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A Quiet Place – Un Posto Tranquillo, disponibile in Home Video

A quiet place: un posto tranquillo

L’emozionante film di John Krasinski, A Quiet Place – Un Posto Tranquillo, arriva in DVD, Blu-RayTM , 4K ULTRA HD e Digital HD dal 1° agosto con Universal Pctures Home Entertainment Italia.

Un vero fenomeno culturale che ha trasformato l’esperienza cinematografica di milioni di spettatori, A Quiet Place – Un posto tranquillo è un thriller teso e originale che segue una famiglia costretta a vivere nel silenzio per non cadere vittima di misteriose creature che vengono attirate dai suoni. Consapevoli che ogni minimo sussurro, ogni minimo passo, significa la morte, Evelyn (Emily Blunt) e Lee (John Krasinski) sono determinati a trovare un modo per proteggere i loro figli mentre tentano disperatamente di contrattaccare.

Definito dalla critica “Estremamente avvincente” e “Da cardiopalma!” A Quiet Place – Un posto tranquillo è l’imperdibile film dell’anno.

A Quiet Place: Un Posto Tranquillo, la recensione

CONTENUTI EXTRA NEL FORMATO BLU-RAY:

  • Creando il Tranquillo – Il regista John Krasinski ci porta dietro le quinte di A Quiet Place – Un posto tranquillo
  • Il suono dell’Oscurità – Creando il suono di un mondo silenzioso
  • Silenzio per un motivo – L’arte di effetti visivi indimenticabili

 

 CONTENUTI EXTRA NEL FORMATO DVD:

  • Creando il Tranquillo – Il regista JOHN KRASINSKI ci porta dietro le quinte di A Quiet Place – Un posto tranquillo

INFORMAZIONI TECNICHE 4K ULTRA HD:

Genere: Thriller

Dischi:  1

Durata:  1 ora e 30 minuti ca.

Video: Formato: 2.40:1 Letterbox

Audio: Inglese Dolby Atmos / Italiano, Descrizione Audio Inglese, Francese, Tedesco, Spagnolo, Ungherese, Portoghese Dolby Digital 5.1 Surround

Sottotitoli: Italiano, Inglese, Inglese Per Non Udenti†, Arabo, Malese, Mandarino, Cantonese, Ceco, Danese, Olandese, Finlandese, Francese, Tedesco, Greco, Hindi, Ungherese, Norvegese, Islandese, Coreano, Polacco, Portoghese, Romeno, Russo, Slovacco, Spagnolo, Svedese, Tailandese, Turco

Contenuti Speciali: No (i contenuti speciali sono presenti sul disco Blu-ray incluso nella confezione)

INFORMAZIONI TECNICHE BLU-RAY:

Genere: Thriller

Dischi: 1

Durata: 1 ora e 30 minuti ca.  

Video: Formato: 2.40:1 Letterbox

Audio: Lingue: Inglese Dolby Atmos / Italiano, Francese, Tedesco, Spagnolo, Ungherese, Polacco, Russo, Tailandese Dolby Digital 5.1 Surround

Sottotitoli: Italiano, Inglese, Inglese Per Non Udenti, Arabo, Malese, Mandarino, Cantonese, Ceco, Danese, Olandese, Finlandese, Francese, Tedesco, Greco, Hindi, Ungherese, Norvegese, Islandese, Coreano, Polacco, Portoghese, Romeno, Russo, Slovacco, Spagnolo, Svedese, Tailandese, Turco

Contenuti Speciali: • Creando il Tranquillo – Il regista John Krasinski ci porta dietro le quinte di A Quiet Place – Un posto tranquillo • Il suono dell’Oscurità – Creando il suono di un mondo silenzioso • Silenzio per un motivo – L’arte di effetti visivi indimenticabili

INFORMAZIONI TECNICHE DVD:

Genere: Thriller

Dischi:  1

Durata: 1 ora e 27 minuti ca.  

Audio: Italiano, Inglese, Tedesco, Turco – Dolby Sorround

Sottotitoli: Italiano, Inglese, Tedesco, Turco

Contenuti Speciali: Creando il Tranquillo – Il regista John Krasinski ci porta dietro le quinte di A Quiet Place – Un posto tranquillo

 
 

A Quiet Place – Giorno 1: recensione del film con Lupita Nyong’o

A Quiet Place - Giorno 1 recensione film
Joseph Quinn e Lupita Nyong'o in A Quiet Place - Giorno 1. Foto di Gareth Gatrell/Gareth Gatrell - © 2023 Paramount Pictures. All Rights Reserved.

Come l’invasione da parte degli alieni con il super udito di A Quiet Place – Un posto tranquillo ebbe inizio ci era stato già brevemente mostrato con un flashback in A Quiet Place II, ma con il nuovo capitolo di questo franchise di fantascienza-horror si entra finalmente ancor più nel vivo di quel drammatico giorno. Il racconto si amplia infatti grazie al prequel A Quiet Place – Giorno 1, diretto non da John Krasinski (che si è occupato della regia dei primi due film), bensì da Michael Sarnoski, già distintosi per il film Pig, con Nicolas Cage.

Un nuovo capitolo questo che, in attesa del terzo film della serie principale, offre dunque una nuova prospettiva sulla vicenda, pur se limitata a pochi personaggi e sostanzialmente ad un raggio d’azione piuttosto ristretto. Si può però prendere quella di A Quiet Place – Giorno 1 come emblema di ciò che può essere accaduto anche in altre parti degli Stati Uniti e del mondo. Di fondo, ciò che risulta interessante è il primo approccio con gli alieni, la scoperta delle loro capacità e delle loro debolezze, come anche le prime reazioni da parte dell’umanità e in questo il film non delude.

La trama di A Quiet Place – Giorno 1

Tutto ha inizio, come sempre avviene, senza alcun avvertimento. D’improvviso il cielo si illumina di stelle cadenti, che si rivelano però ben presto essere non stelle ma ciò che una misteriosa specie aliena – priva di vista ma dotata di pelle dura come una corazza e di un udito estremamente sensibile – ha usato per giungere sulla Terra. Ha così inizio la loro invasione, che getta ben presto il mondo nel più completo silenzio. In questo contesto di morte e paura, Samira (Lupita Nyong’o) ed Eric (Joseph Quinn) dovranno cercare di raggiungere le navi di salvataggio, naturalmente senza fare il minimo rumore.

A Quiet Place - Giorno 1 Lupita Nyong'O Djimon Hounsou
Lupita Nyong’o e Djimon Hounsou in A Quiet Place – Giorno 1. Foto di Gareth Gatrell/Gareth Gatrell – © 2023 Paramount Pictures. All Rights Reserved.

A Quiet Place – Giorno 1, tra tensione ed emozione

Con A Quiet Place – Giorno 1 Sarnoski sembra far sua la lezione di Krasinksi e dei suoi co-sceneggiatori Scott Beck e Bryan Woods. Puntando su una premessa semplice – il dover giungere in un dato punto della città per sfuggire alla minaccia aliena – egli ha sia l’occasione di attraversare New York per mostrarci la devastazione che l’ha lacerata, sia proporre una dietro l’altra sequenze dove si alternano tensione ed emozione. Ecco allora che sequenze come il primo attacco – che si svolge in una strada dove la polvere sollevata non permette di vedere cosa stia accadendo e che non può non far pensare all’orrore dell’11 settembre 2001 – o quella nella metropolitana, risultano di grande impatto.

Come i primi due film, però, anche A Quiet Place – Giorno 1 si svela essere a suo modo incentrato non solo sulla paura dell’invasore, ma anche sul rapporto tra padri e figli, seppur in modo diverso. Rapporti che nel loro venire esplorati all’interno di questo contesto di distruzione permettono ai personaggi di caricarsi di viva umanità e farsi così portatori di emozioni sincere. C’è infatti tutta una struggente storia che riguarda il passato di Samira che permette di affezionarsi a lei e sviluppare nei suoi confronti quel coinvolgimento emotivo che permette al film di non essere un banale invasion movie fracassone. Naturalmente, a farla da padrone in tutto ciò è ancora una volta il sonoro.

It’s Sound!

È il suono!”, suggeriva la prima pagina di un giornale che si intravede brevemente in A Quiet Place – Un posto tranquillo, rivelando come fosse dunque il rumore ad attrarre gli spaventosi alieni. Tutto il franchise è dunque stato costruito proprio su una particolare attenzione nei confronti dei suoni e dei silenzi, riuscendo a far stare lo spettatore con il fiato sospeso e portandolo a temere ogni minima variazione a riguardo. A Quiet Place – Giorno 1 si svolge parzialmente in un mondo ancora rumoroso, che deve ancora capire l’importanza del silenzio. Ma più questo subentra nel racconto più il lavoro svolto qui sul sonoro acquista valore e contribuisce al fine del film.

A Quiet Place - Giorno 1 Lupita Nyong'O
Lupita Nyong’o in A Quiet Place – Giorno 1

Un nuovo sguardo sull’invasione aliena

Va poi detto che non era scontato che si scegliesse di affidarsi a personaggi inediti per questo prequel. Krasinski avrebbe tranquillamente potuto decidere di riproporsi insieme a sua moglie Emily Blunt e agli interpreti dei loro figli per raccontare di più sulla famiglia Abbott prima e durante l’invasione. Come anticipato, si è invece scelto – saggiamente – di offrire un nuovo punto di vista sulla vicenda, affidandosi a nuovi personaggi che potessero offrire nuove sfumature della paura e dell’istinto di sopravvivenza dell’umanità. Da un lato ritroviamo dunque Lupita Nyong’o, sinceramente struggente con quel suo sguardo espressivo che le aveva fruttato l’Oscar per 12 anni schiavo.

Dall’altro vi è Joseph Quinn, che dopo l’exploit ottenuto con il ruolo di Eddie Munson nella quarta stagione di Stranger Things si mette qui alla prova con personaggio completamente diverso. Sono loro due a portare avanti il racconto, forse più esile rispetto ai precedenti due film (e con qualche sequenza poco giustificata), ma che proprio in questa semplicità trova le occasioni per stupire e generare pathos. Certo, questo nuovo sguardo sull’invasione aliena non aggiunge poi molto, ma senza dubbio permette di evitare un senso di già visto e offre una nuova esperienza da brivido. E se una volta in sala, durante la visione, si avrà timore di compiere il minimo rumore, vorrà dire che il film avrà raggiunto il suo scopo.

 
 

A Quiet Place – Giorno 1: inizia l’invasione dei primi due spot tv

Djimon Hounsou e Lupita Nyong'o e Joseph Quinn in A Quiet Place - Giorno 1
Foto di Gareth Gatrell/Gareth Gatrell - © 2023 Paramount Pictures. All Rights Reserved.

Eagle Pictures ha diffuso i primi due spot tv dove possiamo vedere l’inizio dell’invasione alinea in A Quiet Place – Giorno 1, l’atteso prequel di A Quiet Place – Un posto tranquillo e A Quiet Place – parte 2.

A Quiet Place – Giorno 1, il terzo film del franchise ma ambientato prima degli altri. Il prequel sarà la prima volta nella storia di Quiet Place in cui John Krasinski abbandonerà la sedia da regista. Sarà invece Michael Sarnowki a dirigere A Quiet Place – Giorno, dopo il suo debutto alla regia nel 2021 con Pig, il giallo drammatico interpretato da Nicolas Cage e Alex Wolff.

Lo sceneggiatore e regista originale Krasinski è ancora coinvolto come produttore e ha un credito di scrittura in A Quiet Place – Giorno 1. Il film presenta anche un impressionante ensemble di star Marvel, con Lupita Nyong’o che interpreta il ruolo principale insieme a Djimon Hounsou, Joseph Quinn e Wolff. Questa sarà la seconda coppia tra Sarnoski e Wolff (Pig è stata la prima), e Sarnoski è anche responsabile della sceneggiatura, insieme agli altri creatori originali Bryan Woods e Scott Beck. Come mostrato dal suo nome e dai precedenti trailer, A Quiet Place: Day One racconta il primo giorno dell’invasione aliena, quando una donna di nome Sam (Nyong’o) deve sopravvivere a un brutale attacco a New York.

 

Paramount Pictures presenta In associazione con Michael Bay Una produzione Platinum Dunes / Sunday Night A QUIET PLACE: GIORNO 1 PRODUTTORI ESECUTIVI Allyson Seeger, Vicki Dee Rock PRODUTTORI Michael Bay, Andrew Form, p.g.a., Brad Fuller, John Krasinski BASATO SUI PERSONAGGI CREATI DA Bryan Woods e Scott Beck STORIA DI John Krasinski e Michael Sarnoski

 
 

A Quiet Place – Giorno 1, spiegazione del finale del film prequel

A Quiet Place - Giorno 1 spiegazione finale

Scritto e diretto da Michael Sarnoski, lo spin-off prequel di A Quiet Place, A Quiet Place – Giorno 1 (la nostra recensione) ci narra del primo giorno dell’arrivo delle creature aliene e in mezzo a questo contesto di morte e distruzione facciamo la conoscenza di Samira (interpretata da Lupita Nyong’o) ed Eric (interpretato da Joseph Quinn). Mentre lei è una ex poetessa malata terminale di cancro, lui è un giovane studente di legge.

Insieme cercheranno di attraversare, nel modo più silenzioso possibile, la città di New York, sapendo che in un dato punto di essa sono state organizzate delle navi per portare in salvo i superstiti, avendo scoperto che gli alieni temono l’acqua. Tuttavia, più che alle navi Samira è interessata ad arrivare da Patsy’s, una pizzeria, dove intende appunto prendersi una pizza. Il suo può sembrare un insolito capriccio, dato il contesto che la circonda, ma questo suo desiderio nasconde in realtà qualcosa di più.

