Il documentario Marley sarà visibile
nelle sale italiane per un evento di un solo giorno, il 26 giugno,
distribuito da Lucky Red
JOBS, altre foto dal set con Ashton Kutcher
Rese fruibili al grande pubblico le prime foto di JOBS, Il film biografico si concentrerà sui primi anni di vita della Apple e del suo fondatore Steve. In questi nuovi scatti è possibile vedere Ashton Kutcher, nei panni del papà dell’azienda della mela.
Mad Max: Fury Road, Rosie Huntington-Whiteley nel cast
Si unisce al cast di Mad Max: Fury Road la star di Transformers: Dark of the Moon, Rosie Huntington-Whiteley. L’attrice si unirà a Tom Hardy, Charlize Theron, Nicholas Hoult, Zoe Kravitz, Adelaide Clemens e Riley Keough, per girare i due film che compongono il reboot del post apocalittico film originale di George Miller, Mad Max. La Huntington-Whiteley interpreterà una delle “cinque mogli”, assieme alla Kravitz e alla Keough.
Sir Ken: Kenneth Branagh cavaliere per la Regina Elizabetta!
Kenneth Branagh, attore
e regista Irlandese di Belfast conosciuto soprattutto per la sua
straordinaria dedizione alla trasposizione delle opere di
Shakespeare sul grande schermo, è stato onorato col titolo di
Sir dalla Regina Elisabetta II d’Inghilterra in occasione
dei festeggiamenti per il compleanno della Sovrana;
Morto il regista Giuseppe Bertolucci
Il regista Giuseppe Bertolucci è morto a seguito di una lunga malattia: l’annuncio è stato dato dalla moglie insieme al fratello di lui Bernardo.
Per molti anni direttore della cineteca di Bologna, Giuseppe Bertolucci aveva diretto numerosi film fra cui Berlinguer ti voglio bene con Roberto Benigni e aveva collaborato alla sceneggiatura del capolavoro Novecento, diretto dal fratello Bernardo.
fonte: repubblica.it
Star Trek: Alex Kurtzman parla di Benedict Cumberbatch!
Le riprese del sequel di Star Trek di J.J. Abrams sono finalmente terminate, ma nulla si sa ancora della trama né del villain interpretato dalla Star di Sherlock Benedict Cumberbatch, la cui identità rimane avvolta nel più fitto mistero a dispetto dei numerosi rumours. Tuttavia, in un’intervista a cinemablend.com, il produttore e sceneggiatore della pellicola Alex Kurtzman ha comunque rilasciato interessanti dichiarazioni su Cumberbatch, su cosa potremo aspettarci dal suo personaggio e su quanto sia importante che i sequel si concentrino sulla figura del villain: “(Cumberbatch) è un genio.
Ci sono alcuni attori che hanno la capacità di prendere una battuta e di sviluppare qualcosa in più che non sapevi nemmeno di aver inserito nel dialogo, nella battuta. Lui è uno di quei brillanti attori. Solo ascoltarlo mentre parla…potresti apprezzarlo anche mentre legge l’elenco telefonico. […] I sequel sono dedicati al cattivo, mentre il primo film è sempre dedicato alla scoperta dell’eroe e al modo in cui diventa tale; il cattivo deve mettere alla prova quell’eroe in modo significativo, e lui ha davvero un’aria spaventosa. è straordinario. Avrete paura di lui? senza dubbio! “
Possiamo aspettarci un’escalation simile a quella del Joker di Heath Ledger? Difficile a dirsi, ma le premesse sembrano essere promettenti. Ancora privo di un vero titolo, il Sequel di Star Trek uscirà nel maggio 2013.
fonte: cinemablend.com
Confermata la Premiere di Roma di The Amazing Spider-man!
Il cavaliere oscuro – Il ritorno: nuovo spot tv!
Ecco un nuovo spot tv dall’attesissimo Il cavaliere oscuro – Il ritorno, attesissima pellicola di Christopher Nolan che uscirà in Italia il 29 agosto.
Il cavaliere oscuro – Il ritorno, il film
Il cavaliere oscuro – Il ritorno (The Dark Knight Rises) è un film del 2012 diretto da Christopher Nolan. La pellicola, prodotta da Legendary Pictures e Warner Bros., è il capitolo conclusivo di una trilogia iniziata nel 2005 con Batman Begins e proseguita nel 2008 con Il Cavaliere Oscuro, entrambi diretti da Christopher Nolan con protagonista Christian Bale. L’uscita nelle sale è avvenuta il 20 luglio 2012 negli Stati Uniti e il 29 agosto in Italia.
