In attesa di poter ammirare finalmente sul grande schermo le prodezze di Tom Holland nelle vesti di un innovativo Peter Parker nell’atteso Spider-Man Homecoming, il coriaceo e insaziabile Michael Keaton è tornato a parlare in maniera entusiastica del suo celebre villain Volture, e durante un’intervista con EW l’attore ha potuto scendere ancora più nel dettaglio rispetto alla psicologia disturbata di un uomo ricco di sorprese e sfumature. In particolare l’attore ha descritto le grandi difficoltà nel dare corpo e voce a un personaggio nettamente più vecchio rispetto alla sua età anagrafica, dovendo dunque discutere con il regista Jon Watts come poter invecchiare psicologicamente e fisicamente in maniera credibile.
Spider-Man Homecoming: Michael Keaton tenta di emulare il suo Batman
Ricordando brevemente la biografia di Volture – un uomo anziano che inventa una strabiliante cintura antigravitazionale grazie alla quale commette terribili crimini prima di divenire membro di Sinister Six – Michael Keaton ha potuto descrivere nel dettaglio il noto villain di Spider-Man Homecoming, affermando che “il personaggio ha in realtà più rilevanza di quanto non si creda. So che ora c’è questo problema riguardo al mio ruolo in The Founder e di come esso descriva una certa situazione del nostro attuale paese. Tuttavia penso che il fondatore di un fast food sia davvero poco interessante in confronto a un villain del calibro di Volture. Mentirei se dicessi che questo personaggio non è stato da me modellato prendendo in parte spunto dai miei ruoli precedenti, tuttavia la vera innovazione proviene direttamente dal regista Jon Watts, un ragazzo molto brillante a cui ho voluto sottoporre il problema di come impostare al meglio il mio personaggio. Molti altri colleghi si sono rivolti a lui per un consiglio e per avere maggiori dritte e su come impostare l’universo di Spider-Man Homecoming. Il vero problema è stato quello di mettermi addosso più anni di quelli che in effetti ho, come cercare di invecchiare sia fisicamente che psicologicamente per dare credibilità al personaggio. Non sono più un ragazzo, ma non sono nemmeno ancora arrivato al capolinea!“.
Molte in effetti sono state le perplessità iniziali circa la possibilità che Michael Keaton potesse interpretare in maniera credibile in personaggio di Volture in Spider-Man Homecoming, ma alla fine pare che i vertici produttivi e lo stesso regista siano rimasti alquanto soddisfatti del risultato finale.
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Diretto da Jon Watts, nel cast del film protagonista Tom Holland nei panni di Peter Parker, Marisa Tomei in quelli di zia May e Zendaya sarà invece Michelle.
Al cast si aggiungono Michael Keaton, Michael Barbieri, Donald Glover, Logan Marshall-Green, Martin Starr, Abraham Attah, Selenis Leyva, Hannibal Buress, Isabella Amara, Jorge Lendeborg Jr., J.J. Totah, Michael Mando, Bokeem Woodbine, Tyne Daly e Kenneth Choi.
La trama ufficiale di Spider-Man Homecoming
Il giovane Peter Parker/Spider-Man (Tom Holland) che ha fatto il suo sensazionale debutto in Spider-Man Homecoming cerca il suo posto nel mondo come il supereroe SpiderMan. Entusiasta per la sua esperienza con i vendicatore Peter torna a casa, dove vive con la sia Zia May (Marisa Tomei), sotto l’occhio vigile del suom mentore Tony Stark (Robert Downey, Jr.). Mentre Peter cerca di riprendere la sua normale routine quotidiana una nuova minaccia sorge e un nuovo cattivo, Vulture (Michael Keaton) mette in pericolo la città di New York e metterà a dura prova Spider-Man.
Spider-Man Homecoming è prodotto da Kevin Feige e il team creativo dei Marvel Studios, supervisionato e co-prodotto da Amy Pascal della Sony Pictures che ne detiene i diritti e che ne supervisione lo sviluppo da oltre dieci anni.
Il film si basa su una sceneggiatura scritta da Jonathan Goldstein, John Francis Daley, Jon Watts, Christopher Ford e Chris McKenna, Erik Sommers. Spider-Man è un personaggio creato da Stan Lee e Steve Ditko.
