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Mulan: continuano le controversie intorno al film con il #BoycottMulan

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Da quando l’attrice cinese Liu Yifei, scelta per interpretare Mulan nel nuovo live-action Disney, ha espresso il proprio parere sugli attuali scontri nella città di Hong Kong, l’hashtag #BoycottMulan è entrato nei trend mondiali di Internet.

L’attrice ha infatti espresso il proprio supporto alla polizia della città afflitta dagli scontri, generando proteste da parte di tutto il mondo, e rischiando di compromettere il successo cinese del film.

Ora si aggiunge al dibattito anche l’attore Tzi Ma, che nel film interpreta Hua Zhou, il padre di Mulan. “Credo sia inevitabile una polemica del genere, date le gravi circostanze attualmente in atto ad Hong Kong e in tutta la Cina. – ha dichiarato l’attore – Ci sono voci di supporto e di opposizione. C’è una fazione che chiede di boicottare il film e un’altra di sostenere Liu Yifei.”

“Non c’è ragione o torto, – ha continuato l’attore – ma il nostro intento è di consegnare un gran film, e per quanto sia prerogativa di ognuno apprezzarlo o meno, spero ci verrà quantomeno data la possibilità di essere giudicati per i meriti e non per l’ideologia, che è al di là del nostro controllo.”

Con il film previsto nelle sale per i primi mesi del 2020, Tzi Ma spera che la situazione possa calmarsi in questo periodo, per il bene di tutti.

Mulan è diretto da Niki Caro e ha tra i suoi protagonisti Liu Yifei, Donnie Yen, Yoson An, Gong Li e Jet Li. Il film, previsto per il marzo 2020, sarà un nuovo capitolo nel progetto della Disney di riattualizzare i propri classici animati con dei fedeli live-action.  

Fonte: ComicBookResource

Mulan: ci sarà anche Mushu nel live action Disney

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Mulan: ci sarà anche Mushu nel live action Disney

Uno dei personaggi più amati del film d’animazione Disney tornerà anche nel live action dedicato alle avventure di Mulan: come riportato nelle ultime ore infatti, il piccolo drago Mushu – spirito protettore dell’eroina nel classico del 1998 (la voce italiana apparteneva a Enrico Papi) – farà la sua comparsa nel nuovo adattamento firmato da Niki Caro.

Il sito che ha diffuso la notizia, The DisInsider, non specifica in quale forma tornerà, se identico all’originale o del tutto inedita. I precedenti live action Disney avevano riproposto alcuni personaggi iconici in maniera completamente diversa (vedi i topolini aiutanti di Cenerentola nel film di Kenneth Branagh).

Mulan: iniziate le riprese, ecco il cast al completo

Liu Yifei (Il Regno ProibitoOnce Upon a Time) è stata scelta per interpretare il ruolo di Hua Mulan a seguito di un processo di casting durato un anno. Il cast del film comprende inoltre Donnie Yen (Rogue One: A Star Wars Story), Jason Scott Lee (Crouching Tiger, Hidden Dragon: Sword of Destiny), Yoson An (Shark – Il Primo Squalo), Utkarsh Ambudkar (Voices – Pitch Perfect), Ron Yuan (Marco Polo), Tzi Ma (Arrival), Rosalind Chao (Star Trek: Deep Space Nine), Cheng Pei-Pei (La Tigre e il Dragone), Nelson Lee e Chum Ehelepola, con la partecipazione di Gong Li (Memorie di una GeishaLanterne Rosse) e Jet Li (Shao Lin SiArma Letale 4).
Il film è diretto da Niki Caro (La Ragazza delle BaleneMcFarland USA) a partire da una sceneggiatura scritta da Rick Jaffa & Amanda Silver e Elizabeth Martin & Lauren Hynek, basata a sua volta sul poema narrativo La Ballata di Mulan.
La sinossi:

 

Mulan narra l’epica avventura di una intrepida giovane donna che si traveste da uomo per difendere la Cina dall’attacco di invasori provenienti dal Nord. Figlia maggiore di uno stimato guerriero, Hua Mulan è energica, determinata e agile. Quando l’Imperatore decreta che un uomo per ogni famiglia dovrà arruolarsi nell’Armata Imperiale, Mulan prende il posto del padre malato e si arruola con il nome di Hua Jun, diventando una delle più grandi guerriere nella storia della Cina.

Fonte: The DisInsider

Mulan, recensione del live action Disney diretto da Niki Caro

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Mulan, recensione del live action Disney diretto da Niki Caro

Lo avevamo detto all’inizio dell’anno, quando avevamo avuto la possibilità di vedere poche scene dal film, ma alla luce della visione completa ne abbiamo la certezza: Mulan è il miglior adattamento in live action che la Walt Disney abbia mai tirato fuori dai suoi classici animati.

Basato più sulla leggenda cinese che sul cartone animato del 1998, il film vede protagonista l’intrepida Mulan, che sin da bambina dimostra di essere in grado di adoperare il chi, una forza interiore che la connette con il mondo e che la rende in grado di compiere meraviglie. Arrivata in età da marito, la ragazza viene promessa ad uno sconosciuto, ma la sua indole indomita la renderà molto poco appetibile per il partito mentre, contemporaneamente, una minaccia incombe sulla sua famiglia. L’Imperatore sta arruolando di nuovo il suo esercito, perché gli Unni sono alle porte e la Cina è chiamata nuovamente alla guerra. Desiderosa di salvare suo padre da morte certa, perché ferito e avanti con gli anni, Mulan ne ruba spada, cavallo e armatura, e si finge uomo nell’esercito cinese. Qui la ragazza sarà costretta a convivere con i suoi coetanei, i quali impareranno a rispettare la sua voce e a cooperare con lei. Ma la battaglia è vicina e il segreto della ragazza non rimarrà tale a lungo.

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Mulan, un’avventura epica sulle spalle di una ragazzina

Diretto da Niki Caro, il film Disney sfrutta al massimo tutte le sue potenzialità spettacolari. Corse a cavallo, combattimenti, coreografie di lotte corpo a corpo o a suo di spade, ogni scena è coreografata alla perfezione, traducendosi in un intrattenimento di buon livello. Inoltre anche il lavoro sull’attualizzazione della protagonista è fatto con grande intelligenza.

Ogni live action con protagonista una principessa, nell’era post #MeToo, prevede che questo personaggio sia sveglio, indipendente e coraggioso, forzando quanto già di rivoluzionario c’era dentro i classici d’animazione. Cosa fare quando il personaggio in questione lo è già? Mulan, sia quella della leggenda che quella del cartone animato, è tutto questo, ma la rilettura femminista della storia introduce degli elementi fantasy per rafforzarne il senso.

film-più-attesi-wonder-womanIl vero Riflesso e la questione Mushu

Nella versione animata la I want song è Riflesso, quella in cui la protagonista rivela le sue paure e i suoi desideri. Nel film, la canzone viene rievocata solo da pochi accordi in sottofondo, mentre la fanciulla guerriera capisce che per corrispondere davvero al suo riflesso e quindi per realizzarsi, deve scendere in battaglia come una donna, per abbracciare la sua vera natura e compiere il suo destino. Una sfumatura sottile che però risulta epica e moderna allo stesso tempo.

Molte delle polemiche che hanno preceduto il film si sono concentrate sull’assenza di Mushu, il draghetto che nel film consiglia e aiuta Mulan a sopravvivere nell’accampamento. Il film sostituisce il drago con una fenice, simbolo di rinascita. La scelta si rivela estremamente adatta soprattutto perché il draghetto del film d’animazione era il comic device, mentre in questo caso la linea comica viene completamente sacrificata, per cui la presenza di un uccello mitologico che aleggia rassicurante alle spalle della protagonista a mo di guardiano è più che efficace e si sposa molto bene con il tono del film.

Straordinaria anche Liu Yifei, nei panni di Mulan, grande carisma ed innata eleganza la rendono una protagonista perfetta per un blockbuster che riesce ad intrattenere e divertire, soprattutto grazie alla regia di Caro che non perde occasione per spingere sull’acceleratore grazie ai mezzi che la Disney le ha messo a disposizione.

Mulan in posa da battaglia nel nuovo poster del film

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Mulan in posa da battaglia nel nuovo poster del film

Arriva un nuovo poster di Mulan, il remake in live action della Disney, in arrivo il prossimo anno, in cui vediamo l’eroina cinese in posa da battaglia. Eccolo di seguito:

Nel cast figurano anche Donnie Yen (Rogue One: A Star Wars Story), Jason Scott Lee (Crouching Tiger, Hidden Dragon: Sword of Destiny), Yoson An (Shark – Il Primo Squalo), Utkarsh Ambudkar (Voices – Pitch Perfect), Ron Yuan (Marco Polo), Tzi Ma (Arrival), Rosalind Chao (Star Trek: Deep Space Nine), Cheng Pei-Pei (La Tigre e il Dragone), Nelson Lee e Chum Ehelepola, Gong Li (Memorie di una GeishaLanterne Rosse) e Jet Li (Shao Lin SiArma Letale 4).

Di seguito trovate la sinossi e la versione in lingua originale del teaser:

Mulan narra l’epica avventura di una intrepida giovane donna che si traveste da uomo per difendere la Cina dall’attacco di invasori provenienti dal Nord. Figlia maggiore di uno stimato guerriero, Hua Mulan è energica, determinata e agile. Quando l’Imperatore decreta che un uomo per ogni famiglia dovrà arruolarsi nell’Armata Imperiale, Mulan prende il posto del padre malato e si arruola con il nome di Hua Jun, diventando una delle più grandi guerriere nella storia della Cina.

Mulan arriverà il 4 settembre su Disney+, in una premiere a pagamento

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Disney Plus ha registrato oltre 60,5 milioni di abbonati lo scorso mese, a soli nove mesi dal lancio della piattaforma di streaming diretta al consumatore. E dopo un attento ragionamento sulla decisione, Disney ha dichiarato che Mulan sarà presentato in anteprima sul servizio di streaming in forma di premiere il 4 settembre ad un costo di $ 29,99.

L’amministratore delegato della Disney, Bob Chapek, ha annunciato le cifre degli abbonati e le notizie sui film dopo la chiusura del mercato di martedì, durante una riunione sui profitti. Ha anche ricordato le 15 nomination agli Emmy guadagnate dalla serie tv ammiraglia del servizio, The Mandalorian.

Tra Disney +, Hulu ed ESPN Plus, l’azienda sta superando i 100 milioni di abbonati SVOD globali. Ciò ha reso l’azienda “ancora più sicura del futuro” e li ha incoraggiati ad essere “più aggressivi” con la programmazione. La decisione di portare Mulan su Disney+ in premiere deve essere di pesa in parte anche da questo.

Mulan: Nuovo Trailer Ufficiale Italiano

Liu Yifei (Il Regno ProibitoOnce Upon a Time) interpreta la protagonista del film DisneyMulan, che vede nel cast anche Donnie Yen (Rogue One: A Star Wars Story) nel ruolo del Comandante Tung, Jason Scott Lee (Crouching Tiger, Hidden Dragon: Sword of Destiny) nel ruolo di Böri Khan e Yoson An (Shark – Il Primo Squalo) nel ruolo di Cheng Honghui, con la partecipazione di Gong Li (Memorie di una GeishaLanterne Rosse) nel ruolo di Xianniang e di Jet Li (Shao Lin SiArma Letale 4) nel ruolo dell’Imperatore. La sceneggiatura è firmata da Rick Jaffa & Amanda Silver e da Elizabeth Martin & Lauren Hynek.

