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7 preoccupazioni che la Disney deve affrontare con i suoi futuri remake in live action

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Biancaneve è l’ultimo di una lunga serie di remake live action della Disney, e la casa di Topolino dovrebbe tenere a mente alcune preoccupazioni prima di tuffarsi nel prossimo. Negli ultimi due decenni, la Disney ha dimostrato che i remake live action dei classici animati originali hanno un grande potenziale. Film come Il libro della giungla (1994) e Cenerentola (2015) hanno ottenuto un punteggio di circa l’80% dai critici di Rotten Tomatoes, il che è senza dubbio impressionante. Purtroppo, Biancaneve e altri remake live-action hanno ottenuto risultati molto peggiori.

Sebbene il remake live-action Biancaneve della Disney avesse del potenziale, il film sembra aver deluso i critici. Attualmente ha un punteggio del 47% su Rotten Tomatoes, con alcune recensioni che arrivano addirittura a definire Biancaneve inguardabile. Non è la prima volta che un remake live-action è un flop. Nell’ultimo decennio, Pinocchio (2022), Maleficent – Signora del male (2019), Dumbo (2019) e altri non sono riusciti a superare il 50% di voti positivi. La cosa è preoccupante, soprattutto perché la Disney non ha rallentato i suoi piani di adattare altri classici al live-action. Quindi, ci sono diverse cose che l’azienda dovrebbe tenere a mente.

I remake live-action della Disney hanno fatto troppo affidamento sulla CGI

Biancaneve film 2025
Credit © Walt Disney Pictures

Una delle lamentele più importanti riguardo al remake di Biancaneve è che i sette nani sono stati portati sullo schermo attraverso la CGI piuttosto che con attori dal vivo. Sembra che la Disney sperasse di mantenere l’aspetto animato di questi esseri magici, ma il risultato è stato, in definitiva, inquietante. Questa stessa lamentela è emersa per diversi remake live-action della Disney, in particolare quelli che mescolavano attori reali con creature in CGI.

Anche La sirenetta (2023) ha avuto difficoltà in questo senso. Anche se il film ha ottenuto un discreto punteggio del 67% da parte dei critici di Rotten Tomatoes, le creature marine in CGI non sembravano naturali accanto alle persone reali. La Disney deve trovare un modo per eliminare quella sensazione di “valle misteriosa” che i film ispirano. Oppure, potrebbe essere meglio per la Casa di Topolino evitare del tutto i film che mescolano esseri umani e animali in live-action.

I remake live-action della Disney spesso modificano i temi degli originali

Biancaneve
Rachel Zegler è Biancaneve – Foto Courtesy of Disney – © Disney

Un altro motivo per cui Biancaneve ha faticato a fare colpo è che i temi del film del 1937 sono stati modificati. Nel remake, Biancaneve non desidera più il vero amore; il film si concentra invece sulla sua aspirazione a essere all’altezza della regola del padre. È chiaro che la Disney sta cercando di evitare i vecchi stereotipi che spesso i vecchi film adottano, ma i remake eccessivamente modernizzati si sono rivelati un problema.

È chiaro che la Disney sta cercando di evitare i vecchi stereotipi che spesso i vecchi film adottano, ma i remake eccessivamente modernizzati si sono rivelati un problema.

Alcuni remake Disney sono riusciti meglio di altri. L’eliminazione del grande desiderio di Biancaneve in Biancaneve del 2025 è stata frustrante, ma il desiderio di Jasmine di essere sultano in Aladdin (2019) è stato gestito molto meglio. In quest’ultimo caso, cambiare i desideri di Jasmine non ha modificato i temi generali del film, quindi alla fine l’adattamento è sembrato organico. Questa è una lezione che la Disney deve applicare ai suoi progetti futuri.

I remake live-action della Disney non hanno dato priorità al talento vocale nel casting

Cenerentola cast
Cate Blanchett e Lily James in Cenerentola © 2015 – Walt Disney Studios Motion Pictures

Tra le scelte più preoccupanti della Disney con i suoi remake live-action c’è il casting di attori con un’esperienza vocale minima. La maggior parte di questi film sono musical ed è terribilmente evidente quando le star scelte non sono in grado di cantare le rispettive canzoni. Piuttosto che scegliere cantanti, è stato utilizzato un ampio editing audio per mantenere le star in tono. Nel caso di Biancaneve, Rachel Zegler ha fatto un lavoro fenomenale nell’eseguire le sue varie canzoni. Tuttavia, film come La bella e la bestia (2017) sono stati criticati per aver scelto Emma Watson solo per modificare la sua voce cantata oltre il punto di riconoscimento.

La Disney è riuscita a migliorare notevolmente in questo senso, come dimostra il casting di attori come Zegler o Halle Bailey in La sirenetta. Tuttavia, in entrambi i film, alcuni degli attori non sono stati all’altezza delle loro performance vocali. Biancaneve è stato il primo ruolo musicale di Gal Gadot, il che significa che la nuova canzone della Regina Cattiva non è stata così spettacolare come avrebbe potuto essere. I film live-action della Disney devono dare la priorità al talento vocale tanto quanto i suoi progetti animati.

Le immagini di un remake live-action devono giustificare il passaggio dall’animazione

Uno dei vantaggi dell’animazione è che tutto ciò che si può immaginare può essere portato sullo schermo. Anche un film vecchio come Biancaneve e i sette nani presenta immagini mozzafiato grazie alla meticolosa cura dei dettagli in ogni cellula dell’animazione. Questo è un po’ più complicato con il live-action, poiché i set devono essere costruiti o si deve ricorrere alla CGI. C’erano diverse scene meravigliose in Biancaneve, ma molte altre mancavano della fantasia artistica delle versioni animate.

La Sirenetta è stata criticata per un motivo simile. Il film d’animazione originale era luminoso e colorato, ma la versione live-action è risultata completamente piatta al confronto. Aladdin e La bella e la bestia erano incantevoli, ma Mulan e Dumbo erano grigi e poco interessanti. Anche se il live-action dovrebbe essere più realistico, prendere un capolavoro colorato e annacquarlo per creare un’imitazione noiosa non giustifica lo sforzo necessario per adattarlo.

Alcuni remake live-action sono troppo fedeli al film originale della Disney

Pinocchio
(L-R): Figaro and Pinocchio (voiced by Benjamin Evan Ainsworth) in Disney’s live-action PINOCCHIO, exclusively on Disney+. Photo courtesy of Disney Enterprises, Inc. © 2022 Disney Enterprises, Inc. All Rights Reserved.

Le modifiche significative alla storia o ai temi di un film quando si adatta al live-action sono spesso disapprovate, come dimostra Biancaneve. Tuttavia, la Disney ha dimostrato che anche essere troppo fedeli all’originale è un problema. Il remake live-action con le prestazioni più basse è Pinocchio del 2022, che ha solo un 27% su Rotten Tomatoes ed è stato criticato per non aver apportato nulla di nuovo al film classico.

Senza nulla di nuovo aggiunto alla storia, il Pinocchio live-action era piuttosto noioso da guardare. Ci si è chiesti perché la Disney si sia presa il disturbo, dato che questa nuova versione non ha aggiunto nulla di valore che non fosse già stato raggiunto dal film d’animazione del 1940. Anche Il re leone del 2019 ha avuto difficoltà in questo senso. Il remake fotorealistico è stato accolto meglio, con un punteggio del 51% su Rotten Tomatoes, ma molte delle critiche riguardavano le somiglianze, a volte parola per parola, ripresa per ripresa, tra l’originale e il remake.

Disney ha eliminato la meraviglia infantile in alcuni remake live-action

Film Disney 2020 Mulan

I film d’animazione Disney sono sempre stati rivolti principalmente ai bambini e i remake live-action dovrebbero essere lo stesso. Questo è evidente in un progetto come Biancaneve, che probabilmente piacerà al pubblico giovane più che a quello più adulto. Tuttavia, un’altra delle trappole comuni della Disney è rendere il remake live-action troppo cupo, crudo e apertamente rivolto a un pubblico adulto.

Un esempio è Mulan. Il remake live-action ha eliminato personaggi colorati come Mushu e Grillo, e le colorate sequenze d’azione sono diventate molto più serie e noiose. Allo stesso modo, il remake di Dumbo ha perso la classica stupidità del film d’animazione ed è diventato un film standard di Tim Burton che lascerà molti bambini annoiati e disinteressati. Anche in Biancaneve, i cambiamenti tematici sono stati fatti per accontentare gli adulti, quindi questi punti della trama non significano nulla in termini di meraviglia infantile. È fondamentale che la Disney si ricordi che il pubblico di riferimento deve rimanere lo stesso.

I sequel live-action della Disney hanno faticato a funzionare

Alice in Wonderland

C’è una chiara tendenza nell’ultimo decennio dei film live-action della Disney: i sequel non sono all’altezza rispetto al remake live-action originale. Maleficent ha ottenuto un discreto 54% su Rotten Tomatoes, mentre Maleficent: Mistress of Evil è sceso al 39%. Alice in Wonderland ha ottenuto un punteggio del 51%, mentre il suo sequel, Alice Through the Looking Glass, ha ottenuto solo il 29% dei voti dei critici. Sembra che quando la Disney ha realizzato un remake di successo, abbia dato per scontato che un sequel nuovo di zecca avrebbe avuto lo stesso successo.

L’unico esempio di sequel di successo di un remake live-action è Mufasa: Il re leone del 2024, che ha ottenuto un punteggio del 57% da parte della critica su Rotten Tomatoes (rispetto al 51% ottenuto dal suo predecessore del 2019). La differenza qui è che il film del 2024 è stato anche un prequel che ha fornito retroattivamente più contesto a Il re leone. I ripetuti fallimenti della Disney con i sequel live-action sono preoccupanti, ma se la casa di Topolino riprende la tendenza, i progetti futuri potrebbero essere un miglioramento. Naturalmente, questo non aiuterà molto Biancaneve, ma forse imparare dal passato può far sì che questi tanti film deludenti valgano la pena.

7 personaggi salvati dai fans

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7 personaggi salvati dai fans

7 personaggiSempre più spesso capita che le produzioni cinematografiche, o anche televisive, consultino il pubblico per decidere definitivamente della sorte di alcuni personaggi.

La storia del cinema e della televisione, ma anche della letteratura, èpiena di personaggi che sono stati salvati dai fans, ovvero personaggi che sarebbero dovuti morire o comunque essere accantonati in qualche modo, ma che grazie ai fans sono stati risuscitati/salvati/riperscati/reinserti e posti di nuovo al centro delle loro storie.

Ecco una piccola gallery di 7 personaggi che sono stati salvati dai fans:

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7 personaggi Fox Marvel che meritano una seconda chance nel MCU dopo Deadpool & Wolverine

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Ci aspettavamo che Deadpool & Wolverine chiudesse la porta dell’universo Fox. Invece, ha celebrato la Terra-10005 e ha posto le basi perché quel mondo continui a prosperare insieme alla Terra-616/la Sacra Linea Temporale.

Sebbene sperassimo in dei camei, il threequel ha alzato la posta in gioco portandoci nel Vuoto prima di dare una seconda possibilità a Elektra (Jennifer Garner), Blade (Wesley Snipes), Gambit (Channing Tatum) e X-23 (Dafne Keen). È stato davvero speciale, ma ci ha fatto pensare… quali altri eroi e cattivi della Terra-10005 meritano una seconda possibilità nel MCU?

Questo potrebbe avvenire in un prossimo progetto della Saga del Multiverso (il che sembra più probabile) o anche nel MCU, che si dice sia il piano per questo mondo condiviso dopo Avengers: Secret Wars. Speriamo che i nomi precedenti vi sorprendano!

