Dopo molte voci e tanti annunci,
finalmente Warner Bros ha diffuso una data ufficiale d’uscita per
Beetlejuice 2, che vedrà trai protagonisti Jenna Ortega,
attrice della nuova serie di Scream diventata famosa grazie al
personaggio di Mercoledì di
Netflix.
Il film arriverà al cinema il 6
settembre 2024, e Tim Burton e Michael Keaton torneranno a fare
coppia per raccontare di nuovo in sala lo spiritello che tanto
amato dal pubblico degli anni Ottanta.
Beetlejuice 2 dovrebbe anche riunire i membri del cast
originale, oltre a Michael Keaton nei panni del
“bio-esorcista” Betelgeuse, anche Winona Ryder in
quelli Lydia, e Catherine O’Hara nel ruolo della
matrigna di Lydia, Delia Deetz. Nel febbraio 2022, inoltre, si
riportava che tale sequel sarebbe stato prodotto dalla Plan B di
Brad Pitt. Al di là di queste indiscrezioni, però,
non ci sono ancora conferme sull’effettiva realizzazione di questo
sequel, atteso ormai da oltre 30 anni. Inoltre è stato anche
confermato che Justin Theroux è entrato nel cast
del film.
Tim Burton
tornerà a dirigere la storia, e farà anche da produttore, insieme a
Tommy Harper, Plan B, Marc Toberoff e
David Geffen, con Alfred Gough e Miles Millar che
sono stati incaricati di scrivere la sceneggiatura.
Torniamo a parlare di
Beetlejuice 2, sequel della commedia
fantastica diretta da Tim Burton nel 1988.
Lo scorso marzo erano trapelate
delle dichiarazioni del regista (poi smentite dallo stesso) secondo
le quali il film era effettivamente in fase di sviluppo (qui). A giugno, invece,
Winona Ryder aveva dichiarato che non aveva idea
di cosa stesse accadendo in merito al film.
A parlare adesso è stato il
protagonista della pellicola originale, ossia Michael Keaton, rivelando che il
progetto potrebbe essere stato definitivamente accantonato. Queste
le sue parole in una recente intervista con Variety:
“No, non so assolutamente nulla.
Ormai se ne parla di continuo e le persone sanno molto di più di
quanto ne sappia io in realtà. Credo comunque che questa nave
potrebbe essere ormai salpata. Il modo migliore per fare questa
cosa sarebbe realizzare un film all’altezza dell’originale, ma
molto del primo Beetlejuice era basato sull’improvvisazione e sulle
abilità di Tim Burton. Se non puoi avvicinarti a quel livello, è
meglio lasciar perdere”.
Parlando invece di sequel e remake
in generale, l’attore ha aggiunto: “Ci sono certi film che
assomigliano ad un cimitero indiano. Non ci cammini mai sopra
perché sai che potrebbero accadere cose brutte. Non devi toccare
certe. Sono sacre”.
Beetlejuice – Spiritello
porcello (Beetlejuice) è un film del 1988 diretto da
Tim Burton. Il film vede come interpreti Alec Baldwin, Geena Davis,
Winona Ryder, Catherine O’Hara, Jeffrey Jones e Michael Keaton nel
ruolo di Betelgeuse.
La trama ruota intorno a una coppia
recentemente deceduta che cerca l’aiuto dell’odioso “bio-esorcista”
Betelgeuse per rimuovere i nuovi proprietari della loro pittoresca
casa nel New England, una famiglia di yuppie metropolitani di New
York.
Beetlejuice conquistò un notevole
successo di pubblico e critica, dando vita anche a una serie
televisiva animata (In che mondo stai
Beetlejuice?).
Come finalmente confermato dalla
Warner Bros. dopo anni di incertezze, un sequel di
Beetlejuice – Spiritello
porcello ci sarà! 35 anni dopo, dunque, Michael Keaton
riprenderà il ruolo del protagonista nel film attualmente
intitolato semplicemente Beetlejuice 2.
Nonostante questo sequel fosse molto atteso, alcuni fan hanno
espresso tramite i social il proprio scetticismo sul ritorno di
Keaton nel ruolo dopo così tanti anni. In difesa dell’attore è però
giunto il compositore DannyElfman, storico collaboratore di Tim Burton, che
ha inoltre confermato che si occuperà egli stesso della colonna
sonora del nuovo film.
In un’intervista con Deadline, Elfman ha infatti
sostenuto il ritorno di Keaton offrendo un spunto di riflessione
particolarmente valido. Elfman, che ha ammesso di aver sentito le
preoccupazioni sull’età di Keaton, ha assicurato i fan affermando
che probabilmente non noteranno molta differenza nell’aspetto del
personaggio. “Non sembrerà nemmeno molto diverso. Questa è la
bellezza del trucco di Beetlejuice. Sembrava già che avesse 150
anni nel primo film“. Considerando il pesante trucco che
caratterizza il volto del personaggio, potrebbe effettivamente
essere difficile notare la differenza d’età del suo interprete.
Non resta dunche che attendere di
poter vedere il film, che oltre a vantare il ritorno di Keaton ed
Elfman, potrà contare anche su quello di Burton, che dirigerà il
tutto. Inoltre, Grahame-Smith, Michael
McDowell e David Katzenberg formeranno il
team di sceneggiatori di Beetlejuice 2. Al momento non si
hanno dettagli né sulla trama né sul cast, anche se alcune
indiscrezioni vorrebbero l’attrice Jenna Ortega,
che ha già collaborato con Burton per la serie Mercoledì, far parte
del progetto. Secondo alcune fonti, potrebbe interpretare la figlia
di Lydia Deetz, ruolo per cui si attende il ritorno di Winona
Ryder.
Il direttore della fotografia di
Beetlejuice 2,
Haris Zambarloukos, anticipa i dettagli della
storia e il tema del sequel di Tim Burton, che
porterà avanti la storia della commedia horror del 1988.
Il film originale raccontava le
difficoltà di una coppia recentemente deceduta con una nuova
famiglia che si trasferiva nella loro vecchia casa e dei loro
rapporti con un bioesorcista losco, rumoroso ed esagerato. Sia
Winona
Ryder che Michael
Keaton sono confermati per riprendere i loro
ruoli di Lydia Deetz e dello stesso bioesorcista del titolo, mentre
Catherine O’Hara tornerà nei panni della matrigna
di Lydia, Delia Deetz.
Tramite The Wrap, Zambarloukos ha
rivelato i temi che giocano un ruolo chiave in Beetlejuice
2. Sebbene le riprese del film siano state sospese da
quando la SAG-AFTRA si è unita allo sciopero della WGA, il
direttore della fotografia ha affermato che il film sarà guidato
dal tema della famiglia, in particolare ciò che mantiene una
famiglia unita anche in un mondo imprevedibile e in continua
evoluzione.
“In sostanza, ‘Beetlejuice [2]’
è la storia di una famiglia. E ora sono passati 30 anni e il film
evidenzia quali sono le complessità della condizione umana mentre
si cerca di tenere unita una famiglia per tutto quel tempo,
ambientando la storia nel più folle dei mondi possibili. Ecco
perché scelgo i progetti. Quella connessione umana per me è sempre
in prima linea.”
Non sarà stato il suo primo
lungometraggio (titolo che spetta a Pee-wee’s Big
Adventure), ma Beetlejuice – Spiritello
porcello è unanimemente considerato il primo vero film con
cui il regista Tim Burton ha
dato propria di tutte le sue capacità cinematografiche. È proprio
grazie a questa pellicola del 1988 che egli inizia a costruire il
suo oggi ricchissimo immaginario, composto da personaggi bizzarri,
situazioni grottesche e un gusto unico per la messa in scena, fatta
di fantastiche ricostruzioni scenografiche ed effetti speciali in
stop motion. Commedia con tony fantasy/horror, questo film si è poi
affermato come un grandissimo successo di critica e pubblico.
A fronte di un budget di appena 15
milioni di dollari, Beetlejuice – Spiritello
porcello è infatti arrivato a guadagnarne circa 75, dando
prova di un’altra abilità di Burton: realizzare grandi successi con
basso budget. Basta guardare il film per comprendere il segreto di
questo successo. Si tratta infatti non solo di un’opera
profondamente intrista delle atmosfere oggi iconiche nel cinema di
Burton, ma anche una divertentissima commedia composta da un cast
di grandi attori, dove ogni situazione, per quanto grottesca o
terrificante, è in grado di suscitare genuine risate. Non a caso,
l’American Film Institute ha classificato questo film
all’ottantottesimo posto nella classifica delle cento commedie
statunitensi migliori di sempre.
Per chi ha amato titoli venuti in
seguito come Edward mani di forbice, Il
mistero di Sleepy Hollow, La fabbrica di cioccolato o
Sweeney Todd, è
impensabile non vedere anche Beetlejuice – Spiritello
porcello, dove si possono ritrovare tutti gli
elementi che ancora oggi più si amano di Burton e del suo
personalissimo cinema. In questo articolo approfondiamo alcune
delle principali curiosità relative ad esso. Proseguendo qui nella
lettura sarà infatti possibile ritrovare ulteriori dettagli
relativi alla trama, al cast di
attori e al suo finale. Infine, si elencheranno anche le
principali piattaforme streaming contenenti il
film nel proprio catalogo.
Winona Ryder in Beetlejuice – Spiritello porcello
La trama di Beetlejuice – Spiritello
porcello
Il film ha per protagonisti i
coniugi Adam e BarbaraMaitland. Una sera, tornati a casa dopo un
violento incidente d’auto, i due si accorgono di essere morti e di
essere diventati due fantasmi. La loro casa, di conseguenza, viene
venduta all’ignara famiglia Deetz e i coniugi scoprono che la
figlia dei nuovi inquilini, la gotica Lydia, è in
grado di percepire la loro presenza. Ad Adam e Barbara viene invece
imposto di trascorrere altri centoventicinque anni nella vecchia
dimora e di imparare a spaventare gli umani, studiando a fondo il
‘Manuale del novello deceduto’. Dal momento che marito e
moglie non riescono ancora a utilizzare i loro poteri
sovrannaturali contro i Deetz, i due contattano il temuto
Beetlejuice.
I metodi del fantasma, tuttavia,
rischiano di mettere in pericolo anche Lydia, che si è sempre
dimostrata leale con i Maitland. Adam e Barbara decidono dunque di
sbarazzarsi del nuovo arrivato, provando a risolvere da soli il
problema con gli inquilini umani. Ma Beetlejuice, adirato per il
rifiuto, non tarda ad architettare la sua vendetta. Il malvagio
spiritello vuole ora allontanare i due coniugi defunti e sposare
Lydia, dopo aver terrorizzato l’intera famiglia Deetz. Spinti dal
desiderio di salvare la giovane ragazza, Adam e Barbara dovranno
dimostrare di poter padroneggiare i loro poteri da fantasma,
nonostante il prezzo per la vita di Lydia potrebbe essere quello di
perdere per sempre la loro amata casa.
Il cast di attori e i personaggi del film
Ad interpretare il ruolo del
diabolico Beetlejuice vi è l’attore MichaelKeaton, che per Burton interpreterà anche
Batman. Secondo Keaton, il personaggio di Beetlejuice gli è stato
descritto da Burton come “una personalità che ha vissuto in
ogni tempo e in nessun tempo“. Keaton ha usato questo come
punto di partenza per ideare il personaggio con caratteristiche
come una pettinatura shock, trucco a forma di muffa e denti grandi.
Ha detto che quando si è presentato per la prima volta sul set come
Beetlejuice, la troupe ha cantato: “Juice, Juice, Juice!”
Questo ha entusiasmato ancor di più Keaton per il suo ruolo. Pur
essendo indicato come uno dei protagonisti, egli appare soltanto in
17,5 minuti del film e ha impiegato solo due settimane per girare
la sua parte.
Ad interpretare Adam Maitland vi è
invece l’attore Alec Baldwin,
il quale in seguito ha affermato di non gradire il film e di non
apprezzare affatto la propria interpretazione. Geena
Davis interpreta invece Barbara, la moglie di Adam. Lydia
Deetz è invece interpretata da una giovanissima Winona Ryder.
L’attrice, tuttavia, aveva inizialmente rifiutato il ruolo,
trovando che il film fosse troppo bizzarro. Burton riuscì infine a
convincerla e l’esperienza si rivelò per lei talmente entusiasmante
da collaborare anche in altre occasioni con il regista. I suoi
genitori, Charles e Delia sono invece interpretati da
Jeffrey Jones e Catherine O’Hara.
L’esorcista Otho è invece interpretato da Glenn
Shadix.
Michael Keaton in Beetlejuice – Spiritello porcello
Il sequel mai realizzato
Dato il buon successo di
Beetlejuice – Spiritello porcello, un primo
progetto di sequel del film fu discusso già nel 1990, e avrebbe
dovuto basarsi su una sceneggiatura di Warren
Skaaren. Problemi di salute dello stesso Skaaren e gli
impegni di Tim Burton in altri progetti, tuttavia, fecero
sì che il film non venisse mai realizzato. È poi noto che il
regista e sceneggiatore Kevin Smith ha parlato di
alcune offerte che gli sono state fatte per scrivere la
sceneggiatura di un eventuale seguito, intitolato
Beetlejuice Goes Hawaiian (“Beetlejuice va
alle Hawaii“).
