Home Blog Pagina 2355

Don’t Worry Darling, recensione del film di Olivia Wilde

Don’t Worry Darling, recensione del film di Olivia Wilde

Olivia Wilde torna dietro la macchina da presa per la seconda volta con uno dei film attesi dai più giovani della Mostra del Cinema di Venezia 2022: Don’t Worry Darling. La scelta dei due protagonisti per questa prima incursione della Wilde nel thriller psicologico è ciò che ha attirato attenzione mediatica nei confronti del progetto: Harry Styles e Florence Pugh sono gli interpreti principali di un film che rappresenta un grande passo indietro rispetto all’esordio registico della Wilde, Booksmart – La rivincita delle sfigate, in cui emergeva chiaramente tutta la sua creatività. Contenuta da un budget sostanzioso, che punta tutto sul casting e sulla spettacolarizzazione di due delle icone giovani più amate del momento, Don’t Worry Darling è un film dimenticabile e fuori tempo massimo, con qualche intuizione interessante ma che si perde nello stesso meccanismo gestionale che attanaglia i suoi protagonisti.

Benvenuti al progetto Victory

Don’t Worry Darling segue le vicende Alice (Florence Pugh) e Jack (Styles) una giovane e appartentemente felicissima coppia che vive nella comunità idealizzata di Victory, una città aziendale sperimentale che ospita gli uomini che lavorano per il progetto top-secret chiamato appunto Victory e le loro famiglie. L’ottimismo della società degli anni Cinquanta, propugnato dall’amministratore delegato Frank (Pine) – in egual misura visionario dell’azienda e life coach motivazionale – sostiene ogni aspetto della vita quotidiana nell’affiatata utopia del deserto.

Mentre i mariti trascorrono ogni giorno all’interno del quartier generale del Victory Project, lavorando allo “sviluppo di materiali avanzati”, le loro mogli – tra cui l’elegante compagna di FrankShelley (Chan) – passano il tempo a godersi la bellezza, il lusso e la dissolutezza della loro comunità. La vita è perfetta, con tutti i bisogni dei residenti soddisfatti dall’azienda. Tutto ciò che chiedono in cambio è discrezione e impegno indiscusso per la causa di Victory.

Laddove una Florence Pugh – che ormai ha consolidato la propria figura di giovane promessa del cinema – riesce a prendere le redini del film e a offrire quanto meno una performance in linea con le precedenti, Harry Styles sembra non riuscire ad afferrare completamente la psicologia della sua dolce metà, inserendosi in maniera ottimale nel contesto patinato e anni ‘50 del film, concorde con il carisma che ha sempre esibito nelle performance canore, ma senza quella consapevolezza e raffinatezza che lo avevo innalzato in Dunkirk di Christopher Nolan. Un ruolo in cui serviva espressività più che parole, e con cui si è iniziato a parlare di una sua possibile carriera anche nell’ambito della recitazione.

Don’t Worry Darling, un passo falso per Olivia Wilde

Don’t Worry Darling  è un film derivativo e questa è forse la delusione più grande se pensiamo che a dirigerlo è stata la stessa Olivia Wilde che, con arguzia e una regia frizzante, si era imposta nella scenda indipendente con il primo film Book Smart – La rivincita delle sfigate. La forte componente femminile, tanto sulla scena quanto da un punto di vista ideologico, viene completamente meno in una sceneggiatura che richiama tantissimo Black Mirror, non in termini di lungimiranza narrativa, anzi, quanto più nella spettacolarizzazione del pericolo e delle insidie che si nascondono all’interno di cornici tecnologiche apparentemente perfette.

Non stiamo parlando di un’aggiunta significativa al fuori concorso di Venezia 2022, ma Don’t Worry Darling  ha una nota di merito importante: sarà un film che richiamerà l’attenzione e la presenza del pubblico nelle sale, e che potrà comunque soddisfare il palato degli appassionati di thriller grotteschi senza troppe pretese. Tantissimi i riferimenti iconografici, tra Shutter Island e The Truman Show, passando per Sucker Punch e Stepford Wives, che racchiudono Don’t Worry Darling in una morsa di citazionismo e dinamiche interne ai personaggi che non conoscono suspense o un crescendo tensivo che ne legittimi un comparto visivo così prorompente.

Se Don’t Worry Darling  si consacrerà come un passo falso nella carriera di Florence Pugh, questo non ci è dato dirlo, ma l’auspicio è che Olivia Wilde faccia presto ritorno alla scena indipendente, presentandoci personaggi che possano davvero lasciare il segno e non vivere nell’ombra dell’icona che li interpreta. Le donne di Victory si coalizzano contro un sistema che le rende impotenti, le ha sottratte dalle responsabilità che volevano avere, contrapponendole a uomini di tutto punto, che nascondono più di un segreto. La verità è che due semplici ragazze di 17 anni, Amy e Molly, avevano raccontato molto più della solidarietà femminile in Booksmart, celebrandola in tutte le sue sfaccettature. Le donne di Don’t Worry Darling, invece, dovrebbero preoccuparsi eccome non solo del progetto Victory, ma anche della sceneggiatura in cui sono state inserite.

Don’t Worry Darling, la spiegazione del finale: Quali segreti si nascondono in periferia?

Dopo le voci di faide, relazioni sul set, sputi e uno dei red carpet più imbarazzanti della storia, Don’t Worry Darling non è stato all’altezza dell’eccitazione del suo dramma reale. Il thriller psicologico vede la casalinga Alice (Florence Pugh) districarsi nella sua apparentemente idilliaca vita suburbana degli anni ’50 con il marito Jack (Harry Styles).

Già dai trailer era chiaro che ci sarebbe stato una sorta di colpo di scena, simile al film che ha chiaramente ispirato il film, Le mogli di Stepford. Non è lo stesso colpo di scena, ma è abbastanza simile. Combinando questi elementi con The Truman Show, il finale è pieno di lacune, spiegazioni accelerate e una rivelazione che era ovvia fin dall’inizio del film. Se alcuni dei colpi di scena vi sono sfuggiti, non preoccupatevi, cari. Ecco una spiegazione del finale di Don’t Worry Darling in tutta la sua gloria da girlboss, gaslight e gatekeep.

La vittoria è reale?

Florence Pugh Don't Worry Darling

L’inizio della fine si ha quando Alice viene sottoposta a un’intensa terapia di elettroshock dopo aver provocato un caos tale da sconvolgere la cena, durante la quale affronta Frank (Chris Pine) e viene presa a calci dalla moglie Shelley (Gemma Chan). Alice implora Jack di fuggire con lei e Jack accetta. Ma è tutta una trappola per far salire Alice in macchina e farla trascinare via da uomini che assomigliano alle guardie di Squid Game senza la maschera PlayStation. Vediamo Alice sottoposta a terapia d’urto e finalmente otteniamo tutte le risposte che stavamo cercando.

Nel mondo reale Alice è un chirurgo oberato di lavoro che vive con il suo fidanzato, Jack, alias Harry Styles, con tanto di leccata di capelli e occhiali alla Edward Snowden. Jack, nel mondo reale, ha perso il lavoro, ma Alice è felice di fare altri turni in ospedale per sostenerlo. Quando Alice arriva a casa, Jack, che sembra non aver fatto nulla tutto il giorno se non stare al computer, si aspetta che Alice prepari la cena nonostante abbia appena lavorato 30 ore.

È chiaro che Jack prova risentimento nei confronti di Alice per il suo ruolo di capofamiglia, ma si aspetta anche che sia lei a occuparsi delle faccende domestiche – per aggiungere al danno anche una vita sessuale inesistente. È ormai chiaro che il vero mondo di Jack ha smesso di vivere in un mondo cupo, da girlboss, dove la donna è quella che torna a casa dopo una lunga giornata.

Alice si vendica

Don't Worry Darling film 2022

Alice rientra a Victory in tutto il suo splendore dopo l’EST, ma qualcosa non va ancora per il verso giusto, poiché ha subito un flashback della sua vita reale. Bunny (Olivia Wilde) è entusiasta di averla di nuovo con sé e di curare la memoria di Alice per riportarla in piena salute. Quando Alice sta preparando la cena per Jack, quest’ultimo canta la canzone ricorrente che fa riaffiorare in Alice il ricordo della sua vita reale, provocandole un esaurimento nervoso che riporta la sua mente al mondo reale.

Viene quindi spiegato come è nata Victory. Il Jack del mondo reale (con un aspetto ancora più incel) segue il processo di selezione per Victory dopo aver ascoltato i nastri del manifesto di Frank. Qualche tempo dopo, Jack si reca nel loro appartamento, che è chiuso a chiave. Si occupa del corpo di Alice, che è collegato a una macchina, con gli occhi aperti in stile Arancia meccanica, confermando che Victory è tutta una simulazione – come se non fosse ovvio dal primo trailer.

Tornata a Victory, l’ormai vera Alice affronta Jack per averla intrappolata. Jack sostiene che lei non era felice, ma lei difende il suo lavoro, le sue scelte e la sua vita libera. Viene poi spiegato che quando gli uomini di Victory vanno a “lavorare”, in realtà stanno rientrando nel mondo reale, in modo da poter lavorare per pagare la simulazione di Victory. Segue un match di urla in cui Pugh si esibisce in una recitazione di altissimo livello. Quando Jack cerca di strangolare Alice (intorno allo stomaco?), Alice rompe un bicchiere sulla testa di Jack, uccidendolo. Bunny scopre la scena insanguinata e Alice le racconta la verità dietro Victory.

Bunny confessa di sapere e di aver scelto questa vita per stare con i suoi figli nella simulazione, sottintendendo che sono morti nella vita reale. Bunny incoraggia Alice a scappare – dato che Bunny è rimasta volontariamente all’interno della simulazione, ben sapendo la verità della loro situazione – e a lasciare Victory prima che la uccidano. Quando Alice esce in strada con il sangue di Jack spalmato addosso, i sospetti di tutte le mogli sembrano essere confermati, svegliandosi finalmente alla realtà della loro esistenza e del tradimento dei loro mariti, compresa Shelley che accoltella Frank, affermando che ora è “il mio turno”. La Vittoria soccombe al caos che ha sempre cercato di evitare.

Alice si libera dalla vittoria

Don't Worry Darling florence-pugh

Assistiamo quindi a un inseguimento in auto tra Alice e le guardie di Squid Game. Alice corre verso il quartier generale in cui l’abbiamo vista andare in precedenza nel film, che l’ha inspiegabilmente riportata in camera da letto con lo zapping, senza che ricordasse di esserci arrivata. È chiaro che questo è un modo per… resettare? Lasciare il gioco? Trasportarsi magicamente? Morire? Chi lo sa, perché la sceneggiatura di certo non lo sa. Alice corre per uscire da Victory e tornare al suo vero corpo. Alice fa precipitare le guardie e il dottor Collins (Timothy Simons) e, poco prima di lasciare Victory, ricorda l’amore autentico che pensava di avere con Jack, con un ricordo di loro che si dicono che saranno sempre insieme. Alice lascia la simulazione prima che le guardie possano raggiungerla. Lo schermo diventa nero, ma sentiamo il mondo di Alice che si risveglia, ansimando.