Fonte: Variety

Muhammad Ali: serie in sviluppo con Regé-Jean Page, Morgan Freeman e Kevin Willmott

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Arriva da Variety la notizia che una serie evento in otto parti sull’icona della boxe Muhammad Ali è in lavorazione per il canale Peacock che avrà coinvolte personalità del calibro di Regé-Jean Page, Morgan Freeman e Kevin Willmott. Intitolata “Excellence: 8 Fights”, la serie drammatica è scritta dal premio Oscar Kevin Willmot (“BlacKkKlansman“, “Da 5 Bloods“) ed è basata sulla biografia definitiva di Jonathan EigAli: A Life“. Page e Freeman sono entrambi a bordo come produttori esecutivi, così come Willmott, Lori McCreary per Revelations Entertainment ed Emily Brown. Eig servirà come produttore, con CBS Studios e UCP.

Secondo la descrizione ufficiale sulla serie, “Excellence: 8 Fights” “racconterà otto momenti distinti e decisivi nella vita iconica di Muhammad Ali. Ogni episodio sarà incentrato su un combattimento nella vita di Ali, ma l’essenza dell’episodio, ciò di cui tratta veramente, è il combattimento interno – il dramma fuori dal ring – in cui esploreremo la lotta in corso nel cuore e nella mente di uno delle figure più significative e controverse del 20° secolo”.

Dopo il suo ruolo da protagonista in “Bridgerton” di Netflix nel 2020, Regé-Jean Page ha continuato ad ampliare i suoi orizzonti di recitazione con il film d’azione “The Grey Man” e lo vedremo in azione nell’imminente adattamento cinematografico “Dungeons & Dragons – L’onore dei ladri“. “Excellence” segna il salto più significativo di  Regé-Jean Page nel regno della produzione fino ad oggi.

Amato per i suoi ruoli in film come “Million Dollar Baby” e “The Shawshank Redemption”, Morgan Freeman è un attore premio Oscar che si è anche fatto un nome come produttore esecutivo di progetti come “Madam Secretary” e “Invictus. ” Willmott ha vinto l’Oscar per la sceneggiatura adattata nel 2019 per “BlacKkKlansman“. I suoi altri crediti includono “Chi-Raq”, “Jayhawkers” e “The 24th”.

Muhammad Ali: morto il campione dei pesi massimi

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Muhammad Ali: morto il campione dei pesi massimi

muhammad aliIl leggendario campione dei pesi massimi Muhammad Ali è morto a Phoenix all’età di 74 anni. Il portavoce della famiglia, Bob Gunnell, ha rilasciato un comunicato dichiarando che Ali è morto venerdì a tarda sera. “Dopo una battaglia di 32 anni con il Parkinson, Muhammad Ali si è spento all’età di 74 anni”.

Muhammad Ali, nato Cassius Marcellus Clay Jr. (Louisville, 17 gennaio 1942 – Phoenix, 3 giugno 2016), è stato un pugile statunitense, tra i maggiori e più apprezzati sportivi della storia.

Aveva vinto l’oro Olimpico ai Giochi di Roma nel 1960, come pugile professionista aveva detenuto il titolo mondiale dei pesi massimi dal 1964 al 1967, dal 1974 al 1978 e per un’ultima breve parentesi ancora nel 1978.

Muhammad Ali era noto anche per la sua conversione all’Islam e per avere rifiutato di combattere nella Guerra del Vietnam. Affetto dalla Sindrome di Parkinson, dopo il suo ritiro dal mondo sportivo Ali si era distinto per le sue azioni umanitarie.

La sua vita ha ispirato film e documentari, di cui il più recente è stato diretto da Stephen Frears, Muhammad Ali’s Greatest Fight, mentre il più famoso è senza dubbio quello interpretato da Will SMith e diretto da Michael Mann, Alì, del 2001.

Fonte: Variety

Muffa (Küf): recensione del film di Ali Ayadin

Muffa (Küf): recensione del film di Ali Ayadin

Basi è un uomo vecchio e solitario. Lavora come controllore ferroviario ed ogni giorno, incurante delle condizioni metereologiche, compie più di venti chilometri di strada. Diciotto anni prima il figlio Seyfi, durante una protesta studentesca  contro il governo turco venne arrestato e fatto sparire. Per tutti questi anni Basi ha continuato disperatamente a cercarlo, inviando numerose lettere ai funzionari governativi e finendo più volte in arresto e sotto tortura.

Ma l’anziano padre non si arrende, mosso da un flebile barlume di speranza. Vincitore del premio Luigi de Laurentiis per la Migliore Opera prima alla 69° Mostra d’Arte Cinematografica di Venezia, Muffa (Küf), opera prima dell’esordiente Ali Ayadin è in primo luogo il racconto della solitudine di un uomo, un padre, la cui unica ragione di vita è data dal mantenere viva ostinatamente la memoria del proprio figlio. Ispirandosi alle figure delle Madri del sabato, le donne che durante la dittatura turca del 1996 scesero in piazza per piangere i figli scomparsi dell’università di Galatasaray, il film si concentra su coloro che rimangono, che sopravvivono alle oppressioni e che attendono il ritorno di coloro che se ne sono andati, delle vittime.

La muffa del titolo, simbolo di attesa e allo stesso tempo di corrosione, si attacca incessante sui cuori e sulla mente dei personaggi, ricoprendo tutto di una patina di rassegnazione e di soffocante evidenza. La stessa muffa poi sembra depositarsi sul tempo filmico, dilatandolo insostenibilmente e concentrando l’attenzione sui silenzi, gli sguardi e il vuoto stesso, sulla figura palpabile della mancanza e dell’assenza. La figura del padre, simbolo per eccellenza di forza e determinazione, sostituisce quello della madre in modo da creare un distacco emotivo, portando lo spettatore a concentrasi più sugli eventi che non sui sentimenti.

muffaAyadin tesse una trama profonda e struggente, dove i personaggi si muovono in un limbo fatto di lunghi piani sequenza e di inquadrature vuote e mute, che colgono in sé il senso di desolazione. Abolendo qualunque movimento di macchina, il regista procede unendo inquadrature e durata delle scene, come una sorta di teatro filmato di influenza esistenzialista. Ercan Kesal, già apprezzato in C’era una volta in Anatolia di N.Ceylan, dà vita ad un padre introspettivo e profondamente umano, forte interiormente seppur debole all’apparenza. Allo stesso modo anche Tansu Bicer rappresenta un capo di polizia indecifrabile, dalle mille sfumature caratteriali, diversamente da Muhammet Uzuner, che nel ruolo dell’amico ubriacone Murat impersona un uomo viscido e meschino. Seppur basandosi su una sceneggiatura solidissima, che ha richiesto al regista più di sette anni di gestazione, Muffa presenta tutti i difetti di un’opera prima, come l’estrema saturazione di tematiche e la regia evidentemente ancora acerba, dimostrando come la Turchia si trovi in una fase cinematografica ancora embrionale. Degna di nota è la fotografia di Murat Tunnel, la quale sa rendere bene un clima di ossidazione e di marciume che collima col tema dell’opera.

Ayadin ha sicuramente dimostrato di essere un autore promettente, intelligente e capace di cogliere a fondo il senso dell’esistenza, e sicuramente questa sua opera d’esordio ne è un esempio chiaro esempio.

Mufasa: teaser trailer ufficiale del prequel de Il Re Leone

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Mufasa: teaser trailer ufficiale del prequel de Il Re Leone

Ecco il primo teaser trailer di Mufasa: Il Re Leone prequel del remake live-action del 2019 de Il Re Leone.

Mufasa: Il Re Leone, il nuovo film in arrivo il 19 dicembre nelle sale italiane, che esplora l’ascesa dell’amato re delle Terre del Branco. È stato annunciato anche il cast stellare che darà voce ai nuovi personaggi e a quelli più amati nella versione originale del film. Inoltre, il pluripremiato compositore Lin-Manuel Miranda firma le canzoni del film, prodotte da Mark Mancina e Miranda, con musiche aggiuntive e performance di Lebo M.

Miranda ha affermato: “Elton John. Tim Rice. Hans Zimmer. Lebo M. Mark Mancina. Beyoncé, Labrinth, Ilya Salmanzadeh. Beau Black, Ford Riley, l’incredibile team musicale di The Lion Guard e tanti altri collaboratori musicali nel corso degli anni. Il Re Leone ha un’eredità musicale incredibile, con brani di alcuni dei più grandi compositori in circolazione, e sono onorato e orgoglioso di farne parte. È stata una gioia lavorare al fianco di Barry Jenkins per dare vita alla storia di Mufasa e non vediamo l’ora che il pubblico possa vedere questo film al cinema”.

La trama de Mufasa: Il Re Leone

Mufasa: Il Re Leone racconta, attraverso Rafiki, la leggenda di Mufasa alla giovane cucciola di leone Kiara, figlia di Simba e Nala, con Timon e Pumbaa che offrono il loro caratteristico spettacolo. Raccontata attraverso flashback, la storia presenta Mufasa, un cucciolo orfano, perso e solo fino a quando incontra un leone comprensivo di nome Taka, erede di una stirpe reale. L’incontro casuale dà il via al viaggio di uno straordinario gruppo di sventurati alla ricerca del proprio destino: i loro legami saranno messi alla prova mentre lavorano insieme per sfuggire a un nemico minaccioso e letale.

Nella versione originale del film prestano le proprie voci:
– Aaron Pierre nel ruolo di Mufasa
– Kelvin Harrison Jr. nel ruolo di Taka, un principe leone dal futuro radioso che accoglie Mufasa nella sua famiglia come un fratello
– Tiffany Boone nel ruolo di Sarabi
– Kagiso Lediga nel ruolo del giovane Rafiki
– Preston Nyman nel ruolo di Zazu
– Mads Mikkelsen nel ruolo di Kiros, un leone straordinario con grandi progetti per il suo branco
– Thandiwe Newton nel ruolo della madre di Taka, Eshe
– Lennie James nel ruolo del padre di Taka, Obasi
– Anika Noni Rose nel ruolo della madre di Mufasa, Afia
– Keith David nel ruolo del padre di Mufasa, Masego
– John Kani nel ruolo di Rafiki
– Seth Rogen nel ruolo di Pumbaa
– Billy Eichner nel ruolo di Timon
– Donald Glover nel ruolo di Simba
– Blue Ivy Carter nel ruolo di Kiara, figlia di Re Simba e della Regina Nala
– Beyoncé Knowles-Carter nel ruolo di Nala

Il cast di voci originali comprende anche Braelyn Rankins, Theo Somolu, Folake Olowofoyeku, Joanna Jones, Thuso Mbedu, Sheila Atim, Abdul Salis e Dominique Jennings. Unendo tecniche cinematografiche live-action con immagini fotorealistiche generate al computer, Mufasa: Il Re Leone è diretto da Barry Jenkins e prodotto da Adele Romanski & Mark Ceryak, mentre Peter Tobyansen è il produttore esecutivo.

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Cosa sappiamo su Mufasa: Il Re Leone

Mufasa: Il Re Leone sarà diretto da Barry Jenkins, regista premio Oscar di Moonlight, da una sceneggiatura di Jeff Nathanson. Aaron Pierre darà la voce a Mufasa nel nuovo film, mentre Kelvin Harrison Jr. doppierà Scar, che presumibilmente sarà ancora una volta il cattivo del film. Non si sa molto del film, se non che si tratta della storia delle origini del padre di Simba. James Earl Jones, voce originale del Mufasa adulto, ha deciso di non tornare per il film.