Perché Samira vuole prendere la pizza da Patsy’s?

Nel corso del loro cammino, Samira rivela ad Eric che quando era piccola suo padre – musicista jazz – la portava sempre a prendere la pizza da Patsy’s dopo aver finito di suonare in un locale lì vicino. Per lei, dunque, quel luogo ha un valore affettivo estremamente importante, a tal punto da considerarlo come l’ultimo posto dove desidera andare prima di morire. Tuttavia, quando arrivano da Patsy’s, si rendono purtroppo conto che è stato distrutto.

Eric porta allora Samira direttamente al jazz club dove il padre la portava sempre da bambina. Qui, circondati dai ricordi, il giovane cerca di tirare su il morale alla sua nuova amica offrendole una pizza presa altrove ma sul cui cartone ha scritto “Patsy’s”. La coinvolge poi in un numero di magia, regalando così a Samira nuove emozioni positive in quel luogo per lei tanto speciale. Il loro viaggio non si è però ancora concluso, in quanto insieme devono arrivare alle navi.

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Perché Samira regala a Eric il suo maglione giallo prima di andarsene?

Prima di arrivare a queste, però, Samira regala ad Eric il suo maglione giallo. Anche se si è trattato di uno scambio senza parole, il motivo è di certo sentimentale. Il maglione è qualcosa che Eric può conservare per ricordarsi di lei. È tangibile, un pezzo di lei che gli avrebbe dato conforto oltre al suo gatto Frodo. Come poi Eric scoprirà, Samira ha anche inserito nella tasca del maglione un biglietto dove lo ringrazia per quanto ha fatto per lei e per averle fatto trascorrere un ultimo giorno ricco di gioia, nonostante l’invasione aliena.

Perché Samira sceglie di rimanere a terra?

Dopo questo scambio, i due intraprendono strade diverse. Eric si dirige verso la nave con i superstiti, mentre Samira rimane a terra, iniziando a far rumore per le strade in modo che Eric possa arrivare sano e salvo sull’imbarcazione diretta all’isola – la stessa isola dove viene introdotto per la prima volta il personaggio di Djimon Hounsou in A Quiet Place II. Samira inizia quindi a sbattere contro le auto e a far scattare gli allarmi in modo che le creature la sentano e la inseguano. Eric ha così il tempo di dirigersi verso il molo con il gatto, correndo per raggiungere l’acqua prima che le creature lo raggiungano.

L’operazione va a buon fine e il ragazzo riesce a salire sulla nave, ormai dunque al sicuro dagli spaventosi alieni. Ma è a questo punto che ci rendiamo conto che Samira è rimasta a terra, di sua spontanea volonta. La ragazza probabilmente non ha mai valutato l’ipotesi di dirigersi a sua volta sulla nave. Fuggire sulla nave, d’altronde, non l’avrebbe salvata da una malattina che prima o poi la ucciderà in ogni caso. Una volta avuta la certezza che il suo amico fosse al sicuro, Samira si concede dunque un’ultima passeggiata nella città, riscoprendone i rumori naturali troppo spesso sovrastati da quelli dell’uomo.

A Quiet Place - Giorno 1 Sam

Samira muore alla fine di A Quiet Place – Giorno 1?

Quel silenzio e quanto fino a quel momento vissuto la rimette in pace con quel mondo e quella vita che l’aveva delusa portandole via prima l’amato padre e poi facendola ammalare. Infine, Samira decide di staccare il jack delle cuffie dallo stereo, facendo risuonare il brano che sta ascoltando – Feeling Good di Nina Simone – a tutto volume nelle strade di New York. Un gesto che naturalmente attira uno (o più di uno) degli alieni, che piomba dunque alle sue spalle con le intenzioni che ormai ben sappiamo.

Sebbene non venga mostrato effettivamente cosa le accade, è piuttosto chiaro che Samira venga attaccata e uccisa dall’alieno. La ragazza sceglie dunque di andarsene così, morendo alle sue condizioni, senza paura, anziché attendere che la malattia le togliesse ogni forza e la privasse di quel buon umore che avverte nel finale. Samira era vicina alla morte da molto tempo, quindi è possibile che sentisse che in ogni caso era arrivato il suo momento di andarsene. Questa scelta, sicuramente, è stata favorita dal suo aver avuto l’opportunità di sentirsi di nuovo viva per un’ultima volta.

Come A Quiet Place – Giorno 1 prepara A Quiet Place 3

A Quiet Place – Giorno 1 rivela dunque che Eric è salito sulla barca, il che conferma che è arrivato sull’isola insieme al personaggio di Djimon Hounsou, dove viene poi costruita una piccola comunità di superstiti, riorganizzatisi per cercare di portare avanti una vita tranquilla con la certezza che l’acqua che li circonda li protegge. Questa comunità, come anticipato, ci viene introdotta per la prima volta in A Quiet Place II, dove però un alieno riuscito a superare l’ostacolo dell’acqua inizia a seminare morte e distruzione. In quella scena non si parla di Eric, ma dato che ora sappiamo che è lì, potrebbe riapparire in futuro.

È infatti possibile che A Quiet Place Part 3, confermato dopo il successo al botteghino di A Quiet Place II, includa anche Eric, che potrebbe essere sopravvissuto all’attacco dell’alieno alla fine di A Quiet Place II, a cui sappiamo invece che il personaggio interpretato da Hounsou non è sopravvissuto. Per ora non è chiaro chi tornerà in A Quiet Place 3, anche se è lecito aspettarsi che Emily Blunt, Cillian Muprhy e gli attori dei figli di lei riprendano i propri ruoli per sferrare un attacco decisivo agli alieni. Sarebbe inoltre certamente emozionante rivedere anche Eric, magari nel frattempo divenuto uno dei leader della resistenza.

 
 

A Quiet Place – Giorno 1 svelerà finalmente l’invasione aliena, dal 27 Giugno al cinema!

Djimon Hounsou e Lupita Nyong'o nel film A Quiet Place - Giorno 1 (2024)
Foto di Gareth Gatrell/Gareth Gatrell - © 2023 Paramount Pictures. All Rights Reserved.

Dopo il grande successo di A Quiet Place – Un posto tranquillo e del suo sequel A Quiet Place II, con A Quiet Place – Giorno 1 stiamo finalmente per scoprire in che modo il mondo è “stato ridotto al silenzio”. Il prequel infatti racconterà l’improvvisa apocalisse su scala mondiale.

Al timone della storia c’è sempre John Krasinski che, dopo aver scritto e diretto (nel primo caso anche interpretato) i primi due capitoli, ha immaginato la storia di Giorno 1 per diverso tempo, prima di sedersi a scriverla. Dopo numerosi ritardi, causati in parte anche dagli scioperi dello scorso anno, il film è pronto per la sala dove lo vedremo grazie a Eagle Pictures a partire dal 27 giugno.

A Quiet Place – Giorno 1, la trama

A Quiet Place - Giorno 1 Lupita Nyong'o
Foto di Gareth Gatrell/Gareth Gatrell – © 2023 Paramount Pictures. All Rights Reserved.

Come da tradizione della serie, la trama di A Quiet Place – Giorno 1  è alquanto semplice: in questo modo si aggira lo spettro di una trama intricata e inutilmente arzigogolata, troppo spesso principale ostacolo per i film di fantascienza che si perdono dietro alle trappole della trama.

Nonostante il film ragioni su una scala più ampia rispetto ai precedenti, data soprattutto l’ambientazione a New York City, è stato impostato come un survival movie apocalittico con elementi orrorifici e thriller. Cosa che già aveva fatto la fortuna dei primi due film e che in questo caso verrà condito da una maggiore enfasi sulla parte relativa all’invasione aliena, che vedremo agli albori, probabilmente.

Una nuova ambientazione

Lupita Nyong'o e Joseph Quinn in A Quiet Place - Giorno 1
Foto di Gareth Gatrell/Gareth Gatrell – © 2023 Paramount Pictures. All Rights Reserved.

Il cambio di ambientazione consente però una serie di possibilità che prima erano precluse al franchise, come la possibilità di assistere a scene d’azione su larga scala e la possibilità di vedere i protagonisti interagire con un’ambientazione estesa e urbana, mettendo in gioco tutta una serie di possibilità nuove per la costruzione delle scene.

Già nel primo film sapevamo che i cattivi della storia sono gli alieni e nel secondo film abbiamo appreso che sono letteralmente caduti dallo spazio. Questo prequel ci porterà proprio a quel giorno dell’invasione e ci racconterà se questa è stata un incidente di percorso oppure se è stata pianificata, e quindi andremo incontro al classico topos della fantascienza in cui gli alieni progettano di invadere la Terra.

Il film svelerà finalmente l’invasione della Terra da parte delle micidiali creature

Djimon Hounsou e Lupita Nyong'o e Joseph Quinn in A Quiet Place - Giorno 1

Quello che possiamo già aspettarci è che l’invasione è stata immediatamente un successo dal punto di vista degli alieni: sappiamo che sono ultra sensibili ai rumori, che sono molto forti e veloci e soprattutto che gli umani non erano pronti a fronteggiare un tale nemico. Immaginiamo anche che, a differenza di film storici del genere, in cui gli Stati Uniti sembravano il posto più allettante della Terra per progettare un’invasione, in Giorno 1 l’attacco avverrà su tutta la totalità della superficie terrestre.

Per quello che riguarda la trama di A Quiet Place – Giorno 1 quindi, possiamo dire che si tratta di una storia semplice, che viene arricchita, come nel caso delle pellicole precedenti, da un cast molto valido di interpreti.

Il cast di A Quiet Place – Giorno 1

Lupita Nyong'o in A quiet place - giorno 1
Foto di Gareth Gatrell/Gareth Gatrell – © 2023 Paramount Pictures. All Rights Reserved.

La protagonista è il premio Oscar Lupita Nyong’o (Black Panther: Wakanda Forever) che interpreta Sam ed è affiancata da Joseph Quinn (Stranger Things e il prossimo Fantastici Quattro di Marvel) nei panni di Eric, Alex Wolff (Oppenheimer) compare nei panni di Reuben e Djimon Hounsou (Rebel Moon) che vestirà i panni del personaggio di buon cuore che era già apparso nel secondo capitolo, “l’uomo sull’isola” che aiuta un piccolo gruppo di sopravvissuti.

Questo significa che sicuramente uscirà vivo da questo prequel. “E’ stato molto bello averlo con noi a portare avanti l’eredità del progetto” ha dichiarato Lupita Nyong’o riguardo alla partecipazione di Hounsou.

Chi ha realizzato A Quiet Place – Giorno 1? 

Per quanto riguarda il cast creativo, abbiamo già detto che John Krasinski ha firmato la sceneggiatura, mentre cede la regia a Michael Sarnoski (Pig) che è arrivato al progetto per sostituire Jeff Nichols (Midnight Special) il quale aveva abbandonato a sua volta il film per divergenze creative. Dopo il suo arrivo, Sarnoski ha contribuito a riscrivere la storia e i personaggi insieme a Krasinski. Oltre al contributo nella scrittura, il regista ha portato con sé nel film anche il direttore della fotografia, Pat Scola, con il quale aveva già lavorato in Pig.

Il Trailer del film

A Quiet Place – Giorno 1 uscirà il 28 giugno distribuito da Eagle Picture e, stando a quanto ha dichiarato Lupita Nyong’o, “sarà un film che darà molta soddisfazione ai fan della saga”.

 
 

A Quiet Place – Giorno 1 segna un debutto strepitoso al box office mondiale

Lupita Nyong'o e Joseph Quinn in A Quiet Place - Giorno 1
Lupita Nyong'o e Joseph Quinn in A Quiet Place - Giorno 1. Foto di Gareth Gatrell/Gareth Gatrell - © 2023 Paramount Pictures. All Rights Reserved.

Frantumando le aspettative del settore, A Quiet Place – Giorno 1 della Paramount ha battuto i record del franchising nel suo primo weekend di uscita. Prequel dei film originali diretti da John Krasinski, il nuovo film è interpretato da Lupita Nyong’o e Joseph Quinn nei ruoli centrali ed è diretto dal regista di Pig Michael Sarnoski. John Krasinski, che ha diretto il primo e il secondo film della serie principale, ha scritto la storia di A Quiet Place: Day One insieme a Sarnoski, che è subentrato nella scrittura e nella regia dopo l’abbandono di Jeff Nichols.

Nel weekend di apertura, il film ha incassato 53 milioni di dollari in patria e altri 45 milioni di dollari nei mercati esteri, per un debutto globale cumulativo di 98,5 milioni di dollari. Oltre 9 milioni di dollari di questo totale provengono dagli schermi IMAX. Si tratta di un risultato stupefacente per un film prodotto con un budget inferiore ai 70 milioni di dollari. A Quiet Place – Giorno 1 avrebbe dovuto generare circa 40 milioni di dollari al suo debutto al botteghino nazionale, ma venerdì è stata osservata una sovraperformance quando ha superato i record del giorno di apertura sia di A Quiet Place – Un posto tranquillo che del suo sequel, A Quiet Place – parte II.

Entrambi i film sono stati molto amati: il primo è stato un successo inarrestabile, mentre il secondo è riuscito a ottenere enormi guadagni al botteghino nonostante sia uscito nel bel mezzo della pandemia. Infatti, A Quiet Place – parte II era originariamente previsto per l’uscita a marzo 2020, ma è stato ovviamente posticipato quando le serrate globali hanno bloccato tutto. Alla fine ha incassato quasi 300 milioni di dollari in tutto il mondo e ha un “fresco” 91% di gradimento sul sito aggregatore Rotten Tomatoes. Il primo film ha guadagnato oltre 340 milioni di dollari a livello globale e ha un punteggio RT ancora migliore, pari al 96%.