A guidare il cast di all-star di Il cavaliere oscuro – Il ritorno c’è per la terza volta il vincitore del premio Oscar Christian Bale (“The Fighter”) che interpreta il duplice ruolo di Bruce Wayne/Batman. Nel film anche Anne Hathaway che intepreta Selina Kyle; Tom Hardy, nel ruolo di Bane; il premio Oscar Marion Cotillard (“La Vie en Rose”) che nel film è Miranda Tate; e Joseph Gordon-Levitt, nel ruolo di John Blake.
Nuovi ritratti di Anna Karenina e del Conte Vronskij
Poster di The Watch, con Ben Stiller e Vince Vaughn
E’ stato rilasciato un rassicurante poster di The Watch, commedia diretta da Akiva Schaffer scritta da Seth Rogen e Evan Goldberg. Il film, inizialmente intitolato The Neighbourhood Watch, vede quattro vigilanti di quartiere, interpretati da Ben Stiller, Vince Vaughn, Jonah Hill e Richard Ayoade, affrontare una terribile minaccia aliena. Nel cast anche Billy Cudrup, Rosemarie DeWitt e Will Forte. Uscirà in Italia il 9 novembre. Ecco il poster!
Ultimatum alla Terra: recensione del film di Robert Wise
Ultimatum alla Terra è il film del 1951 di Robert Wise con protagonisti nel cast Michael Rennie, Patricia Neal, Hugh Marlowe, Sam Jaffe, Billy Gray, Frances Bavier, Lock Martin, Frank Conroy, James Hong e Olan Soulé.
Ultimatum alla Terra, la trama
Trama: Klaatu è un alieno. Lasciato il suo pianeta natio decide, spronato dalla nobiltà dei suoi intenti, di intraprendere un lungo viaggio che lo condurrà sulla Terra. Atterrato con il suo disco volante a Washington, Klaatu è infatti intenzionato a persuadere i terrestri a ripudiare, senza ulteriori esitazioni, la guerra, sollecitandoli a disfarsi definitivamente delle armi di distruzione di massa.
Il suo arrivo è però accolto con diffidenza e timore ed i suoi propositi finiscono presto per scontrarsi con gli interessi, di ben altra natura, dei capi di Stato a cui si rivolge. Questi ultimi, avvinti dalle controverse dinamiche della Guerra Fredda in corso, rinunciano ad incontrare l’alieno, sottovalutando la sua missione ed il peso delle sue parole.
Klaatu, dopo aver affrontato molteplici traversie, nel tentativo estremo di concretizzare comunque i propri scopi, è infine pronto per il viaggio di ritorno. Nel salire sul suo disco volante, rivolge l’ultimo ammonimento alla Terra ed ai suoi abitanti, ricordando loro l’ultimatum della Confederazione Galattica: rinunciare subito alla guerra pena la distruzione del pianeta.
Analisi: Classico del cinema di fantascienza, Ultimatum alla Terra è un film del 1951, diretto da Robert Wise e tratto da “Farewell to the Master”, racconto del 1940 di Harry Bates. Nel 1949, a pochi anni dalla fine della Seconda Guerra Mondiale ed in piena Guerra Fredda, il produttore della 20th Century Fox, Julian Baustein, avendo colto nell’opera di Bates stimolanti spunti di riflessione, di facile rimando alle contingenze storiche dell’epoca, incarica Edmund H. North di trarne una sceneggiatura.
Ultimatum
alla Terra, uscito pochi anni dopo, finisce per
discostarsi così tanto dal racconto di Bates, da indurre
quest’ultimo a rifiutare la paternità del soggetto, nonostante
l’incontrovertibile successo riscosso dalla pellicola.
Considerato, tra i capostipiti del genere, uno di quelli più meritevoli di attenzione, Ultimatum alla Terra conserva, anche a fronte di una odierna visione, lo spessore dei suoi contenuti. Prendendo a modello le criticità storiche degli anni cinquanta ed inserendovi un motivo di ulteriore instabilità, si sofferma sul dannoso potere di suggestione dei media, insistendo anche sui timori e le diffidenze che minano l’indole umana a discapito di saggezza e lungimiranza.
Servendosi poi, su esplicita ammissione dello sceneggiatore, dell’allegoria religiosa Klaatu-Messia, salvatore che muore e ‘risorge’, il film si fa portatore di un indubbio messaggio di pacifismo, prendendo apertamente le distanze da qualsiasi tentativo di sobillazione e muovendo una critica, per nulla velata, alla visione maccartista, dominante nel secondo dopoguerra. Ultimatum alla Terra, evocativo e spettrale, per quanto possa vantare tutt’oggi una struttura narrativa più che solida, poco o nulla può condividere invece, dal punto di vista tecnico-artistico, con i moderni titani del genere.
La fotografia di Leo Tover, seppur pregevole, non è infatti sufficiente a compensare le lacune del film, spesso così evidenti da risultare quasi imbarazzanti. Gli effetti speciali ridotti ai minimi termini e le numerose imprecisioni sul piano scientifico, spostano inevitabilmente l’attenzione dello spettatore sui contenuti, gli stessi per cui Ultimatum alla Terra è ancora ricordato, insieme naturalmente all’espressione “Klaatu, Barada, Nikto!”, citata più volte in film, telefilm e persino videogiochi.
