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Sacha Baron Cohen ha paura di essere espulso

Il Dittatore Aladeen come l’attore che lo interpreta,  Sacha Baron Cohen,  sono solo di passaggio negli States.  Di fatti, l’attore più anticonformista del momento è originario del Regno Unito

 
 

Liz e Dick, Lindsay Lohan e troupe svenuti per il lavoro sul set!

Continuano gli incidenti sul set di Liz e Dick per Lindsay Lohan, recentemente è stato riportato che i paramedici sono dovuti intervenire nella sua camera d’albergo poiché l’attrice non rispondeva. Dopo un breve esame, si è stabilito che stava bene e non c’era bisogno di portarla in ospedale. La notizia si è diffusa rapidamente per via dei precedenti dell’attrice, molti ipotizzavano droghe e alcol come causa della sua condizione.

Ma l’attrice sosteneva che altro non era che un esaurimento a causa dell’intensità del lavoro e per le 20 ore al giorno di set. Forte della sua posizione ha dichiarato tutto su Twitter sostenendo che dopo aver lavorato 85 ore in 4 giorni, ed avendo girato scene anche di notte è normale che si possa svenire dalla stanchezza e che sette paramedici vengano in camera a visitarti.

Molti erano scettici per le parole dell’attrice ma è stato tutto confermato, inoltre anche due membri della troupe (più precisamente dello staff dei parrucchieri) sono stati portati in ospedale e ricoverati per “grave disidratazione e sfinimento.” Infine sono state confermate anche le ore lavorative che il cast e la troupe hanno dovuto sostenere in questi giorni.

Fonte: WorstPreviews

 
 

The Butler, nel cast anche Alex Pettyfer

Abbandonati i toni drammatici di Prescious e lo scandalo a Cannes con The Paperboy, il regista statunitense Lee Daniels pensa al cast per il suo prossimo film, The Butler. I nomi sono altisonanti e quasi tutti riconducibili a Nomination e Premi Oscar quali Forest Whitaker, David Oyelowo, Alan Rickman, Jane Fonda, Oprah Winfrey, Minka Kelly, Cuba Gooding Jr, Terrance Howard, e Lenny Kravitz e da poco si è unito anche Alex Pettyfer reduce dal set Magic Mike.

Ma non è finita qui, in questo film corale, sono in corso le trattative anche con Vanessa Redgrave. Il personaggio di Pettyfer è previsto sin dalle prime scene del film e sembra avere un ruolo determinante nella vita del personaggio-maggiordomo di Forest Whitaker. Le riprese inizieranno a metà luglio a New Orleans ed il produttore è Hillary Schor.

Fonte: Deadline

 
 

Shia LaBeouf nudo nel videoclip di Sigur Ròs

Shia LaBeouf

Shia LaBeouf è il protagonista del nuovo video di Sigur Ros, gruppo islandese post punk.

L’attore di Transformers, film con il quale ha lasciato al mondo la sua immagine da ragazzino

 
 

Peter Weir sulla via del ritorno: The Way Back

Grazie a lui il cinema possiede qualche capolavoro in più. A distanza di anni ci regala nuove avventure e nuove storie di esseri umani alla ricerca di se stessi, ed ora a nove anni dalla sua ultima visita alle sale cinematografiche torna con un’avventura struggente e crudele, tratta da una storia vera. Stiamo parlando di Peter Weir e del suo ultimo film The Way Back, in arrivo qui in Italia il prossimo 6 luglio, anche se il film è stato prodotto nel 2010.

 
 

The we and the I: recensione del film di Michel Gondry

The we and the I

Ultimo giorno di scuola. Ultimo viaggio in autobus fino a casa per gli studenti di un liceo del Bronx. Si può riassumere così, con poche parole, The we and the I, l’ultimo film di Michel Gondry. The we and the I, infatti, interamente ambientato all’interno di un pullman, non segue né una trama ben definita, né una storia portante e si pone come la fotografia di una generazione in un dato momento e in un dato luogo. Per tutta la durata di The we and the I i protagonisti, ragazzi che vanno a scuola, attori non professionisti che nella finzione hanno lo stesso nome che nella realtà, mostrano semplicemente le loro esistenze quotidiane, fatte di paure, di rapporti di forza, di attimi di isteria o di felicità.

