Dopo l’estenuante count down che ci
ha svelato, uno per uno, i campioni nel nuovo banner di
Hunger Games La ragazza di Fuoco, ecco l’immagine al
completo. L’ultimo tributo ad essere stato svelato è stato Finnich
Odair, affascinante rappresentante del Distretto 4 che imbraccia
con fiero cipiglio il suo tridente.
La Mostra internazionale d’Arte
Cinematografica di Venezia, il festival più longevo al mondo che
quest’anno spegne le 70 candeline, ha sempre offerto una vasta
gamma di grandissime star che hanno attirato negli anni, un grande
volume di pubblico, caratteristica ce ha contribuito a fare la
fortuna della kermesse.
Quest’anno, siamo ancora al terzo
giorno me se ne può già parlare, il Lido ospita nomi interessanti,
che per adesso hanno coinvolto più generazioni. Inaugurazione super
glamour con uno George Clooney sempre più in forma
e una Sandra Bullock radiosa in un J Mendel rosso
“red carpet” che hanno presentato con Alfonso
Cuaron il film d’apertura fuori concorso
Gravity. Poi è stato il turno del
leggendario William Friedkin, Leone d’Oro alla
Carriera e regista che impersona la leggenda cinematografica, uomo
concreto e schietto, autore di alcuni dei film che hanno fatto la
storia del cinema (vedi L’Esorcista).
Sono già passati dal red carpet
Mia Wasikowska e Nicolas Cage,
forse i nomi più noti avvistati fino ad ora sulla banchina
dell’Excelsior, storico sbarco per i vip da Festival al Lido.
Mentre la bella Mia si è dimostrata, come sempre di grande eleganza
e discrezione, Nic Cage, consapevole della fama di cui gode tra i
fan più accaniti, nonostante qualche scivolone negli ultimi anni di
carriera, ha fatto la superstar, rispondendo con intelligenza e
spirito anche alle domande più oziose.
Per quanto riguarda invece le
“nostre” star, hanno già fatto bella mostra di se l’onnipresente
Alba Rohrwacher, coprotagonista con Emma
Dante di Via Castellana
Bandiera, in concorso. Con loro, al suo primo red
carpet all’età di 82 anni, la grande attrice teatrale Elena
Cotta, in odore di Coppa Volpi.
Oggi è la giornata sarà
monopolizzata da James Franco, che presenta in
concorso Child of God, e dalle giovani
star Jesse Eisenberg e Dakota
Fanning, oltre alla magnifica Judi
Dench.
Forfait invece per Michael
C. Hall e Richard Madden, mentre, così
come è accaduto lo scorso anno per le starlette di
Spring Breakers, grande tripudio di
pubblico adolescente si aspetta per Daniel
Radcliffe, fu Harry Potter, che presenterà
Kill Your Darling per le Giornate degli
Autori.
Seguendo alcune voci circolate alla
fine della scorsa settimana, la Marvel Studios ha ufficialmente
confermato una nuova new entry nel cast dei I Guardiani della Galassia, il
film di James Gunn che si sta girando in questi
giorni nei pressi di Londra. Infatti l’attore Bradley
Cooper presterà la voce al personaggio di Raccoon
Rocket.
Il film è attualmente in pre
produzione nel Regno Unito e dovrebbe arrivare al cinema il primo
agosto 2014. I Guardiani della
Galassia (Guardians of the Galaxy) sono un gruppo di
personaggi dei fumetti Marvel Comics, creato da Arnold Drake (testi) e
Gene Colan (disegni). La prima apparizione avviene in Marvel
Super-Heroes (seconda serie) n. 18 (gennaio 1969).
Casey Wilson e
June Diane Raphael hanno scritto e interpretato la
commedia Ass Backwards presentato al
Sundance Film Festival di quest’anno. La
pellicola è stata acquisita nel mese di luglio da Gravitas
Ventures, ed oggi è stato rilasciato online il primo trailer. La
trama parla di due amiche, Kate e Chloe che intraprendono un lungo
viaggio per far ritorno alla loro cittadina d’origine e vincere un
concorso dal quale erano state escluse da bambine.
Nel cast sono presenti anche Alicia Silverstone,
Vincent D’Onofrio, Jon Cryer,
Brian Geraghty e Bob Odenkirk il
film è stato diretto da Chris Nelson.
L’uscita è prevista per l’8 novembre nelle sale
americane.
James Franco
sembra aver trovato realmente una nuova vocazione nella regia.
L’attore, noto ai più per la sua partecipazione agli Spiderman di
Sam Raimi, presenta al Festival di Venezia del 2013, nella sezione
in Concorso, il suo ultimo lavoro, Child of
God, film tratto dall’omonimo romanzo del grande
Cormac McCarthy (in italiano Figlio di
Dio).
La storia ruota intorno ad un
serial killer, Lester Ballard, uomo dalla psiche disturbata
probabilmente per aver assistito, da piccolo, al suicidio del
padre. Lester vive da solo nei boschi intorno alle città di
Crawley, Lewisburg, Marlinton e Roncerverte, nella Virginia
Occidentale; è violento, sporco e aggressivo, curandosi
particolamente di tenere alla larga ogni contatto umano. Stringe
amicizia con dei peluches che vince ad una festa di paese e gioca
con gli animali selvatici che cattura, ma proprio non vuole sapere
di avere a che fare con i suoi simili, a meno che non siano ragazze
… morte.
Scott Haze rinnova
la sua collaborazione con il Franco regista e si trasforma
nell’orribile e grottesco Ballard, un essere umano che lungo la via
dell’autodistruzione riesce a trovare ogni giorno una diversa
ragione per andare avanti, perpetrando i suoi crimini. Se
all’inizio pensiamo che il nostro protagonista sia solo una vittima
delle circostanze, man mano che la storia si dipana scopriamo la
sua vera natura, tutt’altro che semplice. L’interpretazione, pur
servendo un personaggio complesso, si rivela ben presto essere
esasperata ed eccessiva, volta ad uno svolgimento che sembra
inevitabile ma che, nel caso di McCarthy, lascia sempre spazio alla
possibilità.
Interessante invece l’uso della
musica che Franco sceglie di abbinare ai momenti più drammatici,
creando un bel contrappunto attraverso l’inserimento di musica
country che pur estraniando i gesti efferati del protagonista,
rende più facilmente digeribili mostruosità che troppe volte non
sono relegate allo schermo o alla carta.
Child of
God è un film che mostra i suoi limiti, pur essendo
sufficentemente equilibrato e interessante.
I Mercenari
3 è in fase di riprese e oggi è stata pubblicata
online la prima foto di Arnold Schwarzenegger e
Harrison Ford sul set del nuovo film.
“è stato un fantastico primo giorno di riprese di ‘I
Mercenari 3’“, ha scritto Schwarzenegger su Instangram
“Ottimo per lavorare con Harrison e il nostro direttore,
Patrick [Hughes].”
