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Le riprese di The Odyssey di Christopher Nolan inizieranno questo mese, anche l’Italia tra le location

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Stando a quanto riportato da Production Weekly, il ritorno di Christopher Nolan alla regia sarebbe imminente. Le riprese del suo tredicesimo film, The Odyssey (adattamento dell’omonimo e influento poema epico di Omero) dovrebbero iniziare alla fine di questo mese, con location attualmente stabilite nel Regno Unito, in Marocco e anche a Roma, in Italia. Come già riportato, inoltre, l’attesissimo nuovo film del regista – fresco premio Oscar per Oppenheimer – sarà girato con la nuovissima tecnologia IMAX e potrebbe essere il suo film più costoso.

Christopher Nolan adatterà l’Odissea di Omero

L’antico poema epico di Omero racconta la storia di Odisseo, re di Itaca, e del suo pericoloso viaggio di ritorno a casa dopo la guerra di Troia, esplorando temi di eroismo, lealtà, astuzia e la lotta contro la volontà divina. Il racconto include episodi iconici come l’incontro con il ciclope Polifemo, le Sirene e la strega-dea Circe, avventure che culminano con il suo ricongiungimento con la moglie Penelope.

Sebbene questo sarebbe l’adattamento più ad alto budget del questo testo fino ad oggi, il poema è stato precedentemente adattato nel film del 1954 Ulisse, diretto da Mario Camerini e interpretato da Kirk Douglas, così come nella miniserie del 1997 L’Odissea, diretta da Andrei Konchalovsky e interpretata da Armand Assante. Gli ultimi libri dell’Odissea sono stati anche la fonte principale per The Return, di Uberto Pasolini, che uscirà in Italia all’inizio del 2025 e che vede protagonisti Ralph Fiennes nei panni di Ulisse e Juliette Binoche in quelli di Penelope.

I dettagli sulla trama del film di Christopher Nolan sono ad ora stati tenuti nascosti e non è confermato quanto il regista sarà fedele all’opera di Omero. Considerando i suoi precedenti, c’è da aspettarsi che apporti una svolta inaspettata alla storia che già presenta tutti i marchi di fabbrica del suo cinema, in particolare la non linearità della narrazione.

Come annunciato in precedenza, l’ultimo film di Christopher Nolan avrà come protagonisti Matt DamonAnne HathawayZendayaRobert PattinsonCharlize TheronTom HollandLupita Nyong’o. L’uscita è prevista per il luglio 2026.

Beast: il film con Idris Elba è ispirato ad una storia vera?

Beast: il film con Idris Elba è ispirato ad una storia vera?

Il film di genere survival del 2022 Beast (qui la nostra recensione), diretto da , può raccontare una storia apparentemente irrealistica di un leone divoratore di uomini che perseguita un padre e le sue due figlie, tuttavia gli eventi di base del film sono realmente accaduti e sono ancora più spaventosi di quanto raccontato sullo schermo. Ma scopriamo prima qualcosa in più sul film: Idris Elba è il protagonista nei panni di Nate, padre di due bambine che porta in Africa per avere la possibilità di riavvicinarsi a loro. La famiglia, infatti, è in lutto per la perdita della madre delle bambine e dell’ex moglie di Nate, morta di cancro.

Qui, durante un’escursione, si imbattono però in un leone africano che sembra più intelligente della media degli animali, che uccide quasi un intero villaggio prima di mettere gli occhi su Nate e le sue figlie. Ad averlo scatenato, vi è lo sterminio del suo branco da parte di crudeli bracconieri. Nel corso di Beast, la famiglia vive dunque diversi momenti terrificanti, affrontando agguati, sbranamenti e pedinamenti da parte del leone. Alla fine, Nate e le sue figlie ne escono vivi, più forti di prima, ma devono sacrificarsi e soffrire prima di arrivarci. Alla fine il leone viene abbattuto dai suoi stessi simili e il pericolo viene finalmente debellato.

La storia vera dietro Beast: I Mangiatori di uomini dello Tsavo

Anche se l’idea di leoni che cacciano gli esseri umani può sembrare improbabile, gli eventi di Beast sono a loro modo realmente accaduti in Kenya nel 1898 ad opera di una coppia di leoni successivamente chiamati Mangiatori di uomini dello Tsavo. Ma le morti che questi due hanno provocato sono molto diverse da quelle viste nel film. I mangiatori di uomini dello Tsavo si trovavano nella regione dello Tsavo, in Kenya, e prendevano di mira gli operai che lavoravano alla ferrovia Kenya-Uganda. Il periodo di massima attività è stato da marzo a dicembre del 1898 e ha causato enormi disordini nell’area, poiché gli operai hanno iniziato a fuggire dai loro posti di lavoro per paura di essere attaccati.

Idris Elba in Beast
Idris Elba in Beast. Foto di Lauren Mulligan/Universal Pictures – © 2022 Universal Studios. All Rights Reserved.

Complessivamente, si dice che i Mangiatori di uomini dello Tsavo abbiano ucciso 135 persone nell’arco di circa 10 mesi, anche se una ricerca più recente ha suggerito che questa cifra potrebbe essere un’esagerazione e che solo 25-30 uomini sarebbero morti a causa dei leoni. In ogni caso, i felini si sarebbero concentrati sui vari accampamenti sparsi nella regione dello Tsavo, dove era appena iniziata la costruzione di un ponte sul fiume Tsavo.  A pochi giorni dall’inizio del progetto, sono iniziate le sparizioni e le uccisioni. I leoni prelevavano gli uomini dalle loro tende durante la notte e li mangiavano. In seguito, gli attacchi si intensificarono al punto che si verificava un omicidio al giorno.

I lavoratori cercarono di scoraggiarli con recinzioni e incendi, ma nulla di ciò ebbe effetto. Il consenso generale sul motivo per cui i due leoni prendevano di mira gli esseri umani in quel periodo aveva a che fare con l’approvvigionamento di cibo dei leoni e con problematiche dentali. Gli scienziati ritengono che i due leoni non mangiassero gli esseri umani come ultima risorsa, ma come supplemento alla loro dieta. Nella regione dello Tsavo, non sarebbe stato insolito per un leone imbattersi in un cadavere umano, e questo potrebbe aver contribuito alla loro spinta a mangiare gli esseri umani.

Inoltre, uno dei felini aveva un’infezione alla radice di uno dei denti, mentre l’altro una ferita a un dente e una nella mascella. La carne umana risulta molto più tenera rispetto a quella di altri animali come zebre, antilopi, bufali o giraffe; i due felini avrebbero sofferto meno nella masticazione, meno impegnativa che in carni coriacee come quella delle loro prede abituali. Alla fine, i mangiatori di uomini dello Tsavo furono uccisi dal tenente colonnello John Henry Patterson. Riuscì ad abbattere il primo leone il 9 dicembre 1898, e il secondo tre settimane dopo.

Idris Elba, Sharlto Copley e Iyana Halley in Beast
Idris Elba, Sharlto Copley e Iyana Halley in Beast. Foto di Lauren Mulligan/Universal Pictures – © 2022 Universal Studios. All Rights Reserved.

Egli documentò poi la sua esperienza di caccia ai due leoni nel suo libro semi-biografico, The Man-Eaters of Tsavo, e nel 1924 vendette le pelli dei due leoni al Field Museum di Chicago, dove sono conservate ed esposte ancora oggi. Tuttavia, tale evento non è da considerarsi così eccezionale come Patterson lo dipinse: i leoni della regione dello Tsavo avevano probabilmente iniziato a predare gli uomini prima del 1890 e, stando ad alcune ricerche, continuarono forse fino agli anni quaranta.

Beast è davvero basato sui Mangiatori di uomini dello Tsavo?

Anche se Beast è stato probabilmente ispirato dalla storia dei mangiatori di uomini dello Tsavo, il film non è basato su eventi realmente accaduti. Ci sono molte differenze tra le due storie, come ad esempio l’ambientazione del villaggio presente nel film anziché di un cantiere edile e l’attenzione al personaggio e alla famiglia di Idris Elba. Inoltre, in Beast c’è un solo leone, che viene infine ucciso da altri leoni maschi, mentre gli eventi reali comprendevano due leoni maschi e l’intensa caccia da parte del tenente colonnello John Henry Patterson. La mancanza di questi dettagli fondamentali dimostra che il film non è un adattamento diretto, ma certamente potrebbe essere stato ispirato da quella vicenda.

Poiché Beast è molto diverso dalla storia dei mangiatori di uomini dello Tsavo, gli eventi della vita reale sarebbero sicuramente un grande film a sé stante. Data l’intensità degli attacchi e l’interessante figura di John Henry Patterson, il film potrebbe seguire molte strade, tra cui quella di fornire ulteriori informazioni sull’Africa e sulle ragioni degli attacchi dei leoni. Nel complesso, Beast e quell dei mangiatori di uomini dello Tsavo sono storie che fanno venire i brividi e che possono far riflettere sul potere degli animali selvatici ma anche sugli abusi dell’uomo nei loro confronti.

Tremila anni di attesa: la spiegazione del finale del film

Tremila anni di attesa: la spiegazione del finale del film

Diretto da George Miller, regista di Mad Max: Fury Road e il più recente Furiosa: A Mad Max Saga, e basato su The Djinn in the Nightingale’s Eye di A.S. Byatt, il film fantasy Tremila anni di attesa segue Alithea (Tilda Swinton), che trova un antico artefatto che libera un Djinn (Idris Elba), il quale racconta la sua lunga storia mentre attende i desideri di Alithea. Il film si conclude infatti con Alithea che esprime un altro desiderio: che il Djinn che ha imparato ad amare torni al suo posto, “ovunque esso sia”.

Il Djinn, che all’inizio si rifiuta di lasciarla a Londra, alla fine acconsente. Mentre il Djinn si lascia quindi la città alle spalle, il finale del film conferma che torna a far visita ad Alithea di tanto in tanto. In generale, quest’opera di George Miller presenta molte sfumature, ricche di significato e di intrighi. Il film si conclude con una nota lieta, ma le cose che accadono sono talmente tante da richiedere un’ulteriore analisi. In questo approfondimento, dunque, proponiamo una spiegazione del finale e il suo significato generale.

I personaggi delle storie dei Djinn sono realmente esistiti

Molti dei personaggi di Tremila anni di attesa a cui il Djinn fa riferimento nelle sue storie sono realmente esistiti. La maggior parte di essi sono figure storiche reali dell’epoca dell’Impero Ottomano. Mustafa era un principe ottomano del XVI secolo, erede del padre, il sultano Solimano, che ordinò l’esecuzione del figlio. Tuttavia, non fu a causa del desiderio di un Djinn, ma a causa dei disordini tra lui e suo padre e delle tensioni politiche interne alla sua famiglia.

Idris Elba, Sarah Houbolt, Seyithan Özdemir e Aamito Lagum in Tremila anni di attesa
Idris Elba, Sarah Houbolt, Seyithan Özdemir e Aamito Lagum in Tremila anni di attesa. Foto di Metro Goldwyn Mayer – © 2022 Metro-Goldwyn-Mayer Pictures Inc. All Rights Reserved.

In linea con gli eventi di Tremila anni di attesa, Mustafa fu infine ucciso perché il sultano Solimano era convinto che se non lo avesse eliminato egli lo avrebbe ucciso. La matrigna Hürrem, l’influente moglie del sultano Solimano, strinse poi alleanze per garantire che i suoi figli fossero favoriti come eredi, e Mustafa ne pagò il prezzo con la vita. Allo stesso modo, anche Murad IV, suo fratello Ibrahim e sua madre Kösem Sultan sono personaggi realmente esistiti. Murad IV, ad esempio, era un sultano dell’Impero Ottomano nel XVII secolo.

Era noto per aver ripristinato il potere dell’impero e per la sua brutalità in battaglia. Kösem fu invece reggente fino a quando Murad non prese il controllo del trono. Dopo la morte di Murad, Ibrahim, tenuto in gabbia nel palazzo come potenziale successore, divenne effettivamente sultano. Infine, Re Salomone fu un’importante figura storica e, sebbene l’esistenza della Regina di Saba sia contestata, è una figura chiave nel Giudaismo, nell’Islam e nel Cristianesimo.

Alithea si innamora del Djinn

Alithea ama le storie e la narrazione. Anche se una volta era sposata è, per sua definizione, una creatura solitaria. Avendo trascorso molto tempo da sola e senza stringere relazioni profonde con gli altri, non comprende appieno le emozioni e l’amore. Alithea non prende nemmeno molto sul serio la storia della sua vita, raccontandone i dettagli al Djinn piuttosto velocemente, senza assaporarla o approfondire le emozioni che potrebbe aver provato nel corso della sua vita.

Idris Elba e Tilda Swinton in Tremila anni di attesa
Tilda Swinton e Idris Elba in Tremila anni di attesa. Foto di Metro Goldwyn Mayer – © 2022 Metro-Goldwyn-Mayer Pictures Inc. All Rights Reserved.

Tuttavia, trova emozioni e amore nelle storie che legge e ascolta. Attraverso la narrazione, Alithea comprende ciò che non sempre sente, anche se il personaggio di Idris Elba sostiene che tutti hanno un desiderio, anche se non ne sono consapevoli. Il Djinn aiuta Alithea a confrontarsi con le emozioni e il concetto di amore. Forse perché il Djinn è un narratore eccezionale o perché Alithea sente la profondità del desiderio, del dolore e dell’amore che il Djinn ha provato un tempo per la Regina di Saba e Zefir.

Alithea si innamora quindi del Djinn perché riconosce che anche lui è una creatura solitaria che non sta mai a lungo con gli altri. Possono condividere la loro solitudine e viverla insieme senza essere completamente soli. Alithea potrebbe dunque imparare di più dalle storie del Djinn e dal suo desiderio d’amore, poiché prova le stesse emozioni che le sfuggono in altri aspetti della sua vita.

Djinn non può rimanere a Londra nonostante il desiderio di Alithea

Per amore, il Djinn accompagna Alithea a Londra, dove vive con lei per un lungo periodo. Lì impara a conoscere meglio l’umanità (e tutto ciò che avevano realizzato) dall’ultima volta che era scomparso nel suo contenitore. Tuttavia, a Londra c’erano molte frequenze elettromagnetiche – dai telefoni cellulari alle torri elettriche, dai satelliti alle onde radio – che bombardavano e disturbavano il Djinn. Dopo tutto, egli non è umano ed composto da particelle elettromagnetiche. Non può quindi sopportare più di tanto un mondo che ronza costantemente con tali frequenze. Nonostante il suo desiderio, Alithea non può sopportare di vederlo soffrire.

Si rende anche conto che è egoista da parte sua chiedergli di restare per un suo desiderio. Non era questo l’amore, e quindi desidera che lui torni al suo posto. Sebbene Djinn e Alithea non possano stare insieme in senso tradizionale, il fatto che Djinn torni occasionalmente a Londra per vedere e passare del tempo con Alithea dimostra quanto si amino. La loro compagnia è ora del tutto volontaria, senza i vincoli creati dai tre desideri. La partenza del Djinn da Londra lo rende dunque libero e approfondisce il legame già forte tra lui e Alithea.

Idris Elba in Tremila anni di attesa
Idris Elba in Tremila anni di attesa. Foto di Metro Goldwyn Mayer – © 2022 Metro-Goldwyn-Mayer Pictures Inc. All Rights Reserved.

I Djinn ed Enzo sono reali o Alithea li ha immaginati?

All’inizio di Tremila anni di attesa, Alithea racconta al Djinn di Enzo, un essere simile a un amico immaginario che le è apparso per il suo bisogno di immaginare. Enzo, raffigurato come un ritaglio di carta, è stato scritto e disegnato da Alithea. Ma lei si convinse che la sua esistenza era sciocca e bruciò tutto ciò che aveva scritto su di lui, cancellandolo per sempre dalla sua vita. Come Enzo, è possibile che il Djinn del film non sia reale e sia semplicemente un frutto dell’immaginazione della protagonista, nato a causa del suo bisogno di immaginare.

Dopotutto, aveva visto vari Djinn nel corso della giornata e poteva aver bisogno di una storia che li spiegasse. Detto questo, è probabile che il Djinn sia reale perché Alithea lo ha presentato ai suoi vicini, che hanno potuto vedere l’antico essere. Se non fosse stato reale, il Djinn probabilmente non avrebbe avuto bisogno di indossare un cappuccio per coprire le orecchie a punta che lo rivelavano. Nonostante Enzo non fosse reale, l’amico immaginario di Alithea e il Djinn soddisfano il suo desiderio di compagnia in un momento in cui ne ha bisogno.

