilizzo della voice over e
all’ostinata intenzione di voler rappresentare gli eventi
attraverso il punto di vista privilegiato del personaggio della
cugina Daisy Suckley, i quali finiscono per diventare delle catene
indissolubili per una narrazione che avrebbe meritato più margini
di manovra. Ad esempio fra i pochi momenti degni del film c’è il
dialogo solitario fra il Presidente e il Re, che per la prima volta
permette allo spettatore di osservare la vicenda senza
l’ingombrante filtro del personaggio di Daisy.
A Royal Weekend
prosegue su quelle intenzioni diventando un manifesto stilizzato e
manierista di una messa in scena (seppur degna) fine a se stessa.
Infatti, la pecca più grande del film è di non riuscire a conferire
all’aneddoto più importante (l’inizio di una salda amicizia fra due
potenze), il degno e meritato spazio, offuscato da una giostrina
sulla quale le uniche a divertirsi sono le interpreti femminili e
il regista. Per finire, altra nota di merito va dedicata ad alcune
battute degne del più brillante umor inglese, senza quella
fastidiosa aurea di presunzione.
Arriva un primo sguardo a
Hunger Games: La ragazza di Fuoco. Infatti, è
Entertainment Weekly
a dedicare al film la cover di questa settimana, presentandolo come
uno dei film più attesi dell’anno appena iniziato. Protagonisti
della copertina Jennifer Lawrence e Sam Claflin. Il
giornale ha inoltre promesso un grosso approfondimenti nel numero
con le prime foto ufficiali del film e interviste ai protagonisti
dell’adattamento dei romanzi di Suzanne Collins.
La trama del film:
Katniss Everdeen torna a casa incolume dopo aver vinto la 74ª
edizione degli Hunger Games, insieme al suo amico, il “tributo”
Peeta Mellark. La vittoria però vuol dire cambiare vita e
abbandonare familiari e amici, per intraprendere il giro dei
distretti, il cosiddetto “Tour di Victor”. Lungo la strada Katniss
percepisce che la ribellione sta montando, ma che il Capitol cerca
ancora a tutti i costi di mantenere il controllo proprio mentre il
Presidente Snow sta preparando la 75ª edizione dei giochi (The
Quarter Quell), una gara che potrebbe cambiare per sempre le sorti
della nazione di Panem.
Grandinata di nomination per
Lincoln, Vita di Pi e I
Miserabili: questi i primi verdetti delle nomination ai
Bafta Awards.
Il colossal storico firmato da
Spielberg va addirittura in doppia cifra toccando
quota 10 candidature, tallonato dagli adattamenti del classico di
Victor Hugo e del più recente libro di Yann Martel. Se la cavano
bene anche Skyfall, con otto nomination
Argo con sette e Anna
Karenina con sei; risultati meno brillanti, per
quanto apprezzabili per Zero Dark Thirty
e Django Unchained; resta però da vedere
quante, e soprattutto quali, di queste candidature si tradurranno
in premi effettivi.
Argo, Vita di Pi, I Miserabili, Lincoln e Zero Dark Thiry si
disputeranno il premio per il miglior film; Ang
Lee, Kathryn Bigelow e Ben
Affleck si contenderanno il premio per il miglior regista
con Quentin Tarantino e Michael
Haneke. Affleck completa la tripletta con la nomination
per il miglior attore, affiancato da Hugh Jackman,
Joaquin Phoenix, Bradley Cooper e
Daniel Day-Lewis. Marion
Cotillard, Helen Mirren, Jessica
Chastain, Jennifer Lawrence ed
Emanuelle Riva si disputeranno il premio per la
miglior attrice.