Sono cresciuto con questi personaggi, significano molto per me“, ha spiegato Jenkins in un’intervista dello scorso anno. “I re non nascono tali. Devono diventare ciò che sono attraverso una serie di eventi con i quali molte persone possono immedesimarsi. Quindi, da questo punto di vista, si adatta molto bene a tutto il resto che ho fatto. Quindi non sento alcuna pressione, voglio solo fare un buon lavoro“.

“Penso che vedrete una tonnellata di volti familiari“, ha poi anticipato Barry Jenkins in un’intervista del 2022. “È un prequel, ma di nuovo, è un prequel nel senso che questi sono tutti gli stessi personaggi, ma vi stiamo raccontando come sono arrivati a essere quello che sono. Quindi stiamo letteralmente andando a ritroso. Stiamo tornando indietro nel tempo con molti di questi personaggi. Siamo anche nel presente, ma torniamo indietro per raccontare chi erano questi personaggi“.

Aspettatevi dei numeri musicali“, ha aggiunto il regista. “Numeri musicali davvero meravigliosi, direi“. Mufasa: Il Re Leone arriverà nelle sale il 20 dicembre di quest’anno.

Mufasa: Il Re Leone, prima immagine del film di Barry Jenkins

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Mufasa: Il Re Leone, prima immagine del film di Barry Jenkins

I Walt Disney Studios hanno rilasciato la prima immagine ufficiale di Mufasa: Il Re Leone, il sequel ibrido in live-action della versione del 2019 de Il Re Leone, che è stato diretto da Jon Favreau e ha guadagnato oltre 1,6 miliardi di dollari al box office mondiale. Nell’immagine si vede un giovane Mufasa in piedi su una scogliera. Non ci sono personaggi di supporto nell’immagine, che è stata condivisa su social da The Hollywood Handle e pubblicata nell’ambito dell’assemblea annuale degli azionisti Disney del 2024.

Cosa sappiamo su Mufasa: Il Re Leone

Mufasa: Il Re Leone sarà diretto da Barry Jenkins, regista premio Oscar di Moonlight, da una sceneggiatura di Jeff Nathanson. Aaron Pierre darà la voce a Mufasa nel nuovo film, mentre Kelvin Harrison Jr. doppierà Scar, che presumibilmente sarà ancora una volta il cattivo del film. Non si sa molto del film, se non che si tratta della storia delle origini del padre di Simba. James Earl Jones, voce originale del Mufasa adulto, ha deciso di non tornare per il film.

Sono cresciuto con questi personaggi, significano molto per me“, ha spiegato Jenkins in un’intervista dello scorso anno. “I re non nascono tali. Devono diventare ciò che sono attraverso una serie di eventi con i quali molte persone possono immedesimarsi. Quindi, da questo punto di vista, si adatta molto bene a tutto il resto che ho fatto. Quindi non sento alcuna pressione, voglio solo fare un buon lavoro“.

“Penso che vedrete una tonnellata di volti familiari“, ha poi anticipato Barry Jenkins in un’intervista del 2022. “È un prequel, ma di nuovo, è un prequel nel senso che questi sono tutti gli stessi personaggi, ma vi stiamo raccontando come sono arrivati a essere quello che sono. Quindi stiamo letteralmente andando a ritroso. Stiamo tornando indietro nel tempo con molti di questi personaggi. Siamo anche nel presente, ma torniamo indietro per raccontare chi erano questi personaggi“.

Aspettatevi dei numeri musicali“, ha aggiunto il regista. “Numeri musicali davvero meravigliosi, direi“. Mufasa: Il Re Leone arriverà nelle sale il 20 dicembre di quest’anno.

Mufasa: Il Re Leone, il primo trailer mostra le origini del protagonista

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Il regista premio Oscar di Moonlight, Barry Jenkins è pronto a portare in sala il suo nuovo film, il prequel del film Disney “live-action” Il Re Leone, incentrato sulle origini di Mufasa. Mufasa: Il Re Leone arriverà infatti nelle sale a dicembre e sfoggerà la stessa tecnologia CGI del film di Jon Favreau del 2019. Il film, stando a quanto ad oggi rivelato, mostrerà come Mufasa sia diventato il re che tutti conosciamo e anche come il suo rapporto con Scar sia diventato così complicato.

Durante la presentazione della Disney di giovedì al CinemaCon 2024 di Las Vegas, Jenkins è salito sul palco per mostrare un primo filmato di Mufasa: Il Re Leone. Oltre a presentare una versione più giovane del leone protagonista, questo sguardo al film prequel ha mostrato anche le versioni più giovani di personaggi di supporto come Rafiki, Zazu, Timon e Pumbaa. Anche se il filmato non è ancora stato pubblicato online, ComicBook.com ha riportato una descrizione completa del filmato mostrato.

Questo inizia “dalla parte oltre la luce, dove un leone è nato senza una goccia di nobiltà nel sangue“, dice il narratore. Mufasa è un cucciolo spensierato che cresce fino a diventare un leone più grande che si sia visto in natura. Sullo schermo scorrono numerosi animali e versioni più giovani di personaggi familiari, il tutto accompagnato dai classici numeri musicali de Il Re Leone. Questi personaggi “classici” appariranno dunque in Mufasa, ma non è chiaro come le loro storie si legheranno a quella del re.

Rafiki e Zazu hanno più senso, visto che hanno lavorato per Mufasa nel film originale. Il coinvolgimento di Timon e Pumbaa è invece un mistero molto più grande. Mufasa: Il Re Leone conterrà poi canzoni inedite per il franchise, oltre a nuovi interpreti vocali per i personaggi principali. Aaron Pierre sarà la voce di Mufasa, mentre Kelvin Harrison Jr. presterà la sua voce al cattivo Scar. Ad oggi disponiamo solo di un’immagine del film, per cui non resta che attendere la pubblicazione online di questo trailer.

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Sono cresciuto con questi personaggi, significano molto per me“, ha spiegato Jenkins in un’intervista dello scorso anno. “I re non nascono tali. Devono diventare ciò che sono attraverso una serie di eventi con i quali molte persone possono immedesimarsi. Quindi, da questo punto di vista, si adatta molto bene a tutto il resto che ho fatto. Quindi non sento alcuna pressione, voglio solo fare un buon lavoro“.

“Penso che vedrete una tonnellata di volti familiari“, ha poi anticipato Barry Jenkins in un’intervista del 2022. “È un prequel, ma di nuovo, è un prequel nel senso che questi sono tutti gli stessi personaggi, ma vi stiamo raccontando come sono arrivati a essere quello che sono. Quindi stiamo letteralmente andando a ritroso. Stiamo tornando indietro nel tempo con molti di questi personaggi. Siamo anche nel presente, ma torniamo indietro per raccontare chi erano questi personaggi“.

Aspettatevi dei numeri musicali“, ha aggiunto il regista. “Numeri musicali davvero meravigliosi, direi“. Mufasa: Il Re Leone arriverà nelle sale il 20 dicembre di quest’anno.

Mufasa: Il Re Leone, il filmato del CinemaCon rivela una storia d’origine unica; svelato un nuovo aspetto di Mufasa

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All’inizio di questa settimana la Disney ha dato filo da torcere alla Paramount al CinemaCon e tra i progetti in evidenza della Casa di Topolino c’era l’atteso prequel de Il Re Leone, Mufasa: Il Re Leone.

Sappiamo da tempo che il film approfondirà l’infanzia di Mufasa e Scar, ma come ha detto il regista Barry Jenkins ai presenti, “Cosa ci fa qui il regista di ‘Moonlight‘ per parlarmi di un film con un’eredità di 8 quadranti?“.

Ebbene, il regista ha dichiarato che è stata “una delle migliori decisioni che abbia mai preso in vita mia” e ha definito questo film “molto personale“, avendo guardato Il Re Leone oltre 200 volte mentre faceva da babysitter ai suoi giovani nipoti. Leggendo la sceneggiatura, ha detto che gli ha ricordato cosa fanno i giovani con le loro emozioni e “come possono diventare grandi così come sono“.

Ha anche definito Mufasa: Il Re Leoneun film enorme e il mio compito era quello di riempirlo con un cuore enorme“. Il teaser si limita a mostrare gli animali e gli ambienti in CGI, ma si dice che sia un netto miglioramento rispetto alla versione già fotorealistica de Il Re Leone che abbiamo visto nelle sale nel 2019. È interessante notare che una parte della narrazione sembra ribaltare ciò che pensavamo di sapere su Mufasa

Questa storia inizia ben oltre la montagna e le ombre dall’altra parte della luce. Nacque un leone senza una goccia di nobiltà nel sangue, un leone che avrebbe cambiato le nostre vite per sempre“.

Sembra quindi che Mufasa: Il Re Leone non sia nato in un ambiente regale e destinato a diventare re, una situazione ben diversa da quella in cui si è svolta la storia di Simba. Naturalmente, Jenkins ha suggerito per la prima volta che questo potrebbe essere il caso quando il film è stato presentato per la prima volta.

È la storia di come Mufasa sia salito al rango di re“, ha detto. “Pensiamo che sia semplicemente nato nella sua stirpe, ma in realtà Mufasa era un cucciolo orfano che ha dovuto attraversare il mondo da solo. Raccontando questa storia, possiamo sperimentare il vero viaggio di Mufasa che ha trovato il suo posto nel cerchio della vita“.

Con Aaron Pierre, Kelvin Harrison Jr., Seth Rogen, Billy Eichner, John Kani, Mufasa: Il Re Leone arriverà nelle sale il 20 dicembre di quest’anno.

Un nuovo look di Mufasa può essere visto nel post di X qui sotto:

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Sono cresciuto con questi personaggi, significano molto per me“, ha spiegato Jenkins in un’intervista dello scorso anno. “I re non nascono tali. Devono diventare ciò che sono attraverso una serie di eventi con i quali molte persone possono immedesimarsi. Quindi, da questo punto di vista, si adatta molto bene a tutto il resto che ho fatto. Quindi non sento alcuna pressione, voglio solo fare un buon lavoro“.

“Penso che vedrete una tonnellata di volti familiari“, ha poi anticipato Barry Jenkins in un’intervista del 2022. “È un prequel, ma di nuovo, è un prequel nel senso che questi sono tutti gli stessi personaggi, ma vi stiamo raccontando come sono arrivati a essere quello che sono. Quindi stiamo letteralmente andando a ritroso. Stiamo tornando indietro nel tempo con molti di questi personaggi. Siamo anche nel presente, ma torniamo indietro per raccontare chi erano questi personaggi“.

Aspettatevi dei numeri musicali“, ha aggiunto il regista. “Numeri musicali davvero meravigliosi, direi“. Mufasa: Il Re Leone arriverà nelle sale il 20 dicembre di quest’anno.

Mufasa: Il Re Leone, ecco le prime scene dell’annunciato prequel

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Dopo la prima immagine, oggi è emerso in rete un breve estratto video dell’attesissimo Mufasa: Il Re Leone, il sequel ibrido in live-action della versione del 2019 de Il Re Leone, che è stato diretto da Jon Favreau e ha guadagnato oltre 1,6 miliardi di dollari al box office mondiale. Nell’immagine si vede un giovane Mufasa in piedi su una scogliera.

Il filmato è stato mostrato agli investitori in occasione di una recente assemblea annuale degli azionisti all’inizio di questa settimana e ora ha iniziato a fare il giro dei social media.

