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Fallen annunciati i protagonisti

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Jeremy IrvineLotus Entertainment e Mayhem Pictures hanno finalmente annunciato i nomi degli attori scelti per interpretare i protagonisti di Fallen, adattamento cinematografico della saga fantasy firmata dalla scrittrice americana Lauren Kate. Si tratta dell’attrice di Californication Addison Timlin e del protagonista di War Horse Jeremy Irvine.

fallenScott Hicks, regista di Shine, dirigerà la pellicola. Kathryn Price, Nicole Millard e Michael Ross hanno scritto la sceneggiatura.

Fallen è il primo di una serie di quattro romanzi che ruotano attorno alla protagonista Luce Price (Timlin), un’ adolescente che dopo un tragico incidente viene affidata ad un riformatorio chiamato “Sword & Cross”. Qui incontra Daniel (Irvine), per il quale sente subito una forte attrazione. Lui, però, la respinge. Le ragioni del rifiuto di Daniel sono inizialmente oscure, anche perché minacciano di mettere in pericolo la vita di Luce.

I libri, editi in Italia da Rizzoli, sono il fenomeno editoriale degli ultimi anni, con oltre mezzo milione di copie vendute solo in Italia e traduzioni in quasi 40 Paesi. I romanzi successivi della serie sono Torment, Passion e Rapture.

Le riprese inizieranno in autunno. Il film sarà distribuito in Italia da M2 Pictures.

Falla girare, la recensione di uno sci-fi stupefacente

Falla girare, la recensione di uno sci-fi stupefacente

A due anni dalla sua opera prima 7 ore per farti innamorare, Giampaolo Morelli torna dietro – e davanti – la macchina da presa per una commedia formalmente distopica con cui chiudere in bellezza l’anno iniziato con il C’era una volta il crimine dello scorso marzo. In questo caso, questo nuovo Falla girare sarà disponibile su Amazon Prime dal 25 novembre, per allietare un periodo critico per molti e avvicinarsi al Natale con leggerezza e qualche ottimo consiglio.

Falla girare: un futuro sempre meno stupefacente

Intanto, di rilassarsi, di allontanare i pensieri cupi e le ansie, che sembrano attanagliare anche il mondo del futuro nel quale si svolge l’indagine del reporter dell’Impertinente sull’aumento dei suicidi. Tutto nascerebbe dal virus – forse creato in laboratorio, in Cina – che ha portato alla scomparsa della marijuana e all’estinzione di tutte le piantine di Cannabis… tranne due. Un esemplare femmina, conservato in Vaticano, e uno maschio, apparso per caso nella villa che l’influencer Natan ha acquistato da un losco figuro.

Una premessa surreale, a cavallo tra il fanta-action e L’erba di Grace, che si sviluppa in una commedia molto particolare, che guarda a Rain Man e a I soliti ignoti, e vive di continui strappi, trovate e siparietti. Caratteristiche che la inseriscono in un genere che dopo una premessa crime sfiora a tratti il demenziale, pur con l’ambizione di affrontare in maniera trasversale un tema fondamentale come quello della ricerca e del diritto alla felicità.

La felicità è un sistema complesso

Una direttrice non banale, che va al di là del semplice effetto ‘stupefacente’ cui si ammicca, ma che sembra aver bisogno di essere continuamente ricordata, dagli stessi scombinati eroi in scena e agli spettatori, travolti dal continuo succedersi di svolte narrative, nuovi personaggi e situazioni critiche. Un caos organizzato che risponde all’evidente intenzione di giocare con i modelli del cinema d’azione e d’avventura (con Morelli che si toglie persino lo sfizio di affrontare tre cattivi con le armi consentite dal ruolo), ma che in alcuni momenti sconta brusche frenate ed eccessive concessioni alla parodia.

Non quando si sceglie di attingere alla tradizione della comicità più popolare, al limite della barzelletta, anche politicamente scorretta (ma cinesi e napoletani saranno i primi a riderne), che paradossalmente paga di più di certe battute meno originali – sugli stereotipi legati al social marketing e all’immagine del giornalismo che qualcuno sembra avere davvero – o quasi dovute a una moderna sensibilità neo femminista. Per fortuna, del film e nostra, dove non arrivano la scrittura e il montaggio ci pensa la banda di impavidi composta dai Jackal, Giovanni Esposito e Michele Placido… con Leopoldo Mastelloni in versione boss.

FALL: trailer del nuovo thriller, al cinema dal 27 ottobre

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FALL: trailer del nuovo thriller, al cinema dal 27 ottobre

BIM ha diffuso il trailer di Fall, dai produttori del thriller 47 Metri, dal 27 ottobre arriva nei cinema Fall, il nuovo vertiginoso survival movie diretto dal regista Scott Mann (Heist, Final Score) con Grace Caroline Currey (Shazam!, Annabelle 2), Virginia Gardner (Runaways, Starfish) e Jeffrey Dean Morgan (The Walking Dead, Watchmen). Il film segue le vicende di due amiche che si avventurano nell’impresa impossibile di scalare un’altissima torre di trasmissione. Ma non tutto va come previsto e le due si ritrovano all’improvviso a lottare per sopravvivere.

FALL promette alta tensione, adrenalina e forti emozioni, lasciando lo spettatore con il fiato sospeso per tutta la sua durata. Con il fiato sospeso è rimasta anche la critica internazionale che ha confermato che il film “è un incubo assurdamente potente, che offre suspense in sala” (The Guardian) e ancora, che è “un film che vi farà aggrappare, con tutte le forze, alla vostra poltrona” (Variety).

La trama di Fall

Dopo la morte di Dan (Mason Gooding) durante un’arrampicata sulle Montagne Rocciose, la fidanzata Becky (Grace Caroline Currey) e l’amica Hunter (Virginia Gardner) decidono di scalare una torre di trasmissione alta più di 700 metri per spargere le sue ceneri dalla vetta. Ma una volta giunte in cima, si ritrovano bloccate senza alcuna possibilità di discesa. Attorno a loro c’è solo il deserto e non c’è modo di chiamare i soccorsi. L’unica scelta è lottare per la sopravvivenza, anche se tutto è contro di loro.

Fall: teaser trailer del nuovo thriller, al cinema dal 27 ottobre

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Dai produttori del thriller 47 Metri, dal 27 ottobre arriva nei cinema Fall, il nuovo vertiginoso survival movie diretto dal regista Scott Mann (Heist, Final Score) con Grace Caroline Currey (Shazam!, Annabelle 2), Virginia Gardner (Runaways, Starfish) e Jeffrey Dean Morgan (The Walking Dead, Watchmen). Il film segue le vicende di due amiche che si avventurano nell’impresa impossibile di scalare un’altissima torre di trasmissione. Ma non tutto va come previsto e le due si ritrovano all’improvviso a lottare per sopravvivere.

FALL promette alta tensione, adrenalina e forti emozioni, lasciando lo spettatore con il fiato sospeso per tutta la sua durata. Con il fiato sospeso è rimasta anche la critica internazionale che ha confermato che il film “è un incubo assurdamente potente, che offre suspense in sala” (The Guardian) e ancora, che è “un film che vi farà aggrappare, con tutte le forze, alla vostra poltrona” (Variety).

La trama di Fall

Dopo la morte di Dan (Mason Gooding) durante un’arrampicata sulle Montagne Rocciose, la fidanzata Becky (Grace Caroline Currey) e l’amica Hunter (Virginia Gardner) decidono di scalare una torre di trasmissione alta più di 700 metri per spargere le sue ceneri dalla vetta. Ma una volta giunte in cima, si ritrovano bloccate senza alcuna possibilità di discesa. Attorno a loro c’è solo il deserto e non c’è modo di chiamare i soccorsi. L’unica scelta è lottare per la sopravvivenza, anche se tutto è contro di loro.

Fall, la recensione di un thriller da vedere seduti al cinema

Fall, la recensione di un thriller da vedere seduti al cinema

Le abbiamo viste in fuga su strade desolate, e altrettanto spesso assediate da lupi, fiere varie ed enormi squali cattivi (una falsità che ci rende meno adorabile il Grande Steven Spielberg), ma non capita spesso di seguire il dramma di giovani “Damigelle in pericolo” sospese a oltre 600 metri da terra. Un’esperienza inusuale che ci offre il Fall di Scott Mann che Bim Film distribuisce nei cinema a partire dal 27 ottobre. Un’avventura che le due protagoniste – la Mary dei due Shazam!, Grace Caroline Currey, e la Virginia Gardner di Gaslit e Runaway – ricorderanno per sempre a prescindere dal risultato professionale.