Ma non tutti riescono a vedere i Djinn. Le storie confermano che coloro che hanno sangue Djinn, figli di un Djinn e di un umano, possono sentire la presenza dei Djinn (anche se non sempre possono vederli). A tal fine, è possibile che Alithea fosse una discendente di un Djinn, anche se non ci sono prove evidenti in tal senso. Il fatto che Alithea possa avere questa discendenza, potrebbe spiegare perché può vedere gli altri Djinn mentre gli altri no. Oppure, l’amore di Alithea per le storie, l’accresciuto senso dell’immaginazione e la vicinanza alla tradizione dei Djinn a Istanbul sono probabilmente il motivo per cui ha potuto improvvisamente vedere e sentire la presenza dei Djinn.

Alyla Browne in Tremila anni di attesa
Alyla Browne in Tremila anni di attesa. Foto di Metro Goldwyn Mayer – © 2022 Metro-Goldwyn-Mayer Pictures Inc. All Rights Reserved.

Il vero significato del finale di Tremila anni di attesa

Il vero significato di Tremila anni di attesa riguarda, in ultima analisi, il potere della narrazione. Nel corso dei millenni, le persone si sono tramandate narrazioni che hanno insegnato lezioni morali, confortato e intrattenuto. L’umanità ha trovato un significato profondo nella narrazione e continua a farlo. Come Alithea, che riesce a comprendere le emozioni attraverso le narrazioni di varie culture, anche i libri, i film e i programmi televisivi possono creare empatia.

La narrazione è un modo per far capire alle persone cose che potrebbero non far parte della loro vita quotidiana. Espande la mente, muove l’immaginazione e crea connessioni attraverso i confini e le lingue. In particolare, la narrazione muove le persone a livello emotivo, suscitando dolore, rabbia, desiderio, empatia, speranza, felicità e persino amore. Il potere delle storie è importante per la comprensione degli altri e per la connessione con il mondo e la storia dell’umanità, proprio come si vede in Tremila anni di attesa.

Damien Chazelle dirige Leonardo DiCaprio in Evel Knievel on Tour

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Damien Chazelle dirige Leonardo DiCaprio in Evel Knievel on Tour

Il mese scorso, un rapporto indicava che il prossimo film di Damien Chazelle avrebbe raccontato la storia del celebre stuntman Evil Knievel e avrebbe avuto come protagonista Leonardo DiCaprio. Grazie a nuovi dettagli emersi tramite Production Weekley, sembra ora che questo progetto sia effettivamente in programma. Innanzitutto, come riportato, il film si intitola Evel Knievel on Tour ed è scritto da William Monahan (The Departed) e Terrence Winter (The Wolf of Wall Street, I Soprano). Inoltre, non si tratterà di un semplice biopic sull’ascesa e la caduta.

La storia, a quanto pare, sarà invece ambientata nel corso di un solo anno, il 1974, e affronta l’ambizioso progetto di Knievel di saltare attraverso lo Snake River dell’Idaho con la sua moto. Knievel, come anticipato, è stato un acrobata e intrattenitore americano, noto per i suoi salti in moto (e per il suo pessimo carattere). Durante la sua carriera di stuntman, ha subito più di 433 fratture ossee, entrando nel Guinness dei primati come sopravvissuto al “maggior numero di ossa rotte in una vita”.

Knievel rovinò la sua carriera quando attaccò un uomo con una mazza da baseball a causa di un libro poco lusinghiero scritto su di lui. La vittima perse i sensi e dovette subire un’importante operazione chirurgica per riparare il braccio. Knievel scontò 6 mesi di carcere, ma perse a quel punto tutti i suoi contratti e le sue sponsorizzazioni. Per il momento questo è dunque tutto quello che sappiamo sul progetto, con Leonardo DiCaprio che dovrebbe dunque andare ad interpretare proprio Knievel.

Damien Chazelle torna alla regia dopo Babylon

L’ultimo film di Chazelle, Babylon, è stato accolto da pareri contrastanti da parte della critica (qui la nostra recensione) e ha fatto fiasco al botteghino, guadagnando 63 milioni di dollari a fronte di un budget di produzione di poco inferiore ai 100 milioni. Alla fine ha fatto perdere alla Paramount una cifra stimata in 87 milioni di dollari. Ad aprile 2024, Chazelle ha fissato con la Paramount il suo presunto prossimo film, che si diceva si svolga in una prigione. È stato descritto come un dramma “a medio budget” con elementi d’azione.

Quel progetto sembra però ora essere stato abbandonato. Qualche mese dopo, infatti, Chazelle ha dichiarato a Vanity Fair che stava lavorando a due progetti e non sapeva quale sarebbe stato realizzato per primo. A quanto pare, Evel Knievel on Tour, che al momento risulta ancora in fase di sviluppo, potrebbe essere il suo prossimo progetto, ottenendo dunque la precedenza sull’altro ancora avvolto nel mistero.

Cenerentola: tutte le curiosità sul film live action della Disney

Tra le più celebri fiabe narrate nel corso dei decenni dalla Walt Disney, vi è Cenerentola. Questo detiene tutt’oggi un’importanza speciale tanto per il grande studios quanto per l’immaginario collettivo. Il primo film, realizzato nel 1950, segna infatti il ritorno ad una grande produzione ispirata a un’unica storia e non più ad un collage di cortometraggi. Cenerentola introdusse la Disney ad un nuovo periodo d’oro, dando vita al concetto di “Classico Disney“. Non sorprende dunque che, tra i primi rifacimenti in live action realizzati da qualche anno a questa parte dalla Disney, vi sia proprio quello dedicato a Cenerentola (qui la recensione).

Diretto da Kenneth Branagh, noto come attore ma anche per aver diretto film come Thor e Assassinio sull’Orient Express, questo nuovo adattamento segue in modo piuttosto fedele l’originale animato, riproponendo le caratteristiche essenziali. Cenerentola contribuì infatti a forgiare un più tradizionale stile disneyiano, con un racconto di fate, sogni, disegni brillanti e delicati, una trama ben definita e personaggi iconici. Cenerentola è inoltre divenuta simbolo dell’elevazione personale, con i sogni che possono diventare realtà a patto che si creda fermamente in essi. Accolto in modo molto positivo, questo rifacimento ha contribuito al consolidamento dell’operazione live-action.

Negli anni successivi sono infatti stati realizzati diversi altri titoli basati sui classici Disney, da La bella e la bestia a Dumbo. Cenerentola, però, con i suoi costumi, le sue scenografie e la sua magia, conserva un fascino a dir poco unico. Prima di intraprendere una visione del film, però, sarà certamente utile approfondire alcune delle principali curiosità relative a questo. Proseguendo qui nella lettura sarà infatti possibile ritrovare ulteriori dettagli relativi alla trama e al cast di attori. Infine, si elencheranno anche le principali piattaforme streaming contenenti il film nel proprio catalogo.

Cenerentola cast
Cate Blanchett e Lily James in Cenerentola © 2015 – Walt Disney Studios Motion Pictures

 

La trama di Cenerentola

Protagonista del film è la giovane ragazza di nome Ella, figlia di un mercante. Dopo la morte di sua madre, suo padre si risposa e lei, per dimostrargli il suo affetto, accoglie in casa la matrigna Lady Tremaine e le sue figlie, Anastasia e Genoveffa. Ma quando improvvisamente suo padre muore, la giovane si ritrova alla mercé di tre donne gelose e malvage. Relegata alla stregua di una serva coperta di cenere e stracci, la ragazza potrebbe facilmente perdere ogni speranza. Invece, nonostante le crudeltà di cui è vittima, desidera solo onorare le parole pronunciate da sua madre sul letto di morte, che le raccomandava di “avere coraggio ed essere gentile”.

Quando però un giorno, nel bosco, incontra l’affascinante principe Kit, si sente travolta da un emozione che la spinge a volerlo rivedere. Quando i reali invitano tutte le fanciulle del regno a partecipare a un ballo, Ella spera che il suo destino stia finalmente per cambiare e di poter nuovamente incontrare l’affascinante principe. Purtroppo la sua matrigna le proibisce di andare al ballo, strappandole l’abito che avrebbe dovuto indossare. Ma come in tutte le favole che si rispettino, qualcuno accorre in aiuto: una gentile mendicante si fa avanti e, con una zucca e qualche topolino, cambierà per sempre la vita di Cenerentola.

Il cast del film

Per il ruolo di Cenerentola, furono considerate le attrici Emma Watson, Saoirse Ronan e Alicia Vikander, le quali però rifiutarono. A sostenere un provino furono poi Imogen Poots, Bella Heathcote, Margot Robbie e Lily James e fu proprio quest’ultima ad ottenere la parte. Per assumere i panni del personaggio, la James si trovò poi a dover trascorrere diversi mesi esercitandosi sulla coreografia di danza prevista, al fine di poterla eseguire senza controfigure. Un ulteriore curiosità è poi stata raccontata dalla stessa James, la quale ha rivelato che la celebre scarpetta di cristallo non le entrava per davvero e fu quindi necessario ricorrere alla CGI per rimediare a ciò.

Nel ruolo dei genitori di Ella vi sono gli attori Ben Chaplin e Hayley Atwell. Richard Madden è il principe azzurro, mentre Derek Jacobi è il re. Ad interpretare le due sorellastre di Cenerentola, Anastasia e Genoveffa, vi sono invece Holliday Grainger e Sophie McShera. Helena Bonham Carter, invece, interpreta la Fata Madrina. In ultimo, nei panni dei due principali antagonisti del film si ritrovano Stellan Skarsgård nei panni del Gran Duca, consigliere del Re, e la premio Oscar Cate Blanchett, in quelli della matrigna di Cenerentola. Per l’interpretazione di questo personaggio, l’attrice ha raccontato di aver trovato ispirazione nella Myrtle Bagot del film del 1945 Breve incontro.

Helena Bonham Carter è la Fata Madrina in Cenerentola
Helena Bonham Carter è la Fata Madrina in Cenerentola © 2014 – Disney Enterprises

I costumi del film

Ad occuparsi dei costumi del film è stata la tre volte premio Oscar Sandy Powell. Descrivendo il suo lavoro per Cenerentola, la Powell ha affermato di aver ricercato uno stile che desse l’impressione che la storia è ambietata tra gli anni Quaranta e Cinquanta. Tra tutti i costumi spicca naturalmente l’iconico vestito blu di Cenerentola, il quale ha avuto un totale di otto versioni, tutte utilizzate a seconda di ciò che la James stava facendo nella scena in cui viene indossato l’abito. Ad esempio, un vestito era a quattro pollici da terra per la sua scena di corsa dal ballo alla carrozza, e un altro trascinato leggermente a terra per il suo ingresso al ballo. Il costume che differisce maggiormente rispetto all’originale animato è quello della Fata Madrina.

Il trailer del film e dove vederlo in streaming e in TV

È possibile fruire di Cenerentola grazie alla sua presenza su alcune delle più popolari piattaforme streaming presenti oggi in rete. Questo è infatti disponibile nei cataloghi di Apple iTunes, Prime Video, Tim Vision e Disney+. Per vederlo, una volta scelta la piattaforma di riferimento, basterà noleggiare il singolo film o sottoscrivere un abbonamento generale. Si avrà così modo di guardarlo in totale comodità e al meglio della qualità video. Il film è inoltre presente nel palinsesto televisivo di venerdì 3 gennaio alle ore 21:30 sul canale Rai 1.

Lanterns: Aaron Pierre rivela come si sta preparando per il ruolo

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Lanterns, una serie HBO con Kyle Chandler nel ruolo di Hal Jordan e Aaron Pierre in quello di John Stewart, le più importanti Lanterne Verdi, dovrebbe uscire nell’estate del 2026. L’inizio delle riprese è previsto per il febbraio di quest’anno, ma sembra che Pierre stia ancora facendo ricerche per il suo ruolo di John Stewart. Durante un’intervista con The Chris Evans Breakfast Show di Virgin Radio UK, l’attore ha infatti rivelato la sua preparazione fisica per il ruolo di Lanterna Verde e la sua conoscenza del personaggio.

Questo personaggio ha sempre irradiato classe. Ha sempre irradiato carisma, forza, identità. Quindi sono molto felice di dargli vita in un contesto live action”. Sembra già da queste parole che Aaron Pierre abbia una buona conoscenza del personaggio che sta per interpretare. “Quello che sta accadendo ora è il mio lavoro a casa, il mio ampio lavoro a casa sulla DC e la mia intensa preparazione fisica”. Riguardo il “lavoro sulla DC”, ha chiarito che “si tratta di fumetti, film e serie televisive. È tutto questo. Si tratta di familiarizzare con cose che già conosco e di introdurmi a cose che sto imparando”.

Sembra dunque che l’attore stia familiarizzando in modo massiccio con il materiale di partenza e che stia anche studiando le interpretazioni passate di John Stewart. Questa Lanterna Verde non è mai apparsa in live action prima d’ora, quindi, quando dice che sta studiando i film per il personaggio, probabilmente intende i film d’animazione della DC in cui John Stewart è apparso, come Green Lantern: Beware My Power. Per quanto riguarda le serie, si può invece riferire a Justice League Unlimited, una serie in cui John Stewart è molto presente.

Di cosa parla Lanterns?

L’attesa serie Lanterns, parte del rinnovato Universo DC guidato da Gunn e Safran, seguirà le Lanterne Verdi Hal Jordan e John Stewart mentre indagano su un misterioso omicidio legato a una cospirazione più ampia e sconvolgente. La serie della HBO è descritta come una storia “alla True Detective” che mescola intrighi cosmici con un tono di ispirazione noir. Con una durata di otto episodi, Lanterns promette di introdurre una versione fresca e dinamica degli amati eroi intergalattici della DC.

Kyle Chandler e Aaron Pierre sono stati confermati per Lanterns e saranno i protagonisti della serie, rispettivamente nei panni di Hal Jordan e John Stewart, segnando il loro attesissimo debutto nell’Universo DC. Tra gli altri membri del cast finora confermati figurano anche Kelly Macdonald, Garret Dillahunt e Poorna Jagannathan. In quanto progetto cardine del rinnovato DCU, Lanterns dovrebbe collegarsi direttamente ad archi narrativi più ampi, pur offrendo una narrazione autonoma e incentrata sui personaggi. Con la sua attenzione al mistero, al dramma e alla mitologia cosmica della DC, Lanterns è destinata a diventare un capitolo fondamentale dell’Universo DC in evoluzione.

La serie si propone di mettere in luce entrambi gli eroi in egual misura, offrendo una nuova interpretazione della loro iconica collaborazione e rimanendo al contempo fedele alla ricca storia dei fumetti dei personaggi. Con la sua narrazione concreta e il tono ispirato al noir, la serie dovrebbe fornire un nuovo livello di profondità al mito di Lanterna Verde, attraendo sia i fan di lunga data che i nuovi arrivati nell’Universo DC. I fan possono attendere il debutto sulla HBO nel 2026.

Skeleton Crew, tutti gli Easter Egg dell’episodio 6

Skeleton Crew, tutti gli Easter Egg dell’episodio 6

Iniziamo il nuovo anno come si deve con Star Wars: Skeleton Crew e altre uova di Pasqua che meritano di essere scovate. Gli showrunner Christopher Ford e Jon Watts non rinunciano mai a richiami e riferimenti. Ambientata nell’era della Nuova Repubblica di Star Wars, subito dopo gli eventi della trilogia originale, Skeleton Crew ha tutti gli elementi migliori per una divertente cavalcata galattica. Riprendendo dall’episodio della scorsa settimana, i nostri quattro giovani avventurosi – Wim (Ravi Cabot-Conyers), Neel (Robert Timothy Smith), Fern (Ryan Kiera Armstrong) e KB (Kyriana Kratter) – sono sfuggiti per poco alla presa del loro presunto alleato, Jod Na Nawood (Jude Law).

