A quasi vent’anni dalla sua
scomparsa, Stanley Kubrick “rivive” grazie alla
sceneggiatura ritrovata di Burning Secret,
progetto mai realizzato dal regista americano e tratto dal romanzo
di Stefan Zweig su un adattamento scritto insieme
a Calder Willingham nel 1956.
Lo script, come riporta The
Guardian, è stato scovato da Nathan Abrams, docente di cinema
alla Bangor University, e contiene oltre cento pagine che
potrebbero facilmente essere tradotte in un film per il grande
schermo nel caso qualche filmaker fosse interessato.
“Gli
appassionati del cinema di Kubrick sanno che voleva realizzare
questo progetto, tuttavia nessuno pensava fosse completato. Ora ne
abbiamo la prova concreta“, ha dichiarato Abrams. “Sembra
la versione opposta di Lolita, dove il personaggio principale fa
amicizia con il figlio per arrivare alla madre e credo che con il
codice di produzione del 1956 sarebbe stato complicato da
realizzare.“
Un progetto incompiuto di Stanley Kubrick entrerà presto in produzione,
a circa due decenni di distanza dalla morte del celebre regista,
avvenuta nel marzo del 1999. Kubrick è considerato uno dei più
grandi registi della storia, autore di classici immortali come
2001: Odissea nello spazio,
Arancia meccanica e
Shining. Con una carriera lunga quasi mezzo secolo,
Kubrick è noto per la meticolosa attenzione ai dettagli e per le
produzioni lunghe e rigorose. In vita, ha realizzato un totale di
13 lungometraggi, prendendosi lunghe pause dopo il completamento di
ogni film.
Ora, secondo quanto riportato da
Variety, Kubrick tornerà nuovamente alla ribalta, poiché una
delle sue sceneggiature archiviate, co-scritta insieme a
Jim Thompson, sarà ufficialmente adattata in un
lungometraggio. Kubrick aveva collaborato con Thompson durante gli
inizi della sua carriera, a pellicole quali con Rapina a mano
armata, Orizzonti di gloria e Spartacus. Il progetto
in questione è un thriller noir dal titolo Lunatic at
Large: i diritti sono stati opzionati dai produttori Bruce
Hendricks e Galen Walker. La produzione del film inizierà in
autunno. I dettagli sulla trama e sugli altri membri coinvolti non
sono ancora stati rivelati.
Kubrick ha lasciato molti progetti
incompiuti al momento della sua morte, incluso il film di fantascienzaA.I.
Intelligenza artificiale, che Steven
Spielberg ha in qualche modo “riscoperto” e
portato sullo schermo nel 2001. Nel corso degli anni, molti
produttori hanno anche tentato di far risorgere dalle ceneri la sua
epopea storica dedicata alla vita di Napoleone, senza però mai
riuscirci. I produttori Hendricks e Walker hanno entrambi alle
spalle decenni di esperienza nell’industria cinematografica, quindi
il progetto è decisamente in buone mani. Tuttavia, essere
all’altezza degli ambiziosi standard di Kubrick sarà senza dubbio
un’ardua impresa…
Nel 1956
Stanley Kubrick scrisse una sceneggiatura per un
film drammatico sulla Guerra Civile dal titolo The
Downslope. Il film non fu mai realizzato, ma la
sceneggiatura è ancora desiderosa di farsi conoscere. Al suo
richiamo ha risposto Marc Foster
(World War z) che sta sviluppando il
progetto in una trilogia.
Il film sarà prodotto da
Lauren Selig, Barry Levine e Reneé
Wolfe.
Il progetto ha il pieno supporto
della famiglia Kubrick. Il leggendario regista scrisse la
sceneggiatura in seguito alla pubblicazione di Fear and Desire e
prima di Sentieri di Gloria. Entrambi i film erano schierati contro
la guerra.
The
Downslope si concentra su una serie di battaglie
della Guerra Civile nella Shenandoah Valley tra il generale
dell’Unione George Armstrong Custer e il colonnello dei confederati
John Singleton Mosby, noto come il Fantasma Grigio. La sua
cavalleria, i Mosby’s Rangers, indebolivano i nemici in una serie
di raid mirati che creò un circolo di vendetta tra i due
capitani.
Kubrick sviluppò la storia con lo
storico Shelby Foote e passò anni a studiare e scrivere la storia.
Adesso i suoi sforzi potranno vedere la luce.
Grazie ad una nuova ricerca è emerso
che Stanley Kubrick avrebbe voluto realizzare un
adattamento de Il dottor Živago insieme a
Kirk Douglas. Grazie a classici immortali come
Orizzonti di gloria, Il dottor Stranamore,
2001: Odissea nello spazio e
Arancia meccanica, Kubrick è universalmente riconosciuto
come uno dei più grandi registi della storia del cinema.
Sebbene la filmografia di Kubrick
includa più opere considerate dei veri e propri capolavori, il
regista non è stato tra i più prolifici della sua generazione,
avendo realizzato soltanto 13 lungometraggi in 46 anni di carriera.
Naturalmente, Kubrick aveva intenzione di girare molti più film di
quelli che alla fine ha realizzato, incluso un film sulla vita di
Napoleone per cui portò anche a termine numerose ricerche. Ad un
certo punto, Kubrick aveva anche pianificato di dirigere un
adattamento del libro “Supertoys Last All Summer Long”, un progetto
che è poi arrivato nelle mani Steven Spielberg e che alla fine è diventato
A.I. – Intelligenza artificiale, uscito nel 2001.
Come rivelato dallo storico del
cinema James Fenwick, l’elenco dei film non realizzati di Kubrick
includeva anche quello che sarebbe stato un adattamento di uno dei
più grandi romanzi del XX secolo, ossia Il dottor
Živago di Boris Pasternak.
The Guardian riferisce della scoperta da parte di Fenwick di
una lettera di Kubrick a Pasternak, in cui il regista informava
l’autore della sua intenzione di acquistare i diritti del suo
libro, pubblicato nel 1957 dopo essere stato contrabbandato fuori
dall’Unione Sovietica. Fenwick ha anche portato alla luce
un’altra sorprendente rivelazione: il leggendario Kirk Douglas voleva i diritti per realizzare
lo stesso Zivago con l’intenzione di girare il film in Unione
Sovietica (una mossa che all’epoca sarebbe stata senza
precedenti).
Il dottor Živago: dall’idea di
Stanley Kubrick al capolavoro di David Lean
Evidentemente, Kubrick voleva che il
suo Dottor Živago fosse un film di prestigio che potesse spingere
ancora di più la sua carriera. Fenwick cita i taccuini del regista,
nei quali si legge: “Il momento preciso di assoluto successo
per un regista è quando gli viene concesso di girare un grande
classico della letteratura di oltre 600 pagine, che non comprende
molto bene e che è comunque impossibile da adattare a causa della
complessità della trama o l’inafferrabilità della sua forma o
contenuto.”
Come saprà certamente ogni cinefilo
che si rispetti, alla fine Kubrick e Douglas non sono riusciti ad
assicurarsi i diritti del Dottor Živago, che alla fine è stato
adattato da David Lean nell’omonimo film con
Omar Sharif e Julie Christie. Il
film di Lean, uscito nel 1965, è stato nominato per 10 Oscar,
vincendone cinque, incluso uno per la memorabile colonna sonora di
Maurice Jarre.
A 15 anni dalla sua
morte il mondo del cinema rende omaggio a Stanley
Kubrick. E lo fa nel luogo che il genio della cinepresa ha
odiato più di ogni altro durante la sua vita (non solo artistica):
Hollywood.
Candidato 13 volte al Premio Oscar e
vincitore del Leone d’Oro alla carriera al Festival di Venezia, Kubrick, uno dei più
grandi registi di sempre, vive ancora. Agli studi della Warner
Bros. di Los Angeles il suo ricordo è vivo grazie alle parole di
alcuni degli attori che sotto le sue mani sono diventati grandi. In
alcuni casi grandissimi. L’occasione è la presentazione di un
cofanetto blu-ray con le opere del grande regista scomparso e
dell’anteprima mondiale del documentario Kubrick Remembered, di
Gary Khammar. Malcolm McDowell,
il mitico capo drugo Alex di Arancia Meccanica racconta come
Kubrick lo coinvolse nel famosissimo film: “Entrò nel piccolo
alloggio dove abitavo, chiuse la porta a chiave, mi lanciò un libro
e disse: ‘Quando hai finito di leggerlo chiamami’. Quel libro si
intitolava ‘A Clockwork Orange’, e mi avrebbe cambiato la vita per
sempre”.