Il franchise di “Un posto tranquillo” ha incassato oltre 700 milioni di dollari in tutto il mondo

A Quiet Place - Giorno 1 Sam

In confronto, A Quiet Place – Giorno 1 è attualmente fermo a un “fresco” 84% di approvazione su RT, anche se il punteggio del pubblico è leggermente inferiore (73%). Il pubblico del giorno di apertura gli ha assegnato un CinemaScore B+, che è positivo per i film horror, anche se i film di A Quiet Place non possono essere classificati nella stessa categoria di altri franchise di film spaventosi.

A Quiet Place – Giorno 1 era stato originariamente pensato con Nichols al timone, che però ha abbandonato il progetto dopo averlo sviluppato per qualche tempo. Recentemente ha diretto il thriller poliziesco The Bikeriders. Krasinski dovrebbe tornare in qualche veste per il previsto terzo capitolo della serie principale, dopo aver fatto una deviazione con il recente film per famiglie IF, che ha generato oltre 180 milioni di dollari a livello globale. Interpretato anche da Alex Wolff e Djimon Hounsou, A Quiet Place – Giorno 1 è in programmazione nelle sale.

 
 

A Quiet Place – Giorno 1 ha una scena post credits?

A Quiet Place - Giorno 1 Sam

Il franchise di A Quiet Place presenta il suo primo prequel e si sa se c’è una scena post-credits di A Quiet Place – Giorno 1, che definisce il futuro, è noto. John Krasinski ha dato il via al franchise di A Quiet Place nel 2018 con il primo capitolo di grande successo. Dopo un breve accenno in A Quiet Place Part II a come era la vita della famiglia Abbott quando gli alieni l’hanno invasa, A Quiet Place – Giorno 1 riporta il pubblico a quel giorno. Il film segue Sam (Lupita Nyong’o) ed Eric (Joseph Quinn) come estranei che fanno coppia per cercare di sopravvivere a New York.

Quando il finale di A Quiet Place – Giorno 1 (recensione), l’emozionante storia di sopravvivenza giunge a una conclusione drammatica che si collega direttamente a ciò che accade in A Quiet Place – Parte II. Poiché è già stato confermato che A Quiet Place 3 è in lavorazione, è lecito chiedersi se il franchise utilizzerà una scena post-credits per fornire una diretta anticipazione del sequel o di un altro prequel. Ora che il film è uscito, lo status di una scena post-credits di A Quiet Place – Giorno 1 è confermata.

A Quiet Place – Giorno 1 non ha una scena post-credits

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Non ci sono scene extra

È ufficialmente confermato che A Quiet Place – Giorno 1non ha una scena post-credits. Non c’è nessuna scena di mid-credits o end-credits o qualsiasi altra cosa inclusa nei titoli di coda che possa fungere da promessa per il futuro. Ciò significa che chiunque guardi A Quiet Place – Giorno 1 al cinema o in streaming non deve preoccuparsi di perdere una rivelazione importante dopo l’inizio dei titoli di coda. Si consiglia comunque di seguire i titoli di coda per conoscere i nomi di tutti coloro che hanno lavorato duramente per rendere possibile il film.

A Quiet Place – giorno 1: La decisione della scena finale continua la tendenza del franchising

A Quiet Place - Giorno 1 Sam

Il fatto che A Quiet Place: Day One non ha incluso una scena finale non è troppo sorprendente. Questa decisione è la stessa presa dai due film precedenti. Non c’era spazio per una scena post-credits, dato che il finale di A Quiet Place arrivava bruscamente e preparava il sequel. Nel frattempo, anche A Quiet Place Part II non ha incluso una scena di coda che rispondesse alle domande in sospeso o che anticipasse il prossimo capitolo.

Poiché i due film precedenti non includevano nulla nei titoli di coda, ha senso che A Quiet Place – Giorno 1 abbia scelto di non inserire nulla. Il pubblico non è necessariamente già condizionato ad aspettarsi che questo franchise includa scene post-credits. Poiché A Quiet Place – Giorno 1 è un prequel, le possibilità di includere una scena dei titoli di coda senza creare troppe complicazioni per il franchise sono minori. In definitiva, è stato più sicuro non includere una scena post-credits e lasciare che il pubblico ne volesse ancora.

 
 

A Quiet Passion: trailer del film con Cynthia Nixon

A Quiet Passion

SatineFilm ha diffuso il trailer italiano di A Quiet Passion, il film con Cynthia Nixon nei panni di Emily Dickinson, diretto da Terence Davies con Jennifer Ehle, Keith Carradine e Emma Bell.

Il film arriverà nelle sale italiane dal 14 giugno.

Finalmente in arrivo anche nelle sale italiane, A Quiet Passion, la storia della celebre poetessa statunitense Emily Dickinson, dagli anni della trasgressiva giovinezza alla vita adulta di auto reclusione. Ad interpretare il ruolo della poliedrica artista americana, Cynthia Nixon, già icona femminista in Sex & the City nel ruolo dell’avvocatessa Miranda e oggi candidata democratica per il ruolo di governatore di New York. Un film poetico e silenziosamente ribelle diretto dal regista e sceneggiatore inglese Terence Davies (Voci lontane…sempre presenti, La casa della gioia) che trova, in questo controverso personaggio, un ottimo spunto per mettere a frutto il suo passato di fine conoscitore dell’animo femminile. Nel cast anche il Premio Oscar® Keith Carradine, Jennifer Ehle (Orgoglio e Pregiudizio, Il discorso del re) e Emma Bell (Frozen, Final Destination) nel ruolo di Emily da giovane.

Un altro film molto amato e apprezzato dal pubblico e dalla critica internazionale che grazie a Satine Film arriverà nelle sale italiane il 14 giugno, dopo L’ultimo viaggio e Wajib – Invito al matrimonio, attualmente in programmazione.

Sinossi: La storia della celebre poetessa statunitense Emily Dickinson dagli anni della trasgressiva giovinezza alla vita adulta di auto reclusione. La poetica silenziosamente ribelle di Terence Davies trova, in questo poliedrico e controverso personaggio, un ottimo spunto per mettere a frutto il suo passato di fine conoscitore dell’animo femminile, dando vita ad alcune sequenze che rasentano il sublime. Il risultato è un preciso ritratto dell’artista americana, privata del mito e definita unicamente come essere umano.

 
 

A Quiet Passion, la recensione del film con Cynthia Nixon

A Quiet Passion

Emily Dickinson è considerata una delle più grandi poetesse del suo tempo, e grazie al film A Quiet Passion, del regista britannico Terence Davies, ha modo di rivivere sul grande schermo attraverso l’interpretazione di Cynthia Nixon, che lasciati i panni di Miranda della serie Sex and the City, si immerge con grande in quelli ottocenteschi della poetessa.

A Quiet Passion racconta la vita della celebre poetessa Emily Dickinson, dalla gioventù di ragazza ostinata e ribelle, alla maturità di donna travagliata e complessa che ha trovato nella poesia rifugio e conforto, dal rapporto con i famigliari a quello con la società e la religione.

Esistono molteplici opere in costume dedicate a celebri poeti e romanzieri, ma il film di Terence Davies sembra avere una marcia in più. Pur ripercorrendo in maniera agiografica la vita della poetessa, Davies riesce ad esaltare con l’eleganza stilistica che gli è propria, l’atmosfera che la lettura delle poesie della Dickinson emana. Egli compone una messa in scena ricca, sontuosa, e su questa si sofferma per estrapolarne i piccoli dettagli, i piccoli attimi cari alla poetessa. Il suo cinema, come da lui stesso definito, costringe con i suoi tempi dilatati e le lunghe inquadrature a guardare più a fondo di quanto normalmente avviene. È per questo che i momenti più importanti del film risultano anche i più difficili da digerire, ricchi di un’emotività che richiede uno sforzo di sopportazione non indifferente.

Nel suo provocare lo spettatore, Davies ottiene così il risultato di dar vita ad un film d’atmosfera, dove tutte le emozioni e le passioni sono, come da titolo, sommesse, ma proprio per questo ancor più in grado di incidere nel cuore dello spettatore. A conferire ulteriore pregio al film vi è l’interpretazione di Cynthia Nixon, che nel suo impersonare l’Emily della maturità restituisce con delicatezza, intensità e profondità tutte le sfumature di un’artista tanto amata quanto enigmatica.

Certo il film, nella sua durata di poco più di due ore, presenta alcuni passaggi non supportati da un’efficace scrittura, e che risultano per tanto poco convincenti o coinvolgenti. L’operazione cinematografica tentata da Davies non è certo semplice, e il suo uso della dilatazione temporale può in più di un momento stancare la visione.

Tuttavia per la delicatezza con cui i principali temi cari alla poetessa vengono trattati, difficilmente si potrà rimanere estranei al film. La paura di una vita nella norma, la paura della morte e dell’ignoto oltre la morte, e allo stesso tempo l’elogio della bellezza, sono tematiche universali nelle cui sfumature ognuno potrà riconoscersi. Attento nell’evocare gli stati d’animo di una figura complessa come la Dickinson, il regista fonde il film sulla sua vita al film sulla sua poesia, ottenendo un’opera in grado di ragionare da più punti di vista sulla materia in esame.

 
 

A Quiet Passion, la conferenza stampa del film con Cynthia Nixon

A quiet passion

Presentato in anteprima a Roma, il film A Quiet Passion segna il ritorno in sala del regista Terence Davies. Girato nel 2016, e distribuito in Italia con gran ritardo, l’opera vede come protagonista Cynthia Nixon, la Miranda di Sex and the City, qui chiamata a vestire i panni di Emily Dickinson in un lungometraggio che ripercorre la sua vita e la sua poesia.  

“È una grandissima poetessa. – esordisce Terence DaviesLa scoprì solo a diciotto anni guardando un documentario televisivo su di lei. È stata per me una folgorazione, non potevo smettere di leggerla e rileggerla. Le sue poesie esprimevano perfettamente i miei tormenti giovanili. Lei era assolutamente all’avanguardia per la sua epoca”.

Il film ripercorre la vita della poetessa toccando tutti i temi a lei più cari. “Il tema dell’onesta e dell’integrità spirituale, così come l’idea dell’anima pervadono l’intero film. – aggiunge Davies – C’è una tensione privilegiata verso domande esistenziali come “cosa c’è dopo la vita?”, “come si affronta la morte?”. Queste sono domande che Emily Dickinson si poneva costantemente. Ella viveva seguendo una propria coerenza, cercando sempre di essere vera fino in fondo.”

A Quiet Passion

“Quando ho visto questo film ne sono rimasta estremamente colpita, tanto da piangerne. – esclama Claudia Bedogni, distributrice del film per Satine FilmÈ un film in grado di toccare corde profonde. Ha in sé una volontà di provocazione che sarà in grado di arrivare fino ai giovani. I giovani devono avvicinarsi a questi temi, alla poesia, e il cinema in questo può rivelarsi un alleato potentissimo.”

Con l’occasione della presenza di Terence Davies, la conferenza stampa diviene ben presto occasione per ripercorrere la sua idea di cinema, a partire dal suo primo film, Voci lontane… sempre presenti, che alla sua uscita nel 1988 ottenne grande successo di pubblico e critica. “È stato il mio primo lungometraggio. Ho scritto della mia famiglia cercando di essere fedele e veritiero. In quel film parlo di tempo, di morte, di percezione delle cose. I miei film sono lenti, e a qualcuno potrà non piacere questo. Ma questo ti obbliga a guardare con attenzione le cose, e se decidi di lasciarti coinvolgere da questo gioco, allora potrai cogliere gli attimi e le piccole cose che normalmente ci sfuggono, e che solo un ritmo dilatato può catturare.”

Riguardo il suo lavoro con gli attori il regista dichiara di trovarsi spesso “sopraffatto dall’emozione quando c’è vita e verità sul set. Lavorare con gli attori è la parte che preferisco. Sanno sempre come sorprendermi, e spesso sono loro i primi ad indicarmi nuove sfumature in quello che ho scritto. A volte l’emozione nel vederli all’opera è talmente tanta che ho bisogno di fermarmi e riprendere fiato. Semplicemente esistono attimi che immortalati regalano emozioni troppo grandi per il cuore.”

Alla domanda su quanto di suo il regista abbia messo nel film, il regista risponde deciso: “Moltissimo. Naturalmente è la storia della vita di Emily Dickinson, ma attraverso di lei ho potuto raccontare anche molto di mio. Come lei anche io penso che gli anni vissuti con la mia famiglia siano stati i più belli della mia vita, e sempre come lei desideravo che tutto rimanesse immutato, come in una fotografia. Sfortunatamente il tempo passa e bisogna fare i conti con i cambiamenti”.

A quiet passion

“Allo stesso modo – continua Davies – attraverso di lei ho potuto riflettere ulteriormente sui temi della morte e della vita dopo di essa. Personalmente non credo in un’altra vita, ma questo non mi ha impedito di ricercare il suo punto di vista.”

Il film uscirà in sala dal 14 giugno, l’inizio del periodo estivo notoriamente difficile per il cinema. “Si tratta di una scommessa, un rischio ma anche una strategia. – afferma Claudia Bedogni – L’assenza di grossi competitors ci permette un azzardo di questo tipo, e la grande attesa che si è generata nei confronti del film ci fa ben sperare.

“Emily Dickinson, con il suo carattere ribelle è attuale ancora oggi. – ci tiene a concludere Davies – E’ grazie a donne come lei se oggi esiste una forte volontà di emancipazione femminile, con movimenti come quello del “Time’s Up”. I grandi artisti spesso non si rendono neanche conto del loro vero valore. Lei è stata un faro di umanità per uomini e donne, e l’umanità è quanto di più prezioso abbiamo oggi da difendere.”