La trama ruotava intorno ai Deetz
che partono per una vacanza ai tropici e, a causa di un errore,
vengono risvegliati degli spiriti maligni tribali. Beetlejuice
sarebbe a quel punto intervenuto per risolvere la situazione. Anche
questo progetto, come noto, non si fece e si è dovuto attendere ben
36 anni prima di vedere un sequel, Beetlejuice
Beetlejuice (qui
la nostra recensione), uscito nel 2024 e di nuovo con MichaelKeaton nei panni del bioesorcista. Sequel che
si è affermato come un buon successo ed ha dunque
lasciato aperta la porta per un ulteriore seguito.
Il trailer e dove vedere il film in streaming e in TV
È possibile fruire di
Beetlejuice – Spiritello porcello grazie alla sua
presenza su alcune delle più popolari piattaforme streaming
presenti oggi in rete. Questo è infatti disponibile nei cataloghi
di Apple iTunes, Tim Vision e Prime Video. Per vederlo, una volta
scelta la piattaforma di riferimento, basterà noleggiare il singolo
film o sottoscrivere un abbonamento generale. Si avrà così modo di
guardarlo in totale comodità e al meglio della qualità video. Il
film è inoltre presente nel palinsesto televisivo di
venerdì 10 gennaio alle ore 21:10
sul canale TwentySeven.
La produzione della seconda stagione
di Beef sta ufficialmente andando avanti su
Netflix, e ora sappiamo che
Oscar Isaac,
Carey Mulligan, Charles Melton, Cailee Spaeny e il
premio Oscar Youn Yuh-jung sono pronti a entrare
nel cast.
Si vociferava da tempo che una
seconda stagione della serie sarebbe andata avanti, ma nulla era
stato confermato ufficialmente fino ad ora. La sinossi ufficiale
della nuova stagione afferma: “Una giovane coppia assiste a
un’allarmante lite tra il loro capo e sua moglie, innescando mosse
di scacchi di favori e coercizione nel mondo elitario di un country
club e del suo proprietario miliardario coreano”.
La stagione sarà composta da otto
episodi da 30 minuti. Lee Sung Jin torna come
creatore, showrunner e produttore esecutivo.
Steven Yeun,
Ali Wong e Jake Schreier sono anche
produttori esecutivi. A24 è lo studio.
La prima stagione di
Beef vedeva Wong e Yeun nei panni di due
persone coinvolte in un incidente stradale che rapidamente degenera
e sconvolge le loro vite. La serie ha debuttato con successo di
critica nel 2023.
Ha vinto otto Emmy Awards, tra cui miglior serie limitata o
antologica.
Da sempre la Disney cerca di
trasmettere attraverso le proprie opere dei valori positivi,
attraverso cui i propri spettatori possano crescere come individui
e cittadini migliori. Che piaccia o meno, il celebre studios sembra
infatti avere molto a cuore la realizzazione personale di ogni
essere umano. Con la docuserie Becoming – Questa è la
mia storia aspira così a compiere un ulteriore passo
in avanti a riguardo. Con un produttore esecutivo del calibro di
LeBron
James, oggi considerato il più grande giocatore di
basket in circolazione, e che ha fortemente voluto la realizzazione
di questo progetto, si può infatti entrare nella vita di alcune
note celebrità, scoprendone i loro segreti. La loro formazione, i
loro successi e anche gli ostacoli diventano così fonte di
ispirazione, materia con cui lo spettatore può sognare in grande. E
come diceva Walt Disney: se puoi sognarlo,
puoi farlo.
Disponibile sulla piattaforma
Disney+ a partire dal 18
settembre, la serie si compone di 10 episodi, ognuno di questi
dedicati ad una singola celebrità. Si va dal giocatore di football
Ron Gronkowski all’attore di Stranger
ThingsCaleb McLaughlin, dalla
giocatrice di basket Candace Parker alla cantante
Colbie Caillat. Ogni episodio segue il
protagonista di turno nella propria città natale mentre rivisita i
luoghi memorabili che sono stati fondamentali per la propria
educazione. Membri della famiglia, allenatori, insegnanti, mentori
e amici intimi condividono ricordi personali significativi di
queste star prima che raggiungessero il successo. Queste storie
raramente raccontate forniscono uno sguardo intimo nei momenti
centrali del viaggio di ogni celebrità che li ha portati a
diventare ciò che sono oggi.
La strada verso
il successo
L’aspetto interessante di
Becoming è che, salvo qualche nome, sceglie celebrità non
particolarmente blasonate, ottenendo da loro dei racconti inediti,
che seppur molto simili tra loro presentano inevitabilmente dei
particolari unici. In modo estremamente umile questi personaggi ci
conducono con loro nei luoghi in cui sono cresciuti, ci permettono
di entrare nelle loro case e ammirare i loro ricordi. Assume così i
toni di un vero e proprio viaggio nel passato, alla ricerca di quel
momento in cui le loro vite si sono trovate davanti ad un bivio.
Ognuna delle celebrità intervistate racconta infatti delle proprie
scelte, di come abbiano perseguito le loro ambizioni invece di
soffocarle. Ciò che forse è ancora più interessante, però, è notare
come la serie non tenti di oscurare i loro momenti difficili, ma
anzi li esalti.
Nei tre episodi visti in anteprima,
infatti, si ritrova l’elemento comune della caduta. Ognuno degli
intervistati si trova inevitabilmente a fare i conti anche con gli
aspetti più bui o dolorosi della propria celebrità. È così, ad
esempio, che l’attrice Ashley
Tisdale, celebre grazie alla serie Zack e Cody al
Grand Hotel, o per i film di High School Musical con
Zac
Efron, ricorda del suo momento di crisi. Una crisi
generata dalla paura per quella popolarità improvvisa, e che
sembrava soffocarla. Becoming dimostra allora l’umanità di
queste persone, troppo spesso idolatrate e considerate invincibili.
Se c’è qualcosa che questa serie può insegnare, non si ritroverà
nel come questi personaggi siano diventati celebri, ma nel come
abbiano saputo gestire la popolarità anche nei momenti più
difficili.
Becoming: la recensione
L’aspirazione a diventare qualcuno
al giorno d’oggi è sempre più diffusa, anche se molto spesso tale
ardente desiderio viene spento da fattori diversi. Il più comune è
quello relativo alla sensazione di non essere nati nel momento
giusto o al posto giusto. Becoming tenta invece di sfatare
anche questo mito, e per questo diventa fondamentale il ritorno a
casa delle celebrità intervistate. Vedere il loro luogo d’origine
permette allo spettatore di ritrovarsi nella loro semplice
quotidianità, di immedesimarsi e accorgersi di come anche loro
siano partiti da zero, costruendo sé stessi nonostante tutto e
tutti. Grazie a questi due elementi, la caduta e il ritorno a casa,
la serie riesce ad allontanarsi dal pericolo di diventare un
documentario didattico senza particolari segni distintivi.
Non meno importante, la sua breve
durata (complessivamente circa 25 minuti ad episodio) è un valore
aggiunto al tutto. Se da un lato rischia di dare alla puntata un
aspetto sbrigativo su alcuni aspetti, dall’altro certamente aiuta
nella sua fruizione. Mantenendo viva l’attenzione dello spettatore,
può così trasmettere al meglio il proprio messaggio. E se anche chi
guarda non avesse aspirazioni in nessuno degli ambiti trattati,
potrà comunque ritrovare preziosi insegnamenti, comunicati in modo
semplice ed efficace. Becoming, infatti, aspira a parlare
ad un pubblico più vasto possibile, in puro stile Disney.
Becoming è uno
sguardo intimo nella vita dell’ex First Lady Michelle
Obama durante un momento di profondo cambiamento, non solo
a livello personale, ma anche per il paese per il quale lei e suo
marito hanno reso un servizio di grande impatto per otto anni,
all’interno della Casa Bianca. Il film offre uno sguardo raro e
ravvicinato sulla sua vita, portando gli spettatori dietro le
quinte mentre Michelle Obama fa un tour in 34
città che mette in luce il potere della comunità di colmare le
nostre differenze e lo spirito di connessione che ne deriva quando
condividiamo le nostre storie apertamente e onestamente.
Diretto da: Nadia Hallgren, il film
è prodotto da Katy Chevigny, Marilyn Ness e Lauren Cioffi
Co – produttore è Maureen A. Ryan, mentre i produttori esecutivi
sono Priya Swaminathan, Tonia Davis.
Becoming: la mia storia: trailer ufficiale
Una nota di Michelle
Obama:
Sono entusiasta di informarvi che
il 6 maggio Netflix
renderà disponibile Becoming, un film documentario
diretto da Nadia Hallgren che racconta la mia vita
e le esperienze che ho vissuto durante il tour dopo l’uscita del
mio libro. Quei mesi che ho trascorso viaggiando – incontrando
persone nelle città di tutto il mondo – mi hanno fatto capire che
ciò che abbiamo in comune è profondo e reale. In grandi e piccoli
gruppi, di giovani e anziani, unici e uniti, ci siamo incontrati e
abbiamo condiviso storie, riempiendo quegli spazi con le nostre
gioie, preoccupazioni e sogni. Abbiamo elaborato il passato e
immaginato un futuro migliore. Parlando dell’idea del “diventare”
(Becoming), molti hanno osato raccontare ad alta voce le
proprie speranze.
Mi porto dentro quei ricordi
preziosi e quel senso di connessione ora più che mai, mentre
lottiamo insieme per resistere a questa pandemia, mentre ci
prendiamo cura dei nostri cari, ci volgiamo alle nostre comunità e
proviamo a tenere il passo con il lavoro e la scuola mentre
affrontiamo enormi perdite, confusione e incertezza. In questi
giorni è difficile sentirsi radicati o pieni di speranza, ma spero
che come me troverete gioia e un po’ di tregua in ciò che Nadia ha
fatto. Perché è un talento raro, una persona la cui intelligenza e
compassione per gli altri si manifesta in ogni fotogramma che gira.
Ancora più importante, è una persona che capisce il significato e
il potere della comunità, e il suo lavoro è magicamente in grado di
descriverlo.
Come molti di voi sanno, sono una
persona che ama abbracciare. In tutta la mia vita, l’ho considerato
il gesto più naturale e uniformante che un essere umano possa fare
verso un altro – il modo più semplice per dire: “Sono qui per te”.
E questa è una delle parti più difficili della nostra nuova realtà:
le cose che una volta sembravano semplici – andare a trovare un
amico, sedersi con qualcuno che sta soffrendo, abbracciare uno
sconosciuto – ora non sono affatto semplici.
Ma io sono qui per voi. E so che
voi ci siete gli uni per gli altri. Anche se non possiamo più
raccogliere o nutrire in sicurezza l’energia dei gruppi, anche se
molti di noi vivono con il dolore, la solitudine e la paura,
dobbiamo rimanere aperti e in grado di metterci nei panni degli
altri. L’empatia è la nostra linfa vitale. È ciò che ci porterà
dall’altra parte. Usiamola per reindirizzare la nostra attenzione
verso ciò che conta di più, riconsiderare le nostre priorità e
trovare modi per rendere il mondo migliore. Anche in tempi
difficili, forse soprattutto in tempi difficili, le nostre storie
aiutano a cementare i nostri valori e a rafforzare le nostre
connessioni. La loro condivisione ci mostra la strada da
percorrere. Vi voglio bene e mi mancate tutti.
Mentoring di alto livello e accesso
al lavoro per una nuova generazione di talenti femminili dietro la
macchina da presa: sono questi i due obiettivi che animano
“Becoming Maestre – Un trampolino di
lancio per una nuova generazione di professioniste nel cinema e
nella serialità”, l’iniziativa ideata e sviluppata da
Accademia del Cinema Italiano –
Premi David di Donatello e Netflix che viene annunciata e parte oggi.
Becoming
Maestre intende offrire un percorso di tutoraggio
di alto livello a venti candidate under 35 che aspirano a diventare
registe, direttrici della fotografia, montatrici,
montatrici del suono e/o foniche di mix. Al termine del
percorso, quattro di loro avranno la possibilità di ricevere una
proposta di lavoro come assistenti su un film o serie Tv italiana
in cui Netflix è coinvolta.
La selezione delle candidature, che
aprono oggi sul sito https://becomingmaestre.daviddidonatello.it/,
sarà affidata a una giuria d’eccezione composta da Maestre e
Maestri del cinema, che hanno vinto e/o ricevuto candidature ai
Premi David di Donatello, nel dettaglio: Daniela Bassani,
Luca Bigazzi, Esmeralda Calabria, Francesca Comencini, Ivan
Cotroneo, Daria D’Antonio, Walter Fasano, Francesco
Tumminello. A loro si aggiungeranno – per le fasi di
selezione – Piera Detassis e Francesca
Cima.
