Con le riprese ormai avviate,
arrivano i primi commenti dei protagonisti sul secondo atteso
capitolo di Star Trek: a parlare, in varie recenti
interviste, sono stati Zoe Saldana, Zachary Quinto e
Roberto Orci. La Saldana ha usato l’arma dell’ironia,
definendo il film noioso, privo di conflitti tra Kirk e Spock:
sostanzialmente una crociera spaziale… Zachary Quinto si è invece
soffermato sulle vicissitudini della sceneggiatura, giunta
praticamente all’ultimo momento nelle mani degli attori a causa di
uno sciopero degli sceneggiatori. Alcune dichiarazioni rilasciate
dallo stesso ‘Spock’ sono state interpretate come un’opinione
negativa sulla stessa sceneggiatura: a questo è intervenuto Roberto
Orci, a fare piazza pulita di ogni congettura.
I ritardi nella stesura hanno del
resto reso obbligatorio qualche cambiamento in ‘corso d’opera’… Nel
frattempo, si sono diffuse voci di un presunto ‘twit’ di Leonard
Nimoy riguardo una sua prossima visita sul set: se si tratti di un
puro gesto di cortesia, o se stia bollendo in pentola qualcosa di
più, non è ancora dato saperlo…
Star Trek 2,
affidato alla regia di J.J. Abrams, uscirà nelle
sale USA il 17 maggio 2013. Scritto da Alex Kurtzman, Damon
Lindelof e Roberto Orci, è il sequel dello Star Trek
uscito nel 2009, sempre per la regia del creatore di Lost e Fringe.
Attualmente, al film manca un titolo ufficiale. Nel cast,
Chris Pine, Zoe Saldana, Zachary Quinto, Benedict
Cumberbatch, Noel Clarke, Karl Urban, Simon Pegg e Jon
Cho.
Pine, confermatissimo nel ruolo del
comandante Kirk, ha parlato del film con Ain’t It Cool.com; queste
le sue entusiaste parole: E’ un film implacabile e per le
persone con una particolare sensibilità visiva credo ci siano un
paio di scene davvero notevoli… Non sono un grande fan del 3D, ma
credo che sarà davvero incredibile. Ma ciò che mi eccita di più e
che credo sia stato fatto davvero bene è che la storia è davvero
ottima; il viaggio che questi ragazzi intraprendono è qualcosa di
più di un semplice viaggio […] Il divertimento sta infatti tutto
nel seguire il percorso che li porta a diventare un equipaggio
unito e collaudato. Non sarebbe così divertente se lo fossero già.
In poche parole, stanno ancora imparando a convivere.
In vena di chiacchiere, oltre a
Pine, anche uno degli sceneggiatori, Alex Kurtzmann. Ecco quanto ha
detto all’ Hollywood Reporter in merito alla situazione
dell’equipaggio:
Loro non sono l’equipaggio
originale – quello della serie originale aveva molti viaggi alle
spalle, era una macchina ben oliata – questi personaggi stanno
ancora cercando di capire chi sono, rispetto a sé stessi e agli
altri. E per nessun motivo ho voluto andare troppo avanti,
trascurando una connessione emozionale tanto importante, un momento
di transizione.
Più laconico e un po’ impertinente
l’attore Noel Clarke. Intervistato da Digital Spy, quando gli è
stato chiesto se conosca il titolo (come ricordato, il sequel è
ancora anonimo), ha detto:
Naturalmente. Ve lo rivelerò?
No.
Vorrà dire che ancora per un po’ ci
arrangeremo con il titolo da lavori in corso Star Trek 2.
Inizia la fuga di notizie per
scoprire chi sarà il villain di Star Trek 2. Fin
ora nulla di ufficiale è trapelato ma secondo Variety, il
regista J.J. Abrams avrebbe scelto come antagonista l’attore
Benicio Del Toro, che potrebbe addirittura firmare il contratto
entro il weekend.
Vi ricordiamo che ancora una volta il film sarà scritto da
Alex Kurtman, Roberto Orci e Damon Lindelof. Nel cast confermati
Chris Pine, Zachary Quinto, Zoe Saldana, Simon Pegg, Anton Yelchin,
Karl Urban e John Cho.
Arrivano notizie fresche sul
possibile Villain di Star Trek 2. Sembra che Karl Urban durante un
janket promozionale per Dredd si sia lasciato sfuggire un piccolo
particolare sul ruolo di Benedict Cumberbatch. Ecco le
dichiarazioni dell’attore:
“E ‘fantastico, lui è una grande
new entry, e penso che la sua performance di Gary Mitchell sarà
esemplare.”
Urban ha accidentalmente rivelato
il ruolo dell’attore inglese che fino ad ora era rimasto segreto
per volere della produzione. Infatti, Gary Mitchell fa la sua prima
apparizione nell’episodio originale “Where
No Man Has Gone Before” come un conoscente di Kirk ai
tempi dell’accademia, che finisce per trasformarsi in un Dio
malvagio dopo lo scontro con una barriera galattica.
Non abbiamo nessuna conferma sulla
notizie, ma ne tanto meno smentite. Tuttavia questa possibilità era
stata già smentita dal produttore e sceneggiatore Roberto Orci. Non
resta che aspettare ulteriori notizie. Ecco intanto una foto di
Benedict Cumberbartch in azione con Zachary Quinto:
Il cast di Star Trek
2 si arricchisce di un altro giovane nome. Infatti
Deadline rivela che Benedict
Cumberbatch entra nel nuovo film di
J.J. Abrams, nonché dodicesimo lungometraggio
della famosa saga. Sembra che il giovane protagonista della
serie BBS Sherlock, e prossimamente sul
grande schermo in War Horse di Spielberg, La talpa e con
la voce nello Hobbit, abbia ottenuto un ruolo di primo piano.
Tuttavia si sa poco o niente sul ruolo che avrà nel film.
Vi ricordiamo che il film è
nuovamente scritto da Damon Lindelof, Alex Kurtzman &
Roberto Orci, mentre alla regia ritorna J.J.
Abrams che produce anche assieme a Bryan
Burk della Bad Robot per la
Paramount Pictures. Le riprese sono previste
per gennaio e dureranno sino a giugno, per poi uscire a
maggio 2013. Nel cast confermati Noel Clarke, Alice Eve,
Peter Weller, Zoe Saldana, Chris Pine, Zachary Quinto, Simon Pegg,
Karl Urban.
Dopo Simon Pegg nel ruolo di
Scotty, John Cho in quello di Sulu, JJ
Abrams alla regia, e la concreta possibilità che
Benicio Del Toro possa recitare la parte del
‘cattivo’, nel cast di Star Trek sembra entrerà
anche Alice Eve (che dopo alcuni film al dire il
vero poco memorabili, come Sex in the City 2, vedremo
nell’imminente The Raven ispirato ad Edgar Allan Poe).