Oltre a McDowell, a ricordare il
regista c’era Ryan O’Neal, protagonista di Barry
Lyndon:“Quando mi chiedono se il film mi è piaciuto,
rispondo sempre con una smorfia. Andiamo! Dura tre ore ed è anche
un po’ “noiosetto”. Ciò non ha però impedito a O’Neal di chiamare
il figlio avuto con Farah Fawcett proprio Redmond, come il suo
personaggio nel film. Il fatto è che anche a lui Kubrick ha
cambiato la vita: “Era maniacale nella cura dei particolari, una
volta mi chiese per la sessantesima volta di rifare una scena e io
gli risposi che cosa avrei dovuto modificare: ‘Nulla,ne
voglio solo un’altra fatta esattamente nello stesso modo’.Leon Vitali era legato al regista da profonda
amicizia: oltre a interpretare il figliastro Lord Bullingdon in
Barry Lyndon e il Gerofante Rosso di
Eyes Wide Shut, fu suo assistente per ben
25 anni: “Definire Kubrick in una parola? Impossibile, ne uso
tre: forza della natura”.
Gary Khammar, il
regista del documentario “Kubrick Remembered” racconta il Kubrick
che nessuno conosce, quello privato, riservato, timido ma simpatico
al tempo stesso, grazie alle testimonianze e agli aneddoti
dell’ultima moglie, Christiane Kubrick, della
figlia Katharina e di tanti personaggi che con il regista del Bronx
hanno lavorato gomito a gomito: “Dei suoi film lui era
produttore, regista, direttore della fotografia, responsabile delle
luci e anche del suono, voleva avere sempre tutto sotto controllo.
Amava il talento e il talento amava lui. La più grande sorpresa che
emerge dal documentario? Scoprire quanto lui non fosse una persona
chiusa, anzi. Era molto aperto, un giocherellone, amava la
famiglia, i suoi animali domestici e gli amici. Solo non aveva
interesse nell’essere famoso, per questo aveva deciso di vivere in
Inghilterra, lontano dai riflettori e dalla vita frenetica di
Hollywood. Per questo non rilasciava mai interviste, una cosa che
la stampa inglese non gli perdono’ mai”.
A 15 anni dalla sua scomparsa sono
in molti a chiedersi se il cinema abbia trovato un degno erede di
Stanley Kubrick: “Steven Spielberg e Christopher Nolan possono
assomigliarli in qualche modo – afferma Khammar – Ma lui è su un
altro livello. Per molti sarà sempre il miglior regista di tutti i
tempi”.
Nella settimana post Oscar 2014, il
web era un fermento di polemiche contro la scelta dell’Academy di
non premiare Leonardo DiCaprio, all’unanimità
considerato il migliore attore della sua generazione. Ebbene, molte
voci si sono alzate contro queste polemiche, dal momento che il
buon DiCaprio è in grande compagnia. Molti attori altrettanto bravi
non hanno mai vinto una statuetta, come Peter
O’Toole, morto con 8 nomination. Ma la faccenda si fa
ancora più grave se pensiamo ai registi che non hanno mai vinto un
premio Oscar per la regia. Tra Fellini, Chaplin, Welles e
Hitchcock, spicca però uno dei più grandi, se non il più grande in
assoluto, Stanley Kubrick, di cui oggi ricorre il
15esimo anniversario della morte, avvenuta a Londra il 7 marzo del
1999.
Dagli inizi negli anni ’50, fino al
suo ultimo film Eyes Wide Shut,
Stanley Kubrick non ha mai smesso di innovare,
sperimentare e creare, consegnando al mondo un cinema nuovo e
moderno, aperto ad infinite possibilità, e del quale tutti i
cineasti di oggi sono debitori. Kubrick ha regalato un saggio di
cinema in ogni suo approccio al mezzo, realizzando un perfetto
connubio tra arte e tecnica, e rivoluzionando tutti i generi che ha
affrontato: l’horror con Shining, il film
storico con Barry Lindon, lo sci-fi con
2001 Odissea nello spazio, il film a
carattero sociale con Arancia Meccanica,
il film di guerra con Full Metal
Jacket…
Stanley colpì l’Academy solo con gli
effetti speciali di 2001, film al quale i “professoroni” di
Hollywood non furono in grado di negare la statuetta, unica in una
carriera che è rimasta ineguagliata e che sempre e pre sempre
rimarrà un modello di arte, tecnica, scienza applicata al cinema e
inarrivabile bellezza e grazia in tutte le sue forme.
Ecco di seguito una galleria
fotografica per ricordarne il genio:
Uscirà il 15 Novembre 2011
l’attesa Edizione Blu-ray in edizione limitata dei film di maggior
successo del più importante regista del secolo scorso: Stanley
Kubrick. L’edizione si intitolerà: STANLEY
KUBRICK – UN REGISTA VISIONARIO.
Stand by Me – Ricordo di un’estate è
universalmente riconosciuto come uno dei film più riusciti della
carriera di Rob Reiner, ma anche come uno degli
adattamenti più belli tratti dalle opere di Stephen King. Uscito nel 1986,
Stand by Me è tratto dal racconto “Il corpo (The
Body)”, contenuto nella raccolta di novelle “Stagioni
diverse”. Per l’adattamento cinematografico vennero scelti
gli allora giovanissimi Wil Wheaton, River Phoenix, Corey
Feldman e Jerry O’Connell.
In una recente intervista con
Yahoo Entertainment, è stato proprio Wheaton a rivelare che la
sua interpretazione del piccolo Gordie – il protagonista della
storia – è stata influenzata dal delicatissimo rapporto con i suoi
genitori. Da bambino, Will Wheaton non era interessato alla
recitazione, ma pare sia stato costretto dalla madre, un’attrice
sfruttatrice e manipolatrice. In qualità di capro espiatorio della
famiglia, che viveva all’ombra di suo fratello, Wheaton ha anche
subito gravi abusi psicologici da parte del padre, un medico
specialista.
I parallelismi tra Wheaton e Gordie
sono difficili da cogliere per chi non conosce la storia pregressa
dell’attore, ma è sicuramente qualcosa che il regista Rob
Reiner ha colto quando ha scelto Wheaton per la parte.
“Non volevo fare l’attore quando ero bambino”, ha spiegato
l’attore, che all’epoca dell’uscita di
Stand by Me aveva 14 anni. “I miei genitori mi
hanno costretto a farlo, in particolare mia madre. Mia madre mi ha
insegnato ad andare nella sua agenzia e a dire all’agente che si
occupava dei bambini: ‘Voglio fare quello che fa la mamma’. E
grazie ad una combinazione di incredibili abusi emotivi da parte di
mio padre e di molteplici manipolazioni da parte di mia madre, alla
fine sono riuscito ad esprimere quello che vedete nel
film.”
“Quanto avevo vissuto mi ha dato
la possibilità di interpretare Gordie al meglio”, ha aggiunto.
“Perché l’esperienza di Gordie rifletteva molto la mia
esperienza. Siamo stati entrambi invisibili nelle nostre case.
Abbiamo entrambi un fratello che è considerato il figlio
prediletto. Siamo entrambi il capro espiatorio della famiglia.
Quando guardo Stand by Me adesso, non posso ignorare
quell’incredibile tristezza nei miei occhi. E non posso ignorare la
realtà che è stata quella tristezza, quell’isolamento che penso mi
abbia dato ciò di cui Gordie aveva bisogno per prendere vita. Penso
che Rob Reiner lo avesse capito.”
Stand By Me è uno di quei
film che ha rivoluzionato il mondo del cinema, diventando simbolo
della gioventù di allora, come per quella di adesso, e del cinema
degli anni ’80 in senso più generale.
Questo film, intitolato anche
Stand By Me – Ricordo di un’estate, è diventato un vero e
proprio cult, un punto di riferimenento per i prodotti audiovisivi
odierni. Adattamento cinematografico del racconto Il Corpo
di Stephen King, questo film rimarrà sempre
nell’immaginario collettivo.
Ecco, allora, dieci cose da
sapere su Stand By Me.
Stand By Me film
1. Per Stephen King questo
film è stato il miglior adattamento dei suoi libri. I
lavori di Stephen King sono spesso stati soggetti ad
adattamenti cinematografici e anche Stand By Me lo è in
quanto è stato tratto dal racconto Il corpo, appartenente
alla raccolta Stagioni diverse. Sembra che dopo una
proiezione privata del film, alla presenza anche del regista
Rob Reiner, King non si mise a parlare e uscì
dalla sala a fine film. Al suo ritorno, disse al regista che questo
era il miglior adattamento dei suoi racconti che avesse mai
visto.