The we and the I, il film

L’istantanea di Gondry, come suggerisce il titolo, parte dal gruppo, anzi, dai gruppetti sociali che caratterizzano l’adolescenza, per arrivare più in profondità nell’intimità dei singoli. Con il passare del tempo e il macinare dei kilometri le vicende leggere, gli scherzi più o meno innocui e le angherie da spacconi, lasciano spazio a riflessioni più profonde sui rapporti e sui sentimenti. Non manca proprio nessuno in questo affresco: né la coppia gay, né i bulli seduti in fondo all’autobus, né gli aspiranti musicisti, né la ragazza carina e isterica la cui vita gira intorno all’organizzazione del suo sweet-sixteen! Insomma, un vero spaccato di realtà interrotto solo da qualche trovata “alla Gondry”, ma in cui, in generale, il regista cerca di nascondersi più che di mostrarsi.

Purtroppo, però, i limiti di The we and the I di questo tipo saltano subito all’occhio: quasi tutto ciò che accade è riportato dai dialoghi, le parole la fanno da padrone e spesso le immagini si piegano alle esigenze dei racconti e non viceversa. Nonostante il ritmo sia buono e il montaggio consenta una varietà di inquadrature che faccia da contrappunto alla monotonia della location, la mancanza di una storia da seguire si rivela fallimentare. Purtroppo nemmeno il cinema di Gondry sembra sfuggire ad una visione dei ragazzi già riproposta da altri media: il rapporto giovani-cellulare e quello bulli-resto del mondo non sono certo una novità e qui non sono presentati in un modo particolarmente originale.

Il valore del film, però, c’è, e non risiede nella sua “artisticità”. The we and the I, infatti, non nasce per essere un’opera d’arte, ma per essere la testimonianza della vita di alcuni ragazzi del Bronx, ragazzi che il regista ha conosciuto direttamente attraverso le sue visite alla comunità The Point. Un cinema della realtà, quindi, ma lontano dalle logiche del reality, un prodotto buono, ma non manierato, godibile al cinema, ma indifferente alle esigenze del pubblico e del mercato. Un modo di affermarsi per chi di solito non si vede. Un buon uso sociale del mezzo.

 
 

Box Office ITA del 18 giugno 2012

Il Dittatore conquista il primato al magro botteghino italiano, seguito da Men in Black 3 e Project X. Non pervenute le new entry.

Dopo tre settimane di primato in un panorama alquanto desolante al box office nostrano, Men in Black 3 viene surclassato da un’altra pellicola: si tratta del discusso Il Dittatore con Sacha Baron Cohen, a cui bastano appena 658.000 euro per debuttare in prima posizione.

Men in Black 3 scende dunque al secondo posto con 184.000 euro per 5,6 milioni complessivi.
Project X – una festa che spacca sfiora invece il milione totale con altri 155.000 euro.

La Bella e la Bestia in 3D apre al quarto posto con soli 146.000 euro (224.000 euro da mercoledì a domenica). Il classico dei classici riconvertito in 3D attira ben poche famiglie al cinema e la massiccia distribuzione (oltre 200 sale) provoca una deprimente media per sala inferiore ai 1000 euro. Il classico disney sarà disponibile nelle sale italiane sino al 28 giugno, quindi magari le famiglie opteranno per i feriali.

Lorax: il guardiano della foresta scende al quinto posto con 118.000 euro, arrivando a 1,4 milioni totali.

Esordio decisamente flop per Paura 3D. L’horror dei fratelli Manetti è vittima di un disastro sul fronte degli incassi. Nonostante il lancio pubblicitario e le oltre 220 copie a disposizione, il film incassa appena 82.000 euro.

Calo anche per Marilyn (70.000 euro) e Dark Shadows (64.000 euro), che giungono rispettivamente a 750.000 euro complessivi e 6,4 milioni totali.

