Le nomination agli Oscar
2018 hanno visto trionfare Guillermo del
Toro e il suo The Shape of Water con ben
13 candidature, tra premi tecnici e categorie principali.
Il regista messicano, che già ai
Golden Globes ha vinto il premio alla regia, ha
parlato con EW, lodando
le scelte dell’Academy che ha deciso di premiare il film di genere,
tra fantasy e l’horror.
“Si tratta di un anno che
lascia il segno. Lo dico per Jordan Peele e me
stesso, attraverso diverse alchimie, abbiamo preso il genere e
ognuno ha adottato un approccio molto diverso e molto personale.
Sono sempre stato interessato alla poetica oscura del genere. E
Jordan ha evidentemente in maniera incredibile costretto a
raccontare una storia da un punto di vista diverso, che la eleva a
parabola dalla potenza sociale, credo, senza rivali.”
Sia Get Out che
The Shape of Water, i film a cui si riferisce del
Toro, sono infatti considerati film di genere. Il film di Peele ha
ottenuto quattro nomination, tutte nelle categorie principali,
miglior film, regia, attore e sceneggiatura originale.
Già la vittoria del fantasy di
Guillermo del Toro al Festival di Venezia aveva
portato il genere a sollevarsi tra il cinema d’autore che conta e
adesso, alla luce delle nomination agli Oscar
2018, riceve la sua consacrazione.
Non sappiamo se e quanto i due film
vinceranno, ma saranno sicuramente protagonisti tra tutti.
La Screen Gems ha spostato l’uscita
di Slender Man da Maggio ad Agosto 2018.
L’annuncio arriva a seguito di una serie di spostamenti che la
SONY, società “capo” della Screen Gems, ha già annunciato nelle
ultime ore.
La Screen Gems aveva originariamente
stabilito la data d’uscita del film per il 18 Maggio 2018,
ma Bloody
Disgusting ha riportato che l’horror arriverà ora
nelle sale americane il prossimo 24 Agosto 2018.
Il film è stato scritto da
David Birke (Elle) e diretto
da Sylvain White che non è nuovo alle
pellicole horror e soprannaturali, visto che si è occupato della
regia di alcuni episodi di The Originals e di
Sleepy Hollow per il piccolo schermo.
Sony e
Screen Gems hanno stabilito l’uscita del film
nelle sale USA tra la data di Avengers: Infintiy
War e quella di Solo: A Star Wars Story.
Chi è Slender Man?
Slender Man è il
popolare e inquietante personaggio creato da Eric
Knudsen in occasione di un concorso fotografico nel 2009 e
diventato poi un famoso meme on-line, protagonista di storie horror
e persino di videogiochi.
L’uomo ladro di bambini con arti
lunghissimi e senza faccia sarà quindi il protagonista di un film
che arriverà a fine 2017 o inizio 2018.
Tra gli outsider che quest’anno
hanno ricevuto il riconoscimento dell’Academy
Awards con almeno una nomination spicca Baby
Driver, il film a metà tra musical, action e storia
d’amore diretto da Edgar Wright.
Il film ha ricevuto tre nomination nelle categorie
tecniche di Miglior Sonoro, Miglior missaggio sonoro e Miglior
Montaggio. Almeno due di queste nomination sono state “profetizzate” dal regista stesso nel 2014, quando
presentò la seconda stesura della sceneggiatura del film alla
produttrice Nira Park.
Nella seconda pagina della
condivisione, Wright scrive (era il 2014):
“Note di regia: Questo film ha
un sacco d’azione e mentre non oserei mai dirti cosa fare, ti
raccomando di leggere le note con la giusta musica nelle
orecchie.
Questo film riguarda qualcuno
che non può funzionare senza musica, quindi la sceneggiatura è solo
una mappa di un film che dovrebbe, almeno, essere nominato per una
delle due categorie riservate al suono durante gli Oscar 2017. Non
importa quale.
Ho lavorato duro per riuscire a
dire quello che stai ascoltando e quello che stai vedendo, quindi
mentre da una parte sembra una sceneggiatura girata, dall’altra
avrai un senso realistico di collisione tra musica e crimine, suono
e azione.
Per favore, goditi l’intera
esperienza audio-visiva che è Baby Driver.
EW, 2014.”
VIDEO CORRELATO
Ovviamente i successivi ritardi di
produzione hanno fatto in modo che Baby Driver
concorresse per gli Oscar 2018, per cui le
previsioni del regista si sono più che avverate, facendo comparire
il suo “piccolo” film al fianco di mostri quali Dunkirk e Blade Runner
2049.
Baby Driver: la
recensione del film di
Edgar Wright
Trama: La storia
ruota attorno a un pilota che si presta a fughe criminali e che si
affida al ritmo della sua musica preferita per essere il migliore
nel campo. Costretto a lavorare per un boss, il ragazzo dovrà
prestarsi ad una rapina destinata al fallimento che metterà a
rischio la sua vita, il suo amore e la sua libertà. La vicenda è in
parte ispirata al video musicale “Blue Song” della band Mint
Royale, che Wright diresse nel 2003.
Cresce il cast
di Grey’s Anatomy 14, la quattordicesima
stagione di Grey’s
Anatomy attualmente in onda sulla
ABC. Secondo quanto apprendiamo da TvLineKim Raver apparirà nel corso della stagione in un
arco narrativo che coprirà più episodi.
Kim Raver dovrebbe riprendere il suo
personaggio Dr. Teddy Altman.
Il primo episodio
di Grey’s Anatomy 14 ha
debuttato il 28 settembre 2017.
Grey’s
Anatomy 14 è la quattordicesima stagione della
serie tv Grey’s
Anatomy statunitense trasmessa dal 2005. È un medical drama incentrato sulla vita della
dottoressa Meredith Grey, una tirocinante di chirurgia
nell’immaginario Seattle Grace Hospital di Seattle. Il
titolo di Grey’s
Anatomy gioca sull’omofonia fra il cognome della
protagonista, Meredith Grey, e Henry Gray, autore del celebre
manuale medico di anatomia Grey’s
Anatomy (Anatomia del Gray). Seattle Grace
(poi Seattle Grace Mercy West e, ulteriormente, Grey Sloan Memorial
Hospital) è invece il nome dell’ospedale nel quale si svolge la
serie. I titoli dei singoli episodi sono spesso i titoli di una o
più canzoni.
Inizialmente partita come una serie
tv in midseason, Grey’s
Anatomy ha ben presto attratto pubblico, ricevendo
anche numerosi premi e riconoscimenti nel corso degli anni. Insieme
a Desperate Housewives e Lost, è
considerata una delle serie TV che hanno
riportato al successo il network televisivo
statunitense ABC. Nel 2007 ha
generato uno spin-off.
Made in Italy, il
nuovo film di Luciano Ligabue, che torna al cinema dopo una
pausa durata quindici anni e a vent’anni esatti da
Radiofreccia, segue l’omonimo concept album del
2016 per raccontare in maniera più esaustiva la storia di
Riko.
Riko (Stefano
Accorsi) è un operaio della bassa padana, in crisi. Il suo
rapporto con la compagna Sara (Kasia
Smutniak) è sempre più difficile, non senza reciproci
tradimenti, nonostante l’amore e un figlio, Pietro (Tobia De
Angelis), ormai quasi ventenne. Del lavoro in un’azienda
produttrice di mortadelle non è mai stato entusiasta. A stento
riesce a pagare le spese della casa di famiglia, che forse dovrà
vendere. Come se non bastasse, l’azienda sta tagliando il personale e dopo
trent’anni di sevizio, rischia di essere licenziato. Di certo può
contare sui suoi amici, Carnevale (Fausto Maria Sciarappa),
Max (Walter Leonardi), Matteo (Filippo Dini) e gli
altri, loro su di lui. Quando anche le ultime certezze si
sgretolano, Riko può crollare o mettere in atto quel cambiamento
che aspetta da anni.
Made in Italy, un film “sentimentale”
Made in Italy è
un film “sentimentale”, come lo definisce il suo regista e
sceneggiatore, perché racconta la storia d’amore tra Riko e Sara e
il valore dell’amicizia, a cui ci si aggrappa quando tutto il resto
proprio non va. Lo è perché costituisce una manifesta dichiarazione
d’amore all’Italia, con i suoi pregi spesso dimenticati e i difetti
che nessuno corregge.