Hellboy: il cinecomics d’autore di Guillermo del Toro
Hellboy è il film del 2004 diretto da Guillermo del Toro e con protagonisti Ron Perlman, John Hurt, Selma Blair, Doug Jones e Rupert Evans.
- Anno: 2004
- Regia: Guillermo Del Toro
- Cast: Ron Perlman, John Hurt, Selma Blair, Doug Jones, Rupert Evans
La trama di Hellboy
Durante la Seconda guerra mondiale, su un’isoletta della Scozia, i servizi segreti nazisti stanno svolgendo un rito magico chiamato “Ragnarok”, condotto dal loro alleato russo: il malvagio stregone Rasputin; il quale riesce ad aprire un portale verso l’aldilà. Un blitz degli Alleati pone fine al loro rituale e Rasputin viene risucchiato nel portale; mentre i suoi due servitori – la bella Ilsa e l’uomo meccanico Karl Ruprecht “Kroenen” – scompaiono misteriosamente. Dal portale però viene fuori un cucciolo di colore rosso, simile a un diavoletto. Alla fine della missione, i soldati battezzano l’essere con il nome di Hellboy e il giovane scenziato Trevor Bruttenholm se ne prende cura.
Hellboy, tra cinecomics e film d’autore
L’Analisi di Hellboy: Chi lo ha detto che un coraggioso eroe debba per forza essere impersonato da un sex-symbol? Guillermo del Toro – apprezzato regista, sceneggiatore e produttore cinematografico messicano del genere Fantasy e Horror – sovverte questa regola cinematografica non scritta con Hellboy, film fantasy del 2004, che ha come protagonista uno strano omaccione rosso, calvo, con tanto di basettoni, che somiglia a una brutta copia di un diavolo pieno di muscoli. In realtà il film si ispira all’omonimo fumetto di Mike Mignola, una serie indipendente della Dark Horse Comics divenuta un vero e proprio fenomeno cult. Del Toro non è nuovo a film del genere, spesso aventi una precisa collocazione storica, caratteristica che li rende ancor più affascinanti e inverosimili. Oltre alla connotazione storica, nelle sue pellicole ritroviamo sovente elementi non sempre comuni nel cinema e alquanto inusuali, quali gli insetti e i meccanismi ad orologeria.
Hellboy si
attiene fedelmente al fumetto: il protagonista, che da anche il
nome al film, è appunto Hellboy, un essere giunto
da un altro pianeta che come detto fisicamente ricorda vagamente un
diavolo per le sue corna segate sulla fronte e il colore rosso
della pelle. A dargli il volto è l’instancabile attore americano
Ron Perlman, attivo anche come sceneggiatore. Un
eroe sgangherato e anticonvenzionale, che ricorda anche vagamente
La Cosa nei Fantastici 4. Da segnalare nel cast anche la presenza
di John Hurt, nei panni di Trevor “Broom” Bruttenholm, colui che lo
alleverà a riparo dal mondo esterno.
Hellboy è un ben riuscito mix di azione, fantasy, ironia e fantascienza, un preparato lungo due ore di effetti speciali suggestivi e protagonisti talvolta buffi ben caratterizzati. A fare il resto la stupenda Praga che fa da palcoscenico e le ambientazioni sempre scure e tetre. Nominato a 4 Saturn Award nel 2005, ha vinto quello per il miglior trucco, classificatosi all’undicesimo posto tra i film più visti del 2005. Quanto agli incassi, il film è costato 66 milioni di dollari, incassandone complessivamente quasi cento. Ha avuto anche un seguito: Hellboy – the golden army, uscito nel 2008.
All Is By My Side, foto di André 3000 nei panni di Jimi Hendrix
Wild Wild West: recensione del film con Will Smith
Wild Wild West è il film del 1999 diretto da Barry Sonnenfeld e con protagonisti nel cast Will Smith, Kevin Kline e Salma Hayek .
- Anno: 1999
- Regia: Barry Sonnenfeld
- Cast: Will Smith (James West), Kevin Kline (Artemus Gordon/Presidente Ulysses Grant), Kenneth Branagh (Dr. Arliss Loveless), Salma Hayek (Rita Escobar), M. Emmet Walsh (Coleman), Musetta Vander (Munitia), Bai Ling (Miss East), Frederique Van Der Wal (Amazonia), Sofia Eng (Miss Lippenreider), Ted Levine (Generale Mcgrath)
Trama: Al termine
della guerra di secessione due agenti speciali del vecchio West
vengono incaricati dal Presidente degli Stati Uniti, Ulysses S.
