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Mario Martone batte il primo ciak del suo prossimo film: Fuori

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Mario Martone batte il primo ciak del suo prossimo film: Fuori

Sono iniziate le riprese di FUORI, il nuovo film di Mario Martone, tratto da un soggetto di Ippolita di Majo, la sceneggiatura è firmata da Mario Martone e Ippolita di Majo. Il film è interpretato da Valeria Golino nel ruolo di Goliarda Sapienza, Matilda De AngelisElodie. Le riprese si svolgeranno a Roma per una durata complessiva di otto settimane.

FUORI è una coproduzione Italia-Francia: Indigo Film con Rai Cinema e The Apartment per l’Italia e SRAB Films per la Francia, in collaborazione con Fremantle. La fotografia è a cura di Paolo Carnera, il montaggio di Jacopo Quadri, la scenografia di Carmine Guarino e i costumi sono di Loredana Buscemi. Il film sarà distribuito in Italia da 01 Distribution.

“Nessuna persona e nessun luogo sono veri per sempre” – Goliarda Sapienza, Le certezze del dubbio.

Valeria Golino al Festival di Cannes – foto di Luigi De Pompeis © Cinefilos.it

Fuori – la trama del nuovo film di Mario Martone

Una scrittrice finisce in carcere per un gesto folle e inaspettato. In prigione, l’incontro con alcune giovani detenute diventa un’esperienza di rinascita. Una volta fuori, in una torrida estate romana in cui il tempo sembra sospeso, la scrittrice continua a frequentare le donne con cui ha stretto amicizia e che ora, come lei, sono tornate in libertà. Nasce una relazione profonda e decisiva per la sua vita, un legame autentico che nessuno lì fuori riuscirà a comprendere. Questa scrittrice è Goliarda Sapienza, e questa è la sua storia, come lei l’ha raccontata.

Marine Vacth: 10 cose che non sai sull’attrice

Marine Vacth: 10 cose che non sai sull’attrice

Celebre per i suoi ruoli in film francesi, l’attrice e modella Marine Vacth sarà presto nota anche in Italia per il ruolo della Fata Turchina nel film Pinocchio, di Matteo Garrone. L’attrice sfoggia così una continua versatilità che, accompagnata dalla sua bellezza, le ha permesso negli ultimi anni di affermarsi nell’industria cinematografica, in particolar modo in alcuni film di odierni autori francesi.

Ecco 10 cose che non sai su Marine Vacth.

Marine Vacth: i suoi film

1. Ha recitato in celebri film francesi. L’attrice debutta al cinema nel 2011 con il film Ma part du gâteau. Recita poi in Ce que le jour doit à la nuit (2012) e raggiunge una prima popolarità con il ruolo da protagonista in Giovane e bella (2013). Successivamente recita nei film Belles familles (2015), La confession (2016) e Doppio amore (2017), con cui viene ulteriormente celebrata. Sempre nel 2017 recita in Si tu voyais son coeur, mentre nel 2019 è tra le protagoniste del film Pinocchio.

2. Reciterà in una serie TV. Nel futuro dell’attrice vi è la partecipazione ad un serie TV intitolata Moloch, di genere thriller ma la cui trama è ancora segreta. La serie è attualmente in fase di riprese.

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Marine Vacth è su Instagram

3. Ha un account personale. L’attrice è presente sul social network Instagram con un proprio profilo seguito da 13,6 mila persone. All’interno di questo la Vacth è solita condividere scatti realizzati per servizi di moda, ma anche immagini promozionali dei suoi progetti da interprete.

Marine Vacth ha un fidanzato

4. È impegnata in una relazione sentimentale. L’attrice è attualmente fidanzata con il fotografo francese Paul Schmidt. I due sono molto riservati circa la loro vita sentimentale, tenuta lontano da quella lavorativa a tal punto da non condividere nulla sui rispettivi social.

5. Ha avuto un figlio. Con il compagno l’attrice ha avuto un figlio nel marzo del 2014. L’attrice ha dichiarato che la maternità le ha permesso di scoprire nuovi aspetti del suo lavoro. Allo stesso modo però, da quel momento cerca di ritagliarsi quanto più tempo possibile per stare accanto alla famiglia.

Marine Vacth in Pinocchio

6. Ha sostituito un’altra attrice. L’attrice francese nel film Pinocchio interpreta il ruolo della Fata Turchina. Tale personaggio era inizialmente stato affidato all’attrice italiana Matilda De Angelis, la quale ha tuttavia dovuto rinunciare per via di altri impegni. A quel punto il regista ha scelto la Vacth per la purezza dei suoi tratti somatici.

7. Non ha ricevuto particolari indicazioni. Nel costruire il suo personaggio l’attrice ha dichiarato che il regista le ha suggerito di affidarsi più al racconto di Collodi, che parla da sé, che non a sue particolari indicazioni. L’unica fornitale, è stata quella di comportarsi con Pinocchio come avrebbe fatto da madre con suo figlio.

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Marine Vacth e François Ozon

8. È divenuta celebre grazie al celebre regista. La Vacth deve la sua popolarità ai ruoli nei film del regista francese Ozon, ovvero Giovane e bella e Doppio amore. In questi l’attrice interpreta ruoli da femme fatale, mostrandosi in più occasioni senza veli in scandalose scene erotiche.

9. Non si aspettava di fare scandalo. Per le scene nel film Doppio amore, sono nati numerosi dibattiti durante il Festival di Cannes, dove il film era presentato. Pur consapevole di lavorare sul filo del rasoio con Ozon, l’attrice ha dichiarato di non aspettarsi una simile accoglienza, poiché per lei le scene di sesso non hanno nulla di eccezionale, e veste la nudità come un costume di scena.

Marine Vacth età e altezza

10. Marine Vacth è nata a Parigi, in Francia, il 9 aprile 1991. L’attrice è alta complessivamente 171 centimetri.

Fonte: IMDb

Marina: recensione del film con Luigi Lo Cascio

Nel film Marina del regista fiammingo Stijn Coninx, il racconto della genesi della famosissima hit di Rocco Granata si rivela un pretesto utilizzato per narrare piuttosto l’epopea dei minatori italiani in Belgio. Nel 1946 De Gasperi firmò un accordo con il ministro belga Van Hacker che prevedeva l’acquisto di carbone ad un prezzo di mercato in cambio dell’impegno italiano di mandare cinquantamila uomini per il duro e pericolosissimo lavoro in miniera. Tra il ’46 e il ’57, in Belgio arrivano centoquarantamila italiani. Il contratto prevede cinque anni di miniera, con l’obbligo tassativo, pena l’arresto, di farne almeno uno. Anche Salvatore Granata (Luigi Lo Cascio), padre del piccolo e vivace Rocco, non trovando un’occupazione decente in Calabria, decide di partire.Dice alla famiglia che starà via solo tre anni e poi tornerà al paese arricchito ma in realtà anche lui ha l’obbligo di rimanere in Belgio per cinque lunghi anni.

Temendo le possibili infedeltà della moglie (Donatella Finocchiaro), dopo un lungo anno si fa raggiungere da tutta la famiglia. Inizia un periodo molto duro per il piccolo Rocco che si ritrova da un momento all’altro, ad essere uno straniero e a dover combattere contro i pregiudizi degli abitanti del luogo cercando faticosamente di integrarsi. Il piccolo, però, è molto determinato anche perchè ha un obiettivo da raggiungere: la musica. Il padre, che da principio accetta che il figlio coltivi la sua passione solo a livello di hobby, inizia a frapporsi con forza e violenza tra il ragazzo ed il suo sogno nel momento in cui Rocco, divenuto un giovane uomo (Matteo Simoni), è deciso a fare di questa sua passione il suo futuro lavoro. Il film è stato campione di incassi in patria ed ha vinto anche a alcuni premi ma per quanto riguarda lo stile, non si può sicuramente parlare di un film d’autore.

Stijn Coninx sipone completamente a servizio di questo romanzo di formazione sacrificando uno sguardo personale sul racconto. Il risultato è un prodotto border line che si pone al confine tra il cinema e la fiction televisiva tendendo maggiormente verso questa seconda direzione. L’aspetto emozionale è il fulcro della vicenda che si concretizza nella narrazione dello scontro generazionale (padre -figlio) e nello scontro tra diverse culture (italiani-fiamminghi). Per quanto riguarda quest’ultimo aspetto Coninx tenta di evitare la facile generalizzazione mostrandoci italiani solo buoni e fiamminghi solo cattivi e ciò si dimostra uno degli aspetti positivi del film.

La storia d’amore tra Rocco ed Helena (Evelien Bosmans), creata appositamente per il film, risente molto, invece, di questa sua natura artificiosa pescando a piene mani dai cliché del genere storia d’amore contrastata. Nel complesso Marina si rivela un film gradevole, molto emozionante ma portando avanti il suo intento di mettere in scena un dramma universale, Coninx ci propone, piuttosto, la classica fiaba su di un ragazzo che riesce a realizzare i suoi sogni.

Marina Squerciati: 10 cose che non sai sull’attrice

Marina Squerciati: 10 cose che non sai sull’attrice

Di origini italiane, l’attrice Marina Squerciati si sta facendo notare per i suoi ruoli televisivi, dove ha già dato prova di buone capacità nell’adattarsi a ruoli e contesti diversi. Apparsa anche al cinema, l’attrice si è dimostrata pronta nel fare il grande salto, in attesa di un ruolo che possa consacrarne la carriera.

Ecco 10 cose che non sai su Marina Squerciati.

Marina Squerciati carriera

1. I film. Il debutto cinematografico dell’attrice avviene nel 2006 con il film Hold. Successivamente prende parte al film E’ complicato, dove recita accanto a Meryl Streep e Alec Baldwin. Prende poi parte a Frances Ha (2012), Sparks (2013), La preda perfetta (2014) e Central Park (2016).

2. Le serie TV. Particolarmente ricca è invece la sua carriera televisiva, che vanta partecipazioni alle serie Criminal Intent (2009), The Good Wife (2010), Blue Bloods (2011), Gossip Girl (2011-2012), The Americans (2013), Law & Order: Unità Speciale (2011-2015), Chicago Fire (2014), Chicago Med (2015), Chicago Justice (2017) e Chicago P.D., dove dal 2014 ricopre il ruolo di Kim Burgess.

