Una donna guarda
passare il tempo accanto alle valigie del suo ex amante (ci si
aspetta che l’uomo ritorni a prenderle, invece non
arriverà mai) e a un cane irrequieto che non capisce di essere
stato abbandonato dal padrone. Due esseri viventi affrontano
l’abbandono. Nei tre giorni di attesa, la donna esce in strada solo
una volta, per acquistare un’ascia e una latta di benzina, e passa
da uno stato d’animo all’altro: dall’impotenza alla disperazione e
alla perdita di controllo. Si trucca, indossa vestiti eleganti come
se dovesse andare a una festa, medita di buttarsi dal balcone,
finché il suo ex amante non le telefona. Lei però ha
perso conoscenza, ha preso un mix di tredici pillole e non
può rispondere. Il cane le lecca il viso fino a quando la
donna si risveglia. Dopo una doccia fredda, tornata in
sé grazie a un caffè nero come i suoi pensieri, il
telefono squilla di nuovo e questa volta riesce a rispondere.
L’unica voce però è la sua: quella dell’uomo non si sente
mai. All’inizio la donna finge di essere calma e di comportarsi in
modo normale, ma è sempre sul punto di esplodere contro
l’ipocrisia e la meschinità dell’altro. The Human
Voiceè una lezione morale sul desiderio, anche se la
protagonista si trova proprio sull’orlo dell’abisso. Il rischio
è una parte fondamentale dell’avventura di vivere e di amare.
Il dolore è molto presente nel monologo; come ho detto
all’inizio, il film descrive lo smarrimento e l’angoscia di due
esseri viventi tormentati per la mancanza del loro padrone.
Guido (Roberto
Farnesi), architetto di successo, con un matrimonio alle
spalle, deve fare un favore alla ex-moglie (Giorgia
Wurth), badando alla figlia di 6 anni (Ilaria
Patanè, prima volta sullo schermo) che non vede mai, per
una notte intera. Ma la figlia sparisce, pur restando in casa col
padre, insieme ad un cacciavite, come talvolta accade con quegli
oggetti d’uso comune che scompaiono proprio da sotto il naso. C’è
anche il narratore (Michelangelo Pulci) che
fornisce le 7 regole d’oro su “cosa fare nel caso si smarriscano
degli oggetti (o persone)”. Non c’è spazio per la polizia, ma solo
per un particolare ufficio di oggetti smarriti.
Fantasy? Eccessivo. Commedia
surreale? Sì, come se ne producono poche nel nostro paese (o forse
come ce ne sono molte in cantiere, che non trovano però un canale
distributivo accettabile). Oggetti
Smarriti, diretto da Giorgio
Molteni, è una favola che sulla linea dell’oggetto comune
apparentemente introvabile, costruisce qualcosa di più grande, dove
lo “smarrito” non è tanto il mero oggetto in sé che spesso
sarà poi “dove dovrebbe essere”, ma la persona che lo sta cercando.
Per farlo, non passa attraverso banalità ordinarie, ma crea ed
entra in una realtà seconda, sospesa, da dove è possibile tornare
indietro. Con un piccolo aiuto.
Il film è diviso in due
blocchi: il primo ha il sapore della commedia più standardizzata,
con la battuta modellata sulla cadenza toscana, anche se più lenta
e meno grintosa rispetto ai canoni di genere. La seconda parte
acquista quel tocco di magia, che dalla prosa arriva alla poesia,
alla coscienza, all’onirico, tra offuscamenti registici e mentali.
Il passaggio da una parte all’altra, pur cominciando con la
sparizione della figlia, è sancito dall’entrata di Sonia
(Chiara Gensini), vicina di casa di Guido, mandata
dall’ufficio oggetti smarriti, che ha il compito di fargli
raddrizzare la testa. Solo che prima gliela fa perdere.
Guido si scontra anche con il
passato, in un gioco di flash-back dove ricorda il padre, la madre
e oggetti smarriti della sua infanzia. Il surreale narratore, di
cui vediamo le fattezze fisiche, spezza la narrazione, la
alleggerisce, conversa con lo spettatore quasi fosse, pur avendo
ben presenti i fatti e probabilmente la loro conclusione, parte del
pubblico e si godesse la storia insieme a lui.
Farnesi è bravo a fungere prima da
“toscanaccio” con la battuta facile, superficiale, latin lover
dalla macchina sportiva e dalla donna giovane e bella, poi a
trasformarsi nel delirante e disperato padre di una bambina che non
si trova, che arriva alla pazzia, prima di recuperare la
ragione.
Oggetti
Smarriti è un film indipendente dove il regista
Molteni ha fatto un buon lavoro, offrendo un prodotto che lascia
qualcosa senza appesantire, rinunciando agli stereotipi della
commedia italiana del nuovo millennio, operazione possibile proprio
grazie a tale “indipendenza”.
L’unione di una parziale
sperimentazione, più contenutistica che tecnico/registica, con la
figura ben nota (televisivamente) di Farnesi, potrà farlo restare a
galla nelle sale. Esce l’11 Luglio 2013.
“Nei film, ogni dettaglio, non
importa quanti piccolo, è realizzato per raccontare qualcosa”.
Seguendo questa massima Dan Lanigan, collezionista
di manufatti dai set cinematografici più famosi della storia e
malato di cinema, ha ideato la serie Oggetti di Scena
–Prop Culture.
Disponibile dall’1 maggio su
Disney+, la serie, in otto
puntate, porta lo spettatore, guidato da Lanigan, alla ricerca di
oggetti che manufatti che hanno caratterizzato la storia dei film.
Ogni puntata è dedicata ad un film particolare della storia della
Disney e ogni puntata ci porta dentro un mondo in cui a venire
trovati, scoperti e valorizzati non solo solo gli oggetti in sé (i
props, appunto), ma anche i loro artefici, maghe e stregoni
dell’artigianato cinematografico che hanno dato forma ai sogni e
alle immagini che popolano la nostra vita.
Il primo episodio è dedicato a
Mary Poppins. Con Lanigan si va quindi alla
ricerca dell’ombrello della protagonista, introvabile, della borsa
di tappeto, che mostra i segni del tempo pur ma conservata come una
reliquia preziosa, dei cavallini di legno della giostra, dei
costumi. Il valore aggiunto di questa ricerca, però, è quello di
ricongiungere i creatori con le loro creature. E così il costumista
del film, Tony Walton, riabbraccia cappotto,
sciarpa e cappellino della prima entrata in scena di Mary; la
coreografa Dee Dee Wood si commuove a rivedere uno
degli scopettoni da spazzacamino coprotagonisti della celebre
sequenza musicale sui tetti; Karen Dotrice,
interprete di Jane, vede riunito il suo cappottino giallo alla
paglietta, che non porta più il nastro di velluto bordeaux.
Oggetti di scena – Prop Culutre dal
1° maggio su Disney+
La ricerca di Lanigan è quindi un
viaggio nei ricordi e nella magia di questi film, che qualche
volta, sono dolci e collettivi, qualche altra volta sono amari,
come nel caso di Tron, film a cui è
dedicato il secondo episodio, e in cui si respira tutto il
rammarico del filmaker per un progetto che si è rivelato uno dei
pochi flop della Casa di Topolino, ma che allo stesso tempo ha
scritto una pagina importante della storia della tecnica
cinematografica.
Come ogni prodotto documentaristico
targato Disney, è naturale il tono agiografico del prodotto che
però riesce senza dubbio a coinvolgere gli spettatori più curiosi,
per non parlare degli appassionati di cinema e di collezionismo,
che vivranno con grande apprensione ed emozione ogni scoperta di
Dan Lanigan.
Disponibile dall’1 maggio in 8
puntate, Oggetti di Scena – Prop Culture
ci offre una prospettiva privilegiata nel mondo dei manufatti di
scena, raccontandoci anche un tipo di lavoro che con l’avvento del
digitale è diventato sempre più raro e ricercato.
Officine UBU
annuncia che Effacer
l’historiquedi Benoît Delépine e
Gustave Kervern è stato premiato con l’Orso d’Argento – 70a
Berlinale assegnato dalla giuria internazionale del Festival di
Berlino 2020.
Effacer l’historique
(Delete History), prossimamente al cinema con
Officine UBU, è stato presentato in Concorso al Festival di Berlino
ed è diretto dai registi di culto Benoît Delépine e Gustave Kervern
(registi di Louis Michel e Mammuth). Una commedia
irriverente sull’impatto delle nuove tecnologie e dei social media
che ha conquistato il pubblico e la critica del Festival.
I protagonisti di Effacer
l’historique sono tre vicini di casa in un sobborgo
francese che vengono travolti dalle conseguenze di alcune loro
azioni online. Marie ha paura di perdere il rispetto di suo figlio
a causa di un sex tape finito in rete, Bertrand si invaghisce della
voce di una centralinista e cerca di proteggere la figlia dal
cyberbullismo e Christine, che ha perso il marito a causa della sua
dipendenza dalle serie tv, è disposta a tutto per far aumentare la
sua valutazione come autista di Uber. I tre si ritroveranno, loro
malgrado, a combattere una battaglia contro i giganti della
tecnologia. Una battaglia ben al di fuori della loro portata…
forse.
Nei panni dei tre protagonisti
troviamo Blanche Gardin, Denis Podalydès e Corinne Masiero,
affiancati da cammei d’eccezione di Vincent Lacoste, Benoît
Poelvoorde, Denis O’Hare e Michel Houellebecq.
Effacer
l’historique si aggiunge al listino di Officine UBU che
prossimamente distribuirà IN VIAGGIO VERSO UN SOGNO – THE PEANUT BUTTER
FALCON, diretto da Tyler Nilson e Michael
Schwartz con
Shia LaBeouf,
Dakota Johnson, Zack Gottsagen e Bruce Dern,
un’avventura on the road che celebra l’amicizia e la forza dei
sogni e #IOSONOQUI(#jesuisla) di Eric Lartigau (regista de
La famiglia Belier) con Alain Chabat e Doona Bae, che
racconta dell’amore a distanza tra Stéphane, chef di successo, e
Soo, una donna coreana conosciuta su instagram, con cui intavola
romantiche conversazioni d’arte e ciliegi in fiore.
