Ecco il trailer italiano di
American Sniper, l’atteso film con
protagonisti Bradley
Cooper e Sienna Miller e
diretto dal regista premio Oscar Clint Eastwood.
Ecco il poster del film:
American Sniper, il film
Dal regista Clint Eastwood arriva American
Sniper, con
Bradley Cooper che interpreta
Chris Kyle, il tiratore scelto più letale di tutta la
storia militare degli Stati Uniti. Ma Kyle è stato anche molto più
di un cecchino.
Chris Kyle, U.S. Navy SEAL, viene
inviato in Iraq con una missione precisa: proteggere i suoi
commilitoni. La sua massima precisione salva innumerevoli vite sul
campo di battaglia e mentre si diffondono i racconti del suo grande
coraggio, viene soprannominato “Leggenda”. Nel frattempo cresce la
sua reputazione anche dietro le file nemiche, e viene messa una
taglia sulla sua testa rendendolo il primario bersaglio per gli
insorti. Allo stesso tempo, combatte un’altra battaglia in casa
propria nel tentativo di essere sia un buon marito e padre
nonostante si trovi dall’altra parte del mondo. Nonostante il
pericolo e l’altissimo prezzo che deve pagare la sua famiglia, la
rischiosa missione di Chris in Iraq dura quattro anni, incarnando
il motto dei SEAL, “che nessun uomo venga lasciato indietro.” Una
volta tornato a casa dalla moglie, Taya Renae Kyle
(Sienna
Miller), e dai figli, Chris scopre che è proprio la
guerra che non riesce a lasciarsi indietro.
Bradley Cooper è stato nominato all’Oscar due volte
per la sua interpretazione in “Silver Linings Playbook – Il Lato
Positivo” e nel film “American Hustle” ed è il protagonista del
film insieme a Sienna
Miller (“The Girl” da HBO), Jake McDorman,
Luke Grimes, Navid Negahban e Keir O’Donnell. Il cineasta
vincitore dell’Oscar, Clint Eastwood (“Million Dollar Baby”,
“Unforgiven-Gli Spietati”) è il regista del film American
Sniper tratto dalla sceneggiatura di Jason Hall,
che si basa sul libro scritto da
Chris Kyle, insieme a Scott McEwan. L’autobiografia è
stata subito un best seller rimanendo 18 settimane sulla lista dei
bestseller del New York Times, 13esimo nella posizione dei numero
uno.
American
Sniper è prodotto da Eastwood, Robert
Lorenz, Andrew Lazar,
Bradley Cooper e Peter Morgan.
I produttori esecutivi sono Tim Moore, Jason Hall, Sheroum
Kim e Bruce Berman. La troupe creativa dietro le quinte è
formata dal direttore della fotografia candidato all’Oscar Tom
Stern (“Changeling”); lo scenografo candidato all’Oscar James J.
Murakami (“Changeling”) e la scenografa Charisse Cardenas; il
montatore vincitore del premio Oscar Joel Cox (“Unforgiven-Gli
Spietati”) ed il montatore Gary D.Roach; e la costumista Deborah
Hopper.
Dopo le prime foto arriva anche il
trailer di American
Sniper, l’atteso film con
protagonisti Bradley
Cooper e Sienna Miller e
diretto dal regista premio Oscar Clint Eastwood.
American Sniper, il film
Dal regista Clint Eastwood arriva American
Sniper, con
Bradley Cooper che interpreta
Chris Kyle, il tiratore scelto più letale di tutta la
storia militare degli Stati Uniti. Ma Kyle è stato anche molto più
di un cecchino.
Chris Kyle, U.S. Navy SEAL, viene
inviato in Iraq con una missione precisa: proteggere i suoi
commilitoni. La sua massima precisione salva innumerevoli vite sul
campo di battaglia e mentre si diffondono i racconti del suo grande
coraggio, viene soprannominato “Leggenda”. Nel frattempo cresce la
sua reputazione anche dietro le file nemiche, e viene messa una
taglia sulla sua testa rendendolo il primario bersaglio per gli
insorti. Allo stesso tempo, combatte un’altra battaglia in casa
propria nel tentativo di essere sia un buon marito e padre
nonostante si trovi dall’altra parte del mondo. Nonostante il
pericolo e l’altissimo prezzo che deve pagare la sua famiglia, la
rischiosa missione di Chris in Iraq dura quattro anni, incarnando
il motto dei SEAL, “che nessun uomo venga lasciato indietro.” Una
volta tornato a casa dalla moglie, Taya Renae Kyle
(Sienna
Miller), e dai figli, Chris scopre che è proprio la
guerra che non riesce a lasciarsi indietro.
Bradley Cooper è stato nominato all’Oscar due volte
per la sua interpretazione in “Silver Linings Playbook – Il Lato
Positivo” e nel film “American Hustle” ed è il protagonista del
film insieme a Sienna
Miller (“The Girl” da HBO), Jake McDorman,
Luke Grimes, Navid Negahban e Keir O’Donnell. Il cineasta
vincitore dell’Oscar, Clint Eastwood (“Million Dollar Baby”,
“Unforgiven-Gli Spietati”) è il regista del film American
Sniper tratto dalla sceneggiatura di Jason Hall,
che si basa sul libro scritto da
Chris Kyle, insieme a Scott McEwan. L’autobiografia è
stata subito un best seller rimanendo 18 settimane sulla lista dei
bestseller del New York Times, 13esimo nella posizione dei numero
uno.
American
Sniper è prodotto da Eastwood, Robert
Lorenz, Andrew Lazar,
Bradley Cooper e Peter Morgan.
I produttori esecutivi sono Tim Moore, Jason Hall, Sheroum
Kim e Bruce Berman. La troupe creativa dietro le quinte è
formata dal direttore della fotografia candidato all’Oscar Tom
Stern (“Changeling”); lo scenografo candidato all’Oscar James J.
Murakami (“Changeling”) e la scenografa Charisse Cardenas; il
montatore vincitore del premio Oscar Joel Cox (“Unforgiven-Gli
Spietati”) ed il montatore Gary D.Roach; e la costumista Deborah
Hopper.
In American Sniper
Chris Kyle, U.S. Navy SEAL, salva innumerevoli vite sul campo di
battaglia e i racconti del suo grande coraggio si diffondono
velocemente tanto da essere soprannominato “Leggenda”. Nel
frattempo cresce la sua reputazione anche dietro le file nemiche, e
viene messa una taglia sulla sua testa diventando il bersaglio
primario per gli insorti. Allo stesso tempo, combatte un’altra
battaglia in casa nel tentativo di essere sia un buon marito che un
buon padre.
Il cinema americano non è nuovo ai
ritratti di guerra, che siano di finzione o tratte da storie vere
(come in questo caso), American Sniper, l’ultimo
film di Clint Eastwood, segue da sceneggiatura le
stesse complesse dinamiche della vite al fronte, dei nemici che si
combattono e delle esperienze che restano e che segnano una vita
intera. Ma la sceneggiatura di Jason Hall non
vuole rimarcare lo stereotipo del soldato violento-dipendente da
adrenalina, perciò si basa in parte sul romanzo, a cui lo stesso
Kyle ha lavorato, ed in parte alle testimonianze di commilitoni e
familiari che conoscevano l’umanità del cecchino più letale
d’America.
American Sniper, il film
La trama di American
Sniper si articola così in due prospettive che comunque
rimangono fedeli alla biografia di un personaggio complesso e
sfaccettato, rimarcando così i “mantra” cattolici-paterni su cui ha
sempre vissuto il ragazzo del Texas che inevitabilmente si
declinano in valori e motti militari di un corpo, i SEAL, e una
specializzazione, il tiratore scelto, che ben presto tracciano e
“risolvono” il percorso di Kyle.
Di conseguenza il punto di visa di
Eastwood rimane il più fedele possibile a queste corde,
concedendosi i grandi cambi di ritmo là dove la sceneggiatura
incoraggia determinate reinterpretazione visive che danno estro
alle sue sequenze più adrenaliniche del film, come “la sfida a
distanza” con il cecchino Mustafa e le rappresaglie in zona di
guerra. Per poi ribaltarsi nelle tese atmosfere
familiari, contraddistinte dai rapporti con la moglie ed i primi
tormenti.
In questa struttura, divisa “in
turni”, inevitabilmente il personaggio di Cooper diventa nevralgico
in ogni aspetto, riuscendo a costruire una perfetta immedesimazione
che trascina lo spettatore nei suoi dolori e turbamenti che
contemporaneamente esalta la figura del soldato americano. A
stemperare i toni ed il personaggio ci penserà Taya (Sienna
Miller), che seppur abbia una determinata
personalizzazione, presto si perde nella schiera di moglie di
soldati che attendono sempre buone notizie dall’altra parte del
telefono.
America Sniper è
un film che si iscrive perfettamente nel genere di guerra senza
però diventare d’azione, riesce a regalare un biopic poco
contestualizzato ma incorniciato dagli inossidabili valori di
“Dio, Patria e Famiglia” che il cinema di Eastwood riesce
sempre ad esaltare e valorizzare con studiate inquadrature e
oggetti simbolici. Ma che non trasmette nulla di
cinematograficamente innovativo se non l’ennesima dimostrazione del
potenziale di Bradley Cooper.
Cresce l’attesa per l’uscita di
American
Sniper, il nuovo film di Clint Eastwood da Giovedì 1 GENNAIO 2015 al
cinema e oggi arriva la prima clip ufficiale. Dal regista Clint Eastwood arriva American
Sniper, con
Bradley Cooper che interpreta
Chris Kyle, il tiratore scelto più letale di tutta la
storia militare degli Stati Uniti. Ma Kyle è stato anche molto più
di un cecchino. Chris Kyle, U.S. Navy SEAL, viene inviato in Iraq
con una missione precisa: proteggere i suoi commilitoni. La sua
massima precisione salva innumerevoli vite sul campo di battaglia e
mentre si diffondono i racconti del suo grande coraggio, viene
soprannominato “Leggenda”. Nel frattempo cresce la sua reputazione
anche dietro le file nemiche, e viene messa una taglia sulla sua
testa rendendolo il primario bersaglio per gli insorti.
American Sniper, il film
Allo stesso tempo, combatte
un’altra battaglia in casa propria nel tentativo di essere sia un
buon marito e padre nonostante si trovi dall’altra parte del mondo.
Nonostante il pericolo e l’altissimo prezzo che deve pagare la sua
famiglia, la rischiosa missione di Chris in Iraq dura quattro anni,
incarnando il motto dei SEAL, “che nessun uomo venga lasciato
indietro.” Una volta tornato a casa dalla moglie, Taya Renae Kyle
(Sienna
Miller), e dai figli, Chris scopre che è proprio la
guerra che non riesce a lasciarsi indietro.
Bradley Cooper è stato nominato all’Oscar due volte
per la sua interpretazione in “Silver Linings Playbook – Il Lato
Positivo” e nel film “American Hustle” ed è il protagonista del
film insieme a Sienna
Miller (“The Girl” da HBO), Jake McDorman,
Luke Grimes, Navid Negahban e Keir O’Donnell. Il cineasta
vincitore dell’Oscar, Clint Eastwood (“Million Dollar Baby”,
“Unforgiven-Gli Spietati”) è il regista del film American
Sniper tratto dalla sceneggiatura di Jason Hall,
che si basa sul libro scritto da
Chris Kyle, insieme a Scott McEwan. L’autobiografia è
stata subito un best seller rimanendo 18 settimane sulla lista dei
bestseller del New York Times, 13esimo nella posizione dei numero
uno.
American
Sniper è prodotto da Eastwood, Robert
Lorenz, Andrew Lazar,
Bradley Cooper e Peter Morgan.
I produttori esecutivi sono Tim Moore, Jason Hall, Sheroum
Kim e Bruce Berman. La troupe creativa dietro le quinte è
formata dal direttore della fotografia candidato all’Oscar Tom
Stern (“Changeling”); lo scenografo candidato all’Oscar James J.
Murakami (“Changeling”) e la scenografa Charisse Cardenas; il
montatore vincitore del premio Oscar Joel Cox (“Unforgiven-Gli
Spietati”) ed il montatore Gary D.Roach; e la costumista Deborah
Hopper.
Warner Bros. Pictures ha appena
rilasciato sul suo canale Youtube un nuovo trailer ufficiale per
American Sniper, il prossimo film di
Clint Eastwood dietro la macchina da
presa. La pellicola vede protagonista Bradley
Cooper nel ruolo del cecchino più letale d’America ed
basata sull’omonima autobiografia di Chris Kyle.