Daredevil

Daredevil (Ben Affleck)

Una concept art ha confermato che si era parlato di riportare Ben Affleck nei panni di Daredevil in Deadpool & Wolverine e, onestamente, siamo un po’ dispiaciuti che non sia successo.

Il film del 2003 non è il migliore (anche se la Director’s Cut è piuttosto valida), ma Affleck, che ora è meglio conosciuto per aver interpretato Batman, è stato un buon Uomo senza paura. Immaginate di vedere la silhouette del suo Daredevil, di sentire quella voce e poi il vigilante di Hell’s Kitchen che emerge dall’ombra come un certo Cavaliere Oscuro. Farebbe scoppiare internet!

Non vogliamo che Charlie Cox venga messo in ombra se finirà a far parte dei prossimi film sugli Avengers, ma il Daredevil di Affleck che combatte accanto al Ghost Rider di Nic Cage è qualcosa di cui abbiamo bisogno nelle nostre vite.

Silver Surfer

Silver Surfer

Doug Jones è stato la controfigura di Silver Surfer in Fantastic Four: Rise of the Silver Surfer, ma è stata la star di Man of Steel Laurence Fishburne a fornire la voce dell’iconico eroe.

Il film non era un granché, ma non si può negare che, insieme alla Torcia Umana di Chris Evans, Surfer sia stato un punto di forza. Gran parte del merito è da attribuire al doppiaggio di Fishburne, che ha dato vita al personaggio in un modo che lo ha fatto sentire allo stesso tempo ultraterreno ed eroico.

L’attore ha poi interpretato Bill Foster in Ant-Man and The Wasp. Tuttavia, non possiamo immaginare che i Marvel Studios abbiano grandi progetti per lui, quindi sarebbe abbastanza facile per l’attore tornare in cabina di registrazione e aggiungere questo “classico” Silver Surfer al mix in altre parti della Saga del Multiverso.

Psylocke

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X-Men: Apocalypse è stato il progetto più vicino alla realizzazione di un film in stile MCU da parte della Fox, ma non ha riscontrato il favore dei fan e della critica. La nuova direzione cartoonesca del franchise è stata l’inizio della fine per questi personaggi, ma ci sono stati almeno alcuni punti positivi che possiamo apprezzare.

Tra questi, l’interpretazione di Olivia Munn nel ruolo di Psylocke. L’attrice non ha avuto molto da fare, ma si è comunque distinta in un’avventura piena di decisioni creative discutibili e interpretazioni scadenti. Ora, ci piacerebbe vederla avere una seconda possibilità.

Nei fumetti, Betsy Braddock era la sorella di Capitan Bretagna che finì per abitare il corpo di un assassino chiamato Kwannon. Alla fine i due si sono separati: Betsy è diventata il nuovo Capitan Bretagna e Kwannon è tornato alla sua vita di assassino a pagamento. I Capitan Britain Corps hanno legami con il Multiverso, quindi ci dirigeremo in quella direzione.

Professor X

Patrick Stewart Professor X

Sir Patrick Stewart ha confermato di aver incontrato il presidente dei Marvel Studios Kevin Feige per discutere del Professor X e di essere tornato a ricoprire il ruolo nel film Doctor Strange nel Multiverso della Follia (2022). È stato un cameo divertente che lo ha visto sedersi sulla classica sedia a rotelle di Charles Xavier per affrontare la Strega Scarlatta.

Naturalmente è morto e, anche se ci saranno sicuramente altre varianti che assomigliano a Stewart, non sarebbe male se James McAvoy riprendesse il ruolo nel MCU. Il suo lavoro nei film prequel è estremamente sottovalutato e ci piacerebbe vedere cos’altro può fare con il personaggio.

È probabile che i Marvel Studios vogliano sostituire il Professor X per l’eventuale reboot degli X-Men, ma se McAvoy è disposto a tornare per questo, allora potrebbe potenzialmente interpretare il leader della squadra per molti anni a venire.

Magik

Magik

New Mutants è rimasto intrappolato nella fusione Disney/Fox ed è stato distribuito senza essere mai stato sottoposto ai necessari reshooting per dargli il tocco di classe di cui aveva tanto bisogno. Inoltre, non è mai stata girata una scena post-credits che prevedeva un sequel, e non c’è da stupirsi che il film abbia avuto difficoltà.

Tuttavia, se c’è un attore e un personaggio che non possiamo criticare, è la Magik di Anya Taylor-Joy. Per quanto il resto del cast fosse in gran parte dimenticabile, Anya Taylor-Joy ha rubato la scena e si è dimostrata così perfetta nel ruolo di questo personaggio che è difficile immaginare qualcun altro che lo interpreti.

Il suo legame con il Limbo e la magia nera potrebbe far diventare Magik una figura cruciale in un futuro film della Saga del Multiverso. Inoltre, se i mutanti di Terra-10005 saranno una parte fondamentale di ciò che verrà, allora lei dovrebbe assolutamente essere presente insieme a suo fratello Colosso.

Cable

cable

Il lavoro di Josh Brolin nel ruolo di Thanos nei film degli Avengers è stato a dir poco perfetto, ma la storia del Titano Pazzo si è conclusa in Avengers: Endgame. Per questo motivo, non c’è nulla che possa impedirgli di tornare nei panni di Cable, soprattutto dopo aver rubato la scena in Deadpool 2.

Quel sequel ha solo scalfito la superficie della storia del mutante che viaggia nel tempo e ora che il concetto è stato introdotto nel MCU, si inserirebbe perfettamente in questo mondo di linee temporali multiple e quant’altro.

Ricordiamo che è il figlio di Ciclope e Jean Grey, quindi il coinvolgimento del mutante nella prossima iterazione degli X-Men sul grande schermo potrebbe essere scontato. Tuttavia, non sarebbe male riportare lui e Zazie Beetz nel ruolo di Domino per un altro team-up con il Mercenario Chiacchierone di Ryan Reynolds, quando Wade Wilson e Wolverine si incroceranno inevitabilmente con i Vendicatori.

Magneto

Michael Fassbender Magneto

Il franchise degli X-Men ha sicuramente bisogno di abbandonare Magneto, ma ci sono ancora molti modi diversi in cui questo cattivo potrebbe essere utilizzato. Tra questi c’è anche la strada dell’eroe/antieroe, che si è rivelata così popolare nelle sue recenti avventure a fumetti. Anche come membro degli X-Men, non rinuncia a adottare misure estreme per affrontare gli umani che li minacciano.

Con tutto il rispetto per il leggendario Sir Ian McKellen, Michael Fassbender è sempre stato il miglior Maestro del Magnetismo. Non avendo mai ricevuto materiale particolarmente forte con cui lavorare da quando Matthew Vaughn ha lasciato la serie, Fassbender avrebbe sicuramente colto al volo l’occasione di unirsi al MCU.

Ci piacerebbe vedere Magneto alla guida degli X-Men al fianco del Professor X, evitando la prevedibile svolta da cattivo, scontrandosi con Charles sul piano filosofico piuttosto che su quello fisico. D’altra parte, una scena con Scarlet Witch in Avengers: Doomsday è molto allettante…

7 nuovi poster per Inception!

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7 nuovi poster per Inception!

Sono uscite ben sette character poster di Inception, che svelano anche alcuni dettagli dei vari personaggi del kolossal di Christopher Nolan.

7 nuovi poster per Inception!

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7 nuovi poster per Inception!

Sono uscite ben sette character poster di Inception, che svelano anche alcuni dettagli dei vari personaggi del kolossal di Christopher Nolan.

Ciascuna locandina mostra uno dei protagonisti, descritto dalla tagline: Leonardo DiCaprio è l’Estrattore, Ken Watanabe  è il Turista, Joseph Gordon-Levitt è l’Uomo Punto (The Point Man), Marion Cotillard è l’Ombra, Ellen Page è l’Architetto, Tom Hardy  è il Contraffattore, Cyllian Murphy è l’Obiettivo. La spiegazione di questi nomi non è ben chiara, anche se sappiamo che il personaggio di Ellen Page è davvero un architetto (ma che lavora anche sulla manipolazione dei sogni) e che Cyllian Murphy è l’obiettivo della missione del team di Leonardo DiCaprio (incaricato di “impiantare” una idea).

7 nuovi poster per Inception!

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7 nuovi poster per Inception!

Sono quattro i nuovi banner promozionali di Inception pubblicati da VirginMedia e ScreenWeek, tutti molto suggestivi. Potete vederli  cliccando sulle miniature sottostanti:

Intanto, continua il virale del film. Mentre per le strade di Chicago sono comparsi dei nuovi poster dedicati al “furto dei pensieri” e altri crimini della mente, è online il “terzo livello” del gioco Mind Crime, a questo indirizzo: http://www.mind-crime.com/stage3.

E’ simile al secondo livello – il nuovo livello contiene, nel gameplay, anche dei personaggi chiamati “servizio di sicurezza dell’inconscio”, armati di pistola, che spareranno al giocatore nel caso lo identifichino. Inoltre sono stati aggiunti anche due nuovi oggetti: un orologio che rallenta il tempo, e occhiali da sole che impediscono di essere identificati. La creazione delle mappe è diventata molto ricca, e si possono aggiungere cinema, torri, magazzini e molto altro, e vengono sbloccati mano a mano che si procede nel gioco. Poi si può controllare la difficoltà di gioco o stabilire i livelli di sicurezza per impedire che altri “rubino” i propri asset.  Sicuramente nei prossimi giorni, proprio come accaduto nel primo e nel secondo livello, verranno sbloccati nuovi contenuti del film come premi di gioco… Inception uscirà il 16 luglio 2010 negli USA, da noi 3 settembre 2010.

7 Minuti: recensione del film di Michele Placido

7 Minuti: recensione del film di Michele Placido

7 Minuti è stato presentato all’undicesima edizione della Festa del Cinema di Roma e arriverà nelle sale italiane il 3 novembre. Cosa sei disposto a fare pur di lavorare? Potrebbe essere racchiusa in questa domanda apparentemente semplice – ma in realtà carica di insidie – la nuova fatica da regista di Michele Placido, dal titolo 7 Minuti.

I proprietari di un’azienda tessile italiana cedono la maggioranza della proprietà a una multinazionale. Sembra che non siano previsti licenziamenti: operaie e impiegate possono quindi tirare un sospiro di sollievo. Ma c’è una piccola clausola nell’accordo che la nuova proprietà vuole far firmare al Consiglio di fabbrica. Undici donne dovranno perciò decidere per sé e in rappresentanza di tutta la fabbrica, se accettare la richiesta dell’azienda.

Ispirandosi a una storia vera avvenuta in Francia nel 2012, Placido e lo sceneggiatore Stefano Massini mettono in scena una storia dalle radici lontane ma sempre di grande attualità, fortemente legata alla società in cui viviamo; una società che ci ha insegnato soltanto ad avere paura del futuro, a scendere a compromessi, ad accettare passivamente qualsiasi condizione, anche umiliante.

7 Minuti, il film di Michele Placido

Servendosi di una struttura dall’impianto teatrale e dal forte richiamo internazionale, il film racconta di undici donne di nazionalità diverse chiamate a decidere in pochissimo tempo del loro futuro, in un crescendo tensivo molto ben costruito dove emergono personalità, bisogni e disperazione.

Lo spazio circoscritto dettato dall’ambiente unico in cui si svolge principalmente il film (la fabbrica) si sposa alla perfezione con una regia che punta a stare letteralmente addosso alle sue “combattenti” (diverse per estrazione sociale, per modo di porsi l’una nei confronti dell’altra, per idee e capacità di ascolto), enfatizzando così la potenza drammaturgica non solo dei dialoghi, ma dell’intera storia.