Chiudono la top10 due novità quasi del tutto snobbate dagli spettatori italiani: Benvenuto a bordo raccoglie soli 60.000 euro in ben 204 sale, mentre Le paludi della morte incassa 51.000 euro in 73 copie.

 
 

Vicini del terzo Tipo – Teaser Trailer Italiano

Ecco il Teaser Trailer italaino di Vicini del terzo tipo, prossima commedia irriverente con Jonah Hill, Ben Stiller, Vince Vaughn, Billy Crudup, Doug Jones, Richard Ayoade, Will Forte, Rosemarie DeWitt

 
 

Tartarughe Ninja: reboot rimandato

I fan delle Tartarughe Ninja, ingolositi dall’idea di un film prodotto da Michael Bay e diretto da Jonathan Liebesman,

 
 

Un post-apocalittico per Shawn Levy

In attesa di capire quale sarà il destino del film dedicato a Frankenstein, progettato assieme a Max Landis, Shawn Levy sarà comunque prossimamente alle prese con altre creature mostruose: il produttore ha infatti acquisito la sceneggiatura di un film post-apocalittico scritta da Brian Duffield e la produrrà con la propria compagnia 21 Laps.

I dettagli sono ancora scarsi, ma sembra che trai punti di riferimento del progetto vi siano Mad Max e Zombieland. Duffield si è fatto conoscere recentemente grazie alla sceneggiatura di Jane’s Got A Gun, che ha attratto l’interesse di Natalie Portman e Lynne Ramsay, e di Your Bridesmaid Is A Bitch, in corso di produzione. In luglio Shawn Levi avvierà nel frattempo le riprese di The Internship, con  Owen Wilson e Vince Vaughn.

Fonte: Empire

 
 

Josh Hartnett sarà il nuovo Devil?

josh hartnett trap

Nuove indiscrezioni attorno al rilancio cinematografico di Daredevil (Devil in italiano), già protagonista qualche anno fa di uno dei peggiori adattamenti Marvel per il grande schermo che si ricordino: dopo David Slade, dato per probabile regista,  da qualche tempo circola insistentemente il nome Josh Hartnett per il ruolo del protagonista Matt Murdock.

Per Hartnett si tratterebbe di una sorta di rivincita, dato che fu trai papabili per il ruolo di Loki in Thor, poi andato a Tom Hiddleston; l’attore è stato peraltro già diretto da Slade in 30 giorni di buio. L’intenzione sarebbe di adattare per il grande schermo Born Again, celeberrimo ciclo di storie del personaggio scritte da Frank Miller negli anni ’80: una storia di caduta e risurrezione, con Matt Murdock che si ritova la vita distrutta dal boss del crimine Kingpin e che intraprende un percorso di rinascia e vendetta. Il film sarà prodotto dalla Regency.

Fonte: Empire

 
 

Moonrise Kingdom: recensione del film di Wes Anderson

In Moonrise Kingdom New England, 1965. Una coppia di dodicenni incompresi fugge per un’avventura fra i boschi in cerca di un rifugio dove trovare serenità e amore, lontani da quel mondo che proprio non ce la fa ad accettarli. Lui, Sam Shakusky, è uno scout Khaki pressoché ignorato dai compagni, che lo trovano un tantino strano; lei, Suzy Bishop, è la figlia maggiore di due avvocati in crisi matrimoniale, troppo presi da se stessi – o forse troppo pigri – per occuparsi dell’evidente malessere della ragazzina, etichettata come “problematica” e poi si vedrà. La simultanea scomparsa dei due innamorati sconvolgerà la routine selvatica del campo scout e quella borghese della famiglia Bishop, scatenando una rocambolesca caccia all’uomo dai risvolti inaspettati ed esilaranti.

Parliamoci chiaro: nessuno di noi avrebbe mai immaginato di vedere un giorno Edward Norton e Harvey Keitel – avete presente, sì? – coi calzoni corti e il fazzoletto al collo in perfetto (e seriosissimo) stile scout. Per non parlare di Bruce Willis nei panni di un poliziotto in deficit di testosterone che fatica a farsi valere tanto nel lavoro quanto in amore. Ma con Wes Anderson tutto è possibile. Ecco quindi che per Moonrise Kingdom, il suo film numero sette, lo stravagante regista affida ai tre attori dei ruoli molto diversi da quelli in cui siamo abituati a vederli, senza però rinunciare ai fedelissimi di sempre: Bill Murray (nel ruolo dimesso del padre di Suzy) e Jason Schwartzman (anche lui scout provetto in un’apparizione fugace ma indimenticabile).