Le Maestre e i Maestri componenti la
giuria saranno poi anche mentori d’eccezione di
Becoming Maestre e accompagneranno le
venti allieve selezionate (cinque per ambito professionale) lungo
tutto il loro percorso, della durata – non full time – di circa 6
mesi e che prevederà:
Sessioni di tutoraggio individuale e workshop di
tutoraggio di gruppo (per ambito professionale), nelle
quali le allieve avranno la possibilità di approfondire e
sviluppare le competenze specifiche nella propria professione
confrontandosi con le Maestre e i Maestri della propria
disciplina;
Masterclass collettive, che consentiranno alle
allieve sia di approfondire la conoscenza dei mestieri che
compongono la filiera della produzione cinematografica e seriale
sia di fare rete, conoscendosi e interagendo tra loro, con la
squadra di mentori e con altre grandi figure professionali del
cinema e della serialità.
Importanti personalità del cinema e
della serialità, italiane e internazionali, infatti parteciperanno
a queste sessioni collettive, portando la loro preziosa
testimonianza alle allieve di Becoming Maestre.
Il programma delle masterclass
comprenderà anche sessioni di coaching con esperti
specializzati nella formazione per aiutare le allieve ad acquisire
o affinare skill complementari ma importanti che vanno da come
presentare un progetto al gestire al meglio le collaborazioni e il
lavoro di squadra.
Al termine del percorso, la
giuria selezionerà quattro allieve (una per ambito
professionale) a cui verrà fatta una proposta di lavoro come
assistente su una produzione italiana in cui Netflix è coinvolta
(film o serie Tv).
“Il tema del gender gap e della
rappresentanza femminile” dice Piera Detassis, “è
uno dei nodi centrali del progetto d’innovazione del David di
Donatello e ho avuto la fortuna, in questi tre anni, di poter
contare su collaboratori e collaboratrici giovani e sensibili ai
temi della diversity e della sostenibilità e un Consiglio Direttivo
aperto al cambiamento. I piccoli ma determinanti passi fatti su
questa strada ci hanno portato fino all’incontro con Netflix, e con
il suo team straordinario di donne, su tutte Tinny Andreatta, che
ha intuito nel nostro piccolo progetto Maestre la possibilità di
uno sviluppo comune alla ricerca di nuove professionalità femminili
da scoprire, formare e sostenere. Uno straordinario incontro che
risponde alla vocazione vera dell’Accademia dei David, celebrare,
ma soprattutto promuovere, formare, rilanciare nel mondo il talento
italiano più innovativo. Una nuova opportunità, in piena sintonia
con i cambiamenti in atto nella società, con la necessaria politica
di genere e con l’esigenza di dare sempre più voce e più
opportunità di lavoro alle donne. Siamo orgogliose/i che Netflix
abbia scelto in Italia l’Accademia dei David come partner per
questa nuova avventura. Come dice il titolo, Becoming
Maestre è un punto d’inizio, non d’arrivo”.
“Veder partire Becoming
Maestre oggi ci riempie di grande gioia e siamo estremamente
felici di aver concepito e sviluppato questo progetto insieme ad
Accademia del Cinema Italiano che, con la sua presidente,
si fa da tempo portavoce della necessità e dell’importanza di
sostenere e dare spazio alle voci e al talento femminili nella
nostra industria. E proprio il ciclo di masterclass –
chiamate Maestre – dedicate ai mestieri del cinema al femminile, è
stato il punto di partenza e l’ispirazione per questo progetto”
dichiara Tinny Andreatta, Vice Presidente delle Serie
Originali italiane di Netflix. “Becoming Maestre
vuole essere un ulteriore segno concreto di quanto importante sia
per Netflix contribuire all’ecosistema creativo italiano e al
contempo del nostro impegno, in Italia come nel resto del mondo,
verso una industria più inclusiva, varia ed egualitaria. Il nostro
pubblico desidera vedere la propria vita riflessa nelle storie che
raccontiamo; questa varietà e diversità di sguardi sono
realizzabili solo se solo se all’inclusione nelle storie che
portiamo sullo schermo corrisponde un’inclusione in chi queste
storie le realizza”.
Becoming
Maestre è una iniziativa sviluppata come parte del
Fondo Netflix per la creatività
inclusiva, il fondo globale istituito da Netflix che da
quest’anno e per i prossimi 5 anni investirà 20 milioni di dollari
annuali nella creazione di opportunità più inclusive dietro la
macchina da presa e che, per il 2021, ha previsto di investire i
primi 5 milioni di dollari in programmi volti a identificare donne
di talento emergenti in tutto il mondo, fornendo loro il training
necessario e aiutandole a trovare posti di lavoro.
Per partecipare a Becoming
Maestre è possibile inviare la propria candidatura da oggi e
fino al 31 luglio 2021 registrandosi al sito https://becomingmaestre.daviddidonatello.it/
Tutti i dettagli sui requisiti
richiesti per partecipare alla selezione, sui materiali da inviare
ed in generale tutte le informazioni sull’iniziativa sono
disponibili nel bando presente sul sito: https://becomingmaestre.daviddidonatello.it/
Le sessioni di tutoraggio
individuale, i workshop di tutoraggio per categoria e le
masterclass collettive si svolgeranno indicativamente tra novembre
2021 e aprile 2022.
Tenendo conto dell’attuale
situazione sanitaria, il percorso di formazione è al momento
previsto di tipo ibrido con sessioni online e alcune sessioni in
presenza per favorire il networking e lo scambio di esperienze tra
le candidate dei vari ambiti professionali e le Maestre e i
Maestri. Valutazioni più puntuali saranno fatte sulla base della
situazione nel corso dello svolgersi delle attività e del
programma.
I nominativi delle quattro
candidate che riceveranno una proposta di lavoro come assistenti
per un film o serie Tv italiana in cui Netflix è coinvolta saranno
resi noti ad aprile 2022 sul sito https://becomingmaestre.daviddidonatello.it/
Disney+ ha annunciato oggi, in
occasione della conferenza stampa del Canneseries Festival in
Francia, che l’attesissima serie drama originale in 6 episodi
Becoming Karl
Lagerfeld (precedentemente
intitolata Kaiser Karl), prodotta da Gaumont e Jour
Premier, debutterà con tutti gli episodi il 7 giugno 2024, in
esclusiva su Disney+ a livello
internazionale e su Hulu negli Stati Uniti. Il servizio di
streaming ha rilasciato anche le prime immagini ufficiali, il
teaser trailer.
Nel 1972, Karl Lagerfeld
(Daniel
Brühl) ha 38 anni e non porta ancora il suo iconico
taglio di capelli. È uno stilista di prêt-à-porter, sconosciuto al
grande pubblico. Quando incontra e si innamora del sensuale Jacques
de Bascher (Théodore Pellerin), un giovane dandy ambizioso e
problematico, il più misterioso degli stilisti osa sfidare il suo
amico (e rivale) Yves Saint Laurent (Arnaud Valois), genio
dell’haute couture sostenuto dal discusso uomo d’affari Pierre
Bergé (Alex Lutz).
Becoming Karl
Lagerfeld porta il pubblico nel cuore degli anni ‘70,
a Parigi, Monaco e Roma, per seguire la crescita formidabile di
questa personalità complessa e iconica della couture parigina, già
spinta dall’ambizione di diventare l’imperatore della moda. Tra
glamour e conflitti personali, feste grandiose e passioni
distruttive, questa serie svela la storia di Karl prima di
Lagerfeld.
Raccontata per la prima volta sullo
schermo e adattata dal bestseller “Kaiser Karl” di
Raphaëlle Bacqué (pubblicato dalla casa
editrice francese Albin Michel), questa serie unica riunisce
un cast stellare.
Il cast di Becoming Karl
Lagerfeld
Oltre a
Daniel Brühll (Niente di nuovo sul fronte
occidentale, Captain America: Civil
War, Rush, Bastardi senza
gloria, Good Bye, Lenin!) nel ruolo del
couturier, ci sono Théodore
Pellerin (Continental Draft
(South), Solo, Franklin, Beau
ha paura) in quello di Jacques de Bascher
e Arnaud Valois (Rivelazione maschile al
Festival Lumière 2018; 120 battiti al
minuto, Dopo Oliver, La Fille du
RER, Garçon chiffon, Seize printemps) nei panni
di Yves Saint Laurent. Alex Lutz (César
per il miglior attore nel 2019; Molière nel 2016 e
2020; Vortex, Guy, Une Comédie
romantique, Baron Noir, Strangers by
Night) interpreta Pierre Bergé. Agnès
Jaoui (César per la migliore attrice non protagonista
nel 1998, 2001 e 2016; Premio César onorario nel 2024; À
l’Ombre des filles, En Thérapie, Comme
un avion, Il gusto degli altri) interpreta Gaby
Aghion, la fondatrice della casa di moda Chloé che ha contribuito
in modo determinante alla sua fama.
Jérôme
Salle (Kompromat: Il caso
Rousell, Totems – Conto alla
rovescia, L’Odissea, Zulu, Anthony
Zimmer) è alla guida di questa grande serie e ha
diretto gli episodi 1, 2 e 6. Condivide il ruolo di produttore
esecutivo con il produttore di Jour PremierArnaud de
Crémiers.
Gli episodi 3, 4 e 5 sono diretti
da Audrey Estrougo (Tout va
bien, Suprêmes). Isaure
Pisani-Ferry (Rapinatori: La
serie,Vampiri, Kaboul Kitchen) è la
creatrice della serie, insieme a Jennifer
Have (Infidèle, Les Bracelets
Rouges) e Raphaëlle Bacqué. Isaure Pisani-Ferry è anche capo
sceneggiatrice della serie, avendo co-scritto tutti gli episodi
con Dominique Baumard (The Young
Imam, Rapinatori: La serie, Le Bureau –
Sotto copertura), Jennifer
Have e Nathalie
Hertzberg (Le Procès Goldman).
La serie mette in luce anche le
personalità della moda e della cultura che hanno frequentato Karl
Lagerfeld all’epoca. Jeanne Damas, stilista e
attrice in La sincerità e Rock’n
Roll, veste i panni di Paloma Picasso, mentre la cantautrice e
modella Claire Laffut quelli di Loulou
de La Falaise. La leggendaria attrice Marlene Dietrich è
interpretata da Sunnyi Melles, comparsa nel
film vincitore della Palma d’Oro nel 2022 Triangle of
Sadness, mentre Andy Warhol è interpretato
da Paul Spera (On the
Line, Una giusta
causa, Marie-Antoinette).
Completa il cast l’attrice
tedesca Lisa Kreuzer (la cui eclettica
carriera comprende film di Wim Wenders, Patrice Chéreau, Amos Gitaï
e la serie Dark) nel ruolo della madre di Karl,
Elisabeth Lagerfeld.
Le musiche della serie sono state
affidate a Evgueni e Sacha
Galperine (Oussekine, Grazie a
Dio, The Undoing – Le verità non
dette, Baron Noir, Médecin de
Nuit, La scelta di Anne –
L’Événement, Scene da un matrimonio).
Becoming Karl
Lagerfeld nasce sotto l’impulso
di Christophe Riandee, vice CEO della società
di produzione guidata da Sidonie Dumas. La
serie è prodotta da Isabelle
Degeorges per Gaumont e Arnaud de Crémiers per Jour
Premier.
I primi due episodi della serie
debutteranno al Canneseries Festival.
Se c’è una storia che
non perde mai il suo fascino, che per quanto venga raccontata trova
sempre il modo di arrivare a una fascia di pubblico di versa,
parlando ogni volta al suo tempo è quella dei reali inglesi, in
particolare quella della famiglia Tudor e dell’ascesa al trono di
Elisabetta I, figura storica importantissima, moderna oltre ogni
dire, un unicum nella Storia dell’umanità. Ed è proprio di questo
che parla Becoming Elizabeth, serie drammatica in
costume disponibile dal 12 giugno
su STARZPLAY (con appuntamento settimanale) e
ideata dalla drammaturga Anya
Reiss (Spur of the
Moment).
Becoming Elizabeth, la storia
La storia, almeno dalle
prime puntate viste in anteprima, racconta della giovinezza di
Elisabetta Tudor, dei tumultuosi anni che hanno
portato alla sua ascesa al trono e delle teste che sono dovute
cadere e dei pretendenti al trono che sono dovuti morire prima che
la Regina Vergine si sedesse sul trono d’Inghilterra. Ma facciamo
un passo indietro: Enrico VIII è appena morto, gli sopravvive la
sesta moglie, Catherine Parr che immediatamente dopo la morte del
marito, sposa la sua vecchia fiamma Thomas
Seymour. Questa unione viene vista di cattivo occhio dalla
Corona, che nel frattempo è passata a Edoardo VI, il figlio che
Enrico ebbe con la Regina Jane Seymour, sua terza moglie. Al suo
fianco si schiera Maria, la maggiore dei figli in vita di Enrico,
l’unica cattolica e l’unica figlia che il re ebbe con Caterina
d’Aragona. La Regina Vedova e il suo nuovo marito però prendono
sotto la propria ala l’adolescente Elisabetta, che con la loro
guida, in particolare con quella infida e con secondi fini molto
chiari di Thomas, comincia la sua scalata al trono, intenzionata a
sedersi al posto di suo padre.