Grant (Kevin Kline) di catturare il
pericolosissimo e sanguinario dottor Arliss Loveless
(Kenneth Branagh). Loveless è un rancoroso reduce
della guerra, reazionario e sudista convinto, privo di gambe e
ridotto su una carrozzella a vapore, che sta costruendo una
macchina gigante, chiamata Tarantola, per distruggere la nazione
che tanta sofferenza gli ha arrecato.
Ad occuparsi dell’affare Loveless vengono chiamati in causa l’agente speciale James West (Will Smith) e l’agente speciale Artemius Gordon (di nuovo Kevin Kline), due caratteri a dir poco diversi e inconciliabili che si ritrovano forzatamente a lavorare insieme per evitare la catastrofe imminente architettata da Loveless.
Analisi: Ispirato alla serie televisiva Selvaggio West, Wild Wild West è un film la cui gestazione è durata quasi un decennio. Inizialmente l’adattamento cinematografico della serie doveva essere affidato a Richard Donner con Mel Gibson protagonista e Shane Black alla sceneggiatura, sulla scia del grande successo di Arma Letale. Sulla scia di un altro grande successo, quello di Men in Black, il film è stato commissionato a Barry Sonnefeld e costruito intorno a Will Smith, modificando il protagonista in un agente speciale afroamericano e arricchendo il corredo western con stilemi tipici del genere fantascientifico.
Wild Wild West è in realtà un’occasione sprecata: invece che rivisitare i miti del western in chiave postmoderna, il film si abbandona ad un gigionismo hi-tech divertito, ma mai veramente divertente, ammiccante e privo di qualsiasi parvenza di originalità, saccheggiando a piene mani da immaginari cinematografici a dir poco eterogenei (passando dal cinema di Hong Kong allo sci-fi di Men in Black o Independence Day).
Nonostante il gran numero di talenti coinvolti (un premio Oscar come Kevin Kline, l’attore shakespeariano contemporaneo per eccellenza Kenneth Branagh, il direttore della fotografia Michael Ballhaus, il compositore Elmer Bernstein), Wild Wild West si rivela un prodotto studiato a tavolino, freddo, fagocitato dall’abbondanza di effetti digitali e senza una vera e propria direzione che ne giustifichi la sua ragione d’essere.
Will Smith rifiutò di interpretare Neo in Matrix per girare questo film, e in seguito dichiarò che fu la peggiore decisione della sua carriera.
Wild Wild West ha vinto ben cinque Razzie Awards, ovvero i premi riservati ai peggiori film dell’anno. Wild Wild West ha “trionfato” nelle categorie peggior film, peggior regista, peggiore coppia (Kevin Kline e Will Smith), peggiore sceneggiatura e peggiore canzone originale (premio andato a Will Smith e Stevie Wonder per il pezzo che dà il titolo al film).
Biancaneve e il Cacciatore: recensione del film
In Biancaneve e il Cacciatore C’era una volta un regno magico e rigoglioso, dove il Re viveva con gioia insieme alla sua Regina e alla sua unica figlia, Biancaneve. Quando la Regina morì, il Re si risposò con la misteriosa e bellissima Ravenna e fu così che firmò la sua condanna a morte. La giovane donna si rivelò essere una strega divoratrice di Regni, e fu così che uccise il Re e imprigionò la bella principessa. Quando Biancaneve, crescendo, divenne più bella della Regina cattiva, la sua vita fu in pericolo.
La premessa di Biancaneve e il Cacciatore non è molto diversa da come ce l’ha raccontata Walt Disney nel lontano 1937, solo che in questo caso, la giovane Biancaneve invece di scappare e di rifugiarsi nella casetta dei nani, è fortemente decisa a riconquistare il regno di suo padre, aiutata non solo dai nani e dal principe, ma anche da un volitivo cacciatore senza nome, dal passato tormentato e dal buon cuore. Rupert Sanders confeziona un buon film che ha i suoi momenti migliori nelle scene paesaggistiche e di battaglia, nelle cariche della cavalleria sulla costa e negli inseguimenti sulle colline.
Accanto alla buona regia
ci sono altri due elementi davvero eccellenti di Biancaneve
e il Cacciatore: in primo luogo sottolineiamo l’importanza
e la bellezza della colonna sonora del film, altra opera mirabile
di James Newton Howard, che sempre più spesso sta
confermando il suo notevole talento. Dall’altro lato ci sono i
sontuosi costumi di Coleen Atwood, costumista per
eccellenza di
Tim Burton, che si è prestata ancora una volta
al fantasy con esiti mirabili, soprattutto sul bel corpo della
Regina cattiva.