2. Di questo film venne
cambiato il titolo. Il racconto sul quale il film di basa
è intitolato Il Corpo e, inizialmente, il film si sarebbe
dovuto chiamare così. In seguito, la Columbia Pictures decise di
ribattezzarlo Stand By Me perché pensava che Il
Corpo potesse essere un titolo fuorviante.
3. Sono stati usati dei
teleobiettivi appositi per la scena del treno. In
Stand By Me, la scena in cui Gordie e Vern stanno correndo
verso la macchina da presa con il treno alle spalle è stata
realizzata con i due attori all’estremità opposta rispetto al
treno. Infatti, la crew del film usò un teleobiettivo con delle
lenti che riuscissero comprimere l’immagine in maniera tale che il
treno sembrasse alle spalle dei ragazzi
Stand By Me frasi
4. Un film con frasi
diventate cult. Non sono molti i film che riescono a
rimanere nell’immaginario collettivo per diversi anni grazie anche
a delle frasi particolarmente incisive. Eppure, Stand By
Me è uno di questi. Ecco alcuni esempi:
Non ho mai più avuto amici come
quelli che avevo a 12 anni. Gesù, ma chi li ha? (Gordie
adulto)
Non avevo ancora 13 anni la prima
volta che vidi un essere umano morto. Fu nell’estate del 1959,
molto tempo fa. Ma solo misurando il tempo in termini di anni.
(Gordie adulto)
È come se Dio ti avesse dato
qualcosa. Tutte quelle storie che ti vengono in mente… Dio ha
detto: “questa è roba tua, cerca di non sprecarla.” Ma i ragazzini
sprecano tutto, se non c’è qualcuno che li tiene d’occhio. E se i
tuoi vecchi sono troppo incasinati per farlo, dovrei farlo io,
forse! (Chris)
Un giorno tu diventerai un grande
scrittore, Gordie. Potrai anche scrivere di noi, se sarai a corto
di idee. (Chris)
Ragazzi, vi va di vedere un
cadavere? (Vern)
Io ci scommetto che se con te mi
metto ci rimetto! (Teddy, Chris, Vern)
Stand By Me streaming
5. Il film è disponibile su
diverse piattaforme streaming. Chi volesse vedere Stan
By Me – Ricordo di un’estate per la prima volta o volesse
rivederlo, è possibile farlo grazie alla sua presenza su diverse
piattaforme in streaming digitale, come Rakuten Tv, Chili e
iTunes.
Stand By Me canzone
6. La canzone di Ben E.
King ha avuto una nuova vita. Il successo del film ha
suscitato un rinnovato interesse per la canzone Stand By
Me presente nella colonna sonora e ispirando il titolo
definitivo del film. La versione di Ben E. King fu
originariamente pubblicata nel 1961 e poi venne ri-pubblicata in
seguito all’uscita del film. Questa nuova pubblicazione fece
arrivare la canzone al numero 9 della Top Ten dell’autunno
1986.
7. Michael Jackson voleva
fare una cover di Stand By Me. Nella colonna sonora del
film, la canzone Stand By Me è forse la più famosa,
realizzata da Ben E. King. Pare che Michael
Jackson volesse realizzare una cover della canzone per il
film e che Ron Reiner, pur restando in dubbio, preferì utilizzare
la canzone della sua versione originale.
Stand By Me cast
8. Corey Feldman ha provato
tanti diversi tipi di risata. Per realizzare una risata
vera, che sembrasse somigliare a quella descritta nella storia di
King, Corey Feldman e il regista Rob Reiner si
misero a provare ben 30 tipi di risate diversi, prima di decidere
quale potesse essere quella ottimale per il personaggio di Teddy
Duchamp.
9. River Phoenix aveva
ottenuto un altro ruolo. Quando venne preso dopo il
provino per far parte del film, River Phoenix venne scelto per il ruolo di
Gordie Lachance. Fu il regista Rob Reiner ad intervenire, pensando
che sarebbe stato meglio se avesse interpretato il personaggio di
Chris Chambers.
10. Il ruolo di Gordie
Lachance era uno dei più gettonati. Sebbene il ruolo di
Gordie sia andato a Will Wheaton, erano diversi
gli attori considerati per interpretare il personaggio. Tra questi,
vi erano i famosi
Sean Astin,
Stephen Dorff e Ethan Hawke.
Dopo il trailer del film che
riporta sul grande schermo una versione animata di Lupin
III (qui), ecco un altro
interessnte prodotto made in Japan in cui ritroviamo sul
grande schermo un personaggio molto amato dell’animazione
giapponese. Si tratta del gatto blu Doraemon, che torna in una
nuova avventura in animazione CGI 3D dal titolo
Stand By Me Doraemon.
Nel manga il gatto robot è
stato mandato da un bambino del futuro, ad aiutare quello che
diventerà suo nonno, Nobita, un bambino che vive nel presente. Ogni
giorno Doraemon, Nobita e altri bambini sono i protagonisti di una
serie di avventure, risolte o causate dai gadget contenuti della
tasca dimensionale di Doraemon.
Il film cult Stand
by me di Rob
Reiner compie 30 anni e oggi il cast ha
condiviso molte foto che celebrano la pellicola diventata un vero e
proprio classico. Tra i ricordi quello legato al
compianto River Phoenix.
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Stand by Me – Ricordo
di un’estate (Stand by Me) è un film del 1986
diretto da Rob Reiner, tratto dal racconto Il corpo (The
Body) contenuto nella raccolta di novelle Stagioni
diverse di Stephen King.
Stand by me compie 30 anni
Il film è ambientato nell’estate
del 1959: Gordon ‘Gordie’ Lachance, Chris Chambers, Teddy Duchamp e
Vern Tessio sono quattro amici dodicenni che vivono nella piccola
cittadina dell’Oregon di Castle Rock, e si preparano a passare al
ginnasio.
Un giorno Vern, cercando dei soldi
che aveva sotterrato, ascolta per caso la conversazione tra suo
fratello maggiore Billy e un amico, viene a conoscenza che i due,
dopo aver rubato una macchina per fare un giro fuori città, si sono
imbattuti casualmente nel cadavere di un ragazzino e non ne hanno
denunciato il ritrovamento alla polizia a causa del furto appena
commesso.
Attrice canadese di origini
serbo-croate, Stana Katic è diventata uno dei
volti più noti della televisione grazie al suo ruolo in
Castle. Grazie alla serie ha potuto dar prova del suo
talento, come anche del carisma e della versatilità che la
contraddistinguono. Negli anni non ha poi mancato di partecipare
anche a celebri film per il cinema, con i quali ha consolidato la
propria popolarità.
Ecco 10 cose che non sai di
Stana Katic.
Parte delle cose che non sai
sull’attrice
Stana Katic: i suoi film e le serie
TV
10. Ha recitato in noti
lungometraggi. L’attrice debutta sul grande schermo con
Pit Fighter (2005), per poi ottenere maggior popolarità
grazie a titoli come Feast of Love (2007), con Morgan
Freeman, Stiletto (2008), Quantum of
Solace (2008), con Daniel
Craig, e The Spirit (2008), con Samuel L.
Jackson. Negli anni successivi ha poi recitato in
The Double
(2011), con Richard
Gere, Big Sur (2013), The Rendezvous
(2016), Un’estate a Firenze (2017), con Alessandra
Mastronardi, e L’esorcismo di Hannah Grace
(2018).
9. È nota per i suoi ruoli
televisivi. Nei primi anni della sua carriera l’attrice ha
recitato in alcuni episodi di serie come The Shield
(2004), E.R – Medici in prima linea (2005), 24
(2006), Heroes (2007) e nel film The Librarian 3 – La
maledizione del calice di Giuda (2008). Dal 2009 al 2016 ha
invece ottenuto il massimo della propria popolarità grazie alla
serie Castle, dove
ha recitato nel ruolo di Kate Beckett accanto all’attore Nathan
Fillion. Dal 2017 è invece protagonista di Absentia, di
genere thriller.
8. È anche
produttrice. Con le serie Castle e
Absentia, che le hanno permesso di guadagnare grande
popolarità, l’attrice si è distinta anche come produttrice. Ha
infatti ricoperto tale ruolo producendo ben 22 episodi del primo
titolo e 10 del secondo. Attualmente, questi sono i soli
significativi titoli per i quali l’attrice ha contribuito in tale
veste, dimostrando così ulteriormente il grande legame che la lega
ad essi.