Gli intrighi dei Tudor
La vicenda storica che
racconta Becoming Elizabeth è già di per sé una
soap opera e la serializzazione e la drammatizzazione non fanno
altro che accentuarne i punti di forza, calcando la mano sugli
aspetti licenziosi e torbidi della corte inglese, come aveva già
fatto la serie The Tudors, e dispiegando tutta la
sequela di nomi, titoli, parentele e alleanze che la situazione
richiedeva.
Il risultato è una serie
ricchissima, dal punto di vista scenografico, dei costumi e degli
interpreti, ma anche degli avvenimenti. Becoming
Elizabeth racconta una storia densa in cui ogni trama,
anche se non direttamente collegata alla sua protagonista, diventa
interessante perché aggiunge non solo un avvenimento al quadro, ma
anche un punto di vista e una rilettura della Storia.
Becoming Elizabeth è un racconto
femminista
Becoming
Elizabeth è un racconto che si riveste di femminismo
attraverso gli occhi infuocati di Alicia von
Rittberg, a cui viene affidato il compito di portare a
schermo la giovane Elisabetta. Siamo molto lontani dal ritratto
tempestoso e deciso che Cate Blanchett ha fatto (in due tempi) del
personaggio sul grande schermo.
Questa
Elisabetta cerca un appoggio e una guida ma sente anche dentro di
sé il fuoco dei Bolena, la voglia di riscatto, la convinzione
cristallina che il posto più in alto spetta a lei. Si tratta del
coming of age di una delle persone (non solo di una delle
donne) più eccezionali che la Storia dell’umanità ricordi.
Reiss arricchisce di strati e complessità un personaggio già
estremamente affascinante e regala agli spettatori appassionati di
period drama una nuova avventura da gustarsi, episodio per
episodio.
Completano il cast di
Becoming ElizabethTom Cullen,
nei panni di Thomas Seymour, Romola Garai, in
quelli di Mary e Jessica Raine che invece
interpreta Catherine Parr.
L’ultimo episodio di Becoming Elizabeth è
disponibile su STARZPLAY dal
7 agosto e la conclusione di questo racconto intimo e privato degli
anni giovanili della Regina Elisabetta I promette senza dubbio
l’apertura a un rinnovo, che però non è ancora ufficiale.
Una storia non ancora conclusa
Chiaramente, questa
prima stagione non si conclude con l’incoronazione della nostra
protagonista, perché la scelta degli showrunner è quella di
concentrarsi molto di più sul percorso che ha portato la Regina
Vergine sul trono d’Inghilterra. E così non sorprende che nella
seconda parte della serie, fino al culmine dell’episodio
conclusivo, emerge molto di più la figura di Edoardo VI, questo
ragazzino un po’ bizzoso che si trova a governare un regno per
interposta persona, anche lui nutrito di paura per i tradimenti
delle sorelle, Maria e Elisabetta, entrambe aspiranti al trono. La
figura, che era rimasta in ombra all’inizio della serie, emerge con
prepotenza anche perché rappresenta il primo e più grosso ostacolo
al regno di Elisabetta, anche se lei sembra in fondo non crederci
troppo e non sperare davvero di riuscire ad arrivare più in alto di
tutti.
Vale la pena raccontare, anche se si conosce l’esito
La domande che spesso ci
si fa, approcciandosi a questi racconti storico-romanzati è: vale
la pena di seguire una storia di cui si conosce già il finale? La
risposta, senza esitazione, è sì. Anya Reiss, la
creatrice dello show, ha pensato a tutto, riportando ogni elemento
della storia, anche quello più esterno e accessorio, a costituire
un mattone su cui Elisabetta costruisce la sua consapevolezza, la
sua forza, man mano che si delinea dentro di lei la volontà di
salire sul trono.
E questo attraverso un
percorso che non le risparmia dolori, come il rapporto con lo zio
di suo fratello, Thomas Seymour, condannato a morte per tradimento
e dal quale lei deve pubblicamente discostarsi per sopravvivere, ma
che dentro di lei crea una ferita profonda, forse la prima che la
giovane donna porterà sempre con sé. Ma anche in questo caso si
tratta di un mattonino che contribuisce a costruire la fortezza
sulla quale si ergerà una volta raggiunto il suo obbiettivo.
Fratelli, sorelle e
eredità difficili
Interessante è il
rapporto con la sorella maggiore, Maria (Romola
Garai), che oltre a vantare anche lei la pretesa al trono,
vanta anche un diritto di precedenza in quanto maggiore, ma
soprattutto in quanto cattolica. La rivolta in seno al Regno Unito
che vede contrapporsi protestanti e cattolici, altra redita che
Enrico VIII ha lasciato ai suoi figli, rimane sullo sfondo e
sicuramente sarà un attore principale nella scalata al trono di
Elisabetta. Ma, mentre sono tanti gli elementi che contrappongono
la protagonista a Maria, un solo punto fortissimo le tiene unite:
sono entrambe donne, in un mondo che non sa che farsene di una
donna libera e di potere. Questo aspetto le tiene vicine, le
mantiene sorelle, in una maniera molto insolita, e tiene aperto un
canale di comunicazione tra le due che rimane vivo fino alla
fine.
Becoming Elizabeth è ancora una serie
femminista
Becoming
Elizabeth si conferma una rilettura in chiave femminista
della giovinezza di una donna che è stata ed è ancora oggi un
unicum nel panorama mondiale, una donna che è riuscita a superare
ogni ostacolo, di ogni sorta, per raggiungere il suo obbiettivo. La
serie restituisce forse solo una piccola parte delle terribili
situazioni che la giovane ha dovuto affrontare, ma senza dubbio è
un affresco storico ricco e sontuoso, raccontato con un pizzico di
modernità e tanta grazia, che si deve totalmente alla sua splendida
protagonista: Alicia von Rittberg.
Quello del revenge
movie è da sempre un filone di film particolarmente
popolari e acclamati, dove il protagonista di turno intraprende una
spedizione punitiva nei confronti di quanti hanno ucciso o rapito
dei suoi cari. Da prima genere prettamente pensato per un pubblico
maschile, negli ultimi anni, fortunatamente, sono stati realizzati
sempre più film dove ad andare in cerca di vendetta è un
personaggio femminile. Da Il
buio nell’anima a Colombiana, da Peppermint
– L’angelo della vendetta fino al recente
Becky.
Diretto da Jonathan
Milott e Cary
Murnion, il film ha come vendicativa protagonista non una donna
addestrata alla guerra come la si può ritrovare nei film poc’anzi
citati, bensì una adolescente le cui doti restano perlopiù prive di
spiegazione. L’importante è infatti ciò che è capace di fare,
sorprendendo continuamente lo spettatore tra colpi di scena e
situazioni particolarmente grintose. Poco noto per via della scarsa
diffusione avuta a causa del Covid-19, il film è però divenuto un
piccolo cult tra gli appassionati del genere.
Thirller,
azione e
comicità si uniscono dunque in questo lungometraggio che si
afferma come una forza della natura proprio come la sua giovane
protagonista. In questo articolo, approfondiamo dunque alcune delle
principali curiosità relative a Becky. Proseguendo
qui nella lettura sarà infatti possibile ritrovare ulteriori
dettagli relativi alla trama, al cast di
attori, al suo finale e ai suoi
sequel. Infine, si elencheranno anche le
principali piattaforme streaming contenenti il
film nel proprio catalogo.
La trama di Becky
Protagonista del film è
Becky, una tredicenne che dalla morte della madre
– avvenuta un anno prima degli eventi narrati – ha assunto un
carattere freddo e scontroso nei confronti di tutti, anche verso
l’amorevole padre Jeff. Nella speranza di
riconciliarsi con la figlia, il genitore decide di portarla per un
weekend nella loro casa sul lago. Quando però sul posto si
presentano anche la sua nuova compagna, Kayla, e
suo figlio Ty, Becky si infuria e scappa verso il
suo fortino segreto nel bosco.
Nel mentre, alcuni detenuti,
scappati durante un trasferimento e capitanati dal neonazista
Dominick, si dirigono proprio verso la casa sul
lago della famiglia di Becky, alla ricerca di una misteriosa
chiave. I malviventi prendono così in ostaggio Jeff, Kayla e Ty
mentre Becky è al suo fortino, dove nel mentre ha trovato proprio
l’oggetto dei desideri di Dominick. Tramite un walkie talkie, la
ragazzi scopre cosa sta succedendo e senza indugi deciderà di
passare all’azione per salvare la sua nuova famiglia.
Il cast di attori
Ad interpretare Becky vi è
Lulu Wilson, nota per i suoi ruoli primari come
attrice bambina nei film horror Ouija
– L’origine del male del 2016 e Annabelle
2: Creation del 2017. Wilson è inoltre nota per aver
interpretato la giovane Shirley nella serie Hill
House (2018). Accanto a lei, nel ruolo del padre Jeff vi
è l’attore Joel McHale, noto per aver interpretato
Starman nella serie Stargirl (2020-2022). Kayla e Ty sono
invece interpretati da Amanda Brugel – nota per il
ruolo di Rita Blue in Tha Handmaid’s Tale e Isaiah
Rockcliffe .
L’attore Kevin
James, celebre per film comici come Il superpoliziotto
del supermercato,Un weekend da bamboccioni
e Il signore dello zoo, dà qui vita alla sua prima
interpretazione drammatica interpretando il minaccioso Dominick.
Originariamente, in realtà, il ruolo era stato offerto all’attore
Simon Pegg, il quale dovette però rinunciare per
via di conflitti di pianificazione con altri film. I suoi scagnozzi
Apex, Cole e Hammond sono invece interpretati da Robert
Maillet, Ryan McDonald e James
McDougal.
Il finale di Becky e il suo sequel
Nel finale del film, dopo essere
riuscita ad eliminare due degli scagnozzi di Dominik, Becky fa
scattare l’allarme dell’auto per attirare il criminale allo
scoperto, dove con la collaborazione di Apex riesce ad ucciderlo.
Infine, uccide anche un Apex pentitosi di quanto compiuto. È a
questo punto che si torna al presente di quello che era un lungo
flashback. Ritroviamo Becky interrograta dalla polizia, che afferma
di non sapere come siano morti i criminali, mentre con
un’espressione fredda sul volto gioca con nonchalance con la chiave
che Dominick bramava.
Dato l’apprezzamento ricevuto dal
film, nel 2023 è stato realizzato un sequel dal titolo The
Wrath of Becky, in cui la giovane si trova alle prese con
una nuova banda di criminali da dover eliminare. Wilson riprende
qui il suo ruolo, mentre nei panni dell’antagonista principale si
ritrova Sean
William Scott. Successivamente, è stato rivelato che
sono in corso discussioni per un terzo film su
Becky, considerando che il finale del secondo film
lasciava aperta la porta per un’ulteriore avventura
cinematografica, su cui però al momento non vi sono dettagli.
Il trailer
di Becky e dove vedere il film in streaming e
in TV
È possibile fruire di
Becky grazie alla sua presenza su alcune delle più
popolari piattaforme streaming presenti oggi in rete. Questo è
infatti disponibile nei cataloghi di Apple TV e
Google Play. Per vederlo, una volta scelta la
piattaforma di riferimento, basterà noleggiare il singolo film o
sottoscrivere un abbonamento generale. Si avrà così modo di
guardarlo in totale comodità e ad un’ottima qualità video. Il film
è inoltre presente nel palinsesto televisivo di lunedì 1
luglio alle ore 21:20 sul canale
Rai 4.
Becky
Lynch è una delle wrestler femminili più
prolifiche nel roster della WWE al giorno d’oggi. Proprio come
la sua collega Cavallerizza Sasha Banks, anche lei è interessata a
trasformare la sua celebrità nel wrestling in ruoli a Hollywood e
oltre. Infatti, in una recente intervista
a ComicBook, Becky
Lynch ha rivelato di essere in trattative con la Marvel per un possibile ruolo nel
MCU nel 2020 pochi giorni
prima di rendere pubblica la sua gravidanza.
Becky oggi ha confermato che dai colloqui di allora non è
emerso nulla di solido, o almeno nulla di cui si possa parlare
pubblicamente. Ecco le sue parole:“Forse
potrebbe esserci qualcosa in futuro”, ha
detto. «Forse, forse… non diciamo segreti da
queste parti. Non diciamo i segreti della Marvel da queste
parti.
Becky Lynch (vero nome
Rebecca Quin) è già apparsa in diversi progetti in cui recita tra
cui The Marine 6: Close
Quarters e Rumble per
la divisione cinematografica della WWE. Nel 2020 è stata anche
apparsa tra le guest
inBillionsdi Showtime. Se fosse apparsa come un eroe sul grande
schermo, si sarebbe unita al collega della WWE Dave Bautista, che è famoso per il ruolo di
Drax Il Distruttore nella serie
Guardiani della Galassia.
Dopo oltre un anno di silenzio, la
Columbia Pictures conferma di essere ancora
interessata al sequel di Salt; il
principale ostacolo alla realizzazione del film continua tuttavia
ad essere la perplessità di Angelina Jolie, non
ancora convinta della bontà del progetto; per questo, Becky Johnston è stata incaricata di rivedere
il tutto, per fare in modo di stimolare maggiore interesse
nell’attrice.