Si tratta solo di pochi secondi, ma vediamo il giovane Mufasa che osserva il suo futuro regno prima che venga mostrato un leone più anziano accanto a Rafiki del Re Leone (John Kani dovrebbe riprendere il ruolo in questo prequel). La clip si conclude con il giovane Mufasa che salta in aria.

Aaron Pierre prenderà il posto dell’iconico James Earl Jones nel ruolo di Mufasa ed è fin troppo consapevole di avere un ruolo importante da riempire.

Beh, innanzitutto voglio riconoscere che James Earl Jones è una mia enorme ispirazione“, ha detto l’attore all’inizio di quest’anno. “Enormemente. E mi sento molto onorato di entrare in questo ruolo dopo di lui. Penso che la differenza fondamentale sarà che qui stiamo esplorando Mufasa in una veste diversa“.

Quando Sir James Earl Jones lo ha interpretato, questo è Mufasa nella sua piena capacità, nel suo ritmo, e penso che qui stiamo esplorando Mufasa prima di quel momento“, aggiunge Pierre. “Che aspetto ha questo giovane leone prima di diventare quello che conosciamo e di scoprire il suo ritmo, il modo in cui si comporta, il modo in cui si impegna con la sua comunità e i suoi cari? Credo che questa sia la cosa fondamentale. Sta scoprendo il suo ritmo“.

Siamo curiosi di vedere dove questo film porterà i personaggi che tutti conosciamo e amiamo de Il Re Leone, soprattutto perché Kelvin Harrison Jr. interpreterà Scar in un film che probabilmente servirà anche come storia di origine per il futuro assassino di Mufasa. Mufasa: Il Re Leone arriverà nelle sale il 20 dicembre di quest’anno.

 

Cosa sappiamo su Mufasa: Il Re Leone

Mufasa: Il Re Leone sarà diretto da Barry Jenkins, regista premio Oscar di Moonlight, da una sceneggiatura di Jeff Nathanson. Aaron Pierre darà la voce a Mufasa nel nuovo film, mentre Kelvin Harrison Jr. doppierà Scar, che presumibilmente sarà ancora una volta il cattivo del film. Non si sa molto del film, se non che si tratta della storia delle origini del padre di Simba. James Earl Jones, voce originale del Mufasa adulto, ha deciso di non tornare per il film.

Sono cresciuto con questi personaggi, significano molto per me“, ha spiegato Jenkins in un’intervista dello scorso anno. “I re non nascono tali. Devono diventare ciò che sono attraverso una serie di eventi con i quali molte persone possono immedesimarsi. Quindi, da questo punto di vista, si adatta molto bene a tutto il resto che ho fatto. Quindi non sento alcuna pressione, voglio solo fare un buon lavoro“.

“Penso che vedrete una tonnellata di volti familiari“, ha poi anticipato Barry Jenkins in un’intervista del 2022. “È un prequel, ma di nuovo, è un prequel nel senso che questi sono tutti gli stessi personaggi, ma vi stiamo raccontando come sono arrivati a essere quello che sono. Quindi stiamo letteralmente andando a ritroso. Stiamo tornando indietro nel tempo con molti di questi personaggi. Siamo anche nel presente, ma torniamo indietro per raccontare chi erano questi personaggi“.

Aspettatevi dei numeri musicali“, ha aggiunto il regista. “Numeri musicali davvero meravigliosi, direi“. Mufasa: Il Re Leone arriverà nelle sale il 20 dicembre di quest’anno.

Mufasa: Il Re Leone, da fratelli a nemici nel nuovo trailer del film Disney

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In occasione del D23, Disney ha svelato un’anteprima estesa dell’imminente uscita Mufasa: Il Re Leone, sfoggiando un nuovo trailer.

Prima di allora, i cantanti sono saliti sul palco e hanno anticipato un frammento della canzone di apertura del film prima che apparisse il regista Barry Jenkins. “Come tutti voi, ‘Il Re Leone’ ha lasciato un segno indelebile su di me”, ha detto Jenkins. “Ascoltare la musica e provare ogni emozione mentre la storia si svolgeva, un padre che lascia un’eredità al figlio, un branco che si ricostruisce e un giovane leone che cammina verso il suo destino. Raccontare la sua storia è un onore assoluto”.

Jenkins ha anche annunciato che Lin-Manuel Miranda scriverà le canzoni originali del film. Miranda ha ricevuto una standing ovation quando si è unito a Jenkins per l’anteprima della canzone, “I Always Wanted a Brother“.

Mufasa: Il re leone (Mufasa: The Lion King)

La trama de Mufasa: Il Re Leone

Mufasa: Il Re Leone racconta, attraverso Rafiki, la leggenda di Mufasa alla giovane cucciola di leone Kiara, figlia di Simba e Nala, con Timon e Pumbaa che offrono il loro caratteristico spettacolo. Raccontata attraverso flashback, la storia presenta Mufasa, un cucciolo orfano, perso e solo fino a quando incontra un leone comprensivo di nome Taka, erede di una stirpe reale. L’incontro casuale dà il via al viaggio di uno straordinario gruppo di sventurati alla ricerca del proprio destino: i loro legami saranno messi alla prova mentre lavorano insieme per sfuggire a un nemico minaccioso e letale.

Nella versione originale del film prestano le proprie voci:
– Aaron Pierre nel ruolo di Mufasa
– Kelvin Harrison Jr. nel ruolo di Taka, un principe leone dal futuro radioso che accoglie Mufasa nella sua famiglia come un fratello
– Tiffany Boone nel ruolo di Sarabi
– Kagiso Lediga nel ruolo del giovane Rafiki
– Preston Nyman nel ruolo di Zazu
– Mads Mikkelsen nel ruolo di Kiros, un leone straordinario con grandi progetti per il suo branco
– Thandiwe Newton nel ruolo della madre di Taka, Eshe
– Lennie James nel ruolo del padre di Taka, Obasi
– Anika Noni Rose nel ruolo della madre di Mufasa, Afia
– Keith David nel ruolo del padre di Mufasa, Masego
– John Kani nel ruolo di Rafiki
– Seth Rogen nel ruolo di Pumbaa
– Billy Eichner nel ruolo di Timon
– Donald Glover nel ruolo di Simba
– Blue Ivy Carter nel ruolo di Kiara, figlia di Re Simba e della Regina Nala
– Beyoncé Knowles-Carter nel ruolo di Nala

Il cast di voci originali comprende anche Braelyn Rankins, Theo Somolu, Folake Olowofoyeku, Joanna Jones, Thuso Mbedu, Sheila Atim, Abdul Salis e Dominique Jennings. Unendo tecniche cinematografiche live-action con immagini fotorealistiche generate al computer, Mufasa: Il Re Leone è diretto da Barry Jenkins e prodotto da Adele Romanski & Mark Ceryak, mentre Peter Tobyansen è il produttore esecutivo.

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Mufasa: Il Re Leone, Blue Ivy Carter, figlia di Beyoncé, interpreterà Kiara

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Una delle sorprese arrivate con il primo trailer di Mufasa: Il Re Leone è stata la rivelazione che Blue Ivy Carter farà il suo debutto come doppiatrice nel film. Nella storia interpreterà nientemeno che… la figlia di Beyoncé. Darà la voce all’erede di Simba (Donald Glover) e Nala (Beyoncé Knowles-Carter), e durante un’intervista con Empire il regista del film Barry Jenkins (Moonlight) ha rivelato perché la decisione di scegliere Blue Ivy Carter per il ruolo di Kiara è stata una “no-brainer”, ovvero una decisione semplice e quasi scontata.

Jenkins ha commentato che il talento vocale di Blue Ivy ha attirato la sua attenzione per la prima volta quando ha ascoltato la versione audiolibro del libro per bambini Hair Love. Jenkins ha definito il lavoro della ragazza “assolutamente straordinario“, e questo alla fine gli ha fatto pensare che avere madre e figlia che interpretavano una madre e una figlia sullo schermo avrebbe aiutato a trasmettere questo tipo di connessione che a volte è difficile da trasmettere sullo schermo. Il premio Oscar non sembra pentirsi della sua decisione:

“Guardare [Beyoncé] convivere con sua figlia, e quanto sia adorabile, gentile e incoraggiante è stato davvero speciale. Penso che abbia influenzato anche le performance che hanno offerto. Penso che questa sarà davvero una bellissima capsula del tempo per loro due, in questo momento in cui potranno condividere questa parte della loro relazione come questi personaggi.”

Mufasa: Il Re Leone, il nuovo film in arrivo il 19 dicembre nelle sale italiane, che esplora l’ascesa dell’amato re delle Terre del Branco. È stato annunciato anche il cast stellare che darà voce ai nuovi personaggi e a quelli più amati nella versione originale del film. Inoltre, il pluripremiato compositore Lin-Manuel Miranda firma le canzoni del film, prodotte da Mark Mancina e Miranda, con musiche aggiuntive e performance di Lebo M.

Miranda ha affermato: “Elton John. Tim Rice. Hans Zimmer. Lebo M. Mark Mancina. Beyoncé, Labrinth, Ilya Salmanzadeh. Beau Black, Ford Riley, l’incredibile team musicale di The Lion Guard e tanti altri collaboratori musicali nel corso degli anni. Il Re Leone ha un’eredità musicale incredibile, con brani di alcuni dei più grandi compositori in circolazione, e sono onorato e orgoglioso di farne parte. È stata una gioia lavorare al fianco di Barry Jenkins per dare vita alla storia di Mufasa e non vediamo l’ora che il pubblico possa vedere questo film al cinema”.

La trama de Mufasa: Il Re Leone

Mufasa: Il Re Leone racconta, attraverso Rafiki, la leggenda di Mufasa alla giovane cucciola di leone Kiara, figlia di Simba e Nala, con Timon e Pumbaa che offrono il loro caratteristico spettacolo. Raccontata attraverso flashback, la storia presenta Mufasa, un cucciolo orfano, perso e solo fino a quando incontra un leone comprensivo di nome Taka, erede di una stirpe reale. L’incontro casuale dà il via al viaggio di uno straordinario gruppo di sventurati alla ricerca del proprio destino: i loro legami saranno messi alla prova mentre lavorano insieme per sfuggire a un nemico minaccioso e letale.

Nella versione originale del film prestano le proprie voci:
– Aaron Pierre nel ruolo di Mufasa
– Kelvin Harrison Jr. nel ruolo di Taka, un principe leone dal futuro radioso che accoglie Mufasa nella sua famiglia come un fratello
– Tiffany Boone nel ruolo di Sarabi
– Kagiso Lediga nel ruolo del giovane Rafiki
– Preston Nyman nel ruolo di Zazu
– Mads Mikkelsen nel ruolo di Kiros, un leone straordinario con grandi progetti per il suo branco
– Thandiwe Newton nel ruolo della madre di Taka, Eshe
– Lennie James nel ruolo del padre di Taka, Obasi
– Anika Noni Rose nel ruolo della madre di Mufasa, Afia
– Keith David nel ruolo del padre di Mufasa, Masego
– John Kani nel ruolo di Rafiki
– Seth Rogen nel ruolo di Pumbaa
– Billy Eichner nel ruolo di Timon
– Donald Glover nel ruolo di Simba
– Blue Ivy Carter nel ruolo di Kiara, figlia di Re Simba e della Regina Nala
– Beyoncé Knowles-Carter nel ruolo di Nala

Il cast di voci originali comprende anche Braelyn Rankins, Theo Somolu, Folake Olowofoyeku, Joanna Jones, Thuso Mbedu, Sheila Atim, Abdul Salis e Dominique Jennings. Unendo tecniche cinematografiche live-action con immagini fotorealistiche generate al computer, Mufasa: Il Re Leone è diretto da Barry Jenkins e prodotto da Adele Romanski & Mark Ceryak, mentre Peter Tobyansen è il produttore esecutivo.