Stana Katic è su Instagram
7. Ha un account
personale. L’attrice è presente sul social network
Instagram con un profilo seguito da 515 mila persone. All’interno
di questo è solita condividere immagini relative a curiosità a lei
legate, luoghi visitati o semplici momenti di quotidianità. Non
mancano poi anche foto o video promozionali dei propri progetti da
interprete, come anche immagini di backstage dei set da lei
frequentati.
Stana Katic e suo marito Kris
Brkljac
6. Ha sposato il suo storico
partner. Nel 2015, con una cerimonia privata svoltasi in
Croazia, l’attrice ha sposato Kris Brkljac, originario della Serbia
e di professione business man, con il quale aveva una relazione da
diverso tempo. La coppia è da sempre molto riservata circa la
propria vita sentimentale, e non sono soliti rilasciare
affermazioni o foto a riguardo. Attualmente, la coppia non sembra
aver avuto figli.
Parte delle cose che non sai
sull’attrice
Stana Katic e Nathan Fillion
5. Si sono conosciuti in
modo insolito. Al momento del suo provino per un ruolo in
Castle, l’attrice si rese conto di indossare una camicia
troppo lunga. Rimediate un paio di forbici, si imbatté nell’attore
Nathan Fillion, protagonista della serie, e chiese
a lui di poter fare un taglio per accorciare l’indumento. Questo
primo insolito incontro fu visto dal produttore della serie, e
colpito dalla disinvoltura della Katic decise di offrirle la
parte.
Stana Katic in Castle
4. Non ha avuto buoni
rapporti con il suo co-protagonista. Nonostante lo stretto
rapporto tra i loro personaggi, la Katic e Fillion sono noti per
non aver nutrito buoni rapporti durante le ultime stagioni della
serie. I due erano infatti arrivati a scambiarsi la parola soltanto
tramite le battute previste per i rispettivi ruoli, mentre al di
fuori delle riprese rifiutavano addirittura di essere nella stessa
stanza. I motivi di tale rottura non sono mai stati realmente
chiariti.
3. Venne licenziata dalla
serie. Nell’aprile del 2016 venne diffusa la notizia che
l’attrice era stata licenziata dalla serie, senza però che fossero
state date motivazioni particolari. Ciò portò ad una rivolta da
parte degli spettatori, che richiesero e ottennero la cancellazione
della serie. Dal canto suo, la Katic si è dichiarata grata per
l’oppurtunità, ma che non nega che il licenziamento improvviso l’ha
lasciata confusa e ferita.
Stana Katic in Absentia
2. È la protagonista della
serie. In Absentia, l’attrice ricopre il ruolo di
Emily Byrne, agente dell’FBI
scomparsa senza lasciare traccia e dichiarata morta presunta. Anni
dopo, tuttavia, farà la sua ricomparsa senza però ricordare nulla
degli anni della sua assenza. Parlando del progetto, la Katic ha
affermato di aver richiesto di poter partecipare poiché attratta
dalla possibilità di dar vita ad un antieroe.
Stana Katic: età e altezza
1. Stana Katic è nata ad
Ontario, in Canada, il 26 aprile 1978. L’attrice è alta
complessivamente 175 centimetri.
Deadline riporta la notizia che la
bella Stana Katic (nota al grande pubblico per il
ruolo della detective Kate Beckett nella serie tv Castle)
sarà la co-protagonista, insieme a Raza Jaffrey
(noto per le serie tv Spooks e Homeland) del film
d’avventura The Rendezvous.
Il film, adattamento
cinematografico del romanzo A New Song di
Sarah Isaias, sarà per certi versi simile a grandi
classici quali All’inseguimento della pietra verde e
Intrigo Internazionale, e seguirà le vicende di una coppia
improbabile alla ricerca dei Manoscritti del Mar Morto nascosti
nell’antica città di Petra, in Giordania. La pellicola sarà
sceneggiata da Terrel Seltzer (One Fine
Day) e vedrà nel cast anche Alfonso Bassave, Ron
Guttman, Glenn Fleshler, Darby Stanchfield e Nadim
Sawalha. Le riprese del film sono attualmente in
corso.
In rete si è diffusa una
interessante quanto bizzarra teoria che vuole tutti i cameo di
Stan Lee essere collegati. Le congetture parlano
di apparizioni ben studiate che potrebbero rappresentare un vro e
proprio disegno più importante e grande all’interno dei
dell’Universo Cinematografico Condiviso Marvel.
Il canale Youtube The Lamppost ha
pubblicato il video seguente che spiega la teoria. Che ve ne
pare?
Si è spento ieri all’età di 95 anni
Stan Lee, il leggendario sceneggiatore
della Marvel
Comicsle cui creazioni lo hanno reso un eroe
nella vita reale. Lee cominciò la sua carriera nel mondo dei
fumetti nel 1939, contribuendo a creare molti dei più famosi eroi
Marvel, che da anni calcano anche
il grande schermo (tra questi ricordiamo Black Panther,
Spider-Man, X-Men, Thor, Iron Man, I Fantastici Quattro,
L’Incredibile Hulk, Daredevil, Ant-Man).
Ma Stan il “Sorridente” Lee si è
reso celebre anche per i numerosi e puntuali cameo in tutti i film
Marvel prodotti dal 1989 ad oggi, e
un video li ripercorre uno per uno come omaggio alla sua scomparsa.
Lo trovate qui sotto:
Figlio di immigrati ebrei a New
York, il giovane Stanley inizia la sua corsa al trono lavorando
come addetto alle copie presso la Timely Comics, che più
tardi sarebbe diventata la Marvel Comics, per poi firmare la sua prima
pagina di testo con il nome Stan Lee: un
riempitivo su un numero di Captain
America del 1941. Arrivano gli incarichi di
livello e assegnazioni di fumetti completi (ad appena 17 anni),
salvo assentarsi dalle pagine durante la seconda guerra mondiale
dove partecipò in qualità di soldato; al suo ritorno Stan riprese
la posizione lasciata e con Kirby ideò la prima “famiglia”
di eroi dei Fantastici
Quattro, pubblicati nel 1961. Fu un successo tale
da spingere la Marvel a cavalcare l’onda,
producendo in pochi
anni Hulk, Thor, Iron
Man e gli X-Men, oltre
a Daredevil, Doctor
Strange e L’Uomo Ragno.
The Amazing Spider-Man del
1966, Daredevil del 1968, Fantastici
Quattro del 1966, Silver Surfer del
1988 o The Mighty Thor del 1968, sono solo
alcuni dei titoli più rappresentativi (per sua stessa ammissione)
di una carriera già straordinaria e costante, culminata negli
ultimi decenni con la consacrazione a icona chiave del mondo
Marvel. Ospite di convention e
dibattiti, star indiscussa nei ricorrenti cameo in ogni film del
Marvel Cinematic Universe (l’ultima
scena l’avrebbe girata per Spider-Man: Far From
Home, il “suo” Spidey guarda caso), Stan
Lee rimarrà per sempre nei ricordi di chi continua a
sfogliare i suoi lavori assorbendone lo spirito e il cuore che non
smetterà mai di battere.
È uscito un nuovo trailer per il
prossimo documentario su Stan
Lee su Disney+, che mostra in
anteprima la storia in arrivo sull’uomo dietro alcuni dei più
grandi personaggi dei fumetti della storia.
Diretto dall’acclamato regista
americano David Gelb, Stan Lee si concentrerà sulla figura che ha
rivoluzionato l’industria dei fumetti. Il trailer mostra la storia
di Lee nel mondo dei fumetti e lo mostra anche sul set di una
varietà di film dei Marvel Studios. Dai un’occhiata al
nuovo trailer di
Stan Lee:
Lee è nato il 28 dicembre 1922, con
il documentario che celebra il centenario della sua
nascita. La sinossi non rivela troppo sul film, anticipando
semplicemente che celebrerà “100 anni di sogno. 100 anni di
creazione. 100 anni di Stan Lee.” Lee è meglio conosciuto come
il co-creatore della maggior parte dei personaggi principali alla
genesi dell’Universo Marvel. Ciò include i
Fantastici Quattro, Spider-Man, Iron Man, Thor, Doctor Strange e altri. Negli ultimi tre
decenni, è apparso in 37 film, l’ultimo dei quali è
stato Avengers:
Endgame del 2019 .