Chris Kyle è un U.S. Navy SEAL
che viene inviato in Iraq con una missione precisa: proteggere i
suoi commilitoni. La sua massima precisione salva innumerevoli vite
sul campo di battaglia e mentre si diffondono i racconti del suo
grande coraggio, viene soprannominato “Leggenda”. Nel frattempo
cresce la sua reputazione anche dietro le file nemiche, e viene
messa una taglia sulla sua testa rendendolo il primario bersaglio
per gli insorti. Allo stesso tempo, combatte un’altra battaglia in
casa propria nel tentativo di essere sia un buon marito e padre
nonostante si trovi dall’altra parte del mondo.
Qui di seguito il nuovo trailer dal
film:
American Sniper, il film
Dal regista Clint Eastwood arriva American
Sniper, con
Bradley Cooper che interpreta
Chris Kyle, il tiratore scelto più letale di tutta la
storia militare degli Stati Uniti. Ma Kyle è stato anche molto più
di un cecchino.
Chris Kyle, U.S. Navy SEAL, viene
inviato in Iraq con una missione precisa: proteggere i suoi
commilitoni. La sua massima precisione salva innumerevoli vite sul
campo di battaglia e mentre si diffondono i racconti del suo grande
coraggio, viene soprannominato “Leggenda”. Nel frattempo cresce la
sua reputazione anche dietro le file nemiche, e viene messa una
taglia sulla sua testa rendendolo il primario bersaglio per gli
insorti. Allo stesso tempo, combatte un’altra battaglia in casa
propria nel tentativo di essere sia un buon marito e padre
nonostante si trovi dall’altra parte del mondo. Nonostante il
pericolo e l’altissimo prezzo che deve pagare la sua famiglia, la
rischiosa missione di Chris in Iraq dura quattro anni, incarnando
il motto dei SEAL, “che nessun uomo venga lasciato indietro.” Una
volta tornato a casa dalla moglie, Taya Renae Kyle
(Sienna
Miller), e dai figli, Chris scopre che è proprio la
guerra che non riesce a lasciarsi indietro.
Bradley Cooper è stato nominato all’Oscar due volte
per la sua interpretazione in “Silver Linings Playbook – Il Lato
Positivo” e nel film “American Hustle” ed è il protagonista del
film insieme a Sienna
Miller (“The Girl” da HBO), Jake McDorman,
Luke Grimes, Navid Negahban e Keir O’Donnell. Il cineasta
vincitore dell’Oscar, Clint Eastwood (“Million Dollar Baby”,
“Unforgiven-Gli Spietati”) è il regista del film American
Sniper tratto dalla sceneggiatura di Jason Hall,
che si basa sul libro scritto da
Chris Kyle, insieme a Scott McEwan. L’autobiografia è
stata subito un best seller rimanendo 18 settimane sulla lista dei
bestseller del New York Times, 13esimo nella posizione dei numero
uno.
American
Sniper è prodotto da Eastwood, Robert
Lorenz, Andrew Lazar,
Bradley Cooper e Peter Morgan.
I produttori esecutivi sono Tim Moore, Jason Hall, Sheroum
Kim e Bruce Berman. La troupe creativa dietro le quinte è
formata dal direttore della fotografia candidato all’Oscar Tom
Stern (“Changeling”); lo scenografo candidato all’Oscar James J.
Murakami (“Changeling”) e la scenografa Charisse Cardenas; il
montatore vincitore del premio Oscar Joel Cox (“Unforgiven-Gli
Spietati”) ed il montatore Gary D.Roach; e la costumista Deborah
Hopper.
Dal regista Clint Eastwood arriva American
Sniper, con
Bradley Cooper che interpreta
Chris Kyle, il tiratore scelto più letale di tutta la
storia militare degli Stati Uniti. Ma Kyle è stato anche molto più
di un cecchino. Chris Kyle, U.S. Navy SEAL, viene inviato in Iraq
con una missione precisa: proteggere i suoi commilitoni. La sua
massima precisione salva innumerevoli vite sul campo di battaglia e
mentre si diffondono i racconti del suo grande coraggio, viene
soprannominato “Leggenda”. Nel frattempo cresce la sua reputazione
anche dietro le file nemiche, e viene messa una taglia sulla sua
testa rendendolo il primario bersaglio per gli insorti.
Allo stesso tempo, combatte
un’altra battaglia in casa propria nel tentativo di essere sia un
buon marito e padre nonostante si trovi dall’altra parte del mondo.
Nonostante il pericolo e l’altissimo prezzo che deve pagare la sua
famiglia, la rischiosa missione di Chris in Iraq dura quattro anni,
incarnando il motto dei SEAL, “che nessun uomo venga lasciato
indietro.” Una volta tornato a casa dalla moglie, Taya Renae Kyle
(Sienna
Miller), e dai figli, Chris scopre che è proprio la
guerra che non riesce a lasciarsi indietro.
Bradley Cooper è stato nominato all’Oscar due volte
per la sua interpretazione in “Silver Linings Playbook – Il Lato
Positivo” e nel film “American Hustle” ed è il protagonista del
film insieme a Sienna
Miller (“The Girl” da HBO), Jake McDorman,
Luke Grimes, Navid Negahban e Keir O’Donnell. Il cineasta
vincitore dell’Oscar, Clint Eastwood (“Million Dollar Baby”,
“Unforgiven-Gli Spietati”) è il regista del film American
Sniper tratto dalla sceneggiatura di Jason Hall,
che si basa sul libro scritto da
Chris Kyle, insieme a Scott McEwan. L’autobiografia è
stata subito un best seller rimanendo 18 settimane sulla lista dei
bestseller del New York Times, 13esimo nella posizione dei numero
uno.
American
Sniper è prodotto da Eastwood, Robert
Lorenz, Andrew Lazar,
Bradley Cooper e Peter Morgan.
I produttori esecutivi sono Tim Moore, Jason Hall, Sheroum
Kim e Bruce Berman. La troupe creativa dietro le quinte è
formata dal direttore della fotografia candidato all’Oscar Tom
Stern (“Changeling”); lo scenografo candidato all’Oscar James J.
Murakami (“Changeling”) e la scenografa Charisse Cardenas; il
montatore vincitore del premio Oscar Joel Cox (“Unforgiven-Gli
Spietati”) ed il montatore Gary D.Roach; e la costumista Deborah
Hopper.
La Warner Bros ha diffuso dodici nuove foto dell’atteso film di
Clint Eastwood, American
Sniper, che vede protagonista l’attore
Bradley Cooper. [nggallery id=680]
American Sniper, il film
Dal regista Clint Eastwood arriva American
Sniper, con
Bradley Cooper che interpreta
Chris Kyle, il tiratore scelto più letale di tutta la
storia militare degli Stati Uniti. Ma Kyle è stato anche molto più
di un cecchino.
Chris Kyle, U.S. Navy SEAL, viene
inviato in Iraq con una missione precisa: proteggere i suoi
commilitoni. La sua massima precisione salva innumerevoli vite sul
campo di battaglia e mentre si diffondono i racconti del suo grande
coraggio, viene soprannominato “Leggenda”. Nel frattempo cresce la
sua reputazione anche dietro le file nemiche, e viene messa una
taglia sulla sua testa rendendolo il primario bersaglio per gli
insorti. Allo stesso tempo, combatte un’altra battaglia in casa
propria nel tentativo di essere sia un buon marito e padre
nonostante si trovi dall’altra parte del mondo. Nonostante il
pericolo e l’altissimo prezzo che deve pagare la sua famiglia, la
rischiosa missione di Chris in Iraq dura quattro anni, incarnando
il motto dei SEAL, “che nessun uomo venga lasciato indietro.” Una
volta tornato a casa dalla moglie, Taya Renae Kyle
(Sienna
Miller), e dai figli, Chris scopre che è proprio la
guerra che non riesce a lasciarsi indietro.
Bradley Cooper è stato nominato all’Oscar due volte
per la sua interpretazione in “Silver Linings Playbook – Il Lato
Positivo” e nel film “American Hustle” ed è il protagonista del
film insieme a Sienna
Miller (“The Girl” da HBO), Jake McDorman,
Luke Grimes, Navid Negahban e Keir O’Donnell. Il cineasta
vincitore dell’Oscar, Clint Eastwood (“Million Dollar Baby”,
“Unforgiven-Gli Spietati”) è il regista del film American
Sniper tratto dalla sceneggiatura di Jason Hall,
che si basa sul libro scritto da
Chris Kyle, insieme a Scott McEwan. L’autobiografia è
stata subito un best seller rimanendo 18 settimane sulla lista dei
bestseller del New York Times, 13esimo nella posizione dei numero
uno.
American
Sniper è prodotto da Eastwood, Robert
Lorenz, Andrew Lazar,
Bradley Cooper e Peter Morgan.
I produttori esecutivi sono Tim Moore, Jason Hall, Sheroum
Kim e Bruce Berman. La troupe creativa dietro le quinte è
formata dal direttore della fotografia candidato all’Oscar Tom
Stern (“Changeling”); lo scenografo candidato all’Oscar James J.
Murakami (“Changeling”) e la scenografa Charisse Cardenas; il
montatore vincitore del premio Oscar Joel Cox (“Unforgiven-Gli
Spietati”) ed il montatore Gary D.Roach; e la costumista Deborah
Hopper.
Guarda la nuova clip di American
Sniper il nuovo film di Clint Eastwood da Giovedì 1 GENNAIO 2015 al
cinema e oggi arriva la seconda clip ufficiale. Nel fim anche
Sienna Miller, Jake McDorman, Luke Grimes, Navid Negahban.
American Sniper, il film
Dal regista Clint Eastwood arriva American
Sniper, con
Bradley Cooper che interpreta
Chris Kyle, il tiratore scelto più letale di tutta la
storia militare degli Stati Uniti. Ma Kyle è stato anche molto più
di un cecchino. Chris Kyle, U.S. Navy SEAL, viene inviato in Iraq
con una missione precisa: proteggere i suoi commilitoni. La sua
massima precisione salva innumerevoli vite sul campo di battaglia e
mentre si diffondono i racconti del suo grande coraggio, viene
soprannominato “Leggenda”. Nel frattempo cresce la sua reputazione
anche dietro le file nemiche, e viene messa una taglia sulla sua
testa rendendolo il primario bersaglio per gli insorti.
Allo stesso tempo, combatte
un’altra battaglia in casa propria nel tentativo di essere sia un
buon marito e padre nonostante si trovi dall’altra parte del mondo.
Nonostante il pericolo e l’altissimo prezzo che deve pagare la sua
famiglia, la rischiosa missione di Chris in Iraq dura quattro anni,
incarnando il motto dei SEAL, “che nessun uomo venga lasciato
indietro.” Una volta tornato a casa dalla moglie, Taya Renae Kyle
(Sienna
Miller), e dai figli, Chris scopre che è proprio la
guerra che non riesce a lasciarsi indietro.
Bradley Cooper è stato nominato all’Oscar due volte
per la sua interpretazione in “Silver Linings Playbook – Il Lato
Positivo” e nel film “American Hustle” ed è il protagonista del
film insieme a Sienna
Miller (“The Girl” da HBO), Jake McDorman,
Luke Grimes, Navid Negahban e Keir O’Donnell. Il cineasta
vincitore dell’Oscar, Clint Eastwood (“Million Dollar Baby”,
“Unforgiven-Gli Spietati”) è il regista del film American
Sniper tratto dalla sceneggiatura di Jason Hall,
che si basa sul libro scritto da
Chris Kyle, insieme a Scott McEwan. L’autobiografia è
stata subito un best seller rimanendo 18 settimane sulla lista dei
bestseller del New York Times, 13esimo nella posizione dei numero
uno.
American
Sniper è prodotto da Eastwood, Robert
Lorenz, Andrew Lazar,
Bradley Cooper e Peter Morgan.
I produttori esecutivi sono Tim Moore, Jason Hall, Sheroum
Kim e Bruce Berman. La troupe creativa dietro le quinte è
formata dal direttore della fotografia candidato all’Oscar Tom
Stern (“Changeling”); lo scenografo candidato all’Oscar James J.
Murakami (“Changeling”) e la scenografa Charisse Cardenas; il
montatore vincitore del premio Oscar Joel Cox (“Unforgiven-Gli
Spietati”) ed il montatore Gary D.Roach; e la costumista Deborah
Hopper.
Ecco nuovi scatti ufficiali dal set
di American Sniper, il prossimo film di
Clint Eastwood che si candida a
protagonista della prossima stagione cinematografica. Eastwood
dirige Bradley Cooper e Sienna
Miller.
American Sniper, il film
Dal regista Clint Eastwood arriva American
Sniper, con
Bradley Cooper che interpreta
Chris Kyle, il tiratore scelto più letale di tutta la
storia militare degli Stati Uniti. Ma Kyle è stato anche molto più
di un cecchino.