Per non farsi mancare niente, il cast femminile vanta la presenza di Frances McDormand e Tilda Swinton, anche se le vere star del film sono i due giovani protagonisti: Jared Gilman e Kara Hayward, entrambi esordienti ed entrambi strepitosi. Lui regala allo sguardo di Sam un’aria dolcemente malinconica che quegli occhialoni da nerd non riescono certo a nascondere; lei fa della sua Suzy un’eroina tipicamente romantica, in lotta con sé stessa e con la vita. Sono due anime fragili che si incontrano, si riconoscono e non hanno nessuna intenzione di separarsi, perché nell’altro trovano comprensione e conforto, e per loro stare insieme vuol dire vivere. Per davvero. Poco importa se i grandi non sono d’accordo. Loro non possono capire.

Forse è proprio questo che vuole dirci il regista: solo quando si è così giovani si possono vivere emozioni tanto schiette; è la purezza di quell’età che le rende tanto uniche e irresistibili. Poi tutto cambia e, col passare del tempo, si finisce per scordarsi perfino cosa voleva dire… Menomale che c’è Wes a ricordarcelo e a farci rivivere quelle sensazioni. Alla sua maniera, naturalmente. L’estetica – inconfondibile – è quella dei movimenti di macchina virtuosi e della regia “dichiarata”, dei colori brillanti e chiassosi, della musica che si fa protagonista accanto ai personaggi, per dare vita ad una favola divertente, tenera e romantica. Il Moonrise Kingdom del titolo forse non esisterà, ma è bello crederci per un’oretta e mezza.

 
 

Kelly Macdonald, Kevin McKidd e le loro voci in Brave

Il tredicesimo film di animazione della Pixar, di imminente uscita, conterà, tra le altre, sulle voci di Kelly Macdonald (Boardwalk Empire, Harry Potter and the Deathly Hallows) e di Kevin Mckidd. La Macdonald offrirà la propria voce a Merida, una giovane e combattiva principessa che preferisce lunghe corse a cavallo e il tiro con l’arco ai rituali e alle convenzioni che il suo lignaggio le richiede di rispettare; mentre il padre (cui dà la voce Billy Connolly) incoraggia questo suo temperamento, la regina Elinor, sua madre, lo disapprova apertamente.

Kevin McKidd svolgerà invece due ruoli, quelli di Lord MacGuffin e di suo figlio, uno dei tre pretendenti alla mano di Merida: nell’originale quest’ultimo parla con un accento scozzese (la vicenda è ambientata nelle Highlands) talmente spiccato da risultare incomprensibile allo stesso padre. Per entrambi si è trattato della prima esperienza in qualità di doppiatori di un film di animazione.

Fonte: Comingsoon.Net

 
 

Box Office USA del 18 Giugno 2012

Si sa che il cinema negli USA d’estate funziona meglio di quello della stagione invernale.

Al contrario che nel nostro paese le uscite di richiamo avvengono spesso in questo periodo. Per questo troviamo titoli come Madagascar 3 e Prometheus, l’ultima fatica di Ridley Scott a contendersi il primo posto al botteghino dei film più visti questa settimana in Nord America. Il film di animazione Dreamworks vince questa settimana, con 35 milioni di dollari incassati che portano il totale a 120 milioni.

Il film di Scott, di cui era molto attesa l’uscita segue con un incasso settimanale di 20 milioni di dollari per un totale di 89.

In terza posizione si piazza Rock of ages che ha dalla sua un cast interessante e Tom Cruise in veste di una rockstar con notevoli addominali. Il film incassa 15 milioni di dollari.

Al quarto posto scende Snow White and the huntsman, che alla terza settimana di classifica ha raggiunto quota 123 milioni di dollari di incasso con i 14 milioni di questa settimana.

