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Il primo poster di The Mandalorian e Grogu dimostra che Star Wars ha imparato una lezione fondamentale su Pedro Pascal

Din Djarin, interpretato da Pedro Pascal, riporterà Star Wars nei cinema il prossimo anno con The Mandalorian e Grogu, e una foto ufficiale dal set di questa produzione rivela che il franchise ha imparato una lezione fondamentale sul suo protagonista. Il livello di coinvolgimento di Pascal in The Mandalorian è sempre stato, purtroppo, un argomento caldo, a causa della rigida regola del casco che tiene nascosto il volto del personaggio per la maggior parte della serie TV.

Infatti, il volto di Pascal è stato visto solo tre volte nel corso dei 24 episodi di The Mandalorian e nei tre episodi aggiuntivi in cui Din Djarin appare nella serie spin-off The Book of Boba Fett.

Con la sua ultima apparizione senza elmo avvenuta nel finale della seconda stagione di The Mandalorian nel 2020, ci stiamo rapidamente avvicinando a cinque anni senza vedere il volto del nostro eroe protagonista, che è stato oggetto di controversie per quasi mezzo decennio.

Con la seconda stagione di The Mandalorian, che ha presentato Din Djarin ai Mandaloriani come Bo-Katan Kryze, tutti i quali si tolgono l’elmo a loro piacimento, molti spettatori hanno previsto che Din avrebbe seguito il loro esempio e avrebbe iniziato a togliersi più spesso l’elmo, soprattutto dopo aver rivelato il suo volto a Grogu. The Book of Boba Fett e la terza stagione di The Mandalorian, tuttavia, hanno raddoppiato la regola dell’elmo di Din. Questo improvviso cambiamento è stato uno shock che The Mandalorian e Grogu potrebbero ora cercare di correggere.

L’arco narrativo senza elmo di Din Djarin è stato modificato a causa della silhouette del personaggio

Per comprendere il cambiamento nell’arco narrativo di Din Djarin senza elmo, è importante prima capire perché esiste la regola dell’elmo. Ho avuto il privilegio di porre questa domanda al creatore ed executive producer di The Mandalorian, Jon Favreau, durante lo Star Wars Celebration Japan, al quale Favreau ha risposto, in sintesi, che il suo obiettivo era quello di creare e mantenere una silhouette iconica con un elmo che ricordasse personaggi come Boba Fett e Darth Vader.

Favreau alla fine è riuscito in questo intento, dato che l’elmo di Din Djarin è ora una delle silhouette più riconoscibili e popolari di Star Wars. Il costo di questo successo, tuttavia, è stato il desiderio di mantenerlo, motivo per cui non hanno potuto impegnarsi ad avere una versione di Din Djarin che si toglie casualmente l’elmo. Alcuni hanno attribuito questo cambiamento alla fitta agenda di Pedro Pascal, che all’epoca era impegnato con The Last of Us della HBO Max, anche se questo non c’entrava nulla.

In realtà, Star Wars voleva semplicemente mantenere la silhouette misteriosa ma riconoscibile di Din Djarin. Riducendo l’importanza del casco per il personaggio di Din, si sarebbe persa parte della magia di quella silhouette. Prendiamo ad esempio Boba Fett e Darth Vader: il fascino di Boba nella trilogia originale di Star Wars derivava in gran parte dal fatto che si sapeva molto poco di lui e del suo aspetto, e anche Vader aveva un fascino misterioso simile. Mantenere quella sensazione per Din Djarin è diventata la priorità.

Questo cambiamento è stato deciso prima che il vero potere di Pedro Pascal fosse rivelato

Sfortunatamente per Star Wars, questa svolta ha suscitato reazioni piuttosto diffuse. La decisione di raddoppiare la regola del casco di Din Djarin ha avuto origine in The Book of Boba Fett, quando Din è stato scomunicato dalla sua tribù mandaloriana dall’Armorer e gli è stato ordinato di trovare la redenzione nelle Acque Viventi di Mandalore. Questo episodio è andato in onda all’inizio del 2022, il che significa che è stato probabilmente scritto nel 2020 o nel 2021, più di un anno prima che il vero potere di Pascal esplodesse.

È stata la prima stagione di The Last of Us, all’inizio del 2023, a trasformare Pascal in uno degli attori più richiesti di Hollywood, rendendo ancora più scioccante per il pubblico la totale assenza di scene senza elmo nella terza stagione di The Mandalorian, nel marzo 2023. Era difficile credere che Star Wars avesse scelto di non sfruttare il talento e il carisma di Pascal, anche se al momento in cui è stata presa questa decisione per il personaggio di Din, questo non era un fattore così determinante.

Star Wars ha capito che Pedro Pascal è più prezioso della silhouette di Mando

Pascal è diventato iconico quanto il casco stesso

Ora, dopo aver visto sia le reazioni negative al cambiamento nell’arco narrativo di Din Djarin sia l’ascesa esponenziale del carisma di Pedro Pascal, Star Wars ha imparato una lezione fondamentale: il ruolo di Pascal non deve essere sottovalutato. Un tempo si pensava che la silhouette di Din Djarin fosse la priorità, ma ora le priorità stanno cambiando. Pascal è importante per il personaggio tanto quanto il suo iconico elmo, se non di più, il che li pone su un piano di parità.

Il volto sotto l’elmo è importante quanto l’elmo che lo nasconde.

Mentre un tempo l’elmo era la parte più riconoscibile del personaggio di Din Djarin, Pascal è diventato anch’egli una parte importante, se non addirittura fondamentale, del personaggio. Questo va oltre la sua voce, anche se Pascal continua a dare la priorità alla recitazione vocale quando si tratta di Din e lascia che i suoi colleghi attori di Din Djarin, Brendan Wayne e Lateef Crowder, lo assistano fisicamente all’interno dell’armatura. Il volto sotto l’elmo è importante quanto l’elmo stesso che lo nasconde.

The Mandalorian e Grogu modificheranno l’arco narrativo dell’elmo di Din Djarin nel film

Ecco perché azzardo la previsione che Star Wars correggerà l’errore commesso con Din Djarin in The Mandalorian e Grogu, continuando in qualche modo l’arco narrativo senza elmo di Din Djarin. Se mai, questa è l’occasione migliore per farlo, anche nella trama stessa. Bo-Katan Kryze sta costruendo un Mandalore unito, il che significa che le regole del gruppo di Din potrebbero inevitabilmente allentarsi fino a quando tutti i Mandaloriani saranno liberi di togliersi l’elmo a loro piacimento.

Din Djarin apprezza chiaramente il suo ruolo di padre di Grogu sopra ogni altra cosa. Se crede che rivelare il suo volto sia qualcosa di cui Grogu ha bisogno, allora è sicuramente qualcosa che farà. Lo ha già dimostrato nella seconda stagione di The Mandalorian, quando ha infranto il suo Credo due volte togliendosi l’elmo nella raffineria imperiale su Morak e sull’incrociatore leggero di Moff Gideon.

Ci sono molti modi per far funzionare questa cosa, e credo che Star Wars ne approfitterà.

La disapprovazione per il cambiamento nell’arco narrativo del casco di Din Djarin non era dovuta solo alla frustrazione di non vedere il volto di Pascal, ma anche al fatto che la sua popolarità era cresciuta così rapidamente che questo era diventato sicuramente un aspetto importante. Star Wars ha ora capito che la sua star è diventata iconica quanto il personaggio che interpreta, e la prima immagine ufficiale che ha rilasciato di Pascal senza elmo sul set di The Mandalorian and Grogu lo dimostra, anticipando un futuro in cui questa scelta verrà perseguita più spesso.

The Mandalorian and Grogu uscirà nelle sale il 22 maggio 2026.

Il primo poster di Something Real and Good

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Il primo poster di Something Real and Good

Ecco il nuovo poster ufficiale di Something Real and Good, la nuova commedia romantica diretta da Luke Rivett e interpretata da Alex Hannant e Matt Jones.

La storia racconta di un giovane uomo e una donna che si incontrano per caso in un aeroporto in attesa di un volo in ritardo. Quando l’aereo viene rinviato, decidono di condividere assieme l’attesa, e nel corso di una notte si rendono conto che a volte basta una deviazione nel corso degli eventi per cambiare il destino. la data di uscita è fissata per aprile di quest’anno, ma dal 5 marzo sarà già possibile prenotare tramite iTunes una copia in lingua originale del film, una novità nel capo della promozione cinematografica.

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Il primo Natale: trama, cast e curiosità sul film di Ficarra e Picone

Tra le più note e apprezzate coppie comiche italiane, spiccano in particolare i siciliani Salvatore Ficarra e Valentino Picone, anche noti semplicemente come Ficarra e Picone. Attivi sin dagli anni Novanta, i due si sono negli anni distinti inizialmente grazie alla televisione, per poi passare al cinema nel 2002 con il loro film di debutto, Nati stanchi. Negli anni hanno poi collezionato successi su successi, da Il 7 e l’8 a Anche se è amore non si vede, da Andiamo a quel paese fino al satirico L’ora legale. Nel 2019 hanno invece portato al cinema quelllo che è ad oggi il loro maggior successo: Il primo Natale.

Scritto da loro insieme a Nicola Guaglianone (Lo chiamavano Jeeg Robot, Freaks Out) e Fabrizio Testini, il film è non solo un titolo inseritosi nella tradizione del cinema natalizio italiano, ma è anche un velato omaggio ad un celebre film di Massimo Troisi. Difficile infatti non pensare a Non ci resta che piangere, con entrambe le opere che danno luogo ad un viaggio indietro nel tempo, durante il quale si verificano le più inaspettate vicissitudini comiche. Con la fotografia di Daniele Ciprì (Il primo re) e le scenografie di Francesco Frigeri (La leggenda del pianista sull’oceano), il film è un piccolo gioiello tutto da scoprire.

Il primo Natale si colloca inoltre in quel filone di film recenti che operano un deciso ritorno al film di genere, propronendo attraverso tale “filtro” riflessioni su tematiche e argomenti attuali. Prima di intraprendere una visione del film, però, sarà certamente utile approfondire alcune delle principali curiosità relative a questo. Proseguendo qui nella lettura sarà infatti possibile ritrovare ulteriori dettagli relativi alla trama, al cast di attori e alle sue location. Infine, si elencheranno anche le principali piattaforme streaming contenenti il film nel proprio catalogo.