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Mufasa: Il Re Leone, Aaron Pierre spiega come il suo Mufasa sarà diverso

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Il film live-action del 2019 Il Re Leone è stato messo sotto accusa per essere essenzialmente un remake shot-for-shot del classico film del 1994. Tuttavia, dal punto di vista tecnologico, il film è stato un capolavoro rivoluzionario e tornerà con il prequel Mufasa: Il Re Leone.

Per un certo periodo si è vociferato che il regista Jon Favreau potesse tornare a dirigere un sequel che raccontasse una storia completamente nuova. Da allora ha spostato la sua attenzione su Star Wars e The Mandalorian, lasciando che la Disney si rivolgesse al premio Oscar Barry Jenkins per un’esplorazione dei primi anni di Mufasa e Scar nel film prequel, Mufasa: Il Re Leone.

Aaron Pierre prenderà il posto dell’iconico James Earl Jones nel ruolo di Mufasa ed è fin troppo consapevole di avere una responsabilità enorme.

Beh, innanzitutto voglio riconoscere che James Earl Jones è una mia enorme ispirazione“, racconta l’attore a Collider. “Enormemente. E mi sento molto onorato di entrare in questo ruolo dopo di lui. Penso che la differenza fondamentale sarà che qui stiamo esplorando Mufasa in una veste diversa“.

Quando Sir James Earl Jones lo ha interpretato, questo è Mufasa nella sua piena capacità, nel suo ritmo, e penso che qui stiamo esplorando Mufasa prima di quel momento“, aggiunge Pierre. “Che aspetto ha questo giovane leone prima di diventare quello che conosciamo e di scoprire il suo ritmo, il modo in cui si comporta, il modo in cui si impegna con la sua comunità e i suoi cari? Credo che questa sia la cosa fondamentale. È capirlo“.

Pierre è conosciuto soprattutto per i suoi ruoli nella serie DC Comics Krypton e in Old di M. Night Shyamalan. Kelvin Harrison Jr. subentra a Chiwetel Ejiofor nel ruolo di Scar, anche se ci sarà un certo  legame al film del 2019 grazie ai ritorni di Billy Eichner e Seth Rogen nei panni di Timon e Pumba insieme a John Kani nel ruolo di Rafiki.

“Penso che vedrete una tonnellata di volti familiari“, ha anticipato Barry Jenkins in un’intervista del 2022. “È un prequel, ma di nuovo, è un prequel nel senso che questi sono tutti gli stessi personaggi, ma vi stiamo raccontando come sono arrivati a essere quello che sono. Quindi stiamo letteralmente andando a ritroso. Stiamo tornando indietro nel tempo con molti di questi personaggi. Siamo anche nel presente, ma torniamo indietro per raccontare chi erano questi personaggi“.

Aspettatevi dei numeri musicali“, ha aggiunto il regista. “Numeri musicali davvero meravigliosi, direi“. Mufasa: Il Re Leone arriverà nelle sale il 20 dicembre di quest’anno.

Mufasa: ecco quando arriva il primo trailer del prequel di Il Re Leone

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Il primo trailer completo dell’imminente prequel Mufasa del remake live-action del 2019 de Il Re Leone, dopo il debutto su GMA, sarà pubblicato online domani e abbiamo una nuova immagine  che ci dà un’altra occhiata all’amato padre di Simba, Mufasa, da cucciolo.

Mufasa: Il Re Leone è diretto da Barry Jenkins, regista di Moonlight, e vede la partecipazione di Aaron Pierre e Kelvin Harrison Jr. nei panni delle versioni più giovani di Mufasa e del suo nefasto fratello Scar, che sostituiscono James Earl Jones nel ruolo di Mufasa sia nell’originale animato del 1994 che nel remake, e Jeremy Irons e Chiwetel Ejiofor in quello di Scar.

Un filmato del film è stato proiettato durante il D23 Expo nel 2022, con Rafiki (John Kani) che racconta la storia di Mufasa a un gruppo di giovani cuccioli. Come si scopre, il leone che sarebbe diventato re era in realtà un cucciolo orfano che ha dovuto attraversare il mondo da solo fino a trovare la strada per diventare il monarca di Pride Rock.

In questo luogo è nato un leone senza una goccia di nobiltà nel sangue“, racconta Rafiki. “Il leone che avrebbe cambiato le nostre vite per sempre“. Il teaser include anche alcuni dialoghi del Timon di Billy Eichner: “Aspetta, aspetta, non sono in questa storia? Non mi sento visto“.

Dovevo fare questo film“, ha detto Jenkins quando il progetto è stato annunciato per la prima volta. “Perché quando avevo 14 anni stavo crescendo due nipoti e c’era una cassetta VHS che abbiamo guardato circa 95 volte nel giro di due giorni. Pensavo a Mufasa e a come diventa grande… Non sono un re, non sono un re… Mufasa è grande grazie alla famiglia e agli amici che ha con sé“.

La giornata di domani potrebbe includere alcuni di questi momenti, ma probabilmente sarà molto diversa. Sebbene il remake del 2019 sia stato un successo al botteghino, non è stato accolto particolarmente bene dalla critica e si trova al 53% su Rotten Tomatoes. Guardate l’immagine qui sotto e fateci sapere cosa ne pensate.

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Cosa sappiamo su Mufasa: Il Re Leone

Mufasa: Il Re Leone sarà diretto da Barry Jenkins, regista premio Oscar di Moonlight, da una sceneggiatura di Jeff Nathanson. Aaron Pierre darà la voce a Mufasa nel nuovo film, mentre Kelvin Harrison Jr. doppierà Scar, che presumibilmente sarà ancora una volta il cattivo del film. Non si sa molto del film, se non che si tratta della storia delle origini del padre di Simba. James Earl Jones, voce originale del Mufasa adulto, ha deciso di non tornare per il film.

Sono cresciuto con questi personaggi, significano molto per me“, ha spiegato Jenkins in un’intervista dello scorso anno. “I re non nascono tali. Devono diventare ciò che sono attraverso una serie di eventi con i quali molte persone possono immedesimarsi. Quindi, da questo punto di vista, si adatta molto bene a tutto il resto che ho fatto. Quindi non sento alcuna pressione, voglio solo fare un buon lavoro“.

“Penso che vedrete una tonnellata di volti familiari“, ha poi anticipato Barry Jenkins in un’intervista del 2022. “È un prequel, ma di nuovo, è un prequel nel senso che questi sono tutti gli stessi personaggi, ma vi stiamo raccontando come sono arrivati a essere quello che sono. Quindi stiamo letteralmente andando a ritroso. Stiamo tornando indietro nel tempo con molti di questi personaggi. Siamo anche nel presente, ma torniamo indietro per raccontare chi erano questi personaggi“.

Aspettatevi dei numeri musicali“, ha aggiunto il regista. “Numeri musicali davvero meravigliosi, direi“. Mufasa: Il Re Leone arriverà nelle sale il 20 dicembre di quest’anno.

Mufasa: ecco il titolo del prequel del live action de Il Re Leone

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Al D23, Barry Jenkins, acclamato regista di Moonlight, è apparso sul palco per annunciare ufficialmente Mufasa: Il re leone, un nuovo prequel del film Il Re Leone in live action del 2019.

Originariamente annunciato nel 2020 come sequel del film del 2019, Mufasa racconta la storia delle origini dell’iconico padre di Simba, esplorando la sua infanzia trascorsa con il fratello cattivo Scar. Il film si avvarrà della voce di Aaron Pierre e di Kelvin Harrison Jr. che interpreteranno le versioni più giovani dei personaggi, al posto di James Earl Jones nei panni di Mufasa sia nell’originale del 1994 che nel remake in CGI del 2019, e Jeremy Irons e Chiwetel Ejiofor nei panni del malvagio Scar.

Oltre ad annunciare il titolo, in occasione della convention Disney è stato mostrato al pubblico un filmato in anteprima esclusivo del film. Il filmato inizia con Rafiki (John Kani) che racconta la storia di Mufasa ai giovani cuccioli, rivelando che il leone era in realtà un cucciolo orfano che ha dovuto navigare per il mondo da solo fino a diventare il re della Rupe dei Re. In quanto tale, il film va oltre le iconiche terre del branco per mostrare il cucciolo Mufasa in un deserto, dove viene colpito da un’alluvione che lo renderà orfano.

Mudbound: trailer del film Netflix con Carey Mulligan

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Mudbound: trailer del film Netflix con Carey Mulligan

Netflix ha diffuso il trailer di Mudbound, il nuovo film originale diretto da Dee Rees presentato al Sundance Film Festival 2017. Nel cast Carey Mulligan, Jason Clarke, Rob Morgan, Mary J. Blige e Garrett Hedlund.

Mudbound sarà disponibile in tutti i Paesi in cui il servizio è attivo a partire dal 17 Novembre 2017.

Mudbound, trama

Ambientato tra le campagne degli Stati Uniti meridionali durante la Seconda Guerra Mondiale, Mudbound è la storia epica di due famiglie, messe l’una contro l’altra da una gerarchia sociale spietata, eppure legate dalla terra che lavorano: il Delta del Mississippi.

Mudbound segue le vicende della famiglia McAllan, che si è da poco trasferita in Mississippi dalla tranquilla città di Memphis e non è preparata alle difficoltà della vita di campagna. Nonostante i sogni grandiosi di Henry (Jason Clarke), sua moglie Laura (Carey Mulligan) continua a credere nei progetti senza speranze di suo marito.

Nel frattempo, Hap e Florence Jackson (Rob Morgan, Mary J. Blige) – mezzadri che hanno lavorato la terra per intere generazioni – lottano con coraggio per realizzare i propri sogni nonostante le rigide barriere sociali che devono affrontare.

La guerra stravolge i piani di entrambe le famiglie, mentre i loro cari appena tornati, Jamie McAllan (Garrett Hedlund) e Ronsel Jackson (Jason Mitchell), stringono un’amicizia difficile, che sfiderà la brutale realtà in cui vivono: il Sud delle Leggi Jim Crow.

Mudbound: recensione del film di Dee Rees

Mudbound: recensione del film di Dee Rees

Alla Festa del Cinema di Roma 2017 è arrivato il dramma in costume dalla giovane regista e sceneggiatrice Dee Rees, Mudbound. Reduce di una premiere al Sundance 2017, dove la Rees è di casa avendoci debuttato nel 2011 con Pariah, il film è stato acquistato da Netflix e sarà distribuito sulla piattaforma di streaming dal 17 Novembre 2017. Sappiamo bene che il nome di Netflix attaccato al progetto non è assolutamente qualcosa da vedere in modo negativo ma è anzi sempre più spesso sinonimo di prodotti di altissima qualità e Mudbound non è da meno.