È il film con cui
Ligabue ritrova Accorsi dopo vent’anni e vive del legame profondo
di entrambi con la terra emiliana, testimoniato fin dalla prima
scoppiettante sequenza tra mortadella e ballo, non senza
autoironia. È qui ciò che di buono c’è in Made in Italy. Vi
sono buone intuizioni e un racconto autentico della provincia e
degli affetti, sostenuto da valide interpretazioni. Tuttavia il
film, proprio come l’intrigante sequenza iniziale, che anziché
trovare sviluppo nell’intreccio seguente, resta un unicum
d’effetto, promette molto, mantenendo però solo in parte.
microcosmo e macrocosmo
L’intento è unire
microcosmo e macrocosmo, partire dalle persone per raccontare il
Paese, ma non si
trova il giusto equilibrio tra i due poli. Per la maggior parte del
film, la narrazione si concentra essenzialmente sui rapporti umani,
di coppia e d’amicizia, scrutando i protagonisti con primissimi
piani. Per quanto riguarda il macrocosmo, invece, si ambisce ad
affrontare molti temi – il precariato, la crisi, l’inadeguatezza
dell’imprenditoria, l’assenza della politica, il ruolo dei media –
ma non si riesce a svilupparli adeguatamente.
Il tema della precarietà
lavorativa, che sembra centrale, viene trattato sì in più
punti, ma in modo discontinuo e rapido. Si crea fin da subito
l’aspettativa di un cambiamento esistenziale e lavorativo, a causa
del sentimento di frustrazione e insoddisfazione che percorre il
film, ma vi si arriva solo nel finale.
Nell’ultima parte, si
affronta più da vicino la perdita dell’impiego con le sue
conseguenze più drammatiche, ma di nuovo si procede
sbrigativamente, con fugaci pennellate, correndo verso l’epilogo
senza dare luogo né a un discorso socio-politico più articolato, né
a un vero scavo introspettivo sul protagonista. Se da un lato
questo andamento diseguale può rappresentare la difficoltà del
cambiamento stesso e le resistenze del protagonista ad esso, dall’altro è una
scelta poco efficace e lascia l’impressione che su questa parte il
regista abbia un po’ rinunciato a costruire.
Alla fine, la bilancia
del rocker di Correggio pende decisamente in favore dei sentimenti.
Lo sguardo sulla realtà sociale resta di superficie, come le
immagini in cui ritrae grandi città e piccoli borghi di un paese da
cartolina, (quasi) sempre bellissimo nonostante i suoi guai.
La notizia che Brie
Larson, per prepararsi al ruolo di Carol Danvers in
Captain Marvel, avesse passato del
tempo con l’aeronautica militare trova adesso conferma nelle foto
che l’attrice stessa ha condiviso su Instagram.
A commento della sua foto in tuta da
paracadutista, la Larson ha scritto: “Imparando a
volare“.
Carol Danvers fa parte
dell’aeronautica e nella sua veste di eroina sfoggerà, insieme ai
suoi poteri “fuori scala” anche l’abilità del volo. Dalle prime
informazioni che abbiamo sul film, sappiamo che Carol dovrà
scontrarsi con gli Skrull.
Alla regia del film, con
protagonista Brie Larson, ci
saranno Anna Boden e Ryan
Fleck. La pellicola sarà ambientata durante gli anni ’90 e
vedrà la partecipazione di Samuel L. Jackson che
torna nei panni di Nick Fury. Nel cast ci sono
anche DeWanda Wise, Jude Law
e Ben Mendelson.
Scritto da Nicole
Perlman (Guardians of the Galaxy)
e Meg LeFauve (Inside
Out), Captain
Marvel arriverà al cinema l’8 marzo 2019.
La SONY sta
risistemando le date d’uscita dei suoi prossimi progetti e due dei
suoi film più attesi e che destano maggiore curiosità sono stati
spostati. Si tratta di Quello che non uccide e di
Barbie.
Il primo film, sequel ideale di
Uomini che Odiano le donne, è stato spostato da
Ottobre a Novembre 2018. Borys Kit
di THR ha
riportato che il film è stato spostato dal 19 Ottobre al 9
Novembre, nella data che prima era occupata dal film Holmes
e Watson, film di Etan Cohen con
Will Ferrell e John C. Reilly,
finito invece il 21 Dicembre.
Barbie
adesso si scontrerà con The Grinch, in cui
Benedict Cumberbatch darà la voce al celebre
personaggio. Tuttavia il film sembra non spaventare molto il
progetto che riporterà sullo schermo Lisbeth
Salander, interpretata da Claire Foy.
Nel cast del film sono stati
confermati, al fianco della Foy, Sverrir
Gudnason nei panni di Mikael Blomkvist, Sylvia
Hoeks in quelli di Camilla Salander e Lakeith
Stanfield è Alona Casales. Il cattivo del film sarà invece
interpretato dall’attore danese Claes Bang.
Stando a Deadline,
invece, la SONY ha spostato anche l’uscita del film su Barbie che al momento vede nel cast Anne
Hathaway, e ben sei sceneggiatori a lavoro su uno
script: Lindsey Beer, Jenny Bicks, Kim Caramele,
Diablo Cody, Bert V. Royal e Hilary
Winston. Alla regia, per adesso, c’è Alethea
Jones.
Il film era previsto per il Giugno
2018, salvo poi saltare a causa dell’abbandono di Amy
Schumer. Adesso il film è previsto per l’8 Maggio
2020.
Millennium – Quello che non uccide,
recensione del film con Claire
Foy
Jordan Peele ha
ricevuto ben tre nomination, per la Regia, la Sceneggiatura
Originale e il Miglior Film, a queste si aggiunge il riconsocimento
all’interpretazione di Daniel Kaluuya, che
rientra nella cinquina dei migliori interpreti maschili.
Tutto questo successo non ha però
impedito a Screen Junkies di realizzare un
esilarante trailer onesto:
Scappa – Get Out,recensione del film
di Jordan Peele
A metà tra un thriller avvincente
ed un racconto provocatorio, Scappa – Get Out è
scritto e diretto da Peele (Key and Peele) e prodotto dalla
Blumhouse di Jason Blum, assieme a Sean McKittrick
(Donnie Darko, The Box), Edward H. Hamm Jr. (The Box, Bad Words) e
Peele. Il film è interpretato anche da Caleb Landry Jones (X-Men la
serie), Stephen Root (Non è un paese per vecchi), Milton “Lil Rel”
Howery (The Carmichael Show), Betty Gabriel (La Notte del Giudizio:
Election Year), Marcus Henderson (Il Drago Invisibile), e Lakeith
Stanfield (Straight Outta Compton).
Le ultime foto dal set di
Avengers 4 hanno mostrato
l’evidenza che Maria Hill (Cobie Smulders) e Nick
Fury (Samuel L. Jackson) sono presenti nel film.
Tuttavia la rete si è scatenata in commenti e congetture: possibile
che i fratelli Russo, registi del film, stessero pensando di
prendere in giro i fan con delle scene “aggiuntive” per depistare
gli spettatori?
Questa voce, decisamente fantasiosa,
è arrivata alle orecchie di Anthony e Joe Russo,
in occasione del podcast di MTV’s Happy Sad
Confused. I due registi hanno replicato che “sono
effettivamente troppo stanchi per girare qualsiasi cosa che non sia
strettamente per il film”.
Avengers 4:
potrebbe davvero essere un film sui viaggi nel tempo
Avengers 4 è ancora
un grande mistero. Il film sarà diretto dai Fratelli Russo ma non
sappiamo ancora da chi sarà composto il cast né di cosa parlerà il
film. Le dichiarazioni di Kevin Feige in merito
hanno reso molto chiaro il fatto che il titolo ufficiale del film
rappresenta spoiler per Avengers Infinity War, per
cui non sarà rivelato fino all’uscita al cinema del film che
conclude la Fase 3 dei Marvel Studios.
