Ogni bambino deve fare prima o poi i
conti con la morte. Spesso è un trauma far scoprire ai più piccoli
l’irreversibilità della morte e questo avviene a volte con uno
scontro nella vita reale (magari la morte di un animaletto
domestico, o quella più tragica di un nonno) altre volte con un
avvenimenti di finzione, che non per questo risulta meno
traumatico.
Ecco di seguito 8 morti presenti in
film per ragazzi che hanno senza dubbio traumatizzato i giovani
spettatori di allora, adulti di oggi:
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Se alcuni traumi hanno meno
“importanza storica” come nel caso di Big Hero
6, altri esempi riportati sono l’emblema del trauma
infantile per eccellenza, come la morte della mamma di
Bambi oppure la morte (per fortuna
provvisoria) di E.T.
Il web è diventato ormai la culla
delle teorie cinematografiche, frutto di fantasie
dei fan e supposizioni basate sui possibili incroci di trama che
non trovano (quasi mai) riscontro nella realtà.
Tuttavia alcune di queste sono state
confermate a posteriori dagli stessi produttori, sceneggiatori e
registi, come mostra la lista compilata da ScreenRant.
Ecco allora le 8 teorie
cinematografiche che si sono rivelate vere:
Tarzan e Frozen sono ambientati nello stesso universo
Come forse saprete (e se
non fosse così, non continuate con la lettura), nelle scene
iniziali diFrozen la nave
dei genitori di Anna ed Elsa è
dispersa in mare durante una tempesta. Da lì hanno preso piede
diverse speculazioni dei fan sul destino della coppia: saranno
vivi, o meglio, naufragati su qualche isola sperduta? Vi ricorda
qualcosa? Nel classico Disney Tarzan, un uomo e
una donna naufragavano sulle coste di un’isola tropicale dando
inizio ad una nuova vita nella giungla e allevando un neonato…
Ebbene tempo dopo il co-regista di Frozen,Chris Buck, ha confermato che la teoria è del
tutto fondata, tuttavia manca l’ok della casa di
Topolino.
L’identità segreta di Albus Silente
Una delle
teorie dei fan approvate dall’autrice di Harry
PotterJ.K.Rowling è quella relativa al
professor Albus Silente e al suo essere in
fondo l’incarnazione della morte. Questa idea metaforica si
realizzerebbe quando quattro dei principali personaggi –
Harry, Silente,
Voldemort e Piton – vengono in
qualche modo allineati ai personaggi del racconto dei Doni
della Morte: nell’allegoria infatti Voldemort è il fratello
maggiore affamato di potere, Piton è il fratello ossessionato
dall’amore e Harry è il fratello più giovane, che alla fine del
racconto saluta la morte “come un vecchio amico“. Silente
quindi sarebbe “la morte”, quando Harry lo incontra nell’aldilà
prima di scontrarsi per l’ultima volta con Voldemort.
Peter Parker ha un cameo in Iron Man 2
La caratteristica
principale del MCU è che i suoi film sono
tutti connessi fra loro, anche grazie a piccoli
dettagli. Uno di questi è stato prima sognato
dai fan e poi confermato: Spider-Man ha un
cameo in Iron Man 2. Durante il finale del film
vediamo un giovane ragazzino vestito da Iron Man, e sia Tom
Holland che Robert Downey Jr. hanno
confermato che si tratta di Peter
Parker.
Gesù è un ingegnere nell’universo di Alien
Il prequel
di Alien, Prometheus, ha messo in dubbio molte
verità del franchise lasciando agli spettatori moltissime domande
aperte. Chi sono in realtà gli ingegneri? Secondo il racconto,
rappresentano una razza aliena intelligente e responsabile della
creazione della vita su altri mondi, inclusa la Terra. Da allora le
teorie hanno pensato che fossero in realtà l’incarnazione di
Gesù Cristo, e lo stesso Ridley
Scott ha confermato che questa teoria è corretta: gli
ingegneri hanno infatti inviato sulla Terra un
emissario…
Il Genio è anche il venditore ambulante
Oltre al
dare voce al Genio, Robin
Williams ha doppiato anche il Venditore ambulante di
Aladdin – ovvero il narratore della storia che
compare all’inizio del film. Ed effettivamente non è soltanto la
voce ad unire i personaggi, ma tante altre somiglianze… Più tardi
il co-regista Ron Clements ha rivelato che il
venditore ambulante era effettivamente il Genio sotto mentite
spoglie.
Aquaman ha un cameo in L’Uomo d’Acciaio
Anche nel
DCEU sono molte le connessioni segrete fra i film,
e alcuni fan più attenti hanno notato che Aquaman avrebbe potuto salvare Clark
Kent dall’annegamento in Man of Steel. Nella
sequenza vediamo la sagoma dell’eroe circondata da un branco di
balene che nuota accanto a lui, presumibilmente per volere
del re di Atlantide. Qualche mese fa è stato proprio Jason
Momoa ad affermare che il regista Zack
Snyder gli ha confidato che questa era l’idea dietro la
scena.
Tutti i film di Quentin Tarantino appartengono allo stesso
universo
Non solo MCU e DECU, anche Quentin
Tarantino ha il suo personale universo cinematografico
condiviso. Si, perché ci sono diversi elementi che collegano tutti
i film del regista, come i personaggi (ad esempio Vic
Vega de Le Iene e Vincent
Vega di Pulp Fiction) che sono
estremamente simili, o la marca di sigarette Red Apple che questi
fumano spesso.
Il mistero de La città incantata
Alcuni fan
degli anime sostengono che La città incantata sia
in realtà un commento favolistico alla prostituzione nel Giappone
del XIX secolo. E la teoria è stata appurata dallo sceneggiatore e
regista Hayao Miyazaki: dopo la pubblicazione
del testo originale, il co-fondatore dello Studio
Ghibli ha confermando che alcuni riferimenti culturali
sono stati progettati per evocare i “lavoratori delle
terme” dell’epoca. Questi a loro volta erano intesi come una
metafora dello stato della società giapponese
contemporanea.
Dal 2008
(anno di uscita di Iron Man) ad oggi, il
MCU ha introdotto sempre
più supereroi all’interno del suo universo
condiviso, apertosi negli ultimi tre anni anche al piccolo
schermo.
Eroi
positivi, villain e comprimari sono apparsi sfoggiando le proprie
capacità e abilità nel combattimento su diverse scale, tuttavia
individuare chi sia tra questi il più forte è davvero complicato.
Anche perché alcuni di loro sono stati “adattati” in maniera
differente rispetto alle versioni originali dei fumetti.
Ecco
allora la lista degli 8 supereroi, scelti da
CBR, che il MCU ha reso più potenti di quello
che sono:
Star-Lord
Difficile non amare
Star-Lord con le sue battute e i suoi scherzi:
questo “delinquente” mezzo umano e mezzo alieno è una figura chiave
all’interno del gruppo dei Guardiani della Galassia, a
volte causando ogni tipo di danno e a volte salvando la situazione.
Nel secondo film sappiamo che possiede dei poteri dei Celesti,
quindi ha potenzialmente controllo di energia e materia, anche se
alla fine del film sacrifica quei poteri.
Black
Panther
Nei fumetti, Mephisto
veniva sconfitto da Black Panther, come accadeva a
Thanos per pochi secondi e a
Galactus, annientato con poche e semplici parole.
Anche se T’Challa è sempre stato considerato allo
stesso livello di Captain America, le sue imprese
hanno dimostrato il contrario: indossa una tuta di Vibranio, il che
gli consente di ottenere la vittoria sulla maggior parte degli
avversari. Cap ha lo scudo dello stesso materiale, ma Black Panther
lo usa su tutto il suo corpo.
Daredevil
Sebbene i suoi unici
“poteri” includano uno sviluppo esagerato dei sensi, il
Daredevil visto nel MCU (nella serie
Netflix) sembra possedere molte altre qualità.
Matt Murdock può infatti percepire anche i minimi
cambiamenti nella densità dell’aria e nella temperatura, è una
sorta di sonar umano su scala sia grande che piccola. Ciò significa
che può percepire i punti deboli nell’arma di un avversario e
disarmarlo.
Captain
America
Non importa chi si trovi
davanti, con il suo scudo Captain America è
inspiegabilmente in grado di reggere il confronto con
Ultron, sconfiggere Spider-Man e
Iron Man e molto altro ancora. Il programma
che ha trasformato Steve Rogers in un “esemplare
perfetto” ha spinto le sue capacità fisiche oltre l’apice del
potenziale umano, e la sua forza e velocità sono andate ben oltre
quelle del più grande atleta olimpico.
Elektra
Nel MCU, Elektra
Natchios è stata addestrata dal suo mentore Stick per
essere un’arma contro l’organizzazione la Mano. Lungo la strada ha
incontrato Matt Murdock, del quale si è
innamorata, ha combattuto come un ninja e ed è infine morta. Dopo
che la Mano l’ha resuscitata, Elektra è diventata più letale che
mai, soprattutto negli episodi di The
Defenders.
Visione
Sia nel MCU che nei fumetti,
Visione è un essere eccezionalmente potente:
alimentato dall’energia cosmica della Gemma della Mente, il suo
corpo androide è realizzato con parti di Vibranio sintetico che a
sua volta lo rende uno degli eroi più forti del MCU.
Il
soldato d’inverno
Può non avere a
disposizione superpoteri, ma il Soldato d’Inverno
è uno dei combattenti più letali del MCU. Dopo decenni passati
a uccidere persone e ad affinare le sue capacità, è diventato un
assassino diverso da qualsiasi altro. Ha quasi ucciso Captain
America, aiutato a sconfiggere Iron Man, e se gli è offerta
l’attrezzatura giusta e il tempo di preparazione, ci sono pochi
eroi o cattivi che non è riuscito a uccidere.
The
Punisher
Il
Punitore (alias Frank Castle) è e
continua ad essere l’incarnazione della rabbia. Sebbene sia solo un
uomo normale con nessun superpotere e nessun miglioramento fisico,
ha comunque inflitto dolore a chiunque, ha sconfitto
Daredevil diverse volte, ha salvato una schiera di
prigionieri e li ha armati ma soprattutto sembra sempre avere una
via d’uscita da qualsiasi situazione. Molto simile al Soldato
d’Inverno, non teme niente e nessuno.
Realizzare personaggi di sana pianta, o
modificare l’aspetto di un attore sullo schermo, non è mai
semplice. Richiede impegno, un sostanzioso budget ma anche la
conoscenza totale di quello che è il comparto del
VFX. Pur essendo questi diventati molto più
realistici nel tempo, con gli Studios che ad oggi sono in grado di
creare characters con l’uso della CGI fin dalle
fondamenta, ciò non significa che il risultato finale sia sempre
impeccabile o soddisfacente. Negli ultimi anni, infatti, da quando
i film sui supereroi (in particolare MCU
e DCEU) hanno dominato le sale e non solo,
alcuni personaggi rappresentati – e generati dalla
computer grafica – hanno avuto un aspetto non proprio piacevole, a
volte al limite del cartoonesco. Scopriamo perciò quali sono i
peggiori.
Hulk
Partiamo subito con l’unico personaggio della
lista a far parte del
Marvel Universe. Si tratta di Hulk, che nel pensiero collettivo ora si
associa al volto di
Mark Ruffalo, ma che nel 2003 con il film
Hulk, diretto da
Ang Lee, aveva il volto di
Eric Bana. Ed è proprio in questa pellicola che possiamo notare
come la creazione in CGI del supereore sia, specie nei momenti
d’azione, molto poco ben fatta, e soprattutto non supportata dalla
texture della pelle, decisamente strana e al limite del cartoon.
C’è comunque da considerare che per il periodo, parliamo di oramai
vent’anni fa, il lavoro svolto su Eric Bana non era nemmeno fra i
peggiori, anche perché poi le tecniche del VFX sono andate
migliorando nel corso del tempo.
Kilowog
Dalla Marvel ci spostiamo
alla DC e parliamo
di Kilowog, villain conosciuto nel film
Lanterna Verde diretto da Martin Campbell con
Ryan Reynolds. Purtroppo quasi tutti i personaggi presenti
nella pellicola sembrano uscire da scene di videogame, apparendo
decisamente troppo finti, e fra le delusioni più grandi c’è proprio
Kilowog doppiato e interpretato da Michael Clarke
Duncan. Il cattivo non ha molto spazio in scena, ma per
quel poco che appare non riesce ad essere valorizzato a causa di
effetti talmente tanto scadenti che la voce dell’attore non sembra
nemmeno provenire da Kilowog.
Cyborg
Anche Cyborg, la cui
peculiarità è avere un corpo per metà robotico, non è stato reso
visivamente bene in Justice League. Il personaggio poteva essere
rappresentato utilizzando un mix di effetti, magari prediligendo il
trucco scenico, eppure Zack Snyder ha voluto optare per una
creazione quasi interamente in VFX. Questo si è tradotto in un
character che non aveva niente di autentico, e che neppure il volto
di Ray Fisher, servito per trasmettere qualche emozione umana ma
che si vede in parte, sia stato sufficiente a renderlo visivamente
migliore. Tutto ciò che invece è evidente è un corpo finto
riprodotto in CGI che galleggia sullo schermo, e che è andato
inevitabilmente a danneggiare lo stesso Cyborg.
Sabbac
Un altro villain costruito male in VFX è
Sabbac, presente in Black
Adam, undicesimo film del DCEU diretto da Jaume
Collet-Serra con Dwayne
Johnson. Nel trailer che era uscito, il personaggio non si era
visto moltissimo, ma dall’immagine ufficiale che era stata
rilasciata e dal conseguente debutto nella storia ci si rende conto
che forse è stato meglio che il cattivo sia stato “tenuto nascosto”
e non mostrato più di tanto. Nonostante sia stato trasposto dai
fumetti in maniera accurata, il mal uso della computer grafica su
di lui lo ha reso uno dei characters visivamente peggiori
rappresentati sullo schermo.
Doomsday
Fra i film più dibattuti, criticati e su cui c’è
stato un netto spartiacque fra coloro che lo hanno amato e coloro
che lo hanno odiato c’è Batman v Superman: Dawn of Justice. Pur avendo
generato divisioni, ciò che resta pensiero comune di tutti è che
Doomsday non sia stato un villain ben raffigurato.
La rivisitazione dell’iconico mostro è stata una grande delusione,
oltre che una spiacevole sorpresa, considerato che Zack Snyder –
essendo grande fan dei fumetti – avrebbe potuto fornire un
adattamento fedele al 100%. Seppur si sia evoluto un po’ durante la
battaglia contro
Batman,
Superman e Wonder Woman, il cattivo non è stato visivamente
ben costruito con la computer grafica, tanto da rivelarsi un vero e
proprio fallimento.
Superman
Dei film DCEU invece più riusciti c’è The
Flash, ultima apparizione di
Ezra Miller nei panni del supereroe scarlatto a causa di
questioni legali che lo vedono coinvolto da diverso tempo. Se a
livello narrativo la storia funziona, sul fronte VFX molte sono le
scene che hanno fatto storcere il naso. Tralasciando la sequenza
dei bambini che stanno precipitando dal grattacielo, la
riproduzione finale di Christopher Reeve,
Henry Cavill e
Nicolas Cage – omaggi e ritorni degli eroi del passato – è
tutt’altro che convincente e realistica. Tra l’altro proprio
quest’ultimo non si è ben espresso alla vista della ricostruzione
in CGI del Superman con il suo volto, tanto che
disse tempo addietro che ben poco di ciò che si è visto sullo
schermo era ciò che aveva accettato di fare per la pellicola.
Incubus
Se The Flash è stato uno dei migliori dell’oramai
terminato DCEU, Suicide
Squad è stato in assoluto uno dei peggiori. Intanto, a
parte il risultato ultimo visto dal pubblico, ancor prima il film
ha avuto una serie di problemi, la maggior parte dei quali sono
stati causati dai reshoots. Nonstante non si possa dire che la
creazione di Incubus sia stato il risultato di
questi, il semidio – che in teoria doveva avere un aspetto davvero
spaventoso – appare come un cattivo completamente diverso,
cartoonesco e per niente minaccioso, tanto che prenderlo sul serio
risulta difficile, soprattutto nel momento in cui deve affrontare
la Task Force X.
Steppenwolf
E ora arriviamo a Steppenwolf,
il quale al periodo di Suicide Squad si diceva avrebbe dovuto essere al posto
di Incubus, prima che il cambio di programma last minute
modificasse tutto. Il villain appare in Justice Legue, ma in quel caso la Warner Bros voleva
portare a termine la visione del film di Geoff Johns e Joss Whedon
nel modo più economico possibile, ecco perché la semplificazione di
Steppenwolf – che doveva apparire diverso – potrebbe avere senso in
quest’ottica. Nonostante ciò, il fatto che abbia un aspetto così
orribile non giustifica il budget “ridotto” utilizzato per la
pellicola, soprattutto perché comunque il personaggio è uno dei
cattivi più temuti dei fumetti e dunque meritava una cura maggiore.
Il risultato è stato invece un altro, e Steppenwolf non è stato
rappresentato per com’è davvero: orribile e minaccioso.
Peccato.
Conclave
è un adattamento cinematografico del romanzo ricco di suspense di
Robert Harris, anch’esso intitolato Conclave. Il film è
incentrato sulle intricate vicende politiche di un’elezione papale
e su tutti i retroscena che accompagnano un evento del genere. Gli
adattamenti apportano spesso modifiche per adattarsi meglio al loro
mezzo, e Conclave non fa eccezione. Il film rimodella vari
elementi del libro, tra cui i nomi dei personaggi, le nazionalità e
persino la struttura della trama, portando una nuova prospettiva
all’opera di Harris. Sebbene il fantastico
colpo di scena finale
di Conclave e gli altri elementi migliori
rimangano, i cambiamenti apportati dal film meritano comunque di
essere discussi.
Sebbene le modifiche apportate a
Conclave non cambino l’essenza della
storia, che è
un’impressionante realizzazione cinematografica, esse
hanno un impatto sul tono e sullo stile. Le modifiche si
allineano maggiormente al ritmo e ai requisiti visivi di un film
thriller, oltre a rappresentare meglio le nazionalità degli attori
che interpretano i ruoli. Modificando dettagli come le origini e i
tratti dei personaggi chiave, i registi creano una nuova dinamica
tra i cardinali, aggiungendo una dinamica unica rispetto al libro.
Anche con questi cambiamenti, il Conclave mantiene
l’essenza della visione di Harris: un’esplorazione della fede, del
potere e della fragilità umana.
Il cardinale Lawrence ha un nome
diverso nel libro del Conclave
Nel libro, il nome del protagonista
è Cardinale Lomeli, mentre nel film si chiama Cardinale Lawrence.
Il nome Lomeli è di origine italiana, con legami
storici con regioni come la Lombardia, un’area culturalmente ricca
e nota per i suoi contributi all’arte, alla politica e alla
tradizione cattolica. Il cognome è relativamente raro, essendo il
13.136° cognome più comune al mondo, ed è spesso associato a
un’ascendenza italiana (via Forebears). Il
nome Lomeli è probabilmente un sottile ma significativo accenno al
background del personaggio, indicando che la sua prospettiva e le
sue azioni sono radicate nella cultura italiana e in un legame di
lunga data con il Vaticano.
Circa 355.916 persone hanno il
cognome Lawrence, mentre solo 42.681 persone hanno il cognome
Lomeli. Sorprendentemente, è il Messico ad avere il maggior numero
di persone con il cognome Lomeli, non l’Italia, anche se il nome è
di origine italiana.
Il nome Lorenzo, invece, deriva dal
latino Laurentius, che significa “da Laurentum ‘ o
’coronato di alloro ” , con origini che risalgono
all’antica Roma. Storicamente, San Lorenzo, martire venerato nella
tradizione cristiana, incarna il coraggio e la devozione,
conferendo al nome una risonanza universale. A differenza di
Lomeli, Lawrence è ampiamente riconosciuto in molte culture,
offrendo un’identità neutra e in qualche modo senza tempo
che può interessare un pubblico più ampio. Scegliendo
Lawrence nel film, l’adattamento pone l’accento su una figura più
universalmente relazionabile, il cui carattere potrebbe essere
percepito senza forti legami con un’eredità specifica.
Il Conclave ha reso Bellini
americano invece che italiano
Nel passaggio dalla pagina allo
schermo, il cardinale Bellini subisce un significativo cambio di
nazionalità, passando da italiano nel romanzo ad americano nel
film. Questa modifica aggiunge un livello alternativo al
Conclave, spostando le dinamiche all’interno del Vaticano
con l’introduzione di un personaggio la cui nazionalità
contrasta con le tradizioni europee al centro della
Chiesa. Nel libro di Harris, l’origine italiana di Bellini
rafforza il suo legame con le radici storiche e culturali della
Chiesa cattolica, radicandolo nelle sue abitudini e credenze di
lunga data.
La decisione di americanizzare
Bellini (Stanley
Tucci) è probabilmente un tentativo di evidenziare la
natura globale della Chiesa cattolica nel XXI secolo, creando un
personaggio che incarna l’espansione dell’influenza della Chiesa al
di là dell’Europa e che ha una mentalità americana più progressista
e liberale .
Rendendo Bellini americano, il film
introduce un personaggio il cui punto di vista e le cui esperienze
divergono da quelle delle sue controparti europee. La decisione di
americanizzare Bellini è probabilmente un tentativo di evidenziare
la natura globale della Chiesa cattolica nel XXI secolo, creando un
personaggio che incarna l’espansione dell’influenza della Chiesa
oltre l’Europa e che ha una mentalità americana più progressista e
liberale. Questo cambiamento non solo aumenta la
relatività di Bellini per il pubblico americano, ma
introduce anche una nuova dinamica nella
trama, esplorando come diversi contesti culturali possano
plasmare le prospettive all’interno di una fede condivisa.
Il Conclave cambia la posizione
di Benítez come cardinale
Un altro cambiamento notevole dal
libro al film è il trasferimento della regione di servizio del
cardinale Benítez. Nel romanzo di Harris, Benítez è un cardinale
che presta servizio a Baghdad, la capitale dell’Iraq. Tuttavia, nel
film Conclave, la sua posizione è cambiata: non presta
servizio a Baghdad, in Iraq, ma a Kabul, in Afghanistan. Sebbene
entrambi i Paesi siano effettivamente territori pericolosi, ci sono
alcune potenziali ragioni per cui i registi hanno deciso di
modificare il luogo in cui Benítez presta servizio. Tuttavia, la
ragione più comprensibile di questo cambiamento è che, negli ultimi
anni, Kabul è stata molto più pericolosa di
Baghdad.
Il cambiamento aumenta la posta in
gioco della servitù di Benítez e mostra fino a che punto è disposto
a spingersi per la Chiesa cattolica. Sebbene Baghdad, in Iraq,
rimanga ancora un luogo pericoloso, il cambiamento è stato una
scelta fantastica da parte dei registi, in quanto continua a
presentare il motivo per cui il Cardinale Benítez di Conclave
merita il ruolo di Papa per le sue azioni incredibilmente
coraggiose.
Suor Agnes è molto più presente
nel film
Isabella Rossellini in Conclave – Cortesia Eagle
Pictures
Nel romanzo originale di Harris,
Suor Agnes è un personaggio minore, che appare solo occasionalmente
e funge da sottile presenza di sfondo. Tuttavia, il film
Conclaveeleva Suor Agnes a un ruolo molto più
prominente, permettendo al suo personaggio di influenzare
significativamente la trama. L’ampliamento del tempo a disposizione
sullo schermo non solo aggiunge profondità al personaggio, ma
fornisce anche una prospettiva femminile unica all’interno del
mondo del Vaticano dominato dagli uomini, e la scena in cui
interrompe i battibecchi dei cardinali rappresenta il suo momento
migliore.
Rendendola una figura più centrale,
il film arricchisce la narrazione: Il coinvolgimento di Suor Agnes
aumenta il livello di intrigo e di sottile tensione, poiché le sue
interazioni con gli altri personaggi rivelano strati nascosti di
manovre politiche e motivazioni personali. Questa maggiore enfasi
su Suor Agnes permette inoltre al film di esplorare i temi del
genere e dell’influenza all’interno della Chiesa, mettendo
in luce i ruoli che le donne svolgono negli affari del
Vaticano. Il suo ruolo ampliato riflette l’intento dei
registi di aggiungere complessità e una sensibilità moderna alla
trama, trasformando un personaggio precedentemente secondario in
una componente essenziale del tessuto narrativo del film.