Don’t Worry Darling in streaming è disponibile sulle seguenti piattaforme:

Don’t Move: trailer dell’horror prodotto da Sam Raimi per Netflix

0

Netflix e Sam Raimi si sono uniti per realizzare un progetto terrificante con l’imminente film horror Don’t Move. Di solito, dopo gli exploit in progetti come La Casa (The Evil Dead, i film di Tobey Maguire su Spider-Man e Doctor Strange nel Multiverso della Follia, associare Raimi a un progetto spesso suggerisce che sarà buono. Il teaser appena rilasciato per l’ultimo film horror-thriller del regista vede una donna che deve sfuggire a un serial killer in 20 minuti mentre il suo corpo si spegne.

Nel cast di Don’t Move ci sono Kelsey Asbille di Yellowstone e Finn Wittrock, membro del cast di American Horror Story. “Hai circa 20 minuti prima di essere completamente paralizzato“, dice una voce maschile all’apertura del trailer di un minuto. “Cosa mi hai fatto?” chiede la Iris di Asbille, mentre il suo personaggio corre nel bosco. “Solo uno speciale rilassante per rendere le cose più facili per entrambi”, dice l’uomo. Il resto del trailer procede mostrando in modo terrificante come il corpo della donna si spegne, mentre il serial killer spiega cosa accadrà in ogni momento.

Oltre alle interpretazioni di Asbille e Wittrock, Don’t Move vede anche la partecipazione di Moray Treadwell (The Witcher: Blood Origin), Daniel Francis (Stay Close) e Skye Little Wing Dimov Saw (Red Sonja). Il thriller horror è co-diretto da Adam Schindler (50 States of Fright) e Brian Netto (Intruders), da una sceneggiatura scritta da TJ Cimfel (No Tell Motel) e David White (Chicago Noir). Dopo i recenti progetti, tra cui Boy Kills World, 65 e Umma, Raimi è il produttore del prossimo progetto. Secondo la trama ufficiale il film racconta di “Una donna in lutto in una foresta isolata incontra un killer che le inietta una droga paralizzante. Mentre il suo corpo si spegne, inizia la sua lotta per la sopravvivenza”.

Con un curriculum ben consolidato nel genere horror, come il franchise di Evil Dead, Raimi ha sicuramente un fiuto per il lavoro di qualità in questo campo. I registi diDon’t Move, Netto e Schindler, hanno recentemente rivelato la forte e positiva reazione di Raimi alla visione del prossimo film horror di Netflix. Parlando con Screen Rant di recente, Netto ha rivelato:

“Sì, eravamo seduti dietro i produttori. Eravamo seduti dietro, tutti erano davanti a noi e le luci erano abbassate, quindi cercavamo di capire: “Chi è quello che continua a parlare davanti? Chi sta parlando lassù?”. E ci siamo resi conto che stava avendo una reazione molto forte, una reazione positiva e forte.

E dopo, è stato bello sentirlo. Era orgoglioso. Era felice per noi. Penso che fosse entusiasta di quello che sarebbe diventato – perché ovviamente c’era un director’s cut – ma sentirlo entusiasmarsi per quello che era allo stato attuale è stato incredibilmente gratificante”.

Don’t move: recensione del nuovo film con Finn Wittrock

Don’t move: recensione del nuovo film con Finn Wittrock

Il tema del rapimento sembra essere stato estremamente sviluppato nel corso degli anni nel panorama cinematografico. Si tratta talvolta di pellicole molto avvincenti, dense di suspense e successivamente vincitrici anche di diversi riconoscimenti, quali Il silenzio degli innocenti. Don’t move presenta un pattern simile a molti altri film dello stesso genere: il rapimento di una giovane donna da parte di un sociopatico. Diretto da Brian Netto e Adam Schindler e prodotto da Sam Raimi (Spider man), Don’t move presenta un cast formato da attori ben noti nel panorama cinematografico internazionale: Finn Wittrock (La grande scommessa, acque profonde) interpreta qui il protagonista Richard, mentre Kelsey Asbille (Fargo, Yellowstone) è nel ruolo di Iris.

Don’t move: il rapimento

E’ mattina presto: Iris lascia il suo letto quando ancora tutti dormono con il solo scopo di dire addio a questo mondo. L’improvvisa morte de figlio Mateo ha fatto si che lei non riuscisse ad avere più alcuna gioia nel continuare a vivere. E proprio nel momento in cui sta per buttarsi giù dallo stesso dirupo da cui era caduto il suo bambino un giovane la convince a continuare a vivere.

Una volta scesi dalla  montagna però, lui la addormenta con un taser e la rapisce: qui ha inizio l’incubo di Iris. Per quanto la donna riesca a liberarsi e a scappare dal proprio aguzzino, la potente droga che lui le aveva iniettato le avrebbe bloccato le funzioni motorie in meno di venti minuti. Inizia così una terribile corsa per salvarsi la vita.

Le occasioni per scappare, salvarsi o essere salvata sembrano essere diverse per Iris, ma Richard sembra sempre avere la meglio.

Kelsey Asbille in Don't Move (2024)
© Vladislav Lepoev—Netflix

Don’t move: una nuova voglia di vivere

Primo elemento interessante che si riscontra in Don’t move è come, mentre all’inizio del film Iris è sul punto di togliersi la vita, nel momento in cui Richard la rapisce per essere lui a ucciderla lei scappa. Certo, è da considerare che, trattandosi di un killer psicopatico, l’assassinio di Iris sarebbe stato solo l’atto finale. Ciononostante, la donna ha diverse occasioni per raggiungere il suo intento iniziale, ma non si suicida.

Da quando Richard la rapisce è come se Iris avesse recuperato la voglia di vivere, e proprio per questo lotta con ogni sua forza per cercare di sfuggire al terribile destino che l’assassino gli vuole riservare.

Questo diventa quindi un punto di riflessione sulla stessa psiche umana: nel vedere mettere a rischio seriamente la propria vita, lo spirito di sopravvivenza prende il sopravvento. Don’t move non si differenzia in molto da altre pellicole più o meno famose sullo stesso genere, se non per questo elemento.

Don't Move Finn Wittrock
© Vladislav Lepoev—Netflix

Giocare a fare Dio

Don’t move si focalizza totalmente su Iris e Richard, delineando gli stati d’essere di entrambi. Di conseguenza, permette allo spettatore di comprendere meglio anche il modo di pensare di Richard. L’assassino sembra essere un chiaro esempio di psicopatia: ha un deficit della mentalizzazione altrui, ovvero non riesce a provare empatia, non è un soggetto delirante, agisce senza alcun senso di colpa, vedendo gli altri esseri umani come meri oggetti da usare a proprio piacimento.

Richard sembra agire sistematicamente, avendo un modus operandi ben chiaro: sappiamo che il suo target sono solo donne, lui stesso afferma di non aver mai ucciso un uomo. Sceglie i fine settimana per divertirsi nelle sue sevizie perché passa il resto della settimana con sua moglie e sua figlia: ciò indica che solitamente vive una vita normale, all’insaputa di tutti.

Il motivo per cui lo fa ci viene spiegato direttamente dalle sue parole. Dopo la morte di Chloe, lui si finalmente sentito “ricollegato”: vederla morire ha sbloccato qualcosa in lui, qualcosa che aveva sentito rimanere latente fino a quel momento. Poter vedere una persona morire lo aveva emozionato a tal punto da voler rivivere quello stato d’animo. Il punto focale della sua perversione è proprio “giocare a fare Dio”, ovvero avere la vita di una persona tra le proprie mani, per poi vederla morire.

Don’t move è in definitiva un thriller molto forte, caratterizzato da un clima di crescente suspense e tensione. Partendo da un silenzio quasi inquietante nei primi minuti del film, già con l’inizio dei titoli di testa il cuore degli spettatori fa un sobbalzo. Così le prime scene in cui Richard riesce a convincere Iris a non suicidarsi e i due scendono insieme come due amici giù dalla montagna restano solo un ricordo lontano.

Don’t move, la spiegazione del finale del film Netflix

Don’t move, la spiegazione del finale del film Netflix

Don’t Move è l’ultimo film horror su Netflix, e il suo finale drammatico offre materiale letterale e tematico da analizzare. Il cast di Don’t Move è guidato da Kelsey Asbille (Yellowstone) e Finn Wittrock (American Horror Story), che interpretano Iris e Richard. Il film è diretto da Brian Netto e Adam Schindler ed è prodotto dalla leggenda del genere horror Sam Raimi. Gli eventi iniziano quando Iris, una donna che medita di uccidersi, viene convinta a scendere dal cornicione da Richard, un uomo che condivide il suo stesso trauma passato. Dopo che la donna decide di non togliersi la vita, Richard la rapisce e la droga.

Per quanto riguarda i più grandi cattivi dell’horror, Richard non è il più competente e alla fine fatica a contenere Iris. Usa una droga che le fa perdere le funzioni motorie, per cui Iris trascorre una parte significativa del film incapace di muovere il corpo. Tuttavia, riesce quasi a fuggire in diverse occasioni con l’aiuto di altri. Quando Richard porta finalmente Iris su una barca per giustiziarla, lei lo inganna e lo uccide con un coltello e una pistola. Il ragazzo viene portato a riva e Iris gli dice “grazie” prima di lasciarlo morire.

Perché Iris ringrazia Richard nel finale di Don’t Move

Kelsey Asbille in Don't Move (2024)
© Vladislav Lepoev—Netflix

Ringraziare l’uomo che ti ha rapito e tentato di uccidere mentre sanguina per le ferite di pistola e coltello è senza dubbio una mossa di potere, ma c’è un motivo più profondo nelle ultime parole di Iris a Richard. A prescindere da tutto quello che è successo dopo il fatto, Richard è ancora l’uomo che le ha salvato la vita quando stava meditando il suicidio. Non solo Richard le ha impedito di togliersi la vita, ma dopo tutto quello che è successo, Iris lo ringrazia perché le ha ricordato le sue ragioni per vivere.

Di fronte alla morte in cima alla montagna, Iris è disposta a rinunciare alla sua vita. Tuttavia, quando viene rapita da Richard e rimane letteralmente paralizzata, non ha più il controllo del proprio destino. In questa situazione, l ‘istinto di sopravvivenza di Iris entra in azione e scatena un nuovo, feroce lato di sé per sfuggire alla prigionia di Richard, permettendole di rendersi conto di quanto desideri vivere. Comprendendo questo meccanismo di sopravvivenza subconscio, le viene restituita la speranza per il futuro e ringrazia Richard per averla sottoposta a un tale crogiolo. Le sue parole rispecchiano anche le ultime parole di Richard a Chloe.

Cosa è successo veramente a Richard dopo l’incidente d’auto

Finn Wittrock in Don't Move (2024)
© Vladislav Lepoev—Netflix

Richard si relaziona inizialmente con Iris parlando di un tragico incidente d’auto avvenuto anni prima degli eventi del film. Descrive l’evento in modi molteplici e strani, esaminando come quel fatidico incidente abbia cambiato il corso della sua vita. Iris lo insulta dicendo che l’incidente gli ha fatto perdere la testa, ma Richard ribatte dicendo che non è impazzito, ma ha trovato la chiarezza. Ringrazia Chloe mentre la guarda morire, perché in qualche modo contorto, vederla morta ha liberato una parte autentica di sé che prima non conosceva.