La trama di Il primo Natale

Protagonisti del film sono Salvo e Valentino. Il primo è un ladro di sacre reliquie, ma non è affatto credente e vede nei suoi santi furti solo un’occasione di arricchimento. Valentino, invece, è un prete che esercita nel paesino siculo ed è fortemente affascinato dal presepe e dall’incanto che la sacra composizione suscita nei fedeli, tanto da realizzarne uno vivente nella sua parrocchia con una statua al posto di Gesù Bambino. Quando Salvo, mosso dal clamore suscitato dall’iniziativa di don Valentino, decide di rubare la statua, non immaginerebbe mai che il suo mondo ateo e quello cristiano si stanno per scontrare in pieno.

I due, infatti, si ritroveranno magicamente catapultati indietro nel tempo nella Palestina di oltre duemila anni fa, fino all’epoca, appunto, del primo Natale. Mentre si mettono alla ricerca di Giuseppe e Maria per fare in modo che la venuta al mondo di Gesù vada secondo la tradizione, Re Erode, intimorito dalla nascita di quello che è stato definito il “Re dei Re”, è sulle loro tracce. Questo viaggio fantastico e inaspettato si trasformerà allora in una vera e propria missione: salvare la vita a Gesù e far nascere il concetto del Natale. Sarà però, per i due, anche un’occasione per scoprire se stessi.

Il primo Natale cast

Il primo Natale: il cast e le location del film

Naturalmente, oltre ad essere gli sceneggiatori e i registi del film, Ficarra e Picone ricoproprono anche i ruoli di Salvo e Valentino. Per il duo comico, questo era un progetto sul quale riflettevano da diverso tempo ma che missero in pausa per potersi dedicare a L’ora legale, il quale appariva più urgente vista la materia trattata. Terminato quel progetto, si sono dunque dedicati a realizzare Il primo Natale. Accanto a loro, nei panni del pericoloso re Erode, vi è l’attore teatrale Massimo Popolizio, mentre Rebecca, una donna rimasta vedova, è interpretata da Roberta Mattei. La figlia di questa, Sara, ha invece il volto di Giovanna Marchetti. Ad interpretare Giuseppe, infine, vi è l’attore Gianni Federico.

Per quanto riguarda le location del film, quelle relative al presente si trovano nei pressi dell’acropoli di Civitavecchia di Arpino e all’interno della chiesa di San Vito martire, la quale a sua volta si trova all’interno delle mura ciclopiche dell’acropoli. Le scene relative all’anno 0, invece, sono state girate prevalentemente in Marocco, il quale ha permesso di donare al tutto un certo gusto esotico che sembra provenire dal passato. Alcune delle scene ambientate all’epoca della nascita di Gesù, però, sono state ambientate anche in Italia e più precisamente a Sora e Arpino, comuni del Lazio in provincia di Frosinone e tra i centri antichi più rilevanti dal punto di vista culturale ed artistico.

Il trailer di Il primo Natale e dove vederlo in streaming e in TV

È possibile fruire di Il primo Natale grazie alla sua presenza su alcune delle più popolari piattaforme streaming presenti oggi in rete. Questo è infatti disponibile nei cataloghi di Rakuten TV, Apple TV, Prime Video, Now, Infinity+ e Disney+. Per vederlo, una volta scelta la piattaforma di riferimento, basterà noleggiare il singolo film o sottoscrivere un abbonamento generale. Si avrà così modo di guardarlo in totale comodità e al meglio della qualità video. Il film è inoltre presente nel palinsesto televisivo di giovedì 28 dicembre alle ore 21:20 su Canale 5.

Fonte: IMDb

Il primo Natale: il nuovo film Ficarra e Picone

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Il primo Natale: il nuovo film Ficarra e Picone

Si intitola Il primo Natale”, il nuovo film di Ficarra e Picone, che sarà in sala dal 12 dicembre per Medusa Film. Prodotto da Attilio De Razza scritto dagli stessi Salvo Ficarra e Valentino Picone con Nicola Guaglianone e Fabrizio Testini.

Il primo Natale, è il settimo film degli attori e registi palermitani che racconta la storia di Salvo e Valentino, un ladro e un prete, che si ritroveranno a fare un viaggio nel tempo, fino all’Anno Zero. In questo viaggio, avranno a che fare con tanti personaggi, tra cui un inedito Erode interpretato da Massimo Popolizio.  Il direttore della fotografia è Daniele Ciprì, ai costumi Cristina Francioni, la scenografia è affidata a Francesco Frigeri.

Questo nuovo lungometraggio arriva dopo il grande successo de L’Ora Legale, che uscito a gennaio 2017, ha registrato una grande accoglienza da parte del pubblico e della critica, diventando l’incasso più alto dell’anno con oltre 11 milioni di euro.

 

Il primo Natale di Ficarra e Picone, trailer

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Il primo Natale di Ficarra e Picone, trailer

Medusa Film Official ha diffuso il primo trailer del nuovo film di Salvo Ficarra e Valentino Picone, Il primo Natale, prodotto da Attilio De Razza per Tramp Limited in collaborazione con Medusa Film.

Il film, racconta la storia di Salvo e Valentino, un ladro e un prete, che si ritroveranno a fare un viaggio nel tempo, fino all’Anno Zero. In questo viaggio, avranno a che fare con tanti personaggi incontrati lungo il cammino, tra cui un inedito Erode interpretato da Massimo Popolizio.

Le prime immagini da Il Primo Natale

Il primo incarico: regista e cast raccontano il film

Alla Casa del Cinema di Roma a presentare Il primo incarico, esordio registico di Giorgia Cecere, intervengono la stessa regista, i protagonisti Isabella Ragonese e Francesco Chiarello, la produttrice Donatella Botti e Paolo Del Brocco di Rai Cinema, che coproduce. Presente in sala anche Pierpaolo Pirone, sceneggiatore assieme alla Cecere e al cinese Li Xiang-Jang, e Teodora Film, distributrice assieme a Spazio Cinema.

Il primo incarico: recensione del film con Isabella Ragonese

Il primo incarico: recensione del film con Isabella Ragonese

Al suo esordio dietro la macchina da presa Giorgia Cecere, già assistente alla regia di Gianni Amelio (Porte aperte, Il ladro di bambini) e sceneggiatrice per Edoardo Winspeare (Sangue vivo, Il miracolo) ha scelto di raccontare ciò che conosce meglio: la sua terra d’origine e una storia d’ispirazione familiare. Il primo incarico, infatti, è ambientato in Puglia negli anni ’50: una Puglia cittadina, ma anche e soprattutto rurale, aspetto dominante della regione almeno fino a qualche decennio fa, e ancora vivo soprattutto in certe zone.

Al centro della vicenda, una giovane maestra di modeste origini, Nena/Isabella Ragonese, che dalla cittadina del sud in cui vive, deve trasferirsi nella campagna pugliese per il suo primo incarico. Si trova così di fronte a una realtà per lei nuova: una vita semplice, una casa spoglia, una scuola con una sola aula – una stanza col soffitto crepato – e dei contadini ospitali, ma taciturni e fieri. Una vita in mezzo alla natura, con tutti i pro e i contro che questo comporta. In più, il nuovo incarico affidatole la porta a separarsi dal suo amato: un giovane di famiglia altolocata, con il quale stava costruendo il suo sogno d’amore. Il primo incarico è il racconto di una crescita, di molteplici mutamenti, che Nena attraversa, ritrovandosi, alla fine, una persona nuova.

Il primo incarico, il film

Il suo amore “da favola” non reggerà la lontananza, rivelandosi inconsistente. Mentre nella sua nuova vita troverà posto una relazione molto meno “perfetta” ma più reale. È un percorso di crescita e un viaggio interiore – un western dei sentimenti l’ha definito la stessa regista – alla ricerca di ciò che veramente si vuole. Questo è ciò che fa Nena, prima costretta dagli eventi, poi scegliendo consapevolmente per il suo futuro. All’inizio, il trasferimento, il matrimonio con un uomo che non vuole, la conseguente vita nel ruolo di moglie e casalinga, che non sente suo, sono vissute da lei come costrizioni, come una specie di incubo in cui s’è ritrovata senza volerlo e che le fa letteralmente “sbattere la testa al muro”. Le nuove condizioni e il nuovo ambiente le permettono però, col tempo, di capire meglio sé stessa e di comprendere  che lì c’è proprio ciò che vuole e di cui ha bisogno. Alla fine sarà lei a scegliere di tornarci non perché costretta, ma perché lo vuole.

Dallo scontro tra due mondi apparentemente inconciliabili, si passa, quindi, a una relazione a volte conflittuale, ma viva e non priva di momenti felici: così con i bambini cui Nena insegna, così col marito Giovanni, giovane muratore sposato sull’onda della delusione per l’abbandono del suo precedente amore e per ottemperare alle vigenti convenzioni sociali. Così con tutto quel mondo arcaico e maschilista. Un mondo che lascia però spazi di libertà inaspettati. Emblema ne è la relazione tra i due protagonisti: non un rapporto di subalternità, di costrizione, come forse ci si  sarebbe aspettati, ma davvero libero. Ciascuno infatti fa quello che vuole e il matrimonio resta per lungo tempo un sigillo formale, che ciascuno dei due ha posto non per convinzione, ma per convenienze di tipo diverso. Altrettanto libera e forte la scelta finale della protagonista.

Isabella Ragonese  –  unica attrice professionista – sa ben interpretare l’evoluzione del complesso personaggio di Nena, dalle illusioni dell’adolescenza alla pienezza della vita adulta, passando per un ampio ventaglio di emozioni: dall’ingenuità sognante dell’inizio, allo straniamento, all’autentica disperazione, alla rabbia, alla frustrazione, fino alla lenta scoperta della felicità, che può dare una vita del tutto diversa da quella che aveva immaginato. La rigidità e l’impaccio dell’esordiente Francesco Chiarello a tratti si notano, ma sono adatti a rendere l’atmosfera tesa del rapporto con Nena  e caratterizzano bene il personaggio: il tipico contadino del sud, dal carattere chiuso, rude, fiero. Ben costruiti i dialoghi, asciutti e incisivi.

Nel seguire il viaggio esistenziale di Nena riviviamo – elemento fondamentale del film –  la realtà di quegli anni e di quei luoghi (la pellicola è stata girata in vari comuni del Salento, tra cui Cisternino e Castrignano del Capo). La ricostruzione è assai convincente, accurata nei particolari e riesce davvero a trasportare indietro nel tempo e altrove nello spazio, per farci conoscere uno spaccato di storia italiana del nostro recente passato, o farcelo ricordare se, come chi scrive, condividiamo con la regista le origini e abbiamo visto o sentito raccontare quella realtà, non così lontana.

