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Spider-Man: Tom Holland alimenta le speculazioni con una foto del “Giorno delle riprese segrete”

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Tom Holland si è guadagnato la reputazione di rivelare un po’ troppo sui suoi prossimi film di Spider-Man/MCU durante le interviste, al punto che ormai è diventata una battuta ricorrente. Tuttavia, quando l’attore parla di un progetto “segreto”, i suoi fan prestano attenzione.

Holland ha condiviso sui social media una nuova foto del dietro le quinte con la didascalia “Giornata di riprese segrete”. È altamente improbabile che si tratti di Spider-Man 4 (il film non entrerà in produzione prima dell’anno prossimo e non ha nemmeno un regista), ma si ipotizza che possa trattarsi di qualcos’altro legato a Spidey.

Venom: The Last Dance è anch’esso un’ipotesi remota (il threequel uscirà il mese prossimo), ma che dire di Spider-Man: Beyond the Spider-Verse? Si diceva che Holland avrebbe fatto un’apparizione nel film precedente, Across the Spider-Verse, e i rapporti indicano che c’erano dei piani iniziali per la sua interpretazione di Peter Parker prima che un conflitto di programmazione si mettesse di mezzo.

Onestamente, diremmo che si tratta di qualcosa di completamente diverso. Holland è stato recentemente avvistato a Los Angeles con un taglio di capelli molto diverso da quello di Parker e sembra sfoggiare lo stesso look o uno molto simile in questo scatto.

A che punto è Spider-Man 4

Spider-Man 4
Tom Holland in Spider-Man: No Way Home (2021) © Marvel Studios

Secondo precedenti indiscrezioni, Tom Rothman della Sony e Kevin Feige, capo dei Marvel Studios, avrebbero avuto delle divergenze per quanto riguarda la trama complessiva di Spider-Man 4, con quest’ultimo che spera di ridimensionare gli elementi del Multiverso per una storia più piccola. Rothman, invece, si dice che voglia capitalizzare il successo di No Way Home riportando Tobey Maguire e Andrew Garfield nei rispettivi ruoli di Peter Parker.

Facendo delle ipotesi, diremmo che è più probabile che Garfield e Maguire tornino per Avengers: Secret Wars, ma ciò non significa che il prossimo film di Spidey in solitaria non getterà le basi.

Il regista di No Way Home Jon Watts non tornerà a dirigere il prossimo film. Si dice che diversi registi siano in trattative per sostituirlo, tra cui Justin Lin (Fast and Furious), Drew Goddard (The Cabin in the Woods) e Adil El Arbi e Bilall Fallah (Ms. Marvel, Batgirl).

ARCANE: trailer ufficiale della seconda stagione

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ARCANE: trailer ufficiale della seconda stagione

Netflix e Riot Games hanno pubblicato il trailer ufficiale, insieme a nuove immagini, per il secondo e ultimo capitolo di ARCANE.

L’esplosivo trailer è accompagnato dalla collaborazione con Ashnikko per “Paint The Town Blue”, il primo singolo della colonna sonora originale della seconda stagione di Arcane di Riot Games / Virgin Music Group. “Paint The Town Blue” ha debuttato oggi insieme al trailer e i fan possono ascoltare il singolo qui.

La serie vincitrice del Primetime Emmy Award torna a novembre, solo su Netflix. Non perdetevi le prossime news su ARCANE durante il GEEKED WEEK LIVE FAN EVENT giovedì 19 settembre!

A PROPOSITO DELLA SECONDA STAGIONE DI ARCANE

In questo capitolo finale, l’attacco di Jinx al Consiglio getta le basi per una terribile escalation del conflitto tra Piltover e Zaun.

Da Riot Games, ARCANE torna per la sua seconda e ultima stagione a novembre su Netflix. La serie animata, basata League of Legends e una delle serie animate di maggior successo di Netflix, è stata creata da Christian Linke e Alex Yee. Tra i produttori esecutivi figurano Linke, Marc Merrill e Brandon Beck.  Lo studio di animazione è Fortiche Productions. Tra le voci figurano Hailee Steinfeld (Vi), la vincitrice dell’Annie Award Ella Purnell (Jinx) e Katie Leung (Caitlyn), Reed Shannon (Ekko), Amirah Vann(Sevika), Mick Wingert (Heimerdinger), Ellen Thomas (Ambessa), Brett Tucker (Singed) e altri ancora da annunciare.

La prima stagione di ARCANE ha consolidato la posizione di Netflix come leader nell’adattamento di franchise di videogiochi in fenomeni culturali animati. Apprezzata a livello mondiale come una delle migliori serie televisive del 2021, la serie si è aggiudicata anche quattro PRIMETIME EMMY AWARDS (2022), tra cui Outstanding Animated Program – prima serie in streaming vincitrice di tale premio. La serie ha conquistato gli Annie Awards 2022 vincendo in nove categorie, tra cui Miglior TV/Media, Miglior scrittura, Miglior voce (Ella Purnell), Miglior regia, Miglior design di produzione, Miglior animazione dei personaggi, Miglior storyboard, Miglior design dei personaggi e Miglior FX. La serie è stata riconosciuta anche dalla community dei videogiochi, vincendo il premio come miglior adattamento ai The Game Awards (2022).  Inoltre, l’album Arcane è stato nominato per un Billboard Music Award 2022 come Top Soundtrack.

M – il figlio del Secolo, intervista Joe Wright e Luca Marinelli: “Il fascismo è la politicizzazione della mascolinità tossica”

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Debutto in anteprima mondiale all’81° edizione della Mostra internazionale d’arte cinematografica della Biennale di Venezia, per la nuova serie Sky Original M – il figlio del Secolo, dall’omonimo romanzo di Antonio Scurati vincitore del Premio Strega e bestseller internazionale (edito da Bompiani) che racconta la nascita del fascismo in Italia e l’ascesa al potere di Benito Mussolini.

A parlarne sono intervenuti il regista Joe Wright, e il protagonista, Luca Marinelli, che per regalarci questa interpretazione, ha dolorosamente e faticosamente messo da parte il suo essere antifascista convinto.

Joe Wright: “Per quello che riguarda il personaggio, l’uomo e il politico non sono scindibili. Per me il fascismo è la politicizzazione della mascolinità tossica. Mussolini è fatto di rapporti intessuti a livello familiare, con gli amici e poi con la nazione e il mondo. Era importante sottolineare questo suo essere unico.”

M – il figlio del Secolo, lo sguardo in macchina di Mussolini

“Lo sguardo in macchina del protagonista è il modo che abbiamo trovato di raccontare allo spettatore la maniera in cui lui si esprime rispetto ai suoi pensieri. E’ stato un uomo che non ha mai detto cosa pensava perché ha sempre ingannato tutti quelli che aveva intorno, dalla famiglia alla nazione e forse a se stesso. Abbiamo pensato di farlo parlare direttamente al pubblico per far capire al pubblico quali fossero i suoi pensieri, sicuramente ha cercato di controllare sempre la sua narrazione, perché solo così poteva avere la possibilità di vincere.”

“Lavoro ormai da anni con Valerio Bonelli (montatore, ndr) e lui è in grado di leggere nella mia mente mente giro. Penso al montaggio mentre lavoro e lui riesce a tradurre questi miei pensieri. Per quello che riguarda invece la colonna sonora dei Chemical Brothers, avevo bisogno di qualcosa che desse ritmo rispetto all’estetica dell’epoca. I riferimenti sono stati molteplici, tra questi c’era il cinema di Dziga Vertov. E io volevo trasmettere l’energia del futurismo che ha caratterizzato quell’epoca, ma non potevo farlo con una musica che all’epoca risultava moderna, perché oggi sarebbe invece sembrata “d’epoca” e non avrebbe colto l’avanguardia di quello che era il fascismo all’epoca. In questo modo ho provato a dare un senso di vitalità.”

Come mai il fascismo è ancora oggi allettante? A questa domanda, Joe Wright ha risposto rintracciando all’interno dell’invenzione di Mussolini una volontà di sfruttamento dell’insoddisfazione delle persone nei periodi difficili.

“L’invenzione di Mussolini in riferimento al populismo dell’estrema destra è un’invenzione che ha ruotato intorno allo sfruttamento di legittime preoccupazioni delle persone, uno sfruttamento che ricorre alla paura. Naturalmente queste paure ci accompagnano e la società vive periodi sereni e difficili, durante i quali emergono queste figure che tentano a sfruttare le paure delle persone che a loro volta credono che questa sia la strada per risolvere le questioni.” 

M. Il figlio del secolo
photo credits Andrea Pirrello

Luca Marinelli si è sforzato di sospendere il giudizio per M – il figlio del Secolo

Luca Marinelli: “Come mi è stato presentato, passare attraverso al libro di Scurati, approcciarmi all’intelligente trasposizione cinematografica di quel libro, e sapere che tutto sarebbe stato diretto da Joe Wright mi ha fatto sentire le spalle protette. Abbiamo lavorato fianco a fianco e non avrei fatto un metro senza di lui.”

“Per fare questo lavoro bisogna approcciarsi al personaggio sempre sospendendo il giudizio, e diciamo che per quei sette mesi, da antifascista quale sono, sospendere il giudizio è stata una delle cose più dolorose che io abbia mai fatto. Ho pensato però che potesse essere l’approccio più onesto per tentare di avvicinarmi a questa persona.”

“Volevo che arrivasse tutta l’importanza del progetto, che tutti noi condividiamo una gigantesca ignoranza, me per primo, che non abbiamo fatto i conti con il passato, perché come vedete la storia si ripresenta, oggi, nel nostro presente. Ma soprattutto perché noi non abbiamo veramente conosciuto quello che ci ha preceduto.”

La scoperta di come era davvero “lui” attraverso scritti e ricerca

“Mi sono preparato come ogni ruolo, andando ad attingere dalle fonti, dal libro di Scurati prima di tutto, ma anche dai filmati dell’Istituto Luce, video molto controllati che offrono solo un aspetto trionfante di lui. Mi è stato molto utile un libro, scritto da Ranuccio Bianchi Bandinelli, che è stato un archeologo molto importante dell’epoca che venne costretto a fare da guida a Mussolini durante la visita di Hitler in Italia. E lì ho trovato una descrizione schiettissima di una persona antifascista che ne parla per quello che veramente era.”

M – il figlio del Secolo sarà disponibile su Sky a partire dall’inizio del 2025.

M – Il figlio del secolo in anteprima a Venezia 81

M – Il figlio del secolo in anteprima a Venezia 81

Debutto in anteprima mondiale all’81esima edizione della Mostra internazionale d’arte cinematografica di Venezia, dove viene presentata oggi, 5 settembre, fuori concorso, per la nuova serie Sky Original M – Il figlio del secolo, dall’omonimo romanzo di Antonio Scurati vincitore del Premio Strega e bestseller internazionale (edito da Bompiani) che racconta la nascita del fascismo in Italia e l’ascesa al potere di Benito Mussolini.

La serie, che al Lido di Venezia viene mostrata in tutti i suoi otto episodi e arriverà nel 2025 in esclusiva su Sky e in streaming solo su NOW, è diretta da Joe Wright (L’ora più buia, Espiazione, Cyrano) e prodotta da Sky Studios e da Lorenzo Mieli per The Apartment, società del gruppo Fremantle, in co-produzione con Pathé, in associazione con Small Forward Productions, in collaborazione con Fremantle, CINECITTÀ S.p.A.. La distribuzione internazionale è di Fremantle.

A interpretare il Duce uno fra i più apprezzati attori italiani, Luca Marinelli, vincitore del David di Donatello, del Nastro d’Argento, della Coppa Volpi a Venezia e del prestigioso Shooting Stars Award al Festival di Berlino.

Come il romanzo, la serie racconterà la storia di un Paese che si è arreso alla dittatura e la storia di un uomo che è stato capace di rinascere molte volte dalle sue ceneri. Ripercorrerà la Storia dalla fondazione dei Fasci Italiani nel 1919 fino al famigerato discorso di Mussolini in Parlamento nel 1925, dopo l’omicidio del deputato socialista Giacomo Matteotti. Offrirà, inoltre, uno spaccato del privato di Mussolini e delle sue relazioni personali, tra cui quelle con la moglie Rachele, con l’amante Margherita Sarfatti e con altre figure iconiche dell’epoca.

Scritta da Stefano Bises (Gomorra – La Serie, The New Pope, ZeroZeroZero, Speravo de morì prima) e Davide Serino (1992, 1993, Il Re, Esterno Notte), con soggetto di serie e soggetti di puntata firmati da Stefano Bises, Davide Serino e Antonio Scurati, la serie racconterà gli accadimenti che portarono Mussolini a impossessarsi dell’Italia e a fondare la dittatura in modo storicamente accurato, ampiamente documentato e testimoniato da più fonti.

La colonna sonora è composta da Tom Rowlands, noto anche per essere parte del duo britannico di musica elettronica The Chemical Brothers, tra i pionieri che hanno portato il big beat in prima linea nella cultura pop, scalando le classifiche di tutto il mondo. Pluripremiati, hanno all’attivo 6 Grammy Awards, 1 Brit Award, 1 MTV Europe Music Award e un NMA Award.

