Oggi è soprattutto il grande giorno
di Carol, il film diretto da da
Todd Haynes, basato sul romanzo
Carol di Patricia
Highsmith e che vede protagonisti l’attrice premio Oscar
Cate Blanchett e l’attrice Rooney
Mara.
Carol è stato pubblicato nel 1952.
Al centro della vicenda, ambientata nella New York degli anni
Cinquanta, c’è l’amore fa una ragazza di diciannove anni che lavora
in un grande magazzino e una bellissima donna fortemente in crisi
con il marito.
TUTTE LE FOTO DAL FESTIVAL:
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Tra i film più attesi
ovviamente troviamo la coppia Sorrentino e Garrone
che hanno sempre vinto un premio nelle ultime due edizioni in cui
hanno partecipato.
Tra i francesi invece
troviamo madame Isabelle Huppert che
combatterà se stessa nei film del
connazionale Guillaume Nicloux
(Valley of Love) e del norvegese
Joachim Trier (Louder than
Bombs). E sempre dalla Francia arriva
Marion Cotillard trasformata di Lady Macbeth
(Macbeth di Justin Kurzel),
Emmanuelle Bercot (Mon roi di
Maiwenn) che aprirà da anche regista fuori concorso
il festival e la giovane Anaïs Demoustier, attesa
nel film di Valerie Donzelli, Marguerite et
Julien.
Si è chiusa con l’uscita di scena
di una delle storiche protagoniste dello show e oggi Julie
Plec ci parla di The Vampire
Diaries 7 e
ricorda Elena:
Le lacrime delle ragazze erano
reali, dato che ormai ci eravamo affezionate a Nina ed era quasi
impossibile fermarle; per quello che riguarda il futuro, escludiamo
categoricamente un possibile ritorno di Elena, dato che i
personaggi impareranno ad andare avanti, specialmente
Damon. Abbiamo focalizzato la nostra attenzione su
Caroline e Bonnie, che avranno un ruolo importante nella prossima
stagione, ma non è stato intenzionale, piuttosto le loro storie si
sono unite al nostro lavoro.
Non so se inseriremo nuovi
personaggi, abbiamo attori validissimi che interpretano personaggi
interessanti e completi e non sarà un nuovo personaggio a poter
riempire il vuoto lasciato da Elena, ma saranno probabilmente loro
stessi a farlo.
The Vampire Diaries è una serie televisiva
statunitense di genere horror creata da Kevin Williamson e Julie
Plec, che ha debuttato il 10 settembre 2009 sul network The CW. È
basata sull’omonima serie di libri di Lisa Jane Smith, dal titolo
italiano Il diario del vampiro.
La protagonista è Elena Gilbert,
una normale ragazza adolescente che vive a Mystic Falls, in
Virginia. La sua vita viene sconvolta quando scopre che il suo
ragazzo, Stefan Salvatore, è un vampiro, e che è stata adottata.
Stefan si accorge che Elena è identica alla prima donna della sua
vita, la vampira che trasformò lui e suo fratello Damon Salvatore
nel 1864: Katherine Pierce. I due fratelli si innamorano anche di
Elena ed entrano a far parte della sua vita. Il loro scopo è
proteggerla dal vampiro Originale Klaus e da altre forze che
ambiscono al pieno controllo della ragazza, che si è rivelata
essere una delle doppelgänger di Amara. Gli amici di Elena vengono
spesso coinvolti nelle situazioni soprannaturali e combattono per
vivere serenamente a Mystic Falls, un luogo costantemente
tormentato dal proprio passato.
Oggi è il gran giorno del secondo
italiano in Concorso, ovvero Nanni Moretti con Mia
madre, il film con protagonisti un cast d’eccezione
composto da Margherita Buy, John
Turturro, Giulia Lazzarini e dallo stesso
Nanni Moretti che con questo film vuole
raccontare la storia – senza dubbio con le classiche tracce di
autobiografismo – di una regista divisa tra il set del suo nuovo
film e la sua vita privata.
Mia Madre racconta il
difficile periodo di Margherita, una regista di successo che sta
lavorando a un film con protagonista un famoso attore americano; la
donna si è da poco separata dal marito, Vittorio, ed è anche alle
prese con i problemi adolescenziali della figlia Livia. Inoltre
insieme a suo fratello Giovanni deve accudire la madre Ada,
gravemente malata.
In
ESCLUSIVA Cinefilos.it ha intervistato
Bruno Albi Marini il supervisore degli effetti
visivi che ha reso possibile , insieme ad altre eccellenze
italiane, la realizzazione de Il Racconto dei
Racconti di Matteo Garrone, film in
concorso che durante la sua proiezione al Festival
di Cannes ha raccolto numerosi consensi tra critica
internazionale e pubblico.
Ha una lunghissima carriera
piena di titoli molto diversi tra loro, com’è stato l’approccio al
lavoro con Matteo Garrone e come, in base agli effetti, sono state
girate le scene?
Ho conosciuto Matteo
lavorando per il film Reality. Lavorare
con lui è una bella sfida per chi fa il nostro mestiere, perché è
un regista che della realtà ama le imperfezioni, le sporcature, le
casualità mentre il digitale nasce perfetto, pulito e preordinato.
Bisogna quindi abbandonare tutto quello che rappresenta il digitale
dichiarato e fine a se stesso e mettersi completamente al servizio
del film.
E’ vero che anche io, e mi rendo conto di quanto sia paradossale per un
supervisore vfx, ritengo che il digitale vada usato lo stretto
indispensabile, che sia talvolta “un male necessario” nel cinema, e
che non debba mai prevaricare in maniera prepotente le immagini, ma
la nostra formazione visiva resta comunque molto distante.
Mi piace comunque pensare che siano proprio le piccole differenze
fra i nostri mondi che ci hanno permesso di arricchirci
reciprocamente e di creare un risultato interessante e in qualche
maniera inedito.
Per quel che riguarda le scene del film direi che si possono
suddividere in due macroaree: le scene girate in location reali e
le scene girate interamente in teatro (Drago, Pipistrella e
Crepaccio Gravine).
Se da un certo punto di vista è vero che quelle girate in teatro
sono state le più complesse come post produzione, è anche vero che avevamo un
environment ideale con green a 360°. In esterni invece abbiamo
spesso faticato di più per allestire ed organizzare, tecnicamente parlando, la
scena sul set (green marker etc).
Effetti speciali e effetti
visivi sono due componenti diverse e importantissime di un film,
che spesso vengono confuse. Dov’è il confine tra il suo lavoro e
quello di Leonardo Cruciano che ha curato gli effetti speciali del
film?
E’ una
domanda a cui mi fa piacere rispondere perché spesso in Italia si
fa confusione fra le due categorie. Gli effetti speciali
sono effetti meccanici e prostetici realizzati direttamente
sul set per simulare tutto quello che non è riproducibile
utilizzando la realtà.
Gli effetti visivi, pur avendo lo stesso scopo, sono invece
realizzati in post produzione digitale mediante l’utilizzo del
computer. Uno dei grandi equivoci italiani è quello che
queste due tecniche siano un alternativa, mentre In realtà per un
risultato ottimale è necessario l’utilizzo di entrambe senza alcuna
prevaricazione dell’una sull’altra, anzi sfruttando i punti di
forza di entrambe.