Ambra Angiolini, Cristiana Capotondi, Violante Placido, Maria Nazionale, Fiorella Mannoia e Ottavia Piccolo sono tutte carismatiche e sorprendenti nel loro rappresentare degli archetipi che fungono da specchio di una società che esiste e di una condizione (non solo femminile) che riguarda in prima persona anche lo spettatore, sia quello che hai già combattuto le sue battaglie, sia quello che si affaccia per la prima volta alle difficoltà e alle impervie del mondo del lavoro.

7 Minuti

Nonostante un didascalismo che in alcuni momenti spezza la discreta riuscita generale del prodotto, 7 Minuti è un film che rivendica l’importanza della messa in discussione, del dialogo come momento di aggregazione e confronto, della forza individuale e collettiva come slancio per riuscire davvero a cambiare le cose, e non pensare sempre che il nostro destino possa essere imposto e deciso dagli altri.

7 minuti: lavoro e precariato secondo Michele Placido

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7 minuti: lavoro e precariato secondo Michele Placido

Il lavoro fa parte della nostra vita adulta. Avere un lavoro per tutta la vita era un tempo una sicurezza, un argomento scontato, adesso è spesso un miraggio per le nuove generazioni.

Trovare un lavoro e tenerselo stretto diventa quindi l’obiettivo di molti, a qualsiasi condizione.

Partendo da questa contesto, molto comune in Italia e in buona parte dell’Europa, 7 minuti, nuovo film diretto da Michele Placido, mette in scena la storia di 11 donne che devono decidere il destino di una fabbrica, quella in cui lavorano e quella di loro stesse, di come vivranno con la loro coscienza a seconda della decisione che prenderanno.

Il film ha radici da una storia vera: alcuni anni fa alcune operaie di una fabbrica francese combatterono contro i loro datori di lavoro per avere i propri diritti riconosciuti, e non prevaricati.

Le donne del film di Placido sono sottoposte a un ricatto dalla nuova proprietà della fabbrica, una multinazionale francese, che richiede di contenere i costi.

Le undici donne sono tutte diverse tra loro: alcune hanno 35 anni di lavoro sulle spalle, hanno visto i propri diritti calpestati o riconosciuti a fatica, altre non sanno di avere diritti, altre ancora hanno semplicemente paura di perdere il lavoro e non potere così più mantenere la propria famiglia.

7 Minuti recensione del film di Michele Placido

Il cast è eterogeneo e con nomi importanti: Ottavia Piccolo, che ritorna sul grande schermo dopo tanti anni di assenza, Ambra Angiolini, la cantante e attrice napoletana Maria Nazionale, Cristiana Capotondi, Violante Placido e Fiorella Mannoia. Lo stesso Michele Placido appare in un ruolo.

La storia si sviluppa tutta in una stanza, come il film da cui Placido si è ispirato per la messa in scena: La parola ai giurati  di Sidney Lumet, in cui 10 uomini dovevano decidere della colpevolezza o innocenza di un loro pari.

Nella storia raccontata da Michele Placido e presentata nella selezione dell’ultima Festa del cinema di Roma  invece viene messo in discussione il destino di una moltitudine di persone e posto il dubbio su cosa si sia disposti a fare pur di mantenere il proprio posto di lavoro.

Un po’ come accadeva  in Due giorni, una notte, dei fratelli Dardenne in cui però la risposta ad un ricatto della proprietà metteva a repentaglio il posto di una sola operaia, interpretata da Marion Cotillard.

7 minuti è in uscita nelle nostre sale il prossimo 3 novembre.

7 minuti: cosa siete disposti ad accettare per il posto di lavoro? Il dibattito social

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Accettereste una pausa pranzo di soli 7 minuti pur di non perdere il posto? È successo davvero. Michele Placido ha portato al cinema la storia realmente accaduta di un gruppo di operaie costrette a scegliere fra la dignità e lo stipendio sicuro. Parliamone insieme su twitter.

Arriva sempre il momento in cui ci mettono di fronte a una decisione difficile. Una di quelle che sembrano formalità, e invece hanno implicazioni enormi.

7 Minuti recensione del film di Michele Placido

Per mantenere il posto di lavoro viene chiesto alle operaie di ridurre di 7 minuti una pausa pranzo che era già stata ridotta a 15 in una precedente trattativa. Quella pausa pranzo che anni prima era di un’ora adesso diventerebbe di 8-7 minuti… Loro una decione l’hanno presa. Ora tocca a voi.

Mettiti nei loro panni. Vogliamo sapere cosa ne pensi e cosa faresti tu. Partecipa al dibattito su twitter e usa gli hashtag:

#ioaccetto #7minuti

#iorifiuto #7minuti

7-minuti

7 giorni all’Havana, il film corale che sarà presentato a Cannes ’12

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7 giorni all’Havana, film corale che sarà presentato nella sezione Un certain regard dell’edizione 2012 del Festival di Cannes, è l’affresco contemporaneo di una delle città più suggestive del Mondo: la Havana.

7 giorni a Entebbe: il cast e la storia vera dietro il film

7 giorni a Entebbe: il cast e la storia vera dietro il film

Ci sono storie talmente incredibili, eppure reali, da non poter che diventare materiale per il cinema. Da sempre infatti questo si relaziona con quanto accade nel mondo, reinterpretandolo e consegnandolo a futura memoria. Un recente e apprezzato film di questo filone è 7 giorni a Entebbe, diretto nel 2018 da José Padilha. Questi è divenuto celebre grazie ai film Tropa de Elite e RoboCop, con i quali ha dato prova di possedere ottime qualità per la regia di film d’azione e di tensione pura. Con il titolo qui approfondito, Padilha ha così avuto modo di misurarsi con una vera storia di terrorismo, un caso che ha tenuto il mondo con il fiato sospeso per diversi giorni.

A scrivere la sceneggiatura vi è l’apprezzato Gregory Burke, che rielabora un noto episodio del 1976, già affrontato anche in diversi altri film. Quella qui raccontata è però una visione più ampia dell’accaduto, che presenta anche una serie di coordinate politiche e sociali particolarmente utili alla comprensione dell’accaduto. Con un cast di attori internazionali, le riprese del film si sono svolte nella città di Malta. Proprio qui la troupe ha assistito all’atterraggio di un aereo realmente dirottato, riuscendo ad inserire riprese di questo all’interno della pellicola.

Presentato in anteprima al Festival di Berlino, 7 giorni ad Entebbe è stato accolto da pareri contrastanti, come contrastanti sono le opinioni sulla vicenda realmente avvenuta e qui riproposta. Prima di intraprendere una visione del film, però, sarà certamente utile approfondire alcune delle principali curiosità relative a questo. Proseguendo qui nella lettura sarà infatti possibile ritrovare ulteriori dettagli relativi alla trama, al cast di attori e alla vera storia dietro il film. Infine, si elencheranno anche le principali piattaforme streaming contenenti il film nel proprio catalogo.

7 giorni a Entebbe: la trama del film

Ambientato nel 1976, il film ripercorre la vicenda del dirottamento di un aereo dell’Air France diretto a Tel Aviv. Quattro terroristi, capitanati da Wilfried Bose, richiedono infatti al governo israeliano un riscatto di 5 milioni di dollari e la liberazione di 53 militanti palestinesi, detenuti in diverse località. In attesa di una risposta, l’aereo atterra ad Entebbe, rimanendo lì per 7 giorni. Nel momento in cui il governo israeliano decide di non portare avanti la negoziazione, la questione diventa critica. Mentre una squadra di salvataggio tenta di liberare gli ostaggi, i passeggeri del volo dovranno confrontarsi con degli irrequieti criminali, i quali non faranno attendere una loro risposta.

7 giorni a Entebbe cast

7 giorni a Entebbe: il cast del film

Protagonisti del film sono una serie di grandi attori di nazionalità diverse. Ad interpretare il capo dei terroristi, Wilfried Bose, vi è infatti Daniel Brühl, divenuto celebre grazie al film Rush, dove interpreta Niki Lauda. La candidata all’Oscar per Gone Girl, Rosamund Pike, è invece Brigitte Kuhlmann, membro del gruppo di terroristi. L’attore Eddie Marsan interpreta invece Shimon Peres, ministro della difesa israeliano all’epoca dell’evento. Lior Ashkenazi è invece il presidente Yitzhak Rabin. L’attore Nonso Anozie, noto per film come Artemis Fowl e Cenerentola, è invece il celebre dittatore ugandese Idi Amin. Si ritrova infine, nel piccolo ruolo di un soldato, anche l’attore Tomer Kapon, celebre per il ruolo di Frenchie in The Boys.

7 giorni a Entebbe: la vera storia dietro il film

Il dirottamento del volo Air France 139 ha luogo il 27 giugno del 1976. Partito da Tel Aviv e diretto a Parigi, questo fa prima scalo ad Atene, dove si imbarcano anche quattro terroristi. Si tratta di due palestinesi del Fronte popolare per la liberazione della Palestina, e di due tedeschi delle Revolutionäre Zellen. In breve, questi presero il controllo del volo, obbligando i piloti a fare rotta per Entebbe, in Uganda. Il volo contava in quel momento 248 passeggeri. Ai quattro terroristi se ne aggiunsero poi altri quattro, i quali richiesero un riscatto di 5 milioni di dollari e la liberazione di una cinquantina di attivisti favorevoli alla liberazione della Palestina. Il 29 giugno, i dirottatori liberarono infine 140 passeggeri, trattenendo però 105 cittadini israeliani ed ebrei.

Dopo degli infruttuosi negoziati, il presidente israeliano Yitzhak Rabin decide di pianificare un’imponente operazione militare, sostenuta dal ministro della difesa. Nella notte tra il 3 e il 4 luglio, circa 190 soldati atterrarono segretamente all’aeroporto di Entebbe. Rapidamente questi arrivarono al terminal dove si trovavano i terroristi, uccidendoli tutti, ma facendo anche due vittime e 10 feriti tra gli ostaggi. Dopo essersi dovuti confrontare con i soldati ugandesi, l’esercito israeliano riuscì a ripartire con gli ostaggi in direzione di Tel Aviv. L’operazione, che durò all’incirca 50 minuti è passata alla storia come “Operazione Fulmine” o anche “Operazione Entebbe”. Da quel momento, Israele ebbe la forza di dimostrare la propria predisposizione alla guerra piuttosto che ai negoziati.

7 giorni a Entebbe: il trailer e dove vedere il film in streaming e in TV

È possibile fruire di 7 giorni a Entebbe grazie alla sua presenza su alcune delle più popolari piattaforme streaming presenti oggi in rete. Questo è infatti disponibile nei cataloghi di Tim Vision e Amazon Prime Video. Per vederlo, una volta scelta la piattaforma di riferimento, basterà noleggiare il singolo film o sottoscrivere un abbonamento generale. Si avrà così modo di guardarlo in totale comodità e al meglio della qualità video. Il film è inoltre presente nel palinsesto televisivo di sabato 30 gennaio alle ore 21:20 sul canale Rai 4.

Fonte: IMDb, Time

7 film tratti da videogiochi che non hanno deluso le aspettative

7 film tratti da videogiochi che non hanno deluso le aspettative

Arriverà nelle nostre sale il prossimo giovedì, 16 Marzo, Tomb Raider, reboot del franchise tratto dal videogioco omonimo che porterà sul grande schermo una giovane Lara Croft interpretata da Alicia Vikander.

Prima di lei Angelina Jolie era entrata nei panni del personaggio in due pellicole uscite rispettivamente nel 2001 (Lara Croft: Tomb Raider) e nel 2003 (Tomb Raider: La culla della vita).