Tuttavia, potrebbe chiamarsi Capitano Silvo, Crimson Jack, Dash Zentin o Jodwick Zank. Chi lo sa? Non ci si può davvero fidare di lui. Ora, senza l’aiuto del perfido Jod o del droide scambiatore di fedeltà SM-33 (Nick Frost), i giovani non hanno altro che loro stessi per tornare a casa ad At Attin. L’episodio 6, “Zero amici di nuovo”, è diretto da Bryce Dallas Howard, che ha già diretto diversi episodi di progetti di Star Wars, tra cui The Mandalorian e The Book of Boba Fett. Questo team conosce bene la storia di Star Wars. Ecco tutti gli Easter egg che potreste esservi persi!

Skeleton Crewcontinua a fare riferimento a ‘I Goonies’

the goonies

È stato chiaro fin dalla prima che Skeleton Crew ha tratto ispirazione da I Goonies. Il concetto di un gruppo di giovani avventurosi, con spiriti audaci e armature da complotto, si è trasferito facilmente nel mondo di Star Wars. L’ultimo episodio si apre con un altro riferimento al film del 1985, con i ragazzi che scappano da Jod cadendo attraverso una serie di scivoli, proprio come gli scivoli a trappola de I Goonies. La sequenza termina addirittura con un’inquadratura ampia che mostra i vari tubi di uscita mentre i ragazzi sparano fuori in maniera strana.

Una specie aliena familiare de “Gli ultimi Jedi”

star wars skeleton crew

Non capita spesso di ricevere riferimenti a Gli ultimi Jedi, quindi è una felice sorpresa quando accade. Quando Jod viene catturato dai pirati, sullo sfondo si vede un alieno familiare. Uno degli ospiti della Skull Ridge Mountain Spa che assiste al trambusto appartiene alla specie aliena Xi’Dec, quella che sembra ricoperta di bulbi carnosi. Ne Gli ultimi Jedi, Finn (John Boyega) e Rose (Kelly Marie Tran) provocano un’ondata di fathiers che si abbatte sul casinò di Canto Bight. Uno degli ospiti disturbati è una Xi’Dec di nome Ubbla Mollbro. La donna emette un lamento chiassoso e operistico. È breve ma piuttosto memorabile.

SM-33 richiama ancora una volta Mr. Smee

star wars skeleton crew

Tutti abbiamo notato la somiglianza di SM-33 con il signor Smee di Peter Pan fin dal primo episodio. Il suo nome può essere facilmente modificato da SM-33 a Smee, ma anche il suo ruolo in questa storia presenta dei parallelismi. Il signor Smee era il primo ufficiale di Capitan Uncino e aveva un’aria sorprendentemente amichevole nei confronti dei bambini. Come il signor Smee, SM-33 sembra inizialmente spaventoso, ma presto stringe un legame protettivo con i piccoli. Nell’ultimo episodio di Skeleton Crew, dopo aver tradito i ragazzi quando Fern cede il comando, SM-33 e Jod emergono dalle caverne di Skull Ridge Mountain adornati di oro, gioielli e tesori vari. In Hook del 1991, un amato adattamento di Peter Pan, William Smee (Bob Hoskins) viene catturato dai Lost Boys mentre fugge.

I riferimenti alla cultura pop dei pirati di “Skeleton Crew” sono ovunque

star wars skeleton crew

Non ci si ferma al signor Smee. L’episodio 6 si appoggia pesantemente alla tradizione dei pirati nella cultura pop. Ad esempio, si sente uno dei pirati che arrestano Jod e SM-33 lanciare “ratti di sentina” come insulto ai suoi subordinati. I ratti di sentina si nascondono spesso nella sentina di una nave e sono comunemente usati come insulto nelle opere incentrate sui pirati, tra cui il popolare videogioco Sea of Thieves . In seguito, Bruto (Fred Tatasciore) ordina l’esecuzione di Jod tramite l’espulsione dalla camera stagna, la versione dei pirati spaziali di “camminare sulla tavola”.

Brutus esclama addirittura che “le parole di un uomo morto non hanno valore”, facendo riferimento a una frase comune e al sottotitolo di un famoso franchise: Pirati dei Caraibi: i morti non raccontano storie. Tuttavia, i pirati spaziali seguono un “Codice dei Pirati”, come spesso fanno, e a Jod viene concesso il “Diritto di Ultimo Appello”. Insieme cantano una barzelletta, come fanno tutti i pirati. Infine, Wim e KB seguono un gruppo di granchi verso la loro speranzosa salvezza, proprio come Jack Sparrow (Johnny Depp) all’inizio di Pirati dei Caraibi: la fine del mondo.

Star Wars: Galaxy’s Edge” prende vita in ‘Skeleton Crew’

star wars skeleton crew

Questo episodio si sente più fortemente orientato verso i bambini rispetto al precedente, ed è realizzato in modo eccezionale. L’ultimo episodio porta persino in vita una delle giostredel mondo reale di Star Wars amate dai fan. I parchi a tema Disney sono già stati citati in passato, con il droide autista dell’autobus nel primo episodio di Skeleton Crew che proviene direttamente da Star Tours di Disneyland, e Captain EO (un film in 3D del 1985 prodotto da George Lucas e interpretato da Michael Jackson) è diventato essenzialmente canonico con un cameo di Fuzzball. Star Wars: Galaxy’s Edge al Walt Disney World Resort in Florida offre un’esperienza chiamata Millenium Falcon: Smuggler’s Run. Proprio come i giovani sull’Onyx Cinder, gli ospiti possono scegliere i loro ruoli e manovrare il Falcon: ognuno ha uno scopo.

9-1-1: Lone Star, il video d’addio anticipa il finale agrodolce dello show

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Lunedì 20 gennaio inizia la fine di 9-1-1: Lone Star. Il finale di serie dell’amato spinoff di 9-1-1 andrà in onda il 3 febbraio e dopo di allora sarà definitivamente chiuso. Lo show è iniziato quasi cinque anni fa, riunendo un cast e una troupe forti che hanno raccontato alcune delle storie più selvagge e d’impatto della televisione. La Fox ha pubblicato un nuovo video dietro le quinte in cui i membri del cast riflettono sul loro percorso negli ultimi anni di carriera. Il video presenta anche alcune scene degli ultimi tre episodi della serie, che anticipano il finale di alcune storie, tra cui un matrimonio. Marjan (Natacha Karam) si sposa!

9-1-1: Lone Star è stata fortunata perché la maggior parte dei membri del cast non ha lasciato la serie. Liv Tyler e Sierra McClain sono state tra le più grandi partenze dello show, con la prima che se n’è andata dopo una stagione e la seconda dopo quattro. I membri rimanenti del cast hanno formato un legame stretto dopo aver lavorato insieme per anni, cosa che sottolineano nel video. Anche in seguito, aggiunte come Gina Torres sono diventate rapidamente parte del gruppo. Lo show è stato il primo ruolo importante per alcuni dei membri più giovani del cast, e lo apprezzano. Non è detto che a qualcuno piacciano i propri colleghi.

Fine di 9-1-1: Lone Star

“Ho trascorso qui alcuni dei migliori anni della mia vita”, dice Judd (Jim Parrack) nel video qui sopra, preannunciando la partenza dalla caserma per tutti i personaggi. “Tommy fa eco ai sentimenti dell’altro personaggio, che molti spettatori condividono a causa della prematura cancellazione della serie. Il volto sorridente di Marjan appare mentre percorre la navata, sposando il suo fidanzato di lunga data, Joe (John Clarence Stewart). I flashback rivisitano alcuni dei momenti più memorabili della serie, tra cui molti momenti #Tarlos ed emergenze pericolose per la vita.

Si prevede che gli episodi finali copriranno un sacco di terreno, dato che alcuni degli archi che si sono sviluppati per molto tempo si concludono bruscamente. In 9-1-1: Lone Star, stagione 5, episodio 10, “Tutti quelli che vagano”, Judd si trova letteralmente sulla linea di fuoco quando un’armeria prende fuoco, facendo volare proiettili ovunque. Owen mette in dubbio la promessa di sobrietà di Judd. Marjan presenta il fidanzato Joe ai suoi genitori in visita, Waleed (Michael Benyaer) e Nasreen (Anne Nahabedian), ma la cena non va come lei sperava”.

Nell’episodio 11, Carlos (Rafael Silva) e TK (Ronen Rubinstein) compiono i passi successivi per adottare Jonah dopo l’incarcerazione di Enzo (Henry Ian Cusick). Il 3 febbraio segna la fine della serie: gli abitanti di Austin prevedono un’altra emergenza quando viene rivelata la notizia di un asteroide diretto verso la città.

Heretic: trailer ufficiale dell’horror con Hugh Grant

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Heretic: trailer ufficiale dell’horror con Hugh Grant

Eagle Pictures ha diffuso il trailer ufficiale dell’horror Heretic (qui la nostra recensione) di A24Films, in arrivo al cinema dal 27 Febbraio. La loro missione. Il suo gioco. Heretic, un inquietante horror psicologico di Scott Beck e Bryan Woods con Hugh Grant, Sophie Thatcher e Chloe East.

Il personaggio di Hugh Grant, Mr. Reed, è tutti noi. Bussano alla sua porta e, quando vede due missionari mormoni all’esterno, si ferma per un secondo prima di iniziare una conversazione con loro. È in questa pausa che il suo parallelismo con il pubblico normale finisce: non solo inizia a chiacchierare con gli evangelisti, ma si rivela essere uno psicopatico furioso che li intrappola in un gioco al gatto e al topo basato sulla fede. Divertente!

L’ultimo trailer del lungometraggio co-sceneggiato e diretto da Scott Beck e Bryan Woodssegue la Sorella Barnes di Sophie Thatcher e la Sorella Paxton di Chloe Eastall’interno della casa del signor Reed, dove fanno due chiacchiere imbarazzanti con l’estraneo fino a quando non sono pronte per uscire da lì. Purtroppo, a questo punto, sono già in trappola. Prendendo la paura più oscura di ogni donna di un uomo che cerca di tenere (spiegare) una conversazione filosofica con loro e aggiungendo il colpo di scena di una possibile morte (più relazionabile di quanto vorremmo), le due missionarie devono prendere le decisioni giuste se vogliono avere qualche speranza di sopravvivere.

La trama di Heretic

Quando due giovani missionarie bussano alla porta sbagliata, il loro destino si lega a quello del signor Reed (Hugh Grant), un uomo tanto affascinante quanto spietato. Intrappolati in un gioco di inganni e terrore, dovranno affidarsi alla fede e all’astuzia, le uniche armi che potrebbero salvarli.

Jim Carrey: 10 cose che forse non sai sull’attore

Jim Carrey: 10 cose che forse non sai sull’attore

Jim Carrey è uno di quegli attori che ha fatto la storia del cinema grazie al suo essere istrionico e capace di adattarsi a qualsiasi genere cinematografico. Nel corso della sua carriera ha saputo esprimere, in maniera eccellette, tutte le sue doti comiche e drammatiche, facendosi amare ed apprezzare da una gran parte del pubblico mondiale.

Ecco, allora, dieci cose da sapere su Jim Carrey.

I film di Jim Carrey

I film da giovane di Jim Carrey

1. Ha recitato in celebri film. Dopo alcuni piccoli ruoli nei film Se ti mordo… sei mio (1985), Peggy Sue si è sposata (1986) e Scommessa con la morte (1988), Carrey ottiene grande successo recitando in Ace Ventura – L’acchiappanimali (1994), The Mask – Da zero a mito (1994) e Scemo & più scemo (1994). In seguito, lavora in Batman Forever (1995), Ace Ventura – Missione Africa (1995), Il rompiscatole (1996), Bugiardo bugiardo (1997), The Truman Show (1998), Man on the Moon (1999), Io, Me & Irene (2000) e Il Grinch (2000), per poi apparire in The Majestic (2001), Una settimana da Dio (2003), Se mi lasci ti cancello (2004), Lemony Snicket – Una serie di sfortunati eventi (2004), Dick & Jane – Operazione furto (2005), Number 23 (2007), Yes Man (2008), Colpo di fulmine – Il mago della truffa (2009) e A Christmas Carol (2009).

I film di oggi di Jim Carrey

Tra i film a cui ha preso parte negli ultimi quindici anni vi sono I pinguini di Mr. Popper (2011), Kick-Ass 2 (2013), Scemo & + scemo 2 (2014), The Bad Batch (2016), Dark Crimes (2016), il documentario Jim & Andy: The Gret Beyond. The Story of Jim Carrey, Andy Kaufman and Tony Clifton (2017), Sonic – Il film (2020), Sonic 2 (2022) e Sonic 3 (2024).  Prossimamente reciterà nel film di genere mistery Evergreen Pines and the Fading Summer.

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Jim Carrey in Il Grinch

2. Non solo attore, ma anche doppiatore, sceneggiatore e produttore. Nel corso della sua carriera, Jim Carrey ha avuto la possibilità di sperimentare altre professioni del cinema. L’attore, infatti, ha prestato la propria voce per il doppiaggio del videogioco Una serie di sfortunati eventi (2004) e per il film d’animazione Ortone e il mondo dei Chi (2008). In quanto sceneggiatore, ha collaborato alla stesura degli script dei film Ace Ventura – L’acchiappanimali e delle serie In Living Color e I‘m Dying Up Here – Chi è di scena? (2017). Come produttore, invece, ha lavorato alla realizzazione dei film Una settimana da Dio e Dick & Jane – Operazione furto e delle serie I’m Dying Up Here e Kidding – Il fantastico mondo di Mr. Pickles (2018-2020), di cui è anche protagonista.

 

Jim Carrey in Il Grinch

3. Si è dovuto sottoporre a ore di trucco. Secondo il truccatore Rick Baker, il trucco posticcio di Jim Carrey ha richiesto circa due ore per essere applicato e un’ora per essere rimosso. Pare che l’attore si sentisse così a disagio durante questo tempo, mentre gli veniva applicata addosso la pelle di lattice, da richiedere dei consigli da un agente della C.I.A., che gli ha insegnato diverse tecniche di resistenza alla tortura.

4. Aveva delle lenti a contatto fastidiose. Sembra che non sia stato solo il trucco a far sentire l’attore a disagio. Infatti, le lenti a contatto gialle che Carrey doveva indossare erano così scomode che non era in grado di tenerle tutto il tempo delle riprese, dovendo rimuoverle poco dopo averle messe. Per alcune scene più complesse, infatti, l’attore ha scelto di non portarle e i suoi occhi sono stati ritoccati in post-produzione.

Jim Carrey The Mask
Jim Carrey in The Mask

Jim Carrey in Scemo & più Scemo

5. Ottenne un compenso strepitoso per il film. Per recitare in Scemo & più scemo, a Carrey furono inizialmente offerti 700 mila dollari. Tuttavia, tale offerta è arrivata nella stessa settimana in cui Ace Ventura – L’acchiappanimali ha aperto al primo posto al botteghino statunitense, rendendo immediatamente Carrey una star da un giorno all’altro. Gli agenti dell’attore, dunque, riuscirono a rinegoziare con i produttori di Scemo & più Scemo, portando il compenso di Carrey alla cifra di 7 milioni, quasi la metà del budget del film.

Jim Carrey è The Mask

6. I denti del personaggio non erano stati programmati per l’intero film. I denti sovradimensionati del personaggio di The Mask erano originariamente da utilizzare solo durante le scene mute. Alla fine, però, l’attore grazie a molta pratica era riuscito a parlare con quei denti posticci per la maggior parte del tempo e si è dunque optato per farglieli tenere sempre, rendendo il suo personaggio decisamente più stravagante.

7. Il ruolo di Stanley Ipkiss è stato riscritto per l’attore. Nel momento della stesura dello script, il personaggio di Stanley Ipkiss è stato realizzato avendo proprio Jim Carrey in mente, pur senza alcuna certezza riguardo un suo possibile coinvolgimento. Quando l’attore ha ricevuto la sceneggiatura, ha poi rivelato di aver proprio pensato – senza averne la certezza – che il personaggio fosse stato scritto su misura per lui, a livello di comicità e fisicità. Ha dunque accettato il ruolo e il resto è storia.

Jim Carrey è il Dr. Robotnik Sonic

8. Ha avuto estrema libertà per il ruolo. Jim Carrey ha dichiarato che quello del Dr. Robotnik nella saga di Sonic è uno dei suoi ruoli preferiti, affermando che si è divertito molto a interpretare questo villain e che il team di produzione gli ha dato molta libertà di fare tutto ciò che voleva. Carrey ha dunque improvvisato moltissime delle battute poi finite del film, come anche l’intera sequenza di danza che gli si vede fare nel primo film.

Jim Carrey Sonic
Jim Carrey nel franchise di Sonic

Jim Carrey tornerà anche in Sonic 4?