Dopo la morte di Chloe, Richard ha continuato la sua vita di assassino sociopatico. La scena della telefonata mostra che ha una moglie e una figlia, ma le lascia regolarmente per ritirarsi nella sua baita nel bosco, dove uccide le donne. La speranza di Richard sembra essere quella di ricreare la sensazione che ha provato quando ha visto morire Chloe, che secondo lui ha un profondo valore spirituale. Si tratta di una reazione molto contorta allo shock per la morte di Chloe, che ha ricablato il suo cervello o ha fatto emergere una parte di lui che era sempre rimasta sepolta.

Come Iris sfugge alla casa in fiamme in Don’t Move

Don't Move (2024)
© Vladislav Lepoev—Netflix

Circa a metà di Don’t Move, Iris finisce nel giardino di un uomo di nome William, che trova un modo per comunicare con lei attraverso i suoi occhi lampeggianti e accetta di aiutarla. Quando Richard arriva, William nasconde Iris sotto il suo divano. Richard dichiara di essere un uomo in difficoltà, alla ricerca della moglie, ma non si rende conto che la donna che sta cercando in realtà si nasconde sotto di lui. Dopo che la sua copertura è saltata, combatte e uccide William, dando fuoco alla casa prima di andarsene.

Questa sarebbe stata la fine per Iris perché, sebbene la polizia stesse arrivando, probabilmente non l’avrebbe raggiunta o trovata in tempo per salvarla dalle fiamme. Fortunatamente, è sdraiata proprio accanto alle tende della finestra e ha un controllo motorio sufficiente per usarle per segnalare a Richard la sua presenza. Proprio mentre sta per andarsene, Richard si accorge di lei e torna in casa a prenderla. Iris decide di correre il rischio con Richard piuttosto che accettare la morte imminente nell’incendio, affermando ancora una volta che la sua voglia di vivere è tornata.

Chi ha chiamato la polizia per Richard?

Un agente di polizia trova Richard e Iris fuori dalla sua cabina, sostenendo di essere stato chiamato per rintracciare il numero di targa di Richard. Alla stazione di servizio, Iris ha un contatto visivo prolungato con un bambino che sembra capire che qualcosa non va, anche se non sa cosa. Il bambino viene mostrato con la madre, quindi è molto probabile che l’abbia avvisata e che lei abbia chiamato la polizia.

Qual è il vero nome di Richard?

Don't Move Finn Wittrock
© Vladislav Lepoev—Netflix

Finn Wittrock interpreta un ottimo cattivo in  Don’t Move, ma non è chiaro se Richard sia effettivamente il nome del personaggio. In un altro momento del film, si presenta come Andrew. In un altro momento, Iris dice direttamente di non conoscere il suo vero nome, sollevando alcune domande sul suo significato. Per quanto ne sa il pubblico, Richard potrebbe essere il suo vero nome, ma l’oscurità della questione è probabilmente la dimostrazione che c’è sia la verità che la falsità in tutto ciò che dice.

Il vero significato del finale di Don’t Move spiegato

Come già detto, l ‘idea principale di Don’t Move è che Iris ritrovi la voglia di vivere dopo essere stata sull’orlo della morte. È una madre che ha da poco perso suo figlio Matteo e ha perso la voglia di andare avanti. Ma poi incontra Richard, un uomo che uccide le donne per provare la sensazione di giocare a fare Dio. Ci sono importanti echi nelle loro storie che permettono a Iris e Richard di relazionarsi l’uno con l’altro, il che rende il gioco del gatto e del topo di Don’t Move così avvincente.

Nomi come Matteo e Chloe circolano nelle bugie di Richard, dimostrando un legame contorto tra loro. Sono due persone che hanno subito un’immensa tragedia, ma che hanno reagito in modi molto diversi. Don’t Move è la storia di Iris che supera Richard, permettendole di uscire dal suo dolore e di ritrovare la speranza per un nuovo capitolo della sua vita.

Don’t Make Me Go, il trailer del nuovo film Prime Video

0
Don’t Make Me Go, il trailer del nuovo film Prime Video

Ecco il trailer di Don’t Make Me Go, il nuovo film Prime Video disponibile sul servizio di streaming a partire dal 15 luglio.

Diretto da:  Hannah Marks
Scritto da: Vera Herbert
Prodotto da: Donald De Line, Leah Holzer, Peter Saraf
Con: John Cho, Mia Isaac, Mitchell Hope, Jemaine Clement, Stefania LaVie Owen, Kaya Scodelario

Don’t Make Me Go, la trama

Quando Max (John Cho), padre single, scopre di avere una malattia terminale, nel tempo che gli resta decide di provare a fare il pieno di tutti quegli anni di amore e supporto che non potrà vivere con la figlia adolescente Wally (Mia Isaac). Con la promessa di fare le lezioni di guida tanto attese, convince Wally ad accompagnarlo in un viaggio dalla California a New Orleans per la rimpatriata dei vent’anni dalla laurea con gli ex compagni di college, dove spera segretamente di farla ricongiungere alla madre, che molto tempo prima li ha abbandonati. In un viaggio originale ed emozionante, ricco di coraggio e ironia, Don’t Make Me Go esplora il legame indissolubile ed eterno tra un padre e una figlia, raccontato dal punto di vista di due generazioni.

Don’t Look Up: un’anteprima esclusiva con DiCaprio, Lawrence e Streep

0

Nel corso di TUDUM, il primo evento Netflix dedicato ai fan, la piattaforma ha diffuso un’anteprima esclusiva di Don’t Look Up, del premio Oscar Adam McKay, con Leonardo DiCaprioJennifer Lawrence, Meryl Streep e Jonah Hill.

Don’t Look Up: il teaser del film con Leonardo DiCaprio e Jennifer Lawrence

Don’t Look Up è il nuovo film del regista premio all’Oscar Adam McKay che vede protagonisti Leonardo DiCaprio e Jennifer Lawrence. Nel cast anche Jonah Hill, Timothée Chalamet, Cate Blanchett, Ron Perlman, Tyler Perry, Melanie Lynskey, Rob Morgan, Mark Rylance, Ariana Grande, Matthew Perry Chris Evans. Don’t Look Up arriverà in streaming il 24 Novembre 2021.

Don’t Look Up, la trama

La laureanda in astronomia Kate Dibiasky (Jennifer Lawrence) e il professor Randall Mindy (Leonardo DiCaprio) fanno una straordinaria scoperta: una cometa in orbita all’interno del sistema solare. Il primo problema è che si trova in rotta di collisione con la Terra. E l’altro? La cosa non sembra interessare a nessuno. A quanto pare, avvisare l’umanità di una minaccia delle dimensioni del monte Everest rappresenta un evento scomodo da affrontare. Con l’aiuto del dottor Oglethorpe (Rob Morgan), Kate e Randall partono per un tour mediatico che li porta dall’ufficio dell’indifferente presidente Orlean (Meryl Streep) e del suo servile figlio nonché capo di gabinetto Jason (Jonah Hill), fino alla stazione di The Daily Rip, un vivace programma del mattino condotto da Brie (Cate Blanchett) e Jack (Tyler Perry). A sei mesi dall’impatto della cometa, gestire continuamente le cronache e catturare l’attenzione del pubblico ossessionato dai social media prima che sia troppo tardi risulta essere un’impresa incredibilmente comica. Cosa spingerà il mondo intero a guardare in alto?

Don’t Look Up è scritto e diretto dal premio Oscar Adam McKay (La grande scommessa) ed è anche interpretato da Mark Rylance, Ron Perlman, Timothée Chalamet, Ariana Grande, Scott Mescudi (alias Kid Cudi), Himesh Patel, Melanie Lynskey, Michael Chiklis e Tomer Sisley.

Don’t Look Up: recensione del film di Adam McKay

0
Don’t Look Up: recensione del film di Adam McKay

Dopo un’analisi puntuale della crisi finanziaria del 2008 e un ritratto affilatissimo di Dick Cheney, vice di Bush alle presidenziali del 2000, Adam McKay abbandona la cronaca satirica della contemporaneità per dedicarsi, con Don’t Look Up, ad una storia di fiction ambientata però nello stesso presente che abitiamo e del quale il regista e sceneggiatore si è dimostrato attentissimo osservatore.

La trama di Don’t Look Up

La premessa di Don’t Look Up è molto semplice: durante una sessione di osservazione dell’esplosione delle stelle, una dottoranda di Astronomia all’università del Michigan, Kate Dibiasky, scopre una cometa. Dopo un primo momento di euforia condiviso con il suo professore, il dott. Randall Mindy, e i suoi colleghi dottorandi, arriva la rivelazione sconcertante: dopo averne calcolato l’orbita, i due scienziati scoprono che la cometa, di considerevoli dimensioni (grande quanto l’Everest) è in rotta di collisione con la Terra.

Le conseguenze dell’impatto saranno irreversibili, la razza umana, tutte le specie viventi saranno spazzate via. I due si rivolgono immediatamente alle autorità, e vengono mandati direttamente nella stanza Ovale, dove vengono accolti dalla Presidente degli Stati Uniti. Ma qui faranno una scoperta ancora più terribile di quella precedente.

Una “disaster-satira” sulla contemporaneità

Don’t Look Up è un ibrido strano; la storia del cinema è piena di disaster movie in cui il Governo degli Stati Uniti si incarica di deviare o eliminare un asteroide che promette di distruggere la Terra. Trattasi dunque di questo genere, che però, con la sua scrittura affilata, McKay amalgama perfettamente con il suo approccio satirico, per il quale si è fatto conoscere negli anni passati.

Il film è uno sguardo lucido a ciò che è diventato il mondo, oggi, vissuto attraverso il filtro dei social, un mondo in cui si preferisce dubitare, essere scettici piuttosto che affidarsi alla scienza, un mondo di complottisti, negazionismi, incapaci di ascoltare e guardare, concentrati sui loro schermi, specchi neri (black mirrors) della nostra umana paura di avere torto e di finire, di morire miseramente su una roccia che gira nello spazio, senza avere un vero senso nel mondo.

Don't Look Up film recensioneAdam McKay non fa prigionieri

Il personaggio di Leonardo DiCaprio si fa voce dello sfogo brutale di McKay, grida la sua fede nella scienza, in chi studia e in chi per lavoro difende l’umanità. Concepito durante il primo lockdown e girato in piena pandemia, Don’t Look Up e la risposta lucida di Adam McKay al momento storico senza precedenti che stiamo vivendo.

Il regista non fa prigionieri, mettendo alla berlina non solo la classe politica e quella dell’informazione, ma anche quella dei comuni cittadini, quegli stessi cittadini che in Vice – L’Uomo nell’Ombra erano poveri pesci presi all’amo, e adesso sono complici della miopia e dell’ignoranza che impera nei palazzi del potere. E sarà stata davvero una bella soddisfazione, per Meryl Streep, occupare proprio quel palazzo del potere e parodiare, con la sua esilarante presidentessa, proprio “quello lì”, che l’aveva definita “sopravvalutata”. 