Nel primo film la protagonista
Evelyn Salt era un’agente della CIA impegnata a dimostrare di non
essere un infiltrata dei servizi segreti russi, ma la vicenda
prendeva poi una piega inaspettata; il finale era più che mai
aperto, con Evelyn in procinto di intraprendere una nuova missione,
stavolta molto più personale.
Inizialmente, la sceneggiatura del
sequel è stata affidata a Kurt Wimmer, ma il
risultato non ha convinto a sufficienza Angelina Jolie; da qui
l’idea di cambiare, affidando la scrittura ad un’autrice poco
avvezza agli action movies (tra i suoi lavori Il
principe delle maree e Sette Anni in
Tibet), con la speranza che il personaggio della
protagonista sia maggiormente approfondito.
Il sequel di Salt sarà prodotto da
Lorenzo di Bonaventura e Sunil
Perkash; al momento il progetto è ancora in attesa di un
regista; in attesa di riavere a bordo Angelina
Jolie, sarebbe già stato raggiunto un accordo con
Jeremy Renner.
Popolare cantante di origini
messicane, Becky G è da qualche anno sulla cresta
dell’onda grazie alla sua musica, ma di recente ha manifestato il
suo interesse anche per il mondo della recitazione. Ha così preso
parte ad alcuni popolari film per il cinema, così come ad alcuni
progetti per la televisione. Ancora esigua, la sua filmografia
potrebbe crescere sempre di più con il passare degli anni.
Ecco 10 cose che non sai di
Becky G.
Parte delle cose che non sai sulla
cantante e attrice
Becky G: i suoi film e le serie
TV
10. Ha recitato in due
film. Nel 2017 l’attrice viene scelta per ricoprire il
ruolo di Trini Kwan, alias Yellow Ranger, nel nuovo film dedicato
ai celebri Power
Rangers. Qui ha l’occasione di recitare accanto agli
attori Bryan
Cranston ed Elizabeth
Banks. L’anno seguente è invece la protagonista
femminile del film A.X.L – Un’amicizia extraordinaria, di
genere fantascienza.
9. Ha preso parte ad una
nota serie TV. Nel 2008 compie la sua prima performance
d’attrice per il film televisivo La estacion de la Calle
Olvera, per poi ricoprire il ruolo di Valentina Galindo nella
serie Empire (2015), incentrata sulle vicende di
un’eccentrica famiglia nel mondo dell’hip-hop.
8. Ha composto le colonne
sonore per diversi film. Negli anni la cantante ha messo
la propria musica a servizio di diversi opere per il cinema o la
televisione. In particolare, ha concesso i propri brani per film
come Hotel Transylvania (2012), I Puffi 2
(2013), Cattivi vicini 2
(2016), con Seth
Rogen, e Gnome Alone (2017), per il quale è
stata anche doppiatrice.
Becky G è su Instagram
7. Ha un account
personale. L’attrice è presente sul social network
Instagram con un profilo seguito da 24,9 mila persone. All’interno
di questo è solita condividere post legati alla sua attività di
cantante, promuovendo i propri singoli o album. Non mancano però
anche numerose immagini di momenti di svago quotidiano, in
compagnia di amici o colleghi.
Becky G canta Mayores
6. È il singolo che l’ha
resa celebre. Nel 2017 la cantante rilascia il brano
intitolato Mayores, grazie al quale raggiunte il successo
internazionale. Appartenente al genere cosiddetto “reggaeton”, il
singolo ha superato in breve tempo il miliardo di visualizzazioni
sulla piattaforma YouTube, ottenendo numerosi riconoscimenti, come
il disco d’oro in Italia.
Parte delle cose che non sai sulla
cantante e attrice
Becky G in Power Rangers
5. Non era una fan dei noti
personaggi. Nata sul finire degli anni Novanta, l’attrice
non ha propriamente vissuto il grande successo che in quel decennio
ebbero i Power Rangers. A lungo le furono infatti
pressoché sconosciuti, fino a quando, come da lei dichiarato, le
vennero fatti scoprire da suo cugino. Per prendere parte al film ha
poi condotto ulteriori ricerche sulla storia del celebre gruppo di
supereroi.
4. Era l’unica teenager del
gruppo. Benché nel film i giovani protagonisti vengano
identificati con un’età adolescenziale, l’unica che realmente
rientrava in questo criterio era proprio Becky G, la quale aveva 19
anni al momento delle riprese. Gli altri suoi co-protagonisti erano
invece più grandi di qualche anno.
Becky G e l’album Mala santa
3. È il suo primo
album. Nel 2019 l’attrice pubblica il suo primo album,
intitolato Mala santa. Contenente sedici tracce, tutte in
lingua spagnola, il disco è frutto di un lavoro durato diversi
anni, annunciato per la prima volta nell’aprile del 2016. Soltanto
nel 2019 stesso, però, la cantante ha affermato che il lavoro a
riguardo era diventato più organico.
2. Ha ottenuto un grande
successo. In breve tempo, l’album è diventato uno dei più
venduti dell’anno, aggirandosi intorno alle 500 mila copie vendute
nei soli Stati Uniti. Qui, e in Messico, dove la cantante gode di
ottima popolarità, Mala santa è inoltre diventato disco di
platino, confermandosi come un successo internazionale.
Becky G: età e altezza
1. Becky G è nata a
Inglewood, in California, Stati Uniti, il 2 marzo 1997. La
cantante e attrice è alta complessivamente 154 centimetri.
Becky G. è
nata per stare sotto i riflettori. La star diciannovenne ha già
ottenuto il primo posto della classifica latino-americana di
Billboard per una sua canzone ( Can’t Get Enough
con Pitbull) e ha ottenuto un ruolo importante nell’acclamata serie
tv Fox, “Empire.” Cosa c’è prossimamente nella febbrile agenda
della sensazionale teenager? Il suo tanto agognato album di debutto
che l’orgogliosa artista di origini messicane sta registrando
interamente in spagnolo.
“Sto tentando di fare qualcosa
di nuovo,” afferma Becky G riguardo al
progetto che segue l’uscita dell’EP del 2013 “Play It Again”.
“Sono orgogliosa delle mie origini e ho sempre amato la musica
latina. Dato che ne sono una grande fan e sapevo di potercela fare,
mi sono lanciata nell’impresa. Era il momento giusto per
iniziare una nuova avventura.”
Becky G. descrive
l’album come “urbano, ma dal fascino tradizionale”, un set
divertente e con una storia che ispirerà i suoi devoti “Beasters”,
14 milioni di supporter che seguono ogni sua mossa sui social
network.
“Ogni canzone dell’album, per me
che sono l’artista, è frutto di grande ispirazione.” afferma.
“I video musicali, le coreografie sul palco durante i tour e
negli show sono di impatto immediato. Ogni canzone è dinamica, ha
una trama complessa che nasconde molti significati. Anche se non si
parla la lingua, la musica è universale (come ben sappiamo) ed è
una lingua che tutti parlano.”
Il singolo tratto dall’album “Sola”
ha debuttato al numero 1 della classifica pop latina di iTunes. Il
video della canzone, che Becky G ha codiretto, ha totalizzato 15
milioni di visualizzazioni su YouTube in meno di tre settimane.
“Era giunto il tempo di cimentarmi con vari generi.” così afferma
riguardo la sua odierna direzione musicale.
Becky G. tra musica e cinema
Dotata di grande serietà
professionale (a 9 anni convinse i genitori a permetterle di
partecipare alle audizioni per gli spot pubblicitari in modo tale
da aiutarli con i guadagni dopo che avevano perso la casa ed erano
andati a vivere nel garage dei nonni), il suo talento di giovane
cantante e compositrice colpì l’attenzione di Dr. Luke, fondatore
della Kemosabe Records, attraverso le cover che lei aveva postato
su YouTube, in particulare la sua versione di “Otis” di Jay Z e
Kanye West.
“L’avrei messa sotto contratto solo
per quel video.” afferma Dr. Luke. “Ne ero rimasto affascinato.
Ha molta personalità e la sua voce spacca gli altoparlanti. Poi
l’ho incontrata e ho scoperto che sapeva anche suonare la chitarra.
Così ho pensato che era perfetto. Poi ho scoperto che sapeva anche
comporre e le ho detto: ‘Ora cosa mi dirai, che sei Van
Gogh?’ Il suo potenziale è immenso.”
Portavoce di
CoverGirl, Becky G. ha ricevuto
un’onorificenza dalla sua città natale di Inglewood, California,
per il suo contributo alla comunità ispanica, inclusa la
registrazione della canzone del 2015 “We Are Mexico” che Becky G ha
pubblicato in risposta alla polemica di Donald Trump contro gli
immigranti messicani illegali. E’ una da tenere d’occhio fin dal
suo esordio ufficiale con il singolo “Becky from the block” che nel
2013 ha ricevuto un plauso immediato (il video ha totalizzato 55
milioni di visualizzazioni su YouTube, con un cameo di
Jennifer Lopez). Riconosciuta da Rolling Stone
“tra le 18 teenager che hanno scosso la cultura pop” prossimamente
la sua voce si potrà sentire nel film di animazione “Gnome Alone”,
la cui uscita è programmata per la primavera del 2017.
Calcio, passione,
dedizione, romanticismo, famiglia, fama e… infamia. Questi
sono solo alcuni dei temi centrali trattati in
Beckham, la nuova docuserie Netflix che, nell’arco di pochi giorni, è riuscita a
conquistarsi il podio della classifica Netflix Top 10
inglese. Diretta dal premio Oscar® Fisher Stevens
(Palmer, And We Go Green, The Cove) e prodotta
da John Battsek, Beckhamnarra
– in 4 episodi di poco più di un’ora – la storia e i
retroscena di una delle star calcistiche più celebri al mondo.
Partendo dal racconto di
un semplice ed introverso ragazzino londinese con una grande
passione per il calcio, Stevens riesce a riassumere sul piccolo
schermo i momenti più importanti e significativi della vita
di David Beckham. Quattro episodi – coi titoli “Il Calcio”,
“Rosso di Rabbia”, “Palle d’oro” e “Mai fermarsi” – che affrontano
le tappe essenziali di un’icona calcistica: dallo storico
gol del 1996, che segna la sua ascesa alla fama, alla depressione e
persecuzione mediatica dopo la Coppa del Mondo del ’98; passando
ancora al complicato periodo nella squadra del Real Madrid, e alla
gestione della sua fama, fino ad oggi.
Nella narrazione Stevens
coinvolge praticamente tutti: i genitori, gli ex compagni di
squadra ed i nemici sul campo, i familiari, i paparazzi, la
moglie Victoria e l’allenatore Sir Alex Ferguson. Questi
ultimi, in particolare, si rivelano – episodio dopo episodio – due
delle figure più influenti della sua vita. Responsabili, in un
certo qual modo, tanto dei successi quanto dei fallimenti di
Beckham. Il regista dà vita ad un raccontocorale che riesce ad offrire al pubblico una visione
armonica e completa della realtà calcistica e di quella dello
spettacolo di fine anni ’90 ed inizio Duemila.
L’unionetraculturapopesport
La serie non si limita a
documentare Beckham come semplice fenomeno calcistico. Di pari
passo con la sua carriera sportiva, infatti, Stevens aggiunge la
dolce favola d’amore con la bellissima PoshSpice, Victoria Adams. Gli incontri segreti in auto,
i mesi distanti per lavoro, il fidanzamento lampo ed il primo
figlio. Dettagli che se da un lato evidenziano il forte
affiatamento che unisce la coppia oramai da anni, dall’altro ne
dimostra le reali conseguenze sul suo personaggio. Con Victoria,
Beckham si evolve in una celebrità dell’intrattenimento.
Passa cioè dall’essere una “semplice” icona sportiva al primo vero
e proprio trend-setter nel mondo del calcio.
Non si guardò più,
dunque, solo alle partite in cui giocava, ma sotto i riflettori
c’erano soprattutto il suo matrimonio e la sua famiglia. È così
che i Beckhams divennero fin da subito un marchio globale,
catturando su di sé una così grande attenzione che si trasformò
rapidamente in accanimento. Nel corso delle puntate, David e
Victoria si mettono a nudo senza filtri né vergogna, e con grande
razionalità, sottolineando come gli alti e bassi nella carriera di
lui influenzavano inevitabilmente il loro
rapporto.
LaserieBeckhamconvinceeintenerisce
Tra biografia, ricordi
personali (e collettivi), buffe rivelazioni (come l’inaspettata
mania del pulito e dell’ordine di Becks) e riflessionia cuore aperto, la serie dipinge un’immagine mai
vista prima del celebre ex calciatore inglese. Un’immagine
profonda e a tratti commovente di un uomo che ha fatto del suo
sogno giovanile una realtà, conquistata però a caro prezzo.
Beckham si afferma con successo su Netflix non come
un semplice documentario sul calcio, ma come un grande racconto
sulla fama e i suoi lati oscuri.