Nel terzo episodio vedremo Barney
(Stallone), Christmas (Statham) e
il resto del team che si trovano faccia a faccia con Conrad
Stonebanks (Gibson) che proprio qualche anno prima
aveva fondato la banda dei Mercenari insieme a Barney. Con il
passare del tempo però Conrad era cambiato tanto da diventare
violento e spietato e da costringere Barney ad ucciderlo.
Stonebanks invece è riuscito a salvarsi ed ora ha una sola
missione: annientare i Mercenari. Barney decide così di combattere
il vecchio sangue con il nuovo e porta una nuova aria nel gruppo,
reclutando membri più giovani, veloci e tecnologicamente avanzati.
L’ultima missione diventa così lo scontro tra il classico stile old
school e le competenze tecniche, dando luogo alla più personale
battaglia affrontata dai Mercenari fino ad oggi.
A dirigere questo bel gruppo di
eroi ci sarà Patrick Hughes che avrà a
disposizione un budget di 90 milioni di dollari. La trama del film:
ne I Mercenari
3, Barney (Sylvester Stallone), Christmas (Jason
Statha) e il resto della squadra si trovano faccia a faccia con
Conrad Stonebanks (Gibson), un vecchio amico di Barney e
co-fondatore del gruppo di Mercenari. Stonebanks però si allontanò
dal gruppo, costringendo Barney ad ucciderlo, o almeno così si
pensava. Lui invece è riuscito a eludere la morte, e ora è tornato
per cercare di mettere fine al gruppo che lui stesso ha fondato. Ma
Barney ha piani diversi.
Siamo al terzo giorno
di Festival e oggi tocca al film in concorso Night
Moves con protagonisti Jesse Eisenberg,
Dakota Fanning e Peter Sarsgaard. La
pellicola è un classico film indipendente americano che senza
grosse pretese, affida completamente agli attori di talento il
compito di portare a casa un film che si rivela essere piatto e
noioso, percorrendo un binario narrativo fatto di poco coraggio e
tanta incomunicabbilità .
Trama: Fino a che punto le
convinzioni legittime di una persona giustificano comportamenti
illegali? Come può reagire un individuo mosso da un radicato
idealismo quando si trova tutt’a un tratto con le spalle al muro.
Night Moves è la storia di tre ambientalisti radicali e del loro
progetto di far saltare una diga idroelettrica.
Vi ricordiamo che tutte le notizie
e le recensioni in anteprima dal Festival di Veneziale
trovate nel nostro speciale Venezia 70.
Di seguito tutte le foto nella
nostra foto gallery
Siamo arrivati al terzo giorno e
come di consueto facciamo un riepilogo fatto d’immagini delle star
che in questi giorni hanno sfilato sul red carpet della
settantesima edizione della Mostra d’Arte Cinematografica di
Venezia:
Continuano le riprese dell’atteso
nuovo adattamento di Hercules e come di consueto
continuano ad arrivare aggiornamenti dal profilo Twitter del
protagonista del film Dwayne Johnson. Oggi,
infatti, arriva una nuova foto che mostra più nel dettaglio il
costume che l’attore sta indossando per alcune riprese del fim e
alcuni graffi molto grandi che suggeriscono la presenza di un
felino di grosse proporzioni e al quanto violento.
Tutti conoscono la leggenda di Ercole e delle sue dodici fatiche.
Questa storia comincia dopo le fatiche e la leggenda.
Ossessionato da un errore del suo passato, Hercules è diventato unmercenario. Insieme
ai suoi cinque fedeli compagni,
viaggerà nell’antica Grecia vendendo i suoiservizi per
l’oro, grazie
alla sua leggendaria reputazione di intimidire i
nemici. Ma quando il sovrano della Tracia e sua
figlia cercheranno il suo aiuto, Hercules tornerà a
lottare per il bene e il trionfo della giustizia,
tornando ad essere l’eroe di una volta. Dovrà abbracciare di
nuovo il suo mito e tornare ad essere Hercules.
Il mondo di Arthur
Newman l’esordio alla regia del giovane Dante
Ariola, apprezzato autore di spot pubblicitari, si presenta
come una più che ordinaria commedia romantica, condita di tutti i
crismi del genere, senza lesinare in fatto di luoghi comuni e di
situazioni da puro manuale rosa.
In Il mondo di Arthur
Newman insoddisfatto della propria vita, del proprio
lavoro e con alle spalle un divorzio e un difficile rapporto col
figlio, Wallace Avery decide di dare un taglio col passato. Dopo
aver inscenato la propria scomparsa, acquista la nuova identità di
Arthur Newman, brillante golfista che incarna il suo alter ego
ideale. Ma l’incontro fortuito con la giovane tossica Michaela
Fitzerland, anche lei sotto falsa identità, farà nascere nell’uomo
l’impulso di ritornare sulla propria strada per affrontare le
proprie responsabilità.
Il mondo di Arthur Newman, il film
Affidandosi totalmente ad una
sceneggiatura scritta più di vent’anni fa da Becky Johston,
qui lontana anni luce dalla purezza di Sette anni in
Tibet, che risente indubbiamente del peso del tempo,
Ariola confeziona un prodotto che, seppur godibile a livello di
intrattenimento, non può nascondere alcune gravissime pecche di
forma e di stile, confermando come il regista risenta della
fantomatica crisi da opera prima. Innanzitutto non vi è un
sufficiente approfondimento psicologico dei due personaggi
principali, i quali vengono presentati come semplici manichini
mossi da motivazioni posticce, all’interno di un quadro narrativo
in cui i fatti e gli avvenimenti semplicemente accadono senza dare
il tempo allo spettatore di digerirli e di capirne a fondo le
dinamiche.
Come se non bastasse poi, il film
si presenta pieno zeppo di riferimenti metacinematografici e
narrativi più che evidenti, occhieggiando più volte senza vergogna
a Il fu Mattia Pascal di Pirandello e citando in maniera
inquietante Ferro 3, proponendo la figura dei due
protagonisti impegnati ad intrufolarsi nelle abitazioni altrui. A
salvare il tutto ci pensano fortunatamente le interpretazioni più
che soddisfacenti dei due protagonisti, a cominciare da sir
Colin Firth, che riesce a dar vita in maniera perfetta
alla personalità semplice, pura e sincera di Arthur / Wallace,
ponendo l’accento sulla riflessione riguardo al tema dell’identità
(peraltro già affrontata in L’importanza di chiamarsi
Ernest). Ciò che salta però all’occhio è il fatto che
ultimamente l’attore appare sclerotizzato, sia fisicamente che a
livello prestazionale, all’interno di un modello di personaggio
che, dopo A Single Man, pare averlo ingabbiato
definitivamente. Allo stesso modo risulta ammirabile e genuina
l’interpretazione di Emily Blunt, bravissima nel conferire
al personaggio di Michaela / Charlotte una gustosa vena di follia e
di erotismo (peraltro in alcune scene abbastanza spinto).