Marina Squerciati social network

Marina Squerciati Social Network

3. Ha un account personale. L’attrice è presente sul social network Instagram con un profilo personale verificato, seguito da 481 mila persone. All’interno di questo è possibile trovare fotografie scattate in momenti di svago o durante le pause sui set a cui l’attrice prende parte.

4. Ha un profilo su Twitter. L’attrice è inoltre attiva anche sul social network Twitter, dove ha oltre 120 mila followers. Qui la Squerciati è solita condividere aggiornamenti sui propri progetti, ma anche rilasciare notizie sulla propria vita privata o esprimere la propria opinione su notizie di attualità.

Marina Squerciati vita privata

5. E’ sposata. L’attrice è sposata con Eli Kay-Oliphant, che non ha a che fare con il mondo dello spettacolo. Verso la fine del 2016 l’attrice prende una pausa dalla serie Chicago P.D. per via della maternità, e nel febbraio 2017 la coppia dal alla luce la loro prima figlia. La nascita viene annunciata dall’attrice sul suo profilo Twitter.

Marina Squerciati Chicago P.D.

6. Ha interpretato il ruolo in più occasioni. L’attrice è celebre per il ruolo dell’agente Kim Burgess, tra i protagonista della serie Chicago P.D., dove recita accanto all’attore Jason Beghe. L’attrice ha poi ripreso il ruolo anche in altre serie ambientate nello stesso universo narrativo, ovvero Law & Order: Unità Speciale, Chicago Fire, Chicago Med e Chicago Justice.

Marina Squerciati kim burgess

7. All’inizio le era più facile ricoprire il ruolo. Nelle prime stagioni della serie l’agente Kim Burgess ha un carattere più mite, che si indurisce con il progredire della sua carriera nella polizia di Chicago. Per l’attrice risulta complesso calarsi nel nuovo carattere del personaggio, mentre si trovava più in sintonia con il modo di fare gentile delle prime puntate, poiché è quello che ha anche lei nella vita di tutti i giorni.

8. Non sa come evolverà il suo personaggio. L’attrice si è dichiarata stupita ed entusiasta dell’arco narrativo del suo personaggio, affermando tuttavia che non sa quali ulteriori strade questo intraprenderà. Gli sceneggiatori infatti tengono in gran segreto i futuri risvolti della serie, affinché anche gli attori possano vivere di volta in volta questa crescita.

Marina Squerciati patrimonio

9. Chicago P.D. è stata la sua fortuna. L’attrice ha ormai raggiunto un buono status grazie ai suoi ruoli cinematografici e televisivi, ma è con la serie Chicago P.D. che ha raggiunto degli ottimi guadagni, raggiungendo un patrimonio stimato di circa 2,5 milioni di dollari.

Marina Squerciati età e altezza

10. Marina Squerciati è nata a New York, Stati Uniti, il 30 aprile 1984. L’altezza complessiva dell’attrice è di circa 170 centimetri.

Fonte: IMDb

 

 

Marina Occhionero: tra Studio Battaglia e Ridley Scott, l’importanza di “prendersi cura dei luoghi”

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Si chiama Marina Occhionero, l’abbiamo vista al cinema e in tv tantissime volte, e adesso, ogni martedì, per quattro martedì, farà compagnia al pubblico di Raiuno con Studio Battaglia, la fiction RAI diretta da Simone Spada e scritta da Lisa Nur Sultan, con Barbora Bobulova, Lunetta Savino e Miriam Dalmazio.

In Studio Battaglia si seguono le vicende di una famiglia di avvocatesse, madre e due figlie, mentre l’unica del gruppo a non aver seguito la carriera forense ha il volto di Marina Occhionero: chi è questa giovane donna che si chiama Viola?

“È un contraltare rispetto alla madre e alle sorelle, l’ha descritta così anche il regista, quando ho fatto il provino, come un punto di luce che lei porta, la freschezza che ha nel suo modo di approcciarsi alla vita. All’inizio può sembrare più ingenua ma poi i suoi dubbi, questo suo modo confusionario di affrontare le cose nascondono una profondità ma anche una serenità insospettati.”

Viene anche da pensare che Occhionero abbia messo del suo nel personaggio, dal momento che proprio come Viola viene da una famiglia di avvocati e ha scelto una strada diversa, quella dell’arte e della recitazione: “È stata la prima cosa che ho pensato quando ho letto la sceneggiatura.” Commenta l’attrice, in riferimento al parallelismo con il suo ruolo.

Studio Battaglia è una storia che ha per protagoniste delle donne ed è anche scritto da una donna. Com’è lavorare in un contesto in cui la voce femminile è preponderante?

“Simone Spada è un regista molto intelligente, il fatto che il femminile sia protagonista nella serie, non l’ha trattato come un’eccezionalità, ma come se fosse semplicemente una storia di persone in cui le vicende toccano le donne, ma non solo. Secondo me c’è stata una bella collaborazione tra tutte le parti chiamate in causa, dalla produzione alla sceneggiatura fino alla recitazione, e il fatto che fosse una storia di donne è passato in secondo piano. Come è giusto che sia, ormai. Dovrebbe essere la regola che venissero scritti personaggi così tridimensionali per le donne.”

Intervista a Marina Occhionero, Viola di Studio Battaglia

Marina Occhionero è un volto familiare, riconosciuto e riconoscibile grazie alla corposa mole di ruolo che ha interpretato, tra cinema e tv, oltre al fatto che continua a fare teatro. Ma nessuno tra questi tre mondi, al momento, esclude l’altro o ha un posto preponderante nella sua carriera.

“Sono fortunata perché mi sento a casa in tutti e tre i posti e non credo che potrei fare a meno di uno dei tre, soprattutto perché mi sento in un momento che è ancora di formazione e quindi è importante sperimentare tanti ruoli diversi. Questo passare da una cosa all’altra mi costringe a rimanere viva e attiva, e a continuare a ricercare. Ogni nuovo ambiente stimola l’adattamento e questo è quello che mi interessa di più in questo momento. Scelgo i progetti non tanto in base al genere, ma soprattutto in base alle persone che incontro. Loro sono la scuola più grande.”

Nel curriculum di Occhionero c’è anche una piccola collaborazione con Ridely Scott, per House of Gucci.

“(Lavorare per Scott è stato) Molto emozionante, soprattutto quando ho fatto la prova costume! C’era una disponibilità incredibile di abiti d’epoca, vedere questa macchina in moto è emozionante. Poi la mia scena è stata tagliata, ma tutto è stato emozionante, vedere lavorare Lady Gaga e attori di quel calibro lì, vedere girare le scene in una maniera diversa, il fatto che ci fossero più telecamere a girare contemporaneamente… non ci potevo credere. A parte la recitazione, per esempio, Lady Gaga riempie lo spazio in una maniera incredibile, vedere lei e gli altri attori, vedere l’attitudine che hanno è stato molto interessante.”

Come quasi tutti i personaggi pubblico, Marina Occhionero ha dei profili social personali, nei quali si racconta non solo come interprete ma anche come persona, condividendo alcune cose del suo privato.

“Credo che quando qualcuno comincia ad esporsi, facendo il nostro lavoro, è inevitabile che ci sia una responsabilità legata all’immagine che dà di sé e ai contenuti che condivide, se scegli di condividerli. Nel mio caso i miei social corrispondono anche al mio lavoro, e il mio lavoro è fatto anche di scelte di vita, per esempio, non vivere a Roma. Per poter essere in grado di lavorare bene, io ho bisogno di altre cose oltre al lavoro, altre esperienze che poi mi permettono di avere contatti umani, che a loro volta mi rendono essere un’attrice migliore.”

Quando si parla di sogni e progetti per il prossimo futuro, Marina Occhionero è molto sicura della risposta, mettendo forse da parte il sogno di bambina di studiare giurisprudenza e lavorare all’ONU, Occhionero ha adesso un sogno molto più concreto:

“Diciamo che i miei sogni sono cambiati abbastanza, per fortuna i desideri cambiano. Ma di cose che voglio fare ci sarebbe quello di trovare un posto mio, in campagna, un luogo da curare. Io credo molto nelle persone che prendono custodia dei posti e che li curano, e mi piacerebbe avere un posto mio. Credo che questo desiderio dipenda anche dal fatto che facendo l’attrice sono sempre in giro. Credo però che è una cosa che accadrà, perché credo molto negli esseri umani che hanno cura dei posti e mi piacerebbe dedicare una parte della mia vita a questo. Penso che in fondo abbia molto a che fare con il mio lavoro anche se apparentemente non sembra.”

Marina la conferenza stampa del film su Rocco Granata

Marina la conferenza stampa del film su Rocco Granata

Marina film In occasione della sua imminente uscita nelle sale cinematografiche italiane, il fiammingo Stijn Coninx, regista già candidato all’oscar nel 1993 con Padre Daens, ha presentato stamattina presso la Casa del cinema di Roma Marina, film che in madrepatria ha superato i 500.000 spettatori ed ha ottenuto il Platina Award ed il Diamond Award. Il film che è entrato a far parte dei 10 film fiamminghi più visti di tutti i tempi, narra la vicenda umana ed artistica di Rocco Granata, figlio di immigrati calabresi ed autore della celeberrima hit degli anni sessanta Marina, Marina.

In sala insieme allo stesso Rocco Granata, al regista ed ai produttori sono presenti tra gli attori principali Luigi LoCascioed il giovane Matteo Simoni, che nel film interpretano rispettivamente Salvatore, il padre di Rocco, e Rocco da giovane.

Rocco Granata prende subito parte alla conferenza stampa facendo una dedica molto significativa:

“Voglio dedicare questo film a tutti gli emigranti italiani che sono nel mondo.Ovunque vado in tourneè mi riservano un’accoglienza calorosa : non a caso sono chiamato il cantante degli emigranti!”