Il cast di M – Il Figlio del Secolo

Accanto a Marinelli nel cast Francesco Russo (Call My Agent – Italia, A classic horror story, Freaks Out), che interpreta Cesare Rossi; Barbara Chichiarelli (Suburra – La serie, The Good Mothers, Favolacce) nei panni di Margherita Sarfatti; Benedetta Cimatti (Ricordi?, Tina Anselmi – Una vita per la democrazia) in quelli di Donna Rachele; Federico Majorana (Prisma, Favolacce, Padre Pio) interpreta Amerigo Dumini; Lorenzo Zurzolo (EO, Prisma, Baby) è invece Italo Balbo. E ancora Federico Mainardi (Il ritorno di Casanova, Il mammone) che interpreta Albino Volpi; Maurizio Lombardi (The Young Pope, The New Pope, 1992, Ripley) nei panni di Emilio De Bono;  Gianmarco Vettori (La Belva, Briganti, Padrenostro) in quelli di Dino Grandi; Gaetano Bruno (Martin Eden, Indivisibili, Il Cacciatore, Doc – Nelle tue mani) che interpreta Giacomo Matteotti; Paolo Pierobon (Rapito, Esterno notte, Qui rido io, 1994) nei panni di Gabriele D’Annunzio; Elena Lietti (Il Miracolo,Anna, Il sol dell’avvenire, Siccità) è Velia Titta, moglie di Giacomo Matteotti; Gianluca Gobbi (Fabrizio De Andrè – Principe Libero) nel ruolo di Cesare Maria de Vecchi; Gabriele Falsetta (Io sono l’amore) in quello di Roberto Farinacci. Vincenzo Nemolato (La chimera, Tutto chiede salvezza, Supersex) interpreta Vittorio Emanuele III.

La trama di M – Il Figlio del Secolo

“M – Il Figlio del Secolo” racconta l’ascesa politica di Mussolini e della sua creatura: il fascismo. Prima un movimento, poi un partito che Mussolini conduce fino al vertice del governo italiano per poi sovvertire la democrazia e instaurare la dittatura.

Attraverso un linguaggio contemporaneo – con Mussolini che rompe la quarta parete e si rivolge direttamente a noi per rivelarci i suoi pensieri più inconfessabili e commentare le svolte della Storia – la serie offre un ritratto originale, “pop”, a tratti pregno di umorismo nero, dell’uomo che, pur avendo tradito ideali, persone e istituzioni, pur essendosi macchiato di atti di violenza inaudita, fece innamorare di sé l’Italia intera, diventandone l’incontrastato Duce.

Corti in Cortile, il Cinema in breve: i dettagli della XVI edizione

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Si inaugura l’11 settembre la XVI edizione del Festival internazionale del cortometraggio Corti in Cortile, il Cinema in breve. In programma, oltre ai 21 cortometraggi in concorso, numerosi panel e tavole rotonde, talk, masterclass e, visto il successo dello scorso anno, il Film Market, il primo networking per gli operatori dell’industria del cinema del Sud Italia.

Attesissimo appuntamento di fine estate, Corti in cortile, il Cinema in breve inaugura la sua sedicesima edizione l’11 settembre, come di consueto presso il Palazzo della Cultura di Catania (Palazzo Platamone).

Il Festival, sotto la direzione artistica di Davide Catalano, inserito nella rassegna Catania Summer Fest 2024 e co-organizzato dall’Associazione Visione Arte, dal Comune di Catania e riconosciuto e finanziato dall’Assessorato al Turismo della Regione Sicilia, avrà quest’anno anche il patrocinio dell’Accademia delle Belle Arti di Catania e di Giffoni.

Un’edizione, la sedicesima, che si presenta con alcune novità. Innanzitutto i giorni della manifestazione, che diventano cinque.

Le prime due giornate del festival sono dedicate a importanti panel incentrati sulla distribuzione e il product placement e verranno, inoltre, proiettati corti appartenenti a una speciale sezione Documentari, a cura di Maria Arena – regista e docente dell’ABACT – in collaborazione con l’Accademia delle Belle Arti di Catania, che, sebbene fuori concorso generale, competeranno per un premio ad hoc, consistente in un anno di distribuzione sulla piattaforma Prime Video.

Le serate di proiezione dei corti in concorso, invece, restano tre, dal 13 al 15 settembre. Degli oltre 100 cortometraggi arrivati da tutto il mondo, ne sono stati selezionati 21; al vincitore andrà un anno di distribuzione su Prime Video e uno stage in una casa di produzione tra quelle aderenti alla manifestazione.

A giudicare i corti in concorso, una giuria di esperti, presieduta da Cateno Piazza, Presidente di FCS – Coordinamento Festival del Cinema in Sicilia, e composta da Sabina Murabito, responsabile della Comunicazione/Informazione – Film Commission Comune di Catania, Antonio Chiaramonte, produttore cinematografico della società di produzione Cinemaset, Stefano Raffaele, autore della trasmissione Stracult, Vincenzo Di Silvestro, musicista/violinista/compositore/cantautore, Antonio Mannino, Direttore Artistico di Etna Comics, Marta Limoli, attrice e autrice, Simone Dei Pieri, Direttore Artistico del Catania Book Festival e Patrizia Schiavo, distributore cinematografico estero della società di produzione Cinemaset.

La somma dei voti della giuria di esperti e quelli della giuria popolare che si esprimerà nel corso delle serate di proiezione, decreterà i vincitori delle varie categorie, che verranno premiati domenica 15 settembre.

Altra novità dell’edizione 2024 è la proposta di numerosi e interessanti eventi collaterali la proiezione dei cortometraggi in concorso, accomunati dal tema dell’inclusività; è il caso, ad esempio, dell’incontro e dibattito sui migranti che si terrà il 12 settembre alle 19.00 all’Auditorium Concetto Marchesi di Palazzo Platamone. Frutto della collaborazione con Refugees Welcome Italia, organizzazione indipendente che promuove la mobilitazione dei cittadini e delle cittadine per favorire l’inclusione sociale di persone rifugiate e migranti, l’incontro prevede la proiezione del cortometraggio Mångata della regista Maja Costa (già vincitore a Corti in Cortile 2023 per la Miglior Regia) e di Boza or die di Alessio Genovese, cui seguirà un dibattito (moderato da Andrea Rabbito – professore ordinario di Cinema, fotografia e televisione presso l’Università degli Studi di Enna “Kore”- e Davide Catalano) alla presenza del Prof. Cataldo Salerno – Presidente dell’Università degli Studi di Enna “Kore” -, di Ahmed Osman – Responsabile Attivismo Refugees Welcome Italia ETS -, di Ismail Adams – Attivista RWI/Gruppo territoriale Catania – e della regista Maja Costa.

Completano gli interessanti eventi collaterali, infine, la speciale serata Stracult dedicata al cinema siciliano con Guia Jelo, Aurelio Grimaldi, Aurora Quattrocchi e Alfio D’Agata e moderata da Marco Giusti e Stefano Raffaele, (il 12 settembre alle 21.00), lo spettacolo transmediale (il 13 settembre alle 21.00) Rageen vol. I degli Okiees – cui ha partecipato anche Pippo Delbono -, il dibattito (il 14 settembre, alle 18.00) a cura della dottoressa Susanna Basile, psicosessuologa e saggista, incentrato sulla serie TV Sex Education e l’incontro/talk con Danilo Arena (il 15 settembre alle 18.30), attore tra l’altro di Vanina – Un vicequestore a Catania, Il Cacciatore e Comandante, che per l’occasione firmerà anche le copie del suo ultimo lavoro come cantautore, Lettere mai spedite.

Il Premio alla Carriera, infine, quest’anno sarà consegnato al regista, sceneggiatore e scrittore Aurelio Grimaldi (il 14 settembre alle 20.00). A condurre le serate di questa spumeggiante edizione di Corti in Cortile, il Cinema in breve, infine, il conduttore, doppiatore, vocista e giornalista siciliano Antonello Musmeci.

Masters of the Universe: Alison Brie interpreterà la villain Evil-Lyn

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Alison Brie (Mad Men, Community) ha ottenuto il ruolo della cattiva Evil-Lyn nel film live-action Masters of the Universe di Amazon MGM Studios e Mattel Films. Come riportato da Deadline, la Brie si unisce così a un ensemble guidato da Nicholas Galitzine nel ruolo del Principe Adam alias He-Man e Camila Mendes, che interpreterà Teela. L’ultima bozza della sceneggiatura è stata scritta da Chris Butler.

Parte del franchise dei Masters of the Universe fin dai primi giorni, Evil-Lyn è stata introdotta sia nella linea di giocattoli della Mattel che nella serie animata He-Man and the Masters of the Universe nel 1983. Maga dalle formidabili capacità magiche, è una delle più fidate e potenti alleate della nemesi di He-Man, Skeletor. Nel film, molto probabilmente, li vedremo dunque l’uno al fianco dell’altra per cercare di ostacolare He-Man. Non resta a questo punto che attendere di poter avere un primo sguardo ad Alison Brie con il costume di questa iconica villain.

Tutto quello che sappiamo sull’adattamento di Masters of the Universe

Masters of the Universe” ha affrontato un viaggio particolarmente tortuoso di oltre due decenni per arrivare al grande schermo. Il progetto è stato avviato dalla Warner Bros. e dalla Sony prima di passare a Netflix, che lo ha poi eliminato dai suoi programmi nel 2023 per problemi di budget. Innumerevoli registi, tra cui il regista di “Kung Fu PandaJohn Stevenson, il regista di “WickedJon M. Chu, il regista di “Charlie’s AngelsMcG e il duo di “The Lost CityAaron e Adam Nee, si sono avvicendati alla regia del progetto dal 2007.

L’attore di “West Side Story”, Kyle Allen, era a un certo punto collegato al ruolo di He-Man ma non è chiaro quando le trattative si siano interrotte. Chris Butler sta scrivendo la sceneggiatura dopo che David Callaham e i fratelli Nee avevano fatto un primo tentativo, basato sull’action figure del 1982. I dettagli della trama non sono per ora stati resi noti.

Secondo una precedente sinossi dello studio, il film segue il Principe Adam, alias He-Man, che da bambino precipita sulla Terra con un’astronave e, decenni dopo, torna sul suo pianeta natale per difenderlo dalle forze malvagie del cattivo conosciuto come Skeletor. Ma per sconfiggere il potente cattivo, deve scoprire i misteri del suo passato e diventare He-Man, definito in questo mondo “l’uomo più potente dell’universo”.

Taxi Monamour: recensione del film di Ciro De Caro – Venezia 81

Taxi Monamour: recensione del film di Ciro De Caro – Venezia 81

Alla 18esima edizione della Festa del Cinema di Roma, Caterina Carone aveva incantato il pubblico con I limoni d’inverno, una delicata riflessione su due solitudini che ritrovano la gioia di vivere l’una nell’altra. Un tema simile è al centro di Taxi Monamour di Ciro De Caro, presentato alla 21esima edizione delle Giornate degli Autori durante la Mostra del Cinema di Venezia. Questa volta, però, sono due donne a dominare la scena: Anna e Nadiya, interpretate rispettivamente da Rosa Palasciano, qui anche in veste di sceneggiatrice, e Yeva Sai, nota per il ruolo di Alina in Mare Fuori. Il film, distribuito da Adler Entertainment, ha debuttato nelle sale il 4 settembre.

Taxi Monamour, la trama

Anna e Nadiya sembrano due persone diverse, ma in realtà entrambe condividono la stessa solitudine e un dolore enorme. Anna è provata dalla sua malattia, che non ha svelato alla sua famiglia con la quale ha un rapporto conflittuale, mentre Nadiya è stanca di vivere in Italia e vorrebbe tornare in Ucraina, da cui era fuggita a causa della guerra. Il loro incontro sarà un toccasana per le loro vite in disequilibrio: condividendo momenti di spensieratezza, le due donne si lasciano andare a parentesi di leggerezza e libertà, che le aiuta ad affrontare meglio il loro complesso percorso. La meraviglia di un’amicizia reale, che non ha interessi come quella delle due protagoniste, è che può alleggerirti il pesante carico e renderti, per un attimo, felice.

Taxi Monamour

Due solitudini che si incontrano

Come ha spiegato la stessa Palasciano, Taxi Monamour è nato da un’immagine potente: due donne sedute su una spiaggia in inverno, osservando il mare. Un frammento di quotidianità intriso di malinconia, stemperato però da momenti di leggerezza e intimità. Non c’era bisogno di molte parole, perché la loro semplice presenza l’una accanto all’altra era già carica di significato. Questo istante è stato trasformato da De Caro in un film delicato e poetico, costruito sulle spalle di due personaggi femminili che colpiscono per la loro intensità e autenticità. Anna e Nadiya portano con sé ferite profonde: la malattia da un lato, la guerra dall’altro. Il loro incontro non mira a “salvarsi” a vicenda, ma piuttosto ad alleviare il dolore delle loro ferite in modo assolutamente dolce. La loro relazione non è una cura, ma una tregua emotiva, un sollievo nato dalla compagnia e dalla solidarietà femminile, che innesca in loro un senso di libertà.