Fonte: EW



Come sempre più spesso accade, la Marvel pesca i suoi attori dal bacino di volti molto noti del cinema. Il caso di
Nonostante il “ringiovanimento” del personaggio di Spider-Man rispetto alla versione di
Il fisico, la voce, la presenza scenica:
Per quanto SLJ sia uno degli attori più amati dal pubblico del MCU, è innegabile che il suo casting ha lasciato perplessi, all’inizio, i fan dei fumetti. Gli amanti dei film Marvel che non hanno praticità con le storie a fumetti infatti non sanno forse che Nick Fury è bianco e che solo di recente le storie stampate lo hanno reso di colore, come omaggio allo straordinario lavoro di Jackson con il personaggio al cinema. Ma quindi perché Samuel è uno dei peggiori casting? Se vogliamo possiamo definirlo un eccesso di personalità: a ogni comparsata di Fury nei film Marvel, si rende sempre più palese il fatto che la personalità di SLJ prende il sopravvento su quella dello stesso personaggio.
Senza dubbio un clamoroso successo per la Marvel e per l’attore stesso. Hiddleston ha conquistato il cuore dei fan nonostante interpreti il cattivo e resta, dopo 14 film del MCU, l’unico villain davvero ben delineato, che ha avuto anche però più spazio per articolare il suo personaggio. Merito dell’appeal di Tom e, come per Hemsworth, l’alchimia sullo schermo con il fratelli/nemesi Thor.
Le parole si sprecano. RDJ è a tutti gli effetti il fondatore del MCU, il suo carisma ha messo insieme gli Avengers, anche se il leader dovrebbe essere Cap, il suo ingegno li ha messi alla prova, il suo spirito di sacrificio li ha salvati. Iron Man è l’eroe meglio definito dell’Universo Marvel soprattutto grazie a Robert e al suo sconfinato talento che non vediamo l’ora di essere messo alla prova in altri ruoli per cui non avrà bisogno di un’armatura.
Come per
Quello a cui forse molti non prestano attenzione è che Black Panther non è solo un guerriero, ma è anche un Re. Proprio per questo, Chadwick Boseman è la scelta perfetta per un personaggio che deve dare corpo all’agilità letale della Pantera Nera e all’austera eleganza del un sovrano di una Nazione. La breve apparizione in Civil War ha confermato questa duplice e importante dote dell’attore statunitense.
A dispetto di tutta la preparazione dedicata alla costruzione del ruolo di Ivan Vanko, Mickey Rourke resta uno dei peggiori casting della storia del MCU. A conferma che l’equazione che vale per Paul Rudd, ovvero quella di prendere un attore famoso e renderlo ancora più famoso, non vale per tutti.
Ce ne ha messo di tempo, eppure Ryan è riuscito a portare sullo schermo il film che voleva, con il rating che voleva, raccogliendo lo straordinario successo che non si è fermato al box office e alle recensioni positive, ma sta anche facendo scalpore nella stagione dei premi 2017. Reynolds è la scelta migliore per Deadpool, il solo assunto basta a spiegarsi da solo. Vedere per credere.
Per Eric Bana è stato davvero difficile essere il primo Hulk cinematografico. Il personaggio del Gigante di Giada si è rivelato ostico per la sua rappresentazione al cinema, tanto che si sono dovuti avvicendare tre attori prima di trovare quello giusto che riuscisse a intepretare Hulk e Banner con la stessa credibilità. Il povero Bana si è trovato nel film sbagliato, nella CGI sbagliata e senza dubbio nella parte sbagliata.
Volto limpido e buono, capelli biondi e occhi azzurri, corpo statuario: come Chris Hemsworth,
Il film del 2007 è stato il primo tentativo della Marvel di utilizzare un eroe non molto conosciuto. L’esperimento si sarebbe ripetuto nel 2008 con Iron Man, con esiti completamente diversi. Nel caso di Ghostrider, parte della colpa va anche al casting di
A 17 anni dalla sua prima apparizione come Wolverine, Jackman segna ancora uno standard di supereroe altissimo, l’unico X-Men a comparire in tutti i film del franchise e quello che potrebbe dare al personaggio il suo definitivo addio nel 2017 con Logan. Il caso di Hugh Jackman è emblematico anche perché ha dimostrato che non sempre quello che c’è scritto nei fumetti è da prendere alla lettera quando si parla di film. La fisicità dell’attore australiano è infatti quanto di più diverso ci possa essere da quella del piccolo canadese, eppure dopo le prime porteste dei fan, tutti sono rimasti stregati dal suo Logan.