Dato l’esito a cui il suo Dr. Robotnik va incontro in Sonic 3, in molti si chiedono se si troverà un modo per far tornare il personaggio (e l’attore) anche per il già annunciato Sonic 4. Teoricamente, non dovrebbero esserci modi perché Robotnik sia sopravvissuto al termine del terzo film, ma dato che già nel finale del secondo lo si dava per spacciato, c’è sempre la possibilità che egli abbia all’ultimo trovato un modo per tirarsi fuori dai guai. Lo stesso Carrey si è detto disponibile a riprendere il ruolo, se la cosa avrà senso.

 

Le mogli e le fidanzate di Jim Carrey

9. Si è sposato due volte e ha avuto diverse fidanzate famose. L’attore si è sposato la prima volta il 28 marzo del 1987 con l’attrice Melissa Jaine Womer, da cui ha avuto la figlia Jane, nata il 6 settembre dello stesso anno. Dopo aver divorziato nel 1995, Carrey si è risposato il 23 settembre dell’anno successivo con la collega Lauren Holly: tuttavia, il loro matrimonio è durato meno di un anno. Dalla fine del suo secondo matrimonio, l’attore ha poi avuto diverse fidanzate Tra esse, si citano Laurie Holden, Anine Bing, January Jones e Renée Zellweger con cui, pare, avesse in programma di sposarsi nuovamente. Dal 2005 al 2010 ha avuto una relazione importante con la collega Jenny McCarthy, mentre dal 2012 al 2015 è stato legato a Cathriona White.

L’età e l’altezza di Jim Carrey

10. Jim Carrey è nato il 17 gennaio del 1962 a Newmarket, in Ontario, Canada. La sua altezza complessiva corrisponde a 1,88 metri.

Fonti: IMDb, Biography, The Sun

I 10 film più attesi del 2025 secondo IMDb

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I 10 film più attesi del 2025 secondo IMDb

1-Superman

2-28 anni dopo

3-Fantastic Four: First Steps

4-Dragon Trainer

5-Thunderbolts*

6-Captain America: Brave New World

7-Jurassic World: Rebirth

8-Biancaneve

9-Un film Minecraft

10-Mission: Impossible – The Final Reckoning

Billy Bob Thornton spiega perché ha rifiutato il ruolo di Goblin nello Spider-Man di Sam Raimi

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Billy Bob Thornton è famoso per i ruoli in Love Actually, Babbo Bastardo, Fargo e molti altri, e a parte un cameo nel film animato Harley Quinn, l’attore ha evitato i cinecomics, ma ha recentemente confermato che gli è stata offerta la possibilità di vestire i panni di uno dei cattivi più iconici della Marvel.

Parlando al podcast Bingeworthy di The Playlist, l’attore ha riflettuto sul rifiuto di due ruoli da cattivo importante: il Goblin in Spider-Man di Sam Raimi e Owen Davian in Mission: Impossible III di J.J. Abrams. “Non ho molto interesse per quel genere di ruoli”, ha spiegato Thornton. “Con il Goblin, non avevo voglia di alzarmi alle 4 del mattino per cinque o sei ore di trucco. E con ‘Mission: Impossible III’, non volevo essere il tizio che cerca di uccidere Tom Cruise”. “Se sei il cattivo in un grande film come quello, il pubblico lo ricorderà per sempre”, ha continuato. “Preferisco mantenere le cose più flessibili e meno prevedibili”.

Billy Bob Thornton ha rifiutato ruoli andati a Philip Seymour Hoffman e Willem Dafoe

Il defunto Philip Seymour Hoffman ha infine combattuto con Cruise nel terzo film di Mission: Impossible, mentre Willem Dafoe ha fatto suo Norman Osborn con un’interpretazione iconica del più grande nemico di Spider-Man.

In base alle osservazioni di Thornton sulle “sei ore di trucco“, sembra che sia stato contattato quando il Goblin stava per essere riportato in vita con delle protesi anziché con un costume.

Nel corso del suo press-tour per promuovere Nosferatu il mese scorso, a Dafoe è stato chiesto se poteva continuare la storia di Norman in Spider-Man 4 dei Marvel Studios. “Vedremo. Vedremo [ride]. Potrei tornare”, ha detto. “Ascolta, è stato fantastico lavorare con Tom e l’intera serie di film di Spider-Man che ho fatto è stata molto divertente. Molto divertente.”

Queste osservazioni riecheggiano ciò che Dafoe ha detto l’anno scorso. “Se tutto andrà bene, certo”, ha detto di un possibile ritorno. “Voglio dire, è un ruolo fantastico. Mi è piaciuto il fatto che sia stato un doppio ruolo entrambe le volte. Vent’anni fa, e abbastanza di recente, entrambe le volte [sono state] esperienze molto diverse, ma mi sono divertito in entrambe.”

Per quanto riguarda il motivo per cui ha accettato di tornare al ruolo quasi due decenni dopo per Spider-Man: No Way Home del 2021, Dafoe ha rivelato: “Non volevo davvero fare un cameo. Volevo assicurarmi che ci fosse qualcosa di abbastanza sostanzioso da fare che non fosse solo un accenno di circostanza. E l’altra cosa era che ho detto che volevo davvero che ci fosse azione, voglio prendere parte a scene d’azione.” “Perché per me è davvero divertente. È l’unico modo per radicare il personaggio. Altrimenti, diventa solo una serie di meme”, ha concluso l’attore.

Per quanto riguarda invece Billy Bob Thornton, anche se non al livello del Goblin, sicuramente non gli sono mancate parti iconiche, date le sue doti e i suoi tratti somatici.

David Fincher rivela cosa c’era davvero nella scatola di Seven

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David Fincher rivela cosa c’era davvero nella scatola di Seven

Cosa c’è nella scatola? Cosa c’è nella scatola?” grida il detective David Mills (interpretato da Brad Pitt) nel finale di Seven, il celebre thriller del 1995 di David Fincher. Anche se fortunatamente non viene mai mostrato, la tragica risposta è la testa mozzata della moglie incinta di Mills, Tracy (Gwyneth Paltrow), uccisa senza pietà da John Doe (Kevin Spacey) perché Mills diventasse ira. Ma cosa c’era davvero nella scatala? Il regista David Fincher, in occasione dei 30 anni del film, ha finalmente svelato l’arcano.

Poiché, come già detto, la testa mozzata di Tracy non viene mai mostrata all’interno della scatola, si è diffusa la voce che essa contenesse una testa protesica modellata sulla Paltrow. Fincher ha però respinto questa teoria, dicendo a Entertainment Weekly che la voce è “del tutto ridicola”. Invece, la testa è lasciata all’immaginazione, vista attraverso gli occhi del detective Somerset (Morgan Freeman). “Credo che avessimo messo dentro un sacchetto di pallini da sette o otto chili”, rivela invece il regista.

Avevamo fatto delle ricerche per capire, se l’indice di massa corporea di Gwyneth Paltrow fosse stato X, quale parte di questo fosse attribuibile alla sua testa. Quindi avevamo un’idea del peso che avrebbe avuto, e quindi credo che ci fosse un semplice peso”, ha spiegato Fincher. “Penso che fosse una busta di pallini e una parrucca, e penso che la parrucca avesse un po’ di sangue dentro, così alcuni dei capelli si sarebbero appiccicati tra loro. Credo che Morgan abbia aperto 16 o 17 di queste scatole”. “Ma, come dico sempre: non c’è bisogno di vedere cosa c’è nella scatola se hai Morgan Freeman“, ha concluso Fincher.

Seven film
Brad Pitt, Kevin Spacey e Morgan Freeman in Seven

David Fincher ha imposto il finale di Seven

Prima che arrivasse David Fincher a dirigere Seven, il regista legato al progetto era Jeremiah Chechik. Nel 2017, lo sceneggiatore Andrew Kevin Walker ha dichiarato a The Hollywood Reporter che quest’ultimo gli aveva chiesto di rimuovere il finale ormai classico di Doe che consegna a Mills la testa della moglie in una scatola. Si dà il caso che però sia stata la sceneggiatura con il finale originale di Walker – e non la versione rielaborata – ad arrivare a Fincher.

Fincher aveva manifestato un certo interesse, ma nell’esprimerlo ai produttori aveva accennato al fatto che c’era una testa nella scatola”, ha raccontato Walker. “E loro hanno detto: ‘Oh, no, no, no. Ti abbiamo mandato la bozza sbagliata’. Poi gli hanno mandato la bozza di Jeremiah Chechik, ampiamente riscritta, che aveva un finale completamente diverso e Fincher ha detto: ‘No, non sarei interessato a farlo’”. Il resto è storia.

Demi Moore spiega perché ha quasi abbandonato l’industria prima di The Substance

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Demi Moore rivela perché ha quasi abbandonato la recitazione prima di ottenere la nomination ai Golden Globe per il ruolo in The Substance. Il film body horror del 2024, diretto da Coralie Fargeat, vede la Moore nei panni di Elisabeth Sparkle, una star hollywoodiana ormai sbiadita che ricorre a una droga del mercato nero per ritrovare la sua giovinezza, scatenando una conseguenza grottesca e orribile. Margaret Qualley è la co-protagonista nel ruolo di Sue, la versione più giovane e migliore di Elisabeth. Il film, noto per i suoi scioccanti effetti pratici e per il commento pungente sull’ossessione della società per la giovinezza, è stato presentato in anteprima a Cannes, dove Fargeat ha vinto il premio per la migliore sceneggiatura.

Nel corso di una tavola rotonda con il Los Angeles Times, la Moore ha raccontato le sue lotte con l’industria cinematografica che l’hanno quasi portata ad abbandonare del tutto prima di essere scritturata per The Substance. Star di primo piano degli anni Ottanta e Novanta, la Moore è nota soprattutto per i ruoli iconici in Blame It on Rio, A Few Good Men e Indecent Proposal. Nonostante il successo iniziale a Hollywood, l’attrice ha spiegato di essersi scontrata con un muro creativo e di aver iniziato a mettere in discussione il suo posto nell’industria. Riflettendo su questo periodo difficile, la Moore ha raccontato quanto segue:

Ho attraversato un periodo in cui non riuscivo a trovare il mio posto. Il materiale che vedevo era come se non ci fosse niente di male, ma niente di eccezionale. Mi sono chiesto se questa parte della mia vita fosse completa. Ho fatto quello che dovevo fare qui? E poi ho capito che se non avevo la risposta a questa domanda, dovevo iniettare la concentrazione e l’energia per rispondervi…

E la cosa interessante è che, non appena ho fatto questo cambiamento, due settimane dopo è arrivato sulla mia scrivania “The Substance”. Ed è stato il primo materiale da molto tempo a questa parte che mi ha commosso.

Il significato del ritorno di Demi Moore nel mondo del cinema

Demi Moore al 77esimo Festival di Cannes – Foto di Luigi De Pompeis © Cinefilos.it

Affidandosi a un’impavida forma di auto-parodia nel ruolo di Elisabeth, la Moore brilla nel suo ruolo cinematografico più potente degli ultimi anni. Il suo ruolo centrale di star in declino e le sue candide riflessioni alla Tavola Rotonda delle Attrici mettono in luce le sfide da affrontare per mantenere la propria rilevanza in un’industria che non concede alle donne che invecchiano sullo schermo la stessa longevità e gli stessi riconoscimenti che hanno sempre ricevuto le loro controparti maschili. Il film body horror di Fargeat è incentrato su un personaggio alle prese con i duri standard di bellezza di Hollywood, che rispecchia da vicino il viaggio della stessa Moore che si interroga sul suo posto nell’industria dello spettacolo.

Sia uno spettacolo sfacciato che una critica alle pressioni della società, le trasformazioni visivamente sorprendenti della Moore hanno sottolineato gli estremi a cui le donne possono arrivare per sostenere una facciata di perfezione. Per Moore è stata una rara opportunità di esplorare i temi del genere, della vanità e dell’autodistruzione, grazie a una narrazione viscerale e a immagini grottesche da body horror. The Substance non solo ha rivitalizzato la carriera della Moore, ma ha anche dimostrato l’importanza di ruoli significativi per le attrici esperte in un’industria che spesso mette da parte progetti audaci e d’autore per il prossimo film di supereroi o l’adattamento di un videogioco.

Lily-Rose Depp difende Sam Levinson e The Idol dopo le numerose polemiche

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Lily-Rose Depp, protagonista di The Idol della HBO, parla delle critiche ricevute dalla serie e difende il co-creatore Sam Levinson. Presentata a metà del 2023, The Idol raccontava la storia di una pop star (Depp) e della sua relazione tossica con Tedros, una figura di culto interpretata da Abel Tesfaye, meglio conosciuto come The Weeknd. Sebbene sia stata promossa come un’esplorazione dei limiti della fama e dello sfruttamento, la serie ha ricevuto pesanti critiche per i suoi contenuti espliciti, le scelte narrative e le accuse di sfide dietro le quinte della produzione, che hanno accusato Levinson di aver favorito un ambiente creativo problematico.

In una recente intervista rilasciata a Josh Horowitz nel suo podcast Happy Sad Confused, durante la promozione di Nosferatu di Robert Eggers, la Depp ha riflettuto sul contraccolpo ricevuto da The Idol, esprimendo la sua frustrazione per i commenti negativi su Levinson, che ha descritto come un caro amico e mentore. Depp ha affrontato le critiche rivolte al cinema di Levinson dicendo: “Le cose che hanno detto su di lui, in particolare come regista, non potrebbero essere più lontane dalla verità”. Ecco cosa ha detto:

Credo che la cosa più brutta sia stata che la gente abbia parlato male di Sam, che è un mio grande amico e una persona che considero come una famiglia, sono molto legata a lui e ad Ashley, sua moglie, che è una produttrice dello show, e sono persone meravigliose, incredibili, gentili, e mi hanno davvero preso sotto la loro ala protettrice.

Quindi credo che l’unica cosa che mi ha turbato in quel periodo sia stata la gente che parlava male di lui, perché le cose che dicevano di lui, soprattutto come regista, non potevano essere più lontane dalla verità e dalla mia esperienza di lavoro con lui. È uno schifo. Non vorresti mai che la gente parlasse male del tuo amico”.

Lily-Rose Depp
Lily-Rose Depp al Festival di Cannes – Foto di Luigi De Pompeis © Cinefilos.it

La Depp ha poi parlato di come The Idol l’abbia spinta a uscire dalla sua zona di comfort, esprimendo il suo amore per il suo personaggio, Jocelyn, e per lo show. Ha anche riconosciuto la sua accoglienza controversa, dicendo: “Abbiamo sempre saputo che sarebbe stato controverso”. Leggete i suoi commenti qui sotto:

Amo quel personaggio. E amo quello show. E, come dicevo prima, la gente si fa sempre la propria opinione sulle cose. Quindi devi essere fermamente convinto di sapere perché l’ho fatto. Ed è stato un punto di svolta. È stato un periodo della mia vita in cui sento di aver imparato molto. Sono stata spinta così tanto fuori dalla mia zona di comfort nel modo più bello.

E mi ha fatto crescere così tanto che lo considererò sempre uno dei momenti più speciali della mia vita. È stato surreale e non, perché abbiamo sempre saputo che sarebbe stato controverso. Quindi in un certo senso bisogna aspettarselo e va bene così. Sono interessato a questo tipo di lavoro, sono pronto a farlo, e credo che stessimo anche spingendo le domande della società, credo intenzionalmente, in un certo senso, e, naturalmente, è stato accolto nel modo in cui lo è stato, ma va bene così.

Da allora, a volte la gente viene da me e mi dice: “Ho amato The Idol”, e io rispondo sempre: “Lo adoro”, e questo mi rende molto felice. E sì, penso che sia bellissimo e non avrei cambiato nulla.

Harry Potter, la serie della HBO dovrebbe riportare in scena due attori da Animali Fantastici

L’imminente serie televisiva di Harry Potter della HBO ha l’opportunità di mostrare un’incredibile storia di fondo con gli attori del franchise di Animali Fantastici. Sebbene il franchise di Animali Fantastici sia partito alla grande, i film alla fine sono crollati di popolarità, lasciando gli attori di talento in un limbo dopo aver creato un avvincente mondo magico. Tuttavia, con il reboot della storia di Harry Potter, raccontata in formato televisivo e con diverse stagioni in programma per raccogliere l’intera eredità del Ragazzo che visse, ci sono opportunità per rimediare ad alcuni errori.