Un cast stellare

Ma Streep non è l’unica a giocare con la sceneggiatura di McKay. Don’t Look Up si arricchisce di personaggi straordinari che si fanno più divertenti da guardare, a mano a mano che scivolano sempre più verso il surreale, come il magnate della tecnologia Mark Rylance, oppure lo skater Timothée Chalamet, o ancora la presentatrice tv Cate Blanchett.

Ma tutti si fanno da parte di fronte al talento infinito di Jonah Hill, che riesce a farsi disprezzare ma anche a farsi voler bene e a strappare genuine risate allo spettatore. Su tutti aleggiano DiCaprio e Jennifer Lawrence, che abbracciano con dedizione il ruolo di eroi senza macchia, confermando che il loro talento è versatile e, anche se declinato il più delle volte in toni drammatici, performa benissimo (se non meglio) anche con i toni leggeri ma insidiosi della farsa che McKay gli propone con la sua sceneggiatura.

Don't Look Up leonardo dicaprio jennifer lawrenceL’indulgenza di McKay verso chi ci ha provato

Don’t Look Up non presenta però la spregiudicatezza con cui Adam McKay maneggiavano crisi finanziarie e personalità pubbliche; manca il graffio, l’artiglio appuntito che ferisce tutti ma che in fondo non riguarda nessuno. In Don’t Look Up siamo tutti coinvolti, tutti chiamati in causa come responsabili di una trasformazione sociale che rischia soltanto di peggiorare, verso la rovina, e forse per questo il finale del film si addolcisce, si tinge di rassegnazione e di malinconia, quasi di compassione, come una garbata e comprensiva pacca sulla spalla da parte di chi ci dice che, tutto sommato, non si poteva fare di più.

Adam McKay conferma la lucidità del suo sguardo sul presente, dimostrandosi capace anche di maneggiare la metafora come mezzo espressivo per proporre un’analisi della società contemporanea che forse è ancora troppo immersa dentro alla Storia, per essere in grado di alzare gli occhi e rendersi conto della sua stessa condizione. La società come collettività sembra aver fallito, la scelta viene affidata dunque al singolo: rimanere con gli occhi fissi sulle proprie scarpe, non guardare su, oppure alzare gli occhi al cielo e affrontare la realtà, anche se dovesse essere troppo tardi.

Don’t Look Up: Leonardo DiCaprio e Jennifer Lawrence nelle prime foto

0

In occasione della presentazione del prossimo anno cinematografico di Netflix, abbiamo avuto la possibilità di vedere le prime immagini di Don’t Look Up, il nuovo atteso film di Adam McKay che vede protagonisti Leonardo DiCaprio e Jennifer Lawrence, entrambi con un look insolito. Eccole di seguito:

Don’t Look Up: la classifica dei protagonisti più intelligenti

Don’t Look Up: la classifica dei protagonisti più intelligenti

ATTENZIONE: L’articolo contiene spoiler del film Don’t Look Up È incredibile l’hype che ruota attorno Don’t Look Up, l’ultimo film di Adam McKay. Uscito nelle sale italiane l’8 dicembre scorso, dal 24 è disponibile su Netflix. Il lungometraggio è diventato il protagonista delle feste. Complici del successo sono sicuramente il racconto della contemporaneità, in un mix di fantascienza, commedia e satira, per non parlare del cast variopinto: Leonardo DiCaprio, Jennifer Lawrence, Maryl Streep, Timothée Chalamet, ma anche Robert Morgan, Jonah Hill e perfino Ariana Grande!

Don’t Look Up gioca tantissimo sul concetto di intelligenza. Scienziati si confrontano con politici, più o meno scaltri, masse insubordinate, negazionisti e geni incompresi. In una presa in giro alla società moderna e alla gestione delle situazioni di emergenza,  il film mostra, attraverso i suoi protagonisti, diversi tipi (e gradi) di intelligenza. Ecco quindi una classifica dei personaggi di Don’t Look Up, dal meno sveglio al più smart.

Benedict Drask: il cafone di Don’t Look Up

Dont-Look-UpIn Benedict Drask c’è tutta la parodia di una buona fetta del popolo americano. Ron Perlman (Hellboy) veste i panni di un alleato della campagna di Orlean, che ha l’incarico di pilotare la navicella spaziale destinata a deviare la cometa lontano dalla Terra.

Rozzo, arrogante, tutto il contrario del politicamente corretto, Drask non è esattamente il simbolo dell’intelligenza e dell’empatia. Viene spesso giustificato con fare bonario per i suoi atteggiamenti inappropriati e i suoi discorsi retrogradi perché è ”un uomo di altri tempi”. In Drask si colgono, in termini satirici, molti tratti dell’estrema destra americana che, specialmente negli scorsi anni, abbiamo visto invadere i media e conquistare le folle.

Jason Orlean e il grido ‘Don’t Look Up!’

Jason Orlean e il grido Do't Look UpLa co-star di Leonardo DiCaprio, Jonah Hill (The Wolf of Wall Street) è presente anche in Don’t Look Up. Jason Orlean, il capo del gabinetto della Casa Bianca, è un cafone, ricco e arrogante. Jason non sembra competente in nulla, è stato messo nella posizione solo perché è il figlio della presidente Orlean. Non mostra alcuna abilità e non fa il minimo sforzo per sembrare capace nel suo lavoro.

Si sente protetto, nella sua ignoranza. Spara frecciatine, come un vero bullo delle medie ed è l’esempio perfetto del nepotismo e del sistema di privilegi nel mondo della politica. Non conosce l’umiltà o il ripensamento: anche quando la cometa è visibile in cielo, Jason non è disposto a cambiare la propria ottusa idea e preferisce gridare ‘Don’t Look Up!’, ‘Non guardate insù!’.

Yule

Yule Dont-Look-UpGrande anno il 2021 per Timothée Chalamet: dopo Dune e The French Dispatch, lo vediamo anche in Don’t Look Up. L’eterno ragazzino interpreta un adolescente ribelle, come nel film di Wes Anderson, ma nettamente meno sveglio e rivoluzionario.

Yule è il ragazzo un po’ idiota e perdigiorno di cui si innamora la giovane scienziata Kate Dibiasky. Fa sorridere e trasmette tenerezza: anche se non è sveglio, sicuramente Yule è un personaggio simpatico e positivo, che dà un po’ di dolcezza alla seconda parte di un film che per lo più evita il romanticismo. È un peccato vederlo per così poco sulla scena.

Riley Bina: l’Ariana Grande di Don’t Look Up

Riley Bina: l'Ariana GrandeAriana Grande interpreta se stessa? No, ma quasi. Riley Bina è la famosissima pop star per cui tutti in America e nel mondo impazziscono. È così popolare da catalizzare tutta l’attenzione mediatica sulla sua rottura con DJ Chello, rubando la scena alla notizia di una catastrofe imminente.

Di nuovo siamo di fronte ad un personaggio sciocco ma buono: Riley, per quanto inizialmente costruita e superficiale, in Don’t Look diventa un’arma potentissima nel dar voce agli scienziati. Nell’assurdità del mondo rappresentato, che è in fin dei conti l’assurdità del nostro mondo, può essere una canzone pop lo strumento ideale, anche per la scienza, per farsi ascoltare dai più.

Janie Orlean

Janie Orlean Don't Look UpA metà classifica mettiamo Janie Orlean. Il presidente degli Stati Uniti di Don’t Look Up ricorda chiaramente qualche capo politico del mondo reale. Maryl Streep qui, in modo non troppo diverso da Miranda ne Il diavolo veste Prada, si comporta da capo: egoista, falsa, fissata con il proprio successo.

Janie non è un bravo presidente, ma è senza dubbio astuta: all’inizio, non crede nemmeno che la cometa sia una minaccia, ma in seguito la vede come un’opportunità per aumentare la sua popolarità nei sondaggi. Usa la potenziale catastrofe come strumento per migliorare la sua reputazione, riuscendo a recuperare la fiducia del pubblico dopo uno scandalo sessuale.

Brie Evantee

Dont-Look-UpCate Blanchett è Brie Evantee in Don’t Look Up, la co-conduttrice del talk show The Daily Rip. Lo show è tra i più seguiti d’America: la formula che utilizza, un miscuglio di news e gossip trattati in modo ironico e superficiale piace al pubblico.

Visto l’atteggiamento di Brie come conduttrice (e come amante), inizialmente la Blanchett sembra un personaggio poco profondo. Ma sotto il trucco, le ciglia finte e i capelli biondi, si nasconde una persona complessa. Brie sceglie di mostrarsi superficiale, è una falsa-stupida: per lei è più facile nascondere la sensibilità e apparire imperturbabili, così da manipolare tutti a proprio piacimento.

Kate Dibiasky

Jennifer Lawrence Don't Look UpJennifer Lawrence è il volto femminile protagonista di Don’t Look Up. La dottoranda è scaltra, diretta, sveglia e non ha alcuna intenzione di sottomettersi al sistema, se non rispecchia la sua ideologia. Nel corrotto e paradossale mondo del film però, è il personaggio a cui praticamente nessuno crede e dà fiducia.

La giovane dottoranda, per quanto meno potente delle donne appena descritte, è sicuramente più intelligente. Senza Kate, non reggerebbe la trama di Don’t Look Up: è lei a scoprire la cometa, è lei ad alzare la voce in nome della scienza, a portare avanti la campagna di protesta contro il presidente.

Randall Mindy: lo scienziato sexy di Don’t Look Up

Leonardo DiCaprio Don't Look UpLeonardo DiCaprio è il protagonista maschile di Don’t Look Up, il Dottor Randall Mindy.  Non il solito Leo, l’astronomo di basso livello che interpreta è ansioso e debole, una pedina facilmente manovrabile dal governo, e dalle donne affascinanti.

La debolezza del personaggio è innegabile, dall’inizio alla fine del film. Nonostante Mindy abbia l’intelligenza necessaria per calcolare da solo la traiettoria e il percorso della meteora, non ha il carattere sufficiente per imporsi sugli altri personaggi, più stupidi ma anche con più personalità.

Peter Isherwell

Dont-Look-UpIl personaggio più fastidioso è sicuramente Peter Isherwell: è il terzo uomo più ricco al mondo, l’amministratore delegato di BASH e convince il presidente Orlean ad interrompere gli sforzi per deviare la cometa e a procedere invece con una missione volta a estrarre molti preziosi minerali dalla cometa.

Interpretato dal premio Oscar Mark Rylance, Isherwell ha i tratti del cattivo: calcolatore, intelligentissimo, difficile e antipatico, riesce a sabotare il piano ‘giusto’ e a plasmare, con il suo potere economico, le scelte dei vertici politici sul destino dell’umanità intera.

Dottor Teddy Oglethrope

Dont-Look-UpRob Morgan è l’aiutante buono in Don’t Look Up. Teddy Oglethrope è il capo dell’Ufficio di Coordinamento della Difesa Planetaria. Accompagna Katy e Randall durante tutte le fasi della scoperta della cometa. Si trova in una posizione intermedia: tra i vertici politici e gli scienziati.