Al momento non vi è alcuna notizia
su quale ruolo dovrebbe recitare, ma secondo Variety, dovrebbe
trattarsi di un personaggio nuovo di zecca, non facente parte del
classico universo di Star Trek. Del cast faranno parte anche Chris
Pine, Anton Yelchin, Zoe Saldana, Zachary Quinto e Karl Urban.
L’inizio delle riprese è previsto per gennaio, la data provvisoria
di uscita è il 17 maggio 2013.
Secondo quanto recentemente
dichiarato da JJ Abrams ad MTV, Star Trek 2 sarà inizialmente
girato in 2D, per poi essere convertito in 3D in un secondo tempo;
Abrams ha comunque garantito che la conversione sarà di ottimo
livello: vi è tutto il tempo per ottenere un buon risultato; Abrams
ha inoltre affermato che il suo formato preferito è l’IMAX, anche
se non vi sono conferme ufficiali.
Oltre a questi aspetti tecnici, al
momento non vi sono altre novità: Abrams resta molto abbottonato su
tutto il progetto, anche se ha confermato non vi saranno
apparizioni degli attori del cast della serie originale. I set sono
quasi pronti e le riprese dovrebbero cominciare il mese
prossimo.
Deadline ci aggiorna sulla
situazione di Star Trek 2. J.J. Abrams al momento
lavora agli ultimi ritocchi di Super 8 e
difficilmente si dedicherà a Star Trek prima dell’uscita del film.
Nel frattempo Robert Orci, Alex Kurtzman e Damon Lindelof hanno già
sviluppato un trattamento di 70 pagine per il sequel e aspettano
l’uscita di Super 8 che libererà Abrams così da poter finalmente
dedicare loro attenzione.
Quello che è certo è il suo ritorno
alla regia nel Sequel, quello che invece sembra un’impresa è
riuscire a rispettare la già annunciata data d’uscita 29
giugno 2012. Deadline a questo proposito aggiunge che la
compagnia sta valutando la possibilità di rinviare il film al
Natale 2012. Secondo la Paramount, comunque, nulla verrà deciso
finché Abrams non annuncerà di aver accettato di dirigere il film,
cosa che accadrà molto probabilmente entro la fine di giugno.
Dopo non poche incertezze iniziali,
il sequel di Star Trek sembra finalmente aver
spiccato il volo, con J.J. Abrams, dopo
qualche tentennamento, ancora dietro la macchina da presa. Le
riprese avranno inizio nel prossimo gennaio e il film sarà nelle
sale il 17 maggio 2013, in 3D.
Gli sceneggiatori Roberto
Orci, Alex Kurtzmann e Damon Lindelof stanno lavorando a
una terza stesura dello script. Confermato il cast del primo
capitolo, che potrebbe essere arricchito dalla presenza di Benicio
del Toro, attualmente in trattative con la produzione. La colonna
sonora sarà affidata a Michael Giacchino, anch’egli confermato.
Sul sito ufficiale di Star Trek è
stata pubblicata una intervista a Roberto Orci e Mike Johnson,
nella quale si parla del film, del cast e della fase avanzata di
pre-produzione. Orci ha detto:
Il cast è davvero eccitato a
riguardo. Abbiamo finalmente un regista e abbiamo iniziato a fare i
sopralluoghi per le location. In questo secondo film l’equipaggio è
riunita insieme sin dall’inizio, quindi potremo lanciarci
direttamente a capofitto nell’avventura.
Nell’intervista, uno degli autori del fumetto tratto dal reboot
di Abrams, Mike Johnson, anticipa:
Mano a mano che ci avvicineremo
all’uscita del prossimo film, le storie inizieranno ad anticipare
ciò che accadrà, magari presentando personaggi che vedremo poi sul
grande schermo.[…] E’ bello poter interagire con Roberto Orci,
perché può chiarirci alcuni elementi della storia che potrebbero
scontrarsi con quello che accadrà nel nuovo film, o aiutarci a
inserire indizi su quello che accadrà: in questo modo potrete
vedere il film e tornare poi ai fumetti, vedendo come si è evoluta
la storia. Bob e io abbiamo discusso le parti principali del nuovo
film, il che è ottimo per farci distribuire qualche indizio nei
fumetti. Ci sono pochi segreti tra noi, e in realtà li so
tutti!
Il film sarà diretto sempre da
Abrams e non si sa ancora quando il film uscirà in sala.
Star Trek è
il primo film del 1979 diretto da Robert Wise con
protagonisti William Shatner, Leonard Nimoy, Deforest
Kelley, James Doohan, Michelle Nichols e George
Takei.
Anno: 1979
Regia: Robert
Wise
Cast: William
Shatner, Leonard Nimoy, Deforest Kelley, James Doohan, Michelle
Nichols, George Takei
Trama: Quando
un’entità aliena, sotto forma di nebulosa, si dirige a tutta
velocità verso la Terra, distruggendo tutto ciò che incontra sul
proprio cammino, il Capitano Kirk, relegato da anni dietro una
scrivania, viene incaricato di tornare a bordo di una rinnovata
Enterprise assieme al suo equipaggio per indagare sull’accaduto.
Dopo una serie di vicissitudini, preso a bordo anche il signor
Spock e raggiunto il centro della nebulosa, l’equipaggio si troverà
di fronte ad una sorprendente verità sull’origine della minaccia e
sulle sue intenzioni…
Analisi: Lo sbarco
sul grande schermo dell’Enterprise e del suo equipaggio, che aprì
la strada a una serie di lungometraggi che dura ancora oggi
(l’uscita del dodicesimo film ispirato alla serie televisiva è
prevista per il 2013) fu per certi versi casuale.
Il tutto in realtà nacque dal
progetto di un seconda serie tv dedicata alle avventure di Kirk &
co., a una decina d’anni di distanza dalla chiusura del primo,
storico, ciclo di episodi.
A solo un paio di settimane
dall’avvio della produzione, il clamoroso ripensamento: alla luce
del successo planetario di Guerre Stellari, si
decide di cambiare la ragion d’essere del progetto e di portare
Star Trek nelle sale cinematografiche, utilizzando
effetti speciali a profusione.
Il punto di forza del film
Star Trek è naturalmente la ‘reunion’ del
cast originale, a partire da Shatner – Kirk e Nimoy – Spock,
per continuare con i vari Kelley – McCoy, Doohan – Scott, Takei –
Sulu, Nichols – Uhura e Koenig – Checov, con l’aggiunta di due
personaggi creati ad hoc, l’aliena Ilia e il capitano Decker, che
avranno un ruolo peraltro determinante nell’economia della
storia.
Per la regia, il produttore e
ideatore della serie Geene Roddenberry decide invece di affidarsi a
Robert Wise, regista navigato che nel suo
curriculum vantava titoli come The
Haunting, Lassù qualcuno mi ama, West
Side Story, Tutti insieme appassionatamente e che aveva
avuto già a che fare con minacce extraterrestri di vario tipo,
dirigendo il celeberrimo Ultimatum alla Terra e il poco fortunato
Andromeda (tratto dal romanzo di Michael
Crichton).
