Sappiamo che la produzione di
Star Wars: L’Ascesa di Skywalker è stata
abbastanza travagliata e che, in origine, la conclusione della
trilogia sequel era stata affidata a Colin Trevorrow. Adesso, il co-sceneggiatore
Chris Terrio ha rivelato di aver avuto
numerosi problemi con il finale del film che ha chiuso
ufficialmente la saga degli Skywalker iniziata nel lontano
1977.
L’edizione home video del film
diretto da J.J. Abrams, infatti, conterrà una featurette
dedicata al making of di Episodio IX in cui è proprio
Terrio a discutere di come sia stato difficile concepire il finale
e di come quel particolare processo abbia rappresentato una vera
sfida per lui e per Abrams.
“Ad un certo punto della
lavorazione, io e J.J. stavamo avendo tantissimi
problemi con il finale del film. Poi lo scenografo Rick Carter ci
disse: ‘Penso sia perché voi due non volete che Star
Wars finisca. Non volete che la saga degli Skywalker finisca.
Quindi, non volete davvero scriverlo quel finale’. Non c’era che
verità nelle sue parole.”
Naturalmente, è molto difficile
intuire con precisione a quale “finale” si riferisca Terrio. Come
sottolinea
Screen Rant, è molto probabile che si tratti della scena di
Rey Skywalker, il momento esatto che chiude Episodio
IX, ma potrebbe anche trattarsi – più in generale – del terzo
atto del film e dello scontro finale contro l’Imperatore
Palpatine.
Lucasfilm e il
regista J.J.
Abrams uniscono ancora una volta le forze per
condurre gli spettatori in un epico viaggio verso una galassia
lontana lontana con Star
Wars: L’Ascesa di Skywalker, l’avvincente
conclusione dell’iconica saga degli Skywalker, in cui nasceranno
nuove leggende e avrà luogo la battaglia finale per la libertà.
Il cast del film
comprende Carrie Fisher, Mark Hamill, Adam
Driver, Daisy
Ridley, John
Boyega, Oscar Isaac, Anthony Daniels, Naomi Ackie, Domhnall
Gleeson, Richard E. Grant, Lupita Nyong’o, Keri Russell, Joonas
Suotamo, Kelly Marie Tran, con Ian
McDiarmid e Billy Dee
Williams.
Diretto da J.J. Abrams e prodotto da
Kathleen Kennedy, Abrams e Michelle
Rejwan, Star
Wars: L’Ascesa di Skywalker è scritto da J.J.
Abrams e Chris Terrio, mentre Callum Greene, Tommy Gormley e Jason
McGatlin sono i produttori esecutivi.
Probabilmente nessuno assocerebbe
mai Guardiani
della Galassia a Il mago di Oz, eppure, di recente, il
regista e sceneggiatore
James Gunn ha rivelato che la sequenza
d’apertura del primo film su Star Lord & co., uscito nel 2014, è
stata ispirata dal classico del 1939 con Judy Garland.
Durante il #QuarantineWatchParty
dedicato al film, Gunn ha rivelato alcuni dettagli sulla sua prima
incursione nell’Universo Cinematografico Marvel, spiegando su
Twitter che la sequenza d’apertura del film, quella ambientata
nel 1988, subito dopo la morte della madre, quando il piccolo Peter
Quill viene rapito da un gruppo di pirati spaziali
chiamati “Ravagers”, guidati da Yondu Udonta, è stata ispirata
dai titoli di testa de Il mago di Oz.
Gunn ha spiegato l’utilizzo di
particolari lenti per la sequenza d’apertura del suo film, in modo
da ottenere un certo tipo di effetto visivo: “Abbiamo girato la sequenza d’apertura con il giovane Peter e
la sua famiglia su obiettivi anamorfici, ma non per tutto il resto
del film. Ho pensato molto all’inizio de Il mago di
Oz.”
Per quanto riguarda Guardiani
della Galassia Vol. 3, il film – scritto e
diretto da James
Gunn – non ha ancora una data di uscita
ufficiale. Le riprese del film dovrebbero partire ufficialmente a
Febbraio 2021.
Batman è sempre stato uno dei più
grandi eroi dei fumetti di sempre. Nel corso degli anni, sono stati
numerosi i registi che si sono impegnati per cercare di portare al
cinema la versione migliore delle avventure del Crociato di Gotham.
L’ultimo in ordine di tempo al quale è stato affidato l’arduo
compito è Matt Reeves, regista dell’attesissimo
The
Batman che vedrà Robert Pattinson raccogliere l’eredità di
Ben Affleck (ultimo Uomo Pipistrello cinematografico).
Reeves ha elogiato in egual misura i
due titoli e ha parlato di come entrambi abbiano avuto un forte
impatto sul suo approccio a The
Batman: “Pensavo a quanti brutti film su Batman ci
fossero stati e non volevo che il mio entrasse a far parte di
quella categoria, che venisse considerato soltanto come un altro
film sull’Uomo Pipistrello. Sentivo che c’era bisogno di fare la
differenza. I migliori sono stati a dir poco incredibili. Ciò che
Nolan ha fatto col personaggio è incredibile. Ciò che Burton ha
fatto col personaggio è stato unico.”
HN Entertainment ha suggerito che le
riprese del cinecomic si svolgeranno presso i Leavesden Studios di
Londra (gli stessi della saga di Harry Potter ma anche
di Batman
v Superman: Dawn of Justice, Justice
League, Wonder
Woman e del sequel Wonder
Woman 1984) mentre l’uscita nelle sale è stata già fissata
al 25 giugno 2021.
“The
Batman esplorerà un caso di detective“,
scrivono le fonti, “Quando alcune persone iniziano a morire in
modi strani, Batman dovrà scendere nelle profondità di
Gotham per trovare indizi e risolvere il mistero di una
cospirazione connessa alla storia e ai criminali di Gotham
City. Nel film, tutta la Batman Rogues Gallery sarà
disponibile e attiva, molto simile a quella originale fumetti e dei
film animati. Il film presenterà più villain, poiché sono tutti
sospettati“.
L’attore Karl Urban
è probabilmente più noto per il suo volto che per il suo nome,
essendo apparso in numerosi film e serie di grande successo. Ha
infatti avuto modo di affermarsi all’interno dell’industria
statunitense, conquistando la simpatia del pubblico e le attenzioni
della critica, che ne ha in diverse occasioni esaltato le doti
recitative. Ecco 10 cose che non sai di Karl
Urban.
Parte delle cose che non sai
sull’attore
Karl Urban: i suoi film e le serie
TV
10. Ha recitato in celebri
film. Il primo vero grande ruolo ricoperto al cinema
dall’attore è quello di Eomer nei film Il Signore degli Anelli
– Le due torri (2002) e Il Signore degli Anelli – Il
ritorno del re (2003), con gli attori Viggo
Mortensen, Ian
McKellen e Andy
Serkis. Successivamente continua a farsi notare
recitato nei film The Chronicles of
Riddick (2004), con Vin
Diesel, The Bourne Supremacy (2004),
Doom (2005) e Star Trek
(2009), di J. J.Abrams, dove ricopre il ruolo di Bones.
In seguito, è Judge Dredd in Dredd – Il giudice
dell’apocalisse (2012), e riprende il suo ruolo in Into Darkness – Star
Trek (2013), con Benedict
Cumberbatch e Star Trek
Beyond (2016). Di recente è invece apparso in Il drago
invisibile (2016) e Thor: Ragnarok
(2017), di Taika
Waititi.
9. Ha preso parte a
produzioni televisive. Nel corso della sua carriera
l’attore non ha mancato di recitare anche per il piccolo schermo,
apparendo in serie come Shortland Street (1993-1994),
Hercules (1996-1998) e Xena – Principessa
guerriera (1996-2001), dove ha recitato nel ruolo di Giulio
Cesare. Di recente ha invece avuto un ruolo di rilievo in
Almost Human (2013-2014), mentre dal 2018 è divenuto
ulteriormente noto per il personaggio di Billy Butcher in
The
Boys, la nuova serie Amazon Prime.
Karl Urban: chi è sua moglie
8. È stato sposato.
Sul set del film televisivo The Privateers (2000), conosce
la truccatrice Natalie Wihongi, con la quale si fidanza. I due si
sposano poi nel settembre del 2004. La coppia ha inoltre dato vita
a due figli, il primo nato nel novembre del 2000 e il secondo, una
bambina chiamata Indiana in onore di Indiana Jones, nel gennaio del
2005. A giugno del 2014, la coppia annuncia tuttavia la
separazione.
Karl Urban in Thor
7. Ha ricoperto un ruolo di
rilievo nel film Marvel. Tra i personaggi
secondari che più hanno rubato la scena in Thor: Ragnarok vi è Skurge, interpretato
da Urban. L’attore ha dichiarato di aver accettato il ruolo perché,
anche se secondario, prevedeva un arco narrativo interessante, e in
più gli dava la possibilità di lavorare con l’attrice
Cate
Blanchett.
Karl Urban è Eomer
6. Per ricoprire il ruolo ha
imparato ad andare a cavallo. Il primo ruolo che ha reso
noto l’attore è stato quello di Eomer all’interno della trilogia de
Il Signore degli Anelli. Il personaggio è in particolare
un esperto nel cavalcare i cavalli e combattere da questa
postazione sopraelevata. Per riuscire in ciò, Urban ha così dovuto
allenarsi costantemente per circa otto settimane, riuscendo infine
a governare il cavallo con una sola mano mentre con l’altra
brandiva la spada.
Parte delle cose che non sai
sull’attore
Karl Urban in Star Trek
5. È un grande fan della
serie. Urban si è descritto come un grandissimo fan di
Star Trek, avendo seguito la serie televisiva sin da
piccolo insieme al padre. Venuto a conoscenza di un nuovo film in
preparazione, ha fatto di tutto pur di ottenere un provino per un
ruolo, ottenendo infine la parte di Bones. Si è in seguito
dichiarato felice di aver potuto ricoprire un ruolo che prevedeva
elementi di comicità, cosa con cui desiderava confrontarsi.
4. È rimasto sorpreso dal
livello di segretezza sul set. Per Urban era la prima
volta che partecipava ad un film diretto da Abrams. Il regista è
infatti noto per mantenere il massimo livello di mistero intorno ai
suoi progetti, e Star Trek non è stato da meno. L’attore è
così rimasto particolarmente colpito dalla sicurezza instaurata a
tal livello, dove ogni attore veniva seguito durante le riprese
affinché non si esponesse ad una fuga di notizie esterne.
Karl Urban è Dredd
3. Non è mai uscito dal
personaggio. Per poter dar vita ad una miglior
interpretazione del celebre personaggio dei fumetti, Urban ha
affermato di non essere mai uscito dal personaggio, neanche nelle
pause tra una ripresa e l’altra. Questa scelta lo ha pertanto
portato a mantenere una grande serietà e nessuno lo ha mai visto
sorridere sul set. Ha inoltre rifiutato di togliersi l’iconico
casco del personaggio per potersi immedesimare maggiormente nel
ruolo.
2. Non si è avvalso di
controfigure. Nel suo desiderio di potersi immedesimare
quanto più possibile nel personaggio, l’attore ha richiesto di
poter guidare personalmente la Lawmaster, la caratteristica moto
con cui il giustiziere è solito spostarsi. Urban ha così evitato di
farsi sostituire da controfigure, allenandosi per poter girare da
sé le scene più difficili o rischiose.
Karl Urban: età e altezza
1. Karl Urban è nato a
Wellington, in Nuova Zelanda, il 7 giugno 1972. L’attore è
alto complessivamente 185 centimetri.
Tra i più promettenti registi degli
ultimi anni vi è Ryan Coogler, che in breve ha
portato al cinema lungometraggi che hanno riscontrato ottimi
apprezzamenti di critica e pubblico. Coogler ha però dimostrato di
non volersi fermare alla regia, ricoprendo anche altri ruoli
all’interno dell’industria e costruendosi così un solido status.
Ecco 10 cose che non sai di Ryan Coogler.
9. È anche
produttore. Grazie alla popolarità raggiunta, Coogler ha
avuto occasione di ricoprire anche il ruolo di produttori per
diversi progetti. Tra questi si annoverano il film Creed II
(2018), sequel del film da lui diretto, e i lungometraggi
di prossima uscita Space Jam 2 (2021), Bitter
Root, e Wrong Answer.
8. Ha ricevuto importanti
riconoscimenti. Con il suo primo film, presentato nella
sezione Un Certain Regard del Festival
di Cannes, Coogler ha vinto il premio “Avenir”, assegnato alle
promesse del cinema. Con la stessa pellicola avrebbe poi vinto
l’Indipendent Spirit Awards come miglior film di debutto. Ulteriore
grande prestigio arriva grazie a Black Panther, con il
quale riceve la nomination come miglior sceneggiatura non originale
ai Writers Guild Award. Questo avrebbe poi ricevuto la nomination
come miglior film ai Premi Oscar, divenendo il primo film di
supereroi a ricevere tale riconoscimento.