Tra questi c’è anche Sam
Raimi, regista della trilogia cinematografica su
Spider-Man, che nelle ultime ore ha confessato in
un’intervista con l’Hollywood Reporter di aver cambiato idea sul
cameo di Lee nel primo film del suo franchise:
“Quando ho ottenuto il lavoro
per Spider-Man nel 1999 Avi Arad mi disse di inserire una scena con
Stan, e io che lo conoscevo mi rifiutai perché pensavo non potesse
recitare. Avi fu categorico: lo volevano nel film. Era già stato
fatto per X-Men, e l’avrebbero fatto anche qui. Immaginate di
essere un giovane regista in Inghilterra che realizza il suo
Macbeth e al quale viene detto di mettere l’autore nella sua
commedia…vi sembrerà assurdo. Ma se volevano Shakespeare nella
commedia, io gli avrei dato Shakespeare nella commedia. E il bello
è che ora il suo cameo è una delle mie parti preferite del
film.“
Stan Lee, il
leggendario sceneggiatore di Marvel Comicsle cui creazioni
lo hanno reso un eroe nella vita reale, si è spento all’età di 95
anni. Lee, che cominciò la sua carriera nel mondo dei fumetti nel
1939, ha contribuito a creare, creando lui stesso da solo, molti
dei più famosi eroi Marvel, che da anni calcano anche
il grande schermo. Tra questi: Black Panther,
Spider-Man, X-Men, Thor, Iron Man, I Fantastici Quattro,
L’Incredibile Hulk, Daredevil, Ant-Man.
Il fumettista è morto nella mattina
di Lunedì 12 novembre al Cedars-Sinai Medical Center di Los
Angeles, secondo quanto riferisce The Hollywood Reporter.
Gli ultimi anni di Stan Lee sono stati
di grande tumulto. Dopo la morte di sua moglie Joan, che ha
condiviso con lui un matrimonio lungo 69 anni, nel luglio del 2017,
ha fatto causa alla POW! Entertainment per una fronde da un
miliardo di dollari.
Da solo e attraverso il suo lavoro
con i frequenti collaboratori artisti-scrittori Jack Kirby, Steve
Ditko e altri, Lee ha catapultato la Marvel da una piccola avventura
editoriale nell’editore numero 1 al mondo di fumetti, e in seguito
un gigante multimediale.
Una delle sue ultime dichiarazioni
pubbliche era stato un commento a seguito della fusione tra Disney
e Fox, a seguito della quale i supoi X-Men e i Fantastici Quattro
sarebbero tornati “a casa”, in seno alla Marvel.
L’omaggio consiste in una
rielaborazione dell’intro dello studio che, al posto di raffigurare
i momenti salienti del Marvel Cinematic Universe,
presenta tutti i cameo di Stan Lee nel corso dei dieci anni di film
Marvel Studios.
Il video si conclude con una
scritta, concisa e simbolica, un “Grazie, Stan” doveroso e
sentito, da parte dello Studio, certo, ma che rispecchia il
sentimento di tutti i fan le cui vite sono state influenzate e
cambiate da The Man.
Vi ricordiamo che alla regia del
film ci sono Anna
Boden e Ryan Fleck. L’uscita
al cinema è fissata al 6 marzo
2019.
Il cast ufficiale: Brie
Larson, Samuel L.
Jackson, Ben
Mendelsohn, Djimon
Hounsou, Lee
Pace, Lashana
Lynch, Gemma
Chan, Algenis Perez
Soto, Rune
Temte, McKenna
Grace, Clark
Gregg, Jude
Law, Annette Bening.
La sinossi:
Basato sul
personaggio dei fumetti Marvel apparso per la prima volta
nel 1968, il film segue Carol Danvers mentre diventa uno degli eroi
più potenti dell’universo. Quando la Terra viene coinvolta in una
guerra galattica tra due razze aliene, è lì che l’eroina
interverrà. Ambientato negli anni ’90, il cinecomic è un’avventura
tutta nuova che racconterà un periodo inedito nella storia
dell’universo cinematografico Marvel.
Come apprendiamo grazie a
ComicBookMovie, POW! Entertainment e Genius Brands
International hanno stretto un accordo per creare
l’Universo di Stan Lee, un nuovo progetto che
riunirà tutte le opere create dal leggendario fumettista scomparso
nel 2018 al di fuori della Marvel Entertainment.
Andy Heyward, capo
di Genius Brands, ha dichiarato in una nota ufficiale: “In
tutta Hollywood, non c’è premio migliore. Questo è il nostro Santo
Graal. L’Universo di Stan Lee è un prodotto unico fatto di 100
proprietà originali, proprietà mai sfruttate e nate dalla mente del
creatore di proprietà intellettuali di maggiore successo dei nostri
tempi.Dopo aver lavorato con Stan ed esser stato suo
intimo amico per quasi 30 anni, nulla potrebbe rendermi più fiero
del fatto che Genius Brands sia diventato il protettore del suo
brand e del suo operato.”
Secondo la fonte, la joint
venture assumerà i diritti su tutte le creazioni del prolifico
autore successive alla sua attività con la Marvel. L’Universo di Stan
Lee attingerà, dunque, al vastissimo catalogo di proprietà
intellettuali che il celebre fumettista ha creato dopo la fine
della sua collaborazione con la Casa delle Idee. “Non ho dubbi
sul fatto che i più grandi personaggi, le più grandi storie e i più
grandi successi partoriti dalla mente di Stan Lee debbano ancora
essere raccontati”, ha aggiunto Heyward. “Grandi quanto
sono oggi Spider-Man, Black Panther, gli X Men e gli Avengers.
Domani sentiremo parlare di Tomorrow Men, Stringbean, Black Fury e
Virus.”
Il fumettista è morto nella mattina
di Lunedì 12 novembre al Cedars-Sinai Medical Center di Los
Angeles. Gli ultimi anni di Stan
Lee sono stati di grande tumulto. Dopo la morte
di sua moglie Joan, che ha condiviso con lui un matrimonio lungo 69
anni, nel luglio del 2017, ha fatto causa alla POW! Entertainment
per una fronde da un miliardo di dollari.
Da solo e attraverso il suo lavoro
con i frequenti collaboratori artisti-scrittori Jack Kirby, Steve
Ditko e altri, Lee ha catapultato la Marvel da una piccola avventura
editoriale nell’editore numero 1 al mondo di fumetti, e in seguito
un gigante multimediale.
Una delle sue ultime dichiarazioni
pubbliche era stato un commento a seguito della fusione tra Disney
e Fox, a seguito della quale i supoi X-Men e i Fantastici Quattro
sarebbero tornati “a casa”, in seno alla Marvel.
La figlia di Stan
Lee sta lanciando una nuova battaglia legale
contro POW! Entertainment, la società che
detiene i diritti sul nome, sull’immagine e sulla proprietà
intellettuale di suo padre.In una causa intentata
martedì presso la Corte Superiore di Los
Angeles, JC Lee sostiene
che una serie di “transazioni sospette” hanno diluito la sua
partecipazione nella società. La denuncia sostiene inoltre che
la donna non ha ricevuto i pagamenti previsti dall’accordo sulla
proprietà intellettuale.
Stan Lee, il co-creatore di numerosi
supereroiMarvel,
è morto nel 2018 all’età di 95 anni, lasciando dietro di sé un
groviglio di controversie legali.JC Lee, sua figlia e
unica erede, ha citato in giudizio
POW! Entertainment
nel 2019, sostenendo che la società rivendicava ingiustamente la
proprietà del nome e delle sembianze di suo
padre. Un giudice federale ha archiviato la causa
nel 2020, ritenendo che le affermazioni fossero “frivole” e
“infondate di fatto e di diritto” e che la questione centrale del
caso fosse già stata giudicata più volte.
Il giudice ha ordinato a JC
Lee di pagare 1 milione di dollari di sanzioni, nel
tentativo di scoraggiare ulteriori controversie futili. Una
corte d’appello ha confermato il licenziamento ma ha respinto il
lodo delle sanzioni, ritenendo che non fosse giustificato.Nell’ultima causa, JC Lee sta cercando di
accedere a POW! Entertainment. La causa
sostiene che Stan Lee e la sua defunta moglie,
Joan Lee, inizialmente possedevano quasi il 45% della società
quando fu fondata nel 2001. Ma la causa sostiene che una serie di
transazioni discutibili hanno lasciato il Lee
Trust, di cui JC Lee è il fiduciario, con solo il 15%
della società.
La causa sostiene inoltre che Camsing
International Holdings, la società madre del proprietario di
maggioranza di POW! Entertainment, ora
intende vendere la propria partecipazione nella società.Dopo aver appreso ciò in agosto, JC Lee, tramite i suoi
avvocati, ha richiesto l’accesso ai registri della società ma,
secondo la causa, gli è stato negato. La causa sostiene
inoltre che a JC Lee sono dovuti dei soldi per la vendita della
merce di Stan Lee, nonché uno stipendio annuo per un importo di $
125.000 che le sarebbe stato pagato in caso di morte di suo
padre.