 
 

A Qualcuno Piace Classico: al via la terza edizione al Palazzo delle Esposizioni

A Qualcuno Piace Classico 3 coverDivenuto ormai uno degli appuntamenti più amati dai cinefili della capitale, A Qualcuno Piace Classico arriva alla terza edizione con una nuova carrellata di capolavori della storia del cinema, da riscoprire finalmente sul grande schermo e nel formato originario della pellicola 35mm. L’appuntamento è come sempre a Palazzo delle Esposizioni, con ingresso libero fino a esaurimento posti, e si parte martedì 29 ottobre alle ore 21.00 con Eva contro Eva, una delle vette assolute della Hollywood classica, vincitore di 6 Oscar e con una indimenticabile Bette Davis.

Passeranno quindi in rassegna, fino al 3 giugno 2014, alcuni dei nomi più eclatanti della settima arte: da Truffaut a Bergman, di cui sarà presentato in chiusura il raro Dopo la prova, da Fassbinder a Tarkovskij, in programma con il folgorante film d’esordio, L’infanzia di Ivan, ma anche Coppola, Wenders, Ōshima, Rohmer. La rappresentanza italiana è affidata a Rossellini con Dov’è libertà…? e a Sergio Leone con l’epico C’era una volta il West, quest’ultimo presentato in versione integrale restaurata. Non mancheranno infine, sul fronte della Hollywood degli anni d’oro, Fred Astaire e Ginger Rogers nel loro musical più celebrato, Cappello a cilindro, e una pietra miliare come Aurora, primo film americano girato da Murnau. Insomma, un’occasione straordinaria per rivivere in sala le emozioni del grande cinema.

Martedì 29 ottobre 2013 – ore 21.00
EVA CONTRO EVA
(All About Eve, Usa 1950)
di Joseph L. Mankiewicz, con Bette Davis, Anne Baxter, George Sanders, Celeste Holm
b/n, durata: 138’, 35mm versione italiana
Una celebre attrice di Broadway, Margo Channing, assume come assistente la giovane Eva, sua fervente ammiratrice. Dietro l’apparente ingenuità, però, la ragazza si rivela pronta a tutto per scalzare Margo e diventare lei stessa una star. Vincitore di 6 Oscar, un film di rara perfezione, imitato più volte e mai eguagliato nella capacità di raccontare il fascino e la crudeltà del mondo dello spettacolo. Indimenticabile il cast, con una Bette Davis alle vette della sua arte.

Martedì 12 novembre 2013 – ore 21.00
IL RAGGIO VERDE
(Le Rayon vert, Francia 1986)
di Éric Rohmer, con Marie Rivière, Vincent Gauthier, Rosette, Béatrice Romand
colore, durata: 94’, 35mm versione italiana
Rimasta senza progetti per le vacanze, l’introversa Delphine si ritrova a girovagare per la Francia, ma la sfortuna e l’incapacità di fare nuove amicizie rendono la sua estate un fiasco. Quando sta per arrendersi alla solitudine, un incontro inaspettato le offre una nuova speranza. Esempio perfetto del miracolo del cinema di Rohmer, che come pochi sa registrare i più segreti moti dell’animo e svelare la magia nascosta nel quotidiano. Leone d’Oro a Venezia.

Martedì 26 novembre 2013 – ore 21.00
QUARANTA PISTOLE
(Forty Guns, Usa 1957)
di Samuel Fuller, con Barbara Stanwyck, Barry Sullivan, Dean Jagger
b/n, durata: 79’, 35mm versione italiana
La ricca Jessica Drummond spadroneggia in una contea dell’Arizona grazie a 40 pistoleri mercenari al suo servizio. All’arrivo di Griff Bonnell e dei suoi due fratelli, tutti agenti federali, la donna dovrà lottare per mantenere il potere, pur finendo per innamorarsi dello stesso Griff. Dietro l’aspetto di un western di serie B si nasconde un’opera visionaria con momenti di grandissimo cinema, adorata all’epoca da Godard e assurta nel tempo allo statuto di culto.

Martedì 10 dicembre 2013 – ore 21.00
FURYO – MERRY CHRISTMAS MR. LAWRENCE
(Senjo No Merry Christmas, Giappone/GB 1983)
di Nagisa Ōshima, con David Bowie, Ryûichi Sakamoto, Takeshi Kitano, Tom Conti
colore, durata: 123’, 35mm versione italiana
Nel 1942, in un campo di prigionia giapponese, i soldati inglesi sono sottoposti a un durissimo regime detentivo dal giovane capitano Yonoi. Tra loro c’è anche il colonnello Lawrence, che conosce il giapponese e fa da mediatore, e l’australiano Celliers, di cui Yonoi finisce per invaghirsi. Incentrato sullo scontro tra due culture agli antipodi, è uno dei film più celebri di Ōshima, ricco di straordinarie invenzioni visive e narrative. Memorabile la colonna sonora di Sakamoto.

Martedì 14 gennaio 2014 – ore 21.00
I QUATTROCENTO COLPI
(Les Quatre Cents Coups, Francia 1959)
di François Truffaut, con Jean-Pierre Léaud, Albert Rémy, Claire Maurier
b/n, durata: 93’, 35mm versione italiana
Antoine Doinel è un ragazzino di 12 anni, irrequieto e sognatore, spesso trascurato dalla famiglia e maltrattato a scuola. Quando viene sorpreso a rubare, la madre acconsente a farlo rinchiudere in riformatorio, ma Antoine riesce a fuggire. Esordio semiautobiografico di Truffaut e film simbolo della Nouvelle Vague, I quattrocento colpi è un inno alla libertà dell’infanzia che non ha perso nulla della sua freschezza e della sua capacità di emozionare con disarmante semplicità.

Martedì 28 gennaio 2014 – ore 21.00
RUSTY IL SELVAGGIO
(Rumble Fish, Usa 1983)
di Francis Ford Coppola, con Mickey Rourke, Matt Dillon, Dennis Hopper, Nicolas Cage
b/n e colore, durata: 94’, 35mm versione italiana
In Oklahoma, negli anni ’60, Rusty James vive con il padre alcolizzato ed è il leader di una banda di ragazzi di strada. Il suo idolo è il fratello maggiore, che un giorno fa ritorno a sorpresa nel quartiere, senza immaginare il destino che lo attende. Grazie a una narrazione sospesa tra la fiaba e il mito e alla stupefacente fotografia in bianco e nero, il film si muove in una dimensione senza tempo, in cui il tema dell’iniziazione all’età adulta acquista una forza dirompente.

Martedì 11 febbraio 2014 – ore 21.00
DOV’È LA LIBERTÀ…?
(Italia 1954)
di Roberto Rossellini, con Totò, Nyta Dover, Vera Molnar, Franca Faldini, Leopoldo Trieste
b/n, durata: 93’, 35mm
Dopo aver scontato più di vent’anni di prigione per un delitto passionale, un modesto barbiere si ritrova libero in un mondo che non riconosce più, fatto di egoismi e ingiustizie. Amareggiato, deciderà di voltare le spalle alla società e tornare in carcere. Film dalla lavorazione travagliata, ma epocale per il modo in cui fotografa l’ipocrisia e il conformismo dell’Italia del dopoguerra, offrendo a Totò uno dei personaggi più autentici della sua carriera.

Martedì 25 febbraio 2014 – ore 21.00
PARIS, TEXAS
(Paris, Texas, Germania Ovest/Francia/GB 1984)
di Wim Wenders, con Harry Dean Stanton, Nastassja Kinski, Dean Stockwell, Aurore Clément
colore, durata: 147’, 35mm versione italiana
Dopo aver abbandonato la famiglia e vagabondato per anni attraverso gli Stati Uniti, Travis torna a casa e ritrova il figlio di otto anni, affidato agli zii dalla giovane madre. Anche la donna, infatti, è scomparsa senza lasciar tracce e Travis decide di mettersi in viaggio con il figlio per ritrovarla. Wenders combina la tradizione americana del road movie con una riflessione tutta europea sulle difficoltà dei rapporti umani, firmando un’opera di estrema suggestione. Palma d’Oro a Cannes.

Martedì 11 marzo 2014 – ore 21.00
L’INFANZIA DI IVAN
(Ivanovo detstvo, Urss 1962)
di Andrej Tarkovskij, con Nikolaj Burljaev, Valentin Zubkov, Nikolaj Grinko
b/n, durata: 95’, 35mm VO sott. Italiani
Durante la Seconda Guerra Mondiale, il dodicenne Ivan aiuta l’Armata Rossa facendo da staffetta e esploratore. Il tenente Galtsev vorrebbe aiutarlo allontanandolo dal fronte, ma Ivan decide di restare in prima linea e affrontare missioni sempre più pericolose. L’esordio nel lungometraggio di Tarkovskij è già un capolavoro, accolto con entusiasmo all’estero (Leone d’Oro a Venezia) e ostilità in patria, per quell’intensa poesia delle immagini che costò al regista l’accusa di formalismo.

Martedì 25 marzo 2014 – ore 21.00
UN ANNO CON 13 LUNE
(In einem Jahr mit 13 Monden, Germania Ovest 1978)
di Rainer Werner Fassbinder, con Volker Spengler, Ingrid Caven, Gottfried John
colore, durata: 124’, 35mm versione italiana
A Francoforte si svolgono gli ultimi giorni di vita del transessuale Elvira, che rievoca gli episodi salienti del suo passato e le ragioni che lo spingono a togliersi la vita. Scioccato dal suicidio del compagno Armin Meier, Fassbinder girò il film in soli 25 giorni, firmando una delle sue opere più radicali e pessimiste, capace tuttavia di un impatto emotivo difficile da dimenticare. Anche fotografato e montato dal regista, è uno dei film chiave per capirne appieno lo sconfinato talento.

Martedì 8 aprile 2014 – ore 21.00
AURORA
(Sunrise, Usa 1927)
di Friedrich Wilhelm Murnau, con George O’Brien, Janet Gaynor, Margaret Livingston
b/n, muto, durata: 97’, 35mm didascalie italiane
Irretito da una donna di città, un giovane contadino lascia la famiglia e arriva a tentare di annegare la moglie, ma poco prima del folle gesto le chiede perdono. Di nuovo insieme, si riscoprono felici proprio nella grande metropoli, ma il ritorno a casa sarà più drammatico del previsto. Uno dei risultati più alti del genio di Murnau e di tutto il cinema muto, una pietra miliare in termini di fotografia e messinscena che Truffaut non esitò a definire “il più bel film mai girato”.

Martedì 22 aprile 2014 – ore 21.00
C’ERA UNA VOLTA IL WEST
(Italia/Usa 1968)
di Sergio Leone, con Charles Bronson, Henry Fonda, Claudia Cardinale, Jason Robards
colore, durata: 178’, 35mm
Morton, il ricco padrone della ferrovia, ha bisogno delle terre ricche d’acqua di McBain, che fa uccidere da un feroce sicario. La vedova, però, non si dà per vinta, e in suo difesa si schiera un misterioso meticcio soprannominato “Armonica”. Apoteosi del western all’italiana e del cinema di Leone, il film ancora mozza il fiato per l’epica grandezza del racconto e della visione, sostenuta dalle musiche celeberrime di Morricone. Presentato nella versione integrale restaurata.

Martedì 6 maggio 2014 – ore 21.00
LA IENA – L’UOMO DI MEZZANOTTE
(The Body Snatcher, Usa 1945)
di Robert Wise, con Boris Karloff, Bela Lugosi, Henry Daniell, Russell Wade
b/n, durata: 77’, 35mm versione italiana
Edimburgo 1831. MacFarlane, docente di anatomia, ha bisogno di cadaveri per le sue lezioni e si serve del vetturino Gray per saccheggiare i cimiteri. La situazione precipita quando, per procurare i corpi necessari, Gray inizia a uccidere. Tra i grandi classici dell’horror della RKO, unisce alla suspense incalzante una raffinatezza di scrittura rara nel genere. Prodotto dal leggendario Val Lewton e interpretato da una coppia altrettanto leggendaria: Boris Karloff e Bela Lugosi.

Martedì 20 maggio 2014 – ore 21.00
CAPPELLO A CILINDRO
(Top Hat, Usa 1935)
di Mark Sandrich, con Fred Astaire, Ginger Rogers, Edward Everett Horton, Helen Broderick
b/n, durata: 99’, 35mm versione italiana
In trasferta a Londra per uno spettacolo, il celebre ballerino Jerry Travers incontra la bella Dale Tremont e cerca di conquistarla. Per errore, la ragazza è convinta che Jerry sia il marito di una sua amica e ne respinge le avances, ma sarà solo il primo di un’irresistibile girandola di equivoci. Il film più amato e riuscito della coppia Astaire e Rogers, anche grazie a un copione oliato alla perfezione e alle canzoni indimenticabili di Irving Berlin, Cheek to Cheek su tutte.

Martedì 3 giugno 2014 – ore 21.00
DOPO LA PROVA
(Efter repetitionen, Svezia 1983)
di Ingmar Bergman, con Ingrid Thulin, Erland Josephson, Lena Olin
colore, durata: 70’, 35mm versione italiana
Durante le prove per la messinscena de Il sogno di Strindberg, un regista teatrale si abbandona ai ricordi parlando con una giovane attrice, Anna, di cui anni prima aveva amato la madre. Sospeso tra finzione e realtà, passato e presente, cinema e teatro, è il film che con Fanny e Alexander più rappresenta il testamento artistico di Bergman, un viaggio interiore in cui si dipanano i temi e le ossessioni di una vita, raccontati con una maestria difficilmente eguagliata nella settima arte.