Tomb Raider – il nuovo trailer

In occasione della release della pellicola, CBR ha stilato una personale classifica di quelli che sono gli adattamenti cinematografici di videogiochi più riusciti degli ultimi anni e che non hanno affatto deluso le aspettative:

Lara Croft: Tomb Raider

Sarà anche stato un insuccesso, forse per colpa dei dialoghi e delle intenzioni, tuttavia il primo film del franchise Lara Croft: Tomb Raider ha messo in risalto tutti gli aspetti che i fan amavano veramente del videogame: Lara risolveva misteri e andava alla ricerca di tesori nascosti, ed è così che i giocatori hanno imparato a conoscerla.

Hitman

Hitman è un assassino geneticamente modificato e altamente addestrato che non mostra le sue emozioni senza badare troppo ai dilemmi morali del suo io interiore. Il film del 2007, diretto da Xavier Gens, ha reso tutto questo con efficacia e estrema violenza, e anche se la trama e molti dei personaggi sembravano al di sotto della media di godibilità, complessivamente abbiamo ottenuto un adattamento divertente e fedele al materiale originale.

Resident Evil: The Final Chapter

Il capitolo finale dei franchise è forse il migliore di quelli realizzati, anche grazie al cast: Milla Jovovich è perfetta nella parte di Alice, e dopo cinque film ha dimostrato una crescita non indifferente.

Assassin’s Creed

Non sarà stato il film migliore della storia, e per molti ha offerto una misera rappresentazione di tutto ciò che i fan amano del videogioco, tuttavia il fatto che agli sviluppatori della Ubisoft sia stato dato un grosso controllo sul progetto di Assassin’s Creed e che il budget  sia piuttosto elevato, lascia sperare che i futuri adattamenti siano all’altezza delle aspettative.

Need For Speed

Concettualmente l’adattamento di Need For Speed avrebbe dovuto lanciare un nuovo franchise alla Fast & Furious, eppure questo adattamento ha dato al pubblico tutto ciò che si aspettavano fosse: scene di corsa ad alto tasso adrenalitico.

Ghost Recon: Alpha

La serie di videogiochi di Ghost Recon segue alcuni soldati segreti di operazioni speciali mentre indagano, assassinano e neutralizzano le minacce. Inoltre il personaggio di Tom Clancy ha avuto diversi adattamenti dal romanzo al film come The Hunt for Red October e The Sum of All Fears. Esiste poi il cortometraggio Ghost Recon: Alpha distribuito da Ubisoft come prequel del videogioco Ghost Recon: Future Soldier che risulta essere un buon prodotto, e un grande esempio di ciò che gli sviluppatori di giochi sono in grado di fare quando gli viene dato il pieno controllo creativo.

Dragon Age: Redemption

Questa piccola web series a basso budget ha mostrato tutta la passione dei suoi creatori che hanno rispettato il materiale originale. La trilogia di videogiochi Dragon Age di Bioware ha  infatti costruito un mondo incredibile per gli amanti della fantasia, ed è qualcosa che ci dà la speranza di vedere un progetto del genere trasferito sul grande schermo.

7 film che hanno lo 0% su Rotten Tomatoes

7 film che hanno lo 0% su Rotten Tomatoes

Come ben saprà chi ama il cinema, Rotten Tomatoes è un sito dedicato alla settima arte in cui i film vengono votati, secondo percentuali di gradimento, da critici, critici celebri e dal pubblico, un sistema democratico e onnicomprensivo. La somma complessiva di questi voti quindi corrisponde a un indice abbastanza democratico e attendibile della bontà o meno del film.

Di seguito ecco 7 film che hanno ottenuto in punteggio tondo di… 0%:

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Il sito si compone di tre votazioni: quella dei critici, quella dei critici top e quella del pubblico. Le votazioni complessive finali di ciascuna delle tre categorie sono espresse in percentuale.

rotten tomatoesPer le votazioni dei critici e dei critici top sono indicati quanti di essi hanno dato una recensione positiva (fresh), quanti hanno dato invece una recensione negativa (rotten), il numero di recensioni totali e la votazione media in decimi.

Per le votazioni del pubblico sono indicati il numero totale dei votanti e la votazione media, compresa in una scala da 1 a 5.

Per ottenere un giudizio complessivo positivo (espresso in percentuale) un film deve ricevere una valutazione positiva da parte di più della metà dei critici e degli spettatori che lo hanno visto (almeno 60%). Le votazioni dei critici e del pubblico sono indipendenti: un film può ottenere un giudizio negativo da parte dei critici ma essere comunque di gradimento per il pubblico o viceversa.

7 donne e un mistero: trailer del nuovo film di Alessandro Genovesi

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Margherita Buy, Diana Del Bufalo, Sabrina Impacciatore, Benedetta Porcaroli, Micaela Ramazzotti, Luisa Ranieri e Ornella Vanoni sono le protagoniste di 7 Donne e un mistero, il film scritto da Alessandro Genovesi e Lisa Nur Sultan e prodotto da Mario Gianani e Lorenzo Gangarossa per Wildside, società del Gruppo Fremantle, e WARNER BROS. ENTERTAINMENT ITALIA.

Diretto da Alessandro Genovesi 7 Donne e un mistero uscirà in sala il 25 dicembre distribuito da Warner Bros. Pictures.

La trama di 7 Donne e un mistero

Ambientato nell’Italia degli anni ’30, 7 Donne e un mistero racconta le concitate ore che seguono l’inspiegabile omicidio di un+ imprenditore, nonché marito e padre, al centro di un variopinto gruppo di donne che, dopo essersi riunite nella villa di famiglia per celebrare insieme la vigilia di Natale, si trovano costrette ad affrontare e rivelare l’un l’altra segreti e sotterfugi per cercare di risolvere un mistero che in qualche modo le riguarda tutte. Sono infatti tutte sospettate, chi sarà l’assassina?

7 Donne e un mistero, il poster

7 Donne e un mistero: teaser trailer del nuovo film di Alessandro Genoves

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Warner Bros Italia ha svelato oggi la prima foto ufficiale ed il teaser trailer di 7 Donne e un mistero di Alessandro Genovesi, tratto dal film di François Ozon 8 FEMMES. Nel cast, in ordine alfabetico, con Margherita Buy, Diana Del Bufalo, Sabrina Impacciatore, Benedetta Porcaroli, Micaela Ramazzotti, Luisa Ranieri e con Ornella Vanoni.

Ambientato nell’Italia degli anni ’30, 7 Donne e un mistero racconta le concitate ore che seguono l’inspiegabile omicidio di un imprenditore, nonché marito e padre, al centro di un variopinto gruppo di donne che, dopo essersi riunite nella villa di famiglia per celebrare insieme la vigilia di Natale, si trovano costrette ad affrontare e rivelare l’un l’altra segreti e sotterfugi per cercare di risolvere un mistero che in qualche modo le riguarda tutte. Sono infatti tutte sospettate, chi sarà l’assassina?

Il film, scritto da Alessandro Genovesi e Lisa Nur Sultan, è prodotto da Mario Gianani e Lorenzo Gangarossa per Wildside, società del Gruppo Fremantle, e WARNER BROS. ENTERTAINMENT ITALIA. 7 Donne e un mistero sarà al cinema dal 25 Dicembre, distribuito da Warner Bros. Pictures.

7 donne e un mistero Film 2021
Foto di Loris Zambelli

7 donne e un mistero, recensione del film di Alessandro Genovesi

7 donne e un mistero, recensione del film di Alessandro Genovesi

Alessandro Genovesi firma la sua ultima pellicola, 7 donne e un mistero, e lo fa ispirandosi alla prima versione del film diretta dal francese di François Ozon uscita quasi vent’anni fa, che anch’essa traeva spunto dall’omonima opera teatrale risalente al 1958, scritta da Robert Thomas.

7 donne e un mistero, un adattamento

L’immediata differenza apportata da Genovesi rispetto alla storia di partenza, è, prima di ogni altra, nel titolo: le donne là erano otto. La seconda riguarda il genere, in quanto Ozon aveva fondamentalmente fatto un musical, anche se ciò che permane e che il regista di 10 giorni con Babbo Natale mantiene viva rielaborandola, è senza dubbio la linea comica.

La pièce uscita alla fine degli anni 50, infatti, era stata parte di un genere che stava iniziando a diffondersi proprio in quegli anni: la commedia thriller. E l’effetto finale che regala 7 donne e un mistero, è proprio un condensato dei due stili, con tutte le chicche del caso.

Le protagoniste

Innanzi tutto, il cast di cui il film dispone è orchestrato in maniera ideale. La capofamiglia è Margherita (Margherita Buy) signora borghese e snob, sposata con Marcello e madre di Caterina (Benedetta Porcaroli) e Susanna (Diana Del Bufalo), che è appena rincasata da Milano per le festività natalizie. Insieme a loro vivono la nonna (una spassosa Ornella Vanoni) e la zia Agostina (Sabrina Impacciatore) e a servire tutti nella grande casa barocca e dalle note kitsch, c’è l’affascinante governante Maria (Luisa Ranieri).

I costumi, le pettinature e i colori con cui tutto è assemblato, sono parte integrante della storia e della linea dei personaggi, nonché dell’intenzione narrativa e stilistica che il regista, insieme alla sceneggiatrice Lina Nur Sultan, tracciano percorrendo un giallo deduttivo intriso di sarcasmo, chiaramente portato avanti dalle interpretazioni delle attrici mattatrici.

L’Enigma della camera chiusa

La trama è strutturata attorno al cosiddetto “enigma della camera chiusa”, nel quale un gruppo di persone si trovano in uno spazio comune e, quando all’improvviso si scopre l’assassinio di uno di loro, s’innesca la caccia al colpevole con relative reciproche accuse e – soprattutto – svelamento degli altarini di ciascuno. In particolar modo nei confronti del rapporto che ognuno aveva veramente col morto.

L’atmosfera ricreata dagli ambienti, dall’aria che si respira tramite la messinscena e la recitazione spesso impettita delle donne, fa calare nello charme degli anni 30, nonostante la semplicità dei dialoghi e la forzatura nella resa di alcune battute.

Ma questo non importa molto, a dire il vero. 7 donne e un mistero regala la complicità relazionale che le interpreti hanno instaurato tra loro nel corso delle riprese, e lascia trasparire il loro divertimento nel calarsi in quei ruoli, una su tutte: Ornella Vanoni.

Un crime a base di leggerezza

L’impianto crime del film dà un sapore elegante anche all’attrazione che la storia suscita. E rende davvero il prodotto finale perfetto per l’intrattenimento da festività natalizie, non fosse altro che il periodo in cui i fatti si stanno svolgendo è proprio quello. Ciò che in assoluto fa funzionare tutto è la leggerezza con cui viene condotta la storia e quel senso svagato che man mano restituiscono i movimenti che s’innescano tra i personaggi, una sorta di distacco da quello che in parte era stato promesso, a favore di un’armonia tutta al femminile, in barba agli uomini che le fanno bisticciare. In fondo il caso da risolvere e i rospi che le protagoniste via via sputano, sono un pretesto per poi dire qualcos’altro, anche se viene accennato sempre con quella noncuranza paciosa e goliardica. E quel che resta è il gusto per i grandi classici che funzionano sempre, anche quando all’acqua di rose.

7 Donne e un mistero, l’incontro con i protagonisti

7 Donne e un mistero, l’incontro con i protagonisti

È stato presentata l’anteprima del nuovo film di Alessandro Genovesi, 7 Donne e un mistero, con un cast interamente al femminile, come si deduce facilmente dal titolo, e che è una versione meno cupa e più ridanciana rispetto alla sua ispirazione del 2002 diretta da François Ozon che di donne, però, ne aveva una in più. Il film di Ozon è tra l’altro a sua volta tratto dalla pièce teatrale Huit Femmes di Robert Thomas del 1958.