La macchina da presa si avvicina alle protagoniste con delicatezza, costruendo un racconto visivo che esplora la bellezza della complicità e del supporto reciproco. Anna e Nadiya sono seguite con affetto e rispetto: il regista ha infatti saputo catturare l’intimità di un’amicizia che si nutre di sincerità e supporto reciproco, senza mai esagerare. La sua capacità di immortalare momenti di connessione vera tra le due donne diventa così il cuore pulsante di un film che celebra la forza di un legame nato dalla condivisione delle proprie fragilità. Le interpretazioni di Rosa Palasciano e Yeva Sai sono commoventi e ben eseguite, dimostrando di avere quella chimica necessaria che dona al film la sua forza emotiva. Entrambe le attrici offrono performance toccanti, in grado di trasmettere la complessità dei loro personaggi senza mai cadere nel sentimentalismo. Ed è soprattutto grazie a questo che Taxi Monamour riesce a coinvolgere totalmente lo spettatore, lasciandolo non indifferente una volta sopraggiunti i titoli di coda.

Will Smith abbandona il film d’azione Sugar Bandits

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Will Smith abbandona il film d’azione Sugar Bandits

Will Smith ha lasciato il suo ruolo di co-protagonista nel prossimo film d’azione Sugar Bandits. A quanto si apprende da Deadline, Smith e la sua casa di produzione Westbrook rimarranno produttori del progetto ad alto budget, le cui riprese dovevano iniziare nei prossimi mesi ma che si erano arenate a causa dell’incertezza sull’impegno di Smith sullo schermo.

Si dice che Smith stia abbandonando il ruolo di attore a causa di conflitti di programmazione. Tuttavia, non è chiaro quale progetto, se mai ce ne sarà uno, verrà invece accelerato per la star. Si dice che Westbrook stia cercando di cambiare il ruolo di Smith e che abbia ancora intenzione di girare Sugar Bandits nel 2025. Tuttavia, ora c’è un punto interrogativo sulle prospettive del film. Il progetto, del valore di circa 80 milioni di dollari, è stato venduto in tutto il mondo all’EFM e a Cannes a importanti distributori indipendenti e ad Amazon Prime con l’intesa che Smith ne sarebbe stato il protagonista.

Di cosa parla Sugar Bandits?

Il vincitore dell’Oscar Will Smith doveva interpretare un ex soldato delle forze speciali che dirige una squadra di vigilantes d’élite impegnata a stroncare il traffico di droga a Boston. Il regista di Senza rimorso e Soldado, Stefano Sollima è salito a bordo come regista all’inizio dell’anno. Il film è basato sulla sceneggiatura e sul romanzo Devils In Exile di Chuck Hogan (The Town). Il film era già in fase di pre-produzione in vista delle riprese previste a Montreal. Una volta concordata la data di inizio delle riprese, sarebbero arrivate offerte ad altri attori.

Will Smith è tornato al botteghino quest’estate con Bad Boys: Ride or Die, che ha fruttato oltre 400 milioni di dollari di incassi nelle sale cinematografiche di tutto il mondo. È possibile che il successo di questo film abbia favorito la realizzazione di un film in studio più grande per la star.

X-Men ’97: Beau DeMayo risponde alle accuse di cattiva condotta e denuncia il razzismo dei Marvel Studios

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Dopo aver giurato di condividere la sua versione della storia su OnlyFans, lo showrunner di X-Men ’97 Beau DeMayo, licenziato dal ruolo poco prima della messa in onda della serie, ha ora effettivamente rivelato di più del suo scontro con i Marvel Studios e la Disney in una nuova intervista con Deadline. Questo avviene dopo che, il mese scorso, un’ondata di accuse su di lui ha iniziato a circolare online, suggerendo che avesse inviato foto inappropriate a colleghi e forse anche fatto avances fisiche indesiderate.

Inizialmente DeMayo aveva detto di essere stato licenziato per aver pubblicato fan art LGBTQ, suscitando una risposta severa da parte dei Marvel Studios e poi mormorii di cattiva condotta sessuale. “Le voci che si stanno diffondendo online su di me sono menzognere e offensive, ma la cosa più preoccupante è che si tratta di una campagna diffamatoria progettata per screditare la mia credibilità al fine di coprire l’egregia cattiva condotta pregiudizievole che si estende da alcuni membri della troupe di X-Men ’97, fino ai vertici dei Marvel Studios”, ha dichiarato oggi DeMayo.

Affermando che “queste accuse di grave cattiva condotta sono false”, ha aggiunto che i Marvel Studios promuovono un “ambiente tossico” e “condizioni di lavoro quasi criminali” che “mettono gli individui l’uno contro l’altro, alimentano la paranoia per garantire il rispetto delle regole”. DeMayo sostiene inoltre che “essere gay, nero e aperto ai Marvel Studios” era il vero problema e dopo aver riconosciuto che “i conflitti di personalità accadono” e che lui “non è la tazza di tè di tutti”, l’ex showrunner di X-Men ’97 ha affermato di “non sentirsi più al sicuro nello studio in quanto gay nero”.

Ma non è tutto, come ha aggiunto in seguito: “Alla fine, le offese che Marvel e altri hanno fatto trapelare hanno lo scopo di distrarti da ciò che li ha veramente offesi. Qualcuno come me ha osato dire la verità a persone come loro. Volevano che fossi il timbro nero di approvazione di questo progetto, io ho rifiutato. Volevano cancellare gli aspetti della mia personalità che si scontravano o si rivelavano scomodi con le narrazioni sbagliate che volevano stabilire. Ho rifiutato. Hanno cercato di intimidirmi con minacce esplicite e implicite”.

Non mi hanno intimidito. Tutto ciò che hanno fatto da allora è stato progettato non solo per mettermi a tacere e diffamarmi, ma per schiacciarmi e ricordarmi di conoscere il mio ruolo. Ho le ricevute e i testimoni oculari, finché non smetterete di costringerli a mentire, potete continuare ad attaccarmi con bugie e disinformazione, ma possiamo diventare la versione più brutta e fastidiosa di questo o potete iniziare a comportarvi come uno studio degno di uno show come X Men ’97”.

Ora, l’avvocato di DeMayo ha intentato un processo accelerato per ottenere la rimozione di una presunta “clausola illegale di non discriminazione” dai documenti del pacchetto di uscita dello showrunner. La denuncia sostiene che tale clausola era intesa a “mettere la museruola a un uomo nero apertamente gay e a limitare i suoi diritti statutari”. Come ci si può aspettare, si tratta di una situazione complicata, che sembra destinata a mettere DeMayo contro la House of Mouse, con esiti potenzialmente poco chiari.

Quello che c’è da sapere su X-Men ’97

X-Men ’97 si è rivelato un grande successo di critica e di fan: il finale del 15 maggio, “La tolleranza è l’estinzione, parte 3”, ha raccolto 3,5 milioni di visualizzazioni a livello globale nei primi cinque giorni su Disney+, diventando il finale di serie animata più visto dalla prima stagione di What If…?.

I Marvel Studios hanno chiaramente preso atto della popolarità della serie e stanno finalmente procedendo con il tanto atteso reboot degli X-Men in live-action. Recentemente abbiamo saputo che lo scrittore di Hunger Games – La ballata dell’usignolo e del serpente sarà lo sceneggiatore Michael Lesslie.

Il cast vocale di X-Men ’97 include Ray Chase nei panni di Ciclope, Jennifer Hale nei panni di Jean Grey, Alison Sealy-Smith nei panni di Tempesta, Cal Dodd nei panni di Wolverine, JP Karliak nei panni di Morph, Lenore Zann nei panni di Rogue, George Buza nei panni di Bestia, AJ LoCascio come Gambit, Holly Chou come Jubilee, Isaac Robinson-Smith come Bishop, Matthew Waterson come Magneto e Adrian Hough come Nightcrawler.

The Batman – Parte 2: Matt Reeves condivide i primi dettagli ufficiali sulla trama

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Le voci relative ai piani del regista di The Batman, Matt Reeves, per il suo attesissimo sequel si sono susseguite sin da poco dopo l’annuncio del film, e finalmente abbiamo un aggiornamento ufficiale sulla trama di The Batman – Parte 2 direttamente dal regista stesso. Reeves ha infatti condiviso una bozza della storia durante una nuova intervista con SFX Magazine, confermando che il film vedrà ancora una volta Batman indagare su un mistero. Non rivela nulla di troppo significativo, oltre a questo, ma i suoi commenti hanno scatenato molte speculazioni online.

Abbiamo condiviso [la sceneggiatura] con la DC e loro sono super eccitati”, ha dichiarato alla rivista. “Approfondirà la storia epica di una corruzione più profonda e si addentrerà in luoghi che [Bruce Wayne] non poteva nemmeno prevedere nel primo film”. Corruzione più profonda a Gotham City? Sembra che il Cavaliere Oscuro potrebbe incontrare la Corte dei Gufi! Questa setta oscura è stata introdotta nelle pagine della serie New 52 dello scrittore Scott Snyder e dell’artista Greg Capullo come organizzazione dei cittadini più ricchi e influenti di Gotham.

Il gruppo operava in segreto ed era rimasto sconosciuto tra la popolazione della città, a parte alcune leggende metropolitane incentrate sulla loro reputazione di macabri assassinii compiuti da agenti indottrinati noti come Talon. Naturalmente ci sono altre possibilità per l’antagonista o gli antagonisti principali del sequel, ma per quanto riguarda i cattivi contro cui il Crociato incappucciato potrebbe o non potrebbe scontrarsi, Reeves ha indicato che alcuni personaggi “fantastici” sono fuori discussione.

Per me era importante trovare un modo per prendere queste icone pop, questi personaggi mitici che tutti conoscono, e tradurli in modo che Gotham sembri un luogo del nostro mondo”, ha aggiunto. “Potremmo spingerci al limite del fantastico, ma non andremmo mai verso il fantastico completo. È destinato a sembrare abbastanza concreto”. Non resta a questo punto che attendere che il film entri in produzione per poter avere maggiori informazioni riguardo alla trama e ai personaggi che ne faranno effettivamente parte.

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Tutto quello che sappiamo su The Batman – Parte 2

Come già sottolineato, The Batman – Parte 2 ha dovuto fare i conti con una serie di indiscrezioni sulla produzione. Di recente, Jame Gunn è dovuto intervenire per smentire le voci secondo cui Boyd Holbrook sarebbe stato scritturato per interpretare Harvey Dent/Due Facce. L’inizio delle riprese del sequel era previsto per il novembre 2023, con un’uscita prevista per l’ottobre 2025. Tuttavia, in seguito agli scioperi della WGA e della SAG-AFTRA del 2023, The Batman – Parte 2 è stato rinviato all’ottobre 2026. Le riprese del sequel inizieranno alla fine di quest’anno.

Reeves spera che il suo prossimo film su Batman abbia lo stesso successo del primo. The Batman del 2022 ha avuto un’ottima performance al botteghino, incassando oltre 772 milioni di dollari in tutto il mondo e ottenendo un ampio consenso da parte della critica. Queste recensioni entusiastiche sono state portate avanti nella stagione dei premi, visto che il film ha ottenuto quattro nomination agli Oscar. Nel frattempo, Reeves è intenzionato a espandere la serie DC Elseworlds, dato che la serie spin-off di Batman, Il Pinguino, con Colin Farrell nei panni del boss della mafia, è prossima all’uscita. Con Farrell che ha annunciato una serie molto violenta, The Penguin debutterà su Max a settembre.

L’uscita di The Batman – Parte 2 è prevista per il 2 ottobre 2026. Nel cast Robert PattinsonZoë KravitzJeffrey WrightAndy SerkisColin Farrell.

The Life of Chuck: le prime immagini del film tratto dal racconto di Stephen King

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In vista della sua anteprima al Toronto International Film Festival, sono arrivate online le immagini in anteprima del prossimo adattamento di The Life of Chuck di Mike Flanagan, tratto da un racconto di Stephen King. Vanity Fair ha infatti pubblicato una manciata di immagini del film, incentrato sulla vita di Charles Krantz, che muore a 39 anni… all’inizio del film. Nelle interviste, il cast e i creatori del film lo descrivono come un film positivo e di incoraggiamento alla vita, quindi non aspettatevi il solito orrore alla King – questo è più nello spirito di Le ali della libertà o Stand By Me.

Non è nemmeno la prima volta che Flangan si cimenta con King; è salito alla ribalta in gran parte grazie al suo adattamento di successo de Il gioco di Gerald, a cui ha fatto seguito Doctor Sleep. The Life of Chuck, come anticipato, è basato su un racconto dell’antologia If It Bleeds, che contiene anche il racconto Mr. Harrigan’s Phone, adattato per Netflix e di prossima uscita. Il film è interpretato da Tom Hiddleston, Mark Hamill, Chiwetel Ejiofor, Karen Gillan, Matthew Lillard, Heather Langenkamp e alcuni attori abituali di Flanagan, tra cui Rahul Kohli e David Dastmalchian.