Viene poi chiesto a Luigi LoCascio come abbia costruito il personaggio di Salvatore, un personaggio molto duro, una sorta di padre padrone che si frappone tra Rocco ed il suo sogno di diventare un musicista. Questa volta è come se LoCascio si trovasse dall’altra parte della barricata dal momento che la maggiorparte dei ruoli da lui interpretati finroa, rimandano di più alla tipologia del figlio ribelle :

“Io non ho letto il personaggio di Salvatore come un personaggio del tutto negativo. L’ho più visto ed interpretato come un carattere autoritario ma non per cattiveria. Lui pensa di agire per il bene del figlio anche se in realtà fraintende i reali bisogni di questo ragazzo. Alla fine, infatti, si riscatta ammettendo di aver sbagliato per quanto riguarda il talento di Rocco. Credo che Marina sia un film importante soprattutto per l’affresco storico che realizza dipingendo le dure condizioni in cui vivevano i minatori italiani in Belgio. Spero possa far riflettere anche gli italiani di oggi che spesso si pongono con gli stessi pregiudizi riguardo chi viene in Italia in cerca di una vita migliore.”

Quindi interviene il regista parlando della genesi del film:

“E’ stato Rocco a cercarmi all’inizio del 2007. La sua famosissima canzone Marina stava per compiere cinquant’anni e lui voleva festeggiarla in qualche modo; era indeciso, però, se scrivere un libro o utilizzare il mezzo cinematografico per raccontare la sua storia.

MarinaAlla fine ci siamo resi conto che il racconto di Rocco si prestava di più al cinema ed abbiamo iniziato a lavorare a questo film. Quello che mi ha più affascinato del racconto di Rocco, è stato il suo essere un racconto universale.

All’inizio della storia lui è un bambino felice che si ritrova da un momento all’altro nella brutta condizione di essere uno straniero e quindi di perdere la sua identità e doversene costruire una nuova cercando di integrarsi in un ambiente diverso che spesso lo respinge. Poi c’è lo scontro con il genitore che è il secondo grande tema portante del film.

A questo punto ci voleva una storia d’amore anche per dare una spiegazione al titolo della canzone!”

Viene chiesto a Rocco Granata di svelare chi si nasconda dietro il nome Marina e se la storia d’amore raccontata nel film sia davvero accaduta :

“Quando sono arrivato in Belgio avevo circa dodici anni e guardavo molte ragazzine del quartiere dove ero andato ad abitare. Ce ne era una che mi piaceva particolarmente ed era la figlia di un negoziante del quartiere. Comunque la cosa è finita lì. Ho avuto molte storie in quel periodo ma niente di serio : ero molto concentrato sul mio lavoro e focalizzato sul sogno di diventare musicista. Marina è nata per caso da un’improvvisazione che stavo facendo alla fine di una serata in un locale. Stavo strimpellando quel motivetto quando ho visto una ragazza mora che stava parlando con un’amica sotto il manifesto pubblicitario di una marca di sigarette che si chiamavo Marina…”

Marina Abramovic: The Artist is Present, il DVD dall’11 luglio

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Arriva in homevideo l’11 luglio, per Feltrinelli Real Cinema e GA&A Productions, Marina Abramovic: The Artist is Present di Matthew Akers, dedicato a una delle

Marilyn: recensione del film con Michelle Williams

Marilyn: recensione del film con Michelle Williams

Sir Lawrence Oliver nell’estate del 1956 presenta il nuovo progetto cinematografico, Il principe e la ballerina, che lo vede coinvolto insieme a Marilyn Monroe arrivata in Inghilterra con il suo terzo marito, Arthur Miller. In quella stessa estate, il ventitreenne Colin Clark si era appena laureato a Oxford e aspirava a diventare regista.

Ma quando sul set si comincia a generare un profondo attrito, dovuto a un diverso approccio al metodo di recitazione e di vita tra Sir Lawrence e Marilyn, ella si ritroverà sempre più vicina a Colin. Pur essendo due realtà così distanti e differenti, il loro sarà un legame profondo ma allo stesso tempo effimero. La sceneggiatura è tratta dalle memorie di Colin Clark e in particolare da due libri pubblicati in periodi diversi, The price, the showgirl and me, dove sono riportate le sue esperienze sul set e inseguito, My week with Marilyn in cui viene raccontata la magica settimana che egli aveva trascorso accanto all’attrice più famosa del mondo.

Marilyn, la diva

MarilynPer essere il debutto alla regia, Simon Curtis affronta una storia importante evitando il biopic e dirigendo la camera attorno all’effetto mediatico di Marilyn e all’interno dei suoi collaboratori, rendendo onore alla sua figura leggendaria che nel corso degli anni è diventata sempre più bidimensionale e cercando di scoprire la donna. A sposare questo progetto un cast eccezionale, a cominciare da Michelle Williams (vincitrice di un Golden Globe) che interpreta una Marilyn bellissima e disarmante in tutte le sue sfumature personali, trasmettendoci i suoi disagi e le insicurezze più profonde. A seguire Kenneth Branagh perfetto nel restituire l’autoritario attore inglese di stampo teatrale a cui molto spesso viene associata la sua carriera artistica. Tiene il passo Eddie Redmayne, convincente nel ruolo di Colin conquistato e innamorato dalla sua fantasia proibita. Sempre fondamentale è Judi Dench, nel ruolo di Sybil Thorndike, un’empatica attrice che saprà mediare le divergenze artistiche del set.

Il montaggio di Adam Recht rende la storia calibrata, riesce a passare dai ritmi frenetici dello star system con cambi di passo alla commedia, a tensioni più drammatiche connotate dalla malinconia e dall’introspezione della diva. La fotografia di Ben Smithard è perfetta nel restituire la vita dentro e fuori dal set. Piccola gemma, il “tema di Marylin” composto per l’occasione da Alexander Desplat (Il discorso del Re). In sala dal 1 giugno, Marilyn è un buon film per chi volesse vedere l’altra Marilyn Monroe.

Marilyn Monroe: 10 cose che non sai sull’attrice

Marilyn Monroe: 10 cose che non sai sull’attrice

Ricordata come una delle più grandi dive della storia del cinema, Marilyn Monroe è ancora oggi un’icona senza tempo, capace di conquistare generazioni di spettatori grazie al suo fascino, alla sua ironia e al talento che la contraddistingueva. Più volte nominata come una delle prime sex symbol del mondo dello spettacolo, l’attrice si è distinta in film di grande successo, dando vita ad una carriera, seppur breve, particolarmente folgorante. Le sue qualità sono ancora oggi insuperate.

Ecco 10 cose che non sai di Marilyn Monroe.

Parte delle cose che non sai sull’attrice

Marilyn Monroe fisico

Marilyn Monroe: i suoi film

10. Ha recitato in alcuni tra i più celebri film della storia. La carriera cinematografica della Monroe ha inizio nel 1948 con il film Orchidea bionda, a cui seguiranno Una notte sui tetti (1950), Giungla d’asfalto (1950), ed Eva contro Eva (1950), grazie al quale ottiene maggiore popolarità. Negli anni successivi recita in ruoli di rilievo nei film Lo spaccone vagabondo (1950), L’affascinante bugiardo (1951), La confessione della signora Doyle (1952), La tua bocca brucia (1952), Gli uomini preferiscono le bionde (1953), Come sposare un milionario (1953), Follie dell’anno (1954), Quando la moglie è in vacanza (1955), Il principe e la ballerina (1957), A qualcuno piace caldo (1959), Facciamo l’amore (1960), Gli spostati (1961) e Something’s Got to Give (1962).

9. Le sono stati dedicati noti film. Data la popolarità dell’attrice, nel corso dei decenni le sono stati dedicati diversi film, dove appare come personaggio in storie incentrate su più o meno ampi episodi della sua vita. Il primo di questi titoli è Ciao Norma Jean (1976), seguito da Buonanotte, dolce Marilyn (1989). Nel 2011 viene realizzato il film Marilyn, che si concentra sulla settimana che l’attrice trascorse in Gran Bretagna per le riprese di Il principe e la ballerina. Qui la Monroe è stata interpretata da Michelle Williams, la quale venne nominata all’Oscar per la sua interpretazione. Nel 2013 uscì poi il documentario Love, Marilyn – I diari segreti, mentre prossimamente, la Monroe sarà interpretata da Ana de Armas per il film Blonde, previsto per il 2021.

8. Ha vinto prestigiosi premi. Nel corso della sua breve carriera, la Monroe ebbe modo di affermarsi grazie ad interpretazioni rimaste iconiche, vincendo per queste anche diversi prestigiosi riconoscimenti. Le venne infatti assegnato il Golden Globe come miglior attrice in un film commedia o musical per il film A qualcuno piace caldo, ottenne poi nomination al premio Bafta come miglior attrice straniera per Quando la moglie è in vacanza e Il principe e la ballerina. Nel 1954 e nel 1962 le venne infine assegnato l’Henrietta Award come miglior attrice del mondo.

Marilyn Monroe e Andy Warhol

7. Venne ritratta dal celebre artista. L’immagine di Marilyn è oggi venerata come una delle più celebri e diffuse nella cultura di massa, simbolo di bellezza eterna come anche della fragilità della vita. Tra le numerose opere che nel corso del tempo celebri artisti dedicarono all’attrice, una delle più celebri è quella realizzato da Andy Warhol. Nel 1962, il maestro della pop art dà vita ad una serie di serigrafie, dove i colori cambiano di volta in volta, dando vita a giochi cromatici particolarmente attraenti, che formano spesso un contrasto con il volto dell’attrice.

Marilyn Monroe e le sue canzoni

6. Ha inciso celebri brani. La Monroe non si affermò solo in ambito cinematografico, ma ottenne un buon successo anche come cantante. Incise infatti due album musicali con i brani della colonna sonora dei film A qualcuno piace caldo e Facciamo l’amore. Ha poi interpretato noti singoli come Bye Bye Baby, Diamons Are a Girl’s Best Friend, I Found a Dream, e I Wanna Be Loved By You, tutti presenti nei film da lei interpretati. È poi nota per aver cantato la celebre Happy Birthday, Mr. President, al compleanno dell’allora presidente degli Stati Uniti John Fitzgerald Kennedy.

Parte delle cose che non sai sull’attrice

Marilyn Monroe frasi

Marilyn Monroe e i Kennedy

5. Ebbe rapporti con la celebre famiglia americana. Ancora oggi, non sono realmente chiari i rapporti che legavano l’attrice alla famiglia Kennedy e in particolare a John Fitzgerald e Robert. Dopo la canzone cantata dall’attrice in occasione dei festeggiamenti del 19 maggio del 1962, nel cui testo ringraziava il presidente per i traguardi da lui raggiunti, in molti sospettarono un possibile legame sentimentale. Tuttavia, la morte dell’attrice, avvenuta soltanto tre mesi dopo, rese difficile stabilire la veridicità di tali voci, ma allo stesso tempo alimentò il mistero intorno all’accaduto.