La Seconda Guerra Mondiale sta per scoppiare e Henry McAllan (Jason Clarke) trascina la moglie Laura (Carey Mulligan) e le loro due figlie da una casetta a schiera di Memphis ad una fattoria sul Delta del Mississipi. Lì è obbligata a convivere con il burbero suocero (Jonathan Banks), animali di qualsiasi specie, una campagna ostile e una realtà selvaggia a cui lei non è abituata. Nelle terre comprate da McAllan vivono diverse famiglie di schiavi, tra cui quella di Hap Jackson (Rob Morgan), un bracciante che sogna di comprarsi un giorno la sua terra, la cui moglie Florence (Mary J.Blige) stringe un rapporto di amicizia e rispetto con Laura, l’unica che non sembra giudicarli per il colore della pelle.

Le stagioni passano nella fattoria e con la fine della Guerra, tornano dall’Europa due reduci: Ronsel (Jason Mitchell), figlio di Hap e Jamie (Garrett Hedlund), l’affascinante fratello di Henry che non lascerà Laura indifferente. La vita dopo la Guerra per loro non è facile in famiglia, soprattutto per Ronsel che non più abituato all’estremo razzismo del Sud: ma l’aver condiviso la vita al fronte li unirà in una singolare amicizia.

MudboundMudbound, la recensione del film con Garrett Hedlund

Mudbound potrebbe essere tradotto dall’inglese con “legati al fango” e sebbene la trama segua un suo percorso ben preciso, il fango è senza dubbio al centro di questa storia, tant’è che la voce fuori campo di Laura ci avverte anche che le sembrava quasi di “sognare in marrone”. Fango come quello che circonda le loro case, che li sporca dalla testa ai piedi, quello che inesorabilmente si ricompatta dopo ogni pioggia rendendo difficile la semina. Fango come quello del Delta del Mississippi, una delle aree rurali più a sud degli Stati Uniti, quel Mississippi parte degli Stati Confederati, dove la segregazione razziale era giustificata da leggi e la percentuale di schiavi neri era la più alta del Paese.

E Dee Rees quest’idea del fango che ti opprime, non solo come metafora, la rende molto bene, lasciandoti addosso quasi una sensazione di umidità alla fine del film, oltre che molto a cui pensare. Non è una storia nuova a livello di tematiche, ma alla luce di diversi fatti di cronaca recenti (come lo scontro tra suprematisti e antirazzisti di Charlottesville, giusto per citarne uno), Mudbound risulta assolutamente rilevante, come lo è stato anche Detroit, film di Kathryn Bigelow presentato sempre qui alla Festa del Cinema di Roma.

Mudbound – Guarda il primo trailer del film con Carey Mulligan

Carey Mulligan con il suo fascino di un altra epoca rappresenta con dignità e sensibilità il suo personaggio, Jason Clarke insegue una sorta di redenzione per tutto il film, non riuscendo però a discostarsi dalle sue radici e Mary J.Blige è quasi irriconoscibile nella sua Florence, dimostrando di essere non solo una bravissima cantante. Ma è Garrett Hedlund quello che convince di più nel ruolo del reduce della Guerra che soffre di PTSD e non riesce a ritornare alla realtà rifugiandosi nell’alcol, racchiudendo in tutte le battute, rabbia e allo stesso tempo gentilezza, un conflitto interno che traspare anche dai suoi occhi.

Dee Rees sceglie con cura cosa mostrarci di questa storia, quali aspetti e quali sentimenti, guidandoci con la sua regia verso un unico imparziale giudizio e regalandoci un film vecchio stile, ma con diverse trovate nuove, tanto da non rendere pesanti le due ore e dieci di durata. Probabilmente girato con l’ambizione per il grande schermo (che si sarebbe meritato), Mudbound sarà una piacevole scoperta per gli abbonati Netflix, che si troveranno un bellissimo film nella libreria senza nemmeno accorgersene.

 

Mudbloods: trailer del documentario sul Quiddich giocato dai Babbani!

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Mudbloods quidditchIl Quiddich esiste anche nel mondo dei Babbani, si fa a cavallo di un manico di scopa, con quattro palle, ognuna con un ruolo diverso, e sette giocatori per parte. E’ diffuso in sempre maggiori campus universitari e si gioca sul serio; unica differenza con quello giocato a Hogwarts da Harry Potter e i suoi amici è che nel Quiddich Babbano, per così dire, non si vola.

Realisticamente parlando sembra assurdo che delle persone abbiano messo in piedi un gioco basato esattamente sullo sport magico per eccellenza, inventato da J.K. Rowling per la sua saga di Harry Potter, e invece è tutta realtà, e il documentario Mudbloods ci mostrerà un intero mondo fino ad ora sconosciuto. Ecco il trailer del documentario:

Fonte: EW

Mud: trailer italiano del film con Matthew McConaughey

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Mud: trailer italiano del film con Matthew McConaughey

Dopo oltre un anno di attesa,arriva anche in Italia, il 28 agosto,  Mud di Jeff Nichols (Take Shelter, Shotgun Stories), che racconta la storia di un vagabondo “arenato” su un isola con in tasca solo una pistola. Un giorno quest’uomo viene scoperto da due ragazzini che non sanno se aiutare o meno lo sconosciuto. A dare supporto alla performance di Matthew McConaughey troviamo Reese Witherspoon.

In Usa Mud ha ricevuto critiche positive da chiunque collezionando un 98% su RottenTomatoes e un 76/100 di Metascore su Metacritic, confermando così il talento di un regista che con Take Shelter aveva incantato il mondo e che si candida come elemento di spicco del nuovo cinema indie americano.

Mud: recensione del film con Matthew McConaughey

Mud: recensione del film con Matthew McConaughey

Mud, animato dall’immane talento di Matthew McConaughey siamo davanti ad un’ulteriore conferma della sua mostruosa bravura e classe – è quasi una creatura magica spuntata dal nulla e arenatasi per caso su un lembo di terra al centro del fiume Arkansas. In una sperduta cittadina di fiume dell’Arkansas due adolescenti, Ellis e Neckbone, sono in cerca  – com’è naturale – di stimoli e nuove avventure, quando si imbattono nella stranezza di una barca arenata su di un albero e del suo abitante ancora più peculiare, un uomo che si fa chiamare Mud.

Mud: tra avventura, crescita e scoperta

Già solo queste premesse non possono che portare indietro al cult di fine anni Ottanta di Rob Reiner Stand By Me, con il quale effettivamente Mud condivide lo stesso spirito di avventura, crescita e scoperta. Si tratta chiaramente di scoperte differenti, visto il gap di età tra i protagonisti dei due film: nonostante la violenza e la minaccia della morte facciano capolino in entrambe le pellicole “di formazione”, l’accento di Mud è spostato almeno in parte sull’aspetto dei primi tentennamenti amorosi. Ciò accade in particolare per Ellis/Tye Sheridan, visto che la figura di Neckbone/Jacob Lofland – pur ricordando fisicamente River Phoenix e di conseguenza i suoi ruoli “maturi” – tende a rimanere ancorata maggiormente all’infanzia, sotto l’egida della perturbante figura paterna del fratello interpretato da Michael Shannon.

Mud, fuoricasta incatalogabile, rappresenta un anello di congiunzione tra il mondo dei ragazzi e quello degli adulti, visto che, pur essendo “grande”, preserva un giovanile insopprimibile idealismo, corredato da altruismo e coraggio, oltre ad un stile di vita arrangiato alla Huckleberry Finn. Nel corso dello sviluppo della storia, nel film si va intrecciando e ingrossando una componente più propriamente di genere, che rende l’insieme decisamente emozionante, appassionante, thrilling, senza perdere per questo in verosimiglianza.

Il casting più che perfetto, fotografia e location suggestive, una regia impeccabile e mai invadente, lo stile recitativo che riesce ad evitare di andare sopra le righe (grazie del resto ad un eccellente script intessuto di dialoghi semplici ma significativi), tutto contribuisce a rendere Mud un piccolo capolavoro imperdibile, oltre che già un cult indie già riconosciuto e apprezzato a livello internazionale.

Mucho Más: il documentario Prime Video su Gianluca Vacchi

Mucho Más: il documentario Prime Video su Gianluca Vacchi

Gianluca Vacchi è una figura mitica dei nostri tempi: azionista, imprenditore, influencer e dj. L’uomo si racconta nel documentario Prime Video Mucho Más, un percorso tra i ricordi e le molteplici personalità di un cinquantenne tutt’altro che ordinario.

Chi è Gianluca Vacchi?

Il protagonista del documentario Mucho Más è Gianluca Vacchi. Nato a Bolonga il 5 agosto 1967, Gianluca è figlio dell’imprenditore Marco Vacchi. Dal padre, ha ricevuto l’azienda IMA, ma anche un’educazione decisamente severa. Fino a ventinove anni, Gianluca segue le orme paterne da industriale: si laurea di Economia e Commercio e si occupa dell’impresa di famiglia.

Ad un certo punto della sua vita però, Vacchi decide di distaccarsi dall’IMA e di trasformare la sua vita: si lancia in borsa e, grazie alla gestione delle azioni di nomi importanti, riesce ad ottenere grandi guadagni. Con un patrimonio che lievita sempre di più, Gianluca può dedicare molto più tempo al lato giocoso di sé: si lancia sui social e diventa virale. Come se non bastasse, a quasi cinquant’anni decide di voler diventare un dj e ci riesce. E ancora: trova l’amore, si sposa e diventa padre. Tra affari, divertimento e famiglia, Gianluca rivela quella che per lui è la formula magica per godersi la vita.

Un imprenditore, ma Mucho Más!

Gianluca Vacchi si racconta dall’inizio alla fine di Mucho Más e fa ciò attraverso il suo linguaggio abituale. Filmati realizzati per i social – e inseriti in formato smartphone – si alternano alle narrazioni di Gianluca e delle persone a lui care: la madre, la moglie Sharon Fonseca. Tutto viene riportato con pathos ed emotività: non mancano gli aneddoti commoventi sull’amore e sull’infanzia e neppure le orazioni motivazionali degne di un mental coach.

L’auto-racconto e l’auto-celebrazione

La stravaganza di Vacchi si nota fin dai primi minuti, quando il protagonista di Mucho Más rivela i suoi segreti di bellezza. Dal sonno nella camera iperbarica, alla crioterapia, la manicure, i tatuaggi auto-celebrativi: Gianluca ama sé stesso e non fa nulla per nasconderlo. L’abilità più grande di quest’uomo è senza dubbio il sapersi raccontare: riesce a rendersi da solo una figura mitica. L’autostima di Vacchi però, sconfina decisamente in vanità e narcisismo.

Prime Video sfrutta appieno la meta-narrazione che l’imprenditore fa di se stesso. La tendenza di Amazon a produrre documentari su qualsiasi figura celebre del momento è ormai chiara: dal documentario su Chiara Ferragni, Laura Pausini Federica Pellegrini, fino alla serie Ferragnez. Questo trend si sposa benissimo con un personaggio effervescente e megalomane come Vacchi. Rimane comunque il dubbio sull’utilità e l’autenticità di questi prodotti: è davvero necessario documentare la vita di una celebrity?

Un documentario svuotato del suo senso

In Mucho Más vediamo l’iper-documentazione della vita di una figura che, per prima, si è resa mitica. Mostrando la costruzione del suo personaggio, Gianluca Vacchi prova a svelare allo spettatore i segreti del suo successo, rendendo ogni suo passo eroico. In tutto ciò, Vacchi spiega come la sua origine benestante sia stata poco determinante nel suo percorso. Per quanto sia curioso ascoltare un individuo così stravagante, non si può negare il contrasto netto tra le parole dette dal protagonista e lo sfarzo mostrato sullo schermo.