Il cardinale Lawrence ha
un’origine diversa nel libro
Sebbene il cambiamento della
nazionalità di Lawrence in inglese possa sembrare una modifica di
poco conto, l’alterazione testimonia il diverso approccio
dell’adattamento alla presentazione dei personaggi. Nel romanzo,
l’eredità italiana di Lomeli è una parte sottile ma significativa
della sua identità, che lo lega profondamente alle tradizioni del
Vaticano e infonde al suo personaggio una certa gravitas. La scelta
di cambiare il suo nome in Cardinal Lawrence (Ralph
Fiennes) per il film riflette probabilmente il
fatto che l’attore non è italiano.
Questo cambiamento influisce sul
modo in cui il pubblico lo percepisce: Lomeli porta con sé un senso
di identità culturale italiana e un peso storico, mentre
Lawrence offre un ritratto più neutro e
anglicizzato. Tuttavia, molti altri personaggi mantengono
la loro identità italiana, come il cardinale Tedesco (Sergio
Castellitto), e questo non offusca la diversità che il
libro mostrava. Anzi, il cambiamento è più che benvenuto, dato che
l’interpretazione di Ralph Fiennes del Cardinale Lawrence del
Conclave è degna di un Oscar ed è difficile immaginare un
attore che abbia interpretato il ruolo in modo migliore.
Il Cardinale Lawrence è molto
più vecchio nel libro rispetto al Conclave
Nel romanzo, il cardinale Lomeli è
rappresentato come una figura invecchiata, che porta il peso fisico
ed emotivo dei suoi anni all’interno della Chiesa. La sua età è un
elemento significativo nella rappresentazione di Harris, che
influenza la sua percezione, le sue azioni e le sue risposte alle
sfide dell’elezione papale. Viene rappresentato come un
uomo fragile e contemplativo, con una qualità
introspettiva che aggiunge profondità alle sue interazioni e
decisioni. Tuttavia, per il film, che vuole essere più un thriller
teso, questo approccio non era l’ideale.
Al contrario, i
lfilmConclaveritrae il cardinale Lawrence come più vigoroso e
giovane. Questo adattamento gli permette di impegnarsi in
modo più dinamico nello svolgimento della trama, enfatizzando
l’azione rispetto all’introspezione. Il ritratto più giovane si
allinea al ritmo e al tono del film, trasformandolo in un
personaggio in grado di navigare con facilità nei rapidi sviluppi
della storia. Mentre l’anziano Lomeli del libro porta con sé un
senso di gravitas e vulnerabilità, il giovane Lawrence del film
offre un personaggio più attivo e avvincente. Questa differenza
modifica il modo in cui il pubblico si relaziona con lui,
scambiando l’introspezione con un ritratto più accessibile e
coinvolgente, adatto al formato del thriller.
La nazionalità del cardinale
Benítez è diversa nel libro del Conclave
In Conclave, uno degli
adattamenti degni di nota dal libro al film è la nazionalità del
cardinale Benítez, che passa dalle Filippine del romanzo di
Robert Harris al Messico dell’adattamento cinematografico.
Nel libro, le origini filippine di Benítez lo collocano nel
contesto del Sud-Est asiatico, una regione in cui il cattolicesimo
ha forti radici ed è profondamente radicato nel paesaggio
culturale. L’eredità cattolica delle Filippine risale a secoli fa,
aggiungendo un livello di autenticità e significato culturale al
suo personaggio, che rappresenta una voce influente dell’Asia
all’interno dell’assemblea globale del Vaticano.
Secondo i rapporti
internazionali del Dipartimento di Stato americano, sia le
Filippine che il Messico sono cattolici al 78%.
La scelta del film di rendere
messicano il cardinale Benítez introduce una dinamica molto simile,
spostando l’origine del suo personaggio in America Latina, dove il
cattolicesimo è anch’esso dominante e culturalmente risonante. Il
Messico è una grande roccaforte cattolica con una storia unica
legata all’evoluzione del cattolicesimo e al suo ruolo
significativo nel plasmare la società. Questo cambiamento mantiene
la stessa energia del libro, ma si allinea al fatto che
Carlos Diehz è messicano e non filippino. Il passaggio
alla nazionalità messicana contribuisce a evidenziare una
prospettiva familiare di impatto globale, sottolineando la
diversità della fede all’interno del contesto internazionale del
Vaticano.
Il film del Conclave aggiunge
una sottotrama di un’autobomba non presente nel libro
Forse l’aggiunta più significativa
di Conclave è una sottotrama che coinvolge un’autobomba,
un elemento del tutto assente nel romanzo di
Harris. Questa nuova trama introduce un livello maggiore
di suspense, offrendo un colpo di scena orientato all’azione che si
discosta dal ritmo più lento e introspettivo del libro. La
sottotrama dell’autobomba conferisce un senso di urgenza e di
pericolo che spinge il film in avanti, catturando l’attenzione
degli appassionati di thriller con un dramma ad alta tensione.
Questa aggiunta si allinea alla tendenza cinematografica di
incorporare elementi d’azione per tenere il pubblico impegnato, ma
Conclavetrova comunque il modo
di renderla del tutto rilevante per la trama.
Incorporando l’autobomba,
Conclave evidenzia i pericoli e l’alta posta in gioco
legati al potere e alla fede, ampliando il suo fascino.Questa scelta rafforza l’importanza di Benítez, soprattutto
nelle scene successive.
Inserendo l’attentato,
Conclave evidenzia i pericoli e l’alta posta in gioco
legati al potere e alla fede, ampliando il fascino del film. Le
conseguenze dell’attentato rafforzano il significato di Benítez e
le qualità che lo rendono più adatto a diventare Papa, portando al
finale profondo e misterioso di Conclave.
Al contrario, il libro di Harris si basa esclusivamente sulla
tensione psicologica e sulle complesse interazioni tra i personaggi
all’interno delle mura vaticane, creando un mistero più lento.
L’inclusione della sottotrama dell’autobomba dimostra l’intenzione
dei registi di adattare la storia alle moderne aspettative
cinematografiche, garantendo che Conclave
rimanga coinvolgente e ricco di suspense dall’inizio alla
fine.
Captain America: Brave New World è il sequel di
L’incredibile Hulk, sotto molti aspetti. Uscito
originariamente nel 2008 come secondo film della MCU, L’incredibile Hulk vedeva
Edward Norton nel ruolo di Bruce Banner prima che questo fosse
ripreso da
Mark Ruffalo nel 2012 in The Avengers. Ora, il film
Brave New World riprende diversi fili e personaggi
introdotti per la prima volta nel primo film di Hulk, molti
dei quali non erano mai stati citati nei 17 anni trascorsi tra i
due film.
In The Incredible Hulk,
Bruce Banner era un fuggitivo in fuga mentre il
generale Thunderbolt Ross lo braccava ossessivamente usando
l’esercito, desiderando il suo potere per il governo degli Stati
Uniti e nutrendo risentimenti personali verso Banner che si era
innamorato di sua figlia Betty. 17 anni dopo, Hulk è ora un
Vendicatore riconosciuto nell’MCU, mentre Ross è diventato
presidente degli Stati Uniti. Tuttavia, Captain America: Brave
New World svela anche una massiccia cospirazione iniziata
durante gli eventi di L’incredibile Hulk del 2008. Ecco i
motivi principali per cui Captain America: Brave New
Worldè essenzialmente l’Incredibile Hulk
2.
che continua il suo arco
narrativo nell’universo cinematografico Marvel iniziato con
L’incredibile Hulk del 2008
Uno dei motivi principali per
cui Captain America: Brave New World è il sequel di
una scarpa da ginnastica di Hulk è il semplice fatto che
Thaddeus Ross è l’antagonista principale del film. Introdotto per
la prima volta nel film L’incredibile Hulk del 2008,
interpretato dal compianto William Hurt, Ross rispecchiava
abbastanza bene il suo omologo dei fumetti nella sua incessante
caccia a Banner dopo l’esperimento gamma che lo aveva trasformato
in Hulk. Tuttavia, da allora Ross ha continuato ad avere un ruolo
secondario nell’MCU.
Ora, Harrison Ford ha preso il
posto del defunto William Hurt nel ruolo di Ross in Brave New
World.Ross viene eletto presidente degli Stati Uniti in
questo nuovo film dell’MCU e alla fine si trasforma nel
mostruoso Hulk Rosso come si vede nei fumetti, diventando ciò che
aveva a lungo cacciato nel passato dell’MCU.
Brave New World rivela le
conseguenze di Harlem
Hulk contro
Abomination
Gran parte della cospirazione che
circonda la presidenza di Ross e gli scheletri nel suo armadio
hanno origine dalla Battaglia di Harlem. Nell’Incredibile
Hulk del 2008, l’Hulk di Banner combatte contro Emil Blonsky,
che si era trasformato in Abomination. Blonsky aveva ricevuto
trattamenti gamma dallo stesso Ross per sconfiggere Banner, che poi
chiese ancora più potere a Samuel Sterns (Tim Blake Nelson), lo
scienziato da cui Banner si era rivolto nel tentativo di curare
Hulk per sempre.
Brave New World rivela le
conseguenze di questa importante battaglia di Harlem. Non solo
Betty si rifiutò di parlare con suo padre, ma Ross fece recuperare
segretamente Sterns da una squadra e lo portò in un sito militare
segreto. Dopo che il suo cervello era stato potenziato dal sangue
di Banner, Ross aumentò la dose di raggi gamma e trasformò Sterns
nel suo laboratorio di ricerca privato, creando nuove armi e
contribuendo allo stesso tempo a sviluppare una cura per la sua
malattia cardiaca, promettendogli in continuazione il perdono una
volta diventato presidente. In realtà, Ross trasformò Sterns in un
capro espiatorio per gli eventi di Harlem, senza mai avere
intenzione di rilasciarlo.
Il mondo nuovo finalmente
ripaga Samuel Sterns, alias The Leader
Nascosto per 16 anni
nell’MCU
Quando le gocce di sangue irradiato
con raggi gamma di Banner caddero sulla tempia di Sterns in
L’incredibile Hulk e la sua testa iniziò a mutare, divenne
chiaro che l’MCU stava preparando la sua
evoluzione in Leader, la controparte supercriminale di Sterns nei
fumetti che acquisisce un intelletto a livello di genere grazie ai
suoi potenziamenti gamma. Tuttavia,
Samuel Sterns non è più apparso nell’MCU fino a Brave New
World. Ora, è stato rivelato che Sterns è stato
prigioniero di Ross per 16 anni, il che spiega la sua scomparsa
mentre sviluppava la sua vendetta segreta contro il nuovo
presidente dell’MCU.
Le radiazioni gamma giocano un
ruolo importante in Brave New World
Una cospirazione importante che
coinvolge Ross e Sterns
In generale, le radiazioni gamma
giocano un ruolo molto più importante in Captain America: Brave
New World rispetto alla maggior parte dei progetti
MCU a partire da L’incredibile
Hulk (un’eccezione degna di nota è She-Hulk: Avvocato e le origini della cugina di
Banner, Jen Walters). Non solo la mutazione gamma di Sterns è
mostrata per intero nel 35° film dell’MCU, ma viene anche rivelato che le
pillole create da Sterns per curare la malattia cardiaca di Ross
erano state contaminate con radiazioni gamma che sono entrate
gradualmente nel flusso sanguigno del presidente, provocandone la
mostruosa trasformazione in Hulk Rosso durante il terzo atto di
Brave New World.
Il ritorno di Betty Ross,
interpretata da Liv Tyler
Liv Tyler ed Edward Norton in L’incredibile Hulk
La sua prima apparizione
nell’MCU dopo L’incredibile Hulk del 2008
Interpretata da
Liv Tyler, Betty Ross è stata il primo amore di Bruce Banner e
la figlia del presidente Ross, da cui si era allontanato dopo gli
eventi de L’incredibile Hulk. Proprio come Sterns, Betty
Ross non era stata vista nell’MCU dal film del 2008, per poi fare
finalmente una nuova apparizione in Brave New World. La
missione principale di Thaddeus era mostrare a sua figlia che era
cambiato, e questo è stato il motivo principale che lo ha portato a
ritrasformarsi nella sua forma normale di mostro rosso rabbioso
alla fine del film.
Mentre la sua voce può essere
sentita al telefono prima della battaglia del terzo atto, Betty
fa un’apparizione completa sullo schermo quando va a trovare suo
padre che ora è detenuto sulla Zattera, cercando di cercare di
riparare il loro rapporto. Tuttavia, non è mai stato rivelato
esplicitamente perché lei e Bruce si sono lasciati, a parte
l’implicazione che probabilmente è stato Banner a rompere, dato che
era ancora ricercato come fuggitivo. Tuttavia, questo non spiega
ancora perché la coppia non sia mai tornata insieme, soprattutto
dopo che Hulk di Banner è diventato un Vendicatore ed è stato
riconosciuto come un eroe.
Red Hulk è il rivale perfetto
per Hulk di Bruce Banner
Il naturale passo successivo
per il “cacciatore di Hulk”
Purtroppo, l’Hulk di Bruce Banner
non fa la sua comparsa in Captain America: Brave New
World. Tuttavia,
il debutto completo nell’MCU dell’Hulk Rosso di Ross
preannuncia un futuro entusiasmante, in cui gli Hulk rosso e verde
potrebbero incontrarsi in futuro. Anche se potrebbero essere rivali
iniziali, è più probabile a questo punto che Hulk e Hulk Rosso
possano diventare improbabili alleati durante i prossimi
Avengers crossover.
Anche se Ross potrebbe essere
tenuto prigioniero sulla Zattera al momento, non è difficile
immaginare uno scenario in cui Ross venga reclutato per aiutare a
salvare il mondo, soprattutto se le cose diventano davvero
disperate. Inoltre, avere la possibilità di affrontare Banner è
probabilmente una delle ragioni principali per cui Ross è ancora
vivo alla fine del film, dopo la serie di riprese aggiuntive.
Dopotutto, i video originali del set del film avevano anticipato un
funerale per il presidente dell’MCU.
Ross finalmente paga per le sue
azioni in The Incredible Hulk
Captain America: Brave New World – Cortesia Disney
L’esercito contro Banner (e la
colpa di Sterns)
Il presidente Ross che paga
finalmente per tutte le sue azioni e i suoi segreti è sicuramente
un ponte narrativo soddisfacente tra TheIncredible
Hulk e Brave New World. Allo stesso modo, il fatto
che sia stato in grado di dimostrare la sua capacità di cambiare ed
essere migliore dell’uomo che era è un buon messaggio tematico a
tutto tondo. In definitiva, la possibilità per Ross di
riconciliarsi con sua figlia è molto più significativa e
soddisfacente se si pensa a dove è iniziato il loro rapporto
nell’MCU con il film del 2008.
L’inizio di una nuova squadra
di Vendicatori è anticipato
Riflettendo sulla fine di
L’incredibile Hulk
È anche divertente sottolineare che
sia L’incredibile Hulk che Captain America: Brave New
Worldterminano con la formazione di futuri gruppi
di Vendicatori. L’incredibile Hulk, dopo i titoli di coda,
mostra Tony Stark che incontra il generale Ross, che beve e fuma i
suoi dispiaceri in un bar, dopo aver perso Bruce Banner ancora una
volta. Stark allude quindi alla formazione di una squadra di
individui potenziati, lasciando intendere che Hulk di Banner è una
recluta desiderata per il primo gruppo di Vendicatori.
Al contrario, alla fine di
Captain America: Brave New World, Sam Wilson accetta la
precedente proposta di Ross di riformare gli Avengers. Ross aveva
immaginato una squadra che ricevesse ordini dalla Casa Bianca, ma
ora che è tenuto prigioniero su The Raft, presumibilmente non sarà
più così. Indipendentemente da ciò, Wilson accenna allo stesso
modo alla formazione di un nuovo gruppo di Vendicatori, e si
accenna anche al fatto che il Falcon di Joaquin Torres sarà uno dei
suoi membri oltre allo stesso Capitan America, proprio come
Hulk è stato accennato come una delle prime reclute dei Vendicatori
dopo Iron Man.
Un sussurro di disperazione che
diventa urlo di protesta e denuncia contro le discriminazioni
razziali nelle piazze di tutto il mondo. Il 25 maggio a Minneapolis
l’afroamericano George Floyd è stato bloccato a terra da un
poliziotto bianco con un ginocchio sul collo per 8 minuti e 46
secondi, interminabili e terrificanti, togliendogli il fiato e la
vita. 8 minuti e 46 secondi: l’assassinio di George
Floyd, è l’instant doc prodotto da Sky
che racconta quei terribili momenti e l’ondata di indignazione e
proteste globali che ne è seguita al grido di Black Lives
Matter, in onda giovedì 18 giugno alle
21 su Sky TG24, alle 23.05 su
Sky Atlantic e Sky Arte e disponibile on
demand. In streaming anche su NOW TV.
Al centro del racconto di 8
minuti e 46 secondi: l’assassinio di George Floyd, un
video, ripreso con un telefono e diffuso sui social, ha mostrato al
mondo intero la vicenda di George Floyd. La morte dell’uomo ha
portato in poche ore migliaia di persone prima nelle strade di
Minneapolis, poi in quelle di tutti gli Stati Uniti e del resto del
mondo. Manifestanti neri e bianchi insieme, giorno dopo giorno
sempre più numerosi, per chiedere giustizia ma soprattutto per dire
basta alle discriminazioni razziali. Con la voce narrante
dell’attore e regista IDRIS ELBA e i contributi di diverse
personalità, tra cui il politico e religioso statunitense
JESSE JACKSON, la scrittrice e attivista
ILYASAH SHABAZZ, figlia di Malcom X, la scrittrice
BONNIE GREER e l’attivista del movimento Black
Lives Matter ZELLIE IMANI, lo speciale
ricostruisce dettagliatamente la vicenda e cerca di comprendere se
la morte di George Floyd sarà un momento cruciale per le
rivendicazioni del movimento antirazzista – di cui ripercorre la
storia nelle sue battaglie principali – e per la presa di coscienza
del mondo occidentale, oppure rimarrà ancora una volta solo un
altro orrendo episodio di morte di un giovane nero per mano di un
ufficiale di polizia bianco.
Su Sky è inoltre disponibile
on demand la collezione di film e documentari
#BlackLivesMatter. Tra questi, oltre all’instant
doc di Sky, il film Malcom X di Spike Lee e i vincitori di
premi Oscar
Green Book, A spasso con Daisy, Se la strada potesse
parlare e Mississippi Burning – Le radici dell’odio, ma anche
documentari legati al mondo dello sport, che ha sempre avuto un
ruolo fondamentale nella lotta alle discriminazioni razziali, come
gli speciali di Federico Buffa #SkyBuffaraccontaJesse
Owens, #SkyBuffaracconta Muhammad Alì e
#SkyBuffaracconta Rewind – I Pugni Neri Di Messico
’68.
Da parte del gruppo Sky, in
sinergia con la capogruppo Comcast e con NBCU negli Stati Uniti,
c’è un impegno concreto a supportare la lotta contro il razzismo e
ad aumentare l’inclusione e sostenere il valore della diversity.
Sky investirà 10 milioni di sterline ogni anno per i prossimi tre
anni in ognuno dei mercati in cui è presente per aumentare la
rappresentanza delle minoranze etniche a tutti i livelli, per fare
la differenza nelle comunità impattate dal razzismo e utilizzare il
potere della voce di Sky e della sua piattaforma affinché le
ingiustizie non vengano ignorate.
“8 MINUTI E 46 SECONDI:
L’ASSASSINIO DI GEORGE FLOYD”, IN ONDA GIOVEDÌ 18 GIUGNO ALLE 21 SU
SKY TG24, ALLE 23.05 SU SKY ATLANTIC E SKY ARTE E DISPONIBILE ON
DEMAND E SU NOW TV
/Film ha rivelato oggi che secondo una
fonde attendibile un prologo di 8 Minuti del terzo capitolo della
saga del Cavaliere Oscuro targata Christopher
Nolan potrebbe essere allegato alle copie IMAX del nuovo
capitolo di Mission impossibile: protocollo fantasma.
Alle soglie dei vent’anni, si può
dire che 8 Mile (2002) sia un film che è
rimasto a segnare un’epoca. Riesce a fotografare bene un
determinato periodo storico, gli anni Novanta, di un determinato
paese, gli Stati Uniti, e un determinato ambiente sociale, prima
ancora che scena musicale. Infine, ruota attorno a un uomo che,
checché se ne dica- Eminem è personaggio ostico,
capace di attirare su di sé critiche e antipatie almeno quanto
apprezzato sulla scena hip-hop – di quella scena è stato indiscusso
protagonista.
Il film è un viaggio nella Detroit
più difficile, quella da cui la storia di Marshall Bruce Mathers
III – vero nome di Eminem – è iniziata proprio agli albori degli
anni Novanta. 8 Mile fu un successo non
solo in patria, dove vinse il Premio Oscar per la miglior
canzone, Lose Yourself, ad opera di
Eminem stesso, che chiudeva il film – per la prima volta
fu una canzone rap ad aggiudicarsi il premio. Con questo film
Eminem guadagnò anche due MTV Movie Awards –
miglior interpretazione maschile e miglior rivelazione – e
due Grammy Awards – miglior canzone rap e
miglior performance solista. Dal 22 maggio 8
Mile è disponibile in streaming su Netflix.
La trama di 8
Mile
Ambientato nel 1995, il film è la
storia di un aspirante musicista hip-hop, Jimmy Smith Jr, detto
“B-Rabbit”, Eminem, e del quartiere di Detroit in
cui vive. La 8 Mile Road è infatti la strada che divide il
quartiere dei bianchi da quello dei neri. Jimmy è bianco, ma vive
nella parte abitata quasi esclusivamente da neri. Il suo sogno è di
sfondare nell’hip-hop e uscire così dalla miseria in cui versa.
Fortunato ad avere un lavoro in fabbrica come operaio, vive in una
roulotte con una madre sbandata, Kim Basinger, e la sorellina Lily,
Clohe Greenfield.
La sua evasione da tutto questo
consiste nella musica. Scrive canzoni e partecipa, controvoglia,
iscritto dal suo amico Future, Mekhi Phifer, alle
gare di freestyle che si svolgono ogni sera in un locale,
lo Shelter. Troppo spesso però, salito sul palco, gli
manca il coraggio di esibirsi ed è oggetto di derisione, unico
bianco in un mondo di rapper neri. Il suo riscatto passerà dal suo
talento, che inevitabilmente è più forte di qualsiasi ostacolo.
Eminem, dai bassifondi di
Detroit alle stelle, con verità e senza compiacimento
Ben girato da
Curtis Hanson (Cattive
compagnie, L.A.
Confidential, In her Shoes – Se fossi
lei), con un buon lavoro di scrittura da parte di
Scott Silver, il film riesce a delineare bene
tutti i personaggi ed è ben recitato da tutto il cast. In primis
dallo stesso Eminem, che non sembra affatto a
disagio davanti alla macchina da presa, da uomo di spettacolo quale
è, ma riesce a dare verità alla sua interpretazione, il che non è
scontato, sebbene vesta i panni di sé stesso.
Si fa notare anche
l’interpretazione di Kim Basinger, nei panni di una madre
alcolizzata e con il vizio del gioco, senza una direzione nella
vita e che non ha saputo prendersi cura dei due figli, di cui una
ancora molto piccola. Un personaggio ruvido, molto diverso dalle
donne fatali da lei abitualmente interpretate, ma che l’attrice sa
affrontare con indubbia efficacia. A Michael Shannon, nel ruolo di Greg Buehl,
compagno della madre di Jimmy, spetta un personaggio sgradevole e
violento, che sa interpretare al meglio. Così come bravi sono gli
attori che vestono i panni degli amici di Jimmy. Oltre al già
citato Mekhi Phifer, anche Evan
Jones, nel ruolo di Cheddar Bob e Omar Benson
Miller in quello di Sol George (alcuni ricorderanno la sua
interpretazione di Train in Miracolo a
Sant’Anna di Spike Lee). Mentre
Brittany Murphy è Alex.
Anche chi non è particolarmente
appassionato di hip-hop può seguire agevolmente il film senza
annoiarsi, proprio perché quello che il regista e gli interpreti
raccontano non è solo una scena musicale e la nascita di una star,
ma è un pezzo di mondo difficile che, tra le altre cose, fa
riflettere in modo spiazzante sul concetto di razzismo e sulle sue
innumerevoli sfaccettature. La storia è senza dubbio
particolarmente sentita dal protagonista, che racconta sé stesso,
ed ha dunque un quoziente di verità importante.