Il cast quasi interamente riunito di fronte ai giornalisti, insieme al regista, la sceneggiatrice e i produttori, avvolge tutta la sala di charme e parecchie risate. Genovesi, praticamente unico uomo del gruppo, viene subito preso di mira.

«Penso che per il povero Alessandro non sia stato facile lavorare con un cast di sole donne. Sette, per giunta», ride Luisa Ranieri, che nel film interpreta la domestica partenopea e affascinante: «Si rifugiava nello sgabuzzino, scappava», continua Micaela Ramazzotti.

«Be’, ci sono cose più facili», sorride sornione il regista, che ammette che sia stato uno dei film più belli da lui girati fino ad oggi.

«Ho cercato di concentrare tutta l’essenza del film nei colori, le pettinature e la comicità delle protagoniste», prosegue Genovesi, che poi passa la parola alla sceneggiatrice Lisa Nur Sultan: «Desideravamo fare un film di Natale, che quindi facesse venire voglia d’immergersi in un’atmosfera domestica pittoresca, ricca di suggestioni appartenenti a un mondo di festività d’altri tempi». E lo scopo è stato sicuramente raggiunto, considerando anche la complicità giocosa che si respira tra le attrici.

8 donne e un mistero, quello francese di Ozon, aveva un’aria quasi morboso, per alcuni aspetti, come spiega sempre Sultan: «Era un testo scritto negli anni 50, noi l’abbiamo voluto modernizzare, usando un linguaggio più fresco».

Di tutto il nutrito cast inizia a prendere la parola Sabrina Impacciatore, raccontando che l’esperienza vissuta è stata anzitutto umana: «Ero terrorizzata. Mi chiedevo come sarebbe potuta andare su un set con tutte queste donne. Ma poi mi sono resa conto che noi donne riusciamo a raggiungere una complicità molto più elevata di quanto riesca un gruppo di uomini». E anche Margherita Buy è dello stesso avviso: «È stata un’occasione per osservare il lavoro delle altre. Cosa insolita anche per me, che sto spesso per i cavoli miei», ride. Luisa Ranieri, più pacata, dichiara che non fosse affatto spaventata: «Perché è normale che in un set all’inizio ci si annusi», ma a sua volta racconta dell’arricchimento innanzitutto umano che è stato il gruppo, nel quale ognuna si confrontava con l’altra quando sedevano la mattina al trucco.

E al coro si uniscono Micaela Ramazzotti e Benedetta Porcaroli, la “piccina” del gruppo: «Per me è stato più un onore che altro!», dice.

Il discorso lo riprende Alessandro Genovesi: «Per me è stato molto importante generare questa dinamica goliardica tra loro, perché volevo girare un giallo, ma che fosse inquinato dalla commedia, che è la cosa che penso mi riesca meglio. Ho deciso di eliminare l’elemento musicale che è stata una scelta specifica di Ozon, così come l’ottava donna del cast, che rappresentava una sorta di tata. Luisa Raniera era più che sufficiente per la parte della governante».

Il regista si lascia poi andare ad uno scherzoso pronostico: «Se dovessi immaginarmi uno spin-off sarebbe in una versione coatta in romanesco».

In ogni caso, uscire con un film così familiare sotto Natale, può far stimolare tanti interrogativi. Come ad esempio come muoversi e che posizione prendere di fronte al desiderio di vendetta: «Non penso che questo sia un film sulla vendetta», interviene Ranieri, «Piuttosto si parla degli altarini che si nascondono in ogni famiglia».

«Aprire i vasi di Pandora in famiglia non è mai una passeggiata», continua Benedetta Porcaroli, «Ma farlo così ha tutt’altro sapore!».

Margherita Buy, Diana Del Bufalo, Sabrina Impacciatore, Benedetta Porcaroli, Micaela Ramazzotti, Luisa Ranieri e Ornella Vanoni sono le protagoniste di 7 Donne e un mistero, il film scritto da Alessandro Genovesi e Lisa Nur Sultan e prodotto da Mario Gianani e Lorenzo Gangarossa per Wildside, società del Gruppo Fremantle, e WARNER BROS. ENTERTAINMENT ITALIA. Il film sarà in sala il 25 dicembre distribuito da Warner Bros.

7 Donne e un mistero su SKY e NOW

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7 Donne e un mistero su SKY e NOW

Alessandro Genovesi dirige la divertentissima commedia con delitto tutta al femminile 7 Donne e un mistero, in onda domenica 11 dicembre alle 21.15 su Sky Cinema Uno (e alle 21.45 anche su Sky Cinema Christmas), in streaming su NOW e disponibile on demand.

Remake di successo di Otto donne e un mistero di François Ozon, il film vanta un cast stellare tutto al femminile, con – in ordine alfabetico – Margherita Buy, Diana Del Bufalo, Sabrina Impacciatore, Benedetta Porcaroli, Micaela Ramazzotti, Luisa Ranieri e con la partecipazione straordinaria di Ornella Vanoni. Il film è una produzione WILDSIDE e WARNER BROS. ENTERTAINMENT ITALIA, distribuito nelle sale italiane da Warner Bros. Pictures.

La trama

Ambientato nell’Italia degli anni ’30, 7 DONNE E UN MISTERO racconta le concitate ore che seguono l’inspiegabile omicidio di un imprenditore, nonché marito e padre, al centro di un variopinto gruppo di donne che, dopo essersi riunite nella villa di famiglia per celebrare insieme la Vigilia di Natale, si trovano costrette ad affrontare e rivelare l’un l’altra segreti e sotterfugi per cercare di risolvere un mistero che in qualche modo le riguarda tutte. Sono infatti tutte sospettate, chi sarà l’assassina?

7 DONNE E UN MISTERO fa parte anche della programmazione di Sky Cinema Christmas, canale dedicato ai film a tema natalizio e ai titoli più amati da vedere con tutta la famiglia che fino al 31 dicembre si accenderà al canale 303 di Sky. Giunto alla sua dodicesima edizione, conta oltre 50 titoli e tra questi, oltre a 7 DONNE E UN MISTERO, anche le prime visioni CHI HA INCASTRATO BABBO NATALE? (già disponibile su Sky e NOW) e A CHRISTMAS STORY CHRISTMAS (il 6 dicembre alle 21.15 su Sky Cinema Christmas).

7 domande scottanti a cui la sesta stagione di Virgin River deve rispondere

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Dopo un avvincente episodio festivo in due parti, la sesta stagione di Virgin River deve rispondere a domande pressanti sui personaggi e sulla città. Adattamento dell’omonima serie di romanzi di Robyn Carr, Virgin River segue Melinda “Mel” Monroe alla ricerca di un nuovo inizio nella città di Virgin River, nella California del Nord. Nel corso delle ultime cinque stagioni, i personaggi di Virgin River hanno affrontato archi caratteriali significativi, che hanno permesso loro di crescere e cambiare.

La quinta stagione di Virgin River ha fornito diverse risposte, come l’identità del padre dei bambini di Charmaine e lo stato dei trattamenti sperimentali di Doc. Tuttavia, ha anche creato un numero ancora maggiore di trame per la prossima stagione. Per complicare ulteriormente le cose, lo showrunner Patrick Sean Smith ha confermato che Virgin River includerà un salto temporale tra la quinta e la sesta stagione, rendendo molte domande scottanti ancora più sensibili al tempo.

La polizia arresterà Preacher per aver coperto la morte di Wes?

La polizia trova il corpo di Wes

In Virgin River Stagione 2, Paige uccide accidentalmente il suo ex marito violento, Wes, quando cerca di prendere il loro figlio. Non sapendo cosa fare, Paige chiama Preacher per farsi aiutare a sbarazzarsi del corpo. Da allora, la serie ha lasciato aperta la questione di cosa sarebbe successo se la polizia avesse trovato il corpo di Wes. Poco dopo l’omicidio, Preacher ha detto a Connie che si sarebbe preso la colpa di salvare Paige se gli agenti avessero scoperto il corpo.

Questa conversazione sembra rivelare il destino devastante di Preacher a Virgin River, ma lo show non ha ancora dato seguito alla questione. Le cose potrebbero però cambiare molto presto. Il finale della quinta stagione mostra Mike che dice a Preacher al telefono che la polizia ha identificato il corpo di Wes e sa che è stato ucciso. Preacher pronuncia la frase premonitrice: “Questa cosa sta per esplodere”.

La sesta stagione di Virgin River dovrà dare seguito a questa storia e rispondere a molteplici domande sulle conseguenze del coinvolgimento di Preacher nell’insabbiamento della morte di Wes. La domanda più immediata è se Preacher dirà a Kaia cosa è successo. Se Preacher vuole proteggere Paige, potrebbe tenere tutto per sé, creando una frattura tra lui e Kaia. Inoltre, Virgin River potrebbe aver bisogno di riportare Paige in città se le indagini sulla morte di Wes avranno un ruolo centrale nella sesta stagione. Infine, e soprattutto, lo show deve rispondere alla domanda se Wes ha mantenuto la promessa fatta nella seconda stagione di Virgin River.

Cameron deciderà di volere dei figli nella sesta stagione di Virgin River?

Ricky è lontano da Virgin River nei marines

Cameron voleva creare una famiglia con la sua ex moglie a Virgin River, ma la situazione si complica quando lei si presenta chiedendo una seconda possibilità. Decide di rimanere con la sua fidanzata, Muriel, molto più grande di lui, ma la donna più anziana si preoccupa che lui stia sacrificando il suo desiderio di avere figli stando con lei. Poiché Muriel non desidera avere figli propri, dice a Cameron di pensare a ciò che vuole nella vita. La sesta stagione diVirgin River dovrà mostrare Cameron che decide se rimanere senza figli o meno. Inoltre, dovrà esplorare l’impatto della sua scelta sulla sua relazione.

Qual è il legame di Jimmy con Lark e Hazel?

Lark ha una storia con Jimmy

Alla fine del secondo episodio di Virgin River, Lark riceve una telefonata da Jimmy. I due non hanno mai avuto contatti in precedenza, il che crea confusione quando Jimmy chiede di Hazel. Non è chiaro che tipo di rapporto abbia con Lark e sua figlia, un legame che dovrà essere chiarito. La sua domanda fa pensare che sia il padre di Hazel, il che significherebbe che lui e Lark hanno avuto una sorta di precedente legame romantico o sessuale. Tuttavia, i due sembrano avere una notevole differenza di età. Virgin River non si è mai tirata indietro di fronte a differenze di età (ad esempio, Muriel e Cameron), il che rende possibile la loro relazione.

In alternativa, Jimmy potrebbe essere il fratello maggiore, il padre o lo zio di Lark a Virgin River. Questa relazione spiegherebbe perché vuole sapere di Hazel e usa l’espressione “la nostra bambina”. I membri della famiglia spesso parlano l’uno dell’altro in termini relazionali invece di chiamarsi per nome. Questo spiegherebbe anche perché Jimmy e Lark sembrano avere età diverse.

La relazione tra Lark e Brady è autentica?

La relazione tra Lark e Brady è autentica_

Mentre è al telefono con Lark, Jimmy le chiede di Brady. Lei risponde che lui non sospetta nulla. Se Jimmy è il padre di Hazel, il commento potrebbe riguardare la paternità. Tuttavia, il loro tono di voce sembrava più che altro che stessero nascondendo un segreto maligno. Lo showrunner di Virgin River, Patrick Sean Smith, ha rilasciato un’intervista a Y! Entertainment che ha ribadito l’idea che la coppia stia tramando qualcosa. Di Brady ha detto: “Si è creato dei nemici lungo la strada, e alcuni di loro potrebbero essere in cerca di vendetta”.