Dopo l’estate Officine UBU
distribuirà SOTTO LE STELLE DI PARIGI (Sous les étoiles
de Paris) di Claus Drexel (regista di Au bord du
monde) con Catherine Frot, l’emozionante racconto di
un’insolita amicizia tra una clochard parigina e un bambino in
cerca della propria madre, e il documentario DEMAIN EST
À NOUS (Forward) di Gilles de Maistre (regista di
Mia
e il leone bianco), che dà voce ai bambini di tutto il
mondo impegnati in cause umanitarie.
Justin Chadwic,
regista di Mandela: A Long Walk to
Freedom, con Idris Elba e di
L’altra donna del re, con Natalie
Portman e Scarlett Johansson, si è
aggiudicato un cast stellare per il suo prossimo film,
Official Secrets.
Paul Bettany,
Natalie Dormer, Martin Freeman,
Anthony Hopkins e Harrison Ford hanno infatti accettato
di partecipare al progetto che sarà basato sul romanzo The
Spy Who Tried To Stop A War: Katherine Gun and The Secret Plot to
Sanction the Iraq Invasion.
L’adattamento sarà curato da
Sara e Gregory Bernstein.
Le riprese del film cominceranno a
maggio nel Regno Unito e la storia sarà ambientata nell’Iraq del
2003.
Secondo The Hollywood
Reporter, Jennifer Aniston e Jason
Bateman si riuniranno sotto la regia del duo
Josh Gordon e Will Speck, nella
commedia Office Christmas
Party. Le due stelle, così come la coppia di
registi, avevano precedentemente collaborato nella commedia
del 2010, The Switch.
La storia era in fase di sviluppo
alla Dreamworks Pictures dal 2010 e dovrebbe essere incentrata su
un insieme di personaggi in una festa in ufficio andata storta. Lo
script più recente è stato scritto dal team di Lee
Eisenberg e Gene Stupnitsky
(Bad Teacher), così come da Laura
Solone (Hot in Cleveland). Il
film sarà girato ad Atlanta questa primavera con la Paramount
pronta a distribuirlo il 9 dicembre 2016.
Tom Holland è tornato a parlare del suo lavoro
nel film Odisseadi
Christopher Nolan e ha rivelato di aver avuto
un’esperienza più che positiva. La star di Spider-Man ha infatti
dichiarato in una recente intervista che lavorare al nuovo film di
Nolan è stato “emozionante” e “diverso”. “È
stato fantastico. Il lavoro di una vita, senza dubbio. La migliore
esperienza che abbia mai avuto sul set di un film.
Incredibile”, ha detto l’attore a GQ. “È stato emozionante. È stato
diverso. E penso che il film sarà diverso da qualsiasi cosa abbiamo
mai visto”.
Ha poi continuato affermando:
“Lavorare con Chris, conoscere lui ed Emma [Thomas] è stato
assolutamente fantastico. Non ho mai visto nessuno lavorare come
loro, e c’è un motivo se sono i migliori del settore. Avere un
posto in prima fila, partecipare al processo, collaborare con un
vero maestro del suo mestiere e imparare da lui è stata la migliore
esperienza che abbia mai avuto”.
Quello che sappiamo sul
film Odissea di Christopher
Nolan
Il film vanta un ricco cast composto
da Matt Damon, Tom Holland, Anne Hathaway, Zendaya, Lupita Nyong’o, Robert Pattinson, Charlize Theron, Jon Bernthal, Benny Safdie,
John Leguizamo, Elliot Page, Himesh Patel,
Mia Goth e Corey Hawkins. Per
quanto riguarda la trama, questa segue Odisseo, il leggendario re
greco di Itaca, nel suo pericoloso viaggio di ritorno a casa dopo
la guerra di Troia. La narrazione descrive i suoi incontri con
esseri mitici come il ciclope Polifemo, le sirene e la maga Circe,
culminando nel suo tanto atteso ricongiungimento con la moglie
Penelope.
Ad oggi sappiamo unicamente che
Matt Damon interpreta Odisseo, mentre Tom Holland è suo figlio Telemaco e Charlize Theron è la Maga Circe. L’identità
dei personaggi degli altri interpreti è ad oggi segreta. Sappiamo
inoltre che Nolan ha girato il film interamente in formato IMAX,
avvalendosi di nuove tecnologie realizzate appositamente
per Odissea. Il regista ha inoltre limitato
quanto più possibile l’uso di CGI, con l’obiettivo di ricreare
quanto più possibile in modo pratico l’epico mondo descritto da
Omero con il suo poema epico.
Il film sarà distribuito al cinema
da Universal Pictures dal 16
luglio 2026.
Le riprese di Odissea sono
attualmente in corso sulla costa del Moray Firth, in Scozia. Come
riportato per la prima volta su SFFGazette.com, Matt Damon, che interpreta l’eroe greco
Odisseo, è stato avvistato in costume completo sul set. Si pensa
che anche Tom Holland e Zendaya siano presenti per girare alcune
scene del film.
Questo nuovo sguardo non rivela
molto, ma Damon appare decisamente a suo agio nell’armatura
(qui la foto!).
Mentre l’entusiasmo per il prossimo film di Christopher Nolan continua a crescere a
un anno dalla sua uscita, il teaser trailer del film è stato
proiettato in Italia in testa a alcune proiezioni, tra cui quelle
di Superman.
Cosa mostra il teaser di Odissea
Ricordiamo che l’anteprima
dell’Odissea si apre con un’inquadratura del mare e una voce che
dice: “Oscurità. La legge di Zeus infranta. Un regno senza re
dalla morte del mio signore. Sapeva che non era una guerra da
vincere, e poi in qualche modo, in qualche modo, l’ha
vinta”.
Si sente poi il personaggio di
Jon Bernthal affermare: “Non so nulla di
Odisseo, non da Troia”. Tom
Holland, che interpreta chiaramente Telemaco,
risponde: “Devo scoprire cosa è successo a mio padre. Quando
l’hai visto l’ultima volta?”
Il volto dell’attore viene mostrato
dopo inquadrature di una spiaggia e di uomini a cavallo che corrono
verso un grande cavallo nero che potrebbe essersi staccato da una
nave o qualcosa di simile. Sembra piangere mentre il personaggio di
Bernthal (forse Antinoo) risponde gridando per la stanza: “Chi
ha una storia su Odisseo? Tu? Hai una storia? Alcuni dicono che è
ricco, altri che è povero. Alcuni dicono che è morto, altri che è
in prigione. Tu cosa ne dici?”
“In prigione?” chiede
Telemaco, spingendo il personaggio di Bernthal a dichiarare:
“Che tipo di prigione può contenere un uomo così?” Dopo
qualche altra inquadratura di soldati, vediamo l’Odisseo di
Matt
Damon in mare, che galleggia su un relitto – una
zattera, forse – privo di sensi o morto.
Quello che sappiamo sul
film Odissea di Christopher
Nolan
Il film vanta un ricco cast composto
da Matt Damon, Tom Holland, Anne Hathaway, Zendaya, Lupita Nyong’o, Robert Pattinson, Charlize Theron, Jon Bernthal, Benny Safdie,
John Leguizamo, Elliot Page, Himesh Patel,
Mia Goth e Corey Hawkins. Per
quanto riguarda la trama, questa segue Odisseo, il leggendario re
greco di Itaca, nel suo pericoloso viaggio di ritorno a casa dopo
la guerra di Troia. La narrazione descrive i suoi incontri con
esseri mitici come il ciclope Polifemo, le sirene e la maga Circe,
culminando nel suo tanto atteso ricongiungimento con la moglie
Penelope.
Ad oggi sappiamo unicamente che
Matt Damon interpreta Odisseo, mentre Tom Holland è suo figlio Telemaco e Charlize Theron è la Maga Circe. L’identità
dei personaggi degli altri interpreti è ad oggi segreta. Sappiamo
inoltre che Nolan ha girato il film interamente in formato IMAX,
avvalendosi di nuove tecnologie realizzate appositamente
per Odissea. Il regista ha inoltre limitato
quanto più possibile l’uso di CGI, con l’obiettivo di ricreare
quanto più possibile in modo pratico l’epico mondo descritto da
Omero con il suo poema epico.
Il film sarà distribuito al cinema
da Universal Pictures dal 16
luglio 2026.
Il film Odissea
è stato coinvolto in una nuova polemica, con il progetto di
Christopher Nolan finito sotto accusa per una
location controversa. Adattamento dell’omonimo poema epico di
Omero, il seguito di Nolan al film acclamato dalla critica Oppenheimer
(2023) è entrato in produzione all’inizio di quest’anno.
Il film, come noto, vanta un
cast stellare, con Matt
Damon nel ruolo di Ulisse, un guerriero che
intraprende un arduo viaggio di ritorno a casa dopo la guerra di
Troia. Damon è affiancato da Tom
Holland, Charlize Theron, Zendaya e Anne Hathaway, tra gli altri, e, a un
anno dall’uscita nelle sale, è diventato uno dei titoli più attesi
del 2026.
Ora, però, secondo The Times, Odissea è
finito sotto accusa per le riprese effettuate vicino alla contesa
città sahariana occidentale di Dakhla. L’area è sotto
l’occupazione marocchina dagli anni ’70 e gli organizzatori del
Sahara International Film Festival (FiSahara) hanno criticato Nolan
per il messaggio che le riprese in quel luogo trasmettono. In una
dichiarazione, scrivono:
“In primo luogo, si tratta di
una città occupata e militarizzata, la cui popolazione indigena
saharawi è soggetta a una brutale repressione da parte delle forze
di occupazione marocchine”.
La decisione di Nolan di girare
nella regione ha portato ad accuse secondo cui lui e i protagonisti
del film starebbero “mascherando il colonialismo”. La direttrice
del FiSahara, María Carrión, ha spiegato più dettagliatamente
perché ritiene problematico che Nolan stia girando lì:
“Girando parte di
The
Odyssey in un territorio occupato definito ‘buco nero
dell’informazione’ da Reporter senza frontiere, Nolan e il suo
team, forse inconsapevolmente e involontariamente, stanno
contribuendo alla repressione del popolo saharawi da parte del
Marocco e agli sforzi del regime marocchino per normalizzare la
sua occupazione del Sahara occidentale.
Siamo certi che se comprendessero
appieno le implicazioni di girare un film di così alto profilo in
un territorio i cui popoli indigeni non possono realizzare film
sulle loro storie sotto occupazione, Nolan e il suo team sarebbero
inorriditi”.