E proprio lei, con i suoi scatti d’ira e la sua terribile perfidia, è da considerarsi la vera protagonista del film, una Charlize Theron particolarmente affascinante (non le riesce difficile) e crudele, che ammalia con uno sguardo e uccide con un dito. Il suo personaggio viene dotato di un passato, di motivazioni e addirittura di giustificazione per la sua perfidia. Nulla può contro il suo fascino, la giovane protagonista ufficiale Kristen Stewart, nei panni di una Biancaneve agguerrita e decisa a riprendersi il suo trono. Purtroppo la grinta del personaggio su carta non riesce a prendere vita nella recitazione un po’ fiacca della Stewart che fatica a mostrarsi sciolta e decisa, anche davanti ad un esercito ai suoi comandi.
A difendere Biancaneve e ad insegnarle a combattere c’è il misterioso cacciatore interpretato da Chris Hemsworth. L’attore australiano sta attraversando un momento particolarmente felice della sua carriera, anche se potrebbe correre il rischio di rimanere intrappolato in un determinato tipo di ruoli, condizionato dalla sua prestanza fisica, quando in questo Biancaneve e il Cacciatore dimostra di essere un attore con buone potenzialità, capace anche di accenti drammatici e commoventi. Inesistente o meglio insignificante il personaggio del principe, interpretato da Sam Claflin, più per mancanza di sviluppo in sceneggiatura che per carenze dell’attore.
Particolarmente significativo ed evocativo il parterre di nani, trai quali spiccano Ian McShane, Bob Hoskins, Ray Winstone e Nick Frost. Il film è corredato da una messa in scena molto credibile e degli effetti visivi che offrono chiara l’immagine della magia che domina sovrana tutto il Regno. Biancaneve e il Cacciatore, per il quale già si parla di un sequel, è un film che ha la sua pecca maggiore nella scelta della protagonista, ma che riesce comunque a coinvolgere con tanta magia, molta della quale oscura e seducente, e un’atmosfera da favola nera.
Prometheus, ecco gli Antichi Ingegneri tagliati da Ridley Scott
Sono stati diffusi online alcuni interessanti scatti relativi agli Antichi Ingegneri, una razza aliena che Ridley Scott ha voluto estromettere dalcut definitivo di Prometheus (potrebbe trovar spazio nel sequel). Si tratta sia di immagini del film, sia di gustose escursioni al reparto trucco e costumi. Scritto da Damon Lindelof, Prometheus sta toccando le sale di mezzo mondo; non ancora quelle italiane, dove approderà il 19 ottobre. Nel cast, Michael Fassbender, Noomi Rapace, Idris Elba, Rafe Spall, Sean Harris, Logan Marshall-Green e Charlize Theron. Ecco gli Antichi Ingegneri!
Ricordiamo nel cast del film Prometheus diretto da Ridley Scott troviamo Michael Fassbender, Idris Elba, Charlize Theron, Noomi Rapace, Guy Pearce, Logan Marshall-Green, Sean Harris, Rafe Spall.
Nel film Un gruppo di scienziati è in viaggio verso un lontano pianeta alla ricerca delle origini dell’uomo. Gli astronauti, però, entrano in contatto con un’entità che potrebbe causare l’estinzione della razza umana.
Fonte: Worstpreviews
Intervista a Lorenzo Pedrotti, protagonista di Paura 3D
“Il primo film in assoluto che ricordo di aver visto al cinema è Hook di Steven Spielberg e avrò avuto sì e no sei anni. Il fatto che Peter Pan volasse mi sembrava incredibile, tanto che per diverso tempo ho creduto che Robin Williams avesse la capacità di volare.” Così esordisce Lorenzo Pedrotti, quando gli chiediamo di raccontarci com’è nato il suo desiderio di fare l’attore. L’attore, classe ’86, si sta affacciando adesso sulla scena nazionale, prima con il suo ruolo da protagonista in Krokodyle, film indipendente diretto da Stefano Bessoni, che ha fatto incetta di premi all’estero, poi con l’horror in 3D targato Manetti Bros, in uscita il 15 giugno.
“Nel ’93 a Voghera, la mia città natale, in un cinema che purtroppo hanno chiuso da anni, ho visto Jurassic Park. Lo andai a vedere perché adoravo i dinosauri e ai tempi il mio sogno era quello di diventare paleontologo. Sono rimasto incantato davanti a quelle immagini così reali. Guardando il backstage del film, ho scoperto che era tutto finto, tutto ricostruito, niente dinosauri veri, com’era possibile? Da lì in poi mi appassionai a guardare il dietro le quinte dei film per cercare di capire come venisse svolto quel lavoro fantastico. La recitazione è arrivata in un secondo momento, mi è sempre piaciuto fare imitazioni, creare personaggi, però potrei dire di aver iniziato alla scuola media. Da lì è diventato un chiodo fisso. Sono sempre stato un bambino abbastanza timido, ma la possibilità di recitare mi permetteva di evadere da me stesso ed esplorare altre personalità. Paradossalmente ancora oggi mi sento più sicuro nei panni di un personaggio che in quelli di Lorenzo, infatti le interviste mi spaventano molto.”