Mentre i film, sia quelli originali di Harry Potter che quelli di Animali fantastici, si muovevano al ritmo delle storie dei personaggi e offrivano azione, dramma e meraviglia incredibili, uno show televisivo ha intrinsecamente molto più spazio per esplorare davvero una storia da ogni punto di vista. Che si tratti di dedicare più tempo all’esplorazione di un singolo evento o di approfondire la storia dei personaggi, il formato è più dinamico e offre possibilità di espansione che superano di gran lunga la maggior parte dei franchise cinematografici.

Harry Potter dovrebbe riportare Mads Mikkelsen e Jude Law per la storia di Silente

Animali fantastici: I segreti di Silente

Quando la serie di Harry Potter arriverà a parlare della storia di Silente e della sua ex fiamma Grindelwald, sarà un’occasione incredibile per riportare in scena due attori che non hanno mai potuto esplorare appieno questa dinamica nei film di Animali Fantastici. Mads Mikkelsen ha interpretato un Grindelwald minaccioso e provocatorio, avvolto da un’aria di mistero e tristezza. Nel frattempo, Jude Law ha interpretato il potente Albus Silente, che si è trovato diviso tra i suoi doveri e le sue emozioni quando il suo amato Grindelwald è diventato un noto criminale.

Entrambi gli attori sono stati eccellenti nei loro ruoli, ma il fatto che i film non abbiano mai affrontato a fondo il loro legame romantico rimane un’occasione mancata. Ma fortunatamente, dato che le storie di Harry Potter sono ambientate decenni dopo, ha ancora senso presentare questi attori come versioni più giovani nella serie. Questo aiuterebbe a chiudere il franchise della Bestia Fantastica e ad aprire i retroscena della storia degli appuntamenti di Silente.

Inserire le star di Animali fantastici nel remake della HBO aiuterebbe la continuità del franchise

Questo significa anche che c’è un chiaro legame tra lo show della HBO e il franchise di Animali Fantastici. Mentre i film originali di Harry Potter sono usciti tra il 2001 e il 2011, i film di Animali fantastici si sono fermati molto più recentemente, con l’ultimo film in uscita nel 2022. Questo significa che è probabile che i fan dei film si appassionino anche alla serie. Così come il cast originale dei film di Harry Potter potrebbe apparire in camei e interpretare personaggi molto diversi, gli attori di Bestie fantastiche potrebbero in realtà ritrarre gli stessi personaggi su cui hanno lavorato per i film.

È possibile che la serie TV di Harry Potter voglia seguire una direzione nuova e audace, distinguendosi dal resto del franchise, ma è difficile immaginare che uno show che ha in programma di continuare per diverse stagioni non riconosca mai i progetti precedenti. Piuttosto che rifuggire dal passato, la serie dovrebbe abbracciarlo, il che non solo gioverebbe alla continuità e alla credibilità dello show, ma sarebbe anche un omaggio ai fan dei franchise precedenti, che li aiuterebbe a impegnarsi con la storia aggiornata.

Il remake di Harry Potter può dare agli attori di Animali Fantastici un addio adeguato

Animali Fantastici- I Segreti di Silente recensione

Alla fine, i film di Fantastic Beasts hanno subito un brusco stravolgimento dei piani del franchise. A causa delle numerose disgrazie che hanno coinvolto le star dei film, ci sono stati diversi rifacimenti e altri elementi che hanno fatto sì che i film diventassero meno focalizzati. I film di Animali fantastici dovevano concludersi dopo cinque film, il che significa che c’era ancora quasi metà della storia da esplorare nei film successivi. In questo modo si sarebbe potuto realizzare il legame promesso tra Grindelwald e Silente, ma invece la storia è stata interrotta.

Se Mads Mikkelsen e Jude Law tornassero per concludere la loro narrazione sotto forma di un cameo televisivo, in cui esplorano la storia di Albus Silente, contribuirebbero immediatamente a distinguere il personaggio dai film precedenti.

Nosferatu: il film di Robert Eggers raggiunge un importante traguardo al box office

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Nosferatu (qui la nostra recensione) è diventato il primo film di Robert Eggers a raggiungere un importante traguardo al botteghino. Come riportato da Deadline, a una settimana dall’uscita nelle sale il 25 dicembre, è infatti diventato il primo film del regista a superare i 50 milioni di dollari in patria. Al momento, il suo volume di incassi è di 53 milioni di dollari a livello nazionale e di 3 milioni di dollari a livello internazionale, per un totale mondiale di 56 milioni di dollari.

Cosa significa per Robert Eggers la pietra miliare del botteghino di Nosferatu

Robert Eggers ha iniziato la sua carriera dirigendo il popolare horror The Witch per lo studio indie A24, un grande successo al botteghino che ha incassato 40 milioni di dollari in tutto il mondo a fronte di un budget di 4 dollari ed è considerato da molti come uno dei migliori film horror degli anni 2010. Da lì, Eggers si è riunito con A24 per The Lighthouse, che ha incassato oltre 18 milioni di dollari a fronte di un budget di 11 milioni e ha contribuito a portare Eggers nel mainstream, ricevendo una nomination all’Oscar per la migliore fotografia.

Dopo aver girato i suoi primi due film per A24, Eggers è passato alla Focus Features, una divisione della Universal, per il suo terzo film, l’epopea storica d’azione The Northman, realizzato con un budget più elevato di 70-90 milioni di dollari. Sebbene The Northman sia tuttora il film di Eggers che ha incassato di più in tutto il mondo, con 69 milioni di dollari, il film ha avuto una performance al botteghino inferiore rispetto al suo grande budget. Nosferatu , realizzato con un budget più ridotto di 50 milioni di dollari per Focus Features, si appresta ora a diventare con buona probabilità il film di Eggers con il maggior incasso a livello mondiale.

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Tutto quello che sappiamo su Nosferatu

Nosferatu è interpretato da Bill Skarsgård, che sostituisce il trucco da clown di Pennywise con le zanne affilate del Conte Orlock, nonché da Nicholas Hoult, Aaron Taylor-Johnson, Emma Corrin e Lily-Rose Depp. Il film riunisce inoltre Eggers con Willem Dafoe, che ha interpretato in modo memorabile un ex marinaio irascibile in The Lighthouse e che è apparso anche nel precedente film del regista, The Northman. L’epopea vichinga vedeva protagonista il fratello di Skarsgård, Alexander Skarsgård, nel ruolo di un guerriero norreno con una massa grassa impressionante e addominali formidabilmente cesellati.

Nosferatu è basato sul capolavoro espressionista tedesco del 1922 diretto da F. W. Murnau – la realizzazione di quel film ha ispirato il film del 2000, completamente fittizio, L’ombra del vampiro, che ha visto protagonista Dafoe, candidato all’Oscar, nel ruolo di un succhiasangue realmente esistito, arruolato per interpretare il ruolo di Orlock. Qui l’attore interpreta invece un assassino di vampiri. Nosferatu è stato anche rifatto nel 1979 da Werner Herzog come Nosferatu il vampiro, con il suo frequente collaboratore Klaus Kinski. Nosferatu arriverà al cinema a partire dal 1 gennaio.

Jeremy Allen White riceve l’approvazione di Bruce Springsteen per Deliver Me From Nowhere

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Quando si parla delle più grandi rockstar americane, è indiscutibile che il nome di Bruce Springsteen si senta unanimemente sulle labbra di milioni di persone in tutto il mondo. La sua eredità di eroe del popolo, che spesso coglie nelle sue canzoni le lotte della classe operaia e le ingiustizie, ha fatto sì che la sua musica risuonasse in tutti gli Stati Uniti e oltre. Ecco allora che il suo approvare Jeremy Allen White come attore scelto per interpretarlo in un biopic dal titolo Deliver Me From Nowhere, è di certo una rassicurazione per tutti i fan del musicista.

Secondo Entertainment Weekly, durante un’intervista con Jim Rotolo di Sirius XM, Springsteen ha inoltre dato il sigillo di approvazione alla voce Allen: “Canta molto bene. È un cast straordinario. Il casting del film è stato perfetto, quindi è molto eccitante”. Il Boss ha così rivelato anche che quella che sentiremo nel film è proprio la voce di Jeremy Allen White, cimentatosi così anche con il canto. Non resta a questo punto che attendere di poter vedere un primo trailer del film per poter dare un primo giudizio sulla performance dell’attore, ma l’approvazione di Springsteen è – come già detto – un ottimo inizio.

Tutto quello che sappiamo su Deliver Me From Nowher con Jeremy Allen White

Diretto e scritto da Scott Cooper (“Crazy Heart“, “Hostiles”), Deliver Me From Nowhere adatta il libro omonimo di Warren Zanes sulla realizzazione dell’album di Springsteen del 1982 “Nebraska”. L’album catturava armoniosamente lo stato di ansia della società, approfondendo i temi dell’isolamento, della disperazione economica, della mortalità e infine della redenzione. L’album si rivelò fondamentale per la carriera di Springsteen e lo consacrò come autore e narratore di canzoni di grande spessore per i decenni a venire. 

Secondo un comunicato stampa, la registrazione di “Nebraska” di Springsteen “ha segnato un momento cruciale nella sua vita, di cui avrebbe parlato apertamente solo decenni dopo la sua uscita. È considerato un punto di riferimento nella sua odissea musicale e una fonte di ispirazione per una generazione di artisti e musicisti. Registrato su un registratore a 4 tracce nella camera da letto di Springsteen nel New Jersey e senza la E Street Band, “Nebraska” è considerato uno dei lavori più duraturi di Springsteen: un disco acustico crudo e infestato popolato da anime perdute alla ricerca di una ragione per credere”.

Oltre ad Allen White, il cast include Stephen Graham nel ruolo del padre di Springsteen, Paul Walter Hauser nel ruolo del tecnico della chitarra Mike Batlan e Odessa Young, che si dice interpreti un interesse amoroso. Jeremy Strong interpreterà invece Jon Landau, il manager di lunga data di Springsteen.

Jeremy Allen White è reduce dalla sua corsa ai premi per The Bear, che gli ha fatto vincere un Golden Globe, un Emmy e un SAG Award per aver interpretato Carmy Berzatto nella serie di FX disponibile su Disney+. L’attore ha ricevuto consensi anche per il suo ruolo nel film drammatico sportivo della A24 The Warrior – The Iron Claw, in cui interpreta il campione di wrestling Kerry Von Erich.

Jurassic World Rebirth: David Koepp condivide le sue tre regole per la sceneggiatura

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Lo sceneggiatore David Koepp ha stabilito alcune regole di base per il franchise di Jurassic World quando è tornato per scrivere Jurassic World Rebirth. In una nuova intervista con The Wrap, l’autore dell’originale Jurassic Park – tra i tanti successi – ha spiegato di aver ricevuto “pochissime linee guida” per questo nuovo capitolo, “a parte il fatto che ci devono essere dei dinosauri”. Per restringere un po’ il campo, ha dunque stabilito tre principi guida per la sua sceneggiatura.

Koepp ha paragonato le sue regole per Jurassic World Rebirth ai famosi “nove comandamenti” che l’animatore Chuck Jones ha stabilito per le sue creazioni, Road Runner e Wile E. Coyote. Si tratta di principi di worldbuilding per evitare che gli elementi esagerati, cartooneschi e fantastici di una storia vadano troppo oltre e interrompano l’immersione del pubblico. Koepp ha trovato facilmente nove comandamenti anche per la sua sceneggiatura di Jurassic, dicendo: “Il numero uno era: gli eventi dei sei film precedenti non possono essere negati o contraddetti, perché odio le retcon”.

Questa è un’ottima notizia per i fan di tutti i film, poiché evitare del tutto le retcon è il modo più semplice di procedere. Koepp ha continuato a spiegare che la sua seconda regola è: “Tutta la scienza deve essere reale”, il che significa che la sperimentazione genetica dietro questi dinosauri e altri cloni ha bisogno di una spiegazione che sia almeno teoricamente plausibile. La terza regola di Koepp è che “l’umorismo è ossigeno”, ma non ha poi condiviso le altre sei. Tuttavia, ciò che ha rivelato è utile a chi cerca di prevedere come sarà il film e di farsi un’idea del suo tono.

Il fatto che il film non contraddica nessuno dei suoi predecessori è particolarmente utile: conferma che le grandi oscillazioni come i cloni umani, il sabotaggio delle colture genetiche e i mostri progettati sono ancora tutte valide. Non resta dunque che attendere l’uscita in sala di Jurassic World Rebirth, primo di una nuova trilogia, per scoprire in che modo porterà avanti i discorsi introdotti e sviluppati dai precedenti film.

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Tutto quello che c’è da sapere su Jurassic World Rebirth

Cinque anni dopo gli eventi di Jurassic World Dominion, l’ecologia del pianeta si è dimostrata in gran parte inospitale per i dinosauri. Quelli rimasti vivono in ambienti equatoriali isolati con climi simili a quelli in cui un tempo prosperavano. Le tre creature più colossali di quella biosfera tropicale possiedono la chiave per un farmaco che porterà miracolosi benefici salvavita all’umanità.

Jurassic World Rebirth è diretto dal vincitore del BAFTA Edwards da una sceneggiatura di David Koepp (La guerra dei mondi), basata sui personaggi creati da Michael Crichton. Il film è prodotto da Frank Marshall e Patrick Crowley ed è prodotto esecutivamente da Steven Spielberg, Denis L. Stewart e Jim Spencer.

Il cast del film comprende  Scarlett JohanssonJonathan BaileyMahershala Ali, Rupert Friend, Manuel Garcia-Rulfo, Luna Blaise, David Iacono, Audrina Miranda, Philippine Velge, Bechier Sylvain e Ed Skrein. Jurassic World Rebirth arriverà nelle sale il 2 luglio 2025.

David Fincher era in lizza per dirigere un Harry Potter ma voleva che fosse “un po’ inquietante”

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In oltre 35 anni di carriera, il nome del regista David Fincher è stato accostato a molti progetti che poi sono passati di mano o non sono mai stati realizzati. L’elenco, che comprende due sequel di Millennium, un adattamento di Rendezvous With Rama di Arthur C. Clarke e un sequel di World War Z, testimonia sia l’ecletticità delle sue scelte che la sua richiesta a Hollywood. Ma durante una recente intervista per conto dell’imminente riedizione in 4K del suo film di successo Seven, Fincher ha rivelato un franchise per il quale è stato preso in considerazione e che non è stato portato avanti dopo che lui ha proposto la sua interpretazione del materiale: Harry Potter.

Mi è stato chiesto di venire a parlare con loro di come avrei fatto “Harry Potter””, ha detto Fincher a Variety. Ricordo di aver detto: “Non voglio fare la versione pulita di Hollywood. Voglio fare qualcosa che assomigli molto di più a ‘Io e Withnail’, e voglio che sia un po’ inquietante”. Ha detto che la Warner Bros. aveva però in mente qualcosa di più tradizionale per la serie di adattamenti dei libri best-seller per giovani adulti dell’autrice J.K. Rowling sull’omonimo mago. Anche se non sappiamo per quale dei film Fincher fosse stato preso in considerazione, la Warner Bros. non era della stessa idea e la cosa non è dunque andata in porto.

David Fincher, dai film realizzati ai prossimi progetti

Tra i prossimi progetti a cui è associato e che sono in fase di sviluppo, David Fincher starebbe lavorando a un adattamento americano della popolarissima serie coreana di Netflix Squid Game, oltre che a una miniserie prequel di Chinatown che ha co-scritto con il defunto sceneggiatore del film, Robert Towne. Parlando invece di ciò che lo attira nei nuovi progetti, ha riflettuto su ciò che lo ha attratto di quelli passati, molti dei quali erano basati su materiale che aveva una popolarità preesistente.

C’è un pubblico incorporato? Questo è il lavoro di qualcun altro”, insiste. “Quei libri vengono venduti agli studi cinematografici quando si dimostra che c’è un pubblico incorporato, quindi di solito entro nella catena alimentare dopo che è stato deciso che si tratta di qualcosa di gustoso. Ero interessato a ‘Gone Girl’ nonostante fosse un bestseller… Mi piaceva l’idea della punizione per le nostre inclinazioni narcisistiche in relazione alla ricerca di un compagno”.