In quinta posizione troviamo una nuova commedia con Adam Sandler che non potrà di sicuro replicare il successo totale ai Razzie Awards di Jack and Jill: in That’s my boy Sandler è un padre che decide di ritornare nella vita del figlio proprio al momento sbagliato. Il film incassa 13 milioni di dollari.

In sesta posizione e dopo un mese in classifica e in sala troviamo Men in black III, con un incasso di 10 milioni di dollari questa settimana che porta quello totale a 153. Il settimo posto è invece occupato da The Avengers, che si avvicina ai due mesi di permanenza in classifica e un incasso che più o meno si avvicina al pil di un piccolo stato del centro Africa: 587 milioni di dollari. Forse di diversi paesi del centro Africa.

In ottava posizione resta fermo Moonrise Kingdom di Wes Anderson, che conferma così il suo fascino indie incassando in 4 settimane un totale di quasi 7 milioni di dollari, chiude la classifica What to ecpect when you’re expecting, con un incasso settimanale di 1 miline di dollari e un totale di 38.

La prossima settimana si attendono le uscite di: l’atteso film Pixar The brave, il mash up di generi Abraham Lincoln:vampire slayer e il documentario The invisible war.

 
 

Godzilla (1998) – recensione

Godzilla (1998)

Godzilla è un film del 1998 diretto dal regista Roland Emmerich e con protagonisti Matthew Broderick, Jean Reno e Maria Pitillo.

Godzilla 1998La trama di Godzilla: Un peschereccio giapponese, situato nella Polinesia francese, va in avaria. Nel controllarne la causa, l’equipaggio rileva dal sonar la presenza di una strana creatura sott’acqua, che attacca e affonda l’imbarcazione.

Un comandante dei servizi segreti francesi Philippe Roaché (Jean Reno) si reca al capezzale dell’unico sopravvissuto del team di pescatori giapponesi, il quale riesce a comunicare solamente la parola “Gojira”, cioè “Godzilla“.

Roaché contatta Niko Tatopoulos (Matthew Broderick) – un abile biologo che da anni si occupa di studiare le mutazioni genetiche dei vermi esposti alle radiazioni di Chernobyl – il quale è tra i pochi in grado di carpire il segreto di Godzilla. Tatopoulos non esita a seguire i servizi segreti USA, che l’hanno convocato già prima di Roaché.

Il Godzilla di Roland Emmerich

Analisi: Godzilla è un film del 1998 diretto da Roland Emmerich, remake del film giapponese Godzilla del 1954, di Ishirō Honda. La cabina di regia affidata ad Emmerich è sinonimo di garanzia; il regista viene non a caso definito “il piccolo Spielberg tedesco” e prima di rianimare il lucertolone giapponese aveva già fatto registrare successi e notevoli apprezzamenti con Stargate e Independence Day.

Rispetto al film originario del 1954, il Godzilla di Emmerich ha un’origine scientifica diversa: anziché essere il prodotto dell’esposizione alle radiazioni provocate dai test nucleari americani, la sua iguana gigante è stata geneticamente ingigantita dalle radiazioni francesi. Questo perché nel remake viene a mancare un elemento storico di base: il risentimento giapponese verso gli americani. Inoltre, se è vero che anche nel remake Godzilla vive in territorio asiatico, quando viene stuzzicato si reca minacciosamente verso gli Usa e non verso il Giappone. Insomma, nel rifacimento di Emmerich i nipponici vengono sostanzialmente risparmiati (a parte i poveri malcapitati pescatori che s’imbattono col mostro all’inizio del film).

Ma al di là delle questioni politiche e storiche, che comunque hanno un loro peso, per gli amanti del genere e del mostro gigante, il Godzilla del 1998 è una vera chicca. Tuttavia, se ci si scrolla di dosso ogni passione o interesse, ci si rende conto che il film è forse troppo banale, lungo, piatto; tanti gli effetti speciali ma non a servizio della fantasia.

Non a caso nel 1998 vinse il poco lusinghiero Premio Razzie Awards per il peggior remake o sequel, e quello per la peggior attrice non protagonista (Maria Pitillo); ha però anche vinto un Saturn Award per i migliori effetti speciali sempre nello stesso anno.