Di sicuro ammirabile l’intento di
Ariola, ma ciò non toglie il fatto che il tutto, nelle mani forse
di un regista più esperto e con una sceneggiatura di maggiore
freschezza, avrebbe potuto dar vita ad un universo del tutto
differente. Rimane comunque innegabile come il tema predominate,
ovvero l’identità morale e fisica di un individuo, divenga la
struttura portante del mondo del protagonista, ovvero Il
mondo di Arthur Newman, e che esso venga qui affrontato
con intelligenza e profondità.
In concorso a Venezia 70,
Philomenadi Stephen
Frears si mostra oggi nella sua prima locandina.
Sarà presentato domani alla Mostra
di Venezia Philomena,
il nuovo film di Stephen Frears (The
Queen). Protagonista della pellicola tratta da una storia
vera, la grande Judi Dench, affiancata da
Steve Coogan che ha inoltre scritto la
sceneggiatura insieme a Jeff Pope. Dopo aver ammirato il
trailer del film qualche settimana fa, è apparso oggi il primo
poster di Philomena, che sarà distribuito in Italia dalla
Lucky Red. Vi riportiamo qui di seguito il poster e la sinossi
ufficiale del film.
Rimasta incinta da adolescente
in Irlanda nel 1952, Philomena venne chiusa nel convento di
Roscrea, dove si presero cura di lei in quanto “donna caduta nel
peccato”. Quando suo figlio era ancora piccolo, le suore lo
portarono via per darlo in adozione in America. Philomena dedicò i
cinquant’anni seguenti alla ricerca del bambino, ma senza alcun
successo. Poi conobbe Martin Sixsmith, un giornalista politico
stanco del mondo che restò affascinato dalla sua storia. Insieme, i
due partirono per l’America per affrontare un viaggio che non solo
avrebbe gettato luce sulla storia straordinaria del figlio di
Philomena, ma avrebbe anche creato un legame di un’intensità
inaspettata tra Philomena e Martin. Il film è una narrazione
avvincente sull’amore umano e sulla perdita che in definitiva
celebra la vita.
Continuano a piovere immagini dal
backstage di Interstellar, il nuovo
sci-fi di Christopher Nolan in uscita il
7 novembre 2014. Dopo le prime foto del
protagonista Matthew McConaughey,
ne arrivano altre di Jessica Chastain,
direttamente dal set in Canada, nella città di Alberta.
Insieme alle immagini, sono apparse
in rete nuove indiscrezioni circa la trama della pellicola. Ecco
quanto riportato dal sito Fort MacLeod Magazine:
“Ambientato nel futuro, Interstellar racconterà dei cambiamenti
climatici e di come questi abbiano colpito l’agricoltura. Il
granturco è la sola coltivazione in grado di crescere ancora. Gli
scienziati intraprendono un viaggio attraverso uno worm hole
interdimensionale in cerca di altri luoghi adatti alla
coltivazione“.
Interstellar, il film
Dal celebrato regista Christopher Nolan (la serie di “The Dark
Knight”, “Inception”), Interstellar
vede come interpreti il premio Oscar Matthew McConaughey (“Dallas Buyers Club”), il
premio Oscar Anne Hathaway (“Les Miserables”), la candidata
all’Oscar Jessica Chastain (“Zero Dark Thirty”),
Bill Irwin (“Rachel Getting Married”), il premio
Oscar Ellen Burstyn (“Alice Doesn’t Live Here
Anymore”) ed il premio Oscar
Michael Caine (“Le regole della casa del
sidro”).
Il cast principale include anche
Wes Bentley,
Casey Affleck, David Gyasi, Mackenzie Foy e
Topher Grace. La trama: Quando i nostri giorni
sulla Terra stanno per giungere al termine, un team di esploratori
dà il via alla missione più importante nella storia dell’uomo: un
viaggio attraverso la galassia per scoprire se l’uomo potrà avere
un futuro tra le stelle.
Diretto da
Christopher Nolan, il film è stato sceneggiato da
Jonathan Nolan e
Christopher Nolan. Emma Thomas, Christopher
Nolan e Lynda Obst hanno prodotto
Interstellar
con Jordan Goldberg, Jake Myers, Kip Thorne e
Thomas Tull come produttori esecutivi. Il team
creativo dietro la macchina da presa del film di Nolan, è stato
guidato dal direttore della fotografia Hoyte Van
Hoytema (“Her”), lo scenografo candidato all’Oscar
Nathan Crowley (“The Dark Knight”), il montatore
candidato all’Oscar Lee Smith (“The Dark Knight”)
e la costumista candidata all’Oscar Mary Zophres
(“Il Grinta”). La colonna sonora è stata composta dal premio Oscar
Hans Zimmer (la trilogia di “The Dark Knight” “Il
Re leone”).
Presentato nella selezione
Ufficiale del Concorso alla 70esima edizione del Festival di
Venezia, Joe, di David Gordon
Green ci mette di fronte ad un Nicolas Cage finalmente di nuovo alle prese
con un ruolo di spessore, dopo tanti flop e blockbuster di scarso
successo (Kick Ass escluso). Il premio
Oscar nipote del grande Francis Ford Coppola è il
protagonista di questo dramma di periferia, tratto dall’omonimo
romanzo di Larry Brown del 1991.
La storia è quella di Joe Ransom
(Nicolas Cage), un uomo con un pessimo rapporto
con la giustizia istituzionale ma con un grande senso di umanità.
Joe vorrebbe solo vivere la sua vita, provando a controllare la sua
innata violenza che sa essere eccessiva, tuttavia l’ambiente della
piccola cittadina del Texas che lo circonda sembra fare di tutto
per metterlo alla prova. Ma la sua salvezza si presenterà nella
forma di Gary, un ragazzo di 15 anni con una famiglia problematica
e un padre alcolizzato e violento, al quale Joe proverà a fare da
amico e genitore, diventando il suo eroe.
Gordon Green si cala alla
perfezione in una storia violenta, cruda, che mette a nudo la
cattiveria umana nella sua forma più vorace. In questo ambiente
così innaturalmente brutale, Joe, le sue puttane, i suoi amici di
lavoro e soprattutto Gary, cercano di trovare una via d’uscita, uno
spiraglio di serenità senza tuttavia provare ad aspirare a qualcosa
di migliore e di lontano.
In contrappunto con la cattiveria
dell’animo umano, Gordon Green adotta una regia descrittiva che in
alcuni momenti di riflessione vira quasi al lirismo, sublimando la
violenza dei personaggi e rendendola astratta, lontana dalla
realtà, quasi impossibile.
Nicolas Cage offre
una performance apprezzabile, confermando qualche limite di
espressività, ma allo stesso tempo dimostrando una buona presenza
scenica e una mimesi eccellente nel personaggio. Accanto a lui
Tye Sheridan, giovanissimo interprete che ha
esordito nientemeno che con Terrence Malick in
The Tree of Life ed è apparso in
Mud di Jeff Nichols.
Alla sua terza apparizione cinematografica di spessore, Sheridan si
conferma un giovane talentuoso da tenere d’occhio.