Inoltre, pur essendo anche
abbastanza crudo e ambientato in un’America non facile,
8 Mile non eccede mai in questi aspetti.
Il regista li rende sì realisticamente, ma senza cadere nel
compiacimento. Non si crogiola nella miseria e nella povertà della
Detroit proletaria. Non sceglie la facile strada del melodramma, ma
preferisce mantenere autenticità.
Lose
yourselfe la colonna sonora di 8
Mile
La colonna sonora del
film è curata da Eminem stesso, autore di alcuni brani assieme
a Luis Resto e Jeff Bass. Oltre a pezzi
suoi, però, ci sono anche brani come Sweet Home Alabama
dei Lynyrd Skynyrd, in una versione rivisitata da Eminem, e di
artisti della scena hip-hop come Wu-Tang Clan e Tupack Shakur, per
non parlare delle citazioni di gruppi, come i Beastie Boys.
Tra i momenti più significativi di
8 Mile, in cui emerge l’essenza del personaggio di
Jimmy-Eminem, vi sono proprio quelli in cui il protagonista compone
o canta la sua musica. Quando compone, si trova spesso a casa o in
autobus: le cuffie, un penna e qualche foglio sgualcito. Scrive
raccontando ciò che vede attorno a sé, che sia la sua America o le
difficoltà della propria quotidianità. È in quei momenti che
nascono pezzi come Lose
yourself, che racchiude in sé il senso del
film: “Se avessi, un’unica chanche o una sola opportunità/di
avere tutto quello che hai sempre voluto, in un solo momento/ la
cattureresti o lo lasceresti andare?” E’ proprio questa la
sfida che il protagonista si trova di fronte. Un’unica opportunità
per uscire da quella miseria, da quel grigiore. “One
shot”, o la va o la spacca. Un’opportunità da afferrare per
prendersi finalmente ciò che merita, in virtù delle sue capacità e
del suo talento.
Eminem c’è riuscito.
Lose yourself è diventato il singolo di
maggior successo della sua carriera. Oggi che il rap e l’hip-hop
proliferano ovunque, con mille derivazioni e nuovi sottogeneri, in
ogni parte del mondo, praticati da chiunque e non più quasi
esclusivamente dalla comunità black, 8
Mile aiuta a ricordare quanto poteva essere difficile
non molto tempo fa – ma sembrano passati secoli – essere un rapper
bianco, presentarsi su un palco e riuscire a dimostrare, in soli 45
secondi, il proprio valore.
Nel corso della Saga dell’Infinito, l’MCU ci ha portato nel Wakanda,
nella Stark Tower, nel Sanctum Sanctorum e in una serie di altri
luoghi iconici dei fumetti. Tuttavia, ora che il franchise si è
allargato con gli X-Men e dei Fantastici Quattro ci sono un sacco di
eccitanti possibilità future da esplorare. Durante la Fase 5 abbiamo visitato altre realtà, visto
brevemente parti di Madripoor e persino esplorato il Regno Quantico, ma molti luoghi incredibili
rimangono inesplorati e il loro potenziale non è stato
sfruttato.
Dalla casa del Dottor Destino a una
base molto diversa per gli Avengers, fino a paesi e isole che non ci
saremmo mai aspettati di vedere nel MCU. Per questo motivo sono state
evidenziate 8 destinazioni imperdibili, alcune delle quali
potrebbero essere o meno fondamentali nelle prossime due Fasi.
Latveria nel MCU
Il Dottor Destino sarà introdotto, si spera, nel
reboot dei Fantastici Quattro di Matt Shakman, ma chi conosce Victor
Von Doom sa benissimo che è in grado di rappresentare una
minaccia per l’intero MCU. Questo è un aspetto
che vedremo quasi sicuramente in futuro, ma a differenza delle
versioni precedenti del personaggio, è fondamentale che questo
regni sulla nazione di Latveria. Il tempo darà tutte le risposte ma
per esempio il Wakanda non è stato menzionato fino ad Avengers: Age of Ultron (uscito sette anni
dopo l’arrivo nelle sale di Iron Man del 2008).
Destino è un
personaggio incredibile, che dovrebbe avere alle spalle la forza di
un intero paese. Inoltre, sarebbe fantastico vedere la Prima
Famiglia Marvel dirigersi lì per cercare di
combattere le sinistre macchinazioni di Victor.
Genosha
Abbiamo fatto una breve
visita a Genosha in Dark Phoenix,
ma era solo un campo con alcune baracche. Nei fumetti, questa è la
casa di Magneto e di altri mutanti che non vogliono più essere
vittimizzati dagli umani, e un’intera nazione governata dal Maestro
del Magnetismo ribalterebbe le dinamiche di potere di questo mondo
condiviso. Quando i mutanti inizieranno a farsi sentire nel
MCU, potrebbe trattarsi di
un’isola nascosta in cui i mutanti si sono nascosti, o di un luogo
già noto al mondo. Oppure i resti di un certo Celestiale che
spuntano dall’oceano.
Genosha viene
infine distrutta da un’enorme Sentinella che uccide milioni di
persone, e questo tipo di genocidio nel MCU potrebbe essere ciò
che porta alla nascita dei mutanti e alla guerra di Magneto contro l’umanità.
Avengers Compound
Alla fine di Black Panther del 2018, T’Challa ha deciso di
creare una base a Los Angeles. Con Shuri come nuovo Black Panther questo sembra
essere un ottimo posto dove riunire i Vendicatori della Costa
Ovest. Per differenziare la prossima iterazione degli Eroi più
potenti della Terra da quelle precedenti, spostarli da New York ha
senso e avere Shuri come leader sarebbe
fantastico.
Con i prossimi due film degli
Avengers che si preannunciano, una seconda
squadra della Costa Ovest, completamente separata, potrebbe essere
essenziale quando arriverà il momento di affrontare Kang. Questa non va confusa con il complesso
dei Nuovi Vendicatori sulla costa orientale e, grazie alla
tecnologia wakandiana, siamo certi che sarebbe molto diversa da
quella creata da Tony Stark per la squadra.
Savage Land
La Terra Selvaggia apre le
porte a possibilità narrative illimitate. Indipendentemente dal
fatto che siano gli X-Men a visitare questa terra misteriosa piena
di mostri mutati e dinosauri o personaggi come Hulk o i Thunderbolts, i Marvel Studios potrebbero dare un’impronta
molto diversa a tutte le uscite future puntando i riflettori su
quest’area unica del MCU. Ka-Zar è un
personaggio la cui introduzione sul grande schermo è attesa da
tempo, e lo stesso vale per Shanna, She-Devil.
Piuttosto che mandarci un volto
noto, perché non dare il via a una presentazione speciale dei
Marvel Studios incentrata su questo duo? La
Terra Selvaggia ha un potenziale incalcolabile per più franchise,
mentre ci dirigiamo verso le prossime due Fasi, ed è un luogo in
cui potremmo tornare più volte nelle storie future.
Negative Zone nel MCU
La Negative Zone ospita una
serie di iconici cattivi che finora sono stati off-limits per i
Marvel Studios. Sarebbe stato facile collegare
questa misteriosa dimensione al Regno Quantico nell’ultimo film di
Ant-Man, ma ora questa versione del Microverso
sembra essere un’entità a sé stante. In ogni caso,
Annihilus è un cattivo che potrebbe sfidare non
solo i Fantastici Quattro, ma anche Guardiani della Galassia e Vendicatori.
Molte delle avventure dei Fantastici Quattro si sono svolte qui, e
l’esplorazione di questa dimensione apre le porte a una miriade di
possibilità narrative che contribuiranno a distinguere il reboot
dagli ultimi sforzi. I Marvel Studios hanno già esplorato
lo spazio esterno con i Guardiani, ma la casa di
Blastaar, Annihilus e altri sarebbe una vera e
propria svolta.
Asteroid M
Genosha
sarebbe un luogo interessante da visitare, ma visto il modo in cui
i mutanti vengono lentamente introdotti, non deve necessariamente
iniziare come un luogo associato ai mutanti. Un’altra possibilità:
e se non avessimo sentito parlare degli X-Men perché si sono nascosti sopra la Terra
nella base di Magneto sull’Asteroide M?
Potrebbe sembrare un po’
inverosimile, ma potrebbe essere un’abile retcon e, in ogni caso,
sarebbe una casa davvero fantastica per la Confraternita dei
Mutanti Malvagi.
Baxter Building
Ci sono già state infinite
speculazioni sul fatto che l’Avengers Tower sarà trasformata nel
Baxter Building quando i Fantastici Quattro arriveranno nel MCU, e sembra una mossa
intelligente, soprattutto perché stiamo parlando di una squadra
molto amata dal pubblico (probabilmente più degli Avengers stessi).
La possibilità di esplorare il
Baxter Building promette di essere il vero fiore all’occhiello
delle nuove fasi sia all’interno che all’esterno, con il
laboratorio di Reed Richard senza dubbio pieno di Easter
Eggs, e la piattaforma di atterraggio per il
Fantasticar da qualche parte siamo destinati a
vedere molti scambi memorabili tra gli eroi che vivono in questo
mondo.
Avengers Mansion nel MCU
Se il piano non prevede che
ci dirigiamo verso la West Coast, perché non introdurre finalmente
l’Avengers Mansion?La Stark
Tower/Avengers Tower è stata venduta e il New Avengers
Compound è stato distrutto da Thanos. Questo lascia la squadra senza una
base operativa, anche se non possiamo escludere che Tony Stark abbia lasciato loro la sua villa di
New York.
Certo, non ne abbiamo mai sentito
parlare prima d’ora, ma questo non ha molta importanza e sarebbe
una gioia vedere la squadra trovare una casa come questa (potrebbe
anche esserci una nuova versione del J.A.R.V.I.S. robotico). In definitiva,
potrebbe dipendere dalla direzione che i Marvel Studios intendono dare alla
squadra, ma è un peccato non averla vista prima e la Fase 5 o 6
sembra il posto giusto per introdurla finalmente.
I Marvel Studios sono tornati al tavolo
da disegno con il MCU, tornando a un
approccio basato sulla qualità rispetto alla quantità, che
prevediamo di vedere in vigore a partire da Deadpool &
Wolverine quest’estate.
Avengers 5 e
Avengers:
Secret Wars sono ancora all’orizzonte, ma quali sono
le storie dei fumetti che Kevin Feige e compagnia possono adattare
prima, dopo e potenzialmente in questi film?
In questa rubrica daremo
un’occhiata ad alcuni eventi dell’Universo Marvel che sono perfettamente
adatti al grande schermo. Da team-up epici a crossover massicci e a
storyline che mettono al centro personaggi specifici, tutti questi
eventi potrebbero avere un impatto positivo sul MCU negli anni a
venire.
Spider-Island
Quando lo Sciacallo e la Regina
Ragno presero di mira Manhattan, l’intera popolazione fu infettata
dai poteri dei ragni. Molti soccombono e si trasformano in ragni
mostruosi, anche se molti volti noti acquisiscono capacità
sorprendenti simili a quelle di Peter Parker.
Si tratta di una storia pazzesca,
con la quale ci divertiremmo a vedere la versione di
Spider-Man del MCU (e forse anche alcuni dei suoi
doppelganger multiversali) costretta a confrontarsi.
Oltre a qualche cameo di alto
profilo, ci aspettiamo di vedere Spidey costretto a intervenire per
proteggere la sua casa da una minaccia che nemmeno i Vendicatori
possono contrastare. Tuttavia, gli Eroi più potenti della Terra
potrebbero ancora apparire, anche se sotto forma di alcune delle
creature-ragno di cui abbiamo parlato sopra. Con alcuni cambiamenti
chiave, questo ha tutte le carte in regola per un addio epico per
il Wall-Crawler di Tom Holland.
Guerra dei Regni (War Of The
Realms)
Thor:
Love and Thunder ha introdotto Jane Foster
come il potente Thor e, se siamo fortunati, tornerà in un futuro
non troppo lontano. Cosa potrebbe giustificare la resurrezione di
Jane? Beh, che ne dite di una storia epica come quella della Guerra
dei Regni?
Con tutti i Nove Regni sotto
attacco da parte del sinistro Malekith (che potrebbe
essere sostituito con, osiamo dire, Mefisto), gli Eroi più potenti
della Terra si uniscono a Thor (e a Thor) nella sua battaglia
contro gli Elfi Oscuri, per non parlare di personaggi come
Dario Agger, i Giganti di Ghiaccio e vari altri cattivi
asgardiani.
“La guerra dei regni” è
stata una storia emozionante, epica e ricca di azione, e potrebbe
essere un ottimo punto di arrivo per la storia del Dio del Tuono o
per scuotere il suo status quo in modo significativo. Vorremmo che
fosse Taika Waititi a dirigerlo? Dopo la sua ultima
fatica, è ora di lasciare che sia un altro regista ad adattare
Thor.
House Of M
Se i Marvel Studios vogliono
introdurre gli X-Men in un modo grande e rivoluzionario,
allora un adattamento di House of M che rimodelli il MCU per un certo periodo ha senso
per noi (potrebbe anche essere combinato con quello che vedremo in
Avengers:
Secret Wars).
Manipolata dal fratello,
Scarlet Witch usa i suoi poteri di alterazione della realtà per
rimodellare il mondo in modo che i mutanti siano la maggioranza e
governino il pianeta. Tuttavia, alcuni si rendono conto di ciò che
sta accadendo e si imbarcano in una missione per riportare le cose
come erano prima.
Questo pone gli
X-Men di fronte a un dilemma morale: vogliono
davvero tornare in un mondo in cui sono temuti e odiati o rimanere
in una realtà in cui Magneto governa con il pugno di ferro? Questo
potrebbe essere un addio infernale anche per Wanda…
Siege
Dopo che un atto eroico ha messo
Norman Osborn a capo dello S.H.I.E.L.D. (ora
ribattezzato H.A.M.M.E.R.), egli si accinge a rimodellare il mondo
a sua immagine e somiglia a una squadra di Vendicatori Oscuri.
L’ex Green Goblin si veste
persino come Iron Patriot e, in un ultimo tentativo di
consolidare il suo potere mentre gli Eroi più potenti della Terra
iniziano a reagire, lancia un attacco devastante ad Asgard, la
patria di Thor. Nel MCU, scommetteremmo su
qualcun altro che sostituisca Norman (tanto per cominciare, non
esiste sulla
Terra-616), ma questa storia sembra la base di un grande film
su Thor in formato Avengers.
Valentina Allegra de Fontaine potrebbe
prendere il posto di Norman, ma anche qualcuno come il Dottor
Destino se i Marvel Studios aspettano il momento
giusto per trasformare questo film in un grande evento
crossover.
Blood Hunt
L’evento Blood Hunt è ancora in
corso mentre scriviamo questo articolo, ma ci piacerebbe vedere un
adattamento da parte dei Marvel Studios. Nella
storia, abbiamo visto un Blade malvagio guidare varie fazioni di
vampiri, unite per la prima volta in millenni, come parte di un
attacco globale per bloccare il sole.
Dopo essersi nascosti nell’ombra
dell’Universo Marvel fin dall’inizio, sono liberi
di nutrirsi dell’umanità, mentre eroi e cattivi cadono preda della
loro irrefrenabile sete di sangue. I colpi di scena si sono
susseguiti senza sosta, così come il tipo di violenza sfrenata che
solo un rating R potrebbe rendere giustizia allo schermo.
Tenendo conto di ciò, perché non
farne la premessa di un eventuale team-up di Midnight
Suns che contrapponga personaggi del calibro di
Moon
Knight, Doctor Strange e Werewolf by Night al
Daywalker di
Mahershala Ali?
Annihilation
Se questo evento non fosse mai
accaduto, probabilmente i Guardiani
della Galassia di James Gunn avrebbero avuto un aspetto molto
diverso. Annientamento ha riacceso il lato cosmico dell’Universo
Marvel e ha rilanciato i Guardiani
con grande successo.
La Terra non entra in alcun modo in
questa storia (i Vendicatori e gli X-Men sono completamente
assenti), mentre personaggi del calibro di Nova e Quasar hanno la
possibilità di brillare mentre affrontano l’Onda
dell’Annientamento, una grande armata di navi da guerra, sotto il
controllo del classico cattivo dei Fantastici
Quattro, Annihilus.
Questa sembra la direzione più
epica possibile per il franchise dei Guardiani dopo il Vol. 3, e si
spera che porti al lancio di diversi film spin-off per espandere il
lato cosmico del MCU. Potrebbe anche essere ampliato
per includere gli Eroi più potenti della Terra.
World War Hulk
Nei fumetti, Iron
Man e un gruppo di “Illuminati” composto da alcuni degli
eroi più intelligenti dell’Universo Marvel (tra cui Black
Bolt, Doctor Strange e Mister Fantastic) decidono che
il modo migliore per proteggere la Terra è mandare Hulk nello
spazio.
Dopo essere arrivato su un pianeta
lontano, il Golia Verde è costretto a combattere in un’arena
gladiatoria, ma alla fine riesce a fuggire e a trovare l’amore…
finché la capsula in cui è stato mandato non esplode uccidendola. È
allora che Hulk torna sulla Terra con un esercito per dichiarare
guerra agli eroi che ritiene responsabili.
Dopo averli eliminati, solo la
Sentinella, dotata di superpoteri, può fermare il Golia Verde. Da
tempo si vocifera che questa storia riporterà Hulk nelle sale. È
inevitabile che vengano apportate alcune modifiche per il MCU, ma il film sarebbe davvero
epico.
Avengers vs. X-Men
Onestamente, questo evento non è
stato il più forte della Marvel, ma il concetto era forte.
Come ci si potrebbe aspettare, vedere gli Eroi più potenti della
Terra scontrarsi con gli X-Men ha portato a molti grandi combattimenti
che avremmo ucciso per vedere in live-action.
Sulla pagina, quando gli Eroi più
potenti della Terra si intromettono negli affari della squadra
mutante, distruggono la Fenice, lasciando Ciclope, Emma Frost,
Colosso, Magik e Namor posseduti dall’entità cosmica. Sotto la
sua sinistra influenza, gli X-Men iniziano a rimodellare la Terra a loro
immagine e somiglianza, con conseguenze disastrose.
Questo, ovviamente, mette le due
fazioni l’una contro l’altra e le conseguenze per l’Universo
Marvel sono state enormi. Nel
MCU, questo potrebbe accadere tra
10 anni o già in Avengers
5, quando gli eroi della Terra 616 si scontreranno con
quelli dell’Universo X-Men della Fox.
Il viaggio nel tempo è uno dei temi
più rilevanti nella fantascienza e che permette a scrittori e
registi di creare le proprie regole per sviscerarlo. Tuttavia,
questo modus operandi a condotto spesso a storie apparentemente
senza senso sul topic, anche se ce ne sono altrettante che riescono
quasi a sembrare verosimili. L’introduzione di questa tematica nel
cinema può essere fatta risalire al 1949 con l’adattamento del
romanzo di Mark Twain del 1889 Un americano
alla corte di Re Artù, interpretato da Bing
Crosby, e uno dei primi e più influenti film sui viaggi
nel tempo è stato l’adattamento di George Pal del 1960 del romanzo
di H.G. Well del 1895 La macchina del tempo.
Da allora, il viaggio nel tempo è
stato un argomento affascinante da trattare nel cinema e si è fatto
strada in vari generi, dal dramma (come Questione di tempo) all’horror (come
L’armata delle tenebre di Sam
Raimi) e persino nel mondo dei supereroi (Avengers:
Endgame). Poiché il viaggio nel tempo è un concetto
piuttosto che una realtà comprovata, si tratta di un’idea aperta
all’interpretazione, che ha consentito agli artisti di creare le
proprie regole e inventare i propri metodi per portare i personaggi
in avventure attraverso il tempo e lo spazio. Questo ha dato spazio
a regole confuse e anche piuttosto insensate che regolano il
viaggio nel tempo, ma ce ne sono altri che hanno davvero senso, sia
nei metodi che nel modo in cui il viaggio nel tempo influisce sulla
storia: eccone otto esempi.
Primer (2004)
Primer è un film di fantascienza psicologica diretto
da Shane Carruth, la cui trama segue
Aaron (Carruth) e
Abe (Dave Sullivan), due
ingegneri che scoprono accidentalmente il viaggio nel tempo. Dopo
un paio di accurati esperimenti, Aaron e Abe iniziano a usare la
loro macchina per viaggiare nel tempo, chiamata “la scatola”, per
tornare indietro nel tempo e fare proficue operazioni in borsa
nello stesso giorno.
Tuttavia, i viaggi nel tempo
iniziano presto ad avere conseguenze fisiche e mentali su di loro e
la loro amicizia viene messa a dura prova. Abe e Aaron sono in
grado di viaggiare nel tempo grazie a un loop che crea dei doppi di
loro stessi. Primer è stato indicato come la versione
cinematografica più vicina al funzionamento dei viaggi nel tempo
nella vita reale.
Tenet (2020)
Tenet
è un film d’azione e thriller fantascientifico diretto da
Christopher Nolan,
che segue un protagonista senza nome (John
David Washington),
un ex agente della CIA che impara a manipolare il flusso del tempo
per prevenire un attacco dal futuro che potrebbe annientare il
mondo attuale. Tenet
è stato percepito come un film piuttosto controverso a causa del
suo approccio complesso al tema del viaggio nel tempo, in quanto
Nolan ha utilizzato concetti e teorie fisiche reali per dare vita a
questo concetto nel film. I personaggi diTenet
hanno trovato un modo per invertire l’entropia degli oggetti usando
la fissione nucleare e hanno creato una macchina chiamata tornello
che inverte l’entropia di qualsiasi cosa o persona posta al suo
interno.
L’oggetto o la persona iniziano
quindi a muoversi all’indietro nel tempo, ma l’inversione di un
essere umano ha alcuni effetti collaterali. Poiché la persona si
muove all’indietro mentre tutto il resto va avanti, il mondo è
disorientante e pericoloso, l’aria è irrespirabile e il
trasferimento di calore del fuoco e del ghiaccio è invertito, tra
gli altri dettagli. La fisica di Tenet è
molto complessa ma, in definitiva, ha comunque senso.
Lightyear (2022)
Lightyear
è un film d’animazione di fantascienza e uno spinoff della serie di
film di Toy Story. Diretto da Angus
MacLane, Lightyear segue il ranger spaziale Buzz
Lightyear (doppiato da Chris Evans) e il suo equipaggio che, dopo
essere rimasti bloccati su un pianeta ostile, devono trovare un
modo per riparare la loro nave e tornare a casa. Dopo un anno di
test e ricerche, Buzz si offre volontario come pilota collaudatore
per il carburante per l’iperspazio e, anche se si tratta solo di un
test di quattro minuti, in realtà sono passati quattro anni. Buzz
continua a testare il carburante per l’iperspazio e finisce oltre
sessant’anni nel futuro, dove incontra Zurg, che
si rivela essere la sua versione più vecchia. L’anziano Buzz rivela
di essere fuggito nello spazio per evitare l’arresto e di essere
finito centinaia di anni nel lontano futuro.
Lightyear non complica il viaggio nel tempo e
si limita a mostrare Buzz nella sua navicella che
infrange la barriera dell’ipervelocità e attraversa una serie di
anelli che lo fanno saltare nel futuro grazie alla dilatazione
temporale. Buzz avrebbe potuto avere un modo per tornare indietro
nel tempo ed evitare di bloccare il suo equipaggio, ma ha scelto di
non alterare il passato dopo aver visto cosa riservava il
futuro.
X-Men: Giorni di un futuro passato
(2014)
X-Men:
Giorni di un futuro passatoè
il quinto film della saga principale degli X-Men, il sequel
di
X-Men: The Last Stand
e
X-Men: First Class
e il seguito di
Wolverine.
In un 2023 distopico, le Sentinelle sono programmate per dare la
caccia e uccidere i mutanti, così
Kitty Pryde
(Elliot
Page)
usa i suoi poteri per inviare Bishop qualche giorno nel passato per
avvertire il resto dei mutanti. L’attacco viene sventato con
successo e il gruppo si ritira in un remoto tempio cinese, dove
il
Professor X
(Patrick
Stewart)
spiega che devono tornare indietro nel tempo per impedire
l’assassinio di Bolivar Trask e quindi la creazione delle
Sentinelle. Wolverine si offre volontario perché le sue capacità
rigenerative gli permetteranno di sopravvivere al
viaggio.
Ciò che rende comprensibile il
viaggio nel tempo in X-Men: Giorni di un futuro passato è che non
ci sono macchine coinvolte e i soggetti non viaggiano fisicamente
nel tempo. Al contrario, i poteri di Kitty Pryde
spostano la loro coscienza attraverso il tempo e nel corpo del loro
io passato/giovane, motivo per cui entrambe le linee temporali
coesistono fino a quando la coscienza del soggetto non ritorna al
suo corpo attuale.