Il logline del progetto lo caratterizza come “tre storie separate collegate per raccontare la biografia di Charles Krantz al contrario, iniziando dalla sua morte per un tumore al cervello a 39 anni e finendo con la sua infanzia in una casa presumibilmente infestata”. Di seguito, ecco il post di Flanagan dove si riportano le immagini condivise da Vanity Fair:

Tom Hiddleston parla di The Life of Chuck

Parlando con Josh Horowitz, Hiddleston ha infatti raccontato quanto si sia divertito a girare La vita di Chuck, paragonandolo al celebre film Le ali della libertà, non solo considerato uno dei migliori film della storia ma anche uno dei migliori adattamenti di un’opera di King.

Quello che mi è piaciuto di questo progetto e del racconto da cui è tratto, è che sembra richiamare quello stesso Stephen King che ha scritto Le ali della libertà. C’è un calore e un tipo di spirito che è davvero dalla parte della vita, una cosa a cui mi sono davvero legato quando l’ho letta. Era una sceneggiatura straordinaria. Mi ci sono immedesimato immediatamente. E poi, è Mike Flanagan che ha scritto la sceneggiatura. Quando ci siamo incontrati, ho detto che era fantastico. Posso venire a farlo? Posso venire a farlo, per favore? E sì, ci siamo divertiti molto“.

Parole che fanno dunque ben sperare per questo nuovo progetto, con Flanagan che, come noto, si sta affermando come un grande esperto delle opere di King, nonché suo principale adattatore per il cinema.

Alien: Romulus, un concept art svela l’inquietante aspetto alternativo della Prole

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Alien: Romulus si è rivelato un successo di pubblico e di critica, rilanciando di fatto il franchise di Alien dopo che i fan avevano atteso per anni di vedere la saga fantascientifica riportata nella cultura pop, e gran parte del suo successo è dovuto ai modi in cui il regista Fede Álvarez si è fatto ambizioso con il materiale di partenza. Una delle sequenze più memorabili è stata quella finale, che ha visto un bizzarro ibrido umano-alieno attaccare i nostri eroi, con questa creatura chiamata “Prole”.

Su Twitter, il concept designer Col Price ha ora condiviso alcuni primi disegni della progenie che sono stati sperimentati prima di arrivare al macabro personaggio che appare in Alien: Romulus.

Durante Alien: Romulus, [Fede Álvarez] ci ha incoraggiato a provare l’ibrido. Non mi occupo molto di creature, ma ho fatto un tentativo con lo sculpt dei nomadi. So che a Fede sono piaciuti molto. È stato molto divertente”, ha commentato Price nella didascalia delle foto. La Prole del finale è certamente uno dei momenti più discussi di Romulus, anche se non tutte le conversazioni sono state positive, poiché alcuni spettatori hanno criticato l’assurdità della cosa. Tuttavia, non è la prima volta che il franchise esplora temi di questo tipo.

Alien: Resurrection si concludeva infatti con una creatura che era una grottesca miscela di DNA umano e alieno. Inoltre, il prequel Prometheus di Ridley Scott ha confermato che il familiare xenomorfo è il risultato della combinazione di DNA alieno e umano, con la progenie di Alien: Romulus che rappresenta solo una delle forme che tale combinazione genetica può assumere. Di seguito, ecco il concept art rilasciato da Col Price:

Alien: Romulus, tutto quello che sappiamo sul film

Il film Alien: Romulus è interpretato da Cailee Spaeny  (Priscilla), David Jonsson (Agatha Christie’s Murder is Easy), Archie Renaux (Tenebre e ossa), Isabela Merced (The Last of Us), Spike Fearn (Aftersun) e Aileen Wu. Alien: Romulus è diretto da Fede Alvarez (La casa, Man in the Dark) da una sceneggiatura scritta dallo stesso Alvarez insieme al suo frequente collaboratore Rodo Sayagues (L’uomo nel buio – Man in the Dark), basata sui personaggi creati da Dan O’Bannon e Ronald Shusett.

Nel film, un gruppo di giovani coloni spaziali, mentre rovista nelle profondità di una stazione spaziale abbandonata, si ritrova faccia a faccia con la forma di vita più terrificante dell’universo. Dovranno allora cercare di sopravvivere e impedire che quel male possa diffondersi. Il film è al cinema dal 16 agosto.

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Steven Yeun potrebbe ricoprire un altro ruolo nel MCU dopo aver abbandonato Thunderbolts*

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Dopo le voci che giravano in rete, a gennaio abbiamo avuto la notizia ufficiale che Steven Yeun non sarebbe più apparso nel film Thunderbolts* dei Marvel Studios, mentre l’attore di Top Gun: Maverick e Salem’s Lot, Lewis Pullman ha preso il suo posto poco dopo. Sebbene il personaggio che Yeun avrebbe interpretato non sia ancora stato ufficialmente confermato, il creatore di The Walking Dead e Invincible, Robert Kirkman, è uscito allo scoperto e ha dichiarato: “Il mio buon amico Steven Yeun interpreterà Sentry in un film” qualche tempo dopo.

Sì, mi ha chiamato, è andato a fare la prova costume. Spero di non essere… Non credo che questo sia uno spoiler o qualcosa che possa mettere nei guai qualcuno. Non so, forse. Vedremo. Non mi interessa. Non lavoro per la Marvel. Cosa mi faranno? Mi ha chiamato e mi ha detto: “Sono appena tornato da una prova costume per Sentry. Immagino che io faccia solo supereroi gialli e blu”. Ha detto che era alla prova costume e ha pensato: “Avevo dimenticato che anche Invincible è giallo e blu’”.

Yeun non è mai entrato troppo nei dettagli sul motivo per cui ha deciso di separarsi dal film, ma ha citato gli scioperi di Hollywood come una delle sue ragioni. “Penso che per me il tempo che passa e le cose che si spostano mi abbiano spinto ad abbandonare il film”, ha spiegato Yeun in una recente intervista. “Ma voglio ancora fare un film della Marvel!”, ha aggiunto. Ebbene, l’attore potrebbe effettivamente ancora avere la sua occasione, perché lo scooper MTTSH riporta che Yeun sarebbe ora in trattative con i Marvel Studios per interpretare un altro personaggio del MCU.

Al momento non ci sono conferme né suggerimenti su quale ruolo potrebbe interpretare.

Tutto quello che c’è da sapere su Thunderbolts*

Diretto da Jake Schreier (Paper Towns), il cast di Thunderbolts* comprende Sebastian Stan nel ruolo di Bucky Barnes, Hannah John-Kamen nel ruolo di Ava Starr alias Ghost, Wyatt Russell nel ruolo di John Walker, David Harbour nel ruolo di Alexei Shostakov alias Red Guardian, Olga Kurylenko nel ruolo di Antonia Dreykov alias Taskmaster, Harrison Ford nel ruolo del Generale Thaddeus ‘Thunderbolt’ Ross e Lewis Pullman nel ruolo di Bob alias Sentry. Florence Pugh riprende il ruolo di Yelena Belova, sorella di Vedova Nera (e una delle parti migliori della serie Marvel Disney Plus Occhio di Falco).

Inoltre, Julia Louis-Dreyfus interpreta Valentina Allegra de Fontaine, con Geraldine Viswanathan nei panni di Mel, la sua assistente (che sostituisce una Ayo Edebri estremamente impegnata e piena di impegni). Lo sceneggiatore di Black Widow e Thor: Ragnarok Eric Pearson si unisce agli sceneggiatori di Beef Lee Sung Jin e Joanna Calo. Un trailer è stato mostrato a porte chiuse al San Diego Comic-Con. Thunderbolts* arriverà nelle sale il 5 maggio 2025, in ritardo rispetto alla precedente data di uscita del 20 dicembre 2024 a causa degli scioperi della WGA e della SAG-AFTRA. Nel frattempo, restate aggiornati sul MCU con la nostra guida alla storia della Fase 5 della Marvel e con uno sguardo a ciò che deve ancora venire nella Fase 6 della Marvel.

Batman: Michael Keaton “non capirà mai” perché le persone avessero problemi con il suo casting

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Quando Michael Keaton fu annunciato per la prima volta come Bruce Wayne in Batman alla fine degli anni ’80, la reazione dei fan dei fumetti dell’epoca non fu positiva. L’attore non aveva mai interpretato un personaggio che avesse qualcosa in comune con il Cavaliere Oscuro e si dice che circa 50.000 fanboy abbiano scritto alla Warner Bros. per protestare contro il casting, ritenendo che Keaton – reduce da Beetlejuice – Spiritello porcello non possedesse la giusta cupezza per interpretare Batman.

Il Batman del 1989 finì poi per essere un successo e Batman – Il ritorno fu accolto altrettanto bene quando seguì tre anni dopo, nel 1992. In effetti, Keaton è ancora considerato tra i migliori interpreti che hanno indossato mantello e maschera. Ieri Tim Burton ha ricevuto una stella sulla Hollywood Walk of Fame in occasione dell’uscita di Beetlejuice Beetlejuice questo fine settimana. Keaton era presente per introdurre il suo collaboratore di lunga data e ha riflettuto sulla sua esperienza con Batman.

Mi consegna una sceneggiatura e mi dice: ‘Dimmi cosa ne pensi’”, ha osservato Keaton. “Questo dopo Beetlejuice. Dopo quella performance. Dopo quel tipo di film. Dice allo studio: ‘Voglio quell’uomo’. Non capirò mai perché qualcuno se ne sia interessato”. “Il clamore… avresti pensato che ci stessero invadendo. È stato incredibile. La stampa era impazzita. Ma lui era al mio fianco. Il coraggio che ci è voluto per sostenere quella decisione sarà sempre apprezzato da me”.

Ha poi aggiunto: “Ciò che quel film ha generato… ci sono molte persone che fanno un sacco di soldi con i loro film di supereroi grazie alla sua scelta e alla sua visione di ciò che quei film potevano essere, perché ha cambiato tutto”. Questo fa eco ad altri recenti commenti di Keaton, che ha detto che Burton “merita un enorme credito” per aver cambiato i blockbuster di Hollywood con Batman. Ha poi sottolineato: “Non posso necessariamente dirlo, ma è molto probabile che non ci sarebbe un Universo Marvel o un Universo DC senza Tim Burton!”.

IDDU con Toni Servillo e Elio Germano in concorso a Venezia 81

IDDU con Toni Servillo e Elio Germano in concorso a Venezia 81

Sarà presentato stasera in concorso all’81. Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica di IDDU di Fabio Grassadonia e Antonio Piazza. Nel cast protagonisti Toni Servillo, Elio Germano, Daniela Marra, Barbora Bobulova, Giuseppe Tantillo, Fausto Russo Alesi, Antonia Truppo, Tommaso Ragno, Betti Pedrazzi, Filippo Luna, Rosario Palazzolo, Roberto De Francesco, Vincenzo Ferrera, Maurizio Marchetti, Gianluca Zaccaria, Lucio Patanè.

In merito al film i registi hanno commentato: “L’idea iniziale di questo film è nata dalla lettura dei numerosi pizzini ritrovati nel corso della lunga latitanza del capomafia Matteo Messina Denaro. Attraverso queste insolite lettere, il boss gestiva la sua vita in clandestinità e i suoi affari. I pizzini trascendevano però la funzione pratica di comunicazione criminale e lasciavano emergere aspetti della sua personalità e la natura del mondo tragico e ridicolo che intorno a lui volteggiava spericolatamente. Traendo libera ispirazione dai pizzini, Iddu racconta il carteggio fra Matteo, principe riluttante di un mondo insensato, e Catello, maschera grottesca di solare amoralità. Con Matteo e Catello ci immergiamo nel vuoto dentro il quale un popolo sguazza come fosse un gran mare baciato dal sole e dagli dei“.

La trama di IDDU

Sicilia, primi anni Duemila. Dopo alcuni anni in prigione per mafia, Catello, politico di lungo corso, ha perso tutto. Quando i Servizi segreti italiani gli chiedono aiuto per catturare il suo figlioccio Matteo, ultimo grande latitante di mafia in circolazione, Catello coglie l’occasione per rimettersi in gioco. Uomo furbo dalle cento maschere, instancabile illusionista che trasforma verità in menzogna e menzogna in verità, Catello dà vita a un unico quanto improbabile scambio epistolare con il latitante, del cui vuoto emotivo cerca di approfittare. Un azzardo che con uno dei criminali più ricercati al mondo comporta un certo rischio…

Kaos: recensione della nuova serie di Charlie Covell

Kaos: recensione della nuova serie di Charlie Covell

Dopo The end of the f***ing world, lo  sceneggiatore inglese Charlie Covell sorprende nuovamente il pubblico con Kaos. La serie è un’originale rivisitazione di alcuni miti greci, ambientati in una realtà in cui il politeismo si è mantenuto radicato nei secoli. Diretta da Runyararo Mapfumo (regista di Sex Education), Kaos è al momento formata da una sola stagione di otto episodi, ognuno di circa 50 minuti. Nel cast ritroviamo figure già note nel panorama cinematografico internazionale: Jeff Goldblum (Jurassic Park, Indipendence Day) qui interpreta Zeus, il dispotico ed eccentrico re degli dei, al suo fianco Janet McTeer (The menu) è nel ruolo di Era, regina dell’Olimpo. Altri personaggi principali sono interpretati dal britannico David Thewlis (Remus Lupin nell’universo di Harry Potter), il quale qui è nei panni di Ade, e Stephen Dillane (Stannis Baratheon ne Il trono di spade), che qui interpreta Prometeo.