La collaborazione fra me e Leonardo Cruciano (va
sottolineato che nel progetto in questione oltre ad aver curato gli
sfx è anche supervisore artistico ed ideatore di tutte le creature)
che va avanti ormai da molti anni, nasce proprio da questo
presupposto, ed è confluita, grazie anche a questo film, nella
creazione del gruppo Makinarium insieme a
Nicola Sganga (Vfx Supervisor) e ad
Angelo Poggi (Business
Development Manager).
Ma vorrei fare un
esempio pratico. La pulce gigante (che si vede anche nel Trailer) è
stata interamente realizzata come creatura fisica in dimensione
reale.
Al suo interno era presente una puppetteer (Antonia D’amore)
ed era anche animata mediante tecniche animatroniche. Alcuni
movimenti che però risultavano difficili da realizzare
meccanicamente (respiri rantoli etc.) sono stati successivamente
implementati in digitale, così come in post produzione abbiamo
lavorato anche sulla resa fotografica della pelle.
Lo scopo era quello di avere un risultato finale che fosse troppo
fisico per essere digitale e troppo complesso per essere meccanico
e di conseguenza riuscisse a spiazzare e meravigliare lo
spettatore.
Per chiudere l’argomento vorrei fare una battuta. Molti stanno
scrivendo che il film funziona bene perché c’è poco digitale mentre
in realtà noi sappiamo che ci sono circa 300 shot lavorati in vfx.
Questo al contempo per noi è il miglior complimento ed anche la più
grande condanna.
In sostanza quando fai questo mestiere la cosa migliore che ti
possa capitare è che nessuno si accorga di te. E’ per questo motivo
che ironicamente abbiamo ribattezzato il nostro gruppo di lavoro:
“Invisibili”.
Andiamo sullo specifico,
nella scena della grotta in cui Jonah è aggredito dal pipistrello,
quali sono state le sfide più difficili?
Le prime complessità che
ha presentato la scena sono state di tipo pratico. C’era uno
stuntman all’interno della creatura (David Ambrosi), la
visibilità sotto la maschera era ridotta, faceva un gran caldo e
gli spazi nella grotta erano molto stretti, quindi la recitazione è
stata estremamente complessa. In post produzione abbiamo
scurito molto l’ambientazione per rendere il look molto più
“caravaggesco” e la creatura più minacciosa. In alcune inquadrature
la creatura è stata sostituita in digitale oppure parzialmente
integrata, è stata anche modificata la struttura della grotta per
rendere più credibile il disagio del mostro nell’inseguimento.
Inoltre ci sono state da rimuovere le gambe dell’attore visto che
la creatura non aveva forma antropomorfa nella metà inferiore, e
sono stati aggiunti i bulbi oculari, poichè durante la post
produzione è emerso che la creatura non aveva abbastanza
espressività senza. Molto di questa scena si deve al lavoro di
Dennis Cabella e Marcello Ercole.
Discorso a parte va fatto per il finale della scena invece. Era una
situazione molto delicata e l’ho seguita personalmente in ogni sua
fase. Non voglio svelare troppo ma la sfida più grande è stata
trovare il giusto compromesso fra fisicità e pittoricità. In questo
senso importantissimi sono stati i confronti continui con il
regista grazie ai quali speriamo di essere riusciti a trovare la
giusta strada e di aver dato il giusto peso evocativo, magico e
pittorico a quel momento così importante nel film. Fondamentale in
questa fase è stato il lavoro di Gabriele Chiapponi che si è
occupato di tutte le simulazioni fisiche e particellari.
Per la scena del drago
all’inizio del film, le foto di scena ci hanno fatto supporre che
l’acqua sia stata realizzata in digitale. È corretto? Se sì, quanto
è stato difficile?
Comincerei dicendo che per questa scena
è stato fatto un mastodontico lavoro dal gruppo degli SFX della
Makinarium. E’ stato realizzato un drago animatronico lungo quasi
10 mt, perfettamente credibile e semovente.
Inizialmente si era pensato di realizzare l’intera scena in un
environment subacqueo. Le difficoltà ed i costi sul set sarebbero
però stati enormi
ed anche tecnicamente la realizzazione dell’animatronica del Drago
dovedo funzionare sott’acqua sarebbe stata ancor più complessa e
costosa. Inoltre avremmo avuto un controllo estetico molto minore
in fase di post produzione.
Abbiamo quindi deciso, daccordo con Nicola Sganga, di girare
l’intera scena in studio e di ricostruire successivamente
l’environment sottomarino.
Il look dela scena è cambiato molto dai primi concept. In principio
l’ambientazione doveva essere molto più nitida, descrittiva e
pittorica, ma successivamente ho sentito l’esigenza di proporre a
Matteo un look molto più torbido ed angosciante, dove lo spazio
diventava un concetto relativo e la solitudine e l’angoscia del re
venivano emotivamente sottolineate dalla scarsa visibilità. Il
Regista si è dimostrato entusiasta di questa scelta estetica e l’ha
sposata fino alla fine.
Ci siamo in un certo senso ispirati alla scena in cui i due gemelli
giocano sott’acqua nel lago (girata davvero in una piscina alle
terme) che appariva molto suggestiva.
Al di la di tutto questo in alcuni shot il drago è stato
completamente sostituito o parzialmente integrato (pinne, branchie) con un
modello 3D perché doveva svolgere azioni altrimenti impossibili con
l’animatronica. La cosa interessante di questo approccio è che il
Drago reale aiuta a rendere più credibile quello digitale e
viceversa.
Inoltre sono state inserite nuvole di sabbia digitale per dare la
sensazione di un fondo sabbioso che reagisse ai movimenti di attore
e creatura.
Importantissimo in questa scena l’apporto del gruppo di lavoro
costituito da Matteo Petricone e Claudia Coppa,
coadiuvati dal reparto 3D (Luigi Nappa, Alessandro
Contenta, Gian Paolo Fragale, Andrea
Salvatori)
Quindi rispondendo a proposito della difficoltà posso dire che il
lavoro di post produzione ha avuto un grado di difficoltà
elevatissimo a fronte di una notevole semplificazione delle cose
sul set.
Per la realizzazione dei
campi larghi, quanto c’è di reale, di green screen e di fondali
dipinti (se sono stati usati)?
Dividerei la lavorazione
sui fondali in tre aree principali.
– Ripulitura di location reali da contaminazioni moderne,
sostituzioni di cieli ed adattamento alle esigenze registiche
– Realizzazione da zero di fondali miscelando varie fotografie di
paesaggi,tecniche di 3D e compositing. In questa fase è stato
fondamentale il lavoro di Amedeo Califano coadiuvato dai
Matte Painte ArtistsTommaso Ragnisco e
Giorgio Iovino
– Discorso a parte farei per la scena del Crepaccio Gravine (quella
con l’orco sulla fune). Quella scena costituita da quasi 60
inquadrature è interamente girata in teatro con due piccoli speroni di roccia
e una corda. Tutto il resto del mondo è stato immaginato,
ricostruito ed allestito in digitale, sempre sfruttando però
immagini e fotografie reali, grazie anche al prezioso lavoro svolto
da Luca Bellano aiutato da Sara Ciceroni e Korinne
Cammarano. E’
stato un lavoro enorme. Li chiamavamo il Team Ninja ed è un nome
che si sono meritati davvero sul campo!