– Hai modelli a cui ti
ispiri? Nella vita reale, nella storia del cinema?
“I
modelli sono tanti. Quando devo costruire un personaggio la prima
cosa che faccio è farmi due passi e guardarmi intorno. La risposta
a quello che cerco c’è ed è là fuori, devo solo riuscire a vederla,
a cogliere le sfumature dalle persone che osservo, che ascolto di
nascosto per strada, nei bar, in metrò. Poi leggo, guardo film,
vado a teatro, parlo con gli amici. Questi sono i veri modelli a
cui mi ispiro. Nella storia del cinema invece è diverso, ci sono
tantissimi attori e attrici che ammiro, ma sono sempre un po’
scettico ad usarli come punto di riferimento perché ho paura di
imitarli e penso sia sbagliato.”
– Nella tua filmografia
ufficiale (MyMovies) il tuo primo film è Imago Mortis. Mi racconti
la tua esperienza su quel set? È stata la tua vera prima volta o ci
sono state altre esperienze minori?
“Mi è capitato, anche per il fatto che studiavo recitazione, di fare piccole esperienze in cortometraggi o mediometraggi, ma considero Imago Mortis il primo vero film, anche perché, pur avendo una piccolissima parte, l’esperienza del set è stata completamente diversa dalle altre. Innanzitutto è il primo lavoro da attore dove sono stato pagato, il primo che è uscito al cinema e che aveva una grossa produzione alle spalle. Avevo conosciuto il regista Stefano Bessoni ad una scuola di cinema a Roma, dove frequentavo un corso di recitazione, a volte mi imbucavo alle sue lezioni di regia ed ero rimasto affascinato dal suo immaginario e avevo sentito parlare di quel progetto. Era rimasta scoperta la parte di Sebastiano, un fantasma muto, loro cercavano un ragazzo torinese per ammortizzare i costi dell’alloggio, quando ho detto che avevo appoggi a Torino, dove veniva girato l’intero film, mi hanno subito preso, senza incontrarmi, ma visionando semplicemente alcune mie foto. In realtà di appoggi in quella città non ne avevo, così, per 15 giorni mi sono svegliato alle 5 di mattina per partire da Milano ed essere sul set alle 7 per il trucco e quasi tutto il mio compenso se n’è andato in autostrada e benzina.”
– Sia Imago Mortis che Giallo sono stati due set internazionali, delle coproduzioni con l’estero: ci sono differenze rispetto a quelli completamente italiani? Il tuo approccio è stato diverso?
“Per quanto riguarda Imago Mortis la cosa che mi ha colpito è che se giravo l’angolo potevo trovarmi faccia a faccia con Geraldine Chaplin, la figlia del grande Charlie, o fare due chiacchiere con sua figlia Oona. In Giallo ho una piccolissima parte che recito in americano a tu per tu con Emmanuelle Seigner ed Adrien Brody, ma sono stato solo due giorni sul set e non ricordo molto. Sono un attore esordiente, magari riuscirei a risponderti meglio alla domanda tra qualche anno, sempre che riesca a continuare a fare l’attore, però l’approccio per me è sempre lo stesso che avrei nel più piccolo dei film indipendenti con attori sconosciuti: ascoltare il regista, gli attori, essere specifico nelle azioni, restare concentrato e dare il massimo.”
-La tua esperienza con
Stefano Bessoni, dopo Imago Mortis, si è replicata con un bel ruolo
da protagonista nell’indipendente Krokodyle. Come mai ti sei
interessato a quel progetto, pur essendo economicamente
rischioso?
“Sono molto affezionato a quel film, è stato il mio primo ruolo da protagonista, la prima vera occasione di esplorare appieno un personaggio. Sono un fan di Bessoni, specialmente del mondo su carta che ha inventato in tutti questi anni, essendo lui anche illustratore. Adoro le atmosfere da favola nera dei suoi film e quando mi ha contattato per la parte di Kaspar non ho esitato. Ci siamo incontrati a Torino per fare degli screen test in un set dove avremmo girato alcune scene, oltre a quelle previste su Roma e ho capito che la sua idea di Kaspar era come quella a cui avevo pensato. È stato bello lavorarci, ho conosciuto tanti professionisti con cui sono amico ancora oggi. In più vincere tutti quei premi ai festival ci ha ripagato. Se la sceneggiatura mi convince ed ho la possibilità di mettermi in gioco, di osare, di rischiare con quel personaggio, accetto la sfida. Se poi il personaggio è particolare o semplicemente totalmente diverso da me è una grande occasione per tornare bambino ed “evadere dal sé”.
-Con Paura 3D hai
aggiunto un tassello molto importante alla tua carriera. Il tuo
ruolo potrebbe essere definito da protagonista?