Kaos: la caduta dell’Olimpo

Una linea appare, l’ordine si azzera

la famiglia cade, il caos regna.

Zeus vive allegramente sul monte Olimpo, circondato da sfarzo, con una schiera di servitori raccatta palle e  venerato da tutti gli umani. Pur essendo l’essere più potente dell’universo, la sua sete di potere e la paura di perdere il proprio trono si annidano continuamente nella sua mente. Ad amplificare la sua paura è la profezia che prevede la sua distruzione. L’apparire di una linea, di una ruga sul suo volto, sarà per Zeus l’inizio della sua fine.

Diverse sono le figure cruciali che dovranno adempiere al proprio destino affinché il dispotico re degli dei incontri il suo: Euridice dovrà morire, Orfeo dovrà scendere nell’Ade per riportarla indietro e Caronte dovrà aiutarlo. Tutto dovrà avvenire come previsto, e Prometeo, la voce narrante della storia, si premurerà, dall’alto della montagna in cui è stato esiliato da Zeus, che tutto vada secondo i piani.

Nel frattempo sulla terra gli dei non  sono più venerati come una volta: durante l’Olimpia, giorno sacro dedicato agli dei, viene profanato a Creta il tempio sacro. Zeus trama una feroce repressione contro tutti gli umani e gli dei ribelli.

Kaos: il politeismo ai giorni nostri

La mitologia greca può sembrare qualcosa di indicibilmente lontano rispetto ai giorni nostri: Kaos riesce a riempire questo gap temporale immaginando una società attuale in cui, presumibilmente, il cristianesimo e le altre religioni non siano mai esistite, in cui Creta è una grande potenza. In questo modo viene attualizzata la realtà terrestre, pur mantenendo alcune delle tradizioni legate proprio al politeismo: pur trattandosi di una società tecnologica come la nostra, continuano a perpetrarsi riti violenti quali i sacrifici umani in nome degli dei e le lotte all’ultimo sangue.

Gli stessi dei vengono rappresentati in una chiave più attuale: Poseidone, dio dei mari, vive in un enorme yacht in mezzo al mare, gli dei comunicano tra loro con un telefono e perfino le moire sono rappresentate come giudici che permettono agli umani di scendere nell’Ade!

A rendere la serie ancora più attuale contribuiscono anche le musiche utilizzate: lo stesso primo episodio si apre con la narrazione di Prometeo, accompagnata in sottofondo da Money for nothing dei Dire Straits. Dioniso, il dio del piacere, viene presentato sulle note di Gimme! Gimme! Gimme! degli ABBA.

Inesattezze mitiche

Nel vedere una serie come Kaos bisogna chiaramente tenere a mente che si tratta di una serie, un mero prodotto cinematografico, nel quale gli eventi narrati nei miti sono fusi e romanzati. Di conseguenza, per coloro che hanno una buona conoscenza della mitologia greca, sarà facile riconoscere come le vicende non rispecchino a pieno i personaggi dei miti.

Prima di tutto, non sono presenti dei miti specifici sulla morte di Zeus: il dio è soggetto al fato, forza superiore perfino a lui, ma il tema non è approfondito nella mitologia. Di conseguenza, il presupposto base della serie, presentato anche ne trailer, è un elemento inventato. Inoltre, la relazione segreta tra Poseidone ed Era non è presente nella mitologia greca.

Ciononostante, in Kaos ci sono abbastanza elementi vicini ai miti originali da attirare il pubblico verso questa rivisitazione: ne sono esempi Prometeo sospeso su una rupe con un aquila che gli divora costantemente il fegato e Orfeo che riesce a riportare indietro dall’oltretomba la sua amata.

Zeus il dio tiranno

In Kaos il re degli dei viene rappresentato in maniera assolutamente eccentrica e, specialmente all’inizio, comica. Con l’avanzare della preoccupazione per la sua profezia e del disappunto per il comportamento blasfemo degli umani, lo si vede pian piano mostrare, episodio dopo episodio, tutta la sua ferocia. Quando Zeus inizia a vedere anche gli altri dei come una minaccia, la sua violenta repressione si scatena anche contro di loro, dando così  lui stesso inizio alla sua fine.

Kaos risulta essere un prodotto originale, capace di attirare il pubblico. Con un finale cliffhanger in questa prima stagione, non resta che attendere e sperare in una seconda parte della serie!

Joker: Folie à Deux, Lady Gaga e Joaquin Phoenix nelle foto sul red carpet di Venezia 81

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Si è tenuta questa sera l’anteprima di Joker: Folie à Deux, il sequel del film Joker in concorso all’81. Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica diretto da Todd Phillips con Joaquin PhoenixLady Gaga, Brendan Gleeson, Zazie Beetz.

In merito al film il regista ha dichiarato: “Quando lavoravamo a Joker nel 2018 non avremmo mai immaginato che avrebbe toccato corde così profonde nel pubblico di tutto il mondo. Con Joaquin avevamo parlato di un sequel, ma mai seriamente, finché non abbiamo assistito alle reazioni che la storia di Arthur stava provocando. Sapevamo che per farne un seguito dovevamo superare noi stessi: volevamo creare qualcosa di folle e temerario come lo stesso Joker. Con Scott Silver abbiamo quindi scritto una sceneggiatura che approfondiva ulteriormente l’idea di identità. Chi è Arthur Fleck? E da dove viene la sua musica interiore?”

La trama di Joker: Folie à Deux

Joker: Folie à deux vede Arthur Fleck internato ad Arkham, in attesa di processo per i suoi crimini nelle vesti del Joker. Alle prese con la sua doppia identità Arthur non solo si imbatte nel vero amore, ma scopre anche la musica che ha sempre avuto dentro di sé.

Diva Futura: recensione del film di Giulia Louise Steigerwalt – Venezia 81

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Dopo l’esordio con Settembre, Giulia Louise Steigerwalt propone in Concorso all’81° edizione della Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica della Biennale di Venezia, il suo secondo film, Diva Futura, un biopic sulla vita di Riccardo Schicchi, che ha il volto di Pietro Castellitto.

Cosa racconta Diva Futura?

Italia, anni Ottanta-Novanta. Con la sua agenzia Diva Futura, Riccardo Schicchi rivoluziona la cultura di massa trasformando l’utopia hippy dell’amore libero in un nuovo fenomeno: il porno. Sotto la sua guida, “ragazze della porta accanto” come Ilona Staller, Moana Pozzi, Eva Henger e molte altre diventano all’improvviso dive di fama mondiale ed entrano nelle case degli italiani grazie al boom delle televisioni private e dei videoregistratori in VHS. L’espressione “pornostar”, coniata al tempo, segna l’inizio di una nuova era. L’impatto mediatico è talmente travolgente da sfociare nell’elezione al Parlamento di Ilona Staller, detta “Cicciolina”, nella nascita del Partito dell’Amore e nella candidatura di Moana Pozzi a sindaca di Roma. L’avventura di questa grande “famiglia” – dove esplodono gelosie, tormenti e contraddizioni i cui effetti generano una situazione fuori controllo nell’industria della pornografia – è raccontata attraverso lo sguardo di Debora, giovane segretaria dell’agenzia con un mutuo sulle spalle. Tutto questo è accaduto perché esisteva un desiderio tanto nascosto quanto grande: quello di tutti.

Una biografia affettuosa

Diva Futura racconta una storia che è collettiva e individuale. Se è vero che il punto di vista privilegiato/esterno è quello di Debora, una splendida Barbara Ronchi, è altrettanto vero che si tratta di un film biografico sulla visione di Riccardo Schicchi, che Castellitto mette in scena con grande dolcezza e ironia. Il personaggio che viene fuori dal ritratto di Giulia Louise Steigerwalt è delicato e tenero, di un uomo con una visione assolutamente controcorrente, l’unico che ha avuto la lucidità di affermare che “agli uomini piacciono le donne disinibite, purché non siano le loro compagne”.

Una mascolinità sana e femminista

Rappresentante sano di una mascolinità moderna e mai tossica, è comunque vittima delle sue gelosie e insicurezze in un mondo che cambia rapidamente intorno a lui e che trasforma il suo business in maniera imprevedibile. Il mondo del porno di Diva Futura è un mercato, una economia fiorente in cui le donne (le varie Staller, Henger e Pozzi sono co-protagoniste) sono veicolo di responsabilità economica ma sono sempre tutelate e “venerate”, come dice Castellitto/Schicchi, un modo di fare porno molto diverso da quello che poi verrà sdoganato dalla figura di Rocco Siffredi e che verrà anche influenzato dall’avanzare della tecnologia e dall’evoluzione della società. La vita di Schicchi non si conclude con una parabola ascendente, e questo Steigerwalt lo racconta con puntualità, peccato che poi il film stesso replica quella parabola, con una prima parte decisamente più interessante, ben scritta e divertente rispetto alla seconda.

Minecraft: il primo teaser trailer del film!

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Minecraft: il primo teaser trailer del film!

È passato molto tempo da quando è stato annunciato un film su Minecraft. Tuttavia, l’anno prossimo uscirà finalmente questo lungometraggio per la Warner Bros. e Legendary Pictures, il primo adattamento live-action per il grande schermo del videogioco più venduto di tutti i tempi. Di questo progetto è ora stato rilasciato il primo teaser trailer e il primo poster, dopo la fuga di notizie di quest’estate che ha permesso di dare un primo sguardo a diversi personaggi principali.

È chiaro che il film è stato realizzato pensando ai fan, quindi, se non avete mai giocato ai giochi di Minecraft, potreste rimanere a bocca aperta. Tutti sembrano divertirsi, tuttavia, e o il film ci sorprenderà o sarà un altro Borderlands. È difficile dirlo ora come ora. Intanto, con il primo trailer possiamo gettare un primo sguardo in particolare sull’estetica del film, che cerca di riprodurre quella morto particolare del videogioco, mentre a livello narrativo sembra ricalcare i recenti Jumanji: Benvenuti nella giungla e Jumanji: The Next Level.

Quello che sappiamo su Minecraft

Con un cast guidato da Jason Momoa (Aquaman e il Regno Perduto) e Jack Black (Super Mario Bros. – Il film), Minecraft è interpretato anche da Emma Myers (Mercoledì), Danielle Brooks (Peacemaker), Sebastian Eugene Hansen (Just Mercy) e Jennifer Coolidge (The White Lotus).

La sinossi recita: “Benvenuti nel mondo di Minecraft, dove la creatività non serve solo a creare oggetti, ma è essenziale per la sopravvivenza! Quattro disadattati – Garrett “The Garbage Man” Garrison (Momoa), Henry (Hansen), Natalie (Myers) e Dawn (Brooks) – si ritrovano a combattere con problemi ordinari quando vengono improvvisamente trascinati attraverso un misterioso portale nell’Overworld: un bizzarro paese delle meraviglie cubico che vive di immaginazione.

Per tornare a casa, dovranno dominare questo mondo (e proteggerlo anche da cose malvagie come i Piglins e gli Zombies) mentre si imbarcano in una ricerca magica con un inaspettato ed esperto artigiano, Steve (Black). Insieme, la loro avventura sfiderà tutti e cinque a essere coraggiosi e a riconnettersi con le qualità che rendono ciascuno di loro unico e creativo… le stesse abilità di cui hanno bisogno per prosperare nel mondo reale.

The Fantastic Four: First Steps, Ebon Moss-Bachrach avvistato sul set con la tuta MoCap

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Il mese scorso abbiamo visto per la prima volta La Cosa sul set di The Fantastic Four: First Steps. Uno stuntman è stato avvistato mentre indossava un vero e proprio costume del sempre amato Ben Grimm dagli occhi blu, il che ha portato a ipotizzare che l’eroe potesse essere una creazione principalmente pratica. In molti hanno sostenuto che questa Cosa fosse però usata come riferimento, ipotesi che sembrava probabile visti i commenti passati di Ebon Moss-Bachrach, che ha dichiarato di voler indossare una tuta in motion-capture come quella indossata da Mark Ruffalo nei film degli Avengers.