Marilyn Monroe: la sua morte

4. Il suo decesso è tutt’oggi un mistero. Il 5 agosto del 1962 l’attrice viene ritrovata priva di vita nella camera da letto della sua casa. Secondo l’autopsia eseguita dai medici, il motivo della morte era da ricondurre ad un suicidio avvenuto tramite overdose di barbiturici. Tuttavia, l’incerta ricostruzione degli eventi come anche alcune incongruenze nelle dichiarazioni dei testimoni hanno dato vita a molteplici teorie sull’evento. Il funerale si tenne l’8 agosto, e venne organizzato dall’allora marito Joe DiMaggio. Il corpo dell’attrice riposa oggi presso il Westwood Village Memorial Park Cemetery.

3. Vi furono sospetti sui Kennedy. L’inaspettata morte dell’attrice diede origine a numerosi sospetti, la maggior parte dei quali ricadono ancora oggi sulla famiglia Kennedy. Si ipotizzò ipotizzato che dietro la scomparsa della Monroe vi fosse il loro coinvolgimento, i quali, per via delle voci sulla relazione tra l’attrice e John, avrebbero temuto per la loro carriera politica. Ancora oggi, tuttavia, la verità rimane un segreto, e con il passare del tempo il mistero della morte della diva sembra destinato a dover rimanere tale.

Marilyn Monroe: le frasi e le poesie dell’attrice

2. Ha scritto poesie e pronunciato celebri aforismi. La Monroe non è soltanto una donna di fascino, ma possedeva anche una profonda sensibilità, il più delle volte dovuta tenere nascosta, che la rivela come una personalità fragile e un’acuta osservatrice delle dinamiche del mondo. Nel libro Fragments. Poesie, appunti, lettere, si possono infatti ritrovare molte testimonianze a riguardo, che permettono di scoprire lati inediti della diva.

Marilyn Monroe: età, altezza e fisico

1. Marilyn Monroe è nata a Los Angeles, il 1° giugno del 1926 ed è deceduta nella medesima città il 5 agosto del 1962. L’attrice era alta 167 centimetri, e le misure del suo corpo erano 96-58-91.

Fonte: IMDb

 

Marilyn Monroe all’asta

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A 50 anni dalla sua scomparsa alcuni scatti privati di Marilyn Monroe vengono battuti all’asta, a lei è dedicato quest’anno il poster del Festival di Cannes.

Le fotografie in questione sono del 1953, la Monroe aveva 27 anni, era nel pieno della sua breve ma scintillante carriera. Marilyn Monroe si trovava sul set di Niagara, film diretto da Henry Hathaway. Dalle prime indiscrezioni che emergono ci sarebbero, fra queste, degli scatti bollenti che ritrarrebbero Marilyn nuda, in posa per un calendario.

Marilyn ha gli occhi neri: tutto quello che c’è da sapere sul film con Miriam Leone

Una delle più brillanti e apprezzate commedie italiane degli ultimi anni è Marilyn ha gli occhi neri, dove si affronta con leggerezza, ironia ma mai superficialità un tema spinoso come i disturbi mentali. Diretto da Simone Godano – regista anche di Moglie e marito e Croce e delizia, e scritto dalla sua frequente collaboratrice Giulia Louise Steigerwalt, il film parte dunque da questo tema per porre a confronto una serie di personaggi problematici che imparano tuttavia a fare squadra e così facendo superando tutti gli ostacoli che la vita pone sul loro percorso.

Dopo aver fatto scambiare di ruolo ad una coppia di sposi in Moglie e marito e aver messo a confronto due famiglie profondamente diverse in Croce e delizia, Godano e Steigerwalt si concentrano dunque stavolta sullo scontro tra il mondo giudicato “normale” e quanti invece per via di disturbi della mente vengono lasciati indietro, soli a combattere con le proprie problematiche ma realmente comprese. Come Marilyn ha gli occhi neri c’è dunque modo di indignarsi, ma anche divertirsi e commuoversi, perché l’amore in tutte le sue forme non manca mai di trionfare.

Per chi dunque è in cerca di un titolo italiano recente, appartenente a questo genere, che valga la pena vedere, Marilyn ha gli occhi neri è senz’altro il film giusto. Prima di intraprendere una visione del film, però, sarà certamente utile approfondire alcune delle principali curiosità relative ad esso. Proseguendo qui nella lettura sarà infatti possibile ritrovare ulteriori dettagli relativi alla trama e al cast di attori, riportando anche i premi ottenuti e la storia vera dietro al racconto proposto. Infine, si elencheranno anche le principali piattaforme streaming contenenti il film nel proprio catalogo.

La trama di Marilyn ha gli occhi neri

Protagonista del film è Clara, talmente brava a mentire che è la prima a credere alle sue bugie. Vitale e caotica, ha più di qualche problema a tenere a freno le sue pulsioni. Diego, invece, è il suo esatto contrario: un ex chef provato dagli eventi, con varie psicosi e continui attacchi d’ira, nonché totalmente incapace di mentire. I due si ritrovano in un Centro Diurno per il rehab di persone con problemi di salute mentale. Quando lo psichiatra responsabile del centro decide di coinvolgere i pazienti in un laboratorio di cucina, Clara e Diego si ritrovano a dover cucinare per gli anziani del quartiere.

Clara, esaltata dal progetto, crea un sito per il ristorante e inizia a postare false recensioni estremamente positive. Chiama il posto Monroe, come Marylin, attrice da cui Clara è ossessionata ed a cui è convinta di assomigliare. Il Monroe diventa ben presto uno dei ristoranti più esclusivi in Italia. Tutti vogliono andarci, ma nessuno sa dove si trovi, semplicemente perché non esiste. Quando la bugia si fa troppo grande, però, Clara chiede a Diego di reggerle in gioco e mettere in piedi il vero Monroe. I guai, naturalmente, non tarderanno ad arrivare.

Marilyn ha gli occhi neri

Il cast di attori di Marilyn ha gli occhi neri e i premi vinti dal film

Ad interpretare Clara si ritrova l’attrice Miriam Leone, negli ultimi anni sempre più impegnata tra cinema e televisione con film come Diabolik e i suoi sequel e la serie I leoni di Sicilia. Nei panni di Diego vi è invece l’attore Stefano Accorsi, il quale per la sua interpretazione del problematico chef ha ricevuto numerose lodi e premi. Thomas Trabacchi è lo psichiatra Paris, mentre Mariano Pirrello è Sosia, convinto che tutti intorno a lui non siano che dei sosia, e Orietta Notari è Susanna, che soffre invece della sindrome di Tourette. Completano il cast Andrea di Casa nei panni di Chip, che crede di esser spiato, e Valentina Oteri in quelli di Gina, una ragazza con disturbi relazionali.

Oltre a vantare un simile cast di attori, Marilyn ha gli occhi neri può fregiarsi anche di diversi premi vinti o di nomination ricevute a prestigiosi premi italiani. Ai Ciak d’oro, il film ha ottenuto il premio per il Miglior attore a Stefano Accorsi, nonché le nomination come Miglior film, Miglior attrice a Miriam Leone e Migliore canzone originale a Francesca Michielin. Proprio il brano cantato da Michielin, dal titolo Nei tuoi occhi, è poi stato candidato come miglior canzone anche ai Nastri d’Argento e ai David di Donatello. Il film ha invece poi vinto il premio come Miglior Commedia al Globo d’oro.

Marilyn ha gli occhi neri storia vera

La vera storia dietro Marilyn ha gli occhi neri

Il film non è direttamente tratto da una storia vera, ma c’è stato un episodio realmente accaduto che ha parzialmente ispirato gli autori di Marilyn ha gli occhi neri. Si tratta di quello del giornalista inglese Oobah Butler, penna di Vice Magazine, che nel 2017 decise di dar vita ad una bufala ideando un ristorante in realtà inesistente, il The Shed at DulwichQuesto divenne in breve il ristorante più votato di Londra su TripAdvisor, grazie a recensioni scritte dallo stesso Butler con vari pseudonimi o da suoi amici e colleghi.

Il tema del menu falso era “stati d’animo” e Butler fotografava continuamente piatti di cibo finto creati utilizzando prodotti per la casa, tra cui schiuma da barba e pastiglie per lavastoviglie. Dopo essere diventato il ristorante più votato su TripAdvisor ed essere stato bombardato da richieste di prenotazione, Butler ha deciso di organizzare una vera e propria serata di apertura per il ristorante, servendo piatti pronti da 1 sterlina a dieci clienti selezionati, accogliendoli in un capannone vicino la propria abitazione.  La bufala è stata favorita dalla moda sviluppatasi in quegli anni per i microristoranti.

Il trailer di Marilyn ha gli occhi neri e dove vedere il film in streaming e in TV

È possibile fruire di Marilyn ha gli occhi neri grazie alla sua presenza su alcune delle più popolari piattaforme streaming presenti oggi in rete. Questo è infatti disponibile nei cataloghi di Rakuten TV, Google Play, Apple TV e Prime Video. Per vederlo, una volta scelta la piattaforma di riferimento, basterà noleggiare il singolo film o sottoscrivere un abbonamento generale. Si avrà così modo di guardarlo in totale comodità e al meglio della qualità video. Il film è inoltre presente nel palinsesto televisivo di mercoledì 1 novembre alle ore 21:25 sul canale Rai 1.

Marilyn ha gli occhi neri, il Trailer Ufficiale del film con Accorsi e Leone

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Ecco il Trailer Ufficiale del nuovo film di Simone Godano Marilyn ha gli occhi neri, con protagonisti Stefano Accorsi Miriam Leone. Scritto da Giulia Steigerwalt, prodotto da Matteo Rovere, una produzione Groenlandia con Rai Cinema, il film uscirà nelle sale il 14 ottobre distribuito da 01 Distribution. Nel cast anche Thomas TrabacchiMario PirrelloAndrea Di Casa, Orietta Notari, Valentina Oteri, Ariella Reggio, Marco Messeri.