Tuttavia, questo non significa necessariamente che la relazione tra Lark e Brady sia del tutto falsa. Jimmy e Lark potrebbero aver complottato contro Brady, ma lei ha inaspettatamente sviluppato dei veri sentimenti per lui. Inoltre, Lark potrebbe avere dei ripensamenti sull’idea di perseguire Brady a causa della sua relazione con Hazel. In definitiva, la sesta stagione di Virgin River dovrà chiarire le motivazioni di Lark nei confronti di Brady.

Lizzie e Denny si fidanzeranno?

Lizzie e Denny si fidanzeranno_

Nella quinta stagione di Virgin River, Denny scopre che Lizzie è incinta dopo averle chiesto di lasciare la città insieme. Alla fine della stagione 5 di Virgin River, parte 2, Lizzie e Denny annunciano il sesso del loro bambino. Sembrano essere felici e si stanno adattando all’idea di essere genitori. La coppia sembra rimanere in città. Questo porta a chiedersi se la coppia si sposerà. Tradizionalmente, questo è il passo successivo, ma crescere un bambino come coppia non sposata è socialmente più accettabile. Per questo motivo, la sesta stagione di Virgin River potrebbe vedere i due protagonisti seguire questa strada mentre si adattano alla paternità.

Cosa deve dire Everett a Mel?

Cosa deve dire Everett a Mel_

Mel non ha mai conosciuto suo padre a Virgin River, ma il finale della quinta stagione la vede incontrare suo padre, Everett Reid. Everett dà a Mel delle lettere scritte da sua madre a lui come offerta di pace. Poi dice di avere qualcosa da dire a Mel, qualcosa di importante, proprio mentre l’episodio si conclude, lasciando lo show su un cliffhanger.

La sesta stagione di Virgin River dovrà fornire una risposta degna di essere attesa. Il momento potrebbe diventare sentimentale, con Everett che dice di aver sempre voluto far parte della sua vita. In alternativa, se lo show vuole aumentare il dramma, potrebbe rivelare che Doc conosceva l’identità di Everett da sempre. In questo modo si creerebbe una frattura tra Mel e il suo padre surrogato, creando il “triangolo amoroso paterno ” di cui Smith ha parlato nell’intervista a Y! Entertainment. Sarebbe anche in linea con il tono dello show drammatico. Comunque sia, il resto della conversazione deve avere un peso emotivo tale da influenzare la storyline di Mel.

Mel e Jack si sposeranno nella sesta stagione di Virgin River?

Mel e Jack si sposeranno

Mel e Jack hanno una delle relazioni più commoventi e forti di Virgin River. I due si fidanzano nella quarta stagione e pianificano parte del loro matrimonio per tutta la quinta stagione. Hanno cavalcato tutte le montagne russe emotive e ne sono usciti rafforzati dall’altra parte. Sebbene il loro matrimonio sia inevitabile, la sesta stagione di Virgin River dovrà mostrare il loro matrimonio o fornire una ragione convincente per cui la coppia deve ritardare la cerimonia.

7 dias en la Habana – Trailer

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7 dias en la Habana, sette episodi di sette registi che raccontano ciascuno con il prorpio sguardo l’anima di Cuba: Benicio DEL TORO, Pablo TRAPERO, Julio MEDEM, Elia SULEIMAN, Juan Carlos TABIO, Gaspard NOÉ e Laurent CANTET. Selezione ufficiale Un Certain Regard al Festival di Cannes 2012 dall’8 giugno al cinema in Italia!

7 Days in Hell: Trailer del film parodia con Kit Harington

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7 Days in Hell: Trailer del film parodia con Kit Harington

Il network americano della HBO ha diffuso il primo promo di 7 Days in Hell, il film che vede protagonista Kit Harington e Andy Samberg. 

Il film è una parodia dei documentari via cavo che durerà circa 45 minuti e segue le vicende del cattivo ragazzo nonché star del tennis Aaron Williams (Samberg) e il suo acerrimo avversario Charles Poole (Kit Harington), in un lungo, sanguinoso match di sette giorni avvenuto a Wimbledon.

Nel cast del filma anche Karen Gillan, Lena Dunham, Michael Sheen, Mary Steenburgen, Will Forte, Howie Mandel e Fred Armisen, oltre alle stelle del tennis John McEnroe e Serena Williams. Scritto da Murray Miller (“Girls”, “King of the Hill”) e diretto da Jake Szymanski (SNL Digital Shorts, Mike e Dave),  7 Days in Hell sarà presentato su HBO l’11 Luglio.

7 Days in Havana: recensione del film

7 Days in Havana: recensione del film

In 7 Days in Havana: Sette giorni, sette episodi, uno per ogni giorno della settimana. Sette famosi ed affermati registi, che conoscono e amano Cuba, ci raccontano e ci presentano, ognuno a suo modo, un’ Avana inedita, nascosta e lontana dalle banalità turistiche tipiche del luogo. Una città unica e poliedrica dove i confini e i limiti tra sacro e profano, dramma e passione, sono labili e confusi; una città dove povertà e ricchezza convivono senza distinzioni nette e si mescolano in un clima dove musica e arte, religiosità e depravazione, si percepiscono nell’aria che si respira.

7 days in Havana è un film che parla di speranze disilluse o mai frustrate, è un film che racconta le difficoltà e le battaglie di chi invece della fuga sceglie di rimanere e lottare, giorno dopo giorno, moltiplicando le proprie attività nonostante una laurea in medicina. E’ un film che mostra l’Avana religiosa e unita da grande socialità popolare così come il suo volto superstizioso ed esoterico.

7 days in Havana è un film tratto da una serie di racconti firmati dal famoso scrittore cubano Leonardo Padura che per l’occasione ha curato anche la sceneggiatura di alcuni episodi. Padura è uno dei principali esponenti della cultura cubana nel mondo, figlio della generazione che ha fatto la rivoluzione e che durante la rivoluzione è cresciuto.

Nei sette episodi che coincidono con i sette giorni della settimana, i personaggi così come le storie si intersecano e i protagonisti di un episodio li ritroviamo come personaggi secondari in uno successivo. 7 days in Havana è un film a tratti intenso e sicuramente eterogeneo, ogni regista ha voluto raccontare la sua Avana secondo il proprio punto di vista e sopratutto secondo il proprio stile. Quasi documentaristico il modo scelto da Pablo Trapero per il suo “Jam session” in cui racconta la visita di Emir Kosturica, in perenne stato di ebbrezza alcolica, a Cuba per ritirare un premio per il suo film “Maradona”.

Uno stile sempre oscillante tra l’ironico e il poetico per il bravissimo regista palestinese  Elia Suleiman, “Diary of beginner”, che presenta l’episodio forse migliore pur rinunciando a veri dialoghi ma affidandosi a splendide istantanee dal grande impatto visivo ed emotivo. Cantet e Noe’ puntano su un’Avana mistica e fortemente immersa in una religiosità estrema e disperata che spesso tende a cedere a reminiscenze pagane e tribali, figlie di antiche e radicate superstizioni. Quindi gli episodi probabilmente più toccanti, “La tentacion di Cecilia” di Medem e “Dulce Amargo” di Tabìo, in cui alla vitalità e alla passionalità che serpeggia per le caotiche vie della città si contrappone il desiderio della fuga, vista come unica soluzione e scelta possibile per sfuggire alla miseria di ogni giorno.

Benicio del Toro apre il film con il primo episodio, “El Yuma”, cui sceneggiatura è stata curata dallo stesso Padura, ma onestamente è il corto che ha suscitato meno interesse, quello che è oggettivamente piaciuto meno. Il bravissimo attore, all’esordio dietro la macchina da presa, racconta senza convincere molto una storia alquanto pigra e banale in cui si inquadra un’ Avana notturna e spregiudicata dove gli eccessi e le stravaganze si accompagnano ad una quotidiana caduta dei costumi.

7 days in Havana è un film che racconta e descrive una città incredibilmente viva e vitale, nonostante i palazzi fatiscenti e dagli intonaci scrostati e le auto sovietiche che si alternano alle splendide vetture americane anni ’50. Un’Avana che vive nonostante l’embargo, nonostante le mille difficoltà quotidiane, i balck-out continui e le acrobazie di ingegneri e dottori che si inventano pasticceri o meccanici per comprare le scarpe ai propri figli. Un film che ci permettere di conoscere meglio una città e sopratutto chi la abita, non con gli occhi del solito turista occidentale ma con gli occhi di chi osserva questi ultimi non senza un pizzico di fastidio.

La musica, il ballo, l’intensità degli affetti, la voglia di scappare e la paura di farlo, la fede e la superstizione, un insieme di immagini, suoni e sensazioni che meritano di essere vissuti in queste due ore che scorrono piacevolissime. 7 days in Havana è stato prodotto dalla Fullhouse e dalla Morena Films in collaborazione con l’Havana Club che dal 2007 promuove finanziariamente iniziative per diffondere la cultura cubana nel mondo. Distribuito in Italia dalla BIM distribuzione, uscirà nelle sale il prossimo 8 giugno.

7 colpi di scena che il pubblico non aveva previsto

Ogni spettatore ama essere sorpreso: quando ad un certo punto del film la narrazione, che fino ad allora procedeva spedita senza scossoni particolari, subisce il trattamento del “plot twist”, allo shock di quanto visto corrisponde sempre il piacere dell’inaspettato.

E la storia del blockbuster è pieno di esempi, dalla saga di Star Wars ai cinecomic Marvel, passando per il cinema d’autore di M. Night Shyamalan (un vero maestro nell’arte dei plot twist).

I migliori colpi di scena della storia del cinema

Ecco allora di seguito 7 colpi di scena svelati in celebri pellicole che il pubblico non aveva minimamente previsto:

Tony Stark rivela di essere Iron Man

colpi di scena Narcisista ed egocentrico, il Tony Stark presentato nel primo capitolo di Iron Man rivela la sua identità di supereroe alla fine del film (coerentemente all’attitudine di essere al centro dell’attenzione) tuttavia nei fumetti sappiamo che questi personaggi preferiscono mantenerla nascosta.

Quando infatti Tony dichiara con orgoglio “Sono Iron Man“, la scena segna un cambiamento importante per il genere, contribuendo  a impostare il tono del MCU e a creare un diverso tipo di franchise di supereroi.

Mr. Glass è in realtà il cattivo

colpi di scenaDopo aver stupito il pubblico con Il Sesto Senso, M. Night Shyamalan è tornato in sala con Unbreakable applicando al film lo stesso utilizzo del plot twist.

Sullo schermo, Bruce Willis interpreta un uomo comune che scopre di avere dei superpoteri dopo essere sopravvissuto ad un incidente ferroviario. Impara nel tempo che può toccare le persone e vedere i crimini che hanno commesso, così decide di usare questa capacità per salvare una famiglia vittima di rapimento.

Nel corso del film appare poi l’Elijah interpretato da Samuel L. Jackson, aka Mr. Glass, che si scopre essere l’artefice dell’incidente che aveva coinvolto David Dunn, insomma il villain inaspettato.

Zia May scopre che Peter è Spider-Man

colpi di scena In tutti gli adattamenti dei fumetti di Spider-Man visti al cinema, Peter Parker è riuscito a tenere segreta la sua identità alla zia May, tendenza ribaltata da Spider-Man: Homecoming (terzo riavvio del personaggio che segna l’ingresso di Spidey nel MCU).