Soprannominato The Man, è l’uomo immagine dell’azienda e con grande leggerezza è passato ad essere anche l’immagine dei film
Quando Captain America debuttò, in “Captain America Comics” #1 nel 1940, Joe Simon e Jack Kirby gli disegnarono uno scudo a punta il che però lo rendeva molto simile a Shield, un personaggio che avevano creato precedentemente. A partire dal secondo numero gli diedero quindi lo scudo rotondo, ma fu solo in “Captain America Comics” #3 che Cap cominciò a lancira lo scudo usandolo anche come arma. Quel numero è stato il primo lavoro a fumetti di Stan Lee.
A seguito dell’introduzione del Comics Code, nel 1956, la Marvel (all’epoca ancora Atlas Comics) subì una seria limitazione nelle vendite, e così Martin Goodman, proprietario dell’azienda, decise di rivolgersi alla American News Company per la distribuzione. Tuttavia la American News Company stava affrontando una importante causa contro il governo federale che la spinse a escludere dalle sue distribuzioni la Atlas che fu costretta a stringere un accordo con la DC Comics e il loro distributore, Independent News Distributors. Se Goodman non fosse riuscito a concludere l’accordo, Lee sarebbe rimasto senza lavoro ancora prima che la Marvel vera e propria nascesse!
Agli inizi della Marvel, Stan Lee scriveva tutte le storie o quasi, per cui era molto difficile tenere a mente le storyline e i personaggi per una sola persona, oltre al fatto che Lee ha sempre avuto una scarsa memoria. Proprio per questo, molti suoi personaggi hanno nome e cognome che cominciano con la stessa lettera, espediente utilizzato per ricordarli meglio. Tuttavia, gli è capitato di sbagliare nome ugualmente, come quando ha usato “Bob Banner” in “Fantastic Four” #25. L’errore è stato giustificato dicendo che Robert – Bob diminutivo – era il primo nome di Banner e che Bruce fosse il secondo. Si è poi deciso di tenere Bruce.
Ditko e Lee lavorarono a distanza su “Amazing Spider-Man” #25 ma poi lasciarono il lavoro per un anno. Quando Lee lo riprese, lavorando per con John Romita, nel numero #42 si presentò il problema di presentare Mary Jane Watson. Ditko l’aveva presentata come molto carina, ma Lee lo aveva dimenticato e così solo l’insistenza di Romita lo convinse a farne una bella ragazza, perché pensava dovesse essere brutta.
Il metodo di lavoro di Stan Lee, di partire da una storyline per poi svilupparne altre, è diventato il metodo della Marvel stessa, che è diventata poi famosa per le storyline multiple.
Nel 1966, Stan Lee mise in vendita con la Marvel la Stan’s Soapbox, “offrendo” agli avversari che a detta sua volevano imitare lo stile Marvel, i vecchi script della Casa delle Idee. La Adventure Comics, con La Legione dei Supereroi, rispose a tono a Lee, smentendo i riferimenti a Spider-Man nei loro lavori.
Appena Kirby lo creò come braccio di Galactus, Lee si interessò subito a Silver Surfer in maniera così profonda che alla Marvel c’era la regola che nessuno, a parte Stan Lee, potesse lavorare alle storie del personaggio. Gli altri autori dovevano addirittura chiedere il permesso a Lee per prendere in prestito il personaggio nelle loro storie, ma questo monopolio è durato fino al 1987, quando la Marvel assunse Steve Englehart.
Il regista francese era un grande fan dei fumetti. Quando visitò New York tra il 1968 e il 1971, volle incontrare Lee per lavorare con lui. La prima collaborazione non andò mai oltre il trattamento, mentre la seconda, The Monster Maker, finì con una sceneggiatura completa firmata da Lee stesso.
Negli anni ’70 Stan Lee cominciò una vita pubblica molto intensa di convention e incontri. Appena cominciò ad avere più autorevolezza, cominciò a perndere decisioni importanti sul suo modo di lavorare, tanto che nel 1971 decise di eliminare i punti esclamativi, la decisione durò soltanto tre mesi.
Negli anni ’70, come detto, Lee divenne una figura pubblica e questo ruolo lo allontanò dallo scrivere fumetti. Questa sua assenza portò, in Amazing Spider-Man #121, alla morte di Gwen Stacy per mano di Gerry Conway. Lee dichiarò che non ne sapeva niente, ma la cosa non era plausibile data la sua influenza alla Marvel. Così, a seguito delle proteste dei fan, Conway e Lee decisero di inserire nel fumetto un clone di Gwen Stacy che ha poi condotto all’originale saga dei cloni.