In primis, perché sono state costrette in prima persona a restare sospese nel vuoto durante riprese durante i quali i pericoli non sono mancati, tra intensi temporali, raffiche di vento a 100 km/h e persino il cameo di uno sciame di formiche volanti. E per fortuna che il regista di L’ultima partita e Bus 657 non le ha portate in cima alla torre dove si svolge la vicenda, ma su un traliccio di 30 metri ricostruito in cima a un dirupo delle Shadow Mountains, nel deserto del Mojave, in California.

La voglia di volare passa, la vertigine resta

Dopo che un’escursione sulle Montagne Rocciose di tre esperti freeclimber finisce in tragedia, l’azione si sposta infatti in Arizona, sulla quarta torre di trasmissione abbandonata più alta degli Stati Uniti. E’ qui che Hunter spera di spingere a superare le proprie paure l’amica Becky, ancora in lutto a un anno dalla disgrazia nella quale è scomparso il ragazzo Dan (Mason Gooding, a completare lo scarno cast con il sempre carismatico Jeffrey Dean Morgan), una presenza sempre costante nella vita delle due, e nel prosieguo di Fall. Che ci racconta i loro tentativi di chiedere aiuto e di sopravvivere alla mancanza di provviste e alle  condizioni atmosferiche avverse che rendono ancora più da brivido questo anomalo assedio nel mezzo del deserto.

Un thriller tra alti e bassi

“Mi piacerebbe averlo scritto”, pare abbia twittato Sua Maestà Stephen King, paragonando il film al Duel – ancora – di Spielberg. Un film a basso budget (3 milioni di dollari, ben spesi) nel quale la paura rischia di essere fin troppo tangibile e la tensione ha un andamento costante, a differenza che in questo. Un riferimento forse inarrivabile per tutti, che non vale la pena prendere in considerazione per giudicare un survival movie a suo modo originale, definito “vertiginoso” per ovvi motivi ed effettivamente in grado di regalare emozioni.

Come annuncia la produzione, “la vera star è la torre“, e la regia non fa che sottolinearlo adeguatamente. A partire dalle riprese – tanto semplici quanto spettacolari – che non ne mostrano che una porzione intermedia, privandoci di qualsiasi rassicurante riferimento spaziale e dando l’impressione di una ‘Starway to Heaven‘ vera e propria. Fino a quelle effettuate dall’immancabile drone, che ci portano a una altezza alla quale non molti di noi arriverebbero mai, come anche la maggior parte di avventure come questa.

Fall “cade” nel consueto

Che purtroppo scivola (attenzione!) nel consueto quando dal survival puro si passa alle sottotrame relative al passato e al rapporto tra le due ragazze, e alla principale chiave di volta dell’intreccio, che per lo meno restituisce senso alle diverse incongruenze mostrate nel corso della narrazione, che a tratti ristagna in attesa della nuova svolta in grado di riaccendere quanto meno la curiosità. Difetti che i produttori Mark Lane e James Harris avevano mostrato già in occasione dei precedenti 47 Metri (e sequel).

Resta il dubbio che ci possa essere un intento educativo nel mostrare le poche precauzioni che fanno da premessa al dramma, e i danni che produce l’affidarsi a cattivi maestri quanto contare su follower e ‘amici’ virtuali… elementi ormai ricorrenti, vista la presenza dei social nelle nostre vite. Stante una recitazione che spesso risulta secondaria in tanta adrenalina, resta da notare in Fall il buon momento delle ‘ceneri’, per quanto interlocutorio, e un uso intelligente e strategico della musica, chiamata spesso in causa a spiazzare lo spettatore con jumpscare annunciati ai quali non viene dato seguito, lasciando la tensione libera di svilupparsi altrimenti.

FALL al cinema da questo giovedì

FALL al cinema da questo giovedì

FALL, arriva nelle sale italiane da giovedì 27 ottobre distribuito da BIM Distribuzione. Alta tensione, adrenalina, vertigini e forti emozioni sono al centro del thriller diretto da Scott Mann (Heist, Final Score) con Grace Caroline Currey (Shazam!, Annabelle 2), Virginia Gardner (Runaways, Starfish) e Jeffrey Dean Morgan (The Walking Dead, Watchmen), un film che segue le vicende di due amiche che si avventurano nell’impresa impossibile di scalare una torre di trasmissione alta 700 metri. Ma non tutto va come previsto e le due si ritrovano all’improvviso a lottare per sopravvivere.

Volevamo realizzare un film che avesse un autentico potenziale cinematografico. È un’esperienza unica e deve essere vista al cinema. È un viaggio. Le vertigini rappresentano una delle nostre paure più grandi e questo film le amplifica al massimocommenta il regista Scott Mann. “La torre è la vera star del film” prosegue Mann “ed esiste veramente in California, è la quarta struttura più alta degli Stati Uniti“. Dal punto di vista della scelta del cast Scott Mann non ha avuto dubbi “ho mostrato uno schizzo della ipotetica torre costruita sul ciglio di un dirupo e ho detto alle attrici che si sarebbero trovate veramente lassù. Cercavo di spaventarle per spingerle a prendere sul serio il fatto che si sarebbero trovate in cima a una montagna. A livello produttivo abbiamo accolto l’idea di scegliere le attrici migliori, che si sono rivelate Grace e Virginia, e non quelle di maggior richiamo“.

FALL è un film a basso budget (3 milioni di dollari) che, però, ha tratto giovamento dalle numerose sfide incontrate durante le riprese “Tutte le sfide climatiche che abbiamo incontrato – vento a 100 km/h, sciami di locuste e formiche volanti, tempeste di pioggia – sono andate a beneficio del film. Hanno modificato il suo lookcommenta Scott Mann e conclude affermando che “sul momento pensavamo fosse un disastro, ma siamo felici che sia successo. I momenti migliori del film riflettono quelli in cui abbiamo dovuto affrontare una sfida“. La critica internazionale che ha confermato che il film “è un incubo assurdamente potente, che offre suspense in sala” (The Guardian) e ancora, che è “un film che vi farà aggrappare, con tutte le forze, alla vostra poltrona” (Variety).

La trama di FALL

Dopo la morte di Dan (Mason Gooding) durante un’arrampicata sulle Montagne Rocciose, la fidanzata Becky (Grace Caroline Currey) e l’amica Hunter (Virginia Gardner) decidono di scalare una torre di trasmissione alta più di 700 metri per spargere le sue ceneri dalla vetta. Ma una volta giunte in cima, si ritrovano bloccate senza alcuna possibilità di discesa. Attorno a loro c’è solo il deserto e non c’è modo di chiamare i soccorsi. L’unica scelta è lottare per la sopravvivenza, anche se tutto è contro di loro.

Fall 2: in sviluppo un sequel del film Fall

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Fall 2: in sviluppo un sequel del film Fall

Un sequel del film Fall del 2022 è ufficialmente in lavorazione, secondo un recente rapporto diffuso da Deadline. Il sequel arriva dopo il sorprendente successo internazionale del film  che negli USA è uscito su Netflix. Il rapporto menziona che i produttori Tea Shop Productions e il regista Scott Mann stanno discutendo idee per un nuovo film, che probabilmente presenterà ancora una volta un gruppo di personaggi bloccati a un’altezza terrificante.

Il film originale è stato presentato in anteprima nell’agosto 2022 e vedeva Grace Caroline Currey e Virginia Gardner nei panni rispettivamente di Becky Connor e Hunter Shiloh, due amicche che rimangono intrappolati dopo aver scalato una torre di trasmissione dismessa nel deserto. Il film è interpretato anche da Mason Gooding e Jeffrey Dean Morgan. Al momento non è chiaro se qualcuna delle star del primo film riprenderà i propri ruoli nel sequel.

Dopo essere stato lanciato con un discreto successo al botteghino, Fall è diventato un successo a sorpresa all’estero. Secondo Deadline, Fall è stato il secondo film più visto nel Regno Unito su Netflix, dietro solo a Luther: The Fallen Sun con Idris Elba. Il successo del film arriva anche senza alcuna vera spinta di marketing, con il co-fondatore di Tea Shop Productions James Harris che attribuisce il suo successo al passaparola.

Siamo rimasti piacevolmente sorpresi da come tutti abbiano una reazione così viscerale“, ha detto Harris. “È uno di quei film in cui il passaparola aiuta davvero.”

È una cosa facile per le persone cogliere uno streamer“, ha dichiarato il co-fondatore di Tea Shop Productions Mark Lane. “Puoi vedere il concetto nell’immagine del poster e stiamo scoprendo che se le persone lo provano, si appassionano all’istante.