Qualcuno ha detto che per
quanto è fatto bene, il film sembra americano. Noi invece abbiamo
notato che il film ha una pasta vivida, carnale e realistica, molto
lontana dai prodotti patinati made in USA, e proprio per questo di
valore ancora maggiore. Un magnifico prodotto italiano, fatto in
Italia, che non imita l’estero, ma crea, strizzando l’occhio al
passato, il nuovo linguaggio della fiaba al cinema. Quanto è stato
importante per gli effetti visivi l’esigenza, espressa da Garrone
stesso in conferenza, di creare qualcosa di fantastico che
sfociasse nel reale?
E’ un osservazione
giustissima e sono contento di avere la possibilità di rispondere.
Non abbiamo mai preso come modello le megaproduzioni americane, e
non perché non volessimo metterci in competizione con loro o per
motivi di budget differenti, ma proprio perché il nostro
gusto estetico ed espressivo era differente.
I nostri modelli di riferimento sono stati alcuni film di Guillermo
Del Toro, alcuni aspetti della trilogia del Signore degli Anelli e,
come già osservato da Garrone, in parte Games of
Thrones.
Volevamo la pasta lo sporco e la fisicità del mondo reale ma non
volevamo, al contempo, rimanere schiacciati da questa scelta. Per
questo partendo dalla realtà ci siamo poi presi alcune licenze
estetiche. Lo scopo era insomma che ogni “quadro” fosse
interessante come immagine e contemporaneamente non troppo distante
dalla realtà.
Speriamo che il pubblico apprezzi e percepisca in maniera positiva
gli sforzi fatti in questa direzione.
A parte Matteo Garrone,
qual è il regista italiano a cui deve di più e con cui lavorerebbe
di nuovo volentieri? Ne vorrei citare due in
particolare. Il primo è
Stefano Bessoni, un creativo con la C
maiuscola che meriterebbe di trovare molto più spazio di quello che
gli conceda la macchina produttiva cinematografica italiana. Ho
lavorato con lui per “Imago
Mortis”, un progetto visivamente
interessantissimo, e successivamente per
“Krokodyle”. “Imago
Mortis” è stata fra l’altro la prima
occasione in cui ho conosciuto Leonardo Cruciano e
si potrebbe dire che il nostro sistema di lavorazione con effetti
integrati sia nato grazie a Bessoni.
L’altro è Renato De Maria. Ho lavorato
recentemente con lui all’interessantissimo e visionario “La Vita
Oscena”. Un regista di cui ricordo l’enorme entusiasmo, il gusto
artistico e il grande rispetto per la professionalità altrui.
Inoltre il suo film essendo un film molto surreale, mi ha permesso
per una volta di abbandonare i tecnicismi e di dedicarmi quasi
esclusivamente all’aspetto artistico. E’ stato un lavoro più simile
alla video-arte che non ai classici vfx per il cinema e,
personalmente, è stato anche per me un modo per avvicinarmi al
mondo artistico pop che ha portato in Italia mio zio,
l’indimenticato gallerista napoletano Lucio Amelio.
Permettetemi di chiudere citando le
restanti persone che hanno lavorato ai vfx ma che non sono riuscito
a citare nell’articolo in quanto non direttamente coinvolte nelle
scene prese in esame:Miriam Pavese, Giuseppe Motta,Rita Torchetti, Gianluca De
Pasquale,Ubaldo Boni, Alessandro Rullo, Davide Cutrone,Andrea Schiavone, Soryn Voicu. Ci tengo
molto a citarli tutti perché sono loro che hanno permesso con il
loro amore e la loro dedizione di realizzare questa piccola
impresa.
Il logo della Makinarium è una nave
volante con dei misteriosi ingranaggi al suo interno. Mi
piace pensare che ognuno di questi ragazzi sia stato uno di quegli
ingranaggi. Noi supervisori abbiamo indicato la rotta da seguire ma
se anche un singolo ingranaggio non avesse funzionato questo nave
non sarebbe arrivata a destinazione.
Dopo il lungo promo e la prima immagine ufficiale ecco una nuova
featurette di Legends of
Tomorrow, l’annunciato spin-off di Arrow/The
Flash e nuovo show targato The CW/WB/DC Comics:
Legends of
Tomorrow vedrà protagonisti Arthur Darvill (Rip
Hunter), Ciara Renee (Hawkgirl), Victor Garber (Martin Stein),
Brandon Routh (Ray Palmer/The Atom), Wentworth Miller (Leonard
Snart/Captain Cold), e Dominic Purcell (Mick Rory/Heat
Wave).
Ecco anche Anthony
Mackie a lavoro sul set di Captain America
Civil War. L’attore, che interpreta Falcon, è stato
visto brevemente in Avengers Age of
Ultron e fa parte ora della nuova squadra di
Vendicatori.
Ecco le foto dal set del film:
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In attesa di nuovi dettagli in
merito ricordiamo che Captain America Civil
War sarà diretto da Anthony e
Joe Russo e vedrà nel cast Chris Evans,
Robert Downey Jr., Scarlett Johansson, Chadwick Boseman,
Sebastian Stan,Samuel L. Jackson, Frank Grillo,
Jeremy Renner e Daniel Bruhl. Il film uscirà il 6 maggio
2016.
Dopo Matthew
McConaughey e Edgar Ramirez, anche
Michelle Williams è entrata a far parte del cast
di Gold, diretto da Stephen
Gaghan.
Protagonista del film è lo scandalo
che nel 1993 colpì la società mineraria Bre-X Mineral
Corporation. Nella giungla dell’Indonesia venne scoperto una
gigantesca quantità d’oro.
Michelle Williams
interpreta la mglie di McConaughey, un uomo d’affari in cattive
condizioni economiche e quindi alla ricerca di quell’oro, che si
allea con un geologo/esploratore (Ramirez) a cui si affiderà come
sua guida per addentrarsi nella giungla.
Gold è il ritorno alla regia di
Gaghan, che non tornava dietro la macchina da presa dai tempi di
Syriana, nel 2005. Il film valse un premio Oscar a George
Clooney.Fonte: CS
Dopo pochi mesi
dall’annuncio shock per i fan il regista David
Lynch, torna sui suoi passi e annuncia il ritorno
di Twin Peaks, nuovamente per la
Showtime. A quanto pare la nuova stagione sarà
composta da nove episodi. Il cast dovrebbe ritornare insieme a
lui.
I segreti di Twin
Peaks (Twin Peaks) è una serie televisiva
statunitense ideata da David Lynch e Mark Frost. Venne trasmessa
per la prima volta in due stagioni dal canale televisivo ABC,
dall’8 aprile 1990 al 10 giugno 1991.
La serie è ambientata nella
fittizia cittadina montana di Twin Peaks situata nello Stato di
Washington, a cinque miglia dal confine tra Stati Uniti e
Canada.L’apparente tranquillità di questo frammento di
America viene turbata dal ritrovamento del cadavere di Laura
Palmer, figlia unica dell’avvocato Leland, nonché una delle ragazze
più popolari della città. Le indagini affidate all’agente speciale
Dale Cooper permettono di far affiorare il lato oscuro e nascosto
del luogo e dei suoi abitanti.