Quello che regista e sceneggiatori sono riusciti ad ottenere (accanto alla Cecere collaborano alla sceneggiatura Pierpaolo Pirone e Li Xiang-Yang), però, non è, almeno non soltanto, un affresco nostalgico – una nostalgia che potremmo dire pasoliniana per un mondo contadino (quasi) scomparso. Sono vividamente presenti, infatti, anche gli aspetti duri e aspri della vita di campagna, la semplicità si muove accanto alla rudezza, alla fissità quasi granitica di tradizioni e abitudini che paiono invariate da secoli, e asfitticamente invariabili. E lo straniamento iniziale di Nena è simile a quello dello spettatore odierno, posto di fronte a quella realtà, così diversa dall’attuale.

In Il primo incarico Molto bella la fotografia di Gianni Troilo. Grande attenzione è riservata ai colori, alle inquadrature, alla luce, in generale alla cura dell’immagine, in special modo laddove Nena è immersa nella natura. Le inquadrature hanno un gusto “pittorico” – il che dipende certo dalla sensibilità particolare del cinese Li Xiang-Yang, appunto pittore, e qui al suo esordio come sceneggiatore,  che si fonde abilmente con quella della regista.

Il primo giorno di David Corenswet sul set con il costume di Superman – FOTO

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Superman è ora al cinema e sembra aver riscosso un notevole successo presso la maggior parte dei fan. Il film ha ovviamente i suoi detrattori, ma una cosa su cui la maggior parte delle persone sembra essere d’accordo è che David Corenswet ha fatto un lavoro straordinario nei panni del nuovo Uomo d’Acciaio per il grande schermo.

David Corenswet ha abbandonato il lato leggermente più dark (alcuni potrebbero dire cupo) che è generalmente associato alla precedente interpretazione del personaggio da parte di Henry Cavill, offrendo un’incarnazione di Kal-El più fiduciosa e sincera (alcuni potrebbero dire banale), molto più simile alla versione di Christopher Reeve.

Ora, Hollywood Authentic ha condiviso alcune foto in bianco e nero dal backstage e un documentario che ripercorre il primissimo giorno di Corenswet sul set dopo aver indossato il costume dell’iconico eroe della DC Comics.

“La mia prima audizione è stata un self-tape che ho registrato a casa mia con mia moglie”, dice l’attore nel video qui sotto. “Ci ho visto una sorta di umorismo da vecchia Hollywood, come quello di Fred Astaire, Donald O’Connor o Jimmy Stewart. Ero entusiasta di farlo e pensavo di fare un buon lavoro, ma non ero sicuro che James l’avesse inteso in quel modo. Quindi, per quanto ne sapevo, non era quello che stava cercando.”

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Tutto quello che sappiamo su Superman

Superman è il primo film dei DC Studios scritto e diretto da James Gunn, con David Corenswet nei panni di Superman/Clark Kent e inaugurerà la fase intitolata “Dei e Mostri“. Il film racconterà un Clark Kent già adulto, alle prese con il delicato equilibrio tra la sua identità kryptoniana e quella umana, in un mondo in cui l’umanità fatica a fidarsi di figure straordinarie. Secondo quanto anticipato, non si tratterà di una storia di origini, ma piuttosto di un ritratto di Superman nel momento in cui cerca il suo posto nel mondo come giornalista al Daily Planet e come eroe capace di ispirare speranza.

Nel cast anche Rachel Brosnahan, Nicholas Hoult, Edi Gathegi, Anthony Carrigan, Nathan Fillion, Isabela Merced, Skyler Gisondo, Sara Sampaio, María Gabriela de Faría, Wendell Pierce, Alan Tudyk, Pruitt Taylor Vince e Neva Howell. Questi attori porteranno sul grande schermo personaggi come Lois Lane, Guy Gardner, HawkgirlMetamorphoLex Luthor e Mister Terrific.

Con il suo stile inconfondibile, James Gunn trasporta il supereroe nel nuovo universo DC, con una miscela unica di racconto epico, azione, ironia e sentimenti, consegnandoci un Superman guidato dalla compassione e da una profonda fiducia nella bontà del genere umano. Il tono del film sarà molto diverso rispetto alle precedenti versioni più cupe: Gunn ha dichiarato che Superman sarà colorato, pieno di emozione e con un protagonista cresciuto in un ambiente familiare sano e amorevole, elemento che influenzerà profondamente la sua personalità.

Il film non solo rilancia l’iconica figura dell’Uomo d’Acciaio, ma getta anche le basi narrative e tematiche per l’intero universo condiviso DC, fondendo umanità, epica e introspezione morale in un racconto di rinascita mitologica.

Il film è al cinema dal 9 luglio distribuito da Warner Bros. Pictures.

Il Primo Giorno della mia Vita: trailer ufficiale del film di Paolo Genovese

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Ecco il trailer ufficiale di Il Primo Giorno della mia Vita, il nuovo film di Paolo Genovese con Toni Servillo, Valerio Mastandrea, Margherita Buy, Sara Serraiocco, Gabriele Cristini e con Vittoria Puccini. Dal 26 gennaio al cinema distribuito da Medusa film.

Il Primo Giorno della mia Vita, la trama

Un uomo misterioso si presenta a quattro persone che hanno toccato il fondo e vogliono farla finita per proporre loro un patto: una settimana di tempo per farle rinnamorare della vita. Il suo intento è quello di offrire la possibilità di scoprire come potrebbe essere il mondo senza di loro e aiutarle a trovare un nuovo senso alle proprie esistenze. Una storia sulla forza di ricominciare quando tutto intorno sembra crollare.

Il Primo Giorno della mia Vita, il poster

Il primo giorno della mia vita: le prime foto con Toni Servillo

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Il primo giorno della mia vita: le prime foto con Toni Servillo

Lotus e Medusa hanno diffuso le prime immagini de Il primo giorno della mia vita, il nuovo film di Paolo Genovese. La sceneggiatura del film, da cui nel 2018 è stato tratto il secondo e omonimo romanzo del regista edito da Einaudi, è scritta dallo stesso Genovese insieme a Paolo Costella, Rolando Ravello e Isabella Aguilar.

Nel cast anche Giorgio Tirabassi, Elena Lietti, Antonio Gerardi, Vittoria Puccini, Thomas Trabacchi e Alessandro Tiberi e con la partecipazione di Lino Guanciale.  Il primo giorno della mia vita è una coproduzione Medusa Film e Lotus Production, prodotta da Marco Belardi per Lotus Production, una società di Leone Film Group. Distribuito da Medusa Film.

Una storia sulla forza di ricominciare quando tutto intorno sembra crollare raccontata attraverso la vita di un uomo (Valerio Mastandrea), due donne (Margherita Buy e Sara Serraiocco) e un ragazzino (Gabriele Cristini) che, convinti di aver toccato il fondo, incontrano un personaggio misterioso (Toni Servillo) in grado di regalare loro una settimana di tempo per scoprire come potrebbe essere il mondo in loro assenza. E se possibile, innamorarsi di nuovo della vita, il cui inestimabile valore viene messo in primo piano.

Il primo giorno della mia vita: al via le riprese del nuovo film di Paolo Genovese

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Sono iniziate a Roma le riprese de Il primo giorno della mia vita di Paolo Genovese che, dopo aver diretto Supereroi, di prossima uscita, torna dietro la macchina da presa con una storia sulla forza di ricominciare quando tutto intorno sembra crollare.  La racconta attraverso la vita di un uomo (Valerio Mastandrea), due donne (Margherita Buy e Sara Serraiocco) e un ragazzino (Gabriele Cristini) che, convinti di aver toccato il fondo, incontrano un personaggio misterioso (Toni Servillo) in grado di regalare loro una settimana di tempo per scoprire come potrebbe essere il mondo in loro assenza. E se possibile, trovare la forza di ricominciare e innamorarsi di nuovo della vita, il cui inestimabile valore viene messo in primo piano.

Pluripremiato autore di titoli di grande successo come ImmaturiTutta colpa di FreudPerfetti sconosciuti e The PlacePaolo Genovese porta sul set un suo soggetto e dichiara: “Tutte le storie hanno un loro destino e se questa arriva proprio adesso, dopo circa quattro anni di scrittura e riscrittura, non è un caso. Penso sia il periodo giusto per fare un film sulla voglia e sulla necessità di ripartire”.

La sceneggiatura del film, da cui nel 2018 è stato tratto il secondo e omonimo romanzo del regista edito da Einaudi, è scritta dallo stesso Genovese insieme a Paolo Costella, Rolando Ravello e Isabella Aguilar.  Il primo giorno della mia vita è una coproduzione Medusa Film e Lotus Production, prodotta da Marco Belardi per Lotus Production, una società di Leone Film Group. Distribuito da Medusa Film.

Fanno parte del cast anche Elena Lietti, Antonio Gerardi, Vittoria Puccini, Thomas Trabacchi e Alessandro Tiberi. La fotografia è affidata a Fabrizio Lucci, la scenografia a Chiara Balducci e i costumi a Gemma Mascagni.   Le settimane di riprese saranno 9 e si svolgeranno interamente a Roma.

Il primo film Netflix di Colin Farrell svela le prime immagini e la data di uscita, mentre il thriller si prepara per la stagione dei premi

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È stato appena annunciato il primo film di Colin Farrell per Netflix, insieme alle prime immagini e alla data di uscita. Netflix è nota per la distribuzione di film prestigiosi che spesso ottengono ottimi risultati durante la stagione dei premi, e questo adattamento di un romanzo potrebbe seguire le stesse orme quando uscirà in autunno.

Colin Farrell è uno degli attori più famosi del momento, recentemente diventato famoso per il ruolo di Oswald Cobb in The Batman e The Penguin. Farrell ha anche recitato in film di successo come The Banshees of Inisherin, In Bruges, The Lobster, Total Recall e molti altri, e questo nuovo film Netflix potrebbe aggiungersi alla lista.

Colin Farrell è il protagonista di Ballad Of A Small Player di Netflix

e le prime immagini sono incredibili

Netflix ha pubblicato le prime immagini di Ballad of a Small Player, un film di prossima uscita con Colin Farrell. Il film è diretto da Edward Berger, l’acclamato regista di All Quiet on the Western Front di Netflix e del film del 2024 Conclave. Ballad of a Small Player è scritto da Rowan Joffé, autore di 28 Weeks Later e The American.