Falene: recensione del film di Andrès A. Arce

Falene: recensione del film di Andrès A. Arce

Falene è il film del 2009 diretto da Andrès A. Arce con protagonsiti Totò Onnis e Paolo Sassanelli e racconta la storia di due uomini sui quarant’anni si incontrano al porto, aspettano qualcuno con il quale hanno un conto in sospeso. Ma la loro intenzione non è di saldare i conto, ma di truffare il terzo e fuggire.

Falene, il film

Il tono tragicamente comico dei loro discorsi ci racconta molte cose delle loro vite. L’epilogo, inatteso eppure inevitabile, lascia spezza i loro sogni e li restituisce alla tragedia. Totò Onnis e Paolo Sassanelli sono gli interpreti di questo dramma filmato, o commedia noir, che dir si voglia, dal titolo evocativo, Falene, scritto per il teatro dall’ischitano Andrej Longo e diretto per il cinema da Andrès A. Arce.

Il film, una lunga sequenza parlata, ci porta nella testa di una coppia di amici, probabilmente molto legati sin dall’infanzia, rappresentano quella la coppia comica per eccellenza: il primo, preparato, elegante, sedicente colto, che perde totalmente il contatto con la realtà, si fregia di esperienze che non ha mai vissuto e assume il ruolo di guida del duetto senza essere contestato; il secondo semplice, impacciato, rozzo e succube di una decisione che condivide solo per condiscendenza nei confronti del più carismatico amico, ma allo stesso tempo molto più concreto, diretto, realista. Il dialetto barese, a tratti tanto stretto da risultare incomprensibile, smorza la drammaticità dei caratteri e della situazione, dando un tocco di comicità ad un’atmosfera altrimenti cupa, immobile, da noir.

Falene è un pregevole esperimento cinematografico, definito un progetto in divenire dallo stesso Sassanelli che ne loda principalmente la passione. Questo dunque l’elemento principale alla base di Falene, che uscirà in un circuito d’essay, ma che ha fatto parlare molto bene di se in diversi Festival Europei. Il concept è stato tratto da un fatto di cronaca, che ha generato una storia e uno scritto teatrale prima in italiano e poi in napoletano. Infine si è arrivati al film, in un unico ambiente, con soli due attori, con tantissimi dialoghi e girato interamente in un unico piano sequenza, movimentato poi dal dinamico montaggio del premio Oscar Gabriella Cristiani (L’Ultimo Imperatore).

Il finale pecca un po’ di un eccesso di movimento, soprattutto considerando il fatto che si tratta di un movimento finto, ottenuto da split screen invasivi, che interrompono il ritmo della narrazione e che sicuramente non aggiungono nulla al già ottimo lavoro di messa in quadro della prima parte del lavoro. Esilaranti e crudeli, i due protagonisti si cimentano in ogni tipo di discorso e argomento, dal più basso al più alto, passando per lirica, psicologia e poesia, senza mai, nemmeno per una volta, smettere di prendersi sul serio, nella maniera più comica che possa esistere, quella involontaria.

Falene però presenta anche grossi limiti, in corrispondenza con i suoi punti forti. Se da un lato l’unità di spazio e tempo rende interessante il lavoro, dall’altro rischia di annoiare, costruendosi su una lunga serie di battute che rimbalzano da una parte all’altra come in un lungo flusso di coscienza, senza senso e senza scopo. La struttura teatrale di Falene viene anche ribadita concettualmente dall’attesa, quasi beckettiana, dei due protagonisti, attesa che si rivelerà molto diversa, poiché in effetti alla fine qualcuno arriva a trasformare il sogno in realtà. Che poi sia una realtà triste o lieta, sta allo spettatore scoprirlo.

Falcon: il nuovo interprete non vede l’ora di scoprire dove andrà il suo personaggio

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In The Falcon and the Winter Soldier abbiamo avuto la possibilità di un breve sguardo su Joaquin Torres, il personaggio che nei fumetti raccoglie il testimone di Sam Wilson, una volta che questi viene chiamato a indossare il mantello di Captain America, dopo Steve Rogers.

Nella serie, Torres è interpretato da Danny Ramirez che, lo scommettiamo, avrà sicuramente un futuro interessante all’interno del MCU, probabilmente già nell’annunciato Captain America 4, che vedrà l’ufficializzazione di Sam Wilson (Anthony Mackie) nei panni di Cap.

Screen Rant ha incontrato Danny Ramirez per discutere del suo prossimo film No Exit, che arriverà nelle sale il 25 febbraio. Nel corso dell’intervista, gli è stato chiesto di parlare del suo potenziale futuro nel MCU. Come fa qualsiasi attore Marvel ben addestrato, ha risposto che “ovviamente non può dire nulla – salvo poi continuare – sono solo sinceramente eccitato dalla direzione in cui tutta Hollywood sta andando per la quantità di rappresentazione sullo schermo per i personaggi latini e, con Joaquin, sono davvero entusiasta di chi è come persona e di come si comporta e questo è tutto quello che dirò, perché non posso! Sai che non posso!”

Captain America 4, quello che sappiamo

Captain America 4 sarà scritto da Malcolm Spellman e da Dalan Musson che hanno già lavorato alla serie Disney+ e questa scelta indica il forte desiderio dello studio di dare continuità tra piccolo e grande schermo.

Del cast del film non si sa ancora niente, ma possiamo scommettere che oltre a Anthony Mackie, nel film ci sarà spazio anche per Sebastian Stan (Bucky), Emily VanCamp (Sharon Carter), Wyatt Russell (John Walkers) e Daniel Bruhl (Zemo).

Falcon Lake, recensione del film di Charlotte Le Bon

Falcon Lake, recensione del film di Charlotte Le Bon

Presentato in anteprima alla Quinzaine des Réalisateurs di Cannes 2022, Falcon Lake è l’esordio alla regia dell’attrice canadese Charlotte Le Bon, che si colloca a metà strada tra una storia d’amore adolescenziale e un film fantastico, quasi horror. Tratto da una graphic novel francese, il film di Le Bon – in sala dal 29 giugno – si prende il rischio di navigare tra questi due generi e lo fa con una saggezza che si addice a registi esperti.

A (Canadian) ghost story

Coming-of-age e fantastico spesso sono intrecciati assieme, ma in genere è la suspense a prevalere, lasciando in secondo piano le relazioni tra i personaggi, che tendono a disperdersi una volta che compare l’elemento soprannaturale. In Falcon Lake, al contrario, l’orrore sembra essere più che altro un gioco, un ammiccamento tra i protagonisti e tra il regista e lo spettatore. Qualcosa che intuiamo fin dai titoli di testa, quando compare davanti a noi l’immagine di una ragazza che sembra galleggiare morta in una laguna, ma che successivamente riprende a nuotare. Le Bon dà l’impressione di giocare con i tropi del genere, cosa che continuerà a fare per tutto il film, con inquadrature che si prolungano più del solito, in attesa di qualcosa che non accade mai, o personaggi che indossano maschere, si travestono da fantasmi o fingono di essere morti. Esiste una leggenda secondo cui un ragazzo sarebbe annegato in quel luogo, ma non ci sono prove se non quelle che racconta Chloé (Sara Montpetit), un’adolescente di 16 anni che ha una casa in questa zona lacustre del Quebec.

L’altro grande protagonista di Falcon Lake è Bastien (Joseph Engel), un tredicenne ma, attenzione, “quasi quattordicenne“, che va con la famiglia a trovare gli amici che vivono lì, di cui Chloé è figlia. Bastien è accompagnato dal fratello minore, Titi, e dai genitori. Il ragazzo deve dividere la stanza con Chloé, che ha solo due anni più di lui ma è in piena adolescenza, fase della vita che Bastien sta scoprendo poco a poco. È ovvio che il ragazzo si innamorerà di lei e Chloé, sorprendentemente, prima nutrirà nei suoi confronti una tenera simpatia intervallata da momenti in cui la ragazza mette in mostra tutta la sua presunzione da “più grande”, poi si renderà conto che a volte si trova meglio con il ragazzo simpatico e particolare che con i suoi pretendenti un po’ più aggressivi e “sviluppati”.

La relazione tra i due – e il resto degli adolescenti, che fanno feste, bevono e fumano, portando Bastien a provare cose nuove, non sempre con risultati incoraggianti – comincia ad avere un certo contenuto sessuale, gestito il più delle volte con umorismo dalla regista, comprese un paio di gag eccellenti. Nonostante ciò, prevale in Falcon Lake il tono cupo, da ghost movie, lontano dall’impostazione romantica, luminosa o nostalgica con cui di solito vengono dipinte queste storie d’amore adolescenziale.