Ryan Coogler non è su
Instagram
7. Non ha un account
personale. Il giovane regista ha in diverse occasioni di
non apprezzare particolarmente i social network, e di non possedere
pertanto un account sul social network Instagram. Così facendo,
Coogler ha modo di mantenere quel velo di riservatezza sulla
propria vita privata, evitando il clamore dei media.
Ryan Coogler: chi è sua moglie
6. È sposato. Nel
2016 il regista ha sposato la sua compagna di lunga data, Zinzi
Evans, di cui si hanno poche notizie per via della riservatezza
mantenuta dai due. Tra i pochi annunci pubblici fatti da Coogler
riguardanti la propria vita privata vi è però quello secondo cui
desidera avere quanto prima una figlia con la donna amata.
Parte delle cose che non sai sul
regista
Ryan Coogler dirige Black
Panther
5. Ha lavorato con esperti
per costruire l’ambientazione del film. Per dar vita al
Wakanda, la fittizia nazione africana dove si svolge gran parte del
film, il regista si è avvalso della collaborazione di alcuni
esperti di storia africana al fine di poter dar vita ad una
mitologia e una cultura coerenti con quelle del vasto
continente.
4. Ha insistito per avere
determinati collaboratori. Nell’accettare di dirigere il
film Marvel, Coogler ha richiesto di
poter portare all’interno del progetto i suoi abituali
collaboratori, dal direttore della fotografia allo scenografo e
fino al compositore delle musiche. Ciò secondo lui gli avrebbe
permesso di poter dare al film il proprio personale look, facendolo
differenziare dagli altri prodotti Marvel.
3. Avrebbe voluto un villain
diverso. Durante la fase di scrittura, Coogler espresse il
desiderio di poter inserire nel film il personaggio di Kraven il
cacciatore. Questi è un noto villain Marvel, celebre per essersi
scontrato prevalentemente contro Spider-Man. Il suo desiderio non
poté tuttavia essere esaudito, poiché i diritti del personaggio
appartengono alla Sony, che non ne avrebbe concesso l’utilizzo.
Ryan Coogler: il suo
patrimonio
2. Il suo patrimonio è
notevolmente cresciuto. Con tre film diretti nell’arco di
sette anni, e diverse produzioni all’attivo, Coogler vanta oggi un
patrimonio stimato di circa 10 milioni di dollari. Tale cifra è
destinata a crescere ancora nel corso degli anni, dati anche i
grandi progetti in cantiere nel suo futuro di regista, tra cui
l’atteso sequel di Black Panther.
Ryan Coogler: età e altezza
1. Ryan Coogler è nato a
Oakland, California, Stati Uniti, il 23 maggio 1986. Il
regista è alto complessivamente 178 centimetri.
Per anni considerato prevalentemente
un comico, l’attore John C. Reilly ha invece nel
tempo dimostrato di essere un interprete completo, potendo spaziare
tra generi ben diversi e ponendosi sempre al centro dell’attenzione
con i suoi iconici personaggi. Reilly non ha infatti mancato, nella
sua lunga filmografia, di recitare all’interno di film affermatisi
come alcuni tra i più celebri e premiati del loro tempo.
Ecco 10 cose che non sai di John C. Reilly.
9. È un noto
doppiatore. Nel corso della sua carriera Reilly ha
ricoperto anche alcuni ruoli da doppiatore. Il primo di questi è
stato per il personaggio #5 nel film d’animazione 9 (2009),
mentre in seguito diventa celebre per essere la voce di Ralph nei
film d’animazione Ralph
Spaccatutto (2012) e Ralph Spacca
Internet (2018). Ha poi partecipato al doppiaggio inglese
del film d’animazione giapponese Quando c’era Marnie
(2014), mentre nel 2016 è Eddie in Sing.
8. Ha ricevuto importanti
nomination. Apprezzato per i suoi ruoli, l’attore ha
ricevuto una serie di prestigiosi riconoscimenti nel corso degli
anni, come una candidatura al premio Oscar come miglior attore non
protagonista per il film Chicago. Reilly vanta poi quattro
nomination ai Golden Globe, ai Sag Awards e agli Indipendent Spirit
Awars. È stato inoltre candidato al premio Grammy per la miglior
canzone scritta per un film per Walk Hard – La storia di Dewey
Cox.
John C. Reilly: moglie e figli
7. Ha conosciuto sua moglie
sul set. Mentre recita sul set del suo primo film,
Vittime di guerra, l’attore conosce la produttrice
indipendente Alison Dickey. Dopo alcuni anni di frequentazione, i
due si sposano nel 1992. La coppia negli anni ha sempre mantenuto
un profilo di vita piuttosto riservato. Reilly cerca infatti di
tenere ben separata la propria vita privata da quella lavorativa,
non dando così modo ai media di potervisi intromettere.
6. Ha avuto due
figli. Dalla moglie, Reilly ha avuto due figli nati
rispettivamente nel 1998 e nel 2001. Il primo dei due, chiamato
Leo, è in seguito divenuto un noto musicista, adottando il nome
d’arte di LoveLeo, e tramite il proprio profilo Instagram promuove
la propria produzione musicale.
Parte delle cose che non sai
sull’attore
John C. Reilly è Ollio
5. Ha dovuto sottoporsi ad
ore di trucco. Per poter assumere il ruolo del celebre
attore comico Oliver Hardy, meglio noto come Ollio, l’attore ha
dovuto sottoporsi ad un lungo processo di trasformazione fisica.
Non potendo ingrassare quanto necessario, Reilly è stato dotato di
numerose imbottiture che lo facevano sembrare sovrappeso. Inoltre
del suo volto è possibile ammirare soltanto gli occhi e la bocca,
il resto è interamente trucco atto a cambiare i tratti somatici
dell’attore.
4. Era intimorito dal
personaggio. Dar vita sullo schermo ad una persona
realmente esistita è sempre un compito delicato per un attore. Nel
suo caso, Reilly si trovava a confrontarsi con uno dei pionieri del
cinema comico, e ha pertanto ammesso di essere stato intimorito
all’idea di ricoprire tale parte. Ma occasioni come queste non
ricapitano tutti i giorni, e per questo con grande devozione
l’attore ha accettato di assumere tali panni, con il tentativo di
dar vita al lato più umano di Hardy.
John C. Reilly in Guardiani della
Galassia
3. Ha ricoperto un ruolo nel
film Marvel. Reilly è un altro
degli attori che nel corso della sua carriera ha avuto l’occasione
di recitare per un film del Marvel Cinematic Universe. Ha
infatti ricoperto il ruolo di Rhomann Dey, membro dei Nova Corps,
la forza militare di Xandar, nel film Guardiani della Galassia,
con protagonista Chris
Pratt.
John C. Reilly e Will Ferrell
2. Vengono spesso confusi
l’uno con l’altro. Pur non somigliandosi in modo
particolare, i due attori condividono alcune caratteristiche
comuni, a partire dai capelli ricci. Reilly e Ferrell vengono
infatti spesso scambiati l’uno per l’altro, e in un’occasione hanno
anche recitato nel ruolo di due fratellastri, per il film
Fratellastri a 40 anni, facendo realmente credere a molti
spettatori di condividere tale legame nella realtà.
John C. Reilly: età e altezza
1. John C. Reilly è nato a
Chicago, Illinois, Stati Uniti, il 24 maggio 1965.
L’attore è alto complessivamente 188 centimetri.
Divenuto celebre grazie alla serie
televisiva Chuck,
l’attore Zachary Levi è ad oggi popolare per i
suoi ruoli comici o scanzonati, ricoperti in film di particolare
successo. Di recente è divenuto noto per essere il supereroe
Shazam, in quelle che si preannunciano essere vesti che l’attore
tornerà a ricoprire anche in futuro. Ecco 10 cose che non
sai di Zachary Levi.
Parte delle cose che non sai
sull’attore
Zachary Levi: i suoi film e le
serie TV
10. Ha recitato in celebri
film per il cinema. L’attore debutta sul grande schermo
con il film FBI:
Operazione tata (2006), con Martin
Lawrence. Successivamente recita in Spiral
(2007), Wieners – Un viaggio da sballo (2008), An
american Carol (2008), Alvin Superstar 2 (2009), per
poi ottenere maggior fama recitando nel ruolo di Fendral in
Thor: The Dark
World (2013), con ChrisHemsworth e Natalie
Portman, e Thor:
Ragnarok (2017), di Taika
Waititi. Nel 2019 è invece protagonista del film
Shazam!,
dove recita accanto all’attore Mark
Strong.
9. Ha preso parte a
produzioni televisive. Nel corso della sua carriera
l’attore si è reso celebre per aver partecipato in qualità di
protagonista alla serie Chuck (2007-2009),
accanto all’attrice Yvonne
Strahovski. Successivamente ha preso parte anche alle
serie Heroes Reborn (2015-2016), con Ryan
Guzman, Hot & Bothered (2015-2016),
L’altra Grace (2017) e La fantastica signora
Maisel (2018-2019), con Rachel
Brosnahan.
8. È un apprezzato
doppiatore. Levi si è distinto negli ultimi anni per aver
prestato la propria voce al personaggio di Flynn Rider al film
d’animazione Rapunzel: L’intreccio
della torre (2010). In seguito ha invece doppiato il
personaggio di Eugene per il film televisivo Rapunzel – Prima
del sì (2017) e di nuovo per Rapunzel – La
serie (2017-2020). Ha poi partecipato anche al doppiaggio
dei videogiochi Fallout: New Vegas (2010), Halo: Reach
(2010) e Kingdom Hearts III (2019).
Zachary Levi: chi è sua moglie
7. È stato sposato.
Nel 2014, dopo un periodo di frequentazione, Levy sposa l’attrice
ed ex-modella canadese Missy Peregrym, nota per il
suo ruolo nelle serie Van Helsing (2017-2018) ed
FBI (2018-in corso). Il matrimonio viene celebrato alle
Hawaii alla presenza di pochi intimi. Tuttavia, la coppia divorzia
nell’aprile del 2015, citando differenze inconciliabili.
Zachary Levi: il suo fisico
6. Ha smentito le voci sul
suo fisico. Quando vennero pubblicate le prime immagini
del film Shazam!, molti fan criticarono l’attore
accusandolo di aver indossato un costume imbottito per far sembrare
il suo fisico più possente. Levi si è allora limitato a pubblicare
sul proprio profilo Instagram alcune foto del suo torso nudo,
dimostrando così di aver naturalmente raggiunto la forma fisica
richiesta dal ruolo.
Parte delle cose che non sai
sull’attore
Zachary Levi è Fandral
5. Doveva interpretare il
personaggio sin dal primo film. Levi è comparso nel ruolo
di Fandral soltanto a partire dal secondo film dedicato a Thor.
Egli era sin da subito la prima scelta, ma dovette rinunciare al
ruolo poiché impegnato in altri progetti. Venne così scelto un
altro attore al suo posto, il quale tuttavia lasciò il personaggio
in seguito al primo film. Per sostituirlo fu allora chiamato Levi,
che fu ben lieto di poter assumere tali panni.
4. È contento che il suo
personaggio sia morto. Fandral viene ucciso nel corso del
film Thor: Ragnarok, e per quanto Levi vi
fosse affezionato ha dichiarato che tale fine è stata con il senno
di poi un bene. Se il personaggio fosse sopravvissuto, secondo
Levi, egli sarebbe ancora sotto contratto con la Marvel, e non avrebbe dunque potuto
interpretare Shazam, cosa della quale invece è estremamente
grato.
Zachary Levi in Shazam!
3. Si è tinto i
capelli. Per ricoprire il ruolo del supereroe Shazam,
l’attore ha dovuto dar vita ad alcuni drastici cambiamenti fisici
ed estetici. Oltre ad essersi sottoposto ad un duro allenamento per
guadagnare circa 15 chili di muscoli, Levi si è inoltre dovuto
tingere di nero i capelli, poiché così previsto dalle sembianze del
personaggio dei fumetti.
Zachary Levi in Chuck
2. È stato il protagonista
della serie. Dal 2007 al 2012 l’attore ha recitato nei
panni di Chuck Bartowski, protagonista della fortunata serie a metà
tra commedia e azione. Il suo personaggio, un esperto di computer
che lavora in un negozio di elettronica, si ritrova la vita
sconvolta nel momento in cui un supercomputer con segreti di Stato
si installa nel suo cervello, facendolo diventare l’obiettivo delle
principali forze governative.