A seguito di problemi di comunicazione con il reparto artistico, un commento di Lee (“Ma non dovrebbe avere un naso?”), è capitato che in un numero Iron Man avesse un naso sull’elmo dell’armatura.
Quando Jim Shooter divenne direttore editoriale della Marvel, entrò in conflitto con il capo colorista, George Roussos. Il conflitto nasceva dal fatto che Shooter voleva un fondo verde per “The Master of Kung Fu” #68 ma Roussos rifiutava perché Lee aveva bandito il verde dalle tavole. La questione arrivò a Lee stesso che alla fine decise che poteva andare.
In un numero di “Marvel Fumetti Book”, Lee posò nudo per una vignetta, ma nella versione pubbblicata gli fu applicato un enorme costume da Hulk.
Una delle frasi più note di Lee è l’esclamazione Excelsior, che è anche il motto dello stato di New York. La Pow! Entertainment di proprietà di Lee voleva pubblicare la sua biografia con questo titolo. Questo impedì a un nuovo gruppo di supereroi di adottare quel nome, e questi vennero poi chiamati The Loners.
Oltre ai cameo per i film di supereroi, nel 2004 Stan Lee ha una breve apparizione in The Princess Diaries 2, in cui interagisce persino con Julie Andrews.
Dalla Rovina della Contea ne Il Signore degli Anelli Il Ritorno del Re a Luke Skywalker impegnato con gli speeder laser in
Nonostante L’Impero Colpisce Ancora sia stato rivisto e rimaneggiato innumerevoli volte nel corso degli anni, come tutta la trilogia originale, non si è mai vista la scena di Luke che fronteggia gli Wampas di mentre sta armeggiando con uno speeder laser, così come si vede in alcune foto di scena.
Era stato girato un altro finale per Shining in cui assistevamo al ricovero in ospedale di Danny e Wendy, scappati dalla follia omicida di Jack. Qui il custode dell’Overlook Hotel, Ullmann, faceva loro visita e dava a Danny la stessa pallina da tennis che i fantasmi avevano usato per intrappolarlo, alludendo che il piccolo è parte di un piano più grande. Il film uscì con questo finale, ma dopo un weekend di programmazione Kubrick decise che non gli piaceva più e così mandò i montatori in tutte le sale dove era proiettato il film per far loro modificare l’ultima bobina.
Nel film, il protagonista Russell Brand interpreta la rockstar Aldous Snow che tra un’avventura e l’altra riesce anche a pomiciare con la famosa Katy Perry nei panni di sestessa. Ebbene quel cameo non lo vedremo mai perché quando è stato girato, Laty e Russell nella vita vera erano fidanzati, ma quando il film è uscito avevano già divorziato dopo 14 mesi di matrimonio.
Il finale de La Cosa è notoriamente ambiguo ma Carpenter, per paura che lo studio bocciasse questa bellissima ambiguità finale, realizzò un altro finale cin cui MacReady torna alla base e si fa analizzare il sangue, i cui risultati dicono che è al 100% umano. Per fortuna lo Studio amò il finale originale del film e così Carpenter cestinò il lieto fine.
Alla fine del romanzo di Tolkien, gli Hobbit tornano nella Contea solo per trovarla distrutta da Saruman. Peter Jackson aveva girato questo finale, utilizzandone alcune scene nella visione di Frodo ne La Compagnia dell’Anello, ma poi non ha più montato la sequenza, forse per ragioni di tempo. Non si tratta dell’unica parte del girato che non vedremo mai. Nella battaglia finale sappiamo che Jackson ha girato anche delle scene in cui Sauron prende forma umana e scende in campo contro Aragorn. Purtroppo nessuna di queste scene è finita nella Extended Version Home Video.
Metropolis di Fritz Lang è a oggi uno dei migliori sci-fi mai realizzati. Peccato che il primo montaggio, proiettato al
Sappiamo che il film ha causato non pochi danni alla Sony, con il celebre Hack che ha portato alle dimissioni di Amy Pascal. Il film finisce con il dittatore Kim Jong Un che muore in un’esplosione di un elicottero, ma a causa dei problemi causati dal film allo studio, la sequenza è stata edulcorata e mostra le fiamme che lo circondano mentre l’elicottero esplode. Nella versione originale girata e mai proiettata, Kim Jong Un viene bruciato dall’esplosione mentre la sua testa finisce per esplodere come in un film splatter.