Falcon Lake, Charlotte Le Bon

L’estate di Bastien e Chloé

La storia di Falcon Lake è circoscritta (vi si entra ed esce attraverso il viaggio in auto che segna l’inizio e la fine della vacanza) in un formato di 1:37, per entrare in contatto con l’intimità, la fragilità, i dubbi e l’insicurezza di questo adolescente che si sta svegliando alla vita. Come dicevamo, l’esordio di Charlotte Le Bon è un adattamento libero della graphic novel Une Soeur (Bastien Vivés), che sposta l’azione dal bordo del mare in Francia alla riva di un lago in Quebec. E lo fa perché il protagonista è francese e in quell’ambiente estraneo il suo senso di solitudine, di alterità e di incomprensione si accentua. Perché Falcon Lake è un coming of age incentrato su Bastien, un ragazzo di quattordici anni che va in vacanza con i genitori in una casa di legno sperduta nella foresta, accanto a questo grande lago.

Chloe è già nella fase della vita in cui rientra tardi la sera, mentre Bastien non ha ancora neanche un telefono: agli occhi di lei, il ragazzino è nel pieno dell’ingenuità. “Tu conosci troppe cose strane“, le dice Bastien: si tratta delle cose dell’adolescenza, quelle a cui Bastien inizia ad avvicinarsi ma che ancora non sa bene decifrare. Di fronte a questa dolce inesperienza, Chloe pensa di poter essere in grado di manipolare la mente del ragazzo: lei si trova sul confine tra il credere ancora alle favole e il poter essere abbastanza grande da crearne di nuove, così tramanda – o si inventa – queste ghost story. Il loro è un rapporto molto ambiguo, a metà tra il fare parte della stessa famiglia e la prima cotta estiva. Chloe si sveste davanti a Bastien, nella camera che condividono come se fossero fratelli e a un certo punto qualcuno glielo farà anche notare. D’altro canto, c’è chi è convinto che tra i due sia sbocciato qualcosa, chi chiede se abbiano addirittura fatto sesso. Chloe stessa fa capire a Bastien, che la guarda un po’ con timore reverenziale, un po’ con il fervore dei primi innamoramenti, che l’affrontare le proprie paure ha anche a che fare con la scoperta del se come soggetto sessuale.

Falcon Lake

Avrai sempre il tuo fantasma

L’aspetto più sorprendente di Falcon Lake è il modo in cui riesce a giocare e ad appropriarsi dei tropi del genere horror. Lo fa, da un lato, attraverso una colonna sonora che introduce ambiguità e allontana le situazioni dal rischio, tipico di questo tipo di storie, di cadere nell’idealizzazione e nella nostalgia (la tipica sequenza, ad esempio, della corsa in bicicletta, non è qui da intendere in chiave bucolica, quanto piuttosto come un modo necessario per sfogare l’angoscia di un’estate che sta volgendo al termine). In secondo luogo, il concetto di terrore è veicolato da queste leggende dei fantasmi di Falcon Lake che fanno da sfondo all’intera narrazione. Pur non essendo altro che dicerie o semplicemente il punto di partenza perfetto per dei giochi di paura, stabiliscono una profonda eco simbolica con i timori che l’adolescenza implica rispetto a se stessi, all’amore e all’amicizia, ai ruoli di genere, a quell’universo sconosciuto che appartiene agli adulti e che, senza dubbio, spaventa.

Tutte le paure di Bastien, però, trovano un’eco ancora più profonda in Chloé, di tre anni più grande di lui, con la quale, come dicevamo, instaura un rapporto che oscilla tra un’amicizia ancora infantile, le cure materne, la sensualità e il risveglio sessuale, e che trasmette un magnetismo ineluttabile. È interessante in questo senso il collegamento con il modo in cui Falcon Lake riflette sull’amore (più o meno corrisposto) come meccanismo per superare le proprie paure e crescere.

Falcon e Soldato D’Inverno: Daniel Bruhl e Emily VanCamp nel cast della serie

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Come annunciato nei mesi scorsi, l’universo cinematografico dei Marvel Studios si prepara ad allargare ulteriormente i propri confini sbarcando sulla piattaforma streming di Disney + a partire dal prossimo anno con alcuni prodotti originali, tra cui le serie dedicate a Scarlet Witch e Visione, Falcon & Winter Soldier, Loki e Occhio di Falco.

Nuovi aggiornamenti in merito allo show che vedrà protagonisti Sam Wilson e Bucky Barnes, i personaggi interpretati rispettivamente da Anthony Mackie e Sebastian Stan, arrivano da Deadline che conferma l’ingresso nel cast di due volti noti del MCU: Daniel Bruhl, che ha vestito i panni del Barone Zemo in Captain America: Civil War, e Emily VanCamp, Sharon Carter in Captain America: The Winter Soldier e Civil War. A quanto pare gli attori sarebbero in trattative e ci sono ottime possibilità di rivederli in azione.

Per quanto riguarda la serie, il lancio è fissato ad Agosto 2020 e Kari Skogland (The Handmaid’s Tale, Penny Dreadful, Boardwalk Empire, The Killing, The Walking Dead, Fear the Walking Dead, Under the Dome, Vikings, The Americans, House of Cards e The Punisher) dirigerà tutti i sei episodi.

Probabile, visti gli esiti di Avengers: Endgame, che lo show si concentrerà sulla dinamica  del rapporto tra le due figure più vicine a Captain America (nonché suoi eredi) e sulle imprese dei supereroi per garantire la sicurezza mondiale.

Leggi anche – Marvel Studios: tutte le serie in arrivo su Disney +

Vi ricordiamo che Mackie e Stan sono ora nelle sale con Avengers: Endgame.

CORRELATI:

Nel cast figurano anche Robert Downey Jr.Chris HemsworthMark RuffaloChris EvansScarlett JohanssonBenedict Cumberbatch, Don Cheadle, Tom HollandChadwick Boseman, Elizabeth Olsen, Letitia Wright, Dave Bautista, Zoe Saldana, Josh Brolin, Chris Pratt, Jeremy Renner, Evangeline Lilly, Jon Favreau, Paul Rudd, Brie Larson.

Dopo gli eventi devastanti di Avengers: Infinity War (2018), l’universo è in rovina a causa degli sforzi del Titano Pazzo, Thanos. Con l’aiuto degli alleati rimasti in vita dopo lo schiocco, i Vendicatori dovranno riunirsi ancora una volta per annullare le azioni del villain e ripristinare l’ordine nell’universo una volta per tutte, indipendentemente dalle conseguenze che potrebbero esserci.

Avengers: Endgame, tutti gli spoiler rivelati dal cast prima dell’uscita

Fonte: Deadline

Falcon and the Winter Soldier: prima foto di Erin Kellyman sul set

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Dopo le foto di Sebastian Stan sul set di The Falcon and The Winter Soldier, oggi arriva anche la prima foto di Erin Kellyman in quello che al momento è un personaggio misterioso. L’attrice che entrata a far parte del cast della serie prima dell’inizio delle riprese non ha mai rivelato il suo ruolo e si ipotizza che possa interpretare Sharon Ventura, uno dei membri del gruppo di cattivi The Grapplers, ma è stato anche detto che potrebbe interpretare un altro membro, Songbird.

Dunque al momento non sappiamo il ruolo che avrà nella nuova serie tv in arrivo su Disney+ dei Marvel Studios, ma eccola che è pronta a recitare sul set:

 

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#georgestpierre, #erinkellerman and crew relax between takes of #falconandthewintersoldier. Shot in Woodruff Park, Atlanta, GA.

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The Falcon And The Winter Soldier, la serie tv

The Falcon and The Winter Soldier è la serie di prossima uscita nel quale Anthony Mackie e Sebastian Stan  riprenderanno i loro ruoli nei panni del titolo Falcon (alias Sam Wilson) e The Winter Soldier (alias Bucky Barnes) che sarà diretta da Kari Skogland.

Vi ricordiamo che nel cast di The Falcon and The Winter Soldier è previsto anche il ritorno di due volti noti dell’universo cinematografico, ovvero Emily VanCamp, Sharon Carter in Captain America: The Winter Soldier e Civil War e Daniel Bruhl, nei panni del Barone Zemo. Per quanto concerne la serie di The Falcon and The Winter Soldier, il lancio è fissato in autunno 2020 e Kari Skogland (The Handmaid’s Tale, Penny Dreadful, Boardwalk Empire, The Killing, The Walking Dead, Fear the Walking Dead, Under the Dome, Vikings, The Americans, House of Cards e The Punisher) dirigerà tutti i sei episodi.