E ha continuato: “Per quanto riguarda Millennium, sono molto più affezionato a ‘Chinatown’ e alla pelle delle scarpe che a qualsiasi hacker. Ma ho amato questa ragazza distrutta a cui viene data la possibilità di fare ricerca con questo ragazzo di cui non è molto sicura. E non so nemmeno se lui sia gentile con lei; credo che la tratti semplicemente nel modo in cui vorresti essere trattata, e per lei è una rivelazione. E se siete mai stati in Svezia, state parlando di un Paese grande quanto la California con la popolazione della contea di Los Angeles. In quelle colline c’è molto spazio per i serial killer e per l’abbandono dei cadaveri. E mi piaceva l’idea di riuscire a far passare davvero l’inverno in un’indagine”.

A proposito di The Social Network, Fincher l’ha definito “una sceneggiatura che non si riesce a mettere giù”. Ha però avuto un legame più personale con Zodiac, la sua cronaca del 2007 dei 35 anni di indagini sugli omicidi dello Zodiaco. “Il killer dello Zodiaco era l’uomo nero quando avevo 7 anni, e stavo attraversando il processo che il protagonista stava affrontando: cosa è successo? Mi sentivo affine. In ‘Benjamin Button‘ invece ho amato l’idea di una storia d’amore con quel tipo di numero di morti”, ha aggiunto ridendo. “Ogni film ha qualcosa di diverso”.

Fincher ha sottolineato che, a prescindere dalle sue origini (o dal potenziale commerciale), ogni progetto nasce da una combinazione unica di interesse personale e opportunità professionale. “Ci sono cose diverse nelle storie che risuonano con te in base ai film che ami e al tipo di film che hai fatto”, ha detto. “Quindi non so come scelgo le cose in cui essere coinvolto, ma ti viene una voglia matta di dire: “Mi piacerebbe vedere questo, e mi piacerebbe vederlo fatto in questo modo. Mi piace l’idea che si possa scegliere dove spendere i propri sforzi, cosa sottolineare e cosa offuscare”.

Kung Fu Panda 4 in arrivo su NOW e SKY

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Kung Fu Panda 4 in arrivo su NOW e SKY

Arriva in prima TV su Sky il nuovo divertentissimo capitolo della saga targata DreamWorks Animation Kung Fu Panda 4, in onda sabato 4 gennaio alle 21:15 su Sky Cinema Uno, in streaming su NOW e disponibile on demand.Su Sky il film sarà disponibile on demand anche in 4K.

Le avventure di Po prendono una nuova svolta e lo portano ad affrontare un viaggio interiore di crescita e cambiamento in cui scoprirà che gli eroi si possono trovare nei luoghi più inaspettati. A dare la voce a Po nella versione italiana è Fabio Volo, la colonna sonora originale è opera del compositore premio Oscar Hans Zimmer (Dune, Dunkirk) e di Steve Mazzaro.

La trama di Kung Fu Panda 4

Dopo aver sfidato la morte in tre incredibili avventure sconfiggendo nemici di fama mondiale con il suo straordinario coraggio e le sue pazzesche abilità nelle arti marziali, Po, il Guerriero Dragone, è chiamato dal destino a…darci un taglio. Gli viene infatti affidato il compito di diventare il capo spirituale della Valle della Pace. Questo comporta però alcuni evidenti problemi: il Panda non conosce la leadership spirituale e la paleodieta, in più deve cercare e addestrare al più presto un nuovo Guerriero Dragone. Come se non bastasse, di recente è stata avvistata una malvagia e potente maga, Chameleon, una camaleonte in grado di trasformarsi in qualsiasi creatura, grande o piccola che sia, che ha messo gli occhi sul Bastone della Saggezza di Po, che le darebbe il potere di risvegliare dal regno degli spiriti tutti i cattivi che il Guerriero Dragone ha sconfitto. Il Panda ha quindi bisogno di aiuto. Lo troverà (più o meno) nella ladra Zhen, una volpe corsara che fa impazzire Po, le cui abilità si riveleranno però preziose. Nel tentativo di proteggere la Valle della Pace dagli artigli rettiliani di Chameleon, questa strana coppia comica dovrà unire le proprie forze.

Squid Game 3: la data di uscita della terza stagione è stata accidentalmente rivelata

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La data di uscita della terza stagione di Squid Game potrebbe essere stata rivelata per caso. Dopo tre anni di attesa per scoprire dove si trova Gi-hun (Lee Jung-jae), la seconda stagione è finalmente uscita su Netflix il 26 dicembre 2024, ma con una durata ridotta a sette episodi. Tuttavia, prima dell’uscita è stato confermato che la serie più vista di Netflix si concluderà con la terza stagione. I titoli di coda della stagione 2 di Squid Game promettevano che la stagione 3 sarebbe arrivata nel 2025, ma non rivelavano una data di uscita esatta. C’è molta attesa anche perché la seconda stagione si è conclusa con un cliffhanger.

Secondo Forbes, la data di uscita della terza stagione di Squid Game potrebbe essere stata inavvertitamente rivelata, dato che gli episodi finali sono previsti per il 27 giugno 2025. La notizia proviene da un video che Netflix Korea ha diffuso per un breve periodo. Il video è stato poi tolto, ma faceva parte della promozione di Netflix per la terza stagione.

Cosa significa questo per la stagione 3 di Squid Game

Se Netflix si atterrà a questa data, la stagione 3 di Squid Game potrebbe cambiare le carte in tavola. La fine della stagione 2 aveva promesso una data di uscita nel 2025, assicurando che il divario tra le stagioni 2 e 3 sarebbe stato molto più breve rispetto all’abissale ritardo di tre anni tra la stagione 1 e la stagione 2. Se il 27 giugno rimarrà la data di uscita della stagione 3 su, ci sarà uno scarto di soli sei mesi tra l’uscita delle stagioni 2 e 3. Tuttavia, ciò ha anche senso dal momento che le stagioni 2 e 3 sono state girate una di seguito all’altra e il creatore, Hwang Dong-hyuk, ha rivelato che stava ultimando il montaggio degli episodi finali.

Questa finestra di pausa più breve sarebbe molto più gradita al pubblico che si è sentito frustrato dal finale a rischio di della seconda stagione. Pur essendo etichettata come stagione 2, gli episodi sono sembrati molto più simili a una “parte 1” che a una stagione completa. Ciò è in linea con quanto Hwang ha dichiarato a proposito degli episodi finali, affermando di considerarli più come un unico arco narrativo che come due storie separate. L’intervallo di meno di un anno contribuirà a far sì che le stagioni 2 e 3 di Squid Game siano due parti di un unico insieme. Tuttavia, non ci sono ancora conferme sul numero di episodi della terza stagione.

La data di uscita della terza stagione di Squid Game potrebbe essere stata rivelata per caso. Dopo tre anni di attesa per scoprire dove si trova Gi-hun (Lee Jung-jae), la seconda stagione è finalmente uscita su Netflix il 26 dicembre 2024, ma con una durata ridotta a sette episodi. Tuttavia, prima dell’uscita è stato confermato che la serie più vista di Netflix si concluderà con la terza stagione. I titoli di coda della stagione 2 di Squid Game promettevano che la stagione 3 sarebbe arrivata nel 2025, ma non rivelavano una data di uscita esatta. C’è molta attesa anche perché la seconda stagione si è conclusa con un cliffhanger.

Secondo Forbes, la data di uscita della terza stagione di Squid Game potrebbe essere stata inavvertitamente rivelata, dato che gli episodi finali sono previsti per il 27 giugno 2025. La notizia proviene da un video che Netflix Korea ha diffuso per un breve periodo. Il video è stato poi tolto, ma faceva parte della promozione di Netflix per la terza stagione.

Cosa significa questo per la stagione 3 di Squid Game

Squid Game stagione 2

Se Netflix si atterrà a questa data, la stagione 3 di Squid Game potrebbe cambiare le carte in tavola. La fine della stagione 2 aveva promesso una data di uscita nel 2025, assicurando che il divario tra le stagioni 2 e 3 sarebbe stato molto più breve rispetto all’abissale ritardo di tre anni tra la stagione 1 e la stagione 2. Se il 27 giugno rimarrà la data di uscita della stagione 3 su , ci sarà uno scarto di soli sei mesi tra l’uscita delle stagioni 2 e 3. Tuttavia, ciò ha anche senso dal momento che le stagioni 2 e 3 sono state girate una di seguito all’altra e il creatore, Hwang Dong-hyuk, ha rivelato che stava ultimando il montaggio degli episodi finali.

Questa finestra di pausa più breve sarebbe molto più gradita al pubblico che si è sentito frustrato dal finale a rischio di della seconda stagione. Pur essendo etichettata come stagione 2, gli episodi sono sembrati molto più simili a una “parte 1” che a una stagione completa. Ciò è in linea con quanto Hwang ha dichiarato a proposito degli episodi finali, affermando di considerarli più come un unico arco narrativo che come due storie separate. L’intervallo di meno di un anno contribuirà a far sì che le stagioni 2 e 3 di Squid Game siano due parti di un unico insieme. Tuttavia, non ci sono ancora conferme sul numero di episodi della terza stagione.

I Marvel Studios starebbero sviluppando una serie TV su Ghost Rider [RUMOR]

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I fan della Marvel sono molto eccitati all’idea di vedere Ghost Rider tornare sui nostri schermi in un nuovo film dopo quelli con protagonista Nicolas Cage, ma sembra che lo Spirito della Vendetta potrebbe invece tornare in televisione. Secondo lo scooper @MyTimeToShineH, il piano attuale prevede infatti che Ghost Rider diventi una serie TV Disney+. Non possiamo immaginare che uno show del genere sia economico da produrre, visti gli effetti speciali coinvolti, ma potrebbe comunque essere una scommessa più sicura di un altro film sul personaggio.

Da lì, è facile immaginare che l’antieroe faccia parte del film Midnight Sons, di cui si parla da tempo. Come noto, i Marvel Studios detengono i diritti del personaggio di Ghost Rider per anni e hanno permesso alla Marvel Television di utilizzare la versione di Robbie Reyes in Agents of S.H.I.E.L.D. per un breve periodo. Si è poi parlato di una serie televisiva spin-off, che però è fallita quando Kevin Feige ha assunto il pieno controllo della produzione della Marvel e la casa di produzione guidata da Jeph Loeb è stata accantonata dalla Disney.

Da allora si è diffusa la voce che Johnny sia effettivamente in procinto di fare il suo debutto nel MCU, con recenti voci che indicano addirittura un suo ruolo al fianco di Mefisto in Spider-Man 4. Si dice inoltre che lo stesso Nicolas Cage sia un punto fermo per riprendere il ruolo nei prossimi film degli Avengers, dopo aver mancato un ritorno in Deadpool & Wolverine la scorsa estate. C’è dunque ancora molta confusione intorno al personaggio e dove potrebbe fare la sua comparsa nel MCU. Al momento, la notizia di una serie TV a lui dedicata è nulla più che un rumor e come tale va preso fino ad una conferma (o smentita) ufficiale.

Chi è Ghost Rider?

Il “mantello” di Ghost Rider è stato tenuto da diversi personaggi, anche se Johnny Blaze rimane il più iconico. Con il suo debutto avvenuto nel 1972, egli è un motociclista acrobatico che, grazie a un patto con il diavolo, si trasforma in Ghost Rider quando si trova in presenza del male. Come sicuramente saprete, la sua testa diventa un teschio fiammeggiante e brandisce una catena intrisa di poteri mistici, punendo i malvagi e guidando una moto fiammeggiante. Il personaggio si ispira molto ai generi dell’horror soprannaturale e dei supereroi, con Danny Ketch e Robbie Reyes tra coloro che in seguito erediteranno la maledizione da Johnny.

Netflix ha cancellato il maggior numero di show di qualsiasi rete nel 2024

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Netflix ha guidato la classifica delle cancellazioni per il 2024, mettendo fine a un numero maggiore di serie rispetto a qualsiasi altra rete o piattaforma di streaming. Complessivamente, Netflix ha dato l’addio a 22 serie nel 2024, un mix di cancellazioni definitive e conclusioni programmate. Ciò ha riaffermato la sua reputazione di alto turnover nella programmazione originale, dopo il clamore suscitato dall’apparentemente improvvisa cancellazione di serie amate come KAOS.

Secondo un nuovo studio di Watch In America, quest’anno il gigante dello streaming ha cancellato 16 serie in lingua inglese, mentre ad altre sei sono state concesse stagioni finali per concludere le loro storie. Ecco l’elenco completo delle serie Netflix cancellate nel 2024:

  • Arcane
  • Avatar (Renewed for 2 seasons, ending after third season)
  • Blood of Zeus (Renewed for third and final season)
  • Bad Dinosaurs
  • Barbarians
  • Break Point
  • The Brothers Sun
  • Buying Beverly Hills
  • Buying London
  • Dead Boy Detectives
  • Everything Now
  • Girls5eva
  • Kaos
  • My Dad the Bounty Hunter
  • Obliterated
  • Outer Banks (Renewed for fifth and final season)
  • Ratched
  • Scott Pilgrim Takes Off
  • That ’90s Show
  • Unstable
  • The Witcher (Renewed for fifth and final season)

Cosa significano le cancellazioni di Netflix nel 2024

Sebbene Netflix sia spesso criticata per aver “cancellato tutto”, la realtà è più sfumata. Alcuni show etichettati come “cancellati” nel 2024 erano sempre stati pensati per avere archi narrativi finiti. Arcane, per esempio, si è concluso naturalmente dopo la seconda stagione, come deciso dai suoi creatori. L’imminente conclusione del live-action Avatar dopo tre stagioni rispecchia la struttura della serie animata originale, che comprendeva tre libri per raccontare la storia completa di Aang. Anche Outer Banks, che si conclude dopo la quinta stagione, è sempre stata concepita come un viaggio di cinque stagioni.

Questi finali programmati differiscono nettamente da show come Kaos e Scott Pilgrim Takes Off, che non hanno superato la prima stagione. Tuttavia, un altro studio che ha analizzato i tassi di cancellazione di varie piattaforme tra il 2020 e la metà del 2023, ha rivelato che Max ha avuto il tasso più alto di cancellazioni di spettacoli, eliminando il 26,9% dei suoi spettacoli rispetto al 10,2% di Netflix (via Variety). L’immensa libreria di contenuti originali di Netflix fa sì che le sue cancellazioni attirino la massima attenzione. Piattaforme come Peacock, che producono un numero inferiore di spettacoli, non affrontano lo stesso livello di controllo, nonostante le percentuali simili di tagli.

L’impareggiabile scala di produzione di Netflix consente un’ampia gamma di contenuti, ma garantisce anche un maggior numero di cancellazioni, pianificate o meno. Mentre alcuni finali onorano le visioni dei creatori, altri lasciano gli abbonati desiderosi di saperne di più, cementando il ruolo di Netflix nello Zeitgeist culturale come creatore prolifico e curatore spietato di programmi originali.

The Rookie 7, lo showrunner spiega la partenza di un personaggio importante

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Dopo una pausa di sei mesi, la stagione 7 di The Rookie torna sulla ABC martedì 7 gennaio con un importante cambiamento. Tru Valentino ha annunciato che non tornerà nei panni dell’agente Aaron Thorsen per i prossimi episodi, nonostante abbia avuto un ruolo importante nella serie fin dalla quarta stagione. La notizia ha deluso i fan, vista la facilità con cui si è inserito nella dinamica di gruppo prestabilita di Mid-Wilshire.

Parlando con ScreenRant, è stato chiesto allo showrunner Alexi Hawley se Aaron potrebbe tornare nel procedurale prima o poi. Ha risposto con ottimismo, affermando che l’uscita di scena non era affatto dovuta alla mancanza di capacità dell’attore. Anche se Hawley vorrebbe riavere Valentino in qualche veste, ha ritenuto che la stagione 7 di The Rookie avesse bisogno di una svolta a causa della sua attuale traiettoria creativa. Guardate la sua dichiarazione completa qui sotto:

ScreenRant: Sappiamo che Aaron non sarà presente nei prossimi episodi. C’è qualche possibilità che possa tornare nella serie in futuro?

Alexi Hawley: Certo. Tru [Valentino] è un grande attore ed è stato una parte importante del nostro show per diverse stagioni, quindi ci piacerebbe riaverlo in qualche modo. Alla fine ci è sembrato che, dal punto di vista creativo, per la direzione che stava prendendo la serie, avessimo bisogno di cambiare un po’. Ma è ancora molto vivo nel nostro universo.