In una delle due scene post-credits infatti, Marisa Tomei (che interpreta una ringiovanita May), irrompe nella camera di Peter proprio quando il ragazzo sta rientrando da una delle sue “missioni” e con addosso il costume dell’Uomo Ragno.

Superman uccide Zod

colpi di scena Ogni supereroe vive seguendo un proprio codice morale, e quello di Superman è noto a tutti: non uccidere. Eppure, con tutti i suoi poteri, sarebbe davvero facile per l’Uomo d’acciaio abbattere qualcuno, quindi parte della sua forza consiste nel riuscire a mantenere il controllo.

Tuttavia, come visto nel primo film del DCEU, Zack Snyder è riuscito a portare sul grande schermo una versione più scura e fragile del personaggio, riluttante all’idea di usare i suoi poteri e mantenendoli segreti fino all’arrivo del generale Zod.

Il villain, interpretato da Michael Shannon, è determinato a distruggere la Terra per costruire un nuovo Krypton, e nello scontro finale con Superman è quest’ultimo a compiere l’atto più inaspettato. Una mossa che nessuno poteva prevedere e che ha rappresentato un colpo di scena determinante per la storia del personaggio.

Darth Vader è il padre di Luke

colpi di scena La rivelazione che ha sconvolto gli spettatori al termine de L’Impero colpisce ancora rappresenta uno dei colpi di scena più celebri della storia del cinema: Darth Vader è il padre di Luke Skywalker.

Ma ciò che ormai tutti diamo per scontato, negli anni in cui il film uscì è stato al centro di un curioso aneddoto rivelato in un’intervista da Mark Hamill: secondo l’attore infatti, soltanto George Lucas e il regista Irvin Kershner erano a conoscenza del segreto “familiare” e avevano raccontato al cast e alla troupe che Vader aveva assassinato il padre di Luke.

Quando la verità è venuta a galla, lo shock è stato incredibile. Come d’altronde la reazione dei fan durante la visione del film nelle sale.

Steve sapeva che Bucky aveva ucciso i genitori di Tony

colpi di scenaGrazie ai racconti sul personaggio nei capitoli di Captain America, sappiamo che Bucky ha trascorso settant’anni al servizio dell’Hydra come assassino, quindi non sorprende il fatto che abbia ucciso personaggi pubblici di altissimo profilo.

Dopo il lavaggio del cervello, Bucky ha rimosso tutti i nomi delle sue vittime e, come ripreso dalle scene iniziali di Captain America: Civil War, lo vediamo uccidere una coppia di persone che solo più tardi si riveleranno essere i genitori di Tony Stark.

Ma più “grave” di questa verità è il fatto che Steve Rogers sia a conoscenza dell’assassinio e che non l’abbia mai raccontato al suo collega degli Avengers.

L’Hydra si è infiltrata nello S.H.I.E.L.D.

colpi di scena Lo S.H.I.E.L.D. è l’HYDRA sono sempre state presentate come due identità distinte, a partire da Captain America: Il Primo Vendicatore, dove abbiamo visto Steve Rogers sacrificarsi per contrastare il piano del Teschio Rosso e la caduta dell’Hydra. Almeno fino a quando The Winter Soldier rivela l’esatto contrario.

L’organizzazione non è morta, semplicemente è rinata con un’altra forma, ovvero grazie alle numerose infiltrazioni nello S.H.I.E.L.D.

Kylo Ren uccide Snoke

colpi di scenaNei due anni trascorsi dall’uscita de Il Risveglio della Forza e Gli Ultimi Jedi, i fan di Star Wars hanno teorizzato molte ipotesi sull’identità del leader supremo Snoke e sulle sue motivazioni.

Chi è veramente Snoke? Come ha incontrato Kylo Ren? Perché è così interessato a Rey? Purtroppo la risposta a queste domande non verrà mai fornita (per quanto ne sappiamo), dal momento che In uno dei momenti Kylo Ren ha messo fine allesistenza del personaggio in una sequenza sconvolgente de Gli Ultimi Jedi.

Nulla toglie che nel prossimo episodio, J.J.Abrams non troverà il modo di ampliare il discorso su Snoke e sulle sue origini, dunque non ci resta che attendere l’uscita del film e incrociare le dita.

7 attori che hanno recitato nel MCU e nel DCEU

7 attori che hanno recitato nel MCU e nel DCEU

Laurence Fishburne, che presto sarà nelle sale con Ant-Man and The Wasp (oggi esce in America, in Italia arriverà il 15 agosto), è soltanto l’ultimo della lista di attori che nel corso degli anni è apparso sia nel Marvel Cinematic Universe che nel DC Extended Universe.

Scopriamo di seguito gli altri nomi che forse vi saranno sfuggiti:

Laurence Fishburne (L’Uomo d’Acciaio, Batman v Superman: Dawn of Justice / Ant-Man and The Wasp)

Come detto qui sopra, Laurence Fishburne esordirà nel MCU nei panni del dottor Bill Foster, ex collega di Hank Pym in Ant-Man and The Wasp (e c’è chi specula sul fatto che sia lui il vero villain del film). Qualche anno fa invece era apparso in L’Uomo d’Acciaio e Batman v Superman nel ruolo di Perry White, caporedattore del Daily Planet.

Ayelet Zurer (L’Uomo d’Acciaio / Daredevil)

Ayelet Zurer ha interpretato la madre naturale di Superman ne L’Uomo d’Acciaio di Zack Snyder prima di apparire nella serie targata Netflix di Daredevil con il ruolo di Vanessa Marianna, gallerista che attraeva l’attenzione del villain Kingpin.

Zachary Levi (Thor: The Dark World, Thor: Ragnarok / Shazam!)

Zachary Levi ha vestito i panni del guerriero Fandral nella saga di Thor subentrando al posto di Joshua Dallas in Thor: The Dark World e Thor: Ragnarok. Per la DC Film sarà invece il supereroe Shazam! nello standalone in uscita il prossimo anno, diretto da David F. Sandberg.

Florence Kasumba (Wonder Woman / Black Panther)

Florence Kasumba ha debuttato nel MCU interpretando la guardia del corpo di T’Challa in Captain America: Civil War, riprendendo lo stesso ruolo in Black Panther e Infinity War. I più attenti l’avranno notata anche nel cinecomic DC Wonder Woman, tra le fila delle amazzoni di Themyscira.

Adewale Akinnuoye-Agbaje (Suicide Squad / Thor: The Dark World)

È probabile che non ricordiate la presenza di Adewale Akinnuoye-Agbaje in nessun film del MCU o del DCEU, questo perché in entrambi i casi l’attore era coperto da un massiccio make-up. Tuttavia è stato Killer Croc in Suicide Squad e Algrim in Thor: The Dark World.

Callan Mulvey (Batman v Superman: Dawn of Justice / Captain America: The Winter Soldier)

Callan Mulvey si è fatto notare nei panni di Anatoli Knyazev, il sicario ingaggiato da Lex Luthor che rapisce Martha Kent in Batman v Superman, ma è anche apparso in un ruolo piuttosto simile in Captain America: The Winter Soldier, interpretando l’agente dell’HYDRA Jack Rollins.

Kobna Holdbrook-Smith (Justice League / Doctor Strange)

Kobna Holdbrook-Smith ha interpretato il fisioterapista che aiuta il protagonista durante la sua riabilitazione in Doctor Strange, mentre è apparso di recente anche in Justice League nei panni del Detective Crispus Allen (nei fumetti è chiamato Spectre).

69°Mostra del Cinema Di Venezia. Sezione Orizzonti in Streaming

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69°Mostra del Cinema Di Venezia. Sezione Orizzonti in Streaming

Anche i Festival passano allo streaming e per la prima volta nella storia della Mostra di Venezia la sezione Orizzonti della 69° Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica sarà online. I 10

68° Premi David di Donatello: tutti i premiati, vince Le Otto Montagne

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Si è appena conclusa la cerimonia di premiazione dei 68° Premi David di Donatello, andata in onda in prima serata su RaiUno. A portare a casa il maggior numero di statuette sono stati Esterno Notte, il grande favorito La stranezza e Le Otto Montagne che, a sorpresa ha portato a casa il premio più prestigioso, Miglior Film.

  • MIGLIOR FILM – Le otto montagne – Prodotto da Wildside una società del gruppo Fremantle; Rufus; Menuetto; Pyramide Productions; Vision Distribution; in collaborazione con Elastic; con la partecipazione Canal+ e Ciné+; in collaborazione con Sky. Per la regia di Felix Van Groeningen, Charlotte Vandermeersch
  • MIGLIOR REGIA – Marco Bellocchio per il film Esterno notte
  • MIGLIOR ESORDIO ALLA REGIA – Giulia Louise Steigerwalt per il film Settembre
  • MIGLIORE SCENEGGIATURA ORIGINALE – Roberto Andò, Ugo Chiti, Massimo Gaudioso per il film La stranezza
  • MIGLIORE SCENEGGIATURA NON ORIGINALE – Felix Van Groeningen, Charlotte Vandermeersch per il film Le otto montagne
  • MIGLIOR PRODUTTORE – Angelo Barbagallo per Bibi Film; Attilio De Razza per Tramp Limited; con Medusa Film e Rai Cinema per il film La stranezza
  • MIGLIORE ATTRICE PROTAGONISTA – Barbara Ronchi per il film Settembre
  • MIGLIORE ATTORE PROTAGONISTA – Fabrizio Gifuni per il film Esterno notte
  • MIGLIORE ATTRICE NON PROTAGONISTA – Emanuela Fanelli per il film Siccità
  • MIGLIORE ATTORE NON PROTAGONISTA – Francesco Di Leva per il film Nostalgia
  • MIGLIORE AUTORE DELLA FOTOGRAFIA – Ruben Impens per il film Le otto montagne
  • MIGLIORE COMPOSITORE – Stefano Bollani per il film Il pataffio
  • MIGLIORE CANZONE ORIGINALE – “Proiettili (Ti mangio il cuore)” musica di Joan Thiele, Elisa Toffoli, Emanuele Triglia, testi e interpretazione di Elodie, Joan Thiele per il film Ti mangio il cuore
  • MIGLIORE SCENOGRAFIA – Per la scenografia: Giada Calabria – per l’arredamento: Loredana Raffi per il film La stranezza
  • MIGLIORI COSTUMI – Maria Rita Barbera per il film La stranezza
  • MIGLIOR TRUCCO – Enrico Iacoponi per il film Esterno notte
  • MIGLIOR ACCONCIATURA – Desiree Corridoni per il film L’ombra di Caravaggio
  • MIGLIORE MONTAGGIO – Francesca Calvelli con la collaborazione di Claudio Misantoni per il film Esterno notte
  • MIGLIOR SUONO – Presa Diretta: Alessandro Palmerini – Post-Produzione: Alessandro Feletti – Mix: Marco Falloni per il film Le otto montagne
  • MIGLIORI EFFETTI VISIVI – VFX – Marco Geracitano per il film Siccità
  • MIGLIOR FILM INTERNAZIONALE – The Fabelmans di Steven Spielberg (01 Distribution)
  • PREMIO CECILIA MANGINI AL MIGLIOR DOCUMENTARIO – Il Cerchio di Sophie Chiarello
  • DAVID GIOVANI – L’ombra di Caravaggio di Michele Placido
  • MIGLIOR CORTOMETRAGGIO – Le variabili dipendenti di Lorenzo Tardella
  • DAVID DELLO SPETTATORE – Il grande giorno di Massimo Venier
  • DAVID ALLA CARRIERA – Marina Cicogna
  • DAVID SPECIALE – Isabella Rossellini – Enrico Vanzina

66° Premi David di Donatello: 11 maggio la cerimonia di premiazione su RaiUNO

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Carlo Conti conduce la 66ª edizione dei Premi David di Donatello in diretta martedì 11 maggio su Rai 1 dalle ore 21.25, con la regia di Maurizio Pagnussat. La cerimonia, che si svolgerà alla presenza dei candidati di tutte le categorie, sarà trasmessa dagli storici studi televisivi “Fabrizio Frizzi” e dal prestigioso Teatro dell’Opera di Roma.