Marilyn ha gli occhi neri chiuderà il prossimo 2 ottobre il Bif&st – Bari International Film Festival

Marilyn ha gli occhi neri, la trama

Lui non sa mentire, lei sa solo mentire. Una coppia improbabile alle prese con un progetto impossibile. Clara (Miriam Leone) è talmente brava a mentire che è la prima a credere alle sue bugie. Vitale e caotica, ha qualche problema a tenere a freno le sue pulsioni. Diego (Stefano Accorsi) è il suo esatto contrario, un uomo provato dagli eventi, con varie psicosi e continui attacchi d’ira.

Si ritrovano in un Centro Diurno per il rehab di persone disturbate. La prova che li attende sembra impossibile: devono gestire un ristorante del Centro evitando qualsiasi conflitto con il resto del gruppo. Peccato che non abbiano alcun tipo di attitudine per le imprese di successo. Ma i due inizieranno presto a scoprire che l’unione può portare a risultati incredibili. E chissà, magari anche all’amore.

Marilyn – Trailer Ufficiale Italiano

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Marilyn – Trailer Ufficiale Italiano

Ecco il trailer italiano My Week with Marilyn con Michelle Williams nei panni della splendida diva. All’inizio dell’estate del 1956 la star americana Marilyn Monroe metteva piede sul suolo inglese per la prima volta.

In luna di miele con il marito, il famoso drammaturgo Arthur Miller, la Monroe era andata in Inghilterra per girare Il principe e la ballerina, il film che doveva interpretare al fianco di Sir Laurence Olivier, leggenda del teatro e del cinema inglese, e che del film era il regista e il protagonista. Quella stessa estate il ventitreenne Colin Clark era per la prima volta nella sua vita su un set cinematografico. Appena laureato ad Oxford, Clark, che aspirava a diventare un regista, aveva trovato un modesto impiego sul set de Il principe e la ballerina. Quarant’anni dopo Clark ha raccontato la sua esperienza di quei sei mesi di riprese in un’autobiografia in forma di diario dal titolo The prince, the showgirl and me. Ma nel resoconto di Clark manca una settimana.E’ stato solo alcuni anni dopo che Clark ne ha rivelato il perché. Nel suo secondo libro, intitolato My Week with Marilyn, racconta infatti la vera storia della magica settimana che aveva trascorso da solo con la più grande star del mondo: Marilyn Monroe.

A tratti comico, a tratti commovente, Marilyn è un ritratto intimo della celebre icona hollywoodiana e traccia la storia del breve ma intenso legame che la star stabilì con un ragazzo in grado di capirla meglio di chiunque altro.

Marilyn – Intervista a Eddie Redmayne

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Ecco l’intervista a Eddie Redmayne, protagonista di Marylin, sull’intramondabile stella di Hollywood, la diva per eccellenza.

Marigold Hotel: recensione del fim con Judy Dench

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Marigold Hotel: recensione del fim con Judy Dench

In Marigold Hotel la vecchiaia è una brutta bestia, chi c’è arrivato lo dice, e chi ci è prossimo lo ripete. Ma che fare quando l’età e la vita sono arrivate alla loro naturale fine e ormai ‘manca poco’? Così un gruppo di pensionati si ritrovano in un fatiscente albergo indiano, con l’intento di passare lì i loro ultimi anni di vita. Ognuno di loro ha una sua propria storia e ad ognuno la colorata e caotica India regalerà esperienze, chiarezza e visione del futuro che prima sembrava preclusa.

C’è Evelyn, il filo conduttore del racconto: attraverso i suoi occhi scorgiamo la meraviglia verso la novità, verso il mistero e l’ignoto che un’avventura offre sempre a chiunque la sappia intraprendere, a qualunque età. C’è Graham, Giudice della corte suprema che torna in India alla ricerca del suo amore perduto. Ci sono Jean e Douglas, ridotti in povertà dall’impresa della figlia, che sperano di trovare qualcosa di stimolante nella loro nuova vita, ma la meraviglia pervade solo chi è disposto ad accoglierla, e così non sarà per Jean, provata fisicamente ed emotivamente dal soggiorno forzato al Marigold Hotel. E poi Muriel, scontrosa signora che subisce un’operazione all’anca e viene spedita in India per ‘saltare la fila’ e fare la riabilitazione e infine c’è chi, come Madge e Norman, proprio non vuole scendere a patti con il tempo che passa, che si sente ancora giovane e ha paura di invecchiare, quando la vecchiaia è ormai una realtà.

Marigold Hotel, il film

Marigold hotel 2011
© Searchlight Pictures

Marigold Hotel si fregia di un cast difficilmente superabile. Conduce il gruppo una bellissima Judy Dench, straordinariamente intensa e affascinante, seguita a ruota da Tom Wilkinson, Bill Nighy, Maggie Smith, insieme poi a Penelope Wilton, Celia Imrie, Ronald Pickup e il giovane Dev Patel, lo Slumdog Millionaire di Danny Boyle. John Madden ci porta in questo mondo colorato e chiassoso, glissando evidentemente sulla povertà che si trova accanto all’ostentata ricchezza e raccontandoci una storia che potenzialmente poteva essere davvero preziosa, perché va ad indagare cosa succede ai personaggi dei film dopo il film. Spieghiamoci: tutto il cinema è pervaso da gioventù e bellezza che cerca di trovare il suo posto nel mondo; il film di Madden invece racconta degli anziani che nessuno vuole e che nessuno cura, che a loro volta cercano una sistemazione per la loro nuova condizione di vecchi.

Quando le abitudini si sono sedimentate nel corso di una vita è possibile cambiarle? Quando la vita di coppia viene naturalmente interrotta dalla morte è possibile andare avanti? Quando il nostro corpo non risponde più alle intenzioni di un tempo è possibile lo stesso accettare se stessi? Ogni personaggio con la sua storia ci da una risposta, a volte semplicistica, in altri casi sofferta. Il problema di Marigold Hotel però è una sceneggiatura, basata sul racconto di Deborah Moggach, che nella parte centrale si biforca rendendo disomogenea la struttura corale del film.

La magia dell’oriente non riesce ad bucare lo schermo e il film rimane su un binario morto, nonostante gli incredibili protagonisti e la storia dalle grandi potenzialità.

Marigold Hotel: intervista al fantastico cast!

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Marigold Hotel: intervista al fantastico cast!

Ecco a voi un’interessante intevista al favoloso cast di Maringold Hotel che comprende , , , , , , . Il film è diretto da e uscirà nelle sale questo 30 Marzo.

Marigold Hotel Richard Gere nel sequel

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Marigold Hotel Richard GereE’ stato annunciato lo scorso ottobre che Marigold Hotel avrebbe avuto un seguito. Adesso, via Variety, la Fox sembra davvero intenzionata a portare avanti questa idea, tanto che nel cast del film sono stati appena confermati Richard Gere, David Strathairn e Tamsin Greig.

Ol Parker ha scritto una sceneggiatura che unirà molti dei personaggi sopravvissuti al primo film e interpretati da Judi Dench, Maggie Smith, Bill Nighy, Celia Imrie, Ronald Pickup, Penelope Wilton, Diana Hardcastle e Dev Patel.

La storia questa volta vedrà i personaggi di Maggie Smith e di Dev Patel co-dirigere l’albergo destinato a persone anziane che vogliono passare vacanze al sole, con un posto ancora da assegnare. Gere e Grieg saranno nuovi occupanti delle camere rimaste libere, mentre non sappiamo ancora che ruolo avrà Strathairn.

“Il film si è presentato a noi come un’ottima opportunità di continuare una storia che ci siamo resi conto essere appena all’inizio” ha dichiarato il regista John Madden. “Non per raccontare la stessa storia ma per capire dove queste vite di questi personaggi così diversi andassero a finire, con degli spettatori che già li conoscono e li amano”.

Fonte: Empire

Marigold Hotel – Trailer Italiano

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Un gruppo di pensionati britannici decide di recarsi in India, attirati dalla pubblicità di un albergo di lusso. Arrivati sul posto si trovano di fronte a una grossa delusione. Vivranno comunque delle esperienze che cambieranno in meglio le loro vite.

Marigold Hotel – Trailer Italiano

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Marigold Hotel (The Best Exotic Marigold Hotel) è un film del 2012 diretto da  e con protagonisti , , , , , , . La sceneggiatura del film scritta da Ol Parker, si basa sul romanzo Mio suocero, il gin e il succo di mango (These Foolish Things) di Deborah Moggach. Ulteriori info nella scheda: Marigold Hoter

Marie Heurtin Dal Buio alla Luce recensione del film di Jean Pierre Améris

Ci sono cose che semplicemente non si possono immaginare. Una persona che viene al mondo cieca e sorda non ha né lo strumento visivo né quello uditivo, o il ricordo di essi, per poter immaginare qualcosa. Attraverso il tatto e l’olfatto conosce il corpo dell’altro, la terra su cui si poggia, la pioggia, il vento, il calore del sole.

Marie Heurtin Dal Buio alla Luce di Jean Pierre Améris si apre, non a caso, con una scena così luminosa che quasi infastidisce. È la luce che si fa corpo attraverso Marie, una ragazza che vive un contatto carnalmente panico e selvaggio con la natura.

A 14 anni, Marie Heurtin (Ariana Rivoire), sorda e cieca sin dalla nascita approda nell’istituto di Larnay, in cui una comunità di suore si occupa dell’educazione di ragazze sorde. Marie Heurtin Dal Buio alla LuceIl caso della ragazza è considerato impossibile da trattare dalla maggior parte delle sorelle. Solo una di loro, Suor Marguerite (Isabelle Carrè), con tenacia e genialità, troverà il modo di insegnarle la lingua dei segni e dunque la chiave per entrare a far parte della società.

La ragazza con cui entriamo in contatto nella prima parte del film, è un essere puro da qualsiasi influenza, che vive il contatto in maniera violentissima e dolcissima, tra paura e tenerezza; che non può ascoltare parole, che non può vedere azioni, ma può solo fidarsi della concretezza dei fatti. Per Marie l’identità va di pari passo col gesto e non potrebbe essere altrimenti. È dura, per lo spettatore, mettersi nei suoi panni, provare a percepire gli stimoli esterni come lei li percepisce e sentire la paura di un contatto ogni volta sconosciuto.