Probabile, visti gli esiti di Avengers: Endgame, che lo show si concentrerà sulla dinamica  del rapporto tra le due figure più vicine a Captain America (nonché suoi eredi) e sulle imprese dei supereroi per garantire la sicurezza mondiale.

Falcon and the Winter Soldier: first look alla serie Marvel su Disney+

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In occasione dell’assemblea degli investitori Disney, i Marvel Studios hanno finalmente offerto al pubblico un first look a The Falcon and The Winter Soldier, la serie del MCU con Anthony Mickey e Sebastian Stan che arriverà su Disney+ il prossimo 19 marzo.

Ecco il first look di Falcon and the Winter Soldier

Ecco il poster di Falcon and the Winter Soldier

https://www.instagram.com/p/CIo0gm2Hkyz/

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The Falcon And The Winter Soldier, la serie tv

The Falcon and The Winter Soldier è la serie di prossima uscita nel quale Anthony Mackie e Sebastian Stan  riprenderanno i loro ruoli nei panni del titolo Falcon (alias Sam Wilson) e The Winter Soldier (alias Bucky Barnes) che sarà diretta da Kari Skogland.

Vi ricordiamo che nel cast di The Falcon and The Winter Soldier è previsto anche il ritorno di due volti noti dell’universo cinematografico, ovvero Emily VanCamp, Sharon Carter in Captain America: The Winter Soldier e Civil War e Daniel Bruhl, nei panni del Barone Zemo. Per quanto concerne la serie di The Falcon and The Winter Soldier, il lancio è fissato in autunno 2020 e Kari Skogland (The Handmaid’s Tale, Penny Dreadful, Boardwalk Empire, The Killing, The Walking Dead, Fear the Walking Dead, Under the Dome, Vikings, The Americans, House of Cards e The Punisher) dirigerà tutti i sei episodi.

Probabile, visti gli esiti di Avengers: Endgame, che lo show si concentrerà sulla dinamica  del rapporto tra le due figure più vicine a Captain America (nonché suoi eredi) e sulle imprese dei supereroi per garantire la sicurezza mondiale.

Falcon and The Winter Soldier e WandaVision: ecco quando usciranno

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Dopo The Mandalorian 2, Deadline ha rivelato quando arriveranno le serie Falcon e Winter Soldier e WandaVision, prodotte dai Marvel Studios. Il noto sito americano grazie ad un report pubblicato in queste ore e riassunto di un incontro tra Disney e gli analisti ha confermato che The Falcon and The Winter Soldier e WandaVision arriveranno in anteprima rispettivamente in agosto e dicembre del 2020.

Inoltre nell’evento il CEO di Disney ha confermato agli analisti che la loro strategia di lanci dei prodotti in streaming rimarrà la stessa: ovvero un episodio a settimana, dunque in controtendenza con l’operato di Netflix.

La maggior parte delle domande degli analisti durante l’incontro era incentrata sullo streaming. “L’interesse e l’affinità con il marchio Disney sono aumentati” grazie al lancio di Disney+, ha affermato Iger. Con 28,6 milioni di abbonati pagati al 3 febbraio, Disney+ dopo poco meno di tre mesi negli Stati Uniti e in altri tre paesi, è quasi a metà strada verso la fascia bassa dell’obiettivo quinquennale della società da 60 a 90 milioni di abbonati. Entro la fine di marzo, sarà attivo anche nel Regno Unito, in Europa occidentale e in India.

Falchi: il trailer del film con Fortunato Cerlino e Michele Riondino

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Ecco il primo trailer di Falchi, il nuoco film di Toni D’Angelo che vede protagonisti Michele Riondino e Fortunato Cerlino.

Ecco la trama del film: Napoli, la città delle mille contraddizioni. Fortunato Cerlino e Michele Riondino sono Peppe e Francesco, due #Falchi, poliziotti della sezione speciale della Squadra Mobile di Napoli. In sella alla loro moto, portano la legge tra i vicoli più malfamati della città, usando spesso metodi poco convenzionali. La loro vita, già ricca di tensione, viene sconvolta da una tragedia personale e professionale. In preda allo sconforto e assetati di vendetta, ingaggeranno una lotta senza esclusione di colpi contro una potentissima e spietata organizzazione criminale cinese.

Falchi arriverà al cinema dal 2 marzo.

Fonte: Youtube

Falchi recensione del film con Fortunato Cerlino e Michele Riondino

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Dopo aver stregato il pubblico del piccolo schermo con il suo Don Pietro di Gomorra, Fortunato Cerlino torna al cinema al fianco di Michele Riondino in Falchi, film di Toni D’Angelo. L’inedita coppia interpreta due agenti della squadra dei falchi, appunto, i poliziotti di strada. Sporchi, stropicciati, doloranti e feriti, entrambi cercano di superare un trauma per riuscire ad andare a vanti. La loro vita professionale, l’essere un falco, condiziona la loro vita personale, intima, in una ricerca di sollievo che non riesce mai ad arrivare.

Peppe e Francesco sono due amici e, allo stesso tempo, due prorompenti falchi (denominazione di una speciale sezione di Polizia), ovvero due agenti della Squadra Mobile di Napoli che in tale vesti e a bordo della loro moto, si adoperano in modo spregiudicato contro la criminalità organizzata, pattugliando in lungo e largo la città, addentrandosi nei quartieri più malfamati, dove episodi di criminalità sono all’ordine del giorno. A dirigerli è l’Ispettore Marino, verso il quale nutrono un rapporto quasi paterno. Dediti al loro lavoro, tanto da viverlo come una missione, i due efficienti agenti, sono così in costante tensione. Nella vita privata di Peppe e Francesco però, c’è un qualcosa di rilevante…

Toni D’Angelo prova in tutti i modi a dare personalità ai protagonisti, attraverso angolature ricercate e sforzi registici notevoli, tuttavia non riesce a dare sostanza a un racconto che parte dalla parte sbagliata. Se un poliziottesco, genere a cui il film si ispira, parte “dalla strada” per arrivare al cuore del personaggi, qui siamo proiettati già nella testa e nei turbamenti dei due protagonisti, che rischiano di soccombere alle proprie ferite, fisiche e non.

Falchi inciampa nella debolezza della scrittura

Da una parte il più giovane Francesco fa i conti con un errore sul campo, uno sbaglio che gli costa la sua sanità mentale, quasi, e che lo spinge a prendere a cuore la sorte di una immigrata cinese della quale si innamora. D’altro canto, Peppe, più maturo ed esperto, ha una particolare inclinazione ad addestrare cani per le lotte clandestine, ma quando gli viene affidato un animale speciale, si affeziona a tal punto da lasciar andare il suo hobby che lo aveva fatto invischiare in trattative pericolose.

I cammini dei due uomini si intrecceranno non solo sul lavoro, ma anche nella sfera privata, in un gioco di implausibili rimandi che smaschera la debolezza di partenza della storia narrata da D’Angelo.

Nonostante la presenza di due interpreti solidi, Falchi si sbriciola sotto i tentativi di un racconto intimista, che non si addice all’ambiente, al genere, alle scelte affrontate in partenza.

Faito Doc Festival: il comunicato stampa

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Ecco il comunicato stampa della quinta edizione del Faito Doc Festival quest’anno dedicato al tema della follia, argomento vario, misterios e interessante.

Faito Doc Festival: ecco i dettagli

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Torna l’immancabile appuntamento estivo con il cinema d’autore e la montagna: IL FAITO DOC FESTIVAL, kermesse internazionale del cinema

Faito Doc Festival: al via l’edizione 2012

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Partirà questa sera dalla Reggia di Quisisana a Castellamare di Stabia il Faito Doc Festival 2012 con tema la follia.

Questa sera alle 20.30 aperitivo d’apertura

Faito Doc Festival: al via i lavori per l’edizione 2012

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Gli inarrestabili Turi e Nathalie Rossetti, insieme a Marika de Rosa, anche quest’anno hanno dato il via ai lavori del Faito Doc Festival, un piccolo festival dedicato al documentario in tutte

Faito Doc Festival, XVII edizione: un cinema nel bosco con opere da tutto il mondo

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Proiezioni ed eventi esclusivi immersi nella natura, per stimolare la creatività e proporre nuove iniziative e visioni nella cinematografia. Al via la diciassettesima edizione del Faito Doc Festival, in programma dal 17 al 24 luglio, sull’omonimo monte a 1.200 metri sul mare di Vico Equense. Il Festival, ideato e diretto da Nathalie Rossetti e Turi Finocchiaro, affronta in questa edizione il tema delle “Radici”.

