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The Fighters Addestramento di Vita recensione del film di Thomas Cailley

Così come la teoria degli opposti insegna, in campo amoroso i contrari sono destinati ad attrarsi. Arnaud e Madeleine hanno davvero poche cose in comune, una manciata di anni sulle spalle (venti) e un futuro incerto. Il primo è impegnato insieme al fratello nell’azienda di legnami ereditata dal padre, all’orizzonte un’estate piatta e tranquilla fatta di mare e lavoro. Benestante e viziata, invece, la seconda, tremendamente appassionata di forza fisica e profezie catastrofiche: non fa altro che attendere l’apocalisse e prepararsi ad essa, allenandosi e bramando una vita militare. Proprio una campagna di reclutamento dell’esercito francese li fa incontrare e scontrare, fra scazzottate e morsi della prima ora.

The Fighters Addestramento di Vita Nonostante le linee di trama possano far pensare a una comune commedia romantica, l’opera prima di Thomas Cailley va subito ben oltre pescando elementi da generi diversi e disparati. Spaziando dal romanzo di formazione al dramma apocalittico, Les Combattants – tradotto in italiano The Fighters Addestramento di Vita – è una finestra aperta sulla giovinezza più scanzonata, ribelle, fiera e presuntuosa, desiderosa di scontrarsi con la vita e gli eventi. Giovinezza osservata da un punto di vista decisamente moderno che rovescia il pensare comune – ormai datato – dell’uomo virile e della donna debole: Arnaud è infatti un ragazzo fragile, guidato dai sentimenti, Madeleine è al contrario fredda e statuaria, irremovibile e spesso insensibile.

The Fighters Addestramento di Vita posterIl percorso dei due protagonisti prende le sembianze di una ricerca disperata di autonomia, di libertà in senso ampio e materiale, un cammino lontanissimo dalle convenzioni, dai binari sui quali i fattori sociali ci costringono talvolta a procedere. Una conquista tanto importante richiede però sacrificio, dedizione e un pizzico di irresponsabilità, senza escludere l’onestà di riconoscere i propri limiti e accettare i fallimenti, quando per forza di cose vi si inciampa. Il giovane regista francese classe 1980 racconta tutto questo non solo tramite una sceneggiatura ben scritta (a quattro mani con Claude Le Pape) e ricca di battute taglienti, messe soprattutto in bocca al personaggio di Madeleine, anche tramite delle atmosfere quasi ‘surreali’ come intere foreste a un passo dalla civiltà, paesi fantasma e una punteggiatura filmica del tutto anarchica.

A spezzare le scene infatti nessuna partitura sinfonica a mo di tappeto, bensì musica elettronica originale a volume sfrenato. Un’ottima prova che ha conquistato pubblico e critica francese, sino alla consacrazione di tre fondamentali premi Cèsar durante l’edizione 2015: miglior attrice Adèle Haenel, nonostante la sua recitazione cantilenante e il suo fare scontroso non convinca in molti, miglior attore emergente Kévin Azaïs, che ha davvero un futuro roseo in patria e non solo, e migliore opera prima. Certamente un inizio di carriera di carattere, che fa ben sperare per il prossimo futuro.

 
 

The Fighter: trama, cast e curiosità sul film

The Fighter film

Oggi pluricandidato all’Oscar e noto per film come Il lato positivo, American Hustle – L’apparenza inganna e Joy, il regista David O. Russell ha intrapreso una più decise scalata ai vertici di Hollywood già con il suo film del 2010 The Fighter (qui la recensione). Questo è arrivato dopo una pausa di ben sei anni dal suo precedente lungometraggio, I Heart Huckabees – Le strane coincidenze della vita. Il film in questione è un biopic dedicato a due fratelli attivi nel mondo del pugilato, una storia vera che trova qui grande forza narrativa tanto per la bravura degli interpreti quanto per la capacità di Russell di sottolineare il cuore emotivo del film.

Scritto da Paul Tamasy, Eric Johnson e Scott Silver, il film è stato ispirato dal documentario del 1995 intitolato High on Crack Street: Lost Lives in Lowell, dedicato proprio alla famiglia Eklund-Ward, della quale fanno parte i due fratellastri qui protagonisti. A dirigere il film doveva inizialmente esserci Darren Aronofsky, già distintosi nel 2008 per un film simile quale The Wrestler. Il regista preferì però rinunciare però a The Fighter per concentrarsi su Il cigno nero, lasciando dunque il posto libero a Russell. Una volta uscito in sala, il successo fu straordinario.

The Fighter guadagnò infatti circa 130 milioni di dollari a livello mondiale e ottenne sette nomination agli Oscar, tra cui miglior film e miglior regia. Ancora adesso è indicato come uno dei migliori lungometraggi di Russell, dove si evince la sua bravura nel coniugare tecnica ed emozioni. Prima di intraprendere una visione del film, però, sarà utile approfondire alcune delle principali curiosità relative a questo. Proseguendo qui nella lettura sarà possibile ritrovare ulteriori dettagli relativi alla trama, al cast di attori e alla vera storia dietro il film. Infine, si elencheranno anche le principali piattaforme streaming contenenti il titolo nel proprio catalogo.

The Fighter: la trama del film

Protagonisti del film sono Dicky Eklund, ex pugile di successo ora caduto in disgrazia, e il suo fratellastro Micky Ward, a sua volta un puglie, la cui carriera è appena agli esordi ed è gestita dalla madre Alice. Nonostante il suo impressionante gancio sinistro, Micky continua però a perdere sul ring. L’ultimo combattimento da lui affrontato finisce quasi per ammazzarlo, e a quel punto viene persuaso dalla sua ragazza, Charlene, a tentare qualcosa di estremo: dividersi dalla sua famiglia, perseguire i suoi interessi e allenarsi senza l’inquieto fratello. Così facendo Micky si ritrova ad avere l’opportunità di combattere per il titolo. Sarà però a quel punto che capirà di aver bisogno del fratello e di tutta la sua famiglia per poter vincere.

The Fighter: la storia vera dietro al film

Richard Eklund Jr. passò dall’essere un pugile amatoriale all’essere un boxeur professionista il 26 agosto del 1975. Dopo aver perso il suo incontro di debutto contro Joe DeFayette, vinse dieci incontri consecutivi e assunse il nome di Dick Eklund. Il 18 luglio del 1978 si batté contro il grande Sugar Ray Leonard uscendone però sconfitto. Eklund continuò poi a frequentare il ring fino al 1985. Nella sua carriera totalizzò 19 vittorie e, quando smise i guantoni cominciò ad allenare il suo fratellastro Micky Ward. Al momento Dicky lavora come personal trainer e allenatore di boxe nel New England e, insieme a Micky, viaggia per gli Stati Uniti facendo discorsi motivazionali agli studenti di college.

Allo stesso Dicky Eklund è stato poi dedicato il documentario High on Crack Street: Lost Lives in Lowell, che racconta il declino dell’ex puglie a causa della dipendenza da crack. Numerosi furono infatti i guai che hanno caratterizzato la vita del boxeur un tempo soprannominato L’orgoglio di Lowell. Al 2013 egli era stato arrestato circa 66 volte, nella maggior parte dei casi per possesso di droga. Quando cominciò ad allenare Micky, aveva appena scontato 5 anni di carcere per rapimento e rapina a mano armata. Infine, l’uomo fu coinvolto, nel maggio del 2006, in un omicidio avvenuto fuori da un bar. Ad oggi, però, egli sembra essersi ripulito dedicandosi unicamente all’attività di allenatore.

The Fighter storia vera

The Fighter: il cast del film

Ad interpretare il promettente pugile Micky Ward vi è l’attore Mark Wahlberg, il quale chiese di poter ottenere la parte in quanto vero amico di Ward. Per interpretare al meglio il pugile, le sue abitudini e i suoi modi di fare, Wahlberg si avvalse della presenza di Ward sul set, studiandolo in ogni sua particolarità. Per aggiungere realismo al film, Wahlberg ha inoltre rifiutato una controfigura e ha preso pugni veri durante le scene di combattimento, il che lo ha portato quasi a rompersi il naso un paio di volte. Wahlberg, inoltre, si è sottoposto a un rigoroso regime di esercizi di bodybuilding, dedicando oltre quattro anni di allenamento per ottenere un fisico muscoloso e interpretare in modo convincente Ward.

Accanto a lui, nel ruolo del problematico Dicky Eklun vi è invece Christian Bale, che proprio grazie a questa interpretazione ha vinto un Oscar come miglior attore non protagonista. Fu Walhberg a suggerire Bale, desiderando di poter lavorare con lui. Data la tossicodipendenza di Eklund, Bale ha dovuto perdere molto peso, cosa già fatta in passato per L’uomo senza sonno. Bale ha inoltre studiato la parte prendendo appunti sui manierismi di Eklund e registrando conversazioni per acquisire il caratteristico accento di Boston del personaggio. Nel film vi è poi l’attrice Amy Adams nel ruolo di Charlene Felming, fidanzata di Micky, mentre Melissa Leo è la madre dei due, Alice.

The Fighter: il trailer e dove vedere il film in streaming e in TV

È possibile fruire di The Fighter grazie alla sua presenza su alcune delle più popolari piattaforme streaming presenti oggi in rete. Questo è infatti disponibile nei cataloghi di Rakuten TV, Chili Cinema, Google Play, Apple iTunes, Now e Amazon Prime Video. Per vederlo, una volta scelta la piattaforma di riferimento, basterà noleggiare il singolo film o sottoscrivere un abbonamento generale. Si avrà così modo di guardarlo in totale comodità e al meglio della qualità video. Il film è inoltre presente nel palinsesto televisivo di lunedì 11 ottobre alle ore 21:15 sul canale Cielo.

Fonte: IMDb

 
 

The Fighter: recensione del film con Christian Bale

The Fighter recensione

In The Fighter Dicky, orgoglio dell’ intera cittadina per il suo passato da pugile, è ora caduto in disgrazia. Nel frattempo, suo fratello Micky è diventato a sua volta un pugile, la sua carriera è appena agli esordi ed è gestita dalla madre Alice. Nonostante il suo impressionante gancio sinistro, Micky continua a perdere sul ring.

L’ultimo combattimento affrontato da Micky finisce quasi per ammazzarlo, e a quel punto viene persuaso dalla sua ragazza, Charlene, a tentare qualcosa di estremo: dividersi dalla sua famiglia, perseguire i suoi interessi e allenarsi senza l’inquieto fratello, prigioniero della dipendenza da crack.

Questa è la storia vera di The Fighter, film raccontato con nervosi e rapidi movimenti da David O. Russell, e interpretato da un ottimo gruppo di attori, sui quali brilla uno sfolgorante Christian Bale, emaciato e sdentato tossico con manie di protagonismo. Lui è Dicky che accompagna il fratello minore, Micky, sul ring. Ad interpretare la giovane speranza del pugilato c’è Mark Wahlberg, attore ritrovato dopo la sua bella interpretazione in The Departed di Martin Scorsese, che anche qui mette in piedi un buon personaggio con una fisicità che per natura (e cultura) gli appartiene ma che con dedizione viene messa a disposizione del ruolo.