Ritorno al futuro (1985)
Ritorno
al futuro è un film di fantascienza diretto da
Robert Zemeckis. Ambientato nel 1985, Ritorno al
futuro segue l’adolescente Marty McFly (Michael
J. Fox), il cui eccentrico amico scienziato,
Emmett “Doc” Brown (Christopher
Lloyd), costruisce un’auto DeLorean che viaggia nel
tempo. Marty finisce per essere rispedito nel 1955, dove non solo
deve assicurarsi che i suoi genitori si innamorino (altrimenti non
esisterà), ma deve anche trovare Doc per aiutarlo a tornare nel
futuro.
Le regole del viaggio nel tempo di
Ritorno al futuro sono così semplici, coerenti
ed efficaci che sono state prese come ispirazione e base per altri
film sui viaggi nel tempo. La DeLorean era il mezzo di trasporto,
ma le regole erano semplici: se si interferisce con il passato, in
qualsiasi modo, si altera il futuro, ed è per questo che per
Marty era una priorità assoluta far sì che i suoi
genitori si innamorassero l’uno dell’altro.
Arrival (2016)
Arrival
è un film drammatico di fantascienza diretto da Denis
Villeneuve e basato sul racconto del 1998 “Story of Your
Life” di Ted Chiang. Arrival segue la linguista
Louise Banks (Amy
Adams), che viene reclutata dall’esercito americano
per decifrare il linguaggio degli extraterrestri arrivati sulla
Terra.
Arrival non parla di viaggi nel tempo in modo
tradizionale e, come X-Men: Giorni di un futuro
passato, è più incentrato sulla mente. Il linguaggio degli
alieni altera la percezione del tempo degli esseri umani,
consentendo loro di sperimentare ricordi di eventi futuri, ed è
così che la Banks sapeva delle tragedie che lei e la sua famiglia
avrebbero vissuto anni dopo.
Interstellar (2014)
Un
altro film di
Christopher Nolan
che affronta il tema dei viaggi nel tempo èInterstellar.
Ambientato nel 2067, in un futuro in cui l’umanità rischia
l’estinzione globale dopo una carestia mondiale, l’ex pilota della
NASA
Joseph Cooper
(Matthew
McConaughey)
viene reclutato per una missione alla ricerca di un esopianeta in
grado di ospitare la vita.
Come in Lightyear,
anche in Interstellar il viaggio nel tempo è dovuto
alla dilatazione temporale, poiché il tempo scorre in modo diverso
su ogni pianeta su cui Cooper e il suo equipaggio atterrano. Verso
la fine della sua missione, Copper finisce all’interno di un
tesseratto a cinque dimensioni, in cui può vedere diversi momenti
nel tempo dall’interno della camera da letto di sua figlia
Murphy, permettendogli di comunicare con lei in
codice Morse manipolando gli oggetti nella stanza. Grazie a ciò,
aiuta Murph a risolvere l’equazione che salva la Terra.
Terminator (1984)
Terminator
è un film d’azione fantascientifico diretto da James
Cameron. The Terminator segue Kyle Reese
(Michael Biehn), un soldato inviato dal 2029 al
1984 per fermare un assassino cibernetico noto come
Terminator (Arnold
Schwarzenegger), anch’egli mandato indietro nel tempo.
La missione del Terminator nel 1984 è uccidere Sarah
Connor (Linda Hamilton) per non far
nascere suo figlio, John Connor. Nel futuro, una
rete di difesa AI nota come Skynet prende coscienza di sé e scatena
una guerra nucleare globale per sterminare la specie umana. John
Connor raduna i sopravvissuti e guida un movimento di resistenza
contro Skynet, motivo per cui Terminator è stato inviato nel 1984,
mentre Reese è stato mandato a salvare Sarah Connor.
Grazie al semplice uso del viaggio
nel tempo, Terminator affronta temi come il libero
arbitrio, il destino, i cicli di causalità e altro ancora, poiché
se Terminator riuscisse nel suo intento, un’intera linea temporale
verrebbe cancellata. Nel frattempo, John Connor
deve rimandare indietro Kyle Reese perché è anche
suo padre, quindi non si tratta solo di salvare sua madre, ma di
assicurarsi che venga concepito. Il viaggio nel tempo di Terminator è così efficace che ha dato vita a
un intero franchise.
Come sappiamo da qualche anno a
questa parte la Marvel ha allungato con prepotenza
il suo tentacolo spettacolare sul cinema, dando origine non solo ad
un genere ma ad una vera e propria industria parallela, quella dei
Cinefumetti.
Tra i film del Marvel Cinematic Universe,
quelli della Fox e quelli Sony, i
fumetti al cinema sono ormai routine. Ma forse ci sono dei film,
realizzati negli anni passati, che pur avendo come protagonisti
personaggi della Marvel, gli stessi famosi
eroi che oggi conoscono tutti (anche grazie al cinema), sono poco
noti, quasi sconosciuti. Ecco 8 film Marvel che forse non
conoscete:
The Punisher (1989)
l vendicatore
(The Punisher) è un film del 1989, diretto da Mark
Goldblatt. È basato sul famoso eroe dei fumetti Marvel Comics Punisher ed è interpretato da
Dolph Lundgren. Il film si discosta non poco dal fumetto d’origine:
per esempio il personaggio non ha sulla maglietta il famoso teschio
(che appare solo sui coltelli che usa). Questa infedeltà ha deluso
molto i fan che non hanno visto di buon occhio il film.
La pellicola fu distribuita originariamente al cinema. Dopo il
riscontro negativo presso i fan e lo scarso successo, fu ritirato e
distribuito in home video.
The Fantastic Four (1994)
The Fantastic
Four è un film inedito diretto da Oley
Sassone con protagonista il team dei Fantastici
Quattro, creato per i fumetti Marvel Comics da Stan Lee e Jack Kirby. La
distribuzione del film venne inizialmente annunciata per il 4
settembre 1993, poi posticipata al 19 gennaio 1994 (e questo è
l’anno che compare nei titoli di coda), ma esso non venne mai
distribuito ufficialmente.
La prima del film venne
inizialmente annunciata per il weekend precedente il Labor Day
(ovvero sabato 4 settembre 1993), per poi essere posticipata al 19
gennaio 1994, presso il Mall of America di Minneapolis.
Poco prima di Natale,
inaspettatamente per il cast, venne annunciato che il film non
sarebbe stato distribuito. All’annuncio della cancellazione della
distribuzione si sparse la voce secondo cui il film era solo un
ashcan copy, un artefatto realizzato esclusivamente per
mantenere i diritti legali sui personaggi. Nonostante ufficialmente
non esistessero più copie del film, dopo alcuni anni delle sue
riproduzioni, ovviamente non autorizzate, iniziarono a circolare
nell’ambito della pirateria home video prima, e del file sharing
poi, rendendo quindi pubblico il contenuto del film.
Sassone ha affermato di aver avuto
la notizia della mancata distribuzione direttamente da Eichinger e
di aver avuto l’impressione che il produttore tedesco
originariamente si aspettasse un prodotto più scadente rispetto a
quanto poi invece realizzato. Secondo il regista è possibile
che la Neue Constantin, dopo la fine delle riprese (che di per sè
bastavano per il rinnovo dei diritti), non abbia poi seguito i vari
passaggi della postproduzione e non fosse al corrente del, comunque
lento, avanzamento di questa che aveva portato al compimento del
film.
Nel 2002, con le copie pirata ormai
in circolazione da alcuni anni, Stan Lee, nel documentario
Stan Lee’s Mutants, Monsters & Marvels, affermò
che il film era stato pensato fin dall’inizio da Eichinger per non
essere mai distribuito, ma lo stesso ne aveva tenuto all’oscuro
tutto il cast, compresi il produttore Corman ed il regista Sassone,
che invece si erano impegnati al meglio per realizzarlo.
Sia Corman che
Eichinger daranno in seguito versioni differenti
da quella di Lee, il primo evidenziando anche i notevoli costi e
gli impegni sostenuti per il tour promozionale, decisamente
eccessivi per un film che non si sarebbe voluto far
uscire. Corman venderà la pellicola, comunque
con profitto, a Eichinger (grazie ad una clausola
contrattuale, che permetteva l’acquisto da parte del produttore
tedesco della stessa, fino a 90 giorni dal termine della
produzione), il quale, come si scoprirà solo nel 2003 (durante una
conferenza stampa relativa al film Spider-Man),
l’avrebbe poi subito ceduta per alcuni milioni di dollari ad
Avi Arad, da pochi mesi tra gli amministratori
della Marvel Entertainment. Secondo Eichinger,
Arad aveva intenzione di distruggere la copia del film,
probabilmente temendo che una produzione a basso costo su un brand
così importante avrebbe potuto affossare tutti i futuri progetti
cinematografici basati sulle proprietà della casa editrice.
La volontà di rimandare la
realizzazione del film definitivo destinato alla distribuzione
internazionale fu probabilmente anche influenzata dalla massiccia
quantità di effetti speciali di cui il film necessitava e dalla
consapevolezza che gli effetti digitali dell’industria
cinematografica erano in quegli anni in una fase di rapida
evoluzione.
Nel 1994 lo stesso Eichinger, che
aveva mantenuto i diritti, propose a Chris
Columbus, reduce dai successi di Mamma, ho perso
l’aereo e Mrs. Doubtfire – Mammo per sempre, di realizzare
un nuovo film sul gruppo, con un budget di 40 milioni di dollari,
ma, dopo aver dato il via alla preproduzione nel 1996, questo
progetto finì arenato.
Nick Fury Agent Of Shield
(1998)
Nick Fury
(Nick Fury: Agent of S.H.I.E.L.D.) è un film per la
televisione del 1998 diretto da Rod Hardy e interpretato da David
Hasselhoff nel ruolo principale.
Il film è l’adattamento del
personaggio dei fumetti Marvel Comics Nick Furye dell’agenzia di
fantaspionaggio S.H.I.E.L.D.; la trama, scritta da David S.
Goyer, è liberamente ispirata sia al primo che al terzo
volume di Nick Fury, Agent of S.H.I.E.L.D. ed
ha ricevuto recensioni sia positive che negative.
Man-Thing (2005)
Man-Thing – La natura
del terrore (Man-Thing) è un film per la televisione
del 2005 diretto da Brett Leonard.
La sceneggiatura di Hans Rodionoff
è parzialmente ispirata all’Uomo Cosa, personaggio eroe/antieroe
della Marvel Comics.
Howard The Duck (1986)
Howard e il destino del
mondo (Howard the Duck) è un film del 1986 diretto
da Willard Huyck. Il film è basato sul personaggio di Howard il
papero della Marvel Comics, creato da Steve Gerber e Val
Mayerik, e vede protagonisti Lea Thompson, Tim Robbins e
Jeffrey Jones.
Con un bilancio di produzione pari
a 36ml $, il film ha incassato all’incirca 16ml $ in patria,
rivelandosi un fallimento in termini quantitativi per le economie
dei produttori, mentre a livello mondiale ne incassò circa 38ml $,
che sono serviti in pratica a coprire i costi di
produzione.
Howard il papero e Beverly Switzler
sono gli unici due personaggi presenti anche nel fumetto, ma la
loro rappresentazione non è molto simile alle loro controparti
fumettistiche. In Movie Guide, Leonard Maltin definisce
l’opera come un “pasticcio senza speranza di un film“. Dal
At the Movies with Gene Siskel and Roger Ebert è stato
classificato come il “Peggior film del 1986”.
Il film fu adattato da Willard
Huyck e sua moglie Gloria Katz e diretto da Huyck, senza alcuna
indicazione da Gerber, il quale “sperava contro ogni speranza
che la sceneggiatura del film e il film in sé non fossero così
brutti come si pensava che fossero o, almeno, che non venissero
accolti così malamente come pensava sarebbe stato“, citando
alcuni titoli che l’autore “odiava” avessero trovato successo.
Huyck e Katz sono stati considerati dei “luminari”
Doctor Strange (1978)
Dr. Strange è
un film per la televisione scritto e diretto da Philip DeGuere e
basato sull’omonimo personaggio dei fumetti della Marvel Comics. Il film fu trasmesso dalla CBS
il 6 settembre 1978 e sarebbe dovuto essere l’episodio pilota di
una possibile serie televisiva, ma il responso non fu positivo e
l’idea di una serie fu presto abbandonata.
Il personaggio di Dr.
Strange è interpretato da Peter Hooten al quale si
affiancano Jessica Walter, Clyde Kusatsu (che interpreta Wong),
Phylip Sterling, June Barrett e Anne-Marie Martin (che però appare
nei credits con lo pseudonimo di “Eddie Benton”). Nel film appare
anche Sir John Mills nel ruolo del mentore del protagonista mentre
Ted Cassidy dona la voce al personaggio del demone Balzaroth,
vagamente ispirato al vero demone dei fumetti Dormammu.
Nel film appare in un cameo anche
il famoso mago Larry Anderson.
Il creatore del fumetto Stan Lee si è dissociato
dal film.
Captain America (1990)
Capitan America
(Captain America) è un film del 1990, diretto da Albert
Pyun e basato sull’omonimo personaggio dei fumetti
Marvel Comics creato nel 1941 da Joe Simon e
Jack Kirby.
Il film, dal budget molto basso,
ebbe uno scarso successo sia di pubblico che di critica. Venne
distribuito il 14 dicembre 1990 in Gran Bretagna, negli anni
successivi in altri paesi.
Il film ebbe una gestione
travagliata e passò a diverse case di produzione prima di essere
realizzato. Nel 1984 i diritti di Capitan America furono acquistati
dalla Cannon Group, casa di produzione gestita da
Menahem Golan e Yoram Globus. Inizialmente la
regia fu proposta a Michael Winner, il quale
avrebbe dovuto dirigere una prima sceneggiatura scritta da James
Silke. Nel 1986, Winner fu affiancato da Stan Lee
e da Lawrence Block, con i quali cominciò ad
ideare la storia del film. Nel 1987, tuttavia, Winner abbandonò il
progetto e al suo posto fu assunto John Stockwell.
La sceneggiatura, invece, fu affidata a Stephen
Tolkin.
Nel 1988, Menahem Golan lasciò la
Cannon. La casa di produzione, a causa di difficoltà finanziarie,
fu costretta a vendere i diritti di Capitan America alla 21st
Century Film Corporation. La casa di produzione prese subito a
cuore il progetto e contattò Albert Pyun per
dirigere il film. Le riprese iniziarono nel 1989 e si conclusero
dopo un anno. Il budget stanziato per la pellicola fu di dieci
milioni di dollari.
Captain America (1944) serial
cinematografica
Captain America
(conosciuto anche come Return of Captain America,
titolo con il quale è stato redistribuito nelle sale
cinematografiche statunitensi nel 1953) è un serial cinematografico
della Republic Pictures e basato sul personaggio di Capitan America
dei fumetti Timely Comics (oggi Marvel Comics). Il serial, datato 1944, fu
l’ultimo su un supereroe che la Republic produsse.
Il serial vedeva il procuratore
distrettuale Grant Gardner divenire l’eroe Capitan America e
smascherare i piani del diabolico The Scarab, in realtà il Dr.
Cyrus Maldor. Il serial rappresenta con i suoi $222,906 di budget,
il più costoso serial che la Republic abbia mai prodotto
Il serial è vagamente ispirato al personaggio dei fumetti
Capitan America. Ci sono molte differenze,
infatti, con la versione fumettistica:
La sua identità segreta è il procuratore distrettuale Grant
Gardner anziché il soldato Steve Rogers.
Alcuni rumor vogliono che lo script del primo episodio, in realtà,
fosse destinato per un nuovo fumetto chiamato “Mr.Scarlet”, il cui
alter ego sarebbe stato un procuratore distrettuale.
Il siero del supersoldato non appare.
Il caratteristico scudo a stelle e strisce del personaggio non
appare; esso è rimpiazzato da una semplice pistola.
Prima che la Disney e i Marvel Studio prendessero in mano
la produzione di film basati sui fumetti Marvel, c’erano in cantiere diversi
progetti che poi non si sono sviluppati in film. Eccone 8:
Quando Bob Chapek era al comando della Disney, i
Marvel Studios hanno preferito la
quantità alla qualità. Questo ha portato all’introduzione di molti
personaggi ma, con Bob Iger di nuovo al comando e il
MCU sulla strada giusta…
beh, molti di loro sono caduti nel dimenticatoio.
Diversi film e show televisivi che
ci aspettavamo di vedere prima di Avengers:
Secret Wars non sono stati realizzati e, in parole
povere, non c’è più spazio per loro
prima che la Saga del Multiverso si concluda. In questo
articolo daremo un’occhiata a 8 progetti per il grande o piccolo
schermo che vorremmo vedere prioritari nella prossima ondata
narrativa del MCU (probabilmente la
“Saga dei Mutanti“). Dai sequel ai team-up, c’è un mix
innegabilmente eccitante.
Young Avengers
Non c’è abbastanza tempo per
assemblare i Young Avengers prima di Avengers:Doomsday e Avengers:Secret
Wars. Tuttavia, questi film possono ancora affermarli
come una delle nuove squadre di supereroi del MCU verso la prossima Fase.
Naturalmente non saranno così
“giovani” per allora, anche se questo concetto ha sempre avuto una
durata limitata al di fuori dei fumetti. Un film come questo dà ai
Marvel Studios la possibilità di
fare qualcosa con Occhio di Falco, America Chavez, Cassie Lang,
Ms. Marvel, Wiccan, Ironheart,
Patriot e altri personaggi della Fase 4/5 che sono stati
ampiamente trascurati dopo le loro rispettive introduzioni.
Midnight Sons
Sono passati più di 5 anni da
quando Blade è
stato annunciato al San Diego Comic-Con nel 2019, anche se molte
persone sembrano dimenticare che in questo lasso di tempo abbiamo
avuto una pandemia e uno sciopero a Hollywood.
In ogni caso, i Marvel Studios stanno chiaramente
lottando per far decollare questo film, quindi dirigersi
direttamente verso Midnight Sons, una sorta di Avengers
soprannaturale, potrebbe essere la cosa migliore per Eric Brooks e
per molti altri personaggi del MCU.
Agatha Harkness, Black Knight,
Man-Thing, Werewolf by Night e Moon
Knight sono tra i personaggi che vorremmo vedere coinvolti
in questo team-up. Una volta terminato, forse il reboot di
Blade sarà finalmente seguito.
World War Hulk
Sappiamo che il prossimo anno
Captain America:Brave New World introdurrà
Red Hulk e, se le voci recenti sono corrette, il Leader è
responsabile della mostruosa trasformazione del Presidente
Ross.
Le voci su un progetto di World
War Hulk (o World War Hulks) persistono da anni.
Speriamo che il prossimo film di Capitan America sia
l’occasione per Samuel Sterns di creare una nuova ondata di Hulk,
trasformando l’incubo di Bruce Banner in realtà. Hulk che si allea
con She-Hulk, Skaar, Red Hulk e Amadeus Cho per
affrontare il contorto esercito del Leader ci sembra un evento
straordinario nel MCU post-SecretWars.
The Legendary Star-Lord
James
Gunn sta cercando di sistemare il DCU e quindi non tornerà ai Marvel Studios. Fortunatamente,
Guardiani della Galassia.Vol. 3 si è
concluso introducendo una nuova versione della squadra e
promettendo che avremmo rivisto il leggendario Star-Lord, quindi
andiamo avanti.
Era ora che il Peter Quill di Chris
Pratt fosse al centro della scena in un’avventura in solitaria,
anche se non diremmo di no a un cameo degli altri Guardiani. Questa
sembra una grande serie evento per Disney+ e un modo divertente
per continuare la storia di Star-Lord sulla Terra. Potrebbe anche
essere combinata con la tanto attesa serie Nova.
X-Men
È ovvio, ma i Marvel Studios devono dare il via
alla prossima saga narrativa con un reboot degli
X-Men. Da lì potrà seguire un’intera serie di spin-off
(Hugh
Jackman o no, è tempo di un altro film su Wolverine
).
Ogni fan di questi personaggi avrà
una visione diversa su quali mutanti debbano essere messi in
evidenza e se la loro storia debba iniziare con la “Prima Classe” o
con una squadra di eroi già affermata. Si svolgerà nell’X-Mansion o
a Krakoa? Queste sono le domande che tutti ci stiamo ponendo in
questo momento. Onestamente, però, qualcosa sulla falsariga di
X-Men
’97 non sarebbe male.
Shang-Chi 2
Se i piani per
Kang il Conquistatore non fossero andati in fumo (per una
moltitudine di motivi), forse avremmo già visto Shang-Chi e il
Relitto del Tempo. E sì, è probabile che i Dieci Anelli siano
stati pensati per essere collegati a una variante di Kang.
Con Destin Daniel Cretton impegnato a lavorare su
Spider-Man 4, è impossibile che vedremo un sequel di
Shang-Chi prima della fine della Saga del Multiverso. Una
volta terminata, questo personaggio deve tornare sotto i
riflettori. È ovvio che apparirà nei prossimi film dei
Vendicatori, ma il badass delle arti marziali merita un’uscita
in solitaria… magari insieme al nuovo Iron Fist?
Scarlet Witch
Se si crede agli scoop dei social
media, la Scarlet Witch
tornerà nei prossimi filmdei Vendicatori sotto
l’incantesimo del Dottor Destino. Una volta che tutto questo si
sarà svolto, è giunto il momento di riunire Wanda Maximoff,
Visione, Wiccan e Speed.
Questa potrebbe essere una serie
Disney+ ma, a questo punto, la
Vendicatrice merita un film tutto suo. Elizabeth Olsen è fenomenale nel ruolo di
questo personaggio e, indipendentemente da chi la circonda, la
storia deve essere sua. Qual è il punto di arrivo? Scarlet
Witch che sconfigge Mefisto e ottiene il suo lieto fine sarebbe
l’opzione che preferiamo.
Ryan Reynolds interpreta Deadpool dal 2016 (se
si vuole contare X-Men Origins: Wolverine è il 2009).
Tenendo presente questo, potremmo finire per dire addio a lui – e
alla Terra-10005 – in Avengers:Secret Wars.
Tuttavia, se il successo al
botteghino di Deadpool e Wolverine garantisce qualcosa, è che Wade
Wilson vivrà probabilmente per combattere un altro giorno.
Deadpool 4 dovrebbe essere assolutamente una priorità per
i Marvel Studios; la domanda è: come
dovrebbe essere questo film? Sarà difficile superare quello che
abbiamo visto all’inizio dell’estate, ma Deadpool Kills The
Marvel Universe suona
sicuramente bene…
Maid, ultima serie di successo Netflix,
ha conquistato il pubblico grazie alla profondità emotiva della
narrazione e le avvincenti performance di Margaret
Qualley, Andie MacDowell, Nick
Robinson, Anika Noni Rose e altri grandi
attori.
Oltre alla storyline principale,
l’arco narrativo dei personaggi, i luoghi che Alex
ha attraversato nella sua ricerca di asilo e condizioni di vita
sicure e stabili per sé stessa e Maddy, la serie è
piena di alcuni dettagli nascosti che il pubblico poteva facilmente
perdere per strada: vediamo assieme quali.
Le trecce di Alex
I fan potrebbero non averlo
notato, ma Alex manifesta l’abitudine di
intrecciarsi i capelli quando si trova di fronte a situazioni ardue
e inaspettate, che si trattasse di una pulizia difficile da finire
in casa di BarefootBilly, di un
trasloco, o di momenti stressanti con sua madre.
Quando Alex si
sente rilassata o sicura di sé, invece, tende a lasciare i capelli
sciolti e in acconciature semi-abbassate, indossando orecchini e
sorridendo alla vita. E’ indubbiamente un personaggio audace,
tuttavia alcuni sottili tic manifestano spesso il suo
nervosismo.
L’auto di Danielle
La prima amica di
Alex, e uno dei migliori personaggi di
Maid, anche se compare per poca parte del minutaggio, ha subito
dimostrato di non essere affatto un personaggio monodimensionale.
Alex la incontra nel centro per vittime di
violenza domestica e la ragazza ha esibito fin da subito una Lexus
di lusso in cui ha accompagnato Alex a richiedere
il pagamento disatteso da Regina. La macchina
mostrava anche un’esuberante targa:”Kiss Kiss“.
Inoltre, Danielle
mostra anche insolite capacità persuasive, oltre che una
predisposizione al ricatto, il che ha fatto sì che gli spettatori
si chiedessero come fosse davvero la vita di
Danielle al di là della sua terribile relazione
con il suo compagno.