Faito Doc Festival, 50 documentari selezionati

Saranno 50 i documentari protagonisti di quest’anno, provenienti da più di 20 Paesi nel mondo: 27 di questi gareggeranno nelle tre competizioni previste dal Festival: una dedita ai lungometraggi e due ai cortometraggi, tra cui quella dedicata alle scuole di cinema. Non solo documentari di creazione ma tanti eventi speciali in corrispondenza col tema riempiranno le giornate. Tra questi la masterclass di Maricetta Lombardo, una delle più importanti professioniste del suono in Italia, vincitrice di premi come i David di Donatello, e momenti musicali, come il concerto di tammorra pimontese che si terrà il 24 luglio.

I film verranno valutati dalla giuria internazionale “I Magnifici” composta da Sergio Guataquira Sarmiento (regista), vincitore edizione 2023 con ‘Adieu Sauvage’, Colombia – Belgio; Rudi Maerten (montatore), Belgio;  Perrine Robert (Responsabile dei programmi, Lyon Capitale TV), Francia; Diletta Ciociano (caporedattore di Taxi Drivers), Italia; Marcello Bivona (regista), Italia.

La “Giuria dei professionisti” verrà affiancata dalla “Giuria Internazionale dei Giovani”, dalla “Giuria il Camino” e dalla “Giuria del Faito Doc Camp”. I vincitori del festival riceveranno in premio le creazioni dell’inventore belga Cricou,amante del riciclaggio ma anche opere originali dei Residenti della comunità il Camino e creazioni della Bottega Baobab del Commercio Equo e Solidale della CPS.

«Per spiegare il tema di quest’anno mutuiamo le parole di Hannah Arendt: “Il peggior male non è radicale, è il male senza radici. Proprio perché non ha radici, questo male non conosce limiti e può raggiungere vertici impensabili, macchiando il mondo intero”. Cosa significa avere o non avere radici e come ritrovarle?», raccontano i direttori artistici.

Faito Doc Festival, il focus sulla Palestina

È previsto un focus sulla Palestina nella giornata di sabato 20 giugno, con la proiezione del film “Ma’loul fête sa destruction” di Michel Khleifi a cui seguirà al tramonto lo spettacolo con Omar Suleiman,La terra delle arance tristi”, con adattamento e regia di Patrizia di Martino, tratto dal racconto di Ghassan Khanafani. Lo stesso Omar offrirà poi al pubblico una degustazione di cucina tipica palestinese, seguirà “Going Home” dell’anglo-palestinese Omar Al Qattan, che giunge al Festival da Amman.

Diversi film sui migranti in questa edizione, come dimostrano le proiezioni di “Un Paese di Resistenza” di Shu Aiello e Catherine Catella che segue la lotta e il percorso di vita di Mimmo Lucano, registe già premiate al Faito Doc Fest nel 2016 con “Un Paese di Calabria”. Successivamente la proiezione di “Apnea”, di Stefano Poggioni, Claudia Cataldi ed Elena Poggioni, di “Go friend go” di Gabriele Licchelli, Francesco Lorusso e Andrea Settembrini e di “Sconosciuti puri” di Valentina Cicogna e Mattia Palombo, offriranno punti di vista approfonditi sulla questione.

Quest’anno ci sarà il Pitching Faito Doc

Numerose le attività di quest’anno come il Pitching Faito Doc “delle Ali per gli Autori”, laboratorio di scrittura documentaria creato da tre anni per incoraggiare gli autori e le autrici. Ad accogliere i giovani autori e i loro progetti saranno i Mentori Marilyn Watelet (SABAM – Belgio), Massimo Iannetta (SCAM – Belgio/Italia), Amel Bouzid (Script Doctoring – Tunisia) e Giuseppe Bisceglia (Scuola Holden – Italia).

Torna il DOC NOW! guidato dal giornalista di Taxidrivers Antonio Maiorino, con lo scopo di cogliere, attraverso una serie di interviste con esperti, i fenomeni più rilevanti del cinema documentario contemporaneo. Ospiti per l’edizione 2024 Michel Khleifi, al quale il Faito Doc quest’anno rende omaggio come Padrino del Festival premiandolo per tutta la sua opera cinematografica e proiettando il suo film: “Noce en Galilée” che vinse il Premio della critica nel 1987 a Cannes.  Valentina Cicogna e Mattia Colombocon “Sconosciuti puri” saranno anche ospiti del Doc Now!

Inoltre il festival offre proiezioni di “classici” per grandi e bambini col Docs for Kids a cura di Milena Bochet, e il laboratorio Faito Giovani con Poesie nella natura con Bénédicte Mancini. Mostre di Land Art con l’Accademia di Belle arti di Napoli e torna la “Biblioteca Vivente” con i residenti del Centro terapeutico Il Camino e una Cena sensoriale “alle radici del gusto” coordinata da Elisa Frascà. E ancora mostre di disegni, fotografie, e opere originali in 3D. Incontri e passeggiate artistiche nel bosco a cura del naturalista Nando Fontanella.

La preservazione del parco naturale è valorizzata da una scenografia creata da giovani volontari provenienti da tutto il mondo, con materiali naturali, riciclati e trasformati.

Faito Doc Festival, il poster della XVII edizione

Faito Doc Festival : ecco come aiutare la sesta edizione

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Faito Doc Festival logo

Non solo continuità e consolidamento internazionale, ma anche novità ed apertura al territorio, virtuale e non, per l’edizione n.6 del FAITO DOC FESTIVAL. In linea col tema MOVIMENTO, che ne impronterà lo svolgimento in programma dal 21 al 25 agosto 2013, il Festival si mette in moto con un’iniziativa di sharing con la gente. Tramite la piattaforma Ulule, gli utenti del web potranno infatti partecipare alla co-produzione dell’evento, diventando sostenitori di una manifestazione che non solo valorizza l’incantevole scenario del Monte Faito, a 1200 mt a picco sul mare, ma promuove anche il cinema, l’arte, la musica, attraverso un dialogo tra artisti, pubblico e giovani volontari.

A questo indirizzo si può trovare la presentazione del progetto FAITO DOC FESTIVAL edizione n.6, con i dettagli della manifestazione, ma soprattutto con utili indicazioni per diventare attivamente sostenitori. La condivisione è totale: non solo viene spiegato nel dettaglio cosa si riceve in base a quanto donato, ma ci si apre, attraverso la comunicazione multimediale, all’apporto di idee, proposte e suggerimenti di quanti intendano promuovere la bellezza, la cultura e l’ambiente, da sempre segni distintivi del Festival.

Le premesse sono incoraggianti: 30 registi da tutto il mondo, una giuria internazionale presieduta dal regista partenopeo PAPPI CORSICATO, 25 ore di proiezioni assicurate, laboratori per bambini, passeggiate nei boschi dai Faggi secolari, concerti sotto le stelle e tutto quanto possa essere messo in movimento dalla creatività e dalla generosità tanto dei volontari dello staff quanto dei sostenitori.

Proprio per continuare a garantire la gratuità dell’evento, ma allo stesso tempo la qualità e la quantità di servizi e contenuti, il FAITO DOC FESTIVAL reagisce alla riduzione di finanziamenti pubblici e privati attraverso la solidarietà e la partecipazione: il territorio virtuale di Ulule consente a tutti di valorizzare il patrimonio paesaggistico del Monte Faito ed il patrimonio di idee e di passione, motore di ogni rinnovamento.

Piattaforma Ulule: http://it.ulule.com/faito-doc-festival/
Sito web del Faito Doc Festival: www.faitodocfestival.it
Contatti: [email protected]
Antonio Maiorino, Ufficio Stampa: [email protected]

Faito Doc Festival 2024: svelati i vincitori

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Faito Doc Festival 2024: svelati i vincitori

“Little Palestine” di Abdallah Al-Khatibil è risultata la miglior opera nella sezione lungometraggi della diciassettesima edizione del Faito Doc Festival diretto da Turi Finocchiaro e Nathalie Rossetti.

Il documentario del regista siriano ha convinto all’unanimità la giuria internazionale dei “magnifici” composta da Sergio Guataquira Sarmiento (regista), vincitore edizione 2023 con ‘Adieu Sauvage’, Colombia-Belgio; Rudi Maerten (montatore), Belgio; Perrine Robert (Responsabile dei programmi, Lyon Capitale TV), Francia; Diletta Ciociano (caporedattore di Taxi Drivers), Italia; Marcello Bivona (regista), Italia, con le seguenti motivazioni: La Giuria ha riconosciuto la capacità del regista di trasformare questo argomento viscerale in un oggetto cinematografico potente. Il film è caratterizzato da un montaggio notevole che riesce a far attraversare una tragedia con intelligenza e raffinatezza”.