Basato sul romanzo di Lawrence Osborne del 2014, Ballad of a Small Player segue Colin Farrell nei panni di Lord Doyle, un giocatore d’azzardo che si nasconde a Macao, in Cina, dove il suo passato inizia a raggiungerlo. Il thriller psicologico vede anche la partecipazione di Fala Chen, Deanie Ip, Alex Jennings e Tilda Swinton.

Le prime immagini di Ballad of a Small Player mostrano Colin Farrell mentre gioca d’azzardo, cammina per la Cina e si trova in difficoltà, mettendo in evidenza lo stato emotivo in cui si troverà il personaggio durante tutto il film. Oltre a questa anteprima su Tudum, si sa ancora poco del film, ma Ballad of a Small Player si preannuncia come uno dei film più emozionanti in uscita nel 2025.

Ballad of a Small Player uscirà su Netflix il 29 ottobre 2025.

Il primo amore di uno zombie: arriva Warm Bodies

Il primo amore di uno zombie: arriva Warm Bodies

Warm Bodies-film

Dopo vampiri e licantropi è l’ora degli zombie: è infatti in arrivo Warm Bodies, tratto dal recente bestseller di Isaac Marion.

Il Prigioniero: al via le riprese del nuovo film di Alejandro Amenábar con Alessandro Borghi

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Alejandro Amenábar torna sul set con Il Prigioniero un film che racconta le avventure del giovane Miguel de Cervantes, interpretato da Julio Peña (La Casa di Carta: Berlino) imprigionato nella città pirata di Algeri sotto il controllo del tiranno Hasán, interpretato da Alessandro Borghi (Le Otto Montagne).

Santa Pola, 30 aprile 2024. Nelle scorse settimane sono iniziate a Santa Pola le riprese de Il Prigioniero di Alejandro Amenábar. A maggio il set si sposterà al Castello di Santa Barbara ad Alicante, e negli studi Ciudad de la Luz, per proseguire in diverse località della provincia di Valencia e per concludersi a metà giugno nel Real Alcazar di Siviglia.

Il Prigioniero – la trama

Anno 1575. Il giovane Miguel de Cervantes, ferito in uno scontro navale, durante il suo ritorno in Spagna, viene catturato in mare aperto dai corsari algerini. Consapevole che una morte crudele lo attende ad Algeri se il suo riscatto non sarà pagato al più presto, Miguel trova rifugio nella sua passione per il racconto di storie. I suoi affascinanti racconti ridanno speranza anche ai suoi compagni di prigionia e attirano l’attenzione di Hasán, il misterioso e temuto governatore di Algeri, con il quale inizia a sviluppare una strana affinità. Mentre i conflitti crescono tra i suoi disperati compagni, Miguel, guidato dal suo incrollabile ottimismo, inizia a pianificare un audace piano di fuga.

Il regista e autore Alejandro Amenábar dichiara, “In questo film, come nei precedenti, giocherò con i contrasti: dall’oscura realtà in cui viveva Miguel de Cervantes al potere delle sue storie, i suoi epici tentativi di fuga, le dure condizioni di prigionia, la crudeltà dei suoi carcerieri, il paradiso e la lussureggiante esuberanza dell’hamam, o l’allegria delle strade di Algeri. Miguel de Cervantes ha vissuto tutto questo, ed è esattamente ciò che ha plasmato l’umanismo e la complessità della sua opera.

Si sa che uno dei suoi racconti nel Don Chisciotte, intitolato Il prigioniero, contiene numerosi riferimenti autobiografici. Miguel de Cervantes ha lasciato una grande storia non raccontata: la sua. È tempo di conoscerla.

Il Prigioniero è una coproduzione Spagna – Italia realizzata da Mod Producciones, Himenóptero (produttori di The Others, Mare Dentro e Agorà), Misent Produzioni e Propaganda Italia, con la partecipazione di Netflix, RTVE, RAI Cinema e il supporto di ICAA-Ministero della Cultura, Generalitat Valenciana, Lazio Cinema International ed Eurimages.

La produzione esecutiva è affidata a Fernando Bovaira, produttore di tutti i film di Alejandro Amenábar e di serie di successo come I Farad, La Fortuna, Crematorio e El día de mañana. Il team tecnico  è composto da capi reparto che hanno già un sodalizio con il regista come: Álex Catalán, direttore della fotografia, lo scenografo Juan Pedro de Gaspare il tecnico del suono Gabriel Gutiérrez, a cui si aggiungono la costumista italiana  Nicoletta Taranta (nominata ai David di Donatello per L’isola delle Rose, 5 è il numero perfetto e Agadah e vincitrice per Romanzo Criminale), e al trucco e acconciature Ana López Puigcerver e Belen López Puigcerver (nominate agli Oscar® per La Società della Neve). La colonna sonora sarà composta dallo stesso Alejandro Amenábar.

Il prescelto: trama, cast e finale del film con Nicolas Cage

Il prescelto: trama, cast e finale del film con Nicolas Cage

Negli ultimi decenni l’attore premio Oscar Nicolas Cage ha preso parte a film di ogni genere possibile, alcuni più riusciti altri meno. In ogni caso, molti dei titoli a cui ha preso parte sono poi divenuti noti come dei piccoli cult, o scult. Tra questi si colloca in particolar modo il film del 2006 Il prescelto, scritto e diretto da Neil LaBute. Un film decisamente particolare, che – tra detective story e horror – è ancora oggi ricordato in maniera contrastante per numerosi motivi. Il film è infatti il remake di The Wicker Man, opera del 1973 diretta da Robert Hardy.

Questo è considerato uno dei film horror più importanti di sempre, ancora oggi ricordato come un cult di grande importanza e rilevanza. Nell’attuare un suo rifacimento, LaBute decise innanzitutto di spostare l’ambientazione dalla Scozia all’America contemporanea, riadattando dunque la storia al nuovo contesto. Nell’originale, infatti, il protagonista era un uomo molto religioso in lotta contro un mondo dionisiaco, qui invece è costretto a fare i conti con una comunità di ecologiste che schiavizzano i maschi.

Affermatosi come un grande insuccesso, Il prescelto è considerato da molti come un film comico involontario, che merita però di essere visto proprio per la sua natura stravagante. Prima di intraprendere una visione del film, però, sarà certamente utile approfondire alcune delle principali curiosità relative a questo. Proseguendo qui nella lettura sarà infatti possibile ritrovare ulteriori dettagli relativi alla trama e al cast di attori. Infine, si elencheranno anche le principali piattaforme streaming contenenti il film nel proprio catalogo.

Il prescelto trama
Ellen Burstyn e Kate Beahan in Il prescelto. Foto di -/ALAN MARKFIELD – © 2006 EQUITY PICTURES MEDIENFONDS GMBH & CO. KG III AND NU IMAGE ENTERTAINMENT GMBH

La trama di Il prescelto

Protagonista del film è Edward Malus, un poliziotto in congedo che ha lasciato il distintivo poiché afflitto dai sensi di colpa. Egli non è infatti riuscito a salvare una donna e sua figlia da un brutto incidente stradale, e da quel momento vive con grande dolore quel ricordo e la sensazione di impotenza provata. A richiamarlo all’azione, però, vi è Willow, sua ex fidanzata che gli chiede di aiutarla a ritrovare la figlia Rowan. La bambina è scomprarsa su un’isola al largo della costa dello Stato di Washington, dove le due vivono con una setta matriarcale di neopagani.

Qui, egli fa in particolare la conoscenza di Suor Summerslsle, l’anziana santona che governa la comunità e incarna la Dea adorata dagli adepti. Questa racconta ad Edward le origini della comunità, sfuggita nel corso dei secoli a numerose persecuzioni contro le sedicenti streghe. Inquietato dalla presenza della santona e dall’atmosfera ostile della setta Edward inizia a cercare la piccola. Piano piano, nel poliziotto si fa strada l’atroce dubbio che la bambina sia stata rapita per diventare la vittima sacrificale di un rito pagano o qualcosa di ancora peggiore.

Il cast del film

Come anticipato, ad interpretare il ruolo del protagonista Edward Malus è l’attore Nicolas Cage. Questi aveva conosciuto il film del 1973 grazie al chitarrista Johnny Ramone, a cui poi Cage ha fatto dedicare la nuova pellicola. L’attore si interessò infatti molto alla realizzazione del remake di The Wicker Man, a tal punto da produrlo con la sua società di produzione, la Saturn Films. L’attore ha poi respinto con forza le critiche nei confronti del film, affermando che la sua comicità era voluta, in quanto Il prescelto era pensato per essere una black comedy..

Accanto a lui, nei panni di Willow Woodward, vi è l’attrice Kate Beahan. Il ruolo era originariamente stato offerto a Winona Ryder, la quale però rifiuto categoricamente poiché aveva odiato la sceneggiatura. Nel ruolo di suor Summerslsle vi è invece l’attrice premio Oscar Ellen Burstyn, nota per i film Alice non abita più qui e Requiem for a Dream. Nel film sono inoltri presenti dei brevi cameo degli attori James Franco e Aaron Eckhart. Il primo dei due è presente come uno dei clienti nella scene ambientata all’interno di un bar.

Il prescelto cast
Ellen Burstyn in Il prescelto. Foto di -/ALAN MARKFIELD – © 2006 EQUITY PICTURES MEDIENFONDS GMBH & CO. KG III AND NU IMAGE ENTERTAINMENT GMBH

La descrizione del finale del film

Giunti al finale, Edward scoprirà, ormai troppo tardi, di essere lui stesso la vittima sacrificale designata del rito che sta per consumarsi e che la richiesta d’aiuto era stata tutta una manovra dell’intera comunità per attirarlo sull’isola: verrà messo al rogo dentro un altissimo spaventapasseri e ad appiccare il fuoco sarà proprio sua figlia Rowan. Nella scena finale notiamo poi due poliziotti in un bar con due ragazze, ovvero Willow e una delle sorelle, che stanno per ingannare i due agenti e fargli fare la stessa fine di edward. Il film si conclude dunque con la morte di edward e la caduta della testa dello spaventapasseri.

Il trailer di Il prescelto e dove vedere il film in streaming e in TV

È possibile fruire di Il prescelto grazie alla sua presenza su une delle più popolari piattaforme streaming presenti in Italia. Questo è infatti disponibile nel catalogo di Infinity+. Per vederlo, basterè sottoscrivere un abbonamento generale e si avrà così modo di guardarlo in totale comodità e ad un’ottima qualità video. Il film è inoltre presente nel palinsesto televisivo di lunedì 17 giugno alle ore 21:00 sul canale Iris.