The Fighter recensione filmThe Fighter di Russell racconta con sobrietà una storia importante e potente, interessante soprattutto nella misura in cui è tratta da una storia vera e mostra la difficoltà umana laddove l’ambiente fa di tutto per far affogare l’individuo. Proprio la realtà di Lowell, la cittadina di origine dei nostri protagonisti, è lo sfondo socio-culturale all’interno del quale su muovono i giovani, le donne e i bambini che rischiano di affogare nel grande degrado che li circonda. Micky diventerà ciò che per un periodo è stato il fratello maggiore, una speranza, un orgoglio comune, un’immagine che possa in qualche modo risollevare le aspettative di quelli che nascono e crescono in quel luogo. David O. Russell come già detto non si dilunga nei drammi personali, analizza, racconta e si limita a mostrare i personaggi, le dinamiche familiari claustrofobiche e la realtà in cui questi sono incastonati.

Quello che David O. Russell racconta davvero bene invece sono gli incontri, rapidi, dinamici, ci accompagna a colpire la mascella del pugile insieme alla telecamera, ci fa combattere e ci fa vincere insieme ai personaggi. Ma il film si distingue per i fighters, i veri combattenti, questi due attori così diversi, ma che si amalgamano così bene: da un lato c’è il solido Christian Bale, mimetico fino all’inverosimile, sfodera un’interpretazione magistrale e dolente di un uomo in conflitto con se stesso; dall’altro lato troviamo Wahlberg, più giovane e meno pretenzioso che con il suo sguardo dolce e il suo fisico violento mette in piedi una bella figura di uomo in cerca di riscatto, di ragazzo pulito che non vuole finire nel dimenticatoio della sua sporca città.

A supportare queste belle interpretazioni due attrici di generazioni diverse ma che si dividono due bei ruoli, forti e allo stesso tempo molto femminili; Amy Adams e Melissa Leo regalano al pubblico due bei personaggi che contribuiscono alla buona riuscita del film. The Fighter è un buon film, forse meno bello di quanto si è tanto detto, ma sicuramente interessante e per molti aspetti anche godibile.

 
 

The Fighter trailer

 
 

The fighter

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The Fifth Estate: trailer con Benedict Cumberbatch

Dopo il trailer di 12 Years A Slave di Steve McQueen, nel giro di poche ore i riflettori sono di nuovo puntati su Benedict Cumberbatch grazie al trailer di The Fifth Estate di Bill Condon(Demoni e Dei, Dreamgirls, The Twilight Saga Breaking Dawn), appena diffuso online dalla Dreamworks.

Il Film, che vede nel cast fra gli altri anche Daniel Bruhl (presto in sala con Rush di Ron Howard), Laura Linney (The Big C),  Carice van Houten (Game of Thrones), Dan Stevens (Downton Abbey) e Alicia Vikander(A Royal Affair, Anna Karenina), racconterà la storia della nascita di Wikileaks e del controverso rapporto fra i suoi fondatori, Julian Assange( Cumberbatch) e Daniel Domscheit-Berg(Bruhl). The Fifth Estate uscirà nelle sale americane il 7 novembre 2013.

 

 
 

The Fifth Estate: Benedict Cumberbatch parla del su ruolo

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E’ l’uomo più ricercato di Hollywood e con The Fifth Estate Benedict Cumberbatch ha segnato una svolta nella sua carriera interpretando per la prima volta un personaggio reale e vivente, Julian Assange. Lo stesso attore in un’intervista ha confermato di quanto questo ruolo sia stato importante per lui.

E’ il mio primo ruolo in carriera nel quale ritraggo una persona reale che fa cose realmente accadute. E questo ha cambiato molto la dinamica del mio approccio ad un personaggio. Con Assange, si tratta di una storia che va avanti oltre il film, cosa che per me è straordinaria, sinceramente. C’è un’energia differente qui”.

Sicuramente Cumberbatch offrirà una performance interessante, come abbiamo subodorato già dal trailer del film, intanto ricordiamo che i suoi prossimi appuntamenti sono con la terza stagione di Sherlock, con Lo Hobbit la Desolazione di Smaug, in cui darà voce e movimenti al drago Smaug in persona e ritroverà il compagno di set di Sherlock Martin Freeman; con 12 Years a Slave di Steve McQueen, in cui ha recitato accanto a Michael Fassbender e Brad Pitt; e con August: Osage County in cui ha incrociato sul set la leggendaria Meryl Streep.

Fonte: EW

 
 

The Fifth Estate nuovo poster ufficiale e nuove immagini

La Dreamworks Pictures ha diffuso online un nuovo poster ufficiale di The Fifth Estate, pellicola di Bill Condon con protagonisti Benedict Cumberbatch e Daniel Bruhl. Eccolo di seguito, insieme ad una serie di immagini esclusive.

The Fifth Estate nuovo poster

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The Fifth Estate nuove immagini

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Il film, che vede nel cast fra gli altri anche Daniel Bruhl (presto in sala con Rush di Ron Howard), Laura Linney (The Big C), Carice van Houten (Game of Thrones), Dan Stevens (Downton Abbeye Alicia Vikander (A Royal Affair, Anna Karenina), racconterà la storia della nascita di Wikileaks e del controverso rapporto fra i suoi fondatori, Julian Assange (Cumberbatch) e Daniel Domscheit-Berg (Bruhl).

The Fifth Estate uscirà nelle sale americane il 7 novembre 2013.

Fonte: Collider

 
 

The Fifth Beatle: in arrivo il biopic sul manager dei Beatles

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Peyton Reed, regista di Abbasso l’amore – Down with Love, Ti, odio, ti lascio, ti… e Yes Man, dirigerà l’adattamento cinematografico della graphic novel di Vivek J. Tiwary dal titolo The Fifth Beatle.

Il biopic (così come la graphic novel) racconterà la vita di Brian Epstein, storico manager dei Beatles, artefice del loro successo mondiale, scomparso all’età di 32 anni a causa di un overdose di anticonvulsivi e alcool. Il progetto è stato descritto come una pellicola in cui si mescoleranno musica, sogni, successi e tragedie; un racconto umano che porta con sé un messaggio di amore e di pace. La pellicola sarà prodotta dallo stesso Tiwary in collaborazione con Bruce Cohen. La produzione comincerà il prossimo anno.

Di seguito vi mostriamo il trailer ufficiale della graphic novel.

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Fonte: Coming Soon

 
 

The Ferragnez: Sanremo Special, il trailer

The Ferragnez Sanremo Special

Prime Video ha annunciato oggi la data di uscita e svelato il trailer ufficiale dello show non-fiction Original italiano The Ferragnez: Sanremo Special, un episodio speciale che segue l’imprenditrice digitale e icona della moda Chiara Ferragni nella sua avventura come co-conduttrice al 73° Festival di Sanremo, tra lezioni di public speaking, fitting d’alta moda, nuove esperienze e paura da palcoscenico. The Ferragnez: Sanremo Special è prodotto da Banijay Italia per Amazon Studios e debutterà in esclusiva su Prime Video in oltre 240 Paesi e territori nel mondo il prossimo 14 settembre.

The Ferragnez: Sanremo Special, il trailer

La settimana del Festival di Sanremo sta per cominciare. Chiara, dopo essersi preparata per mesi, è pronta per la sua prima esperienza come co-conduttrice televisiva del Festival di Sanremo. L’imprenditrice racconta i lunghi mesi di lavoro necessari per calcare un palco così importante. Anche Fedez è nella “città dei fiori”, il seguitissimo podcast Muschio Selvaggio approda a Sanremo, ma non è l’unico impegno lavorativo che lo vede coinvolto durante la settimana del Festival. Infine, un inaspettato colpo di scena scombina l’equilibrio della coppia che si confronta su passato e futuro. L’unico modo per scoprire davvero il dietro le quinte della vicenda sarà vedere l’episodio speciale.

La giovane coppia più celebre del panorama contemporaneo, ribattezzata i Ferragnez, è seguita da milioni di follower su Instagram. Chiara Ferragni è imprenditrice digitale e icona della moda con oltre 29 milioni di follower su Instagram, incoronata da Forbes “Most Powerful Fashion Influencer” a livello globale; Fedez è un imprenditore e artista poliedrico con all’attivo oltre 86 dischi di platino e più di 14,7 milioni di follower su Instagram, già protagonista di Celebrity Hunted – Caccia all’Uomo S1 e host del grande successo LOL: Chi ride è fuori. Grazie alle due stagioni dello show docu-reality Original The Ferragnez – La serie, pubblico e fan hanno imparato a conoscerli oltre i social, grazie ad un accesso esclusivo al dietro le quinte della loro quotidianità in un periodo speciale e straordinario della loro vita insieme.

 
 

The Ferragnez: Sanremo Special, il poster della puntata speciale

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Prime Video ha svelato oggi il poster ufficiale dello show non-fiction Original italiano The Ferragnez: Sanremo Special, un episodio speciale che segue l’imprenditrice digitale e icona della moda Chiara Ferragni nella sua avventura come co-conduttrice al 73° Festival di Sanremo, tra lezioni di public speaking, fitting d’alta moda, nuove esperienze e paura da palcoscenico. The Ferragnez: Sanremo Special è prodotto da Banijay Italia per Amazon Studios e debutterà in esclusiva su Prime Video in oltre 240 Paesi e territori nel mondo giovedì 14 settembre.

the ferragnez sanremo specialLa settimana del Festival di Sanremo sta per cominciare. Chiara, dopo essersi preparata per mesi, è pronta per la sua prima esperienza come co-conduttrice televisiva del Festival di Sanremo. L’imprenditrice racconta i lunghi mesi di lavoro necessari per calcare un palco così importante. Anche Fedez è nella “città dei fiori”, il seguitissimo podcast Muschio Selvaggio approda a Sanremo, ma non è l’unico impegno lavorativo che lo vede coinvolto durante la settimana del Festival. Infine, un inaspettato colpo di scena scombina l’equilibrio della coppia che si confronta su passato e futuro.

La giovane coppia più celebre del panorama contemporaneo, ribattezzata i Ferragnez, è seguita da milioni di follower su Instagram. Chiara Ferragni è imprenditrice digitale e icona della moda con oltre 29 milioni di follower su Instagram, incoronata da Forbes “Most Powerful Fashion Influencer” a livello globale; Fedez è un imprenditore e artista poliedrico con all’attivo oltre 86 dischi di platino e più di 14,7 milioni di follower su Instagram, già protagonista di Celebrity Hunted – Caccia all’Uomo S1 e host del grande successo LOL: Chi ride è fuori. Grazie alle due stagioni dello show docu-reality Original The Ferragnez – La serie, pubblico e fan hanno imparato a conoscerli oltre i social, grazie ad un accesso esclusivo al dietro le quinte della loro quotidianità in un periodo speciale e straordinario della loro vita insieme.