Costato 35 milioni di dollari, il
film ne incassò 139 al botteghino, piazzandosi al quinto posto
nella classifica degli incassi di quell’anno, superando anche
Alien;
un risultato che, per quanto riguarda i film dedicati a
Star Trek, è stato superato solo recentemente, dal
reboot cinematografico della serie classica, uscito nel 2011.
L’accoglienza al
botteghino fu dunque più che lusinghiera; meno quella della
critica: in effetti, il film sembra scontare il ‘peccato originale’
di essere il risultato della repentina ‘virata’ del progetto, dalla
seconda serie al film: il soggetto non rappresentò peraltro una
novità degli appassionati, visto che riproponeva in larga parte
quanto visto nel terzo episodio della seconda stagione della serie
classica, intitolato Changeling (La sfida).
In effetti, ancora oggi il limite
principale di Star Trek è quello di essere in
buona sostanza un episodio ‘extralarge’ della serie, con un ritmo
non propriamente incalzante e qualche punto morto di troppo; gli
stessi attori sembrano in un certo senso risentire del passaggio
dal grande al piccolo schermo. Il risultato è un buon film di fantascienza, del quale si
ricorda soprattutto il finale (all’epoca) spiazzante, nonché
l’efficacissima colonna sonora, firmata da Jerry Goldsmith, il cui
tema principale divenne poi una sorta di filo conduttore della
serie cinematografica, oltre ad essere utilizzato nella serie
televisiva Star Trek – Next Generation.
Per il pubblico italiano, lo spunto
di maggior curiosità è risiede nel fatto che il film rappresentò il
primo contatto con i personaggi di Star Trek,
uscendo nelle sale nella primavera del 1980 e precedendo di qualche
mese la messa in onda regolare della serie classica sulle tv
locali, anche se a dire il vero un primo esperimento venne fatto da
Telemontecarlo nel 1979, ma la rete monegasca a quei tempi non
aveva una copertura sufficiente del territorio italiano.
Uno sfavillio di luce galattica
avvolge lo spettatore che si lascia prendere da una storia di
nascita e origini. ancora una volta, come già accaduto per il
batman di nolan, per il restyling del mito si torna alle origini
dell’uomo (o nel caso, del vulcaniano), alla nascita e
all’educazione, per capire i ruoli i rapporti i sentimenti che
legano gli eroi che tante avventure hanno attraversato insieme
sull’enterprise tra tv e cinema.
J.J. Abrams
ochestra tutto con maestria ed equilibrio, misurando emozione e
phatos, adrenalina e battaglie, prediligendo lo spostamento della
camera al cut della pellicola, per farci seguire con lo sguardo,
per accompagnarci nei meandri di una storia bella e ben raccontata,
da un punto di vista visivo ma soprattutto da quello narrativo,
merito di due sceneggiatori di tutto rispetto roberto orci e alex
kurtzman che insieme avevano già dato prova di sapere il fatto loro
con transformers, usando la commedia per entrare nell’action puro e
per arrivare attraverso di esso ai sentimenti primordiali del bene
e del male, dimensioni talvolta banalizzate ma sempre attuali.
Merito anche di un cast
convincente, il film si dipana in tutta la sua notevole durata,
senza pesare minimamente sullo spettatore, dosando con reminisenze
(oso dire) kubrikiane riferimenti ben più calzanti e vicini come
star
wars e coinvolgendo lo spettatore che esce dalla sala
soddisfatto, con gli occhi pieni di immagini poderose ed
emozionanti.
Quando Dav e Giulia, le
anime pulsanti dietro Star Shop Roma, si sono confrontati
sulla crescente confusione tra le sedi del loro negozio e
altre città italiane, la soluzione è stata chiara: un
cambio di identità sui canali social della loro attività. Ed
ecco che nasce “Star Shock”, il nuovo volto social
delle fumetterie più seguite d’Italia.
L’annuncio arriva
con un reel dinamico, immerso in una trama da sitcom
che trae spunto dalla realtà quotidiana degli appassionati
di manga e comics. Questo cambiamento segna l’inizio di
una nuova era per il team, che ha già guadagnato popolarità
prima su TikTok e Instagram e poi su YouTube, fino a pubblicare il
mese scorso la sua prima produzione a fumetti, “Nerd in
Action” per Tora Edizioni.
“Star Shock”, con
i suoi impressionanti numeri – oltre 450mila follower su
TikTok, oltre 250mila su YouTube e oltre
100mila su Instagram – rappresenta un punto di
riferimento nello slice of life dedicato al mondo del
fumetto dell’entertainment nerd in Italia. Una
community che accoglie un pubblico di età tra i 6 e i 25
anni e che affluisce settimanalmente nei negozi di via
di Ripetta e via degli Scipioni a Roma per vivere
l’esperienza Star Shock in prima persona e acquistare le
ultime novità del mondo fumettistico.
Il team di “Star
Shock” è stato presente a Lucca
Comics & Games, dove ha presentato la sua nuova
identità con un albo a fumetti inedito e omaggio.
Ma chi sono i volti
dietro Star Shock?
DAV: Il fondatore
e colonna portante delle due fumetterie, con una passione smisurata
per la comunicazione e i social media. Dal suo genio nascono i
video che ogni giorno catturano l’attenzione di migliaia di
appassionati.
GIULS: La regina
del dispetto, con una passione che spazia dai manga ai comics, e
con una fanbase che la adora su TikTok e Instagram.
E poi MARIO, SILVIO,
CLOUD, LAURA, ALESSANDRO e i personaggi che interpretano: la
“Nana Diabolica”, “Luigino”, “Leopoldina”, lo “Stalker”, e tanti
altri fino ad arrivare alla nemesi suprema di Star Shock “Il
Turista Straniero”, il mitico “Do You Have Manga in English?”. Ogni
membro ha una storia unica e un legame profondo con il mondo dei
fumetti, dai comics al manga, dall’amore per la storia alla
passione per Dungeons & Dragons, Magic, la musica e i viaggi.
Il futuro si preannuncia
radioso per Star Shock. Con questa nuova identità e la sua presenza
costante sui social e nelle principali fiere italiane, il team si
apre a nuove collaborazioni e riserva tante sorprese per i prossimi
mesi.
Il remake dell’omonimo
film esce in Italia. Il remake
di Stanno tutti bene, film del 1990 di
Giuseppe Tornatore, della cui storia si sono
innamorati il produttore Gianni Nunnari
(Shutter Island, The Departed) e il regista Kirk
Jones (Svegliati Ned) con Robert De Niro nella parte che fu di
Mastroianni, esce nelle sale questo weekend. Dell’originale
mantiene la storia che si sviluppa attorno ad un padre che cerca di
mantenere unita e forse un po’ sotto controllo, la sua
famiglia.