Zachary Levi: età e altezza
1. Zachary Levi è nato a
Lake Charles, in Louisiana, Stati Uniti, il 29 settembre
1980. L’attore è alto complessivamente 191 centimetri.
La recensione diThe Hunt fa parte di quel gruppo di
testi, più o meno critici, che in queste settimane parlano di film
che saltano l’uscita in sala. Ebbene, anche questa storia, che fa
l’occhiolino al B-Movie e al thriller d’autore contemporaneamente,
si inserisce a quella schiera di titoli che arriveranno
direttamente a portata di click, sulle innumerevoli piattaforme in
grande spolvero, data la chiusura delle sale a causa dell’emergenza
sanitaria. In questo caso, il film con protagonista Betty
Gilpin è disponibile su Chili.
The Hunt è
il terzo film prodotto dalla Blumhouse distribuito, anche se con metodo
alternativo, quest’anno. Dopo Fantasy
Island e L’uomo
invisibile, anche questo terzo progetto, diretto
da Craig Zobel, rispecchia lo spirito produttivo
della casa di Jason Blum: basso budget e storia
accattivante, oltre ad un pacchetto di interpreti che riesce sempre
a ricavare il massimo dalla storia, spesso ridotta all’osso.
The Hunt, la trama
In questo caso, al centro della
scena c’è una inarrestabile Betty
Gilpin. Abbiamo imparato ad amare l’attrice sui ring
di GLOW, serie di Netflix, ed ora Gilpin porta le sue misure da pin-up
in un campo del massacro. Nella storia è Crystal, vittima di una
caccia (da cui il titolo). Un gruppo di persone si risveglia in un
luogo ignoto, tutti hanno bavagli e mani legate. Impiegano molto
poco tempo a capire cosa sta succedendo: sono vittime di una caccia
mortale in cui sono loro stessi le prede. Tra loro, c’è Crystal una
donna che sembra nata allo scopo di sopravvivere, ma lei vuole di
più, vuole sapere anche chi l’ha messa in quel posto, e perché. La
preda diventerà quindi cacciatrice dei propri carnefici.
Damon Lindelof e
Nick Cuse firmano la sceneggiatura e mentre Cuse
lo conosciamo per aver firmato un paio di episodi dell’acclamato
Watchmen, l’attenzione ricade subito sul
nome di Lindelof, che non può certo dire che la costanza appartenga
alla sua carriera. Autore tra alcuni dei tonfi cinematografici più
pesanti degli anni passati, tra cui Cowboys and
Aliens e Tomorrowland,
Damon Lindelof è anche autore di alcuni dei
prodotti più affascinanti degli ultimi tempi, tra cui
Leftovers e proprio il capolavoro
Watchmen. Per questo approcciarsi al suo
lavoro è sempre una scommessa.
Questa volta però lo sceneggiatore
vince la partita, proprio perché gioca su un terreno facile, senza
rinunciare al colpo di scena finale, ma portando avanti un racconto
che si rifà al B-movie come strumento di critica sociale, un po’
come ha fatto già Jordan Peele in Get
Out e in Us, ma senza la
sua finezza registica, dal momento che in questo caso il compito è
svolto con diligenza ma senza eccessivi guizzi da Zobel.
La recensione di The Hunt
The Hunt è
una variazione sul tema della lotta di classe che sembra
estremamente di moda in quest’ultimo periodo. Dopo il citato
Us di Peele, e lo stesso
Parasite, film premio Oscar di
Bong Joon-ho, The Hunt
si inserisce, da fratello minore ovviamente, nella stessa categoria
di titoli che provano a fare una riflessione tra la divisione in
classi di una società che sembra sempre meno attenta all’essere
vivente e alla sua umanità.
Giustiziera con più di qualche
macchia nel suo passato, la Crystal di Betty
Gilpin sorprende per una fisicità che ha molto
poco di moderno e che ricorda più gli eroi pieni di testosterone
del cinema action anni ’80: vitino di vespa, seno abbondante,
fianchi generosi e una forza e un grinta da fare invidia alle
atletiche protagoniste dei cinecomic tanto in voga in questo
momento. La sua protagonista è una antieroina che sembra
non avere corrispettivi della storia del cinema eppure che riporta
alla mente quegli archetipi narrativi saldi nella memoria
collettiva e principalmente legati ai corpi maschili.
The Hunt è
un film talmente semplice da risultare quasi banale, eppure molto
efficace nel recapitare il suo messaggio. Non rinuncia al twist ma
nemmeno, in maniera grottescamente comica, a confortare lo
spettatore che segue la caccia di Crystal.
Con il prolungamento della
sospensione delle attività deciso dal Governo per contenere la
diffusione del coronavirus è nato un intenso dibattito
che sta coinvolgendo anche le attività culturali e i più importanti
festival nazionali; così anche Lucca Comics & Games è stata
sollecitata su molti fronti ad esprimersi in questa delicata
fase.
Il direttore Emanuele
Vietina, dopo aver partecipato ai dibattiti organizzati da
It.Comics e da Lega Nerd che hanno dato spazio
all’approfondimento, e dando seguito alle interviste rilasciate
alla stampa lucchese, spiega che “questo non è il momento degli
annunci, e neppure il tempo per decidere in che modo potrà cambiare
il festival. Il nostro impegno è quello di lavorare sui contenuti,
coltivando le relazioni con le parti sociali, gli enti ele aziende
della creatività che investono sulla manifestazione. È il momento
dell’unità, dell’osservazione e della collaborazione così da
costruire un trampolino per l’editoria e il futuro degli eventi
culturali. Ma è anche il momento dell’attenta pianificazione
economica e finanziaria e per questo stiamo parlando con le
Istituzioni e le associazioni di categoria. Qualunque saranno le
attività che potremo fare, la rinascita passerà attraverso
investimenti che dovranno essere ben programmati e per farlo ci
sarà bisogno dell’intervento di tutti: dei soggetti pubblici,
privati e della città di Lucca, una città che ha ricevuto tanto dai
settori del nostro amato Community Event, e che oggi è chiamata a
fare la sua parte.”
Guardando al panorama
internazionale, e in costante dialogo con i partner esteri di
LC&G, così come restano confermate le date delle
grandi manifestazioni di riferimento, San Diego e
Colonia (nelle cui comunicazioni di questi giorni
LC&G si ritrova appieno), restano confermate quelle del
Festival Lucchese. “Mancano più di sei mesi – sottolinea
Vietina – proseguiamo quindi con il solito duro lavoro, tenendo
aperti tutti gli scenari possibili: dalla digitalizzazione degli
eventi a eventuali co-produzioni con i nostri partner. Sarà poi nel
confronto con le autorità a giugno che potremo avere un quadro più
preciso. Il gruppo di lavoro che rappresento è abituato a imprese
titaniche e quando chiamato in causa risponderà come
sempre”.
Così Lucca Comics & Games fa quello che
sa fare meglio: agire per dare potere a quegli spettatori
che chiama Eroi, agire per realizzare una manifestazione
dove il farediventa esperienza e in cui i
partecipanti sentono di poter cambiare le cose: becoming
human. E al centro, in primis, la loro salute. Il 2020, sarà
l’edizione più sentita innanzi a una prova così difficile. La
pandemia è una grande sfida ma anche un acceleratore di processi,
attività che sino a poche settimane fa erano in incubazione, adesso
devono trovare compimento.
Nel frattempo si susseguono gli
appuntamenti digitali di Lucca Comics & Games, i
cosiddetti digital days: oltre
all’asta online dell’Area Performance andata
in diretta streaming martedì 31 marzo sui canali social del
festival, tre sono le puntate dedicate al Live
Drawing insieme a Frafrog, Roberto Recchioni e
Giacomo Bevilacqua, e tre le sessioni di gioco di ruolo con gli
speciali di RPG Night Live insieme a
Licia Troisi, Roberto Recchioni e Leon Chiro accompagnati dagli
immancabili Nicola De Gobbis, (nelle veci dell’istrionico master),
Roberta Sorge (aka Ckibe), Fabio Bortolotti e Antonio Bellotta (aka
Kenobisboch), e Lorenzo “Moro” Morelli (de i
Termosifoni). Tutto il programma
è online sul sito del festival.
La Solidarietà–
Infine prosegue l’impegno sul fronte della solidarietà e con i
fondi destinati al Sistema Sanitario Toscano, raccolti attraverso
l’asta delle opere originali donate degli artisti ospiti all’ultima
edizione del festival, insieme all’associazione Area Performance
Onlus e Catawiki, sono già stati allestiti e attrezzati 14 check
point negli ospedali della Regione Toscana.
È innegabile quanto l’Universo
Cinematografico Marvel, proprio a causa degli intricati
collegamenti che sussistono tra un film e l’altro, sembra un
grandissimo show televisivo a episodi destinato al grande schermo.
Come spesso accade nella serialità contemporanea, anche nel
MCU siamo stati testimoni delle
morti di alcuni personaggi che ci hanno emotivamente sconvolto, da
Groot a Natasha Romanoff, arrivando fino a Tony Stark.
Purtroppo per i deboli di cuore, le
morti nell’Universo
Cinematografico Marvel non sono finite, con altri “storici”
personaggi che si appresteranno a morire con l’avvio della
Fase 4. Cercando di fare una previsione, ecco 10 personaggi del
MCU che potrebbe morire
nell’immediato futuro:
Thor
Non molti fan si aspettavano che
Thor sopravvivesse agli eventi di Avengers:
Endgame, ma per fortuna, il Dio del Tuono è riuscito ad
arrivare indenne alla fine della battaglia contro Thanos. Se Tony
Stark è morto sul campo di battaglia e Steve Rogers ha deciso di
vivere nel passato, la sopravvivenza di Thor ha indubbiamente
spianato la strada a
Taika Waititi per continuare il suo processo di rinnovamento
del personaggio con
Thor: Love and Thunder. Ma è chiaro che anche
Chris Hemsworth – al pari di
Robert Downey Jr. e
Chris Evans – vorrà presto dedicarsi ad altri progetti;
inoltre,
Jane Foster è stata annunciata come nuova erede di Thor. Non è
da escludere, dunque, che il figlio di Odino possa morire alla fine
di Thor 4.
Scarlet Witch
È stato confermato che l’annunciata
serie Disney+WandaVision
sarà direttamente collegata a Doctor Strange in
the Multiverse of Madness. Scarlet Witch avrà un ruolo
secondario nel sequel, quindi la teoria dei fan più accreditata è
che Wanda cambierà la realtà in WandaVision
prima di aiutare lo Stregone Supremo a sistemare le cose nella sua
prossima avventura in solitaria. Ma se Doctor Strange e Scarlet Witch si tufferanno
nel
Multiverso e probabilmente affrontano il terrificante villain
Incubo, c’è ovviamente la possibilità che Scarlet Witch possa
morire…
Hank Pym
Michael
Douglas ha più volte dichiarato che gli piacerebbe prendere
parte ad un prequel incentrato sulle avventure di Hank Pym e Janet
Van Dyne durante la Guerra Fredda, ricorrendo all’utilizzo della
CIG e del de-aging. Potrebbe essere un progetto
sicuramente interessante e anche molto divertente, ma ad oggi, è
possibile che il personaggio di Hank non sopravviva a lungo. Un
futuro film di
Ant-Man (non necessariamente
Ant-Man 3) potrebbe, infatti, vedere la morte
dell’illustre genio scientifico.
Occhio di Falco
L’obiettivo
principale di Avengers:
Endgame era quello di segnare la fine della saga che
iniziò con l’assemblaggio dei sei Vendicatori originali. Tuttavia,
solo la metà di quei Vendicatori ha chiuso definitivamente il
proprio arco narrativo grazie a quel film. Nel futuro di Clint
Barton c’è ancora l’addestramento dell’erede di Occhio di Falco,
ossia Kate Bishop, nella serie destinata a Disney+Hawkeye, con
Hailee Steinfeld che dovrebbe figurare come protagonista. Clint
potrebbe ritirarsi a vita privata con moglie e figli, ma sarebbe un
espediente narrativo fin troppo facile. Un’uscita di scena più
complessa ed entusiasmante potrebbe essere la sua morte poco prima
di passare il titolo di nuovo arciere a Kate…
Nick Fury
Nick Fury è stato protagonista di
così tante morti ingannevoli all’interno del MCU che, qualora il personaggio
dovesse realmente uscire di scena, i Marvel Studios avranno una bella gatta da
pelare, soprattutto per cercare di rendere giustizia all’iconico
personaggio e di non relegare la sua morte ad una momento
sicuramente toccante ma che potrebbe risultare dimenticabile. Sia
che muoia in battaglia nel sequel di Captain Marvel o che gli accada qualcosa di terribile
sull’astronave degli Skrull in cui lo abbiamo visto nella
scena post-credit di Spider-Man:
Far From Home, i giorni di Fury potrebbero essere davvero
contati…
Hulk
Quando venne inizialmente annunciata
la Fase 4 per l’MCU, non sembrava esserci spazio
per Hulk. Il suo arco narrativo si è esaurito, poiché la dicotomia
di Bruce Banner e del Gigante Verde è stata risolta grazie a Smart
Hulk, con tutte le sue migliori avventure che sono già state
rappresentate sullo schermo. Nonostante il fatto che Bruce sia
stato confermato all’interno della prossima serie Disney+ dedicata a
She-Hulk, potrebbe tranquillamente essere il prossimo
personaggio a dire addio al MCU.