In conclusione, Mucho Más è molto più vicino ad un reality show che ad un documentario: mostra, tra realtà, finzione e costruzione, una figura fatta per stare al centro dell’attenzione (e davanti al pubblico).

Much loved: recensione del film di Nabil Ayouch

In Much loved Quattro donne, Noha, Randa, Soukaina e Hlima, si prostituiscono a Marakech, desiderate e insieme disprezzate da sauditi ed europei. Subiscono violenze e umiliazioni, ma non sono vittime. Sono invece donne forti e autodeterminate, che sanno anche prendersi gioco degli uomini. Quando non lavorano, condividono una quotidianità fatta di sole donne, animata da un forte senso di solidarietà. Resistono con umorismo, allegria e tenerezza alla brutalità del mondo che le aspetta fuori.

Sesto lungometraggio del regista franco-marocchino Nabil Ayouch, giudicato scandaloso e messo al bando in Marocco dopo la partecipazione a Cannes, Much loved ha invece ottenuto solidarietà dal mondo cinematografico europeo e acceso il dibattito nel mondo arabo sui diritti delle donne e sulla condizione femminile.

Ha anche il merito di averlo fatto fotografando il mondo della prostituzione con realismo e senza pietismi. Ha mostrato donne forti, libere ed indipendenti grazie alla loro scelta di vita e si è immerso senza timori nell’esplorazione del paradosso di questa condizione, sinonimo d’altra parte di sfruttamento, mercificazione, umiliazione, che le protagoniste vivono senza farsi piegare, con dignità, da vere “guerriere”, come le ha definite lo stesso Ayouch. Paiono, anzi, molto più forti degli uomini, loro sì fragili, perciò brutali e violenti con le donne che pagano e dei cui servigi non saprebbero fare a meno.

Le quattro protagoniste di Much lovedLoubna Abidar, Asmaa Lazrak, Halima Karaouane, Sara Elmhamdi Elalaoui – attrici non professioniste, tranne Loubna Abidar, colpiscono per la naturalezza e il vivido realismo con cui interpretano i rispettivi ruoli.

Ayouch le dirige con sicurezza attraverso scene incisive, da cui passano i concetti cardine del film: spiccano fascino e sensualità dei corpi, occhi dallo sguardo fiero. La combattività è nei gesti – come i pugni chiusi di Noha in una delle scene più forti del film – l’emancipazione è nella sicurezza di certi rifiuti, la gioia di vivere nella leggerezza di alcuni momenti tra donne. Gli uomini hanno volti intimiditi, o soggiogati dal fascino, o accecati dalla rabbia. Le sequenze delle feste, ben orchestrate, evidenziano il bisogno maschile di umiliare la donna per nascondere le proprie debolezze, mentre questa si presta condiscendente a una sottomissione che è solo inscenata.

Dunque Much loved smaschera l’ipocrisia della società marocchina, imperniata sulla figura maschile, affrontando argomenti tabù come prostituzione, sesso e omosessualità (non ne escono peraltro meglio i clienti europei). L’ipocrisia riguarda anche le famiglie delle prostitute, che vivono dei loro guadagni ma le respingono, non ritenendole degne del rispetto e dell’affetto che esse cercano. Un volto del Marocco forse sconosciuto a molti, forse rimosso, che qui s’impone all’attenzione dello spettatore.

Much loved, la conferenza stampa con Nabil Ayouch

Nabil Ayouch racconta il suo nuovo lavoro, Much loved, che indaga la condizione della donna e il mondo della prostituzione in Marocco, presentato a Cannes alla Quenzaine e censurato dalle autorità marocchine in seguito a “una campagna isterica”, dice Ayouch, che per questo vive sotto scorta, come le protagoniste. In sala dall’8 ottobre, distribuito da Cinema di Valerio De Paolis.

Quali sono le sue attuali condizioni di sicurezza?

Nabil Ayouch: “Abbiamo passato momenti difficili, specie dopo Cannes: alcuni spezzoni del film, piratati, sono stati postati su Youtube e c’è stata questa reazione violentissima di una parte della popolazione, che ha generato la messa al bando e ci ha costretto a vivere sotto protezione. Oggi, c’è ancora un processo: un’associazione privata ci ha accusato di pornografia. Però le cose vanno meglio, da quando il film è uscito in Francia e in altri paesi europei”.

Immaginava i problemi a cui sarebbe andato incontro?

A.: “Immaginavo un’opposizione forte, speravo che avrebbe acceso un dibattito in Marocco e nel mondo arabo sul ruolo della donna e la condizione femminile nella nostra società. In effetti ciò è accaduto. Le prostitute hanno iniziato ad esprimersi, ci si interroga sulla loro vita. Molte ci hanno ringraziato per averle fatte uscire dall’ombra. Molte persone che hanno visto il film hanno difeso il diritto della popolazione marocchina a scegliere cosa andare a vedere. Tuttavia, non avrei mai potuto immaginare che il film avrebbe generato minacce di morte, né che sarebbe stato messo al bando nel modo più illegale – non è neanche stato visionato da una commissione di censura. Ma lo avrei fatto comunque”.

Chi ha paura di Ayouch?

A. : “Vorrei saperlo anch’io. Penso che il sesso e i suoi mestieri siano un tabù molto più grande di quanto immaginassi, nel mio paese. Se avessi dipinto queste donne come non sono, cioè delle vittime e non le guerriere che ho mostrato, forse il film non avrebbe disturbato. Ho dato uno specchio alla società marocchina: poteva guardarsi, mentre in qualche modo ha scelto di romperlo”.

Eppure il Marocco è visto come un esempio di monarchia illuminata…

A.: “E’ vero. Negli ultimi quindici anni c’è stata un’evoluzione positiva, si è incentivata la libertà d’espressione anche artistica, sancita dalla costituzione. Perciò sono scioccato dalla censura e ritengo fondamentale continuare a lottare per i diritti civili. Altrimenti c’è il rischio concreto di arretrare rispetto a ciò che abbiamo conquistato”.

Come ha scelto le protagoniste, non attrici, né prostitute?

A.: “Ho visto molte donne per il casting, prostitute e non, quasi tutte attrici non professioniste. Per me era fondamentale la loro motivazione nell’interpretare questi ruoli. Perciò ho scelto le quattro protagoniste. Volevano recitarli al punto che qualcuna di loro mi ha mentito e ha detto di essere una prostituta. Mi ha colpito quanto ritenevano importante rendere giustizia a queste donne, renderle visibili”.

Cosa la colpisce delle prostitute che ha conosciuto per il film?

A.: “Il loro spirito d’indipendenza, da ciò ricavano un potere e una forza che non si trovano in altre realtà. Contrariamente all’Europa, le prostitute in Marocco non hanno protettori, sono donne che si sono costruite da sole in una società patriarcale. Questo genera la solidarietà reciproca, la capacità di resistere. Anche il rapporto con la famiglia e il loro disperato bisogno d’amore mi hanno toccato. La famiglia d’origine resta il fondamento imprescindibile della loro identità. Le danno tutto ciò che guadagnano in cambio di un amore che, invece, è sempre negato”.

Perché raccontare il Marocco e le sue duplicità?

A.: “La società e la vita quotidiana lì m’ispirano per la loro vitalità e le loro contraddizioni, che spesso generano paradossi e ipocrisia. Posso affrontare temi che mi ossessionano, situazioni di gente emarginata, che non ha possibilità di essere vista né ascoltata. Forse ciò dipende dal fatto che sono cresciuto in una banlieue e mi sento vicino a questa realtà”.

Much Ado About Nothing Trailer del nuovo film di Joss Whedon

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Much Ado About NothingGuarda il Trailer internazionale di Much Ado About Nothing, l’atteso nuovo film del regista di The Avengers, Joss Whedon che prende una pausa shakespeariana dall’universo Marvel,

MUBI: tutti i film in uscita ad Ottobre 2023

MUBI: tutti i film in uscita ad Ottobre 2023

Ottobre 2023 è appena cominciato, ecco gli  Highlights della programmazione di questo mese sulla piattaforma streaming MUBI.

STRANGE WAY OF LIFE di Pedro Almodóvar (2023)

Pedro Almódovar torna con un cortometraggio ambientato nel vecchio west, con due protagonisti d’eccezione: Ethan Hawke e Pedro Pascal. Dopo 25 anni, Silva attraversa il deserto per fare visita alla sua vecchia fiamma, lo sceriffo Jake. Dopo una serata di intimità, ricordi e riconciliazione, si scopre che entrambi sono collegati a un omicidio, sottintendendo che il loro incontro non è solamente un tuffo nel passato.

THERE’S NOTHING OUT THERE  (1952)

Per la nostra rassegna dedicata ad Halloween vi proponiamo THERE’S NOTHING OUT THERE. Diretto dal ventenne Rolfe Kanefsky, questo splatter anarchico e divertente ha definito il modello per molti dei film di genere meta-horror che hanno caratterizzato gli anni Novanta. Precedendo di cinque anni SCREAM, questo film è un manuale di sopravvivenza per ogni aspirante final girl. Per scoprirne l’affascinante storia, dalla concezione alla mancata distribuzione, non perdetevi il mini documentario COPYCAT di Charlie Shackleton. GIÀ DISPONIBILE SU MUBI

GOTICO ITALIANO: TRE FILM DI MARIO BAVA

LISA E IL DIAVOLO (1973), QUANTE VOLTE… QUELLA NOTTE (1972) e REAZIONE A CATENA (1971) Non si può parlare dell’epoca d’oro del cinema di genere italiano senza parlare di Mario Bava. I tre film di questa raccolta offrono una panoramica sul suo ultimo decennio, testimoniando uno stile visivo unico, in grado di rivolgere la sua singolare maestria a generi più disparati. Per il mese di Halloween vi presentiamo “Gotico italiano: Tre film di Mario Bava”, con LISA E IL DIAVOLO (1973), QUANTE VOLTE… QUELLA NOTTE (1972), REAZIONE A CATENA (1971).

LA RAGAZZA CON LA PISTOLA di Mario Monicelli (1968), IL GIARDINO DEI FINZI CONTINI di Vittorio De Sica (1970) A ottobre vi proponiamo anche due classici del cinema italiano di due grandi Maestri: Mario Monicelli e Vittorio De Sica. Classico della commedia all’italiana, LA RAGAZZA CON LA PISTOLA vede una splendida Monica Vitti nei panni di un’ indipendente giovane donna in cerca di vendetta, in un film sovversivo. IL GIARDINO DEI FINZI CONTINI è invece l’adattamento dell’omonimo libro di Giorgio Bassani e segue le vicende di una famiglia ebraica e del gruppo di amici a loro vicini nella Ferrara alto borghese, alle porte della Seconda Guerra Mondiale, tra vicende umane universali e l’inquietante sfondo delle persecuzioni razziali.

GRANDI NOMI PER PICCOLI FILM

GREEN VINYL (Kleber Mendonça Filho, 2004)

I suoni innocenti del canto degli uccelli segnalano la possibilità di infrangere le regole in questo primo cortometraggio di Kleber Mendonça Filho, deliziosamente inquietante. Trasformando il racconto su una pericolosa curiosità nel ritratto di una giovane ragazza intraprendente, il regista brasiliano si diletta a fare a pezzi il concetto di obbedienza. DAL 12 OTTOBRE SU MUBI

MUBI

MUBI è un servizio di streaming globale, una casa di produzione e di distribuzione di film, che ha la missione di valorizzare il grande cinema. MUBI crea, cura, acquisisce e seleziona film visionari, rendendoli accessibili al pubblico di tutto il mondo.