In Stanno tutti
bene Frank ha quattro figli, ha lavorato tutta la vita
ricoprendo cavi telefonici di pvc per garantire loro un’adeguata
educazione che gli permettesse di avere successo nella vita. Ora è
in pensione ed è diventato vedovo da poco, si ritrova con un nuovo
ruolo: quello di padre, una novità sia per lui che per i suoi
figli. Questi, sembrano avere assolto a tutte le aspettative
paterne, hanno tutti famiglia e/o carriera, e sembrano tutti essere
felici. Il dubbio che i legami con i suoi figli si stiano sfaldando
gli viene quando tutti e quattro non si presentano ad un barbecue
da lui organizzato nei minimi particolari.
Stanno tutti bene, il remake
Decide quindi di partire per andare
a fare una sorpresa e visitare ognuno di loro, e anche capire come
se la passano. I figli (interpretati da un cast notevole:
Drew Barrymore,
Sam Rockwell,
Kate Beckinsale) abitano in quattro punti diversi
degli Stati Uniti e quindi Frank si imbarcherà in un vero e proprio
viaggio on the road, visto che, non potendo prendere l’aereo per
questioni di salute, attraverserà la nazione in autobus, i mitici
Greyhound, in treno, alla fine scoprirà che forse i suoi figli non
sono stati esattamente sinceri con lui. Sono quindi due i temi che
vengono sviluppati da questo film: la famiglia, evidentemente, e il
sogno americano, che premia chi si impegna di più promettendogli di
avere o di far avere ai suoi figli un futuro migliore.
Ma questo secondo paradigma
scricchiola già dall’inizio, visto che Frank ha dedicato una vita
intera al suo lavoro, perdendo completamente la confidenza e il
rapporto con i propri figli, dei quali ha un’immagine ancora legata
all’infanzia, questo non gli permette di accettare che la vita li
abbia portati in un’altra direzione rispetto a quella che aveva
previsto e che, oltre che i successi, questi abbiano potuto anche
affrontare problemi o imprevisti. Oltretutto, l’esposizione per
diversi anni al PVC gli ha regalato una malattia ai polmoni, che lo
obbliga a prendere medicine ogni giorno.
Frank però è permeato da un innato
ottimismo, anche alimentato dal duro lavoro della moglie che ha
sempre un po’ modificato la realtà, facendogli credere che non ci
fossero problemi. E’una bella metafora il fatto che, nel momento in
cui Frank decide di partire, l’inquadratura insista su di lui che
controlla che la casa sia perfettamente chiusa, come ad assicurarsi
che la sua vita sia al riparo, lo è altrettanto un secondo momento,
che segna il momento di cambiamento del personaggio, che, preso
dallo sconforto telefona a casa sua, dove risponde la segreteria
con la voce della moglie defunta.
La base per il melodramma è quindi
molto forte, anche se il regista Kirk Jones, che
ha avuto altre esperienze con commedie surreali come
Svegliati Ned o il fantasy per bambini di
Nanny MacPhee, non vuole mai sbilanciarsi verso il
dramma vero, Stanno tutti bene sembra quindi un
po’ falsato da un finto ottimismo, come quello che si costringono
ad avere nonostante tutti gli eventi, i componenti della famiglia
di Frank e lui stesso. Sulle spalle di De Niro poggiano sia i
momenti comici, aiutato dalla solita perfetta tempistica del corpo
e dell’espressione, sia quelli tragici, quando finalmente a fine
viaggio si rende conto che non tutto è come si aspettava. L’intero
cast sembra bilanciato e affiatato forse perché, come rivela
Drew Barrymore, sono state fatte diverse letture
della sceneggiatura in cui tutti gli attori si sono ritrovati
insieme, sfruttando del tempo per creare sintonia.
Nell’insieme, una posizione un po’
più decisa sugli eventi drammatici che caratterizzano il film
avrebbe giovato alla storia; Frank ha due momenti in cui potrebbe
avere una rivelazione sulla realtà delle cose: nel momento in cui
non trova il primo figlio e poi quando viene assalito da un ragazzo
a cui aveva appena dato del denaro. Da questi due punti il
personaggio inizia a cambiare, potrebbe, forse avrebbe dovuto avere
un trauma, e da quello iniziare a ricostruire con la coscienza che
non tutto è perfetto, anzi, forse è l’imperfezione che rende
normale la vita. Il dramma vero viene però sempre represso, un po’
come si fa in famiglia per far finta che tutti stiano bene.
Il
canto del cigno di Stan Laurel e Oliver Hardy, meglio noti come
Stanlio e
Ollio, diventa nel film di John S.
Baird l’occasione per riflettere sul tramonto di
un’epoca e l’opportunità di scavare nel lato umano della fine di un
matrimonio artistico. Nel 1937, all’apice del loro successo sotto
la direzione di Hal Roach, il duo comico si separa e
sedici anni più tardi – dopo aver smesso con il cinema –
intraprende una tournée in Gran Bretagna e Irlanda; i teatri sono
spesso semivuoti, le tv fanno restare le persone a casa e il mondo
intorno a loro sta cambiando. Tranne l’affetto del pubblico,
“rinato” proprio ad un passo dal loro ultimo saluto alle
scene.
Questo
preludio alla vecchiaia (che inizialmente rifiutano, aggrappati
all’illusione di vedere realizzato il loro nuovo film su Robin
Hood) è un momento chiave della vita di ognuno, ovvero quella
presa di coscienza che include l’accettazione della fine e assume i
contorni di una malinconica ballata romantica; lo sa bene Baird,
bravo nel dare alla pellicola il tono serio che meritava ma anche
il gioco, la purezza e l’innocenza, perché si sa che al tramonto
delle nostre vite torniamo bambini e guardiamo le cose del mondo
come la prima volta.
Straordinari Steve Coogan e John C. Reilly, tanto bravi a restituire
perfettamente la mimica di Laurel e Hardy, quanto efficaci nel
comunicare l’importanza del fattore umano, di ciò che rende
“persone” celebrità conosciute da tutti, della tristezza che si
cela dietro la figura del comico (più evidente quando è vicino al
pensionamento). Allo stesso modo il film riesce a creare un
bellissimo contrappunto con le due mogli, interpretate da
Nina Arianda e Shirley Henderson,
che sullo schermo – ironia della sorte – hanno i numeri più
divertenti.La sceneggiatura frizzante e
mai patetica di Jeff Pope (premio Bafta per
Philomena), unita alla regia discreta di Baird
fanno di Stanlio e Ollio un’inaspettata e
agrodolce commedia come se ne realizzano poche, deliziosa quando
rende omaggio al duo comico slapstick, audace perché
decide di confrontarsi con delle icone ritenute ancora
intoccabili.
Presentato poche settimane fa in
anteprima alla Festa del Cinema di Roma 2018, Stanlio e Ollio
è il film diretto da Jon S. Baird che
vede John C. Reilly e Steve
Coogan nei panni del celebre duo comico.