Come si diceva in apertura, ci sono cose che semplicemente non si possono immaginare. Essere privati della vista e dell’udito è una di queste. Ma Améris non chiede così tanto allo spettatore e gli tende una mano nella figura di Suor Marguerite. Ecco che il processo identificativo va a cercare la coprotagonista della storia, colei con la quale ci affanniamo alla ricerca di una mappa per entrare in un mondo inesplorato, per raggiungere piccoli grandi risultati che sembrano al limite delle capacità umane e infine trionfare. Riuscire a restituire la spiegazione della vita e della morte a qualcuno che in origine non si riusciva neanche a tenere tranquillamente tra le braccia.

La struttura classica del film permette di raccontare una storia straordinaria, in cui, a pensarci bene, un’evoluzione comunicativa passa per un’involuzione: Marie porta con sé qualcosa di primordiale, una forma di contatto puramente carnale che sembra quasi dimenticato, prettamente ed esclusivamente animalesco. È con questo tipo di approccio comunicativo che le sorelle dell’istituto dovranno fare i conti, facendo appello agli istinti primordiali nascosti nei recessi della memoria istintiva, poiché non si potrà prescindere da quella per costruire un sistema di comunicazione più complesso e adatto alla società in cui la ragazza si accingeva a vivere.

Il film di Améris sarà in sala dal 3 marzo, con gli accorgimenti necessari a rendere il film fruibile anche a sordi e ciechi, con l’ausilio di sottotitoli e audiodescrizioni tramite l’applicazione Movie Reading.

Marie Avgeropoulos: dieci cose che non sai sull’attrice

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Marie Avgeropoulos: dieci cose che non sai sull’attrice

Marie Avgeropoulos è conosciuta ai più per il suo ruolo di Octavia Blake in The 100. Ma lei ha interpretato tanti diversi ruoli e non è solo un’attrice, è anche una batterista e una modella di talento.

Ecco dieci cose che non sapevate su Marie Avgeropoulos.

Marie Avgeropoulos: i film e le serie TV

1. Marie Avgeropoulos è diventata una star grazie ad alcune apparizioni in note serie tv. Marie Avgeropoulos è apparsa, come guest star, in diverse serie tv, come Supernatural (2005), Eureka (2006), Fringe (2008) e Human Target (2010). Nel 2013, Marie ha preso parte a un ruolo televisivo in Cult (2013), trasmessa da The CW. Ha poi recitato anche in The Inbetweeners – Quasi maturi (2012), 90210 (2013) e The 100 (2014-2020), grazie a cui è divenuta celebre.

2. Marie Avgeropoulos ha recitato in diversi film. Marie Avgeropoulos ha recitato anche in diversi film di produzione indipendente, come Isolation – Pericolo alle Bahamas (2015), Numb (2015) e A remarkable life (2016). Nel 2015 Marie ha recitato, insieme a Taylor Lautner in Tracers, un thriller della Lionsgate. La Avgeropoulos ha partecipato anche a film più noti come come 50 e 50 (2011), nominato ai Golden Globe, insieme ai veterani Seth Rogen e Joseph Gordon-Levitt, così come nella memorabile commedia del 2009 Una notte con Beth Cooper. Prossimamente tornerà al cinema con il ruolo di Jean Ann Jollett in Butterfly in the Typerwriter.

Marie Avgeropoulos in Percy Jackson

3. Ha avuto un ruolo nel celebre film. Ancora agli esordi della sua carriera, l’attrice è comparsa con un cameo nel film del 2010 Percy Jackson e gli dei dell’Olimpo – Il ladro di fulmini, adattamento dell’omonimo romanzo e primo di due trasposizioni cinematografiche di tale personaggio. In questo la Avgeropoulos interpreta una delle fanciulle che accompagnano la dea Afrodite.

Marie Avgeropoulos e la serie The 10

4. Marie Avgeropoulos ha avuto un ruolo ricorrente nella serie The 100. Marie Avgeropoulos è una star ricorrente nel ruolo di Octavia Blake nel dramma post-apocalittico The 100. La plurinominata serie narra della sopravvivenza del popolo che vive su una stazione spaziale chiamata l’Arca, che manda gruppi di 100 persone delinquenti sulla terra.

5. Marie Avgeropoulos vive per The 100. The 100, creata da Jason Rothenberg, mostra come il genere umano debba sopravvivere in questa Arca dopo che 97 anni prima la Terra è stata sconvolta da una guerra nucleare globale. I gruppi mandati sulla terra servono per verificare se il pianeta sia nuovamente abitabile. La Avgeropoulos ha raccontato di vivere letteralmente per questa serie, non può fare a meno di parlarne e di postare continuamente immagini o link che si riferiscano alla serie tv.

Marie Avgeropoulos The 100

Marie Avgeropoulos è su Twitter e Instagram

6. Marie Avgeropoulos usa twitter per il sociale e per The 100. Marie Avgeropoulos possiede un account twitter ufficiale in cui twitta e ritwitta tutto ciò che riguarda il suo ruolo e la sua presenza nelle serie che l’ha resa famosa agli occhi del mondo, The 100. Ma non solo: usa il social anche per cinguettare riguardo contesti sociali e ricerca di fondi per cause benefiche.

7. Marie Avgeropoulos ha un account Instagram molto seguito. Marie Avgeropoulos ha un account Instagram ufficiale seguito da 3.1 milioni di follower. In questo account Marie, oltre che promuovere con diversi post la serie The 100, ha postato tante foto di sé. Oltre che attrice, Marie è anche una modella affermata e sono molte le foto che ne mostrano le capacità. Tra shooting e sedute di trucco, la maggior parte dei post sono dedicati alla sua vita quotidiana e al suo tempo libero. Tantissime le foto con il suo adorato cane e altrettante foto realizzate per immortalare i diversi viaggi ed esperienze accumulate.

Marie Avgeropoulos: tra Taylor Lautner e le accuse di violenza domestica

8. Marie Avgeropoulos è stata fidanzata con Taylor Lautner. Nel 2013, Marie Avgeropoulos aveva conosciuto Taylor Lautner, attore noto per essere stato il licantropoco Jacob nella saga di Twilight, sul set di Tracers e da lì è nata la loro relazione. Tuttavia questa è durata giusto qualche mese. La differenza di età di 6 anni probabilmente è stata da ostacolo: mentre lei era alla ricerca di una storia seria, lui (secondo le solite fonti anonime) aveva voglia di divertirsi.

9. Marie Avgeropoulos è stata accusata di violenza domestica. All’inizio dell’agosto 2018, Marie è stata arrestata per violenza domestica. Sembra che abbia litigato in modo abbastanza pesante con il fidanzato, litigio conclusosi con danni subiti dal compagno. Anche se poi lui non ha sporto denuncia, Marie è stata trattenuta dalle forze dell’ordine e poi rilasciata dopo il pagamento di una cauzione d 50 mila dollari. Pare che inizialmente, il fidanzato abbia chiamato le forze dell’ordine per cercare di ridimensionare una situazione che stava prendendo la piega sbagliata.

Marie Avgeropoulos: età e altezza dell’attrice

10. Marie Avgeropoulos è nata a Thunder Bay, in Ontario, Canada, il 17 giugno del 1986. L’attrice è alta complessivamente 165 centimetri.

Fonti: IMDb

Marie Antoinette recensione del film di Sofia Coppola

Marie Antoinette recensione del film di Sofia Coppola

Marie Antoinette è un film del  2006 diretto da Sofia Coppola con protagonisti Kirsten Dunst, Jason Schwartzman, Judy Davis, Rip Torn, Asia Argento, Steve Coogan, Rose Byrne, Danny Huston

Marie antoinette recensioneTrama: Ritratto inedito di Maria Antonietta, la leggendaria regina adolescente figlia dell’imperatrice d’Austria. Promessa sposa di Re Luigi XVI, a soli 14 anni l’ingenua Maria Antonietta giunge presso l’opulenta corte di Versailles. Sola e incompresa, la giovane regina di Francia si dedica a un’esistenza di frivolezze e rimane ingabbiata in una vita di scandali e congiure di palazzo fino alla Rivoluzione Francese, passando alla storia come la regina più incompresa.

Analisi: Figlia d’arte e maestra anticonformista del cinema, Sofia Coppola dipinge un ritratto originale e inedito della figura della celebre regina. Marie Antoinette non è un film storico, come espressamente indicato dalla regista, bensì una rappresentazione in chiave moderna della Regina di Francia.

Esorcizzandone il mito, la pellicola scritta e diretta da Sofia Coppola si propone di lasciare parte della Storia fuori dai cancelli di Versailles per focalizzare l’attenzione dello spettatore sull’interiorità di un’affascinante regina, riscoprendone la fragilità, la leggerezza, i palpiti da adolescente.

La Marie Antoniette di Sofia Coppola è brillantemente interpretata da Kirsten Dunst, la quale somiglia molto al personaggio grazie alle sue origini tedesche e vanta quella carnagione pallida e quasi abbagliante tipica della regina

L’attenzione dello spettatore è immediatamente catturata dagli accattivanti titoli di testa: di grande impatto è il contrasto tra il fondo nero e il rosa shocking dei titoli, che non sono accompagnati da una melodia austera che sarebbe peculiare in un film ambientato nella Francia del Settecento, bensì dal ritmo rock-punk che accompagna tutto il corso della pellicola. Marie Antoinette è infatti un’opera che va per dissonanze suggestive.

Marie Antoinette recensione del film di Sofia Coppola

Giunta a Versailles poco più che ragazzina, Marie Antoinette è alle prese con i pettegolezzi di corte e con le disattenzioni del marito, non si sente apprezzata a sufficienza e percepisce un grande senso di inadeguatezza, reso in modo credibile nella commovente scena del suo sfogo solitario.

Tuttavia, quando era ancora ‘la Delfina’, Marie Antoinette era anche amata e popolare, come ci mostra la pellicola nella prima scena all’Opéra, mentre un’entusiasta principessa si abbandona a un caloroso applauso rivoluzionando le consuetudini e destando stupore tra gli spettatori, i quali sono influenzati dal suo impeto e rivolgono i loro applausi all’amata Delfina.

Marie antoinette recensione

Divenuta regina di Francia all’età di 19 anni, Marie Antoinette regge con difficoltà le responsabilità che ora sono sulle sue spalle, così come il ventenne Luigi XVI muove passi incerti nella politica.