Teddy è rassicurante, estremamente calmo in ogni situazione e, evidentemente, è il più intelligente di tutti: riesce a stare concentrato su ciò che è importante, ossia fermare la cometa, senza distrarsi dalla confusione che si crea intorno a lui. Insomma, Oglethrope dimostra la sua intelligenza più e più volte, riuscendo a distinguersi in mezzo alla totale incompetenza che lo circonda.

Don’t Look Up: il teaser del film con Leonardo DiCaprio e Jennifer Lawrence

0

Netflix ha diffuso il trailer di Don’t Look Up, il nuovo film del regista premio all’Oscar Adam McKay che vede protagonisti Leonardo DiCaprio e Jennifer Lawrence. Nel cast anche Jonah Hill, Timothée Chalamet, Cate Blanchett, Ron Perlman, Tyler Perry, Melanie Lynskey, Rob Morgan, Mark Rylance, Ariana Grande, Matthew Perry Chris Evans. Don’t Look Up arriverà in streaming il 24 Novembre 2021.

Don’t Look Up, la trama

La laureanda in astronomia Kate Dibiasky (Jennifer Lawrence) e il professor Randall Mindy (Leonardo DiCaprio) fanno una straordinaria scoperta: una cometa in orbita all’interno del sistema solare. Il primo problema è che si trova in rotta di collisione con la Terra. E l’altro? La cosa non sembra interessare a nessuno. A quanto pare, avvisare l’umanità di una minaccia delle dimensioni del monte Everest rappresenta un evento scomodo da affrontare. Con l’aiuto del dottor Oglethorpe (Rob Morgan), Kate e Randall partono per un tour mediatico che li porta dall’ufficio dell’indifferente presidente Orlean (Meryl Streep) e del suo servile figlio nonché capo di gabinetto Jason (Jonah Hill), fino alla stazione di The Daily Rip, un vivace programma del mattino condotto da Brie (Cate Blanchett) e Jack (Tyler Perry). A sei mesi dall’impatto della cometa, gestire continuamente le cronache e catturare l’attenzione del pubblico ossessionato dai social media prima che sia troppo tardi risulta essere un’impresa incredibilmente comica. Cosa spingerà il mondo intero a guardare in alto?

Don’t Look Up è scritto e diretto dal premio Oscar Adam McKay (La grande scommessa) ed è anche interpretato da Mark Rylance, Ron Perlman, Timothée Chalamet, Ariana Grande, Scott Mescudi (alias Kid Cudi), Himesh Patel, Melanie Lynskey, Michael Chiklis e Tomer Sisley.

Don’t Look Up: Leonardo DiCaprio e Jennifer Lawrence nelle prime foto

Don’t Look Up: DiCaprio, Streep, Lawrence e Chalamet per Adam McKay

0

Leonardo DiCaprio, Meryl Streep e Timothee Chalamet si uniranno a Jennifer Lawrence nel cast stellare di Don’t Look Up, una nuova commedia Netflix di Adam McKay. Nel cast saranno anche Jonah Hill e Himesh Patel, insieme ad Ariana Grande, Kid Cudi e Matthew Perry. Come annunciato in precedenza, Cate Blanchett e Rob Morgan fanno parte del cast.

McKay scriverà e dirigerà Don’t Look Up, che segue due astronomi di basso livello che intraprendono un tour mediatico per avvertire l’umanità di un imminente asteroide che potrebbe distruggere il pianeta. Lawrence e DiCaprio dovrebbero interpretare i due astronomi, ma Netflix non lo conferma. Le riprese del film dovrebbero iniziare prima della fine dell’anno.

DiCaprio reciterà a breve anche nell’adattamento di Martin Scorsese, Killers of the Flower Moon. Il prossimo film di Meryl Streep è un altro film Netflix, The Prom di Ryan Murphy, insieme alla commedia HBO Max di Steven Soderbergh Let Them All Talk. Chalamet, che in precedenza aveva già recitato con Streep nel remake di Piccole donne di Greta Gerwig, sarà protagonista di Dune, The French Dispatch e il biopic su Bob Dylan di James Mangold Going Electric. Patel, che ha visto il suo successo esplodere con la commedia romantica musicale della Universal Yesterday, è apparso di recente in Tenet di Christopher Nolan.

Il film più recente di McKay, Vice, un pungente film biografico sull’ex vicepresidente Dick Cheney, è stato nominato per otto Oscar, incluso quello per il miglior film. McKay ha vinto un Academy Award per La Grande Scommessa del 2015, aggiudicandosi il premio per la sceneggiatura adattata.

Fonte: Variety

Don’t Look Up, il trailer ufficiale del film con Leonardo DiCaprio e Jennifer Lawrence

0

Netflix ha diffuso il trailer ufficiale di Don’t Look Up, del premio Oscar Adam McKay, con Leonardo DiCaprioJennifer Lawrence, Meryl Streep e Jonah Hill.

Don’t Look Up: il teaser del film con Leonardo DiCaprio e Jennifer Lawrence

Don’t Look Up è il nuovo film del regista premio all’Oscar Adam McKay che vede protagonisti Leonardo DiCaprio e Jennifer Lawrence. Nel cast anche Jonah Hill, Timothée Chalamet, Cate Blanchett, Ron Perlman, Tyler Perry, Melanie Lynskey, Rob Morgan, Mark Rylance, Ariana Grande, Matthew Perry Chris Evans. Don’t Look Up arriverà in streaming il 24 Novembre 2021.

Don’t Look Up, la trama

La laureanda in astronomia Kate Dibiasky (Jennifer Lawrence) e il professor Randall Mindy (Leonardo DiCaprio) fanno una straordinaria scoperta: una cometa in orbita all’interno del sistema solare. Il primo problema è che si trova in rotta di collisione con la Terra. E l’altro? La cosa non sembra interessare a nessuno. A quanto pare, avvisare l’umanità di una minaccia delle dimensioni del monte Everest rappresenta un evento scomodo da affrontare. Con l’aiuto del dottor Oglethorpe (Rob Morgan), Kate e Randall partono per un tour mediatico che li porta dall’ufficio dell’indifferente presidente Orlean (Meryl Streep) e del suo servile figlio nonché capo di gabinetto Jason (Jonah Hill), fino alla stazione di The Daily Rip, un vivace programma del mattino condotto da Brie (Cate Blanchett) e Jack (Tyler Perry). A sei mesi dall’impatto della cometa, gestire continuamente le cronache e catturare l’attenzione del pubblico ossessionato dai social media prima che sia troppo tardi risulta essere un’impresa incredibilmente comica. Cosa spingerà il mondo intero a guardare in alto?

Don’t Look Up è scritto e diretto dal premio Oscar Adam McKay (La grande scommessa) ed è anche interpretato da Mark Rylance, Ron Perlman, Timothée Chalamet, Ariana Grande, Scott Mescudi (alias Kid Cudi), Himesh Patel, Melanie Lynskey, Michael Chiklis e Tomer Sisley.

Don’t Look Up, il teaser bootleg del film con DiCaprio e Lawrence

0

È trapelato su Twitter un breve bootleg del teaser trailer di Don’t Look Up, il nuovo atteso film di Adam McKay, la commedia satirica con protagonisti Leonardo DiCaprio e Jennifer Lawrence. Nelle immagini, oltre ai protagonisti, vediamo anche Jonah Hill e Meryl Streep.

Non pago di questo cast già così stellare, McKay aggiunge anche Timothée Chalamet, Cate Blanchett, Ron Perlman, Tyler Perry, Melanie Lynskey, Rob Morgan, Mark Rylance, Ariana Grande, Matthew Perry Chris Evans.

Ecco il video dal teaser trailer:

https://twitter.com/yosoymichael/status/1421991852098609153?ref_src=twsrc%5Etfw%7Ctwcamp%5Etweetembed%7Ctwterm%5E1421991852098609153%7Ctwgr%5E%7Ctwcon%5Es1_&ref_url=https%3A%2F%2Fwww.ciakmagazine.it%2Fnews%2Fdont-look-up-il-primo-teaser-trailer-del-film-con-leonardo-dicaprio-e-jennifer-lawrence%2F

Don’t Look Up: Leonardo DiCaprio e Jennifer Lawrence nelle prime foto

Don’t Let Go: tutto quello che c’è da sapere sul film

Don’t Let Go: tutto quello che c’è da sapere sul film

Una particolare categoria di film molto amata è quella che mescola il genere thriller con elementi soprannaturali o sci-fi. Film come Looper, Predestination o Déja vù – Corsa contro il tempo, nei quali alle indagini del protagonista si uniscono o oppongono forze misteriose, che rendono l’intera vicenda più complessa, ma naturalmente anche molto più avvincente. Un titolo particolarmente riuscito a tal proposito è Don’t Let Go, diretto nel 2019 da Jacob Aaron Estes, fattosi notare grazie al film Mean Creek e, in seguito, l’horror The Ring 3, da lui però solo sceneggiato.

Con Don’t Let Go, da lui anche scritto, si offre dunque un nuovo racconto che unisce la possibilità dei viaggi nel tempo alla comunicazione con i defunti, il tutto con l’obiettivo di risolvere un complicato caso prima che questo diventi irreversibile. A produrre un simile opera vi è la Blumhouse Productions di Jason Blum, la casa di produzione dietro ai successi di Paranormal Activity, Scappa – Get Out, La notte del giudizio e numerosi altri celebri film horror o thriller. Passato piuttosto in sordina, il film sta però ora godendo di un forte successo grazie alla sua presenza nel catalogo di Netflix.

Qui, infatti, si trova attualmente al 3° posto nella Top 10 dei film più visti in Italia. Il motivo è presto detto: si tratta di un film capace di offrire ottimo intrattenimento e colpi di scena avvincenti, il tutto impreziosito da interpretazioni di grandi attori. Prima di intraprendere una visione del film, però, sarà utile approfondire alcune curiosità relative ad esso. Proseguendo nella lettura sarà possibile ritrovare ulteriori dettagli relativi alla trama, al cast di attori ed altro ancora, come le principali piattaforme streaming contenenti il film nel proprio catalogo.

La trama di Don’t Let Go

Protagonista del film è il detective della omicidi Jack Radcliffe, uno zio molto solidale con Ashley, sempre presente quando lei chiama. Egli ha un ruolo molto importante nella vita della ragazza, perché sua madre è molto impegnata e suo padre Garret, fratello di Jack, ha invece uno stile di vita da gangster. Una sera, Jack riceve una chiamata breve e confusa da una spaventata Ashley. Precipitandosi presso la sua abitazione, trova Garret, la madre di Ashley e Ashley, così come il cane della famiglia, tutti uccisi. La polizia giudica frettolosamente il caso un omicidio-suicidio ad opera del capofamiglia.