 
 

A qualcuno piace caldo: poster e trailer per la re-release americana

Ecco di seguito il trailer e il poster di A Qualcuno Piace Caldo, realizzati entrambi appositamente per la re-release nei cinema USA del bellissimo film di Billy Wilder con Tony Curtis, Jack Lemmon e ovviamente Marilyn Monroe, film che all’unanimità è quanto di più vicino alla perfezione la commedia abbia mai prodotto.

A qualcuno piace caldoA Qualcuno Piace Caldo è anche uno dei pochi film con un certo numero di anni ad essere entrato nella classifica di Empire dei migliori 301 film della storia del cinema (cortesia dei lettori della rivista USA), all’80esimo posto.

Il film verrà ri distribuito in sala a partire dal 18 luglio, solo negli Stati Uniti, e racconta la storia di Joe e Jerry (Curtis e Lemmon) due musicisti jazz che cercano di scappare dalle grinfie della Mafia, quando involontariamente si imbattono nel Massacro di San Valentino. Miracolosamente riescono a fuggire a piedi e a farsi perdere di vista ma, sapendosi inseguiti dai killer della gang di Ghette Colombo, il sicario di Al Capone che ha condotto la strage, cercano un modo per sparire dalla circolazione e vengono a sapere di un’orchestra che cerca un sassofono e un contrabbasso per una tournée di due settimane in Florida. Sembra l’ideale, ma l’orchestra è rigorosamente composta di sole donne; Joe e Jerry prendono così la decisione di assumere le sembianze di due suonatrici, Josephine e Daphne, e partire con il complesso femminile. Durante il viaggio in treno conoscono le loro colleghe, tra cui Zucchero, suonatrice di ukulele col vizio dell’alcol e in fuga da relazioni amorose infelici. Sia Joe che Jerry vorrebbero corteggiare Zucchero, ma non possono farsi smascherare.

Fonte: Empire

 
 

A Pupi Avati il Nastro d’Argento Speciale del 65.mo

Va a Pupi Avati “per la sua Sconfinata giovinezza cinematografica e soprattutto per un film che affronta con delicatezza e straordinaria intensità un tema personale

 
 

A proposito di Steve: recensione del film

A proposito di Steve

A proposito di Steve è la storia di Mary (Sandra Bullock), una ragazza molto particolare che lavora ad un quotidiano come enigmista. Vive ancora con i genitori ed ha problemi nel trovare un fidanzato, immersa com’è nella sua passione per i cruciverba.

Accade così che i suoi genitori (con cui vive ancora) decidono di organizzarle un appuntamento al buio con Steve (Bradley Cooper) figlio dei vicini e volenteroso cameraman di una televisione locale.  Mary si invaghisce subito del povero Steve, che sommerso dalla logorrea di lei, mette fine all’appuntamento con la più inventata delle scuse. Ma sarà solo l’inizio: Mary inizierà a inseguirlo dovunque, spinta dal suo cieco amore rendendo la vita di lui piuttosto “invivibile”.

Questa pellicola non si presenta con i migliori auspici, la Bullock ha vinto il Razzie Award come peggior interpretazione l’anno scorso e, tutto sommato, mi viene da dire che tanto immeritato non è, on per suoi particolari demeriti ma perché il personaggio di Mary è semplicemente non riuscito.

L’unica cosa che rimane in testa alla fine sono i suoi stivali rossi e obiettivamente non è un personaggio nel quale lo spettatore può immedesimarsi o per il quale può tifare, visto quanto è odiosa e maniacale, bensì  è più probabile prendere le difese di Bradley. Il tutto è un dramma mascherato da commedia, da quella solita commedia a cui la Bullock ci ha abituato fin troppo bene negli ultimi tempi con prodotti al limite della serialità, ma almeno in un “ricatto d’amore” ci strappava qualche sorriso, qui niente, anzi si cade nel più becero trashume di quart’ordine (la scena della donna che quasi si vanta di aver avuto un pene).

Credo sarebbe stato molto più utile portare nelle sale italiane “The Blind Side”,  pellicola per la quale la Bullock ha ricevuto un Oscar per la migliore interpretazione femminile, ma considerato “troppo americano” per il pubblico europeo, piuttosto che questa storiella scritta neanche con due piedi ma con uno solo.

 
 

A proposito di Schmidt dal 12 febbraio in Blu-ray

A proposito di SchmidtIl film presentato in concorso al 55º Festival di Cannes, candidato a due Premi Oscar e Vincitore di 2 Golden Globe per il Miglior Attore Jack Nicholson e la Miglior Sceneggiatura, arriva per la prima volta in Blu-Ray dal 12 febbraio distribuito da Warner Bros. Entertainment Italia.

Tratto dall’omonimo romanzo di Louis Begley, il film è diretto da Alexander Payne, vincitore di due premi Oscar® per la Miglior Sceneggiatura Non Originale e due Golden Globe per la Miglior Sceneggiatura.
Una commedia drammatica, resa unica dal superlativo Jack Nicholson, nel ruolo del protagonista Warren Schmidt. La sua padronanza in scena, l’intensità nei dialoghi unita a straordinari cambiamenti mimici e alla forza delle sue espressioni, trasformano il depresso e disilluso Warren in una sublime icona del cinema. La prova di attore di Jack Nicholson, da sola, rende la pellicola degna di essere vista; è una delle sue migliori interpretazioni, premiata con un Golden Globe e la dodicesima nomination agli Oscar® come Miglior Attore Protagonista. Il film vede nel cast, oltre al grande Nicholson, anche Kathy Bates per un’entusiasmante sfida tra premi Oscar.

L’edizione Blu-ray include imperdibili Contenuti Speciali tra cui 9 scene inedite e i vintage shorts “Woodmen Tower Sequences”.

 
 

A proposito di Max: il 30 novembre su Sky Cinema il ricordo del regista Max Croci

È passato poco più di un anno dalla prematura scomparsa, a soli 50 anni, di Max Croci, poliedrico regista di documentari, corti e lungometraggi. Nato a Busto Arsizio l’11 ottobre 1968, già illustratore e art director, dal 2003 è stato autore e regista di diverse produzioni per Sky Cinema: Italia 70 – il cinema a mano armata, L’arte dei titoli di testa, Moana-magnifica ossessione, Una poltrona per due, L’Italia dei generi sono solo alcuni titoli della lunga collaborazione con Sky, fino alla regia di Cinepop, il programma quotidiano di infotainment andato in onda su Sky Cinema fino alla sua scomparsa

In occasione del primo anniversario, Sky Cinema ha deciso di ricordare l’amico Max con una serata dedicata, in onda sabato 30 novembre su Sky Cinema Uno. In prima serata, alle 21.15, verrà trasmesso il suo ultimo lungometraggio LA VERITÀ, VI SPIEGO, SULL’AMORE, con Ambra Angiolini e Carolina Crescentini, ambientato a Torino e tratto dal romanzo omonimo della scrittrice torinese Enrica Tesio.

A seguire, alle 22.55, andrà in onda il documentario inedito A PROPOSITO DI MAX, prodotto da Sky Cinema: un ritratto intimo e appassionato di un uomo che fin dalla più tenera età sognava di diventare cineasta, dotato di un talento poliedrico che gli ha permesso di svolgere innumerevoli ruoli, dall’illustratore all’art director, l’autore e infine il regista di lungometraggi. A PROPOSITO DI MAX ripercorre la sua vita, breve ma intensa, utilizzando il materiale di repertorio dall’archivio di Sky e attraverso le testimonianze degli amici e di chi ha lavorato con lui nel corso di questi anni. Tra questi, lo storico del cinema Steve Della Casa, il critico e volto di Sky Cinema Gianni Canova, gli amici attori Luca Argentero, Stefano Fresi, Lodo Guenzi, senza dimenticare le figure femminili che hanno avuto un ruolo cruciale nella sua vita professionale e affettiva: dalla mamma Gabriella alle attrici Ambra Angiolini, Serena Rossi, Marina Massironi, Alessandra Faiella, Nicoletta Maragno.

OMAGGIO A MAX CROCI – SABATO 30 NOVEMBRE SU SKY CINEMA UNO: ALLE 21.15 IL FILM LA VERITÀ, VI SPIEGO, SULL’AMORE, ALLE 22.55 IL DOCUMENTARIO INEDITO A PROPOSITO DI MAX, PRODOTTO DA SKY CINEMA.

 
 

A proposito di Davis: recensione del film dei Fratelli Coen

A proposito di Davis recensione

A proposito di Davis (Inside Llewyn Davis) è un’evoluzione di quello che fu A Serious Man, è un’altra parabola sulla vita di un uomo come tanti che si trasforma per l’occasione nel classico antieroe coeniano. La cura per la sceneggiatura da parte dei fratelli è come al solito il punto di forza: tra sarcasmo, cinismo e malinconia ci troviamo di fronte a una scrittura perfetta nel raccontare i personaggi e a tenere viva l’attenzione per le vicende, in cui le uniche pause concesse sono per valorizzare le canzoni.

In A proposito di Davis (Inside Llewyn Davis) nella New York del 1961 Llewyn Davis  (Oscar Isaac) è un cantautore folk che insegue il sogno di vivere della propria musica, ma il destino gli pone davanti tanti bivi e alcuni imprevisti. Tra improbabili compagni di viaggi, vecchie fiamme e tante canzoni, Llewyn Davis dovrà fare i conti con una vita avara di soddisfazioni.

Ma soprattutto i Coen ci restituiscono un personaggio ancora una volta memorabile e per il quale è impossibile non provare empatia; un amabile testardo che ignora tutti i segni che il destino gli pone davanti per cercare una strada che quantomeno lo gratifichi. La regia è il solito concentrato di talento che si muove tra perfetti movimenti di macchina e le classiche prospettive grottesche che valorizzano il personaggio di scena.

A proposito di Davis (Inside Llewyn Davis), il film

La fotografia curata da Bruno Delbonnel non fa rimpiangere il veterano Roger Deakins, coprendo le immagini con una patina autunnale e applicando una leggera desaturazione che va a evidenziare i grigi tipici della stagione ritratta. Gli attori sono tutti eccellenti da un Oscar Isaac che dipinge con struggente malinconia(soprattutto con l’utilizzo dello sguardo) il suo Llewyn Davis e si scopre un ottimo cantante, alla coppia Carey Mulligan Justin Timberlake (sempre più convincente da attore e con davanti una carriera luminosa in questo ambito) per finire con uno straripante John Goodman in versione jazzman.

Un capitolo a parte lo merita la colonna sonora folk, sicuramente tra le migliori dell’anno. Giocata quasi interamente sul binomio chitarra voce, la composizione generale splende attraverso melodie tipiche dell’epoca (l’omaggio dovuto e voluto a Bob Dylan ad esempio), che vanno  a scaldare il cuore dello spettatore con brani sublimi quali “Hang Me, Oh Hang Me” e “Fare Thee Well (Dink’s Song)”.

I Coen si confermano con A proposito di Davis (Inside Llewyn Davis) i migliori registi/sceneggiatori nel portare sullo schermo l’umanità(intesa come condizione umana)  in tutte le sue sfaccettature con i personaggi tipici del loro cinema, creando un film magnifico, toccante e amaro allo stesso tempo, che non si risparmia momenti divertenti, con una colonna sonora strabiliante e una regia perfetta nel cogliere le disavventure del protagonista. Ma soprattutto è una pellicola che ci dice come le opportunità  e i fallimenti siano parte integrante della vita e bisogna sapere cogliere le prime e accettare i secondi ripartendo con un: “Au Revoir!”

 
 

A proposito di Davis: recensione del film dei Fratelli Coen

A proposito di Davis recensione

I Fratelli Coen tornano al cinema con A proposito di Davis, protagonisti Oscar Isaac e Carrey Mulligan. Nella New York del 1961 Llewyn Davis è un cantautore folk che insegue il sogno di vivere della propria musica, ma il destino gli pone davanti tanti bivi e alcuni imprevisti. Tra improbabili compagni di viaggi, vecchie fiamme e tante canzoni, Llewyn Davis dovrà fare i conti con una vita avara di soddisfazioni.

A proposito di Davis è un’evoluzione di quello che fu A Serious Man, è un’altra parabola sulla vita di un uomo come tanti che si trasforma per l’occasione nel classico antieroe coeniano. La cura per la sceneggiatura da parte dei fratelli è come al solito il punto di forza: tra sarcasmo, cinismo e malinconia ci troviamo di fronte a una scrittura perfetta nel raccontare i personaggi e a tenere viva l’attenzione per le vicende, in cui le uniche pause concesse sono per valorizzare le canzoni.

Ma soprattutto i Coen ci restituiscono un personaggio ancora una volta memorabile e per il quale è impossibile non provare empatia; un amabile testardo che ignora tutti i segni che il destino gli pone davanti per cercare una strada che quantomeno lo gratifichi. La regia è il solito concentrato di talento che si muove tra perfetti movimenti di macchina e le classiche prospettive grottesche che valorizzano il personaggio di scena.

A proposito di Davis recensione film

La fotografia curata da Bruno Delbonnel non fa rimpiangere il veterano Roger Deakins, coprendo le immagini con una patina autunnale e applicando una leggera desaturazione che va a evidenziare i grigi tipici della stagione ritratta. Gli attori sono tutti eccellenti da un Oscar Isaac che dipinge con struggente malinconia(soprattutto con l’utilizzo dello sguardo) il suo Llewyn Davis e si scopre un ottimo cantante, alla coppia Carey Mulligan Justin Timberlake (sempre più convincente da attore e con davanti una carriera luminosa in questo ambito) per finire con uno straripante John Goodman in versione jazzman. Un capitolo a parte lo merita la colonna sonora folk, sicuramente tra le migliori dell’anno.