The Ferragnez: Sanremo Special si unirà a migliaia di film e serie già presenti nel catalogo di Prime Video, tra cui le produzioni italiane Original The Ferragnez – La serie S1 e S2, The Bad Guy, Prisma, Bang Bang Baby, Gianluca Vacchi: Mucho Más, Laura Pausini – Piacere di conoscerti, All or Nothing: Juventus, Anni da cane, Dinner Club S1 e S2, Vita da Carlo, FERRO, Celebrity Hunted – Caccia all’uomo S1, S2 e S3, e LOL: Chi ride è fuori S1, S2 eS3; le serie pluripremiate The Marvelous Mrs. Maisel e Lizzo’s Watch Out for the Big Girls, la serie satirica sui supereroi The Boys e grandi successi come Il Signore degli Anelli: Gli Anelli del Potere, Citadel, Jack Ryan di Tom Clancy, Un matrimonio esplosivo, Samaritan, Tredici Vite, The Tender Bar, A proposito dei Ricardo, La guerra di domani, Reacher e Il principe cerca figlio, oltre a contenuti in licenza disponibili in più di 240 paesi e territori nel mondo, e le dirette in esclusiva in Italia delle migliori partite del mercoledì sera della UEFA Champions League, oltre che della Supercoppa UEFA, fino alla stagione 2026/27. Altri titoli Original italiani già annunciati sono le serie Gigolò per caso, Antonia, No Activity – Niente da segnalare, Sul più bello – La serie, gli show Karaoke Night – Talenti Senza Vergogna, LOL Talent Show: Chi fa ridere è dentro, AMAZING – FABIO DE LUIGI, i film Elf Me, Il migliore dei mondi, Pensati Sexy, oltre ai rinnovi per nuove stagioni di Monterossi, Sono Lillo, Prova Prova Sa Sa e Celebrity Hunted – Caccia all’uomo. È stata inoltre annunciata la serie Citadel: Diana, il capitolo italiano dell’universo Citadel.

 
 

The Ferragnez – La serie, il trailer della seconda stagione

Prime Video ha svelato oggi il trailer ufficiale dello show non-fiction italiano Original The Ferragnez – La serie, che per la seconda stagione riporta sullo schermo l’imprenditrice digitale e icona della moda Chiara Ferragni e il poliedrico artista e imprenditore Fedez per raccontare il loro mondo professionale e privato, e la loro famiglia, oltre che con il primogenito Leone, ora anche con la piccola Vittoria. La seconda stagione di The Ferragnez – La serie, prodotta da Banijay Italia per Amazon Studios, debutterà in esclusiva su Prime Video in oltre 240 Paesi e territori nel mondo con i primi quattro episodi il 18 maggio 2023, per poi concludersi il 25 maggio con gli ultimi tre. La seconda stagione di The Ferragnez – La serie è l’ultima novità per i clienti Amazon Prime, che in Italia beneficiano di spedizioni veloci, offerte esclusive e intrattenimento, incluso Prime Video, con un solo abbonamento al costo di €49,90/anno o €4,99/mese.

La giovane coppia più celebre del panorama contemporaneo, ribattezzata i  Ferragnez, è seguita da milioni di follower su Instagram. Chiara Ferragni è imprenditrice digitale e icona della moda con oltre 29 milioni di follower su Instagram, incoronata da Forbes “Most Powerful Fashion Influencer” a livello globale; Fedez è un imprenditore e artista poliedrico con all’attivo oltre 86 dischi di platino e più di 14,6 milioni di follower su Instagram, già protagonista di Celebrity Hunted – Caccia all’Uomo S1 e host del grande successo LOL – Chi ride è fuori. Grazie allo show docu-reality Original The Ferragnez – La serie, pubblico e fan hanno imparato a conoscerli oltre i social, grazie ad un accesso esclusivo al dietro le quinte della loro quotidianità in un periodo speciale e straordinario della loro vita insieme. Chiara Ferragni e Fedez torneranno dopo il successo della prima stagione, per raccontare nuove sfide e nuovi traguardi, ma anche il loro rapporto come giovane coppia e come genitori, accettando ancora una volta con coraggio di mettersi a nudo, scavare a fondo e aprire agli spettatori le porte della loro casa.

Con la seconda stagione di The Ferragnez – La serie prosegue la collaborazione tra la coppia e Prime Video, dopo una prima stagione di grande successo uscita a dicembre 2021: Fedez è brand ambassador di Prime Video, il primo a rivestire questa carica in Europa, oltre ad essere stato uno dei fuggitivi di Celebrity Hunted – Caccia all’Uomo S1, primo show Original italiano, e arbitro e conduttore di LOL: Chi ride è fuori; mentre Chiara è stata una dei giudici della prima stagione di Making The Cut, fashion contest condotto da Heidi Klum e Tim Gunn, e protagonista del documentario Chiara Ferragni Unposted, presentato alla Mostra del Cinema di Venezia 2019 e disponibile in esclusiva su Prime Video.

Inoltre, come precedentemente annunciato, dopo l’estate sarà disponile in esclusiva su Prime Video The Ferragnez: Sanremo Special, un episodio speciale che segue Chiara Ferragni nella sua avventura come co-conduttrice al 73° Festival di Sanremo, tra lezioni di public speaking, fitting d’alta moda, nuove esperienze e paura da palcoscenico.

 
 

The Fault in Our Stars: prima foto e poster del film

 

Entertainment Weekly ha diffuso online la prima immagine tratta da The Fault in Our Stars, la nuova pellicola della 20th Centurty Fox che vede protagonisti Shailene Woodley e Ansel Elgort. Insieme alla prima immagine, vi presentiamo anche il poster ufficiale del film.

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Basato sul best seller omonimo di John Green, The Fault in Our Stars racconta la storia d’amore tra Hazel (Woodley) e Augustus (Elgort). Hazel è una ragazzina sedicenne malata di cancro che viene costretta dai genitori a frequentare un gruppo di sostegno. Un giorno conosce Augustus, con il quale inizierà una bellissima amicizia che ben presto si trasformerà in qualcosa di più. Il cast del film include anche Willem Dafoe, Nat Wolff, Laura Dern, Sam Trammell, Mike Birbiglia e Emily Peachey. Il film uscirà al cinema, in America, il 6 Giugno 2014.

Fonte: ComingSoon.net

 
 

The Fault In Our Stars Trailer del film con Shailene Woodley

Arriva il primo atteso trailer del film The Fault In Our Stars, adattamento cinematografico del romanzo di John Green, in Italia conosciuto come Colpa delle stelle. Protagonisti Shailene Woodley, Ansel Elgort, Nat Wolff, Willem Dafoe e Laura Dern.

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Colpa delle stelle (The Fault in Our Stars) è il quarto romanzo scritto dall’autore John Green e pubblicato nel gennaio 2012. La storia è narrata da Hazel, una sedicenne affetta dal cancro. che è obbligata dai genitori a frequentare un gruppo di supporto. Qui incontra e si innamora del diciassettenne Augustus, un ex giocatore di basket con una gamba amputata. Sul suo blog di Tumblr e sul suo vlog di Youtube, Green ha dichiarato che “il titolo è ispirato alla famosa frase del Giulio Cesare di Shakespeare (Atto 1, scena 2), dove il nobile Cassio dice a Bruto: “La colpa, caro Bruto, non è delle stelle, ma nostra, che ne siamo dei subalterni”.

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The Fault in Our Stars prima clip con Shailene Woodley

Ecco la prima clip di The Fault in Our Stars prossimo drama teen che vede protagonisti Shailene Woodley e Ansel Elgort, già Co-star in Divergent, in quella che si preannuncia essere una tormentata e romantica storia d’amore tra teenagers.

the-fault-in-our-stars-posterIl film è tratto dal romanzo Colpa delle Stelle e vede protagonisti Shailene Woodley, Ansel Elgort, Nat Wolff, Willem Dafoe e Laura Dern.

Colpa delle stelle (The Fault in Our Stars) è il quarto romanzo scritto dall’autore John Green e pubblicato nel gennaio 2012. La storia è narrata da Hazel, una sedicenne affetta dal cancro. che è obbligata dai genitori a frequentare un gruppo di supporto. Qui incontra e si innamora del diciassettenne Augustus, un ex giocatore di basket con una gamba amputata. Sul suo blog di Tumblr e sul suo vlog di Youtube, Green ha dichiarato che “il titolo è ispirato alla famosa frase del Giulio Cesare di Shakespeare (Atto 1, scena 2), dove il nobile Cassio dice a Bruto: “La colpa, caro Bruto, non è delle stelle, ma nostra, che ne siamo dei subalterni”.

Fonte: CS

 
 

The Father – Nulla è come sembra: la spiegazione del finale

The Father - Nulla è come sembra film

Il finale di The Father – Nulla è come sembra è un viaggio contorto ed emozionante che lascia il film con una nota straziante. Il film è stato il debutto alla regia di Florian Zeller ed è improvvisamente apparso sul radar della maggior parte degli spettatori quando Anthony Hopkins ha battuto Chadwick Boseman per il premio come miglior attore alla cerimonia degli Oscar 2021. Controversie a parte, The Father (la nostra recensione) di Zeller è caratterizzato da una performance straordinaria di Hopkins e da una sceneggiatura sapientemente costruita dallo stesso Zeller, la cui regia conferisce al film una prospettiva che ricorda le opere enigmatiche di M.C. Escher. Ma la storia dell’acclamato film del 2020 inizia nel 2012 con la prima di Le Père.

Zeller ha scritto l’opera teatrale Le Père, che gli è valsa un ampio consenso dalla critica teatrale a partire dal 2012. Aveva scritto il ruolo principale di Anthony in The Father appositamente per Hopkins, ritenendolo il “più grande attore vivente” (via Deadline).

La figlia di Anthony, Anne (Olivia Colman), sta cercando una soluzione di assistenza a lungo termine per il padre testardo ma spesso confuso. The Father è raccontato dal punto di vista soggettivo di Anthony, affetto da demenza, che fa sembrare che alcuni fatti cambino nel corso della narrazione. Tali frustrazioni culminano nella scena finale di The Father.

Cosa succede nella scena finale di The Father?

Anthony viene lasciato in una realtà straziante ma inevitabile

Alla fine di The Father, l’appartamento di Anthony ha raggiunto la fine delle sue numerose trasformazioni ed è diventato una struttura di assistenza, dove viene accudito dall’infermiera Catherine (Olivia Williams) e dal suo assistente Bill (Mark Gatiss). The Father ha attori che interpretano più personaggi come rappresentazione tematica della demenza; questi assistenti sono volti che Anthony ha già visto, avendo percepito sua figlia e suo genero come simili a Catherine e Bill in un momento o nell’altro.

La presa di Anthony sulla realtà è scivolata al punto che non riesce più a trovare la forza di determinare quali dei suoi ricordi siano reali

Nella scena finale, è chiaro che la presa di Anthony sulla realtà è scivolata al punto che non riesce più a trovare la forza di determinare quali dei suoi ricordi siano reali e quali siano compositi disgiunti delle sue esperienze.

In una scena emotivamente straziante che costituisce il culmine del film, Anthony ricorda sua madre a Catherine e improvvisamente desidera tornare a casa, sopraffatto dalle lacrime. Confida a Catherine che sente di stare “perdendo tutte le sue foglie” nel crepuscolo della sua vita e di essersi distaccato dalle cose che gli davano valore. Mentre piange tra le braccia di Catherine, lei lo calma e gli dice che presto non ricorderà più questo momento spiacevole, che più tardi andranno a fare una passeggiata e che tutto andrà bene.