L’attaccamento di Maddy ad
Alex
La figlia di
Alex, Maddy è interpretata
dall’adorabile RyleaNevaehWhittet, la cui performance stupisce
immediatamente per l’attaccamento, anche fisico, che dimostra nei
confronti della Qualley, della quale sembra essere
veramente figlia. Qualley, in realtà, ha lavorato duramente per
costruire quel legame con la piccola Rylea – attraverso
appuntamenti di gioco nei fine settimana e preparando la colazione
insieme prima dell’inizio dello show in modo che potessero
conoscersi bene sul set.
La mamma di Alex è la vera madre
di Margaret Qualley
Allo stesso modo, il
battibecco madre-figlia tra Alex e
Paula è sempre apparso estremamente realistico
proprio perché AndieMacDowell
(Paula) e Qualley sono
effettivamente madre e figlia.
Anche se la loro relazione nella
vita reale non è così conflittuale come quella che hanno condiviso
sullo schermo, le due risultano scelte attoriali assolutamente
perfette per
Maid, dato che entrambe ci hanno regalato le loro migliori
interpretazioni in assoluto e anche nei momenti di forti
discussioni tra madre e figlia il calore e l’affetto di una
relazione reale si potevano percepire chiaramente.
La scelta dei partner di Alex e
Paula
È vero che i figli imparano
molto dai loro genitori, soprattutto come essere trattati e la
scelta dei partner futuri. Paula ha avuto la
sfortunata abilità di scegliere partner che hanno abusato di lei
fisicamente ed emotivamente o si sono approfittati di lei e l’hanno
derubata.
In qualche modo,
Alex aveva inconsciamente imparato a scegliere gli
uomini nello stesso modo di sua madre, finendo con un esuberante ma
abusivo Sean invece di uno stabile ma noioso
Nate. È stata una benedizione che abbia capito
presto che l’abuso è un abuso, che abbia lasciato cicatrici o meno,
e che abbia lasciato Sean per una vita
migliore.
La caratterizzazione di
Regina
Il personaggio di Regina,
la donna ricca che inizialmente guardava Alex dall’alto in basso ma
che poi è diventata la sua più fidata alleata, è basato su una
donna reale per la quale Stephanie Land, autrice
del libro su cui si basa
Maid, aveva lavorato e scritto.
Anche se Alex le
ha dato un altro nome, era conosciuta come la “signora delle
sigarette” nelle memorie della Land, e la
connessione tra le due donne è stata abbondantemente romanzata
nello show.
La sottile rottura della quarta
parete
Rompere la quarta parete
non significa sempre mostrare uno sguardo diretto o parlare alla
telecamera.
Maid lo ha fatto brillantemente quando Alex ha
esaminato un enorme fascio di documenti governativi, assolutamente
illeggibili dalla sua prospettiva, tramutata visivamente in frasi
terribile che Alex sembrava scorgere tra i fogli:”Sei una madre
inadatta” o “Perderai questa causa“.
Anche il discorso dell’avvocato di
Sean e del giudice all’udienza della mozione ex
parte a cui Alex è andata, appariva semplicemente
un miscuglio reiterato delle parole “Legale, legale, legalmente
legale“, suggerendo direttamente al pubblico quanto sia
intimidatorio e arduo da decodificare il sistema legale per le
giovani donne bisognose.
La colonna sonora della rock band
HAIM
Un paio di canzoni della
rock band HAIM sono presenti nello serie,
specialmente quando Alex pulisce e ascolta la musica. “Now I’m
In It” e “Up From a Dream” sono due tracce portanti
di
Maid, questo proprio perché Este degli HAIM ha
curato personalmente la colonna sonora dello show. Altri artisti i
cui brani musicali compaiono nello show sono: Sharon
Van Etten, Thom Yorke e
Salt-n-Pepa.
Un paio di giorni fa, i DC
Studios e James Gunn hanno
condiviso un primo sguardo a David Corenswet vestito da Superman. È passato
un po’ di tempo dall’ultima volta che abbiamo visto un costume da
supereroe dividere le opinioni in misura così ampia, ma non è certo
la prima volta.
L’Uomo d’Acciaio non è il primo
personaggio ad essere al centro della scena in un’anteprima
spettacolare che ha lo scopo di entusiasmare i fan. Anche se di
solito funziona, ci sono occasioni in cui i fan odiano ciò che
vedono. Altri, invece, si affrettano a difendere ciò che di solito
equivale a una completa revisione che avviene durante il passaggio
dalla pagina allo schermo.
Questo non è un elenco dei peggiori
costumi dei film di supereroi… ma solo di quelli che hanno
diviso le opinioni quando sono stati mostrati per la prima volta al
mondo (e che a volte continuano a farlo ancora oggi).
The Amazing Spider-Man non è riuscito a raccontare la
“Untold Story” promessa nei trailer e la storia delle origini di
Peter Parker ha finito per svolgersi in modo molto simile al suo
predecessore.
La Sony ha però dato una scossa
alla tuta di Spidey, e i fan non sono stati contenti. La mancanza
della “cintura” ha rovinato l’aspetto per molti, così come la
texture simile a quella di un pallone da basket e il design
piuttosto affollato intorno ai polsi (per quanto riguarda il logo,
avrebbe sempre ricevuto una risposta di amore/odio).
In seguito, anche gli occhi dorati
e le scarpe da ginnastica hanno diviso le opinioni, ma il reveal
del costume di The Amazing Spider-Man 2 è andato decisamente
meglio un paio di anni dopo.
Captain America (Captain America:
il primo vendicatore)
La prima occhiata al Vendicatore a
stelle e strisce dei Marvel Studios è arrivata sotto forma
di foto del set e, ragazzi, a molti non è piaciuta affatto
l’interpretazione di
Captain America: Il primo vendicatore ha ripreso il
costume di Steve Rogers dell’epoca della Seconda Guerra
Mondiale.
L’abito è stato paragonato a una
trapunta e si è rivelato un alimento perfetto per coloro che
sostenevano che Chris Evans fosse troppo magro per
interpretare un Super Soldato.
In seguito avrebbe dimostrato che
si sbagliavano, naturalmente, mentre l’uniforme di Cap è risultata
molto più bella in movimento. Tuttavia, Chris Evans si è ritrovato a indossare un
altro costume che ha suscitato polemiche quando è uscito
The Avengers (nemmeno lui era un fan di questo
film).
The X-Men (X-Men)
Il genere dei film di supereroi era
agli albori quando uscì X-Men, quindi
Bryan Singer riuscì per lo più a farla franca
apportando cambiamenti radicali alla squadra di mutanti.
Alla fine abbiamo ottenuto un film
piuttosto buono, ma i costumi di pelle nera della squadra hanno
ancora diviso le opinioni. È abbastanza facile capire perché lo
spandex colorato non sia stato scelto nel 2000; gli
X-Men, però, meritavano di più di tute con zero
personalità.
L’unica volta che gli eroi hanno
indossato un costume simile a quello dei fumetti è stato durante i
momenti finali di X-Men: Apocalypse (ma non è
durato). Fortunatamente, i Marvel Studios si stanno muovendo
per cambiare la situazione.
The Joker (Suicide Squad)
È stato un pasticcio. Inizialmente,
l’entusiasmo per Suicide Squad di David
Ayer era positivo. Il regista era reduce dal successo di
Fury e un’interpretazione cupa e grintosa della
Task Force X sembrava esattamente ciò di cui il
DCEU aveva bisogno per differenziarsi dal MCU.
Poi abbiamo visto il
Joker di Jared Leto. La notizia che il vincitore
dell’Oscar avrebbe interpretato il Clown Principe del Crimine ci ha
fatto credere che avremmo avuto un’interpretazione del cattivo
superiore persino a quella di Heath Ledger de Il Cavaliere Oscuro. I
tatuaggi… i denti… la scritta “Damaged” sulla fronte… non era
quello che i fan della DC volevano. Il prodotto finito non sembrava
migliore.
Green Lantern (Green Lantern)
Bisognava essere presenti per
capire come è stata la preparazione all’uscita di Lanterna Verde.
Le concept art trapelate che mostravano il Corpo delle
Lanterne Verdi hanno rapidamente creato
entusiasmo, portando alla convinzione radicata che questo film
sarebbe stato lo Star
Wars o l’Avatar della DC.
La scelta di Ryan Reynolds per il ruolo di Hal Jordan ha
ovviamente suscitato polemiche fin dall’inizio e, quando è uscito
il primo trailer, le polemiche si sono fatte sentire. I VFX
incompiuti hanno fatto sembrare l’attore una vera e propria
barzelletta. Per quanto riguarda i membri del Corpo, sono stati
fatti paragoni poco lusinghieri con il tipo di personaggi
rudimentali in computer grafica che si potevano vedere negli anni
’90. Le immagini del montaggio finale erano leggermente migliori,
ma una tuta completamente in computer grafica era un grosso
errore.
Green Goblin (Spider-Man)
Per questa voce ci teniamo al verde
e passiamo all’Universo Marvel. Sam Raimi
ha tentato di adattare fedelmente il Goblin Verde in
Spider-Man del 2002 (i filmati di prova lo
dimostrano), solo per decidere che non avrebbe funzionato.
All’epoca non c’era la tecnologia
necessaria per realizzare un Goblin animato e realistico, quindi il
cattivo fu rivisto e assomigliò a quello che molti avrebbero poi
descritto come un Power Ranger verde.
Da un punto di vista narrativo, il
cambiamento aveva senso. Tuttavia, era insipido e mancava di gran
parte delle caratteristiche che facevano emergere il personaggio
dalla pagina. I Marvel Studios hanno
cercato di rimediare a questa mancanza e diremmo che ci sono
riusciti.
Scarlet Witch (Avengers: Age of
Ultron)
I Marvel Studios hanno sempre avuto
un’ottima reputazione per quanto riguarda i costumi. Purtroppo, la
versione di
Avengers: Age of Ultron non era quello che alcuni fan
avevano in mente per l’atteso debutto in live-action del
personaggio.
Volevano vedere Elizabeth Olsen con gli abiti succinti dei
fumetti, non con quelli che si riducono essenzialmente a vestiti da
strada. Nel corso degli anni sono stati testati diversi look, ma
alla fine WandaVision è
riuscita a ottenere un design fedele al fumetto (senza sembrare
biancheria intima). È un peccato che ci sia voluto così tanto tempo
per arrivarci.
Superman (SUPERMAN)
Abbiamo già parlato molto di questo
costume rivelato questa settimana, ma si tratta di un caso
innegabilmente unico. Per la maggior parte, il costume ha ricevuto
una risposta positiva dai fan desiderosi di vedere SUPERMAN.
Tuttavia, è la presentazione a
causare un problema. Facendo sedere l’Uomo d’Acciaio nel tentativo
di ritrarlo come un uomo comune, l’abito è appallottolato e sembra
poco aderente. E perché si toglie gli stivali ignorando la
distruzione che piove fuori dalla sua finestra? Non c’è da stupirsi
che le persone siano divise su questo tema.
Con Spider-Man: No Way Home si chiude il primo capitolo
della storia di Peter Parker nell’Universo
Cinematografico Marvel. Finalmente
Spidey ha imparato che essere un supereroe non
significa solo avere un grosso potere, ma comporta anche una grande
carico di responsabilità. È Tony Stark ad insegnare
all’inesperto Peter come muovere i primi passi
nell’MCU.
Iron Man è una figura paterna per il giovane Tom
Holland, in grado di fornire lezioni di vita
essenziali.
Anche dopo la scomparsa di
Stark, Parker continua a trarre frutti dalle
nozioni di saggezza apprese. Vediamo le otto lezioni più importanti
impartite dal mentore di Spider-Man al suo pupillo.
Il lavoro di squadra: Spider-Man,
Iron Man e Doctor Strange
Anche i supereroi devono
imparare a condividere la scena. Il lavoro di squadra a volte è
necessario. Tony apre gli occhi a
Spider-Man in Civil War,
film in cui Spidey la rischia grossa esponendosi da solo
contro Captain America. Fortunatamente, Peter ha Tony al suo fianco
durante il conflitto contro Thanos.
L’esperienza serve da lezione per quando
Spider-Man deve guidare le sue varianti contro i criminali del
multiverso in No Way Home. Nel
filmPeter è parte di un team. Ora sembra
essere rimasto solo ma molto probabilmente tornerà a far parte di
una squadra.
L’importanza della tuta per un
supereroe
In origine, il costume da
supereroe di Peter è terribile: sgualcito e poco
prestante, sembra un pigiama. Fortunatamente, Tony è corre
in aiuto e crea delle tute incredibili per
Spider-Man. Iron Man permette inoltre a
Peter di attingere alla sua tecnologia e di plasmarla in
base alle proprie esigenze. In questo modo, il giovane apprende
l’importanza che una tuta può avere: non a caso, la recente
Iron Spider è un ulteriore miglioramento rispetto
all’originale.
L’educazione è essenziale
Se Peter è così
preoccupato per l’università in No Way Home lo si deve a
Tony.Stark
inizialmente vuole usare la sua influenza al MIT per far entrare
Peter molto prima che finisca il
liceo. A quel tempo
però, Peter non presta attenzione al consiglio di
Tony, impara ad apprezzarlo solo in seguito.
Con
il tempo Spidey matura e comprende che, oltre a renderlo
un adulto responsabile, continuare gli studi può dargli modo di
apprezzare la vita da persona normale.
L’importanza delle battaglie
piccole per Spider-Man
Certo, stiamo parlando di
un supereroe, ma Spider-Man può essere definito un
supereroe di quartiere. Tony ne è convinto: consiglia a
Peter di continuare ad essere un eroe di piccola taglia,
sostenendo ogni persona aiutata, anche se poco importante,
conti.
Dal canto suo,
Peter ha grandi aspettative dopo il conflitto contro la
fazione di Capitan America e prova ad intraprendere
altre missioni pericolose. Dopo
l’incontro con l’Avvoltoio però,
Spider-Man torna in sè e si convince a mantenere
un basso profilo
Assumersi le proprie
responsabilità
Se da un lato dobbiamo
compatire Spidey per tutte le disgrazie che gli
sono successe, tra cui la perdita di Zia May, dall’altro
dobbiamo attribuire all’eroe anche qualche colpa. Ad esempio, dopo
aver quasi causato un enorme disastro ad una nave, Peter
non si vuole assumere pienamente le proprie responsabilità. Ancora
una volta è Tony a rimproverarlo.
Stark spiega a Peter che deve
accettare i propri errori, non incolpare gli altri. Sbagliando,
s’impara: fortunatamente, Peter ha più che compreso le parole di
Tony. È per questo motivo che in No Way Home sceglie di farsi dimenticare da tutti. È
un modo per assumersi la responsabilità d’aver causato il disastro
multiversale.
Essere sé stessi è sempre
meglio
Pieno di stima nei
confronti di Tony, Peter pone il suo mentore
su un piedistallo e, da pupillo, fa di tutto per diventare come
lui. Iron Man non supporta l’idea di Spidey, e lo
invita a diventare la migliore versione di sé stesso.
Giovane e ambizioso,
Spider-Man tende inizialmente a idolatrare gli
altri supereroi, trascurando sé stesso e le proprie capacità.
Tony insegna invece a Peter l’importanza di
seguire la propria strada: lasciandogli gli occhiali E.D.I.T.H.,
permette a Peter di vedersi dall’esterno, come eroe a sé
stante.
L’eroismo è nell’anima della
persona
Il costume è importante,
sì, ma essere un supereroe è qualcosa di interiore. Tony ha imparato questa lezione quando
ha rimosso il reattore ad arco dal petto, per dimostrare di essere
Iron Man con o senza la tuta.
Peter segue il percorso del suo mentore
alla fine di No Way Home, quando lascia andare
tutti i costumi che possiede e ne crea uno semplice da solo.
Con questo gesto, Spider-Man fa capire di aver
appreso la lezione di Tony: sono il cuore e lo spirito a
racchiudere l’essenza eroica.
Spider-Man deve sapersi
sacrificare
Ci sono motivi per cui vale
la pena sacrificare la propria vita. Peter non è mai stato
un codardo, ma è solo vedendo Tony dare la vita per l’universo che
apprende cosa voglia dire offrirsi in sacrificio.
La
conclusione di No Way Home mostra Peter fare un enorme
rinuncia: annulla la sua intera identità in modo che i suoi amici
possano vivere liberamente le loro esistenze. Perde amore e
amicizia, ma, seguendo l’esempio di Tony, dimostra che ci
sono cose più importanti della propria felicità.
Quante volte ci siamo imbattuti nel
logo della Disney? Prima di guardare un film,
durante un viaggio a Disneyland, davanti al merchandise ufficiale,
quel marchio è praticamente ovunque.
Ma cosa sappiamo davvero di questo
iconico logo? Ecco 10 curiosità:
All’inizio non esisteva un
logo
Per i primi 48 anni, la
Disney non ha avuto un logo e il pubblico vedeva
semplicemente la scritta “Walt Disney Presents” o “Walt Disney
Pictures Presents” sullo schermo. Da allora ad oggi il logo si è
rinnovato con altre versioni partendo dall’introduzione del
castello nel 1985.
Il logo moderno
Man mano che la tecnologia diventava
più avanzata, la Disney ha aggiornato il proprio
logo per riflettere i cambiamenti del tempo e dello studio,
mostrando al pubblico di stare al passo con la modernizzazione e
alzando ogni volta lo standard.
Di chi è il castello?
Questo è uno dei misteri che
tormentano ogni fan? A chi appartiene il castello introdotto per la
prima volta come parte del logo Disney nel 1985? L’aspetto si basa
sui magici luoghi di Cenerentola e La
bella addormentata, entrambi fonte di ispirazione per il
brand che vediamo ancora oggi.
Rievocare le emozioni
Mentre il logo
Disney viene aggiornato di volta in volta per
riflettere le nuove tendenze della tecnologia, esiste un
significato nascosto che resta lo stesso perché speciale per il
pubblico; perché quando vedi apparire il castello sullo schermo è
facile lasciarsi condurre dal vortice di emozioni provocate da quel
loro. Che poi è la ragione per cui amiamo così tanto la casa di
Topolino.
Il font
La creazione di un logo può
diventare un’impresa complicata: deve essere facilmente
riconoscibile e in grado di distinguersi tra la massa, a partire
dalla scelta del font che la Disney ha ideato
appositamente.
Mickey Mouse
L’icona più celebre dell’universo
Disney è Mickey Mouse, un personaggio in
circolazione da generazioni che venne inserito per abbellire il
logo dei primi anni dell’azienda, come potete vedere nell’immagine
reperto qui sopra.
Il marchio più potente del
mondo
Nel 2016, una società di consulenza
di valutazione e strategia di branding con sede a Londra ha
nominato la Disney come il marchio più potente del
mondo. Perché? A quanto pare le ultime acquisizioni (tra cui la
Fox), i prodotti originali e la storia dello studio sono fattori
significativi per realizzare questa impresa e arrivare in cima.
Possiamo poi supporre con sicurezza
che il logo abbia contribuito nel tempo al successo della
Disney.
Il logo attuale
Il logo attuale presenta un castello
molto più dettagliato, il font unico e un fossato intorno, con
l’aggiunta di una stella cadente che si inarca attraverso la scena.
Oltre a evocare un senso di meraviglia, riesce a portare un
messaggio nascosto di desideri che diventano realtà.
I risultati raggiunti dai Marvel
Studios dal 2008, anno di uscita di Iron Man, sono a dir poco incredibili. Hanno
sfornato un successo dopo l’altro e anche alcuni beniamini della
critica, creando un mondo condiviso che non ha nulla da invidiare a
nessun altro franchise.
Come molti di voi, amiamo il
MCU
(quindi, niente panico: non c’è odio qui). Tuttavia, ci sono alcuni
difetti e problemi in questo mondo condiviso che i suoi fan più
accaniti non vogliono accettare! In questo articolo facciamo
un’immersione profonda in questi aspetti, esplorando i punti deboli
del MCU,
le decisioni che non hanno senso e il motivo per cui è improbabile
che questi film e spettacoli televisivi possano creare lo stesso
entusiasmo tra i fan di un tempo.
La Terra-616 è un po’ noiosa
Mentre l’Universo
Marvel ha sempre rispecchiato il
nostro mondo (ecco perché non ci sono luoghi fittizi come
Metropolis o Gotham City), il MCU è forse un po’ troppo reale. La
Avengers Tower ha reso lo skyline di New York City un po’ più
eccitante per un certo periodo, anche se di sicuro non è durato.
Tuttavia, senza il Baxter Building, senza il Raft e persino il
Sanctum Sanctorum di
Doctor Strange che sembra un edificio qualsiasi, il MCU è decisamente noioso. Non è
stato valorizzato in alcun modo, ed è un peccato. Wakanda e gli
elivelivoli di breve durata hanno fatto un po’ la differenza in
vari momenti, ma per il resto è un po’ noioso, no?
Hanno perso la palla su
Spider-Man
Obiettivamente, la trilogia di
Spider-Man dei Marvel Studios è eccellente. Sono tutti film
molto belli e
Spider-Man: No Way Home è probabilmente uno dei
migliori film del MCU mai realizzati.
Tuttavia, è difficile ignorare i
passi falsi compiuti nel corso degli anni. Dall’eccessiva
dipendenza di Peter Parker dalla tecnologia
all’assenza dei suoi classici cattivi (Norman Osborn non esiste
sulla
Terra-616? Sul serio?!), il MCU non ha fornito la versione
perfetta di Spider-Man.
Sebbene sia in mani migliori con i
Marvel Studios che con la Sony
Pictures, non fingiamo che la direzione creativa dei
Marvel Studios per il
personaggio sia stata priva di difetti.
La linea temporale non ha
senso
I Marvel Studios possono pubblicare
libri e usare Disney+ per cercare di
spiegare la linea temporale del MCU quanto vogliono, ma
questa non ha comunque senso. Il Blip è servito solo a complicare
le cose e, con un numero di progetti più elevato che mai, la
situazione non fa che peggiorare. C’è un ordine approssimativo dei
film (e delle serie tv) che è una guida utile… ma sarebbe sciocco
dare troppa importanza a tutto questo.
Gli riconosciamo il merito di averci
provato – basta guardare la “Grande Settimana” di
Nick Fury – e non deve essere stato facile per lo studio nel
corso degli anni. Pretendere che i Marvel Studios siano dei maestri
della narrazione in questo senso, però, sarebbe un grande passo
avanti.
I Marvel Studios hanno raggiunto
l’apice con i Vendicatori
Può sembrare un’affermazione
azzardata e ingiusta, ma lasciateci spiegare. Dal 2012 i
Marvel Studios hanno
realizzato un’infinità di film incredibili: Guardiani
della Galassia, Black
Panther e Avengers:
Endgame vengono subito in mente. Tuttavia, al di fuori
di alcuni rari esempi – la scena del portale di quest’ultimo è uno
di questi – il MCU ha mai saputo ricreare la
stessa magia di vedere questi diversi supereroi riuniti sullo
schermo?
È stata un’esperienza unica nella
vita vedere Capitan America condividere lo schermo
con Iron Man, e Thor combattere contro Hulk… beh,
è stato incredibile. Sono seguiti moltissimi momenti di grande
effetto, ma questo risultato, anche se il film in sé non è stato il
migliore, rimane ineguagliato.
Gli X-Men e i Fantastici Quattro
sono arrivati troppo tardi
Quando è avvenuta la fusione
Disney/Fox, i fan dei fumetti non hanno potuto fare a meno di
entusiasmarsi per la prospettiva che i Marvel Studios potessero
riottenere i diritti dei franchise degli X-Men e dei Fantastici Quattro. Questo
accadeva nel 2019. Cinque anni dopo, siamo ancora a un anno di
distanza da I
Fantastici Quattro e abbiamo solo X-Men
’97 e alcuni riferimenti ai mutanti da mostrare per
questi personaggi. Ci aspettiamo che nei prossimi anni ci siano
molti grandi film e serie televisive; purtroppo, però, sembra che
tutto ciò avvenga troppo tardi.
Qualsiasi tipo di progetto
Avengers vs. X-Men non avrà lo stesso impatto
senza i sei Vendicatori originali. Mister Fantastic probabilmente
non condividerà mai lo schermo con Tony Stark. La Cosa e Hulk? Non si scontreranno mai.
Ma tutti questi problemi potrebbero essere risolti con un
reboot…
Ci sono troppi personaggi
Negli ultimi anni, è stato
meraviglioso vedere personaggi del calibro di
Shang-Chi, Ms.Marvel,
She-Hulk e gli
Eterni ottenere il loro posto sullo schermo.