Durante il periodo di messa in
onda, grazie alla sua singolarità e al distacco stilistico rispetto
ai programmi del palinsesto televisivo dell’epoca, la serie divenne
presto oggetto di culto, reclutando una vasta schiera di fan. A
distanza di due decenni viene considerata come una delle più
importanti ed influenti della storia della fiction televisiva.
Twin Peaks è nel suo
complesso coerente con l’opera del cineasta David Lynch, in quanto
non facilmente collocabile all’interno di un genere preciso. Così
come altri film del regista rappresenta un’indagine morale che si
distingue per l’umorismo con una vena di surrealismo. L’atmosfera
inquietante e sovrannaturale ricorda quella dei film horror; mentre
le caratteristiche campy e i ritratti melodrammatici di personaggi
bizzarri che svolgono attività moralmente dubbie, creano una
parodia delle soap opera degli anni ottanta.
Il 6 ottobre 2014 è stata
annunciata la produzione di un seguito, una nuova fiction
televisiva ambientata nel presente, la cui messa in onda è prevista
per il 2016 su Showtime. Il seguito televisivo, inoltre, sarà
anticipato nel 2015 da uno letterario, The Secret Lives of Twin
Peaks, che approfondirà i temi della serie madre e racconterà
le vicende dei suoi protagonisti dopo il brusco finale della
seconda stagione.
Verrà presentato tra pochi giorni a
Cannes 2015, e noi vi mostriamo grazie a ComingSoon.net una prima clip dal film
A Tale of Love and Darkness, debutto alla
regia di Natalie Portman.
Di seguito la trama dell’omonimo
romanzo da sui è tratto il film:
Natalie Portman – A Tale of Love and Darkness
Un dramma basato sulle memorie di
Amos Oz, scrittore, giornalista e fautore della creazione di due
Stati come soluzione del conflitto israelo-palestinese. Fania
cresce il figlio nella Gerusalemme nel periodo della creazione
dello stato di Israele. La problematica vita coniugale e la
difficile integrazione in una terra straniera, la porteranno a
combattere la depressione rifugiandosi in un mondo di sogni.
Continua il casting dell’annunciata
serie televisiva Shadowhunters,
tratta dal ciclo di romanzi di Cassandra
Clare. Infatti, il network americano della ABC Family ha
messo sotto contratto l’attore Harry Shum Jr.
che interpreterà dunque Magnus Bane. L’attore si aggiunge ai già
annunciati Katherine McNamara, Dominic Sherwood,
Roberto Rosende e Emeraude Toubia.
Shadowhunters
(The Mortal Instruments) è una saga di romanzi urban
fantasy, scritta da Cassandra Clare e ambientata a New York.
Del primo libro è stato realizzato
un graphic novel in lingua inglese, pubblicato mensilmente da Th3rd
World a partire da settembre 2012: la storia, in nove parti, è
adattata da Mike Raicht, illustrata da Nicole Virella e Val Freire,
e colorata da Jeremy Mohler. La graphic novel è stata pubblicata
online nella sua interezza il 6 agosto 2013.
Nel 2010 la Costantin Features,
insieme a Screen Gems e Unique Features, ha acquistato i diritti
cinematografici dei libri. Il primo film, Shadowhunters – Città
di ossa, diretto da Harald Zwart, è uscito nelle sale
cinematografiche il 23 agosto 2013, con protagonisti Lily Collins
nel ruolo di Clary Fray e Jamie Campbell Bower in quello di Jace
Wayland; per quanto riguarda gli altri personaggi, Isabelle
Lightwood è interpretata da Jemima West, Simon Lewis da Robert
Sheehan, Alec Lightwood da Kevin Zegers, Magnus Bane da Godfrey
Gao, Jocelyn Fray da Lena Headey, Hodge Starkweather da Jared
Harris, Luke Garroway da Aidan Turner, Valentine Morgenstern da
Jonathan Rhys Meyers, Madame Dorothea da CCH Pounder, Emil Pangborn
da Kevin Durand e Samuel Blackwell da Robert Maillet. La Constantin
ha annunciato che la produzione del seguito, Città di
cenere, sarebbe iniziata a fine 2013, ma questa è stata poi
rinviata al 2014 per poi essere definitamente cancellata.
Ecco la prima foto scattata sul set
di Captain America Civil War in cui
compare Elizabeth Olsen che torna nei panni di
Wanda Maximoff/Scarlet Witch, dopo la sua trionfale apparizione in
Avengers Age of Ultron.Ecco le foto dal
set del film: [nggallery id=1652] In attesa di nuovi dettagli in
merito ricordiamo che Captain America Civil
War sarà diretto da Anthony e
Joe Russo e vedrà nel cast Chris Evans,
Robert Downey Jr., Scarlett Johansson, Chadwick Boseman,
Sebastian Stan,Samuel L. Jackson, Frank Grillo,
Jeremy Renner e Daniel Bruhl. Il film uscirà il 6 maggio
2016.
E’ ormai andato in onda il gran finale di Arrow 3 e oggi
cominciamo a parlare di Arrow 4, la
prossima annunciata stagione per lo show targato The CW. Ebbene a
rivelare le prime anticipazioni ci ha pensato il
produttore Guggenheim, che ha rivelato:
“Ci vorrà un tono più chiaro
nella quarta stagione. Questa e praticamente l’unica cosa che posso
dire senza rovinarvi le sorprese. Abbiamo lavorato per circa un
mese con gli sceneggiatori e perso che tutti insieme abbiamo capito
che l’inizio della terza stagione con la morte di Sara ha
determinato tutto il tono dell’intera stagione. Ma non ci scuseremo
per questo. Mi piace il fatto che Arrow sia uno show piuttosto
cupo. Detto questo ogni anno vogliamo mescolare le cose e c’è
una sorta di desiderio collettivo questa volta per iniettare nello
show un po’ di leggerezza, e un po’ di umorismo. Non abbiamo
intenzione di cambiare radicalmente, ma in termini di tono siamo
alla fine di una tagione molto molto difficile per tutti i nostri
personaggi.”
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Arrow è una serie
televisiva statunitense sviluppata da Greg Berlanti, Marc
Guggenheim e Andrew Kreisberg. È basata sul personaggio di Freccia
Verde, supereroe protagonista di una serie di fumetti pubblicata da
DC Comics. Viene trasmessa dal 10 ottobre 2012 sul canale The CW.
In Italia la serie è stata trasmessa in prima visione su Italia 1
dall’11 marzo al 27 maggio 2013. Dal 10 gennaio va in onda in
Italia la seconda stagione su Italia 1, anche se precedentemente la
versione sottotitolata in italiano della stessa stagione è stata
trasmessa dal 22 ottobre 2013 suPremium Action.
La serie segue le avventure del
playboy miliardario Oliver Queen. Naufrago per cinque anni su
un’isola deserta, viene tratto in salvo e torna finalmente a casa,
a Starling City; giunto qui assumerà l’identità segreta nota come
“l’incappucciato” (o il giustiziere) per combattere il crimine e la
corruzione di Starling City, seguendo una lista di nomi trovata in
una tasca della giacca del padre prima di seppellirlo. Facendo uso
delle abilità fisiche, delle tecniche di lotta e dell’incredibile
maestria con l’arco ottenuta sull’isola con anni di pratica e
scontri mortali e aiutato dal suo braccio destro e confidente
Diggle e dall’abile informatica Felicity Smoak, perseguirà uno ad
uno i criminali.