Chris Kyle, U.S. Navy SEAL, viene
inviato in Iraq con una missione precisa: proteggere i suoi
commilitoni. La sua massima precisione salva innumerevoli vite sul
campo di battaglia e mentre si diffondono i racconti del suo grande
coraggio, viene soprannominato “Leggenda”. Nel frattempo cresce la
sua reputazione anche dietro le file nemiche, e viene messa una
taglia sulla sua testa rendendolo il primario bersaglio per gli
insorti. Allo stesso tempo, combatte un’altra battaglia in casa
propria nel tentativo di essere sia un buon marito e padre
nonostante si trovi dall’altra parte del mondo. Nonostante il
pericolo e l’altissimo prezzo che deve pagare la sua famiglia, la
rischiosa missione di Chris in Iraq dura quattro anni, incarnando
il motto dei SEAL, “che nessun uomo venga lasciato indietro.” Una
volta tornato a casa dalla moglie, Taya Renae Kyle
(Sienna
Miller), e dai figli, Chris scopre che è proprio la
guerra che non riesce a lasciarsi indietro.
Bradley Cooper è stato nominato all’Oscar due volte
per la sua interpretazione in “Silver Linings Playbook – Il Lato
Positivo” e nel film “American Hustle” ed è il protagonista del
film insieme a Sienna
Miller (“The Girl” da HBO), Jake McDorman,
Luke Grimes, Navid Negahban e Keir O’Donnell. Il cineasta
vincitore dell’Oscar, Clint Eastwood (“Million Dollar Baby”,
“Unforgiven-Gli Spietati”) è il regista del film American
Sniper tratto dalla sceneggiatura di Jason Hall,
che si basa sul libro scritto da
Chris Kyle, insieme a Scott McEwan. L’autobiografia è
stata subito un best seller rimanendo 18 settimane sulla lista dei
bestseller del New York Times, 13esimo nella posizione dei numero
uno.
American
Sniper è prodotto da Eastwood, Robert
Lorenz, Andrew Lazar,
Bradley Cooper e Peter Morgan.
I produttori esecutivi sono Tim Moore, Jason Hall, Sheroum
Kim e Bruce Berman. La troupe creativa dietro le quinte è
formata dal direttore della fotografia candidato all’Oscar Tom
Stern (“Changeling”); lo scenografo candidato all’Oscar James J.
Murakami (“Changeling”) e la scenografa Charisse Cardenas; il
montatore vincitore del premio Oscar Joel Cox (“Unforgiven-Gli
Spietati”) ed il montatore Gary D.Roach; e la costumista Deborah
Hopper.
American
Sniper, prossimo film diretto da Clint Eastwood con protagonista
Bradley Cooper, uscirà al cinema nel giorno di
Natale. Il film uscirà quindi negli USA per il 25 dicembre, mentre
la Warner Bros.-Village Roadshow programma un’uscita mondiale per
gennaio. Nel film anche Sienna Miller e
Luke Grimes.
American Sniper, il film
Dal regista Clint Eastwood arriva American
Sniper, con
Bradley Cooper che interpreta
Chris Kyle, il tiratore scelto più letale di tutta la
storia militare degli Stati Uniti. Ma Kyle è stato anche molto più
di un cecchino.
Chris Kyle, U.S. Navy SEAL, viene
inviato in Iraq con una missione precisa: proteggere i suoi
commilitoni. La sua massima precisione salva innumerevoli vite sul
campo di battaglia e mentre si diffondono i racconti del suo grande
coraggio, viene soprannominato “Leggenda”. Nel frattempo cresce la
sua reputazione anche dietro le file nemiche, e viene messa una
taglia sulla sua testa rendendolo il primario bersaglio per gli
insorti. Allo stesso tempo, combatte un’altra battaglia in casa
propria nel tentativo di essere sia un buon marito e padre
nonostante si trovi dall’altra parte del mondo. Nonostante il
pericolo e l’altissimo prezzo che deve pagare la sua famiglia, la
rischiosa missione di Chris in Iraq dura quattro anni, incarnando
il motto dei SEAL, “che nessun uomo venga lasciato indietro.” Una
volta tornato a casa dalla moglie, Taya Renae Kyle
(Sienna
Miller), e dai figli, Chris scopre che è proprio la
guerra che non riesce a lasciarsi indietro.
Bradley Cooper è stato nominato all’Oscar due volte
per la sua interpretazione in “Silver Linings Playbook – Il Lato
Positivo” e nel film “American Hustle” ed è il protagonista del
film insieme a Sienna
Miller (“The Girl” da HBO), Jake McDorman,
Luke Grimes, Navid Negahban e Keir O’Donnell. Il cineasta
vincitore dell’Oscar, Clint Eastwood (“Million Dollar Baby”,
“Unforgiven-Gli Spietati”) è il regista del film American
Sniper tratto dalla sceneggiatura di Jason Hall,
che si basa sul libro scritto da
Chris Kyle, insieme a Scott McEwan. L’autobiografia è
stata subito un best seller rimanendo 18 settimane sulla lista dei
bestseller del New York Times, 13esimo nella posizione dei numero
uno.
American
Sniper è prodotto da Eastwood, Robert
Lorenz, Andrew Lazar,
Bradley Cooper e Peter Morgan.
I produttori esecutivi sono Tim Moore, Jason Hall, Sheroum
Kim e Bruce Berman. La troupe creativa dietro le quinte è
formata dal direttore della fotografia candidato all’Oscar Tom
Stern (“Changeling”); lo scenografo candidato all’Oscar James J.
Murakami (“Changeling”) e la scenografa Charisse Cardenas; il
montatore vincitore del premio Oscar Joel Cox (“Unforgiven-Gli
Spietati”) ed il montatore Gary D.Roach; e la costumista Deborah
Hopper.
American
Sniper di Clint Eastwood ha sedimentato il suo
status di grande successo, superando le aspettative con un secondo
fine settimana quotato più di 50 milioni di dollari, in
3.705 sale americane.
Alcune prime stime valutano il
secondo “Sniper” week end prossimo ai 60 milioni di dollari, dato
che vorrebbe gli incassi negli States vicini ai 200
milioni. In ogni caso, il dramma sulla guerra in Iraq si sta
mostrando incredibilmente resistente, con un calo inferiore al 50%
dopo un’apertura da record durante il week end dedicato a
Martin Luther King Jr.
American
Sniper ha avuto incassi talmente buoni da poter
probabilmente guadagnare tre volte tanto il secondo film in
classica al box office, The Boy Next
Door , thriller interpretato da Jennifer
Lopez. American Sniper ha
avuto vittoria facile anche su
Mortdecai, la nuova commedia di
Johnny Depp può infatti considerarsi perdente in
partenza con un esordio da soli 6 milioni di dollari.
Il film diretto da
Clint Eastwood ed interpretato da
Bradley Cooper continua a sfidare le previsioni
dei tecnici, superando ogni volta le stime d’incasso ipotizzate.
American
Sniper si è aggiudicato ben 6 nomination
all’Oscar e continua ad essere il titolo più chiacchierato negli
States e all’estero.
E’ uscito al cinema l’atteso nuovo
film di Clint Eastwood, American
Sniper che vede protagonista nei panni di un cecchino
eroe l’attore
Bradley Cooper . Ebbene la Warner Bros ha diffuso
un backstage del film:
American Sniper, il film
Dal regista Clint Eastwood arriva American
Sniper, con
Bradley Cooper che interpreta
Chris Kyle, il tiratore scelto più letale di tutta la
storia militare degli Stati Uniti. Ma Kyle è stato anche molto più
di un cecchino. Chris Kyle, U.S. Navy SEAL, viene inviato in Iraq
con una missione precisa: proteggere i suoi commilitoni. La sua
massima precisione salva innumerevoli vite sul campo di battaglia e
mentre si diffondono i racconti del suo grande coraggio, viene
soprannominato “Leggenda”. Nel frattempo cresce la sua reputazione
anche dietro le file nemiche, e viene messa una taglia sulla sua
testa rendendolo il primario bersaglio per gli insorti.
Allo stesso tempo, combatte
un’altra battaglia in casa propria nel tentativo di essere sia un
buon marito e padre nonostante si trovi dall’altra parte del mondo.
Nonostante il pericolo e l’altissimo prezzo che deve pagare la sua
famiglia, la rischiosa missione di Chris in Iraq dura quattro anni,
incarnando il motto dei SEAL, “che nessun uomo venga lasciato
indietro.” Una volta tornato a casa dalla moglie, Taya Renae Kyle
(Sienna
Miller), e dai figli, Chris scopre che è proprio la
guerra che non riesce a lasciarsi indietro.
Bradley Cooper è stato nominato all’Oscar due volte
per la sua interpretazione in “Silver Linings Playbook – Il Lato
Positivo” e nel film “American Hustle” ed è il protagonista del
film insieme a Sienna
Miller (“The Girl” da HBO), Jake McDorman,
Luke Grimes, Navid Negahban e Keir O’Donnell. Il cineasta
vincitore dell’Oscar, Clint Eastwood (“Million Dollar Baby”,
“Unforgiven-Gli Spietati”) è il regista del film American
Sniper tratto dalla sceneggiatura di Jason Hall,
che si basa sul libro scritto da
Chris Kyle, insieme a Scott McEwan. L’autobiografia è
stata subito un best seller rimanendo 18 settimane sulla lista dei
bestseller del New York Times, 13esimo nella posizione dei numero
uno.
American
Sniper è prodotto da Eastwood, Robert
Lorenz, Andrew Lazar,
Bradley Cooper e Peter Morgan.
I produttori esecutivi sono Tim Moore, Jason Hall, Sheroum
Kim e Bruce Berman. La troupe creativa dietro le quinte è
formata dal direttore della fotografia candidato all’Oscar Tom
Stern (“Changeling”); lo scenografo candidato all’Oscar James J.
Murakami (“Changeling”) e la scenografa Charisse Cardenas; il
montatore vincitore del premio Oscar Joel Cox (“Unforgiven-Gli
Spietati”) ed il montatore Gary D.Roach; e la costumista Deborah
Hopper.
Acclamato film del regista Clint
Eastwood, American Sniper fa parte di quelle
opere da lui dirette incentrate sulle nuove figure eroiche degli
odierni Stati Uniti. Basato su una storia vera, il film ha ottenuto
importanti riconoscimenti tanto da parte della critica quanto da
parte del pubblico, e ha dato nuovamente prova delle abilità
registiche di Eastwood anche per quanto riguarda il genere del war
movie.
Ecco 10 cose che non sai su
American Sniper.
American Sniper: la trama del
film
10. Narra la storia di un
celebre cecchino. Il film è basato sulla vita di Chris
Kyle, divenuto noto per essere stato uno dei più letali cecchini di
guerra durante il conflitto in Iraq conseguente all’attacco dell’11
settembre 2001. La sua vita si divide tra le missioni in terra
straniera e i periodi di riposo a casa, in compagnia della moglie
Taya e dei figli. Abituatosi all’ambiente di guerra, Kyle finirà
però per sviluppare una difficoltà nel reinserirsi nella
società.
American Sniper è tratto da un
libro
9. È la trasposizione di
un’autobiografica. Il lungometraggio di Eastwood si è
basato sul libro American Sniper, autobiografia di Kyle
pubblicata nel 2012, dove si ripercorre la sua carriera da
cecchino, con all’attivo oltre 255 guerriglieri iracheni uccisi.
Con più di 1,2 milioni di copie vendute, il libro è divenuto un
vero e proprio best seller, permettendo alla storia del suo autore
di diventare estremamente nota negli Stati Uniti.
American Sniper è in streaming
8. È presente su diverse
piattaforme online. Per chi desidera vedere o rivedere il
film, sarà possibile farlo affidandosi ad alcune tra le principali
piattaforme streaming presenti oggi in rete. Tra queste si
annoverano Rakuten TV, Chili, Infinity, Tim Vision
e Amazon Prime. In base a quale di questa si
sceglierà di utilizzare, per vederlo basterà sottoscrivere un
abbonamento o noleggiare il singolo film.
American Sniper è anche su
Netflix
7. È nel catalogo della
celebre piattaforma. Attualmente, il film diretto da
Eastwood è presente anche sulla piattaforma di Netflix. Se si possiede un abbonamento a questa, sarà
possibile vedere il film senza nessun costo aggiuntivo, potendo
anche scegliere se guardarlo in lingua originale o con il
doppiaggio italiano.
American Sniper: le recensioni al
film
6. Ha ricevuto critiche
generalmente positive. Acclamato come uno dei migliori
film di Eastwood degli ultimi anni, il film è stato accolto in modo
generalmente positivo dalla critica. Sul sito Rotten Tomatoes,
aggregatore di recensioni, questi ha un punteggio complessivo pari
al 72%, mentre su Metacritics vanta una media di giudizi positivi
pari a 8.3 su 10.