Le storie, la Storia,
venivano un tempo tramandate oralmente, quindi attraverso la
scrittura, e negli ultimi cento e passa anni la memoria storica è
coadiuvata dai supporti di registrazione audiovisivi. L’archivio,
“nosarchives.com”
ideato da Cecilia Pagliarani, che raccoglie gli home video mandati
spontaneamente da persone da tutto il mondo, vuole essere sia un
luogo di memoria della nostra società moderna, alcuni dei
contributi sono degli anni ’20, attraversando gli anni ’60 fino ai
giorni nostri, sia un modo per gli stessi “autori” di questi
video amatoriali di guadagnare qualcosa dallo sforzo creativo
realizzato in tempi non sospetti, visto che secondo la
stessa opinione dell’organizzazione, molto spesso queste immagini
risultano essere allo stesso livello se non addirittura superiore,
per quanto riguarda l’esclusività delle immagini di archivio
registrate istituzionalmente.
Il concorso esiste invece da
quest’anno, mentre il festival è alla sua seconda edizione. C’è da
dire che è soprattutto la passione a portare avanti l’opera visto
che il lavoro di nosarchives.com è tutto sulle spalle
di soli quattro dipendenti e volenterosi e curiosi stagisti
provenienti da vari indirizzi umanistici (design e cinema
soprattutto) . Il festival vuole mettere in mostra e mettere alla
prova l’usabilità dell’archivio, indicizzato in tag, che suddivide
le immagini in argomenti . Gli aspiranti concorrenti avevano due
indirizzi di ispirazione: advertising (realizzare uno spot di 45’’)
o documentario. Unica regola: che almeno il 60% del materiale
provenisse dall’archivio del festival.
Dal 12 al 14 settembre 2013,
quindi, presso l’Archivio Storico in via Mazzini, si svolgerà
un festival che mette in mostra come eravamo, forse per farci
capire meglio quello che siamo. Ospite d’onore, Gianni Amelio.
Quando la donna subisce la violenza
del proprio compagno/marito/padre/amante, in molti, esterni alla
“dinamica” di coppia, si pongono la domanda: com’è possibile? Come
una donna può sopportare e continuare a subire nonostante la realtà
dei lividi, il dolore delle botte e la continua sensazione di
pericolo che aleggia in casa? Philip Gröning,
regista, sceneggiatore e appassionato cinefilo tedesco, ci pone
davanti una realtà, una famiglia che sembra normale e felice ma che
nasconde un grande segreto.
Die Frau des Polizisten
(The Police Officer’s Wife), fortemente strutturato
in capitoli (ben 58 per una durata complessiva di 175 minuti), ci
accompagna in maniera estenuante, inevitabile e minacciosa in una
storia di violenza domestica che indaga bene, con cura ma con
voluto distacco, una realtà inesorabile che purtroppo appartiene
alla quotidianità di molte famiglie e che viene mostrata con una
escalation lenta, ma predestinata ad una fine tragica.
La struttura ad episodi che
comincia raccontandoci momenti quotidiani, scorci paesaggistici e
gesti comuni, contribuisce alla creazione di una sensazione
straniante che ci coinvolge, ma allo stesso tempo ci fa percepire,
con lentezza ma con chiarezza, che qualcosa sta per accadere.
Proprio la scelta di un racconto così strutturato, teso e
sicuramente difficile da reggere per una tale durata, è però
funzionale alla costruzione di una tensione così particolare che
innesca la morbosità dello spettatore, la voglia di vedere dove la
violenza scoppierà in tutta la sua potenza devastante.
Straordinari, nella costruzione di due personaggi fragili e
complessi, perfettamente complementari, sono i due protagonisti
David Zimmerschied e Alexandra
Finder, il carnefice e la vittima.
Die Frau des Polizisten
(The Police Officer’s Wife) è un’esperienza emotiva
che pur rimanendo di difficile fruizione si identifica con una
attenta analisi di uno status quo tragicamente attuale e
apparentemente inevitabile. Presentato in Concorso alla 7oesima
edizione del Festival di Venezia.
Dopo il Trailer che ha
catalizzato l’attenzione di tutti i seguaci Marvel Comics oggi arriva il primo spot tv per
l’attesissimo Thor The Dark Worldche come
sappiamo arriverà al cinema nel mese di Novembre:
Tutte le foto in buona qualità le
trovate nella nostra foto gallery del film:
[nggallery id=69]
Per le news sul film vi
segnaliamo il nostro speciale: Thor 2, mentre per tutte le info
sul film nella nostra
Scheda Film: Thor The Dark
World.
Trama: Continuano le avventure
di Thor, il più forte degli Avengers, che combatte per salvare la
terra e tutti i Nove Regni da un oscuro nemico che vuole dominare
l’universo. Thor lotta per ristabilire l’ordine tra i pianeti… ma
un’antica dinastia dominata dallo spietato Malekith minaccia di far
ripiombare l’universo nell’oscurità. Affrontato da un nemico a cui
nemmeno Odino e Asgard possono opporsi, Thor deve intraprendere
il viaggio più pericoloso ed introspettivo della sua
vita, che lo ricongiungerà con Jane Foster e lo obbligherà a
sacrificare tutto per salvare l’universo intero.
Il chiacchieratissimo sequel di
Zack Snyder sta letteralmente monopolizzando
l’attenzione ad Hollywood tanto che oggi arrivano anche le
dichiarazioni interessate di Justin
Timberlake che recentemente ha lavorato proprio con
Ben Affleck in Runner
Runner. L’attore si è non contrario ad una possibile
parte in un cinecomics come quello di prossima uscita targato
DC Comics e Warner Bros:
“Non ho alcuna aspirazione ad apparire in un film di supereroe
ma, un cattivo …” “Te lo dico io, il cattivo che mi
piacerebbe interpretare, più che altro perché ci sono cresciuto
(amando Batman, strano a dirsi), è l’Enigmista. L’Enigmista è il
mio cattivo preferito. L’Enigmista è un sociopatico, un vero pazzo.
Quindi, mi piacerebbe interpretare un pazzo
scatenato.
Intanto, la pre-produzione del film continua a pieno regime e
oggi è stata rivelata la location principale delle riprese
(qui).
David S.
Goyer sta già lavorando alla sceneggiatura del sequel
e Christopher Nolan, anche se sarà il
supervisore della storia, non vuole essere coinvolto nella misura
in cui lo è stato per L’uomo d’Acciaio.