Ecco un nuovo spot di
Jurassic World in cui vediamo i dinosauri
ribellarsi e Bryce Dallas Howard in serio
pericolo, attaccata da un Velociraptor.
https://www.youtube.com/watch?v=pvaG78bwjPY
[nggallery id=385]
Il nuovo film è
ambientato 22 anni dopo gli eventi terribili del film
originale Jurassic Park. Vi ricordiamo che
Jurassic World, attualmente in fase
di riprese è diretto dal regista Colin
Trevorrow e uscirà al cinema negli USA il
12 Giugno 2015.
Colin Trevorrow ha scritto
la sceneggiatura con Derek
Connolly. Steven Spielberg, Frank
Marshall e Pat
Crowley sono i produttori. Protagonisti della
pellicola sono al momento confermati Chris
Pratt, Bryce Dallas Howard, Ty Simpkins, Jake
Johnson, Nick Robinson, Andy
Buckley e Irrfan Khan.
A Aokigahara, in
Giappone, esiste un luogo fuori dal tempo conosciuto in ogni angolo
del Pianeta. Una foresta ormai famosa e decisamente macabra che
accoglie chi ha deciso di mettere fine alla propria vita; è facile
infatti – addentrandosi fra la vegetazione – trovare costantemente
cadaveri fra gli arbusti, tende abbandonate, scheletri con ancora i
vestiti addosso. Ovviamente anche messaggi di addio, fotografie,
pupazzi e diari. La cosiddetta Foresta dei Suicidi
è diventato un caso persino per il Governo locale, che ha fatto
installare telecamere per controllare gli accessi, torrette di
guardia, ha creato squadre di soccorso che operano senza sosta, ha
piazzato cartelli che recitano “Non si è mai soli in vita,
pensate ai vostri cari, affrontate le difficoltà insieme agli
altri. Tornate a casa” e altre frasi di sorta, nella speranza
di salvare qualche anima in pena.
Per saperne di più, e prepararsi
alla visione di The Sea of Trees, esiste
su internet un piccolo interessante documentario
che racconta perfettamente il mood del posto. Un luogo sterminato,
incontaminato e selvaggio che Gus Van Sant sfrutta
per raccontare l’animo travagliato di Arthur, un cittadino
americano deciso a morire poiché divorato dal senso di colpa. Colpa
per un matrimonio gestito male, per il suo profondo egoismo, per la
perdita di ogni ragione di vita. Aiutato dalla fotografia potente
di Kasper Tuxen, il regista americano monta in
modo alternato gli ultimi anni del suo personaggio in
Massachussetts e la lotta per la sopravvivenza nella natura
violenta, poiché qualcosa o qualcuno riesce a fermare la mano
determinata di Arthur.
Le atmosfere
estremamente suggestive e profondamente radicate nella cultura
spirituale giapponese, che considera la foresta di
Aokigahara come un purgatorio nel quale le anime sostano per
accedere a qualcosa di superiore, avrebbero tutte le carte in
regola per un film pregno di significato e simbolismo. Peccato però
che qualcosa, nella scrittura, non abbia funzionato: si assiste a
una messa in scena patetica e lacrimosa, appesantita da una miriade
di clichés che creano fastidio e imbarazzo.
Il premio Oscar Matthew
McCounaghey è anche bravo a gestire il suo personaggio
durante la prima fase, ma poi anch’esso crolla sotto i colpi
sferzanti del ridicolo, andando verso un finale catastrofico e
scontato degno della peggiore televisione del pomeriggio. Non lo
aiutano una Naomi Watts sterile e un Ken
Watanabe ingessato, privo di sfumature. Tutti elementi che
il Festival
di Cannes 2015, dove The Sea of
Trees è stato presentato in Concorso, non ha
perdonato e ha sommerso la proiezione della stampa internazionale
di fischi pesanti come macigni. Anche gli ottimi propositi del
sottotesto, che mirano a dare una speranza a chi sta affrontando
l’elaborazione di un lutto, passano purtroppo in secondo piano, se
non in terzo. Adieu monsieur Van Sant.
Dopo le tante anticipazione di
Frank Grillo, che non vedeva l’ora di tornare sul
set di un film Marvel dopo Captain
America The Winter Soldier, ecco finalmente sul set
Crossbones, con tanto di maschera con teschio, pronto a schierarsi
dalla parte dei villain in Captain America Civil
War.
Ecco le foto dal set del film: [nggallery id=1652]
In attesa di nuovi dettagli in
merito ricordiamo che Captain America Civil
War sarà diretto da Anthony e
Joe Russo e vedrà nel cast Chris Evans,
Robert Downey Jr., Scarlett Johansson, Chadwick Boseman,
Sebastian Stan,Samuel L. Jackson, Frank Grillo,
Jeremy Renner e Daniel Bruhl. Il film uscirà il 6 maggio
2016.
Ecco altre immagini di Scarlett Johansson, AKA Vedova
Nera, impegnata sul set di Captain America Civil
War.
Ecco le foto dal set del film: [nggallery id=1652]
In attesa di nuovi dettagli in
merito ricordiamo che Captain America Civil
War sarà diretto da Anthony e
Joe Russo e vedrà nel cast Chris Evans,
Robert Downey Jr., Scarlett Johansson, Chadwick Boseman, Sebastian
Stan,Samuel L. Jackson, Frank Grillo, Jeremy
Renner e Daniel Bruhl. Il film uscirà il 6 maggio
2016.
Il Network americano della The CW
ha diffuso la comic preview di The
Flash 1×23, il ventitreesimo episodio e gran
finale che si intitolerà “Fast Enough”:
The Flash è una serie
televisiva statunitense spin-off di Arrow, sviluppata dai
creatori di quest’ultima Greg Berlanti, Marc Guggenheim e Andrew
Kreisberg. Basata sul personaggio di Flash, supereroe protagonista
di una serie di fumetti pubblicata da DC Comics, si svolge nello
stesso universo della serie madre e verrà trasmessa dal 7 ottobre
2014 sul canale The CW.
Trama show: All’età di 11 anni,
dopo aver assistito al misterioso omicidio della madre Nora e visto
suo padre Henry ingiustamente accusato del crimine, Barry Allen
viene accolto in casa dal detective Joe West e la sua famiglia.
Anni dopo lo ritroviamo che è divenuto un brillante studente di
chimica, noto a tutti per la sua grande competenza in questo campo
oltre che per il suo essere perennemente in ritardo. Diventato uno
scienziato forense per il Dipartimento di Polizia di Central City,
Barry cerca di scoprire la verità sull’omicidio di sua madre e le
sue indagini lo portano all’acceleratore di particelle di Harrison
Wells. Quando i laboratori S.T.A.R. LAB indicono un evento pubblico
per l’accensione di prova di un nuovo acceleratore di particelle
destinato a rivoluzionare il mondo, Barry si trova nel suo
laboratorio e, dopo che l’acceleratore, colpito da un fulmine,
esplode a causa di un sovraccarico, il giovane viene scaraventato a
terra dalla scarica di un altro fulmine mentre numerose sostanze
chimiche gli si rovesciano addosso ed entra in coma. Al suo
risveglio, dopo nove mesi, apprende di avere la capacità di
muoversi ad una velocità sovrumana ed è anche convinto, e ben
presto ne avrà la conferma, di non essere l’unico meta-umano creato
dall’esplosione. Il giovane Allen decide, quindi, di utilizzare
l’eccezionale potere conferitogli dal destino per proteggere
l’umanità, mantenendo però segreta la propria identità. Da questo
momento comincia a far uso dei suoi straordinari poteri per
sconfiggere il crimine e, quando interviene in soccorso delle
vittime, indossa un particolare costume rosso, con un fulmine sul
petto della tuta ed un elmetto con degli auricolari a forma di
fulmini. Barry assume così l’identità di Flash, l’uomo più veloce
del mondo. I soli ad essere a parte del suo segreto sono il dott.