Giocata quasi interamente sul binomio chitarra voce, la composizione generale splende attraverso melodie tipiche dell’epoca (l’omaggio dovuto e voluto a Bob Dylan ad esempio), che vanno  a scaldare il cuore dello spettatore con brani sublimi quali “Hang Me, Oh Hang Me” e “Fare Thee Well (Dink’s Song)”. I Coen si confermano con A proposito di Davis i migliori registi/sceneggiatori nel portare sullo schermo l’umanità(intesa come condizione umana)  in tutte le sue sfaccettature con i personaggi tipici del loro cinema, creando un film magnifico, toccante e amaro allo stesso tempo, che non si risparmia momenti divertenti, con una colonna sonora strabiliante e una regia perfetta nel cogliere le disavventure del protagonista. Ma soprattutto è una pellicola che ci dice come le opportunità  e i fallimenti siano parte integrante della vita e bisogna sapere cogliere le prime e accettare i secondi ripartendo con un: “Au Revoir!”

 
 

A proposito di Davis: i fratelli Coen raccontano il folk

A proposito di Davis Il prossimo 6 febbraio uscirà nelle sale cinematografiche italiane il grande deluso dalla recente premiazione dei Golden Globe: A proposito di Davis dei fratelli Joel e Ethan Cohen. Vincitore del Gran Premio speciale della giuria a Cannes nel 2013,  A proposito di Davis, contro ogni pronostico, non ha ottenuto che qualche nomination per categorie tecniche minori, sia ai Globe che per la corsa agli Academy Awards.

Nonostante questo, rimane grande curiosità per questa ultima fatica dei Cohen, i quali tornano all’opera tre anni dopo il successo di pubblico e critica ottenuto con Il Grinta ( oltre 170 milioni di incasso), occupandosi, come loro solito, della scrittura, regia e produzione del film.

A proposito di Davis è una commedia musicale ispirata liberamente alla storia vera dell’icona falk Dave Von Ronk, grandissimo talento della scena musicale anni ’60 che ebbe molto meno successo e fama di quanto avrebbe meritato. apropositodidavisIl protagonista del film, Llewin Davis, interpretato da Oscar Isaac, riprende i tratti caratteriali di Von Ronk: trasandato, rude e senza fortuna; un musicista di grande talento, e che ha solo sfiorato il successo, il quale si aggira per i locali notturni del Greenwich Village per sbarcare il lunario e tirare a campare.

Un film molto intimo e molto introspettivo che in  qualche modo ricorda lavori precedenti dei due talentuosissimi fratelli del cinema americano: A serious man e Non è un paese per vecchi per citarne alcuni tra i più recenti oltre che Fratello dove sei? e molti altri per la cura e la preminenza data alla componente musicale.

La musica appunto è l’elemento chiave attorno al quale ruota tutto il film ed i Cohen si avvalgono, come già in passato, della preziosissima consulenza e collaborazione di T Bone Burnett ( che si è occupato delle musiche di “Hunger Games”, “Ritorno a Cold Mountain” e “Fratello dove sei?”) già vincitore di un Oscar.

Chi conosce minimamente i Cohen sa della loro predilizione per il grande Dylan, in questo film non troviamo pezzi del mitico menestrello di Duluth ma la selezione musicale che guida e accompagna tutta la narrazione del film fa riferimento ad autori che al tempo ispirarono musicalmente lo stesso Dylan. Oscar Isaac ha girato live tutte le canzoni da lui eseguite, confermando doti musicali già comprovate  e accertate quando si esibisce con la sua punk band, i Blinking Underdogs.

A proposito di Davis riunisce un cast intrigante che vede come protagonista femminile quella Carey Mulligan con cui Isaac ha già recitato in Drive, interpretandone il turbolento marito; quindi grande curiosità per la star della pop music Justine Timberlake, considerato attore e musicista straordinario dai Cohen, ed il solito e fedelissimo John Goodman, attore feticcio dei registi.

Sicuri che non vi farete condizionare dall’indifferenza mostrata dalle giurie americane, contiamo di trovarvi numerosi nelle sale, dal 6 febbraio in avanti. Quando di mezzo ci sono i fratelli Cohen c’è sempre da aspettarsi qualcosa, la banalità non è contemplata.a-proposito-di-davis

 
 

A proposito di Davis trailer e poster italiani

A proposito di Davis uscirà in italia a febbraio: ecco il trailer italiano e il poster dell’acclamato film dei fratelli Coen.

 
 

A proposito di Davis prime clip italiane

A proposito di Davis

A proposito di Davis uscirà in Italia il 6 febbraio. Ecco le prime due clip italiane dell’attesissimo film dei fratelli Coen con Oscar Isaac e Carey Mulligan.

 
 

A proposito di Davis nuova featurette

A proposito di DavisSoundworks Collection ha pubblicato una nuova featurette per A proposito di Davis, ultima fatica dei fratelli Coen, sulla complessità del processo di trasposizione della musica sul grande schermo. Nell’approfondimento vediamo il produttore delle musiche T-Bone Burnett, gli adetti al missaggio Peter Kurland e Greg Orloff parlare dei vari momenti sul set e del lavoro di post-produzione.

A proposito di Davis uscirà nei cinema italiani il 20 febbraio, nel frattempo potete gustarvi questa interessante featurette e la nostra recensione del film.

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Il nuovo film di Joel ed Ethan Coen racconta una settimana nella vita di un giovane cantante che si trova davanti a un bivio, mentre cerca faticosamente di farsi strada nel mondo musicale della New York degli anni 60. Nel cast del film Oscar Isaac, Carey Mulligan, Justin Timberlake, John Goodman e Garrett Hedlund.

Fonte: Collider

 
 

A proposito di Davis colonna sonora

A-proposito-di-Davis“If it was never new, and it never gets old, then it’s a folk song.” ( Se non è nuova, e se non invecchia mai, allora è una canzone folk) è la frase pronunciata da Llewyn Davis.

“A proposito di Davis” il nuovo film dei fratelli Joel e Ethan Coel prende liberamente ispirazione dalla vita del realmente esistito cantante folk Dave Van Ronk, newyorchese, attivo negli anni sessanta e amico intimo del noto Bob Dylan, come ci suggerisce il titolo originale Inside Llewyn Davis, che riprende il titolo dell’album Inside Dave Van Rock.

Llewyn Davis (interpretato da Oscar Isaac) è un musicista che non ha successo: il suo ultimo album non venede molto, è squattrinato e passa le giornate vagabondando per la città a raccattare spiccioli e inseguendo il suo sogno, credendo davvero nella poesia che scaturisce dai suoi brani folk, un talento però, il suo,  non condiviso dai produttori. Il pubblico non può fare altro che provare una profonda empatia per Davis, simile a quella che si provava per il più celebre e amato personaggio dei Coen, Lebowski, il nostro Drugo: entrambi si ritrovano vittime dei potenti ma amati dal p Drugo per la sua sfacciataggine e la sua incredibile  e quasi irreale personalità, il secondo per il suo talento incompreso

 Tracklist:

1. Hang Me, Oh Hang Me

(Traditional; Arranged by Oscar Isaac and T Bone Burnett)

Oscar Isaac

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2. Fare Thee Well (Dink’s Song)

(Traditional; Arranged by Marcus Mumford, Oscar Isaac, and T Bone Burnett)

Oscar Isaac and Marcus Mumford

3. The Last Thing on My Mind

(Tom Paxton)

Stark Sands with Punch Brothers

4. Five Hundred Miles

(Hedy West)

Justin Timberlake, Carey Mulligan, and Stark Sands

5. Please Mr. Kennedy

(Ed Rush, George Cromarty, T Bone Burnett, Justin Timberlake, Joel Coen, and Ethan Coen)

Justin Timberlake, Oscar Isaac, and Adam Driver

6. Green, Green Rocky Road

(Len Chandler and Robert Kaufman)

Oscar Isaac

7. The Death of Queen Jane

(Traditional; Arranged by Oscar Isaac and T Bone Burnett)

Oscar Isaac

8. The Roving Gambler

(Traditional)

John Cohen with The Down Hill Strugglers

9. The Shoals of Herring

(Ewan MacColl)

Oscar Isaac with Punch Brothers

10. The Auld Triangle

(Brendan Behan)

Chris Thile, Chris Eldridge, Marcus Mumford, Justin Timberlake, and Gabe Witcher

11. The Storms Are on the Ocean

(A.P. Carter)

Nancy Blake

12. Fare Thee Well (Dink’s Song)

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(Traditional; Arranged by Oscar Isaac)

Oscar Isaac

13. Farewell

(Bob Dylan)

Bob Dylan

14. Green, Green Rocky Road

(Len Chandler & Robert Kaufman)

Dave Van Ronk

 
 

A Private War: trama, cast e curiosità sul film con Rosamund Pike

A Private War film

 Il giornalismo è un attività quantomai importante, specialmente in un mondo complesso e violento come quello odierno. Tra le più importanti figure di questo ambito vi sono i corrispondenti di guerra, persone disposte a rischiare la propria vita pur di portarsi in prima linea nei conflitti più accesi e brutali, dando voce a quanti non ne hanno e diffondendo al mondo ciò che realmente avviene. Il film A Private War (qui la recensione) racconta proprio la storia di una di questi giornalisti, Marie Colvin. Scritto da Arash Amel e diretto da Matthew Heineman, all’interno di questo si ripercorre tanto la biografia della giornalista quanto l’importanza della sua attività.

La pellicola è l’adattamento cinematografico dell’articolo Marie Colvin’s Private War, uscito nel 2012 su Vanity Fair e scritto da Marie Brenner. All’interno di questo si ripercorre l’attività della reporter di guerra del giornale The Sunday Times, la quale è stata nel corso della sua esperienza inviata in territori ostili come lo Sri Lank, l’Iraq, l’Afghanistan, la Libia e la Siria. Con i suoi reportage la Colvin ha permesso al mondo di conoscere molti degli orrori che avvenivano in tali paesi, venendone coinvolta in prima persona. La giornalista è infatti morta in circostanze ancora non chiarite nel 2012, durante l’assedio di Homs in Siria.

Una storia cruda e dura che non si risparmia di mostrare anche i momenti più difficili della vicenda, senza dimenticare l’incrollabile tenacia con cui la Colvin ha perseguito il suo dovere fino alla fine. Accolto in modo positivo dalla critica e dal pubblico, si tratta di uno dei film più lodati del 2018. Prima di intraprendere una visione del film, però, sarà certamente utile approfondire alcune delle principali curiosità relative a questo. Proseguendo qui nella lettura sarà infatti possibile ritrovare ulteriori dettagli relativi alla trama e al cast di attori. Infine, si elencheranno anche le principali piattaforme streaming contenenti il film nel proprio catalogo.

A Private War: la trama del film

Protagonista del film è la reporter di guerra Marie Colvin, qui raccontata attraverso alcune delle sue gesta più note e pericolose. La giornalista visita alcune pericolose zone del Medio Oriente devastate dalla guerra, senza però fermarsi neanche quando in seguito ad un incidente perde il suo occhio sinistro, decidendo da quel momento di coprirlo con una benda. Diagnosticatole un disturbo da stress post-traumatico, la Colvin decide comunque di non farsi fermare da questo, continuamente alla ricerca di nuove storie. Questo suo desiderio la porterà fino in Siria, dove dovrà scontrarsi però con orrori e violenze che vanno al di là della sua immaginazione.

A Private War cast

A Private War: il cast del film

Ad interpretare Marie Colvin vi è l’attrice candidata all’Oscar Rosamund Pike. Divenuta celebre grazie al film Gone Girle – L’amore bugiardo, l’attrice si è qui misurata con un nuovo personaggio particolarmente complesso. Al fine di interpretare la reporter di guerra, infatti, la Pike ha studiato a lungo le sue interviste e i suoi reportage, al fine di assimilare il modo di parlare, di fare e la psicologia della vera Colvin. Per l’attrice si è trattata inoltre di una prova interpretativa che l’ha sottoposta a diversi stress fisici ed emotivi, dovuti anche dalle realistiche ricostruzioni di guerra. Grazie la sua interpretazione, indicata come una delle più intense dell’anno, la Pike è stata candidata ai Golden Globe come miglior attrice.

Accanto a lei, si ritrovano diversi altri noti attori, a partire da Jamie Dornan. Celebre per la trilogia di 50 sfumature di grigio, l’attore è qui presente nei panni del fotografo Paul Conroy, il quale seguirà la Colvin in tutte le sue spedizioni. Originariamente per il ruolo era stato scelto l’attore Taron Egerton, il quale dovette però rinunciare per via di altri impegni. L’attore Stanley Tucci, candidato all’Oscar per Amabili resti, è invece presente nei panni di Tony Shaw, compagno della Colvin. Tom Hollander interpreta Sean Ryan, capo della giornalista al The Sunday Times, con il quale la protagonista ha diversi accesi scontri. Fay Marsay è Kate Richardson, mentre Corey Johnson è Norm Coburn, anche lui fotografo.

A Private War: il trailer e dove vedere il film in streaming e in TV

È possibile fruire del film grazie alla sua presenza su alcune delle più popolari piattaforme streaming presenti oggi in rete. A Private War è infatti disponibile nei cataloghi di Rakuten TV, Chili, Google Play e Apple iTunes. Per vederlo, una volta scelta la piattaforma di riferimento, basterà noleggiare il singolo film o sottoscrivere un abbonamento generale. Si avrà così modo di guardarlo in totale comodità e al meglio della qualità video. È bene notare che in caso di noleggio si avrà soltanto un dato limite temporale entro cui guardare il titolo. Il film è inoltre presente nel palinsesto televisivo di martedì 23 novembre alle ore 21:10 sul canale Rai Movie.

https://www.youtube.com/watch?v=OwTui8ij3WA

Fonte: IMDb

 
 

A Private War, recensione del film con Rosamund Pike

A private War Recensione

Arriva il 22 novembre nelle sale italiane A Private War, il film diretto da Matthew Heineman, con protagonista Rosamund Pike, e al suo fianco Jamie Dornan e Stanley Tucci.