American Sniper: il cast del
film
5. Bradley Cooper si è
sottoposto ad un duro allenamento. Per poter dar vita a
Chris Kyle nel film, BradleyCooper dovette guadagnare circa 20 chili di
muscoli. Per riuscirvi, si sottopose ad una dieta di circa seimila
calorie al giorno, in aggiunta ad allenamenti fisici quotidiani di
circa quattro ore. In aggiunta a ciò, Cooper ha dovuto allenare
anche il proprio accento, affinché potesse somigliare a quello del
vero soldato.
4. Cooper ha avuto modo di
parlare con il vero Kyle. In seguito alla decisione di
ricoprire il ruolo di protagonista, Cooper ebbe modo di avere una
breve conversazione telefonica con il vero Kyle. Questa avvenne
poche settimane prima della sua tragica morte, e non potendo più
basarsi sul suo aiuto nell’interpretazione, Cooper fece di tutto
per tenerne alta la memoria.
3. Sienna Miller ha
interpretato la moglie del protagonista. In American
Sniper, l’attrice Sienna
Miller ha interpretato il ruolo di Taya Kyle, moglie
di questi. Per essere certa di rendere giustizia alla vera Kyle,
l’attrice l’ha voluta incontrare in diverse occasioni, studiandola
nel suo modo di parlare e comportarsi, ma anche ascoltando il suo
punto di vista sulla storia del marito.
American Sniper: il finale del
film
[ALLERTA
SPOILER]
2.Kyle è
stato vittima di un incidente. Dopo essere tornato a casa
da eroe di guerra, Kyle cerca di reintegrarsi nella società,
riprendendo i rapporti con la propria famiglia e aiutando reduci
come lui a superare i loro traumi. Sarà proprio uno di questi che,
in circostanze mai del tutto chiarite, finirà per ucciderlo durante
un esercitazione di tiro con il fucile.
1. Il film si conclude con i
suoi funerali. A chiudere il film sono le vere immagini
del funerale di Kyle. Si tratta di filmati di repertorio dove un
lungo corteo scorta la bara attraverso la città in cui risiedeva. A
colpire sono in particolare le numerose persone accorse per
rendergli omaggio, sventolando in sua memoria la bandiera degli
Stati Uniti che Kyle ha contribuito a difendere.
Il film di guerra del 2014 di
Clint Eastwood, American Sniper, è basato sull’avvincente storia
vera di Chris Kyle, un Navy SEAL statunitense che ha prestato
servizio in quattro campagne durante la guerra in Iraq. Il film è
tratto dall’omonima autobiografia di Kyle, pubblicata due anni
prima, nel 2012, ma include una scena finale che si svolge dopo gli
eventi del libro, nel febbraio 2013. A questo punto del film, Kyle
si è ritirato dal servizio militare e si gode la vita con la sua
famiglia. Sua moglie Taya gli dice che è felice di riavere suo
marito, e la storia di Kyle sembra avere un lieto fine.
Durante le due ore precedenti di
American Sniper, assistiamo alla natura estenuante delle
missioni di Kyle in Iraq, compresa la ricerca del leader di
Al-Qaeda Abu Musab al-Zarqawi e del suo braccio destro, conosciuto
semplicemente come “Il Macellaio”. Bradley Cooper interpreta brillantemente il
peso emotivo che il ruolo di Kyle come cecchino dei Navy SEAL ha su
di lui, in quello che è sicuramente uno dei migliori film mai
realizzati sulla guerra in Iraq. Dato il suo avvincente mix di
azione a tutto campo e studio approfondito dei personaggi, non
sorprende che American Sniper sia stato recentemente tra i
film più visti su Netflix.
Chris Kyle è stato ucciso da
Eddie Ray Routh al poligono di tiro dopo la fine di American
Sniper
Routh ha sparato a Kyle e al
suo amico Chad Littlefield con le pistole di Kyle
In un tragico finale, American Sniper porta la vera storia di Chris Kyle oltre
la sua autobiografia del 2012, fino all’ultimo giorno della sua
vita, quando bacia sua moglie e i suoi figli e si dirige al
poligono di tiro con un altro veterano delle forze armate. Quel
veterano è Eddie Ray Routh, un ex marine statunitense di 25 anni
che ha sparato e ucciso Kyle il 2 febbraio 2013. Routh ha anche
ucciso l’amico di Kyle, Chad Littlefield. Sono stati uccisi con due
pistole semiautomatiche, entrambe date da Kyle a Routh per usarle
al poligono di tiro (via ABC News).
Con lo stile sobrio e rispettoso
che contraddistingue i migliori film di Clint Eastwood come regista, American
Sniper evita di mostrare l’uccisione di Chris Kyle. Il film
spiega invece la sua morte in una sola riga di post scriptum e
mostra un montaggio del corteo funebre di Kyle durante i titoli di
coda.
Pur rifiutando di assumere una
posizione morale esplicita sulle sue azioni, il film descrive senza
dubbio Chris Kyle come una sorta di eroe, che eccelleva nel suo
lavoro e sembrava aver trovato la pace con la sua amorevole
famiglia prima di morire. La decisione di Eastwood di non mostrare
come è morto significa che Kyle conserva la dignità nella morte che
si è guadagnato nel corso del film.
Eddie Ray Routh soffriva di
disturbo da stress post-traumatico quando ha ucciso Chris Kyle e
Chad Littlefield
A Routh era stata anche
diagnosticata la schizofrenia e la psicosi
Al momento dell’omicidio di Chris
Kyle, protagonista di American Sniper, e del suo amico Chad
Littlefield, a Eddie Ray Routh era stata diagnosticata la
schizofrenia e la psicosi. Il veterano dei Marines statunitensi
soffriva anche di disturbo da stress post-traumatico (PTSD) a
seguito del servizio militare (via The Washington Post). Routh ha poi spiegato di aver
sparato a Kyle e Littlefield perché non gli avevano rivolto la
parola mentre si recavano al poligono di tiro. Nel frattempo, Kyle
aveva inviato a Littlefield un messaggio di testo prima di andare a
prenderlo, in cui definiva Routh “completamente pazzo”.
Questo finale della storia di
Kyle, in particolare, sembra una dolorosa ironia, dato che era
sopravvissuto a quattro missioni in prima linea durante la guerra
in Iraq e stava appena iniziando a dare una svolta alla sua vita
quando gli è stata strappata via.
Sembra che né Chris Kyle né Chad
Littlefield fossero a conoscenza delle condizioni di salute
mentale diagnosticate a Eddie Ray Routh prima del loro viaggio
al poligono di tiro Rough Creek Ranch-Lodge-Resort nella contea di
Erath, in Texas. Questo finale della storia di Kyle, in
particolare, sembra una straziante ironia, dato che era
sopravvissuto a quattro mandati in prima linea durante la guerra in
Iraq e stava appena iniziando a rifarsi una vita quando gli è stata
tolta.
Perché Chris Kyle è andato al
poligono di tiro nella scena finale di American Sniper
Kyle aiutava altri veterani
militari a superare le loro traumatiche esperienze di
guerra
Chris Kyle frequentava i poligoni
di tiro con i veterani militari già da tempo prima di quel fatidico
giorno in cui lui e Littlefield portarono con sé Eddie Ray Routh,
il 2 febbraio 2013. Come accenna American Sniper nei suoi
ultimi minuti, Kyle decise di dedicarsi ad aiutare i veterani
militari a superare i traumi di guerra come modo per guarire
dalle proprie esperienze, su consiglio di uno psichiatra. Il suo
modo di aiutare era apparentemente quello di trascorrere del
tempo con i veterani in difficoltà facendo ciò che pensava potesse
piacergli di più, sparare a bersagli con armi da fuoco
vere.
Fu la madre di Routh a suggerire a
Kyle che suo figlio avrebbe potuto aver bisogno del suo aiuto,
quando lo incontrò fuori dalla scuola elementare dei suoi figli.
Questo dettaglio è menzionato in una delle battute finali di quello
che è sicuramente il ruolo più serio della carriera di Bradley
Cooper, quando il personaggio interpretato dall’attore saluta la
sua famiglia senza sapere che sarà l’ultima volta.
Nessuno avrebbe potuto prevedere
cosa avrebbe fatto Eddie Ray Routh, ma la natura informale della
richiesta di sua madre rese il viaggio un rischio enorme per Kyle e
Littlefield. Probabilmente Taya Kyle non si accorse di nulla
quando vide Routh nel vialetto di casa sua, come viene descritto
nell’ultima scena di American Sniper, ma questa
rappresentazione drammatica ci fa capire che, col senno di poi,
Kyle non avrebbe mai dovuto accettare di aiutare in questo
modo.
Cosa accadde dopo la morte di
Chris Kyle a seguito del suo omicidio
È stato venerato dalla moglie e
dai residenti del Texas, anche con una legge approvata in suo
nome
Taya Kyle ha pubblicato le sue
memorie dopo gli eventi di American Sniper, che includono il
racconto della tragica morte del marito. È anche diventata
un’attivista a favore dei veterani dell’esercito americano e negli
ultimi dieci anni ha scritto e pubblicato altri libri. Inoltre, ha
contribuito all’approvazione del Chris Kyle Bill, che ha reso i
veterani dell’esercito idonei a ricevere licenze statali in Texas,
lo stato di residenza di Kyle, per qualifiche professionali al
momento del congedo dalle forze armate (tramite il Texas Military Department).
Il rinnovato successo del
film di Clint Eastwood su Netflix farà conoscere a una nuova
generazione la storia di Chris Kyle, che merita di essere
approfondita più per le sue azioni in vita che per il tragico
incidente che ha causato la sua morte.
Il film American
Sniper è uscito meno di due anni dopo la morte di Chris
Kyle, anche se la pre-produzione era iniziata quando Kyle era
ancora in vita. La data della sua morte è stata poi proclamata
“Chris Kyle Day” in Texas e un monumento in sua memoria è stato
eretto a Odessa, la sua città natale. Il rinnovato successo del
film di Clint Eastwood su Netflix farà conoscere a una nuova
generazione la storia di Chris Kyle, che merita di essere
approfondita più per le sue azioni in vita, sia dentro che fuori
dall’esercito, che per il tragico incidente che ha causato la sua
morte.
Nel suo monologo di apertura agli
Oscar 2015, Neil Patrick Harris ha scherzato,
dicendo che American
Sniper, candidato a miglior film, aveva incassato
più di tutti gli altri film in gara messi insieme. Adesso arriva la
conferma che l’ultimo controverso lavoro di Clint Eastwood ha raggiunto la vetta del
box office, diventando il maggior incasso USA del 2014.
Considerando i film che sono stati
distribuiti quest’anno negli States, tra franchise di successo,
saghe fantasy e cinecomics attesissimi, Eastwood ha messo a segno
un colpo da maestro, realizzando non solo il film che ha incassato
di più nella sua intera carriera, ma anche il film che ha battuto
concorrenti come Guardiani della
Galassia e Hunger Games il canto
della Rivolta parte I.
La top ten dei maggiori
incassi USA per il 2014 è la seguente:
1- American
Sniper con $337,209,000
2- Hunger Games il
canto della rivolta parte I con $336,962,000
3- Guardiani della
Galassia con $333,176,600
4- Captain America the
Winter Soldier con $259,766,572
5- The LEGO
Movie con $257,760,692
6- Lo Hobbit la
battaglia delle cinque armate con $254,456,608
7- Transformers l’Era
dell’estinzione con $245,439,076
8- Maleficent
con $241,410,378
9- X-Men Giorni di un
futuro passato con $233,921,534
In seguito all’abbandono del
progetto da parte di Steven Spielberg all’inizio di
questo mese, Twitch ha rivelato che
Clint Eastwood è attualmente in
trattative per dirigere la pellicola della Warner
Bros dal titolo American Sniper,
nella quale Bradley Cooper vestirà i panni del
protagonista.
Il film sarà basato sul libro di
memorie di Chris Kyle dei Navy Seal, rilasciato lo
scorso anno e scritto da Scott McEwen e
Jim DeFelice, e racconterà la storia vera di Kyle,
divenuto famoso per aver compiuto il maggior numero di uccisioni
nella storia militare degli Stati Uniti (circa 255). L’uomo è morto
lo scorso febbraio.
L’ultimo film da regista di
Clint Eastwood è stato J.
Edgar con Leonardo DiCaprio, uscito
nel 2011. A breve inizierà le riprese del musical
Jersey Boys con Christopher
Walken, sempre prodotto dalla Warner
Bros.
Vertical Entertainment ha acquisito
i diritti di American Skin, il dramma diretto,
scritto ed interpretato da Nate Parker (The
Birth of a Nation), prodotto da Tarak Ben Ammar (Eagle
Pictures) e Mark Burg (Mark Burg Media). Presentato da Spike Lee in
anteprima mondiale alla 76. Mostra Internazionale d’Arte
cinematografica di Venezia, il film è pronto al debutto in alcune
sale del Nord America ed in VOD dal prossimo 15 gennaio, dando il
via alla possibile scalata verso la candidatura ai prossimi Academy
Awards.