Wells, ricercatore dei laboratori S.T.A.R., i suoi assistenti Cisco
Ramon e Caitlin Snow ed infine il detective Joe West.
Mentre è attualmente impegnato sul
set del prossimo 007, oggi arriva la notizia secondo la quale
l’attore Daniel Craig apparirà
in Star
Wars Il risveglio della forza di JJ.
Abrams. Infatti, pare che Craig avrà un cameo nel film e a
rivelarlo è stato Simon Pegg, amico e collega dell’attore che
avrà egli stesso un breve cameo. Pegg incalzato sul suo ruolo ha
così risposto:
“Non ero un Stormtrooper. Daniel Craig, è stato un
Stormtrooper … per poi correggersi “non avrei dovuto
dirlo. “
Secondo alcune voci sarebbe stato lo stesso Daniel
Craig a chiedere a J.J. Abrams una
piccola parte segreta nel film.
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Star Wars Il Risveglio
della Forza uscirà sul grande schermo il 18 dicembre
2015 con un cast che include il ritorno di Mark
Hamill, Harrison
Ford, Carrie
Fisher, Mark Hamill,Anthony
Daniels, Peter
Mayhew e Kenny Panettiere con
le nuove aggiunte John
Boyega, Daisy
Ridley, Adam
pilota, Oscar
Isaac, Andy
Serkis, Domhnall
Gleeson, Lupita
Nyong’o, Gwendoline Christie e
Max von Sydow.
Era oggi il gran giorno di
Woody Allen e Emma Stone al Festival
di Cannes 2015. Tra i film più attesi ovviamente
troviamo la coppia Sorrentino e Garrone che hanno
sempre vinto un premio nelle ultime due edizioni in cui hanno
partecipato.
Tra i francesi invece
troviamo madame Isabelle Huppert che
combatterà se stessa nei film del
connazionale Guillaume Nicloux
(Valley of Love) e del norvegese
Joachim Trier (Louder than
Bombs). E sempre dalla Francia arriva
Marion Cotillard trasformata di Lady Macbeth
(Macbeth di Justin Kurzel),
Emmanuelle Bercot (Mon roi di
Maiwenn) che aprirà da anche regista fuori concorso
il festival e la giovane Anaïs Demoustier, attesa
nel film di Valerie Donzelli, Marguerite et
Julien.
Terzo giorno al
Festival
di Cannes 2015 e in serata la stampa
internazionale ha visto The Sea of
Trees di Gus Van
Sant, il film con protagonista il premio
OscarMatthew
McConaughey e Naomi Watts. Purtroppo però il film ha avuto una brutta accoglienza
dato che fischi buu si sono levati assordanti nella sala. Da quanto
apprendiamo dal nostro inviato, un film con troppi cliché e a
tratti melenso. Vi invitiamo a rimanere sintonizzati con
Cinefilos per la recensione.
The Sea of Trees
Basato su di una sceneggiatura
scritta da Chris
Spalding, Sea of
Treesvedrà protagonisti un
americano (Matthew McConaughey) ed un giapponese
(Ken Watanabe), uno strano duo che, conosciutosi
in Giappone nella cosiddetta “Foresta dei Suicidi”, deciderà di non
commettere l’insano gesto avviando un percorso riflessivo sulla
vita.
Il film è attualmente in
post-produzione e sarà distribuito nel 2015, ma non ha ancora una
data precisa sul calendario delle uscite.
E il terzo giorno arrivò
Woody Allen. Il regista di
Manhattan ha portato sulla Croisette il
suo nuovo Irrational
Man, una commedia con sfumature noir che ha messo
d’accordo positivamente quasi tutta la stampa internazionale. Con
lui una dei protagonisti del film, una incantevole Emma
Stone in un abitino nero piuttosto generoso che poco ha
lasciato all’immaginazione, alzando notevolmente la temperatura
della sala conferenze del Festival
di Cannes. L’incontro è uno di quelli imperdibili, poiché Allen
– nonostante i suoi 79 anni – ha ancora uno spirito e una grinta da
fare invidia, ha infatti trasformato il tutto in un cabaret con
tanto di fragorose risate – quasi continue – dei fortunati
giornalisti riusciti a entrare. Per farvi entrare nel mood vi
riproponiamo la prima domanda con tanto di risposta a tema: “Signor
Allen, ha spesso scritto e girato film in cui i personaggi uccidono
qualcuno. Lei ha mai pensato di uccidere?” “Certo, anche mentre
stava parlando…”. Primo Levi, campi di concentramento e Kant a
parte, è stata una continua risata.
“Ho scritto Irrational
Man perché arriva sempre il punto in cui si pensa
‘cavolo, che succederebbe se prendessi questa decisione?’, tutti
facciamo scelte. Ovviamente è meglio fare scelte giuste, il
protagonista del film fa una scelta irrazionale ma in fondo è tutto
relativo, anche molte cose che scegliamo di fare nella vita reale
non hanno molto senso. Le persone sono sempre alla ricerca di
qualcosa che dia un significato alla loro vita, i religiosi per
esempio. Fanno scelte irrazionali per assicurarsi un posto in
paradiso, non meno folli della scelta di Abe nel film. Io la vedo
così.” (risate) Un Allen estremamente ironico e convinto, che ha
considerato il tema del suo nuovo lavoro come un’idea banale
in realtà, che si può trovare su qualsiasi giornale di cronaca: “Se
leggete un giornale certamente trovate ogni tipo di nefandezza,
coppie che si tradiscono, gente che si uccide, è assolutamente
normale. Tutta la più grande letteratura è così, Anna
Karenina, Guerra e Pace, e la gente ama
sentire e vedere queste cose al cinema come a teatro. Siamo oltre
Shakespeare.”
Difficile dargli torto, del resto
chi meglio di lui conosce quello che il pubblico vuole dopo decenni
di grandissima carriera. Ma si impara ancora dal proprio lavoro,
dopo così tanto tempo? “Non impari tante cose girando film. O
meglio, impari tantissimo durante i primi due, tre film al massimo,
giusto le cose tecniche basilari, il resto si impara in modo
naturale vivendo e non c’è nulla e nessuno che può insegnarti. È
anche per questo che non rivedo mai i miei film, sono certo che ora
troverei solo gli errori, vedrei solo le cose che potrei
migliorare. Charlie Chaplin studiava tutto quello
che girava, a volte cambiava, ricominciava, allora era più semplice
rimettere su un set e avere gli attori, adesso costerebbe troppo
quindi neanche ci penso. Però sono sicuro che rigirerei tutto,
avendo gli stessi attori e le stesse location. Tornando alla
domanda principale: si impara dalla vita, fondamentalmente, che è
piena di lezioni. Basta un attimo per trovarsi faccia a faccia con
la morte, basta poco per farci cambiare abitudini di vita.”