Nonostante la consolazione del suo partner Bobby, a cui è stato assegnato il caso, Jack non può non darsi la colpa per quanto avvenuto. Due settimane dopo, tuttavia, egli inizia a ricevere chiamate dal telefono di Ashley, anche se la linea è stata disconnessa. Quando risponde, è proprio Ashley a parlargli, come se non fosse successo nulla di male. Jack si rende ben presto conto che, in qualche modo, sta comunicando con una Ashley del passato. La stessa ragazza al telefono, infatti, è ignara del suo destino e non sa di star parlando con il Jack in futuro. Per il detective, questa può essere l’unica occasione per salvare l’adorata nipote dal suo triste destino.

Dont-Let-Go-cast

Il cast di Don’t Let Go

Ad interpretare Jack Radcliffe vi è l’attore David Oyelowo, noto per aver interpretato Martin Luther King in Selma – La strada per la libertà, ma anche per i film A United Kingdom – L’amore che ha cambiato la storia e Nelle pieghe del tempo. Come rivelato dall’attore, originariamente il ruolo del protagonista era stato scritto per un attore bianco, ma ciò è stato cambiato nel momento in cui si è ritenuto che Oyelowo sarebbe potuto essere perfetto per tale ruolo. Accanto all’attore, nel ruolo di sua nipote Ashley vi è invece l’attrice Storm Reid, divenuta celebre grazie alla serie Euphoria e recentemente vista anche nell’episodio Left Behind della serie The Last of Us.

L’attrice, qui al suo primo film di genere thriller sci-fi, ha descritto l’esperienza come particolarmente importante all’interno della sua carriera. Per lei è stato fonte di grande crescita, per via dell’essersi trovata a gestire scene d’azione, complessità emotiva del personaggio e gli spetti più cupi della storia. Fanno poi parte del cast gli attori Mykelti Williamson nel ruolo di Bobby Owens, collega di Jack, Shinelle Azoroh in quelli di Susan Radcliff, madre di Ashley e il candidato all’Oscar Bryan Tyree Henry in quelli di Garret Radcliff, padre di Ashley. Alfred Molina, infine, interpreta Howard Keleshian, capo di Jack.

Don’t Let Go e altri film simili

Se si è apprezzato Don’t Let Go e la sua caratteristica di un protagonista abilitato a comunicare con una persona cara su di una differente linea temporale, ci sono anche altri film simili che si possono recuperare per una visione. Don’t Let Go ha infatti una premessa simile a quella di Frequency – Il futuro è in ascolto (2000), interpretato da Jim Caviezel e Dennis Quaid, che narra le vicende di un uomo che, mentre cerca di individuare un serial killer, riesce a mettersi in contatto, tramite una ricetrasmittente, col padre morto trent’anni prima. Il film ha poi ricevuto anche un adattamento televisivo con la serie Frequency (2016), dove una persona del presente ha la capacità di salvare un parente nel passato grazie all’uso del cellulare, diversamente dalla ricetrasmittente utilizzata per il film.

Il trailer di Don’t Let Go e dove vedere il film in Streaming

È possibile fruire di Don’t Let Go grazie alla sua presenza su alcune delle più popolari piattaforme streaming presenti oggi in rete. Questo è infatti disponibile nei cataloghi di Rakuten TV, Chili Cinema, Google Play, Apple iTunes, Now, Tim Vision e Amazon Prime Video. Per vederlo, una volta scelta la piattaforma di riferimento, basterà noleggiare il singolo film o sottoscrivere un abbonamento generale. Si avrà così modo di guardarlo in totale comodità e al meglio della qualità video.

Fonte: IMDb Nylon

Don’t Kill Sean Bean: la campagna in difesa dell’attore!

0

L’attore è passato alla storia recente per le sue tragiche dipartite cinematografiche e televisive, e adesso i fan sono stanchi. Don’t Kill Sean Bean (#DontKillSeanBean) è la nuova campagna per salvare l’attore, Sean Bean appunto, da ulteriori morti sanguinose sul piccolo e grande schermo. Dopo la tragica scomparsa di Boromir e la devastante perdita di Ned Stark è ora di dire basta. L’attore, morto già 16 volte per lavoro, è diventato l'”uomo-spoiler”, così come lo chiamano in rete, dal momento che la sua presenza al cinema sembra premonitrice inequivocabile di morte.

Ecco di seguito un video che racchiude le sue morti e un’infografica che ci illustra i film, le modalità e le circostanze delle dipartite di Sean Bean:

http://youtu.be/WZfPaePwiI4

Don't Kill Sean Bean

Don’t Breathe: trailer dell’horror firmato Alvarez-Raimi

0
Don’t Breathe: trailer dell’horror firmato Alvarez-Raimi

Dopo aver diretto il remake de La Casa, il regista Fede Alvarez torna a collaborare con Sam Raimi in un nuovo horror dal titolo Don’t Breathe.

Qui di seguito vi presentiamo il primo trailer della pellicola prodotta dalla Ghost House di Sam Raimi e Rob Tapert ed in arrivo nelle sale americane il prossimo 26 agosto.

Ambientato in quel di Detroit, Don’t Breathe racconterà le vicende di un gruppo di amici intenzionati ad intrufolarsi nella proprietà di un non vedente al fine di portare a termine quello che sembrerebbe essere un furto estremamente semplice. Tuttavia il gruppo sarà messo a dura proprio dall’uomo e dalla sua invalidità che li intrappolerà in un vero e proprio incubo.

Nel cast del film Jane LevyDylan Minnette, Daniel Zovatto e Stephen Lang.

Fonte: Coming Soon

Don’t be Afraid of the Dark nuove foto di scena

0
Don’t be Afraid of the Dark nuove foto di scena

Katie Holmes, Guy Pearce e la piccola Bailee Madison sono i protagonisti delle nuove foto di scena di Don’t Be Afraid of the Dark, prossimo film horror in cui Guillermo del Toro ha messo il suo zampino.

Don Quixote: primi concept e i nomi dei protagonisti

0

Flickreel ci informa che il Don Quixote di Terry Gilliam ha finalmente trovato i suoi protagonisti. Adam Driver e Michael Palin saranno i protagonisti del film di cui di seguito vi mostriamo i primi concept:

[nggallery id=2736]

Palin doveva interpretare il protagonista già nel progetto del 2008, mentre Driver sarà Toby, che un tempo era un giovane studente di cinema che aveva deciso di realizzare un film su Don Chisciotte in un piccolo villaggio spagnolo.

Con il tempo Toby perde le sue ambizioni e diventa un arrogante publicista corrotto dalla libidine e dai soldi. In Spagna per girare un film, viene contattato da una zingara che gli consegna una copia del suo vecchio film. Incuriosita raggiunge il villaggio in cui girò il film tanti anni prima e scopre che il vecchio che interpretava il protagonista è impazzito, credendo di essere il vero Don Chisciotte.

Dopo una serie di incidenti, Toby viene accusati di aver appiccato fuoco al villaggio, ricercato dalla polizia viene salvato dal vecchio pazzo che lo scambia per il suo scudiero Sancho e lo porta con sè alla ricerca di Dulcinea.

Il film si profila dunque essere un mix avvincente di fantasia e realtà, in pieno stile di Gilliam.

Il progetto, in cantiere da quasi 20 anni, ha avuto una storia alquanto burrascosa ma adesso è intervenuto Paulo Branco, già produttore di Cosmopolis, a finanziare il film. È dal 1998 che Gilliam tenta di realizzare questa idea e adesso sembra la volta buona. Le riprese cominceranno a settembre in Spagna e Portogallo e la Alfama Films di Blanco e le spagnole Tornasol Films e Leopardo Films forniranno il bidget di 18.2 milioni di dollari.

Don Quixote: le location da sogno del film di Terry Gilliam – foto

0

Ecco le immagini delle location in cui Terry Gilliam sta facendo i sopralluoghi per il suo Don Quixote, che finalmente potrebbe realizzarsi e arrivare in sala.

[nggallery id=2736]

Adam Driver e Michael Palin saranno i protagonisti del film. Al loro fianco anche Olga Kurylenko.

Palin doveva interpretare il protagonista già nel progetto del 2008, mentre Driver sarà Toby, che un tempo era un giovane studente di cinema che aveva deciso di realizzare un film su Don Chisciotte in un piccolo villaggio spagnolo.

Con il tempo Toby perde le sue ambizioni e diventa un arrogante publicista corrotto dalla libidine e dai soldi. In Spagna per girare un film, viene contattato da una zingara che gli consegna una copia del suo vecchio film. Incuriosita raggiunge il villaggio in cui girò il film tanti anni prima e scopre che il vecchio che interpretava il protagonista è impazzito, credendo di essere il vero Don Chisciotte.

Don Quixote di Terry Gilliam sarà prodotto da Amazon

Dopo una serie di incidenti, Toby viene accusati di aver appiccato fuoco al villaggio, ricercato dalla polizia viene salvato dal vecchio pazzo che lo scambia per il suo scudiero Sancho e lo porta con sè alla ricerca di Dulcinea.

Il film si profila dunque essere un mix avvincente di fantasia e realtà, in pieno stile di Gilliam.

Il progetto, in cantiere da quasi 20 anni, ha avuto una storia alquanto burrascosa ma adesso è intervenuto Paulo Branco, già produttore di Cosmopolis, a finanziare il film. È dal 1998 che Gilliam tenta di realizzare questa idea e adesso sembra la volta buona. Le riprese cominceranno a settembre in Spagna e Portogallo e la Alfama Films di Blanco e le spagnole Tornasol Films e Leopardo Films forniranno il bidget di 18.2 milioni di dollari.

Fonte: IW

Don Quixote di Terry Gilliam: Jack O’Connell protagonista

0

Don Quixote Jack-O-ConnellIl regista culto Terry Gilliam ci riprova con il tanto sperato film Don Quixote e oggi apprendiamo la notizia che l’attore Jack O’Connell è il nuovo protagonista della pellicola. A rivelarlo è Variety, secondo il quale nel maggio del 2016 il regista britannico darà il via alle riprese. Anche se al momento poco noto Jack O’Connell è uno dei volti più promettenti e presto lo vedremo nell’atteso film di Angelina Jolie, Unbroken. 

 O’Connell sarà Toby, stanco regista che si reca in Spagna per un servizio fotografico. Qui si imbatte in una zingara che gli da’ una copia di un suo vecchio film, ovvero una lirica rielaborazione della storia di Don Chisciotte ambientata in un caratteristico e antico villaggio spagnolo. Scosso dalla scoperta Toby parte per un bizzarro viaggio con l’intenzione di trovare il piccolo villaggio dove venne girata la pellicola, finendo in una serie di incredibili catastrofi.

Don Quixote di Terry Gilliam sarà prodotto da Amazon

0

Terry Gilliam aveva già annunciato a novembre 2013 che il suo prossimo progetto, successivo a The Zero Theorem, sarebbe stato l’adattamento del romanzo di Miguel de Cervantes, The Man Who Killed Don Quixote.

All’epoca disse che avrebbe riprovato a cimentarsi nel progetto che stava facendo tanta fatica a decollare: “Credo che sia la settima volta – aveva detto Gilliam – magari il sette è fortunato. Vedremo se accadrà. E’ una specie di default, ci ritorno in continuazione. A dire la verità voglio solo farlo e sbarazzarmene. E così farlo uscire dalla mia vita.