La spiegazione delle controverse
riprese del film Odissea nella città del Sahara
occidentale
La regione ha una storia complicata
L’ONU ha classificato il Sahara
occidentale come “territorio non autonomo” ed è comunemente
considerato l’ultimo stato coloniale dell’Africa che non ha ancora
ottenuto l’indipendenza. L’Africa, ovviamente, ha una lunga storia
di dominio coloniale, anche da parte di paesi come Gran Bretagna,
Francia, Portogallo e Spagna.
Ulteriori informazioni fornite da
The Guardian sottolineano che in passato il Sahara occidentale
era sotto il controllo della Spagna, ma il Marocco ha annesso il
territorio nel 1976 dopo il ritiro della Spagna. Gran parte di
ciò che sta realmente accadendo nella regione rimane ufficialmente
non documentato, poiché l’Ufficio dell’Alto Commissario delle
Nazioni Unite per i diritti umani (OHCHR) non è stato in grado di
recarsi nella regione negli ultimi 10 anni.
Secondo The Guardian, tuttavia,
l’OHCHR ha “continuato a ricevere denunce relative a violazioni
dei diritti umani, tra cui intimidazioni, sorveglianza e
discriminazione nei confronti di individui sahrawi, in
particolare quando si battono per l’autodeterminazione”. Reporter
senza frontiere ha denunciato che i giornalisti sahrawi sono
sottoposti a “tortura, arresti, abusi fisici, persecuzioni”, oltre
a lunghe pene detentive.
La decisione di Nolan di girare
il film nel Sahara occidentale, vicino alla città di Dakhla, sembra
essere interpretata da alcuni come una normalizzazione o una forma
di sostegno indiretto alla presunta oppressione coloniale.
Nonostante queste accuse, secondo
The Telegraph, la rivendicazione del Marocco sul territorio
è stata sostenuta da Gran Bretagna, Stati Uniti, Francia, Spagna e
Portogallo. Tuttavia, la decisione di Nolan di girare il film
nel Sahara occidentale, vicino alla città di Dakhla, sembra essere
interpretata da alcuni come una normalizzazione o una forma di
sostegno indiretto alla presunta oppressione coloniale.
Il primo teaser di Odissea
di Christopher Nolan e Universal, che
sta iniziando a essere proiettato esclusivamente nei cinema, è
trapelato online su X e TikTok. Come molti dei precedenti
blockbuster di Nolan, il più recente dei quali è stato
Oppenheimer nel 2023, il regista ha
pubblicato un breve teaser con più di un anno di anticipo. Il
teaser di Odissea dovrebbe essere proiettato in
testa alle proiezioni di Jurassic World – La Rinascitae della
Universal.
L’esclusività del filmato per le
sale cinematografiche è in linea con la priorità data da Nolan alla
proiezione nelle sale. Il regista è passato dalla Warner Bros., suo
partner di lunga data, alla Universal per
“Oppenheimer“, dopo aver espresso sgomento per il
fatto che il suo vecchio studio avrebbe distribuito l’intero
programma cinematografico del 2021 contemporaneamente su HBO
Max.
Ma ancor prima che il teaser di
Odissea potesse essere trasmesso negli Stati
Uniti, martedì pomeriggio sono iniziate a spuntare fughe di
notizie, molte delle quali sono state rapidamente rimosse per
violazione del copyright.
Il teaser, della durata di 70
secondi, mostra brevemente il personaggio principale di Matt Damon, Odisseo, suo figlio Telemaco
(interpretato da Tom Holland) e un personaggio misterioso
interpretato da Jon Bernthal. Inizia con una narrazione di
quello che sembra essere Robert Pattinson, che interpreta anche lui un
personaggio sconosciuto.
“Oscurità. Le leggi di Zeus
infrante. Un regno senza re dalla morte del mio signore”, dice
su inquadrature di un oceano blu scuro e onde che si infrangono
sulla riva sabbiosa. “Sapeva che era una guerra impossibile da
vincere, e poi in qualche modo… in qualche modo l’ha
vinta.”
Ci sono due inquadrature di quello
che sembra essere il famoso Cavallo di Troia: il piano geniale di
Odisseo di infiltrare i soldati greci a Troia, massacrare e
saccheggiare la città per vincere la guerra. L’ombra del cavallo di
legno si estende sulla spiaggia, poi il cavallo stesso è visto in
lontananza, semisommerso dall’acqua, mentre le onde si infrangono.
Nel poema epico di Omero, il viaggio di ritorno di Odisseo dura
dieci anni dopo che la sua nave è stata deviata dalla rotta e lui
incontra mostri come i Ciclopi, è tenuto prigioniero dalla ninfa
Calipso e ha scontri con diverse divinità greche.
Il teaser passa poi a una
conversazione tesa tra Telemaco e il personaggio di Bernthal, dove
quest’ultimo spiega di non sapere dove si trovi Odisseo. “Non
so nulla di Odisseo, da quando è morto Troia”, dice Bernthal
mentre una tempesta oscura si abbatte sul mare.
“Devo scoprire cos’è successo a
mio padre. Quando l’hai visto l’ultima volta?” risponde
Holland. Lui e Bernthal sono uno accanto all’altro, con altri
personaggi seduti sullo sfondo, illuminati da fioche fiamme
arancioni. “Interessati alle voci, eh? Ai pettegolezzi. Chi ha
una storia su Odisseo, eh?” inizia a gridare Bernthal agli
altri vicini. “Tu? Hai una storia?”. Si vede
un’inquadratura di soldati greci in armatura e con torce in mano
che marciano per una strada cittadina di notte.
La scritta bianca “Tra un anno”
appare sullo schermo nero, anticipando la lontana data di uscita
del film. “Alcuni dicono che sia ricco, altri che sia
povero“, continua, mentre un’inquadratura in lontananza mostra
un soldato greco che varca un ingresso cavernoso e sguaina la
spada. Sullo schermo appare “Un Viaggio Comincia”.
“Alcuni dicono che sia morto.
Altri dicono che sia imprigionato. E voi cosa ne dite?” chiede
Bernthal su un’inquadratura di uomini che camminano verso una città
di notte, mentre una bandiera lacera sventola.
“Imprigionato?” chiede Telemaco.
“Che tipo di prigione? Un buon
vecchio così“, dice Bernthal. Ci sono un altro paio di
inquadrature di onde scure, e poi si scopre che Odisseo è bloccato
in mezzo all’oceano su alcuni pezzi di legno.
Odissea e “17. 07. 26” lampeggiano sullo schermo,
concludendo il teaser.
Il film è attualmente in produzione
e sarà la prima produzione su larga scala ad essere girata
interamente con telecamere IMAX. Come per i precedenti film di
Nolan, il teaser dovrebbe essere pubblicato online entro la fine
dell’anno.
Universal
Pictures ha diffuso il primo poster ufficiale del
prossimo film di ChristopherNolan, atteso al cinema il 16 luglio
2026. Una versione di questo poster era circolata in rete
già negli scorsi giorni in via non ufficiale, ma ora è stato
confermato come è stato anche confermato che il titolo italiano
sarà Odissea.
Qui di seguito, ecco il post con il poster in versione
italiana:
Quello che sappiamo sul
film Odissea di Christopher
Nolan
Il film vanta un ricco cast composto
da Matt Damon, Tom Holland, Anne Hathaway, Zendaya, Lupita Nyong’o, Robert Pattinson, Charlize Theron, Jon Bernthal, Benny Safdie,
John Leguizamo, Elliot Page, Himesh Patel,
Mia Goth e Corey Hawkins. Per
quanto riguarda la trama, questa segue Odisseo, il leggendario re
greco di Itaca, nel suo pericoloso viaggio di ritorno a casa dopo
la guerra di Troia. La narrazione descrive i suoi incontri con
esseri mitici come il ciclope Polifemo, le sirene e la maga Circe,
culminando nel suo tanto atteso ricongiungimento con la moglie
Penelope.
Ad oggi sappiamo unicamente che
Matt Damon interpreta Odisseo, mentre Tom Holland è suo figlio Telemaco e Charlize Theron è la Maga Circe. L’identità
dei personaggi degli altri interpreti è ad oggi segreta. Sappiamo
inoltre che Nolan ha girato il film interamente in formato IMAX,
avvalendosi di nuove tecnologie realizzate appositamente
per Odissea. Il regista ha inoltre limitato
quanto più possibile l’uso di CGI, con l’obiettivo di ricreare
quanto più possibile in modo pratico l’epico mondo descritto da
Omero con il suo poema epico.
Il film sarà distribuito al cinema da Universal
Pictures dal 16 luglio
2026.
Il film racconterà il lungo viaggio
di ritorno di Odisseo all’indomani della leggendaria guerra di
Troia. Dopo aver fatto infuriare Poseidone e altre divinità greche,
Odisseo è costretto a vagare per gli oceani in una missione
decennale per tornare a Itaca. L’uscita è prevista per il 17 luglio
2026 e, a quanto pare, ha un budget enorme di 250 milioni di
dollari.
Poiché Christopher Nolan è noto per il suo ricorso a
effetti speciali e riprese sul set, L’Odissea
è attualmente in fase di riprese in tutto il mondo. Un utente di
TikTok, Luca Pizzoleo, ha catturato una
scena importante, che mostra la nave di Ulisse. La scena mostra
luci lampeggianti, fiamme e l’equipaggio di Ulisse che lotta
disperatamente contro l’incendio mentre il fumo si alza dalla
nave.
Ci sono due scene diverse che
potrebbero essere rappresentate in questo filmato. La prima si
svolge all’inizio della seconda metà dell’epopea di Omero, sebbene
si svolga più avanti nella linea temporale. Quando Odisseo
finalmente fugge dall’isola di Calipso per iniziare il suo viaggio
di ritorno, si trova ad affrontare un ultimo grave ostacolo da
parte di Poseidone quando una tempesta colpisce la sua nave.
Sebbene questa sia una scena
interessante, è l’opzione meno probabile. Dopotutto, quella scena
vede Odisseo solo e senza alleati o amici. Nel filmato rubato,
tuttavia, Odisseo è circondato da un intero equipaggio, il che
indica che è più probabile che ciò avvenga prima che raggiunga
l’isola di Calipso.