Brave,
Frankenweenie e
Paranorman gareggeranno nella categoria
animazione. Unica candidatura italiana, quella di Dario
Marianelli per la colonna sonora di Anna Karenina
Questo l’elenco dettagliato delle
nomination:
BEST FILM
Argo
Les Misérables
Life Of Pi
Lincoln
Zero Dark Thirty
OUTSTANDING BRITISH FILM
Anna Karenina
The Best Exotic Marigold Hotel
Les Misérables
Seven Psychopaths
Skyfall
OUTSTANDING DEBUT BY A BRITISH
WRITER, DIRECTOR OR PRODUCER
Bart Layton (Director), Dimitri Doganis (Producer) The Imposter
David Morris (Director), Jacqui Morris (Director/Producer)
McCullin Dexter Fletcher (Director/Writer), Danny King (Writer)
Wild Bill
James Bobin (Director) The Muppets
Tina Gharavi (Director/Writer) I Am Nasrine
FILM NOT IN THE ENGLISH LANGUAGE
Amour
Headhunters
The Hunt
Rust And Bone
Untouchable
DOCUMENTARY
The Imposter
Marley
McCullin
Searching For Sugar Man
West Of Memphis
ANIMATED FILM
Brave
Frankenweenie
Paranorman
DIRECTOR
Michael Haneke – Amour
Ben Affleck – Argo
Quentin Tarantino – Django Unchained
Ang Lee – Life Of Pi
Kathryn Bigelow – Zero Dark Thirty
ORIGINAL SCREENPLAY
Michael Haneke – Amour
Quentin Tarantino – Django Unchained
Paul Thomas Anderson – The Master
Wes Anderson, Roman Coppola – Moonrise Kingdom
Mark Boal – Zero Dark Thirty
ADAPTED SCREENPLAY
Chris Terrio – Argo
Lucy Alibar, Benh Zeitlin – Beasts Of The Southern Wild
David Magee – Life Of Pi
Tony Kushner – Lincoln
David O. Russell – Silver Linings Playbook
LEADING ACTOR
Ben Affleck – Argo
Bradley Cooper – Silver Linings Playbook
Daniel Day-Lewis – Lincoln
Hugh Jackman – Les Misérables
Joaquin Phoenix – The Master
LEADING ACTRESS
Emmanuelle Riva – Amour
Helen Mirren – Hitchcock
Jennifer Lawrence – Silver Linings Playbook
Jessica Chastain – Zero Dark Thirty
Marion Cotillard – Rust and Bone
SUPPORTING ACTOR
Alan Arkin – Argo
Christoph Waltz – Django Unchained
Javier Bardem – Skyfall
Philip Seymour Hoffman – The Master
Tommy Lee Jones – Lincoln
SUPPORTING ACTRESS
Amy Adams – The Master
Anne Hathaway – Les Misérables
Helen Hunt – The Sessions
Judi Dench – Skyfall
Sally Field – Lincoln
ORIGINAL MUSIC
Anna Karenina – Dario Marianelli
Argo – Alexandre Desplat
Life Of Pi – Mychael Danna
Lincoln – John Williams
Skyfall – Thomas Newman
CINEMATOGRAPHY
Anna Karenina – Seamus McGarvey
Les Misérables – Danny Cohen
Life Of Pi – Claudio Miranda
Lincoln – Janusz Kaminski
Skyfall – Roger Deakins
EDITING
Argo – William Goldenberg
Django Unchained – Fred Raskin
Life Of Pi – Tim Squyres
Skyfall – Stuart Baird
Zero Dark Thirty – Dylan Tichenor, William Goldenberg
PRODUCTION DESIGN
Anna Karenina – Sarah Greenwood, Katie Spencer
Les Misérables – Eve Stewart, Anna Lynch-Robinson
Life Of Pi – David Gropman, Anna Pinnock
Lincoln – Rick Carter, Jim Erickson
Skyfall – Dennis Gassner, Anna Pinnock
COSTUME DESIGN
Anna Karenina – Jacqueline Durran
Great Expectations – Beatrix Aruna Pasztor
Les Misérables – Paco Delgado
LIincoln – Joanna Johnston