Non solo cinema però, come molti di
voi sapranno Woody Allen ha anche firmato con
Amazon per una nuova serie TV, come procedono i
lavori? “Non ne ho la minima idea, non so cosa sto facendo, è stata
davvero una leggerezza impegnarmi con loro. Pensavo fosse facile
come girare un film, invece qui si hanno ore e ore da scrivere e
girare. Non è un’ora e mezza..! Sono davvero perduto, sarà un
grande imbarazzo quando uscirà.” (ancora risate generali) Se il
piccolo schermo mette così in difficoltà il regista, come se la
caverà mai con le grandi domande della vita? “Rispondo facendo
film. Viviamo in un universo random vivendo una vita random, tutti
moriremo prima o poi e ogni cosa che abbiamo fatto scomparirà. È
successo a Beethoven, a Shakespeare, capiterà a tutti. L’unico modo
per non pensarci è distrarsi; la gente si distrae con le partite di
baseball, con gli stessi film, io per distrarmi li scrivo e li giro
continuamente. Non importa se faccio brutti film, è importante
distrarsi. Così non penso a quando morirò, a quando sarò vecchio e
decrepito in un futuro molto lontano.” (fischi e applausi)
Signor Allen, nonostante tutto è
diventato il regista che voleva diventare? “No, volevo diventare un
regista serio, il mio mito è Ingmar Bergman. Però la comicità è
arrivata come un dono e ho dovuto adattarmi, mi hanno sempre pagato
per questo, non mi avrebbero dato un centesimo per scrivere roba
seria. Devo essere divertente e va bene così.” Touché.
Il cast delle Tartarughe
Ninja 2 si arricchisce di un nuovo membro. Si tratta
di Gary Anthony Williams che interpreterà
Bebop.
Gary Anthony Williams
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Michael Bay,
Brad Fuller e Andrew
Form ritorneranno a produrre il sequel, con una
storia scritta da Josh Appelbaum
eAndré
Nemec. Megan
Fox dovrebbe riprendere il suo ruolo di April
O’Neil insieme a William Fichtner come Eric
Sacks. Il film originale aveva tra i protagonisti anche
Will Arnett, Alan Ritchson, Jeremy Howard, Pete Ploszek,
Noel Fisher, Danny Woodburn, Johnny Knoxville e
Tony Shalhoub. Ha incassato più di 477 milioni
dollari al box office in tutto il mondo.
Dopo aver visto Scarlett
Johansson per la prima volta sul set di
Captain America Civil War, ecco un video
fan made con i titoli di testa del tanto atteso, ma non ancora
ufficiale film sulla Vedova Nera.
I toni sono quelli da spy story
bondiana, e a giudicare dalla simbologia impiegata nel video, la
storia (immaginaria) ruota intorno alla Vedova come membro dello
SHIELD impegnata a fare i conti con il proprio passato e con un
temibile nemico.
Che ve ne pare?
Vederemo Vedova Nera/Natasha
Romanoff in Captain America Civil War e in Avengers Infinity War
parte I e II, in attesa dell’ufficializzazione di un film sul
personaggio.
The Lobster:
Interno giorno, un uomo insieme al suo cane entra in un albergo e
si appresta ad effettuare il check-in. Tutto intorno c’è però
un’aria strana, ovattata: è un luogo destinato a gente non
accoppiata, non più sposata per scelta o per fatalità. Una volta
entrato in possesso della propria camera singola con vista, ha i
giorni contati per trovare – all’interno della struttura – un’anima
gemella con cui avere un elemento fondamentale in comune (sia
questo un difetto fisico, il carattere o un vizio). Al termine del
periodo canonico, nel caso in cui non trovasse una compagna con cui
stare verrebbe trasformato in un animale a sua scelta (il cane che
sta con lui in effetti non è che il fratello…).
Siamo appena finiti, insieme al
protagonista del film, in un luogo assurdo quanto surreale, la
piccola parte di un mondo all’interno del quale il singolo è
considerato un oggetto inutile, inerme, con un solo scopo preciso
nella sua vita: trovare un compagno o una compagna e vivere la sua
vita nel modo più standard possibile. Chi trasgredisce e vive in
società senza i documenti di matrimonio, viene recluso secondo il
protocollo che abbiamo descritto appena sopra. Quello di
Yorgos Lanthimos è un viaggio all’interno della
follia più disperata, nonostante l’estrema ironia del linguaggio e
della messa in scena. Guardando il tutto dall’alto, sembra quasi di
assistere a una nuova La Grande
Abbuffata, laddove al contrario del ritrovo bulimico
viene punita la solitudine e la relativa paura collegata. Certo con
la grande differenza che nel film di Marco Ferreri
era una punizione inflitta con consapevolezza, in The
Lobster si è costretti da un famigerato governo difensore
della famiglia. Poco importa poi se quest’ultima è forzata, finta o
di facciata, l’importante è che esista e prenda le sembianze
dell’ossessione.
The Lobster, il film
Un’ossessione che – esattamente
come nel meccaninismo garroniano de Il Racconto
dei Racconti – genera ovviamente conflitti
irreversibili, quando portata all’eccesso. La scrittura è
talmente esagerata che si parte ridendo con gusto dinanzi alle
disgrazie dei personaggi, incastrati in siparietti ricchi di humor
britannico, ma andando avanti con la visione ci si accorge di
quanto sia tragico il vicolo cieco all’interno del quale ci si sta
chiudendo, e anche la voglia di sorridere passa completamente. Dopo
una prima parte più goliardica, si vola verso una seconda da
guardare con le mani sugli occhi, poiché ogni speranza è lentamente
strozzata alla radice.
Lo schianto finale di The
Lobster è poi fragoroso, un inno all’amore – quello vero,
adesso – silenzioso e sofferto che rende altissimo ogni piccolo
gesto. Colin Farrell è clamoroso e anche fisicamente
provato (sembra la nemesi tragica del panzuto Joaquin Phoenix in Irrational
Man di
Woody Allen), insieme a Rachel Weisz, John C. Reilly e una spietata Léa
Seydoux comanda un Dream Team di assoluta
qualità. Interpreti di una favola oscura pregna di umorismo
nero che lancia frecciate al bigottismo, al controllo mediatico, al
pensiero indotto, provando ad elevare la libertà arbitraria
dell’individuo. Tutto senza trascurare l’aspetto visivo del film:
il lavoro del direttore della fotografia Thimios
Bakatakis è spettacolare e priva luoghi e persone di
qualsivoglia colore saturo, così come gli eventi fanno con l’anima
e la scelta.
Emma Stone è senza
dubbio la stella più luminosa al Festival
di Cannes 2015. L’attrice, arrivata sulla croisette per
presentare il nuovo film di Woody Allen fuori
concorso, Irrational Man (leggi la recensione), è come al
solito magnifica, peccato per un po’ di vento che ha infastidito
l’acconciatura e il corto abito di Emma. Ecco gli scatti:
Tra i film più attesi ovviamente
troviamo la coppia Sorrentino e Garrone che hanno
sempre vinto un premio nelle ultime due edizioni in cui hanno
partecipato. Tra i francesi invece troviamo madame
Isabelle Huppert che combatterà se stessa nei film
del connazionale Guillaume Nicloux
(Valley of Love) e del norvegese
Joachim Trier (Louder than
Bombs). E sempre dalla Francia arriva
Marion Cotillard trasformata di Lady Macbeth
(Macbeth di Justin Kurzel),
Emmanuelle Bercot (Mon roi di
Maiwenn) che aprirà da anche regista fuori concorso
il festival e la giovane Anaïs Demoustier, attesa
nel film di Valerie Donzelli, Marguerite et
Julien.