Oggi, è stato lo stesso regista – come riportato da Indiewire – a rivelare che la pellicola vedrà finalmente la luce e che sarà prodotta da Amazon, con il quale Gilliam ha siglato un accordo che prevede la distribuzione del film in nordamerica.

Il regista ha dichiarato: “La cosa è davvero interessante perché Amazon distribuirà prima il film nelle sale, e poi, circa un mese dopo o due, lo proporrà in streaming”. Le riprese del film dovrebbero cominciare a inizio 2017. Ricordiamo che il cast del film includerà Jack O’Connell e John Hurt.

Fonte

Don Quixote di Terry Gilliam le riprese a settembre

0

Terry_GilliamTerry Gilliam aveva già annunciato lo scorso novembre che il suo prossimo progetto, successivo a The Zero Theorem, sarebbe stato l’adattamento del romanzo di Miguel de Cervantes, The Man Who Killed Don Quixote. All’epoca disse che avrebbe riprovato a cimentarsi nel progetto che sta facendo tanta fatica a decollare. “Credo che sia la settima volta – ha detto Gilliam – magari il sette è fortunato. Vedremo se accadrà. E’ una specie di default, ci ritorno in continuazione. A dire la verità voglio solo farlo e sbarazzarmene. E così farlo uscire dalla mia vita.

La produzione del film cominciò già nel 2000 con Jean Rochefort come Quixote e Johnny Depp nel ruolo di Sancho Panza. Sfortunatamente le riprese hanno incontrato ogni tipo di difficoltà, e il film non è mai stato finito. Il backstage del film è finito poi per diventare un documentario, Lost in La Mancia, nel 2002.

Adesso Terry Gilliam ha dichiarato ad Empire che le riprese del film dovrebbero cominciare il 29 settembre di quest’anno alle Canarie. Ha anche dichiarato che il film è stato riscritto innumerevoli volte: “Abbiamo continuato a riscrivere la sceneggiatura ogni volta che partivamo. E’ lo stesso film ma cambiano i dettagli. Forse è meglio, sicuramente è più piccolo, a misura degli abiti che indossiamo oggi. E di questi tempi sono abiti stretti.

Il 12 gennaio scorso Terry Gilliam ha pubblicato su Facebook questo artwork realizzato per il film:

don quixote

Don Peyote Trailer originale con Anne Hathaway

0
Don Peyote Trailer originale con Anne Hathaway

Don Peyote-trailerGuarda il primo trailer originale del film Don Peyote di Michael Canzoniero e Dan Fogler, che vede protagonisti Anne Hathaway, Jay Baruchel, Topher Grace, Josh DuhamelDan Fogler nei panni di se stesso.

[iframe width=”624″ height=”351″ scrolling=”no” frameborder=”0″ allowfullscreen=”true” mozallowfullscreen=”true” webkitallowfullscreen=”true” allowtransparency=”true” src=”http://movies.yahoo.com/video/don-peyote-trailer-192044452.html?format=embed&player_autoplay=false”][/iframe]

Don Peyote  è incentrato su un uomo oltremodo eccentrico interpretato da Fogler che decide di realizzare un documentario su varie teorie apocalittiche.

Warren Allman (Dan Fogler) è un disoccupato dedito alla cannabis che trova finalmente uno scopo nella vita dopo uno spiacevole incontro con un senzatetto che lo avverte che la fine è vicina. La fantasia di Warren è alimentata da vividi sogni apocalittici che lo ossessionano a tal punto che l’uomo ipotizza 2.012 teorie catastrofiche e visto il corposo materiale a diposizione decide di fare un documentario sul tema, tutto questo mentre la sua fidanzata è occupata a pianificare il loro matrimonio.

Don Matteo 14: prima foto della nuova stagione con Raoul Bova

0
Don Matteo 14: prima foto della nuova stagione con Raoul Bova

In esclusiva il primo scatto dal set dell’attesissima nuova stagione della serie tv Don Matteo 14, in onda prossimamente su Rai 1. Nella foto troviamo Raoul Bova, che vestirà ancora una volta i panni di Don Massimo e la new entry Eugenio Mastrandrea che interpreterà il nuovo Capitano dei Carabinieri Diego Martini.

Don Matteo 14
Ph Virginia Bettoja

Don Matteo 14 è una produzione Lux Vide, società del gruppo Fremantle, in collaborazione con Rai Fiction, prodotta da Luca Bernabei e Matilde Bernabei, diretta da Riccardo Donna, Enrico Ianniello e Francesco Vicario, scritta da Mario Ruggeri e Umberto Gnoli e interpretata da Raoul Bova, Nino Frassica, Eugenio Mastrandrea, Maria Chiara Giannetta e Maurizio Lastrico.

Don Matteo 14 dal 17 ottobre in prima serata su Rai 1

0
Don Matteo 14 dal 17 ottobre in prima serata su Rai 1

Debutterà dal 17 ottobre Don Matteo 14, la quattordicesima stagione della serie prodotta da Lux Vide, società del gruppo Fremantle, in collaborazione con Rai Fiction, prodotta da Matilde e Luca Bernabei, in onda da giovedì 17 ottobre in prima serata su Rai 1. 

Torna in tv, con qualche partenza e tanti nuovi arrivi, una delle serie più amate dagli italiani. Don Matteo 14 è diretta da Riccardo Donna, Enrico Ianniello e Francesco Vicario, scritta da Mario Ruggeri e Umberto Gnoli. 

Nel cast, accanto a Raoul Bova, nel ruolo di Don Massimo, e Nino Frassica, in quello del Maresciallo Cecchini, troviamo i volti storici della fiction Nathalie Guetta, Francesco Scali, Pietro Pulcini a cui si aggiungono i nuovi arrivati Eugenio Mastrandrea, Gaia Messerklinger e Federica Sabatini.

La trama di Don Matteo 14

Don Matteo, una delle serie più amate e longeve della televisione italiana, torna con la quattordicesima stagione. Nelle nuove puntate ritroviamo i nostri beniamini – Don Massimo, il Maresciallo Nino Cecchini, Anna, Marco, Natalina e Pippo – ma anche tanti nuovi personaggi.

Ripartiamo esattamente da dove eravamo rimasti: un doppio matrimonio, quello tra Anna e Marco e quello tra Nino ed Elisa. La cerimonia viene ostacolata da non pochi contrattempi, tra cui un caso da risolvere che coinvolge nientemeno che la sorella del prete, Giulia Mezzanotte.

Don Matteo 14 Nino Frassica e Raoul Bova
Foto di Virginia Bettoja Cortesia di © RaiFiction

Giulia è, in realtà, la sorellastra di Don Massimo, nata da una relazione extraconiugale del padre. I due fratelli hanno sempre avuto un rapporto travagliato, culminato con un tragico epilogo che li ha portati ad allontanarsi definitivamente e a non avere più contatti per anni.
Per fortuna c’è Natalina che fa da paciere e, con il suo solito modo di fare sferzante, fa capire al parroco che Giulia ha bisogno di aiuto e soprattutto ha bisogno di lui. Per questo la ragazza, che dovrà scontare un periodo ai lavori socialmente utili, starà in canonica. Don Massimo viene messo alla prova: dopotutto è un sacerdote, un uomo che sbaglia e che dovrà intraprendere un percorso per riuscire a perdonare (ed amare) sua sorella.

Dopo il matrimonio, Anna e Marco si trasferiscono a Roma per cominciare la loro nuova vita, lasciando Nino ed Elisa in compagnia di un nuovo Capitano e di una nuova PM. Il Capitano è Diego Martini, ex “spia” dei Servizi Segreti; la PM è Vittoria Guidi.

Diego – uomo preciso, apparentemente tutto d’un pezzo – si è fatto trasferire a Spoleto per amore: la sua ex fidanzata, Vittoria,  dopo una lunga relazione, si è stancata di un uomo che per deformazione professionale non condivide nulla, né informazioni né sentimenti, e l’ha lasciato. Ora sta per sposare Egidio, conosciuto da pochi mesi e grazie al quale ha trovato tutto quello che Diego non le aveva dato: emotività, conforto, empatia. Ma, da quando Vittoria l’ha lasciato, Diego si è scoperto fragile e ora è a Spoleto per recuperare il rapporto con lei.

Inizialmente il rapporto tra il Capitano e Cecchini è conflittuale, ma a poco a poco, Diego si apre alla bontà d’animo del Maresciallo e tra i due fiorisce un germoglio di amicizia. Tanto che Diego si trasferirà a vivere nell’appartamento accanto a quello di Cecchini, come da tradizione.

Ad aiutare il Maresciallo con il Capitano c’è Giulia, inizialmente nemica giurata di Diego. Nonostante questa rivalità, Giulia arriverà a provare una certa empatia per quest’uomo apparentemente così severo, ma in realtà fragile, fino ad offrirsi di aiutarlo a riconquistare Vittoria, che comincia a guardare ai progressi di Diego con nuovo interesse. E così, più Giulia riesce a far aprire il nuovo Capitano, più Vittoria se ne rinnamora. Ma più il nuovo Capitano si apre, più Giulia si lega a lui.

A casa Cecchini, intanto, arriva Martina, nipote di Nino e figlia del Capitano Tommasi. Martina è una teenager scontrosa e in rotta con i genitori, che non ha nulla a che fare con la bambina che ricordava il nonno. In canonica, poi, fa il suo ingresso Bartolomeo, un bimbo con sindrome di Down pieno di insicurezze che trascorre i suoi pomeriggi insieme ai nostri personaggi, frequentando le lezioni di catechismo di Don Massimo.

Don Lusk: la leggenda Disney muore a 105 anni

0
Don Lusk: la leggenda Disney muore a 105 anni

Don Lusk è morto all’età di 105 anni. Per chi non avesse familiarità con il nome, si tratta di una vera e propria leggenda dell’animazione mondiale, attivo principalmente in casa Disney.

Lusk era l’ultimo dei grandi animatori che lavorarono alla Casa di Topolino, con il merito di aver contribuito in maniera decisiva ad alcuni dei più grandi classici d’animazione, film originali sui quali si è costruita la fama della Disney, a partire ovviamente da Biancaneve e i sette nani del 1937.

Don Lusk entrò a lavorare alla Disney già nel 1933 e lavorò a 13 lungometraggi animati dello Studio, trai quali Biancaneve e i Sette Nani, Pinocchio, Bambi, Cenerentola, Peter Pan, Fantasia, Alice nel Paese delle Meraviglie, La Bella Addormentata nel Bosco, La Carica dei 101.

Lusk si impegnò anche da un punto di vista sindacale, partecipando nel 1941 a uno sciopero che coinvolse 333 dipendenti dello Studio, volto a migliorare le condizioni di lavoro di tutti.

Lasciò lo Studio nel 1960 pur continuando a dedicarsi al settore dell’animazione. Ha contribuito ad animare i Peanuts, e poi è stato assunto da Hanna-Barbera, dirigendo Scooby-Doo e L’Orso Yoghi, tra le altre cose.

A 80 anni si ritirò ufficialmente.