Fonte: IMDb

Il prequel animato di Snowpiercer è on-line

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Il prequel animato di Snowpiercer è on-line

prequel animato di SnowpiercerEcco un prequel animato di Snowpiercer, prossimo film diretto da Bong Joon-ho (The Host) e con un cast di stelle di prim’ordine: Chris EvansKang-ho SongJohn Hurt, Tilda SwintonJamie BellEd HarrisEwen BremnerOctavia Spencer e Ko Asung.

Il video ha un rating R e dura circa 4 minuti:

 

Qui la nostra gallery del film:

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Trama:

Snowpiercer è ambientato in un futuro in cui, dopo un esperimento fallito per fermare il riscaldamento globale, l’era glaciale uccide tutta la vita sul pianeta, tranne che per gli abitanti che si trovano sul Snowpiercer, un treno che viaggia in tutto il mondo ed è alimentato da un motore in moto perpetuo.  Sul treno cominciano a nascere divergenze sociali, e ha inizio una ribellione.

Fonte: CBM

Il premio: prime foto del film di Alessandro Gassmann

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Il premio: prime foto del film di Alessandro Gassmann

Italian International Film ha diffuso le prime foto ufficiali di Il Premio, il nuovo film Alessandro Gassmann con GIGI PROIETTI, ALESSANDRO GASSMANN, ANNA FOGLIETTA, ROCCO PAPALEO, MATILDA DE ANGELIS, MARCO ZITELLI, ERICA BLANC e con la partecipazione di ANDREA JONASSON.  Di seguito tutte le foto: [nggallery id=3142]

Una produzione Italian International Film con Vision Distribution e distribuito da Vision Distribution

Il Premio

Il Premio racconta il viaggio di Giovanni Passamonte (Gigi Proietti), uno scrittore di fama internazionale che viene insignito del premio Nobel per la Letteratura. Per paura di volare, Passamonte decide di partire verso Stoccolma in auto con Rinaldo (Rocco Papaleo), suo assistente da sempre.  

Inaspettatamente, si uniscono a loro i due figli Oreste (Alessandro Gassmann) proprietario di una palestra prossima alla chiusura e Lucrezia (Anna Foglietta) inconcludente e nevrotica blogger.

Durante le numerose tappe di questo viaggio pieno di imprevisti, il gruppo incontrerà curiosi personaggi che metteranno ironicamente in discussione le certezze dei protagonisti, costringendoli finalmente a svelare dinamiche familiari insospettabili e a conoscersi veramente.

Il Premio: Gassmann, Foglietta e Papaleo parlano del film

Il Premio: Gassmann, Foglietta e Papaleo parlano del film

Ecco l’intervista a Alessandro Gassmann, Anna Foglietta e Rocco Papaleo, protagonisti de Il Premio, dal 6 dicembre al cinema. Gassmann ha anche scritto e firmato la regia del film.

Il Premio, recensione del film di e con Alessandro Gassmann

La trama: Giovanni Passamonte (Gigi Proietti) ha avuto una vita esagerata: molte mogli e molti figli, ha scritto numerosi best seller di successo internazionale, e, nel frattempo, è diventato un uomo cinico ed egocentrico. Quando gli comunicano che ha vinto il Premio Nobel per la Letteratura, per paura di volare, decide di partire in auto verso Stoccolma per andare a ritirare il premio insieme a Rinaldo (Rocco Papaleo), suo assistente da sempre.
Al lungo viaggio in auto partecipano anche i due figli di Giovanni Passamonte, Oreste (Alessandro Gassmann), personal trainer, e Lucrezia (Anna Foglietta), blogger di successo.

La strada da Roma a Stoccolma si trasformerà in un percorso denso di imprevisti in cui il gruppo incontrerà curiosi personaggi, ma si rivelerà per tutti un’occasione unica per affrontare dinamiche familiari insospettabili e conoscersi veramente.

Nel cast del film ci sono Alessandro Gassmann, Anna Foglietta, Rocco Papaleo, Gigi Proietti, Marco Zitelli e Matilda De Angelis.

Il Premio: due clip con Alessandro Gassmann

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Il Premio: due clip con Alessandro Gassmann

Guarda due clip di Il Premio, il film di e con Alessandro Gassman con protagonisti Gigi Proietti,  Rocco Papaleo, Anna Foglietta, Matilda De Angelis, Marco Zitelli, e con la partecipazione di Andrea Jonasson e Erica Blanc.

 

Il Premio, recensione del film di e con Alessandro Gassmann

Giovanni Passamonte (Gigi Proietti) ha avuto una vita esagerata: molte mogli e molti figli, ha scritto numerosi best seller di successo internazionale, e, nel frattempo, è diventato un uomo cinico ed egocentrico. Quando gli comunicano che ha vinto il Premio Nobel per la Letteratura, per paura di volare, decide di partire in auto verso Stoccolma per andare a ritirare il premio insieme a Rinaldo (Rocco Papaleo), suo assistente da sempre.

Al lungo viaggio in auto partecipano anche i due figli di Giovanni Passamonte, Oreste (Alessandro Gassmann), personal trainer, e Lucrezia (Anna Foglietta), blogger di successo.

La strada da Roma a Stoccolma si trasformerà in un percorso denso di imprevisti in cui il gruppo incontrerà curiosi personaggi, ma si rivelerà per tutti un’occasione unica per affrontare dinamiche familiari insospettabili e conoscersi veramente.

Prodotto da FULVIO e FEDERICA LUCISANO – Una co – produzione italo-danese  ITALIAN INTERNATIONAL FILM – SPACE ROCKET NATION  con VISION DISTRIBUTION – Una distribuzione VISION DISTRIBUTION

Il Premio, recensione del film di e con Alessandro Gassmann

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Il Premio, recensione del film di e con Alessandro Gassmann

Dopo Razzabastarda, Alessandro Gassmann torna dietro la macchina da presa e dirige Il Premio, storia di famiglia, avventura on the road, commedia e, nel finale, persino farsa.

Nel film Oreste è un personal trainer che sogna di aprire una palestra; Giovanni, suo padre, è un celebre scrittore che è in partenza per la Svezia, dove ritirerà il premio Nobel per la Letteratura; Lucrezia, la sorella, è una donna che insegue il sogno della fama tramite i social; Rinaldo è il più fidato amico e assistente del celebre scrittore. Questa compagnia partirà per un viaggio buffo, insolito, avventuroso, che non risparmia momenti di riflessione, alla scoperta di un uomo, della suo rapporto con i figli e di questi stessi figli, alla disperata ricerca inconsapevole di un padre che non hanno mai davvero conosciuto.

Il Premio, al cinema dal 6 dicembre, è la seconda regia di Alessandro Gassmann che porta sullo schermo la storia di un papà famoso e del suo rapporto con i figli. Verrebbe da pensare subito a un racconto biografico, dal momento che la memoria del grande Vittorio si mantiene viva negli anni.

Il film si rivela tuttavia un road movie di formazione, nella più classica delle forme, nonostante i protagonisti siano ben oltre l’età in cui ci si “forma”. Ognuno dei protagonisti è alla ricerca di una parte mancante e sembra che soltanto il confronto forzato, all’interno dell’abitacolo dell’auto che li porta in Svezia, o dentro le case o gli alberghi in cui passano la notte, sia in grado di mettere tutti in diretto contatto con ciò che cercano. Fondamentalmente si tratta di un legame; con un padre irraggiungibile, con un’ambizione inculcata, con un’amore, o semplicemente con la vita vera.

Il Premio, recensione

Alla fine del viaggio, che si chiude con una scena sopra le righe, che sfiora la farsa, i protagonisti si trovano di nuovo (o per la prima volta?) a contatto con loro stessi, inchinandosi a un pubblico di circostanza, ringraziando per l’ascolto e gli applausi.

Ancora acerbo come regista, Alessandro Gassmann occupa la scena con la sua consueta padronanza, nonostante siano i toni drammatici quelli che gli si addicono di più, un aspetto troppo poco sfruttato di un attore che ha carisma e fisico per spiccare, più di quanto non faccia al cinema (e infatti si dedica molto al teatro). Sorellastra di finzione di Gassmann è Anna Foglietta; l’interprete romana conferma ad ogni ruolo una grande versatilità, dedizione e metodo, dando sempre il meglio anche con personaggi che non sempre sono scritti con cura. Rocco Papaleo è invece l’assistente dello scrittore famoso: un ruolo dimesso e di relativamente poche parole per uno che la scena, la divora con l’appeal da comico consumato.

A chiudere questo poker c’è Gigi Proietti; l’appartenenza alla grande generazione di mattatori del cinema (e del teatro italiano), la conoscenza personale con Vittorio Gassmann, rendono ancora più forte la sensazione che il film contenga una porzione abbondante di autobiografia, un segreto di normalità, nascosto tra la parte pubblica dell’attore, in generale delle donne e degli uomini con un profilo pubblico.

Ne Il Premio, Alessandro Gassmann mostra che ha ancora tanto da imparare da un punto di vista della regia, ma conferma che ha tanto da dire e che riesce a farlo con leggerezza, ironia, anche tentando percorsi poco battuti.

Il Premio Solinas al Teatro Palladium

Il Premio Solinas al Teatro Palladium

PREMIO SOLINAS ROMA TRE INTEGRA-LAB prosegue il ciclo di MASTER CLASS presso il Teatro Palladium – Università Roma Tre con proiezione di FILM tratti da opere finaliste e vincitrici del Premio Solinas per sottolineare l’importanza degli sceneggiatori e delle storie per il successo di un Film. Attraverso le proiezioni dei Film del Premio Solinas, ripercorriamo un pezzo di storia del nuovo Cinema Italiano, permettiamo alle nuove generazioni e agli studenti di conoscere le opere di esordio di Autori affermati e proponiamo  Master Class interattive.

Giovedì 28 aprile alle ore 20:30 ci sarà la proiezione del film “La seconda volta” diretto da Mimmo Calopresti, interpretato da Valeria Bruni Tedeschi e Nanni Moretti. Il film, presentato in concorso al Festival di Cannes 1996, racconta la storia di Alberto Sajevo, un professore universitario che per caso un giorno incontra Lisa, la terrorista che dodici anni prima aveva tentato invano di ucciderlo. Dapprima la ragazza non lo riconosce ma quando il professore svela la propria identità il confronto si inasprisce fino allo scontro.