Straordinari gli attori, tanto bravi a restituire
perfettamente la mimica di Laurel e Hardy, quanto efficaci nel
comunicare l’importanza del fattore umano, di ciò che rende
“persone” celebrità conosciute da tutti, della tristezza che si
cela dietro la figura del comico (più evidente quando è vicino al
pensionamento). Allo stesso modo il film riesce a creare un
bellissimo contrappunto con le due mogli, interpretate
da Nina Arianda e Shirley
Henderson, che sullo schermo – ironia della sorte – hanno
i numeri più divertenti.
Il film si concentrerà sull’ultima
parte dell’attività lavorativa di Lauren e Hardy, ed è descritto
come un racconto di un’amicizia sincera, “che scalda il cuore”. Il
film è ambientato nel 1953, durante il viaggio in Gran Bretagna e
Irlanda, durante il quale la salute di Hardy cominciò a cedere. Nel
film ci sarà spazio per l’amicizia, per la vita privata
con Shirley
Henderson e Nina
Arianda che interpreteranno rispettivamente Lucielle
e Ida. Il centro emotivo del film sarà il tour live che ha permesso
ai due di riconciliarsi con i fan che li avevano amati da
subito.
Il duo comico formato
da Stan Lauren e Oliver
Hardy è stato per entrambi il periodo di maggiore
successo in carriera, visto che entrambi avevano già lavorato in
numerose produzioni prima di incontrarsi e fare coppia. Stanlio e
Ollio (in inglese Laurel & Hardy) rappresentavano la comicità nella
quotidianità e in breve sono diventati esponenti di spicco della
slapstcik comedy. Come dichiarò lo stesso Hardy: “Il mondo
è pieno di persone come Stanlio e Ollio. Basta guardarsi attorno:
c’è sempre uno stupido al quale non accade mai niente, e un furbo
che in realtà è il più stupido di tutti. Solo che non lo
sa.”
Arriverà in sala il 1° maggio 2019,
distribuito da Lukcy Red, Stanlio e
Ollio, il film diretto da Jon S.
Baird con Steve
Coogan e John C.
Reilly che celebra il profondo legame che ha
unito per tutta la vita il duo comico più amato al mondo.
Ecco di seguito un video per
celebrare l’arrivo del film e che mette a confronto gli originali
comici, maestri della slapstick, e i due attori che li
interpreteranno sullo schermo:
Presentato alla Festa del
cinema di Roma, accolto con un’ovazione del pubblico e
molto apprezzato dalla critica, Stanlio & Ollio di
Jon S. Baird interpretato da Steve
Coogan e John C. Reilly (candidato al
Golden Globe e all’Oscar come miglior attore protagonista) celebra
il profondo legame che ha unito per tutta la vita il duo comico più
amato al mondo.
Scritto da Jeff
Pope, sceneggiatore di Philomena, Stanlio &
Ollio racconta molto più del sodalizio artistico di due icone
della comicità. Linfa del film è la storia di due grandi amici che
hanno vissuto insieme qualcosa di molto speciale riuscendo a
creare, in più di 30 anni di carriera, una vera e propria magia per
cui ancora oggi sono apprezzati da un pubblico di tutte le età.
Un omaggio che mette in luce la
personalità dei due uomini fino a svelare il segreto del loro
immenso e imperituro successo: l’essersi voluti molto bene.
Nella storia del cinema ci sono
tante coppie di interpreti che hanno trovato fortuna proprio grazie
al loro lavoro di squadra. Occorre avere molto carisma e tanta
chimica interpersonale per potersi affermare in questo ambito, e
pochi ci sono riusciti tanto quanto Stan Laurel e
Oliver Hardy. I due comici, in Italia noti come
Stanlio e Ollio, sono infatti una delle coppie cinematografiche
ancora oggi più celebri di sempre, che hanno dato vita a
innumerevoli film capaci di rivoluzionare la commedia con gag e
situazioni paradossali sempre originali e brillanti. La loro storia
è ora stata raccontata nel film biografico Stanlio &
Ollio.
Questa pellicola del 2018, diretta
da Jon S. Baird, è più precisamente basata sui
loro ultimi anni di attività come anche sui dettagli dell’amicizia
che univa i due. Tutto ciò sullo sfondo di una tournée nel Regno
Unito, intervallata dai loro tentativi di realizzare un nuovo film
insieme. Da tempo Hollywood cercava di rendere loro omaggio con un
film che ne raccontasse il genio, i momenti migliori ma anche
quelli più difficili. Per la sua sceneggiatura, Jeff
Pope si è basato sul libro Laurel & Hardy – The
British Tours, che ripercorre proprio quel celebre viaggio
compiuto dai due comici, consapevoli di essere al termine delle
loro carriere.
Apprezzato da critica e pubblico, e
vincitore di diversi riconoscimenti, Stanlio & Ollio è un
ottimo modo per riscoprire il talento di una coppia immortale, che
ancora oggi emoziona e diverte con intelligenza. Prima di
intraprendere una visione del film, però, sarà certamente utile
approfondire alcune delle principali curiosità relative a questo.
Proseguendo qui nella lettura sarà infatti possibile ritrovare
ulteriori dettagli relativi alla trama, al
cast di attori e alla vera storia dietro
il film. Infine, si elencheranno anche le principali
piattaforme streaming contenenti il film nel
proprio catalogo.
Stanlio & Ollio: la trama del film
La vicenda del film si svolge nel
1953, quando Stan Laurel e Oliver
Hardy si ritrovano ben sedici anni dopo i loro massimi
successi a Hollywood. I due, ora invecchiati e con diversi problemi
di salute, decidono di riunirsi per un’ultima torunée in
Inghilterra. Lungo il loro percorso, tuttavia, dovranno
confrontarsi con il cambiare dei tempi, dei gusti e delle emozioni.
A minare il loro nuovo successo, però, ci saranno proprio le
incomprensioni tra i due, le delusioni e la paura dell’insuccesso.
Per Laurel e Hardy, il tour diventerà dunque un’occasione per
trascorrere del tempo insieme al di fuori delle esibizioni e
scoprire lati inesplorati l’uno dell’altro.
Stanlio & Ollio: la vera storia dietro al film
La storia del film differisce in
parte dagli eventi realmente svoltisi. A partire dall’ottobre 1953,
Laurel e Hardy trascorsero effettivamente otto mesi in tournée.
Arrivati a Cobh in Irlanda il 9 settembre 1953 e sbarcati dalle SS
America, ricevettero un caloroso benvenuto, come viene mostrato
nella scena finale del film. Dopo la loro serata di apertura al
Palace Theatre di Plymouth il 17 maggio 1954, Hardy ebbe un lieve
infarto. Egli ha poi soggiornato al Grand Hotel di Plymouth durante
il recupero. La coppia è dunque tornata negli Stati Uniti il 2
giugno. Il resto del tour fu cancellato e Laurel e Hardy non si
esibirono mai più insieme sul palco. Non c’è mai stato un piano per
continuare il tour senza Hardy, poiché Laurel si sarebbe rifiutato
di lavorare con chiunque altro.