Don Jon: tutto quello che c’è da sapere sul film di Joseph Gordon-Levitt

Con film come (500) giorni insieme, Inception, 50 e 50, Il cavaliere oscuro – Il ritorno e SnowdenJoseph Gordon-Levitt si è distinto come uno dei migliori attori della sua generazione, capace di passare con naturalezza da un genere all’altro. Egli non si è però solo limitato a lavorare davanti la macchina da presa, ma ha infatti compiuto il passaggio dietro di essa per il film Don Jon (qui la recensione), da lui scritto e diretto nel 2013. Ad oggi ancora l’unico film da regista di Gordon-Levitt, è questa una brillante commedia che, tra una risata e l’altra, trova il tempo di affrontare tematiche molto importanti.

Con Don Jon, infatti, l’attore e regista va ad affrontare questioni legate alle dinamiche di coppia, all’idealizzazione che si può avere di questa e di come le persone tendano a trattare gli altri sulla base delle proprie esperienze personali. Inizialmente il titolo del film doveva essere Don Jon’s Addiction, ma Gordon-Levitt decise di togliere quest’ultima parola in quanto non voleva che si pensasse che il tema alla base del film è la dipendenza da qualcosa (in questo caso il sesso e la pornografia). Per lui, infatti, il film è una semplice commedia su come uomini e donne si trattano sulla base di aspettative spesso irrealistiche.

Accolto con grande entusiasmo, ancora oggi a dieci anni di distanza Don Jon rimane un film molto apprezzato. Coraggioso nel raccontare determinate dinamiche di coppia, talvolta ingenuo nella costruzione del racconto, ma ad ogni modo divertente e ricco di spunti di riflessione. Prima di intraprendere una visione del film, però, sarà certamente utile approfondire alcune delle principali curiosità relative a questo. Proseguendo qui nella lettura sarà infatti possibile ritrovare ulteriori dettagli relativi alla trama e al cast di attori. Infine, si elencheranno anche le principali piattaforme streaming contenenti il film nel proprio catalogo.

La trama di Don Jon

Protagonista del film è John Martello Jr., detto Don Jon, un ragazzo italo-americano con una vita scandita in maniera particolarmente rigida tra la palestra, le pulizie maniacali in casa, la cura della sua bella auto, i pranzi in famiglia e le serate in discoteca con amici. Durante queste ultime è solito conquistare sempre nuove ragazze, con tecniche di seduzione ormai collaudate. La più grande passione di Jon, tuttavia, è il porno, che preferisce anche al sesso reale in quanto è in grado di dargli un appagamento che non trova altrove.

Tutto sembra cambiare per lui quando conosce la bellissima Barbara, con la quale decide di intraprendere una relazione stabile. Appassionatissima di film romantici, la donna non vede però di buon occhio la passione di Jon per il porno, costringendolo a smettere di fruirne. Mentre cerca dunque di far funzionare questa complicata relazione, Jon conosce, durante un corso serale per ottenere il diploma, Esther, una donna più grande e con una complessa situazione sentimentale alle spalle. Con lei, il ragazzo inizierà a provare emozioni mai conosciute fino a quel momento.

Don Jon: il cast del film

Ad interpretare Don Jon, protagonista del film, vi è lo stesso Joseph Gordon-Levitt. Originariamente egli voleva affidare il ruolo all’amico Channing Tatum, per potersi dedicare unicamente alla regia, ma decise infine di interpretare egli stesso il personaggio. Il ruolo di Barbara, invece, è stato scritto appositamente per l’attrice Scarlett Johansson, la quale decise poi di accettare e di ispirarsi ad alcune pornostar per rendere provocante al punto giusto tale personaggio. Nel ruolo di Esther, invece, si ritrova la premio Oscar Julianne Moore, la quale torna a recitare in un film che ha a che fare con il porno dopo Boogie Night – L’altra Hollywood (1997).

Nel film recitano poi gli attori Tony Danza e Glenne Headly nei panni dei genitori di Jon, mentre la premio Oscar Brie Larson interpreta sua sorella Monica. Originariamente l’attrice avrebbe dovuto avere il ruolo di una delle ragazze sedotte da Jon, ma non volendo prendere parte a scene di nudo, la Larson chiese di poter interpretare un altro personaggio, uno che non dovesse fare poi molto nel film. Gordon-Levitt scrisse così di Monica, la quale, per accontentare l’attrice, ha solo una battuta in tutto il film. Infine, compaiono anche gli attori Anne Hathaway e lo stesso Channing Tatum nei ruoli dei due attori protagonisti del film che Jon e Barbara vanno a vedere al cinema.

Don-Jon-cast

Don Jon tra porno e amore, il significato del film

Come anticipato, Don Jon non è un film esclusivamente o primariamente incentrato sulla dipendenza da pornografia, bensì un film che attraverso tale problematica riflette sui rapporti di coppia e sulle dinamiche interne ad esse. Il protagonista, Don Jon, è un ragazzo che fa un abuso spropositato di materiale pornografico, tanto da aver sviluppato attraverso di esso una percezione sbagliata dei rapporti tra uomo e donna. Per Jon ogni ragazza è dunque un oggetto da possedere, quasi da collezionare, lasciando da parte ogni possibile coinvolgimento emotivo. Questa freddezza però lo porta ad essere perennemente insoddisfatto, in quanto anche durante l’atto sessuale egli non si lascia mai davvero andare.

Al contrario, Barbara è una ragazza cresciuta guardando film romantici in continuazione ed ha a sua volta sviluppato una percezione sbagliata dei rapporti di coppia. Barbara fa fatica a riconoscere quanto avviene nei suoi film preferiti come eventi di finzione, basati su necessità narrative e spesso e volentieri idealizzati e distanti dalla realtà dei fatti. Anche lei dunque ricerca qualcosa che non trova riscontro nella realtà, rimanendo dunque sempre insoddisfatta. Quando questi due personaggi iniziano a frequentarsi, le differenti visioni dell’amore e del sesso li portano inevitabilmente ad uno scontro dove solo uno dei due potrà imporsi, mentre l’altro finirà con il dover sacrificare parte di sé.

La loro, come si direbbe oggi, è dunque una vera e propria relazione tossica. Solamente quando incontrerà Esther, Jon potrà ritrovare sé stesso. La donna, più adulta e con una visione della vita e dei rapporti meno idealizzata, saprà mostrare al ragazzo la bellezza del lasciarsi andare, del mostrarsi umani e imperfetti e di guardare a queste imperfezioni come valori da proteggere. Attraverso i rapporti che si costruiscono tra questi tre personaggi, dunque, Gordon-Levitt va a proporre una riflessione sulla necessità di non lasciarsi vincere dalle irrealistiche aspettative costruite dai media, ma piuttosto di ricercare un sentimento vero e condiviso.

Il trailer di Don Jon e dove vederlo in streaming e in TV

È possibile fruire di Don Jon grazie alla sua presenza su una delle più popolari piattaforme streaming presenti oggi in rete. Questo è infatti disponibile, per il noleggio o l’acquisto, su Apple iTunes. Per vederlo, basterà aprire un account sulla piattaforma e acquistare il titolo. Si avrà così modo di guardarlo in totale comodità e al meglio della qualità video. Il film è inoltre presente nel palinsesto televisivo di martedì 21 febbraio alle ore 21:15 sul canale Cielo.

Fonte: IMDb

Don Jon: recensione del film di Joseph Gordon-Levitt

Don Jon: recensione del film di Joseph Gordon-Levitt

Arriva anche in Italia l’atteso debutto dietro la macchina  da presa di Joseph Gordon-Levitt, poliedrico attore in ascesa a Hollywood, che questa volta si cimenta nella regia in Don Jon, lungometraggio che lo vede anche protagonista al fianco di due bellezze del cinema americano, Scarlett Johansson e Julianne Moore.

Protagonista della storia è Jon Martello, un ragazzo bello e aitante, un tipo vecchio stampo. I suoi amici lo chiamano Don Jon per la sua particolare abilità nel “rimorchiare” ogni fine settimana una donna diversa. Eppure, anche la più sublime scappatella non può competere con l’infinito piacere che Jon prova in solitaria, davanti al computer, quando consuma materiale pornografico: ma la sua dipendenza dalla pornografia lo ha reso insoddisfatto della sua vita, e decide allora d’intraprendere un cammino che gli restituisca gratificazione e gioia anche dalla sua vita sessuale. Finirà con il considerare un quadro più ampio e per imparare molto sulla vita e sull’amore grazie all’aiuto di due donne.

Don Jon, il film

Don Jon recensione film

Joseph Gordon-Levitt, scrive, dirige e interpreta una gradevole commedia che ha nel suo insieme alcuni elementi vincenti e ricercati, ovvero la provocazione e l’onestà, che distribuiti con un buon equilibrio risultano essere l’aspetto più azzeccato del film. La pellicola, nella sua spensieratezza, mira a trattare temi al quanto spinosi come la tendenza a considerare le persone oggetto, l’intimità di coppia, la spontaneità di un sentimento, oltre a tante altre questioni che spesso rimangono marginali nelle commedie contemporanee.

E per tutta la prima parte Gordon-Levitt riesce nell’intento di parlare di tutto questo con un approccio sfacciato e schietto, caratteristiche che al giorno d’oggi non sono certamente prerogative di una commedia americana. Ma se da un lato il film vince per questa genuina originalità, anche nel voler inscenare il tutto con un stile decisamente poco tradizionale e patinato, dall’altro pecca nella sua ambivalenza.

Nella seconda parte di Don Jon abbandona quell’onestà e quella provocazione, per lasciare spazio ad elementi tipici del genere che ricordano più un mélo al maschile che una commedia irriverente e provocatoria, per poi buttare alle ortiche tutto quello che c’era di buono, con un finale al limite del ridicolo e dello smielato. Forse il vero limite del film sono proprio le scelte di un regista ancora ingenuo, di talento ma pur sempre al primo film, che è incapace di mantenere un registro coraggioso dall’inizio alla fine, anche a costo di sacrificare l’aspetto più commerciale ed industriale di un prodotto, che invece se indipendente deve mantenere. A tal proposito, le scelte fatte da Joseph Gordon-Levitt sembrano dettate proprio dalla voglia di abbracciare un pubblico più ampio, e quindi rinunciare ad uno sguardo più particolare e ricercato per darne uno più scontato. Il film pecca anche di un po’ di ingenuità squisitamente tecnica, con una reparto fotografico non certamente eccelso e all’altezza degli intenti produttivi.

Nonostante ciò Don Jon rimane un film esilarante, che offre una dissertazione frizzante sul mondo nascosto delle coppie, lasciando poco spazio ai modelli di copertina. Inoltre, vanno senz’altro menzionate le performance degli interpreti del film, che certamente non scopriamo ora, ma che sono comunque sempre eccelse e meritevoli di essere sottolineate.

Don Jon Trailer del film di Joseph Gordon-Levitt

0

DON JONArriva il primo trailer di Don Jon, il debutto alla regia di Joseph Gordon-Levitt e che vede protagonista lo stesso attore insieme a Scarlett Johansson e Julienne Moore

Pubblicità
Pubblicità
Pubblicità