Ora, la star di The Bear è stata avvistata mentre si recava sul set a Londra, in Inghilterra, e sì, è proprio vestito con un costume MoCap. Questo dovrebbe fugare ogni timore che Moss-Bachrach sia presente solo per una performance vocale nel reboot dei Fantastici Quattro dei Marvel Studios. “In passato, credo che abbiano fatto un costume. Michael Chiklis indossava una tuta che a quanto pare era davvero scomoda, ma ormai… l’abbiamo superata”, ha spiegato l’attore durante la sua apparizione al Jimmy Kimmel Live all’inizio di quest’anno. “È una specie di cosplay, un po’ amatoriale, con la tecnologia che abbiamo”.

The Fantastic Four: First Steps – quello che c’è da sapere sul film

Il film è atteso al cinema il 25 luglio 2025. Come al solito con la Marvel, i dettagli della storia rimangono segreti. Ma nei fumetti, i Fantastici Quattro sono astronauti che vengono trasformati in supereroi dopo essere stati esposti ai raggi cosmici nello spazio. Reed acquisisce la capacità di allungare il suo corpo fino a raggiungere lunghezze sorprendenti. Sue, la fidanzata di Reed (e futura moglie), può manipolare la luce per diventare invisibile e lanciare potenti campi di forza. Johnny, il fratello di Sue, può trasformare il suo corpo in fuoco che gli dà la capacità di volare. E Ben, il migliore amico di Reed, viene completamente trasformato in una Cosa, con dei giganteschi massi arancioni al posto del corpo, che gli conferiscono una super forza.

Matt Shakman (“WandaVision”, “Monarch: Legacy of Monsters”) dirigerà The Fantastic Four: First Steps, da una sceneggiatura di Josh FriedmanJeff Kaplan e Ian SpringerPedro Pascal (Reed Richards) è noto al mondo per le sue interpretazioni in The MandalorianThe Last of Us e prima ancora in Game of ThronesVanessa Kirby (Sue Storm) ha fatto parte del franchise di Mission: Impossible e di Fast and Furious, mentre Joseph Quinn (Johnny Storm) è diventato il beniamino dei più giovani per la sua interpretazione di Eddie in Stranger Things 4Ebon Moss-Bachrach (Ben Grimm) sta vivendo un momento d’oro grazie al suo ruolo del cugino Ritchie in The Bear.

Fanno parte del cast anche Julia GarnerPaul Walter Hauser, John MalkovichNatasha Lyonne e Ralph Ineson nel ruolo di Galactus. Come confermato da Kevin Feige, il film avrà un’ambientazione nel passato, in degli anni Sessanta alternativi rispetto alla nostra realtà di Terra-616, per cui sarà interessante capire come i quattro protagonisti si uniranno agli altri eroi Marvel che conosciamo. Franklyn e Valeria Richards, figli di Reed e Sue, potrebbero comparire nel film.

Io e Lulù: la storia vera che ha ispirato il film con Channing Tatum

Il cane è il migliore amico dell’uomo, ed è stato più volte protagonista anche al cinema di celebri film a lui dedicati. Da titoli per famiglie come Belle & Sebastien ai classici Disney come Lilli & vagabondo, dai film d’autore come L’isola dei cani a pellicole più drammatiche come Attraverso i miei occhi, sono numerosi i film che hanno dedicato agli amici a quattro zampe storie commoventi e ricche di emozioni, che non mancano mai di affascinare il grande pubblico. Uno degli ultimi titoli di questo filone è Io e Lulù (qui la recensione).

Il film segna l’esordio alla regia dell’attore Channing Tatum e del suo partner produttivo Reid Carolin. I due hanno infatti collaborato per l’intera trilogia di Magic Mike e poi anche per il film Sotto assedio – White House Down, La truffa dei Logan e 22 Jump Street. Insieme, hanno poi deciso di realizzare Io e Lulù, un film per Tatum fortemente voluto in quanto ispirato ad una sua vicenda personale. Nasce così un racconto ricco di emozioni, capace di far sorridere, stare in tensione e commuovere.

Un racconto on the road che porta i protagonisti a rivalutare ciò che sapevano della vita, condividendo così importanti lezioni di vita. In questo articolo, approfondiamo dunque alcune delle principali curiosità relative a Io e Lulù. Proseguendo qui nella lettura sarà infatti possibile ritrovare ulteriori dettagli relativi alla trama, al cast di attori e alla storia vera a cui si ispira. Infine, si elencheranno anche le principali piattaforme streaming contenenti il film nel proprio catalogo.

Io e Lulù Channing Tatum

La trama e il cast di Io e Lulù

Il film racconta la storia del soldato Jackson Briggs, che si vede costretto a fare un viaggio lungo la costa del Pacifico per portare Lulù, il cane compagno di missioni belliche del sergente Nogales, al funerale di quest’ultimo, deceduto a causa di un incidente d’auto. Dopo diverse spedizioni in guerra il cane ha sviluppato un carattere per nulla facile e imprevedibile alle reazioni. Durante il viaggio che li porta alla celebrazione, il soldato e la cagna stringono un forte legame e Briggs finisce addirittura per affezionarsi a Lulu.

Ad interpretare il soldato Jackson Briggs vi è l’attore Channing Tatum, che come già riportato è anche il regista del film, ruolo che svolge qui per la prima volta. L’attrice Q’orianka Kilcher, nota per il film The New World – Il nuovo mondo, è qui interprete di Niki, ex compagna di Briggs. Completano il cast l’ex wreslter Kevin Nash nel ruolo del fattore Gus, Jane Adams in quelli di sua moglie Tamara ed Ethan Suplee in quelli di Noah, un ex Ranger dell’esercito.

Per quanto riguarda Lulù, sono tre i cani che l’hanno interpretata: Britta, Lana 5 e Zuza e, sebbene assomiglino a pastori tedeschi, sono in realtà dei Belgian Malinois, una razza adatta al lavoro militare. La produzione li ha presi da un canile di Amsterdam che addestra cani per questo fine. Quando la pandemia ha colpito e la produzione è stata interrotta per nove mesi, Channing Tatum e gli addestratori hanno avuto tutto il tempo di lavorare con ogni cane per prepararli al film. Il risultato è stato un’esperienza di forte legame che si è conclusa con la decisione di tre degli addestratori di adottare i cani con cui hanno lavorato.

Io e Lulù cane

La storia vera che ha ispirato il film

Come anticipato, Io e Lulù è ispirato a un vero viaggio in macchina che il regista e attore  Channing Tatum ha fatto con il suo cane morente, un pit-bull anch’esso di nome Lulù, dopo che le era stato diagnosticato un cancro nel 2018. Tatum ha raccontato a Yahoo!Quando ho fatto il mio ultimo viaggio in macchina con la mia cucciola, ho provato quella sensazione di “Non c’è niente che possa fare. Non c’è più niente da fare. Devi solo accettarlo ed essere grato per il tempo che hai avuto e sapere che non poteva essere per sempre. Io devo andare avanti e lei deve andare in un altro posto”.

Il cane di Tatum è poi deceduto il 19 dicembre 2018 e il film è dedicato alla sua memoria, come si può leggere nei titoli di coda. Il film è dunque un tributo a quel suo amato compagno di viaggio e celebra l’ultimo viaggio in auto da loro fatto insieme. Tatum ha poi descritto il processo di lavorazione del film come “catartico”, raccontando a Forbes che: “Mi ha dato un sacco di prospettiva su ciò che lei significava per me, su quale fosse il suo scopo in questa vita che abbiamo avuto insieme”.

Il trailer di Io e Lulù e dove vederlo in streaming e in TV

È possibile fruire di Io e Lulù grazie alla sua presenza su une delle più popolari piattaforme streaming presenti oggi in rete. Questo è infatti disponibile nel catalogo di Infinity+. Per vederlo, basterà sottoscrivere un abbonamento generale. Si avrà così modo di guardarlo in totale comodità e ad un’ottima qualità video. Il film è inoltre presente nel palinsesto televisivo di mercoledì 4 settembre alle ore 21:20 sul canale Italia 1.

Low Tide: dal cast al finale, tutte le curiosità sul film

Low Tide: dal cast al finale, tutte le curiosità sul film

Distribuito dalla celebre casa di produzione A24, il film Low Tide – scritto e diretto da – potrebbe non suonare famigliare ai più, considerando che non ha goduto di una distribuzione nelle sale italiane. Ecco perché il suo passaggio televisivo è ora da salutare con grande entusiasmo, perché permette agli spettatori appassionati di racconti di formazione di scoprire un piccolo gioiello di questo genere capace di affrontare numerose tematiche molto importanti in quanto assolutamente universali.

Uno dei temi principali del film Low Tide è infatti la moralità e le scelte personali. L’opera esplora come le circostanze difficili possano spingere i giovani a prendere decisioni sbagliate, mettendo in evidenza il conflitto tra ciò che è giusto e ciò che è più facile. Ma Low Tide è anche e soprattutto una storia di formazione in cui i personaggi si trovano a dover affrontare le conseguenze delle loro azioni e decidere chi vogliono diventare. Un coming of age in piena regola, dunque, dotato di tutte le caratteristiche di questo genere.

Per chi dunque ha continuamente fame di racconto di questo tipo, è questo un titolo da non perdere assolutamente. In questo articolo, approfondiamo dunque alcune delle principali curiosità relative a Low Tide. Proseguendo qui nella lettura sarà infatti possibile ritrovare ulteriori dettagli relativi alla trama, al cast di attori e alla descrizione del finale. Infine, si elencheranno anche le principali piattaforme streaming contenenti il film nel proprio catalogo.

Low Tide cast

La trama e il cast di Low Tide

Il film ha per protagonisti un gruppo di adolescenti formato da Alan (Keean Johnson), suo fratello minore Peter (Jaeden Martell) e i loro amici Red (Alex Neustaedter) e Smitty (Daniel Zolghadri). Insieme, trascorrono le calde giornate svaligiando le case dei ricchi che si trovano lì per le vacanze. Sono piccoli furti che permettono loro di scorrazzare per il luna park e uscire con le ragazze.

Una notte, però, entrano in una vecchia casa isolata e lì, Alan e Peter trovano un sacco pieno di monete d’oro. I due fratelli non diranno nulla agli altri componenti del gruppo, tenendo il tesoro per sé. Red, il leader della banda, ha però dei sospetti ma nessuno sa che in realtà quel bottino nasconde un segreto e ben presto la polizia si metterà sulle loro tracce. Per loro, avrà così inizio un’avventura inaspettata.

Ad interpretarare Alan vi è Keean Johnson, noto per il ruolo principale di Adam Freeman nella serie d’azione e avventura horror Spooksville. Jaeden Martell – divenuto celebre per i ruoli nella commedia drammatica St. Vincent (2014) e nel film di fantascienza Midnight Special (2016) – interpreta qui Peter. Alex Neustaedter è Red, Daniel Zolghadri interpreta Smitty e Kristine Froseth interpreta Mary. L’attore Shea Whigham – recentemente visto in Mission: Impossible – Dead Reckoning ricopre invece il ruolo del Sergente Kent.

Low Tide Shea Whigham

Il finale del film

Nel finale del film, Alan e Peter uccidono Red quando questi tenta di ucciderli. Gettano il suo corpo nell’oceano e hanno ancora le monete d’oro, mentre Mary convince la sua famiglia a non sporgere denuncia contro di loro per il furto. Tuttavia, Peter è traumatizzato dall’uccisione di Red, il rapporto di Alan con Mary è probabilmente distrutto dopo essere stato ingannato nel furto a casa sua e i fratelli potrebbero avere difficoltà a evitare i sospetti della polizia. Anche Smitty evita di essere ucciso o arrestato e nell’ultima scena ci sono accenni al fatto che potrebbe voltare pagina.

Il trailer di Low Tide e dove vedere il film in streaming e in TV

Sfortunatamente il film non è presente su nessuna delle piattaforme streaming attualmente attive in Italia. È però presente nel palinsesto televisivo di mercoledì 7 giugno alle ore 21:20 sul canale Rai 4. Di conseguenza, per un limitato periodo di tempo sarà presente anche sulla piattaforma Rai Play, dove quindi lo si potrà vedere anche oltre il momento della sua messa in onda. Basterà accedere alla piattaforma, completamente gratuita, per trovare il film e far partire la visione.

Twilight: la serie animata basata su “Midnight Sun” arriverà su Netflix

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Secondo quanto appreso da Variety, la serie animata basata sul romanzo Midnight Sun, della saga Twilight (qui la recensione del primo film) di Stephanie Meyer, è stata ufficialmente messa in sviluppo per Netflix. Il progetto era stato segnalato per la prima volta come in fase di sviluppo nell’aprile 2023 presso lo studio Lionsgate Television. Michael Burns, vicepresidente di Lionsgate, ha confermato nel marzo 2024 che si sarebbe trattato di una serie animata. Netflix sta ora sviluppando il progetto.

Di cosa parla Midnight Sun?