Alla fine, la telecamera di The Father – Nulla è come sembra si sporge dalla finestra, osservando gli alberi le cui foglie frusciano al vento. È un momento straziante e personale del film che esalta gli aspetti emotivi della storia del suo personaggio, spesso piena di confusione, ricordi confusi e incertezza su ciò che è reale e ciò che non lo è. Come se il monologo emotivo di Anthony non bastasse a commuovere il pubblico, la canzone finale di The Father – Nulla è come sembra è la gelida “My Journey”, una colonna sonora perfetta per la storia del film.

Cosa era reale e cosa era nella testa di Anthony Hopkins in The Father – Nulla è come sembra

The Father - Nulla è come sembra spiegazione finale

È difficile dire cosa sia successo solo nella sua testa

A causa della natura soggettiva e labirintica di The Father – Nulla è come sembra, è facile chiedersi cosa sia realmente successo ad Anthony e cosa abbia immaginato o erroneamente ricostruito nella sua mente. Il film mette il patriarca in primo piano, invitando il pubblico a empatizzare con lui in un modo che rispecchia la sensazione del personaggio di essere vittima del suo ambiente. Spesso confonde i volti, in particolare Anne con Catherine e Paul con Bill.

In una scena, viene soffocato da Anne mentre dorme. In un’altra scena, Paul lo aggredisce fisicamente. In un’altra ancora, Anthony scopre sua figlia e suo genero che parlano male di lui, ma poi si unisce a loro, se ne va e torna alla stessa situazione in cui si trovava all’inizio. Certamente, come minimo, lo soffocamento è stato immaginato, dato che lui sopravvive fino alla fine di The Father – Nulla è come sembra. Questo enfatizza il senso di vulnerabilità che Anthony prova nei confronti di Paul, che molto probabilmente lo ha schiaffeggiato e ha parlato con lui in modo sfacciato.

The Father – Nulla è come sembra è basato su Le Père, un’opera teatrale francese che ha vinto il Premio Molière per la migliore opera teatrale nel 2014.

Poi c’è la questione della sua visita notturna alla figlia minore, Lucy. Si deduce che abbia avuto un grave incidente e che probabilmente sia morta. Anthony, non riuscendo a ricordarlo, continua a tirare fuori l’argomento, soprattutto per quanto la sua ultima badante le assomigli. In una delle scene finali di The Father – Nulla è come sembra, esplora l’appartamento e lo trova trasformato in un ospedale, dove trova Lucy, insanguinata e ingessata, distesa in un letto circondata da ogni tipo di apparecchiature mediche.

Si sveglia improvvisamente da quello che era un sogno o un ricordo e si ritrova nella struttura di assistenza dove trascorrerà il resto del film.

Il suo trattamento nei confronti della figlia vivente, Anne, è duro, come se fosse arrabbiato con lei per essere sopravvissuta

La morte di Lucy ha senso, considerando quanto Anthony si commuove quando la ricorda. Inoltre, il suo trattamento nei confronti della figlia vivente, Anne, è duro, come se fosse arrabbiato con lei per essere sopravvissuta mentre la figlia che preferiva non c’è più. C’è una certa gravità in questi momenti, anche se ciò che si può dedurre è che anche Anne è allo stremo delle forze nel prendersi cura di suo padre, che spesso è crudele con lei a causa della sua demenza, ma anche per il risentimento che prova nei suoi confronti e per ciò che è successo a Lucy.

Anthony muore alla fine di The Father – Nulla è come sembra?

The Father - Nulla è come sembra cast

Il finale suggerisce che la straziante scena finale si è già verificata in passato

Quando viene affidato a una struttura di assistenza, la comprensione del mondo che lo circonda da parte di Anthony in “The Father” è deteriorata al punto da richiedere un monitoraggio costante. Il film si conclude con la promessa che lui e Catherine continueranno una routine che è chiaramente in atto da tempo, anche se il pubblico e Anthony non sarebbero in grado di dirlo.

Nonostante la destinazione ovvia di un film incentrato su un genitore affetto da demenza, l’ultima scena di “The Father” non si conclude con un’immagine di Anthony che se ne va serenamente nell’aldilà, ma con gli alberi fuori dalla sua stanza. Anche se il suo destino è ormai segnato, l’ultima scena di “The Father” dice molto di più sulla sua situazione finale che sul semplice fatto che sia vivo o morto.

Il vero significato del finale di The Father – Nulla è come sembra

The Father - Nulla è come sembra

Potrebbe non esserci speranza nella straziante scena finale

È difficile trovare un messaggio positivo in una storia il cui tema è così fondamentalmente terminale come quello di The Father, ma Zeller riesce a sostenere il significato di The Father come film con l’aiuto di una metafora visiva. Mentre Catherine consola Anthony, sconvolto e distaccato, identifica il conforto della sua condizione: anche se al momento sta soffrendo sotto il peso della sua fine, fortunatamente la sua demenza gli impedisce di ricordare la sua sofferenza.

Invece di lottare contro la vecchiaia o di trovare un finale ovvio e rassicurante in cui sua figlia rimane con lui fino alla fine, Zeller affronta la demenza momento per momento, con Catherine che incoraggia Anthony a concentrarsi su ciò che è immediato per lui.

Il significato di The Father è profondo per il modo in cui esplora la demenza come un viaggio labirintico attraverso la mente di chi ne è affetto.

Alla fine, le persone invecchiano e i figli devono vivere la loro vita. È interessante anche il modo in cui The Father affronta i ricordi, con Anthony che si perde soprattutto nei momenti che gli hanno causato dolore emotivo: è spesso terrorizzato, affranto, spaventato di essere aggredito a causa della sua confusione o di sentirsi fuori posto. A tal fine, il significato di The Father è profondo per il modo in cui esplora la demenza come un viaggio labirintico nella mente di chi ne è affetto.

Alla fine di The Father, l’albero ha ancora le foglie, e forse questa è l’affermazione più ottimistica sulla condizione di Anthony. Ha vissuto una vita indipendentemente dal fatto che potesse essere considerata buona o cattiva (o entrambe le cose), e le foglie dell’albero indicano la crescita e la fioritura della vita, che continua il suo ciclo indipendentemente da tutto.

Perché Anthony Hopkins ha vinto il premio come miglior attore per The Father

In tutto e per tutto, The Father non avrebbe funzionato senza una performance avvincente come quella di Sir Anthony Hopkins. Se The Father avrebbe dovuto vincere il premio per il miglior film è un altro discorso, ma è innegabile che l’interpretazione irritante, terrificante e straziante di Hopkins di un uomo alle prese con la demenza sia stata il fattore determinante del successo del film. D’altra parte, lo stesso non si può dire dei concorrenti di Hopkins per l’Oscar 2021 come miglior attore. Gli altri candidati nella categoria erano Riz Ahmed per The Sound of Metal, Steven Yeun per Minari, Gary Oldman per Mank e Chadwick Boseman per Ma Rainey’s Black Bottom.

Sebbene questi attori siano stati fenomenali nei rispettivi film, il successo delle loro pellicole non è dipeso principalmente dalle loro interpretazioni, come invece è stato il caso di Hopkins. Nonostante la controversia sul fatto che Chadwick Boseman avrebbe dovuto vincere, Hopkins meritava senza dubbio il premio come miglior attore per la sua potente interpretazione in The Father, in particolare per la commovente scena finale che può far piangere anche gli spettatori più cinici.

La scena finale di The Father spiegata dal regista

Zeller ha parlato anche della memorabile battuta finale di Anthony

Zeller ha collaborato nuovamente con Anthony Hopkins, protagonista di The Father, per il film The Son, che funge da complemento a quest’ultimo. La loro nuova collaborazione non sorprende, vista la riuscita di The Father. Zeller (via: Esquire) ha parlato in particolare del lavoro con Hopkins e Olivia Colman nella scena finale e della sua importanza. Con l’intera storia che ruota attorno a questo finale, Zeller spiega:

“Abbiamo girato quella scena con un po’ di nervosismo, anche perché sapevamo che le emozioni che dovevamo raggiungere erano crude, brutali, vere e difficili da ottenere. È stato un momento molto intenso per noi.”

Zeller ha anche chiesto agli attori di non provare, in modo da poter arrivare alle emozioni giuste davanti alla telecamera. Una volta che Colman esce dal film e Anthony ha il suo crollo finale, la battuta che pronuncia su “perdere tutte le mie foglie” è stata anche una parte fondamentale della scena per Zeller.

Proprio come l’infermiera non capisce cosa intende Anthony con questa battuta, Zeller ammette di averla scritta come una frase che in realtà non significa nulla, ma allo stesso tempo il pubblico capisce esattamente cosa sta cercando di comunicare Anthony. Ha spiegato che la battuta voleva riassumere ciò che l’intera esperienza del film avrebbe dovuto essere per il pubblico:

“Non capisci cosa sta succedendo, ma allo stesso tempo, a un altro livello, emotivamente, capisci tutto.”

Come è stato accolto il finale di The Father – Nulla è come sembra

Sia i fan che i critici hanno elogiato The Father per la sua storia, le interpretazioni degli attori e il finale potente e straziante. Il punteggio dei critici su Rotten Tomatoes è stato del 98%, quasi perfetto. La maggior parte delle recensioni negative ha respinto l’idea che la demenza e la perdita di memoria si manifestino in questo modo nella mente delle persone affette. Tuttavia, il punteggio del pubblico è stato anch’esso molto alto, pari al 92%, uno dei rari casi in cui critici e spettatori paganti concordano sulla qualità del film.

Un thread su Reddit è stato aperto quando il film ha iniziato a fare parlare di sé per gli Oscar, e molti fan hanno sottolineato l’alta qualità del finale. Un utente di Reddit ha scritto: “Il finale ha fatto piangere me e mia moglie. Ho perso mia nonna a causa dell’Alzheimer alcuni anni fa, e questo film mi ha fatto riflettere su come fosse nella sua testa mentre soccombeva alla malattia”. Il tema ricorrente tra i fan era che la performance di Anthony Hopkins era straziante e che il montaggio e i trucchi utilizzati rendevano il finale ancora più d’impatto.

Per i critici, il finale ha legato insieme tutti i fili in The Father, mostrando come la confusione che pervade il film sia simile a quella provata da Anthony durante tutto il film (e nelle ultime fasi della sua vita). Nella sua recensione per il Boston Globe, il critico Ty Burr ha scritto: “È un film che ti fa rimanere seduto al buio a lungo dopo i titoli di coda e ti fa guardare in profondità in cose da cui di solito distogliamo lo sguardo”.

TIME La critica cinematografica Stephanie Zacharek ha elogiato il finale aperto e straziante che non risponde facilmente alle domande:“The Father può solo riflettere su queste domande, non rispondere… In The Father, Anthony ci invita ad accompagnarlo, a capire come si sente, ma possiamo seguirlo solo fino a un certo punto. Lasciarlo indietro è allo stesso tempo un sollievo e una sofferenza”.