Al terzo giorno di Festival
di Cannes 2015, le star non si fanno certo pregare. Presente al
photocall e in conferenza stampa tutto il cast di The
Lobster, tra cui Colin Farrell,
Rachel Weisz e Lea Seydoux, ma
anche Woody Allen con Emma Stone
per Irrational Man.
Tra i film più attesi ovviamente
troviamo la coppia Sorrentino e Garrone che hanno
sempre vinto un premio nelle ultime due edizioni in cui hanno
partecipato. Tra i francesi invece troviamo madame
Isabelle Huppert che combatterà se stessa nei film
del connazionale Guillaume Nicloux
(Valley of Love) e del norvegese
Joachim Trier (Louder than
Bombs). E sempre dalla Francia arriva
Marion Cotillard trasformata di Lady Macbeth
(Macbeth di Justin Kurzel),
Emmanuelle Bercot (Mon roi di
Maiwenn) che aprirà da anche regista fuori concorso
il festival e la giovane Anaïs Demoustier, attesa
nel film di Valerie Donzelli, Marguerite et
Julien.
Dopo due progetti discutibili che
hanno diviso pubblico e critica come Blue
Jasmine e Magic in the
Moonlight, il bulimico Woody Allen torna sul grande schermo con
Irrational Man e un’idea che si discosta
in modo netto dal suo ultimo periodo. Una sceneggiatura che lo
riporta – in qualche modo – a Misterioso Omicidio a
Manhattan pur perseverando nel suo ’periodo rosso’ e
ottimista. Come Picasso affascinato dal blu in un
particolare momento della sua vita, l’autore di New York continua a
creare a quattro mani con il direttore della
fotografia Darius Khondji atmosfere calde e
accoglienti, questa volta attorno a Newport, nello stato del Rhode
Island.
Irrational Man
Joaquin Phoenix è Abe, un professore di
filosofia che ha totalmente perso fiducia nell’umanità, nella vita
e nella sua stessa materia, che tanto profondamente conosce. La
vita però, lo sappiamo, è strana e ci riserva sempre strane
sorprese e occasioni. È così che dal nulla, in modo del tutto
casuale, arriva per lui la scintilla che gli permette di cambiare
totalmente vita e riacquistare fiducia nelle piccole cose.
Sorprendentemente non è l’amore, per fortuna. Woody
Allen gioca con i filosofi e la letteratura che più ama
(Fëdor Dostoevskij e Delitto e Castigo in
particolare), si prende in giro e racconta con eleganza come si
possa subire il fascino del caos (e del caso) pur compiendo
scelte ben precise e programmate nel minimo dettaglio, lineari
o folli che siano.
Si resta in piedi in
equilibrio precario al confine fra giusto e sbagliato, senza
essere consapevoli (da qui “l’uomo irrazionale” del titolo)
delle conseguenze esatte che ogni nostra azione può scatenare.
Conseguenze che possono inoltre scatenare ulteriori spirali
inaspettate, facendoci perdere completamente il filo di Arianna
della nostra esistenza. Joaquin
Phoenix ed Emma Stone sono una coppia splendida sullo
schermo: panciuto e cangiante il primo, bellissima e sfrontata
la seconda, sempre più sicura di se e padrona del suo mestiere.
Tra di loro trasuda una chimica
particolare – più che nella coppia Stone-Firth di
Magic in the
Moonlight – tramite
la quale danno voce in maniera impeccabile a un copione finemente
scritto, ricco di classe e ironia che a molti già ricorda alla
lontana Match
Point, solo in versione più colorata e leggera.
Terza incomoda fra gli attori la leonessa Jamie
Blackley, che incarna l’animo più hippie del film. Il
risultato delle parti è una commedia capace di trattenere lo
spettatore incollato allo schermo per tutta la sua durata, con
sfumature da noir e da ’operetta degli equivoci’, da gustare come
uno scotch stagionato esattamente come Abe – il protagonista –
farebbe.
Applausi a scena aperta per
Irrational Man di Woody
Allen, che durante questo terzo giorno di Faestival di
Cannes 2015 è il protagonista assoluto. Lui e suoi due attori
principali, Emma Stone e Joaquin
Phoenix, “una coppia fantastica, perfetti”
riferiscono dalla croisette. Il film “delizioso e
divertente” ha raccolto due tranche di applausi, alla
fine e anche alla fine dei titoli di coda, segno che nonostante
l’età e la produzione massiccia, Woody non perde il suo tocco.
[nggallery id=1667]
Tra i film più attesi ovviamente
troviamo la coppia Sorrentino e Garrone che hanno
sempre vinto un premio nelle ultime due edizioni in cui hanno
partecipato. Tra i francesi invece troviamo madame
Isabelle Huppert che combatterà se stessa nei film
del connazionale Guillaume Nicloux
(Valley of Love) e del norvegese
Joachim Trier (Louder than
Bombs). E sempre dalla Francia arriva
Marion Cotillard trasformata di Lady Macbeth
(Macbeth di Justin Kurzel),
Emmanuelle Bercot (Mon roi di
Maiwenn) che aprirà da anche regista fuori concorso
il festival e la giovane Anaïs Demoustier, attesa
nel film di Valerie Donzelli, Marguerite et
Julien.
Lo scorso 14 maggio ha compiuto i
suoi splendidi 46 anni, ma Cate Blanchett non
accenna a cedere al tempo un’oncia del suo fascino. La
straordinaria attrice due volte premio Oscar è ora attesa al
Festival
di Cannes 2015 con Carol, e in
occasione di un intervista a Variety.
Il film, diretto da Todd
Haynes e che vede l’attrice australiana accanto a
Rooney Mara, racconta la storia di un’attrazione
proibita tra una ricca signora e una donna molto più giovane.
Durante l’intervista Cate Blanchett ha rivelato
che, nonostante la sua felice relazione con il regista teatrale
Andrew Upton, che dura da 18 anni, ha amato in
passato molte donne.
Quello tra Iron Man e Capitan
America potrebbe non essere l’unico grande scontro tra eroi che
vedremo in Captain America Civil War. A
quanto pare anche Occhio di Falco e Pantera Nera saranno i
protagonisti di un epico testa a testa, ecco cosa dice a riguardo
Umberto Gonzales:
Ricordiamo che si
tratta solo di un rumor e che non c’è ancora nulla di ufficiale a
riguardo.
Ecco le foto dal set del film: [nggallery id=1652]
In attesa di nuovi dettagli in
merito ricordiamo che Captain America Civil
War sarà diretto da Anthony e
Joe Russo e vedrà nel cast Chris Evans,
Robert Downey Jr., Scarlett Johansson, Chadwick Boseman,
Sebastian Stan,Samuel L. Jackson, Frank Grillo,
Jeremy Renner e Daniel Bruhl. Il film uscirà il 6 maggio
2016.