Purtroppo, questo si è aggiunto a un problema preesistente del
MCU: troppi personaggi.
Semplicemente non c’è spazio per
rendere giustizia a tutti questi eroi e, con un numero limitato di
film e spettacoli televisivi disponibili ogni anno (e ancora meno
con Bob Iger di nuovo a capo della Disney), molti di loro sono
caduti nel dimenticatoio.
Moon Knight,Namor,
Werewolf by Night e persino il nuovo Capitan America
sono scomparsi dalla loro introduzione. Quando Sam Wilson tornerà,
saranno passati quattro anni dall’ultima volta che lo abbiamo
visto!
La DC ha fatto alcune cose
meglio
Il DCEU è stato un disastro e di
questo si sono rallegrati non pochi fan del MCU. Anche se non si è
assolutamente prevenuti, non si può ignorare il fatto che, per un
certo periodo, la narrazione è stata: “Tutto ciò che la DC può
fare, la Marvel lo fa meglio“.
Nonostante ciò, bisogna ammettere
che la DC ha fatto almeno alcune cose meglio dei Marvel Studios. Molti superumani si
sentono più… beh, super… nel DCEU. Anche il mondo stesso è a volte
più fantastico e fumettistico, e l’atmosfera adulta ha fatto sì che
il franchise abbia ottenuto il rating R molto prima che Deadpool e
Wolverine lo facessero quest’anno.
I suoi giorni migliori sono alle
spalle
I Marvel Studios stanno cercando di
correggere la rotta, revisionando creativamente Daredevil:
Born Again, dando la priorità alla qualità rispetto
alla quantità e rimodellando la
Saga del Multiverso dopo che
Kang non è riuscito a entrare in sintonia con il pubblico. Per
questo, meritano un grande riconoscimento.
Purtroppo, la sensazione è che i
giorni migliori del MCU siano ormai alle spalle. Questi
film non sembrano più eventi veri e propri e, anche se c’è sempre
spazio per un cambiamento, l’entusiasmo non c’è più. Forse è una
cosa troppo bella dal 2008?
I prossimi film sui Vendicatori
saranno probabilmente epici, ma riusciranno a colpire nello stesso
modo in cui Avengers:
Endgame? Sembra improbabile. È stato quello il momento
in cui l’entusiasmo dei fan ha raggiunto l’apice; basti vedere
quanto poco i fan si interessino agli show televisivi del MCU rispetto a quando è stata
lanciata WandaVision.
Il DC
Extended Universe, anche noto semplicemente
come DCEU, è definitivamente terminato con
l’uscita in sala nel dicembre 2023 del film Aquaman e il Regno Perduto. A questo franchise
che ha sin dall’inizio faticato a trovare la propria identità, pur
regalando momenti molto entusiasmanti, subentrerà ora il
DCU di James Gunn e Peter
Safran. In attesa che questo diventi realtà, con il
Superman
del 2025, è ancora tempo di riguardare al DCEU per
riflettere su ciò che ha funzionato e su ciò che non ha funzionato,
ma anche su quelle cose che non si è ancora disposti ad accettare.
Proprio su quest’ultimo punto, ecco 8 cose che nessun fan
della DC vuole accettare sul DCEU.
Copiare la Marvel è stata la mossa
giusta (ma non ha funzionato)
Quando gli spettatori hanno
rifiutato il tono cupo di Batman v Superman: Dawn of Justice, la Warner
Bros. è entrata in modalità panico e ha apportato modifiche a
Suicide Squad per alleggerire l’approccio di
David Ayer alla narrazione. È lo stesso motivo per
cui alla fine lo studio si è rivolto a Joss Whedon
per rendere Justice League più simile a The Avengers.
Da quel momento in poi, i tentativi
di replicare il successo dei Marvel Studios sono continuati seriamente, con
Aquaman,
Shazam!
e Birds of Prey che hanno praticamente copiato e
incollato i loro toni dal MCU. La decisione non aveva nulla
di sbagliato, ma semplicemente non ha funzionato e pur ottenendo
recensioni migliori questi film non sono riusciti ad apportare
qualcosa di proprio a questi toni, finendo con il risultare poco
più che copie in contrasto tra loro.
Superman non è un eroe nel
DCEU
Non si può negare che Henry Cavill abbia fatto un ottimo lavoro nel
ruolo di Superman e, con la giusta sceneggiatura e il giusto
regista, forse l’attore avrebbe potuto fare cose incredibili con il
ruolo. Tuttavia, pur lodando il suo Clark Kent, molti fan ignorano
il fatto che questo Kal-El non è esattamente l’eroe altruista che
conosciamo e amiamo nei fumetti. In L’uomo
d’acciaio, ha deciso di salvare le vite delle persone
solo dopo aver superato i suoi problemi con il padre.
Mentre l’uccisione di Zod – anche se
usata come ultima risorsa – è decisamente fuori dal personaggio.
Cosa ha portato poi l’eroe più potente del DCEU a imboccare un
sentiero oscuro in quei flashforward visti in
Batman v Superman: Dawn of Justice? Insomma, ci sono
stati numerosi segnali che dimostrano che questo Superman non è un
eroe.
La Warner Bros. non dovrebbe
rilasciare la Ayer’s Cut
Da quando la Zack
Snyder’sJustice League ha visto la
luce, il regista di Suicide SquadDavid Ayer ha
portato avanti una campagna per convincere i fan a riunirsi dietro
un movimento #ReleaseTheAyerCut. Ayer insiste sul fatto che la sua
versione originale del film del 2016 sia una sorta di capolavoro
inedito e che le modifiche apportate dalla Warner Bros. (un finale
leggermente diverso, alcuni elementi grafici e l’approccio confuso
all’esplorazione delle storie di origine di ciascun membro della
Task Force X) siano in qualche modo responsabili del fatto che il
film sia stato una tale delusione.
Tuttavia, è stato riportato che non
abbia subito cambiamenti poi tanto drastici e per quanto sia del
tutto possibile che il film concepito dal regista fosse più
coerente e godibile, con archi narrativi migliori, è improbabile
che possa rivelarsi un’opera tanto migliore. Ad ogni modo, sembra
ormai improbabile che questa versione verrà rilasciata in futuro e
lo stesso Ayer ha affermato di
aver gettato la spugna a riguardo.
Birds of Prey non è un brutto
film
I personaggi di Birds of Prey meritavano di certo di meglio e
il film in generale ha indubbiamente mancato di offrire storie a
loro legate che avessero un effettivo valore. Tuttavia, a parte
questo, non si tratta di un brutto film. Non parliamo ovviamente di
un capolavoro, ma con il 79% su Rotten Tomatoes, è tra i film
meglio recensiti di questo franchise.
Margot Robbie è fantastica, così come la
maggior parte del cast di supporto, ed Ewan McGregor è probabilmente uno dei più
grandi cattivi del DCEU nel ruolo di Maschera Nera. Anche in questo
caso, sono stati commessi degli errori, ma è ingiusto vedere
Birds of Prey spesso classificato, insieme a
film come The
Flash, Suicide
Squad e Wonder
Woman 1984, come il peggiore che il DCEU abbia mai
offerto.
Batman v Superman presenta una
delle più belle scene di combattimento di tutti i tempi
Molti fan della DC non sono riusciti
a dimenticare la scena di “Martha!” in Batman v Superman: Dawn of Justice, ma
sembrano aver dimenticato che il film ha offerto una delle migliori
scene di combattimento mai apparse sullo schermo in un adattamento
di un fumetto. La battaglia tra il Crociato incappucciato e
l’Uomo d’Acciaio è assolutamente epica e fa
un lavoro brillante nel mostrare quanto Batman sia un eccellente
tattico mentre trova abilmente il modo di sopraffare il suo
nemico.
Brutale, dura e come se i fumetti
prendessero vita, l’intera sequenza ancora oggi non riceve
abbastanza credito. Certo, Snyder ha commesso alcuni errori:
Doomsday aveva un aspetto terribile, Superman è stato ucciso e Lex
Luthor era… strano. Tuttavia, la negatività che circonda
Batman v Superman ha reso alcuni
ciechi di fronte alla grandezza che era occasionalmente
offerta.
I DC Studios non hanno ucciso il
DCEU, è stato il DCEU stesso a farlo
Da una certa parte dei fan della DC,
James Gunn, Peter Safran e
gli studi DC nel loro complesso ricevono un sacco di odio in quanto
vengono incolpati di aver distrutto il DCEU con un
reboot che ha gettato via Henry Cavill e
Ben Affleck ma ha mantenuto i piani di Gunn e i membri della
sua famiglia. Sebbene si possa sostenere che l’annuncio del reboot
del DCU all’inizio di un anno che ha visto l’uscita
di quattro film del DCEU sia stato un errore, i DC Studios non
possono essere incolpati della scomparsa di questo franchise.
La Warner Bros, invece, sì. Non c’è
mai stata una visione coesa per questi personaggi, che sono stati
passati di mano in mano più volte nel corso degli anni senza una
vera idea di dove portarli. Blue
Beetle andava bene, ma si potrebbe sostenere che
Wonder
Woman è ancora l’unico film del DCEU veramente grande
e vietato ai minori, in una serie composta da più di una dozzina di
titoli. Non bisogna dunque odiare i DC Studios se il DCEU è morto,
bensì l’idea di questo della Warner Bros.
Joss Whedon ha azzeccato molte cose
in Justice League
Non si può negare che la versione di
Justice
League distribuita nei cinema non sia affatto un film
eccezionale. Tuttavia, è stato tutt’altro che un disastro e
certamente non è stato il pasticcio insopportabile che alcuni fan
hanno descritto negli anni. L’odio per il “Whedon Cut” ha
dato vita al movimento #ReleaseTheSnyderCut e ha costretto la
Warner Bros. a spendere decine di milioni di dollari per completare
la
Zack Snyder’sJustice League.
Quest’ultima è ritenuta superiore,
ma nella versione di Whedon, Superman si comportava davvero come…
beh, Superman! Certo, c’erano alcune battute che facevano
rabbrividire, ma molte delle trovate di Whedon si sono rivelate
azzeccate nella costruzione di determinati eventi e personaggi.
Persino Cavill sembra aver preferito l’approccio del regista di
The Avengers alla versione di Superman proposta da
Snyder.
Il MCU è meglio del DCEU
Mettendo da parte i fumetti e
riferendoci solo a quanto visto sullo schermo, è difficile non
riconoscere che la maggior parte dei supereroi Marvel e anche diversi villain del
MCU si siano dimostrati essere più
interessanti di quelli del DCEU. Naturalmente i
personaggi di quest’ultimo franchise sono incredibili: Superman,
Wonder Woman e Batman sono tutte icone
innegabili. Tuttavia, il problema di questi personaggi – e questo è
il caso della DC da decenni – è che questi Dei tra gli uomini non
sono relazionabili.
I personaggi del Marvel Cinematic Universe sono più
vicini alla realtà, e persino un Dio del Tuono letterale come Thor
è una persona imperfetta e credibile. Per questo motivo, i fan e
gli spettatori abituali graviteranno senza dubbio sempre di più
verso i personaggi della Marvel, con Spider-Man e Hulk che
continueranno a incuriosire ed emozionare più di quanto non faranno
mai Shazam e Aquaman. Certo, il DCU di Gunn potrebbe cambiare quest’aspetto e
offrire delle gradite novità.
Sony Pictures Entertainment ha
recentemente pubblicato il primo trailer della nuova installazione
della serie 28 giorni dopo, 28
anni dopo, e ci sono alcuni momenti scioccanti
che hanno già attirato l’attenzione dei fan. Il primo film della
nuova trilogia uscirà nell’estate del 2025 e comprende alcuni volti
noti, tra cui Aaron Taylor-Johnson, Jodie Comer e Ralph Fiennes.
Il nuovo trailer di 28 anni dopo fa sembrare la serie
più spaventosa ed emozionante che mai.
Aaron Taylor-Johnson è il protagonista del
prossimo film 28 anni dopo nel ruolo di Jamie, un
sopravvissuto che vive su un’isola remota del Regno Unito e che si
avventura fuori dall’isola per una missione, ma incontra molti
problemi lungo il cammino. Il trailer presenta un’interpretazione
molto inquietante della poesia Boots su scene che mostrano
ancora più degrado e caos rispetto a quelle presenti in 28
settimane dopo del 2007. Oltre ai nuovi e intriganti
personaggi che appaiono nel trailer, 28 anni dopo presenta
diverse rivelazioni su come le cose sono cambiate dall’ultimo
film.
Il Regno Unito è ancora alle
prese con il virus della rabbia
Il Paese è ancora invaso dagli
infetti
Dopo gli eventi di 28 Giorni
dopo e 28 Settimane dopo, 28 Anni
dopomostra che il Regno Unito è ancora
invaso da persone infettate dal virus della rabbia. Nel
film originale, il personaggio di Cillian Murphy, Jim, si sveglia e
scopre che Londra è diventata una scena di caos e che persone
apparentemente impazzite lo inseguono per le strade, prima di
scoprire la verità sul virus. Tuttavia, alla fine del primo film,
gli infetti vengono mostrati affamati e lui e i suoi compagni
vengono apparentemente salvati, lasciando presagire un futuro più
positivo.
In base al trailer di 28
anni dopo, sembra che, negli anni successivi, il virus non si
sia estinto come suggerito dal primo film, ma abbia continuato a
diffondersi come mostrato nel secondo.
Al contrario, il finale di 28
settimane dopo era molto più negativo, mostrando che il virus
aveva infettato anche l’Europa continentale. Si può ipotizzare che
la continua diffusione del virus abbia portato al mondo descritto
in 28 Anni dopo. In base al trailer di 28 anni
dopo, sembra che, negli anni successivi, il virus non si sia
estinto come suggerito dal primo film, ma abbia continuato a
diffondersi come mostrato nel secondo. In effetti, il mondo
di 28 Anni Dopo appare ancora più distopico di quello in cui Jim si
è svegliato.
Una piccola comunità di
sopravvissuti è apparsa sull’Isola Santa
L’isola isolata è un luogo
perfetto per la sopravvivenza
Il trailer di 28 anni dopo
mostra Holy Island, un luogo reale nel nord dell’Inghilterra che ha
accesso alla terraferma tramite una strada rialzata. La
comunità è molto isolata, soprattutto durante l’alta
marea, il che la rende il luogo perfetto per rimanere al
sicuro dagli infetti. La strada rialzata e le difese installate
aiutano a proteggere l’isola. Ma il personaggio di Taylor-Johnson
viene mostrato mentre se ne va, quindi sembra che anche i membri
della comunità possano lasciare l’isola se necessario.
Questo è interessante anche perché
nei due film precedenti c’erano piccole bande di sopravvissuti che
si ritrovavano o venivano messi insieme grazie a un intervento
militare, ma questa è la prima grande comunità. Il
trailer mostra una società funzionante sull’Isola Santa che include
diversi lavori e mostra che le persone sembrano essere amichevoli
tra loro. Sarà interessante vedere come 28 Anni dopo
contrapporrà la comunità creata sull’Isola Santa al caos che il
Jamie di Taylor-Johnson sembra trovare sulla terraferma.
28 anni dopo riporterà i temi
militaristi della serie
I soldati sono protagonisti del
trailer
Le critiche all’esercito e
al governo sono state parte integrante dei primi due film della
serie e il trailer di 28 anni dopo sembra
mostrare che questo tema ricomparirà. La presenza dell’esercito in
28 Giorni dopo, guidata dal Maggiore Henry West di
Christopher Eccleston, rappresentava la corruzione
delle forze armate e il loro desiderio di approfittare del caos
creato dal Rage Virus. Allo stesso modo, il Generale Stone di Idris
Elba in 28 settimane dopo è una critica all’incompetenza,
o semplicemente al disinteresse per il benessere degli altri, del
personale militare.
Sebbene il trailer non chiarisca
esattamente quale forma assumerà la critica, l’apparizione
di soldati in tutto il trailer fa pensare che ci sarà un messaggio
simile in28 anni dopo.
L’esercito e il governo potrebbero ancora esercitare una forma di
controllo e protezione sulla terraferma con cui la comunità
dell’isola entra in contatto. Tuttavia, come per i colpi di scena
dei film precedenti, il trailer lascia poco chiaro se la presenza
dei soldati sia davvero altruistica o se ci sia un altro scopo che
verrà poi alla luce.
Il trailer mette in dubbio il
destino di Jim alla fine di 28 giorni dopo
Ci sono diversi accenni al
personaggio
Alla fine del film originale, il
Jim di Cillian Murphy, insieme a Selena e Hannah, lascia un
messaggio di aiuto che viene visto dagli aerei di passaggio e viene
finalmente salvato, tendendo verso un futuro più positivo per i
personaggi. Tuttavia, il trailer di28
anni dopolascia diversi indizi sul suo
destino. Innanzitutto, il nome Jimmy può essere visto
inciso sul corpo di un infetto che il personaggio di Taylor-Johnson
incontra. In secondo luogo, Jimmy è scritto nuovamente sul lato di
un fienile mostrato nel trailer. Anche se non è chiaro se Jimmy si
riferisca al Jim di 28 giorni dopo, sembra certamente
possibile.
Inoltre, ci sono già dubbi sulla
possibile presenza di
Cillian Murphy in 28 anni dopo, dato che nel
trailer c’è un infetto che ha una certa somiglianza con Jim. La
figura viene mostrata lentamente seduta in un campo con altri
personaggi in primo piano. Anche se non c’è alcuna conferma che
questa figura sia Murphy, i tratti del viso dell’infetto fanno
pensare a Jim nel film originale.
Tuttavia, dal momento che
il nome di Cillian Murphy sembra essere legato sia
a28 anni dopoche al
secondo film della nuova trilogia di28
anni, sembra strano che sia uno degli infetti. A meno
che il film non preveda anche la possibilità che gli infetti siano
più senzienti rispetto ai due film precedenti, è più probabile che
Murphy interpreti un altro ruolo che semplicemente non compare nel
trailer per mantenere il segreto ai fan che speculano sul suo
ritorno.
I sopravvissuti sulla
terraferma sono diventati più animaleschi
La loro situazione è
probabilmente più spaventosa di quella dei sopravvissuti
sull’isola
Così come la comunità dell’isola ha
delle difese, anche i sopravvissuti sulla terraferma si difendono,
ma la loro situazione è probabilmente molto peggiore. Mentre
l’isola ha una sola via di accesso e di uscita, spesso allagata a
causa dell’alta marea, i sopravvissuti sulla terraferma devono
stare sempre all’erta. Le differenze tra la vita sull’isola
e quella sulla terraferma avrebbero potuto portare a una divergenza
nel comportamento dei due gruppi che viene accennata nel
trailer di 28 anni dopo attraverso le immagini della
comunità dell’isola e il contrasto tra i sopravvissuti selvaggi e i
militari che Jamie incontra.
Tuttavia, una volta che Jamie
lascia l’isola, il trailer inizia a mostrare scene molto più
inquietanti, tra cui un infetto appeso a testa in giù al soffitto e
il personaggio di Ralph Fiennes ricoperto da quello che sembra
essere sangue.
Rispetto al modo di vivere militare
e di culto dei sopravvissuti della terraferma, la comunità
dell’isola sembra relativamente pacifica. Il trailer mostra un
ufficio di collocamento della comunità e gli abitanti sembrano
conoscersi. Tuttavia, una volta che Jamie lascia l’isola,
il trailer inizia a mostrare scene molto più inquietanti,
tra cui un infetto appeso a testa in giù al soffitto e il
personaggio di Ralph Fiennes ricoperto da quello che sembra essere
sangue. Queste immagini potrebbero indicare lo stile di vita molto
più duro che questi sopravvissuti hanno dovuto condurre.
Allo stesso modo, gli infetti
sono diventati più grandi e più forti
Il virus della rabbia si è
evoluto dopo 28 Settimane dopo
Mentre nei primi due film del
franchise di 28 Giorni gli infetti erano persone normali
prima di contrarre il virus della rabbia, gli infetti di 28 Anni
Dopo sembrano essere diventati qualcosa di non del tutto umano. Il
trailer di 28 anni dopo mostra diverse immagini degli
infetti in cui sembrano essere molto più grandi di una
persona media. In particolare, una scena mostra il
personaggio di Aaron Taylor-Johnson che scappa da una figura che
sembra essere quasi il doppio della sua altezza.
Allo stesso modo, in una sequenza
che mostra dei soldati che camminano con cautela in una stanza
buia, un soldato viene sollevato da terra da qualcosa che proviene
dall’alto e scompare mentre spara con la sua pistola nell’oscurità.
Allo stesso tempo, un altro soldato viene mostrato mentre guarda
terrorizzato qualcosa sopra di lui. Queste scene dimostrano che
gli infetti di28 anni
doposono più grandi di una persona e anche
molto più forti, il che li rende ancora più terrificanti
per i sopravvissuti che devono affrontarli.
Alcuni sopravvissuti hanno
formato un culto
Nel trailer compaiono maschere
e strutture ossee inquietanti
Una delle rivelazioni più
sorprendenti del trailer di 28 anni dopo è l’esistenza di
un culto che sembra ruotare intorno all’adorazione delle ossa o dei
morti. Ci sono diverse immagini di un tempio o altare molto
inquietante, ma intrigante, fatto interamente di ossa
umane, a cui vengono mostrati diversi personaggi che si
avvicinano. Le dimensioni dell’altare fanno pensare che la sua
costruzione abbia richiesto molto tempo e molte morti.
In un’altra scena, si vede un
gruppo numeroso, probabilmente una congregazione, che indossa
maschere e solleva un ragazzo sopra le proprie teste.
Né28 Giorni doponé28 Settimane dopoincludono elementi del genere, quindi sembra
probabile che questo culto si sia sviluppato durante la diffusione
del virus della rabbia negli ultimi 28 anni.
Non è chiaro se il Jamie di
Taylor-Johnson e l’adolescente in missione con lui facciano parte
del culto o se lo incontrino soltanto, dato che il culto non
compare in nessuna scena prima che abbiano lasciato
l’isola.
Non è chiaro se il Jamie di
Taylor-Johnson e il ragazzo che ha in missione con lui facciano
parte della setta o la incontrino soltanto, dato che la setta non
appare in nessuna scena prima che abbiano lasciato l’isola. Il film
è decisamente inquietante e solleva molte domande su 28 anni
dopo e sul suo sequel, 28 anni dopo parte II: Il tempio di
ossa. Tuttavia, dato il titolo di quest’ultimo, sembra
lecito supporre che la setta e il suo scopo saranno esplorati
ulteriormente nei futuri film della serie.
La società in 28 anni dopo
sembra aver perso completamente i contatti con gli altri
Paesi
Il mondo appare ancora più
post-apocalittico e selvaggio rispetto ai film precedenti
Nei due film precedenti della serie
28 giorni, c’era ancora un certo livello di comunicazione
tra persone in luoghi diversi, in particolare attraverso i militari
o il governo che cercavano di aiutare a passare informazioni ai
sopravvissuti. Tuttavia, il finale del secondo film conferma che il
virus della rabbia si è diffuso nell’Europa continentale, il che
significa che le comunicazioni potrebbero essere ulteriormente
eliminate. Sebbene questi due film fossero certamente di natura
post-apocalittica, essi raccontavano l’inizio di un crollo
piuttosto che l’aspetto della società anni dopo il
collasso.
Dato che sono passati 28 anni dallo
scoppio del virus, è logico che 28 anni dopo assuma un
tono diverso rispetto ai suoi predecessori. Invece di concentrarsi
sul tentativo di mantenere la società com’era prima dell’epidemia,
hanno formato una società completamente nuova che sembra
non avere alcun mezzo di comunicazione con il mondo
esterno, ammesso che esista ancora un mondo esterno.
Sebbene sia possibile che 28 anni dopo
includa ancora l’aiuto e la comunicazione con l’estero come 28
settimane dopo, potrebbe avere più senso che la serie si muova
in una direzione unica.
The
Mandalorian & Grogu è stato protagonista dello Star
Wars Celebration 2025 in Giappone, dove la Lucasfilm ha
rivelato molti dettagli sul film in uscita nel 2026. Il
prossimo film di Star Wars uscirà nelle sale nel maggio
del prossimo anno, con
Jon Favreau e Dave Filoni alla guida della produzione.
Naturalmente, essendo l’ultimo grande evento prima della data di
uscita del film, i panel dello Star Wars Celebration 2025 dovevano
rivelare molti dettagli sul progetto, così come sugli altri film,
serie TV, pubblicazioni cartacee e videogiochi ambientati in una
galassia lontana lontana.