Seguirà la Master Class di Francesco Bruni, Mimmo Calopresti, Heidrun Schleef, sceneggiatori dell’opera diretta da Mimmo Calopresti.

Sabato 30 aprile alle ore 20:30 ci sarà la proiezione di “Vito e gli altri”, primo film di Antonio Capuano, che ha vinto il premio come Miglior regista esordiente ai Nastri d’argento 1992. La storia è quella di Vito, rimasto da solo e affidato alla zia, dopo che il padre ha massacrato senza ragione la sua famiglia, risparmiandolo. Vito, lasciato crescere senza una guida, vive nelle strade fra furti, rapine e spaccio, confrontandosi con i suoi compagni di pena alle prese con il suo stesso percorso che lo porterà a diventare sicario della camorra. Seguirà la Master Class di Antonio Capuano, regista e sceneggiatore del film.

Le proiezioni e le Master Class saranno gratuite e aperte al pubblico e agli studenti.

La proiezione del film inizierà alle ore 20:30 presso il Teatro Palladium (Piazza Bartolomeo Romano, 8) e sarà seguita dalla Master Class degli Autori.

Il premio del destino, la seconda stagione della serie in arrivo su AppleTV+

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Apple TV+ ha svelato oggi la seconda stagione di Il premio del destino, la serie comedy creata dal vincitore dell’Emmy David West Read (“Schitt’s Creek”) e interpretata da un cast corale guidato da Chris O’Dowd.

Il premio del destino: quando esce e dove vederla in streaming

La nuova stagione, composta da 10 episodi, farà il suo debutto su Apple TV+ il 24 aprile con i primi tre episodi, seguiti da un nuovo episodio settimanale ogni mercoledì fino al 12 giugno.

Il premio del destino: la trama e il cast

Basata sull’omonimo romanzo di M.O. Walsh, la seconda stagione torna a seguire gli abitanti di Deerfield quando la macchina Morpho li prepara per la misteriosa “fase successiva”. Mentre i potenziali rivelati di ognuno vengono scambiati per visioni, nascono nuove relazioni e si pongono nuove domande in città. Dusty (Chris O’Dowd) e Cass (Gabrielle Dennis) decidono di separarsi, mentre Trina (Djouliet Amara) e Jacob (Sammy Fourlas) imparano che possono liberarsi delle loro vecchie etichette. Giorgio (Josh Segarra) e Izzy (Crystal Fox) trovano la propria storia d’amore, mentre Hana (Ally Maki) e Padre Reuben (Damon Gupton) cercano di scoprire quale sia lo scopo della macchina. La piccola comunità si trova ancora una volta a mettere in discussione ciò che pensava di sapere sulla vita dei propri abitanti, sui loro rapporti, le loro potenzialità e sulla Morpho stessa.

La seconda stagione accoglie vecchie e nuove guest star, tra cui Justine Lupe, Aaron Roman Weiner, Mary Holland, Patrick Kerr, Cocoa Brown, Carrie Barrett, Elizabeth Hunter, Jim Meskimen, Matt Dellapina e Melissa Ponzio ed è prodotta da Skydance Television e CJ ENM/Studio Dragon.

David West Read è showrunner e produttore esecutivo, insieme a David Ellison, Dana Goldberg e Matt Thunell per Skydance Television, Miky Lee, Jey-hyun Kim e Hyun Park per Studio Dragon, Bill Bost e Sarah Walker. Steven Tsuchida, Heather Jack, Jordan Canning, Satya Bhabha e Declan Lowney dirigono la serie.

La prima stagione di “Il premio del destino” ha rapidamente raggiunto lo status Certified Fresh su Rotten Tomatoes ed è stata definita come “stimolante”, “esilarante” e “uno dei migliori debutti comici degli ultimi anni”.

Il potere del cane: teaser trailer del film Netflix con Benedict Cumberbatch

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Netflix ha diffuso il teaser trailer di Il potere del cane, l’atteso film Originale Netflix diretto da Jane Campion che sarà presentato alla 78° Mostra d’Arte Cinematografica di Venezia. Protagonisti del film sono Benedict Cumberbatch, Kirsten Dunst, Jesse Plemons, Thomasin McKenzie, Kodi Smit-McPhee e Frances Conroy.

Nel film Il potere del cane (The Power of the Dog) il carismatico allevatore Phil Burbank incute paura e rispetto. Quando il fratello porta la nuova moglie e il figlio di lei a vivere al ranch di famiglia, Phil li tormenta finché non si ritrova vulnerabile alla possibilità di innamorarsi.

Il potere del cane, recensione del film di Jane Campion

Il potere del cane, recensione del film di Jane Campion

L’inchiostro che sporcava le mani di John Keats in Bright Star si trasforma ne Il potere del cane in materia fangosa, pronta a rivestire i corpi selvaggi di uomini e donne che recidono i legami con la propria umanità, andandosi a mescolare con il sudore, la terra, l’essenza primigenia e primitiva di istinti privi di raziocino.

La delicatezza delle dita che sfiorano i tasti di un pianoforte in Lezioni di piano, dando vita a sinfonie conturbanti e commoventi, lasciano spazio a urla interiori di uomini e donne inascoltate, invisibili agli sguardi di chi ha occhi per ammirare la bellezza di un paesaggio ameno, ma non di un’umanità che brucia come boschi nel cuore di un incendio.  

Il potere del cane, la trama

Montana, 1925. I fratelli Burbanks, Phil e George, sono gli eredi di un grande ranch di famiglia, che mandano avanti occupandosi dello spostamento di mandrie, dell’essicazione delle pelli e dell’addestramento degli uomini di fatica. Mentre George è un uomo sensibile e desidera una famiglia, Phil è un uomo che si scalda facilmente, ossessionato dal mito del suo mentore Bronco Henri. Quando George prende in sposa la giovane vedova Rose e la porta al ranch, Phil prende di mira la donna e suo figlio Peter e non smette di tormentarli.

Suggestiva amenità in rattrappita umanità

Sviluppata in orizzontale, con carrellate che si sostituiscono, moltiplicandosi, allo sguardo di un uomo che ammira lo spazio immenso dinnanzi a lui, la regia di Jane Campion crea una passerella bucolica di ambienti vasti, che finiscono per rendere ancora più piccoli, i suoi protagonisti. Pochi i primi piani destinati a ogni personaggio che attraversa il suo campo di visione. Colto nell’ambiente che più lo rappresenta, Phil, Peter e Rose diventano essi stessi parte di quello spazio, sia esso domestico, che naturale. Un’estensione umana di carte da parati, lenzuola di letti disfatti, o acque di laghi nascosti, i personaggi della Campion perdono la loro compattezza umana per abbigliarsi di astrattezza. Ciò comporta un’incapacità da parte dello spettatore di comprendere appieno le loro intenzioni, racchiudere i loro pensieri, immedesimarsi negli spazi incancreniti, o non del tutto maturarti, della loro umanità. 

Nell’anima di Phil tutto è contrastato da un senso di repressione, sia affettiva che sentimentale per un’omosessualità latente e non accettata. Una lotta interiore che intacca la resa narrativa in cui tutto è suggerito senza essere indagato a fondo. Una superficialità emotiva che stride con una maniacalità estetica di passaggi colti nella loro bellezza ed enfatizzati da una fotografia tenue, che tutto prende e dipinge di luce e tonalità calde. Una galleria di quadri impressionisti incastonati in sguardi dai ritratti caravaggeschi dove l’ombra dell’anima si scontra con la luce tenue, romantica (nel senso poetico del termine) della natura.

Se l’ambiente esterno è quasi tangibile, il mondo interno dei personaggi è un compendio astratto, sfuggente, di anime in perpetuo cambiamento e difficili da tratteggiare. Un labirinto empatico che lascia persi, senza senso dell’orientamento, i propri spettatori, ma al posto di incuriosirli con fare perturbante, finisce per lasciare loro in bocca un senso di insoddisfazione.

Il potere del cane: diavoli bloccati in essere

I personaggi di Il potere del cane sono spettri che nascono dalla profondità della terra; esseri luciferini, i cui sguardi incendiati da fuochi interiori incapaci di tradursi in dialoghi e sfoghi verbali, sono filtrati da occhi brucianti, e gesti autodistruttivi. La discesa nell’inferno personale di questi personaggi, immortalata dicotocamente in un paesaggio bucolico e paradisiaco, è un cammino segnato da una musica empatica, martellante, che grazie al talento di Jonny Greenwood segna il ritmo sincopato di passi destinati a un arco narrativo incompiuto, sebbene orientato verso un masochismo latente, scevro di partecipazione affettiva.

Dopo Lezioni di piano, due mondi così in netto contrasto come quello dei fratelli Burbanks da una parte, e quello di Rose e Peter dall’altra, si incontrano e scontrano ai piedi di un micro-universo fatto di polvere e pelli, mentre le facce si sporcano di sangue. L’essere che non sa comunicare e che cerca di aprirsi al mondo un po’ come la mano che scriveva d’amore senza averlo mai conosciuto in Bright Star, non viene del tutto sviluppato nella sua potenza latente con il personaggio di Phil. È lui il perno centrale attorno a cui vanno a svilupparsi le dinamiche di Il potere del cane.

Un uomo solitario, come sottolineato dalle inquadrature della Campion che lo isolano dagli altri, destinando la ripresa solo alla sua figura evitando di coinvolgere anche piccole parti di coloro che lo circondano, e che impedisce, proprio a causa di questa sua incapacità di relazione, di portare a compimento la linea narrativa dedicata ai personaggi. I volti dei protagonisti – e quello di una Mary che da angelo del focolare si tramuta in diavolo domestico in primis – si fanno ritratti simulacrali di più sconfitte, di un passato che ritorna senza sfociare in alcun barlume di futuro. Le inquadrature sembrano accarezzare un incanto feroce, quello di una bestialità che non dimentica l’umanità. Ciò che ne consegue, tra pennellate cinematografiche di interesse estetico ed estatico, è un ritratto subliminale di un paesaggio di matrice western fatto di memorie torbide e rimosse.

La perfezione del singolo nella delusione del totale

Preso singolarmente, ogni componente narrativo, visivo e musicale che va a formare Il potere del cane è una gemma preziosa di rara bellezza estetica. Una volta messi insieme, ogni elemento è come se depotenziasse ciò che lo precede e lo segue, rubandosi forza vitale gli uni agli altri. È paradossale constatare come la combinazione studiata di parti strutturali esteticamente perfetti, crei una figura umana straniante: attraente se vista da vicino in ogni singola cellula epidermica, scialba se osservata da lontano nel suo complesso.