L’Odissea
è stata girata in tutto il Mediterraneo, in località che vanno dal
Marocco all’Italia alla Grecia
La spiegazione più probabile è che
la scena in questione faccia riferimento a un avvenimento accaduto
all’inizio del viaggio di Odisseo. Dopo che l’equipaggio di Odisseo
ha scelto di mangiare il bestiame sacro di Elio, Zeus si scaglia
contro il re di Itaca, distruggendo la nave e uccidendo i pochi
altri sopravvissuti dell’equipaggio di Odisseo. È una scena
devastante e probabilmente si svolge di notte.
Dati i continui lampi di luce, la
nave in fiamme e la folla di marinai a bordo, sembra che questa
scena rappresenti quasi certamente l’attacco di Zeus. Anche
l’enorme quantità di fumo è un segno indicativo, dato che un
fulmine divino avrebbe potuto facilmente incendiare la nave
stessa.
Secondo il sito
Deadline la Lionsgate ha
messo in cantiere una trasposizione cinematografica
dell’Odissea di
Omero. Alla regia ci sarà
Francis Lawrence che ha diretto il secondo, terzo
e quarto capitolo della saga di Hunger Games
nonché Io sono leggenda con Will
Smith mentre della sceneggiatura si occuperà Peter
Craig, che ha scritto Hunger Games: il canto
della rivolta parte II e The
Town assieme a Ben
Affleck. Nina Jacobson sarà al timone
dell’intera produzione. La produzione
dell’Odissea inizierà il prossimo
anno.
L’epica è stata fatta da Hollywood
più volte, in film e TV, direttamente o indirettamente.
Kirk Douglas ha recitato nel film
Ulisse del 1954, e poi film come
Big Fish di Tim Burton e
Fratello dove sei? dei fratelli
Coen hanno dichiarato di ispirarsi a
Omero e al lungo viaggio di ritorno a casa di
Ulisse dopo la guerra di Troia. Non ci resta che
attendere ulteriori informazioni in merito.
La
trasposizione dell’Odissea annunciata
dalla Lionsgate il 6 aprile scorso, che riunirà il team degli
ultimi Hunger Games – il regista
Francis Lawrence e la produttrice Nina
Jacobson – si svilupperà almeno nel corso di due film. Il
Ceo di Lionsgate Jon Feltheimer lo ha
dichiarato durante una conferenza con gli analisti per
discutere del bilancio del trimestre, rendendo noto come l’accordo
con Francis Lawrence preveda
piùepisodi cinematografici.
La Lionsgate, specialista in
franchise di successo come Twilight,
Hunger Games e
Divergent, ha affidato il compito di
dirigere questo nuovo progetto
dell’Odissea al regista che ha diretto il
secondo, terzo e quarto capitolo della saga di Hunger
Games, mentre della sceneggiatura se ne
occuperà Peter Craig, già co-autore dello
script di Hunger Games: Il canto della rivolta, parte I
e II. Si attendono ora le prime
indiscrezioni sul cast dell’ambiziosa nuova serie
cinematografica.
Arriverà il 30 Gennaio
2020 Odio l’estate, il nuovo film con
Aldo, Giovanni e Giacomo, regia diretto da Massimo
Venier e distribuito da Medusa Film.
Nel film protagonisti oltre al trio
comico anche LUCIA MASCINO, CARLOTTA NATOLI,
MARIA DI BIASE con ROBERTO CITRAN
con la partecipazione straordinaria di MASSIMO RANIERI e con
la partecipazione straordinaria di MICHELE PLACIDO.
La trama del film Odio l’estate
Le regole per una vacanza perfetta:
non si parte senza il canotto, non si parte senza il cane, ma
soprattutto non si prenota la stessa casa. Aldo Giovanni e Giacomo
partono per le vacanze estive, non si conoscono e non potrebbero
avere delle famiglie e delle vite più diverse: il precisetto
organizzatissimo ma con un’attività in proprio fallimentare, il
medico di successo alle prese con un figlio in piena crisi
preadolescenziale, l’ipocondriaco nullafacente con un cane di nome
Brian e la passione per Massimo Ranieri. Tre vite
lontanissime che si incontrano accidentalmente in una piccola isola
della costa italiana: stessa spiaggia, stesso mare, ma soprattutto
stessa casa in affitto. Lo scontro è inevitabile e spassosissimo:
abitudini diverse, due figli che si innamorano, tre mogli che
partono col piede sbagliato ma finiscono per ballare insieme in una
sera d’estate e tre nuovi amici alla ricerca di un figlio in
fuga.
Aldo Giovanni e Giacomo ci raccontano una storia di amicizia e
sentimenti come nella loro tradizione cinematografica più
amata.
soggetto e sceneggiatura
DAVIDE LANTIERI, MICHELE
PELLEGRINI, MASSIMO VENIER, ALDO
GIOVANNI e GIACOMO – musiche BRUNORI SAS
– prodotto da Paolo Guerra per
AGIDI DUE in collaborazione con MEDUSA
FILM e SKY CINEMA con il contributo di
FONDAZIONE APULIA FILM COMMISSION
distribuzione MEDUSA FILM
In occasione dell’uscita al cinema
di Odio l’Estate, il nuovo film di Aldo, Giovanni e
Giacomo, Cinefilos.it offre la possibilità ai suoi lettori
di assistere gratuitamente all’anteprima del
film.
Martedì, 28 gennaio, alle 20.30, in
diverse sale italiane, è prevista l’anteprima del film, tratto da
una storia vera.
Le regole per una vacanza perfetta:
non si parte senza il canotto, non si parte senza il cane, ma
soprattutto non si prenota la stessa casa.
Aldo Giovanni e Giacomo partono per
le vacanze estive, non si conoscono e non potrebbero avere delle
famiglie e delle vite più diverse: il precisetto organizzatissimo
ma con un’attività in proprio fallimentare, il medico di successo
alle prese con un figlio in piena crisi preadolescenziale,
l’ipocondriaco nullafacente con un cane di nome Brian e la passione
per Massimo Ranieri.
Tre vite lontanissime che si
incontrano accidentalmente in una piccola isola della costa
italiana: stessa spiaggia, stesso mare, ma soprattutto stessa
casa in affitto.
Lo scontro è inevitabile e
spassosissimo: abitudini diverse, due figli che si innamorano, tre
mogli che partono col piede sbagliato ma finiscono per ballare
insieme in una sera d’estate e tre nuovi amici alla ricerca di un
figlio in fuga.
Aldo Giovanni e Giacomo ci
raccontano una storia di amicizia e sentimenti come nella loro
tradizione cinematografica più amata.
Odio
l’Estate uscirà al cinema il 30 gennaio distribuito
da Medusa Film.
Netflix
annuncia che la seconda stagione di Odio il Natale
sarà disponibile dal 7 dicembre 2023 in tutti i Paesi in cui il
servizio è attivo.
Tornano le disavventure
di Gianna, che sembra poter finalmente affrontare il suo primo
Natale in coppia. Ma ancora una volta sarà proprio il Natale a
scombinare le carte, e Gianna si ritroverà a fare i conti con un
nuovo countdown tra mille imprevisti.
Pilar
Fogliati (Romantiche)
torna nel ruolo di Gianna, affiancata da Beatrice
Arnera (Titti), Fiorenza Pieri (Margherita), Glen
Blackhall (Umberto), Nicolas Maupas (Davide), Massimo Rigo
(Pietro), Sabrina Paravicini (Marta), Simonetta Solder (la
Caposala).
Nel cast subentrano anche
Pierpaolo Spollon (Filippo), Chiara Bono (Monica), Matteo Martari
(Alessandro), Jenny De Nucci(Stella) e Fortunato Cerlino
(Elio).
La seconda stagione di
Odio il Natale, prodotto da Luca Bernabei e
Matilde Bernabei, è diretta da Laura Chiossone. Elena
Bucaccio è la Head Writer. La sceneggiatura del primo
episodio è di Elena Bucaccio, Costanza Cerasi e Chiara Villa,
quella degli episodi 2 e 5 è di Viola Rispoli, quella degli episodi
3 e 4 di Silvia Leuzzi e quella del sesto è di Elena Bucaccio e
Costanza Cerasi.
La trama della seconda
stagione di Odio il Natale
Chi avrà suonato alla
porta di Gianna la Vigilia di Natale? È finalmente arrivato il
momento di scoprirlo. Da quella fatidica sera è passato un anno, e
ritroviamo la nostra Gianna che, a sorpresa, non è più single. Per
la prima volta, il Natale che si avvicina sembra sorriderle, perché
si sa, il Natale ama le coppie, no? Ma sarà proprio quest’ultimo,
ancora una volta, a scombinare le carte, facendole commettere un
errore imperdonabile che romperà la sua relazione. Proprio nel
momento in cui tutto sembrava al proprio posto, ripartirà invece un
nuovo countdown: Gianna, infatti, sa di aver bisogno della magia
del Natale per riconquistare il suo ex, e, per questo, vuole farlo
entro la cena della Vigilia che, a casa Belotti, è la cena che
sistema ogni cosa. Una cena che, quest’anno, deve organizzare lei e
che, come vedremo, porta con sé più di un imprevisto. Con l’aiuto
delle sue amiche, Margherita e Titti e un bizzarro nuovo vicino di
casa con la figlia adolescente, Gianna capirà che l’amore è come la
Slitta di Babbo Natale: quando c’è, è impossibile non
riconoscerlo.
Dicembre è quel mese in cui si
aspetta con ansia l’arrivo delle feste, ma anche il periodo in cui
si fruiscono di più le commedie romantiche. E così Netflix come
regalo ci dona Odio il Natale, adattamento della serie
norvegese Natale con uno sconosciuto, e prima
serie natalizia Made in Italy con protagonista Pilar
Fogliati.
Al timone Matilde e Luca
Bernabei con la Lux Vide, la casa di
produzione che nel panorama italiano si può dire detenga il primato
nello sfornare prodotti di successo. Questa volta i Bernabei hanno
deciso di deliziare i loro spettatori svincolandosi dalle trame
solite “religiose” e, esattamente come Viola come il mare, propongono un prodotto più
indirizzato ai giovani piuttosto che alle famiglie. Odio il
Natale è disponibile dal 7 dicembre sulla piattaforma
streaming.
Odio il Natale, la trama
Mancano 24 giorni al Natale e Gianna
(Pilar Fogliati) deve fare i conti con la sua
famiglia che, in quel giorno di festa, si aspetta di vederla
sistemata con un uomo. Le aspettative dei familiari e i loro
giudizi riguardo la sua anomala situazione sentimentale, la mettono
talmente tanto sotto pressione da farla mentire sull’esistenza di
un compagno che presenterà al cenone.