Infine, Peter Travers di ABC News sottolinea perché Anthony Hopkins ha meritato l’Oscar e perché The Father ha ricevuto tutti gli elogi che gli sono stati tributati. “Anthony Hopkins offre una lezione magistrale di recitazione nei panni di un uomo un tempo brillante che perde le facoltà mentali a causa della demenza. Il regista esordiente Florian Zeller trasforma la sua moderna versione teatrale del ”Re Lear“ in un film essenziale.”

 
 

The Father – nulla è come sembra, recensione del film con Anthony Hopkins

the father recensione

È un padre saggio quello che conosce il proprio figlio”. Ad asserirlo con coscienza e zelante genio è William Shakespeare tra le pagine del suo Il mercante di Venezia. Ma cosa succede se gli occhi di un padre guardano e la mente non riconosce? Tra i meccanismi fallaci del pensiero umano, mentre la saggezza scivola via, possiamo davvero ritrovare ancore di salvezza a cui aggrapparsi, ristabilendo un rapporto mandato in tilt come quello tra padre e figlia, oppure tutto è destinato a perdersi, come neve al sole?

In The Father a rimanere in piedi è un gioco delle parti abitato non più da maschere, ma da silenzi tangibili. L’osservare la propria figlia e non riconoscerla, guardarla e confonderla sotto mentite spoglie, crea un cortocircuito azionato da lacrime e singhiozzi trattenuti all’interno di una fitta rete di paura, tradimenti, manipolazioni, o disperata perdita. 

La trama di The Father

Tratto dall’omonima pièce teatrale, sempre diretta da Florian Zeller, The Father pone al centro del suo intreccio un uomo deciso a rifiutare tutta l’assistenza di sua figlia mentre invecchia. Impegnato a dare un senso alle sue mutevoli circostanze, l’uomo inizia addirittura a dubitare dei suoi cari, della sua mente e persino del tessuto della sua realtà.

Vestirsi di thriller, vivere di dramma

Che qualcosa di angosciante sia pronto a farsi largo tra i respiri esalati in casa di Anthony, lo anticipa profeticamente il commento musicale che dà ritmo alla prime battiture del film.  I secondi passano e una mano a forma di note si blocca sul capo di Anne (Olivia Colman) per poi afferrare le esistenze della sua famiglia e scuoterle, facendo cadere dalle loro tasche una tranquillità domestica già in precario equilibrio. Un ponte associativo che collega le battute sincopate dell’aria che apre l’opera con quella più iconica, insidiatasi nei meandri della nostra mente, dell’hitchcockiano Psyco. 

Ma se la pellicola diretta da Alfred Hitchcock non ha mai fatto segreto della sua natura misteriosa e orrorifica, il film con protagonista Anthony Hopkins è una scatola cinese che si mostra in un modo, per poi raccogliere al suo interno mille e altri mondi, altri generi, altre tempeste emotive pronte a colpire il mare calmo dello spettatore.

Tutto il mondo è un palcoscenico

È un puzzle della mente, The Father. Un’opera ricoperta da abiti del thriller, che ama farsi ammirare dai propri spettatori sulla passerella dello schermo cinematografico (ora ridottosi a quello televisivo) ma a ogni sequenza, un brandello di vestito inizia a staccarsi e perdersi, lasciando nudo, nella sua essenza drammatica e introspettiva, il film diretto da Florian Zeller. L’alito di vita che si genera sulle assi del palcoscenico teatrale, colpisce in pieno petto questo kammerspiel ombroso, illuminato da piccoli bagliori di luce, simboli di barlumi di una razionalità che va a perdersi tra i labirinti di una mente (dis)funzionale. E se è vero che “tutto il mondo è teatro”, gli attori di The Father si muovono sul palcoscenico della vita in punta di piedi, nell’eterna paura di svegliare un pensiero rimosso, un ricordo confusionario, uno sprazzo di memoria modificato.

The Father - Nulla è come sembraMa l’essenza teatrale c’è e si sente. Investe lo schermo ammantando di significati secondari, metafore, e associazioni perturbanti, ogni singolo dettaglio. Nulla è come sembra, tanto in queste esistenze diegetiche, quanto in quelle pensate, manipolate da una memoria che arranca a tentoni. Ma il cinema ha uno strumento magico in più rispetto all’arte teatrale. In questo gioco di ambiguità, il montaggio esacerba con un sapiente impiego del campo contro-campo la lontananza tra padre e figlia, e con essa il distacco da ciò che reale, e immaginato. Gli sguardi tra Anthony Hopkins e Olivia Colman, intermezzati da quelli di Rufus Sewell e Mark Gatiss, sono palline lanciate in una partita di tennis. Incapaci di condividere gli spazi di una medesima inquadratura, i personaggi si scrutano a debita distanza, enfatizzando le distanze sociali, quasi con il terrore che violando lo spazio personale altrui, cada quella bolla di sapone che si sono creati, ed entro cui vivere la propria esistenza alternativa. 

Gli incontri del padre con la propria figlia sono scanditi da arrivederci e gesti reiterati all’ombra di un’inquietudine velata dai contrasti fotografici di poche luci e tante ombre. Il buio che adombra lo spazio è lo stesso che disorienta il pensiero del protagonista. Privi di segnali e indicazioni con cui orientarsi, i suoi pensieri perdono la strada. Immersi nel buio abbagliato da poche lingue di luce, i suoi (pseudo)ricordi tornano indietro, vanno avanti, si muovono tentennando, alla ricerca di una via di uscita razionale che non pare ritrovarsi.  

Ambienti come proiezioni mentali

Lo stesso appartamento è la perfetta proiezione visiva e architettonica della mente di Anthony. Tutto sembra immacolato, ma tra i suoi vani le parole si muovono nel tentativo di mettere in ordine cocci di momenti passati e presenti che sembrano non combaciare. I lenzuoli che ricoprono divani, i quadri che scompaiono, o le sedie che compaiono all’improvviso, sono la metafora perfetta di una mente che rallenta, nasconde ciò che è in disuso e ripropone flash mnemonici di eventi immaginati, o confusi. Le stanze dell’appartamento vivono di polvere e ambiguità, di polli cucinati e gesti ripetuti ad libitum, sempre uguali e sempre così diversi. La casa di Anthony è il contenitore adatto per raccogliere tutti quei momenti in cui il protagonista ricorre a formulazioni sensate, avanzando pretese assurde per nascondere pensieri e ricordi lineari. Ogni ambiente è vissuto da fantasmi di un pensiero passato, annunciati non più da campane,  o brividi, ma da campanelli, fischi di teiere, arie di opere classiche. Sono impronte sonore di un’identità che si va dissolvendo, e che lascia a questi piccoli e grandi dettagli il ruolo di contenitori di una vita frammentata in varie tessere di un puzzle ormai impossibile da completare.

Tutto è in ordine ma tutto è confuso; ogni piccolo pezzo di Anthony è come il suo orologio, rubato dalle grinfie del tempo e della malattia.

Attori (magistrali) alla seconda

Per ergersi al centro della città, imponente ed elegante, ogni teatro ha bisogno di fondamenta solide su cui basarsi, e colonne portanti che lo tengano in piedi. Nel teatro della vita messo in scena da Florian Zeller, è la performance di Anthony Hopkins a sostenere un dramma interiore vestito di oscuri pensieri e ambigui eventi. Ogni sua piccola espressione, o mutamento facciale, è un fendente che colpisce con perfezione chirurgica l’anima dello spettatore. Angelo e demone di un aldilà personale, la sua interpretazione è una commistione perfetta di reazioni sottomesse, e urla strazianti, lasciate libere di mostrarsi, lontane dallo spettro della macchietta o dell’overacting. A ruotargli intorno, un corollario di comprimari capaci di alimentare la sua forza interpretativa, attraverso performance altrettanto convincenti ed emotivamente di impatto. C’è la dolcezza della figlia Anne (Olivia Colman), l’esasperazione del genero Paul (Rufus Sewell), la pazienza della badante Laura (Imogen Poots), l’ambiguità di un uomo dai mille volti e nomi (Mark Gatiss). Maschere dell’arte, queste esistenze si improvvisano riverberi di uno specchio rotto rivolto al passato, attori ingaggiati per interpretare a loro insaputa un ruolo nel teatro messo in scena da un regista disattento e smemorato, come il cervello di Anthony.

È un sadico burattinaio la nostra mente. Ci tiene in pugno, facendoci muovere tra realtà e immaginazione, speranze e razionalità. Ma nel momento in cui decide di recidere uno dei fili che ci tengono saldi a sé, eccoci cadere senza forze e senza bussola nel buio dell’esistenza. Camminiamo arrancando sul palcoscenico della vita nella speranza che un occhio di bue ci illumini, ritrovando un briciolo di lucidità e con essa speranza, ricordo, saggezza. 

 
 

The Father – Nulla è come sembra al cinema dal 20 Maggio

The Father - Nulla è come sembra

BiM Distribuzione annuncia che The Father – Nulla è come sembra arriva in Italia solo al cinema dal 20 maggio in lingua originale (con sottotitoli in italiano) e dal 27 maggio in versione italiana. Un passo importante per supportare la riapertura delle sale e offrire al pubblico l’opportunità di vedere il film di Florian Zeller con protagonisti Anthony Hopkins e Olivia Colman, premiato agli Oscar 2021 per l’interpretazione di Anthony Hopkins come Migliore Attore Protagonista e per la Migliore Sceneggiatura Non Originale di Florian Zeller e Christopher Hampton.

The Father – Nulla è come sembra è tratto dall’opera teatrale Il padre (Le père) scritta da Florian Zeller e andata in scena per la prima volta a Parigi nel 2012, conquistando il premio Molière per la Miglior commedia, prima di debuttare a Broadway e nel West End londinese, dove ha ottenuto premi Tony e Olivier per il Miglior attore (rispettivamente a Frank Langella e Kenneth Cranham). Zeller firma la regia dell’adattamento cinematografico – il suo esordio nel lungometraggio – girato a Londra da una sceneggiatura che ha scritto a quattro mani con Christopher Hampton (Espiazione, Le relazioni pericolose). Accanto ai premi Oscar Anthony Hopkins e Olivia Colman, completano il cast del film Mark Gatiss (La favorita, la serie televisiva Sherlock), Imogen Poots (Green Room, Non buttiamoci giù), Rufus Sewell (Judy, la serie televisiva L’uomo nell’alto castello) e Olivia Williams (Victoria e Abdul, An education).

La trama

Anthony ha 81 anni. Vive da solo nel suo appartamento londinese e rifiuta tutte le persone che sua figlia Anne cerca di imporgli. Presto però Anne non potrà più andarlo a trovare tutti i giorni: ha preso la decisione di trasferirsi a Parigi con un uomo che ha appena conosciuto…Ma se è così, allora chi è l’estraneo che piomba all’improvviso nel soggiorno della casa di Anthony, sostenendo di essere sposato con Anne da oltre dieci anni? E perché afferma con tanta convinzione che quella dove vive è casa sua e della figlia? Eppure Anthony è sicuro che quello sia il suo appartamento. Sembra esserci nell’aria qualcosa di strano, come se il mondo ad un tratto avesse smesso di seguire le regole abituali. Smarrito in un labirinto di domande senza risposta, Anthony cerca disperatamente di capire che cosa stia succedendo attorno a lui. The father – Nulla è come sembra è il racconto di un uomo la cui realtà si sgretola pian piano davanti a nostri occhi.