Menzione speciale per “Une mere” di Mickaël Bandela “per una profonda sensibilità nella ricerca delle radici, mettendo in discussione la figura della maternità, con un’onestà fragile e alla ricerca di una forma di scrittura cinematografica toccante”.

Il Premio Ottica Sacco al miglior sguardo è stato attribuito a “Q” di Jude Chehab: Il lavoro della regista è elogiato dalla giuria per aver proposto un linguaggio cinematografico che permette di esplorare un mondo chiuso attraverso il percorso di emancipazione di una giovane cineasta talentuosa”. “Destiny” di Yaser Talebi e “Scenes with my father” di Biserka Šuran sono i migliori cortometraggi.

Faito Doc Festival 2024: svelati i vincitori

La Giuria Internazionale dei Giovani ha premiato come miglior lungometraggio ex aequo “Une mère” di Mickaël Bandela e “Les oubliés de la belle étoile” di Clémence Davigo con menzione speciale a “Little Palestine” di Abdallah Al-Khatib. Miglior cortometraggio “Destiny” di Yaser Talebi; Menzione speciale ex aequo per Taxibol di Tommaso Santambrogio e Ever Since I have been Flying di Aylin Gökmen.

La Giuria del Camino ha scelto come miglior opera nella competizione internazionale delle scuole di Cinema a “Des nouvelles de là-haut” di Paul Brihaye per trasportarci nei meandri profondi delle emozioni e dell’oscurità dell’esistenza e collegarci contemporaneamente alla luce della speranza e hanno assegnato una Menzione speciale a “Sans Cicatrices” di Theo Roland.

La Giuria FAITO DOC CAMP ha premiato “Les Vivant.es” di Inès Rabadan come miglior opera.

Novità di questa edizione il Premio città di Vico Equense, valutato dalla giornalista Chiara Guida, direttrice di Cinefilos.it, e Antonio D’Urso del Forum Giovani di Vico Equense che è andato a “Sconosciuti Puri” di Valentina Cicogna e Mattia Colombo,  Per l’attenzione che porta su una questione di diritti umani in una forma mai considerata, per l’attualità del racconto, per il linguaggio cinematografico austero eppure denso di emozione, per la capacità che il film possiede di entrare in sintonia con lo spettatore, informandolo e coinvolgendolo, il premio Città di Vico Equense 2024 va a Sconosciuti Puri di Valentina Cicogna e Mattia Colombo”. Assegnata una menzione speciale al personaggio del corto “Alessandro” di Nathalie Rossetti e una menzione speciale a “Un Paese di Resistenza” di Shu Aiello e Catherine Catella.

I vincitori hanno ricevuto in premio le creazioni dell’inventore belga Cricou, amante del riciclaggio ma anche opere originali dei Residenti della comunità il Camino e del Faito Doc Camp.

Questi i verdetti dopo otto giorni di proiezioni in mezzo alla natura, nella Casa del cinema all’interno di una tendostruttura tra alberi secolari, eventi speciali tra cui un focus sulla Palestina con Michel Khleifi, Omar Suleiman e Omar Al Qattan la masterclass della pluripremiata tecnico del suono Maricetta Lombardo, mostre di disegni del messicano Max Hermosillo, fotografie, opere originali in 3D, passeggiate artistiche e naturalistiche nel bosco.

«Un’edizione vibrante di vita, natura e cinema che ha riservato ampio spazio ai registi presenti e agli autori del Faito DOC Pitching, favorendo loro connessioni con l’industria. La giuria internazionale ha facilmente reperito le gemme di questa 17ª edizione, mentre Il focus sulla Palestina realizzato in collaborazione con Life for Gaza ha dato voce alla cultura palestinese, commuovendo il pubblico e unendo tutti nella resistenza contro l’ingiustizia e la distruzione, nutrendo in noi nuove speranze» hanno commentato Nathalie Rossetti e Turi Finocchiaro.

Faito Doc Festival 2024, presentato il programma: apre “Un paese di resistenza” su Mimmo Lucano

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“Un paese di resistenza” di Shu Aiello e Catherine Catella, che segue la lotta e il percorso di vita di Mimmo Lucano, è il film d’apertura della 17a edizione del Faito Doc Festival mercoledì 17 luglio alle ore 20.30 proiettato alla presenza delle registe nel cinema tra gli alberi sull’omonimo monte a 1.200 metri sul mare di Vico Equense in provincia di Napoli.

Il programma del festival, ideato e diretto da Nathalie Rossetti e Turi Finocchiaro, si declina in proiezioni ed eventi esclusivi immersi nella natura, sul tema delle “radici” fino al 24 luglio, tra cui mostre di disegni, fotografie, opere originali in 3D, passeggiate artistiche nel bosco a cura del naturalista Nando Fontanella.

La giornata di giovedì 18 luglio si apre con la “Biblioteca Vivente” con i residenti del Centro terapeutico Il Camino per una esperienza di “ascolto” interculturale per poter conoscere realtà di vita diverse dalla propria. Nel pomeriggio spazio al DOC NOW! guidato dal giornalista di Taxidrivers Antonio Maiorino, per analizzare i fenomeni più rilevanti del cinema documentario contemporaneo con ospite Michel Khleifi.

Faito Doc Festival 2024, il programma

Focus sulla Palestina nella giornata di sabato 20 giugno, con la proiezione del film “Ma’loul fête sa destruction” di Michel Khleifi a cui seguirà al tramonto lo spettacolo con Omar Suleiman,La terra delle arance tristi”, con adattamento e regia di Patrizia di Martino, tratto dal racconto di Ghassan Khanafani. Lo stesso Omar offrirà poi al pubblico una degustazione di cucina tipica palestinese, seguirà “Going Home” dell’anglo-palestinese Omar Al Qattan, che giunge al Festival da Amman.

Domenica 21 luglio si terrà la masterclass di Maricetta Lombardo, una delle più importanti professioniste del suono in Italia, già premiata ai David di Donatello e ai Nastri d’Argento, reduce dal successo di “Io Capitano” di Matteo Garrone.

Proiezioni di “classici” per grandi e bambini con la mini rassegna Docs for Kids a cura di Milena Bochet, lunedì 22 luglio dalle ore 11. Alle ore 19 al Rifugio Tre Pini “alle radici del gusto” coordinata da Elisa Frascà con Alessandro Moraca della locanda “Il Testardo”.

Pitching Faito Doc “delle Ali per gli Autori”, laboratorio di scrittura documentaria creato da tre anni per incoraggiare gli autori e le autrici in programma martedì 23 luglio alle ore 18. Serata conclusiva il 24 luglio con premiazioni, in chiusura il concerto di tammorra pimontese.

Sono 50 i documentari selezionati in questa edizione provenienti da più di 20 Paesi nel mondo: 27 di questi gareggeranno nelle tre competizioni previste dal Festival: una dedita ai lungometraggi e due ai cortometraggi, tra cui quella dedicata alle scuole di cinema.

I vincitori del festival riceveranno in premio le creazioni dell’inventore belga Cricou,amante del riciclaggio ma anche opere originali dei Residenti della comunità il Camino e del Faito Doc Camp entrambi giurie sul territorio, oltre al nuovo Premio della Città di Vico Equense, accanto alle giurie internazionali dei giovani e dei professionisti.

Intorno alla Casa del cinema sorge il Faito Doc Camp creato dall’Associazione Gli Amici della Filangieri accoglie i visitatori del Festival in un campeggio temporaneo, allestito “magicamente” nella castagneta. Il Doc Camp è un luogo di celebrazione dove fluisce la poesia dipingendo fiori e arcobaleni, sorrisi nei sorrisi.

La preservazione del parco naturale è valorizzata da una scenografia creata da giovani volontari provenienti da tutto il mondo, e con 7 studenti dell’Accademia di Belle Arti di Napoli con materiali naturali, riciclati e trasformati, guidati da Rino Squillante.

Faito Doc Festival 2012: il promo

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Ecco il video promozionale del Faito Doc Festival 2012, Festival internazionale del documentario. Quest’anno la manifestazione si terrà dal 22 al 26 agosto e avrà come tema la Follia,

Faito Doc Festival 2012: il manifesto

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Faito Doc Festival 2012: il manifesto

Si avvicina l’edizione 2012 del Faito Doc Festival, evento cinematografico estivo dedicato ai documentari e alla varietà di questa categoria che al mondo viene prodotta.