Per quanto riguarda la storia di
The Mandalorian & Grogu, prima
dell’evento si sapeva poco del film. È stato confermato che Pedro
Pascal tornerà a doppiare il primo dei personaggi titolari, con
alcune immagini mostrate in precedenti convention che confermano il
ritorno di Garazeb Orelios, un personaggio di Star Wars
Rebels. Ora però, grazie all’attenzione riservata al film
presentato allo Star Wars Celebration 2025, abbiamo molte più
informazioni sul prossimo film di Star Wars: The
Mandalorian & Grogu.
The Mandalorian & Grogu è
ispirato ad Akira Kurosawa
Al panel di Star Wars Celebration
dedicato a The Mandalorian & Grogu, una delle prime
rivelazioni di Jon Favreau ha fatto riferimento alle origini di
Star Wars. Favreau ha sottolineato quanto sia stato
influenzato dal leggendario regista giapponese Akira Kurosawa
durante la produzione delle prime tre stagioni di The
Mandalorian e come The Mandalorian & Grogu continui
questa tradizione. Come molti sanno, Kurosawa ha avuto una grande
influenza sulla creazione della trilogia originale di Star
Wars da parte di George Lucas, il che significa che Favreau e
il suo prossimo film stanno tornando ai primi giorni del franchise
e alle sue ispirazioni.
Il Razor Crest torna
ufficialmente in The Mandalorian & Grogu
Verso la fine della seconda
stagione di The Mandalorian, lo starfighter di Din Djarin –
e, di fatto, la sua casa – è stato distrutto. Moff Gideon ha
bombardato il Razor Crest, costringendo Din a ricevere un caccia
stellare N1 in The Book of Boba Fett e nella terza stagione
di The
Mandalorian. Alla fine, però, la casa originale di Din e
una delle migliori navi di Star Wars torna, con il Razor
Crest che appare in diversi filmati rilasciati per The
Mandalorian & Grogu durante lo Star Wars Celebration 2025.
Tuttavia, non è stato confermato
come tornerà esattamente la Razor Crest. È probabile che Din abbia
semplicemente incaricato qualcuno di costruire una nuova versione
della nave dopo che quella originale è stata distrutta. Come molti
hanno sottolineato da quando Din ha ottenuto una nave N1, il caccia
stellare più piccolo probabilmente ostacolava le sue operazioni di
caccia alle taglie. Con The Mandalorian & Grogu che vede i
protagonisti dare la caccia alle taglie imperiali, il ritorno della
Razor Crest è altamente logico.
Sigourney Weaver è stata
confermata come agente della Nuova Repubblica in The Mandalorian &
Grogu
Una delle rivelazioni più attese
sul cast di The Mandalorian & Grogu alla Star Wars
Celebration 2025 era il ruolo di Sigourney Weaver. Oltre a Pascal,
la Weaver è senza dubbio la più grande aggiunta al film dall’inizio
della produzione nel 2024. Sebbene non siano stati forniti
ulteriori dettagli sul ruolo della Weaver nel film, è stato almeno
confermato che lavora per la Nuova Repubblica.
Considerando che il film è
ambientato nella L’era della Nuova Repubblica, ciò ha senso.
Il personaggio di Weaver è stato avvistato mentre indossava abiti
della Nuova Repubblica e parlava con Din Djarin come un leader
farebbe con un sottoposto, suggerendo che è lei la responsabile
dell’assegnazione delle missioni mandaloriane contro i resti
dell’Impero nella galassia. Un’immagine rivelata allo Star Wars
Celebration 2025 mostrava anche la Weaver con indosso l’iconica
uniforme da pilota di X-Wing, suggerendo che potrebbe avere un
ruolo più attivo nelle sequenze d’azione del film.
Din Djarin si toglie di nuovo
l’elmo in The Mandalorian & Grogu
Sebbene Pedro Pascal sia noto da
tempo per dare la voce a Din Djarin, Brendan Wayne e Lateef Crowder
hanno tendenzialmente interpretato l’aspetto fisico del
personaggio. Din Djarin raramente si toglie l’elmo, il che
significa che questi ultimi due stuntman sono fondamentali per la
sua interpretazione. Pascal è apparso fisicamente solo poche volte
nelle tre stagioni di The Mandalorian, quindi molti non
erano sicuri della portata del suo ruolo in The Mandalorian &
Grogu. Come rivelato al SWCJ, però, Din si toglierà ancora una
volta l’elmo, consentendo al film di sfruttare il carisma di
Pedro Pascal.
The Mandalorian & Grogu sarà
caratterizzato da battaglie contro i resti dell’Impero
Dato che manca ancora più di un
anno all’uscita del film, durante lo Star Wars Celebration 2025 non
è stato rilasciato alcun trailer di The Mandalorian & Grogu.
Tuttavia, è stato mostrato un piccolo teaser ai presenti, tra cui
Screen Rant. Il trailer iniziava con una lunga clip di Din
Djarin che si faceva strada combattendo contro gli Imperiali
all’interno di un AT-AT walker. La lunga ripresa continua
mostrava Din che utilizzava tutto il suo arsenale mandaloriano,
prima di far saltare in aria il walker e volare via con Grogu
al seguito.
Grogu avrà un ruolo più attivo
in The Mandalorian & Grogu
L’adorabile bambino sta
crescendo
Per quanto riguarda quest’ultimo
personaggio di The Mandalorian & Grogu, le rivelazioni sul
film alla Star Wars Celebration 2025 hanno confermato il suo ruolo
più attivo. Il filmato mostrato ai presenti ha evidenziato il ruolo
più attivo di Grogu nella trama, comprese alcune scene in cui nuota
nell’acqua. Un’altra sezione lo mostra mentre usa la Forza per
smantellare un droide.
Grogu è ormai cresciuto e ha
il potere e la capacità di aiutare più attivamente il suo padre
adottivo…
Durante le tre stagioni di The
Mandalorian, Grogu è stato più che altro un passeggero. Sebbene
abbia avuto i suoi momenti di eroismo grazie alla Forza, è
innegabile che la sua giovane età lo rendesse secondario rispetto a
Din Djarin. Tuttavia, come dimostrano il titolo del film in uscita
e le immagini mostrate allo Star Wars Celebration, le cose stanno
cambiando, poiché Grogu è ormai cresciuto e ha il potere e la
capacità di aiutare più attivamente il suo padre adottivo.
Confermato il ritorno del
figlio di Jabba The Hutt in The Mandalorian & Grogu
Confermate le voci sul
film
Nel dicembre 2024 è stata riportata
una delle voci più bizzarre su The Mandalorian & Grogu.
Molti sostenevano che Jeremy Allen White fosse stato scritturato
per The Mandalorian & Grogu, dopo il successo ottenuto con
The Bear. Si diceva che White avrebbe interpretato Rotta the
Hutt, il figlio di Jabba the Hutt, apparso per la prima volta nel
film d’animazione di Dave Filoni, Star Wars: The Clone Wars.
Sebbene la partecipazione di White
non sia stata confermata, lo Star Wars Celebration 2025 ha almeno
confermato la presenza del figlio di Jabba the Hutt in The
Mandalorian & Grogu. Una scena del filmato mostrato alla convention
ha messo in evidenza un Hutt presente in un’arena, confermando
apparentemente le voci emerse alla fine del 2024. Resta da vedere
quale sarà il ruolo di Rotta in The Mandalorian & Grogu, ma
la sua inclusione è tanto eccitante quanto peculiare.
The Mandalorian & Grogu è
ancora previsto per maggio 2026
L’ultima cosa che abbiamo appreso
su The Mandalorian & Grogu alla Star Wars Celebration 2025 è
più una riconferma che altro. Da tempo è risaputo che The
Mandalorian & Grogu sarà il prossimo film di Star Wars
ad uscire nelle sale. Alla SWCJ, questo è stato ribadito.
The Mandalorian & Grogu è
ancora previsto per l’uscita il 22 maggio 2026, poco più di un
anno dopo il panel allo SWCJ. Ciò significa che nei prossimi 13
mesi ci si può aspettare molte altre rivelazioni sul film, incluso
il primo trailer pubblicato in tutto il mondo. Non è chiaro quando
ciò avverrà, ma se le rivelazioni di The Mandalorian &
Grogu alla Star Wars Celebration 2025 confermano qualcosa,
è che la produzione del prossimo film di Star Wars per il
cinema sta procedendo senza intoppi.
Sebbene molti cinecomicsMarvel
e DC
continuino a riscuotere un grande successo al botteghino, il genere
non è mai stato immune da qualche flop finanziario. A volte, ciò è
dovuto al fatto che alcuni personaggi non entrano in sintonia con
gli spettatori. In altre occasioni, un adattamento di un fumetto è
giudicato talmente scadente che la gente semplicemente non vuole
spendere i propri soldi in un biglietto del cinema, nonostante la
popolarità di franchise come The Avengers e
Spider-Man. Nelle ultime settimane si è parlato
molto delle difficoltà che il DCEU deve
affrontare quest’anno. La Warner Bros. ha
registrato tre flop consecutivi di cinecomics, di cui The Flash è uno degli ultimi esempi. Tuttavia,
se pensavate che le cose fossero andate male per quel film… beh,
potreste impallidire in confronto ad alcuni di quelli che troverete
in questa lista!
Shazam! Furia degli dei
Shazam!
del 2019 rimane uno dei cinecomics delDCEU
meglio recensiti, ma l’entusiasmo per il sequel,Furia degli Dei
di quest’anno, è stato a dir poco smorzato. Era passato troppo
tempo dall’uscita del primo capitolo e il fascino di vedere questi
ragazzini trasformarsi in supereroi si è perso quando
l’attore
Billy Batson è
sembrato più appropriato per incarnare l’eroe del titolo rispetto
al protagonista
Zachary Levi.
Le recensioni sono state per lo più negative e l’uscita di questo
film dopo il fallimento diBlack Adam
e l’annuncio da parte deiDC
Studios
di un reboot dell’intero franchise ha condannato il sequel. Con un
budget dichiarato di 125 milioni di dollari,Shazam! La furia degli dei
ha guadagnato appena 133 milioni di dollari in tutto il mondo. Si
tratta di un risultato disastroso per i cinecomics anche dopo una
campagna di marketing dimenticabile, che sarebbe comunque costata
alla
Warner Bros.
decine di milioni di dollari oltre al budget di
produzione.
I Fantastici Quattro
Nonostante la promessa di
un film sui Fantastici Quattro che puntasse molto
sull’elemento body-horror dei poteri della squadra, i fan non erano
soddisfatti di questo reboot fin dall’inizio. Non volevano una
rivisitazione in chiave moderna della Prima Famiglia Marvel, e sia i costumi che il
design del Dottor Destino sono stati
immediatamente bocciati. Il regista Josh Trank
godeva di molta fiducia tra i fan dei fumetti dopo aver diretto
Chronicle, fino a che il produttore
Simon Kinberg è intervenuto e ha essenzialmente
girato metà del film. Di conseguenza, il regista ha disconosciuto
Fantastic Four, poco prima che arrivasse nelle
sale, spazzando via milioni dal suo previsto weekend di apertura. È
stato un momento folle per questo franchise, ma alla fine i
Fantastici Quattro hanno guadagnato solo 167,9
milioni di dollari in tutto il mondo. Non abbiamo più visto la
squadra da allora e non la vedremo finché non farà ritorno nel
reboot dei Marvel
Studios del 2025.
Dark Phoenix
Rimanendo nell’Universo
Marvel della Fox, quando si è diffusa la notizia che
Kinberg avrebbe diretto Dark Phoenix per rifare la storia che aveva
precedentemente rovinato in X-Men: The Last Stand… beh, probabilmente
ricorderete quanto sia andata male. Dopo numerosi ritardi, il film
– che originariamente doveva essere composto da due parti – è
uscito in un momento in cui i fan dei cinecomics sapevano che il
franchise degli X-Men sarebbe stato rilanciato dai
Marvel Studios. L’interesse è diventato minimo
e le voci di problemi dietro le quinte (ironia della sorte,
Kinberg ha dovuto rigirare l’intero atto finale
del film) non hanno aiutato molto quando è arrivato il weekend di
apertura di Dark Phoenix. Con un incasso di soli 252,4
milioni di dollari a fronte di un budget di almeno 200 milioni di
dollari, il franchise si è concluso con una nota negativa.
Naturalmente c’era ancora un altro flop da affrontare, ma ci
arriveremo più avanti.
Green Lantern
Può essere difficile da
credere ora, ma c’è stato un tempo in cui Green Lantern era tra i cinecomics più attesi
in assoluto. Numerose fughe di notizie, molte delle quali hanno
avuto origine proprio su questo sito, hanno mostrato i membri del
Corpo delle Lanterne Verdi e la risposta a questi prototipi è stata
positiva. Tutti i segnali indicavano che il film sarebbe stato un
incontro tra supereroi e Guerre Stellari e, sebbene non tutti
fossero d’accordo con la scelta di Ryan Reynolds come protagonista, la maggior
parte dei fan era felice di dargli una possibilità. Poi sono
arrivati i trailer. Con un VFX scadente e un tono eccessivamente
sciocco, la narrazione online ha subito un brusco cambiamento e ha
iniziato a sembrare che Lanterna Verde potesse non essere l’avventura
epica che tutti ci aspettavamo. Costato alla Warner
Bros. ben 200 milioni di dollari (una rarità per l’epoca),
un incasso globale di 220 milioni di dollari garantì a questo film
lo status di flop e fu il primo di molti colpi che l’Universo
DC avrebbe inferto alla Warner Bros.
Justice League
Nonostante il
weekend d’apertura da record di Batman v Superman: Dawn of Justice, il film ha
subito un forte calo nel secondo fine settimana e, a causa delle
spese sostenute dalla Warner Bros. è stato considerato una
delusione finanziaria. Di conseguenza, lo studio ha apportato
modifiche radicali a Suicide
Squad e Justice League. Nel caso di quest’ultimo, il
regista di The AvengersJoss Whedon è
stato arruolato per “salvare” il film scrivendo e dirigendo una
serie di reshoot. Come ora sappiamo guardando la “Snyder Cut”, in
qualche modo ha peggiorato notevolmente la situazione e, in base a
ciò che abbiamo sentito, ha agito in un modo che ha compromesso la
sua carriera. Il motivo per cui ciò è accaduto rimane un mistero,
ma a non aiutare la situazione sono stati gli avidi dirigenti degli
studios decisi a non rinviare Justice League per ricevere i loro bonus. Al
momento dell’uscita di Justice League erano stati spesi così tanti
soldi che il film avrebbe dovuto incassare 750 milioni di dollari
per pareggiare i conti. Al contrario, ha incassato 657 milioni di
dollari, un ottimo risultato per cinecomics in circostanze normali,
ma un vero disastro per questo film dopo che il budget è andato
fuori controllo.
The New Mutants
Dopo Dark Phoenix, l’interesse dei fan per The New Mutants è rapidamente svanito. Dopo
l’ennesima serie di contrasti tra il regista di un film Marvel
(Josh Boone in questo caso) e la 20th
Century Fox, sono seguiti ritardi nella data di uscita.
Poi è arrivata la pandemia. Il numero di volte in cui The New Mutants è stato rimandato lo ha
trasformato in un meme tra i cinecomics, e con un reboot dei
Marvel Studios che si avvicinava, i
fan hanno stranamente accolto le voci che parlavano di un film da
eliminare o da mandare direttamente a Disney+. Alla fine il film è stato
distribuito durante la pandemia, anche se senza i reshoot che
avrebbero dovuto portare questo spin-off al punto giusto (alcuni
camei, tra cui quello di Mister Sinister, sono
stati eliminati). Sebbene le probabilità di successo di The New Mutants fossero molto alte grazie a
COVID, un incasso di 49 milioni di dollari a fronte di un budget di
80 milioni ha davvero rappresentato il colpo di grazia per questa
iterazione del franchise degli X-Men.
Supergirl
Quando
Supergirl arrivò nel 1984, il franchise di
Superman era ormai agli sgoccioli. Il franchise
guidato da Christopher Reeve era caduto in disgrazia, ma
lo studio sperava chiaramente che questo spin-off avrebbe
contribuito a ripristinare l’interesse per l’Universo DC (cosa che
non sarebbe avvenuta fino all’arrivo del
Batman di Tim Burton, 5 anni dopo). Helen
Slater sembrerà anche uscita direttamente dai fumetti, ma
questo film non è affatto piaciuto e ha dato l’impressione di
essere un’operazione commerciale senz’anima. Naturalmente, non
possiamo ignorare il fatto che Supergirl è stato
distribuito in un periodo in cui i film d’azione con protagoniste
donne non erano la norma, quindi le probabilità di successo erano
sempre state sfavorevoli. Alla fine dei conti, però, il film ha
guadagnato solo 14 milioni di dollari, nonostante la produzione sia
costata 35 milioni di dollari. Mentre Supergirl è
tornata in televisione, le sue avventure sul grande schermo si sono
concluse qui. Tuttavia, uno Slater in computer
grafica è stato mostrato nelle discutibili scene di Speed Force di
The Flash, segnando la seconda volta che il
personaggio è apparso in un flop al botteghino.
Morbius
La Sony Pictures ha ottenuto un grande successo
collaborando con i Marvel Studios per il suo franchise
di Spider-Man, ma ha ancora intenzione di
espandere l’universo dell’arrampica-muri… senza di lui. Senza
dubbio spinto dal successo di Venom, lo studio aveva grandi
speranze per Morbius, soprattutto per la presenza di
Jared Leto come protagonista. Quello che la
Sony non ha capito è che nonostante il Protettore Letale sia in
grado di stare in piedi da solo, i fan non si preoccupano dei
cattivi di serie B di Spidey quando non c’è lui a
picchiarli.
Nel caso di
Morbius, il film ha sempre avuto l’aspetto di B-movie,
e questo è diventato evidente quando sono arrivate le prime
recensioni (inoltre non è mai un bene quando una scena
post-credits, che dovrebbe anticipare qualcosa di estremamente
emozionante, diventa oggetto di scherno). Dopo un calo record del
74% nel secondo fine settimana, Morbius ha guadagnato solo 167 milioni di
dollari in tutto il mondo, un risultato scioccante dopo che
Spider-Man: No Way Home aveva incassato poco
meno di 2 miliardi di dollari mesi prima. Anche una riedizione
destinata a sfruttare i meme ha fallito e non prevediamo la
possibilità di rivedere questo Vampiro Vivente.
Ecco 8 serie a cartoni animati, alcune delle quali ispirate a
cinema e videogiochi, che sono andate in onda, in Italia e negli
Stati Uniti negli anni ’90 e che forse non tutti ricordano:
Molti personaggi dei fumetti sono
stati portati sul grande schermo nel corso degli anni, ma gli
attori disposti a ricoprire questi ruoli sono davvero
pochi. Ad esempio, Ryan Reynolds ha quasi stroncato la sua
carriera interpretando
Green Lantern nel flop del 2011; tuttavia, ha più
che recuperato con il suo ruolo nel franchise di
Deadpool, con Deadpool
& Wolverine di quest’anno. Oggi analizziamo 8
attori che hanno interpretato personaggi dei fumetti in film di
supereroi poco apprezzati, per poi riscattarsi con interpretazioni
molto più riuscite in film e telefilm che non hanno fatto fiasco
con i fan, la critica e il botteghino. Per vedere chi è stato
scelto, basta premere i pulsanti “Avanti”/Indietro” qui sotto…
Scarlett
Johansson
Prima di vestire i panni della
Vedova Nera del MCU in
Iron Man 2 del 2010,
Scarlett Johansson ha interpretato la scienziata femme fatale
Silken Floss nell’adattamento per il grande schermo di The
Spirit di Frank Miller, stroncato dalla
critica.
Il film è stato terribile e non ha
rappresentato la giusta direzione per l’attrice, che cercava di
entrare nel mondo dei blockbuster hollywoodiani. Fortunatamente, il
ruolo di Natasha Romanoff è stato ripagato alla grande e,
sebbene abbia avuto difficoltà con i film a grande budget
(Lucy è stato solo un successo moderato, ma la
Johansson ha Jurassic
World Rebirth all’orizzonte), il suo tempo come
Vendicatrice ha più che compensato gli errori del passato. In
compenso, la Johansson è stata fenomenale nel flop del 2008 ed è
facile capire perché
Jon Favreau l’abbia vista come la perfetta femme fatale per il
suo sequel di Iron Man.
Josh Brolin
Josh Brolin ha avuto un successo contrastante nel corso
degli anni nel mondo dei film tratti da fumetti, soprattutto a
causa dei suoi ruoli difficili da dimenticare (e non in senso
positivo) in film come Jonah Hex e Sin City:A Dame to Kill For, che hanno entrambi fatto fiasco.
Tuttavia, il 2018 è stato
decisamente il suo anno: l’attore ha interpretato un incredibile
cattivo in motion-capture con
Thanos in Avengers:Infinity War, per poi vestire i
panni del mutante Cable, beniamino dei fan, in Deadpool 2.
In entrambi i casi si è distinto per la sua bravura. Ha eccelso in
entrambi e il suo lavoro in Avengers:Endgame è stato altrettanto
impressionante.
Anche questi film hanno avuto un
enorme successo e hanno consacrato Brolin come una delle migliori
star di Hollywood. Secondo recenti indiscrezioni, il ruolo di Hal
Jordan in Lanterns potrebbe essere il prossimo per lui,
anche se si suppone che abbia rifiutato il ruolo.
Chris Evans
Chris Evans ha interpretato in modo memorabile
il ruolo di Johnny Storm nei terribili film della Fox sui
Fantastici Quattro ed è stato altrettanto guardabile in
The Losers (scommettiamo che molti di voi l’hanno
dimenticato).
Tuttavia, anche se in seguito ha
fornito un’interpretazione che ha rubato la scena in Scott Pilgrim vs. The World di Edgar Wright, è stata
l’interpretazione di Capitan America che si è rivelata una svolta
per l’attore. Quel ruolo lo ha visto diventare non solo un’icona,
ma anche una star che non è più costretta a recitare in blockbuster
e commedie romantiche di secondo piano. Certo, Ghosted non era un granché, ma guardate quanto è stato
bravo in Knives Out di Rian Johnson.
La scelta di
Michael B. Jordan per il ruolo di Johnny Storm nel reboot dei
Fantastici Quattro di Josh Trank ha suscitato molte
polemiche. La cosa è stata rapidamente dimenticata quando i fan si
sono lasciati coinvolgere da tutte quelle notizie succulente su ciò
che è accaduto dietro le quinte della 20th Century Fox.
Con la colpa sollevata per il
pasticcio che è stato fatto, il cast ne è uscito per lo più indenne
e Jordan, in particolare, è riuscito a riscattarsi assumendo il
ruolo di Erik Killmonger in Black Panther.
È stata un’interpretazione
incredibile che, dopo il suo lavoro in Creed, ha
dimostrato che è uno dei migliori attori in circolazione. Prima
della nascita dei DC Studios, sembrava che potesse vestire i panni
della versione di Calvin Ellis di Superman.
Ryan
Reynolds
Ryan Reynolds e Blake Lively in Lanterna Verde
Prima di ottenere il meritato
successo con Deadpool,
Ryan Reynolds ha tentato più volte di entrare nel genere dei
film di supereroi con scarso successo. È stato piacevole da vedere
in Blade: Trinity, ma quel film è stato una tale
delusione dopo i primi due, che non è importato a nessuno.
Poi c’è stato X-Men Origins:Wolverine. Il primo film da
solista di Logan ha fatto un grosso passo falso con il personaggio
di Deadpool e, sebbene Reynolds si sia messo in luce in
Lanterna Verde, è stato un altro disastro critico e
commerciale. Anzi, ha rischiato di distruggere completamente la sua
carriera.
Di conseguenza, solo quando ha
vestito i panni del Merc with the Mouth è tornato nella A-List e da
allora la sua stella è in ascesa. Dopo Deadpool e
Wolverine, non vediamo l’ora di vedere il suo prossimo ruolo
di Wade Wilson sullo schermo.
Brandon
Routh
Superman Returns avrebbe
dovuto fare di
Brandon Routh un nome conosciuto in tutto il mondo, ma
l’insistenza di Bryan Singer affinché l’attore interpretasse
Christopher Reeve ha danneggiato la sua carriera in un modo da cui
è stato difficile riprendersi.
Per fortuna, Edgar Wright gli ha
dato l’opportunità di mostrare un lato molto diverso in Scott
Pilgrim vs. The World, e in seguito ha trovato il successo
come Ray Palmer in Arrow e
con un ruolo principale nello spinoff Legends
of Tomorrow. Sfortunatamente, il suo periodo in
quest’ultimo si è concluso prematuramente, cosa per cui Routh e i
fan hanno espresso il loro disappunto prima che le serie televisive
DC di The CW venissero comunque cancellate.