Se lo sguardo della Campion ha il potere di rendere sensuale ogni cosa, i suoi personaggi restano bloccati in potenza, imprigionati tra i bordi dei tipi sociali e narrativi a loro affidati.  Un’aspirazione a un’evoluzione incapace di compiersi che finisce per limitare al ruolo di semplici figure figuranti i suoi protagonisti, diavoli distanti che non riescono a coinvolgere lo spettatore nel loro inferno personale.

La tematica e le vicende personali già affrontate da Thomas Savage nel romanzo da cui il film trae ispirazione, è qui declinata in modo deludente, sprofondando in un’afasia di linguaggio affettivo che tanto vorrebbe dire e poco riesce a comunicare. E così l’istinto si prosciuga, il dolore si rattrappisce e la bestialità violenta si limita a divenire un senso di angosciosa paura; la paura di un cane che abbaia, ma non morde.

Il Potere dei Soldi: recensione del film con Liam Hemsworth

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Il Potere dei Soldi: recensione del film con Liam Hemsworth

Arriva al cinema distribuito da Moviemax Il Potere dei Soldi, il film diretto da Robert Luketic. In Il Potere dei Soldi Adam Cassidy (Liam Hemsworth) è un prodigio dell’informatica sottoimpiegato in una grossa società di telecomunicazioni. Come l’amico fraterno Kevin (Lucas Till) ha solo due preoccupazioni in testa: mettere a punto un progetto rivoluzionario che gli consentirà il salto nell’iperuranio dei ricchi dirigenti dell’azienda e sbarcare il lunario per arrivare senza debiti alla fine del mese. Il ragazzo, infatti, viene da Brooklyn, il lato povero della Grande Mela, quello in cui le persone, per sopravvivere, devono passare l’esistenza a spaccarsi la schiena correndo anche il rischio di vedersi tolta la copertura assicurativa una volta contratta una malattia cronica, quello da cui fuggire il più velocemente possibile. L’occasione tanto agognata per presentare il sudato progetto alla fine arriva, ma il  colloquio con il potente Presidente della compagnia, Nicolas Wyatt (Gary Oldman), è un insuccesso tale che Adam, insieme ai suoi amici, viene licenziato in tronco.

Il Potere dei Soldi recensione film

Diretto da Robert Luketic su sceneggiatura di Jason Hall e Barry L. Levy, Il Potere dei Soldi, sebbene pregevole nelle intenzioni di criticare un mondo in cui squali oltremodo ambiziosi divorano tutto e giovani straordinariamente intelligenti non ottengono nulla, è un film che funziona a stento. La fotografia di una società iniqua e squilibrata, uno dei punti di forza della pellicola,  viene purtroppo relegata sullo sfondo, mentre in primo piano si susseguono una storia d’amore totalmente gratuita tra il protagonista e una collega, un gioco di spionaggio noioso e, soprattutto, un percorso di crescita dai toni paternalistici al limite del sopportabile. Un vero peccato, perché il tema della disuguaglianza sociale e quello del rapporto tra potere e dispositivi elettronici portatili, guinzagli tanto invisibili quanto efficaci, sono i due aspetti chiave del film. Solo quando da un’inquadratura all’altra si rincorrono immagini di personaggi sotto vigilanza continua, vittime di telecamere nascoste, di chip nei telefonini, di gps attivati da remoto, di social network confessionali, emerge il lato intrigante de Il Potere dei Soldi.

Gli sceneggiatori, però, nonostante in un primo tempo tentino un approccio costruttivo a spinose questioni contemporanee, come la sparizione della privacy o l’uso di internet e dei cellulari come strumenti di controllo, non dimenticano che il lungometraggio di Luketic deve essere in primis un prodotto d’intrattenimento e quindi lasciano presto perdere ogni polemica. Gli effetti speciali per mostrare una città in rapido e continuo cambiamento e un bel lieto fine ad accontentare tutti al di qua e al di là del ponte di Brooklyn sono forse il segno più tangibile e deludente di questa, discutibile, scelta.

Il potere dei soldi: la spiegazione del finale del film

Il potere dei soldi: la spiegazione del finale del film

Il potere dei soldi (qui la recensione) è un thriller tecnologico del 2013 diretto da Robert Luketic, con un cast di grande richiamo che vede protagonisti Liam Hemsworth, Gary Oldman e Harrison Ford. Il film si inserisce nel filone dei corporate thriller, un sottogenere che affonda le sue radici nel cinema statunitense degli anni ’80 e ’90, aggiornandolo ai tempi della guerra tecnologica e delle spietate dinamiche aziendali contemporanee. Ambientato tra i grattacieli e le ombre di una New York dominata da interessi economici e ambizioni senza scrupoli, il film mette in scena una sfida all’ultimo segreto tra due giganti dell’industria tecnologica, con al centro un giovane pedone in balia del sistema.

Oltre al carisma indiscusso dei suoi protagonisti veterani, Il potere dei soldi trova il suo punto di forza anche nella regia ritmata e nell’atmosfera tesa, costruita su un costante gioco di sospetti, tradimenti e colpi di scena. Il film affronta tematiche attuali come l’etica professionale, la sorveglianza digitale, la manipolazione delle informazioni e il prezzo del successo, interrogandosi su quanto sia facile perdere se stessi in un mondo in cui il potere è l’unica vera moneta. In questo senso, il film propone una riflessione non solo sull’ambiente ipercompetitivo delle multinazionali, ma anche sulle fragilità e le illusioni personali che alimentano quel sistema.

Nel corso di questo articolo, ci concentreremo in particolare sul significato e la costruzione del finale, analizzando come le scelte narrative e i destini dei personaggi offrano una sintesi delle tensioni accumulate nel corso del film. L’epilogo di Il potere dei soldi, seppur apparentemente lineare, apre infatti a interpretazioni più profonde legate al concetto di identità, compromesso e riscatto. Proveremo a capire quale messaggio lascia davvero lo scontro tra ambizione e integrità, e cosa resta al termine del gioco quando tutte le carte sono state scoperte.

Harrison Ford e Gary Oldman in Il potere dei soldi
Harrison Ford e Gary Oldman in Il potere dei soldi. Foto di Peter Iovino – © 2012 Paranoia Acquisitions LLC. All rights reserved.

La trama di Il potere dei soldi

Il potere dei soldi segue la storia di Adam Cassidy (Liam Hemsworth), un giovane impiegato di origini umili che lavora per una potente azienda tecnologica guidata dal carismatico ma spietato Nicholas Wyatt (Gary Oldman). Dopo essere stato licenziato per aver commesso un errore, Adam viene ricattato da Wyatt: dovrà infiltrarsi in una compagnia rivale, la Eikon, fondata da Jock Goddard (Harrison Ford), ex mentore di Wyatt, per rubare segreti industriali. Costretto a scegliere tra la galera e una vita di lusso costruita sull’inganno, Adam accetta e si ritrova coinvolto in un gioco ad alto rischio tra due colossi dell’industria hi-tech.

Mentre si insinua nella Eikon e guadagna la fiducia di Goddard, Adam si rende conto di essere diventato una pedina sacrificabile in una guerra senza scrupoli. Le sue relazioni personali iniziano a deteriorarsi, in particolare quella con Emma Jennings (Amber Heard), dirigente di Eikon e suo interesse amoroso, che intuisce che qualcosa non va. Man mano che la tensione cresce e le bugie si moltiplicano, Adam dovrà decidere se continuare a giocare secondo le regole dei potenti o ribellarsi per salvare se stesso e le persone a cui tiene. Il film alterna azione, intrighi aziendali e riflessioni morali su potere, ambizione e integrità personale.

La spiegazione del finale

Nelle scene finali de Il potere dei soldi, Adam riesce a ribaltare la situazione dopo essere stato manipolato da entrambi i magnati della tecnologia, Wyatt e Goddard. Egli sfrutta infatti le competenze tecnologiche e le risorse apprese per mettere in atto un piano che lo libera dall’influenza sia di Wyatt che di Goddard. Grazie all’aiuto del suo team e a una registrazione compromettente, riesce ad incastrare il primo, facendolo arrestare per le sue attività illegali. Allo stesso tempo, riesce a recuperare il controllo sulla sua vita personale e a riconciliarsi con la sua coscienza, scegliendo di non seguire più la strada della corruzione e del potere a ogni costo.

Amber Heard e Liam Hemsworth in Il potere dei soldi
Amber Heard e Liam Hemsworth in Il potere dei soldi. Foto di Peter Iovino – © 2012 Paranoia Acquisitions LLC. All rights reserved.

Il significato di questo epilogo si radica in una riflessione sull’autonomia morale in un sistema dominato dall’opportunismo. Adam, inizialmente attratto dall’idea di “farcela” a ogni costo, scopre a proprie spese quanto sia facile perdere il controllo di sé e dei propri valori quando si è esposti alle logiche predatorie del potere economico. Il finale rappresenta un momento di redenzione, in cui il protagonista sceglie consapevolmente di staccarsi dal meccanismo che rischiava di trasformarlo in una semplice pedina. L’elemento di ribellione non è tanto nella denuncia del sistema, quanto nell’atto di sottrarsi ad esso, rifiutando di perpetuarne la logica.

Tematicamente, Il potere dei soldi propone quindi una critica chiara alla cultura aziendale contemporanea, che premia l’ambizione cieca e la disumanizzazione delle relazioni professionali. Il film mette a confronto due archetipi: il giovane idealista tentato dalla scorciatoia del successo e i vecchi squali dell’industria, pronti a tutto pur di vincere. La scelta di Adam di ribellarsi segna una rottura significativa e simbolica: è il rifiuto di diventare il “nuovo loro”. Il finale suggerisce così che esiste una possibilità di riscatto anche per chi è caduto nelle trame del potere, ma che tale possibilità passa sempre da una presa di coscienza personale.

In conclusione, dunque, il finale chiude il cerchio narrativo su una nota etica, più che spettacolare. Non è la vittoria su un nemico esterno a dare senso alla vicenda, bensì il recupero dell’identità da parte del protagonista, che smette di recitare un ruolo per diventare finalmente se stesso. La lezione finale non è tanto che il potere corrompe, quanto che la vera forza sta nel sapere dire “no” quando tutto spinge a dire “sì”.