Visione
Tecnicamente, Visione è già morto,
in Avengers:
Infinity War, quando Thanos gli ha strappato la Gemma
della Mente dalla fronte. Tuttavia, sta per essere riportato in
qualche modo in vita nella serie WandaVision.
Una teoria dei fan è che Scarlet Witch, in lutto, cambierà la
realtà per riportarlo in vita e, di conseguenza, finirà per
rovinare l’universo. Ciò potrebbe portare ad alcune terribili
conseguenze che richiederanno l’intervento di Doctor Strange e dei
Signori delle Arti Mistiche, che prima del previsto potrebbero
riportare Visione nell’adilà.
Rocket Raccoon
Quando
James Gunn venne assunto nuovamente per dirigere
Guardiani della Galassia Vol. 3, lo stesso ha spiegato che
la prospettiva più eccitante in merito al nuovo film era avere la
possibilità di concludere l’arco narrativo di Rocket Raccoon nel
MCU, poiché il procione – sempre a
detta del regista/sceneggiatore – è il personaggio a cui è più
legato. Si dice che Rocket affronterà il suo creatore nel Vol.
3, o che possa addirittura trovare un interesse amoroso. Ma la
fine dell’arco narrativo di un personaggi nel MCU, di solito, significa soltanto
una cosa: la sua morte.
Bucky Barnes
Con Steve
Rogers fuori dai giochi, non c’è più molto spazio nel MCU per Bucky Barnes. Vedremo cosa
accadrà con la serie Disney+
The Falcon and the Winter Soldier, ma la sensazione è che
l’arco narrativo del personaggio sia già giunto al termine. Ma come
potrebbe uscire di scena in maniera gloriosa? Potrebbe essere una
delle vittime sacrificali nel prossimo dedicato ai Vendicatori,
oppure la sua morte potrebbe già avvenire nel finale della prima
stagione della serie in cui lo vedremo tornare in azione al fianco
di Sam Wilson.
Spider-Man
L’estate scorsa, la notizia che gli
accordi tra Disney e Sony erano momentaneamente saltati, e che
Spider-Man non avrebbe più fatto parte del MCU, aveva gettato nel panico i
fan. Fortunatamente,
dopo che Tom Holland ha chiamato ubriaco il CEO della
multinazionale, le negoziazioni sono ripartite e l’incarnazione
di Spidey ad opera del giovane attore ha potuto continuare la sua
corsa nel MCU. Holland apparirà in un altro
film in solitaria che concluderà la sua trilogia autonoma, e avrà
anche un ruolo in un altro film del MCU non ancora annunciato. Per far
uscire Spidey dal MCU e permettere al personaggio di
entrare nello Spider-verse della Sony a tempo pieno,
l’arrampicamuri di Holland potrebbe essere ucciso proprio in quel
misterioso secondo film…
Nonostante siano passati quasi 30
anni dalla sua uscita in sala, Jurassic
Park di Steven Spielberg resta uno dei film
che hanno definito la storia del cinema e hanno avuto un impatto
importante nella cultura contemporanea.
Nonostante si sia sviluppato un
intero e remunerativo franchise, si sia parlato moltissimo del film
e si siano scritti fiumi d’inchiostro a riguardo, ci sono ancora
alcune cose che non tutti sanno sul film di Spielberg. Ecco 10
curiosità su Jurassic Park.
10 curiosità su Jurassic Park
10. Il T-Rex che prende vita da
solo
Date le condizioni atmosferiche
ballerine durante le riprese, il T. Rex occasionalmente non
funzionava correttamente, perché faceva corto circuito con la
pioggia. La produttrice Kathleen Kennedy, ha ricordato: “Il T-Rex
faceva venire i brivi a volte. Ci spaventava a morte. Accadeva, ad
esempio, durante la pausa pranzo, che cominciasse a muoversi da
solo. All’inizio noi non sapevo cosa stesse succedendo, e poi ci
siamo resi conto che era a causa della pioggia. Ma ci siamo presi
un bello spavento, le prime volte.” I ruggiti dei Tyrannosaurus Rex
vennero ricreati con una combinazione di versi di cani, pinguini,
tigri, alligatori ed elefanti.
9. La taglia del Velociraptor
Il regista Steven Spielberg voleva
che i Velociraptor fossero alti circa un metro e mezzo, un’altezza
superiore a quella che, secondo i paleontologi, raggiungevano gli
animali. Secondo un artista coinvolto nella pre-produzione,
Spielberg aveva richiesto questo cambiamento perché non era
soddisfatto delle dimensioni di quello che era considerato un
predatore molto temibile e voleva che fosse più grande. Tuttavia,
durante le riprese, i paleontologi scoprirono esemplari di quei
predatori alti proprio intorno al metro e mezzo, che vennero
battezzati chiamati Utahraptors.
10 curiosità su Jurassic Park
8. La reazione degli studenti
La UNiversal si assicurò i diritti
del romanzo ancora prima che venisse pubblicato. L’uscita del libro
e del film influenzarono così tanto l’immaginazione dei
lettori/spettatori, che le iscrizioni alle facoltà di paleontologia
in quegli anni si moltiplicarono.
7. Il Triceratopo malato
L’incontro degli ospiti con il
Triceratopo malato termina senza una chiara spiegazione del motivo
per cui l’animale è in quelle condizioni. Il romanzo originale di
Michael Crichton e la sceneggiatura, tuttavia, includono una
spiegazione: allo Stegosauro / Triceratopo mancavano i denti adatti
per triturare il cibo, e quindi, come gli uccelli, inghiottivano le
pietre e le usavano a questo scopo. Nel tratto digestivo, queste
rocce macinavano il cibo per favorire la digestione. Dopo sei
settimane, le rocce diventerebbero troppo lisce per essere utili e
l’animale le rigettava. In questo caso, quando l’animale trova e
mangia nuove rocce da usare, inghiottirebbe anche le bacche di
lillà dell’India occidentale. Il fatto che le bacche e le pietre
siano rigurgitate spiega perché Ellie non ne trova mai tracce nei
sui escrementi, che maneggia con padronanza.
10 curiosità su Jurassic Park
6. La lavorazione durante le
riprese di Schindler’s List
Il regista Steven Spielberg ha
realizzato la post-produzione di questo film tramite collegamento
video mentre in Polonia stava girando Schindler’s
List (1993). In seguito, Spielgerg definì questo uno
dei momenti più difficili della sua vita da regista: le riprese di
Schindler’s List (1993), film che
racconta l’Olocausto, gli presentarono un conto emotivo così salato
che il suo entusiasmo per Jurassic Park
era, nel frattempo, quasi svanito. Dichiarò che aveva bisogno di
un’ora al giorno per raccogliere l’energia per commentare i
dinosauri digitali e rispondere alle domande da parte della squadra
di effetti speciali.
5. Come gli uccelli
Steven Spielberg voleva che i
dinosauri fossero simili agli uccelli, ad esempio, che muovessero
la testa come fa un pollo. Voleva che i Velociraptor girassero la
testa in modo che potessero guardare dietro di loro, allo scopo di
renderli più vigili e minacciosi. Spielberg paragonò il sistema di
comunicazione tra Raptor, attraverso il loro poderoso artiglio, al
codice Morse.
10 curiosità su Jurassic Park
4. La colonna sonora di Jurassic
Park
John William ha realizzato la
colonna sonora del film alla fine di febbraio 1993 e l’ha incisa un
mese dopo. Sentiva il bisogno di scrivere “pezzi che avrebbero
trasmesso un senso di soggezione e fascino, dato che si trattava
della felicità travolgente e dell’eccitazione che sarebbe emersa
dal vedere dei dinosauri vivi”.
3. Solo 15 minuti di dinosauri
Ci sono solo quindici minuti di film
in cui vediamo effettivamente dei dinosauri. Per nove minuti di
film si tratta di animatronic realizzati da Stan Winston, mentre
per i restanti sei minuti si tratta delle magie visive realizzate
dalla Industrial Light & Magic CGI.
10 curiosità su Jurassic Park
2. L’audizione “spaventata”
L’audizione di Ariana
Richards consisteva nel mettersi di fronte a una
telecamera e urlare selvaggiamente. Steven
Spielberg “voleva vedere come l’attrice era capace di
mostrare il puro terrore”. Richards ha ricordato: “In seguito ho
saputo che Steven aveva visto alcuni provini di ragazze, quel
giorno, e che il mio nastro fu l’unico che riuscì a svegliare sua
moglie, che dormiva accanto a lui sul divano, tanto che si alzò di
scatto e andò in corridoio, a controllare se i bambini stessero
bene”.
1. Giurassico e Cretaceo
Quando a Michael Crichton è stato
chiesto perché il romanzo presenta la parola “Jurassic” nel titolo
e invece ha un dinosauro del periodo Cretaceo in copertina, lo
scrittore ha candidamente risposto che non gli era mai venuto in
mente e che in realtà non gli importava troppo, ammettendo che,
semplicemente, “che era solo il design più bello” tra quelli
proposti.
In questa fase d’emergenza
nazionale dovuta al diffondersi del Covid-19 nel nostro Paese,
siamo tutti chiamati a rimanere a casa. Per poter dare la
possibilità di vedere nuovi film inediti, Sky lancia il servizio
Sky Primafila Premiere che permetterà a tutti i
clienti Sky satellite e fibra di noleggiare alcuni dei film più
attesi della stagione, che sarebbero dovuti uscire in sala.
«Sky ha sempre collaborato con
il mondo del cinema non facendo mai mancare il proprio sostegno. E
in un momento particolare come questo vogliamo farlo ancora di
più», commenta Nicola Maccanico, Executive
Vice President Programming di Sky Italia. «Per questo motivo,
ci mettiamo a disposizione dei nostri partner per proporre quei
film già pronti che non possono purtroppo andare in sala come
previsto. Lo facciamo nella convinzione che il passaggio in sala
resti fondamentale per il mercato, ma in questo momento è ancora
più importante tenere in contatto il pubblico appassionato con il
cinema, anche a casa. Resta l’auspicio di tornare presto a vivere
il cinema, innanzitutto, di nuovo sul grande schermo».
Si parte venerdì 10
aprile con “Trolls World
Tour”, sequel del musical d’animazione di
successo del 2016 della DreamWorks Animation e distribuito da
Universal. In un’avventura che li porterà ben oltre ciò che hanno
conosciuto in passato, Poppy e Branch scoprono di essere solo una
delle sei tribù di Troll sparse su sei terre diverse, e che si
esprimono attraverso sei differenti tipi di musica: Funk, Country,
Techno, Classica, Pop e Rock. Il loro mondo sta quindi per
diventare molto più grande e molto più rumoroso. Diretto da Walt
Dohrn, il cast italiano del film include Francesca
Michielin e Stash che prestano la voce ai
protagonisti Poppy e Branch, insieme a Elodie
(Regina Barb) e Sergio Sylvestre (Mini
Diamante).
A Pasqua, da
domenica 12 aprile, arriverà su Sky
Primafila Premiere anche “Un
figlio di nome Erasmus”, la commedia diretta da
Alberto Ferrari, prodotta e distribuita da Eagle Pictures, con
Luca Bizzarri, Paolo Kessisoglu,
Ricky Memphis, Daniele Liotti,
Carol Alt. Quattro amici quarantenni − Pietro,
Enrico, Ascanio e Jacopo − vengono chiamati a Lisbona per il
funerale di Amalia, la donna che tutti e quattro hanno amato da
ragazzi quando facevano l’Erasmus in Portogallo. Amalia ha lasciato
un’inaspettata eredità: un figlio concepito con uno di loro. Ma chi
è il padre? Aspettando i risultati del test del DNA, i quattro
amici decidono di andare alla ricerca di questo misterioso figlio
ventenne e intraprendono un rocambolesco ed emozionante viaggio
attraverso il Portogallo insieme ad una ragazza che si offre di
aiutarli.
Nelle prossime settimane si
aggiungeranno al catalogo di Sky Primafila
Premiere numerosi nuovi titoli, italiani e internazionali.