Cosa significano le dichiarazioni di Hawley per il futuro di Aaron in The Rookie

The Rookie 7

Anche se non sarà a breve, finché Aaron esisterà ancora nell’universo di The Rookie, potrà facilmente tornare a far parte della trama. Lo show ha già colto l’opportunità di incorporare personaggi di The Rookie: Feds dopo la cancellazione dello spinoff. I telespettatori dovranno aspettare l’inizio della stagione 7 per scoprire dove si trova Aaron, ma finché il personaggio resterà in vita e Valentino sarà disponibile a tornare, è probabile che in futuro si incroci con la squadra di Mid-Wilshire.

L’assenza di Valentino si farà sentire in The Rookie stagione 7

Poiché Aaron è stato introdotto per la prima volta all’indomani della morte di Jackson, è stato difficile accettare un altro personaggio principale nell’ovile. Tuttavia, la sua personalità compassionevole e la sua natura comica sono diventate esattamente ciò di cui The Rookie aveva bisogno dopo la grave tragedia. Aaron ha instaurato legami genuini con tutti i membri del dipartimento, facendo anche un parallelo con Lucy, riuscendo a vedere oltre la facciata di durezza che Tim mostra.

Indipendentemente dall’interlocutore, Aaron era abbastanza versatile da essere sia un confidente che una presenza leggera, a seconda della situazione. La sua amicizia con Celina è diventata un punto focale delle storie di entrambi i personaggi e, nonostante abbiano affrontato molti ostacoli, il loro legame è rimasto profondamente significativo. Indipendentemente da come lo show deciderà di affrontarla, l’assenza di Aaron si farà sicuramente sentire nella stagione 7 di The Rookie.

Superman: James Gunn spiega come intende soddisfare le aspettative dei fan sui personaggi DC

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Creature Commandos si è dimostrato un ottimo inizio per il nuovo DCU, anche se sarà Superman a fare la differenza per i DC Studios e il suo reboot del DC Extended Universe. L’approccio di James Gunn per ricominciare da capo ha suscitato molte perplessità, soprattutto perché non si tratta esattamente di un reboot completo. Se da un lato sta rifondando personaggi come Superman, Batman e Wonder Woman, dall’altro diversi attori di Peacemaker e The Suicide Squad riprenderanno i loro ruoli.

Jason Momoa, invece, abbandonerà il costume di Aquaman per entrare ufficialmente in azione come Lobo. Nel corso di una recente intervista con Screen Brief, è stato chiesto a Gunn come intende soddisfare le aspettative dei fan quando si tratta di rivisitare personaggi nuovi e familiari del DCU. Lo sceneggiatore e regista di Superman ha parlato in dettaglio della sfida di cercare di accontentare tutti, in particolare quando questi eroi e cattivi sono stati rappresentati in tanti modi diversi nel corso degli anni.

La sfida più grande è che tutti nel mondo sanno chi è Superman e da dove viene. In parte questo è un vantaggio, perché in questo film non ci occupiamo di storie di origini. Praticamente tutti sanno che Clark Kent è arrivato qui su un razzo da bambino, mandato dai suoi genitori kryptoniani, e che una coppia di contadini lo ha adottato. Quindi, non dobbiamo affrontare tutto questo. Questo è un vantaggio, in un certo senso”.

Ma anche il fatto che molte persone in questo mondo sono così intimamente legate a Superman, Batman e Wonder Woman, i tre grandi. Hanno idee specifiche su ciò che quel personaggio rappresenta per loro”, spiega Gunn. “La maggior parte delle persone è venuta da me e mi ha detto: “Non mi sono mai immedesimato in Superman perché è troppo potente. Mi sono immedesimato in Batman perché è come un perdente’. È una cosa che ho preso in considerazione fin dall’inizio: molte persone non si immedesimano in lui”.

“Penso che abbia un po’ a che fare con il modo in cui lo vediamo all’inizio del trailer e anche all’inizio del film. E ad altre persone piace Superman perché può prendere a pugni interi pianeti. Quindi devi avere a che fare con tutte queste persone diverse che hanno idee diverse su cosa dovrebbe essere Superman. E devi affrontarle tutte, sperando che la gente sia in grado di dire: ‘Bene, ok, mi piace la mia idea di Superman. Vediamo cos’è questa idea di Superman. Sediamoci per due ore a guardare questo film e vediamo cos’è’”.

È quello che devi fare con il DCU, perché le cose continueranno a cambiare e ad evolversi. Molte persone continuano a dirmi: ‘Oh mio Dio, hai fatto questo trailer solo per me! Non posso crederci!”. E sai, altre persone la penseranno diversamente, ma potranno comunque godersi la storia e la nostra visione di Superman, o di qualsiasi altro personaggio DC”. Gunn si dimostra dunque consapevole della difficoltà di accontentare tutti, confermando di non aspirare a farlo ma cercando di inserire nei suoi personaggi quegli elementi ritenuti decisamente “immancabili”.

Superman 2025

Superman, tutto quello che sappiamo sul film di James Gunn

Superman, scritto e diretto da James Gunn, non sarà un’altra storia sulle origini, ma il Clark Kent che incontriamo per la prima volta qui sarà un “giovane reporter” a Metropolis. Si prevede che abbia già incontrato Lois Lane e, potenzialmente, i suoi compagni eroi (Gunn ha detto che esistono già in questo mondo e che l’Uomo di domani non è il primo metaumano del DCU). Il casting ha portato alla scelta degli attori David Corenswet e Rachel Brosnahan come Clark Kent/Superman e Lois Lane. Nel casta anche Isabela Merced, Edi Gathegi, Anthony Carrigan, Nicholas HoultNathan Fillion.

Il film è stato anche descritto come una “storia delle origini sul posto di lavoro“, suggerendo che una buona parte del film si concentrerà sull’identità civile di Superman, Clark Kent, che è un giornalista del Daily Planet. Secondo quanto riferito, Gunn ha consegnato la prima bozza della sua sceneggiatura prima dello sciopero degli sceneggiatori, ma ciò non significa che la produzione non subirà alcun impatto in futuro.

Con la sua solita cifra stilistica, James Gunn trasporta il supereroe originale nel nuovo immaginario mondo della DC, con una singolare miscela di racconto epico, azione, ironia e sentimenti, consegnandoci un Superman guidato dalla compassione e dall’innato convincimento nel bene del genere umano.

“Superman è il vero fondamento della nostra visione creativa per l’Universo DC. Non solo è una parte iconica della tradizione DC, ma è anche uno dei personaggi preferiti dai lettori di fumetti, dagli spettatori dei film precedenti e dai fan di tutto il mondo”, ha detto Gunn durante l’annuncio della lista DCU. “Non vedo l’ora di presentare la nostra versione di Superman, che il pubblico potrà seguire e conoscere attraverso film, film d’animazione e giochi”. Il film uscirà nelle sale il 10 luglio 2025.

Spider-Man 4: Andrew Garfield nega un suo ritorno ma sa che “nessuno si fiderà di quello che dico”

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I precedenti Peter Park del grande schermo, Tobey Maguire e Andrew Garfield, sono tornati entrambi per Spider-Man: No Way Home, unendosi all’attuale Uomo Ragno del MCU di Tom Holland per un’avventura multiversale che ha incassato oltre un miliardo di dollari in tutto il mondo. Voci insistenti sostengono che entrambi gli attori siano pronti a riprendere i rispettivi ruoli per l’ancora senza titolo Spider-Man 4, ma se i piani sono in atto, Garfield non ha intenzione di confermare nulla.

Vi deluderò”, dice l’attore a GQ. “Ma so che d’ora in poi nessuno si fiderà più di quello che dico”. Garfield si riferisce alle numerose volte in cui ha smentito le voci che lo davano in procinto di tornare per Spider-Man: No Way Home, per poi invece tornare effettivamente sullo schermo al fianco di Holland e Maguire. Anche se la Marvel/Sony sembra stesse realmente considerando di riportare Garfield e Maguire in scena a un certo punto, i piani potrebbero essere cambiati.

Diversi scoop hanno dichiarato di aver appreso da fonti attendibili che la storia non si è ancora concretizzata, indicando che la sceneggiatura potrebbe subire una profonda revisione a causa di divergenze di opinione tra Holland e il capo dei Marvel Studios Kevin Feige. A quanto pare, il film “è ancora lontano dall’inizio della produzione” perché “non c’è ancora una bozza di ripresa definitiva”.

Cosa sappiamo su Spider-Man 4?

Precedenti indiscrezioni hanno affermato che Tom Rothman della Sony e Kevin Feige, capo dei Marvel Studios, hanno avuto dei disaccordi per quanto riguarda la storia di Spider-Man 4, con quest’ultimo che sperava di ridimensionare il Multiverso per un’avventura più piccola. Rothman, invece, si dice che voglia capitalizzare il successo di No Way Home riportando Tobey Maguire e Andrew Garfield nei rispettivi ruoli di Peter Parker.

Più di recente, abbiamo sentito che entrambi gli studios si sono accordati su una storia prevalentemente terrestre con alcuni elementi multiversali, anche se il film viene ancora descritto come un “evento di livello Avengers”. Oltre a Tom HollandZendaya dovrebbe riprendere il suo ruolo di MJ in Spider-Man 4. Si dice inoltre che Sydney Sweeney potrebbe interpretare Black Cat, mentre è stato ampiamente riportato – ma non confermato – che Charlie CoxVincent D’Onofrio e Paul Rudd potrebbero a loro volta apparire come Daredevil, The Kingpin e Ant-Man.

Si ritiene però che Holland sia “sempre più diffidente” nei confronti del ruolo dell’iconico eroe, per cui questa potrebbe essere la sua ultima uscita da solista nei panni del wall-crawler – anche se quasi certamente avrà un ruolo in uno o entrambi i prossimi film degli Avengers. Gli sceneggiatori di No Way Home, Chris McKenna e Erik Sommers, stanno scrivendo la sceneggiatura. Mentre a dirigere il progetto vi sarà Destin Daniel Cretton, già regista di Shang-Chi e la leggenda dei dieci anelli.

Spider-Man 4 uscirà al cinema il 26 luglio 2026.

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Il Signore degli Anelli: La Guerra dei Rohirrim, la spiegazione del finale

Il 2024 è stato una delizia per i fan de Il Signore degli Anelli, con Il Signore degli Anelli: Gli Anelli del Potere Stagione 2 su Prime Video all’inizio di quest’anno e, ora, Il Signore degli Anelli: La guerra dei Rohirrim sul grande schermo. Ogni possibilità di tornare nella Terra di Mezzo è un regalo e quest’ultimo, un anime diretto da Kenji Kamiyama, è addirittura ambientato nella stessa continuità della trilogia di Peter Jackson. Racconta la storia di Héra (Gaia Wise), figlia del leggendario re di Rohan, Helm Hammerhand (Brian Cox), ed eroe non celebrato che ha guidato il suo paese in una guerra contro i Dunlendings, guidati dal suo frenetico nemico d’infanzia, Wulf (Luke Pasqualino). Ma perché non abbiamo mai sentito parlare di lei prima d’ora? Per fortuna, il film risponde a questa e a molte altre domande.

Di cosa parla “La guerra dei Rohirrim”?

Il Signore degli Anelli: La guerra dei Rohirrim Héra
Il Signore degli Anelli: La Guerra dei Rohirrim – Un’Immagine dal film

La guerra dei Rohirrim ha una premessa semplice: spiegare come il Fosso di Helm, una delle fortezze più iconiche della Terra di Mezzo, abbia preso il suo nome. Nel trailer vengono mostrati gli eventi che hanno portato a questo, con Helm che uccide il padre di Wulf, Freca (Shaun Dooley), con un solo pugno in un duello dopo che Freca ha mancato di rispetto al trono offrendo la mano di Wulf a Héra. Dopo questo fatto, l’amareggiato Wulf scompare con i suoi alleati, per riemergere qualche tempo dopo con un enorme esercito di Dunlendings e mercenari per cercare di vendicarsi di Helm e della sua famiglia.

La famiglia reale si schiera a difesa della capitale Edoras, ma viene tradita da Lord Thorne (Jude Akuwudike), uno dei più vecchi alleati di Helm, che ha costretto il suo re a esiliare il nipote Fréaláf (Laurence Ubong Williams), il suo suddito più fedele. Helm e il popolo di Edoras sono costretti a ritirarsi nella Hornburg, un’antica fortezza che serve a ricordare la forza e la resistenza di Rohan. Durante la ritirata, i due fratelli di Héra, Haleth (Benjamin Wainwright) e Hama (Yazdan Qafouri), vengono uccisi da Wulf e dal suo esercito, mentre Helm è gravemente ferito quando arrivano alla Hornburg.

Wulf, che indossa la corona di Helm, organizza un assedio che si rifiuta di togliere anche quando arriva l’inverno più rigido della sua vita. Durante questo periodo, nell’accampamento di Wulf iniziano a diffondersi voci sulla morte di Helm e i soldati affermano di aver visto Helm, ora uno spettro, massacrare i loro colleghi a mani nude. Helm non è morto, ma è scomparso dalla fortezza e viene ritrovato da Héra solo grazie a un passaggio segreto che conduce all’esterno. Purtroppo, l’unica via di ritorno per padre e figlia è il cancello principale. Helm protegge l’ingresso per permettere a Héra di sopravvivere e sconfigge da solo innumerevoli Dunlendings e mercenari, ma finisce congelato dal clima rigido. Quando l’inverno comincia a passare, Helm viene trovato congelato, ma in piedi e irremovibile, davanti al cancello dell’Hornburg.

Con la scomparsa di Helm, Haleth e Hama, Héra ha la responsabilità di guidare il suo popolo verso la sopravvivenza. Alla fine, lei e Olwyn (Lorraine Ashbourne) trovano un abito da sposa dimenticato e una corona. Il vecchio Pennicruik (Janine Duvitski), il castellano di Hornburg, le proibisce di indossare gli oggetti, sostenendo che sono maledetti. Mentre cibo, legna e altre risorse diminuiscono durante il rigido inverno, Héra escogita un piano disperato: fare amicizia con la Grande Aquila che ha il suo nido sopra l’Hornburg e convincerla a portare l’armatura di Helm a Fréaláf, sperando che suo cugino e i suoi Rohirrim accettino la sua richiesta di aiuto.

Héra è all’altezza della situazione e salva il suo popolo da Wulf

Il Signore degli Anelli: La guerra dei Rohirrim

Wulf sta attraversando una crisi simile: l’inverno è un tributo pesante e prosciuga le sue riserve d’oro, ma inganna i mercenari facendo credere loro che gli Hornburg li renderanno ricchi. Inoltre, fa costruire al suo esercito una macchina d’assedio con un’enorme torre, in modo da poter invadere la fortezza e portare a termine il lavoro. Contemporaneamente, il piano di Héra funziona miracolosamente e il suo aiutante Lief (Bilal Hasna) inizia a guidare la gente verso le montagne per metterla al sicuro. Dopo che la prima fase del suo piano ha funzionato, arriva la seconda: Héra indossa l’abito da sposa maledetto e la corona per schernire Wulf, dato che si è rifiutata di sposarlo, mentre il suo popolo fugge. Si incontrano sul ponte della macchina d’assedio e stringono un accordo: se Héra vince, Wulf si ritira e li risparmia; se lui vince, lei lo sposerà. Il combattimento che segue è degno dei migliori anime e si conclude con la vittoria di Héra. Ella lo schernisce nuovamente dicendo che la fortezza ora si chiama Fosso di Helm, dal nome del vero re di Rohan. Wulf, tuttavia, si rimangia l’accordo e ordina al suo esercito di attaccare e uccidere tutti gli abitanti del Fosso di Helm.

Héra è costretta a combattere nuovamente contro Wulf e, durante questo secondo duello, arriva finalmente Fréaláf. Indossando l’antica armatura reale dello zio, Fréaláf e i Rohirrim piombano sull’esercito di Wulf proprio come Éomer (Karl Urban) e i suoi Rohirrim ne Il Signore degli Anelli: Le due torri, solo che Fréaláf lo fa mentre la luna sta sorgendo, mentre Éomer lo fa al sorgere del sole. Poiché Wulf si rifiuta di cedere o di ammettere la sconfitta, Héra è costretta a ucciderlo. Con il giorno salvato, i sopravvissuti tornano a Edoras per iniziare la ricostruzione, con Fréaláf come nuovo re.