L’Uomo d’Acciaio, il film
Ecco la trama del film: Nel
pantheon dei supereroi, Superman è il personaggio più
riconoscibile e riverito di tutti i tempi. Clark Kent/Kal-El (Henry
Cavill) è un giovane intorno ai vent’anni che si sente alienato dai
suoi poteri che oltrepassano qualsiasi immaginazione. Trasportato
tempo fa sulla Terra da Krypton, un pianeta tecnologicamente
avanzato e distante, il giovane Clark è attanagliato dalla domanda
“Perché sono finito quaggiù?”. Plasmato dai valori dei suoi
genitori adottivi, Martha (Diane Lane) e Jonathan Kent (Kevin
Costner), Clark scopre che l’avere delle straordinarie abilità
conduce a dover intraprendere delle difficili decisioni. E quando
il mondo è in estremo bisogno di stabilità, ecco sorgere una
minaccia ancor più grande. Clark dovrà diventare l’Uomo d’Acciaio
per proteggere le persone che ama e per ergersi a salvatore del
genere umano.
Warner Bros. Pictures e Legendary
Pictures presentano L’Uomo
d’Acciaio, con
Henry Cavill nel ruolo di Clark Kent/Superman,
per la regia di Zack Snyder. Il film è
interpretato anche da
Amy Adams (“The Fighter”), attrice candidata tre volte
agli Oscar, nel ruolo della giornalista del Daily Planet Lois Lane,
e il candidato all’Oscar
Laurence Fishburne (“What’s Love Got to Do with It”)
in quello del direttore del giornale, Perry White. Nel ruolo dei
genitori adottivi di Clark Kent, Martha e Jonathan Kent, ci sono la
candidata agli Oscar
Diane Lane (“Unfaithful — L’amore infedele”) e il
premio Academy Award
Kevin Costner (“Balla coi lupi”).
A combattere contro il supereroe
sono due altri Kryptoniani sopravvissuti, il malvagio Generale Zod,
interpretato dal candidato agli Oscar
Michael Shannon (“Revolutionary Road”) e Faora,
interpretata da Antje Traue. Originari di Krypton
sono anche i genitori biologici di Superman, la madre Lara Lor-Van,
interpretata da Ayelet Zurer (“Angeli e demoni”) e
il padre Jor-El, interpretato dal premio Academy Award
Russell Crowe (“Il gladiatore”). Nel cast anche
Harry Lennix, nel ruolo del Generale Swanwick,
Christopher Meloni in quello del Colonnello Hardy
e Richard Schiff che interpreta il Dr. Emil
Hamilton. Tutte le news nel nostro
speciale: Superman: Man of
steel.
I direttori del festival bolognese
dedicato agli effetti speciali e alle nuove tecnologie applicate al
cinema premiano l’autore di Gravity (recensione) “per gli eccezionali
risultati tecnici e poetici”
E’ una delle figure più note del
nostro teatro e passando al cinema Emma Dante ha
scavalcato la staccionata che la teneva relegata nelle tre pareti
del palcoscenico. Via Castellana Bandiera, opera
prima dell’attrice che dirige ed interpreta il film, offre una
fotografia colorita e caratteristica di uno spaccato di vita
italiana, quella vita che sembra sepolta sotto la polvere delle
stradine di paese e che invece pullula di animosità e di fervente
voglia di vivere.
Una famiglia palermitana è di
ritorno dalla spiaggia, al volante c’è nonna Samira (Elena
Cotta). Rosa (Emma Dante), palermitana di
nascita è scappata dal suo paese, torna per accompagnare la
compagna Clara (Alba
Rohrwacher) ad un matrimonio. Le due automobili che
trasportano un retaggio così diverso eppure accomunato dalle stesse
radici isolane si trovano faccia a faccia in una stretta via, Via
Castellana Bandiera appunto, e nessuna delle due donne al volante,
Rosa da un lato e nonna Samira dall’altro, vuole cedere il passo.
Da questo incrocio fortuito nasce una querelle che ci offre la
possibilità di dare uno sguardo da vicino ad un mondo che sembrava
essere sparito.
Via Castellana Bandiera, tra semplicità e grandi
protagoniste
Via Castellana
Bandiera è un film semplice, fatto da grandi protagoniste
e straordinari comprimari, che permettono alla storia di strizzare
l’occhio a quel neorealismo degli anni ’50 che ormai non c’è più.
Una storia banale raccontata con un occhio che appare tutt’altro
inesperto del racconto cinematografico e che pur non rientrando in
quella perfezione tecnica che i puristi della macchina da presa
apprezzano, riesce a puntare il suo sguardo esattamente dove deve
essere, funzionando in ogni suo meccanismo.
Alba Rohrwacher non sembra (stranamente) a suo
agio, mentre le due protagoniste ingaggiano un duello eccezionale
di bravura, riproponendo campi e controcampi strettissimi di
sguardi carichi di astio, testardaggine e una immotivata ostilità
che però costituisce tutto il senso del film. Elena
Cotta, ad 82 anni al suo migliore ruolo cinematografico
dopo una vita di teatro, si trova davanti una sfida che ogni attore
di qualità vorrebbe affrontare, ovvero portare avanti un film
recitando solo con lo sguardo (a lei solo tre parole in tutto il
film). La Cotta è emozionante ed inquietante allo stesso tempo,
assurgendo a vera protagonista del film, conservando un alone di
mistero, proprio delle cose (e delle persone) antiche.
Presentato in concorso alla 70esima
edizione del Festival
di Venezia, Via Castellana
Bandiera è il film che non ti aspetti, una preziosa
fotografia del quotidiano, un ritratto veritiero e affascinante di
un mondo che sembra non esserci più.
Continua la pre-produzione
dell’atteso sequel
Batman vs Superman e dopo le infinite
discussioni sul casting oggi arriva un annuncio da Film
Office Michigan che rende noto che la Warner
Bros trasformerà la città di Detroit in Metropolis e
Gotham per quello che probabilmente sarà uno dei titoli più attesi
del 2015. Il film che sarà diretto ancora da Zack
Snyder entrerà nel vivo delle riprese nel primo trimestre
del 2014. Film Office Michigan ha anche reso noto quelli che
saranno i benefici sul piano commerciale, infatti pare che lo
Studios spenderò quasi 131 Milioni di dollari del suo bilancio
nello stato che a sua volta darà 35 milioni di dollari di credito
fiscale. La produzione inoltre assumerà oltre 400 lavoratori del
Michigan, 500 fornitori locali e 5,1 milioni di dollari in Hotel.
Ecco le parole del regista Zack Snyder che ha
commentato la notizia:
“Detroit è un grande esempio di
eccellenza, e so che sarà la location perfetta per il nostro
film”, ha dichiarato il regista Zack Snyder. “Detroit e
l’intero stato del Michigan sono stati in passato collaboratori
fantastici, e non vediamo l’ora di lavorare nuovamente insieme su
questo film.”
Il Michigan è noto per essere molto
accogliente su tutti i punti di vista e recentemente molte
produzioni hanno girato nello stato incluso il prossimo
“Transformers 4“.
David S.
Goyer sta già lavorando alla sceneggiatura del sequel
e Christopher Nolan, anche se sarà il
supervisore della storia, non vuole essere coinvolto nella misura
in cui lo è stato per L’uomo d’Acciaio.