Snow White And The Huntsman – Colleen Atwood
MAKE UP & HAIR
Anna Karenina – Ivana Primorac
Hitchcock – Julie Hewett, Martin Samuel, Howard Berger
The Hobbit: An Unexpected Journey – Peter Swords King, Richard
Taylor, Rick Findlater
Les Misérables – Lisa Westcott
Lincoln – Lois Burwell, Kay Georgiou
SOUND
Django Unchained – Mark Ulano, Michael Minkler, Tony Lamberti,
Wylie Stateman
The Hobbit: An Unexpected Journey – Tony Johnson, Christopher
Boyes, Michael Hedges, Michael Semanick, Brent Burge, Chris
Ward
Les Misérables – Simon Hayes, Andy Nelson, Mark Paterson, Jonathan
Allen, Lee Walpole, John Warhurst
Life Of Pi – Drew Kunin, Eugene Gearty, Philip Stockton, Ron
Bartlett, D. M. Hemphill
Skyfall – Stuart Wilson, Scott Millan, Greg P. Russell, Per
Hallberg, Karen Baker Landers
SPECIAL VISUAL EFFECTS
The Dark Knight Rises – Paul Franklin, Chris Corbould, Peter Bebb,
Andrew Lockley
The Hobbit: An Unexpected Journey – Joe Letteri, Eric Saindon,
David Clayton, R. Christopher White
Life Of Pi – Bill Westenhofer, Guillaume Rocheron, Erik-Jan De
Boer Marvel Avengers Assemble – Nominees
TBC
Prometheus – Richard Stammers, Charley Henley, Trevor Wood, Paul
Butterworth
SHORT ANIMATION
Here To Fall
I’m Fine Thanks
The Making Of Longbird
SHORT FILM
The Curse
Good Night
Swimmer
Tumult
The Voorman Problem
THE EE RISING STAR AWARD (voted for
by the public)
Elizabeth Olsen
Andrea Riseborough
Suraj Sharma
Juno Temple
Alicia Vikander
Guarda il nuovo trailer italiano del
film Gangster
Squadcon protagonisti Sean
Penn, Ryan Gosling, Emma Stone, Giovanni
Ribisi, Josh Brolin e Nick Nolte.
In Gangster
Squad lo spietato gangster Mickey Cohen (Sean Penn)
domina la città, raccogliendo guadagni illeciti dalla droga, dalle
armi, dalla prostituzione e dalle scommesse. E tutto questo avviene
non solo con l’aiuto dei suoi scagnozzi, ma anche con quello di
politici e agenti corrotti. Sembrerebbe sufficiente a intimidire
perfino il più coraggioso e duro poliziotto di strada… a parte,
forse, la piccola e segreta squadra della LAPD guidata dal sergente
John O’Mara (Josh Brolin) e dal suo braccio destro Jerry Wooters
(Ryan Gosling), decisi a tutto per catturare Cohen.
Diretto da Ruben
Fleischer (“Benvenuti a Zombieland”), Gangster
Squad è un gangster movie che racconta gli sforzi
della polizia di Los Angeles per contrastare il potere del più
spietato boss mafioso di tutti i tempi. Nel film il candidato agli
Oscar Josh Brolin (“Milk”, “Il Grinta”) e Ryan Gosling (“Half
Nelson”, “Blue Valentine”) nel ruolo, rispettivamente, del sergente
John O’Mara e di Jerry Wooters; il premio Academy Award Sean Penn
(“Milk”, “Mystic River”) in quello del gangster Mickey Cohen; il
candidato agli Oscar Nick Nolte (“Affliction,” “Il Principe delle
Maree”) in quello del Capo della Polizia di Los Angeles “Whiskey
Bill” Parker e Emma Stone nei panni di Grace Faraday, la donna di
Cohen, oggetto però anche delle attenzioni di Wooters.