Ieri, 12 Novembre, ricorreva il
primo anniversario della morte di Stan Lee, il
leggendario sceneggiatore della Marvel Comicsle
cui creazioni lo hanno reso un eroe nella vita reale, scomparso
all’età di 95 anni. In ricordo del papà di Spider-Man la Marvel ha condiviso sul suo sito
ufficiale un suggestivo ritratto dell’icona circondato da tutti i
suoi supereroi insieme a questo sentito messaggio:
“Oggi celebriamo un anno dalla
morte di Stan. Il suo spirito vivrà per sempre grazie alla voce di
Spider-Man, Mister Fantastic, La Cosa, La Donna Invisibile, La
Torcia Umana, Black Panther, Hulk, Dottor Destino, Thor, Loki,
Ant-Man, The Wasp, Iron Man, Daredevil, Mary Jane Watson, Doctor
Octopus, Doctor Strange e degli allegri mutanti insieme
agli altri personaggi Marvel. La positività, le
battute, il cuore che Stan ha messo in ogni potente fumetto
Marvel, è ciò che riverbererà per
sempre nel suo Universo e nel nostro.“
Stan Lee, che
cominciò la sua carriera nel mondo dei fumetti nel 1939, ha
contribuito a creare, creando lui stesso da solo, molti dei più
famosi eroi Marvel, che da anni calcano anche
il grande schermo. Tra questi: Black Panther,
Spider-Man, X-Men, Thor, Iron Man, I Fantastici Quattro,
L’Incredibile Hulk, Daredevil, Ant-Man.
Il fumettista è morto nella mattina
di Lunedì 12 novembre al Cedars-Sinai Medical Center di Los
Angeles, secondo quanto ha riferito The Hollywood
Reporter. Gli ultimi anni di Stan
Lee sono stati di grande tumulto. Dopo la morte di
sua moglie Joan, che ha condiviso con lui un matrimonio lungo 69
anni, nel luglio del 2017, ha fatto causa alla POW! Entertainment
per una fronde da un miliardo di dollari.
Da solo e attraverso il suo lavoro
con i frequenti collaboratori artisti-scrittori Jack Kirby, Steve
Ditko e altri, Lee ha catapultato la Marvel da una piccola avventura
editoriale nell’editore numero 1 al mondo di fumetti, e in seguito
un gigante multimediale.
Una delle sue ultime dichiarazioni
pubbliche era stato un commento a seguito della fusione tra Disney
e Fox, a seguito della quale i supoi X-Men e i Fantastici Quattro
sarebbero tornati “a casa”, in seno alla Marvel.
Stan Lee è presente
in tutti i film Marvel Studios con i suoi cameo che,
il più delle volte, sono dei simpatici siparietti avulsi dalla
storia principale.
Nel corso degli anni, i fan hanno
elaborato la teoria che in realtà tutti i personaggi interpretati
da Lee fossero un solo personaggio dei fumetti in
particolare: Uatu l’Osservatore.
In Guardiani della Galassia
Vol. 2 il cameo di Stan Lee lo vede
parlare con un gruppo di Osservatori, e la cosa ha generato una
grande ilarità da parte dei fan, mentre Kevin Feige ha addirittura
approvato la teoria, dichiarando: “Sì, abbiamo sempre pensato
che fosse divertente. Stan Lee chiaramente esiste, al di là dei
film in cui compare. Quindi il fatto che lui fosse lì, nella
sequenza dei salti temporali di Guardiani 2, era molto divertente.
Lo vedete un paio di volte nel film. In quel momento lui dice che
era un agente della Federal Express, perché lo interpreta altre
volte, e così ci è sembrato divertente. Qualcuno se n’è
accorto.”
Sembra chiaro che alla Marvel fanno di tutto per
compiacere i propri fan e lo sanno fare molto bene.
Leggi la recensione di
Guardiani della Galassia Vol. 2
In Guardiani
della Galassia vol 2, che arriverà al cinema nel 2017,
torneranno Chris Pratt, Zoe Saldana, Dave
Bautista e in veste di doppiatori Vin
Diesel e Bradley Cooper.
Confermati anche Yondu
(Michael Rooker) e Nebula (Karen
Gillan). Tra le new entry Pom
Klementieff, Kurt Russell,
Elizabeth Debicki,Tommy
Flanagan e Chris
Sullivan.
Al ritmo di una nuova, fantastica
raccolta di brani musicali (Awesome Mixtape #2), Guardiani
della Galassia Vol 2, racconta le nuove avventure dei
Guardiani, stavolta alle prese con il mistero che avvolge le vere
origini di Peter Quill. Vecchi amici e nuovi alleati, oltre ai
personaggi preferiti dai fan verranno in aiuto ai nostri eroi
mentre l’Universo Cinematografico Marvel continua ad espandersi.
Tenete presente che
passare un’intera giornata su un set per un uomo di 93 anni è
faticoso. Quindi James Gunn ha girato quattro cammei con Stan
in un solo giorno. Mi mandava dei frame e mi chiedeva “Questo va
bene? Questo come ti sembra?”
In Guardians of the Galaxy
Vol. 2, che arriverà al cinema nel 2017, torneranno
sicuramente Chris Pratt, Zoe Saldana, Dave
Bautista e in veste di doppiatori Vin
Diesel e Bradley Cooper.
Stan Lee camei
Confermati anche il Collezionista
(Benicio Del Toro), Yondu (Michael
Rooker) e Nebula (Karen Gillan). Tra le
new entry Pom Klementieff, Kurt
Russell, Elizabeth
Debicki,Tommy
Flanagan e Chris
Sullivan.
Diretto da Jon
Watts, Spider-Man
Homecoming vedrà protagonista Tom
Holland nei panni di Peter
Parker, Marisa Tomei in quelli di zia
May e Zendaya sarà invece Michelle. Al
cast si aggiungono Michael
Keaton, Michael Barbieri, Donald
Glover, Logan Marshall-Green, Martin Starr, Abraham
Attah, Selenis Leyva, Hannibal Buress, Isabella
Amara, Jorge Lendeborg Jr., J.J. Totah, Michael
Mando, Bokeem
Woodbine, Tyne
Daly e Kenneth
Choi.
Arriva dall’Hollywood Reporter la notizia
che la 20th Century Fox ha acquistato i diritti per la
realizzazione di un film dedicato a Stan Lee,
fumettista e produttore statunitense, noto per essere stato
presidente e direttore editoriale della Marvel Comics, per la quale ha
sceneggiato tantissime storie.
Il film però non sarà un biopic
tradizionale, ma piuttosto un action/adventure che vedrà nella
figura di Lee il protagonista principale. In questo senso, la
pellicola dovrebbe essere una sorta di mix tra Kingsman The Secret
Service e i vari James Bond con protagonista
Roger Moore. Marty Bowen e Wyck Godfrey
(Twilight, Maze Runner, Power Rangers) si occuperanno della
produzione. Cosa ne pensate?
Conosciuto anche come L’Uomo
(The Man) e Il Sorridente (The Smilin’), Stan
Lee ha introdotto per la prima volta, insieme con diversi artisti e
co-creatori, in special modo Jack Kirby e Steve Ditko, personaggi
di natura complessa e con personalità sfaccettate all’interno dei
comic book supereroistici. Il suo successo permise alla Marvel di trasformarsi da piccola
casa editrice in una grande azienda di stampo multimediale.
Nelle scorse settimane è stato
confermato che l’ultimo cameo di Stan
Lee nel MCU sarà quello presente in
Avengers:
Endgame, ma dall’intervista concessa a Entertainment
Weekly abbiamo appreso che i Marvel Studios stanno lavorando ad un
montaggio che riunirà i dietro le quinte di tutte le scene che il
fumettista ha interpretato nell’universo condiviso, dal primo
Iron Man fino ad oggi.
Insomma, un modo intelligente e
particolarmente sentito per rendere omaggio ad una figura
imprenscindibile della storia Marvel:
“Abbiamo messo insieme un video.
Non l’abbiamo mai fatto prima, un dietro le quinte di ogni
cameo.” ha raccontato Feige nella round table con il cast di
Avengers. “Tutto il materiale tagliato, i b-roll, le scene
girate e mai utilizzate. La sua scomparsa è stata molto emozionante
per tutti noi, ma improvvisamente ogni ricordo mi è tornato in
mente proprio mentre lo guardavo.“
Possibile allora che questo
montaggio finisca nell’edizione homevideo di Avengers: Endgame? Sarebbe un
gradito regalo ai fan e alla memoria dello stesso Lee, ma staremo a
vedere.