La colonna sonora è affidata a David Arnold, che ha già firmato le colonne sonore di Stargate e Independence Day; la sua musica fa inoltre da sottofondo a tutti i film di James Bond dal 1997 ad oggi.

In termini meramente economici, l’operazione cinematografica legata a Godzilla è comunque riuscita: 375 milioni di dollari lordi di incasso mondiale a fronte di un budget di 125. Nonostante i risultati positivi, la Sony Pictures rinunciò ad un sequel, comunque in fase di ideazione e previsto per il 2014.

 
 

Godzilla (1954): recensione del film di Ishirō Honda

Godzilla è il film cult del 1954 diretto da Ishirō Honda e con protagonisti Haruo Nakajima, Katsumi Tezuka, Akira Takarada, Momoko Kôchi, Takashi Shimura, Akihiko Hirata.

Godzilla, la trama: Nelle isole asiatiche di Odo e Ragos vive Godzilla, essere preistorico sopravvissuto per milioni di anni che subisce delle mutazioni genetiche a seguito degli esperimenti nucleari americani nelle zone incontaminate in cui vive. Le radiazioni hanno aumentato smisuratamente le dimensioni di Godzilla che è così divenuto una sorta di T-rex gigante. Il nutrimento di Godzilla è costituito dall’ energia delle radiazioni nucleari stesse; inoltre può anche compiere il processo inverso e generare energia atomica dal proprio corpo. Godzilla giunge fino in Giappone per provocare panico e morte.

Godzilla

Godzilla, l’analisi

Sebbene appartenga al genere fantascientifico, la nascita di Godzilla cela ragioni storiche e politiche. Intanto è ispirato a un film americano, Il risveglio del dinosauro, datato 1953, incentrato sulle gesta di un dinosauro simile ad un varano che, ibernato al Polo Nord, si risveglia a causa un’esplosione atomica e raggiunge la città di New York. Quest’ultima pellicola a sua volta trae ispirazione da King Kong del 1933, film di grande successo e impatto mediatico riproposto proprio l’anno precedente. Da qui l’idea anche dei giapponesi di proporre un proprio lucertolone che diffonde panico, distruzione e morte nelle grandi metropoli. Tomoyuki Tanaka, produttore della casa cinematografica Toho, decide così di realizzare un rifacimento del film americano. Dopo una lunga gestazione, il risultato finale è appunto Gojira (trasformato in occidente in Godzilla).

Il nome del mostro deriva dal nomignolo di un dipendente della Toho, che per via della sua corpulenza era soprannominato Gojira, parola mix tra il termine occidentale gorilla e quello giapponese kujira, che significa balena. Secondo il progetto originale, Godzilla doveva avere l’aspetto di un’enorme piovra.

Il fatto che questo mostro sia stato creato proprio da radiazioni americane emanate da esperimenti nucleari e che giunga a danneggiare le grandi metropoli giapponesi, vuole essere una denuncia in salsa fantascientifica di quanto accaduto anni prima con le bombe atomiche americane su Hiroshima e Nagasaki. Il risultato è appunto un film suggestivo e sconvolgente, specie se lo si guarda con gli occhi del 1954, un periodo nel quale non si era certo abituati alla computer grafica di oggi e alle tecniche digitali sofisticate che tutto possono. Godzilla diventa dunque la risposta giapponese distruttiva e mostruosa all’americano scimmione King Kong. Peraltro i due titani vengono messi anche contro in un film del 1962, Il trionfo di King Kong, anch’esso spinto soprattutto da subliminali ragioni politiche tra i due Paesi, ancora in forte attrito per le ferite della Seconda Guerra Mondiale.

In realtà il ruolo e le caratteristiche fisiche di Godzilla sono cambiate negli anni. Se originariamente è stato concepito come mostro molto malvagio e feroce, nemico dell’umanità, nei film degli anni sessanta e settanta ne è diventato alleato; per poi ritornare cattivissimo negli anni ottanta e nel remake del 1998. Ma anche quando è pericoloso per gli umani, Godzilla si ritrova spesso nel ruolo dell’eroe, in quanto protegge il Giappone dai vari mostri che periodicamente lo attaccano. Godzilla infatti considera il Giappone casa sua data l’abbondanza di cibo e di energia nucleare (sua primaria fonte di energia) e non tollera quindi che il suo territorio venga invaso.