“È la dimostrazione che il grande
lavoro di produzione che stiamo compiendo sta dando risultati
tangibili e apprezzati in tutto il mondo – ha dichiarato Tarak Ben
Ammar, Chairman di Eagle Pictures -. Con operazioni come American
Skin e ‘La verità sul caso Harry Quebert’ (serie realizzata per la
televisione), Eagle Pictures, che ci tengo a sottolineare, è una
società Italiana al 100% ha aperto un corridoio verso gli Stati
Uniti. Un corridoio che auspichiamo di far percorrere ad autori
europei e storie che abbiano un respiro internazionale”.
American Skin è la storia intensa e
drammatica di un padre che, accecato dal dolore per l’ingiusta
morte del figlio, tenta con tutta la sua astuta determinazione di
farsi giustizia riportando alla ribalta mediatica il caso
volutamente insabbiato che coinvolge l’intera stazione di polizia
della loro città. Contando sul supporto della popolazione nera,
impegnata nel far valere i diritti di uguaglianza in una società
che troppo spesso li emargina e discrimina, Lincoln mette in scena
un processo in cui i detenuti nella stazione e gli altri civili
presenti fungono da membri della giuria, che dovranno agire al
posto del governo per stabilire finalmente la verità.
A un anno dalla morte di George
Floyd, che ha scatenato la rivolta del movimento Black Lives
Matter, portando alla ribalta il tema della violenza della polizia
americana sui cittadini di colore e dopo la storica sentenza di
condanna del poliziotto che l’ha ucciso, Sky presenta in
prima visione assoluta American
Skin, lunedì 24 maggio alle 21.15 su Sky Cinema Uno e in
streaming su NOW.
Il film, scritto, diretto e
interpretato da Nate Parker (The
Birth of a Nation), racconta la disperazione di un padre
in cerca di giustizia per la morte del figlio adolescente ucciso da
un poliziotto bianco, riflettendo sui temi della paura e delle
divisioni culturali, ancor oggi radicate nella società americana.
Nel cast, oltre a Nate Parker nel ruolo del protagonista Lincoln
Jefferson, Omari Hardwick (A-Team, Middle of
Nowhere, Miracolo a Sant’Anna) è Omar “Derwood” Scott amico di
Linc, Theo Rossi (Luke Cage, Sons of
Anarchy) è il poliziotto Dominic Reyes e Beau
Knapp (Seven Seconds, Black and Blue) è il
poliziotto Mike Randall, colpevole di aver ucciso il ragazzo. Il
film, prodotto da Tarak Ben Ammar, Mark Burg e Lukas
Behnken è distribuito da Eagle
Pictures.
American
Skin racconta le azioni disperate di Linc, un veterano
della guerra in Iraq che, tornato in patria, vede il figlio
quattordicenne Kijani morire davanti ai suoi occhi per mano di un
poliziotto durante un controllo stradale. Privato di un processo
equo, dopo l’assoluzione in tribunale di Mike Randall, il
poliziotto che aveva sparato al ragazzo uccidendolo, Linc decide di
farsi giustizia da solo. Ad accompagnare lo spettatore nel racconto
Jordin King, uno studente di cinema deciso a girare un documentario
sulla morte di Kijiani e sul desiderio di giustizia di Linc.
Insieme alla sua troupe Jordin diventerà testimone diretto e
protagonista dell’intera vicenda, con la responsabilità di farla
conoscere al mondo.
Nate Parker ha trascorso gran parte
della sua vita e della sua carriera combattendo le ingiustizie
sociali e creando contenuti che affrontano il tema della disparità
delle comunità emarginate in tutto il mondo. Si è guadagnato per la
prima volta l’attenzione della critica con il suo ruolo da
protagonista in The Great Debaters – Il potere della
parola di Denzel Washington. Nate ha interpretato il ruolo di
protagonista in Red Tails prodotto da George Lucas. Con il
suo debutto alla regia in The Birth of a Nation – Il risveglio
di un popolo ha vinto il Gran Premio della Giuria e del Premio
del Pubblico al Sundance Film Festival nel 2016.
American
Skin – Lunedì 24 maggio in prima visione alle 21.15 su Sky
Cinema Uno, in streaming su N0W e
disponibile on demand. Grazie a extra, il
programma fedeltà di Sky, i clienti Sky da più di 3 anni e con Sky
Cinema lo vedranno prima di tutti on demand nella sezione
extra.
Dopo aver visto le prime
tre puntate della miniserie creata da Dan
Futterman (candidato all’Oscar per gli script di A
sangue freddo – Capote e Foxcatcher, entrambi di Bennett
Miller) appare chiaro che lo scopo principale di
AmericanRust sia quello di
mettere in scena le condizioni tutt’altro che agiate in cui versa
oggi una buona parte del Nord Est degli Stati Uniti. Tale
intenzione si sovrappone alla trama principale dello show, cercando
un equilibrio tra melodramma e thriller che pende fin troppo in
favore del primo genere.
American Rust, la trama
Dal momento che
l’ambientazione dello show trasmesso in America da Showtime è
dunque fondamentale, un contesto storico-sociale è del tutto
necessario. Il set principale della storia adattata dal romanzo di
Philipp Meyer è Buell, cittadina del sud della
Pennsylvania. Ovvero nel mezzo della cosiddetta “Rust Belt”
(Cintura di Ruggine), territorio che in particolar modo dopo
la Seconda Guerra Mondiale aveva sviluppato una fiorente economia
basata sull’industria pesante, salvo poi essere stata “abbandonato”
a se stesso a partire dalla fine degli anni ‘70. Il decennio
successivo ha costretto larga parte dei cittadini alla
disoccupazione, causando di conseguenza povertà, abuso di droghe,
criminalità. È in questo clima di desolazione che si muovono i
personaggi di American Rust: protagonista della serie è Del Harris,
uomo di legge che deve catturare l’assassino di un suo ex-collega
dal passato tutt’altro che integerrimo. Il principale indiziato è
il giovane Billy Poe, figlio della donna con cui proprio Harris
vorrebbe costruire il proprio futuro. Il dilemma è quindi semplice:
fare il proprio dovere diretto verso la ricerca incondizionata del
colpevole oppure “pilotare” le indagini in modo da deviare
l’attenzione lontano dal ragazzo?
Il giallo è un pretesto
Fin dall’episodio pilota
si può chiaramente intuire che in American Rust
l’ossatura del giallo è poco più di un pretesto: il solo fatto che
l’episodio venga costruito come un lungo flashback rivela quanto
Futterman e il regista John Dahl – anni fa diresse
il notevole ma sfortunato Il giocatore con
Matt Damon ed
Edward Norton – siano maggiormente interessati alla
rappresentazione del contesto rispetto allo sviluppo della trama.
L’interesse che American Rust suscita nello
spettatore sta principalmente nella rappresentazione dell’umanità
lasciata indietro in cittadine come Buell: la desolazione economica
e soprattutto umana che lo show mette in scena possiede un realismo
malinconico capace di non scivolare mai in atteggiamento
pietistico.
Personaggi e figure in
chiaroscuro, sconfitte dal tempo o dalle vicissitudini di una vita
fatta di stenti, si alternano a momenti in cui la vitalità e la
voglia di affermare il proprio valore colpiscono nel profondo, come
in una bella sequenza di matrimonio nel secondo episodio. La
rappresentazione sentita e partecipe di tale umanità non riesce
però a distogliere l’attenzione dal fatto che il meccanismo di
detection riguardante l’omicidio, ovvero il catalizzatore della
trama, in realtà funziona a stento: le indagini si sviluppano con
un meccanismo narrativo estremamente lento e tutto sommato poco
interessante. I potenziali indiziati del crimine vengono sviluppati
come personaggi stranamente inconsistenti, che nel corso degli
episodi diventano sempre più stereotipati sia nelle azioni che nei
meccanismi psicologici. E tale mancanza di presa emotiva sulla
vicenda della soluzione del puzzle alla lunga mina l’efficacia
degli episodi stessi.
Jeff Daniels merita la visione
Se American
Rust merita comunque uno sguardo è senza dubbio per le
interpretazioni corpose di alcuni attori del cast principale: prima
di tutto il protagonista Jeff Daniels, capace di tratteggiare un Del
Harris piegato dalla stanchezza e da un passato doloroso che tenta
comunque di svolgere il proprio lavoro con la dignità rimasta.
L’attore amato qualche anno fa nella serie The Newsroom creata da Aaron
Sorkin lavora in questo caso con i mezzitoni e le
sfumature del ruolo in maniera magistrale. Accanto a lui un altro
“veterano” come Bill Camp – il quale ha ottenuto la consacrazione
sul piccolo schermo con una miniserie poderosa quale The
Night Of – contribuisce a impreziosire
American Rust insieme alla sempre efficace Maura
Tierney. Insomma, se scoprire il colpevole in questo show non
sembra poi così avvincente o anche necessario, rimane comunque la
soddisfazione di vedere all’opera attori di bravura
consumata.
American Rust2 ha finalmente una data di uscita. La
seconda stagione della
serie con protagonista Jeff Danies debutterà
giovedì 28 marzo. Ad annunciarlo è TVLine.
Dove vederla American Rust 2?
I fan ricorderanno che la
prima stagione della serie è stata trasmessa su Showtime,
che ha cancellato lo
spettacolo tre mesi dopo il suo finale. Nel
giugno 2022, Freevee di Amazon ha annunciato di
aver acquisito American
Rust per la seconda stagione.
La seconda stagione,
annunciata comeAmerican Rust: Broken
Justice, ora verrà trasmessa in streaming
su Prime
Video. Tutti i 10 episodi della seconda
serie usciranno il giorno della sua uscita. Lo streamer ha anche
rilasciato il trailer ufficiale della seconda serie, che ora puoi
guardare di seguito:
American Rust 2: la trama
La prossima stagione che si
intitola American Rust: Broken Justice è
ambientata ancora una volta a Buell, Penn., dove Del Harris di
Daniels e Grace Poe di Tierney “cercano di ricostruire le loro
vite dopo gli eventi strazianti della
prima stagione”, si legge nel logline ufficiale. L’azione
prende il via quando la città sperimenta una serie di “omicidi
apparentemente non correlati“, continua la sinossi,
“suggerendo una cospirazione molto più ampia che minaccia tutti
in questa piccola e unita città“.
Oltre a Tierney e Daniels, il
cast di ritorno include Mark Pellegrino, Rob Yang, Kyle
Beltran, Alex Neustaedter, Julia Mayorga e David
Alvarez. Le aggiunte alla stagione 2 includono Luna
Lauren Velez ( Dexter ), Nick Sandow
( Orange Is the New
Black ), Marc Menchaca
( Ozark ), Britian
Seibert ( A Murder at the End of the
World ), Amelia Workman
( FBI ), Christopher Denham
( Billions ), Leon Addison
Brown ( The Knick ) e
Sara Lindsey ( High
Desert ).
Ritornano tutti ma proprio tutti i
protagonisti storici di American Pia, che tornerà nelle nostre sale
con il suo quarto capitolo cinematografico American Reunion. Per
vedere il video.
Il cast del film comprende tutti i
vecchi i volti dei tre film: Tara Reid, Alyson Hannigan,
Sean William Scott, Mena Suvari, Shannon Elizabeth, John Cho,
Jason Biggs, Chris Klein, Jennifer Coolidge, Natasha Lyonne, Eugene
Levy, Eddie Kaye Thomas. L’uscita americana è prevista per il 6
Aprile 2012. In Italia si attende una data ufficiale.
American
Prince/American Boy: a Profile Of Steven Prince; è
questo il titolo completo del documentario evento della IV edizione
del Festival internazionale del film di Roma per la sezione L’altro
cinema – Extra diretta da Mario Sesti.
L’hanno ribattezzato il film
‘perduto’ di Martin Scorsese, un omaggio all’amico Steven
Prince che ebbe una piccola parte in “Taxi
Driver”. Tutto parte nel lontano 1978 quando
Scorsese gira un lungo documentario, “American Boy: A
profile of Steven Prince”, un’interminabile nottata
hippy in cui Steven racconta la sua vita di eccessi, sospesa tra
anfetamine, alcool, donne e loschi figuri.