A danno compiuto, Gianna è costretta
a trovare davvero un uomo che possa portare a casa dei suoi a
Natale, e mentre spera di trovare quello giusto si imbatte nei
soliti uomini stereotipati che le bettono i bastoni fra le ruote.
Ma grazie a quel che accade alle sue amiche Titti (Beatrice
Arnera) e Caterina (Cecilia Bertozzi), e
ai segreti che nascondono suoi genitori, capisce che la ricerca
ossessiva di un compagno per la vita non la porterà da nessuna
parte, se non a prendere consapevolezza di se stessa.
Un Natale alla ricerca di se
stessi
Si dice che il Capodanno sia il
giorno in cui si tirano un po’ le somme dell’anno passato, si
stabiliscono i propositi per l’anno nuovo e si fa ammenda. Quel che
invece non si dice è che il bilancio dell’anno a cui si sta per
dire addio, con speranze annesse per il futuro, viene in realtà
fatto nei giorni precedenti il Natale. È con questo presupposto che
inizia Odio il Natale, quando la protagonista
Gianna, interpretata da un’esuberante Pilar Fogliati, deve fare un
resoconto della sua vita mentre affronta la sua catastrofica quanto
bizzarra situazione sentimentale.
Il cliché del fidanzato a
Natale è l’elemento cardine su cui si avvolge tutta la
storia e la protagonista stessa, alla ricerca frenetica
dell’uomo giusto da poter presentare ai genitori. Il cenone di
Natale qui viene presentato sotto due luci diverse: come un campo
minato, in cui qualsiasi parola può scatenare lo scontato sguardo
giudicante dei commensali o la domanda invadente di un familiare, e
come l’occasione per spuntare – o meno – la check-list
precedentemente preparata. Questa spinosa situazione è accentuata
da Gianna, la quale vive la tipica fase
del trentenne in crisi, quel periodo di vita in cui si è
in un limbo esistenziale: si guarda a cosa si è lasciato indietro
per volgere l’attenzione al futuro, al mondo rigido degli adulti,
il cui ingresso è sempre pieno di esitazione e timori.
Quel che permea tutto il tessuto
narrativo della serie, e che spinge la protagonista a ribellarsi
nel finale, è il dover soccombere alle aspettative degli altri per
non generare delusioni, con il pensiero comune che doversi sposare
e procreare è indispensabile arrivate ad una certa età, “perché
l’orologio biologico non aspetta nessuno”. Ma i tempi cambiano, e
spesso l’essere immersi in un contesto sociale frenetico inficia
sul tempo a disposizione da dedicare a se stessi, fino a perdere la
bussola della propria vita. Come accade alla protagonista, per
contrastare questa condizione limitante, bisogna impegnarsi
affinché un proprio posto nel mondo si trovi, poiché la felicità è
ovunque e non solo nelle relazioni amorose, e spesso si trova negli
angoli più nascosti del cuore se solo si osserva con
attenzione.
Una Venezia magica piena di
cliché
Mentre le battute di Love Actually scandiscono le sue giornate, Gianna si
ritrova a dover affrontare, in un salto a ostacoli, le categorie di
uomini più comuni e classiche, dal “mammone” all’ossessivo, al
liceale con gli ormoni e l’emotività ballerina. Macchiette inserite nei soliti
cliché, forse questa la pecca più evidente dello script,
con un eccessivo dosaggio caricaturale dei comprimari di Gianna che
ne fa perdere un po’ il tono tragicomico. Questi, in alcune scene,
anestetizzano la fruizione incalzante della narrazione, molto
accentuata dalla rottura della quarta parete della Fogliati, che in
maniera verace si confida allo spettatore come se fosse un’amica al
bar.
Gianna ci trasporta di
fretta nelle sue dinamiche da montagne russe e si corre
insieme a lei fra le strade e i canali di una suggestiva Venezia
addobbata a festa, ambientazione anomala per una serie nostrana, ma
proprio per questo più visivamente attraente. Eppure, per quanto
immergersi nella sua quotidianità possa essere entusiasmante, la
troppa frenesia con cui la si espone produce delle crepe nella
trama, fino a diventare una commedia natalizia dalle venature quasi
irreali. La scelta più corretta, per un glow up realistico
dei protagonisti, sarebbe stata quella di dilatare i tempi degli
episodi per permettere ai personaggi di avere più spazio per
costruirsi e soprattutto più tempo per evolversi e
consapevolizzarsi.
In conclusione, Odio il
Natale è una commedia natalizia che segue il pattern
romantico per eccellenza, seppur un po’ troppo ingolfato da luoghi
e situazioni comuni che lo rendono un prodotto eccessivamente
plastificato. Nonostante questo, la serie può essere un buon
passatempo leggero per passare le serate invernali in attesa della
feste di Natale, l’importante è guardarlo senza troppe pretese.
Il Natale di Gianna non è più di
bilanci e ricerche. Ma di consapevolezze. Di volontà e speranze. È
il momento di segnare la rotta giusta della sua nave, non prima
però di essersi ben equipaggiata e aver portato le provviste
necessarie. Come si capisce quando si ama qualcuno? Siamo noi o
sono gli altri il problema? Domande a cui la nostra frizzante
protagonista cerca di rispondere in Odio il Natale
2,
seconda stagione della serie natalizia nostrana targata
Netflix,
provando a tracciare al contempo una linea netta che possa darle la
chiarezza di cui ha bisogno. La prima stagione, che ha debuttato lo
scorso anno sulla piattaforma sempre nel periodo di dicembre, ha
avuto un buon successo, forte della presenza di Pilar Fogliati,
deliziosa rivelazione nel panorama cinematografico italiano. Con
una sceneggiatura scritta a sei mani da Elena Bucaccio, Costanza
Cerasi e Chiara Villa, Odio il Natale 2
(che ricordiamo non essere uno show originale, ma è tratto dal
norvegese Natale con uno sconosciuto) si prepara a
scaldare le serate invernali in cui l’atmosfera è da divano e
cioccolata calda fumante. Come è giusto che sia per la sua portata
leggera.
Odio il Natale 2, la trama
Dopo aver passato gli ultimi giorni
prima di Natale alla disperata ricerca di un fidanzato da portare a
casa alla Vigilia, per rompere la maledizione della figlia single,
qualcuno bussa inaspettatamente alla porta di Gianna la sera del 24
dicembre. Da quel momento è passato un anno, e ora la nostra
protagonista può dirsi felicemente impegnata. Non potrebbe andare
meglio di così, ora Gianna ha davvero tutto: una famiglia, il
lavoro dei suoi sogni, amiche fantastiche e un compagno che la ama.
E il Natale, adesso, non lo vede più come una condanna, né
tantomeno la giornata in cui a pranzo (o a cena) con i parenti
sente di stare andando al patibolo. Ma siamo sicuri che il periodo
natalizio non porti guai e sia solo amore e gioia? Perché a quanto
pare sembra che i pianeti si siano allineati proprio per rompere la
magia a occhi aperti che Gianna sta vivendo. Il Natale, infatti,
sarà proprio quello che ancora una volta le scombinerà le carte,
facendole commettere un errore imperdonabile che romperà la sua
relazione. Proprio nel momento in cui tutto sembrava al proprio
posto, ripartirà invece un nuovo countdown: Gianna, infatti, sa di
aver bisogno della magia del Natale per riconquistare il suo ex, e,
per questo, vuole farlo entro la cena della Vigilia che, a casa
Belotti, è la cena che sistema ogni cosa. Una cena che, in questo
caso, deve però organizzare lei. Ce la farà la nostra eroina?
Pilar Fogliati: una certezza
Con Odio il Natale
2 si torna nell’incantevole e fiabesca cornice di
Chioggia, fra i canali, i ponti, le gondole e le luci di una
location inusuale quanto originale e magica, che avvolge e coccola
con il suo spirito in festa. Questa volta per Gianna, rispetto a
quando guardava al Natale con una certa ostilità, l’atmosfera
natalizia è quanto più indispensabile per ristabilire un equilibrio
che ha perso poiché invasa da mille ansie e preoccupazioni, che –
in fondo – pervadono la quotidianità di tutti i Millennials. Il
pattern narrativo è lo stesso della prima season, ed è
caratteristica vincente della serie: ancora una volta, infatti,
Gianna ci getta a capofitto nella sua colorata e vivace vita
rompendo sin da subito la quarta parete, la quale si alterna
all’esposizione lineare delle vicende, ricordandoci così in che
modo ci dobbiamo approcciare alla serie.
Siamo ancora noi e lei nel
suo vertiginoso flusso di coscienza, come fossimo sempre
degli amici che chiacchierano di fronte a un buon caffé o, ancor
meglio, davanti a uno spritz. Ed è per questo che seguiamo gli
eventi che travolgono la protagonista con estrema partecipazione,
soprattutto perché in fondo in Gianna, nei suoi voli pindarici,
nelle sue paranoie, insicurezze e goffagine, ci rispecchiamo a tal
punto da sentirci coinvolti, affini e anche meno soli. Pilar
Fogliati – che dopo il suo Romantiche ci conferma d’essere la giusta erede di
Carlo Verdone – gestisce tempi e ritmi narrativi senza fatica, con
quella spigliatezza ed elasticità recitativa a cui ci ha abituati e
che volevamo ritrovare, facendo così dell’umorismo la chiave di
volta su cui si regge l’infrastruttura narrativa di
Odio il Natale 2.
Uno show da cioccolata calda e
divano
Come dicevamo anche nella
recensione della prima stagione, non mancano però alcuni luoghi
comuni del genere, un po’ troppo enfatizzati e al limite del
caricaturale, e una certa frettolosità di dinamiche che ancora una
volta ci lascia con un po’ di amaro in bocca. I difetti, però, sono
colmati da gag simpatiche e scene di divertissement puro, avvolti
da una leggerezza (positiva) di fondo che ci rammenta spesso che
tipo di prodotto stiamo fruendo.