Le nomination agli Oscar
2018 hanno regalato molte sorprese, dalla nomination alla
sceneggiatura per Logan – Wolverine, alla prima
volta nella storia che viene riconosciuto con una nomination il
lavoro di un Direttore della Fotografia donna, Rachel
Morrison per Mudbound.
Nonostante la bellezza dei film
nominati, questo non li solleva dall’ironia della rete che ha
generato questi poster, decisamente esilaranti:
1 di 4
Oscar 2018 nomination: ecco tutti
i candidati ai 90° Academy Awards
Quali di questi film conquisterà il
maggior numero di statuette durante la notte del 4 Marzo a Los
Angeles?
Quante volte l’idea che ci siamo
fatti del villain principale di un film è stata
tradita dal risultato finale? Spesso capita di immaginare la
portata e la potenza di un antagonista opposta agli eroi positivi,
di sognare caratteri estremi e lodare ancora prima di vederli in
azione la performance dell’attore che li interpreta; e molto
spesso, invece, quelle aspettative vengono irrimediabilmente deluse
quando si tratta di famosi blockbuster o affermati franchise, oggi
più che mai cinecomic e saghe sci-fi come Star
Wars o Star Trek.
Di seguito ecco la lista stilata da
ScreenRant che riunisce i 15
villain della storia recente del blockbuster americano che non
hanno retto le aspettative deludendo i fan.
Captain Phasma
Primo
stormtrooper femminile ad apparire in un film di Star Wars, Captain
Phasma era destinato a suscitare una speciale attenzione. Eppure,
nonostante il look visivamente accattivante e la prova di
Gwendoline Christie, il personaggio ha deluso le aspettative.
Phasma non fa davvero niente di emozionante prima della sua
improvvisa fine.
Oberhauser
Quando fu
annunciato Spectre, i fan di 007 hanno iniziato a speculare sulla
presenza del leggendario villain Ernst Stavro Blofeld. Tuttavia,
una volta rivelato il casting, è stato reso noto che il Bond di
Daniel Craig si sarebbe scontrato con un nuovo personaggio, cioè
Franz Oberhauser, interpretato da Christoph Waltz. Da lì partirono
folli speculazioni sulla sua identità segreta, ovvero che
“Oberhauser” fosse solo una copertura per Blofeld. Alla fine
nemmeno il mistero e la prova di Waltz sono stati all’altezza di
quanto ci si aspettava.
The Joker
In
Suicide Squad, il regista David Ayer e il
montatore John Gilroy hanno tagliato la maggior parte delle scene
con Jared Leto per concentrarsi meglio sulla narrativa principale
del film. Ed è un peccato, considerando quanto hype girasse attorno
al nuovo Joker, poichè l’attore ha una presenza innegabilmente
raccapricciante e squilibrata.
Ultron
Nei
fumetti è un androide genocida tra i più grandi nemici degli
Avengers: per questo all’annuncio della presenza di Ultron come
villain del secondo film sui Vendicatori, i fan si erano mostrati
molto entusiasti. Il vero problema però risiede nella sceneggiatura
di Joss Whedon che si basa troppo sull’umore tipico del regista:
Whedon presenta Ultron così disinvolto da sminuire il suo senso di
minaccia. Di conseguenza, siamo anche meno inclini a preoccuparci
del destino dei Vendicatori…
John Harrison
Come
Oberhauser, il villain di Star Trek Into Darkness John Harrison
rappresenta un’altra mossa astuta che i fan hanno subito captato.
Anche dopo che il regista J.J. Abrams e l’attore Benedict
Cumberbatch hanno negato esplicitamente che Harrison fosse in
realtà l’iconica nemesi Khan Noonien Singh, le voci persistevano
ancora. Non è stato uno shock quando le voci sono state
convalidate, ma per alcuni fan l’inganno dei realizzatori è stato
una ragione sufficiente per sentirsi delusi.
Venom
Anche se Topher Grace aveva portato in Spiderman 3 un’innegabile
energia, sembra che il personaggio non abbia mai riscosso troppo
successo. La CGI della maschera era poco convincente e insieme alla
trama caotica del film, con tre principali antagonisti, Eddie Brock
non ha mai avuto la possibilità di ritagliarsi lo spazio che gli
spettava.
Darth Vader
Qui
parliamo della versione giovane, cioè Anakin Skywalker, di Darth
Vader interpretata da Hayden Christensen nella Vendetta ei Sith. Il
personaggio, nonostante l’impegno, risulta ancora continua
l’apprendista goffo e petulante del precedente film, con l’attore
che non riesce a comunicare l’oscurità dell’anima di Anakin. Queste
carenze, insieme ad una sceneggiatura spesso grossolana, rendono la
prima apparizione cronologica di Darth Vader deludente sotto ogni
aspetto.
Helmut Zemo
Daniel
Brühl, che ha fatto il meglio che poteva nei panni di Helmut Zemo,
in apparenza il principale villain di Capitan America: Civil War.
In realtà, Zemo serviva da espediente narrativo per innescare il
vero conflitto nel film tra Cap e Iron Man. Dimenticabile
insomma.
Lex Luthor
Uno dei
molti elementi di Batman v Superman che i fan continuano a
discutere è l’interpretazione di Jesse Eisenberg nei panni di Lex
Luthor. L’acerrimo nemico di Superman è un super-genio comico ed
eccentrico molto distante dalla mente criminale taciturna dei
fumetti. Alcuni sostengono che il personaggio avesse più in comune
con il Joker che con il vero Luthor.
The T-X
Terminator
3: Rise of the Machines è stato un passo falso nel franchise. Parte
del problema era forse il personaggio di il T-X, deluso dagli snodi
di sceneggiatura e privo di capacità (appartenenti ai vecchi
villain della saga) di generare più di un leggero senso di
suspense.
Steppenwolf
Nemmeno il
talento dell’attore Ciarán Hinds è riuscito a salvare la tenue
rappresentazione di Steppenwolf in Justice League. Effetti speciali a parte,
dovuti all’entrata frettolosa di Joss Whedon in post produzione, il
villain non regge il confronto con le aspettative risultando
eccessivamente anonimo.
L’Enigmista
Il casting
di Jim Carrey come l’Enigmista nel Batman di Joel Schumacher aveva
all’epoca senso almeno da un punto di vista commerciale.
Sfortunatamente, nel film Carrey ha deluso molto le
aspettative.
Mandarino
Altra
interpretazione al di sotto dell’hype, quella di Ben Kingsley nel
ruolo del mandarino in Iron
Man 3. Nonostante il colpo di scena e la rivelazione finale, è
difficile non essere d’accordo con i fan dei fumetti amaramente
delusi dal personaggio.
Apocalypse
Apocalypse
è uno dei più temibili nemici degli X-Men: grazie ai suoi poteri
devastanti e alla brutale mentalità, il villain ha costruito una
solida reputazione tra i fan dei Merry Mutants della Marvel. Sfortunatamente,
l’Apocalisse visto sullo schermo in X-Men: Apocalypse non è
all’altezza degli standard stabiliti dalla sua controparte
fumettosa, nonostante gli sforzi di Oscar Isaac.
Leader Supremo Snoke
Quando il
Leader Supremo Snoke di Andy Serkis è apparso per la prima volta ne
Il Risveglio della Forza, i fan della saga di Star Wars si sono
subito incuriositi. Eppure nessuno avrebbe potuto prevedere la sua
morte improvvisa alla fine di Episodio VIII, lasciando così
irrisolte le domande sul suo passato. Resta il dubbio e il
rammarico, ovviamente, ma niente esclude il suo ritorno.
Fresco di nomination agli Oscar per
le categorie Miglior Film, Miglior Attore Protagonista e Miglior
Sceneggiatura Non Originale, Chiamami
col tuo nome potrebbe presto tornare sullo
schermo sotto forma di sequel, o almeno è ciò che spera il suo
regista Luca Guadagnino, che si è mostrato aperto
all’idea.
Addirittura, secondo le ultime
dichiarazioni di Guadagnino, il romanzo di André
Aciman potrebbe essere declinato in un canone di cinque
pellicole (un po’ come la serie di film di Truffaut con Antoine
Doinel), mentre l’ambientazione del primo dei seguiti sarebbe la
Germania degli anni Novanta, subito dopo la caduta del muro di
Berlino.