Di lì il silenzio, durato oltre
trent’anni ed oggi l’opera nascosta del regista italo-americano,
che fece di Prince un’icona pop a cui anche
Tarantino si sarebbe ispirato in “Pulp
Fiction” (nella scena in cui una Uma Thurman in overdose si risveglia grazie ad
un’improvvisata iniezione di adrenalina), viene riportata
alla luce da Tommy Pallotta, che ne riprende il viso in primo piano
dopo tanti anni, ma che tutto sommato non sembra poi così cambiato,
esclusi i capelli bianchi e un po’ di rughe; al tempo nemmeno uno
stravagante come lui può sfuggire. Il nuovo documentario alterna
alle testimonianze di oggi alcune immagini di ieri dirette da un
Martin Scorsese ben vestito, dalla barba lunga
e i capelli gellati.
American
Prince/American Boy: a Profile Of Steven Prince è un
viaggio nella vita di Prince che a tratti sembra la copia spudorata
di una sceneggiatura, che ha nell’incredibile il suo forte e nella
“fottuta fortuna” del protagonista il surreale. Se non fosse
che non è una sceneggiatura e quella non è una vita inventata.
Seduto alla poltrona, bevendo un bicchiere di vino dopo l’altro il
protagonista affronta i meandri della mente rievocando il suo
passato sostenendo che la vita va presa al volo e che l’oggi è più
importante del domani. Il tutto con la stessa follia e la stessa
spensieratezza del Prince di Scorsese, come se in qualche modo il
trascorrere del tempo non lo abbia nemmeno sfiorato.
American Primeval di Netflix
si conclude con una nota agrodolce: i destini di Isaac e Sara si
chiudono in sei episodi. Diretta da Peter Berg e interpretata da
Taylor Kitsch e Betty Gilpin, la miniserie western si
svolge nella frontiera caotica e senza legge dello Utah del 1857,
descrivendo una dura e violenta lotta per la sopravvivenza mentre
coloni, cultisti e tribù indigene si scontrano in brutali battaglie
per il controllo delle terre appena rivendicate. Scritta e creata
da Mark L. Smith, American Primeval ha ottenuto critiche
dvisive, ma giudizi ampiamente positivi da parte degli
spettatori.
Secondo Tudum di Netflix,
nel
finale Isaac (Kitsch) si sacrifica per salvare Sara Rowell
(Gilpin). Sara, che ha iniziato la sua storia fuggendo da
Philadelphia dopo un violento scontro, emerge come una
sopravvissuta pronta a creare un nuovo percorso in California con
suo figlio, Devin Rowell (Preston Mota), e Two Moons (Shawnee
Pourier), una ragazza indigena in fuga. Berg e Kitsch hanno
rivelato i retroscena delle decisioni sulla morte di Isaac e sulla
trasformazione di Sara durante la produzione. Ecco i loro
commenti qui di seguito:
Kitsch: Isaac è
un uomo irrimediabilmente distrutto fin dall’inizio.È raro
incontrare persone i cui problemi e situazioni di vita sono così
tragici da far pensare che una morte nobile sia forse il miglior
risultato possibile.Isaac si trova in quella zona
d’ombra.Isacco è un uomo in lutto.Sara mostra a
Isacco che c’è ancora luce nel buio.Lei rappresenta la
speranza per lui, per quanto lui la combatta.
Berg: È
triste.È un aspetto del cinema poco considerato.Non
ho avuto problemi con la morte di Isaac, ma vedere Taylor morire e
rendersi conto che è un mio amico e che un mio amico morirà un
giorno, è una cosa che non si fa mai… Mi è capitato qualche volta
nella mia carriera di regista.L’ha presa bene, ma credo che
probabilmente fino a quando non abbiamo finito quel giorno ha
creduto che avremmo potuto cambiare idea – e forse pensa ancora che
non sia troppo tardi per tornare indietro e fare un veloce
reshooting.
[La Sara alla fine della storia
non avrebbe avuto bisogno della protezione dell’uomo che ha dovuto
uccidere all’inizio della storia.Questo, per me, è il cuore
di questa serie.Le sue capacità di sopravvivenza vengono
messe alla prova in modi che una grande città non metterebbe alla
prova.A New York si può comprare una Coca Cola.Se
vogliamo raccontare la storia della misoginia, dobbiamo essere
onesti su come era veramente.Era una persona che forse
credeva alla menzogna che il suo scopo più alto fosse quello di
sedersi in un salotto e aspettare il marito giusto, perché quella
era l’opzione prevista per lei.
In pratica era un ******.Ed è qui che entra in gioco Isaac.Non è in grado di
manipolare, costringere o fare a modo suo con Isaac come avrebbe
potuto fare con altri in passato.Queste sono le cose di cui
abbiamo parlato io e Betty.È quasi come se lui fosse
l’incarnazione fisica di qualcosa che Sara ha sentito dentro per
tutta la vita.Solo che non le è mai stato permesso di
incarnarlo.Ho pensato di tracciare una mappa dell’Isaac
interiore che viene fuori.Sara ha sempre saputo di essere
forte, ma ora ha aggiunto una capacità alla sua forza.Posso
sopravvivere.Sarò responsabile di mio figlio e di questa
ragazza.E troveremo una soluzione”.
Cosa significa per l’eredità di
American Primeval
La morte di Isaac è l’apice del
tema centrale di American Primeval, ovvero la ricerca
della redenzione in un mondo che non perdona. Fin dall’inizio della
stagione, Isaac viene ritratto come un uomo distrutto dalla perdita
della sua famiglia. Col tempo, il suo legame con Sara e Devin
simboleggia un barlume di speranza. Anche nella disperazione,
l’amore e il legame possono guidare chiunque verso uno scopo.
Salvando Sara e Devin dalla taglia di Sara, Isaac raggiunge
una morte nobile, chiudendo il suo arco narrativo in modo
toccante.
Inoltre, lo sviluppo di Sara
enfatizza l’evoluzione di una donna che si fa strada tra le
costrizioni delle norme e delle circostanze della società del 1857.
Dopo essersi affidata in passato a tattiche manipolatorie per
sopravvivere, il viaggio di Sara verso la frontiera la
riporta ai suoi istinti primordiali. Naturalmente,
l’influenza di Isaac la aiuta a trovare la forza al di là dei ruoli
tradizionali, consentendole di rimanere da sola e di trasferirsi in
California quando lui muore.
Inoltre, le scelte creative fatte
durante la produzione riflettono il rapporto di collaborazione tra
Pete Berg e Taylor Kitsch, che hanno lavorato insieme in Friday
Night Lights e da allora hanno mantenuto uno stretto rapporto.
La decisione dello sceneggiatore di far morire
Isaac nel finale di stagione indica la fluidità della
progressione della storiadi American
Primeval . Allo stesso modo, l’interpretazione di
Sara da parte della Gilpin ha richiesto un ampio sviluppo della
storia per poterne cogliere la trasformazione.
Lo chiamano il selvaggio West per
una buona ragione. La nuova serie limitata di Netflix è
American Primeval, uno sguardo sanguinoso e
violento sui tentativi dei mormoni di insediarsi e costruire una
casa nello Utah. Insieme ai mormoni ci sono quelli della tribù
Shoshone e una donna (Betty Gilpin) e suo figlio che cercano di
andare a ovest con una guida (Taylor
Kitsch). In mezzo a tutto questo c’è nientemeno che il
montanaro Jim Bridger.
Interpretato dal leggendario
caratterista Shea Whigham, Bridger è il tessuto
connettivo tra molti dei personaggi secondari di
Primeval. In quanto tale, è come un buon playmaker,
che prepara i personaggi della serie diretta da Peter Berg e
scritta da Mark L. Smith a incontrarsi e interagire tra loro. È una
versione leggermente meno minacciosa di Al Swearengen di
Deadwood, ma altrettanto divertente e
affascinante.
Tuttavia, Jim Bridger ha un’eredità
importante nel West americano. Se questa settimana vi accingete a
seguire American Primeval e volete saperne di più
su uno degli uomini di montagna originali d’America, vi aiutiamo
con questa pratica guida.
Qual è la storia di Jim Bridger
prima di American Primeval?
Ole’ Jimmy nacque a Richmond, in Virginia, nel marzo del
1804 prima di trasferirsi a St. Louis. Rimasto orfano a
13 anni, fece un apprendistato da fabbro, ma rinunciò a questo per
unirsi alla spedizione di William Henry Ashley per la cattura delle
pellicce lungo il fiume Missouri, che portò avanti per circa 20
anni.
Bridger ha avuto un ruolo importante nell’incidente di Hugh
Glass, come viene rappresentato in The
Revenant – che, guarda caso, è stato scritto
anche dallo sceneggiatore di
Primeval Mark L. Smith. Si narra che facesse parte
dell’equipaggio di Ashley quando il famoso orso attaccò Glass.
Bridger, che nella storia viene identificato come Bridges
(interpretato in The Revenant da
Will Poulter), rimase nei paraggi con John Fitzgerald,
aspettando che Glass morisse prima di prendere il fucile, il
coltello e l’attrezzatura e fuggire dalla scena. Dopo che Glass era
sopravvissuto, si mise alla ricerca di Fitzgerald e Bridger,
trovando quest’ultimo in un accampamento alla foce del fiume
Bighorn. Si dice che, data la giovane età di Briger, Glass lo
perdonò.
Da lì, Bridger fu uno dei primi non
indigeni a esplorare Yellowstone, spingendosi poi nella
zona del Grande Lago Salato prima di stabilirsi e sviluppare l’area
nota come Fort Bridger intorno al 1843. Bridger interagì anche con
il Donner Party, che passò per il forte prima di dirigersi
attraverso la famigerata Hastings Cutoff e rimanere intrappolato
nell’inverno della Sierra Nevada.
Gli eventi di American
Primeval corrispondono piuttosto bene alla vita reale. Nel
corso della serie, Bridger è effettivamente al comando del forte.
Nel 1853, i
Mormoni si presentarono con un mandato di arresto. Si
dice che sia sfuggito alla cattura, tornando in Oriente. Si dice
che i mormoni abbiano acquistato il forte per 8.000 dollari in
monete d’oro, vendendolo al compagno di montagna e commerciante
Luis Vázquez. Un atto notarile del libro dei registri di Salt Lake
City conferma che il forte fu effettivamente venduto alla Chiesa
LDS.
Jim Bridger dopo American
Primeval
Dopo aver lasciato Fort Bridger, il
montanaro servì come guida durante la guerra dello Utah
prima di diventare la guida principale della spedizione Raynold,
che esplorò e mappò tra il Territorio del Dakota e il fiume
Yellowstone. Il maltempo impedì alla spedizione
di raggiungere Yellowstone, ma esplorò l’area intorno a Jackson
Hole.
Inoltre, Bridger esplorò e coltivò
un’area che in seguito sarebbe stata conosciuta come Bridger Pass. Il percorso
alternativo contribuì ad accorciare l’Oregon Trail. Il passo
sarebbe poi diventato il percorso prescelto per una serie di
itinerari diversi, tra cui il Pony Express, la Union Pacific
Railground Overland Route e, infine, l’Interstate 80.
Da lì, Bridger servì come scout
per il colonnello Henry B. Carrington durante alcune
battaglie, prima di essere congedato nel 1868. A metà del 1870
divenne cieco e tornò nel Missouri. Qui la figlia Virginia si prese
cura di lui fino alla sua morte, avvenuta il 17 luglio 1881,
all’età di 77 anni.
American Primeval è una storia
vera? La ricerca dietro lo show di frontiera
Matt Kennedy/Netflix
Cultura, religione e comunità si
scontrano nella serie limitata American Primeval,
una drammatizzazione straziante dello scontro mortale tra nativi,
pionieri, soldati mormoni e governo degli Stati Uniti nel 1857.
Diretta dal regista e produttore
esecutivo Pete Berg, dallo scrittore e produttore esecutivo Mark L.
Smith e dal produttore esecutivo Eric Newman, la serie – ora in
streaming su Netflix – è interpretata da Taylor Kitsch,
Betty Gilpin, Kim Coates, Shea Whigham, Saura Lightfoot-Leon e
Shawnee Pourier.
Peter Berg ha
trovato l’ispirazione per American Primeval nel 2020 dopo
essersi imbattuto in una storia sulla guerra dello Utah. “Ho
letto un articolo su una cosa chiamata Massacro di Mountain
Meadows”, ha raccontato Berg a Netflix. “[Era] qualcosa
che mi interessava e ho iniziato a fare molte ricerche in
merito”.
Il produttore esecutivo ha
contattato lo sceneggiatore di The Revenant, Smith, per dare
corpo alla sua idea di uno show autentico e grintoso ambientato
nella frontiera americana. A sua insaputa, le basi dello show erano
già state gettate. Mentre lavorava al film del 2015 con Leonardo
DiCaprio, Smith ha letto tutto sul pioniere Jim Bridger (che appare
come un ragazzino in The Revenant) e ha scritto un pilot
sulla figura storica nel 2016.
“Ho imparato molto sul suo
personaggio”, ha detto Smith a Netflix. “Sapevo di volerlo
esplorare di più e questo me ne ha dato l’opportunità”.