Ci sono alcuni momenti di
riflessione inseriti in qualche scena con più “pathos”, che
stimolano un pensiero nello spettatore non solo sulle direzioni che
può prendere un sentimento d’amore, ma anche su quanto nella vita –
forse – non si smetta mai di conoscere neppure se stessi, oltre che
gli altri. Ma restano tematiche affrontate solo in superficie
proprio perché la portata dello show, come abbiamo detto in
apertura, resta leggera e poco impegnativa. Per quanto, dunque,
Odio il Natale 2 non vanti originalità di
racconto e chissà quali lodevoli soluzioni registiche o di
sceneggiatura, resta un format godibile, che rientra in quei
prodotti da guardare senza pretese, ma solo per il gusto di
alleggerirsi una serata e viversi delle pure e semplici vibrazioni
natalizie.
Il genere crime è uno dei più
diffusi sia al cinema che in televisione, amatissimo dalla maggior
parte degli spettatori. Può sembrare strano ma c’è chi ama passare
le serate alle prese con omicidi e indagini, un po’ come dei
moderni Hercule Poirot e Miss Murple. Tra le
tantissime serie tv crime classiche come Law &
Order e La Signora in
Giallo, ce n’è una francese in particolare,
Profiling, che sta facendo impazzire il pubblico
del mondo intero. Oggi vi parliamo proprio della protagonista di
questa intrigante serie crime europea, interpretata da
Odile Vuillemin.
Scopriamo insieme quindi
tutto quello che c’è da sapere su Odile Vuillemin,
sulla sua vita privata e la sua brillante carriera divisa tra
cinema e televisione.
Odile Vuillemin biografia: gli
inizi della sua carriera
Nata da Marna
l’8 luglio del 1976, Odile Vuillemin è figlia di
un ingegnere e una casalinga ed ha quattro sorelle tra cui una
gemella, Sophie. Quando Odile compie quattro anni, la famiglia
decide di trasferirsi da Marna a Metz, dove lei e le sue sorelle
trascorrono tutta l’infanzia e l’adolescenza.
Dopo il diploma, decide di
prepararsi per entrare allo HEC (École des Hautes Etudes
Commerciales de Paris), conosciuta semplicemente come
Paris School of Business Studies. Tuttavia, la
Vuillemin cambia idea in corso d’opera e finisce con il prendere un
percorso di studio completamente diverso.
Odile decide di restare a Parigi e
studia sociologia, psicologia e lingue
straniere (in particolare cinese e
tahitiano), con l’idea di diventare
un’etnologa. L’etnologia è una
branca dell’antropologia e si occupa dello studio e del confronto
delle popolazioni mondiali, analizzandone tutte le differenze
socio-culturali.
Nonostante la sua strada si sia già
ben delineata, Odile sorprende tutti e fa un ulteriore cambio di
rotta. Appassionatasi un po’ per caso al teatro,
decide quindi di approfondire i suoi studi e comincia a prendere
lezioni di recitazione seguendo i Cours d’art dramatique
René-Simon, conosciuti semplicemente come Cours Simon.
Situata a Parigi, la scuola è una delle più antiche di Francia,
destinate alla formazioni professionale di nuovi attori.
Grazie alla sua dedizione e alle
lezioni della scuola d’arte drammatica, nel 2001 Odile intraprende
finalmente la sua carriera d’attrice.
Odile Vuillemin film e serie
tv
Il suo debutto al cinema come
attrice risale al 2001 quando Odile viene scelta
per interpretare un ruolo minore nel nuovo film di
Jean-Paul Civeyrac, dal titolo Le Doux
Amour des Hommes. A quel primo esperimento cinematografico
ne seguiranno poi molti altri. In quegli anni infatti la vediamo
nei film Podium (2004), À tout de
suite (2004) – diretto da Benoît Jacquot
-, Syprien (2009), J’aime Regarder Les
Filles (2011), Furax (2012) e
Love Is In The Air – Turbolenze D’Amore
(2013).
Contemporaneamente, Odile comincia
però a lavorare anche in televisione. Dal 2007 in poi la vediamo
infatti partecipare a numerosi progetti televisivi come film, serie
e miniserie. Tra i suoi progetti più importanti ricordiamo le serie
tv C’est Vostre Histoire (2007) – suo debutto
ufficiale sul piccolo schermo -, Profiling
(2009-2016), Xanadu – Una Famiglia a Luci Rosse
(2011), Les Innocents (2018) e La Dernière
Vague (2019).
Odile inoltre è stata tra i
protagonisti di diversi film per la televisione. Tra i più
importanti ricordiamo L’amore Sbagliato
(L’Emprise, 2015), Entre Deux Mères (2016),
Delitto a Courrières (Les Crimes Silencieux,
2017), Né sous silence (2018),
Piégés (2018) e Un Homme Parfait
(2019).
Nonostante il suo debutto come
attrice risalga al 2001, Odile Vuillemin raggiunge però la
notorietà soltanto otto anni più tardi. Il 2009 è un anno
importante per l’attrice francese che finalmente ottiene un ruolo
da protagonista in quella che poi diventerà una delle serie crime
europee più amate, Profilage.
Odile Vuillemin in Profiling
Ideata da Fanny
Robert e Sophie Lebarbier,
Profilage – conosciuta con il titolo inglese di
Profiling – è una serie crime che racconta dei
casi affrontati dalla Polizia parigina e dalla sua criminologa più
promettente, Chloé Saint-Laurent.
Ci troviamo nella bellissima e
trafficatissima Parigi quando la criminologa Chloé Saint-Laurent
(Odile Vuillemin) viene assegnata alla nuova
squadra investigativa della polizia criminale, guidata da Matthieu
Pérac (Guillaume Cramoisan). A questa divisione
sono affidati i casi d’omicidio più cruenti e complessi e Chloé si
trova a dover fare i conti con un capo a cui è estremamente
difficile rapportarsi.
Mentre Matthieu è assi schematico e
metodico nelle sue investigazioni, Chloè tende ad approcciarsi alle
indagini in maniera differente. La criminologa riesce,
estraniandosi dal gruppo, ad entrare nella testa dell’assassino,
riuscendo a interpretare le sue scelte criminali e a volte ad
anticipare le sue mosse. Inutile dire che non tutti i suoi colleghi
siano proprio entusiasti di questo metodo così poco ortodosso.
Ma se Matthieu non sembra
condividere la sua passione per l’attività di profiling, Chloé ha
il sostegno di tanti nella squadra. Tra questi c’è il Comandante
Thomas Rocher (Philippe Bas), il classico
poliziotto pragmatico che odia le chiacchiere e predilige l’azione.
Nonostante sia parecchio irascibili e brontolone, l’ispettore è uno
dei sostenitori dell’attività di Chloè, rintenuta fondamentale per
la risoluzione del casi.
La serie, in onda dal 2009 al 2018,
è andata avanti per ben 10 stagioni e 102
episodi, non senza stravolgimenti di cast. Durante la
settima stagione, Chloè viene trasferita e la
nuova protagonista diventa Adèle Delettre, interpretata da Juliette
Roudet, che a sua volta resta fino alla nona
stagione.
Odile Vuillemin, perché lascia
Profiling?
Per ben sei stagioni, Odile
Vuillemin è stata la protagonista indiscussa di
Profiling, nonché uno dei personaggi televisivi
francesi più amati dal pubblico. Tuttavia, nel 2016, a sorpresa,
l’attrice annuncia il suo ritiro dalla serie,
notizia che lascia i suoi fan senza parole. Ma come mai Odile è
arrivata a voler abbandonare la serie che l’ha sera così famosa? In
molti si sono posti la stessa domanda e nei mesi successivi
all’annuncio sono state formulate varie ipotesi.
Nel dicembre del 2016, in
un’intervista rilasciata al giornale Le Parisien,
Odile fa un commento a proposito della sua decisione di abbandonare
lo show che però non convince molto il pubblico.
“Lascio Profiling perché ho
bisogno di nuove sfide, di vivere altre esperienze. Chloé mi ha
aiutato ad aprirmi. Questo ruolo è stato in un certo senso
terapeutico”. [fonte:
TéléStar]
Le parole di Odile, molto vaghe e
in un certo senso distaccate, per alcuni dei suoi fan, sembrano
voler celare un problema assai più grandi. Gli attenti
telespettatori della serie, infatti, durante il corso della terza
stagione avevano notato un cambiamento fisico importante nella
protagonista. Odile davanti alle telecamere appariva assai
dimagrita, quasi pelle o ossa e in molti pensavano che il suo stato
fosse attribuibile al forte stress.
Girare una serie per così tante
stagioni è un impegno assai gravoso e che spesso finisce con il
logorare i suoi protagonisti. Per molti quindi la decisione di
Odile di abbandonare la serie è una diretta conseguenza degli anni
di duro lavoro sul set, in aggiunta ovviamente alla volontà di
mettersi alla prova con nuovi progetti.
Odile Vuillemin 2020
L’ultimo dei progetti televisivi a
cui Odile Vuillemin partecipa è un film, un
biopic diretto da Laurent Tuel, dal
titolo Pourquoi Je Vis. Adattamento dei libri
Sous Ton Regard di Laurence
Lemarchal e Mon frère, l’artiste di
Leslie Lemarchal, il film ripercorre tutta la vita
del famoso cantante Grégory Lemarchal.
Pourquoi Je Vis, è
ambientato nel 2004, anno in cui Grégory Lemarchal vince la quarta
edizione di Star Acadamy, un talent musicale
televisivo francese in onda su TF1 dal 2001 al 2013 per ben 9
stagioni. Grégory sceglie proprio quel momento, per annunciare a
più di dieci milioni di telespettatori di essere affetto da una
malattia incurabile.
Grégory è affetto da
fibrosi cistica, una malattia genetica letale che
coinvolge diversi organi interni ma che colpisce maggiormente
l’apparato respiratorio e digerente. A causa di una mutazione
genetica, il corpo non riesce a espellere il muco che,
accumulandosi in brochi e polmoni rende difficile la
respirazione.
“Questo muco chiude i bronchi e
porta a infezioni respiratorie ripetute, ostruisce il pancreas e
impedisce che gli enzimi pancreatici raggiungano l’intestino, di
conseguenza i cibi non possono essere digeriti e assimilati.
“
Pourquoi Je Vis,
ripercorre gli ultimi anni di vita di Grégory
Lemarchal, nato il 13 maggio del 1983 e morto il
30 aprile del 2007, all’età di soli 23
anni. Nel film, Odile Vuillemin interpreta
Laurence Lemarchal, madre del famoso cantante
scomparso.