Fairyland: ecco il nuovo progetto di Sofia Coppola

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Fairyland: ecco il nuovo progetto di Sofia Coppola

L’American Zoetrope, lo studio cinematografico fondato da Francis Ford Coppola e George Lucas, ora proprietà dei figli di Coppola, ha annunciato di aver acquistato i diritti cinematografici dell’acclamato romanzo di Alysia Abbott Fairyland: A Memoir of My Father. Sofia Coppola produrrà la pellicola insieme al fratello Roman Coppola, e si occuperà anche di scriverne la sceneggiatura in collaborazione con Andrew Durham, fotografo e suo noto collaboratore.

In merito al progetto, Sofia Coppola ha dichiarato: “Amo Fairyland. E’ la dolce storia d’amore, e al tempo stesso unica, tra una ragazzina e suo padre, entrambi cresciuti a San Francisco nel 1970. Credo di poter dare vita ad un film emozionante e coinvolgente e toccare così un argomento che non ho mai affrontato prima“.

Alysia Abbott invece ha detto: “Sono entusiasta che la Zoetrope e Sofia Coppola porteranno sul grande schermo il mio romanzo. La prospettiva che Sofia ha dell’universo femminile e la visione del mondo che condivide con Andrew Durham fanno di entrambi i partner ideali per far sì che il progetto riesca al meglio. Non potrei essere più felice“.

Fairyland: A Memoir of My Father, ambientato a San Francisco tra il 1970 e il 1980, racconta del rapporto e della vita di Alysia con suo padre, Steve Abbott, poeta e attivista omosessuale morto di AIDS.

Fonte: ComingSoon.net

Fairy Tail: rivelato il titolo del secondo adattamento dell’anime di Hiro Mashima

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La società di distribuzione giapponese GAGA, da sempre molto attiva nella pubblicazione di famose raccolte di anime e manga, ha rilasciato recentemente alcune nuove informazioni circa il progetto di un secondo adattamento cinematografico di Fary Tail, celebre racconto illustrato in dieci volumi ideato a partire dal 2006 da Hiro Mashima e già portato una prima volta sul grande schermo nel 2012 per la regia di Masaya Fujimori nel film d’animazione Fairy Tail La sacerdotessa della Fenice.

Il nuovo adattamento cinematografico animato – così come in realtà già annunciato a inizio progetto nel 2015 – si intitolerà dunque Fairy Tail Dragon Cry e dovrebbe essere rilasciato in Giappone a patire dalla primavera del 2017, proseguendo dunque l’intenzione di concretizzare nuovamente la celebre mitologia creata da Hiro Mashima dopo il precedente lungometraggio e una serie televisiva in 175 episodi – giunti di recente a quota 250 – prodotta da A-1 PicturesSatelight.

5 anime che meriterebbero un adattamento live-action

La conferma del titolo ufficiale Fairy Tail Dragon Cry giunge come la prima vera notizia dopo oltre due anni dall’ultimo aggiornamento riguardante il progetto, quando cioè Weekly Shonen Magazine aveva rilasciato una prima indiscrezione a riguardo di un nuovo adattamento cinematografico su cui però ben presto le voci si erano spente, lasciando a bocca asciutta i numerosi fan desiderosi di conoscere di più riguardo a questo nuovo lungometraggio animato. Tuttavia ora si spera che il successo di Dragon Cry possa ridare linfa vitale a un anime già di per se molto conosciuto e apprezzato, soprattutto per la sua natura fantasy così famosa ed elaborato.

Per coloro che non conoscessero la trama, Fairy Tail è un anime di genere shōnen (destinato a maschi di età scolare) ideato da Hiro Mashima che narra le vicende dell’aspirante maga Lucy Heartphilia intenta a unirsi a un gruppo di fortissimi fattucchieri chiamati NatsuEzraGary all’interno della gilda denominata Fary Tail, attraverso cui tenterà di affinare le proprie capacità. Esplorando un universo visionario in cui la magia è all’ordine del giorno, il gruppo avrà modo di incontrare mille amici e nemici, affrontando sfide e pericoli senza un attimo di tregua.

Fonte: ComicBook

Fairfax: la nuova serie comedy Amazon Prime Video

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Fairfax: la nuova serie comedy Amazon Prime Video

Fairfax è la nuova serie tv comedy animata per adulti Amazon Original e in arrivo su Amazon Prime VideoLa serie è creata da Matthew Hausfater, Aaron Buchsbaum e Teddy Riley, amici di lunga data, i quali sono anche executive producer. Altri executive producer sono Jon Zimelis e Jason U. Nadler di Serious Business (@midnight); Peter A. Knight (Bojack Horseman); e Chris Prynoski, Ben Kalina e Antonio Cannobio per Titmouse (Big Mouth). L’artista Somehoodlum, che ha disegnato i personaggi per la serie, è consulting producer insieme al marchio di abbigliamento e media brand Pizzaslime.

La serie, che nella versione originale ha le voci di Skyler Gisondo, Kiersey Clemons, Peter Kim, e Jaboukie Young-White, segue quattro migliori amici delle scuole medie alla continua ricerca di popolarità su Fairfax Avenue a Los Angeles, il cuore pulsante della cultura hypebeast.

Fairfax: quando esce e dove vederla

Tutti gli otto episodi di Fairfax in streaming saranno disponibili dal 29 ottobre in esclusiva su Prime Video in più di 240 Paesi e territori in tutto il mondo

Fairfax: trama e cast

Questa serie racconta la storia sempre attuale di un gruppo di ragazzi che si sforzano di essere più cool di quello che sono, il tentativo di adattarsi ma allo stesso tempo distinguersi, e quel che si prova ad aspettare in fila per un paio di scarpe da ginnastica che non si riuscirà mai a rimediare.

Il voice cast di Fairfax include fra le guest star anche Pamela Adlon, Jeff Bottoms, Yvette Nicole Brown, Rob Delaney, Zoey Deutch, Colton Dunn, John Leguizamo, Camila Mendes, Larry Owens, Linda Park, Billy Porter, Ben Schwartz, Tim Simons, e JB Smoove, oltre a molti altri.

Skyler Gisondo dà la voce a Dale, un ragazzino originario dell’Oregon, serio, amante della natura e appena arrivato a Los Angeles. Ama suo padre e il suo marsupio, e con i pantaloncini cargo e i suoi scarponi da trekking è involontariamente testimonial della tendenza normcore. Tra i crediti di Gisondo si annoverano anche Booksmart e The Righteous Gemstones.

Kiersey Clemons dà la voce a Derica, un’aspirante modella-attivista determinata a salvare il pianeta con stile. Clemons è nota per le sue apparizioni in Hearts Beat Loud e The Flash.

Peter Kim dà la voce a Benny, un esperto sneakerhead (collezionista di scarpe) in missione per ottenere popolarità, che suona il violoncello e porta a spasso il cane. Kim è noto come sceneggiatore di Housebroken della Fox ed è stato nominato “New Face” al Just For Laughs Comedy Festival del 2021.

Jaboukie Young-White dà la voce a Truman, un autoproclamatosi auteur di cinema d’autore e un casanova in erba. Young-White è conosciuto per essere apparso in The Daily Show e Dating & New York.

Fairfax: trailer ufficiale

Fair Play: trailer del thriller Netflix erotico con Phoebe Dynevor e Alden Ehrenreich

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Netflix ha pubblicato un altro trailer di Fair Play (recensione), che presenta in anteprima il prossimo thriller erotico con Phoebe Dynevor e Alden Ehrenreich.

L’ultimo trailer anticipa maggiormente la dinamica tra Phoebe Dynevor ed Alden Ehrenreich, una coppia che lavora nella stessa azienda e il loro rapporto precipita dopo che il personaggio di Dynevor è stato promosso. Oltre a Dynevor (Bridgerton) ed Ehrenreich (Oppenheimer, Cocaine Bear, Solo: A Star Wars Story), il film vede protagonisti anche Eddie Marsan, Rich Sommer e Sebastian De Souza.

Fair Play è il debutto cinematografico di Chloe Domont dopo aver diretto cortometraggi ed episodi televisivi di “Billions”, “Suits” e “Ballers”. Rian Johnson e Ram Bergman di T-Street sono stati i produttori esecutivi del film, sostenuto da MRC. I produttori includono Leopold Hughes e Ben LeClaire di T-Street, così come Tim White, Trevor White, Allan Mandelbaum di Star Thrower Entertainment.

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