Spesso i film biografici sono una
scusa per rievocare grandi personaggi o grandi imprese. Nel caso di
Tracks – Attraverso il deserto, film presentato in
Concorso al Festival
di Venezia 70esima edizione, si tratta della
ricostruzione di un’esperienza di vita che ha segnato per sempre il
destino di Robyn Davidson. Nel 1977, animata da
una voglia di solitudine e sfida, la Davidson decide di
attraversare l’Australia da costa a costa, passando per lo
sterminato bush australiano. Di ritorno, Robyn scrive un libro,
Tracks, divenuto best seller in Australia, dal
quale è stato tratto l’omonimo film.
A dare anima e corpo in
Tracks – Attraverso il deserto a Robyn
Davidson c’è Mia Wasikowska, la giovane interprete di
Alice in Wonderland vista di recente in
Stoker, che riesce con la sua semplicità ed
incisività a dare corpo ad una donna determinata, forte e alla
continua ricerca di se stessa. Grande importanza assume il
paesaggio, che assurge a pieno titolo a co-protagonista,
dispiegando tutta la sua bellezza selvaggia in paesaggi
affascinanti e letali, dove la vita sembra una pura utopia.
Tracks – Attraverso il deserto, il film
I pericoli del deserto, il sole
bruciante, la pelle che si spacca e i piedi che diventano callosi e
duri sembrano essere tanti segni che la protagonista assume su di
sé per trasformarsi, e, sembra, per trovare pace con il mondo che
la circonda. La mente non può tornare a Into The
Wild, con il quale Tracks ha in comune il viaggio
solitario, ma anche la scoperta della bellezza della condivisione
solo nel momento in cui la solitudine assale come una morsa
d’acciaio il protagonista.
Il regista John
Curran fa sentire la sua mano dando un buon ritmo al film,
nonostante l’impostazione prevalentemente solitaria di un racconto
biografico, aiutandoci ad assorbire una storia che sa di rinascita
e di fede in se stessi. Pur presentando dei limiti per la fruizione
del grande pubblico, Tracks – Attraverso il
desertoè un film che si lascia guardare
immergendo lo spettatore nel tipo di viaggi che portano anima e
corpo ad una nuova consapevolezza di sé e del mondo.
Arriva il giorno 3 e al lido di
Venezia è il turno The Canyons, film
fuori concorso diretto da Paul Schrader con
Lindsay Lohan, James Deen, Nolan Gerard Funk, Amanda
Brooks. Pellicola che segna il ritorno dopo la
riabilitazione di Lindsay Lohan e incentrato
sul sesso, amore e stravizi della Los Angeles peccaminosa.
Un thriller contemporaneo a sfondo
sessuale, girato in digitale e con un basso budget. La storia è
incentrata su cinque ragazzi di una ventina d’anni che inseguono il
potere, l’amore e il sesso, tra crimini e momenti di redenzione:
Christian, un produttore cinematografico che ama filmare i suoi
rapporti sessuali; Tara, la sua fidanzata; Ryan e Gina, due giovani
attori che recitano in un horror prodotto da Christian; Lindsay,
un’ex attrice diventata insegnante di yoga.
The
Canyons segna anche un altro ritorno illustre al
cinema, quello del regista di American
Gigolo Paul Schrader, che ritorna dietro la macchina
da prese dopo l’ultimo apprezzabile Adam Resurrected,
datato 2009. Tuttavia, nonostante le premesse della sua carriera
The Canyons, sin dall’inizio si rivela
essere un film con tante ambizioni ma con scarsi risultati. In
primis per una sceneggiatura che ha ben poco di originale e si
muove su un filone di racconto già visto e detto, diventando un eco
lontano di film già usciti. Ormai la Los Angeles peccaminosa è
stata raccontata e dipinta talmente tante volte che riuscire a
dargli un punto di vista davvero nuovo e unico diventa un’impresa
anche per i più grandi. Paul Schrader in verità prova a dare al
film qualcosa di diverso e a conferirgli un tratto di unicità ma
vuoi per un cast al di sotto delle aspettative e una storia che
invece di crescere con il racconto si appiattisce con il
trascorrere dei minuti, diventa una pellicola sempre più
prevedibile è perfettamente in linea con realtà e vicende che già
si conoscono.
The
Canyons più che un fuori concorso di grandi attese
sembra essere un’occasione persa, sia per coloro che hanno creato
il film ma soprattutto per un programma che considerato
l’importante ricorrenza avrebbe meritato più attenzione.
Giorno 2 è arrivato anche il momento
del primo film italiano in concorso, il nostrano Via
Castellana Bandiera di e con Emma
Dante, attrice e regista teatrale che arriva al
Festival di Venezia al suo debutto nel cinema.
Pellicola senza grosse pretese quella della debuttante Emma che
porta a casa qualche risata e nient’altro. Infatti, il film sin
dalle prime battute denota una certa difficoltà a crescere tanto da
diventare quasi un corpo estraneo all’interno di un Festival che
dovrebbe mostrare la massima manifestazione delle settima arte. Nel
cast del film Emma Dante, Alba Rohrwacher, Elena
Cotta, Dario Casarolo, Carmine Maringola, Elisa Parrinello,
Giuseppe Tantillo, Sandro Maria Campagna, Renato
Malfatti.
Il film vede protagoniste due
donne, Rosa e Clara, che si perdono nelle strade della città di
Palermo e finiscono in una specie di budello: Via Castellana
Bandiera. Nello stesso momento, un’altra macchina guidata da
Samira, dentro la quale si ammassa la famiglia Calafiore, arriva in
senso contrario e penetra nella stessa strada. Né Rosa al volante
della sua Multipla, né Samira, donna antica e testarda al volante
della sua Punto, intendono cedere il passo l’una all’altra. Chiuse
all’interno delle loro macchine, due donne si affrontano in un
duello muto che si consuma nella violenza intima degli sguardi. Un
duello tutto al femminile punteggiato dal rifiuto di bere, mangiare
e dormire; più ostinato del sole di Palermo e più testardo della
ferocia degli uomini che le circondano. Perché, come in ogni
duello, è una questione di vita o di morte…
VIEW Conference, la più
importante kermesse europea sulla cultura transmediale, ritorna a
Torino dal 15 al 18 ottobre insieme all’immancabile rassegna di
cinema digitale VIEWFest, 11-13
ottobre, e i suoi attesi pulripremiati ospiti
internazionali.
Anche quest’autunno, Torino
diventerà la capitale internazionale dell’infotainment e
dell’audiovisivo: il Centro Congressi Torino Incontra sarà teatro
degli imperdibili appuntamenti della 14ª edizione di VIEW
Conferenceda martedì 15 a venerdì 18 ottobre 2013,
che sarà anticipata dal più importante festival di cinema digitale,
il VIEWFest, al cinema Massimo di Torino da
venerdì 11 a domenica 13 ottobre: una settimana in omaggio
ai mestieri e agli strumenti della creatività digitale.