Come finisce “La guerra dei Rohirrim”?

Proprio all’inizio de La guerra dei Rohirrim, Éowyn (Miranda Otto), che narra il film, dice al pubblico che il nome di Héra non si trova nei libri. Questo è importante perché, appena annunciata l’animazione, sono iniziate le speculazioni su chi sia Héra e perché non venga mai menzionata nei libri – dopo tutto, J.R.R. Tolkien scrive che Helm ha due figli, Haleth e Hama, e una figlia senza nome. Ciò che il film rivela è che Héra non è affatto come i suoi fratelli, che sono stati cresciuti per riempire i panni del padre ed essere ricordati nella storia come guerrieri ed eroi. Héra non si preoccupa di questo e, invece, vuole solo esplorare la Terra di Mezzo e aiutare chi ne ha bisogno. Difende il suo popolo perché è suo dovere, ma, una volta terminata la guerra, lascia la gloria al nuovo re, Fréaláf.

Proprio alla fine del film, Saruman (Christopher Lee) visita Edoras per offrire la sua assistenza a Fréaláf. Il Mago Bianco ha appena ottenuto da Gondor la gestione di Isengard (che era stata occupata da Wulf all’inizio del film) e, vista la vicinanza tra i due regni, la loro collaborazione è vitale per entrambi. Héra stessa decide di continuare a cavalcare ed esplorare la Terra di Mezzo con il suo fedele destriero Ashere, accompagnata dal suo protettore Olwyn. Prima, però, viene convocata per incontrare Gandalf (Ian McKellen) e riferire sulla guerra, vedendo come i mercenari e i loro Mumakil potrebbero essere legati all’imminente rinascita di Sauron a Mordor. Il Mago Grigio non appare mai, ma è implicito che Héra potrebbe diventare uno dei suoi informatori.

La guerra dei Rohirrim non si avvicina certo alla trilogia del Signore degli Anelli di Peter Jackson in termini di impatto, ma è sicuramente una grande storia della Terra di Mezzo che vale la pena di vedere. Nelle mani di un maestro dell’anime come Kenji Kamiyama, una storia apparentemente senza importanza diventa un’epopea ricca di azione, e il regista è abile nel trarre riferimenti e cenni dall’opera di Jackson per raccontare la storia di Héra. Forse non avrà il peso della trilogia cinematografica, ma francamente nulla lo avrà, quindi questo ritorno alla Terra di Mezzo vale come ogni altro.

Qua la zampa 2 – Un amico è per sempre: dal cast al libro, tutte le curiosità sul film

Il cane è il migliore amico dell’uomo, ed è stato più volte protagonista anche al cinema di celebri film a lui dedicati. Da titoli per famiglie come Belle & Sebastien ai classici Disney come Lilli & vagabondo, dai film d’autore come L’isola dei cani a pellicole più drammatiche come Attraverso i miei occhi o Io e Lulù, sono numerosi i film che hanno dedicato agli amici a quattro zampe storie commoventi e ricche di emozioni, che non mancano mai di affascinare il grande pubblico. Uno degli ultimi titoli di questo filone è Qua la zampa 2 – Un amico è per sempre, sequel del 2019 del fortunato Qua la zampa!, uscito nel 2017.

Il primo film, come noto, era l’adattamento dell’omonimo romanzo di W. Bruce Cameron e questo sequel è in realtà il terzo adattamento di un’opera di questo scrittore. Nello stesso 2019, infatti, è uscito anche Un viaggio a quattro zampe e in tutti e tre i casi, Cameron ha partecipato alla scrittura della sceneggiatura. Lo scrittore, attraverso il punto di vista dei cani, riesce infatti a dar voce a chi non ne ha, portando in primo piano una serie di tematiche legate ai nostri amici a quattro zampe. Anche con Qua la zampa 2 – Un amico è per sempre, infatti, si affrontano il legame e l’amore che uniscono i cani ai loro padroni umani e viceversa.

Per chi aveva amato il primo film, commovente e avventuroso, questo sequel è dunque un nuovo imperdibile tassello del racconto del cane Bailey e del suo viaggio alla scoperta della vita e dell’amore. In questo articolo, approfondiamo dunque alcune delle principali curiosità relative a Qua la zampa 2 – Un amico è per sempre. Proseguendo qui nella lettura sarà infatti possibile ritrovare ulteriori dettagli relativi al libro da cui è tratto, alla trama, al cast di attori. Infine, si elencheranno anche le principali piattaforme streaming contenenti il film nel proprio catalogo.

Kathryn Prescott in Qua la zampa 2 - Un amico è per sempre
Kathryn Prescott in Qua la zampa 2 – Un amico è per sempre © Universal Pictures

Qua la zampa 2 – Un amico è per sempre è tratto da un libro

Il film, come anticipato, è basato sull’omonimo romanzo del 2012 di W. Bruce Cameron, scritto come seguito del libro Qua la zampa!, da cui era già stato tratto il primo film. Anche questo secondo romanzo, come il primo, propone una serie di tematiche care all’autore e che vengono qui esplorate in modo ancor più su larga scala. Il tema fondante rimane l’amore, che il cane protagonista prova incondizionatamente per i suoi amorevoli padroni, dimostrando la natura pura di questi meravigliosi animali. Allo stesso tempo, il libro è un coming of age per quanto riguarda il personaggio di CJ, ma anche un’opera sulla reincarnazione e sul karma.

La trama di Qua la zampa 2 – Un amico è per sempre

Il film racconta la storia del saggio e divertente golden retriever di nome Bailey. Dopo gli eventi raccontati in Qua la zampa!, Bailey è sereno e pensa di aver trovato finalmente la ragione per cui ha attraversato molte vite. Si trova nel Michigan nella fattoria del suo amato padrone Ethan e di sua moglie Hannah, insieme alla loro nipotina di dieci anni CJ. Bailey trascorre una vita felice in compagnia di CJ, giocano insieme e si divertono. Questo fino a quando un giorno Gloria, la mamma disattenta della piccola e che odia i cani, decide che è arrivato il momento di lasciare la fattoria.

Porta così via con sé la sua bambina, con grande dispiacere da parte di Ethan e Hannahm, ma anche di Bailey. Trascorrono poi 10 anni da quel giorno, Bailey ha lasciato la sua vita per nuove anime, ma è rimasto fedele alla promessa fatta al suo padrone: trovare CJ, non abbandonarla, aiutarla e proteggerla in qualsiasi situazione. Bailey vivrà così nuove avventure piene d’amore, emozioni indimenticabili, dolori e gioie, in compagnia di un’ormai cresciuta CJ, e il suo migliore amico Trent.

Abby Ryder Fortson in Qua la zampa 2 - Un amico è per sempre
Abby Ryder Fortson in Qua la zampa 2 – Un amico è per sempre © Universal Pictures

Il cast del film e i doppiatori italiani

Ancora una volta, l’attore Josh Gad è la voce di Bailey, ma anche di Molly, Big Dog e Max e delle diverse incarnazioni di “Boss Dog”. In italiano, Bailey è invece doppiato da Nanni Baldini, noto per essere la voce degli attori Anthony Mackie e Chris Rock, ma anche per avero doppiato Scooby-Doo e Ciuchino di Shrek. Recita poi nel film l’attore Dennis Quaid, che riprende il ruolo di Ethan Montgomery, suocero di Gloria, marito di Hannah, proprietario di Bailey e nonno di CJ. Marg Helgenberger interpreta Hannah Montgomery, sostituendo l’attrice Peggy Lipton del primo film, prematuramente scomparsa nel 2019.

L’attrice Betty Gilpin, celebre per la serie GLOW, interpreta invece Gloria Mitchell, nuora di Ethan e Hannah e madre trascurante ed emotivamente violenta di CJ. Quest’ultima, il cui rapporto con Bailey è alla base del film, è invece interpretata da Abby Ryder Fortson da giovane e da Kathryn Prescott – nota per il ruolo di Emily Fitch nella terza e quarta stagione della serie televisiva Skins – da adulta. Nel ruolo di Trent, interesse amoroso di CJ, vi è invece Ian Chen come versione giovane e Henry Lau nella versione adulta.

Di che razza è il cane protagonista?

Naturalmente, grande protagonista della vicenda è Bailey, il cane protagonista. Nel corso del film, le razze di cani in cui l’identità di Bailey è presente in ogni vita sono un San Bernardo/Pastore Australiano anziano, un beagle femmina di nome Molly, un mastino inglese maschio di nome Big Dog e uno Yorkshire Terrier di nome Max. Si può dunque riscontrare all’interno del film una varietà di splendide razze, attraversate di volta in volta dallo spirito di Bailey che si reincarna in ognuna di esse, mantenendo ovviamente la stessa voce che ascoltiamo per tutto il film.

Il trailer del film e dove vederlo in streaming e in TV

È possibile fruire di Qua la zampa 2 – Un amico è per sempre grazie alla sua presenza su alcune delle più popolari piattaforme streaming presenti oggi in rete. Questo è infatti disponibile nei cataloghi di Apple iTunes, Prime Video, Now e Tim Vision. Per vederlo, una volta scelta la piattaforma di riferimento, basterà noleggiare il singolo film o sottoscrivere un abbonamento generale. Si avrà così modo di guardarlo in totale comodità e ad un’ottima qualità video. Il film è inoltre presente nel palinsesto televisivo di giovedì 02 gennaio alle ore 21:30 sul canale Rai 1.

The Bank Job – La rapina perfetta: la storia vera dietro il film

The Bank Job – La rapina perfetta: la storia vera dietro il film

L’attore Jason Statham è unanimemente considerato una delle grandi icone del cinema d’azione. Negli anni si è infatti affermato grazie a titoli come Crank, Parker, Safe, Blitz, Death Race e il recente Hobbs & Shaw. Uno dei più affascinanti film da lui interpretati è anche The Bank Job – La rapina perfetta. Uscito nel 2008, questo ripercorre le vere gesta di un gruppo di rapinatori e del colpo da loro messo a segno. Scritto da Dick Clement e Ian La Frenais, il film è diretto da Roger Donaldson, regista anche noto per film di genere simile come Senza via di scampo, La regola del sospetto e The November Man.

Per tutti gli appassionati di questo genere, si tratta dunque di un film da non perdere, dove alla coinvolgente elaborazione della rapina sono accostati una serie di personaggi particolarmente affascinanti, a partire proprio da quello interpretato da Statham. In questo articolo, approfondiamo dunque alcune delle principali curiosità relative a The Bank Job – La rapina perfetta. Proseguendo qui nella lettura sarà infatti possibile ritrovare ulteriori dettagli relativi alla trama, al cast di attori e alla storia vera. Infine, si elencheranno anche le principali piattaforme streaming contenenti il film nel proprio catalogo.

La trama di The Bank Job – La rapina perfetta

La storia si svolge nella Londra del 1971, dove il venditore di automobili Terry Leather vive una situazione personale afflitta da grossi problemi economici. Nonostante ciò, egli ha sempre cercato di tenersi alla larga dai grossi traffici criminali, preferendo all’occorrenza dedicarsi giusto a qualche piccolo furto d’auto. Tutto cambia però quando la sua amica Martine gli offre un’occasione imperdibile. Vi è infatti la possibilità di effettuare una rapina perfetta in una banca situata a Baker Street. Consapevole che quel colpo potrebbe risolvere i suoi problemi, Terry decide per una volta di accettare il rischio.

The Bank Job - La rapina perfetta trama film

Il cast del film

Dotato di grande carisma, Jason Statham riesce ad apportare grande fascino ad ognuno dei personaggi da lui interpretati. Ciò vale anche per il suo Terry Leather, per il quale si è preparato come suo solito attraverso un rigido allenamento fisico. Grazie a questo, l’attore ha infatti potuto confermare la capacità di prendere parte anche alle scene più complesse e acrobatiche del film, evitando di dover eccessivamente ricorrere a controfigure. Allo stesso tempo, egli si è documentato a lungo sulla vera vicenda riproposta nel film, al fine di poter comprendere meglio le dinamiche di quanto avvenuto ed essere più realistico nella sua interpretazione.

Accanto a lui, nel ruolo di Martine, vi è l’attrice Saffron Burrows, nota per le serie Boston Legal, Mozart in the Jungle e YouKeeley Hawes è invece Wendy Leather, la moglie di Terry, mentre Richard Lintern è l’agente del MI5 Tim Everett. Sono poi presenti Stephen Campbell Moore nel ruolo di Kevin Swain, James Faulkner in quello di Guy Singer, Daniel Mays nei panni di Dave Shilling e Michael Jibson in quelli di Eddie Burton. Questi sono i compagni di squadra di Terry per il furto. L’attore Peter de Jersey interpreta invece il misterioso Michael X. Nel film è inoltre presente il cantante dei Rolling Stones Mick Jagger con un breve cameo. Egli è uno degli impiegati nella banca dove si svolge la rapina.

La storia vera dietro il film

Il film è dunque parzialmente basato su fatti storici realmente avvenuti. Una banda di rapinatori ha scavato un tunnel in una filiale della Lloyds Bank all’incrocio tra Baker Street e Marylebone Road a Londra la notte dell’11 settembre 1971 e ha derubato le cassette di sicurezza che erano conservate nel caveau. I rapinatori avevano affittato un negozio di pelletteria chiamato Le Sac a due porte di distanza dalla banca e hanno scavato un tunnel di circa 12 metri, passando sotto il ristorante Chicken Inn che si trovava tra il negozio e la banca. Tale operazione ha richiesto tre settimane di tempo, lavorando nei fine settimana.

Il furto è stato pianificato da Anthony Gavin, un noto criminale, che si è ispirato a “The Red-Headed League“, un racconto della serie dedicata a Sherlock Holmes, in cui i criminali si introducono nel caveau di una banca dalla cantina di un negozio vicino. Una volta entrati, hanno svuotato 268 cassette di sicurezza. La banda aveva piazzato una vedetta su un tetto vicino, che era in contatto via walkie-talkie, e le loro trasmissioni radio furono accidentalmente ascoltate da Robert Rowlands, un radioamatore appassionato. Egli chiamò la polizia, che inizialmente non lo prese sul serio, così utilizzò un piccolo registratore a cassette per registrare le conversazioni dei ladri.

The Bank Job - La rapina perfetta cast attori

La seconda volta che contattò la polizia, questa gli credette e iniziò a dare la caccia ai ladri mentre l’effrazione era in corso. Hanno setacciato 750 banche in un raggio di 13 km, ma inizialmente non sono riusciti a individuare la banda. In seguito, la polizia trovò i rapinatori poiché uno di loro, Benjamin Wolfe, aveva firmato il contratto di locazione di Le Sac a proprio nome e alcuni informatori fornirono informazioni che portarono a Gavin. Alla fine di ottobre 1971 la polizia arrestò Wolfe, Gavin, Reg Tucker e Thomas Stephens. Continuò a cercare altri membri della banda, tra cui una donna, per cinque anni, ma non furono effettuati altri arresti.

Gavin, Tucker e Stephens furono condannati a dodici anni di carcere; Wolfe ricevette una pena di otto anni, inferiore a quella degli altri perché aveva sessant’anni. Secondo alcuni, il governo avrebbe tentato di censurare la stampa su tale vicenda, poiché una delle cassette di sicurezza rubate sembra contenesse fotografie compromettenti della Principessa Margaret e dell’attore e criminale John Bindon e che sono state trovate fotografie di un ministro del governo conservatore che abusava di bambini. Non ci sono prove a sostegno di queste affermazioni, che sono state ampiamente respinte. Alcune di queste voci hanno ispirato la storia del film del 2008.

Il trailer di The Bank Job – La rapina perfetta e dove vedere il film in streaming e in TV

È possibile vedere o rivedere il film grazie alla sua presenza su alcune delle più popolari piattaforme streaming presenti oggi in rete. The Bank Job – La rapina perfetta è infatti disponibile nel catalogo di Apple iTunes, Now, Tim Vision Prime Video e Netflix. Per vederlo, in base alla piattaforma scelta, basterà iscriversi o noleggiare il singolo film. Si avrà così modo di poter fruire di questo per una comoda visione casalinga. È bene notare che in caso di solo noleggio, il titolo sarà a disposizione per un determinato limite temporale, entro cui bisognerà effettuare la visione. Il film sarà inoltre trasmesso in televisione il giorno giovedì 2 gennaio alle ore 21:20 sul canale Rai 4.

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