Midnight Sun è uscito originariamente nel 2020. Si tratta di una rivisitazione del primo libro di Twilight dal punto di vista di Edward Cullen anziché di Bella Swan. Sinead Daly sarà scrittrice e produttrice esecutiva della serie. Tra i crediti passati di Daly figurano “Tell Me Lies” per Hulu, “The Walking Dead: World Beyond” per AMC, “Raised by Wolves” per Max e “The Get Down” per Netflix.

Meyer è produttore esecutivo della serie insieme a Meghan Hibbett per Fickle Fish Films. Wyck Godfrey e Marty Bowen producono esecutivamente per Temple Hill Entertainment, che ha già prodotto i film di Twilight. Erik Feig e Samie Kim Falvey producono esecutivamente per Picturestart, mentre Emily Wissink di Picturestart supervisiona lo show per la società. La produzione è affidata a Lionsgate TV.

The Twilight Saga Eclipse differenze libro film
Kristen Stewart, Taylor Lautner e Robert Pattinson in The Twilight Saga: Eclipse. Foto di Kimberley French – © 2009 Summit Entertainment. All Rights Reserved.

Twilight tra libri e cinema

I romanzi della popolarissima serie di Twilight erano originariamente quattro: “Twilight”, “New Moon”, “Eclipse” e “Breaking Dawn”, pubblicati tra il 2005 e il 2008. Meyers ha anche pubblicato il libro “Life and Death: Twilight Reimagined” nel 2015, che prevede lo scambio di genere dei due personaggi principali, Bella ed Edward. Meyers ha poi pubblicato “Midnight Sun” nel 2020.

Il franchise cinematografico, noto collettivamente come “The Twilight Saga”, era composto da cinque film ed è stato distribuito tra il 2008 e il 2012. I cinque film hanno incassato complessivamente più di 3 miliardi di dollari al botteghino mondiale e hanno reso famosi membri del cast principale come Robert Pattinson, Kristen Stewart e Taylor Lautner.

La Marvel conferma il nome ufficiale della trilogia di Tom Holland Spider-Man nel MCU

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I Marvel Studios hanno confermato un titolo ufficiale per la prima trilogia di Tom Holland nel MCU nei panni di Peter Parker, alias Spider-Man. Tom Holland ha debuttato nel ruolo di Spider-Man in Captain America: Civil War, rilevando l’iconico ruolo da Tobey Maguire e Andrew Garfield, che hanno interpretato Peter Parker in vari film prodotti dalla Sony. Da allora, Holland è apparso in altri cinque progetti del MCU, tra cui Avengers: Infinity War, Avengers: Endgame e una trilogia solista dedicata al suo eroe adolescente. Ognuno dei film di Spider-Man dei Marvel Studios, tra cui Homecoming, Far From Home e No Way Home, ha esplorato temi simili e una chiara trama generale, che descrive la storia delle origini di Spider-Man nel MCU.

Il regista del franchise di Spider-Man, Jon Watts, ha affermato che i tre film in solitaria di Holland nel MCU hanno esplorato l’intera storia delle origini di Peter Parker come Spider-Man nel MCU, e questa trilogia ha ora un titolo ufficiale. Nel libro Spider-Man: No Way Home: The Art of the Movie, il responsabile dello sviluppo visivo dei Marvel Studios Ryan Meinerding ha suggerito che i film di Holland del 2017, 2019 e 2021 comprendono “la nostra trilogia della casa”. Questo si riferisce all’uso di “casa” in ciascuno dei film di Spider-Man del MCU e segna la prima volta che a una trilogia di film solisti del MCU, che ora sono sei, viene dato un nome ufficiale. Leggete la citazione completa di Meinerding qui sotto:

I film di Sam Raimi sull’Uomo Ragno con Tobey Maguire hanno rappresentato per molti versi l’ingresso nel cinema moderno dei supereroi, e sia Andrew Garfield, nei film di Amazing Spider-Man, sia Tom Holland, nella nostra trilogia “Home”, non hanno fatto altro che accrescere l’eredità dell’Uomo Ragno del grande schermo in due decenni.

Spider-Man è l’unica trilogia del MCU ad avere un nome ufficiale

È interessante notare che, sebbene il MCU abbia avuto un’ampia gamma di trilogie nel corso della sua corsa attuale, queste non hanno avuto titoli ufficiali diversi da quello dato alla trilogia cinematografica di Spider-Man, rendendo l’aggiunta ancora più degna di nota. Tuttavia, si tratta di una mossa sensata, poiché le trilogie cinematografiche del MCU, come quella di Iron Man o quella dei Guardiani della Galassia, seguono un ordine di denominazione più convenzionale, con la seconda e la terza uscita che aggiungono semplicemente un 2 o un 3 ai loro titoli, il che significa che non c’è bisogno di dare un nome alla trilogia nello stesso modo.

Anche nei casi in cui questo viene modificato, come nel caso dei film di Thor o della trilogia di Ant-Man, i titoli successivi non seguono una convenzione come la trilogia “Home”. Per questo motivo, sarebbe molto più difficile dare loro un’etichetta appropriata, e scegliere un nome per il gusto di farlo potrebbe creare maggiore confusione intorno a una serie specifica, soprattutto perché alcuni di essi iniziano ora a rilasciare i loro quarti film e a dare inizio a potenziali seconde trilogie, e questo potrebbe cambiare in futuro.

Questo potrebbe però cambiare in futuro, dato che il franchise sembra aver rinunciato a dare un titolo numerico a una trilogia, il che significa che stanno per nascere altre trilogie che potrebbero a loro volta seguire una tendenza di denominazione come quella della trilogia di Spider-Man. Con il sequel di Captain Marvel The Marvels che ha creato un po’ di confusione sul fatto che seguisse la serie originale, seguire una convenzione di denominazione come la trilogia “Home” potrebbe aiutare il MCU a rimanere coeso mentre continua ad espandersi.

Perché la prima trilogia di Spider-Man nel MCU si chiamerà trilogia “domestica

Il titolo “Home” per la trilogia cinematografica di Spider-Man nel MCU è un chiaro riferimento ai nomi “Home” condivisi in ciascuno dei rispettivi titoli, con Spider-Man: Homecoming, Spider-Man: Far From Home e Spider-Man: No Way Home che contengono la parola da qualche parte. A un livello più profondo, la trilogia “Home” è un titolo appropriato perché i tre film esplorano la crescita di Peter Parker e le fasi che attraversa mentre si evolve come eroe.

Spider-Man: Homecoming è un’etichetta appropriata da dare a un film che parla letteralmente del periodo di tempo che contiene il ritorno a casa di Peter al liceo. Tuttavia, funziona anche come allusione al ritorno di Spider-Man sul grande schermo e come riferimento alla giovane età dell’eroe rispetto alla maggior parte degli eroi del MCU sullo schermo, sottolineando quanto questo capitolo della sua vita sullo schermo sia un capitolo giovanile.

Far From Home ha anche un significato letterale e più profondo. Ovviamente, il film parla letteralmente del tempo trascorso da Peter lontano dagli Stati Uniti per una gita scolastica, ma anche del fatto che deve crescere senza le comodità a cui era abituato in precedenza, sia per quanto riguarda la familiarità della sua città natale, sia per quanto riguarda il sostegno su cui aveva potuto contare in precedenza da Iron Man.

Infine, No Way Home funziona sia a livello letterale – dato che Spider-Man ha a che fare con personaggi separati dal loro universo di origine – sia a livello più metaforico. Peter Parker conclude il film dopo aver salvato la situazione, ma solo dopo aver perso zia May e aver sacrificato le amicizie con le due persone a lui più vicine per garantire la loro sicurezza e felicità, lasciandolo un eroe indipendente che non può più tornare alla vita a cui si era abituato. Con tutto ciò, la trilogia “Home” è un’etichetta appropriata per questa parte della serie di film.

Quale sarà il futuro di Spider-Man nel MCU dopo la trilogia della casa?

La trilogia solista di Tom Holland, intitolata Trilogia della casa, conclude in modo ordinato la sua intera storia delle origini del MCU come Spider-Man, terminata con Spider-Man: No Way Home del 2021, che ha lasciato il mondo senza alcun ricordo di Peter Parker mentre si dirigeva verso le sue prossime avventure nel MCU. Nel novembre 2021 la produttrice Amy Pascal ha confermato che Holland sarebbe apparso in altri progetti del MCU, tra cui una nuova trilogia, e il capo dei Marvel Studios Kevin Feige ha confermato la notizia a dicembre, annunciando che Spider-Man 4 era in fase di sviluppo. Nel febbraio 2023 Feige ha rivelato che la storia di Spider-Man 4 era già pronta (via Entertainment Weekly), anche se i recenti scioperi della WGA e della SAG-AFTRA hanno interrotto la produzione del film in arrivo.

Mentre il futuro sembra luminoso per Spider-Man nel MCU – anche se nessuno ricorda il Peter Parker sotto la tuta dopo gli eventi di Spider-Man: No Way Home – la nuova denominazione della Trilogia delle Origini da parte dei Marvel Studios suggerisce che un aspetto delle sue storie cambierà. Dal momento che la storia delle origini di Parker è intitolata Trilogia della casa, è probabile che i progetti futuri abbandonino la “casa” dal titolo, adottando forse un nuovo tema che attraversa la seconda trilogia. Peter Parker forse non è più preoccupato dall’idea di “casa”, ma opera invece come eroe anonimo e di strada nel MCU, il che significa che Spider-Man avrà nuove priorità nel futuro del MCU.

Joaquin Phoenix rompe il silenzio dopo aver abbandonato il film di Todd Haynes

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Joaquin Phoenix ha finalmente parlato della sua decisione di abbandonare un film all’ultimo minuto, che ha provocato reazioni rabbiose da parte di Hollywood. Il film in questione, senza titolo, era stato ideato dal regista Todd Haynes e dallo sceneggiatore Jon Raymond per May December (2023) e avrebbe dovuto avere Joaquin Phoenix come protagonista. Tuttavia, l’attore ha abbandonato il progetto solo pochi giorni prima dell’inizio delle riprese a Guadalajara, in Messico, dopo aver avuto un “ripensamento” che ha fatto slittare il film, costato milioni di dollari. La decisione è stata accolta con indignazione sui social media e a Hollywood.

Durante la partecipazione all’evento stampa della Mostra del Cinema di Venezia per Joker: Folie à Deux, Joaquin Phoenix viene interrogato dal giornalista Ben Dalton di Screen International sul perché abbia deciso di abbandonare il film di Haynes. La risposta dell’attore è essenzialmente una non-risposta, in quanto rivela che spiegarsi in questo contesto non sarebbe corretto nei confronti delle altre parti coinvolte, che non sarebbero in grado di condividere i propri pensieri. Ecco il commento di Joaquin Phoenix (via IndieWire) qui sotto:

“Se lo facessi, condividerei solo la mia opinione dal mio punto di vista e gli altri creativi non sarebbero qui per dire la loro, e non mi sembra giusto. Non so come potrebbe essere utile. Non credo che lo farò”.

Cosa significa la dichiarazione di Joaquin Phoenix per la sua situazione a Hollywood

Joaquin Phoenix non solo era destinato a recitare nel film d’amore gay NC-17, ma lo stava anche sviluppando con Haynes. Il progetto, ancora senza titolo, prevedeva che Danny Ramirez recitasse accanto a Phoenix nel ruolo dell’amante del suo personaggio. La decisione di Phoenix di abbandonare il film è stata particolarmente controversa perché è arrivata a ridosso della data di inizio delle riprese. Come protagonista principale, il film aveva bisogno di Phoenix per avere successo, e la sua partenza ha lasciato tutti nei guai, compresa la troupe, che ora è senza lavoro.

Un rapporto successivo alla decisione di THR ha rivelato che la decisione dell’ultimo minuto di Phoenix potrebbe essere considerata una violazione del suo contratto scritto o verbale per la partecipazione al film, aprendolo ad azioni legali. Il rapporto afferma anche che c’è stata “un’enorme quantità di indignazione” da parte di coloro che lavorano a Hollywood per la decisione. Inoltre, il rapporto di THR suggerisce che questo è uno schema per Phoenix, che avrebbe minacciato di lasciare il film Napoleon di Ridley Scott se la sceneggiatura non fosse stata riscritta. È improbabile che l’ultimo commento di Phoenix serva a ricucire i rapporti, ma è probabilmente l’opzione più sicura vista la controversia che lo circonda.

La nostra opinione sull’attuale controversia di Phoenix

La situazione tra Phoenix e Haynes è ancora un argomento scottante al momento, ed è improbabile che qualsiasi spiegazione da parte di Phoenix possa risolvere la situazione. In realtà, la decisione di Phoenix di non dominare la narrazione con il proprio punto di vista è un’azione solida, ed è probabile che la risposta sia stata preparata in anticipo in previsione di una simile domanda. Non è chiaro cosa succederà al film di Haynes, ma per il momento sembra che non se ne faccia nulla. Ulteriori informazioni sulla controversia Phoenix emergeranno probabilmente dopo che la situazione si sarà ulteriormente stabilizzata.