 
 

The Fate of the Furious: primo trailer con Charlize Theron

È finalmente arrivato on-line il primo trailer di The Fate of the Furious, ottavo capitolo della saga di Fast and Furious e primo senza Paul Walker. Il trailer ci mostra non solo una famiglia divisa ma anche la nuova splendida villain: Charlize Theron.

Ecco il trailer di The Fate of the Furious

Ecco la versione italiana

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The Fate of the Furious: vedremo di nuovo Brian O’Conner?

Diretto da F. Gary Gray, The Fate of the Furious arriverà al cinema il 14 aprile del 2017. Il film aprirà una nuova trilogia del franchise con protagonista Vin Diesel.

Nel cast del film Fast and Furious 8 torneranno anche Vin Diesel, Michelle Rodriguez, Jordana Brewster, Tyrese Gibson, Chris “Ludacris” Bridges, Elsa Pataky, Lucas Black, Jason Statham, Dwayne Johnson e Kurt Russell. Nel cast ci saranno anche i premi Oscar Charlize Theron e Helen Mirren. Le riprese del film si svolgeranno tra New York e Atlanta (Georgia).

CORRELATI:

Fast and Furious 7 ha avuto un grande successo al box-office. In Nord America la pellicola ha raccolto $352,786,830 e $1,162,040,651 nel resto del mondo, di cui $20,797,031 in Italia.

Con un guadagno complessivo di $1,516,045,911, è l’unico film della saga ad aver raggiunto e superato il miliardo d’incassi, diventando il 6° film di maggiore incasso della storia del cinema.

È uno dei cinque film ad aver incassato almeno un miliardo fuori dagli Stati Uniti insieme a Titanic, Avatar, Jurassic World e Star Wars: Il risveglio della Forza.

Ricordiamo che Fast and Furious 9 arriverà al cinema il 19 aprile 2019, mentre Fast and Furious 10 uscirà il 2 aprile 2020.

Fast and Furious è una famosa saga cinematografica basata sulle corse e sulle battaglie d’auto, che narra le gesta di Brian O’Conner, interpretato da Paul Walker e Dominic Toretto, interpretato da Vin Diesel. Tuttavia, dopo la morte di Paul Walker in un incidente d’auto, il personaggio di Brian viene ritirato dalla serie e non apparirà nei film successivi al settimo, che quindi saranno completamente incentrati sul personaggio di Dominic Toretto.

Fonte: CS

 
 

The Fate of The Furious: la Universal pensa ad uno spinoff

fast and furious 8

The Fate of The Furious, ottavo capitolo della fortunata saga Fast and Furious, sta riscuotendo un notevole successo al botteghino, spingendo così la Universal non solo a portare avanti la serie principale, ma anche a valutare l’ipotesi di realizzare uno spinoff che potrebbe vedere protagonista il duo composto da Dwayne Johnson Jason Statham.

Secondo alcune fonti sembrerebbe che questo spinoff, la cui sceneggiatura sarà ancora una volta da Chris Morgan, sarà solo il primo di una lunga serie, così da realizzare una sorta di universo cinematografico sulla falsariga di quello realizzato dalla Marvel. Vi ricordiamo che Fate of The Furious, ottavo capitolo diretto da F. Gary Gray, è giunto al cinema lo scorso 14 aprile. Il film aprirà una nuova trilogia del franchise con protagonista Vin Diesel.

Nel cast del film Fast and Furious 8 torneranno anche Vin Diesel, Michelle Rodriguez, Jordana Brewster, Tyrese Gibson, Chris “Ludacris” Bridges, Elsa Pataky, Lucas Black, Jason Statham, Dwayne Johnson e Kurt Russell. Nel cast ci saranno anche i premi Oscar Charlize Theron e Helen Mirren. Le riprese del film si svolgeranno tra New York e Atlanta (Georgia).

Fast and Furious 8 recensione del film con Vin Diesel

Fonte: Comic Book Movie

 
 

The Fate of the Furious: il poster in attesa del trailer

the fate of the furious

Ecco il primo poster di The Fate of the Furious, ovvero Fast and the Furious 8, in cui vediamo Vin Diesel e Dwayne Johnson, che tornano nei ruoli di Toretto e Hobbs.

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The Fate of the Furious: vedremo di nuovo Brian O’Conner?

Diretto da F. Gary Gray, The Fate of the Furious arriverà al cinema il 14 aprile del 2017. Il film aprirà una nuova trilogia del franchise con protagonista Vin Diesel.

Nel cast del film Fast and Furious 8 torneranno anche Vin Diesel, Michelle Rodriguez, Jordana Brewster, Tyrese Gibson, Chris “Ludacris” Bridges, Elsa Pataky, Lucas Black, Jason Statham, Dwayne Johnson e Kurt Russell. Nel cast ci saranno anche i premi Oscar Charlize Theron e Helen Mirren. Le riprese del film si svolgeranno tra New York e Atlanta (Georgia).

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Con un guadagno complessivo di $1,516,045,911, è l’unico film della saga ad aver raggiunto e superato il miliardo d’incassi, diventando il 6° film di maggiore incasso della storia del cinema.

È uno dei cinque film ad aver incassato almeno un miliardo fuori dagli Stati Uniti insieme a Titanic, Avatar, Jurassic World e Star Wars: Il risveglio della Forza.

Ricordiamo che Fast and Furious 9 arriverà al cinema il 19 aprile 2019, mentre Fast and Furious 10 uscirà il 2 aprile 2020.

Fast and Furious è una famosa saga cinematografica basata sulle corse e sulle battaglie d’auto, che narra le gesta di Brian O’Conner, interpretato da Paul Walker e Dominic Toretto, interpretato da Vin Diesel. Tuttavia, dopo la morte di Paul Walker in un incidente d’auto, il personaggio di Brian viene ritirato dalla serie e non apparirà nei film successivi al settimo, che quindi saranno completamente incentrati sul personaggio di Dominic Toretto.

Fonte: Fast & Furious

 
 

The Fast and the Furious: Tokyo Drift, trama, cast e curiosità sul film

The Fast and the Furious - Tokyo Drift film

Da quando si sono accesi i motori di Fast & Furious, nel lontano 2001, la saga è cresciuta film dopo film, arrivando ad essere uno dei franchise più redditizi della storia del cinema. Inizialmente incentrata sulle corse d’auto, la serie ha poi progressivamente mutato le proprie caratteristiche, aggiungendo elementi che l’accomunano sempre di più ai fortunati filoni di film action e di spionaggio. Ormai iconica, la saga ha negli anni visto crescere l’apprezzamento del pubblico. Questo attende infatti come un vero e proprio evento l’uscita di ogni nuovo capitolo. Dopo i primi due, nel 2006 è poi uscito The Fast and the Furious: Tokyo Drift.

Diretto da Justin Lin, il quale avrebbe poi diretto anche i successivi tre film della saga e l’ultimo Fast & Furious 9, questo terzo capitolo si configura come un titolo della serie a suo modo unico. È infatti un vero e proprio spin-off, ambientato molto avanti rispetto agli eventi dei precedenti due film, collocandosi dopo quanto avviene in Fast & Furious 6. Tokyo Drift si distingue inoltre anche per cast e location, diversi rispetto agli altri film della serie. Solo in seguito questo è stato integrato in modo più chiaro nella serie, attraverso una serie di camei e rivisitazioni di alcune scene chiave. Da molti è anche considerato l’ultimo capitolo con l’identità originale della saga, legata alle auto elaborate e alle corse illegali

Lo scarso entusiasmo generato dal film, il quale ha incassato appena 160 milioni in tutto il mondo, ha poi spinto gli ideatori della serie a riproporre le caratteristiche classiche con il successivo Fast & Furious – Solo parti originali. Prima di intraprendere una visione di questo terzo film, però, sarà certamente utile approfondire alcune delle principali curiosità relative a questo. Proseguendo qui nella lettura sarà infatti possibile ritrovare ulteriori dettagli relativi alla trama e al cast di attori. Infine, si elencheranno anche le principali piattaforme streaming contenenti il film nel proprio catalogo.

The Fast and the Furious: Tokyo Drift, la trama del film

Protagonista del film è Sean Boswell, un ragazzo che cerca di affermarsi come pilota nelle corse illegali d’auto. Sebbene queste gli forniscano una temporanea fuga dall’infelice situazione familiare e dal mondo superficiale che lo circonda, hanno anche la non trascurabile conseguenza di renderlo decisamente antipatico alle autorità locali. Per evitargli di finire in carcere, la madre decide di mandarlo a Tokyo dal padre. Anche qui, però, Sean non può resistere alla sua passione, e grazie a nuove conoscenze viene introdotto nel mondo delle corse clandestine giapponesi.

In particolare è Twinkie a permettergli di cimentarsi in queste pericolose attività, trovando l’appoggio di Han Lue, ex membro del team del celebre Dominic Toretto. Quest’ultimo, però, ha non pochi problemi con il campione di corse e membro della Yakuza Takashi Kamata, detto D.K.. A peggiorare le cose, vi è l’interesse sentimentale di Sean per la bella Neela Ezar, compagna proprio di D.K. Come prevedibile, i guai non tarderanno ad arrivare e per il ragazzo e i suoi amici si renderà necessario dar prova di tutte le loro capacità al fine di poter sopravvivere alla furia del criminale.

The Fast and the Furious - Tokyo Drift cast

The Fast and the Furious: Tokyo Drift, il cast del film

In assenza di Vin Diesel e Paul Walker come protagonisti, tale onore spetta qui a Lucas Black, che va ad interpretare Sean Boswell, ruolo poi ripreso anche in Fast & Furious 7 e Fast & Furious 9. Scelto al posto di Channing Tatum, egli si esercitò a lungo al fine di poter compiere personalmente alcune delle spericolate acrobazie con auto presenti nel film. Accanto a lui, nei panni di Twinkie vi è il noto rapper Bow Wow, mentre Nathalie Kelley è Neela, la ragazza di Takashi che sviluppa poi un sentimento per Sean. Per l’attrice, poi vista anche nelle serie The Vampire Diaries e Dynasty, questo è stato il film di debutto sul grande schermo. Lynda Boyd compare nei panni della madre di Sean, mentre Brian Goodman è suo padre.

Altro debutto nella serie è quello di Han Lue, interpretato da Sung Kang. L’attore aveva già dato vita a tale personaggio nel film Better Luck Tomorrow, film diretto da Lin e scollegato dalla saga di Fast & Furious. Si tratta dunque di un rarissimo caso di personaggio uguale per opere cinematografiche diverse. Particolarmente apprezzato dai fan, questi è poi ricomparso anche nei successivi film della saga. Brian Tee, noto per essere il dottor Ethan Choi in Chicago Med, interpreta invece qui lo spietato Takashi, mentre Sonny Chiba è Kamata, suo zio e leader della Yakuza. Al termine del film, tuttavia, compare con un cameo nei panni di Toretto anche Diesel, che accettò in cambio di poter realizzare un sequel di Pitch Black.