“Paura è un altro titolo importante nel mio percorso, è il primo film dove sono protagonista a venire distribuito mainstream. L’incontro coi Manetti Bros è stato casuale, mi ero appena trasferito a Roma e mi hanno contattato dopo pochi giorni, avendo visto una mia foto di scena tratta da un cortometraggio: Versipellis di Donatello Della Pepa. Gli era piaciuto il look che aveva quel personaggio, così mi hanno fatto diversi provini, non ricordo se 5 o 6, ma ho preso la cosa molto seriamente e anche se si tratta di un film horror che omaggia quelli passati, discutendo con Marco e Antonio abbiamo voluto che Simone fosse un personaggio reale e non una semplice macchietta. Lavorare con loro è stato eccezionale, mi sembrava di aver incontrato due vecchi amici che non vedevo da tempo, mi sono divertito, ma abbiamo lavorato sodo ed è stato impegnativo.”
– Fino ad ora i tuoi ruoli sono stati tutti piuttosto seri, un caso o una scelta? Ti vedi bene nei panni dell’attore comico?
“Direi un caso, anche come lo è stato il fatto che fino ad ora ho preso parte a film per la maggior parte di natura horror o fantasy. Mi piacciono quei generi, ma non sono un vero fan, se voglio fare l’attore, però, devo comunque lavorare ed essere poco schizzinoso e prendere quello che arriva, specialmente all’inizio. Come attore comico? Perché no, come ti dicevo prima bisogna sempre reinventarsi e mettersi alla prova, solo rischiando si può crescere veramente. Certo riuscire a far ridere un pubblico non è facile, però perché rinunciare a priori? Ho appena girato un videoclip musicale in cui sono uno zombie (ti giuro, il versante horror è sempre un caso…), che viene lasciato dalla sua ragazza zombie e qui c’è dello humor, anche perché la regia è del collega Claudio Di Biagio, creatore della webseries Freaks! e secondo me genio comico.”
-Ogni grande attore, o
almeno la maggior parte, coltiva il sogno di passare dietro alla
macchina da presa. Tu cosa ne pensi?
“Penso non sia una cattiva idea. Certo adesso sto intraprendendo la carriera di attore e voglio concentrarmi su questo, che già è molto difficile e ora non sarei in grado di fare il regista. Però in futuro chi lo sa, è comunque una cosa molto interessante che mi affascina e io adoro l’idea di raccontare storie. Nel tempo libero spesso scrivo e anche se non pubblicherò mai questi lavori, scrivere mi aiuta molto a capire il percorso che fa un personaggio in una storia, come si evolve, e questo da attore mi serve non poco.”
-Quali sono le tue ambizioni, i tuoi progetti, i tuoi prossimi impegni?
“Vorrei fare l’attore. Stare con gli amici, con la famiglia. Esplorare, visitare più luoghi possibili. Vivere la vita a pieno, attingere da essa nuove ispirazioni. Continuare a sognare. A fine giugno, invece, girerò in Piemonte E Fu Sera e Fu Mattina un film indipendente del regista esordiente Emanuele Caruso, è una storia molto interessante, scritta bene e ambientata in un paesino isolato nelle Langhe, un’occasione di interpretare un personaggio diverso da quelli precedenti.”
Ecco qualche immagine per conoscere meglio Lorenzo:
in questa immagine è al
Sitges, il Festival internazionale del cinema fantastico della
Catalogna, dove il suo primo film da protagonista, Krokodyle, ha
vinto il Melies d’Argento
Sinossi di Elysium, con Matt Damon
Novità su Elysium, nuovo lavoro del regista di District 9 Neill Blomkamp con Matt Damon, Jodi Foster, Wagner Moura, Sharlto Copley, William Fichtner e Diego Luna. Vi presentiamo infatti la una sinossi del film presa dall’invito a una proiezione privata esclusiva. Eccola:
Nel 2159, esistono due classi di persone: quelle molto ricche, che vivono a bordo di una lussuosa stazione spaziale chiamata Elysium, e gli altri, che vivono sulla Terra, un pianeta ormai sovrappopolato e in decadenza. Il segretario Rhodes (Jodie Foster) e i capi del governo si preparano a rafforzare le leggi anti-immigrazione per preservare lo stile di vita dei cittadini di Elysium, anche se questo non riesce a fermare le persone che abitano sulla Terra dal loro tentativo si migrare. Lo sfortunato Max (Matt Damon), trovatosi in una difficile situazione, accetta di intraprendere una pericolosa missione: in caso di successo, non solo porterà a casa la pelle, ma magari traghetterà verso l’uguaglianza in un mondo così polarizzato.
Insomma, sembra che Blomkamp non abbia perso il gradevole vizio di Distric 9: usare l’azione e la fantascienza per toccare tematiche sociali di grande attualità. Elysium uscirà nelle sale USA il primo marzo 2013.