Quanto alle variazioni delle dimensioni, esse sono legate alle scoperte scientifiche dei paleontologi su quelle che avevano i dinosauri. Nei primi film degli anni sessanta-settanta Godzilla era descritto di 50 metri di altezza e di 20.000 tonnellate di peso. Dall’era Hesei in poi le dimensioni dell’animale aumentarono raggiungendo i 100 metri di altezza e il peso di 60.000 tonnellate, un ipotetico Godzilla di 200 metri, raggiungerebbe le 500.000 tonnellate.

Esistono ben 29 film ufficiali appartenenti alla saga di Godzilla prodotti dalla giapponese Toho, suddivisi in tre ere: Showa, Heisei e Millennium. C’è anche il remake americano del 1998 ed un film, atteso per il 2014, prodotto dalla Legendary Pictures e Warner Bros. Numerosissimi anche i riferimenti, le apparizioni e le parodie in cartoon e film. Del resto Godzilla è diventato una grande leggenda; e non solo per le dimensioni. Non a caso si è anche guadagnato una stella sulla Hollywood Walk of Fame.

 
 

Jonah Hill entra nel cast di Django Unchained!

Un altro attore si aggiunge al già nutritissimo cast di Django Unchained, prossima pellicola di Quentin Tarantino. Infatti, Jonah Hill (Moneyball – L’arte di Vincere) sembra sia entrato nel film ufficialmente.

 
 

Mia Hansen Løve presenta Un amore di Gioventù

Quello che colpisce nell’ascoltare la giovanissima regista francese Mia Hansen Løve alla presentazione del suo terzo film Un amore di Gioventù, è la piena consapevolezza espressiva del mezzo a  disposizione, insieme alla capacità di fare e analizzare il suo lavoro con umiltà e al tempo stesso determinazione.

 
 

Brian Grazer produce un nuovo adattamento di 1984 di George Orwell

La Imagine Entertainment di Ron Howard e Brian Grazer ha annunciato che prestò produrrà un nuovo adattamento di 1984 di George Orwell

 
 

Colin Farrell in Saving Mr. Banks? il film sul film di Marry Poppins!

Secondo Deadline l’attore Colin Farrell sarebbe in trattative per entrare nel cast di Saving Mr. Banks , l’atteso film della Disney che racconterà i retroscena della realizzazione di Mary Poppins, classico del cinema con la bellissima Julie Andrews e Dick Van Dyke.

Il film racconterà le estenuanti trattative portate avanti dal Walt Disney con la scrittrice autrice del romanzo da cui è tratta la storia, che era restia a concedere la sua opera per il cinema. Nel cast del film ci sono anche Tom Hanks (Walt Disney) e Emma Thompson (P.L Travers). L’attore irlandese invece da quanto si apprende dovrebbe interpretare il padre di lei. Dietro la macchina da prese invece, siede invece il regista John Lee Hancock (The Blind Side).

Il film narra la storia dei problemi affrontati da Walt Disney – per ben 14 anni – per portare sullo schermo il romanzo di Pamela L. Travers, Mary Poppins, e della difficoltà nel convincere l’autrice a cederne i diritti. Saving Mr. Banks segue la realizzazione di questo classico, in fase di sviluppo, lavorazione e uscita. Mary Poppins, coi suoi 5 Oscar e lo stratosferico successo di pubblico, sarebbe poi diventato uno dei fiori all’occhiello della Disney. Nonostante questo, la bisbetica Travers odiò la pellicola, incluse le straordinarie sequenze animate. Del cast fanno parte, oltre a Tom Hanks, Emma Thompso, Colin Farrell, Bradley Whitford, Jason SchwartzmanPaul Giamatti. La release statunitense è fissata per il 20 dicembre 2013. Inoltre, qualora non l’abbiate fatto, vi consigliamo di dare uno sguardo al trailer italiano di Saving Mr Banks.