In A Private War Marie Colvin (Rosamund Pike), un’espatriata di origine americana che lavora a Londra come corrispondente di guerra per il Sunday Times, è la prima giornalista straniera a riuscire ad entrare nello Sri Lanka occupato dalle Tigri Tamil, in quella occasione verrà ferita, ma non rinuncerà a tornare a testimoniare la guerra in paesi come Afghanistan, Libia e Iraq.

A Private War, la trama

Nel 2012 la Colvin è l’ultima giornalista a abbandonare Homs, distrutta dalla guerra e ultima a voler testimoniare che la guerra contro il regime di Assad stava facendo vittime quasi esclusivamente civili. Marie Colvin e un altro collega verranno uccisi sotto un bombardamento proprio in quella città.

In questo periodo di discussione su “fake news” e sul valore stesso del giornalismo, è importante riflettere su come questa professione sia a volte una vera prova di coraggio e di fatica. A partire da chi ogni giorno cerca di fare una cronaca esatta e equilibrata di ciò che accade nel mondo, nella propria città, nelle alte sfere dell’economia e della politica, fino a quelli che la pelle la mettono veramente in gioco, indagando sulla criminalità organizzata o andando, come Marie Colvin, al fronte senza essere soldati.

La performance di Rosamund Pike

a private war castRosamund Pike regala ancora una volta una performance intensa e ispirata, incarnando una donna che vive divisa tra due mondi: quello ricco e borghese della Londra in cui ha sede il suo giornale e quello devastato, polveroso e privo di ogni cosa dei paesi in guerra in cui va per raccontare quello che accade.

Questa situazione doppia e opposta, questa guerra interiore e privata, non può che generare un trauma, come dice il suo personaggio “Solo chi è pazzo non prova più nulla in queste situazioni”. Un po’ come accade nei film di guerra, come in American Sniper di Clint Eastwood e anche in Hurt Locker, Marie ha una dipendenza dalla vita al fronte. Il suo collega fotografo Paul Conroy (Jamie Dornan) definisce esattamente il suo stato: ha sviluppato una dipendenza dalla guerra.

Presentato alla 13a Festa del cinema di Roma, A Private War ha come spina dorsale una delle tematiche che hanno caratterizzato i film di questa selezione: la passione per quello che si fa che porta ad andare contro ogni buon senso e a volte, porta alla tomba. A fine visione, quello che resta del film è il pensiero di come persone come Marie Colvin siano sconsiderate e necessarie allo stesso tempo, per restituire un racconto della realtà che superi i confini del nostro zerbino.

A Private War viene distribuito nello stesso anno del documentario Under the wire, realizzato dallo stesso Christopher Martin e tratto dal libro omonimo di Paul Conroy, che ha accompagnato Marie Colvin fino all’ultimo.

 
 

A Prato il primo multiplex con tecnologia laser 4K “RB” NEC High Frame

Disney Italia Avatar 2: la via dell'acqua
Photo courtesy of 20th Century Studios. © 2022 20th Century Studios. All Rights Reserved.

Il Cinema Multiplex Omnia Center è il primo multiplex in Italia dotato di tecnologia laser “RB 4K. A presentare questa grande novità è stato oggi Massimiliano Giometti dell’omonimo gruppo, che ha presentato alla stampa l’importante investimento sulla multisala pratese, accompagnato dal sindaco di Prato Matteo Biffoni, da Jens Kayser, sales manager della Digital Cinema Sharp Nec display solutions e da Roberto Ballabene, amministratore di Cineproject, partner tecnico di NEC per l’Italia ed installatore.

“Siamo grati al gruppo Giometti di investire sulla nostra città: avere il primato su cultura e tecnologia ci onora e ci gratifica” ha dichiarato di Sindaco di Prato Matteo Biffoni. Il Gruppo Giometti, proprietario del Cinema Multiplex Omnia Center a Prato, ha da sempre investito sulla qualità e l’ospitalità delle proprie sale, mantenendo al massimo la qualità e l’attenzione della “gestione familiare” che di rado si trova nei grandi gruppi internazionali. L’ultimo grande investimento è l’adozione della Tecnologia laser 4K “RB” NEC high frame , un sistema di ultimissima generazione per quanto riguarda la proiezione e di conseguenza la qualità dei film.

“Siamo certi che questa crisi sia una conseguenza di due anni di grandi difficoltà che hanno segnato fortemente la voglia delle persone di uscire ed andare nelle sale” ha dichiarato Massimiliano Giometti “non solo perché niente come una sala cinematografica riesce a rendere la magia e la bellezza dei film, ma anche perché il farlo è un gesto di socialità che ha resistito ai più grandi cambiamenti della storia. Per questo motivo e perché innamorati di questo magico mondo, non ci siamo mai arresi ai momenti di crisi delle sale cinematografiche e intendiamo continuare a rilanciare per riportare il pubblico a godere della grande bellezza del cinema.”

A presentare nel dettaglio questo nuovo tipo di tecnologia è stato Jens Kayser della Digital Cinema Sharp Nec display solutions: “Il gruppo Giometti ha sempre introdotto le nuove tecnologie anticipando la quasi totalità degli esercenti italiani. Furono tra i primi operatori cinematografici a passare dalla pellicola analogica alla proiezione digitale 15 anni fa il che li rese automaticamente pronti per poter proiettare Avatar in 3D nel 2009. A quell’epoca fu il primo ed unico film di qualità in 3D e questo contribuì a renderlo il film con il maggiore incasso di tutti i tempi. Negli anni che seguirono, quel successo spinse l’intera industria cinematografica a passare dall’analogico al digitale. Giusto in tempo per il lancio di Avatar 2, i cinema del gruppo Giometti ha fatto il successivo salto tecnologico verso il futuro introducendo la nuova tecnologia laser “RB 4K”HFR (High Frame Rate ).

Con questo tipo di proiezione, un’unità laser viene utilizzata come sorgente luminosa invece di una lampada allo xeno, il che presenta almeno due vantaggi. Il primo: un risparmio almeno della 50%, dell’energia, il che fa bene all’ambiente e fa risparmiare sui costi.

Il secondo è che lo spettatore ha il vantaggio di un’esperienza fotografica ancora migliore. Colori più forti, migliore illuminazione dello schermo e luminosità elevata e costante.Quest’ultimo è particolarmente importante per godersi un film in 3D. In passato, i film in 3D venivano spesso proiettati con una luminosità troppo bassa, uno dei motivi per cui i successivi film in 3D non potevano continuare il successo di Avatar 1. Sharp NEC è stata la prima azienda a introdurre i proiettori laser di intera produzione ed è ora un fornitore leader di questa tecnologia. Crediamo che nei prossimi anni la maggior parte dei cinema di tutto il mondo sarà convertita a questo tipo di proiezione. Il multiplex Omnia è oggi uno dei primi in Italia ad essere completamente convertito al laser “RB 4K”, offrendo ai visitatori un’esperienza cinematografica particolarmente immersiva. Avatar 2 è un film che l’industria cinematografica stava aspettando da tempo, un film che avrà un forte impatto SOLO sul grande schermo. Auguro ogni successo ai cinema Giometti e ai visitatori qui a Prato, una grande esperienza cinematografica.

Per presentare al pubblico questa grande novità, l Cinema Multiplex Omnia Center ha organizzato un OPEN DAY del cinema per lunedì 12 dicembre: alle ore 17.00, 19.00 e alle ore 21.00 sarà proiettato il film culto degli anni 80 “I Goonies, “ nella versione rimasterizzata 4k uscita nel 2019 a 35 anni dalla sua uscita. L’ingresso agli spettacoli sarà gratuito.

Dal 14 dicembre invece un’altra grande attrazione: arriveranno a Prato per stare qualche giorno le due grandi statue di Avatar, altre oltre 3 metri, in un allestimento creato per le foto con gli spettatori. Esiste un momento nel quale ci sia più bisogno della magia del cinema di quello che stiamo vivendo?
 
 

A Pigeon Sat on a Branch Reflecting on Existence al cinema con Lucky Red

Un piccione seduto su un ramo riflette sull'esistenza

A Pigeon Sat on a Branch Reflecting on ExistenceSarà la società di Andrea Occhipinti a portare nelle sale italiane il prestigioso film di Roy Andersson, A Pigeon Sat on a Branch Reflecting on Existence, acclamatissimo Leone d’oro alla 71esima Mostra del Cinema di Venezia.

LEGGI ANCHE: Venezia 71: A Pigeon Sat on a Branch Reflecting on Existence recensione film

Come un Don Chisciotte e un Sancio Panza dei nostri tempi, Sam e Jonathan, due commessi viaggiatori che vendono oggetti innovativi, ci conducono in un caleidoscopico vagabondaggio attraverso i destini umani. Un viaggio che ci mostra la bellezza di certi momenti, la meschinità di altri, l’umorismo e la tragicità che risiedono in tutti noi, la grandiosità della vita così come la fragilità dell’essere umano.

 
 

A piedi nudi nel porco: di caricabatterie perduti, impermeabili gialli e Alessandro Borghi

Alessandro Borghi

Problema: il piccolo Ang parte per Venezia con un caricabatterie per iPhone. Un caricabatterie per iPhone costa circa 13 euro. Bestemmiare non costa niente, ma nel 50 % delle possibilità che Dio esista ti abbassa di almeno una ventina di punti la possibilità di varcare le porte del Paradiso. Possiamo stimare approssimativamente in 149,99 euro il valore economico di questa perdita di credito spirituale. Se il piccolo Ang dovesse eventualmente perdere il caricabatterie per iPhone durante una normale giornata lavorativa, il danno sarebbe minimo e non varrebbe la pena di bestemmiare, considerato anche il tempo di circa 2/5 secondi che si perde per le imprecazioni più elaborate e che ha un costo valore di circa 3 euro a bestemmia, quattro nelle giornate più intense. Conviene piuttosto andare al primo negozio disponibile e sostituirlo, perdendo quei dieci/venti minuti di tempo che corrispondono all’incirca a 4.500 euro. Ora, se la perdita del suddetto caricabatterie dovesse invece avvenire, diciamo per esempio, durante la Mostra del Cinema, quando non c’è nè il tempo nè il negozio, quanti milioni di miliardi di euro perderebbe in bestemmie il piccolo Ang? La risposta nel prossimo film di Christopher Nolan.

 

Oggi la giornata viene aperta dal nuovo film di Andrew Haigh Lean on Pete, che racconta una storia la cui originalità mi ha lasciato di stucco: l’amicizia tra un bambino e un cavallo. È comunque meno sfrangicoglioni di War Horse di Steven Spielberg – e non fate i candidi, con i vostri ‘ma dai. Che cazzo hai ritirato fuori! War Horse, e chi se lo ricordava’. Quando è uscito lo avete esaltato. Ho gli screen – e dura meno, quindi lo accettiamo. Sono ancora provato dalla mia ora e mezza passata sotto al sole per farmi il selfie con Guillermo del Toro, che qui a Venezia, per questioni logistiche con cui ora non vi tedio, è molto più difficile che a Cannes stalkerare gli animali famosi, e si può fare senza pagarne le conseguenze solo se, in sostanza, non c’hai un cazzo da fare. E giuro su Nicolas Cage, non è il caso mio. Piove lammerda – e qualcuno deve metterci un ombrello, e chi chiamerai? – quindi la giornata non parte sotto il migliore degli auspici, ma in compenso gli omini delle pulizie indossano delle vistose mantelline gialle, quindi è un attimo cooptarne uno con l’atroce stratagemma del ‘è una foto per un servizio’ e poi convertire il tutto in un post cazzone su It, fingendo che io sia l’assassino e lui il mio povero Georgie.

Giusto per confondere le acque visto che ieri la Carducci si è assentata un attimo giusto per andare a Madrid – lei lo fa come noi andiamo un attimo dal tabaccaio – a fare qualcosa di molto segreto che però riguarda ovviamente (e lo dico solo perché ho visto delle sue foto inquietanti su facebook) l’atteso horror tratto dal capolavoro di Stephen King, ma tranquilli che Pennywise non l’ha trattenuta e si hanno notizie che stia per tornare nel mondo dei vivi.

Questa zingarata dell’uomo in mantellina gialla mi svolta sostanzialmente la giornata, da un punto di vista psicologico. Dopodiché c’è un film Netflix con Robert Redford e Jane Fonda, bellissimi, bravissimi, simpaticissimi, intelligentissimi, premiati stasera con il Leone alla Carriera, a cinquant’anni da A piedi nudi nel parco. Per la durata di tutto l’incontro stampa non fanno altro che amoreggiare suggerendo al pubblico quanto volentieri avrebbero scopato e quanto gli dispiace che ogni volta fossero impegnati in altre relazioni. Il che è bellissimo, ma non se ti trovi nella condizione di chi non ha fatto nemmeno in tempo a pisciare (e non voglio fare la vittima sottolineando per l’ennesima volta quanto pisciare, nella mia condizione di calcolato renale, risulti di vitale importanza). Quaranta minuti di cicci cicci dopo, riesco finalmente a liberare la vescica e vi assicuro che il film che ho visto in quel momento, ricco di musiche celestiali e colori sgargianti, merita il Leone d’oro molto più di qualsiasi altra corbelleria ci si possa propinare nei prossimi giorni. Il film, Our Souls at Night, è un acclamatissimo prodotto originale Netflix, un’altra originalissima (e due) storia di vecchi che si innamorano, ma la colpa è mia, che certe cose importanti della vita mi sfuggono: avrei dovuto capirlo a ‘prodotto originale Netflix’, che era na cazzata.