Ad oggi la lista include già due titoli inediti Universal:
“Emma”,
diretto da Autumn de Wilde, con Anya Taylor-Joy e
Bill Nighy, il nuovo adattamento cinematografico
dell’amatissimo romanzo di Jane Austen. Emma Woodhouse è una
giovane donna intelligente, indipendente, che ha sviluppato una
forte individualità e una precisa coscienza della propria posizione
sociale. Con signorile misura, ella sa imporre la propria volontà a
quanti la circondano. E tuttavia è straordinariamente cieca di
fronte ai sentimenti: propri e altrui. E “L’uomo
invisibile”, diretto da Leigh Whannell, con
Elisabeth Moss e Oliver Jackson-Cohen. Intrappolata in una reazione
violenta e manipolatrice con un ricco e brillante scienziato,
Cecilia Kass decide di scappare nel cuore della notte facendo
perdere le sue tracce, grazie all’aiuto di sua sorella. Ma quando
il violento ex si suicida e le lascia una cospicua eredità, Cecilia
comincia a sospettare che sia tutta una messa in scena. La
situazione degenera quando Cecilia è perseguitata da una forza
invisibile che la minaccia.
Dopo aver scoperto che
il finale di Avengers: Endgame ha fatto piangere sua
madre, adesso sappiamo che è stata quest’ultima a spingere suo
figlio
Chris Evans ad accettare il ruolo di Captain
America nel MCU. Fan di Steve Rogers e
dell’universo condiviso, sappiate che da oggi la sola persona da
ringraziare per il casting dell’attore è Lisa
Evans, sua madre.
In un recente speciale di
Esquire dedicato proprio a
Chris Evans, è stata la stessa madre a ricordare come
suo figlio, inizialmente, non volesse accettare la parte,
nonostante gli fosse stata offerta più e più volte. Lisa ha
spiegato che Chris temeva che sarebbe diventato così famoso da
essere costretto a rinunciare alla sua privacy. Queste le sue
dichiarazioni:
“La sua più grande paura era
quella di dover rinunciare all’anonimato. Ripeteva: ‘Adesso ho una
carriera che mi permette di fare un lavoro che mi piace davvero.
Posso portare a spasso il mio cane. Nessuno mi dà fastidio. Nessuno
vuole parlarmi. Posso andare dove voglio. E l’idea di perdere tutto
questo è terrificante’. Una volta mi ha chiamato e ha chiesto
il mio parere. Io gli ho detto: ‘Senti, vuoi davvero recitare per
il resto della tua vita? Se accetti questa parte, ne avrai la
possibilità. Non dovrai più preoccuparti di pagare l’affitto. Se
accetti la parte, devi solo capire che non influenzerà
negativamente la tua vita, ma soltanto in positivo.”
Non è un segreto che
Chris Evans avesse una serie di riserve in merito al
ruolo di Capitan America. Nel corso degli anni, il diretto
interessato ha più volte parlato del suo scetticismo iniziale,
legato soprattutto ad un accordo che l’avrebbe necessariamente
legato a più film, al di là del risultato finale, degli incassi e
di come sarebbero stati accolti dal pubblico.
Ricordiamo che Endgame è il
film di maggiore incasso dell’anno, nonché il più grande successo
dei Marvel Studios, che con l’avventura diretta
da Anthony e Joe
Russo hanno chiuso un arco narrativo lungo 22 film e
11 anni, portando a termine un esperimento produttivo senza
pari.
Endgame ha
ottenuto un grande successo di critica e pubblico, stabilendo
numerosi record al botteghino, diventando il maggior incasso nella
storia del cinema, e venendo candidato a svariati premi
cinematografici, tra i quali l’Oscar ai migliori effetti
speciali.
I segreti di Brokeback
Mountain è uno dei titoli più amati dalla comunità
LGBTQ+, nonché una delle interpretazioni più acclamate (insieme a
quella del Joker ne
Il cavaliere oscuro) del compianto Heath Ledger.
In una recente intervista, Jake Gyllenhaal, co-star di Ledger nel film
diretto da Ang Lee, ha rivelato che l’amico e collega si
rifiutò di salire sul palco in qualità di presentatore durante la
cerimonia degli Oscar 2006 per via di una battuta che – all’epoca –
sarebbe stata inclusa nel segmento introduttivo alla serata.
Parlando con
Another Man, Gyllenhaal ha affermato che Heath si rifiutò di
presentare un premio in occasione degli Oscar 2006, dove
Brokeback Mountain aveva ricevuto ben otto nomination
(portando a casa tre statuette: miglior regia, miglior
sceneggiatura non originale e miglior colonna sonora).
Gyllenhaal ha
spiegato che le battute sul film previste durante la cerimonia
erano ritenute troppo offensive da parte di Ledger, che per questo
scelse di non intervenire in qualità di presentatore:“Ricordo che quell’anno, nel numero di apertura, c’era in
programma una sorta di battuta sul film”, ha detto Gyllenhaal.
“E Heath si rifiutò di salire sul palco. Per me era tutto un
tantino diverso… vedevo sempre il lato divertente della cosa. Ma
per Heath non era così. Diceva sempre: ‘Non si tratta di uno
scherzo per me. Non voglio fare battute al riguardo’.”
La cerimonia degli Oscar 2006 venne
condotta da Jon Stewart e, prima del tradizionale
discorso d’apertura e dell’ingresso del padrone di casa sul palco,
venne mostrato un video parodia in cui – tra i numerosi film “presi
di mira” nel filmato – c’era anche Brokeback Mountain, con
uno sketch che vide protagonisti Billy Crystal e
Chris Rock. Potete vedere il filmato di
seguito:
Arriva da Deadline la notizia
di un nuovo ingresso nel cast di Superman
& Lois, l’annunciata nuova serie tv basata sul noto
fumetto della DC Comics.
Si tratta dell’attrice
Emmanuelle Chriqui che è stata ingaggiata per
interpretare Lana Lang. Chriqui interpreterà
Lana Lang-Cushing, l’agente di prestito della Smallville
Bank che è rimasto a Smallville quando gli altri sono partiti per
qualcosa di più grande e luminoso. Lana ristabilisce la sua
amicizia con il suo vecchio amico, Clark Kent, durante uno dei
periodi più difficili della sua vita. Il ruolo ha attraversato
diverse iterazioni in vari adattamenti mediatici, è stato
interpretato da
Kristin Kreuk a
Smallville.
Superman & Lois
Superman
& Lois è la nuova serie tv che sarà prodotta e diretta
da diretto Todd Helbing produttore esecutivo di
The
Flash e architetto dell’universo DC al fianco di Greg
Berlanti per la Warner Bros. TV.
Scritto da Helbing e basato sui
personaggi DC creati da Jerry Siegel e Joe Shuster,
Superman & Lois ruoterà attorno a due giornalisti
(Tyler
Hoechlin ed Elizabeth Tulloch) trai più noti al mondo
e uno di essi è nientemeno che Superman mentre affrontano
tutto lo stress, le pressioni e complessità che derivano
dall’essere genitori che lavorano nella società di oggi.
Superman & Lois è prodotta da Berlanti, Sarah
Schechter e Geoff Johns per la Berlanti Productions.
In una recente intervista
con Collider, Christoph Waltz ha espresso il suo parere in
merito alla possibilità di un sequel di
Alita: Angelo della Battaglia, l’adattamento
cinematografico dell’omonimo manga di Yukito Kishiro, diretto da
Robert Rodriguez e uscito in sala lo scorso
anno.
Nonostante non abbia fatto una
grandissima figura al box office mondiale, il film è stato comunque
ben accolto dalla critica e dal pubblico, tant’è che poco tempo fa
Jon Landau, tra i produttori del film, si era
rivolto proprio ai fan, invitandoli a far sentire la propria voce
per promuovere la realizzazione del sequel. Nel frattempo, però,
c’era già stata l’acquisizione
della Fox da parte della Disney: per questo motivo, di un
eventuale sequel di
Alita dovrà necessariamente rispondere la Casa di
Topolino.
Ed è proprio Waltz a credere che il
sequel non verrà mai messo in cantiere dalla multinazionale, non
ritenendolo una sua priorità. Queste le dichirazioni dell’attore
premio Oscar: “Mi piacerebbe tornare per il sequel. So che alla
gente è piaciuto il primo film e, al di là delle critiche, mi è
piaciuto lavorare al film e mi è piaciuto il risultato finale. Ma
forse non è un film che si adatta alle politiche della Disney,
quindi non ne ho idea. Davvero, non lo so.”
In seguito all’acquisizione
della Fox da parte della Disney, lo studio ha cancellato
numerosi progetti che erano in cantiere prima dell’accordo. Al
momento non sappiamo quale sarà il futuro di Alita:
le avventure della ragazza cyborg sono destinate a proseguire
oppure no? Solo il tempo ci fornirà una risposta…
Il fatto che No Time To
Die segnerà l’ultima apparizione
cinematografica di Daniel Craig nei panni di James
Bond, ha inevitabilmente fatto nascere una serie di
speculazioni secondo cui l’incarnazione di 007 da parte dell’attore
britannico potrebbe morire alla fine del film. Per saperlo con
certezza, ovviamente, bisognerà aspettare soltanto l’uscita del
venticinquesimo episodio della longeva saga al cinema.
Nell’attesa, in una recente
intervista con C
Magazine, l’attrice Léa
Seydoux, che in Bond 25 tornerà a vestire i
panni Madeleine Swann, ha parlato di cosa i fan dovranno aspettarsi
dal nuovo film. Senza ovviamente rivelare dettagli sulla trama,
l’attrice ha anticipato un episodio alquanto emozionante: “Ci
saranno un sacco di sentimenti che verranno esplorati in questo
nuovo Bond. È davvero emozionante. Se amate piangere al cinema,
scommetto che piangerete guardandolo. Quando l’ho visto io, ho
pianto. Il che è davvero strano, perché ci recito.”
Purtroppo, dovremmo ancora attendere
prima di scoprire a quali aspetti della trama le parole della
Seydoux facciano riferimento: a causa della pandemia di
Coronavirus, infatti, l’uscita mondiale di No Time To
Dieè stata posticipata al prossimo
novembre.
Vi ricordiamo che la produzione ha
assunto Phoebe
Waller-Bridge per “ravvivare” lo script
di Bond
25 sotto speciale richiesta di Craig, grande
fan di FleabageKilling Eve, le due
serie prodotte e scritte dall’attrice. Era dal 1963 (l’ultima fu
Johanna Hardwood con Dr. No e From
Russia With Love) che la casa di produzione non assumeva una
donna per dare voce ai personaggi del franchise, una scelta oggi
più che mai “rilevante”.
In No Time To Die,
Bond si gode una vita tranquilla in Giamaica dopo essersi ritirato
dal servizio attivo. Il suo quieto vivere viene però bruscamente
interrotto quando Felix Leiter, un vecchio amico ed agente della
CIA, ricompare chiedendogli aiuto. La missione per liberare uno
scienziato dai suoi sequestratori si rivela essere più insidiosa
del previsto, portando Bond sulle tracce di un misterioso villain
armato di una nuova e pericolosa tecnologia.
James Gunn ha parlato del futuro del
personaggio di Rocket Raccoon nel MCU e ha anticipato che le sue
origini potrebbero essere parte della storia che verrà raccontata
nell’attesissimo
Guardiani della Galassia Vol. 3. Ci vorranno
almeno tre anni prima che la nuova avventura di Star Lord & co.
arrivi sul grande schermo, ma stando ad alcune recenti
dichiarazioni di Gunn, sembra che il personaggio di Rocket sia
sempre stato importantissimo per i piani del regista/sceneggiatore,
usato per impostare determinati assetti narrativi film dal primo
film.
In occasione del
#QuarantineWatchParty dedicato a Guardiani della
Galassia via
Twitter, è stato chiesto al regista se le origini del
procione giocheranno un ruolo fondamentale in Guardiani della Galassia Vol. 3:
nonostante Gunn non abbia voluto rivelare i suoi piani nel
dettaglio, lo stesso si è limitato a confermare che Rocket è stato
e continuerà ad essere una parte importante della storia,
suggerendo come sia un personaggio che si adatti ai temi e ai toni
dell’intero franchise.
Finora, le origini di
Rocket Raccoon nel MCU non sono state esplorate a
fondo, è un film come GOTG 3 potrebbe tranquillamente
prestarsi ad affrontare parte della storia inedita del procione
antropomorfo. Sempre via
Twitter, lo stesso Gunn ha definito i tre film dedicati ai
Guardiani come una trilogia “su un gruppo di estranei che hanno
subito dei traumi infantili, ad eccezione di Drax”.
Se il primo film ha
esplorato il rapporto tra Gamora e suo padre Thanos e il secondo
quello tra Star Lord e suo padre Ego, è possibile a questo punto
che il terzo film si concentri sui legami familiari di Rocket. Sarà
davvero così?