The Fast and the Furious: Tokyo Drift, il trailer e dove vedere il film in streaming e in TV

Per gli appassionati della saga è possibile fruire di The Fast and the Furious: Tokyo Drift grazie alla sua presenza su alcune delle più popolari piattaforme streaming presenti oggi in rete. Questo è infatti disponibile nei cataloghi di Rakuten TV, Chili Cinema, Google Play, Apple iTunes e Amazon Prime Video. Per vederlo, una volta scelta la piattaforma di riferimento, basterà noleggiare il singolo film o sottoscrivere un abbonamento generale. Si avrà così modo di guardarlo in totale comodità e al meglio della qualità video. Il film è inoltre presente nel palinsesto televisivo di lunedì 10 luglio alle ore 21:20 sul canale Italia 1.

Fonte: IMDb

 
 

The Fast and the Furious Tokyo Drift: il trailer onesto

In attesa dell’arrivo in sala di Fast and Furious 8, Screen Junkies torna indietro nel tempo e ci propone l’honest trailer di The Fast and the Furious Tokyo Drift, il terzo capitolo del franchise a quattro ruote.

The Fast and the Furious Tokyo Drift è un film del 2006 diretto da Justin Lin. È il terzo capitolo della serie The Fast and the Furious. Sebbene sia uscito nel 2006, l’ordine temporale della serie vuole che gli eventi di Tokyo Drift siano accaduti dopo Fast & Furious 6, del 2013.

Il prossimo capitolo della saga, il numero 8, diretto da F. Gary Gray, arriverà al cinema il 14 aprile del 2017. Il film aprirà una nuova trilogia del franchise con protagonista Vin Diesel.

Nel cast del film Fast and Furious 8 torneranno anche Vin Diesel, Michelle Rodriguez, Jordana Brewster, Tyrese Gibson, Chris “Ludacris” Bridges, Elsa Pataky, Lucas Black, Jason Statham, Dwayne Johnson e Kurt Russell. Nel cast ci saranno anche i premi Oscar Charlize Theron e Helen Mirren. Le riprese del film si svolgeranno tra New York e Atlanta (Georgia).

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Il settimo capitolo del franchise ha avuto un grande successo al box-office. In Nord America la pellicola ha raccolto $352,786,830 e $1,162,040,651 nel resto del mondo, di cui $20,797,031 in Italia.

Con un guadagno complessivo di $1,516,045,911, è l’unico film della saga ad aver raggiunto e superato il miliardo d’incassi, diventando il 6° film di maggiore incasso della storia del cinema.

È uno dei cinque film ad aver incassato almeno un miliardo fuori dagli Stati Uniti insieme a Titanic, Avatar, Jurassic World e Star Wars: Il risveglio della Forza.

Fast and Furious 8: ecco l’esplosivo trailer finale

Ricordiamo che Fast and Furious 9 arriverà al cinema il 19 aprile 2019, mentre Fast and Furious 10 uscirà il 2 aprile 2020.

 
 

The Farewell – Una Bugia Buona dal 24 dicembre al cinema

The Farewell – Una Bugia Buona

Arriverà al cinema dal 24 Dicembre distribuito da Bim Distribution The Farewell – Una Bugia Buona, diretto da Lulu Wang e con protagonista Awkwafina.

Con The Farewell – Una bugia buona, premio del pubblico al Sundance London e applaudito all’ultima Festa del Cinema di Roma, la sceneggiatrice/regista Lulu Wang ha creato un’intima celebrazione del ruolo che ognuno di noi ha nella famiglia e, insieme, del modo in cui la viviamo nel profondo, intrecciando con maestria il ritratto garbatamente ironico della bugia in azione e il racconto toccante di ciò che nella famiglia può unirci e renderci più forti, spesso a dispetto di noi stessi.

The Farewell – Una Bugia Buona: trailer

La trama del film The Farewell – Una Bugia Buona

Billi (Awkwafina), nata in Cina e cresciuta negli Stati Uniti, tornata a malincuore a Changchun, scopre che in famiglia tutti sanno che alla sua amata nonna restano solo poche settimane di vita, ma hanno deciso di tenere nascosta la verità alla diretta interessata.

Per proteggere la sua serenità, si riuniscono con il festoso espediente di un matrimonio affrettato. Avventurandosi in un campo minato di aspettative e convenevoli di famiglia, Billi scopre che, in realtà, ci sono molte cose da festeggiare: l’occasione di riscoprire il Paese che ha lasciato da bambina, il meraviglioso spirito di sua nonna e i legami che continuano ad unire anche quando c’è molto di non detto.

The Farewell – Una Bugia Buona, il film

Tutto inizia quando Bill, un’aspirante artista di New York che a stento conosce la Cina dove è nata, si unisce al viaggio dei suoi genitori e dei parenti venuti da ogni parte del mondo per rendere l’estremo saluto alla matriarca della famiglia. I dottori li hanno informati che a Nai-Nai (mandarino per nonna) restano solo pochi mesi di vita, la diretta interessata ignora però la sua sorte, e la famiglia si adopera affinché lei ne resti assolutamente all’oscuro. Invece di dirle come stanno le cose, fingono che vada tutto bene, e spiegano a Nai-Nai di essersi riuniti tutti non certo per dirle addio, ma per festeggiare un felice, sebbene alquanto repentino, matrimonio.

Per Bill, imbevuta di cultura e indipendenza americane, il piano contravviene sicuramente ad ogni logica e probabilmente anche ad ogni etica. Eppure eccola lasciare New York, nel peggiore dei momenti, spinta dal bisogno di vedere Nai-Nai un’ultima volta, ma impossibilitata a spiegarle la ragione della sua visita improvvisa.  I maldestri tentativi di Bill di tener fede alla bugia, mentre naviga in un mare di differenze generazionali e culturali, creano momenti di comicità dal gusto secco e spumeggiante come lo champagne per il brindisi del matrimonio. Ma c’è anche una corrente più profonda che  scorre sotto la superficie: perché l’espediente del viaggio di Bill ritrae ciò che le famiglie tengono celato e ciò che invece rivelano, ciò che la famiglia esige da ognuno, e ciò che ognuno, in cambio, ne riceve.

Wang tratta il tema con un misto di leggerezza e gravità che rispecchia  le emozioni che si provano in certe riunioni familiari a cui non si è sicuri di riuscire a sopravvivere, e che pure restano indimenticabili.

 
 

The Farewell, recensione del film di Lulu Wang #RomaFF14

Tornare in un paese che non si riconosce come casa e dover fingere che lo sia per il bene degli altri, soprattutto per quella nonna a cui è stato diagnosticato un cancro inoperabile ai polmoni. La famiglia le ha raccontato una grossa bugia “buona”, e se è vero, come dice qualcuno, che è la paura ad uccidere e non la malattia, meglio nascondere la verità. Billi, trentenne nata in Cina ma trasferitasi da piccola a New York insieme ai genitori, è troppo “americana” ed emotivamente trasparente per fare visita alla sua amata Nai Nai, un pesce fuori dall’acqua della cultura del dolore che tutti vogliono evitare, a noi stessi, prima che a chi ci sta vicino; l’ordine di importanza cambia da persona a persona, di generazione in generazione, ed è ciò che mostra con un senso del raffinato, una mentalità aperta e un gran cuore Lulu Wang in The Farewell.

Un film splendido e ispirato (anche dalle esperienze reali della regista) su attori che recitano una parte e personaggi che recitano a loro volta un ruolo per la nonna. La vita come spettacolo, i luoghi della famiglia come palcoscenico dell’umanità, sono immagini di una storia che ha il potere disarmante di tirar fuori l’umorismo dai momenti drammatici e viceversa (tenete a mente la scena dell’orecchino scomparso e del commovente monologo di Awkwafina che ne segue).

The Farewell, un viaggio per dirsi addio

Ma quello della Wang è soprattutto il tentativo, riuscito, di fondere il concetto di famiglia e collettività e dello stare assieme tipico della cultura asiatica con la caratteristica più evidente della cultura occidentale, ovvero la totale assenza di empatia, di voglia di riunirsi intorno alla stessa tavola e di condividere, pure arbitrariamente, gioie e dolori. Per questo motivo The Farewell riesce a essere personale e culturalmente specifico ma anche universale, esplorando le differenze continentali e generazionali senza pronunciarsi troppo o giudicare, guardando la realtà da ogni prospettiva, e mostrando cosa accade nell’interiorità dei protagonisti e come l’emozione si riflette all’esterno.

Ecco perché nella messa in scena intervengono inquadrature molto ampie e statiche, un escamotage che permette allo sguardo di intercettare tutti i dettagli e di creare un vero e proprio paesaggio di volti; i personaggi vivono dentro una cornice, all’interno della quale lo spettatore vede l’unità familiare scontrarsi con l’individuo e uscire fuori, e quando succede chi rimane da sola è Billi, alter ego della regista interpretata da Awkwafina (bravissima ad enfatizzare l’inconfondibile personalità americana), in silenzio mentre contempla la loro assenza.

Una “buona” bugia

Forse il viaggio della ragazza in Cina non simboleggia soltanto l’addio a Nai Nai, ma rappresenta un’occasione per riconnettersi con quel paese che si è lasciata alle spalle, il ricordo di un quartiere che una volta era ricoperto di verde e dove poteva rincorrere le libellule, ora irriconoscibile perché sovrastato da grattacieli di venti piani (da fare a piedi, e che fatica arrivare in alto), tanto vivo quanto sfumato. Immaginare una “casa” che non c’è più può diventare triste, e al tempo stesso innescare una serie di meccanismi romantici patinati, pericolosamente vicini ai cliché; ma non è a questo mondo che si riferisce Lulu Wang, attaccata invece alla memoria e alla bellezza formale e sentimentale che una buona bugia sa imbastire sullo schermo e nella vita.

 
 

The Farewell – Una Bugia Buona: intervista a Lulu Wang

Lulu Wang, regista di The Farewell – Una Bugia Buona, racconta il film e la sua condizione di persona “di mezzo” tra la cultura americana e quella cinese. Il film arriva al cinema il 24 dicembre, distribuito da BIM Distribuzione.

The Farewell – Una Bugia Buona, recensione del film di Lulu Wang

Billi (Awkwafina), nata in Cina e cresciuta negli Stati Uniti, tornata a malincuore a Changchun, scopre che in famiglia tutti sanno che alla sua amata nonna restano solo poche settimane di vita, ma hanno deciso di tenere nascosta la verità alla diretta interessata.

Per proteggere la sua serenità, si riuniscono con il festoso espediente di un matrimonio affrettato. Avventurandosi in un campo minato di aspettative e convenevoli di famiglia, Billi scopre che, in realtà, ci sono molte cose da festeggiare: l’occasione di riscoprire il Paese che ha lasciato da bambina, il meraviglioso spirito di sua nonna e i legami che continuano ad unire anche quando c’è molto di non detto.