Durante la promozione di Captain
Marvel, Feige aveva rivelato che Stan
Lee era riuscito a girare altri due cameo prima della sua
scomparsa lo scorso novembre, ma non era chiaro se tra questi era
compresa la scena inclusa in Avengers:
Endgame o se il presidente dei Marvel Studios si riferisse a del
materiale extra destinato a Spider-Man: Far
From Home (il prossimo capitolo del MCU in uscita a luglio).
Ora però le parole di Joe
Russo, arrivato in India per partecipare ad un evento con
i fan, sembrano confermare l’ipotesi che il cameo di Lee nel film
sarà anche l’ultimo del fumettista (almeno da vivo) nel Marvel Cinematic Universe:
“Credo che il suo ultimo cameo
sia in Endgame. Non ricordo se ci fosse abbastanza materiale per
un’altra scena in Spider-Man: Far From
Home…“
Sappiamo che Lee era solito filmare
più scene contemporaneamente, quindi è probabile che sia rimasto
del footage utile da utilizzare in Far From Home,
sequel sulle avventure in Europa di Peter Parker, oppure è
altrettanto possibile che – esattamente come accaduto in Captain
Marvel – i produttori abbiano deciso di inserire un omaggio
simbolico con una forma diversa dal cameo.
È stato diffuso da Marvel il video tributo ufficiale
alla vita e alle opere di Stan Lee, il padre di
moltissimi degli eroi della Casa delle Idee,
l’artefice dell’Era delle Meraviglie.
L’inventore di eroi si è spento
nella mattina di lunedì, ma il cordoglio che sta attraversando il
globo, da parte dei tanti fan, degli esponenti del mondo del
fumetto, del cinema, della cultura pop in generale che lui stesso
ha contribuito a modificare, è ancora una fortissima onda di
emozione che regala un caldo senso di appartenenza a tutti coloro
che hanno letto anche un solo fumetto creato da lui.
Su questa potente onda emotiva, la
Marvel ha realizzato il video di
seguito, un omaggio e un grazie a Stan Lee.
Stan Lee, noto al pubblico di massa
anche per i suoi cameo nei film sui supereroi Marvel (da prima che nascessero i
Marvel Studios), aveva
già realizzato i suoi cameo per Avengers
4 e per
Spider-Man: Far From Home. Ironia della sorte, la sua
ultima apparizione cinematografica lo vedrà partecipare proprio al
nuovo film del suo eroe di maggiore successo: L’Uomo Ragno.
Ieri sarebbe stato il compleanno di
Stan Lee, e per celebrare la nascita dello storico
fumettista i Marvel Studios hanno condiviso un suo
bellissimo ritratto su Twitter.
Potete dargli uno sguardo qui
sotto.
On his birthday, join us in remembering Stan
Lee. Happy Birthday, Stan. Thank you for everything. pic.twitter.com/03XmmWOX6O
Stan Lee, il
leggendario sceneggiatore di Marvel Comicsle cui creazioni
lo hanno reso un eroe nella vita reale, si è spento all’età di 95
anni. Lee, che cominciò la sua carriera nel mondo dei fumetti nel
1939, ha contribuito a creare, creando lui stesso da solo, molti
dei più famosi eroi Marvel, che da anni calcano anche
il grande schermo. Tra questi: Black Panther,
Spider-Man, X-Men, Thor, Iron Man, I Fantastici Quattro,
L’Incredibile Hulk, Daredevil, Ant-Man.
Il fumettista è morto nella mattina
di Lunedì 12 novembre al Cedars-Sinai Medical Center di Los
Angeles, secondo quanto riferisce The Hollywood Reporter.
Gli ultimi anni di Stan Lee sono stati
di grande tumulto. Dopo la morte di sua moglie Joan, che ha
condiviso con lui un matrimonio lungo 69 anni, nel luglio del 2017,
ha fatto causa alla POW! Entertainment per una fronde da un
miliardo di dollari.
Da solo e attraverso il suo lavoro
con i frequenti collaboratori artisti-scrittori Jack Kirby, Steve
Ditko e altri, Lee ha catapultato la Marvel da una piccola avventura
editoriale nell’editore numero 1 al mondo di fumetti, e in seguito
un gigante multimediale.
Una delle sue ultime dichiarazioni
pubbliche era stato un commento a seguito della fusione tra Disney
e Fox, a seguito della quale i supoi X-Men e i Fantastici Quattro
sarebbero tornati “a casa”, in seno alla Marvel.
Dal 1989 ad oggi Stan Lee è
apparso in quasi tutti gli adattamenti cinematografici e televisivi
dei fumetti Marvel, ricorrendo come personaggio
“estraneo” all’universo degli eroi in brevi sequenze dal tono
ironico per omaggiare lo spirito del leggendario fumettista che
ci ha lasciati ieri all’età di 95
anni.
Tuttavia tra i cameo di Lee ce ne sono almeno
10 che soltanto i veri fan ricorderanno. Scopriamo di seguito quali
sono:
The Big Bang Theory
Non molti ricorderanno il cameo di
Stan Lee nel sedicesimo episodio della terza
stagione (intitolato L’acquisizione
dell’Excelsior) di The Big Bang Theory,
dove il fumettista recita la parte si se stesso e viene avvicinato
da Sheldon Cooper quando il protagonista
della sitcom si introduce in casa sua senza invito. Più tardi
Lee firma tutti fumetti dei personaggi mentre il gruppo si gusta un
buon gelato.
Chuck
Nel 2011 Stan Lee è
apparso nella serie tv Chuck nell’episodio sette
della quinta stagione Chuck Versus The Santa Suit
interpretando ancora una volta se stesso, ma nei panni di un
alto funzionario della CIA sotto copertura.
L’ambulanza
Non soltanto Marvel nella storia di cameo di
Stan Lee, ma anche film come
L’ambulanza (uscito nel 1990 e diretto da
Larry Cohen), che secondo alcuni è la prima
apparizione cinematografica del fumettista.
Fresh off the boat
Un altro dei cameo non appartenente
al MCU e poco conosciuto di
Stan Lee è quello nell’episodio della serie
Fresh Off The Boat intitolato Pie vs.
Cake. I due protagonisti Eddie ed Emery stanno lavorando ad un
libro di fumetti e incontrano il leggendario genio della
Marvel.
Principe azzurro cercasi
Questo cameo di Stan
Lee ha del sorprendente, perché chi mai si aspetterebbe di
vedere il più grande fumettista Marvel in una commedia romantica
interpretata con Anne Hathaway? Parliamo
ovviamente di Principe azzurro cercasi (2004),
dove Lee interpreta un invitato del matrimonio al centro della
storia che non parla molto bene l’inglese ma che era un fan dei The
Three Stooges.
I Simpson
I fan dei Simpson
hanno avuto tantissime guest star del calibro di Johnny Cash, Bette
Middler e Danny Devito, tuttavia Stan Lee rimane
uno dei cameo più famosi e amati dal pubblico della serie animata.
Il fumettista appare in ben tre episodi: nel 2002 in I Am
Furious Yellow, nel 2014 in Married to the
Blob e nel 2017 in The Caper Chase. In quello
del 2002 lo vediamo dare a Bart alcuni consigli e aneddoti sul suo
fumetto Danger Dude, esortandolo a “trovare la
propria voce”.
Generazione X
Un altro cameo di Stan
Lee è nel cult movie del 1995 diretto da Kevin
Smith (grande fan, conoscitore e amante dell’universo
Marvel e DC) Generazione
X, dove la leggenda Marvel interpreta il ruolo di se
stesso quando incontra il protagonista Brodie Bruce, che è un
ragazzo innamorato di fumetti e videogiochi lasciato dalla ragazza
Rene Mosier.
Robot Chicken
Robot Chicken, la
serie in stop motion creata da Matthew Senreich e Seth Green, è
andata in onda dal 2005 totalizzando ben nove stagioni.
Stan Lee vi è apparso in tre episodi: Tapping
a Hero del 2007, Executed by the State del 2012 e
Robot Fight Incident del 2013. In quello del 2007,
Lee e Pamela Anderson conducevano uno show intitolato “Supereroi
stasera”.
Entourage
La serie targata HBO e interpretata
da Adrian Grenier ha avuto nel corso della
sua messa in onda molti cameo di celebrità, tra cui spicca
Stan Lee in un piccolo ruolo nell’episodio del
2010 intitolato Bottom’s Up. Questo succede quando Vince
porta la sua ragazza Sasha Grey ad un
incontro con il fumettista.