Ang

Anche io ero al film con la nostra amichetta Fonda, perché ‘cavallo zoppo + bambino’ se lo scrivi sul motore di ricerca della mia capoccia viene fuori ‘colcazzo’. Piove in maniera esagerata, ormai abbiamo le branchie, infatti volevo sentire Guillermo se per caso vo fa i casting già da ora per il sequel di The Shape of Water. L’umidità è del 99%, si dice ‘Lido’ ma sembra un varco temporale tra Bangkok e Modena, che voi non lo sapete ma so città gemellate grazie alla condivisione di un microclima delicato dove crescono rigogliosi licheni e giovani mutanti. Oggi è stata anche la giornata di Suburra la serie, e io – naturalizzata modenese cor còre sempre romano – a sentì tutti quei ‘daje’ ho respirato aria de casa, anche perché qua grazie all’umidità non si respira. Comunque fondamentalmente i primi due episodi parlano di fatti scabrosi e un pop-porno che succedono in una Roma magnacciona e che coinvolgono palazzinari, preti, periferie e Alessandro Borghi.

Come dite? Vi ricorda qualcosa? Non capisco perché. Concludo con una buona notizia: gli immigrati regolarizzati che fanno i camerieri qui al Lido so più ospitali e hanno più rudimenti di marketing rispetto ai proprietari per i quali lavorano. Forse dovrei dirlo a Segre per il film che presenterà a Venezia l’anno prossimo, ovviamente con Battiston.

Alessandro Borghi suburra la serie

SCENA POST CREDITS (di Chiara Guida)

Oggi mi approprio indebitamente dello spazio di Ang & Vì per condividere con voi un avvenimento che ha dello straordinario e che si addice particolarmente ai toni elevati di questo blog.

Mentre ero in sala stampa, immersa nei miei pensieri (che sono quasi sempre al Festival legati a cibo, acqua e turnazione nel bagno della casa affollata), un signore si avvicina e, tendendomi la mano, dice: “Io domani vado a sciare” e contento si allontana. Non faccio in tempo a sentirmi disorientata che lo vedo ripetere la stessa scena con TUTTI i colleghi in sala stampa.

E niente, è già abbastanza assurdo così, senza che aggiunga altro.

 
 

A piedi nudi nel parco: trama e cast del film con Jane Fonda

A piedi nudi nel parco film

Quarant’anni prima di recitare nuovamente insieme nel film Netflix Le nostre anime di notte, gli attori Robert Redford e Jane Fonda avevano già condiviso la scena nella popolare commedia dal titolo A piedi nudi nel parco. Qui interpretavano Paul e Corie, coppia di neosposi alle prese con le prime problematiche nel loro rapporto, tra i loro caratteri particolarmente diversi e l’invadenza dei famigliari e del vicinato. Il film, realizzato nel 1967, è l’opera prima di Gene Saks, apprezzato regista teatrale divenuto celebre in particolare per la sua collaborazione con il drammaturgo e sceneggiatore Neil Simon.

Il film è infatti l’adattamento cinematografico dell’omonima commedia teatrale scritta da Simon, qui presente come sceneggiatore. Portata in scena per la prima volta nel 1963, questa esplora in modo anche irriverente i rapporti di coppia, come anche il ruolo che una società conservativa ricopre nei drammi personali. Divenuta da subito un grande successo teatrale, l’opera si prestò benissimo al cinema, divenendo uno dei maggiori successi dell’epoca per la Paramount. A fronte di un budget di soli 2 milioni di dollari, infatti, il film arrivò ad incassarne circa 30 a livello globale.

Oggi A piedi nudi nel parco è ancora ricordata come una brillante commedia degli anni Sessanta, rappresentativa di un’epoca e del suo stile di vita. In particolare, ad essere sempre apprezzate sono le interpretazioni degli attori protagonisti, carismatici come non mai. Prima di intraprendere la visione del film, però, sarà certamente utile approfondire ulteriormente alcuni aspetti legati al film. Proseguendo qui nella lettura sarà infatti possibile ritrovare dettagli relativi alla trama e al cast di attori presenti. In ultimo, si elencheranno le principali piattaforme streaming dove poter ritrovare il titolo per una comoda visione casalinga.

A piedi nudi nel parco: la trama del film

Protagonisti del film sono la coppia di neosposi Paul e Corie, i quali dopo aver trascorso un breve periodo in luna di miele, si trasferisce nella loro nuova casa. Questa è in realtà un piccolo e spoglio appartamento al quinto piano di un vecchio palazzo senza ascensore del Greenwich Village. I due manifestano da subito caratteri particolarmente contrastanti. Se lei è vitale, appassionata, romantica e imprevedibile, lui al contrario si dimostra serio, prudente, e ricco di contegno. Ben presto, Paul e Corie faranno amicizia con Victor Velasco, uno stravagante vicino di casa, invitandolo in diverse occasioni a cena da loro.

Per Corie, l’uomo sarebbe perfetto per sua madre Ethel, donna single e tendente alla solitudine. Una cena tra loro quattro servirà dunque per far conoscere i due, ma finirà con il portare a galla una serie di divergenze che rischieranno di minare il rapporto tra Corie e Paul. Per i due neosposi verrà dunque il momento di mettere sul piatto le loro differenze, valutando se queste possano o meno compromettere il loro matrimonio. Riscoprire i motivi per cui si sono innamorati la prima volta potrebbe dunque essere l’unica cosa in grado di salvarli dal divorzio.

A piedi nudi nel parco cast

A piedi nudi nel parco: il cast del film

Per dare vita al film tratto dall’omonima opera teatrale, gli autori decisero di affidare il ruolo dei quattro protagonisti agli attori che li avevano giù interpretati a Broadway nel 1963. L’attrice Elizabeth Ashley, che aveva dato volto a Corie, non poté però prendere parte al progetto, e la parte venne allora affidata a Natalie Wood, che aveva già recitato con Redford in Lo strano mondo di Daisy Clover e Questa ragazza è di tutti. Anche questa però si trovò a rifiutare l’offerta, desiderando prendersi un periodo di pausa. Venne allora scelta Jane Fonda, che si era fatta notare l’anno prima con un film simile, Tutti i mercoledì. L’attrice ha in seguito affermato di considerare A piedi nudi nel parco uno dei film preferiti della sua carriera, e di aver sempre desiderato dar vita ad un sequel.

L’attore Robert Redford, invece, riprende i panni di Paul dopo averlo già interpretato sul palcoscenico. Egli rimase particolarmente sorpreso dall’offerta di interpretare nuovamente il personaggio, convinto che per il cinema avrebbero preferito un altro attore. Egli, inoltre, veniva da un periodo di forte crisi a seguito di diversi insuccessi cinematografici. Redford aveva infatti deciso di abbandonare la carriera da attore, ma decise di concedersi un’ultima occasione con questo film. Rivelatosi poi un successo, A piedi nudi nel parco gli permise di ottenere nuovi ingaggi. Nei panni di Ethel, madre di Corie, vi è invece l’attrice Mildred Natwick. Anche questa aveva già recitato a teatro tale ruolo, e per la sua interpretazione venne nominata all’Oscar come attrice non protagonista. Charles Boyer è invece l’interprete dello stravagante Victor Velasco.

A piedi nudi nel parco: il trailer e dove vedere il film in streaming e in TV

È possibile fruire di A piedi nudi nel parco grazie alla sua presenza su alcune delle più popolari piattaforme streaming presenti oggi in rete. Il film è infatti disponibile nel catalogo di Chili Cinema, Google Play e Amazon Prime Video. Per vederlo, basterà sottoscrivere un abbonamento generale o noleggiare il singolo film. Si avrà così modo di guardarlo in totale comodità e al meglio della qualità video. È bene notare che in caso di noleggio si ha soltanto un determinato periodo di tempo entro cui vedere il titolo. Il film sarà inoltre trasmesso in televisione il giorno mercoledì 30 dicembre alle ore 21:10 sul canale Paramount Channel.

Fonte: IMDb

 
 

A Perfect Getaway: tutto quello che c’è da sapere sul film

A Perfect Getaway Steve Zahn Milla Jovovich

Niente di meglio di una bella luna di miele alle Hawaii, ma il film A Perfect Getaway – Una perfetta via di fuga potrebbe far cambiare idea. Diretto nel 2009 da David Twohy, sceneggiatore e regista statunitense, conosciuto principalmente per la trilogia fantascientifica composta da Pitch Black (2000), The Chronicles of Riddick (2004) e Riddick (2013), il film è un thriller ambientato nella celebre isola americana, dove stando ad alcune voci si aggirarebbe una coppia di serial killer di sposi. Da qui ha dunque inizio un racconto che, sfruttando l’elemento naturale e il suo allontanare i protagonisti dalla civiltà, porta a confrontarsi con paure e timori basati primariamente sulla consapevolezza di non potersi fidare di nessuno.

Twohy, anche autore della sceneggiatura, si allontana dunque dal genere fantascientifico dei suoi precedenti film per tornare ad un racconto ancorato alla realtà, come già fatto per altri due celebri lungometraggi da lui scritti: Il fuggitivo e Soldato Jane. Il risultato è dunque un film di pura tensione che propone un mistero la cui risoluzione – si sa- arriverà solamente sul finale, non senza offrire però inaspettati colpi di scena che mineranno tutte le certezze fino a quel momento costruite dallo spettatore. Si tratta dunque di un buon titolo per tutti gli amanti di questo genere di opere, che non si risparmia neanche nel proporre elementi piuttosto crudi e violenti.

Ora, grazie al suo passaggio televisivo, è dunque possibile riscoprire A Perfect Getaway – Una perfetta via di fuga e cercare di risolvere l’enigma alla base del suo racconto prima che esso venga svelato nel finale. Inoltre, all’interno del film si ritrovano attori noti che faranno esclamare “ma c’è anche lui!”, contribuendo così alla sorpresa continua del film. Prima di intraprendere una visione del film, però, sarà certamente utile approfondire alcune delle principali curiosità relative ad esso. Proseguendo qui nella lettura sarà infatti possibile ritrovare ulteriori dettagli relativi alla trama, al cast di attori e alle location. Infine, si elencheranno anche le principali piattaforme streaming contenenti il film nel proprio catalogo.

La trama di A Perfect Getaway

Il film racconta la storia di Cliff e Cydney, due neosposini partiti per una luna di miele alle Hawaii. Qui, mentre stanno facendo un’escursione su un’isola remota nel bel mezzo dell’oceano, conoscono altre due coppie, Nick e Gina e Cleo e Kale. Il gruppo decide dunque di seguire l’itinerario insieme. Quella che doveva essere una pacifica giornata all’insegna dell’avventura, però, si trasforma in qualcosa di terribile quando i sei vengono informati che un uomo e una donna hanno commesso diversi brutali omicidi proprio sull’isola. La notizia crea tensioni nel gruppo, perché ognuno sospetta dell’altro. La vacanza si trasformerà così in un vero e proprio incubo, in particolare per una delle due coppie, finite nel mirino dei serial killer.

A Perfect Getaway Kiele Sanchez Timothy Olyphant

Il cast di A Perfect Getaway e le location del film

Ad interpretare la coppia composta da Cliff e Cydney vi sono l’attore Steve Zahn – recentemente visto in film come Captain Fantastic, Che fine ha fatto Bernadette? e Da me o  da te – e l’attrice Milla Jovovich, celebre per essere stata la protagonista della saga Resident Evil. La coppia composta da Nick e Gina, invece, è interpretata da Timothy Olyphant – noto soprattutto per i suoi ruoli da cowboy nelle serie tv Deadwood, dove interpreta Seth Bullock, e Justified, dove è Raylan Givens – e Kiele Sanchez, vista in alcuni episodi della serie televisiva Lost nel ruolo di Nikki. Infine, l’attrice Marley Shelton, lo sceriffo Judy Hicks in Scream, è Cleo, mentre Chris Hemsworth – un anno prima di assumere il ruolo di Thor nell’MCU – è Kale.

Per quanto riguarda le location del film, A Perfect Getaway è stato interamente girato alle Hawaii, dunque dove è effettivamente ambientato il racconto. I paesaggi naturali dello stato americano si sono infatti rivelati ideali per le riprese, così che il film si è potuto avvalere di contesti naturali dove isolare i propri protagonisti e porli in una situazione di pericolo. La presenza di scene dal vero ha ovviamente permesso di far sì che il tutto risultasse più realistico e che i protagonisti avvertissero davvero le bellezze ma anche le minacce della natura circostante. Alcune riprese, tuttavia, si sono svolte anche a Porto Rico, territorio attualmente in fase di attesa per diventare nuovo stato degli Stati Uniti.

Il trailer di A Perfect Getaway e dove vedere il film in streaming e in TV

È possibile fruire di A Perfect Getaway grazie alla sua presenza su alcune delle più popolari piattaforme streaming presenti oggi in rete. Questo è infatti disponibile nei cataloghi di Chili Cinema, Google Play, Apple TV e Prime Video. Per vederlo, una volta scelta la piattaforma di riferimento, basterà noleggiare il singolo film o sottoscrivere un abbonamento generale. Si avrà così modo di guardarlo in totale comodità e al meglio della qualità video. Il film è inoltre presente nel palinsesto televisivo di sabato 11 novembre alle ore 21:20 sul canale Rai 4.