Odile Vuillemin su Instagram
Se volete essere sempre aggiornati
sulla vita privata e professionale di Odile Vuillemin, vi
consigliamo di seguire il suo account ufficiale Instagram.
Giovane e promettente,
Odessa Young sembra destinata ad essere uno dei
nomi di punta della nuova generazione di attrici di Hollywood.
Attiva nel mondo dello spettacolo già da qualche anno, la Young ha
già avuto modo di dar prova delle proprie doti d’interprete grazie
a film dal buon successo. La consacrazione potrebbe ora arrivare
grazie a due serie televisive di particolare rilievo, dove
l’attrice ricoprirà ruoli da vera e propria protagonista.
Ecco 10 cose che non sai di
Odessa Young.
Odessa Young: i suoi film e le
serie TV
1. Ha recitato in noti
lungometraggi. L’attrice ha compiuto il debutto sul grande
schermo con il film The Daughter (2015), dove interpreta
il ruolo di Hedvig accanto agli attori Sam
Neill e Anna
Torv. Successivamente, prende parte a film come
Looking for Grace (2015), Sweet Virginia (2017),
con Jon
Bernthal, Assassination Nation (2018), di cui
è protagonista, Celeste (2018), A Million Little
Pieces (2018), con Aaron
Taylor-Johnson, e Arrivederci
professore (2018), con Johnny
Depp. Nel 2020 recita accanto ad Elisabeth
Moss nel thriller biografico Shirley, mentre
nello stesso anno è anche in The Man in the Woods. Nel
2021 recita invece in Secret Love, mentre nel
2023 è in Manodrove, con
Jesse Eisenberg.
2. Reciterà in due attese
serie televisive. Prima di approdare al cinema, l’attrice
era già apparsa in televisione con la serie Tricky
Business (2012), dove interpretava il ruolo di Emma Christie.
Ha poi recitato per il piccolo schermo anche per brevi apparizioni
in The Moodys (2014), Wonderland (2015), e
High Life (2017). L’attrice ha poi recitato nella serie
The Stand, nel
ruolo di Frannie Goldsmith. Accanto a lei, vi sono attori come
James
Marsden,Katherine
McNamara e Alexander
Skarsgård. Ha poi recitato nella miniserie The
Staircase – Una morte sospetta (2022), con Colin Firth.
3. Ha vinto un importante
premio. Già al suo primo ruolo per il cinema, l’attrice ha
ottenuto un prestigioso riconoscimento, che le ha permesso di
ottenere grandissima visibilità. Per la sua interpretazione di
Hedvig in The Daughter, infatti, la Young si è aggiudicata
il premio come miglior attrice protagonista agli Australian Academy
of Cinema and Television Arts Awards. Questi sono la più
prestigiosa cerimonia di premiazione cinematografica presente in
Australia.
Odessa Young è su Instagram
4. Ha un account
personale. L’attrice è presente sul social network
Instagram con un profilo ufficiale seguito da 17,3 mila persone.
Essendo recentemente giunta alla popolarità, non sorprende che il
numero dei suoi follower sia ancora relativamente basso, ma con
l’arrivo dei suoi nuovi progetti da attrice è un dato che crescerà
certamente. Inoltre, all’interno del profilo non mancano immagini
relative a suoi momenti di svago, in compagnia di amici o colleghi,
o a curiosità a lei legate.
5. Utilizza il social per
promuovere il proprio lavoro. Tramite il proprio profilo,
inoltre, l’attrice è solita condividere con i propri follower
immagini promozionali dei suoi progetti da interprete. Sono
presenti anche interviste da lei rilasciate, video e foto di
backstage tratte dai set a cui ha preso parte. Così facendo, la
Young ha modo di farsi conoscere, permettendo anche ai propri
follower di rimanere sempre aggiornati sui suoi progetti imminenti
o su quelli di prossima realizzazione.
Odessa Young in Assassination
Nation
6. È rimasta sorpresa dal
progetto. L’attrice, che nel film Assassination
Nation interpreta la protagonista Lily Colson, ha dichiarato
che al momento di leggere per la prima volta la sceneggiatura
temeva si trattasse di un altro banale film adolescenziale. Per sua
sorpresa, invece, ha scoperto una storia pensata per gli
adolescenti al cui interno era possibile ritrovare una serie di
delicate tematiche. A quel punto, la Young si dimostrò interessata
al progetto, arrivando a sostenere il provino che le avrebbe poi
fatto vincere il ruolo da protagonista.
Odessa Young in Secret
Love (Mothering Sunday)
7. Ha girato scene di nudo
senza ricorrere a controfigure. Nel film Secret
Love (il cui titolo originale è in realtà Mothering
Sunday), l’attrice interpreta Jane Fairchild, una cameriera
che lavora per la facoltosa famiglia che intesse una segreta storia
d’amore con il giovane figlio dei suoi datori di lavoro. Nel film
la Young è protagonista di molte scene di nudo e a riguardo
l’attrice ha raccontato di non aver avuto problemi a girarle,
considerando il proprio corpo, anche se nudo, come un costume.
Nessun imbarazzo dunque per lei, che ha così potuto recitare senza
ricorrere a controfigure in queste particolari scene.
Odessa Young in The
Stand
8. Interpreta uno dei
personaggi principali. Nella serie The Stand,
trasposizione televisiva del romanzo L’ombra dello
scorpione di Stephen King, l’attrice
interpreta Frannie Goldsmith, uno dei personaggi protagonisti.
L’attrice ha raccontato di aver amato molto gli ideali morali di
questa, cercando di rimanere il più fedele possibile alla
descrizione che se ne dà nel romanzo. La vera sfida, per lei, è
stato riuscire in ciò nonostante la Frannie del libro fosse
radicata negli anni Settanta, epoca in cui è ambientato il
racconto. La serie, al contrario, si svolge nel nostro
presente.
9. Le somiglianze con
l’attuale situazione mondiale l’hanno spaventata.
L’attrice si è ritrovata a partecipare alle riprese di una serie
incentrata su una terribile pandemia, proprio nel momento in cui
una vera pandemia dilaga nel mondo. Benché il tasso di mortalità
tra le due sia estremamente, e fortunatamente, diverso, molte sono
comunque le somiglianze da lei riscontrate nella diffusione del
virus. La Young ha inoltre raccontato di quanto sia stato complesso
terminare la produzione della serie cercando di applicare le varie
norme di sicurezza sul set.
Odessa Young: età e altezza
10. Odessa Young è nata a
Sydney, in Australia, l’11 gennaio del 1998. L’attrice è
alta complessivamente 165 centimetri.
L’attrice Odessa Young si unirà al cast di
Deliver Me From Nowhere, il film biopic su
Bruce Springsteen della 20th Century. Come riporta
Deadline, secondo fonti non
confermate, l’attrice interpreterà l’interesse amoroso del
protagonista, che sarà interpretato da Jeremy Allen White. Non resta che attendere
maggiori informazioni sul suo ruolo, ma di certo si tratta di un
nuovo importante progetto per l’attrice, che sta attualmente
girando la serie limitata di NetflixBlack Rabbit con Jude Law e Jason Bateman.
Recentemente ha completato le
riprese della miniserie di Prime VideoNarrow Road To The Deep North
– adattamento televisivo dell’omonimo romanzo di
Richard Flanagan vincitore del Booker Prize – dove
recita accanto a Jacob Elordi nella serie limitata di Prime
Video. Prossimamente invece, sarà presto protagonista di tre film
di prossima uscita, a partire da The Order, thriller
poliziesco di Justin Kurzel, in cui recita accanto
a Jude Law, Tye Sheridan e
Nicholas Hoult. La si vedrà anche nell’horror
psicologico The Damned e in My First Film.
Odessa Young nella miniserie The Stand
Deliver Me From
Nowhere: tutto quello che sappiamo sul biopic su Bruce
Springsteen
Come noto, Jeremy Allen White – star
di The
Bear– interpreterà Springsteen e Scott
Cooper dirigerà il biopic, che racconta la storia della
realizzazione del classico album di Springsteen
Nebraska. Jeremy
Strong è in trattative per interpretare il manager di
lunga data di Springsteen, Jon Landau. Nel film ci
sarà anche Paul Walter Hauser, che dovrebbe
andare ad interpretare il tecnico della chitarra di lunga data
Mike Batlan.
Scott Cooper, che
sarà il regista del progetto, sta anche scrivendo il film, basato
sul libro di Warren Zane del 2023 “Deliver Me
From Nowhere: The Making of Bruce Springsteen’s Nebraska”. In
aprile, lo studio ha chiuso un accordo per finanziare e distribuire
il film, che segue l’icona del rock ‘n’ roll che, dopo aver lottato
con i suoi demoni personali e aver cercato di diventare una
superstar globale, ha scritto e registrato Nebraska,
l’album del 1982 che rivaleggia con Blue di Joni
Mitchell come uno degli album più emotivamente crudi,
oscuri e onesti della storia della musica recente.
Scott Stuber, nella sua prima mossa
dopo aver lasciato il ruolo di responsabile di Netflix Film, sta
producendo con Ellen Goldsmith-Vein ed Eric Robinson del Gotham
Group. Springsteen e Landau sono coinvolti nella realizzazione del
film, le cui riprese dovrebbero iniziare in autunno. “È un
onore irripetibile collaborare con Bruce Springsteen, un artista
stimolante e incomparabile che rappresenta così tanto per così
tanti”, ha dichiarato il presidente di Disney Live Action e
20th Century Studios David Greenbaum il mese
scorso quando il progetto è stato annunciato.
In Oculus Tim
(Garrett Ryan) e Kaylie (Karen
Gillan) sono due fratelli che durante l’infanzia hanno
dovuto convivere con la tragedia della morte dei genitori, in cui
Tim è stato direttamente coinvolto con l’accusa di omicidio del
padre. In tutto questo però Kaylie ha visto realmente cosa è
accaduto e vuole riabilitare l’immagine della famiglia e del
fratello dimostrando come l’assassinio dei genitori sia stato
causato da forze soprannaturali contenute in un antico specchio.
Così dieci anni dopo, e con il rilascio del fratello dalla
prigione, Kaylie cercherà di sconfiggere le forze demoniache.