 
 

All Is By My Side: Ashley Charles è Keith Richards!

Novità su All By My Side, biopic dedicato a Jimi Hendrix diretto da John Ridley, con Imogen Poots, Laurence Kinlan e soprattutto André 3000 degli Outkast

 
 

Lionsgate-Twilight: ripartire, senza Robert Pattinson

A dispetto dei trionfi al botteghino dei vari Twilight e di The Hunger Games, le finanze della Lionsgate non sorridono. E se è vero che i prossimi film di The Hunger Games (si parla di almeno altri tre capitoli) rimpingueranno a dovere le casse della casa madre, è altrettanto vero che Twilight: Breaking Dawn Part 2, nelle sale in autunno, chiuderà la fortunata saga vampiresca, importantissimo rubinetto economico. La Lionsgate ha così cominciato a pensare seriamente a un reboot della serie; una rifondazione senza Robert Pattinson, intenzionato a prendere altre strade. In particolare, si vocifera di uno spin-off gravitante attorno alla vampira Bree Tanner, interpetata da Jodelle Ferland in Eclipse (2010). Le strade sono molteplici, e non va tralasciato il fatto che alcuni interpreti che fin’ora hanno popolato il franchise (come Kellan Lutz, volto di Emmett Cullen) potrebbero prender parte anche al “nuovo corso”. In attesa di novità e dettagli, possiamo mettere da parte la quasi certezza che Twilight, in un modo o nell’altro, ripartirà.

Fonte: Bloody Disgusting

 
 

La Paramount compie 100 anni, ecco la celebre foto con tutte le star!

La Paramount celebra il suo centenario, e per questo grande evento ha raccolto tutte le più grandi star del cinema che hanno lavorato con il prestigioso Studios. 

 
 

Tre foto dal set del nuovo Dredd!

Sono state diffuse tre nuove foto dal set dell’atteso remake di Dredd diretto da Pete Travis (Prospettive di un delitto), con Karl Urban, Olivia Thirlby

 
 

Toro Scatenato 2: partite le riprese!

Partite le riprese di Toro Scatenato 2, scritto e diretto dall’argentino Marting Guigui. Si tratta di un sequel-prequel: vedremo infatti sia

 
 

Ecco il volto del Bin Laden di Kathryn Bigelow!

La regista premio Oscar Kathryn Bigelow (The Hurt Locker) sta lavorando a Zero Dark Thirty, impegnativo film sulla caccia a Bin Laden. Girava voce che lo sceicco del terrore

 
 

Mission: Impossible 5, Tom Cruise… possibilista

Access Hollywood ha intervistato Tom Cruise in occasione del conferimento all’attore del Friars Club Entertainment Icon Award. Dopo i convenevoli, la

 
 

Marley: al cinema il 26 giugno e in home video da ottobre

Il documentario Marley sarà visibile nelle sale italiane per un evento di un solo giorno, il 26 giugno, distribuito da Lucky Red

 
 

JOBS, altre foto dal set con Ashton Kutcher

Steve Jobs 2007
Foto di Ben Stanfield, CC BY-SA 2.0 , via Wikimedia Commons

Rese fruibili al grande pubblico le prime foto di JOBS, Il film biografico  si concentrerà sui primi anni di vita della Apple e del suo fondatore Steve. In questi nuovi scatti è possibile vedere Ashton Kutcher, nei panni del papà dell’azienda della mela.

 
 

Mad Max: Fury Road, Rosie Huntington-Whiteley nel cast

Rosie Huntington-Whiteley film

Si unisce al cast di Mad Max: Fury Road la star di Transformers: Dark of the Moon, Rosie Huntington-Whiteley. L’attrice si unirà a Tom Hardy, Charlize Theron, Nicholas Hoult, Zoe Kravitz, Adelaide Clemens e Riley Keough, per girare i due film che compongono il reboot del post apocalittico film originale di George Miller, Mad Max. La Huntington-Whiteley interpreterà una delle “cinque mogli”, assieme alla Kravitz e alla Keough.