Scritto e diretto da James
Gunn, Guardiani
della Galassia Vol. 3 non ha ancora una data
di uscita ufficiale. Le riprese del film dovrebbero partire
ufficialmente a Febbraio 2021.
Un nuovo fan trailer immagina
Keanu Reeves nel panni di Ghost
Rider, il personaggio dei fumetti Marvel creato da Roy Thomas, Gary
Friedrich e Mike Ploog. L’ultima volta che abbiamo visto l’alter
ego di Johnny Blaze in azione è stato nella serie Agents
of SHIELD, in cui l’antieroe aveva il volto di
Gabriel Luna.
Nella serie l’attore ha interpretato
la versione di Robbie
Reyes, ricoprendo un ruolo particolarmente significato durante la
quarta stagione dello show. In breve tempo, il personaggio è
diventato molto amato dai fan, tanto da spingere la Marvela mettere in
cantiere uno spin-off per Hulu, che però venne cancellato prima
ancora di entrare in pre-produzione.
La versione di
Johnny Blaze del personaggio è stata interpretata da Nicolas Cage nei film Ghost
Rider del 2007 e Ghost Rider: Spirito di vendetta del
2011, entrambi accolti in maniera negativa da critica e pubblico.
Nonostante il fallimento dei film, Cage ha più volte dichiarato che
gli piacerebbe vedere un riavvio del personaggio sul grande
schermo, magari vietato ai minori, ma con un nuovo
attore.
Lo YouTuber Stryder HD – via
Screen Rant – ha realizzato un fan trailer dedicato a tutti gli
appassionati di Ghost Rider che immagina come
sarebbe Keanu Reeves nei panni del personaggio. Il
trailer utilizza estratti da alcuni celebri film dell’attore, come
Constantine e
John Wick, mescolati ad alcune scene di Luna nella serie
Agents of
SHIELD. Potete ammirare il trailer di seguito:
Adrianna Tomaz, meglio conosciuta
come Isis, sarà uno dei personaggi principali
all’interno di Black
Adam, l’annunciato cinecomic DC che avrà come
protagonista Dwayne
Johnson nei panni dell’antieroe del titolo. Da diverso
tempo circolano numerose voci a proposito della presenza, nel film,
di numerosi personaggi chiave dei fumetti DC: lo stesso Johnson, in
passato, ha confermato che il cinecomic introdurrà ufficialmente la
Justice Society of America (JSA) sul grande schermo.
Adesso, stando a quanto riportato
da The Illuminerdi,
sembra che anche Adrianna Tomaz farà il suo debutto nel DCEU
proprio grazie al film con protagonista “The Rock”. Stando ad
alcuni dettagli sulla sceneggiatura emersi online, nel film
Adrianna/Isis giocherà un ruolo molto importante, con momenti che
la vedranno dividere la scena con Adam e suo figlio Aziz (un nuovo
personaggio).
Nelle scene in questione, Adam si
sarebbe svegliato da un lungo sonno e starebbe provando ad
infondere la sua visione arcaica di morte e distruzione nella mente
del giovane Aziz. Questi momenti dovrebbero essere particolarmente
ironici, e dovrebbero giocare con il passato di Adam in qualità di
dittatore egiziano. Sembrerebbe, inoltre, che Adam soffrirà di
amnesia, non essendo in grado di ricordare cosa lo ha spinto a
risvegliarsi. Il ruolo di Adrianna dovrebbe essere in parte fedele
ai fumetti, in parte una rivisitazione del personaggio.
Black
Adam, affidato alla regia di Jaume
Collet-Serra (Run all night, The Shallows),
arriverà nelle sale il 22 Dicembre 2021, con
le riprese che partiranno a Luglio 2020, come confermato nei mesi
scorsi dallo stesso Johnson.
Il progetto originale della Warner
Bros. su Shazam! aveva previsto l’epico scontro tra
il supereroe e la sua nemesi, Black
Adam, una soluzione esclusa dalla sceneggiatura
per dedicarsi con più attenzione al protagonista e alla
sua origin story. E come annunciato nei mesi scorsi,
i piani per portare al cinema uno standalone con Dwayne
Johnson sono ancora vivi, e a quanto pare il film
dovrebbe ispirarsi ai lavori di Geoff Johns dei primi
anni Duemila.
“Questo progetto ha comportato
dei rischi, ed è stato una sfida. Anni fa volevamo introdurre due
origin story in un’unica sceneggiatura, e chi conosce i fumetti e
la mitologia dei fumetti saprà che Shazam è collegato a Black
Adam.” aveva raccontato l’attore in un
video. “Questo personaggio è un antieroe, o villain, e non
vedo l’ora di interpretarlo. Stiamo sviluppando il progetto che è
nel mio DNA da oltre dieci anni. Dovremmo iniziare a girare in un
anno e non potrei essere più eccitato all’idea“.
Esattamente 20 anni fa, il 7 aprile
del 2000, venne diffuso nell’ancora non troppo frequentato
internet, il primo promo de Il Signore degli
Anelli. Si trattava di un video in cui prendevano la
parola alcuni dei protagonisti di questo viaggio, tra cui Peter
Jackson, regista e mente dietro all’intero adattamento, e Elijah
Wood, interprete di Frodo Baggins.
Il video diede la possibilità di
dare una prima occhiata al lavoro che si stava facendo per portare
a schermo un romanzo da sempre considerato intraducibile, un’opera
tra le più importanti della letteratura del ‘900.
Quell’adattamento, ora lo sappiamo, ha segnato un prima e un dopo,
non solo per gli appassionati del romanzo, ma anche per tutti gli
accoliti che sono seguiti e per tutti coloro che si sono
approcciati al cinema da quel momento in poi.
Tecnicamente, narrativamente, a
livello emozionale, Il Signore degli
Anelli rappresenta ad oggi un esempio di adattamento
cinematografico vincente, che ha settato nuovi standard non solo
per il cinema di genere, che dopo l’uscita dei film ha ricevuto
nuova linfa con nuove visioni e linguaggi, ma anche per la tecnica
e per l’evoluzione degli effetti speciali e visivi nel mondo del
cinema.
I protagonisti di Harry
Potter sono ormai indissolubilmente legati ai volti degli
attori che li hanno interpretati sullo schermo. Che lo si voglia o
no, per quanto molti di essi siano differenti dalle precisa
descrizione che ne fa su carta J.K. Rowling, quei personaggi ormai
sono consegnati alla memoria collettiva con il volto di chi li ha
interpretati.
Tuttavia forse non tutti sanno che
il processo di casting per alcuni di questi personaggi è stato
lungo e difficile, e che le cose potevano andare diversamente. Ecco
gli attori che hanno quasi fatto parte del franchise.
Haley Joel Osment
Tutti sanno che il primo
film doveva essere diretto da Steven Spielberg che avrebbe voluto
come interprete di Harry Potter il
giovane attore americano Haley Joel
Osment. Osmet era già noto per aver interpretato il
piccolo Cole ne Il Sesto Senso ed era
senza dubbio una grande promessa del cinema.
Tuttavia questa scelta di casting
incontrò l’ostilità di Rowling che invece aveva posto la
condizione, per gli adattamenti dei suoi romanzi, che tutti gli
attori fossero britannici. Proprio per lo stesso motivo, quando
Spielberg lasciò il progetto e si fece avanti Chris
Columbus, anche Liam Aiken venne scartato
per il ruolo di Harry. L’attore finì per interpretare uno dei
protagonisti di Lemony Snicket – Una serie di
sfortunati eventi, mentre il ruolo del mago
occhialuto andrò all’esordiente Daniel
Radcliffe.
Naomi Watts
L’attrice australiana doveva essere
ingaggiata dalla Warner Bros per interpretare Narcissa Malfoy in
Harry Potter
e il Principe Mezzosangue. Il ruolo, come
sappiamo, andò a Helen McCrory, che però all’inizio doveva
interpretare Bellatrix Lanstrange. All’epoca delle riprese de
L’Ordine della Fenice, film in cui debutta il personaggio di
Bellatrix, McCrory era incinta, ed il ruolo andrò a Helena Bonham Carter.
Per quanto riguarda il presunto
rifiuto della Watts, però, più tardi si è scoperto che l’attrice
non ricordava di nessuna offerta da parte della WB e che non sapeva
nemmeno di essere stata considerata per il ruolo. Evidentemente la
proposta non arrivò mai all’attrice e venne scartata direttamente
dall’agente.
Robin Williams
Robin
Williams era un grandissimo fan della saga e anche
grande amico di Chris Columbus, con cui aveva
lavorato diverse volte. Quando venne a sapere dell’entrata in
produzione del film, chiamò Columbus per chiedere il ruolo di
Rubeus Hagrid, ruolo che gli venne rifiutato per decisione di
Rowling, sempre per la clausola della nazionalità.
Come sappiamo, il ruolo di Hagrid è
andato poi a Robbie Coltrane, che ne ha fatto uno
dei personaggi preferiti di tutta la saga. Sarebbe però stato
divertente vedere cosa sarebbe riuscito a realizzare Williams con
un ruolo apparentemente così distante dalle sue corde.
Tilda Swinton
Anche l’attrice premio Oscar Tilda Swinton poteva far parte del franchise,
visto che per Harry Potter
e il prigioniero di Azkaban i produttori avevano
pensato a lei per il ruolo di Sibilla Cooman. All’epoca si disse
che l’attrice non riuscì a partecipare per problemi di schedule, ma
poi è venuta fuori un’altra storia.
A quanto pare, Tilda
Swinton aveva dichiarato che considerava crudele il metodo
di insegnamento di Hogwarts, che non credeva che un tipo di
formazione scolastica come quella fosse adeguata a bambini così
piccoli, e così, questo suo commento, fece spazio a Emma Thompson, che ottenne infine il ruolo
dell’insegnante di Divinazione.
Tim Roth
Anche se si tratta di uno
dei casting migliori dell’intera saga cinematografica, Alan Rickman non è stato la prima scelta per
il Professor Piton. La produzione gli aveva preferito infatti
Tim Roth. Dicendo di sì alla Warner Bros, l’attore
sarebbe stato impegnato contemporaneamente anche nel remake de Il
Pianeta delle Scimmie, tuttavia la Warner era fortemente
intenzionata ad averlo, tanto che stava cercando di fare in modo
che potesse partecipare ad entrambi i progetti.
Roth però si sentì sopraffatto
dalla sua presenza in due progetti così grandi in contemporanea, e
nonostante i suoi figli volevano vederlo in Harry Potter, lui non
riuscì a rinunciare alla possibilità di lavorare con Tim
Burton. In seguito ha dichiarato che avrebbe messo in
scena un Piton molto diverso. I fan gli sono grati, vista la
popolarità di cui gode il compianto Alan Rickman nel ruolo del coraggioso Severus
Piton.
Ian McKellen
Foto dal Telegraph by CREDIT: STEPHEN PERRY
Dopo aver interpretato il
leggendario Galndalf per Il Signore degli
Anelli, Ian McKellen poteva essere anche Silente.
Sappiamo che Richard Harris, l’attore che
interpreta il Preside di Hogwarts nei primi due film del franchise,
morì poco dopo la fine delle riprese de La Camera dei segreti e
così si pensò a McKellen come degno sostituto.
Tuttavia, durante un’intervista
precedente, Harris aveva dichairato che Ian McKellen, insieme al suo collega di
Vicious, Derek Jacobi, e
a Kenneth Branagh, fosse tecnicamente brillante ma
privo di passione. McKellen decise dunque di rifiutare il ruolo
perché sapeva che il suo predecessore, anche se deceduto, non lo
avrebbe approvato. E il ruolo passò al “fumantino” Michael
Gambon.
Kate Winslet
L’episodio legato a
Kate Winslet sembra molto simile a quanto
accaduto a Naomi Watts. All’epoca di
Harry Potter e i Doni della Morte, la
Warenr Bros cercava un nome importante per il ruolo di Helena
Corvonero, un nome che potesse aggiungere risonanza all’ultimo
film, soprattutto alla luce dell’importanza del personaggio nel
terzo atto del racconto.
Sembra però che l’attrice rifiutò
immediatamente la proposta, salvo poi dichiarare che non aveva mai
sentito parlare di questa offerta, per sembra davvero solo una
questione di agenti. In seguito, Winslet partecipò al franchise di
Divergent, che però non è stato un grande
successo.
Henry Cavill
Prima di diventare
Superman, Henry Cavill ha dovuto incassare una lunga
serie di rifiuti. Il ruolo di Cedric Diggory
poteva andare a lui, infatti. L’attore ha sostenuto il provino per
il Tassorosso, ma non è stato scelto e il ruolo andato a Robert Pattinson.
Sempre contro Pattinson, Cavill
perse poi il ruolo di Edward Cullen in
Twilight, contro
Daniel Craig il ruolo di James
Bond e contro Christian
Bale il ruolo di Batman. Per
fortuna è arrivato Snyder, che lo ha invece scelto per interpretare
Superman.