Prima che ciò accadesse, ha avuto
un’altra possibilità di interpretare Superman in Crisi sulle
Terre Infinite e di dare l’addio all’Uomo d’Acciaio in modo
sorprendente e soddisfacente.
Samuel L. Jackson ha cambiato per sempre il MCU quando ha interpretato Nick
Fury alla fine di Iron Man, ma l’attore ha preso molte
decisioni molto strane nel corso degli anni. Onestamente, The
Spirit è stato probabilmente il suo ruolo più discutibile e il
suo cattivo, Octopus, era, beh, terribile.
In effetti, se i fan avessero
saputo che era stato scritturato per il ruolo di Nick Fury mentre
guardavano questo pasticcio, qualcosa ci dice che non sarebbero
stati entusiasti di vedere il leggendario attore come parte del
mondo condiviso della Marvel.
Fortunatamente, Jackson ha avuto un
impatto duraturo interpretando Fury, un ruolo che ha reso
completamente suo. A distanza di anni, continua a interpretare l’ex
direttore dello S.H.I.E.L.D. e noi lo amiamo per questo. Speriamo
che il resto della Saga del Multiverso sia all’altezza.
Mark Strong
Mark Strong ha ottenuto un discreto successo
in film come Kick-Ass e i due Kingsman, ma il suo
ruolo in Lanterna Verde ha perseguitato l’attore
britannico per diversi anni (sia in senso positivo che
negativo).
Sebbene fosse un’ottima scelta per
il ruolo di Sinestro, appariva sciocco come Ryan Reynolds grazie
alla sua pelle rosa acceso e al suo costume in CGI. Di conseguenza,
quella che doveva essere un’eccitante scena post-credits si è
rivelata un’aggiunta confusa e deludente a un film già piuttosto
terribile.
Ci è voluto un po’ di tempo, ma
Strong ha avuto la possibilità di tornare sul grande schermo
dell’Universo DC dove ha interpretato il cattivo di Shazam!,
il Dr. Sivana, un cattivo molto più memorabile del Sinestro che
abbiamo avuto nel 2011. È un peccato che Shazam! La furia degli dei non gli abbia reso
giustizia…
Interpretare un supereroe è un
privilegio e una responsabilità, ma non è da trascurare il potere
che questa scelta esercita sul futuro professionale delle star.
Alcune di loro sono entrate nel meraviglioso mondo dei cinecomic
Marvel quando erano poco
più che sconosciuti, altri si sono risollevati dopo anni di
anonimato…
Ecco allora di seguito
8 perfetti esempi di attori la
cui carriera è cambiata dopo aver lavorato con i Marvel Studios:
Sebastian Stan
Prima di entrare nei panni di Bucky
Barnes (futuro Soldato d’Inverno) in Captain America: Il
Primo Vendicatore, Sebastian
Stan era noto al grande pubblico per ruoli minori
nella serie di successo Gossip Girl (era Carter
Baizen, il rampollo e interesse sentimentale di Serena
VanderWoodsen) e nella pellicola Hot Tub Time
Machine.
E se è vero che il capitolo
inaugurale delle avventure di Steve Rogers non gli rese giustizia,
il suo ritorno come villain in The Winter Soldier
si rivelò una vera e propria consacrazione per l’attore: con grande
equilibrio la sua performance riusciva a bilanciare i conflitti
interiori di Bucky e la rabbia del supereroe, qualità artistiche
che hanno favorito la sua carriera futura come testimoniano
I,
Tonya, The Martian, Logan
Lucky e il recente Destroyer al fianco di
Nicole
Kidman.
Anthony Mackie
Esattamente come il collega
Sebastian Stan, anche Anthony Mackie non godeva
della luce dei riflettori hollywoodiani prima di interpretare Sam
Wilson aka Falcon nel MCU; nella sua filmografia figurano
8 Mile, Million Dollar Baby e
The Hurt Locker, tutti premiati agli Oscar, ma mai
un ruolo centrale.
Dopo Captain America:
The Winter Soldier le cose sono decisamente migliorate
per l’attore: è apparso in quasi tutti i cinecomic Marvel e ha recitato di nuovo in
pellicole acclamate come Detroit di Kathryn
Bigelow e The Hate U
Give. Prossimamente sarà il protagonista della seconda
stagione della serie fantascientifica cyberpunk di NetflixAltered Carbon.
Dave Bautista
Il sei volte campione del mondo
della WWE Dave Bautista ha seguito le orme dell’ex
wrestler Dwayne “The Rock Johnson” lanciandosi in
una carriera cinematografica decollata soltanto grazie ai Marvel Studios. L’attore interpreta
infatti Drax nel franchise dei Guardiani della Galassia e
nell’universo condiviso.
Il percorso è stato il medesimo di
tanti altri: film action di serie B (Il Re Scorpione 3, Riddick)
poi la grande opportunità con James
Gunn che lo vuole nel suo team di freaks in Guardiani
Vol.1. Da lì Bautista non si è più fermato, lavorando con
Denis Villeneuve in Blade Runner
2049 e con Sam Mendes in Spectre.
Tom Hiddleston
Attore teatrale con formazione
shakespeariana, Tom
Hiddleston ottiene la fama mondiale grazie a
Kenneth Branagh che lo sceglie come interprete di
Loki
nel primo film del franchise di Thor uscito nel
2011.
Grazie a Hiddleston il Dio
dell’Inganno diventa rapidamente uno dei personaggi più amati tra i
fan delle Marvel e non solo, ottenendo un
ruolo da protagonista in The Avengers del
2012.
Ora l’attore è una vera star, e ha
lavorato con autori del calibro di Woody Allen
(Midnight in Paris), Guillermo Del Toro (Crimson
Peak) e Steven Spielberg (War Horse).
Paul Rudd
Fino a qualche anno fa tutti
avrebbero ricordato Paul
Rudd come volto ricorrente delle commedie romantiche
di Judd Apatow, ma è solo grazie ai Marvel Studios – che lo trasformano
in Ant-Man – che il pubblico inizia a
familiarizzare con questo attore dal talento smisurato.
C’è da dire che anche la carriera di
Rudd sembra essersi spostata su progetti più seri rispetto al
passato, come Altruisti si diventa e
Mute.
Cobie Smulders
La maggior parte degli attori che
ottengono il successo grazie a serie TV combattono a lungo con
l’immagine di quel personaggio iconico dopo la fine dello show. Per
tutti Cobie Smulders sarà sempre la Robin
Scherbatsky di How I met your mother, mentre per
il pubblico cinematografico l’attrice è anche l’agente
Maria Hill, la più vicina confidente di Nick Fury
e eroina del MCU.
Dal primo Avengers la Smulders è
apparsa in altri titoli Marvel, e prossimamente sarà nel
cast di Spider-Man: Far
From Home, e nelle serie Friends from
College e Una serie di sfortunati eventi
di Netflix.
Robert Downey Jr.
Le storie di rivincita personale e
professionale sono sempre le migliori da raccontare, specialmente
se il protagonista è un attore diventato la star più importante
dell’universo cinematografico Marvel.
Robert Downey
Jr. è stato una giovane promessa hollywoodiana fino ai
suoi problemi con la tossicodipendenza che hanno portato ad un
lungo periodo di riabilitazione. Ma la sua carriera si è
miracolosamente ripresa dopo la seconda possibilità offertagli dai
Marvel Studios: diventare il volto
di Tony Stark aka Iron Man.
Ora un attore come Downey ottiene
stabilmente almeno 50 milioni per ogni film…una bella rivincita
no?
Chris Pratt
“Sei ad un altro panino
dall’obesità...”, diceva Drax a Star-Lord in una delle sue
migliori battute. Ma questa è anche la storia personale di Chris
Pratt, comico conosciuto per il ruolo di Andy Dwyer
nella sit-com Parks and Recreation.
Nessuno, prima di vederlo nei panni
di Peter Quill in Guardiani della Galassia,
pensava che l’attore potesse interpretare un eroe con quel fisico,
e invece Pratt stupì tutti trasformandosi in un perfetto incrocio
tra Han Solo e Indiana Jones.
Ora, è una delle più grandi stelle
di Hollywood protagonista di franchise di successo come
Jurassic World e The LEGO
Movie.
Dall’uscita di Iron Man nel 2008, i Marvel Studios hanno cambiato la
percezione che l’industria e il pubblico aveva dei film di
supereroi. Ora, non tutti i film – o le serie televisive – che
hanno realizzato sono stati perfetti e, sì, alcuni sono stati
decisamente brutti.
Nel complesso, però, il
MCU ha una media di
battute impressionante per usare una metafora ripresa dal baseball,
che fa registrare sempre ottimi risultati in questi adattamenti.
Mentiremmo se dicessimo che lungo il percorso non sono stati
commessi alcuni passi falsi creativi significativi, e oggi li
analizziamo da vicino.
Non tutti i difetti sono stati
commessi e ogni fan avrà probabilmente la sua opinione in merito
che rispettiamo (la rappresentazione dei poteri di Ms.
Marvel ha mancato di poco l’inclusione in questa
lista). In definitiva, pensiamo che sarete d’accordo che questi
errori che sono difficili da perdonare!
Ant-Man e Wasp non sono stati i
Fondatori dei Vendicatori
Non possiamo biasimare i
Marvel Studios per aver
aspettato Edgar Wright per realizzare
Ant-Man, ma così facendo né Hank Pym né Janet
Van Dyne sono stati membri fondatori dei Vendicatori.
Al loro posto sono arrivati
Vedova Nera e Occhio di Falco,
uno dei tanti spunti che lo studio ha preso da The
Ultimates. Questi due sono stati membri efficaci della squadra
di supereroi, anche se non possiamo fare a meno di pensare che la
dinamica tra questi eroi sarebbe stata molto più interessante con
l’originale Ant-Man
and The Wasp.
Alla fine si è deciso di
invecchiare entrambi i personaggi, il che significa che non li
abbiamo mai visti nel loro periodo di massimo splendore. Adoriamo
Scott Lang e la nuova Hope Van
Dyne, ma questo sembra un passo falso nel MCU che ci ha privato di
molte storie e momenti fantastici.
Il mediocre adattamento di Pianeta
Hulk
Anche se possiamo comprendere il
fatto che non tutti abbiano apprezzato il tono bizzarro di Thor:
Ragnarok, il film nel complesso è stato molto buono (e
decisamente migliore di Thor:
Love and Thunder, un seguito che si è quasi guadagnato
un posto qui per la sua pessima rivisitazione di The Mighty Thor).
Fare di Hulk un personaggio
secondario in un film che essenzialmente riavvia il Dio del
Tuono è stata una mossa saggia per un personaggio che
all’epoca non poteva essere protagonista di un progetto proprio, ma
condensare l’arco del “Planet Hulk” in una sottotrama
sacrificata è stato più che deludente.
Molto di ciò che aveva reso quella
storia un successo è stato eliminato, compreso un finale che
gettava le basi per la Guerra Mondiale di Hulk. Il
Golia Verde non ha mai trovato una storia d’amore, non ha
avuto una squadra tutta sua e si è ridotto a essere coinvolto in
battute sull'”ano del diavolo”.
Il pessimo trattamento al film di
Vedova Nera, Black Widow
Sono accadute molte cose in questa
vicenda, tra cui il fatto che l’ex CEO della Disney Bob
Chapek non avrebbe mai dovuto far debuttare Black
Widow nelle sale e contemporaneamente sul servizio
“Premier Access” di Disney+,
che ha avuto vita breve. Una decisione che ha condannato il
progetto e danneggiato i film di supereroi al femminile nel loro
complesso.
Fare un film sulla Vedova Nera era impossibile quando i Marvel Studios erano
ancora governati da Ike Perlmutter; tuttavia,
darle finalmente un’uscita in solitaria dopo la morte del
personaggio in Avengers:
Endgame è sembrato… inutile.
Gestita nel modo giusto, la guerra
Kree/Skrull è una storia in grado di ispirare un intero
film degli Avengers. Come minimo, ci sarebbe
piaciuto vedere il conflitto alla base di una trilogia di Captain
Marvel. Purtroppo, nel blockbuster del 2019 sono stati
commessi troppi errori creativi.
Gli eroici Skrull,
l’ambientazione anni ’90, la scomparsa di Yon-Rogg,
l’eliminazione dell’Intelligenza Suprema in un flashback di
circostanza… tutto questo è andato storto in molti modi e rimane
decisamente sconcertante.
È un peccato anche perché da
qualche parte c’è un grande film di guerra con Carol Danvers che combatte contro i Kree e gli Skrull
in una battaglia in cui è in gioco il destino dell’intera galassia.
Dopo The Marvels, purtroppo è troppo tardi per
questo.
Fare di Spider-Man un “Iron Man
Jr.”
Non abbiamo la stesse negativa
opinione che alcuni fan anno della trilogia di
Spider-Man dei Marvel
Studios (Far
From Home non era poi così male), ma la relazione tra
Peter Parker e Iron Man… beh, rimane una parte
fastidiosa del ritratto del web-slinger nel MCU.
Capiamo l’accoppiamento tra
Spidey e Tony Stark, perché sono due dei supereroi più popolari
della Marvel. Ma non riusciamo a
credere che Peter si sia schierato con Iron Man in
Civil War… e in nessun modo avrebbe dovuto essergli così
fedele in Homecoming. E perché Mysterio doveva
essere di nuovo un cattivo di Iron Man?! Questi sono tutti
elementi in contrasto con la controparte a fumetti dei rispettivi
personaggi.
Spider-Man: No Way Home ha superato questo problema,
ma vedere l’eroe utilizzare la nanotecnologia e tutti quei gadget è
stato uno smacco. Fortunatamente, il film si è concluso ponendo le
basi per vedere finalmente un Uomo Ragno di quartiere amico dei
fumetti nel MCU, quindi li
perdoneremo!
Un multiverso disordinato nei
MCU
I Marvel Studios hanno
completamente abbandonato il Multiverso? Sì e no.
In ultima analisi, la rappresentazione incoerente del concetto è
una parte importante di ciò che ha portato molti fan ad abbandonare
questa “Saga
del Multiverso“, un’epoca di narrazione che aveva il
potenziale per superare la “Saga
dell’Infinito“.
Ora non vediamo l’ora che finisca.
Il fatto che l’MCU sia costretto a
estendersi tra le storie in sala e quelle in streaming non ha
aiutato molto, con questi progetti multiversali che non
riescono a fare riferimento l’uno all’altro in un modo organico e
significativo.
Le incursioni continuano a non
avere senso, il What
If…? sembra in gran parte irrilevante per la
narrazione più ampia, e le realtà alternative che abbiamo visitato
– Terra-838, per esempio – erano penose.
Dov’era la TVA durante
Spider-Man: No Way Home? Perché alcune varianti sono
tutte uguali e altre completamente diverse? È un casino.
La rottura della quarta parete di
She-Hulk
Ci sono molti motivi per cui
She-Hulk: Attorney at Law è stato criticato (molti dei
quali provengono da ambienti sospetti di Internet), ma almeno
alcuni giudizi avevano una motivazione fondata. Gli effetti visivi
non erano abbastanza buoni e la gestione di personaggi come
Skaar e Abominio è stata un totale
fallimento.
Le lamentele infantili sul twerking
e la rappresentazione “offensiva” degli incel hanno poco
valore. Tuttavia, dove She-Hulk ha davvero sbagliato è stato il
tentativo di emulare i fumetti con un finale che ha rotto la quarta
parete nel peggiore dei modi.
Alcuni elementi hanno funzionato –
come She-Hulk che entra nel quartier generale dei
Marvel Studios – ma
K.E.V.I.N.? È stata un’idea stupida, così come la
riscrittura del finale da parte di Jennifer
Walters. Questo ha tolto allo show la sensazione di essere
vitale per il più ampio MCU (l’Intelligenza era una battuta
di spirito e non aveva nulla a che fare con The Leader) e ci ha
lasciato un cattivo sapore in bocca.
Kang il Conquistatore era il cattivo che dovevamo temere, il
“boss finale”, per così dire. Invece, è stato relegato in questo
disordinato trequel e, alla fine, è stato eliminato da Scott
Lang e Hope Van Dyne in un combattimento insoddisfacente,
frutto di reshoots.
Non dubitiamo che ci fosse un piano
più grande in gioco. Forse, un giorno, ripensandoci, tutto questo
avrà un senso. Per ora, però, tutto ciò che ha fatto è stato
dimostrare che la Saga del Multiverso non dovrebbe essere
orchestrata dagli scrittori di Rick e Morty.
Il 7°Festival Internazionale del Documentario Visioni dal
Mondo, ideato, fondato e diretto da Francesco
Bizzarri con la direzione artistica di Maurizio
Nichetti in calendario a Milano dal 16 al 19 settembre,
annuncia l’apertura del bando per la selezione di
progetti documentari work in progress in concorso
a Visioni Incontra 2021, sezione Industry del
Festival.
Dedicata ai professionisti del
settore ed esclusivamente a inviti, Visioni Incontra torna in
presenza, compatibilmente con l’evoluzione della situazione
sanitaria, nei primi due giorni della
manifestazione,giovedì 16 e venerdì 17
settembre.
Novità dell’edizione 2021 di
Visioni Incontra è l’apertura del concorso a progetti
internazionali work in progress in cerca di
finanziamento.
A conferma infatti della vocazione
del Festival e della sua dimensione sempre più internazionale, gli
organizzatori hanno deciso di aprire il concorso, fino alla scorsa
edizione rivolto a progetti esclusivamente italiani, anche a
progetti indipendenti stranieri. Una decisione che si allinea
perfettamente ai principali obiettivi del Festival come quello di
far crescere il genere del cinema documentario, il cinema della
realtà.
Il bando di concorso Visioni
Incontra 2021 e il form di iscrizione è disponibile da
oggi, 16 marzo, sul sito del Festival
www.visionidalmondo.it. Il termine ultimo per l’iscrizione al
concorso è il 7 giugno 2021.
Potranno partecipare al concorso
produzioni e co-produzioni indipendenti e già finanziate per il 30%
del budget preventivato. Il concorso Visioni Incontra selezionerà
progetti di film documentari italiani e internazionali con
particolare riferimento alla realtà contemporanea che dimostreranno
qualità artistica del progetto, unicità di contenuto, rilevanza
dell’argomento, potenziale di distribuzione internazionale così
come fattibilità finanziaria.
I progetti selezionati saranno
presentati in una sessione di pitching a un pubblico di
professionisti dell’audiovisivo. Seguiranno appuntamenti
individuali fra le parti – incontri one to one – per finanziamenti,
co-produzioni e accordi di distribuzioni.
Dal primo all’11 settembre 2021 al
Lido di Venezia, nell’anno delle celebrazioni dei 1600 anni della
fondazione della città, prende il via la
78 Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica,
organizzata dalla Biennale di Venezia e diretta da Alberto Barbera:
la Mostra vuole favorire la conoscenza e la diffusione del cinema
internazionale in tutte le sue forme di arte, di spettacolo e di
industria, in uno spirito di libertà e di dialogo.
La prima Esposizione Internazionale
d’Arte Cinematografica risale al 1932 nell’ambito della
diciottesima Biennale di Venezia. Il festival, denominato “1ª
Esposizione Internazionale d’Arte Cinematografica”, nacque da
un’idea del presidente della Biennale di allora, il conte Giuseppe
Volpi, dello scultore Antonio Maraini, segretario generale, e di
Luciano De Feo, segretario generale de L’Unione Cinematografica
Educativa (emanazione della Società delle Nazioni con sede a Roma),
concorde sull’idea di svolgere la rassegna nella città lagunare e
primo direttore-selezionatore.
L’edizione 1932 si svolse dal 6 al
21 agosto 1932 e fu la prima manifestazione internazionale di
questo tipo: si svolse interamente sulla terrazza dell’Hotel
Excelsior al Lido di Venezia e, anche se non era una rassegna
competitiva, nel cartellone c’erano titoli che fecero la storia del
cinema. Tra questi, vale la pena di ricordare Probito del grande
regista statunitense Frank Capra, Grand Hotel di
Edmund Goulding, Il Campione di King Vidor, il
primo e inimitabile Frankestein di James Whale.
Alla serate erano presenti gli attori protagonisti dei film che
fecero arrivare al Lido oltre 25mila spettatori: si parla dei
maggiori divi internazionali dell’epoca come Greta Garbo,
Clark Gable, Fredric March, Loretta Young, John Barrymore, Joan
Crawford, senza dimenticare l’idolo italiano Vittorio De
Sica e il grande Boris Karloff, passato alla storia per il suo
ruolo del mostro nel primo Frankestein. Il primo film della storia
della Mostra, che venne proiettato la sera del 6 agosto 1932, fu Il
dottor Jekyll (Dr. Jekyll and Mr. Hyde) di Rouben Mamoulian. Il
primo film italiano, Gli uomini, che mascalzoni… di Camerini, venne
presentato invece la sera dell’11 agosto 1932.
In mancanza di una giuria e
dell’assegnazione di premi ufficiali, introdotti solamente più
tardi, un referendum indetto dal comitato organizzatore, presieduto
da Attilio Fontana dell’Ice (Istituto del Commercio Estero), svolto
tra il pubblico accorso alla rassegna, decretò come miglior regista
il sovietico Nikolaj Ekk per il film Il cammino verso la vita,
mentre il film di René Clair A me la libertà venne eletto come il
più divertente. Come migliore attrice fu premiata Helen Hayes, come
miglior attore Fredric March; il film “più commovente” risultò
essere la pellicola americana Il fallo di Madelon Claudet di Edgar
Selwyn.
La seconda edizione si svolse due
anni dopo, nel 1934, e fu la prima rassegna competitiva: i Paesi
rappresentati erano 19 e i giornalisti accreditati più di 300. Dal
1935 la Mostra diventò annuale, segno evidente del successo
internazionale della manifestazione. In quello stesso anno venne
istituita la Coppa Mussolini per il miglior film straniero e
italiano, ma non esisteva una vera giuria. Era la presidenza della
Biennale che decretava i vincitori dei premi. Oltre alla Coppa
Mussolini, vennero distribuite le Grandi Medaglie d’oro
dell’Associazione nazionale fascista dello spettacolo, inoltre i
premi per le migliori interpretazioni e giovani registi alla loro
opera prima.
Con il crescere della notorietà e
del prestigio della rassegna, crebbe anche il numero di opere e dei
Paesi partecipanti in concorso. A partire da questa edizione, però,
e fino al Dopoguerra, alla Mostra non parteciparono più i film
sovietici, mentre il prestigioso premio per gli attori assunse la
denominazione di Coppa Volpi, dal cognome del conte Giuseppe Volpi,
padre della rassegna.
Di edizione in edizione, molte
furono le innovazioni della Mostra: nel 1937 venne inaugurato il
nuovo Palazzo del Cinema, opera dell’architetto Luigi Quagliata,
costruito a tempo di record secondo i dettami del Modernismo,
diffusosi all’epoca e mai più abbandonato nella storia della
rassegna, tranne che tra il 1940 ed il 1948.
Gli anni Quaranta rappresentarono
uno dei momenti più difficili della rassegna a causa delle guerre
in corso: le edizioni del 1940, 1941 e 1942 si svolsero a Venezia,
ma lontano dal Lido. Pochi furono i Paesi partecipanti. La mostra
riprese a pieno regime nel 1946 a seguito della conclusione della
guerra, ma le proiezioni si svolsero stavolta al cinema San Marco,
a causa della requisizione del Palazzo del Cinema da parte degli
Alleati.
L’edizione del 1946 per la prima
volta si svolse nel mese di settembre, a seguito dell’accordo con
il neonato Festival
di Cannes, che proprio nella primavera del ‘46 aveva
organizzato la sua prima rassegna. Nel 1947 la mostra si tenne al
Palazzo Ducale, in una splendida e unica cornice, raggiungendo un
record di novantamila presenze. Il 1947 vide anche ripristinata la
Giuria internazionale per assegnare il Gran premio internazionale
di Venezia.
La crescita della Mostra e la sua
importanza sempre maggiore portò a un richiesta di maggiori spazi:
tra il 2000 e il 2001 la direzione si concentrò su un forte
rafforzamento delle infrastrutture, affiancando ai palazzi storici
nuove ampie sedi, ristrutturate o create appositamente per il
festival, migliorando i collegamenti tra le diverse zone e portando
lo spazio totale a disposizione della rassegna ad oltre 11.000
metri quadrati.