Stanlio & Ollio: il cast del film
Per interpretare il celebre duo
comico, una responsabilità non da poco, regista e sceneggiatore
pensarono da subito agli attori SteveCoogan e John C. Reilly,
rispettivamente come Stan Laurel e Oliver Hardy. Durante le
riprese, Coogan e Reilly hanno dovuto imparare, guardare, provare a
fare la famosa danza del duo di Way Out West e persino
recitare gli errori che la famosa coppia ha effettivamente commesso
durante le riprese. I due attori si sono infatti documentati molto
sulla coppia comica, cercando di offrirne un’interpretazione
sincera e non imitativa. Coogan, inoltre, indossa lenti blu al fine
di avere lo stesso colore degli occhi di Laurel.
Reilly, invece, ha dovuto prendere
numerosi chili per poter arrivare ad una stazza simile a quella di
Hardy. Perdere questi a film finito fu poi un processo lunghissimo
e molto complesso, che spinse l’attore a giurare di non farlo mai
più. Egli, inoltre, porta un pesante trucco per tutto il film che
gli permette di assomigliare di più al vero Hardy. Nel film è poi
presente l’attore Danny Huston nei panni del
celebre produttore Hal Roach, con cui la coppia ha avuto diversi
contrasti. Shirley Henderson e Nina
Arianda interpretano invece Lucille Hardy e Ida Kitaeva
Laurel. Richard Cant interpreta infine l’attore
Harry Langdon, altro noto interprete del cinema muto.
Stanlio & Ollio: il trailer e dove
vedere il film in streaming e in TV
È comunque possibile fruire del film
grazie alla sua presenza su alcune delle più popolari piattaforme
streaming presenti oggi in rete. Stanlio &
Ollio è infatti disponibile nei cataloghi di
Rakuten TV,Chili, Google Play, Apple
iTunes, Tim Vision e Amazon Prime Video. Per vederlo, una
volta scelta la piattaforma di riferimento, basterà noleggiare il
singolo film o sottoscrivere un abbonamento generale. Si avrà così
modo di guardarlo in totale comodità e al meglio della qualità
video. È bene notare che in caso di noleggio si avrà soltanto un
dato limite temporale entro cui guardare il titolo. Il film è
inoltre presente nel palinsesto televisivo di sabato 9
ottobre alle ore 21:25 sul canale
Rai 1.
Ecco il trailer di Stanlio &
Ollio, il film diretto da Jon S.
Baird e con Steve Coogan e John
C. Reilly dal prossimo 1 maggio al cinema,
distribuito da Lucky Red.
Presentato alla Festa del
cinema di Roma, accolto con un’ovazione del pubblico e
molto apprezzato dalla critica, Stanlio & Ollio di
Jon S. Baird interpretato da Steve
Coogan e John C. Reilly (candidato al
Golden Globe e all’Oscar come miglior attore protagonista) celebra
il profondo legame che ha unito per tutta la vita il duo comico più
amato al mondo.
Scritto da Jeff
Pope, sceneggiatore di Philomena, Stanlio &
Ollio racconta molto più del sodalizio artistico di due icone
della comicità. Linfa del film è la storia di due grandi amici che
hanno vissuto insieme qualcosa di molto speciale riuscendo a
creare, in più di 30 anni di carriera, una vera e propria magia per
cui ancora oggi sono apprezzati da un pubblico di tutte le età.
Un omaggio che mette in luce la
personalità dei due uomini fino a svelare il segreto del loro
immenso e imperituro successo: l’essersi voluti molto bene.
Uno tra i volti più ricorrenti nel
panorama hollywoodiano è quello di Stanley Tucci,
attore che nella sua carriera ha dimostrato di poter passare con
abilità da un ruolo comico a personaggi complessi, cupi, talvolta
mostruosi. Nel corso degli anni ha partecipato ad alcuni tra i più
celebri film del panorama statunitense, ottenendo di volta in volta
le lodi di critica e pubblico.
Ralph Fiennes e Stanley Tucci in Conclave – Cortesia Eagle
Pictures
2. Ha preso parte a
produzioni televisive. Nel corso della sua carriera Tucci
non ha mancato di recitare anche per il piccolo schermo, comparendo
in alcuni episodi di serie come Oltre la legge –
L’informatore (1988-1989), Murder One (1995-1996),
3 libbre (2006), E.R. – Medici in prima linea
(2007-2008) e Fortitude (2015). Nel 2017 si è invece fatto
apprezzare per il ruolo di Jack Warner nella miniserie
Feud, mentre nel 2019 è stato invece tra i protagonisti di
Limetown. Ha poi recitato in La fortuna (2021),
Inside Man (2022) e Citadel
(2023).
3. È anche regista e
sceneggiatore. Negli anni Tucci ha dimostrato di non
essere interessato soltanto alla recitazione, compiendo infatti il
grande passo dietro la macchina da presa. Nel 1996 esordisce così
alla regia del film Big Night, da lui anche scritto.
Successivamente dirige Gli imbroglioni (1998), Il
segreto di Joe Gould (2000), Blind Date (2007) e il
recente Final Portrait –
L’arte di essere amici (2017), dove dirige l’attore
Armie
Hammer.
Stanley Tucci in Hunger Games
4. Ha accettato il ruolo
senza esitazioni. L’attore è presente in tutti e quattro i
film di Hunger Games, ricoprendo il ruolo di Caesar
Flickerman, il presentatore dei tributi e delle notizie sui giochi
che danno il titolo ai film. Stanley Tucci aveva già lavorato in
precedenza con il regista Gary Ross e ha accettato
subito la sua offerta di interpretare tale ambiguo personaggio,
senza nemmeno sapere di cosa parlasse il film.
5. Si è trasformato il più
possibile. Dovendo interpretare il ruolo di un pedofilo
nel film Amabili resti, l’attore decise di camuffarsi il
più possibile poiché si sentiva a disagio all’idea di essere
associato a tale personaggio. Per questo motivo ha infatti
indossato dei denti finti, delle lenti a contatto azzurre, dei
baffi finti, delle imbottiture per apparire più corpulento e degli
occhiali da vista.
6. È stato nominato
all’Oscar. L’attore è risultato particolarmente credibile
e spaventoso nel suo ruolo, tanto da conquistare immediatamente le
lodi della critica, che ha indicato la sua come una delle
performance migliori dell’anno. Tucci ricevette infatti numerose
nomination a importanti premi nel corso della stagione, arrivando
poi a guadagnare la sua prima candidatura come miglior attore non
protagonista ai premi Oscar.