Big Hero 6
Il cameo di Stan
Lee in Big Hero 6 merita sicuramente più
attenzione degli altri, dal momento che il fumettista ha doppiato
il personaggio del padre di Fred comparendo soltanto alla fine del
film d’animazione. fine. Dopo il lancio dei titoli di coda, viene
infatti mostrata una scena tra Fred e suo padre, alias Stan
Lee.
L’Hollywood Reporter ha riferito che
la Marvel ha firmato un enorme accordo
ventennale con Genius Brands International e
POW! la joint venture di Entertainment
Stan Lee Universe, con il quale si concedono in licenza le
fattezze di Stan Lee in futuri film e produzioni televisive, nonché
parchi a tema Disney, merchandising e altro ancora.
Questo nuovo accordo apre le porte al ritorno dei cameo MCU di Stan Lee in
futuro con l’uso di CGI e vecchi filmati, anche se fonti interne
notano che la decisione deve ancora essere presa dagli studi
coinvolti. Il CEO e presidente di Genius Brands Andy
Heyward ha scritto dell’accordo nella seguente
dichiarazione:
“L’accordo garantisce davvero
che Stan, attraverso la tecnologia digitale, i filmati d’archivio e
altre forme, vivrà nel luogo più importante, i film Marvel e i parchi a tema Disney. È
un affare ampio”.
Ha dedicato tutta la sua vita alla
Marvel e allo stesso tempo la Casa delle Idee deve
quasi tutto a lui: Stan Lee, detto The
Man, ha avuto una vita ricca di avvenimenti e curiosità, e
di seguito ve ne elenchiamo alcune.
15 curiosità su
Stan Lee
The Man: 15 curiosità su Stan
Lee
Soprannominato The Man, è
l’uomo immagine dell’azienda e con grande leggerezza è passato ad
essere anche l’immagine dei film Marvel, indipendentemente dallo
studio di produzione, perché compare in tutti i cinecomics che vedono protagonisti personaggi da
lui creati. Ecco 15 cose che forse non sapete su Stan Lee.
Ha fatto lanciare a Cap il suo
scudo
Quando Captain America
debuttò, in “Captain America Comics” #1 nel 1940, Joe Simon e Jack
Kirby gli disegnarono uno scudo a punta il che però lo rendeva
molto simile a Shield, un personaggio che avevano creato
precedentemente. A partire dal secondo numero gli diedero quindi lo
scudo rotondo, ma fu solo in “Captain America Comics” #3 che Cap
cominciò a lancira lo scudo usandolo anche come arma. Quel numero è
stato il primo lavoro a fumetti di Stan Lee.
È quasi andato in fallimento negli
anni ’50
A seguito dell’introduzione del
Comics Code, nel 1956, la Marvel (all’epoca ancora Atlas
Comics) subì una seria limitazione nelle vendite, e così Martin
Goodman, proprietario dell’azienda, decise di rivolgersi alla
American News Company per la distribuzione. Tuttavia la American
News Company stava affrontando una importante causa contro il
governo federale che la spinse a escludere dalle sue distribuzioni
la Atlas che fu costretta a stringere un accordo con la DC Comics e
il loro distributore, Independent News Distributors. Se Goodman non
fosse riuscito a concludere l’accordo, Lee sarebbe rimasto senza
lavoro ancora prima che la Marvel vera e propria nascesse!
Pensava che il nome di Bruce Banner
fosse Bob
Agli inizi della Marvel, Stan Lee scriveva tutte le
storie o quasi, per cui era molto difficile tenere a mente le
storyline e i personaggi per una sola persona, oltre al fatto che
Lee ha sempre avuto una scarsa memoria. Proprio per questo, molti
suoi personaggi hanno nome e cognome che cominciano con la stessa
lettera, espediente utilizzato per ricordarli meglio. Tuttavia, gli
è capitato di sbagliare nome ugualmente, come quando ha usato “Bob
Banner” in “Fantastic Four” #25. L’errore è stato giustificato
dicendo che Robert – Bob diminutivo – era il primo nome di Banner e
che Bruce fosse il secondo. Si è poi deciso di tenere Bruce.
Si è dimenticato se Mary Jane era
bella o brutta
Ditko e Lee lavorarono a distanza
su “Amazing Spider-Man” #25 ma poi lasciarono il lavoro per un
anno. Quando Lee lo riprese, lavorando per con John Romita, nel
numero #42 si presentò il problema di presentare Mary Jane Watson.
Ditko l’aveva presentata come molto carina, ma Lee lo aveva
dimenticato e così solo l’insistenza di Romita lo convinse a farne
una bella ragazza, perché pensava dovesse essere brutta.
Il suo metodo ha conditto la Marvel
alle storyline multiple
Il metodo di lavoro di Stan Lee, di
partire da una storyline per poi svilupparne altre, è diventato il
metodo della Marvel stessa, che è diventata poi
famosa per le storyline multiple.
Ha combattuto la Legione dei
Supereroi
Nel 1966, Stan Lee mise in vendita
con la Marvel la Stan’s Soapbox,
“offrendo” agli avversari che a detta sua volevano imitare lo stile
Marvel, i vecchi script della Casa
delle Idee. La Adventure Comics, con La Legione dei Supereroi,
rispose a tono a Lee, smentendo i riferimenti a Spider-Man nei loro
lavori.
Ha scritto solo lui di Silver
Surfer
Appena Kirby lo creò come braccio
di Galactus, Lee si interessò subito a Silver Surfer in maniera
così profonda che alla Marvel c’era la regola che nessuno,
a parte Stan Lee, potesse lavorare alle storie del personaggio. Gli
altri autori dovevano addirittura chiedere il permesso a Lee per
prendere in prestito il personaggio nelle loro storie, ma questo
monopolio è durato fino al 1987, quando la Marvel assunse Steve Englehart.
Ha scritto un film con Alain
Resnais
Il regista francese era un grande
fan dei fumetti. Quando visitò New York tra il 1968 e il 1971,
volle incontrare Lee per lavorare con lui. La prima collaborazione
non andò mai oltre il trattamento, mentre la seconda, The Monster
Maker, finì con una sceneggiatura completa firmata da Lee
stesso.
Ha eliminato i punti
esclamativi
Negli anni ’70 Stan Lee cominciò
una vita pubblica molto intensa di convention e incontri. Appena
cominciò ad avere più autorevolezza, cominciò a perndere decisioni
importanti sul suo modo di lavorare, tanto che nel 1971 decise di
eliminare i punti esclamativi, la decisione durò soltanto tre
mesi.
La saga dei cloni è stata una mossa
disperata
Negli anni ’70, come detto, Lee
divenne una figura pubblica e questo ruolo lo allontanò dallo
scrivere fumetti. Questa sua assenza portò, in Amazing Spider-Man
#121, alla morte di Gwen Stacy per mano di Gerry Conway. Lee
dichiarò che non ne sapeva niente, ma la cosa non era plausibile
data la sua influenza alla Marvel. Così, a seguito delle
proteste dei fan, Conway e Lee decisero di inserire nel fumetto un
clone di Gwen Stacy che ha poi condotto all’originale saga dei
cloni.
Per puro caso, ha dato un naso a
Iron Man
A seguito di problemi di
comunicazione con il reparto artistico, un commento di Lee (“Ma non
dovrebbe avere un naso?”), è capitato che in un numero Iron Man
avesse un naso sull’elmo dell’armatura.
Aveva eliminato il verde
Quando Jim Shooter divenne
direttore editoriale della Marvel, entrò in conflitto con il
capo colorista, George Roussos. Il conflitto nasceva dal fatto che
Shooter voleva un fondo verde per “The Master of Kung Fu” #68 ma
Roussos rifiutava perché Lee aveva bandito il verde dalle tavole.
La questione arrivò a Lee stesso che alla fine decise che poteva
andare.
Ha posato nudo
In un numero di “Marvel Fumetti Book”, Lee posò nudo
per una vignetta, ma nella versione pubbblicata gli fu applicato un
enorme costume da Hulk.
Fermò gli Excelsior
Una delle frasi più note di Lee è
l’esclamazione Excelsior, che è anche il motto dello stato di New
York. La Pow! Entertainment di proprietà di Lee voleva pubblicare
la sua biografia con questo titolo. Questo impedì a un nuovo gruppo
di supereroi di adottare quel nome, e questi vennero poi chiamati
The Loners.
Il cameo che tutti hanno
dimenticato
Oltre ai cameo per i film di
supereroi, nel 2004 Stan Lee ha una breve apparizione in The
Princess Diaries 2, in cui interagisce persino con Julie
Andrews.