“Credo che il prossimo capitolo
prenderà vita appena dopo la caduta del muro, con la fine dell’URSS
e i viaggi delle persone che lasciano la propria casa e iniziano a
vagare per il mondo. È tutto ciò che posso dire per
ora“.
Chiamami
col tuo nome arriverà nelle nostre sale questo
giovedì, 25 gennaio, dopo la calorosa accoglienza
in terra americana. Nel cast Timothée Chalamet,
Armie Hammer e Michael
Stuhlbarg.
Di seguito la sinossi
ufficiale:
Nel 1983 una calda estate segna
per sempre la vita del diciassettenne Elio, un musicista più colto
e sensibile dei suoi coetanei, che ogni estate trascorre le vacanze
nella villa di famiglia. Il padre, un professore universitario,
come ogni anno ospita uno studente straniero per lavorare alla sua
tesi di post dottorato. L’arrivo di Oliver, ventiquattrenne
statunitense, per la sua bellezza e i modi disinvolti, sconvolge la
vita di Elio, che se ne innamora immediatamente. Tra lunghe
passeggiate, nuotate e discussioni, tra i due giovani nasce un
desiderio travolgente e irrefrenabile.
Il countdown è ufficialmente
iniziato: come ricorda il nuovo promo di Avengers: Infinity War
comparso su Twitter, mancano esattamente cento giorni all’uscita
nelle sale dell’attesissimo cinecomic diretto da Anthony e
Joe Russo. Per la prima volta nella storia del
MCU, vedremo riuniti sullo
schermo Vendicatori, Guardiani della Galassia e altri
supereroi Marvel contro la più grande delle
minacce, Thanos.
Avengers:
Infinity War arriverà nei cinema USA il 4 maggio,
dal 25 aprile in Italia, diretto da Anthony e
Joe Russo. Nel cast torneranno tutti gli eroi protagonisti
degli ultimi dieci anni di film ambientati
nel Marvel Cinematic Universe,
da Iron Man (2008) e Black
Panther (2018).
Un viaggio cinematografico senza
precedenti, lungo dieci anni, per sviluppare l’intero Marvel Cinematic Universe,
Avengers: Infinity War di Marvel Studios porta sullo schermo il
definitivo, letale scontro di tutti i tempi. Gli Avengers e i loro
alleati supereroi devono essere disposti a sacrificare tutto nel
tentativo di sconfiggere il potente Thanos prima che il suo attacco
improvviso di devastazione e rovina metta fine
all’universo.
La sceneggiatura del film verrà
scritta da Jac Schaeffer (già autrice di
TiMER, Nasty Woman, Frozen – Le avventure di Olaf) mentre
si attendono conferme ufficiali da parte della produzione sulla
presenza o meno dell’attrice.
Nel frattempo, in attesa di
rivederla in azione in Infinity War, l’eroina è stata “preda” dei
complimenti di Anthony e Joe Russo, i registi del
cinecomic che uscirà nelle sale il prossimo 25 aprile e che hanno
condiviso con i fan i loro pensieri sul progetto:
“Siamo molto felici
per questo film. Insomma, sapete anche voi quanto Vedova Nera sia
un personaggio ricco di sfumature e interessante. C’è così tanto da
esplorare con una come lei, la cui storia iniziava con un profilo
da cattivo” hanno confessato i fratelli Russo. “Inoltre
Scarlett ha fatto un ottimo lavoro di interpretazione e il pubblico
si è così abituato al personaggio da dimenticare il suo passato. Di
certo il suo lato oscuro potrà essere fonte di idee per la storia
che si andrà a raccontare“.
E voi, cosa ne pensate? Cosa
vorreste vedere nel film su Vedova Nera?
La pagina twitter ufficiale del
MCU ha appena rilasciato due nuove
promo art di Ant-Man and The Wasp, il cinecomic
che vedrà tornare sul grande schermo Scott Lang dopo il film
d’esordio del 2015 diretto da Peyton Reed. Insieme
a lui ci sarà anche Hope Van Dyne, aka The Wasp.
Come potete vedere dalle immagini
che vi lasciamo qui sotto, i due supereroi in azione presentano i
costumi leggermente modificati rispetto al passato.
Ant-Man and the
Wasp,arriverà al cinema
il 6 luglio 2018. È diretto da Peyton
Reed, mentre alla sceneggiatura ci sono Chris
McKenna & Erik Sommers, Paul Rudd, Andrew Barrer & Gabriel
Ferrari. Nel cast sono stati confermati i
protagonisti Paul
Rudd e Evangeline Lilly.
Confermati nel
cast Michael Douglas, Michael
Pena e David
Dastmalchian. Si sono uniti al cast
anche Michelle Pfeiffer che
interpreta Janet Van
Dyne,Hannah
John-Kamen è Ghost, Randall
Park è Agent Jimmy Woo, Laurence
Fishburne è Dr. Bill Foster, aka Goliath.
Alla produzione ci
sono Kevin Feige con Louis
D’Esposito, Victoria Alonso, Stephen Broussard, Charles
Newirth e Stan Lee nei
panni di executive producers.
È online una nuova featurette di
Black Panther che mostra inediti e suggestivi
scenari di Wakanda, il regno di T’Challa che vedremo esplorato nel
cinecomic di Ryan Coogler. Manca davvero
pochissimo all’arrivo nelle sale dell’attesa pellicola, descritta
come qualcosa di mai visto prima nella storia del genere.
Di seguito potete dare un’occhiata
alla featurette.
Black Panther segue T’Challa che,
dopo gli eventi di Captain America Civil War, torna a casa,
nell’isolata e tcnologicamente ultra avanzata nazione africana,
Wakanda, per prendere il suo posto in qualità di nuovo re.
Tuttavia, un vecchio nemico ricompare sui radar e il doppio ruolo
di T’Challa di sovrano e di Black Panther è messo alla prova,
quando viene trascinato in un conflitto che mette l’intero fato di
Wakanda e del mondo in pericolo.
Ryan
Coogler ha scritto e diretto il filmche seguirà
la storia di T’Challa, il re guerriero di Wakanda, da dove era
stata interrotta in Captain America Civil
War.
Chadwick
Bosemaninterpreta il protagonista, T’Challa, già
visto in Captain America Civil War. Nei ruoli
principali del film ci saranno, oltre a Boseman,
Michael B. Jordan, Lupita Nyong’O, Danai Gurira, Martin Freeman,
Daniel Kaluuya, Angela Basset, Forest
Whitaker e Andy Serkis. Nei
ruoli di comprimari compariranno invece Letitia
Wright, Winston Duke, Florence Kasumba, Sterling K.
Brown e John Kani.
Black
Pantherarriverà al cinema il 16 Febbraio del
2018.
Logan –
The Wolverine è appena entrato nella storia:
stamattina, dopo l’annuncio delle nomination della 90° edizione
degli Academy Awards, è diventato infatti il primo
cinecomic a ricevere una candidatura come Miglior Sceneggiatura Non
Originale dividendo la categoria con illustri competitors
(Chiamami col tuo nome, Mudbound,
Molly’s Game e The Disaster
Artist).
E per festeggiare la lieta notizia,
Hugh Jackman ha twittato un post di celebrazione
dedicato al suo regista James Mangold che “Oggi finalmente ha
ottenuto il riconoscimento che meritava“, scrive l’attore.
A diciassette anni dal primo
X-Men, Jackman è tornato a vestire i panni del
mutante per l’ultima volta sul grande schermo. Il film, che vede
nel cast anche Patrick Stewart e la giovane
rivelazione Dafne Keen, è uscito nelle sale
italiane a marzo 2017 riscontrando ottimi pareri sia da parte della
critica che del pubblico.
La nomination all’Oscar è solo il
più importante e prestigioso riconoscimento ad un cinecomic atipico
che segna un punto di non ritorno per il genere e un ottimo modello
di riferimento per il futuro.
Acclamato, esaltato, accolto come
il capolavoro di Luca Guadagnino, italiano amato
più all’estero che a casa sua, Chiamami col tuo
nome arriva in sala il 25 Gennaio prossimo, distribuito da
Warner Bros.