Oculus di
Mike Flanagan riesce a sfuggire a tutte le
trappole dell’horror movie moderno, consacrando il film-maker
americano e diventando così l’horror che non ti aspetti, ma che ti
colpisce utilizzando elementi primordiali della narrazione di
genere uniti a una sapiente regia. Tratto da un corto dello stesso
regista (Oculus Chapter 3 – The Man with the
Plan, che potete vedere a questo link)
il film propone una struttura che lascia alla prima parte la
costruzione di personaggi (molto ben caratterizzati quelli
femminili), atmosfera, dettagli e ambiente, mentre nella seconda
scatena gli elementi di horror puro.
La regia di Mike
Flanagan accompagna perfettamente la narrazione, è
pulitissima e allo stesso tempo elegante, con la macchina da presa
che non ha mai movenze scomposte e fluttua sinuosa tra le pareti
claustrofobiche della casa. La scelta e la costruzione delle
inquadrature è senz’altro un punto di forza, fino alla composizione
di simmetrie che servono a costruire ambiente e atmosfera, ma anche
a sottolineare il rapporto tra i due fratelli.Il montaggio è
sicuramente un’altra delle chiavi del film: viaggiando tra presente
e passato, realtà e illusioni, ricordi e immaginazione, siamo
trascinati in un universo in cui si perdono i riferimenti
temporali, e lo spazio, seppur immutato, accresce una sensazione di
straniamento. Il finale è particolarmente angosciante e si erge
come una condanna sul protagonista, costretto alla convivenza con i
demoni, sia interiori sia esteriori, che lo affliggono.
Bene tutto il cast, ma soprattutto
brilla il volto della nuova star Karen Gillan, attrice interessantissima che
sicuramente avrà un futuro radioso nell’industria cinematografica.
Il suo personaggio è ben rappresentato in tutta la sua evoluzione,
dalla sfacciata determinazione con cui vuole liberarsi dei demoni
fino all’aumentare dei timori dovuti alle suggestioni generate
dallo specchio. Tra rimandi a Shining e Amityville Horror,
Oculus funziona grazie al sapiente lavoro
del suo regista/montatore, riuscendo a ritagliarsi un posto
nell’horror moderno.
Guarda la prima clip dell’atteso
horror Oculus, nelle sale dal prossimo 10
Aprile. Diretto da Mike
Flanagan, Oculus uscirà in anteprima
mondiale in Italia, rispetto all’uscita USA. Nel cast del
film Karen Gillan, Brenton Thwaites.
La famiglia Russell è stata colpita da
una terribile tragedia che ha segnato per sempre la vita dei
fratelli Tim e Kaylie.
Dieci anni dopo, Tim, che era stato accusato del brutale assassinio
di entrambi i genitori, lascia il carcere con l’unico desiderio di
lasciarsi tutto alle spalle e ricominciare. La sorella Kaylie
invece, ancora ossessionata da quella fatidica notte, è fortemente
convinta che la morte dei suoi genitori sia stata causata da
qualcos’altro. Secondo la ragazza, una forza maligna risiederebbe
in un antico specchio che si trovava nella casa di famiglia.
Kaylie, determinata a provare l’innocenza del fratello, rintraccia
lo specchio e scopre che nel corso dei secoli i diversi proprietari
dell’oggetto sono stati tutti vittime di morti violente simili a
quella dei suoi genitori. Ora che lo specchio è di nuovo nelle loro
mani, Tim e Kaylie sono decisi a scoprire la verità, ma si
renderanno conto troppo tardi che l’incubo della loro infanzia è
tornato…
Il film vede
protagonista Karen Gillan, attrice nota per
il ruolo della partner del Dottore nella serie tv Doctor
Who, che interpreta Kailye Russell una
ragazza traumatizzata dalla morte dei suoi genitori avvenuta quando
era ancora una bambina e che ha visto accusato il fratello Tim
(Brenton Thwaites). Ora entrambi sono adulti e Tim
è recentemente tornato in libertà con l’intenzione di lasciarsi
alle spalle quell’incubo, ma Kailye non ne ha alcuna intenzione ed
è fermamente decisa a dimostrare che ad uccidere i loro genitori
sia stato un antico specchio che cela al suo interno un’entità
demoniaca.
Il regista Mike
Flanagan ha parlato al New York Times del
suo ultimo film, Oculus, uscito nelle
sale il 10 aprile i n anteprima mondiale in Italia, rispetto
all’uscita USA. Nel cast del film ci sono Karen
Gillan, Brenton Thwaites.
Il regista ha spiegato i motivi per
cui Oculus ha tutte le caratteristiche
per poter diventare uno degli horror più importanti dell’anno. Il
film ruota intorno alle vicende della famiglia Russell, e ad uno
specchio, che inizia ad essere sospettato come la causa delle
sfortune familiari. Proprio il trama familiar-centrica, secondo
Flanagan, è l’elemento più terrificante del film, quello che
intimorisce tutti noi, l’idea che la nostra famiglia venga
lentamente consumata e portata alla follia, contro i nostri
desideri di tenerla al sicuro.
Potete sentire le parole di Flanagan
nella clip resa disponibile del New York Times.
Questa la trama del film:
La famiglia Russell è stata colpita
da una terribile tragedia che ha segnato per sempre la vita dei
fratelli Tim e Kaylie.
Dieci anni dopo, Tim, che era stato accusato del brutale assassinio
di entrambi i genitori, lascia il carcere con l’unico desiderio di
lasciarsi tutto alle spalle e ricominciare. La sorella Kaylie
invece, ancora ossessionata da quella fatidica notte, è fortemente
convinta che la morte dei suoi genitori sia stata causata da
qualcos’altro. Secondo la ragazza, una forza maligna risiederebbe
in un antico specchio che si trovava nella casa di famiglia.
Kaylie, determinata a provare l’innocenza del fratello, rintraccia
lo specchio e scopre che nel corso dei secoli i diversi proprietari
dell’oggetto sono stati tutti vittime di morti violente simili a
quella dei suoi genitori. Ora che lo specchio è di nuovo nelle loro
mani, Tim e Kaylie sono decisi a scoprire la verità, ma si
renderanno conto troppo tardi che l’incubo della loro infanzia è
tornato…
Con un’operazione di 2 miliardi di
dollari, di cui 400 milioni di dollari in contanti e 23,1 milioni
di azioni, Facebook compra a sorpresa Oculus. La
transazione dovrebbe chiudersi nel secondo trimestre e Facebook
punta ad ampliare il raggio di azione di Oculus al di là dei
giochi, espandendolo a nuove aree quali la comunicazione, i media,
l’intrattenimento.
Mark Zuckerberg, a
così annunciato l’acquisto «Il mobile è la piattaforma di oggi
e ora ci stiamo anche preparando alle piattaforme di
domani. Oculus ha la possibilità di creare la
piattaforma più social di sempre, e cambiare il modo in cui
lavoriamo, giochiamo e comunichiamo. «Siamo contenti di poter
lavorare con Mark e Facebook per offrire la migliore piattaforma di
realtà virtuale del mondo».
«Siamo contenti di poter lavorare
con Mark e Facebook per offrire la migliore piattaforma di realtà
virtuale del mondo» mette in evidenza Brendan Iribe, il
co-fondatore e l’amministratore delegato di Oculus, precisando che
«la realtà virtuale sarà definita in modo forte dalle esperienze
sociali che connettono le persone in nuove e magiche modalità. È
una tecnologia che trasforma e consente al mondo di provare
l’impossibile».
Trama: Kaylie e Tim
Russell sono due fratelli rimasti colpiti dall’aver assistito da
bambini alla straziante odissea dei genitori, spinti prima verso la
follia e poi all’omicidio. Riunitisi da adulti dopo molto tempo, i
due sono convinti che a generare gli eventi del passato sua stata
un’entità soprannaturale e convergono i loro sforzi per distruggere
ciò che credono il vero responsabile: il leggendario specchio
Lasser posseduto una volta dalla loro famiglia.
Oculus è
interpretato da Karen Gillan
e James Lafferty e diretto da
Mike Flanagan, che ha sviluppato
l’idea di un suo precedente cortometraggio per realizzare un lungo.
Il film uscirà negli USA l’11 April.
Guarda il teaser trailer italiani
dell’atteso horror Oculus con
Karen Gillian, attrice della serie cult
Doctor Who, e Brenton
Thwaites, tra i protagonisti del prossimo
Maleficent.
La famiglia Russell è stata colpita
da una terribile tragedia che ha segnato per sempre la vita dei
fratelli Tim e Kaylie.
Dieci anni dopo, Tim,
che era stato accusato del brutale assassinio di entrambi i
genitori, lascia il carcere con l’unico desiderio di lasciarsi
tutto alle spalle e ricominciare. La sorella Kaylie invece, ancora
ossessionata da quella fatidica notte, è fortemente convinta che la
morte dei suoi genitori sia stata causata da qualcos’altro. Secondo
la ragazza, una forza maligna risiederebbe in un antico specchio
che si trovava nella casa di famiglia. Kaylie, determinata a
provare l’innocenza del fratello, rintraccia lo specchio e scopre
che nel corso dei secoli i diversi proprietari dell’oggetto sono
stati tutti vittime di morti violente simili a quella dei suoi
genitori. Ora che lo specchio è di nuovo nelle loro mani, Tim e
Kaylie sono decisi a scoprire la verità, ma si renderanno conto
troppo tardi che l’incubo della loro infanzia è tornato…
La famiglia Russell è stata colpita da una terribile tragedia
che ha segnato per sempre la vita dei fratelli Tim e Kaylie.
Dieci anni dopo, Tim, che era stato accusato del brutale assassinio
di entrambi i genitori, lascia il carcere con l’unico desiderio di
lasciarsi tutto alle spalle e ricominciare. La sorella Kaylie
invece, ancora ossessionata da quella fatidica notte, è fortemente
convinta che la morte dei suoi genitori sia stata causata da
qualcos’altro. Secondo la ragazza, una forza maligna risiederebbe
in un antico specchio che si trovava nella casa di famiglia.
Kaylie, determinata a provare l’innocenza del fratello, rintraccia
lo specchio e scopre che nel corso dei secoli i diversi proprietari
dell’oggetto sono stati tutti vittime di morti violente simili a
quella dei suoi genitori. Ora che lo specchio è di nuovo nelle loro
mani, Tim e Kaylie sono decisi a scoprire la verità, ma si
renderanno conto troppo tardi che l’incubo della loro infanzia è
tornato…