«Ripercorrere la mia
storia mi ha permesso di fare chiarezza su molte cose… e una di
queste è che ciò che davvero conta nella vita, secondo me, è quello
che si ha.» – David Beckham
Ecco il trailer di
Beckett, film Netflix diretto da Ferdinando Cito
Filomarino e scritto da Kevin Rice che
arriverà sulla piattaforma il 13 agosto 2021. Nel cast del film
John David Washington (Beckett), Boyd
Holbrook (Tynan), Vicky Krieps (Lena),
Panos Koronis (Officer Xenakis), e Alicia Vikander (April).
La trama di Beckett
Il turista americano Beckett
(John David Washington) è in vacanza in Grecia
quando si ritrova al centro di una caccia all’uomo in seguito a un
incidente devastante. Costretto alla fuga per salvarsi la vita,
cerca disperatamente di raggiungere l’ambasciata americana
dall’altra parte del paese per scagionarsi. Mentre le autorità lo
incalzano, la tensione cresce, la situazione politica diventa più
instabile e la trama del pericoloso complotto in cui è intrappolato
si fa sempre più fitta…
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BECKETT (2021) John David
Washington as Beckett. Cr: Yannis Drakoulidis/NETFLIX
BECKETT (2021) John David
Washington as Beckett and Alicia Vikander as April. Cr:
NETFLIX
Una vicenda kafkiana è quel tipo
situazione paradossale e in genere angosciante, che viene accettata
come status quo, implicando l’impossibilità di qualunque
reazione tanto sul piano pratico quanto su quello psicologico. Tale
meccanismo si ritrova alla base di tanti film, che giocano proprio
con l’apparente illogicità di alcune vicende da cui sembra non
poterci essere via di fuga. Un film che recentemente ha proposto a
partire da tali basi un racconto thriller con elementi di da
spy movie è Beckett, diretto nel
2021 dall’italiano Ferdinando Cito
Filomarino, qui al suo secondo lungometraggio nonché
il primo girato in lingua inglese.
Partendo da una propria idea
originale, il regista ha infatti sviluppato una storia che,
svolgendosi in mezzo a degli sconvolgimenti politici in Grecia, dà
vita ad una forsennata caccia all’uomo durante la quale continuano
ad emergere realtà impensabili. Un’opera di genere dunque che sa
come intrattenere, stupire e sollevare riflessioni. Prima di
intraprendere una visione del film, però, sarà certamente utile
approfondire alcune delle principali curiosità relative ad esso.
Proseguendo qui nella lettura sarà infatti possibile ritrovare
ulteriori dettagli relativi alla trama, al
cast di attori e alla spiegazione del
finale. Infine, si elencheranno anche le principali
piattaforme streaming contenenti il film nel
proprio catalogo.
La trama e il cast di Beckett
In Beckett si racconta la
storia di un turista americano che durante una vacanza in Grecia
con la moglie April rimane coinvolto in un
grave incidente. Beckett, questo il nome del
turista, non immagina che questo sinistro diverrà per lui un vero
incubo, perché da questo momento in poi si ritrova nel mirino di
una vera e propria caccia all’uomo. L’unica cosa che può fare è
fuggire per cercare di sopravvivere e tentare di raggiungere
l’ambasciata americana, sita nella parte opposta del paese. Mentre
la tensione sale e i disordini politici aumentano, Beckett si
ritrova sempre più al centro di fitta una rete di cospirazioni.,
dalla quale sembra impossibilitato a uscire.
Ad interpretare il protagonista,
Beckett, vi è l’attore John David
Washington, divenuto celebre grazie al film
BlackKklansman e poi con
Tenet e Malcolm & Marie.
L’attore Boyd Holbrook
interpreta Stephen Tynan, impiegato dell’ambasciata americana ad
Atene, mentre la premio Oscar Alicia Vikander
è April, moglie di Beckett. L’attrice Vicky
Krieps, nota per il film Il filo nascosto, interpreta Lena, un’attivista
politica tedesca in Grecia. È poi presente l’attore Michael
Stuhlbarg nel ruolo del padri di April, mentre
Panos Koronis ricopre il ruolo dell’agente
Xenakis, un ufficiale di polizia greco corrotto e Lena
Kitsopoulou quello di una donna che lavora con Xenakis per
dare la caccia a Beckett.
La spiegazione del finale
Beckett – un nome che non può che
far pensare a quello del drammaturgo premio Nobel Samuel
Beckett, celebre per il suo Teatro dell’Assurdo
(come assurda è la situazione in cui il protagonista del film si
caccia) – si scopre dunque essere finito suo malgrado al centro di
un incubo kafkiano, dal quale non sembra esserci scampo né
possibilità di sapere di cosa realmente egli è accusato. Beckett,
dunque, è l’uomo comune che diventa vittima di una più grande
cospirazione politica. Alla fine del film, infatti, egli è ormai un
eroe tragico, la cui colpa è stata quella di trovarsi nel posto
sbagliato al momento sbagliato. Nel corso della storia si viene
infatti a sapere che le persone che inseguono Beckett sono le
stesse persone che inseguono Karras, il candidato della sinistra
alle elezioni, di cui hanno rapito il nipote.
Quando Beckett scopre che il
rapimento del bambino è politicamente motivato, chiede allora a due
attiviste di essere portato ad Atene dove può fornire informazioni
sul ragazzo scomparso, da lui casualmente incontrato durante
l’incidente. Durante il viaggio, l’auto viene però fermata a un
controllo della polizia, quindi Beckett si ritira e prende un
treno. Riesce così a raggiungere l’ambasciata americana ad Atene,
ma viene fermato all’ultimo minuto da un agente, Steven Tynan. Si
scopre a quel punto che il politico liberale è stato ucciso, e il
ragazzo rimane nelle mani degli estremisti di estrema destra.
Mentre fino ad allora si è creduto che il rapimento fosse
politicamente motivato, si scopre infine che il politico era
profondamente indebitato.
Beckett era dunque solo un capro
espiatorio. Era stato pianificato di incolpare lui del rapimento
per coprire ciò che stava realmente accadendo. Motivato
dall’ingiustizia che si sta perpetrando, Beckett si lancia in
modalità eroe, riuscendo infine a trovare e salvare il bambino.
Riesce così a riportare equilibrio in quella vicenda e riabilitare
la propria persona, venendo dunque lasciato libero di andare dalle
autorità. Il finale ha però un che di profondamente amaro in quanto
Beckett, guardandosi il palmo, nota un cuore che April aveva
disegnato sulla sua mano prima dell’incidente. L’uomo ha dunque
finalmente il tempo di riflettere sull’incidente, sulla perdita
della donna amata e sul fatto che sarebbe dovuto morire lui invece
di lei.
Tuttavia, Beckett ha anche
guadagnato la consapevolezza che può continuare a vivere senza
April. Essendo sopravvissuto a un evento molto più grande di lui,
ha ora trovato un significato nell’essere sopravvissuto
all’incidente. Sebbene convinto che sarebbe dovuto morire lui,
uscendone indenne Beckett è stato in grado di cogliere l’occasione
per salvare qualcun altro. Se fosse morto, probabilmente sarebbe
morto anche il bambino rapito. Dopo essere riuscito in ciò, capisce
che la sua vita può ancora avere uno scopo. Anche se sarà per
sempre sconvolto per la perdita di April, vedere il cuore dal
lei disegnato sul suo palmo, gli permette di sviluppare la
convinzione che, in un modo o nell’altro, lei sarà sempre con
lui.
Il trailer di
Beckett e dove vedere il film in streaming e in
TV
È possibile fruire di
Beckett grazie alla sua presenza su alcune delle
più popolari piattaforme streaming presenti oggi in rete. Questo è
infatti disponibile nei cataloghi di Netflix e Rai Play. Per
vederlo, una volta scelta la piattaforma di riferimento, basterà
noleggiare il singolo film o sottoscrivere un abbonamento generale.
Si avrà così modo di guardarlo in totale comodità e al meglio della
qualità video. Il film è inoltre presente nel palinsesto televisivo
di mercoledì 22 gennaio alle ore
21:10 sul canale Rai Movie.
L’abbiamo vista trionfare sul
tappeto paralimpico dei XV Giochi di Rio
de Janiero, ma Beatrice – Bebe Vio ha
dimostrato di poter risplendere in situazioni anche molto diverse.
La campionessa azzurra ha sfilato sul tappeto rosso della premiere
di Miss Peregrine la Casa dei Bambini Speciali, in
veste di madrina al fianco del regista del film, Tim
Burton.
Ecco Bebe Vio sul
tappeto rosso
Dopo l’oro individuale e il bronzo a
squadre nel fioretto, la giovanissima Bebe, appena 19 anni, si
candida per diventare una delle migliori immagini dell’Italia e
dello spot italiano all’estero. Il suo essere così speciale l’ha
resa la madrina perfetta per la serata di lunedì 5 dicembre a Roma,
dove, al fianco di Tim Burton e al motto di
#SiateSpeciali, ha presenziato alla proiezione in anteprima
italiana del film.
L’abito indossato da Bebe Vio sul
red carpet è una creazione speciale e personalizzata di
Dior. A omaggiare il suo talento, l’abito riporta
infatti i fioretti che tanta gioia e tanto orgoglio hanno dato alla
ragazza e allo sport azzurro.
Dal ricatto contro Kimmie alla
nascente storia d’amore che Mallory nega, ci sono molte rivelazioni
esplosive nel finale della prima stagione di Beauty in
Black, l’ultimo progetto che Tyler Perry
ha creato nel suo accordo pluriennale con Netflix.
Il cast di Beauty in
Black è guidato da Crystle Stewart e
Taylor Polidore Williams, che interpretano due
donne molto diverse le cui vite, anch’esse diverse, si scontrano in
modi inaspettati. La prima stagione è uscita su Netflix il 24 ottobre ed è composta da otto episodi
della durata di un’ora (con altri otto in arrivo nella primavera
del 2025).
La storia di Beauty in
Black
La serie ruota attorno a Kimmie, che
sta lottando per sopravvivere dopo essere stata cacciata di casa
dalla madre, e Mallory, che gestisce la sua attività di successo
per la cura dei capelli. Kimmie vuole disperatamente scappare dal
ventre malfamato dello strip club in cui lavora, mentre l’impero di
Mallory è minacciato dai segreti di famiglia e da un fastidioso
avvocato. Queste trame concomitanti portano a una serie di colpi di
scena scioccanti nel finale: “Killing Karma”.
Perché Horace lascia davvero andare
Kimmie e Angel
Quando ha sentito parlare del
giudice corrotto, ha capito di avere problemi più grandi
Beauty In Black – Cortesia di Netflix
Il finale di stagione Beauty
in Black inizia in modo esplosivo quando una banda di
uomini armati e mascherati prende in ostaggio Kimmie e Angel mentre
tentano di rapinare la cassaforte di Horace. Horace tira fuori una
pistola e uccide tutti i ladri prima che possano andarsene.
Inizialmente sospetta che dietro la rapina ci sia Kimmie, ma Angel
si prende la colpa. Mentre Horace li pressa per la verità, rivelano
che entrambi avevano pianificato di derubarlo in modo da ottenere
abbastanza soldi per fuggire dal club e iniziare una nuova
vita.
Quando Kimmie spiega che Jules è il
loro pappone e che ha usato un giudice corrotto nel suo libro paga
per far cadere le accuse penali, Horace decide di lasciarli andare.
Horace dice loro di andarsene e di non dire mai a nessuno di averlo
incontrato. Quando hanno menzionato il giudice, si è reso conto di
avere problemi molto più grandi di cui preoccuparsi. In seguito
menziona Harold Wiscollins, un giudice che lui e suo fratello
conoscevano, e chiede a Jules se Harold è ancora in tribunale e se
gli parla ancora. Jules dice di no, ma Horace non si fida di
lui.
I sentimenti di Mallory per Calvin
e l’esitazione nella loro storia d’amore spiegati
Tutto si ricollega al tema centrale
dello show, il classismo
Per tutta la stagione 1 di
Beauty in Black, Mallory ha dormito con il suo autista
Calvin. Ma quando confessa di essere innamorato di lei, lei è
riluttante ad affrontare i suoi sentimenti romantici per lui e lo
caccia di casa. L’esitazione di Mallory a fare sul serio con Calvin
si ricollega al tema principale della serie, il classismo. È
un’elitista che non vuole prendere sul serio la sua relazione con
Calvin perché lui è un autista. Quando la serie tornerà
nella primavera del 2025, Mallory potrebbe finalmente
confrontarsi con i suoi sentimenti per Calvin e iniziare una
relazione seria con lui.
Chi ha cercato di rapinare
Horace?
Jules determina che è stata la Safe
Company
Beauty In Black – Cortesia di Netflix
Dopo che Horace uccide i suoi
potenziali rapinatori, Jules scende per ripulire la scena del
crimine, come Winston Wolf in Pulp Fiction. Jules scopre che uno
dei ladri ha nel portafoglio un biglietto da visita di una società
di casseforti, la stessa società che ha installato la cassaforte in
primo luogo. Jules determina che i ragazzi che hanno consegnato la
cassaforte sono tornati per rubarla. Tuttavia, Jules non mostra mai
il biglietto da visita a Horace, quindi potrebbe essersi inventato
tutto per coprire il suo ruolo nella rapina pianificata.