Nel corso della serata Laura Pausini canterà dal Teatro dell’Opera di Roma una versione esclusiva del brano ‘Io si’, il singolo premiato agli ultimi Golden Globes come migliore canzone originale, tratto dal film La vita davanti a sé di Edoardo Ponti con Sophia Loren. La cantante, nominata ai Premi Oscar® 2021, è stata inoltre protagonista della novantatreesima edizione degli Academy Awards con un’esibizione del brano.

David di Donatello 2021: tutti i nominati della 66° edizione

Durante la cerimonia di premiazione saranno consegnati venticinque David di Donatello, un David alla Carriera, due David Speciali e tre targhe denominate David 2021 – Riconoscimento d’Onore.
Il David alla Carriera 2021 andrà a Sandra Milo, straordinaria interprete per registi come Antonio Pietrangeli e Federico Fellini, Roberto Rossellini e Gabriele Salvatores, Gabriele Muccino e Pupi Avati, Jean Renoir e Claude Sautet.
Due i David Speciali assegnati nel corso di questa edizione: a Monica Bellucci, una delle attrici più conosciute e apprezzate a livello globale, e a Diego Abatantuono, fra le voci più originali e poliedriche dello spettacolo in Italia.
Tolo Tolo scritto, diretto e interpretato da Luca Medici, è il film vincitore del David dello Spettatore.
Nel corso della serata, i professionisti sanitari Silvia Angeletti, Ivanna Legkar e Stefano Marongiu riceveranno tre targhe denominate David 2021 – Riconoscimento d’Onore per l’importante contributo alla ripresa in sicurezza delle attività delle produzioni cinematografiche e audiovisive a Roma e in Italia durante la crisi COVID-19.

I Premi David di Donatello sono organizzati dalla Fondazione Accademia del Cinema Italiano – Premi David di Donatello e dalla RAI: Piera Detassis è il Presidente e Direttore Artistico dell’Accademia, il Consiglio Direttivo è composto da Francesco Rutelli, Carlo Fontana, Nicola Borrelli, Francesca Cima, Luigi Lonigro, Mario Lorini, Domenico Dinoia, Edoardo De Angelis, Francesco Ranieri Martinotti, Giancarlo Leone. La 66ᵃ edizione della manifestazione si svolge sotto l’Alto Patronato del Presidente della Repubblica, con il contributo del MiC Ministero della Cultura – Direzione Generale Cinema e Audiovisivo, d’intesa con AGIS e ANICA e con la partecipazione, in qualità di Soci Fondatori Sostenitori, di SIAE e Nuovo IMAIE.

65: Fuga dalla Terra, recensione del film con Adam Driver

65: Fuga dalla Terra, recensione del film con Adam Driver

Che sana ventata d’aria fresca 65: Fuga dalla Terra, un film di genere che torna a durare solamente un’ora e mezzo! Niente lungaggini inutili per dimostrare al pubblico quanto denaro è stato speso in scenografie ed effetti speciali, il che di conseguenza significa una storia che va dritta al punto, pur riuscendo a settare con pienezza e spessore la backstory del protagonista Mills.

65: Fuga dalla Terra, la trama

Dopo un prologo di notevole efficacia nello spiegare le motivazioni che spingono il personaggio interpretato da Adam Driver a pilotare la nave spaziale destinata a portarlo per due anni lontano dalla famiglia, ecco che 65: Fuga dalla Terra si lancia immediatamente nell’azione. La lotta per la sopravvivenza che Mills e Koa – la bambina unica altra sopravvissuta dopo che l’astronave è precipitata – devono affrontare nella Terra preistorica popolata di dinosauri non concede quasi mai momenti di stasi.

Gli sceneggiatori e registi Scott Beck e Bryan Woods, già dimostratisi padroni di questo tipo di narrazione con gli script di A Quiet Place e del sequel, imbastiscono una narrazione dove sono le azioni a delineare e sviluppare i personaggi. Il rapporto che si instaura tra i due non diventa mai qualcosa di “altro’ rispetto alla necessità di salvarsi in un ambiente pericoloso e ostile, al contrario viene definito proprio da questa. Ciò fa sì che allora due diventino i fattori principali per la riuscita del film: l’ambientazione e l’alchimia tra gli attori in scena.

65 - Fuga dalla Terra adam driver
Adam Driver and Ariana Greenblatt stars in 65.

Il ribaltamento del preistorico

Partiamo dal setting, che ribalta con efficacia l’assunto ormai sedimentato nell’immaginario collettivo dal franchise iniziato con Steven Spielberg e il suo Jurassic Park del 1993: oggi siamo in qualche modo abituati a vedere dinosauri in un tipo di ambientazione contemporanea o comunque in un futuro abbastanza vicino da sembrare il nostro presente. 65: Fuga dalla Terra invece inverte l’equazione e precipita due ‘esseri umani” in un mondo incontaminato e preistorico, con almeno un paio di inquadrature che rimandano più o meno esplicitamente addirittura all’incipit di 2001: Odissea nello spazio di Stanley Kubrick.

Il ribaltamento risulta immediatamente convincente senza necessariamente essere innovativo a livello estetico: con pochi ma efficaci tratti il pilota e la piccola passeggera vengono immersi in una giungla tanto realistica quanto inscrutabile, fattore che la rende motivo di costante tensione. Quello che funziona meglio in 65: Fuga dalla Terra sta nell’aver reso azione e tensione precise, grazie a una scansione di montaggio che premia la velocità al posto della ridondanza: i momenti di pericolo sono fulminei e l’azione pur spettacolare non dura mai più del dovuto.

Adam Driver stars in 65.

Se si può parlare di realismo riguardo un film di questo tipo, il lavoro di Beck e Woods ne possiede in quantità maggiore rispetto a molti altri progetti di fantascienza visti negli ultimi anni. Purtroppo il loro sci-fi non possiede una presa più forte presso lo spettatore perché a forza di scarnificare storia e messa in scena perdono leggermente per strada l’impatto emotivo della prima parte del film: quanto seminato in precedenza anticipando la dolorosa backstory di Mills viene infatti eccessivamente esplicitato nella seconda parte, rendendo la psicologia del personaggio e la sua relazione con Koa piuttosto schematiche.

La drammatica fisicità del ruolo di Adam Driver

Nonostante questo Adam Driver offre al pubblico una prova decisamente riuscita, asciugando al massimo possibile la sua interpretazione per lasciare spazio alla drammatica fisicità del ruolo. La sua interazione con la co-protagonista Ariana Greenblatt diventa poi scena dopo scena sempre più precisa e convincente. Se soltanto la storia personale di Mills fosse stata lasciata maggiormente all’intuizione dello spettatore, protetta in quella dimensione affascinante del non-detto, molto probabilmente 65: Fuga dalla Terra sarebbe stato un film avvincente anche a livello emotivo oltre che un comunque più che discreto spettacolo d’intrattenimento. Rimane comunque un divertimento assicurato, anche grazie alla presenza di uno degli attori più talentuosi della Hollywood contemporanea.

65: Fuga dalla Terra, Adam Driver smentisce un’insistente teoria sul film

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65: Fuga dalla Terra, film con protagonista Adam Driver, che arriverà nelle nostre sale nelle prossime settimane, genera molta curiosità, soprattutto per il mistero che aleggia intorno a questo action fantascientifico di alto profilo produttivo. Non c’è quindi da sorprenderci se intorno alla trama del film sono nate voci e teorie su quello che effettivamente racconterà questa storia.

Sulla base di quello che abbiamo visto dai trailer, sembra che l’astronauta Mills (Adam Driver) abbia in qualche modo viaggiato indietro nel tempo ed essere atterrato sulla Terra 65 milioni di anni fa, ma l’attore di Star Wars ha ora smentito questa teoria durante un intervista con Digital Spy.

“Non ci sono viaggi nel tempo, ma raccontare un mondo che esisteva in parallelo 65 milioni di anni fa, sembrava un concept movie davvero grande con pochissimo spazio a disposizione per fare un lavoro emotivo su personaggi che parlano di famiglia e che si erano persi nel corso del tempo”. 

Quindi, Mills e la sua giovane compagna Koa (Arianna Greenblatt) sono intrappolati in una specie di mondo parallelo? Driver non ha approfondito, ma ha continuato a spiegare cosa lo ha attratto al progetto in primo luogo.

“È bello fare qualcosa di grande in cui molte persone possono identificarsi anche se veniamo da posti molto diversi del mondo e tempi diversi nelle nostre vite, e dobbiamo affrontare questa cosa a cui nessuno è davvero preparato. Quindi la metafora era ovvia, ma mi sono sempre piaciuti i film di tutti i tipi di budget e di tutte le dimensioni: questo, per me, è il cinema. Mi è sembrato unico e strano”.

65: Fuga dalla Terra, guarda il trailer italiano

65: Fuga dalla Terra è scritto e diretto da Scott Beck e Bryan Woods, noti per aver co-scritto A Quiet Place e aver diretto il film slasher del 2019 Haunt. Il film vedep protagonisti Adam Driver ( film di Star Wars), Ariana Greenblatt (Love and Monsters) e Chloe Coleman (My Spy).

Dopo un catastrofico incidente su un pianeta sconosciuto, il pilota Mills (Adam Driver) scopre rapidamente di essere effettivamente bloccato sulla Terra… 65 milioni di anni fa“, si legge nella sinossi. “Ora, con una sola possibilità per salvarsi, Mills e l’unico altro sopravvissuto, Koa (Ariana Greenblatt), devono farsi strada attraverso un terreno sconosciuto pieno di pericolose creature preistoriche in un’epica lotta per la sopravvivenza.

65: Adam Driver nel primo trailer del nuovo film di fantascienza targato Sony

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Sony Pictures ha condiviso il primo trailer di una nuova avventura fantascientifica chiamata 65 e, il film presenterà infatti l’attore Adam Driver ( Star Wars: Gli ultimi Jedi, White Noise) che affronta dinosauri! Il filmato inizia con l’astronauta interpretato da Driver, Mills, che fa un atterraggio di fortuna su un pianeta sconosciuto e inesplorato… che risulta essere la Terra 65 milioni di anni fa! “65 milioni di anni fa, la terra preistorica ebbe un visitatore.”

Secondo la sinossi aggiornata: “Ora, con una sola possibilità di salvarsi, Mills (Driver) e l’unico altro sopravvissuto, Koa (Ariana Greenblatt), devono farsi strada attraverso un terreno sconosciuto pieno di pericolose creature preistoriche in un’epica lotta per sopravvivere.”

65 è stato scritto e diretto dagli sceneggiatori di A Quiet Place Scott Beck e Bryan Woods, che hanno anche prodotto con la loro neonata società Beck/Woods, al fianco del regista e produttore di successo Sam Raimi (Doctor Strange Nel multiverso della follia). “Bryan e io ci conosciamo da quando avevamo 11 anni”, ha rivelato Scott Beck a EW“Siamo cresciuti insieme in Iowa, in una piccola città, e abbiamo avuto questo fantasia di voler fare film, e nessun altro intorno a noi, a 11 anni, voleva fare film. È stato fortuito che ci siamo seduti al stesso tavolo da pranzo.”

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