Il potere dei soldi Trailer italiano del film con Harrison Ford

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Il potere dei soldi Trailer italiano del film con Harrison Ford

il-potere-dei-soldi-trailer-italianoGuarda il Trailer italiano ufficiale de Il potere dei soldi, lo spy thriller diretto da Robert Luketic e intrepretato da Gary Oldman, Harrison Ford, Liam Hemsworth e Amber Heard. La pellicola arriverà nelle sale italiano dal 12 settembre 2013 distribuito da Moviemax.

Adam Cassidy è un giovane e ambizioso tecnico del gigante delle telecomunicazioni Wyatt Corporation. Dopo un fatale errore subisce il ricatto del suo dirigente che lo obbliga a diventare una spia e a intrufolarsi all’interno della compagnia rivale. Ben presto si troverà intrappolato in una guerra tra due magnati.

Le riprese del film Il potere dei soldi si sono state effettuate tra i mesi di luglio e dicembre 2012 e si svolgono nello stato della Pennsylvania (Stati Uniti d’America), tra le città di Wyndmoor, Filadelfia ed Aston. Tratta dall’omonimo romanzo di Joseph Finder, la sceneggiatura del film è passata attraverso le mani di due sceneggiatori prima di trovare la sua forma conclusiva. Barry Levy e Jason Dean Hall poi, hanno infatti lavorato allo script separatamente.

Il potere dei soldi nuovo trailer con Gary Oldman e Harrison Ford

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il-potere-dei-soldi-trailer-italianoEcco un nuovo trailer del film Paranoia, che da noi si chiamerà Il Potere dei Soldi e vede nel cast Gary Oldman e Harrison Ford, oltre al giovane e promettente Liam Hemsworth (Hunger Games).

Il potere dei soldi trailer:

 

Lo spy thriller diretto da Robert Luketic e intrepretato da Gary Oldman, Harrison Ford, Liam Hemsworth e Amber Heard arriverà il 12 settembre 2013 al cinema.

Adam Cassidy è un giovane e ambizioso tecnico del gigante delle telecomunicazioni Wyatt Corporation. Dopo un fatale errore subisce il ricatto del suo dirigente che lo obbliga a diventare una spia e a intrufolarsi all’interno della compagnia rivale. Ben presto si troverà intrappolato in una guerra tra due magnati.

Il postino suona sempre due volte: tutte le curiosità sul film

Il postino suona sempre due volte: tutte le curiosità sul film

Dagli anni Sessanta in poi nel cinema statunitense inizia a prendere piede il cosiddetto neo-noir, un sottogenere che riprende gli elementi del noir anni Quaranta e Cinquanta arricchendoli però con tematiche, stili e mezzi al passo con i tempi. In questa tipologia di film prendono dunque vita storie ricche di violenza, erotismo, disillusione e smarrimento esistenziale. Uno dei titoli più celebri appartenenti a questo genere è il film del 1981 Il postino suona sempre due volte, scritto da David Mamet, diretto da Bob Rafelson e tratto dall’omonimo romanzo del 1934 di James M. Cain.

Non si tratta però della prima volta che il libro di Cain viene trasposto sul grande schermo. Già nel 1943 il regista italiano Luchino Visconti aveva realizzato Ossessione, un adattamento liberamente ispirato a tale racconto, mentre negli Stati Uniti ne era stato realizzato un film nel 1946 per la regia di Taylor Garnett. Questa nuova versione, complice una maggior apertura verso la sessualità al cinema, poté prendersi maggiori libertà rispetto alle precedenti trasposizioni, puntando dunque molto sull’erotismo, l’ossessione e la violenza che ne può derivare.

Accolto inizialmente in modo contrastante da parte della critica e del pubblico, Il postino suona sempre due volte è stato rivalutato solo in seguito ed è oggi considerato uno dei grandi classici del neo-noir, nonché uno dei titoli più esemplari di questo genere. Prima di intraprendere una visione del film, però, sarà certamente utile approfondire alcune delle principali curiosità relative a questo. Proseguendo qui nella lettura sarà infatti possibile ritrovare ulteriori dettagli relativi alla trama, al cast di attori e al libro da cui è tratto. Infine, si elencheranno anche le principali piattaforme streaming contenenti il film nel proprio catalogo.

Il postino suona sempre due volte: la trama e il cast del film

Nel pieno della Grande Depressione statunitense, il vagabondo Frank Chambers cerca come può di vivere alla giornata. L’uomo sembra trovare temporaneamente una sistemazione quando si imbatte nell’anziano Nick Papadakis, gestore di una locanda e dell’annessa stazione di servizio. Questi gli offre infatti un lavoro come meccanico, che Frank accetta subito, motivato anche dalla forte attrazione che prova per Cora Smith, la giovane moglie di Nick. Sempre più, Frank e Cora si avvicineranno, vedendo l’uno nell’altro la rispettiva salvezza. Insieme decidono di liberarsi di Nick e vivere allo scoperto il loro amore. La passione che li travolge, però, li farà finire in una spirale di menzogne e violenza.

Ad interpretare i due protagonisti, Frank e Cora, vi sono i premi Oscar Jack Nicholson e Jessica Lange. All’epoca delle riprese i due avevano rispettivamente 43 e 31 anni, quasi la stessa differenza d’età descritta da Cain nel suo libro. La Lange inoltre era l’attrice che il regista desiderava avere per la parte e fu irremovibile sull’offrire a lei il ruolo. Nicholson aveva invece già recitato per Rafelson in tre suoi precedenti film. Come noto, i due attori hanno per questo film accettato anche di dar vita ad alcune scene di sesso particolarmente esplicite, a tal punto da far credere a molti di non essere simulate.

Accanto a loro, nei panni di Nick Papadakis, vi è l’attore John Colicos, anche se il ruolo era inizialmente stato considerato anche il regista premio Oscar Elia Kazan. Nel film si ritrovano poi anche Michael Lerner nei panni dell’avvocato Katz, John P. Ryan in quelli di Kennedy, l’assistente di Katz, e la premio Oscar Anjelica Huston con il ruolo di Madge, la donna con cui Frank avrà una relazione. Nel film compare anche l’attore Christopher Lloyd, oggi celebre per essere stato Emmett “Doc” Brown nella trilogia di Ritorno al futuro, che recita qui nei panni di uno dei clienti della locanda gestita di Nick e Cora.

Il postino suona sempre due volte libro

Il postino suona sempre due volte: il libro di James M. Cain e il significato del titolo

Pubblicato nel 1934, Il postino suona sempre due volte non è solo uno dei maggiori successi letterari di Cain, ma anche uno dei più importanti romanzi crime del Novecento, con il suo mix di sessualità, violenza e personaggi particolarmente controversi. Parte dell’idea della storia è venuta in mente allo scrittore dopo essersi imbattuto nel caso di Ruth Snyder, una donna che nel 1927 insieme all’amante Judd Gray uccise il marito, in quanto odiava la vita coniugale con quest’ultimo. Tale vicenda servì da spunto anche per un altro celebre romanzo di Cain, La fiamma del peccato (divenuto anch’esso un film nel 1944 per la regia di Billy Wilder).

A suscitare particolare curiosità di Il postino suona sempre due volte è poi il suo titolo. Questo fa riferimento all’usanza dei postini irlandesi di bussare sempre due volte per farsi riconoscere. Secondo alcune interpretazioni più profonde, il postino sarebbe da intendere come un messaggero di cattive notizie e che se anche si può ignorare il suo bussare una volta, alla seconda bisogna necessariamente rispondere. Ciò starebbe dunque ad indicare come Frank ignori i primi campanelli d’avvertimento, per poi scontrarsi rovinosamente con il destino, che non manca mai di presentarsi in un modo o nell’altro.

Il postino suona sempre due volte: il trailer e dove vedere il film in streaming e in TV

È possibile fruire di Il postino suona sempre due volte grazie alla sua presenza su alcune delle più popolari piattaforme streaming presenti oggi in rete. Questo è infatti disponibile nei cataloghi di Google Play, Apple iTunes e Amazon Prime Video. Per vederlo, una volta scelta la piattaforma di riferimento, basterà noleggiare il singolo film o sottoscrivere un abbonamento generale. Si avrà così modo di guardarlo in totale comodità e al meglio della qualità video. Il film è inoltre presente nel palinsesto televisivo di mercoledì 24 agosto alle ore 21:00 sul canale Iris.

Fonte: IMDb

Il postino suona sempre due volte in blu-ray dal 22 gennaio

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Il postino suona sempre due volte in blu-ray dal 22 gennaio

Il-postino-suona-sempre-due-volteI Premi Oscar Jack Nicholson e Jessica Lange sono gli appassionati protagonisti di questo adattamento dell’omonimo romanzo di James M. Cain. Scritto da David Mamet (Il Verdetto) e diretto da Bob Rafelson (Cinque Pezzi Facili), Il Postino Suona Sempre Due Volte mette in scena l’erotismo e l’ossessione di due amanti destinati e allo stesso tempo condannati a stare insieme per sempre.

 Il film vanta la partecipazione di Anjelica Huston, Michael Lerner, John Colicos, Christopher Lloyd ed è disponibile a partire dal 22 gennaio per la prima volta in Alta Definizione Blu-rayTM grazie a Warner Bros. Entertainment Italia. L’edizione è arricchita dal trailer cinematografico originale e dal commento al Film di Bob Rafelson, David Mamet e Jack Nicholson.

 Puoi farla franca per qualsiasi cosa. Ma una volta sola.

SINOSSI

Frank Chambers è un girovago senza meta, nel suo vagabondare trova un lavoro in una tavola calda e si innamora di Cora, la moglie del suo capo. Frank adesso ha un obiettivo nella vita: conquistare Cora, anche a costo di uccidere il suo capo.

CONTENUTI SPECIALI

– Commento al Film di Bob Rafelson, David Mamet e Jack Nicholson

– Trailer Cinematografico

INFORMAZIONI SUL PRODOTTO BLU-RAY

TITOLO Il Postino Suona Sempre due Volte
REGISTA Bob Rafelson
CAST Jack Nicholson, Jessica Lange, Anjelica Huston, Michael Lerner, John Colicos, Christopher Lloyd
GENERE Romantico, Drammatico
DURATA 121 minuti circa
FILM Video: 1080p 16×9 1.78:1

Audio: Dolby Digital: Italiano 1.0, Francese 1.0, Tedesco 1.0, Spagnolo 1.0, Portoghese 1.0; DTS-HD Master Audio: Inglese 1.0.

Sottotitoli: Italiano, Inglese, Tedesco Non Udenti ; Spagnolo, Portoghese, Giapponese