Così la regina, frustrata dalla monotonia del marito e prigioniera di un mondo che le volta le spalle alla prima occasione – spesso veniva denominata ‘l’Austriaca’, disprezzandone le origini straniere – si abbandona a una serie di frivolezze, rese eccessive dalla posizione di prestigio occupata: è un’adolescente ingenua e smarrita che trova rifugio nel piacere edonistico, nel lusso più sfrenato. Maria Antonietta è dedita agli amici, al gioco, ai balli, alla passione con l’affascinante conte Fersen, conosciuto a un ballo in maschera. La relazione con il conte è trattata in poche scene, mentre la storia ci insegna che i due furono amanti per diversi anni.

In questo periodo di spensieratezza, la leggerezza di Maria Antonietta si riflette nel tripudio di colori delle scenografie, della glassa colante dei dolci, dei fuochi d’artificio, dei sontuosi costumi realizzati da Milena Canonero e meritatamente premiati con l’Oscar. Inoltre i costumi della regina lasciano trasparire la sua progressiva maturazione, sino a diventare una donna molto sofisticata.

A Sofia Coppola basta un solo elemento per accostare Maria Antonietta alle teenager del ventunesimo secolo: una scarpa Converse è posta ‘casualmente’ accanto alle innumerevoli paia di scarpette della regina in una delle sequenze più memorabili del film sulle note di “I Want Candy”.

Marie Antoinette

La strepitosa colonna sonora è uno dei principali elementi di forza di Marie Antoinette, una miscela di suoni che spazia tra rock, punk, new-romantic, musica degli anni ottanta che coglie lo spirito adolescenziale proprio del film.

Pertanto la Marie Antoinette di Sofia Coppola è molto diversa dal personaggio dipinto dalla storia, che ce la descrive come un’arrogante sovrana che non si cura minimamente degli interessi del suo popolo; anzi, mentre i suoi sudditi soffrivano la fame, ebbe l’audacia di rispondere: “Se non hanno pane, che mangino brioches”.

Tale aneddoto, oggi riconosciuto come frutto delle maldicenze popolari nei confronti della spendacciona regina, viene rinnegato nell’opera della Coppola, quando un’ingenua e fragile Maria Antonietta afferma con stupore: “Io non avrei mai detto queste parole”. La giovane regina preferisce piuttosto contemplare l’alba insieme agli amici

Ma all’alba della Rivoluzione Francese entra in scena la Storia e il tono della pellicola si incupisce, come è sottolineato dalle tonalità più scure degli abiti di Marie Antoinette.

I sudditi odiano la Regina di Francia per la sua noncuranza nei confronti dei loro bisogni: mentre la crisi finanziaria dilagava in Francia, Marie Antoinette non rinunciava a spese talmente ingenti da procurarle l’appellativo di ‘Madame Deficit’. Inoltre è disprezzata dalla corte per aver privilegiato una ristretta cerchia di amici, cadendo vittima di una serie di infamie e calunnie che alimentarono l’insofferenza del popolo francese.

Marie antoinette recensione

Di fronte all’aggravarsi dell’irrequietezza popolare, Luigi XVI e Marie Antoinette decidono di non fuggire dalla reggia, pronti ad accogliere qualsiasi evenienza. Così, alle cinque del mattino del 6 ottobre 1789, la folla parigina invade il palazzo di Versailles per uccidere la regina o quantomeno per portare a Parigi la famiglia reale.

La drammaticità di questi frangenti è tangibile, commovente il gesto di Marie Antoinette che si inchina al suo popolo con somma dignità in un finale che, malgrado il brio che caratterizza gran parte del film, non può evitare di cedere al dramma.

Tuttavia non c’è alcun bisogno di mostrare il processo, la ghigliottina, e di giungere al giorno fatale del 16 ottobre 1793: sono sufficienti la malinconia degli sguardi di Luigi e Maria Antonietta e la loro muta commozione per far parlare la Storia.

Marianne e Cormac Wibberley per Uncharted

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Marianne e Cormac Wibberley per Uncharted

Proseguono le vicissitudini di Uncharted: Drake’s Fortune, film tratto dall’omonimo videogioco: ultima novità, l’arrivo di nuovi

Mariah Carey canta “Almost Home” per Il Grande e Potete Oz

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Mariah Carey canta “Almost Home” per Il Grande e Potete Oz

Il Grande e Potente Oz-filmDisney annuncia che Mariah Carey,  la superstar vincitrice di diversi Grammy Award, ha inciso la canzone “Almost Home” per Il Grande e Potente Oz,

Maria: Valeria Golino, Piefrancesco Favino e Alba Rohrwacher nel film di Pablo Larraín

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Le riprese del film biografico su Maria Callas, intitolato Maria, di Pablo Larraín, con Angelina Jolie nel ruolo della protagonista, inizieranno a metà ottobre a Budapest. In vista di quel momento, Variety riporta che nuovi attori si sono ora aggiunti al cast, tra cui tre noti volti italiani. Fremantle, che è tra le società produttrici del film, ha infatti confermato che l’attrice Valeria Golino interpreterà la sorella maggiore della leggendaria cantante lirica, Yakinthi, conosciuta come Jackie. Gli attori Alba Rohrwacher e Pierfrancesco Favino saranno a loro volta presenti nel film, anche se rimangono ad ora sconosciuti i ruoli che andranno ad interpretare.

È stato poi rivelato anche che il veterano del cinema e del teatro turco Haluk Bilginer (Winter Sleep) ha ottenuto il ruolo del magnate greco Aristotele Onassis, noto per la sua burrascosa relazione con Callas. Infine, anche l’attore australiano candidato all’Oscar Kodi Smit-McPhee (Il potere del cane) si è a sua volta unito al cast, ma anche lui in un ruolo non specificato. Sappiamo però che la logline ad oggi fornita recita: “il film racconta la storia tumultuosa, bella e tragica della vita della più grande cantante d’opera del mondo, rivissuta e reimmaginata durante i suoi ultimi giorni nella Parigi degli anni ’70”.

Sono estremamente felice di avere la possibilità di concludere questo processo di rappresentazione delle donne che hanno cambiato il destino del 20° secolo, culturalmente parlando“, ha detto Larrain a Variety a giugno, dopo aver già portato sullo schermo Jackie Spencer. “E questa volta si tratta di un artista. Ed è innescato dalla mia ammirazione per la sua vita e il suo lavoro“, ha aggiunto il regista. Steven Knight (Spencer, Peaky Blinders, La promessa dell’assassino) ha scritto la sceneggiatura di Maria, mentre il film sarà prodotto da Juan de Dios Larraín per Fabula Pictures, Lorenzo Mieli per The Apartment Pictures, una Fremantle Company, e Jonas Dornbach per Komlizen Film.

Maria: la recensione del film con Angelina Jolie di Pablo Larraín – Venezia 81

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Dopo Jackie e Spencer, l’acclamato Pablo Larraìn completa la sua trilogia con Maria, ritratto della Divina Callas, la più grande soprano della storia della musica e personalità affascinante e per certi versi misteriosa, che il regista cileno racconta sotto una nuova luce, negli ultimi giorni di vita, nella sua casa di Parigi.

Maria e il racconto della sua autobiografia

È il settembre del 1976, di lì a pochi giorni Maria Callas morirà, lasciando al mondo un’eredità artistica incommensurabile e irripetibile, e lei sembra saperlo, per questo si appresta a scrivere la sua autobiografia, appuntandola attraverso racconti frammentati, affidati a un amico immaginario che ne raccoglie le confidenze e i segreti, come un diario che nessuno leggerà. La giovinezza in Grecia durante la Guerra, l’inizio del successo, l’amore per Onassis, la solitudine, la malattia, ma soprattutto la musica, il teatro, il canto. La sua voce. Larraìn ci mostra Maria mentre cerca di recuperare la sua voce, di tornare a essere non l’usignolo ma la pura “voce umana”, questa volta solo per se stessa, senza un secondo fine o uno scopo differente dal piacere personale della musica.

Pablo Larraìn sceglie di raccontare una Diva che riprende in mano la propria vita, travolta dalla malattia e dalle visione ma apparentemente lucida e presente a se stessa, consapevole e sprezzante, desiderosa delle lusinghe dei fan, per lei dovute, alla ricerca di un suo equilibrio che quell’uomo “brutto e morto” le ha tolto. Si riferisce ovviamente a Aristotele Onassis, il grande amore di Maria, che la Storia ha raccontato averla “sedotta e abbandonata” per l’avvenente Jackie (fu) Kennedy (la stessa che Larraìn ha raccontato con il volto di Natalie Portman). Eppure il regista sceglie una strada diversa: la sua Maria, la Callas è una donna sì desiderosa di amore, ma mai vittima degli eventi, tutt’altro. È una donna che si autodetermina, come tutte quelle eroine d’opera che ha interpretato nel corso della sua sfolgorante carriera. Basti pensare che nell’ultimo immaginario confronto tra lei e il morente Onassis, la Maria di Pablo Larrain dice che alla notizia del suo matrimonio con Jackie, il suo cuore non era spezzato, ma il suo orgoglio era ferito.

Foto Credits Pablo Larraín

La Divina Callas, tragica sì, ma consapevolmente fiera

Lei è la Divina, una Diva che accoglie il successo e le lodi, il servizio e la subordinazione, ma non è capricciosa e pretenziosa, ha slanci di bontà, emozioni profonde e reali, affetti preziosi, bisogno di amore ma anche di essere sempre e comunque se stessa. Larrain racconta una donna che non solo ha interpretato l’opera ma che l’ha vissuta, diventando di volta in volta Madama Butterfly, Violetta, Tosca, tutte le donne che è stata sul palcoscenico e che attraverso di lei hanno trovato spazio nel mondo. Il regista accompagna lo spettatore attraverso questa sovrapposizione tra arte e vita, selezionando attentamente le aree d’opera da far risuonare di volta in volta, componendo un racconto avvincente e originale, tragico sì, ma consapevolmente fiero del proprio valore.