Con numerosi eventi aperti al
pubblico l’edizione 2013 di VIEW Conference offre
quest’anno l’opportunità di incontrare i guru mondiali degli
effetti speciali, della creatività, dell’animazione e tanto altro
legato al cinema digitale e al mondo in evoluzione dei
videogame.
L’ospite d’onore sarà il
pluripremiato premio Oscar John Knoll, punto di riferimento
mondiale della grafica digitale, che oltre a essere direttore
creativo della Industial Light & Magic, ha realizzato gli
incredibili effetti speciali del futuristico film campione
d’incassi “Pacific Rim” diretto da Guillermo del Toro. Nei
primi anni ’90 Knoll e suo fratello Thomas hanno inventato il
programma di grafica ormai da tutti conosciuto, Adobe
Photoshop.
A VIEW la grande animazione
è di casa con una grande anteprima italiana: i registi Cody
Cameron e Kris Pearn presentano “Piovono Polpette 2”,
nelle sale italiane solo dal prossimo 25 dicembre 2013; inoltre, il
direttore tecnico Disney•Pixar Sandra Karpman illustrerà il
lavoro realizzato per il film capolavoro “Monsters
University”; mentre Lucia Modesto, Character Technical
Director Supervisor – PDI/Dreamworks Animation, esporrà l’attività
di animazione facciale creata per i film “Turbo” e “I
Croods”.
E poi ancora Roger Guyett il
mago degli effetti speciali del blockbuster “Star Trek – Into
the darkness”;Erik Nash, supervisiore degli
effetti visivi del film Marvel “Iron Man 3”, Parag
Havaldar, Software Architect di Sony Imageworks che illustrerà
il suo lavoro per film come “Il Grande e Potente Oz” e “The Amazing
Spider-Man”, il video game evangelist Marco Mazzaglia e
tanti altri ancora.
VIEW è anche un’opportunità
per professionisti e studenti di aggiornarsi e acquisire nuove
conoscenze grazie alla partecipazione ai numerosi workshop
organizzati: si segnala in particolare quello tenuto da Lucia
Modesto sul rigging per l’animazione e il workshop di Paul
Debevec (Direttore Associato di Graphics Research all’USC
Institute for Creative Technologies) sul Photo Realism e Computer
Animation.
Anche per questa edizione
VIEW non ha rinunciato ai concorsi per premiare i talenti
internazionali: il VIEW SOCIAL CONTEST, dedicato a film,
cortometraggi, video musicali e pubblicità legati a temi
sociali come la discriminazione, l’immigrazione o la violenza alle
donne; il VIEW AWARD per cortometraggi animati e
ITALIANMIX per opere dedicate all’Italia, ai suoi simboli e
alle sue eccellenze.
“Giungere alla quattordicesima
edizione di VIEW con i grandi ospiti di sempre per noi tutti è un
grandissimo traguardo e ne siamo più che entusiasti.”– ha
dichiarato Maria Elena Gutierrez – “Anche quest’anno il panel
diVIEW raccoglie premi Oscar come John Knoll e i
protagonisti del campo dell’animazione 3D, degli effetti visivi,
delgrafic-design, dei videogame e del cinema digitale delle
etichette internazionali e non solo.Torino diventa così
meta diprofessionisti, appassionati, studenti oltre
alladigital; tutti riunitiper condividereesperienze, idee, conoscenze, trarre ispirazione, apprendere e
perché no lasciarsi stupire.”
Si rinnova inoltre la
collaborazione con il SIGGRAPH presentando l’anteprima europea del
Computer Animation Festival 2013.
VIEW Conference è realizzata grazie
al contributo della Compagnia di San Paolo, Fondazione CRT, Camera
di Commercio di Torino, Regione Piemonte, Città di Torino.
Arrivano domenica due dei simpatici
e dispettosissimi Minions, protagonisti del film di animazione
Cattivissimo
Me 2 (qui la nostra recensione),
campione di incassi negli USA con oltre 350 milioni di dollari (e
che nel resto del mondo ha già raccolto 455 milioni di dollari).
Jerry e Jorge hanno deciso di andare a vedere cosa succede alla
Mostra di Venezia!
Domenica 1 settembre potrete
incontrarli presso lo spazio di Studio Universal, il Canale
del grande cinema americano classico distribuito da Mediaset
Premium. I Minions Jerry e Jorge sono arrivati in Italia a giugno,
non perdendosi il concerto di Vasco Rossi a Bologna, sono poi stati
alle giornate professionali di cinema a Riccione a luglio e hanno
animato vari acqua park in giro per l’Italia ad agosto, tra cui
Verona, Roma e Napoli.
Li potrete incontrare in giro per
Venezia domenica, a partire dalle 17 allo spazio di Studio
Universal, situato nello storico Mojito bar in Lungomare Marconi al
Lido di Venezia. Il film in Italia è doppiato dalle voci di Max
Giusti, Arisa e Neri Marcorè e verrà presentato alla stampa a
ottobre a Roma.
Uscirà nelle sale italiane il 10
ottobre 2013.
Di seguito tutte le foto nella nostra foto gallery
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Vi ricordiamo che tutte le notizie e le recensioni in anteprima
dal Festival di
Veneziale trovate nel nostro
speciale Venezia 70.
Notizia di pochi minuti fa: è stato
rivelato il villain di The Avengers 2. Sarà
James Spader il super cattivo che la squadra dei
super eroi più cool del cinema, affronteranno in Age of
Ultron. I Marvel Studios hanno
diffuso dopo poco la notizia e, per il noto attore, si tratta di un
ritorno allo sci-fi.
James Spader
infatti, dopo la sua parentesi televisiva in Boston
Legal e The Practice , è ricordato per
essere apparso in Stargate ed in
Crash. Nel nuovo film diretto da
Joss Whedon, James Spander sarà
Ultron, ma attualmente non è dato sapere
se se l’attore interpreterà Ultron in motion-capture o in
altro modo.Le riprese del sequel di Avengers
cominceranno nei primi mesi del 2014 ed arriverà nei cinema solo
nel 2015.
Il Comunicato Stampa della
Marvel Studios, così ha fatto trapelare questa
ghiotta notizia: “James Spader si scontrerà con i supereroi più
importanti del mondo come villain in Avengers: Age of Ultron . Il
vincitore del premio Emmy interpreterà Ultron nel ritorno dei
Vendicatori sul grande schermo in uscita il 1 maggio 2015.
[…] Recentemente è comparso in Lincoln di Steven
Spielberg e in passato ha lavorato con registi come David
Cronenberg, Curtis Hansen, Sidney Lumet, Mike Nichols, Tim Robbins,
Robert Rodriguez, Steven Soderbergh e Oliver Stone. Ha partecipato
anche a Race, spettacolo di Broadway diretto da David
Mamet.”
Un primo assaggio
dello strampalato universo di Benjamin Malaussène, protagonista de
Il Paradiso degli Orchi, il nuovo film di
Nicolas Bary tratto dal primo libro della fortunata saga di
Monsieur Malaussène di Daniel Pennac.