Stanley Tucci, sua moglie e i
figli
7. Si è sposato due
volte. Nel 1995 l’attore ha sposato Kathryn Louise
Spath, da cui ebbe due gemelli nati nel 2000, e una figlia
nata nel 2002. La coppia, tuttavia, annuncia la separazione nel
2003. Decidono però di riconciliarsi, tornando insieme nel 2005, e
rimanendo uniti fino al 2009, anno in cui la donna viene a mancare
per via di un tumore. Nel 2011 l’attore annuncia il fidanzamento
con Felicity Blunt, agente letterario e nota per
essere la sorella dell’attrice Emily
Blunt. I due si sposano l’anno successivo, dando poi
alla luce due figli, nati rispettivamente nel 2015 e nel 2018.
Stanley Tucci ha rivelato di aver avuto una malattia
8. Ha avuto un particolare
tumore. In una recente intervista rilasciata al quotidiano
britannico The Guardian, Stanley Tucci ha raccontato di
aver scoperto nel 2019 di avere un tumore alla lingua. L’attore ha
poi spiegato nel dettaglio cosa ha dovuto passare a causa di questo
localizzato in bocca: “Avevo fame, ma il sapore in bocca era
orribile“. Tucci è ancora interessato dalla difficoltà a
deglutire, che spiega essere un effetto collaterale delle
radiazioni, che fanno parte della terapia della cura a cui si è poi
sottoposto.
Stanley Tucci parla italiano
9. Ha origini
italiane. Figlio di Stanley Tucci Sr. e
Joan Tropiano, l’attore vanta origini italiane da
parte dei nonni. Quelli paterni, Stanislao Tucci e
Teresa Pisani, erano infatti originari
rispettivamente di Marzi, in provincia di Cosenza, e di Serra San
Bruno, in provincia di Vibo Valentia. I nonni materni, invece,
provengono da Cittanova, in provincia di Reggio Calabria. Proprio
per onorare queste origini, Tucci ha realizzato la serie
Stanley Tucci: Searching for Italy, un programma di viaggi
e cucina, durante la quale ha dimostrato di parlare anche un poco
di italiano.
L’età e L’altezza di Stanley
Tucci
10. Stanley Tucci è nato a
Peekskill, New York, Stati Uniti, l’11 novembre 1960.
L’attore è alto complessivamente 1,72 metri.
Captain America: Il
Primo Vendicatore è stata un’efficace
introduzione di Steve Rogers nel Marvel Cinematic Universe. Tre anni
dopo,
Captain America: The Winter Soldier lo ha oscurato,
proponendo una narrazione molto più oscura e realistica. La storia
delle origini di Cap merita però di essere rivisitata e il film
vanta un cast impressionante che, insieme a Chris
Evanse Hayley
Atwell, include Sebastian
Stan, HugoWeaving,
Tommy Lee Jones e Stanley
Tucci.
Quest’ultimo ha recentemente parlato
con Variety e ha riflettuto positivamente sul suo breve periodo nel
MCU dove ha interpretato l’eroico
Dr. Abraham Erskine, l’uomo che ha creato il siero
del Super Soldato, una specie di mentore per il giovane Steve. “Poi
hai anche la possibilità di fare grandi film divertenti. Ho adorato
‘Captain America: Il Primo Vendicatore‘, è stato
uno dei ruoli e dei lavori più grandiosi che abbia mai avuto”, ha
detto la star di Conclave al settore. “Sono stato lì per tre
settimane e mi sono divertito molto, e mi è anche piaciuto
interpretare quel personaggio”.
Stanley Tucci ha interpretato un personaggio fondamentale per
Steve Rogers
“Sono stato scelto per
interpretare un uomo di 70 anni all’età di 50 anni, quindi è stato
inquietante, ma va bene; mi sono sentito lusingato e insultato allo
stesso tempo”, ha aggiunto scherzosamente Tucci. “Devi
mescolare le cose, come si dice”.
L’attore ha avuto modo di rivisitare
il ruolo di Erskine in due episodi di What
If…? della Marvel Animation, ma deve ancora
apparire in un altro progetto live-action (cosa che è certamente
più facile a dirsi che a farsi visto che il suo personaggio è morto
durante la seconda guerra mondiale dopo essere stato ucciso a colpi
di arma da fuoco da uno degli uomini di Teschio Rosso).
Con l’80% su Rotten Tomatoes,
Captain America: Il
Primo Vendicatore è stato un successo nel
2011, incassando oltre 370 milioni di dollari in tutto il mondo.
Aggiustato per l’inflazione, sono più di 500 milioni di dollari
secondo gli standard odierni, niente male per un supereroe
di serie B!
Mentre Simon West e Jason
Statham sono in attesa di iniziare le riprese del nuovo atteso
remake di Heat, capolavoro di crime-action del 1986
con Burt Reynolds, è giunta da poco la notizia che
Stanley Tucci avrebbe firmato per entrare nel cast che già
comprende nomi si spicco come quelli di Anne Heche, Cedric The
Entertainer, Hope Davis e Milo Ventimiglia. Basandosi
sul canovaccio del film originale, tratto dal romanzo di William
Goldman (nuovamente chiamato a collaborare alla sceneggiatura),
Heat segue le vicende di un uomo (Statham), ex
giocatore d’azzardo, impegnato nel tentativo di uscire dal mondo
che quasi lo ha distrutto.
Il suo lavoro consiste ora
nell’offrire protezione a giocatori facoltosi, preferendo i suoi
pugni alle più comuni armi, ma quando un amico viene ucciso da un
boss mafioso, il nostro eroe giura una sanguinosa vendetta. E
diciamoci la verità; Statham è abituato a quanto genere di cose.
L’attore, oltre ad essere impegnato come protagonista, figura anche
come produttore associato. Mentre le riprese dovrebbero avere luogo
a breve a New Orleans e Las Vegas, ricordiamo che nel cast figurano
anche Sofia Vergara, Michael Angarano e Dominik
Garcia-Lorido. In un primo momento la regia era stata affidata
nientemeno che al maestro Brian De Palma, ma dopo la sua
rinuncia al progetto, ora il regista è tornato come collaboratore e
consulente. Peccato!
Proprio in questi giorni a Las
Vegas si sta svolgendo il CinemaCon, la versione cinematografica
del ComiCon. Riservata agli esercenti cinematografici in cui
vengono presentati in anteprima trailer e materiale promozionale
vario nonché incontri di presentazione dei film più importanti
della prossima stagione, proprio in questa occasione, durante
l’incontro della Paramount Pictures, Michael
Bay ha annunciato che nel suo
prossimo Transformers
4troveremo
un’interessantenew-entry: Stanley
Tucci.
Stanley Tucci già
visto per esempio in Percy Jackson e gli Dei
dell’Olimpo e più recentemente nel primo capito di
Hunger Games, nel quarto capitolo della
fortunata saga robotica dividerà lo schermo con
Mark Wahlberg, il giovane attore
irlandese Jack Reynor e
poi Nicola Peltz. Inoltre proprio durante
un’intervista rilasciata al sito Collider,
Michael Bay ha annunciato che il film, girato in
IMAX, sarà qualcosa di grandioso. Aspettiamo allora con ansia il 27
giugno 2014.