Chiamami col tuo nome, e
io ti chiamerò col mio
“Chiamami col tuo nome, e io ti
chiamerò col mio”. Luca Guadagnino prende il
romanzo omonimo di André Aciman e lo affida alle
sapienti mani di James Ivory per realizzare un
film che ricorda da vicino Io Ballo da Sola di
Bernardo Bertolucci, per evocazione di immagini e
tema principale: l’educazione sentimentale, e sessuale, di un
adolescente.
esplorazione, ragazze, corpi, desiderio
L’ingenua e avvenente Lucy
(Liv
Tyler) viene sostituita da Elio (Timothée
Chalamet), un diciassettenne pelle e ossa, alle prese
con l’estate più calda della sua vita: esplorazione, ragazze,
corpi, desiderio, ma anche libri e cultura, nell’ambito di una
famiglia alto borghese che gli consente l’accesso a un’educazione
privilegiata, una moltitudine di lingue e un’apertura mentale
propria di chi cresce in un ambiente così stimolante.
Questo idillio estivo, immerso
nella luce gialla di agosto e nell’afa dei lunghi pomeriggi nelle
campagne lombarde, viene interrotto da Oliver (Armie
Hammer), avvenente stagista che arriva nella villa dei
genitori di Elio per seguire gli studi del padre. Gioco, attrazione
e rivelazione vengono accolti, con i dovuti preamboli, con
divertimento e naturalezza, confermando che l’apertura mentale di
cui i protagonisti godono, grazie alla loro educazione, in Elio,
giovane alle prese con la costruzione del se stesso adulto, si
tramuta in un’apertura anche emotiva, che gli permette di tuffarsi
completamente in questa relazione segreta ma non clandestina.
Fluidi e movimenti dei
corpi
Oliver e Elio si nascondono, non
come come due omosessuali il cui rapporto è considerato
“peccaminoso”, ma come due amanti segreti, completamente presi dal
corpo dell’altro. E Guadagnino ci permette di farci raccontare
l’amore proprio da questi due corpi, diversi ma vicini, attraverso
fluidi e movimenti che si mostrano senza spavalderia, con
delicatezza e onestà, alla luce di una relazione tanto passeggera,
finirà con l’estate, quando profonda, sconvolgerà completamente
Elio.
Chalamet, giovanissimo eppure già
maturo da un punto di vista artistico, ci consegna il ritratto di
un adolescente perfettamente a proprio agio con il suo corpo
scheletrico; vive con naturalezza la sua attrazione e la sua
passione ma, e qui pesa la sua inesperienza da diciassettenne,
viene totalmente sopraffatto dall’enormità dei sentimenti da cui è
travolto. Elio sente con ogni sua fibra, del corpo e dello
spirito.
un viaggio attraverso la ferocia dei sentimenti
Per questo motivo, Chiamami
col tuo nome non è un racconto di formazione vero e
proprio, dal momento che il protagonista è già consapevole dei suoi
mezzi e della sua sessualità, ma più un viaggio attraverso la
ferocia dei sentimenti. Il monologo finale di Michael
Stuhlbarg, che interpreta il papà di Elio, è illuminante e
struggente; offre una lezione, un consiglio non solo a chi,
adolescente, si affaccia alla propria vita interiore, ai
sentimenti, ma a ogni spettatore disposto a lasciarsi travolgere
dal proprio sentire.
Con l’adattamento di Aciman,
Luca Guadagnino realizza il suo film più maturo e
personale, cospargendo di una estrema delicatezza ogni situazione,
dalle discussioni politiche nell’Italia di Craxi, alle scene
d’amore tra Oliver e Elio, fino alle corse in bicicletta sullo
sterrato, raccontando quel mondo ricco e borghese che tanto ama e
che diventa la location perfetta per questa storia.
Contemporaneamente non rinuncia alla carnalità, raccontata nella
sua sacralità, naturalezza e bellezza.
Nell’universalità del suo
messaggio, il film si chiude su uno struggente primo piano di Elio:
la sua estate volge al termine, il suo amore brucia forte, la sua
irruenza nel buttarsi a capofitto in questa storia gli costa la
sofferenza che prova adesso, eppure non esiterebbe (e noi con lui)
a rifare tutto dall’inizio. Perché, piuttosto che non sentire
nulla, è molto meglio sentire, dolore e passione, con questa forza,
con questa violenza; il dolce e l’amaro insieme.
Aciman,
Ivory, Guadagnino,
Chalamet ci insegnano ad abbracciare il dolore
allo stesso modo con cui si accoglie la gioia, perché è solo
“sentendo” che si cresce davvero, nello spirito.
A pochi giorni dall’uscita nelle
sale del suo terzo lavoro da regista, prevista per il 25 gennaio,
Luciano Ligabue parla di Made in
Italy, ritorno dietro la macchina da presa per il
rocker emiliano a 20 anni dall’esordio con
Radiofreccia. Accanto a lui i protagonisti
Stefano Accorsi e Kasia Smutniak
e il cast.
Il film nasce dall’album
Made in Italy [del 2016 ndr], in che modo?
Luciano Ligabue:
“Nasce come progetto “balordo”. Oggi è anacronistico fare un
concept album, la musica si ascolta con una certa velocità
[…], chiedere a qualcuno di ascoltare un album intero è al
limite della presunzione, ma era ciò che volevo fare. Da lì ho
contattato Domenico Procacci [produttore del film ndr],
che ha amato il disco, e a quel punto sono cadute le mie resistenze
a fare un altro film. Fare film infatti è un mestiere faticosissimo
per me, che sono abituato a fare i conti con emozioni che
fluiscono. […] Significa un po’ “progettare” le emozioni,
fare in modo che una serie di pezzetti di pochi secondi riescano,
attraverso un processo molto mentale, a produrre qualcosa che tu
vorresti fosse di cuore”. “Mi sono riavvicinato alla regia
perché non avevo più la scusa di non avere una storia da
raccontare”. E sul suo approccio da regista precisa: “Ho
voluto sempre essere il più specifico possibile, già dai tempi di
Radiofreccia. […] Continuano ad
interessarmi storie specifiche che non per forza raccontano di
tutti. Poi, se altri vi si riconoscono, vuol dire che l’opera di
fantasia ha funzionato”.
Il concetto di
cambiamento è centrale nel film, ce ne parla?
Luciano Ligabue: “Il
cambiamento fa paura, siamo propensi a pensare che non porti buone
cose. Se poi ti ancori alle certezze, hai ancora meno voglia di
avventurartici. Però, il cambiamento è il movimento naturale della
vita. Più che gli eventi, è come noi reagiamo agli eventi a
produrre la nostra realtà. […] Riko sente che ciò che ha
gli va stretto, nonostante lo ami. Ha bisogno di cambiare il punto
di vista. Il film è il racconto di questo suo percorso”.
È difficile tenere insieme
storia d’amore e un discorso forte sull’Italia, come lei fa
qui?
Ligabue: “Ho cominciato a
raccontare del mio sentimento verso il paese dieci anni fa, con
Buona notteall’Italia. […]
Con questa e altre canzoni volevo raccontare l’amore per questo
Paese, che non viene meno nonostante la frustrazione per tutti i
problemi irrisolti. Nel film racconto questo sentimento attraverso
gli occhi di chi ha meno privilegi di me. Riko vive una vita
normale […] e ha un rapporto molto forte con le
radici. […] Mi interessava soprattutto raccontare gli
stati d’animo di un gruppo di persone per bene che, come tali
mediamente non hanno voce in capitolo, o non vengono raccontate
perché non sono interessanti dal punto di vista
drammaturgico”.
Crede sia possibile
spezzare il cordone ombelicale che la lega così fortemente alla
provincia?
Ligabue: “No, non credo, perché
ci vivo da un numero inenarrabile di anni e ci vivo bene. È la mia
dimensione ed è anche per questo che magari il mio raggio d’azione
è limitato geograficamente, perché voglio raccontare ciò che
conosco bene”.
Come avete lavorato ai
vostri personaggi e com’è stata quest’esperienza?