Hugh Grant
Il secondo film del
franchise è allietato dalla presenza di Kenneth
Branagh nel ruolo di Gilderoy Allock, ma per quella parte
era stato immaginato Hugh Grant, re della commedia romantica.
L’attore di Notthing
Hill si trovò a scegliere se partecipare al franchise
o se essere protagonista di una commedia con Sandra Bullock, Due settimane per
farla innamorare. Sappiamo come sono andate le cose.
Certo, nel film con Bullock, Grant ha avuto un posto in cartellone,
ma quel progetto non è certo rimasto negli annali, cosa che invece
è capitato ai film di Harry Potter nel
loro complesso.
Eddie Redmayne
Sembra strano trovare
questo nome in questa lista, visto che
Eddie Redmayne è il volto di Newt Scamander,
protagonista del franchise di Animali
Fantastici. L’attore ha però sostenuto il provino per
interpretare il giovane Tom Riddle in Harry Potter e la
Camera dei Segreti, ruolo andato invece a
Christian Coulson.
In seguito ci ha riprovato, in
Harry Potter
e il Principe Mezzosangue, dove ha perso sempre
lo stesso ruolo in favore di Frank Dillane. Sembra
anche che abbia sostenuto un provino per interpretare un Weasley,
ma la sua occasione con il franchise magico è arrivata poi
successivamente, nel 2016.
Richard
Jewell, il film diretto da Clint Eastwood e basato su fatti realmente
accaduti, la storia di ciò che può accadere quando quel che viene
riportato oscura la verità, a partire dal 30 aprile sarà
disponibile per l’acquisto in digitale (anche in 4K
UHD) su Apple Tv, Youtube, Google Play, TIMvision, Chili,
Rakuten TV, PlayStation Store, Microsoft Film & TV. Dal 14
maggio sarà inoltre disponibile anche per il noleggio su Sky
Primafila, Infinity e VVVVID.
Tra i contenuti
extra spiccano uno speciale dietro le quinte, con la
ricostruzione del Centennial Park e di tutte le scene diventate nel
tempo tristemente iconiche, interviste con il cast e il regista
Clint Eastwood, un focus dedicato alla ricostruzione dei
fatti del 1996 e al perché Richard Jewell sia un uomo che
merita di essere onorato e ricordato.
“C’è una bomba al Centennial Park.
Avete solo trenta minuti di tempo”. Il mondo viene così a
conoscenza di Richard Jewell, una guardia di sicurezza che
riferisce di aver trovato il dispositivo dell’attentato dinamitardo
di Atlanta del 1996. Il suo tempestivo intervento salva numerose
vite, rendendolo un eroe. Ma in pochi giorni, l’aspirante alle
forze dell’ordine diventa il sospettato numero uno dell’FBI,
diffamato sia dalla stampa che dalla popolazione, assistendo al
crollo della sua vita. Rivoltosi all’avvocato indipendente e contro
il sistema Watson Bryant, Jewell professa con fermezza la sua
innocenza. Ma Bryant scopre di doversi scontrare con i poteri
combinati dell’FBI, del GBI e dell’APD per scagionare il suo
cliente, e tenta di impedire a Richard di fidarsi delle stesse
persone che cercano di distruggerlo.
Il film è
interpretato dai premi Oscar Sam Rockwell (“Tre manifesti a Ebbing,
Missouri”) nei panni di Watson Bryant, e Kathy Bates (“Misery non
deve morire”, “American Horror Story” in TV) in quelli di Bobi, la
madre di Richard; mentre Jon Hamm (“Baby Driver – Il genio della fuga”)
è l’investigatore capo dell’FBI; Olivia Wilde (“La
vita in un attimo”) ritrae Kathy Scruggs la giornalista dell’
Atlanta Journal-Constitution, e Paul Walter Hauser
(“Tonya”) interpreta Richard Jewell.
Il premio Oscar Eastwood ha diretto
il film da una sceneggiatura del candidato all’Oscar Billy Ray
(“Captain Phillips – Attacco in mare aperto”), basata sull’articolo
di Vanity Fair “American Nightmare — The Ballad of Richard Jewell”
di Marie Brenner. Eastwood ha anche prodotto il film con la sua
Malpaso, insieme a Tim Moore, Jessica Meier, Kevin Misher, Leonardo
DiCaprio, Jennifer Davisson e Jonah Hill.
Il team creativo di Eastwood
comprende il direttore della fotografia Yves Bélanger e lo
scenografo Kevin Ishioka, insieme alla sua consueta costumista
Deborah Hopper e al montatore premio Oscar Joel Cox (“Gli
spietati”), che nel corso degli anni ha collaborato con Eastwood su
numerosi progetti. Musiche di Arturo Sandoval, lo stesso
compositore di “Il corriere – The Mule” del 2018. Warner Bros.
Pictures presenta una produzione Malpaso, Appian Way / Misher Films
/ 75 Year Plan Plan Production, “Richard Jewell”.
Doveva solo salvare
il figlio di un boss del crimine internazionale, intascare i soldi
e tornare a casa. Non rimettere in discussione la sua vita di
mercenario. Chris Hemsworth è Tyler
Rake, in un nuovo film Netflix prodotto dai fratelli Russo. Dal 24 aprile.
Ecco il trailer.
Tyler Rake (Chris
Hemsworth), un impavido mercenario del mercato nero,
viene arruolato per salvare il figlio di un boss del crimine
internazionale.
Diretto da: Sam
Hargrave Sceneggiatura di: Joe Russo Prodotto da: Joe Russo, Anthony Russo, Mike
Larocca, Chris Hemsworth, Eric Gitter, Peter Schwerin Cast: Chris Hemsworth, Rudraksh Jaisawl, Randeep
Hooda, Golshifteh Farahani, Pankaj Tripathi, Priyanshu Painyuli,
e David Harbour Girato in: India, Thailandia
Sinossi:
Tyler Rake (Chris Hemsworth),
mercenario che opera nel mercato nero, non ha nulla da perdere
quando viene ingaggiato per salvare il figlio rapito di un boss del
crimine internazionale. Ma nel torbido mondo dei trafficanti di
armi e di droga, questa missione, che da pericolosissima diventa
pressoché impossibile, cambierà per sempre la vita di Rake e del
ragazzo. Thriller elettrizzante e pieno di azione diretto da
Sam Hargrave, TYLER RAKE è una produzione di AGBO Films e
TGIM Films, Inc., con Joe Russo, Anthony Russo, Mike Larocca, Chris
Hemsworth, Eric Gitter, e Peter Schwerin come produttori.
Harry
Potter, unico figlio di James e Lily Potter, “il
sopravvissuto”, colui che è riuscito a salvare il Mondo Magico, era
destinato a diventare un eroe da quando aveva meno di un anno.
Nonostante le sfortunate circostanze in cui è stato cresciuto fino
a quando non ha compiuto undici anni ed è stato ammesso alla Scuola
di Magia e Stregoneria di Hogwarts, non ha mai perso la sua bontà
d’animo e quel candido stupore nei confronti delle sue gesta
eroiche.
Ciò, ovviamente,
non significa che il maghetto occhialuto sia nato già formato e
totalmente consapevole dei suoi poteri e del suo destino. Tutti
cambiano mentre sono impegnati a crescere, e Harry Potter non fa
certo eccezione. Se è stato sempre destinato ad essere “il
prescelto”, sicuramente ha fatico per imparare ad accettare se
stesso e la sua storia…
Dal sottoscala a Grimmauld Place
Il ragazzo che viveva nello
sgabuzzino sotto le scale potrebbe essersi finalmente guadagnato
una piccola camera da letto a Privet Drive, ma il più grande
cambiamento in merito alla sua condizione è arrivato con la morte
del suo padrino, Sirius Black, in
Harry Potter e l’Ordine della Fenice. Con la scomparsa di
Sirius, l’ultimo membro rimasto della famiglia Black, tutti i beni
di Felpato furono lasciati al suo figlioccio Harry. Ciò significa
che Harry era allora, e rimane ancora, il proprietario del numero
12 di Grimmauld Place.
Ereditare una fortuna
Ancor prima di ereditare il numero
12 di Grimmauld Place e il resto della fortuna della famiglia
Black, Harry entrò in possesso dell’eredità lasciata dai suoi
genitori alla
Banca dei Maghi Gringott. Quando mise piede a Diagon Alley per
la prima volta in Harry Potter e la Pietra Filosofale, il
maghetto occhialuto non aveva idea di come avrebbe fatto a pagare
tutto il materiale didattico necessario per accedere e studiare ad
Hogwarts, ma ben presto capì che – almeno dal punto di vista
economico – non avrebbe mai più dovuto preoccuparsi per il suo
futuro…
L’amore per gli animali
In Harry Potter e il Prigioniero di Azkaban, scopriamo
che Harry non ha una particolare venerazione per gli animali, e
questo principalmente a causa di zia Marge e dei suoi cani bulldog.
Le cose cambiano quando Harry riceve in dono la civetta delle nevi
Edvige, un regalo di compleanno per gli 11 anni del maghetto da
parte di Hagrid. Oltre agli animali domestici, Harry acquisirà col
tempo anche una certa affinità con gli animali magici in generale:
si è guadagnato la fiducia di Fierobecco e si fece aiutare da
Fawkes, la Fenice di Albus Silente; inoltre – non dimentichiamocelo
-, il prescelto è in grado di parlare il Serpentese…
Le relazioni sentimentali
In Harry Potter e la Camera dei
Segreti, il maghetto occhialuto è ancora troppo giovane per
sapere esattamente cosa fare quando Ginny Weasley gli invia un
messaggio di San Valentino tramite un nano. Due anni dopo, Harry
non ha ancora imparato a relazionarsi con le ragazze, tant’è che
non riesce a scegliere chi portare al Ballo del Ceppo. Anche quando
incontra Cho Chang ne
L’Ordine della Fenice, Harry non è in grado di gestire e
comprendere a pieno le sue emozioni, nonostante l’interesse che
nutre nei confronti della compagna sia sincero. Quando Harry e
Ginny riescono ad ammettere reciprocamente i loro sentimenti, è
chiaro che Harry, sebbene ancora leggermente confuso, sia maturato
e abbia iniziato a guardare con occhi diversi le persone che lo
circondano.
Il consolidarsi di un’amicizia
Per i primi undici anni della sua
vita, il rapporto di Harry con suo cugino Dudley definì in gran
parte le sue relazioni con i suoi coetanei. Tutti avevano paura di
provare a fare amicizia con Harry, proprio per paura di ritorsioni
da parte di Dudley. Alla fine le cose cambiano quando Harry riesce
finalmente ad entrare ad Hogwarts, che non sarà per lui soltanto
una scuola migliore, ma anche la prima scuola in cui Harry può
vivere senza lo spettro di Dudley che incombe su di lui. L’amicizia
di Harry con Hermione e Rone è l’invidia di tutti coloro che hanno
sempre sognato un rapporto autentico, slegato da qualsiasi vincolo
opportunistico e sorretto ed alimentato soltanto dal bene e
dall’affetto.
Da emarginato a leader
Non erano
solo le amicizie che mancavano ad Harry prima del suo arrivo ad
Hogwarts: erano relazioni significative di qualsiasi tipo ad essere
totalmente assenti nella sua vita. Come lo stesso sopravvissuto
dice ne La Camera dei Segreti,“Me ne
starò in camera mia senza fare il minimo rumore, fingendo di non
esistere”. Fortunatamente, grazie al
suo ingresso nel Mondo Magico, ben presto la vita Privet Drive sarà
per Harry un lontano ricordo. Dall’accoglienza al Paiolo Magico
durante la scoperta di Diagon Alley fino a tutte le sue seguaci ne
Il Principe Mezzosangue, Harry cresce molto rapidamente e
impara in fretta a prestare attenzione alle persone che lo
circondano.
Acquisire confidenza e fiducia
Harry non è mai stato davvero
sicuro delle sue abilità magiche durante gli anni trascorsi ad
Hogwarts. Prima di sedersi sotto il Cappello Parlante ne La
Pietra Filosofale, ha addirittura paura che lo stesso possa
non assegnarlo a nessuna casa, semplicemente perché non merita di
essere lì. Rispetto al mago che vediamo poi ne L’Ordine della
Fenice, Harry è una persona e uno studente totalmente diverso:
è in grado di preparare gli altri studenti alla Difesa Contro le
Arti Oscure, è capace di dichiarare il suo amore per Ginny Weasley
e di addentrarsi da solo nella Foresta Proibita per sfidare Lord
Voldemort. Ne ha fatto di strada il sopravvissuto da quando era
soltanto un ragazzo che viveva in uno sgabuzzino…
Dalla fortuna al talento
Da bambino, Harry riuscì a
sconfiggere Lord Voldemort grazie all’amore di sua madre e… ad un
“colpo di fortuna”. Quando Harry si mette a caccia degli Horcrux,
il prescelto ha un piano e sa esattamente cosa intende fare per
sconfiggere il Signore Oscuro una volta per tutte. Anche se
Hermione viene spesso etichettata come la strega più brillante
della sua età, anche Harry ha imparato a diventarlo lungo il suo
cammino. Dagli incantesimi generici al Patronus, Harry ha imparato
cosa significa combattere per se stessi. Forse non c’è nessun mago
nella storia di Hogwarts che, più di Harry, sia stato messo alla
prova nella comprensione della Difesa Contro le Arti Oscure.