Vista chiaramente nelle immagini dal backstage del film, l’automobile dei Fantastici Quattro non è apparsa nel film di Josh Trank nè in altre scene inedite circolate successivamente. Non che il film potesse essere salvato dalla presenza del famoso veicolo, ma qualche fan particolarmente dedito ai personaggi avrebbe amato vedere la scena.
Il King Kong del 1933 resta a oggi un capolavoro di stop motion, che però non vedremo mai nella sua versione integrale. Sembra infatti che Merian C. Cooper e Ernest B. Schoedsack, co-registi della parte in stop motion del film, avessero realizzato una scena in un pozzo di ragni preistorici sull’Isola del Teschio, che però non è mai stata vista da nessuno. Nel 2005, Peter Jackson realizzò di nuovo quella scena per il suo King Kong, ma non sapremo mai quanto si sia avvicinato all’orrore della scena originale.
Molte scene del Cavaliere Oscuro non sono arrivate nel final cut, ma stando ad alcune immagini circolate in rete, sembra che la scena del Joker che evade da Arkham sia stata effettivamente girata e mai utilizzata. Questo spiegherebbe l’assenza del personaggio dal caos generato da Bane ne
Nel finale alternativo, mai mostrato in pubblico, la protagonista Chris, che riesce a scappare da Jason, proprio quando pensa di essere in salvo, viene aggredita dal mostro che la decapita. Lo studio ha poi deciso che la decapitazione dell’eroe era un po’ troppo e ha accantonato il finale, optando per la salvezza della ragazza.
La verisone originale del film prevedeva una sparatoria nel Grauman’s Chinese Theatre, tuttavia un fatto di cronaca ha spinto lo studio da tagliare la scena. Poche settimane prima, durante la prima de Il Cavaliere Oscuro il Ritorno, un pazzo sparò sugli spettatori in un cinema di Aurora, e così per delicatezza nei confronti delle vittime della follia, la Warner Bros decise di tagliare la scena.
La versione originale del film prevedeva la presenza di un bambino, il figlio di Khan, che veniva ucciso alla fine della storia, ma uccidere un bambino in maniera così brutale non era nelle intenzioni dello studio che decise di eliminare la scena.
La scena in cui la crew del film viene cannibalizzata e stuprata nel finale era molto molto più lunga, ma lo studio impose al regista di tagliare oltre mezz’ora di contenuti violenti.
Billy Bob Thorton, Viggo Mortensen e tanti altri sono stati completamente tagliati dal montaggio finale de La Sottile Linea Rossa. Nel film, nel finale, vediamo anche
Per ragione di contratto o per ragioni di sviluppo del personaggi, qualche volta, purtroppo per causa di forza maggiore (come la morte di Richard Harris), qualche personaggio di Harry Potter ha subìto un recasting nel corso degli 11 anni coperti dalla saga cinematografica. Ecco i più famosi.
Si tratta senza dubbio del recasting più celebre nella storia del franchise. Richard Harris ha interpretato Silente per i primi due film, salvo poi, purtroppo, passare a miglior vita. Al suo posto è stato introdotto Michael Gambon che, dopo lo scontento inziale, si è guadagnato il favore degli spettatori.
In Harry Potter e il Prigioniero di Azkaban Bill Weasley compare per la prima volta nei film nella foto di famiglia di Ron che viene pubblicata sul giornale. L’attore che interpreta Bill, più un figurante in realtà, è Richard Fish, poi sostituito da
Custode della sala comune dei Grifondoro, la Signore Grassa è molto importante nei primi film della saga, in particolare nel primo e nel terzo. Ne La Pietra Filosofale, il ruolo era di Elizabeth Spriggs, poi sostituita da Alfonso Cuaron in Harry Potter e il Prigioniero di Azkaban con Dawn French, per ottenere un’interpretazione più vivace.
Leilah Sutherland e Rochelle Douglas sono le due attrici accreditate per il ruolo della cacciatrice della squadra di Quidditch di Grifondoro. Hanno interpretato Alicia Spinnet come personaggio di sfondo, rispettivamente in Harry Potter e la Pietra Filosofale e in Harry Potter e la Camera dei Segreti, non a caso gli unici due film dove il Quidditch viene mantenuto come parte integrante del racconto.
Come per Bill Weasley, anche Unci-Unci è stato “re-castato” quando il suo ruolo è diventato più importante. In Harry Potter e la Pietra Filosofale il folletto della Gringott è interpretato da Verne Troyer. In Harry Potter e i Doni della Morte Parte I e II il ruolo è andato a Warwick Davis, stesso attore che interpreta anche il professor Vitious.