Kasia Smutniak: “Il personaggio
di Sara è stato difficile da affrontare. Mi ha aiutato poter
lavorare su una base di musica e parole ed avere molto chiaro il
mondo nel quale mi trovavo, il mondo di Luciano. […] Mi
sono ispirata alla forza delle donne. Di Sara mi piace la coerenza,
il suo stare coi piedi per terra. È una donna che sa quello che
vuole. […] Nei momenti difficili prende una decisione e
non ha paura di farlo”.
Stefano Accorsi: “Riko è un
uomo che sta, sta in questa sua vita avendo vissuto anche anni
molto diversi per questo paese. Lo troviamo in un momento di
crisi. […] Il bello è che non succede nulla di eclatante
nella sua vita, se non cose normali. È il suo modo di rapportarsi a
queste cose che cambia. Cambiando punto di vista, Riko si rigenera.
È raro mettere in scena questo tipo di personaggi raccontati in
questo modo. Di solito si cercano sempre i cattivi, o anche
qualcosa di straordinario. Invece qui non è così. […]
Questo è ciò che ci ha permesso di interpretare i personaggi in
modo autentico.”
Fausto Maria Sciarappa [nel film
interpreta Carnevale, amico di Riko ndr]: “C’è una canzone di
Luciano, […] G come giungla, che dice: non basta restare
al riparo, chi vuol sopravvivere deve cambiare. […] Ho
vissuto sulla mia pelle questo cambiamento. Negli anni ’90 ho
lasciato l’Italia per l’Inghilterra, dove sono stato dieci anni.
Vedere il film alla proiezione a Correggio mi ha emozionato. Una
cosa che ha detto Luciano mi ha colpito molto: che uno dei suoi
obiettivi era quello di far venire la nostalgia dell’Italia non
agli italiani all’estero, ma a quelli che vivono in
Italia”.
A qualche mese dall’uscita nelle
sale di Avengers: Infinity War, uno
dei due registi, Joe Russo, è tornato a parlare
del principale villain del film, il temibile
Thanos interpretato da Josh
Brolin, che vedremo finalmente in azione contro i
Vendicatori. “Era molto importante per noi che Thanos fosse
foto-realistico” ha raccontato Russo in un’intervista, “Il
pubblico deve credere in lui“.
Sul personaggio il regista ha poi
azzardato un importante paragone con la storia del cinema:
“Darth Vader è stato
il cattivo della mia infanzia, e abbiamo sperato di creare una
sorta di Darth Vader per la nuova generazione, con la stessa
complessità e capacità di incutere paura al cuore del pubblico e
insieme fargli compiere un viaggio con lui. Francamente, credi che
Avengers: Infinity War sia il suo film.“
Avengers:
Infinity War arriverà nei cinema USA il 4 maggio,
dal 25 aprile in Italia, diretto da Anthony e
Joe Russo. Nel cast torneranno tutti gli eroi protagonisti
degli ultimi dieci anni di film ambientati
nel Marvel Cinematic Universe,
da Iron Man (2008) e Black
Panther (2018).
Un viaggio cinematografico senza
precedenti, lungo dieci anni, per sviluppare l’intero Marvel Cinematic Universe,
Avengers: Infinity War di Marvel Studios porta sullo schermo il
definitivo, letale scontro di tutti i tempi. Gli Avengers e i loro
alleati supereroi devono essere disposti a sacrificare tutto nel
tentativo di sconfiggere il potente Thanos prima che il suo attacco
improvviso di devastazione e rovina metta fine
all’universo.
Il regista Christopher
McQuarrie ha da poco pubblicato due nuove foto ufficiali
di Mission Impossible 6, prossimo capitolo del
franchise, che vedrà protagonisti Rebecca
Ferguson, Introdotta nel precedente film, e Henry
Cavill. L’attrice tornerà nei panni dell’agente speciale
Ilsa Faust al fianco di Tom
Cruise, Simon
Pegg, Alec Baldwin e
Cavill stesso.
A questa McQuarrie aggiunge uno
scatto di Henry Cavill, sempre in bianco e nero,
lasciando intendere che il trailer del film sarà presto reso
disponibile.
Vi ricordiamo che Mission
Impossible 6 arriverà nelle sale il 27 luglio
2018, distribuito da Paramount Pictures in 3D e IMAX
3D.
Grande ritorno per E poi
c’è Cattelan, il late show della seconda serata di
Sky Uno HD condotto da Alessandro
Cattelan, che questa sera riparte con una nuova
imperdibile edizione ricca di grandi ospiti che, accompagnati della
musica degli Street Clerks, si prestano per i
divertenti giochi in studio e le gag marchio di fabbrica del
programma.
Il padrone di casa Alessandro
Cattelan inaugurerà la nuova stagione accogliendo in studio il
giovane re della trap italiana, Ghali. Il cantante
avrà modo di raccontare di sé, della sua musica e del suo successo
nel corso dell’intervista a cui si sottoporrà in studio. Poi,
proverà ad avvicinare Alessandro al genere musicale che lo ha reso
famoso, cantando insieme a lui una divertente canzone – scritta per
l’occasione – con il vocoder, tipico del cantato della musica
trap.
La puntata di stasera, la prima
delle quaranta e più della quinta stagione di E poi c’è
Cattelan, verrà lanciata da una simpatica clip che vedrà
protagonista, come ormai tradizione del programma, Cesare
Cremonini, vero e proprio portafortuna del programma.
Nella clip, la DeLorean con cui si era chiusa la scorsa edizione
atterra nel futuro, nel 2030. Bologna, città natale del cantante, è
stata fatta capitale. #EPCC è diventato “E poi c’è Cremonini”. Il
cantante di Poetica nel frattempo è diventato Presidente e
ha imposto il dialetto bolognese come lingua nazionale.
Martedì X Factor incontra
#EPCC. Ospiti della seconda puntata, infatti, saranno i
lanciatissimi Maneskin, a breve in giro per
l’Italia con un tour già sold out da settimane. La band romana si
divertirà a personalizzare in stile Maneskin le canzoni
dell’oratorio e inaugurerà una nuova imperdibile rubrica. Con
“Follow me, follow me now” il programma proverà a fare di uno dei
ragazzi della produzione un influencer: l’obiettivo sarà
quello di fargli raggiungere più follower possibili su
Instagram.
Mercoledì sarà la volta di
Frank Matano e Massimo Popolizio,
a breve in tutte le sale con Sono tornato, il film
distribuito da Vision Distribution e diretto da Luca Miniero.
Giovedì sono attesi in studio il capitano della squadra femminile
dell’Inter Regina Baresi e, al suo debutto come
attore ne Il vegetale di Gennaro Nunziante, Fabio
Rovazzi.
Venerdì sera andrà in onda un
Best Of che racchiude tutti i momenti più
esilaranti delle puntate in onda da lunedì a giovedì.
E POI C’E’ CATTELAN va
in onda dal lunedì al venerdì in seconda serata su Sky Uno
HD
Si sono da poco concluse le riprese
di Ant-Man and The Wasp, secondo capitolo della
serie dedicata al personaggio di Scott Lang dopo
Ant-Man del 2015, facente parte del MCU. In attesa di vedere il
supereroe in azione in Avengers: Infinity War il
prossimo aprile, Paul Rudd ha avuto modo di
parlare del film durante il Sundance Film Festival (rassegna dove è
stato presentato nelle scorse ore un progetto che lo vede nel
cast), in particolar modo del rapporto fra Scott e la sua
controparte femminile, Hope Van Dyne aka The Wasp
(Evangeline Lilly).
“Siamo partner, siamo una
squadra, esattamente come nei fumetti. Abbiamo finito le riprese da
poco quindi non so dirvi come sarà il film, ma so con certezza che
vedrete Scott e Hope come due colleghi“.
Ant-Man and the
Wasp,arriverà al cinema
il 6 luglio 2018. È diretto da Peyton
Reed, mentre alla sceneggiatura ci sono Chris
McKenna & Erik Sommers, Paul Rudd, Andrew Barrer & Gabriel
Ferrari. Nel cast sono stati confermati i
protagonisti Paul
Rudd e Evangeline Lilly.