Professione bizzarra quella di
Malaussène: è il capro espiatorio dei grandi magazzini di Parigi. E
quando il centro commerciale diventa oggetto di attentati
dinamitardi, il sospettato numero 1 è proprio lui. Sarà questa la
prima occasione in cui Benjamin cercherà di provare la sua
innocenza e trovare il vero colpevole, supportato dall’amata zia
Julie e dalla tribù di fratelli.
Nel cast Raphael Personnaz,
Bérénice Bejo, Emir Kusturica, Guillaume De Tonquédec. L’uscita
del film in Italia è prevista ad ottobre.
Robyn Davidson
ha attraversato il deserto Australiano scrivendo poi un libro,
Tracks, che adesso è diventato un film
omonimo presentato oggi al Festival di Venezia. A presentare il
film al Lido, oltre al regista John Curran
(Il Velo Dipinto) anche la Davidson in
persona, e il suo alter ego cinematografico, Mia
Wasikowska.
La Davidson ha voluto che ad
interpretarla sul grande schermo fosse proprio Mia
Wasikowska, che aveva visto nella serie tv In
Treatment.
“Ha delle qualità molto
difficili da descrivere – ha detto la Davidson riferita
all’attrice – ho pensato che fosse particolarmente adatta, è
molto intelligente ed ha una personalità attraente. Quando ci siamo
incontrate per la prima volta, ho pensato che fosse molto delicata
e mi sono chiesta ‘come farà a diventare forte come il personaggio
richiede?’. All’incontro successivo poi si era trasfigurata, era
diventata una versione più giovane di me, sono molto contenta che
abbia accettato”.
Anche la Wasikowska era
particolarmente agitata nell’incontrare la donna che avrebbe
interpretato: “Dal primo momento in cui ho letto il libro è
nato in me un grande amore per Robyn e per il suo viaggio. Ero
terrorizzata all’idea di conoscerla, ma poi è stato bellissimo.
Abbiamo passato dei giorni magnifici in Australia in mezzo ai
cammelli e con il resto della troupe del film. E’ stato
incredibile”.
La giovane attrice, nata e
cresciuta proprio in Australia, è reduce da Stoker, in cui offre
una straordinaria performance, e infatti ha confermato che per lei
e per la sua carriera questo è un momento molto interessante.
“Sono tornata in Australia, non ci lavoravo da quando avevo 17
anni, è stato molto bello e importante a livello
personale.”
John Curran ha confessato che
girare nelle location del film, il deserto Australiano, è stato
molto interessante anche se si trattava di una scelta obbligata
considerando la storia, tuttavia “si è trattato – ha detto
Curran – di posti straordinari dove girare.”
Di seguito tutte le foto nella nostra foto gallery
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Vi ricordiamo che tutte le notizie e le recensioni in anteprima
dal Festival di Veneziale
trovate nel nostro speciale Venezia 70.
I Coldplay
annunciano con un tweet la data di la pubblicazione di
“ATLAS”, il nuovo singolo contenuto nella colonna sonora del
film “The Hunger Games: Catching Fire” che sarà
disponibile dal 6 settembre sia al digital download che in
rotazione radiofonica. Il film d’azione sarà distribuito nella
sale cinematografiche a fine novembre ed è la prima volta che i
COLDPLAY firmano un brano inedito per la colonna sonora di un
film.
Francis Lawrence, il regista del
film, ha dichiarato: “Ho grandissimo rispetto ed
ammirazione per i Coldplay e sono davvero estasiato per come loro
siano entrati in connessione con il tema e le idee del film. La
loro passione incondizionata e l’eccitazione del progetto hanno
elevato la collaborazione oltre i normali canoni, e non vediamo
l’ora anche noi che il brano sia condiviso con tutto il
mondo”.
“Siamo onorati che una delle
band icone nel panorama rock come i Coldplay pubblicheranno il
primissimo brano della nostra colonna sonora – afferma il
produttore del film, Tracy McKnight – E la cosa assume molto più
significato visto che Chris Martin è un grandissimo fan dei libri
di The Hunger Games. C’è un’attesa per questo brano, sia da parte
nostra che da parte loro, che posso definire di epiche
proporzioni!”
Qui la gallery completa del film:
[nggallery id=119]
Trama:
Katniss Everdeen torna a casa
incolume dopo aver vinto la 74ª edizione degli Hunger Games,
insieme al suo amico, il “tributo” Peeta Mellark. La vittoria però
vuol dire cambiare vita e abbandonare familiari e amici, per
intraprendere il giro dei distretti, il cosiddetto “Tour di
Victor”. Lungo la strada Katniss percepisce che la
ribellione sta montando, ma che il Capitol cerca ancora a tutti i
costi di mantenere il controllo proprio mentre il Presidente Snow
sta preparando la 75ª edizione dei giochi (The Quarter
Quell), una gara che potrebbe cambiare per sempre le sorti della
nazione di Panem.
Film dalla gestazione lunga e
difficoltosa, arriva finalmente al cinema, presentato come film
d’apertura alla 70esima edizione del
Festival di Venezia,
Gravity, lo sci fi di Alfonso
Cuaròn che vede protagonista un’inedita coppia di premi
Oscar particolarmente amati dal grande pubblico: Sandra Bullock e
George Clooney.Una missione spaziale di manutenzione
diventa un incubo nello spazio profondo. A far fronte
all’impossibile, come sempre accade nel cinema e nella vita, una
persona impreparata alla situazione che riuscirà a trovare la forza
di reagire.
Alfonso Cuaròn
conferma il suo straordinario talento nel racconto con la macchina
da presa, dando ancora prova di una ineccepibile capacità di
affondare il suo occhio nell’universo filmico con una continuità
poetica e elegante che si trasforma quasi in un unico ininterrotto
sguardo ai protagonisti. Attraverso lunghi piani sequenza, Cuaròn
ci invita al centro di una sala da ballo, lo spazio orbitante
intorno alla Terra, e ci conduce per mano in un valzer intenso,
elegante e a più riprese elettrizzante, costruendo un’atmosfera
tesa, sul filo del rasoio.
In una situazione in cui la vita è
continuamente a rischio e l’essere umano è in balia dell’oscurità e
dell’oblio, il regista ci offre uno straordinario ritratto di una
persona pronta a tutto pur di riuscire a sopravvivere. Una
decisione, quella della sopravvivenza, che arriva solo dopo che la
protagonista, una Sandra Bullock mai così in forma, ha attraversato
e superato la vera oscurità, quella interiore.
L’altra protagonista di
Gravity è la tensione, sempre altissima,
merito di una colonna sonora che riesce a bilanciare i silenzi
dello spazio profondo con le note più concitate, pur concedendosi
momenti di puro lirismo, che ci aiutano ad assimilare la paura, il
senso di smarrimento e la solitudine. Con questo suo film,
Alfonso Cuaròn mette a segno un colpo da maestro,
realizza un film che vien voglia di rivedere e che indaga, con un
grande senso della spettacolarità, la profondità oscura dell’animo
umano.