Smith ha ambientato la storia di
American Primeval a Fort Bridger con il famoso montanaro 50
anni dopo gli eventi di The Revenant e il resto è, beh,
storia. Ma quanto è vero American Primeval? Scopriamo di
seguito i fatti reali della serie.
Quali personaggi di American
Primeval sono basati su persone reali?
Jim Bridger (Shea
Whigham)
Il pioniere realmente esistito si è
trovato in mezzo a fazioni in guerra, tra cui i nativi, i mormoni e
il governo degli Stati Uniti, dopo aver costruito Fort Bridger in
una piccola città ai margini della civiltà.
Brigham Young (Kim
Coates)
Young era l’allora leader della
Chiesa mormone con un proprio esercito, la Legione di Nauvoo. “Per
questo tipo di storia, era molto importante rimanere autentici”, ha
dichiarato il produttore esecutivo Smith. “Anche per tutti i
sermoni e i discorsi di Brigham Young, molti dei suoi dialoghi li
ho presi direttamente dal testo – sermoni reali che aveva tenuto –
e ho usato le sue esatte parole”.
Wild Bill Hickman (Alex
Breaux)
Hickman era un noto uomo di legge e
un membro della Legione di Nauvoo.
Uccello d’inverno (Irene
Bedard)
Sebbene il capo tribù Shoshone sia
un personaggio di fantasia nello show, è basato su un capo reale
che “si dice fosse lesbica [e avesse] più mogli”, dice Berg.
James Wolsey (Joe
Tippett)
Wolsey è ispirato a un uomo che “fu
realmente giustiziato per il suo ruolo nel Massacro di Meadows”,
rivela Newman. “C’è sempre un’aria di ispirazione [e] di
autenticità in ogni personaggio. Non c’è nessuno nello spettacolo
che sembri una costruzione che non avrebbe fatto parte della storia
reale”.
Perché c’è un conflitto tra i
mormoni, i militari e le tribù native in American
Primeval?
Berg ha notato che in American
Primeval non ci sono eroi o cattivi, ma solo persone che
cercano di sopravvivere.
“Brigham Young e i mormoni sentono
che l’esercito sta per attaccarli in qualsiasi momento, quindi
hanno creato un proprio esercito chiamato Legione di Nauvoo”, ha
spiegato. “L’esercito americano si preoccupa di far uscire i
mormoni dal territorio dello Utah, quindi sono preoccupati di
morire combattendo contro i mormoni. Le tribù Shoshone e Paiute
sono state estromesse dalle loro terre da entrambe le parti, quindi
si sentono pronte a morire. I minatori e i trapper di Fort Bridger
vedono le loro vite estinguersi a causa di compagnie di trapper più
grandi che arrivano e li spremono. Tutti sono in ansia fin
dall’inizio e tutti lottano davvero per rimanere in vita”.
Il Massacro di Mountain Meadows
è basato su un evento vero?
Nel primo episodio della serie,
Sara (Betty Gilpin) e suo figlio Devin (Preston Mota) corrono alla
ricerca di un riparo mentre le frecce sfrecciano nell’aria e i
corpi cadono intorno a loro. La scena, che raffigura dei soldati
mormoni vestiti da nativi che attaccano un gruppo di pionieri
diretti a ovest, è ispirata a eventi reali.
“L’abbiamo scelta perché c’era
un’intersezione tra alcune diverse nazioni native, il governo degli
Stati Uniti, i mormoni e i cittadini americani che sentivano di
avere il diritto di muoversi in questa zona”, ha spiegato Newman.
“Il massacro di Mountain Meadows è avvenuto… ed è diventato, per i
nostri scopi narrativi, un incidente che ha scatenato il conflitto
per il nostro cast di personaggi”.
Smith ha aggiunto che il loro
obiettivo era quello di rappresentare una narrazione equilibrata
della storia. “È stato guidato dalla Legione di Nauvoo, ma dobbiamo
capire che l’hanno percepito come una minaccia”, ha detto. “Stavano
entrando per difendere il loro mondo. È solo un altro passo – un
passo molto violento – nelle lunghezze a cui si sono spinti”.
La sequenza del Massacro di
Mountain Meadows è stata un’impresa enorme, che ha richiesto circa
quattro mesi di pianificazione e la presenza di circa 280 attori
che hanno colpito tutti insieme.
“È molto violento, molto caotico”,
ha osservato Berg. “Abbiamo progettato un’unica grande ripresa che
dura circa sei o sette minuti. L’attacco si svolge in tempo reale e
noi restiamo con Sara e Devin che cercano di sopravvivere. Questa
era la strategia: Presentiamo visivamente questo evento attraverso
gli occhi di questa donna. C’è stato un grande lavoro di blocco, di
coreografia dell’azione, e poi di capire come e dove si muove la
macchina da presa in una serie di cinque o sei inquadrature che
dovevano essere montate insieme”.
Sì. Negli anni Cinquanta
dell’Ottocento, il vero Fort Bridger era un punto di scambio per
chi migrava verso Ovest.
“Era usato da tutti i pionieri [e]
dai Mormoni. Era un punto di sosta”, ha detto Smith. “Quando il
presidente Buchanan decise di voler controllare Brigham Young e ciò
che stava crescendo nello Utah, vi dislocò l’esercito. Fort Bridger
era il punto di raccolta per tutti”.
È stato necessario uno sforzo di
collaborazione per costruire il set di Fort Bridger nel Nuovo
Messico, dove è stato girato American Primeval. “Ci sono
centinaia di alberi massicci di 80 piedi che sono stati usati per
costruire le mura intorno a Fort Bridger”, ha raccontato Berg.
“Negli anni ’50 dell’Ottocento non c’erano attrezzi elettrici,
quindi dovevano essere tagliati a mano con le asce, e i costruttori
erano lì fuori ogni giorno a costruire il set con attrezzi
manuali”.
Il set è stato costruito in scala
maggiore rispetto al vero Fort Bridger, ha detto Smith, perché
“volevamo che ci fosse molta vita lì. È diventato come un piccolo
villaggio. C’erano negozi, un dentista e un medico, bagni e cose
che si rifacevano a quel periodo. Fort Bridger ha assunto una vita
propria”.
Perché Jim Bridger ha venduto
Fort Bridger?
Nell’episodio 6, Jim Bridger vende
il suo forte a Brigham Young e scompare nella natura selvaggia
mentre il forte brucia. Anche questo episodio si basa su eventi
reali.
“Fort Bridger era percepito come
un’incredibile risorsa dall’esercito americano e dalla chiesa
mormone in termini di capacità di difesa reciproca”, racconta Berg
a Tudum. “Bridger lo sapeva e ha resistito il più a lungo
possibile. [Accettò il miglior affare possibile e partì per un
ultimo capitolo della sua vita”.
Smith spiegò che Brigham Young
acquistò il forte per “prenderne il controllo personalmente. Non
per profitto, necessariamente, ma per sbarazzarsene in modo che
[l’esercito americano] non fosse in grado di usarlo”. A quel punto,
per Brigham Young, era una difesa dal mondo esterno”.
Allora, i registi hanno
effettivamente bruciato il set di Fort Bridger? “Ne abbiamo
bruciato circa la metà”, racconta Berg. “Era basato su un evento
vero”.
Quali ricerche sono state
condotte per la realizzazione di American Primeval?
Per dare un’impronta di autenticità
alla serie, i creativi di American Primevalsi sono rivolti a
esperti in tutti gli aspetti della produzione. “Avevamo consulenti
militari, consulenti mormoni, consulenti trapper, ed erano tutti
sul set”, ha spiegato Berg. “Sono andato con Dudley Gardner, il
curatore del museo Bridger, a Fort Bridger nel Wyoming per cinque
giorni per approfondire la conoscenza della vita in quel forte”. Il
PE ha poi visitato il luogo del massacro con Richard E. Turley Jr.
coautore di Vengeance Is Mine:The Mountain Meadows
Massacre and Its Aftermath, per saperne di più.
Berg si è anche rivolto a
consulenti della Tribù Shoshone e della Tribù Paiute, gestiti dalla
consulente culturale indigena e consulente del progetto Julie O’Keefe.
“Il mio compito nello show era
quello di gestire team organizzati di esperti culturali delle tribù
coinvolte”, ha dichiarato O’Keefe a Netflix. “Gli artigiani, i
parlanti di lingue tradizionali di ogni tribù e gli esperti
culturali sono stati ingaggiati per creare e consigliare ogni
reparto. Ho anche fatto ricerche e usato la mia rete per creare
accampamenti autentici per gli Shoshone, i Paiute meridionali e gli
Ute con [la scenografa] Renée Read per le scenografie, e ho
lavorato con [la costumista] Virginia Johnson per aiutare a
produrre abiti tradizionali specifici per l’epoca per i personaggi
principali e quelli di sfondo”.
Inoltre, ha “reperito materiali
come pelle di bufalo, pelle di alce, pelle di daino, perline, tela
larga e coperte, seguendo le foto e le ricerche fatte da Virginia e
dagli altri team del dipartimento”.
Aggiunge Newman: “Tutto è stato
orientato all’autenticità. Ogni reparto ha fatto un’enorme quantità
di ricerche. Abbiamo dovuto realizzare tutti gli oggetti che vedete
sullo schermo. Tutti questi elementi dovevano essere costruiti. È
un lavoro che richiede molto tempo, ma è essenziale, perché se
qualcuno si presenta con un capo d’abbigliamento o un’arma che non
esisteva nel 1857, hai già perso”.
L’arco narrativo di Abish
(Lightfoot-Leon) è stato ispirato da testimonianze storiche di
donne rapite dai nativi nell’attuale Utah. “Volevamo esplorare
l’idea di questa giovane donna mormone che viene spinta in una vita
e in un matrimonio che non aveva richiesto e che, per destino,
finisce in un mondo molto diverso e non si assimila mai del tutto”,
spiega Berg.
Cosa dovrebbero trarre gli
spettatori da questa storia?
“Penso che il trionfo umano, il
rafforzamento del bene di cui le persone sono capaci, sia molto
importante per me come per Pete”, dice Newman. “L’altra parte di
ciò che conta per me è l’importanza di uno sguardo anti-nostalgico
e veritiero sulla nostra storia. Sono stato un grande fan di
APeople’s History of the United States di Howard
Zinn, perché è stata la prima volta che mi sono confrontato con
quella che ritenevo essere la verità. Che questi occhiali rosa con
cui vediamo il passato, dal primo Ringraziamento in poi, sono una
bugia. È una menzogna che serve a farci sentire bene su questo
percorso davvero aspro e brutale che abbiamo intrapreso”.
E aggiunge: “Penso che ci rendiamo
un cattivo servizio guardandolo in questo modo, perché ci impedisce
di vederlo [accadere] di nuovo”.
L’epica serie western di NetflixAmerican Primeval si conclude con una sorprendente
deviazione che porta Sara, Devin e Two Moons sulla rotta della
Golden Coast. American Primeval è
una nuova grande serie western in streaming, rilasciata su Netflix il 9 gennaio 2025. La serie si svolge alla
frontiera dell’Ovest americano nel 1857, in particolare nel
territorio selvaggio dello Utah. Il cupo, violento, caotico e
spietato American Primeval mostra i primi coloni
americani, i cultisti e le tribù indigene come assassini e
sopravvissuti, impegnati in una serie di macabre lotte per il
controllo del territorio appena scoperto.
American Primeval
è stato scritto da Mark L. Smith, che ha co-scritto la
sceneggiatura di The
Revenant con Alejandro G. Iñárritu. In effetti, ci sono
molte somiglianze stilistiche tra The Revenant e American
Primeval, sia a livello narrativo che visivo. Peter Berg
(Friday Night Lights, Lone Survivor) dirige tutti
e sei gli episodi di American Primeval.
Taylor Kitsch guida un
cast corale che comprende Betty Gilpin,
Dane DeHaan, Saura Lightfoot-Leon, Shea Whigham, Lucas Neff e
Kim Coates. Alla fine di American Primeval, Isaac
Reed, interpretato da Kitsch, porta a termine la sua missione di
morire valorosamente per ricongiungersi con la sua famiglia defunta
nell’aldilà.
Perché Sara, Devin e Two Moons
decidono di andare in California, non a Crooks Springs
Fin dall’inizio di American
Primeval, Sara desidera portare Devin a Crooks
Springs per ricongiungerlo con suo padre. Lungo la strada,
i due vengono raggiunti da un fuggiasco Shoshone di nome Two Moons
e cercano l’aiuto di Isaac Reed, che li protegge per tutta la
serie. A sorpresa, Sara cambia idea alla fine della serie e si
dirige invece in California.