Confermati nel
cast Michael Douglas, Michael
Pena e David
Dastmalchian. Si sono uniti al cast
anche Michelle Pfeiffer che
interpreta Janet Van
Dyne,Hannah
John-Kamen è Ghost, Randall
Park è Agent Jimmy Woo, Laurence
Fishburne è Dr. Bill Foster, aka Goliath.
Alla produzione ci
sono Kevin Feige con Louis
D’Esposito, Victoria Alonso, Stephen Broussard, Charles
Newirth e Stan Lee nei
panni di executive producers.
Rai Cinema ha
diffuso il trailer di A
Casa Tutti Bene, il nuovo film
di Gabriele Muccino con Stefano Accorsi, Carolina
Crescentini, Elena Cucci, Tea
Falco, Pierfrancesco Favino, Claudia Gerini,
Massimo Ghini, Sabrina
Impacciatore, Gianfelice Imparato, Ivano
Marescotti, Giulia Michelini, Sandra
Milo, Giampaolo Morelli, Stefania Sandrelli,
Valeria Solarino e Gianmarco Tognazzi.
Scritto da Gabriele
Muccino e Paolo
Costella A Casa Tutti Bene è la
storia di una grande famiglia che si ritrova a festeggiare le Nozze
d’Oro dei nonni sull’isola dove questi si sono trasferiti a vivere.
Un’improvvisa mareggiata blocca l’arrivo dei traghetti e fa saltare
il rientro previsto in serata costringendo tutti a restare bloccati
sull’isola e a fare i conti con loro stessi, con il proprio
passato, con gelosie mai sopite, inquietudini, tradimenti, paure e
anche improvvisi e inaspettati colpi di fulmine.
A Casa Tutti Bene
Diretto da Gabriele
Muccino A Casa Tutti Bene è prodotto
da LOTUS PRODUCTION con RAI
CINEMA in associazione con 3 MARYS
ENTERTAINMENT S.r.l.. – Nelle sale dal 14
febbraio 2018
New entry ufficiale nel cast di
Shazam!, il nuovo cinecomic dell’universo
DC che vedrà sullo schermo per la prima volta il
supereroe dei fumetti: si tratta dell’attrice Marta
Milans, già vista in Shame e nella serie
No Tomorrow, che nel film interpreterà la madre
adottiva di Billy Batson, alter ego di Shazam.
Le riprese inizieranno tra poche
settimane in Canada, con la Milans impegnata sul set insieme a
Zachary Levi, Asher Angel,
Grace Fulton e Jack Dylan Grazer.
Si attende invece la conferma di Mark Strong, tra i nomi del
papabili villain.
Zachary
Levi sarà l’eroe del titolo,
mentre Asher
Angel sarà Billy Baston, il
ragazzino capace di trasformarsi in un supereroe
adulto, Shazam appunto, soltanto
pronunciando la parola, acronimo di nomi di grandi eroi del
passato: Solomon, Hercules, Atlas, Zeus, Achilles e
Mercury.
Shazam sarà
diretto da David F.
Sandberg (Annabelle: Creation) e si baserà
su una sceneggiatura scritta da Henry
Gayden e Darren Lemke.
Il film che farà parte
dell’Universo Cinematografico DC dovrebbe
esserepronto per debuttare al cinema nell’aprile 2019.
Le riprese cominceranno il prossimo febbraio.
Nel bene
e nel male, oltre le contraddizioni e la politica di certe scelte,
quest’anno le nomination degli Academy
Awards hanno scritto una pagina unica nella loro
storia. Il numero più alto di candidature (ben 13, una in meno del
record di Titanic) lo porta a casa la favola
eterna di Guillermo Del ToroLa forma
dell’acqua, un classico di genere quasi istantaneo, la cui
bellezza probabilmente rimarrà congelata nel tempo senza sgomitare
troppo; ed è giusto così, come celebrazione di un’arte talmente
pura che si posiziona sopra tutto e tutti e che merita questa
celebrazione.
All’inseguimento di premi Dunkirk e L’ora più buia, i
due colossi britannici casualmente narratori della stessa storia ma
da due punti di vista differenti: il primo, l’opera mastodontica e
surreale di Christopher Nolan, è quanto di più
vicino al riprodurre l’esperienza della seconda guerra mondiale
grazie a giochi di montaggio sonoro, fotografia, ritmo e umore (non
a caso il film è stato candidato nelle categorie tecniche più
importanti), il secondo invece, toccato dalla grazia di un artista
come Joe Wright, autore che fa dell’esibizione
dell’immagine il suo tratto distintivo, e dall’interpretazione di
Gary Oldman, riporta in vita Winston Churchill
durante le ultime ore del miracoloso salvataggio di
Dunkirk.
Si
parlava di storia, e quella recente fomentata dai movimenti
femministi per il raggiungimento della parità dei sessi (e diritti)
anche nell’industria hollywoodiana sembra aver dato i suoi frutti:
abbiamo – finalmente – la prima candidata donna nella categoria
Miglior Fotografia, ovvero Rachel Morrison per
l’eccellente e suggestivo lavoro di luce e colori in
Mudbound (la pellicola diretta da Dee
Rees, giovane filmaker afroamericana), mentre
Greta Gerwig, grazie all’insperata nomination come
Miglior Regia con l’opera prima Lady Bird, è
soltanto la quinta donna della storia a ricevere questo
riconoscimento. La quinta in novant’anni.
Ed è
stata una gran bella stagione per le donne in generale, basti
pensare alla quantità di talento che passa attraverso il gruppo di
attrici protagoniste: dalla meravigliosa Sally
Hawkins de La forma dell’acqua, alla
caparbia Margot Robbie di I,
Tonya, fino ad arrivare alla determinazione di
Saoirse Ronan in Lady Bird e di
Frances McDormand in Three Billboards
outside Ebbing, Missouri. E che dire delle non
protagoniste Allison Janney, Laurie
Metcalf (splendida in Lady Bird),
Octavia Spencer e Mary J. Blige
(silenziosa leonessa in Mudbound)? Sarà davvero
difficile scegliere la migliore fra tutte.
Poche
sorprese, tante e piacevoli conferme: forse la categoria più aperta
rimane quella della sceneggiatura originale, un contenitore di
piccoli gioielli di cinema indipendente che con coraggio ha
proposto le sue storie “normali” senza aver paura di rischiare
(The Big Sick, Get Out,
Lady Bird, The Shape of Water,
Three Billboards), a cui va aggiunto il collettivo
del Miglior Film, con dura battaglia fra grandi titoli e piccole
speranze. C’è un po’ di Italia, ma solo nel nome del regista
Luca Guadagnino, con Chiamami col tuo
nome candidato a Miglior Film, Attore Protagonista e
Sceneggiatura Non Originale, e di questo siamo ovviamente
felici.
Di
queste nomination resterà lo spettro del cambiamento alimentato da
un vento di polemiche e politiche egualitarie, ragion per cui non
ci stupisce affatto la presenza di pellicole come Get
Out, o Lady Bird, entrambe molto amate
sia in America che qui in Europa (e che al di là di qualsivoglia
tendenza a sminuirne il valore, restano due prodotti incredibili).
Ancora una volta, se richiesto, tiferemo per il buon cinema, e
quest’anno ce n’è in abbondanza.
Sono state annunciate oggi le
candidature agli Oscar 2018, la novantesima
edizione degli Academy Awards, che ogni anno
riuniscono sotto lo stesso tetto le principali maestranze
dell’industria hollywodiana.
Jordan Peele – Scappa – Get Out
Christopher Nolan – Dunkirk
Greta Gerwig – Lady Bird
Paul Thomas Anderson – Il filo nascosto
Guillermo del Toro – The Shape of Water
Lou
Negative space
Dear Basketball
Garden Party
Rivolting Rhymes – Part I
Miglior cortometraggio
The Eleven O’clock
The Silent Child
Watu Wote: All of us
My Nephew Emmett
DeKalb Elementary
Miglior corto documentario
Edith + Eddie
Heaven is a traffic jam on the 405
Knife Skills
Heroin(e)
Traffic Stop
Miglior documentario
Abacus: Small Enough to Jail
De sidste mænd i Aleppo
Strong Island
Icarus
Visages villages
Sono già stati annunciati i premi speciali:
Oscar onorario
Charles Burnett
Owen Roizman
Donald Sutherland
Agnès Varda
Oscar Special Achievement Award
Alejandro González Iñárritu
La cerimonia si svolgerà la sera del
4 Marzo 2018 al Dolby Theatre. A condurre la
serata è stato richiamato Jimmy Kimmel, dopo il
successo dell’edizione 2017 (nonostante la chiusura a
sorpresa).