Attualmente sugli schermi nel ruolo
di Caesar Flickerman in The Hunger Games, Stanley Tucci farà presto
da ‘mentore’ ad Emma Watson sul set di Your Voice In My Head.
La Watson ritroverà sul set David
Yates, regista di quattro film della saga di Harry Potter, e
interpreterà il ruolo di un’aspirante suicida dopo ila fine di una
relazione con un noto giornalista. La protagonista sarà aiutata da
un psichiatra (Tucci) il quale ha la sua bella dose di problemi,
visto che è un malato terminale. La Warner appare intenzionata a
puntare fortemente sul film, che viene considerato un potenziale
candidato agli Oscar.
Tucci nel frattempo ha finito di
lavora su Jack The Giant Killer, che uscirà il prossimo anno, nel
quale Tucci sarà sul grande schermo con il remake di Gambit firmato
da Michael Hoffman e nel thriller The Company You Keep, per la
regia di Robert Redford.
I Marvel Studios hanno comunicato che l’attore
candidato agli Oscar Stanley Tucci (Amabili Resti, Il Diavolo
Veste Prada) è entrato nel cast di Captain America: The First
Avenger, che Joe Johnston girerà a breve in Inghilterra.
I film di Stanley
Kubrick non smettono di suscitare nei fan la voglia di
omaggiare il grande lavoro del regista Newyorkese e londinese
d’adozione. Ebbene oggi un supercut intenso arriva da Jorge
Luengo Ruiz.
Stanley Kubrick è stato un
regista, sceneggiatore e produttore cinematografico
statunitensenaturalizzato britannico.
Considerato tra i maggiori cineasti
della storia del cinema, è stato anche direttore della fotografia,
montatore, scenografo, creatore di effetti speciali,scrittore e
fotografo. Le sue opere sono considerate dal critico
cinematografico Michel Ciment “tra i più importanti contributi alla
cinematografia mondiale del ventesimo secolo”.
Stanley
Kubrick
È conosciuto per aver affrontato
con grande successo di critica e pubblico un ampio numero di
generi cinematografici: il noir con Il bacio dell’assassino,
il thriller con Rapina a mano armata, il peplum con
Spartacus, la satira politica con Il dottor
Stranamore, la commedia nera con Lolita, lafantascienza
in 2001: Odissea nello spazio, la fantascienza sociologica
in Arancia meccanica, il genere storico in Barry
Lyndon, l’horror con Shining, il genere guerra con
Paura e desiderio,Full Metal Jacket e Orizzonti di
gloria, il dramma psicologico in Eyes Wide Shut.
A quasi vent’anni dalla sua
scomparsa, Stanley Kubrick “rivive” grazie alla
sceneggiatura ritrovata di Burning Secret,
progetto mai realizzato dal regista americano e tratto dal romanzo
di Stefan Zweig su un adattamento scritto insieme
a Calder Willingham nel 1956.
Lo script, come riporta The
Guardian, è stato scovato da Nathan Abrams, docente di cinema
alla Bangor University, e contiene oltre cento pagine che
potrebbero facilmente essere tradotte in un film per il grande
schermo nel caso qualche filmaker fosse interessato.
“Gli
appassionati del cinema di Kubrick sanno che voleva realizzare
questo progetto, tuttavia nessuno pensava fosse completato. Ora ne
abbiamo la prova concreta“, ha dichiarato Abrams. “Sembra
la versione opposta di Lolita, dove il personaggio principale fa
amicizia con il figlio per arrivare alla madre e credo che con il
codice di produzione del 1956 sarebbe stato complicato da
realizzare.“
Un progetto incompiuto di Stanley Kubrick entrerà presto in produzione,
a circa due decenni di distanza dalla morte del celebre regista,
avvenuta nel marzo del 1999. Kubrick è considerato uno dei più
grandi registi della storia, autore di classici immortali come
2001: Odissea nello spazio,
Arancia meccanica e
Shining. Con una carriera lunga quasi mezzo secolo,
Kubrick è noto per la meticolosa attenzione ai dettagli e per le
produzioni lunghe e rigorose. In vita, ha realizzato un totale di
13 lungometraggi, prendendosi lunghe pause dopo il completamento di
ogni film.
Ora, secondo quanto riportato da
Variety, Kubrick tornerà nuovamente alla ribalta, poiché una
delle sue sceneggiature archiviate, co-scritta insieme a
Jim Thompson, sarà ufficialmente adattata in un
lungometraggio. Kubrick aveva collaborato con Thompson durante gli
inizi della sua carriera, a pellicole quali con Rapina a mano
armata, Orizzonti di gloria e Spartacus. Il progetto
in questione è un thriller noir dal titolo Lunatic at
Large: i diritti sono stati opzionati dai produttori Bruce
Hendricks e Galen Walker. La produzione del film inizierà in
autunno. I dettagli sulla trama e sugli altri membri coinvolti non
sono ancora stati rivelati.
Kubrick ha lasciato molti progetti
incompiuti al momento della sua morte, incluso il film di fantascienzaA.I.
Intelligenza artificiale, che Steven
Spielberg ha in qualche modo “riscoperto” e
portato sullo schermo nel 2001. Nel corso degli anni, molti
produttori hanno anche tentato di far risorgere dalle ceneri la sua
epopea storica dedicata alla vita di Napoleone, senza però mai
riuscirci. I produttori Hendricks e Walker hanno entrambi alle
spalle decenni di esperienza nell’industria cinematografica, quindi
il progetto è decisamente in buone mani. Tuttavia, essere
all’altezza degli ambiziosi standard di Kubrick sarà senza dubbio
un’ardua impresa…
Nel 1956
Stanley Kubrick scrisse una sceneggiatura per un
film drammatico sulla Guerra Civile dal titolo The
Downslope. Il film non fu mai realizzato, ma la
sceneggiatura è ancora desiderosa di farsi conoscere. Al suo
richiamo ha risposto Marc Foster
(World War z) che sta sviluppando il
progetto in una trilogia.
Il film sarà prodotto da
Lauren Selig, Barry Levine e Reneé
Wolfe.
Il progetto ha il pieno supporto
della famiglia Kubrick. Il leggendario regista scrisse la
sceneggiatura in seguito alla pubblicazione di Fear and Desire e
prima di Sentieri di Gloria. Entrambi i film erano schierati contro
la guerra.
The
Downslope si concentra su una serie di battaglie
della Guerra Civile nella Shenandoah Valley tra il generale
dell’Unione George Armstrong Custer e il colonnello dei confederati
John Singleton Mosby, noto come il Fantasma Grigio. La sua
cavalleria, i Mosby’s Rangers, indebolivano i nemici in una serie
di raid mirati che creò un circolo di vendetta tra i due
capitani.
Kubrick sviluppò la storia con lo
storico Shelby Foote e passò anni a studiare e scrivere la storia.
Adesso i suoi sforzi potranno vedere la luce.