Nel film anche Anthony Mackie (“I
guardiani del destino”) nei panni di Coleman Harris, un poliziotto
armato di coltello a serramanico cui è affidata una delle zone più
malfamate della città; Giovanni Ribisi (“Avatar”) l’esperto di
elettronica Conway Keeler; Robert Patrick (“Flags of Our Fathers”),
l’ufficiale di polizia Max Kennard che pattuglia Olvera Street;
Michael Peña (“World Invasion”), il suo braccio destro, Navidad
Ramirez; e Mireille Enos, Connie la moglie di O’Mara.
Comincia ad assumere una certa
fisionomia la lista degli attori in carne ed ossa che
parteciperanno a The Muppets 2: dopo
Ricky Gervais e Ty Burrell,
sarebbe ora la volta di Tina Fey, che secondo
Hollywood Reporter si trova nelle fasi finali delle trattative per
partecipare al progetto.
Il nuovo capitolo cinematografico
dei Muppet vedrà Kermit & Co. in trasferta in Europa, finire in un
intrigo internazionale; avendo a che con, tra gli altri, un agente
dell’Interpol (Ty Burrell) e la guardia di un campo di prigionia
russo (Tina Fey).
Tina Fey peraltro non è nuova a
‘frequentazioni’ coi Muppets, che sono stati omaggiati nel corso di
30 Rock, serie che l’attrice ha
contribuito a creare e scrivere e della quale è la protagonista,
nel ruolo di Liz Lemon; in cambio, la stessa 30 Rock è stata citata
nel corso dello spettacolo dei Muppets.
L’inizio delle riprese, dirette da
Josh Bobin, cominceranno a breve. Il prossimo
impegno di Tina Fey sarà la conduzione, a a fianco di
Amy Poehler, della cerimonia di premiazione dei
Golden Globes, domenica prossima.
Brolin, reduce da Men
In Black III, interpreterà il ruolo di Dwight,
sostituendo così Clive Owen: il cambio di volto
del protagonista è peraltro una necessità derivante dalla stessa
storia, antecedente a quelle del primo film, e nella quale Dwight
ha un volto completamente diverso…
Robert
Rodriguez e Frank Miller hanno spiegato che la vicenda
narrata in A Dame To Kill For è un episodio cruciale nella vita di
Dwight, un personaggio ricorrente all’interno dei vari cicli di
storie ambientati nel mondo creato da Miller.
Mark Romanek
(One Hour Photo, Non
lasciarmi) abbandona il progetto del film in live
action dedicato a Cenerentola: a d
annunciarlo è stata la Disney in una recente
dichiarazione raccolta da Hollywood Reporter; la ricerca di un
nuovo regista è giù stata avviata.
Dichiarazioni di circostanza a
parte, i motivi dell’interruzione della collaborazione non sono del
tutto chiari: Deadline suggerisce che alla base ci sia stata una
divergenza di opinioni sulla strada da far prendere al progetto:
mentre il regista pensava a qualcosa di oscuro, la Disney vorrebbe
seguire la strada già segnata con Alice in
Wonderland, con un film certo originale, ma che possa
comunque intercettare il grande pubblico.
Romanek si era già trovato in una
situazione simile con la Universal ai tempi di The
Wolfman, progetto nel quale resto coinvolto per anni,
per poi uscirne, venendo sostituito da Joe
Johnston. Staremo a vedere a chi sarà ora affidato il
compito di portare sullo schermo la sceneggiatura già firmata da
Chris Weitz e Aline Brosh
McKenna. Poco si sa ancora riguardo al cast, anche se da
tempo si parla di una partecipazione di Cate
Blanchett.
Sono state annunciate le nomination
dei Razzie awards, il premio per i film più brutti dell’anno che
quest’anno anticipano di un giorno l’annuncio delle nomination
all’Oscar che avverrà domani.
Guarda il dietro le quinte del
nuovo film di Tim
Burton, Frankneweenie, pellicola in
stop-motion. dietro le quinte del film c’è l’Ospedale dei
pupazzi: un team di artisti che con grande