Joker: Folie À Deux, il regista parla del potenziale trequel e dell’esplorazione di altri personaggi DC

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Joker: Folie À Deux è stato presentato oggi in anteprima mondiale alla Mostra del Cinema di Venezia (alcune reazioni sono state condivise, ma la critica è ancora sotto embargo), e i membri del cast principale Joaquin Phoenix e Lady Gaga, insieme al regista Todd Phillips, erano presenti per rispondere alle domande sul film in occasione di un panel successivo alla proiezione.

A Todd Phillips è stato chiesto se fosse interessato a dirigere un terzo film sul Joker, e lui ha risposto: “Hai visto il film?”. La risposta è stata accolta da una risata, mentre il regista ha continuato a sottolineare che la storia di Arthur/Joker è stata ormai raccontata.

Sebbene non si tratti di uno spoiler palese, i commenti di Phillips hanno comprensibilmente portato a speculazioni sul fatto che Arthur Fleck verrà ucciso alla fine di Folie À Deux. Gli spoiler non sono trapelati, ma le prime reazioni ai test-screening hanno fatto capire che il finale sarà sicuramente molto divisivo, e abbiamo anche sentito che questo film è significativamente più cupo del suo predecessore.

Todd Phillips ha poi aggiunto che, sebbene non sia necessariamente interessato a esplorare un altro personaggio in questo universo, la sua decisione dipenderà probabilmente dagli attori con cui avrà l’opportunità di lavorare.

A Phoenix è stato anche chiesto di parlare della sua drastica perdita di peso per interpretare il personaggio principale, e non pensa di sottoporre nuovamente il suo corpo a questo processo.

“Non parlerò dei dettagli della dieta, perché penso che nessuno voglia sentire queste cose. Ma questa volta mi è sembrato un po’ più complicato solo perché abbiamo fatto molte prove di danza, cosa che non ho fatto l’ultima volta”, ha detto Phoenix. “Quindi è stato un po’ più difficile, ma è sicuro. Ma hai ragione, ora ho 49 anni, probabilmente non dovrei rifarlo. Probabilmente questa è la volta buona per me”.

Date un’occhiata al videoclip qui sotto e fateci sapere cosa ne pensate nella sezione commenti.

Beetlejuice Beetlejuice ha una scena post-credits? Ecco la risposta senza spoiler!

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Ci sono voluti 36 anni (sì, 36, avete letto bene) ma il sequel di Beetlejuice, Beetlejuice Beetlejuice (la recensione), arriva finalmente nelle sale questo fine settimana. Tim Burton e Michael Keaton si riuniscono per questo film che, mentre scriviamo, ha un impressionante 81% su Rotten Tomatoes.

Le stime attuali indicano un’apertura di 100 – 110 milioni di dollari in 3 giorni in Nord America e un debutto meno impressionante di 35 – 45 milioni di dollari in 5 giorni all’estero, dove Beetlejuice non ha avuto lo stesso impatto culturale degli Stati Uniti.

Siamo sicuri che siete tutti curiosi di sapere cosa succederà al vecchio Betelgeuse, ma dovreste rimanere in attesa di qualcosa di più una volta che i titoli di coda inizieranno a scorrere? Forse un’anticipazione di Beetlejuice Beetlejuice Beetlejuice?

No, perché Beetlejuice Beetlejuice NON ha una scena post-credits. Una volta terminato il film, è tutto, e non c’è da sorprendersi visto che Burton è un regista della vecchia scuola che probabilmente non vede la necessità di aggiungere qualcosa di extra all’atteso sequel.

Recentemente, JoBlo ha chiesto a Burton se sarebbe disposto a fare un trequel. “Se seguisse il modello attuale, lo farei… Avrei più di cento anni… Anche se me lo dicessi, correrei nella direzione opposta. Questo è un caso in cui l’ho detto e basta, è una cosa che mi ha colpito… non lo so. Non ora, perché stiamo finendo questo, in pratica”.

Ha aggiunto: “Dopo [Dumbo] ho quasi smesso di fare film perché non sentivo tutta questa storia degli studios. Così sono andato a fare televisione, mercoledì, in Romania, solo per ripulirmi, per così dire, o per rienergizzarmi, o altro. Non avevo alcun desiderio di fare un sequel o altro. Volevo solo fare questo film. Quindi credo di aver ricalibrato il modo in cui affronterò le cose in futuro”.

Tutto quello che c’è da sapere su Beetlejuice Beetlejuice

Beetlejuice Beetlejuice vedrà Keaton tornare al suo ruolo iconico insieme alla candidata all’Oscar Winona Ryder (Stranger Things) nel ruolo di Lydia Deetz e alla due volte vincitrice dell’Emmy Catherine O’Hara (Schitt$ Creek) nel ruolo di Delia Deetz.

Tra i nuovi membri del cast figurano Justin Theroux (The Leftovers), Monica Bellucci (Spectre), Arthur Conti (House of the Dragon) al suo debutto nel lungometraggio, la candidata agli Emmy Jenna Ortega (Wednesday) nel ruolo della figlia di Lydia, Astrid, e il candidato all’Oscar Willem Dafoe (Poor Things).

Burton dirige una sceneggiatura di Alfred Gough & Miles Millar (Wednesday), con una storia di Gough & Millar e Seth Grahame-Smith (The LEGO Batman Movie), basata sui personaggi creati da Michael McDowell & Larry Wilson.

Beetlejuice Beetlejuice arriverà nelle sale il 6 settembre 2024.

Monsters: La storia di Lyle ed Erik Menendez, teaser trailer della serie Netflix

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Fratelli. Assassini. Vittime? Mostri? Il primo trailer di “Monsters: La storia di Lyle ed Erik Menendez” è arrivato. Il secondo capitolo della serie MONSTERS, dai creatori di DAHMER, sarà disponibile solo su Netflix dal 19 settembre.

Monsters: La storia di Lyle ed Erik Menendez

Dopo il grande successo di DAHMER, la serie antologica di Ryan Murphy e Ian Brennan torna con Monsters: La storia di Lyle ed Erik Menendez, che racconta il caso realmente accaduto di due fratelli condannati nel 1996 per l’omicidio dei genitori José e Mary Louise “Kitty” Menendez.

Mentre l’accusa ritenne che il movente del crimine fosse l’eredità del patrimonio di famiglia, i due fratelli giustificarono il duplice omicidio sostenendo di aver subito numerosi abusi fisici, emotivi e sessuali da parte dei genitori durante l’infanzia. Ad oggi, Lyle ed Erik Menendez stanno scontando una condanna all’ergastolo senza possibilità di libertà condizionale e difendono ancora la loro tesi.

Monsters: La storia di Lyle ed Erik Menendez si addentra nel caso storico che ha fatto il giro del mondo, ha aperto la strada al fascino moderno del pubblico per il true crime e, in cambio, chiede a quello stesso pubblico: chi sono i veri mostri?

Creatori & Produttori Esecutivi: Ryan Murphy, Ian Brennan

  • Produttori Esecutivi: Ryan Murphy, Ian Brennan, Alexis Martin Woodall, Eric Kovtun, Scott Robertson, David McMillan, Louise Shore, Carl Franklin, Javier Bardem
  • Regia: Ian Brennan, Max Winkler, Paris Barclay, Michael Uppendahl, Carl Franklin
  • Sceneggiatura: Ryan Murphy, David McMillan, Todd Kubrak, Ian Brennan, Reilly Smith
  • Cast: Javier Bardem (José Menendez), Chloë Sevigny (Mary Louise “Kitty” Menendez), Nicholas Alexander Chavez (Lyle Menendez), Cooper Koch (Erik Menendez), Nathan Lane (Dominick Dunne), Ari Graynor (Leslie Abramson)
  • Cast Aggiuntivo: Leslie Grossman (Judalon Smyth), Dallas Roberts (Dr. Jerome Oziel), Paul Adelstein (David Conn), Jason Butler Harner (Det. Les Zoeller), Enrique Murciano (Carlos Baralt), Michael Gladis (Tim Rutten), Drew Powell (Det. Tom Linehan), Charlie Hall (Craig Cignarelli), Gil Ozeri (Dr. William Vicary), Jeff Perry (Peter Hoffman), Tessa Auberjonois (Dr. Laurel Oziel), Tanner Stine (Perry Berman), Larry Clarke (Brian Andersen), Jade Pettyjohn (Jamie Pisarcik), Marlene Forte (Marta Cano)

The Quiet Son: recensione del film di Delphine e Muriel Coulin – Venezia 81

Essere genitori è un compito arduo, ancor più complesso quando si deve crescere un figlio in un contesto sociale e politico critico. Come si può evitare che un figlio compia errori? Fino a che punto un genitore può spingersi per proteggerlo dal pericolo? Qual è il limite? Delphine e Muriel Coulin affrontano queste domande quasi esistenziali in The Quiet Son, presentato in Concorso all’81esima edizione della Mostra del Cinema di Venezia. Esplorando le dinamiche di una famiglia fratturata, le registe cercano di arrivare alle radici dell’incomunicabilità, un tema che Michelangelo Antonioni ha indagato bene, dimostrando come la mancanza di dialogo possa provocare danni irreparabili. Il film, che vede protagonista Vincent Lindon, sarà distribuito da I Wonder Pictures.

The Quiet Son, la trama

Pierre è un padre rimasto vedovo che si prende cura dei suoi figli vent’enni, Louis e Fus. Il primo, anche il più giovane, è un ragazzo tranquillo e studioso, e si sta preparando per trasferirsi alla Sorbonne a Parigi. Il secondo, invece, ha un temperamento più violento, e frequenta compagnie poco raccomandabili. Quando Pierre scopre come e con chi trascorre il tempo Fus, cerca in tutti i modi di dissuaderlo, scatenando l’ira del figlio che non accetta ragioni. Questi è infatti affascinato dalla violenza, e milita in gruppi estremisti di destra, l’esatto opposto dei valori del padre. Restare impassibili non è contemplato, ma ogni tentativo di Pierre per far riflettere il figlio, riportandolo sulla retta via, sembra invece un passo in più verso un epilogo tragico.

The Quiet Son

Fra dramma e politica

The Quiet Son è un dramma che intreccia tematiche familiari e politiche, offrendo molteplici chiavi di lettura. Al centro della narrazione ci sono i figli, i padri che devono assumere anche il ruolo di madri, e le incomprensioni che nascono da visioni del mondo divergenti. Fus è un giovane che rifiuta di ascoltare, convinto delle proprie idee, ma anche segnato dalla perdita della madre, un lutto che lo ha reso vulnerabile nonostante lui non ne sia pienamente consapevole. Pierre, suo padre, è amorevole ma eccessivamente protettivo, e non ha mai avuto il coraggio di affrontare apertamente questo dolore con il figlio. In un rapporto sempre più distante, i Coulin sfruttano l’occasione per introdurre una critica politica: le ideologie estreme, alimentate dal fanatismo, possono avere conseguenze devastanti, soprattutto su menti fragili come quella di Fus, che perde la propria identità.

Con una sceneggiatura densa e stratificata, le registe ci mostrano quanto sia difficile contrastare pensieri nocivi e razzisti che corrodono la società e le persone. The Quiet Son porta sullo schermo non solo il dolore provocato da una realtà crudele, ma anche la consapevolezza che, a volte, chi amiamo e abbiamo cresciuto può sfuggirci di mano, diventando irriconoscibile. Come si può perdonare un figlio che ha smarrito la via? Come si guarda negli occhi qualcuno che non ama il prossimo e ha perso ogni senso etico? È una tristezza infinita, un mondo che sembra privo di speranza. Vincent Lindon, nel ruolo del padre Pierre, offre una performance che fa vibrare le corde del cuore: i suoi occhi, pieni d’amore e di coraggio, riflettono la lotta contro un male invisibile ma tangibile. Una prova attoriale commovente, delicata ed essenziale, che merita un grande applauso.

Finalement, gratis al cinema: prenota il tuo invito!

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Finalement, gratis al cinema: prenota il tuo invito!

In occasione dell’uscita al cinema di Finalement, film scritto e diretto da Claude Lelouch, Cinefilos.it offre la possibilità ai suoi lettori di assistere gratuitamente alla proiezione del film.

Per prenotare il proprio invito, valido per due persone, basta consultare questo link che sarà attivo dal 5 settembre: anteprimefinalement.it.

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La trama di Finalement

La storia di un potente avvocato la cui vita prende una svolta inaspettata dopo un problema di salute che gli impedirà di mentire e lo costringerà a parlare senza alcun filtro. Lino (interpretato da Kad Merad) intraprenderà un viaggio attraverso la Francia, da Parigi alla Normandia, al Mont St Michel, durante il quale incontrerà molta gente, ma soprattutto si innamorerà di una donna che suona il pianoforte e gli farà riscoprire la sua vera passione: suonare la tromba. Amore, destino, ed intrecci sentimentali in una commedia romantica divertente e intelligente che grazie anche ad una deliziosa colonna sonora farà riflettere sulle coincidenze e le opportunità che può riservare la vita.

Guarda il trailer di Finalement