Il fantasma della casa di Corvonero appare distrattamente nei primi film della saga, per diventare poi importante alla fine, ne I Doni della Morte Parte II. All’inizio la distratta apparizione era impersonata da Nina Young, quando poi scopriamo che si tratta nientemeno che di Helena Corvonero, figlia della fondatrice di Hogwarts, il suo volto cambia è diventa quello dell’attrice Kelly Macdonald.
Apparsa brevemente in Harry Potter e il Prigioniero di Azkaban, Pansy, la Serpeverde invaghita di Draco malfoy e sua fedele seguacea, è interpretata da Genevieve Gaunt, vista a lezione di Cura delle Creature Magiche. Ne L’Ordine della Fenice, Lauren Shotton è una Pansy non accreditata, mentre nei Doni della Morte I e II, Pansy Parkinson è interpretata da Scarlett Byrne.
Come Alicia Spinet, anche Katie è una cacciatrice di Grifondoro, ma il personaggio ha uno sviluppo interessante in Harry Potter e il Principe Mezzosangue. Nei primi due film della saga è interpretata da Emilia Dale. Nel sesto invece, quando è protagonista dello spiacevole episodio della collana velenosa, è interpretata da Georgina Leonidas.
La più forte e conosciuta cacciatrice di Grifondoro ha avuto due interpreti. La prima, Danielle Tabor, compare nei primi tre episodi della saga. Nel quarto film, quando Angelina viene invitata da Fred al Ballo del Ceppo, è interpretata da Tiana Benjamin. L’attrice doveva comparire anche negli altri film, ma essendo impegnata in altre produzioni, fu deciso di tagliare il personaggio invece che scegliere una terza attrice. Come sappiamo dalle informazioni della Rowling, Angelina Johnson sposerà George Weasley.
In Harry Potter e la Pietra Filosofale, Tom il barista del Paiolo Magico è interpretato da Derek Deadman, che gli diede un affabile e rassicurante aspetto. Ne Il Prigioniero di Azkaban invece il personaggio di Tom è interpretato da Jim Tavare, che gli conferisce, secondo le indicazioni di Cuaron, un aspetto inquietante che ricorda moltissimo l’Igor di Frankenstein Junior.
Nei romanzi è la gemella Corvonero di Calì Patil, che invece è una Grifondoro. Assume importanza nella trama quando diventa l’accompagnatrice di Ron Weasley al Ballo del Ceppo. Interpretata nel Prigioniero di Azkaban da Sharon Sandhu, Padma Patil si trasforma poi in Afshan Azhadche la interpreta dal quarto film (quando vediamo il Ballo del Ceppo) in poi.
Come per la “sorella”, anche Calì ha subìto un recasting in occasione del Ballo del Ceppo. Interpretata da Sitara Shah, la vediamo a lezione di Divinazione e a Difesa contro le Arti Oscure nel terzo film, salvo poi vederla con il volto di Shefali Chowdhury ne Il Calice di Fuoco al braccio di Harry per Il Ballo del Ceppo.
Nei primi tre film della saga, Lavanda è interpretata da Jennifer Smith che, pur comparendo molto spesso, soprattutto in Harry Potter e il Prigioniero di Azkaban, resta sullo sfondo. Quando il personaggio diventa importante, nel sesto film, quando cioè diventa per un po’ la fidanzata di Ron, Lavanda è interpretata da un’attrice completamente diversa, Jessie Cave.
Vediamo Tom Riddle a diverse età, nel corso della saga. La prima volta che lo incontriamo è in Harry Potter e la Camera dei Segreti, con il volto di Christian Coulson. Nel sesto film, vediamo un Tom Riddle bambino, con il volto di Hero Fiennes-Tiffin, nipote di Ralph Fiennes, mentre per il Tom Riddle adolescente fu necessario un recasting. All’epoca infatti Coulson aveva 29 anni e non poteva passare per uno studente di Hogwarts. Così venne scelto Frank Dillane.
Sembra strano da immaginare, ma anche il Signore Oscuro ha avuto diversi volti. Prima della sua rinascita, ne Il Calice di Fuoco, lo abbiamo visto soltanto una volta, dietro la testa di Raptor ne La Pietra Filosofale ed è proprio Ian Hart, interprete del primo sfortunato insegnante di Difesa Contro le Arti Oscure, a prestargli la faccia con i dovuti accorgimenti di trucco e computer grafica. A partire dal quarto capitolo, Voldemort gode della gloriosa interpretazione di Ralph Fiennes.