Fonte: Collider
Un amore di gioventù: recensione del film
Alla sua terza prova di regia, Mia Hansen Løve si conferma a soli 31 anni, una delle più promettenti e interessanti registe del cinema francese, e non solo. Come i precedenti Tutto è perdonato (2007) e il Padre dei miei figli (2009), anche Un amore di gioventù nasce dalla stessa sensibilità ed evidenza: “il bisogno di superare un vuoto affettivo”, esistenziale, e di farlo con l’aiuto dell’Arte. Ma la passione e il tormento provati dalla giovane Camille (cui Lola Créton cede il fascino acerbo e fotogenico di un’esordiente) per la fine del suo primo amore, non sono soltanto il frutto di una riflessione autobiografica, ma, come tiene a precisare l’autrice stessa, materiale cinematografico, che come tale deve essere trattato.
E la Hansen, non c’è che dire, lo fa con grazia e tenerezza. Attraverso uno sguardo semplice, minimale, che segue scrupolosamente i moti d’animo della protagonista, senza mai essere invadente. Quasi come un leale confidente, che a volte indugia sul disagio di chi soffre ma solo perché spera venga presto superato.
Ma tra il punto di rottura e la “rinascita” c’è un tempo interminabile nel mezzo; e qui il meccanismo narrativo un po’ si inceppa nel tentativo di restituirne la pienezza. Risulta quantomeno strano l’improvviso ritorno di fiamma, dopo anni di crescita e cambiamento . Un cambiamento che per Camille si nutre della passione per l’Architettura, e della relazione con il suo insegnante. I luoghi di certo hanno un’anima e lei riesce a comprenderne il linguaggio. Questo l’aiuta a dare una forma sensata, ragionata, a una realtà che fugge; proprio allo stesso modo in cui un buon architetto si sforza di trovare il barlume nell’oscurità della materia. Non è forse un caso che la luce sia un’altra componente integrante del film. Attraversa il paesaggio e si diffonde, fino ad accarezzare il volto di Camille e a raccogliere l’emozione di un’istante: l’istante che l’amore rende eterno.
The Amazing Spider-Man: tre spot tv
Ecco tre spot tv di The Amazing Spider-Man, con Andrew Garfield, Emma Stone e Rhys Ifans. Il film uscirà al cinema il prossimo 4 luglio.
Ecco i video:
Cinefilos.it ai Cinepatici
Matthew McConaughey rinuncia al ruolo di JFK in The Butler
Quando sembrava ormai confermato il ruolo di Matthew McConaughey in The Bluter, arriva la notizia della sua rinuncia, l’attore infatti precisa che non vestirà più i panni del Presidente John Fitzgerald Kennedy. Secondo le sue ultime dichiarazioni, le ragioni dell’abbandono sono da ricercarsi nei numerosi impegni lavorativi dell’attore. McConaughey è infatti impegnato da tempo nell’adattamento del dramma Dallas Buyer’s Club e nel biopic dedicato a Ron Woodroof. Inoltre, prossimamente, sarà al cinema con il film Magic Mike di Steven Soderbergh.
Hideo Nakata dirigerà The Suicide Forest !
The Wolf of Wall Street: Jean Dujardin entra nel cast!
Il cast di The Wolf of Wall Street, nuovo film di Martin Scorsese, acquista un’altra star: Jean Dujardin. Leonardo Di Caprio, Jonah Hill e Kyle Chandler, già confermati da tempo, interpreteranno, rispettivamente, il protagonista Belfort, un suo socio e un agente dell’FBI, mentre Jean Dujardin vestirà i panni di Jean-Jacques Handali, un banchiere svizzero coinvolto in un giro di riciclaggio. Ispirato alla vera storia di Jordan Belfort, broker di grande successo degli anni ’80, The Wolf of Wall Street entrerà in produzione ad agosto.
Foto dal set di Jobs con Ashton Kutcher nei panni di Steve Jobs!
Arrivano le prime foto dal set di Jobs,il biopic indipendente su Steve Jobs diretto da Joshua Michael Stern con Ashton Kutcher nei panni del co-fondattore della Apple. Ecco gli scatti che ritraggono Kutcher sul set assieme a Josh Gad che interpreta il co-fondatore Steve Wozniak. L’uscita del film è prevista per la fine del 2012
Splinter Cell diventa un film?
Joe Cornish adatta il romanzo cyberpunk “Snow Crash”
Benicio Del Toro protagonista in Jimmy Picard!
Lo Hobbit: videoblog 7 sottotitolato in italiano
Lohobbitfilm ha
pubblicato il videoblog numero 7 di Peter Jackson dal set dello
Hobbit sottotitolato, grazie a loro potranno comprendere il video
anche coloro che non masticano bene l’inglese. Bisogna ammettere
che l’inizio del filmato fa un certo effetto con la musica del
Signore degli anelli sottofonto.