Perché Mallory e Roy offrono
entrambi un lavoro a Lena
Stavano cercando di comprarla
Lena è un avvocato le cui scoperte
sull’impero della cura dei capelli di Mallory potrebbero causare
problemi alla famiglia Bellarie e far fallire l’azienda. Nel finale
della prima stagione, Roy incontra Lena in un ristorante e le offre
un lavoro nel dipartimento legale. Quindi, Mallory li affronta,
tira fuori una sedia, usa le sue conoscenze per costringere Roy a
lasciare l’edificio e fa la stessa offerta a Lena. Quando Lena le
dice che Roy le ha appena offerto la stessa posizione, Mallory
sembra sinceramente colpita dal fatto che il suo cognato,
solitamente ottuso, abbia escogitato lo stesso piano diabolico.
Stanno entrambi cercando di
comprarla, sperando che se le danno un lavoro in azienda, smetterà
di cercare di distruggerla. Ma Lena insiste che non può essere
comprata e che “non è una questione di soldi”. Mallory ride e non
pensa che sia possibile. Questo è uno dei temi principali della
serie; i ricchi pensano che tutti i loro problemi possano essere
risolti con i soldi, ma non è così quando hanno a che fare con
qualcuno con integrità.
Chi ha distrutto l’auto di
Charles?
Sembravano gli stessi ragazzi che
hanno cercato di derubare Horace
Beauty In Black – Cortesia di Netflix
Il penultimo episodio della prima
stagione di Beauty in Black si è concluso con la
distruzione dell’auto sportiva gialla di Charles. Verso la fine del
finale, Mallory è scioccata nel trovare l’auto di Charles in fiamme
nel parcheggio privato
annuncio, con la polizia che indaga
su un possibile attacco. Nell’ultimo episodio, l’auto di Charles è
stata colpita fuori strada e fatta saltare in aria da un gruppo di
uomini armati mascherati. Questi aggressori mascherati sembravano
lo stesso gruppo che aveva cercato di rapinare Horace,
apparentemente assoldati da Jules, quindi tutto poteva essere
ricondotto a Jules.
Perché Body ha rapito Sylvia
Body voleva ricattare Kimmie
Nella sconvolgente scena finale
della prima stagione di Beauty in Black, Kimmie e Angel vengono
affrontate da Body. Dopo aver frainteso in modo selvaggio gli
eventi recenti, Body pensa che Kimmie stia cercando di usurpare il
suo posto al club. Body rivela di aver fatto rapire la sorella
adolescente di Kimmie, Sylvia, e lo userà per ricattare Kimmie
affinché si tolga di mezzo e faccia tutto ciò che vuole. Tuttavia,
il piano si ritorce contro di lei poiché Kimmie attacca Body e
inizia a picchiarla.
Quando Body le punta un coltello e
minaccia di farla uccidere da Jules, Kimmie sale in macchina e
investe Body. Questo conclude la stagione con un cliffhanger
sbalorditivo e solleva un sacco di domande. Body è morto? Jules
verrà a cercare Kimmie? Sylvia starà bene? Una cosa è chiara:
Kimmie non accetterà questo complotto di ricatto senza reagire.
Farà tutto il necessario, e colpirà chiunque con la sua macchina,
per riavere indietro sua sorella.
Il vero significato del finale
della prima stagione di Beauty in Black
Contrappone la disperazione delle
persone in difficoltà finanziarie alla disperazione delle persone
ricche
Beauty In Black – Cortesia di Netflix
Il finale della prima stagione di
Beauty in Black è il culmine dei temi in stile Saltburn sulla
classe sociale. Riguarda i ricchi che cercano di esercitare potere
sui poveri. Sia Mallory che Roy pensano che Lena possa essere
comprata, perché è una “figlia di p***a al verde”, ma Lena ha
un’inaspettata quantità di integrità. Il finale contrappone la
disperazione delle persone in difficoltà finanziarie alla
disperazione delle persone ricche. I personaggi in difficoltà
finanziarie, come Kimmie e Angel, sono disperati nel tentativo di
racimolare abbastanza soldi per sopravvivere, mentre i personaggi
ricchi, come Mallory, sono disperati nel tentativo di mantenere la
loro ricchezza.
Le star di Black in Beauty hanno fornito quella
che potrebbe essere la prima conferma di Beauty in Black 2, una
potenziale seconda stagione.
Prodotto da Tyler Perry, il dramma
di successo di Netflix
ha debuttato sullo streamer il 24 ottobre, raccontando la storia di
una spogliarellista la cui vita cambia per sempre quando entra in
contatto con una pericolosa e ricca famiglia.
Sebbene la prima
stagione si sia conclusa con uno scioccante cliffhanger,
le informazioni su un eventuale seguito sono state minime.
La seconda stagione di Beauty
in Black è pronta
All’indomani del debutto di
Beauty in Black , le sue più grandi star hanno
confermato che i progetti per il futuro della serie sono in
corso.
Taylor Polidore Williams e Crystle
Stewart, che interpretano rispettivamente Kimmie e Mallory, hanno
annunciato a
Fox10 news che “c’è una seconda parte
”, ma non hanno voluto approfondire oltre questa conferma
ufficiale:
D: “Ora, la prima parte della serie drammatica va in onda
giovedì.C’è una seconda parte, giusto?”.
Stewart: “C’è una seconda parte.Si sbagliano per…
Alla fine della prima parte, sarete arrabbiati”.
Williams: “Il cliffhanger definitivo”.
Stewart: “Vi arrabbierete.Ve lo dico
adesso”.
Questa è una delle prime volte che
i fan sentono parlare della potenziale seconda stagione del dramma
di Netflix prodotto da Tyler Perry. Al momento,
le informazioni sulla prossima serie di episodi sono ancora scarse
e alcuni si chiedono se ci sia ancora qualcosa in programma.
In una conversazione con Ts Madison prima dell’uscita
dello show, Perry ha parlato dell’idea di un potenziale seguito.
Tuttavia, sembra che si tratti più di un accenno passeggero che di
una conferma:
“Amo questo ragazzo, quindi sto
ripensando a tutta la prossima stagione, perché devo capire come
farla durare per sempre…Il signor Ricco Ross”.
Quanto è probabile che Beauty
in Black abbia una seconda stagione?
Non essendo stata resa pubblica
alcuna conferma ufficiale della seconda stagione di Beauty in
Black, al di fuori di questi commenti di Taylor Polidore
Williams e Crystle Stewart, i fan saranno sicuramente ansiosi di
vedere i primi otto episodi della serie. Ciò che è
interessante notare, tuttavia, è che la storia di Beauty in
Black sembra essere finita solo a metà.
Netflix aveva
inizialmente ordinato la serie con un numero di 16 episodi. Si
tratta del primo progetto nell’ambito del nuovo accordo di Typer
Perry con lo streamer, avendo debuttato solo otto episodi fino a
quel momento.
Non è ancora chiaro se tutti i 16
episodi siano stati girati o se il team dovrà tornare davanti alla
macchina da presa per terminare questa prima serie. Se sono in
grado di farlo, allora la Stagione 1, Parte 2 potrebbe essere
vicina all’orizzonte. In caso contrario, potrebbero essere
trasformati in una vera e propria Stagione 2 sulla piattaforma.
Da un punto di vista esterno,
sembra molto probabile che la seconda metà dell’ordine iniziale sia
già stata girata e che il team sia solo in attesa. Questo avrebbe
senso, visto che Williams e Stewart sembrano sapere esattamente
cosa succederà nella Stagione 1, Parte 2.
I commenti di Perry sul
“ripensare a tutta la prossima stagione”
potrebbero in realtà riferirsi alla stagione 2 vera e propria, che
potrebbe essere in fase di elaborazione proprio in questo
momento.
Beauty in Black ha
pubblicato il resto della prima stagione e il finale della seconda
parte ha portato alcune delle più grandi sorprese del dramma di
Tyler Perry. La prima parte di Beauty in Black si è conclusa con un finale scioccante
in cui Horace ha sventato un furto in casa sua, Rain è finita in
ospedale con un destino incerto e la sorella minore di Kimmie,
Sylvie, è stata rapita. La seconda parte riprende subito dopo
questo finale da brivido, con Kimmie che si mette in viaggio per
trovare Sylvie e farla pagare ai suoi rapitori (naturalmente,
facendosi molti nemici pericolosi lungo la strada).
Nei primi otto episodi, Beauty
in Black ha lasciato molte domande senza risposta da esplorare
nei successivi otto. La seconda parte della prima stagione
di Beauty in Black – parte 2 è uscita su Netflix il 6 marzo e si tuffa a capofitto in
quelle domande. Il finale è emozionante: l’episodio 16, “Now Make
It Thunder”, in cui un Horace malato fa un ultimo gioco di potere
contro la sua famiglia doppia. Kimmie riceve una proposta
inaspettata, Olivia fa una mossa spietata contro Lena e il
palcoscenico è pronto per una seconda stagione emozionante.
Perché Horace vuole sposare
Kimmie nel finale di Beauty in Black – parte 2
All’inizio del finale di Beauty
in Black – parte 2, Kimmie va a trovare Horace in ospedale,
dove lui le dice che sta morendo e che vuole sposarla. Ma non vuole
sposarla perché è innamorato di lei o perché non vuole morire da
solo; ha un motivo molto più pratico. Quando morirà, Horace
vuole assicurarsi che la sua fortuna, guadagnata con fatica, non
vada ai suoi figli fannulloni, che sono “fottuti
perdenti,” per usare le sue parole, e l’unico modo per farlo è
sposarsi.
Beauty in Black è la prima
serie drammatica di Tyler Perry per Netflix.
Horace è coinvolto in un intenso
braccio di ferro finanziario con la sua famiglia e non vuole
perdere, nemmeno nella morte. È disposto a sposare una parente
lontana per tenere i suoi soldi fuori dalle loro mani. Kimmie non
accetterà di sposare Horace se non scopre perché odia così tanto i
suoi figli, e lui le spiega che non hanno mai lavorato un giorno in
vita loro, quindi non pensa che meritino di diventare ricchi per
caso. Kimmie chiede di quanti soldi stiano parlando e Horace
risponde in modo criptico: “Abbastanza da non dover mai più
lavorare in vita tua”.
Perché Kimmie accetta davvero
la proposta di Horace
Kimmie non accetta subito la
proposta di Horace, ci pensa un po’ su, ma alla fine accetta di
sposarlo. Quando racconta della proposta alla sua amica Rain,
questa si mette subito a cercare su Google il patrimonio netto di
Horace e scopre che vale ben 376 milioni di dollari. Questo di
certo rende la proposta più allettante, e Kimmie ci pensa su,
perché sarà più che sufficiente per pagare i suoi debiti e
liberarsi delle persone pericolose che le danno la caccia. Ma
non è l’unico motivo per cui Kimmie accetta di sposare Horace.
Quando Kimmie sposerà Horace,
diventerà una Bellarie, che, nel mondo di Beauty in Black, è
come essere una Kennedy o una Vanderbilt. Potrà ottenere tutto ciò
che vuole semplicemente abbandonando il proprio cognome da sposata.
Quando un’infermiera entra nella stanza d’ospedale di Sylvie in
fondo al corridoio e tenta di cacciarla e trasferirla in un
ospedale meno prestigioso, Kimmie le dice che è fidanzata con un
Bellarie e l’infermiera cambia immediatamente atteggiamento e
lascia che Sylvie rimanga. Questo matrimonio porterà alcuni
vantaggi piacevoli.
Il piano di ricatto di Olivia
contro Lena spiegato
Fin dalla prima parte, l’avvocato
Lena ha costruito un caso contro l’impero dei prodotti per capelli
Bellarie. Nel finale, finalmente consegna alla matriarca Bellarie
Olivia una citazione in giudizio per iniziare il procedimento
giudiziario. Tuttavia, Olivia ricatta rapidamente Lena affinché
lasci cadere il caso. Provoca Lena a schiaffeggiarla, lo filma e
minaccia di pubblicare il video se continua con la causa
collettiva. Per provocarla, Olivia schiaffeggia Lena ripetutamente,
ma poiché Olivia è così potente, l’unico testimone chiude un
occhio. Questo è un interessante commento su come lo stato di
diritto non si applica ai super-ricchi.
Perché i Bellaries si oppongono
così tanto al matrimonio
Non appena i Bellaries vengono a
sapere del matrimonio, cercano disperatamente di impedirlo. Mallory
corre in ospedale per creare scompiglio, Olivia chiede a Roy e
Charles di raggiungerla e anche Jules si unisce a loro. Horace
lo aveva previsto, quindi ha chiesto alla sicurezza dell’ospedale
di isolare il suo reparto e di tenere i Bellaries confinati
nell’atrio. Alla fine, i Bellaries si coalizzano contro la guardia
di sicurezza e la spingono per entrare nel padiglione e vedere
Horace. Ma quando arrivano lì, è troppo tardi; il matrimonio è
già avvenuto.
Ci sono un paio di ragioni per cui
i Bellaries sono così irremovibili nel non voler che Horace sposi
Kimmie.