MUBI è un luogo dove scoprire film ambiziosi di filmmaker visionari. Da registi iconici ad autori emergenti. Tutti selezionati con cura dai programmatori di MUBI. Con MUBI GO, i membri di alcuni paesi possono ottenere un biglietto gratuito ogni settimana per vedere i migliori film in uscita in sala. E Notebook esplora tutti gli aspetti della cultura cinematografica  — sia su carta che online.

Tra le distribuzioni MUBI recenti e prossime ci sono: Passages di Ira Sachs, Strange Way of Life di Pedro Almodovar, How To Have Sex di Molly Manning Walker, Fallen Leaves di Aki Kaurismäki, High & Low  — John Galliano un documentario di Kevin Macdonald, The Delinquents di Rodrigo Moreno, The Settlers di Felipe Gálvez, Aftersun di Charlotte Wells, Pleasure di Ninja Thyberg, Memoria di Apichatpong Weerasethakul, First Cow di Kelly Reichardt e Petite Maman di Céline Sciamma.

Le produzioni MUBI includono Rosebushpruning di Karim Aïnouz con Kristen Stewart, Josh O’Connor ed Elle Fanning, Bring Them Down di Christopher Andrews, con Christopher Abbott e Barry Keoghan, e My First Film di Zia Anger, con Odessa Young e Devon Ross.

Le coproduzioni di MUBI includono Memory, il prossimo film di Michel Franco con Jessica Chastain e Peter Sarsgaard, One Fine Morning di Mia Hansen-Løve con Léa Seydoux, Farewell Amor di Ekwa Msangi (vincitore al Sundance Film Festival) e Our Men di Rachel Lang.

MUBI è la più grande comunità di appassionati di cinema, in tutto il mondo. Disponibile in 190 paesi, con oltre 15 milioni di membri in tutto il mondo. Nel gennaio 2022, MUBI ha acquisito le rinomate società di vendita e produzione The Match Factory e Match Factory Productions.

MUBI: tutti i film in uscita a Giugno 2024

MUBI: tutti i film in uscita a Giugno 2024

Con l’ultimo giorno di Maggio ecco a voi tutti i film in uscita a Giugno 2024 MUBI, la piattaforma streaming dedicata al cinema d’autore.

MADE IN ENGLAND: I FILM DI POWELL E PRESSBURGER di David Hinton (2024)

Martin Scorsese celebra l’eredità dei visionari Michael Powell ed Emeric Pressburger, due dei migliori registi e sceneggiatori inglesi di sempre. Attraverso una miniera d’oro di clip e rari filmati d’archivio, Scorsese, qui in veste di produttore e narratore, esamina il genio, l’audacia e l’impatto dei due registi sulla storia del cinema. Un documentario affascinante e una lezione di cinema per gli amanti della settima arte e non solo.

ANCORA UN’ESTATE di Catherine Breillat (2023)

L’ultimo lavoro della provocatoria Catherine Breillat è stato presentato al Festival di Cannes del 2023, diventandone il film scandalo. Con questa storia scabrosa di un amore proibito, Breillat continua a dedicarsi allo studio del desiderio femminile, fil rouge del suo cinema.

KOKOMO CITY di D. Smith (2023)

Allontanata dall’industria musicale in seguito alla sua transizione, la produttrice candidata ai Grammy D. Smith dona alla sua opera prima, unica nel suo genere, un ritmo dinamico e vivace. KOKOMO CITY, presentato lo scorso anno al SXSW e al Sundance Film Festival, rompe gli stigmi sociali analizzando in modo schietto e senza filtri le vite di quattro sex worker trans e nere che vivono tra New York e la Georgia.

GLI SPAZI QUEER DEL CINEMA

  • CASA ROSHELL di Camila José Donoso (2017),
  • UNGENTLE di Huw Lemmey, Onyeka Igwe (2022),
  • PARIS IS BURNING di Jennie Livingston (1990),
  • SHAKEDOWN di Leilah Weinraub (2018),
  • QUERELLE di Rainer Werner Fassbinder (1982),
  • MAURICE’S BAR di Tom Prezman, Tzor Edery (2023),
  • EAST PALACE, WEST PALACE di Zhang Yuan (1996),
  • MÄDCHEN IN UNIFORM di Leontine Sagan, Carl Froelich (1931),
  • GREAT FREEDOM di Sebastian Meise (2022),
  • BOLERO di Nans Laborde-Jourdàa (2023)

Bar, nightclub e aree di cruising hanno storicamente rappresentato luoghi di rifugio, resistenza e piacere per la comunità LGBTQ+, ed è ciò che verrà esplorato nella rassegna “Un posto tutto per noi: gli spazi queer del cinema”. Il documentario MAURICE’S BAR rivisita il secondo bar gay di Parigi, distrutto durante l’occupazione nazista, mentre film come PARIS IS BURNING e SHAKEDOWN esplorano la vivace scena dei nightclub e delle ballroom. Il cinema queer include anche ambienti oppressivi, come prigioni e collegi, trasformandoli in luoghi di ribellione e con questa rassegna vi invitiamo a scoprire l’importanza e la varietà di questi spazi.

IN GUERRA E IN AMORE: DUE FILM DI CLAIRE DENIS

CHOCOLAT e BEAU TRAVAIL di Claire Denis (2023)

Guardare i film di Claire Denis ha il potere di risvegliare tutti i sensi. La regista francese nelle sue opere si concentra su personaggi che vivono la propria vita seguendo, nel bene o nel male, le loro emozioni. Nel suo cinema, la ragione è spesso soverchiata da desideri segreti che serpeggiano appena sotto la superficie. In questo dittico, composto da CHOCOLAT (1988) e BEAU TRAVAIL (1999), la regista esplora il retaggio del colonialismo affrontando le tensioni della vita coloniale, oltre alle conseguenze insidiose e durature sia sulla psiche che sui corpi delle persone coinvolte.

FAMIGLIE SULL’ORLO DI UNA CRISI DI NERVI

  • FESTEN di Thomas Vinterberg (1998),
  • THE ICE STORM di Ang Lee (1997),
  • OUR TIME di Carlos Reygadas (2018),
  • THE LONG FAREWELL di Kira Muratova (1971)
    TOKYO SONATA di Kiyoshi Kurosawa (2008)

“Famiglie sull’orlo di una crisi di nervi” è una raccolta di film che esplora le dinamiche complesse e spesso turbolente all’interno delle famiglie, rivelando come le tensioni e i conflitti possano portare a momenti di rottura e trasformazione. Da FESTEN di Thomas Vinterberg e la sua festa di compleanno che si trasforma in un incubo a OUR TIME di Carlos Reygadas che offre uno spaccato profondo e poetico delle tensioni coniugali, fino alle due famiglie suburbane in crisi di THE ICE STORM di Ang Lee.

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Tra le distribuzioni MUBI recenti e prossime ci sono: Passages di Ira Sachs, Strange Way of Life di Pedro Almodovar, How To Have Sex di Molly Manning Walker, Fallen Leaves di Aki Kaurismäki, High & Low  — John Galliano un documentario di Kevin Macdonald, The Delinquents di Rodrigo Moreno, The Settlers di Felipe Gálvez, Aftersun di Charlotte Wells, Pleasure di Ninja Thyberg, Memoria di Apichatpong Weerasethakul, First Cow di Kelly Reichardt e Petite Maman di Céline Sciamma.

MUBI: tutti i film in arrivo a Febbraio 2023

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MUBI: tutti i film in arrivo a Febbraio 2023

Manca poco alla fine del primo mese dell’anno e oggi vi segniamo tutti i film in uscita a Febbraio 2023 su MUBI! Tra le uscite vi segnaliamo La scelta di Anne – L’Événement.

LA SCELTA DI ANNE – L’ÉVÉNEMENT di Audrey Diwan (2021)

Vincitore del Leone d’Oro alla Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica di Venezia nel 2021, LA SCELTA DI ANNE – L’ÉVÉNEMENT di Audrey Diwan è la seconda opera registica di Diwan, già sceneggiatrice. Tratto dal libro del Premio Nobel Annie Ernaux, il film ripercorre le vicende autobiografiche di Ernaux stessa, quando durante il suo periodo universitario negli anni ‘60, si trova a dover intraprendere un percorso per l’interruzione di una gravidanza, in una Francia dove l’aborto era ancora illegale. La protagonista Anamaria Vartolomei ha vinto il premio alla Migliore Promessa Femminile agli ultimi César.

TROMPERIE – INGANNO di Arnaud Desplechin (2021)

Arnaud Desplechin dirige Léa Seydoux e Denis Podalydès in un racconto di adulterio. Nella Londra degli anni ’80 uno scrittore nella incontra regolarmente la sua amante e riflette sulle donne che ha amato nella sua vita, usando i ricordi per le sue elucubrazioni letterarie. Il film è tratto dal romanzo di Philip Roth “Inganno” ed è stato presentato nella sezione Cannes Première alla 74esima edizione del festival.

PER UN’ORA DI AMORE: DUE FILM DI VALERIO MIELI

RICORDI? (2018) e DIECI INVERNI (2008)
di Valerio Mieli

Nel mese di San Valentino, aggiungiamo due titoli italiani alla nostra collezione di film romantici “Per un’ora d’Amore”: RICORDI? e DIECI INVERNI di Valerio Mieli. Con Isabella Ragonese e Michele Riondino, in DIECI INVERNI seguiamo dieci momenti invernali dei protagonisti e lo sviluppo della loro relazione anno dopo anno. In RICORDI?, Linda Caridi e Luca Marinelli sono i due protagonisti la cui storia d’amore viene rivissuta e rimodellata tramite i frammenti della loro memoria.

PARK CHAN-WOOK: UN DITTICO

JOINT SECURITY AREA (2000) e MADEMOISELLE (2016)

In concomitanza con l’uscita in sala dell’ultimo lavoro del regista coreano, DECISION TO LEAVE, a febbraio vi presentiamo un dittico di film di Park Chan-wook. In JOINT SECURITY AREA, tratto dal romanzo DMZ di Park Sang-yeon, le indagini di un misterioso incidente avvenuto nella zona demilitarizzata coreana, unico punto di incontro tra le due Coree, danno vita a un film poliziesco dal grande stile. MADEMOISELLE, anch’esso tratto da un romanzo, “Ladra” di Sarah Waters, segue le vicende di Hideko (una giovane ereditiera giapponese vittima degli intrighi dello zio) e Sook-hee (ladra coreana che riesce a farsi assumere come domestica di Hideko), in un intrigante thriller che mescola elementi di drama e film storico, riuscendo in un classico moderno.

I GRANDI FESTIVAL: LA BERLINALE

MUTZENBACHER (Ruth Beckermann, 2022)
LE VARIABILI DIPENDENTI (Lorenzo Tardella, 2022), ROBE OF GEMS (Natalia López, 2022), UNREST (Cyril Schäublin, 2022)

Febbraio è il mese della Berlinale. Vi proponiamo alcuni titoli dall’ultima edizione della rassegna tedesca. Dal cortometraggio italiano LE VARIABILI DIPENDENTI di Lorenzo Tardella, presentato nella selezione Generation Kplus al documentario MUTZENBACHER di Ruth Beckermann, che racconta degli open casting mettendo in discussione le dinamiche di potere tra uomini e donne, fino a film drammatici come ROBE OF GEMS di Natalia López e UNREST di Cyril Schäublin.