Final Portrait è
l’affascinante ritratto di un genio e la storia di un’amicizia tra
due uomini profondamente diversi, eppure uniti da un atto creativo
in costante evoluzione. Il film racconta anche le difficoltà del
processo artistico – a tratti esaltante, a tratti esasperante e
sconcertante – chiedendosi se il talento di un grande artista sia
un dono o una maledizione.
In Final Portrait GEOFFREY RUSHÈ ALBERTO GIACOMETTI
Dopo le indimenticabili performance in Shine,
per cui vinse l’Oscar nel 1997, Il discorso del reper il quale
ottiene una nuova nomination come Miglior Attore non
protagonista e La migliore offerta di Giuseppe
Tornatore, Geoffrey Rush torna al cinema
con un ruolo che sembra essere stato pensato per lui: Alberto Giacometti, pittore e
scultore di fama internazionale, protagonista del nuovo film
diretto da Stanley Tucci.
Di lui Stanley Tucci ha detto: “Geoffrey
Rush è un attore straordinario e l’ho sempre ammirato. Guardandolo
ti accorgi subito che c’è una certa somiglianza con Giacometti, ma
abbiamo dovuto faticare lo stesso per correggere alcune differenze.
Fisicamente sono molto diversi: Geoffrey è alto e allampanato,
mentre Giacometti era piuttosto basso e tarchiato, muscoloso,
quindi abbiamo dovuto imbottirlo un po’. Geoffrey è un attore che
si immerge totalmente nei personaggi che interpreta e sa essere
incredibilmente affascinante e divertente, sullo schermo. Era
l’interprete ideale.”
In Final Portrait ARMIE HAMMER
È JAMES LORD
Dopo l’interpretazione in Chiamami col tuo nome
di Luca Guadagnino che gli è valsa la nomination
come Miglior Attore protagonista in un film drammatico ai
Golden Globe 2018, Armie
Hammer torna sul grande schermo con “Final Portrait –
L’arte di essere amici”, accanto al Premio Oscar Geoffrey
Rush, nel ruolo dello scrittore e appassionato d’arte
James Lord che nel libro “Un ritratto di Giacometti” racconta in 18
capitoli, le 18 estenuanti sedute necessarie per completare il suo
ritratto.
Sul film ha detto: “Ho letto la sceneggiatura e mi è
piaciuta moltissimo. In più, mi attirava l’idea di lavorare con
Geoffrey e avevo sentito dire che ci sarebbe stato anche Tony,
quindi non è stata una scelta difficile. Tra l’altro, buona parte
del lavoro è consistita in interessanti conversazioni sul processo
creativo di Alberto Giacometti e la natura dell’arte in sé. Un film
fantastico!”.
Una sala gremita da centinaia di
persone, tra docenti, studenti ed operatori del settore
cinematografico, hanno assistito questa mattina a Roma, presso il
cinema The Space Moderno, alla presentazione di PRIMOCIAK – LA
CATTEDRA E IL CINEMA, la nuova iniziativa promossa da
AGISCUOLA che si rivolge principalmente agli insegnanti con
l’obiettivo di far crescere la cultura cinematografica all’interno
delle scuole. Nato da una intuizione del presidente nazionale
AGISCUOLALuciana Della Fornace e dall’esperto in
comunicazione Gianni Chimenti, “PRIMOCIAK – LA CATTEDRA E
IL CINEMA” partirà a titolo sperimentale nell’anno scolastico
2018-2019 inizialmente nel Lazio, offrendo l’opportunità
agli insegnanti di utilizzare proprio i contenuti dei film di
prossima uscita come strumento di ausilio alle proprie attività
didattiche ed educative e di sviluppo di momenti di condivisione,
di confronto e di socializzazione tra i propri studenti.
Il progetto si svilupperà
attraverso una piattaforma web riservata esclusivamente ai docenti
che potranno interagire tra loro, essere informati sulle attività
in corso e scaricare i materiali dei film ad uso didattico
consigliati da AGISCUOLA, e un account Facebook a gruppo
chiuso a cui potranno accedere anche gli studenti. Le iniziative
che verranno organizzate attraverso “PRIMOCIAK- LA CATTEDRA E IL
CINEMA” saranno molteplici e spazieranno dalla partecipazione
ad anteprime e proiezioni riservate a insegnanti e studenti,
all’accesso a scontistiche e facility sull’acquisto dei biglietti
cinema, alla partecipazione a incontri con registi, attori e tutte
le figure professionali che operano nel mondo del cinema, alla
partecipazione a contest che stimoleranno la creatività dei
ragazzi.
Ufficializzate anche le prime due
iniziative.
La prima riguarderà il film Sono
tornato (in sala dal 1 febbraio per Vision Distribution) e
prevedrà sconti per gli studenti sui biglietti degli spettacoli
pomeridiani nei cinema aderenti e l’organizzazione di un contest
che premierà la classe di chi posterà sulla pagina facebook
PrimoCiak la recensione sul film, giudicata migliore da Agiscuola,
con un incontro con il regista Luca Miniero e l’interprete Frank
Matano.
La seconda vedrà invece
protagonista il film Puoi baciare lo sposo (in sala dal 1
marzo per Medusa Film), con l’organizzazione di proiezioni ad
invito riservate ad insegnanti e studenti. Maggiori informazioni su
queste due iniziative saranno reperibili direttamente sul sito
www.primociak.
Introdotta dal Presidente Nazionale
di Agiscuola, Luciana Della Fornace, la presentazione ha
visto gli interventi di Gildo De Angelis, Direttore
Generale USR Lazio, e di Gianni Chimenti, co-autore
del progetto. Ospite speciale il regista Paolo Genovese che
ha dichiarato: “Io non sono così negativo sull’andamento cinema. I
contenuti video oggi sono ovunque e magari la sala pesa di meno del
passato ma i ragazzi sono esposti alle immagini 24 ore al giorno.
Quello che manca è la cultura cinematografica. Un pubblico
cinematografico colto è un pubblico che va in sala: questo portale
è un passo importante per la sensibilizzazione della cultura nelle
scuole.
Il cinema e il linguaggio delle
immagini servono anche a far studiare altre materie meglio a volte
che imparare a memoria date e nozioni”.
Ad accompagnare la
presentazione del progetto, stamattina, la proiezione in sala dei
trailer dei film consigliati da Agiscuola: Alpha,
Caravaggio, Final portrait, Gli invisibili,
Il sole a mezzanotte, L’ora più buia, My
generation, ore 15:17 attacco al treno, Puoi baciare
lo sposo, Belle & Sebastien, Sea sorrow. Sono
Tornato, Wonder, Zanna bianca, Heart,
Love Simon.
Peter Dinklage è
protagonista in questi giorni del Sundance Film Festival, dove ha
presentato il suo ultimo film, I Think We’re Alone
Now, in compagnia di Elle Fanning e di Reed
Morano.
A intervistarli per IMDB c’era Kevin Smith,
che ha colto l’occasione per chiedere sia alla regista che
all’attore se fossero interessati a partecipare al franchise di
Star
Wars.
Peter Dinklage –
6 personaggi che potrebbe
interpretare in Avengers: Infinity War
Dopo che la Morano ha rigettato i
rumors che la volevano in trattative con la
Lucasfilm, Peter Dinklage ha
detto candidamente che vorrebbe davvero una parte, anche piccola, e
proseguendo spiegando che sta facendo delle audizioni.
L’attore è atteso in un ruolo ancora
misterioso in Avengers: Infinity War,
mentre i suoi fan dovranno aspettare il 2019 per vederlo di nuovo
nei panni di Tyrion Lannister in Game of Thrones,
lo show HBO a cui deve la sua fama e che è arrivato alla stagione
finale.