Per cominciare, non vogliono che il
denaro esca dalla famiglia e finisca nelle mani di una persona che
non sia un Bellarie. Come per la maggior parte delle persone
ricche, non è mai abbastanza, e vogliono tenersi ogni singolo
centesimo a cui sentono di avere diritto. E soprattutto non
vogliono che il denaro vada a Kimmie, una delle loro nemiche di
lunga data, che da 16 episodi causa loro problemi.
Perché l’avvocato di Horace ha
convinto Kimmie a lasciare la sua stanza d’ospedale
Mentre Horace sta facendo il test
cognitivo necessario per il matrimonio, il suo avvocato porta
Kimmie nel corridoio per rispondere a tutte le sue domande. Ma lui
inizia subito a comportarsi in modo sospetto. Inventa ogni tipo di
scusa per portare Kimmie nell’atrio, e Kimmie capisce subito
l’inganno.
L’avvocato voleva attirare Kimmie
nell’atrio, dove erano tenuti prigionieri i Bellary, per poterla
affrontare. Ma ciò che rende Kimmie la migliore Beauty in
Black è che non si fa facilmente ingannare da trucchi come
questo.
Il vero significato del finale
della seconda parte di Beauty in Black
Beauty in Black è
stata una soap opera sul classismo fin dall’inizio e il finale
mette in evidenza la banalità del divario di classe. Esplora l’idea
che alcune persone che lavorano sodo, come Kimmie, trascorrono la
vita sommerse dai debiti, mentre altre che non hanno mai alzato un
dito, come i figli di Horace, sono nate in una situazione di
sicurezza finanziaria e possono godere di lussi che non si sono
guadagnati. Si tocca l’idea che “non si può portare con sé”,
quando alla fine della sua vita Horace cerca di mettere la sua
fortuna nelle mani giuste, dopo averla accumulata per anni.
Mentre continua il successo sul
network americano The CW della serie televisiva Beauty
and The Beas, con protagonista l’attrice
Kristin Kreuk nei panni di Catherine Chandler,
oggi apprendiamo che il network ha ufficialmente rinnovato per un
quarto ciclo lo show però confermando il format a 13 episodi, e non
dunque allungandola a 22 come precedentemente rumoreggiato.
Beauty and The Beast è il
remake liberamente ispirato alla serie tv La Bella e La
Bestia, andata in onda sul canale televisivo
CBS tra il 1987 e il 1990, che vede protagonista
la detective Catherine Chandler (Kristin Kreuk)
della squadra omicidi di New York che incontra
colui che le ha salvato la vita quando era piccola, il dottor
Vincent Keller (Jay Ryan), con cui si instaura un
rapporto profondo.
Beauty and
the Beast è una serie
televisiva statunitense in onda dal 2012 sul
network The CW e liberamente ispirata alla
serie La bella e la bestia, andata in onda sul canale
televisivo CBS tra il 1987 e il 1990.
In Italia ha
debuttato in prima visione il 29 maggio 2013 su Rai
2.
Catherine
Chandler è un’intelligente detective della squadra omicidi
di New York, che lavora con la sua partner di polizia, Tess.
Nove anni prima, Catherine assistette all’omicidio di sua madre da
parte di due uomini armati, che avrebbero ucciso anche lei, se non
fosse intervenuto qualcuno che le ha salvato la vita. Oggi,
Catherine è cresciuta ed è una donna competente e forte, ma crede
ancora che non fu un uomo a salvarle la vita, ma un animale. Mentre
indaga su un omicidio recente, un indizio conduce al dottor Vincent
Keller, un uomo che apparentemente è stato ucciso mentre prestava
servizio in Afghanistan nel 2002. Si scopre, invece,
che Vincent è vivo ed è lo stesso uomo che le salvò la vita. Cavia,
come altri commilitoni della sua unità, di un esperimento genetico
per creare il prototipo di supersoldato, nei momenti di stress
l’adrenalina innesca una trasformazione a livello fisico,
facendogli aumentare a dismisura forza e sensi e trasformandolo in
una bestia furiosa. Quando la multinazionale a capo degli
esperimenti capì di aver creato delle macchine assassine
inarrestabili e incontrollabili, decise di eliminarle tutte.
Vincent, scampato per pura fortuna al massacro, si è nascosto negli
ultimi dieci anni. Dopo averlo incontrato e aver sentito la sua
storia, Catherine fa un patto con lui: lei manterrà il suo segreto
se Vincent l’aiuterà con l’omicidio di sua madre.
Mentre cresce l’attesa per l’arrivo
di Beauty And The Beast 3,
terzo ciclo di episodi della serie televisiva di successo targata
The CW e con protagonisti Kristin Kreuk e Jay Ryan.
Oggi arriva la notizia che presto arriverà il terzo libro
tratto dallo show che sarà nelle librerie USA a partire dal 25
Agosto 2015.
Beauty and the Beast
è una serie televisiva statunitense liberamente ispirata alla serie
La bella e la bestia, andata in onda sul canale televisivo
CBS tra il 1987 e il 1990. La serie va in onda sul network The CW
dall’11 ottobre 2012. In Italia ha debuttato in prima visione il 29
maggio 2013 su Rai 2.
Catherine Chandler è
un’intelligente detective della squadra omicidi di New York che
lavora con la sua partner di polizia Tess Vargas. Nove anni prima,
Catherine assistette all’omicidio di sua madre da parte di due
uomini armati, che avrebbero ucciso anche lei se non fosse
intervenuto qualcuno a salvarla. Oggi Catherine è cresciuta ed è
una donna competente e forte, ma crede ancora che non fu un uomo a
salvarle la vita, bensì un animale. Mentre indaga su un omicidio
recente, un indizio la conduce al dottor Vincent Keller, un uomo
che apparentemente è stato ucciso mentre prestava servizio in
Afghanistan nel 2002. Si scopre, invece, che Vincent è vivo ed è lo
stesso “uomo” che le salvò la vita.
Cresce l’attesa per la messa in
onda dei prossimi episodi di Beauty and the Beast 4, e
oggi per ingannare l’attesa vi sveliamo alcune anticipazioni.
In Beauty and the Beast
4, rivedremo Max Brown, meglio noto come il
bello dell’obitorio Evan Marks, la cotta di Cat.
L’obitorio del soprannome si deve al fatto che è morto.
Beauty and the
Beast è una serie televisiva statunitense in
onda dal 2012 sul network The CW e liberamente
ispirata alla serie La bella e la bestia, andata in onda sul
canale televisivo CBS tra il 1987 e
il 1990.
In Italia ha
debuttato in prima visione il 29 maggio 2013 su Rai
2.
Catherine
Chandler è un’intelligente detective della squadra omicidi
di New York, che lavora con la sua partner di polizia, Tess.
Nove anni prima, Catherine assistette all’omicidio di sua madre da
parte di due uomini armati, che avrebbero ucciso anche lei, se non
fosse intervenuto qualcuno che le ha salvato la vita. Oggi,
Catherine è cresciuta ed è una donna competente e forte, ma crede
ancora che non fu un uomo a salvarle la vita, ma un animale. Mentre
indaga su un omicidio recente, un indizio conduce al dottor Vincent
Keller, un uomo che apparentemente è stato ucciso mentre prestava
servizio in Afghanistan nel 2002. Si scopre, invece,
che Vincent è vivo ed è lo stesso uomo che le salvò la vita. Cavia,
come altri commilitoni della sua unità, di un esperimento genetico
per creare il prototipo di supersoldato, nei momenti di stress
l’adrenalina innesca una trasformazione a livello fisico,
facendogli aumentare a dismisura forza e sensi e trasformandolo in
una bestia furiosa. Quando la multinazionale a capo degli
esperimenti capì di aver creato delle macchine assassine
inarrestabili e incontrollabili, decise di eliminarle tutte.
Vincent, scampato per pura fortuna al massacro, si è nascosto negli
ultimi dieci anni. Dopo averlo incontrato e aver sentito la sua
storia, Catherine fa un patto con lui: lei manterrà il suo segreto
se Vincent l’aiuterà con l’omicidio di sua madre.
Come molti di voi
sapranno Beauty And The Beast 4,
sarà l’ultimo ciclo di episodi dello show televisiva targato The
CW. Ebbene oggi apprendiamo che le riprese della final season
inizieranno domani.
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In Beauty And The
Beast, Catherine Chandler è un’intelligente detective
della squadra omicidi di New York che lavora con la sua partner di
polizia Tess Vargas. Nove anni prima, Catherine assistette
all’omicidio di sua madre da parte di due uomini armati, che
avrebbero ucciso anche lei se non fosse intervenuto qualcuno a
salvarla. Oggi Catherine è cresciuta ed è una donna competente e
forte, ma crede ancora che non fu un uomo a salvarle la vita, bensì
un animale. Mentre indaga su un omicidio recente, un indizio la
conduce al dottor Vincent Keller, un uomo che apparentemente è
stato ucciso mentre prestava servizio in Afghanistan nel 2002. Si
scopre, invece, che Vincent è vivo ed è lo stesso “uomo” che le
salvò la vita.
Mentre cresce l’attesa
per Beauty And The Beast 3,
oggi sappiamo che Beauty and the Beast 4
presto entrerà in lavorazione. Infatti, il network della The CW ha
intenzione di avviare le riprese il 29 Maggio e finire il 17
Novembre.
Beauty and the
Beast è una serie
televisiva statunitense in onda dal 2012 sul
network The CW e liberamente ispirata alla
serie La bella e la bestia, andata in onda sul canale
televisivo CBS tra il 1987 e il 1990.
In Italia ha
debuttato in prima visione il 29 maggio 2013 su Rai
2.
Catherine
Chandler è un’intelligente detective della squadra omicidi
di New York, che lavora con la sua partner di polizia, Tess.
Nove anni prima, Catherine assistette all’omicidio di sua madre da
parte di due uomini armati, che avrebbero ucciso anche lei, se non
fosse intervenuto qualcuno che le ha salvato la vita. Oggi,
Catherine è cresciuta ed è una donna competente e forte, ma crede
ancora che non fu un uomo a salvarle la vita, ma un animale. Mentre
indaga su un omicidio recente, un indizio conduce al dottor Vincent
Keller, un uomo che apparentemente è stato ucciso mentre prestava
servizio in Afghanistan nel 2002. Si scopre, invece,
che Vincent è vivo ed è lo stesso uomo che le salvò la vita. Cavia,
come altri commilitoni della sua unità, di un esperimento genetico
per creare il prototipo di supersoldato, nei momenti di stress
l’adrenalina innesca una trasformazione a livello fisico,
facendogli aumentare a dismisura forza e sensi e trasformandolo in
una bestia furiosa. Quando la multinazionale a capo degli
esperimenti capì di aver creato delle macchine assassine
inarrestabili e incontrollabili, decise di eliminarle tutte.
Vincent, scampato per pura fortuna al massacro, si è nascosto negli
ultimi dieci anni. Dopo averlo incontrato e aver sentito la sua
storia, Catherine fa un patto con lui: lei manterrà il suo segreto
se Vincent l’aiuterà con l’omicidio di sua madre.
Mentre cresce l’attesa per l’arrivo
in onda di Beauty and the Beast 3,
oggi vi anticipiamo new entry nel cast di Beauty
and the Beast 4, il già annunciato quarto ciclo di
puntate dello show di successo trasmesso dal network americano The
CW.
Infatti, oggi apprendiamo che nella
quarta stagione verrà introdotto un nuovo personaggio
ricorrente, Kyle, uno sportivo affascinante
ed incredibilmente carismatico.
Beauty and the
Beast è una serie televisiva statunitense in
onda dal 2012 sul network The CW e liberamente
ispirata alla serie La bella e la bestia, andata in onda sul
canale televisivo CBS tra il 1987 e
il 1990.
In Italia ha
debuttato in prima visione il 29 maggio 2013 su Rai
2.
Catherine
Chandler è un’intelligente detective della squadra omicidi
di New York, che lavora con la sua partner di polizia, Tess.
Nove anni prima, Catherine assistette all’omicidio di sua madre da
parte di due uomini armati, che avrebbero ucciso anche lei, se non
fosse intervenuto qualcuno che le ha salvato la vita. Oggi,
Catherine è cresciuta ed è una donna competente e forte, ma crede
ancora che non fu un uomo a salvarle la vita, ma un animale. Mentre
indaga su un omicidio recente, un indizio conduce al dottor Vincent
Keller, un uomo che apparentemente è stato ucciso mentre prestava
servizio in Afghanistan nel 2002. Si scopre, invece,
che Vincent è vivo ed è lo stesso uomo che le salvò la vita. Cavia,
come altri commilitoni della sua unità, di un esperimento genetico
per creare il prototipo di supersoldato, nei momenti di stress
l’adrenalina innesca una trasformazione a livello fisico,
facendogli aumentare a dismisura forza e sensi e trasformandolo in
una bestia furiosa. Quando la multinazionale a capo degli
esperimenti capì di aver creato delle macchine assassine
inarrestabili e incontrollabili, decise di eliminarle tutte.
Vincent, scampato per pura fortuna al massacro, si è nascosto negli
ultimi dieci anni. Dopo averlo incontrato e aver sentito la sua
storia, Catherine fa un patto con lui: lei manterrà il suo segreto
se Vincent l’aiuterà con l’omicidio di sua madre.