Cosa significa avere una famiglia
Dall’essere un orfano maltrattato
alla creazione della propria famiglia, dal riuscire a costruire dei
solidi rapporti d’amicizia fino a sposare la donna che ama ed avere
tre figli, Harry capisce finalmente di non essere solo al mondo.
Dal non avere praticamente nessuno (tranne degli zii violenti)
all’unirsi al gigantesco clan Weasley, Harry è capace di costruire
quelle relazioni che aveva sempre desiderato. Quando la serie si
conclude, Harry capisce che famiglia non sono le persone che ti
crescono o con le quali sei legato da un vincolo di sangue, ma
coloro che sono disposte a supportarti e a starti accanto
nonostante i pericoli e le avversità.
Dipendere da se stessi
Harry è
sempre stato fortunato ma anche molto coraggioso fin da quando era
bambino, ma quando affronta Voldemort ne I Doni della Morte comprende ciò che
Hermione ha sempre saputo: Harry capisce finalmente di essere
un grande mago. Diventa consapevole di quanto la Bacchetta di
Sambuco possa essergli fedele, affronta Voldemort senza testimoni –
se non Hagrid e i Mangiamorte – e, coscienziosamente, sa che
sopravviverà sempre e comunque perché in grado di affrontare il suo
destino.
Nonostante l’emergenza coronavirus,
proseguono senza troppi cambiamenti i preparativi per il
Festival di Venezia, che
dovrebbe svolgersi nelle prime di settimane di settembre.
Tuttavia, a seguito dell’annuncio
del Festival di Toronto, che si sta preparando per una versione
digitale, la risposta di Venezia è che la Mostra non si può
realizzare in remoto. A Variety, un
portavoce del Fesitval più antico del mondo ha dichiarato che si
può pensare di utilizzare la tecnologia per alcuni progetti e
iniziative, ma non si tratta assolutamente di soluzioni che
sostituirebbero il Festival del Lido.
Parlando con l’ANSA, il direttore
del Festival di Venezia, Alberto Barbera, ha
dichiarato: “Toronto è un tipo differente di festival, non
comparabile con Cannes o Venezia, noi stiamo lavorando esattamente
come negli anni scorsi. Mancano ancora due mesi e davanti ci sono
tre scenari possibili: quello più pessimistico con la pandemia
ancora attiva che ci costringe a prendere un bell’anno sabbatico e
mettere questa edizione 2020 tra parentesi. C’è poi lo scenario più
ottimista, la pandemia si arresta e tutto torna come prima e,
infine, quello intermedio che prevede dei vincoli che ora non
possiamo prevedere e con i quali ci dovremo confrontare. Insomma
entrambe sono variabili non da poco che richiederanno decisioni
condivise, ma di fronte a dati certi. E questo prima di fine
maggio”.
In merito alla programmazione in
sala, Barbera aggiunge: “Non è detto che per le sale vada così
male se si torna però a una cosiddetta normalità e si supera la
diffidenza e la paura della gente sempre più abituata a vedere film
in streaming. Ma potrebbe anche tornare la voglia della gente di
condividere gli eventi in prima persona nonostante l’accelerazione
del mercato sempre più diviso tra distribuzione in sala e
streaming. La storia ci insegna che dopo periodi tragici,
cataclismi mondiali, si sviluppano molte inaspettate
energie”.
Intanto, il Festival di
Cannes rimane rimandato a fine giugno, inizio luglio,
con la possibilità di slittare e addossare le sue date a quelle di
Venezia e Toronto. Qualunque cosa accada, sembra ormai sicuro che i
prossimi due mesi saranno decisivi per la sorte di queste grandi
manifestazioni culturali.
Mentre commentava su
Twitter (via
Screen Rant) gli innumerevoli ritardi che si sono verificati di
recente nelle produzioni cinematografiche a causa della pandemia di
Covid-19, Derrickson ha rivelato di aver posticipato di ben cinque
mesi l’inizio delle riprese del film in modo da permettere a
Cumberbatch di poter interpretare il ruolo dello Stregone Supremo.
Nel 2016, Derrickson ha dichiarato che Cumberbatch era l’unico
attore che venne preso in seria considerazione per la parte, quindi
erano tutti disposti ad aspettare che fosse disponibile. Il tweet
originale del regista è visibile di seguito:
Mentre il MCU si appresta ad entrare nella
Fase 4 (con l’uscita di Black
Widow), lo Stephen Strange di
Cumberbatch è pronto a giocare un ruolo chiave nel futuro
dell’universo condiviso. Esplorando il Multiverso nel sequel,
Strange potrà aprire il MCU a maggiori opportunità a
livello narrativo. Purtroppo, ciò avverrà sotto l’egida di un altro
regista e non di Derrickson, che ha deciso di abbandonare il
progetto per alcune differenze creative con la Marvel. Il regista Sam Raimi dovrebbe prendere il suo posto.
Annunciato ufficialmente questa
estate al Comic-Con di San Diego, Doctor
Strange 2 vedrà Benedict
Cumberbatch tornare nel ruolo di Stephen Strange.
Diretto da Scott Derrickson, il sequel vedrà
anche Wanda Maximoff alias Scarlet Witch (Elizabeth
Olsen) assumere un ruolo da co-protagonista
dopo WandaVision.
Secondo Collider, la
produzione ha fatto già un passo in avanti assumendo lo
sceneggiatore Jade Bartlett. Il suo ruolo non
è stato ancora chiarito, visto che lo script dovrebbe essere
firmato da Derrickson in persona e quindi Bartlett dovrebbe
intervenire solo a limare il testo o magari a scrivere a quattro
mani con il regista.
Il primo film su Doctor
Strange è uscito nel 2016 e ha raccontato la
nascita dell’eroe, dall’incidente di Stepehn Strange fino al
confronto con Dormammu. Nel film c’erano
anche Benedict Wong, Tilda
Swinton e Chiwetel
Ejiofor. Rachel
McAdams non tornerà nei panni di Christine
Palmer. Abbiamo rivisto Strange in Infinity
Ware inEndgame.
Ezra Miller nella
bufera a causa di una sua reazione assolutamente fuori dalla grazia
di Dio con una fan, in Islanda. L’attore ha affrontato e aggredito
la ragazza, portandole le mani al collo e scuotendola
violentemente. La scena è stata ripresa in video e sta facendo il
giro della rete.
La scena sembra quasi parte di uno
scherzo, tuttavia è Variety che conferma che si è trattato di una
vera e proprio rissa in un bar di
Reykjavik, conclusasi con l’allontanamento di
Ezra Miller dal locale.
Nel brevissimo video, vediamo
l’attore che dice ad una ragazza: “Cosa vuoi? Vuoi litigare? È
quello che vuoi?”, e lei, credendo in uno scherzo, si prepara
a “lottare” con lui. Peccato che Miller poi procede con una
aggressione in piena regola, con le mani al collo dell’ignara
ragazza. Ne segue una rissa.
https://www.youtube.com/watch?v=u1rRhPi18Vg
Ricordiamo che Ezra
Miller è parte fondamentale del franchise di
Animali Fantastici, in cui interpreta il
misterioso ruolo di Aurelius Silente. L’attore è giunto alla notorietà con
il film di Lynne Ramsay del 2011, E ora parliamo
di Kevin, con una straordinaria Tilda Swinton.
Oltre al franchise magico, Miller è
anche il Flash cinematografico in carica,
nonostante il suo film da solista sia stato più volte rimandato per
problemi di produzione.
Zachary Levi, attraverso il suo account Instagram,
ha deciso di celebrare l’anniversario dell’uscita nelle sale di
Shazam!,
il cinecomic DC diretto da David F. Sandberg che lo ha visto protagonista
lo scorso anno nei panni del supereroe creato da C.C. Beck e Bill
Parker.
Per celebrare un anno dall’uscita
del film (uscito nelle sale americane il 5 aprile 2019), Levi ha
condiviso uno scatto che lo vede con il costume del personaggio,
spiegando – attraverso la didascalia che ha accompagnato l’immagine
– di non vedere l’ora di iniziare a girare il sequel.
Anche Levi, nel suo post, ha fatto
di nuovo riferimento all’emergenza, definendo la reclusione forzata
un’occasione per poter recuperare il primo film. Potete vedere il
post originale di seguito:
Shazam!è
uscito nelle sale ad aprile 2019. Nel cast Zachary
Levi, Asher Angel, Mark
Strong, Jack Dylan Grazer, Grace Fulton, Faithe Herman, Ian
Chen, Jovan Armand, Cooper Andrews, Marta
Milans e Djimon
Hounsou.
Abbiamo tutti un supereroe dentro di
noi, ci vuole solo un po’ di magia per tirarlo fuori. Nel caso di
Billy Batson, basterà gridare una sola parola – SHAZAM! – affinché questo ragazzo adottato di 14 anni
si trasformi nel Supereroe per gentile concessione di un antico
mago. Ancora bambino all’interno di un corpo divino, Shazam si
diverte nella versione adulta di se stesso facendo ciò che
qualsiasi adolescente farebbe con i superpoteri: divertirsi!
Volare? Vedere a raggi X? Saltare i compiti a scuola? Shazam vuole
testare i limiti delle sue capacità con la gioiosa imprudenza di un
bambino, ma dovrà padroneggiare rapidamente questi poteri per
combattere le forze mortali del male controllate dal Dr. Thaddeus
Sivana.
Nuove immagini dal backstage di
Star Wars: L’Ascesa di Skywalker ci mostrano
ulteriori dettagli sulla scena della battaglia con le spada laser
di Luke (Mark
Hamill) e Leia (Carrie
Fisher). I fan sono rimasti molto sorpresi quando
hanno scoperto, grazie al film di J.J. Abrams, che c’è stato un tempo in cui
Luke ha iniziato ad addestrare Leia per diventare uno Jedi, anche
se la Principessa ha rinunciato dopo aver avuto una visione e
scoperto che il suo addestramento avrebbe portato alla morte del
figlio Ben.
Ciò è stato raccontato ne L’Ascesa di Skywalker attraverso un rapido flashback
che ci mostra un giovane Luke ed una giovane Leia intenti a
combattere. La CGI è stata utilizzata per ringiovanire Hamill
attraverso il de-aging e permettergli di interpretare
Luke; per quanto riguarda la Fisher, scomparsa tragicamente nel
2016, è stata figlia
Billie Lourd ad interpretare Leia (la Lourd ha preso parte alla
trilogia sequel nei panni del tenente Connix).
L’edizione home
video de L’Ascesa di Skywalker conterrà una speciale featurette
che ci mostrerà com’è stata realizzata la scena dell’addestramento
Jedi di Leia. Nel film la scena in sé è molto breve, ma in origine
doveva essere molto più lunga. Adesso, diverse immagini tratte
dalla featurette in questione ci mostrano ancora di più nel
dettaglio una delle scene più sorprendenti e nostalgiche del
film. Potete vedere le foto andando su Screen
Rant o cliccando sull’immagine di seguito:
Lucasfilm e il
regista J.J.
Abrams uniscono ancora una volta le forze per
condurre gli spettatori in un epico viaggio verso una galassia
lontana lontana con Star
Wars: L’Ascesa di Skywalker, l’avvincente
conclusione dell’iconica saga degli Skywalker, in cui nasceranno
nuove leggende e avrà luogo la battaglia finale per la libertà.
Il cast del film
comprende Carrie Fisher, Mark Hamill, Adam
Driver, Daisy
Ridley, John
Boyega, Oscar Isaac, Anthony Daniels, Naomi Ackie, Domhnall
Gleeson, Richard E. Grant, Lupita Nyong’o, Keri Russell, Joonas
Suotamo, Kelly Marie Tran, con Ian
McDiarmid e Billy Dee
Williams.
Diretto da J.J. Abrams e prodotto da
Kathleen Kennedy, Abrams e Michelle
Rejwan, Star
Wars: L’Ascesa di Skywalker è scritto da
J.J. Abrams e Chris Terrio, mentre Callum Greene, Tommy Gormley e
Jason McGatlin sono i produttori esecutivi.