Tutto inizia quando Bill, un’aspirante artista di New York che a stento conosce la Cina dove è nata, si unisce al viaggio dei suoi genitori e dei parenti venuti da ogni parte del mondo per rendere l’estremo saluto alla matriarca della famiglia. I dottori li hanno informati che a Nai-Nai (mandarino per nonna) restano solo pochi mesi di vita, la diretta interessata ignora però la sua sorte, e la famiglia si adopera affinché lei ne resti assolutamente all’oscuro. Invece di dirle come stanno le cose, fingono che vada tutto bene, e spiegano a Nai-Nai di essersi riuniti tutti non certo per dirle addio, ma per festeggiare un felice, sebbene alquanto repentino, matrimonio.

Per Bill, imbevuta di cultura e indipendenza americane, il piano contravviene sicuramente ad ogni logica e probabilmente anche ad ogni etica. Eppure eccola lasciare New York, nel peggiore dei momenti, spinta dal bisogno di vedere Nai-Nai un’ultima volta, ma impossibilitata a spiegarle la ragione della sua visita improvvisa.  I maldestri tentativi di Bill di tener fede alla bugia, mentre naviga in un mare di differenze generazionali e culturali, creano momenti di comicità dal gusto secco e spumeggiante come lo champagne per il brindisi del matrimonio. Ma c’è anche una corrente più profonda che  scorre sotto la superficie: perché l’espediente del viaggio di Bill ritrae ciò che le famiglie tengono celato e ciò che invece rivelano, ciò che la famiglia esige da ognuno, e ciò che ognuno, in cambio, ne riceve.

Wang tratta il tema con un misto di leggerezza e gravità che rispecchia  le emozioni che si provano in certe riunioni familiari a cui non si è sicuri di riuscire a sopravvivere, e che pure restano indimenticabili.

 
 

The Fantastic Four: trovato il volto di Doctor Destino

The fantastic fourLa Fox ha finalmente svelato il nome di colui che interpreterà il Doctor Doom in The Fantastic Four, reboot del non fortunatissimo film del 2005. Dopo aver confermato in Febbraio il cast principale che comprende Miles Teller (Mr. Fantastic), Michael B. Jordan (Torcia Umana), Kate Mara (Donna Invisibile) e Jamie Bell (la Cosa), rimaneva da conoscere soltanto il volto del villain. Con le riprese che inizieranno questa primavera, lo studio ha deciso che ad interpretare Victor Von Doom sarà Toby Kebbell che abbiamo già visto in La furia dei Titani e The Counselor e che vedremo nei panni della scimmia Koba nel prossimo Il pianeta delle scimmie – Revolution.

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L’attore britannico ha così scalzato nelle preferenze Jack Huston (Boardwalk Empire) e Domhnall Gleeson (Harry Potter e i Doni della Mortee si aggiungerà al cast non appena saranno terminate le riprese di Planet of the Apes.

toby kebbell

Ricordiamo che Kate Mara vestirà i panni di Sue Storm / La Donna Invisibile. Jamie Bell quelli invece di Ben Grimm / La Cosa. Miles Teller interpreterà il ruolo di Reid Richards / Mr. Fantastic, mentre Michael B. Jordan sarà Johnny Storm / La Torcia Umana.

Leggi anche: Fantastic Four: Michael B. Jordan risponde alle critiche

Basato sul fumetto “The Ultimate Fantastic Four”, il nuovo adattamento si concentrerà sui personaggi più giovani. Josh Trank dirigerà il film basato su una sceneggiatura  Kinberg, Matthew Vaughn e Gregory Goodman che saranno anche produttori esecutivi. Fantastic Four uscirà il 19  Giugno 2015. Lo studio ha già annunciato per il 2017 l’uscita di The Fantastic Four 2.

Fonte: Collider

 

 
 

The Fantastic Four: Tim Blake Nelson interpreterà Harvey Elder!

The-fantastic-four-Tim Blake NelsonL’attore Tim Blake Nelson è entrato a far parte del cast del prossimo adattamento Marvel Comics diretto da Josh Trank, The Fantastic Four per la 20th Century Fox. La conferma della notizia arriva dal The Hollywood Reporter che annuncia anche che l’attore interpreterà Harvey Elder, conosciuto come l’Uomo Talpa in Italia.

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Sebbene Harvey Elder è storicamente il primo cattivo “Mole Man” del fumetto originale, il sito conferma che al momento apparirà solo come scienziato, che potenzialmente potrebbe diventare Mole Man nei sequel futuri.

Tim Blake Nelson non è nuovo al mondo dei CineComics dato che ha interpretato il Dr. Samuel Sterns ne film The Incredible Hulk  del 2008.

The Fantastic Four è previsto in uscita il 19 giugno 2015.

Ricordiamo che Kate Mara vestirà i panni di Sue Storm / La Donna Invisibile. Jamie Bell quelli invece di Ben Grimm / La Cosa. Miles Teller interpreterà il ruolo di Reid Richards / Mr. Fantastic, mentre Michael B. Jordan sarà Johnny Storm / La Torcia Umana.

Leggi anche: Fantastic Four: Michael B. Jordan risponde alle critiche

Basato sul fumetto “The Ultimate Fantastic Four”, il nuovo adattamento si concentrerà sui personaggi più giovani. Josh Trank dirigerà il film basato su una sceneggiatura  Kinberg, Matthew Vaughn e Gregory Goodman che saranno anche produttori esecutivi. Fantastic Four uscirà il 19  Giugno 2015. Lo studio ha già annunciato per il 2017 l’uscita di The Fantastic Four 2.

 
 

The Fantastic Four: svelato il primo sguardo a Galactus durante il Drone Show del SDCC

The Fantastic Four film 2025

Le strade di San Diego, dove in questi giorni si svolge il Comic Con sono state illuminate da un epico spettacolo di droni. Il tutto è culminato con l’apparizione a sorpresa di Galactus, il logo dei The Fantastic Four e il messaggio ai fan di rimanere sintonizzati per rivelazioni ancora più importanti durante il panel dei Marvel Studios di sabato. Sebbene le riprese di The Fantastic Four siano iniziate solo di recente, si dice che sia possibile un filmato di presentazione e un primo sguardo alla Prima Famiglia Marvel in costume.

Tornando a questo show di droni, non solo si tratta del primo sguardo al Galactus del MCU, ma è anche la conferma che avremo un’interpretazione del cattivo accurata dal punto di vista dei fumetti, invece di un’altra nuvola vivente come avvenuto in I Fantastici 4 e Silver Surfer. Non resta a questo punto che attendere maggiori informazioni e prime immagini direttamente dal set del film. Nel mentre, date un’occhiata più da vicino all’arrivo dell’enorme Galactus a San Diego nel post X qui sotto.

The Fantastic Four: quello che c’è da sapere sul film

Il film è atteso al cinema il 25 luglio 2025. Come al solito con la Marvel, i dettagli della storia rimangono segreti. Ma nei fumetti, i The Fantastic Four sono astronauti che vengono trasformati in supereroi dopo essere stati esposti ai raggi cosmici nello spazio. Reed acquisisce la capacità di allungare il suo corpo fino a raggiungere lunghezze sorprendenti. Sue, la fidanzata di Reed (e futura moglie), può manipolare la luce per diventare invisibile e lanciare potenti campi di forza. Johnny, il fratello di Sue, può trasformare il suo corpo in fuoco che gli dà la capacità di volare. E Ben, il migliore amico di Reed, viene completamente trasformato in una Cosa, con dei giganteschi massi arancioni al posto del corpo, che gli conferiscono una super forza.

Matt Shakman (“WandaVision”, “Monarch: Legacy of Monsters”) dirigerà The Fantastic Four, da una sceneggiatura di Josh FriedmanJeff Kaplan e Ian Springer. Pedro Pascal (Reed Richards) è noto al mondo per le sue interpretazioni in The MandalorianThe Last of Us e prima ancora in Game of ThronesVanessa Kirby (Sue Storm) ha fatto parte del franchise di Mission: Impossible e di Fast and Furious, mentre Joseph Quinn (Johnny Storm) è diventato il beniamino dei più giovani per la sua interpretazione di Eddie in Stranger Things 4Ebon Moss-Bachrach (Ben Grimm) sta vivendo un momento d’oro grazie al suo ruolo del cugino Ritchie in The Bear.

Fanno parte del cast anche Julia Garner, Paul Walter Hauser, John Malkovich, Natasha Lyonne e Ralph Ineson nel ruolo di Galactus. Come confermato da Kevin Feige, il film avrà un’ambientazione nel passato, in degli anni Sessanta alternativi rispetto alla nostra realtà di Terra-616, per cui sarà interessante capire come i quattro protagonisti si uniranno agli altri eroi Marvel che conosciamo. Franklyn e Valeria Richards, figli di Reed e Sue, potrebbero comparire nel film, mentre Dottor Destino potrebbe avere un semplice cameo nel finale.

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The Fantastic Four: Simon Kinberg sul 3D e sul futuro del franchise

Chris Evans è la Torcia Umana in I Fantastici 4

Intervistato da Collider, il produttore e sceneggiatore de I fantastici 4, Simon Kinberg, ha parlato dei primi giorni di riprese del film, attualmente in fase di produzione in Louisiana:

“C’è una bellissima energia sul set. Josh Trank è fantastico. La cosa più incredibile di questo reboot sarà il tono. Stiamo cercando di approcciare alla storia in modo molto più realistico. Vogliamo cercare di fare qualcosa di diverso rispetto agli altri cine-comic e il modo in cui Josh e tutti gli attori stanno lavorando mi fa essere molto fiducioso circa il risultato finale”.

Sul fatto che il film sarà convertito in 3D, Kinberg ha detto:

“Il modo in cui stiamo immaginando la storia si adatta perfettamente ad una conversione in 3D, quindi lo faremo. Il motivo che ci ha spinti a prendere questa decisione è stato il voler rendere questo Fantastici 4 un’esperienza assolutamente coinvolgente. Vogliamo che il pubblico si senta esattamente come uno dei protagonisti del film“.

Sul futuro del franchise, invece, ecco quanto dichiarato:

“Quando giri un film del genere, inevitabilmente pensi che se verrà accolto bene ne girerai un altro. Ho molta fiducia nel film, indipendentemente se piacerà o meno. In merito al mio ruolo di sceneggiatore, la cosa che penso ogni volta è: “Cosa mi invento per il prossimo film?” “.

Ricordiamo che, nel reboot de I fanastici 4, Kate Mara vestirà i panni di Sue Storm / La Donna Invisibile. Jamie Bell quelli invece di Ben Grimm / La Cosa. Miles Teller interpreterà il ruolo di Reid Richards / Mr. Fantastic, mentre Michael B. Jordan sarà Johnny Storm / La Torcia Umana.

Basato sul fumetto “The Ultimate Fantastic Four”, il nuovo adattamento si concentrerà sui personaggi più giovani. Josh Trank dirigerà il film basato su una sceneggiatura di Simon Kinberg, Matthew Vaughn e Gregory Goodman che saranno anche produttori esecutivi. Fantastic Four uscirà il 19  Giugno 2015. Lo studio ha già annunciato per il 2017 l’uscita di The Fantastic Four 2.

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