Sara aveva pianificato di lasciare
Devin con suo padre, sapendo che sarebbe stata inseguita senza
tregua a causa della sua alta taglia. Sogna l’idea che Isaac possa
andare in California con loro, ma lui rifiuta. Dopo la sua morte,
Sara sceglie di iniziare una nuova vita in California e di non
abbandonare Devin con suo padre.
Perché Isaac Reed è dovuto morire
nel finale di American Primeval
Isaac non aveva più nulla per cui
vivere dopo che la sua famiglia era stata uccisa dai ladri. Il
dolore della perdita lo aveva lasciato privo di motivazioni per
crearsi una nuova famiglia. Isaac rifiuta l’invito di Sara a
recarsi in California, ma salva ancora una volta
lei, Devin e Two Moons quando vengono attaccati dal vendicativo
fratello di Virgil. Isaac lo uccide, ma viene colpito da diversi
proiettili al busto, che ne causano la morte.
La vita di Isaac era ridotta a una
brutale sopravvivenza, senza alcuna possibilità di redenzione
personale. Salvando Sara e i bambini, ha trovato un modo per morire
con onore, sacrificandosi per una causa al di fuori di sé stesso.
Questo atto finale è stato l’unico modo in cui ha potuto dare un
senso alla sua vita tormentata.
Non sorprende che, dopo tutto ciò che Isaac aveva fatto per
Sara, lei avesse iniziato a sviluppare un’attrazione emotiva e
romantica nei suoi confronti. Se Isaac non fosse stato così
devastato dal dolore, forse avrebbe voluto unirsi a lei e Devin in
California, trovando un nuovo scopo come loro protettore.
Durante la serie, Isaac assume
persino un ruolo paterno nei confronti di Devin, specialmente
quando lo aiuta brutalmente a riparare la gamba rotta. Dopo aver
visto tutto ciò che Isaac aveva fatto per loro, Sara probabilmente
non riusciva a immaginare di lasciare Devin con il suo vero
padre.
Brigham Young ottiene ciò che
vuole da Jim Bridger
Brigham Young riesce finalmente a
ottenere ciò che vuole da Jim Bridger, offrendogli una cifra
sbalorditiva che l’uomo non può rifiutare. Young rivela che il suo
obiettivo non è utilizzare il forte, ma distruggerlo completamente.
Questo piano è concepito per limitare il traffico di forestieri
nella zona, in particolare i viaggiatori provenienti da est.
Senza Fort
Bridger, i viaggiatori diretti a Salt Lake
City dal Wyoming sarebbero stati costretti a entrare in
contatto con Young e i suoi seguaci mormoni, che avrebbero cercato
di convertirli alla loro Chiesa. Inoltre, la distruzione del forte
rendeva più difficile per il governo federale inviare truppe nello
Utah, ostacolando i tentativi di contrastare la visione
dell’America proposta da Young.
Brigham Young e la guerra dello
Utah dopo American Primeval
Dopo gli eventi di American
Primeval, il presidente James Buchanan inviò truppe nel
Territorio dello Utah, alimentando l’inquietudine di Young e della
sua Chiesa dei Santi degli Ultimi Giorni. Per difendersi, i mormoni
adottarono tattiche drastiche, impedendo alle truppe americane di
rifornirsi di provviste e bloccandone l’accesso a Salt Lake
City.
La tensione portò a tragici eventi,
tra cui l’uccisione di coloni disarmati da parte della milizia
mormone, che in seguito accusò alcune vittime di essere spie
inviate dal governo. Si stima che circa 150 persone persero la vita
durante la Guerra dello Utah, un conflitto che si
concluse con un perdono presidenziale concesso ai Santi degli
Ultimi Giorni e la sostituzione di Brigham Young con Alfred Cumming
come governatore dello Utah.
American Primeval
è una serie intensa e brutale, ma con un finale relativamente
positivo. Sebbene Sara non sembri meritare il suo lieto fine, a
causa degli errori che hanno quasi causato la morte di Isaac e di
suo figlio, si dirige verso una vita promettente in
California.
Isaac, con tutti i suoi eroismi,
rimane una figura tragica, il cui sacrificio non migliora la sua
condizione personale, ma lo consacra come martire della serie. La
storia di Abish e Pratt termina con la morte di entrambi e con la
perdita della loro fede nella Chiesa mormone.
Jim Bridger, dal canto suo,
dimostra che ogni uomo ha un prezzo, mentre il tradimento del
tenente Pepper rappresenta un esempio lampante della mentalità
primitiva e spietata che domina in American
Primeval.
Ci sarà una seconda stagione di
American Primeval?
Al momento non ci sono conferme su
una seconda stagione di American Primeval.
Considerando che si tratta di una serie limitata e che molti dei
personaggi principali muoiono nel finale, è altamente improbabile
che ci sia un seguito. Se una seconda stagione fosse in
lavorazione, probabilmente si concentrerebbe maggiormente sulla già
citata Guerra dello Utah e sugli ultimi giorni di
Brigham Young come governatore dello Utah.
Inoltre, Sara, Devin e Two Moons
potrebbero ricominciare una nuova vita in
California, affrontando nuovi pericoli se
American Primeval dovesse proseguire.
American
Primeval di Netflix è stato finalmente rilasciato, ed ecco tutti
i luoghi delle riprese che sono stati rivelati finora. La nuova
miniserie drammatica western di Netflix racconta
la storia di una donna e di suo figlio che tentano di attraversare
la frontiera, con gran parte dello show che si svolge nel
Territorio dello Utah nel 1857. A causa di questa ambientazione,
American Primeval utilizza molte ambientazioni selvagge e
forti, quindi ecco quali sono i luoghi del mondo reale presenti
nella serie.
American Primeval è una serie western cupa e grintosa
del regista Peter Berg e dello scrittore di The Revenant Mark L. Smith, che
presenta molti dei tipi di location che sono diventati associati al
genere. Treni di carri, eserciti mormoni, accampamenti di indigeni
e animali selvatici costituiscono il mondo di American
Primeval, con un design di produzione che rende perfettamente
l’ambientazione del Vecchio West. Tuttavia, gran parte
dell’atmosfera della serie è dovuta alla natura selvaggia in cui è
girata, che evidenzia i pericoli della frontiera.
Studi Netflix, Albuquerque,
Nuovo Messico
Uno dei luoghi principali in cui è
stato girato American Primeval è il Netflix Albuquerque
Studios. Lo studio cinematografico, che si trova nel quartiere Mesa
del Sol di Albuquerque, era originariamente chiamato ABQ Studios ed
era stato utilizzato per spettacoli come Breaking Bad.
Tuttavia, nel 2018 Netflix ha acquisito lo studio, che dispone di
dodici palchi sonori, uffici, un backlot e altro ancora. Oltre ad
American Primeval, altri progetti girati nello studio
includono The Avengers, The Lone Ranger, Independence Day:Resurgance, Logan, Stranger Things, Trigger
Warning e altri ancora.
Sebbene non sia ancora stato
rivelato quali scene specifiche di American Primeval siano
state girate presso i Netflix Albuquerque Studios, è logico
che gran parte della miniserie di Netflix sia stata girata nella
proprietà di Netflix. È probabile che le poche scene in
interni di American Primeval siano state girate sui
palcoscenici, mentre le altre scene in esterni hanno utilizzato lo
studio e le aree circostanti.
Bonanza Creek Ranch, Santa Fe,
Nuovo Messico, USA
Il Bonanza Creek Movie Ranch è un
luogo iconico che è stato utilizzato in tutti i tipi di film
western, eAmerican
Primevalè l’ultimo progetto che si aggiunge
alla lista. Sebbene l’area sia nata come città mineraria
nel 1880, è stata trasformata in un ranch cinematografico tra la
fine degli anni ’40 e l’inizio degli anni ’50, con una
ricostruzione meticolosa di una città del vecchio West.
Film western classici come Silverado, Un milione
di modi per morire nel West, Django Unchained,
Rust e altri hanno utilizzato questa location.
Molti degli edifici e delle aree
cittadine che si vedono in American Primeval provengono
dal Bonanza Creek Movie Ranch, anche se non se ne conoscono i nomi
specifici. Tuttavia, è logico che American Primeval utilizzi questa
iconica location western per dare corpo al suo mondo.
Ecco il trailer internazionale di
American Pie: Reunion. Tutto il cast è stato chiamato a raccolta
per questa rimpatriata che coinvolgerà quelli che erano adolescenti
quando la serie è iniziata
In American Pie: Ancora
Insieme A otto anni dal matrimonio, Jim e Michelle sono
due genitori ancora giovani ma un po’ “spenti”. Ognuno dei due
cerca il piacere in “solitaria” e non si accorgono che si stanno
allontanando. Di cosa parliamo? Sembra la premessa per un dramma
familiare o di coppia e invece si tratta dell’attesissimo quarto
episodio della straordinaria e licenziosa serie di American Pie,
inaugurata nel 1999 con il famosissimo film sugli adolescenti il
sesso e le prime volte.
Nel 2003 avevamo lasciato i nostri
due protagonisti al loro matrimonio, giovani belli e desiderosi
l’uno dell’altra; ora le cose sono cambiate, c’è di mezzo un figlio
e la riunione della classe 1999 rischia di far saltare gli schemi e
di far venire a galla tutti i problemi. Ma Jim non vede l’ora di
tornare a gozzovigliare con Oz, Finch e Kevin, oltre
all’immancabile Stifler che anche non invitato si intrufola ovunque
portando con sé caos e scompiglio. American Pie: Ancora
insieme è una grande operazione nostalgica, una commedia
ridanciana e sboccata e per questo estremamente divertente.
Gli adolescenti che sono cresciuti
con i primi tre film, che li hanno visti otto anni fa con timore e
imbarazzo, guarderanno ora questo nuovo film sicuramente in modo
più smaliziato ma con tanta nostalgia, quasi a dire: “Guardate i
nostri ragazzi, come sono cresciuti!”. Ma non solo nostalgia poiché
dove la trama ha una solida struttura classica, la sceneggiatura e
i dialoghi si muovono con agilità sulle bocche dei personaggi che
continuano a divertirci e a sorprenderci. Merito di Jon Hurwitz e
Hayden Schlossberg, che insieme a Adam Herz, ideatore dei
personaggi stessi, hanno dato vita ad un film che forse fatica un
po’ ad ingranare la giusta marcia e che pur basandosi su stereotipi
un po’ triti riesce con grande agilità a superare la prova degli
anni, regalando ad ogni personaggio la sua cura, ad ogni situazione
il suo spazio e ad ogni battuta la sua grassa risata.
In American Pie: Ancora
Insieme tornano in formazione d’assalto tutti i
protagonisti: oltre ai magnifici cinque
Jason Biggs, Chris Klein, Thomas Ian Nicholas, Seann William
Scott e Eddie Kaye Thomas e alla rossa
Alyson Hannigan, arrivano anche Tara Reid e
Mena Suvari nei ruoli rispettivamente di Vicky e
Heater, tutti i gran forma. Ma grande spazio hanno in questa
riunione anche i genitori dei (furono) ragazzi: il padre di Jim e
la mamma di Stifler, già protagonisti a vario titolo dei film
precedenti, tornano qui con i loro problemi legati alla solitudine
e all’età che avanza regalandoci alcune delle scene più divertenti
del film. Su tutti Eugene Levy, unico attore presente anche in
tutti i film successivi ad American Pie Il Matrimonio e destinati
solo all’Home Video, si dimostra ancora una volta divertente,
teneramente impacciato e straordinariamente autoironico.
Un film veramente riuscito, che
raccoglierà nuovi fan ma che darà soddisfazione a tutti quelli che
hanno amato la prima trilogia. Nel finale si lascia aperta la porta
al futuro: che ci sia in programma una riunione all’anno?
Arriva anche la
versione italiana del teaser trailer di American pie: ancora
insieme. American Pie – Ancora insieme (American Reunion) è un
film del 2012 scritto e diretto da Jon Hurwitz e Hayden
Schlossberg, basato sui personaggi creati da Paul Weitz, Chris
Weitz e Adam Herz. L’uscita del film nelle sale cinematografiche è
prevista per il 6 aprile 2012 in tutto il mondo. Il film riporta
sul grande schermo i protagonisti dei primi tre film della
fortunata saga di American Pie, iniziata con il film American Pie
del 1999, diretto da Paul Weitz e Chris Weitz e scritto da Adam
Herz. Il film prosegue la storia a partire dal terzo capitolo,
American Pie – Il matrimonio (2003), presentando la vita coniugale
di Jim e Michelle Levenstein, con tanto di prole al seguito, ed è
inoltre il primo film dopo ben nove anni a presentare il cast
completo della trilogia originale, alla quale sono seguiti quattro
seguiti usciti direttamente in DVD e con il solo Eugene Levy
presente in tutti i film.