Angelina Jolie è Maria Callas

A interpretare Maria, il regista ha voluto Angelina Jolie. Una dei personaggi pubblici più facilmente accostabili al concetto di Diva, l’attrice studia, imita, ripete, si cala completamente nel ruolo e riesce a portare sullo schermo uno strano ibrido in cui Angelina non scompare mai dietro alla maschera di Maria e allo stesso tempo Callas fa continuamente capolino attraverso gesti e tono di voce di Jolie. Un’interpretazione importante nella carriera dell’attrice che però deve per forza scendere a patti con la sua riconoscibilità: da una parte quindi lo spettatore è restio ad accettare che proprio quella lì debba essere Maria Callas, dall’altra offre il dono prezioso, nei biopic, di aggirare la mera imitazione e di dare spazio all’interpretazione. Dopotutto se avessimo voluto vedere la vera Callas, avremmo guardato un documentario! Per quanto riguarda i primi piani in playback, è un dazio da pagare per un biopic sulla voce più grande di sempre.

Foto Credits Pablo Larraín

Pablo Larraìn direttore d’orchestra

Larraìn è il “solito” direttore d’orchestra impeccabile, conduce le danze con la solita grazia, scompare dietro ai suoi protagonisti quando è il momento di ascoltarli ma prende le redini del racconto non appena il racconto si sposta sulle immagini, i paesaggi, la Parigi degli anni ’70, ma anche i ricordi in bianco e nero di Maria, che ripercorre a poco a poco la sua vita, sempre a testa alta, con eleganza e quella consapevolezza che fanno di lei un personaggio moderno e trascinante.

Era complicato raccontare la divinità di Maria Callas, Pablo Larraìn ne ha offerto una versione moderna, elegante, convincente, un altro gioiello nella sua splendente filmografia.

Maria: il trailer del film di Pablo Larraìn con Angelina Jolie

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Maria: il trailer del film di Pablo Larraìn con Angelina Jolie

Angelina Jolie è l’icona dell’opera Maria Callas nel primo trailer di Maria (qui la nostra recensione), l’ultimo film biografico di Pablo Larraín. Netflix ha lanciato il primo trailer del film, presentato in anteprima al Festival del cinema di Venezia.

Foto di Luigi De Pompeis © Cinefilos.it

L’attrice interpreta il soprano greco americano Callas, morto per un infarto all’età di 53 anni. Come suggerito dal trailer, Maria racconterà la storia della vita della cantante. Insieme a Jolie, il cast include anche Valeria Golino (“Rain Man”), Kodi Smit-McPhee (“The Power of the Dog”), Haluk Bilginer (“Winter Sleep”), Alba Rohrwacher (“L’amica geniale”), Pierfrancesco Favino (“World War Z”), Jeremy Wheeler (“The Crown”) e Rebecka Johnston (“Midsommar”).

Guarda le foto dal red carpet di Maria a Venezia 81

Maria è diretto da Pablo Larraín (“El Conde”) e scritto dal creatore di “Peaky BlindersSteven Knight. La coppia ha già collaborato in precedenza per Spencer, il film sulla principessa Diana che ha fatto guadagnare alla star Kristen Stewart una nomination all’Oscar come migliore attrice.

Maria Regina di Scozia: trailer con Saoirse Ronan e Margot Robbie

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La Universal Pictures Italia ha diffuso il trailer ufficiale di Maria Regina di Scozia, il film che vede protagoniste la candidata all’Oscar Saoirse Ronan e la candidata all’Oscar Margot Robbie. Nel cast ancheJack Lowden David Tennant Guy Pearce ed è diretto da Josie Rourke

Maria, Regina di Scozia, trama

Maria, Regina di Scozia esplora la turbolenta vita della carismatica Mary Stuart. Regina di Francia a 16 anni e vedova a 18, Mary sfida le pressioni politiche che vorrebbero si risposasse. Fa ritorno invece nella sua natia Scozia per reclamare il suo trono legittimo. Ma la Scozia e l’Inghilterra finiscono per essere governate da Elisabetta I. Ciascuna delle due giovani regine percepisce la “sorella” come una minaccia ma, allo stesso tempo, ne subisce il fascino. Rivali per il potere e in amore, e reggenti in un mondo maschile, le due dovranno decidere tra il matrimonio e l’indipendenza. Determinata a regnare non solo in senso figurato, Mary reclama il trono inglese, minacciando la sovranità di Elisabetta. Tradimento, ribellione e cospirazioni all’interno di ogni corte metteranno in pericolo entrambi i troni e cambieranno il corso della storia.

Maria Regina di Scozia arriverà in sala il 17 Gennaio 2018.

Maria Regina di Scozia, recensione del film con Saoirse Ronan e Margot Robbie

Maria Regina di Scozia: recensione del film con Saoirse Ronan

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Maria Regina di Scozia: recensione del film con Saoirse Ronan

Il cinema ha sempre amato le grandi dinastie, le guerre di successione, i troni, i re e le regine che hanno contribuito a costruire la storia dell’Europa (in particolare) così come la conosciamo e in Maria Regina di Scozia, le regine sono due, sedute su due troni, nello stesso Paese, portatrici di due fedi ma anche due modi differenti di concepire la regalità e la femminilità. La storia del film si concentra sul rapporto tra le due regine, da una parte Maria Stuart, cresciuta alla corte di Francia e vedova di Francesco II, che torna in Scozia per sedere sul suo trono. Cattolica, bella, che abbraccia la propria femminilità, le idee di tolleranza sessuale e la concezione del suo corpo come veicolo di vita e mezzo per mettere al mondo un erede e assicurarsi la successione.

Dall’altra parte c’è Elisabetta, la regina più celebrata della storia del cinema. Protestante, erede diretta di Enrico VIII, fermamente convinta che per fare un lavoro da uomo, ovvero regnare, si debba completamente rinunciare all’essere donna, schiava della paura di essere spodestata da chiunque avesse mai accolto al suo fianco e nel suo letto. Al netto di alcune cadute da soap opera e delle vicende storiche che si fanno duttili e nelle mani degli sceneggiatori, il film racconta con grande maestria una schermaglia tra due donne che combattono contro tutti: contro la propria natura, cercando di piegarla al loro ruolo; contro il mondo che le circonda che le vorrebbe relegate allo sfondo, loro che sono nate per regnare; l’una contro l’altra, Maria nella sua legittima pretesa al trono, Elisabetta nella sua ostinazione a rimanere dove è stata posta dalla turbolenta successione al trono del padre.

Maria Regina di Scozia

Maria Regina di Scozia, tra oroismo e tragedia

L’assunto di Maria Regina di Scozia sembra essere quello che imputa alle due regine il prolungamento di una sanguinosa guerra civile, se una delle due si fosse inchinata all’altra, la storia del Regno Unito sarebbe stata meno turbolenta. Tuttavia l’ostinazione e la fedeltà alle proprie idee, la granitica convinzione di entrambe nei loro mezzi ne fanno, almeno nella lettura cinematografica di Josie Rourke (alla sua opera prima), due figure dalla statura eroica e tragica, soprattutto per quello che riguarda Maria Stuart, che morirà per ordine della cugina, dopo aver passato anni in prigione. La loro guerra di parole e preghiere porterà a regnare, alla morte di entrambe, il figlio di Maria stessa.

Impossibile non sottolinearlo, Saoirse Ronan e Margot Robbie sono due giganti. Se la Robbie conferma un talento maturo e sfaccettato, la Ronan ha finalmente dismesso i panni della ragazzina, che aveva interpretato forse per l’ultima volta di Lady Bird, e diventa una donna a tutti gli effetti: fiera, volitiva, appassionata, la sua Maria è un personaggio che cattura lo spettatore e Saoirse è sicuramente una delle attrici che farà il grande cinema nel prossimo futuro.

Maria Regina di Scozia si fonda sul duello tra le due protagoniste, sulle due interpretazioni delle attrici, non a caso quando il confronto tra le due passa in secondo piano, il film perde il suo appeal. Lungi dall’essere soltanto un affresco storico che dimostra la costante della donna vista di cattivo occhio in una posizione di potere, rappresenta anche due letture della famminilità, due modi di essere donna quando questa è chiamata a esercitare un potere e un ruolo che la storia ha voluto principalmente svolto dagli uomini.

Maria Regina di Scozia, il trailer

Maria Pedraza: 10 cose che non sai sull’attrice

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Maria Pedraza: 10 cose che non sai sull’attrice

Maria Pedraza è un attrice che si è fatta conoscere in tutto il mondo per il suo ruolo nella serie, diventata ormai molto famosa in tutto il mondo, La casa di Carta, restando sempre con i piedi per terra e senza farsi contagiare più di tanto dal successo inaspettato.

Dal suo debutto nel mondo della recitazione nel 2017, e con un passato da ballerina classica, Maria Pedraza non ha più abbandonato il suo lavoro da attrice, tanto da intensificare la sua carriera tra il 2018 e il 2019, partecipando a diversi progetti. Ecco, allora, dieci cose da sapere su Maria Pedraza.

Maria Pedraza film

maria pedraza

1. Maria Pedraza: i film e la carriera. Dopo essere stata scoperta dal regista Esteban Crespo su Instagram, Maria Pedraza inizia la sua carriera nel mondo della recitazione nel 2017, partecipando al film Amar e alla serie Si gueras tù. In seguito, l’attrice spagnola è apparsa in diversi episodi della serie Élite (2018) ed diventata una delle protagoniste della famosissima serie tv La casa di carta (2017-2018). Tra i suoi ultimi lavori, vi sono il film Chi porteresti su un’isola deserta? (2019) e la serie Toy Boy (2019). Nel 2020 l’attrice ha interpretato il ruolo di Adela nel film di originale spagnola El verano que vivimos. Nel 2021 Maria Pedraza sarà protagonista di Poliamor para principiantes, fim spagnolo attualmente in post-produzione diretto da Fernando Colomo.

2. Maria Pedraza è apparsa diverse volte interpretando se stessa. Sebbene sia un’attrice da un paio d’anni, Maria Pedraza ha conquistato una grande fetta di pubblico e ha raggiunto un subito un livello di fama, tanto da apparire diverse volte come se stessa. L’attrice, infatti, è apparsa nella serie tv Dìas de cine (2017) e come guest star in un episodio della serie spagnola Versìon Española (2018). L’ultima apparizione, in quando se stessa, è avvenuta nel 2019 grazie alla trentatreesima edizione dei Premi Goya, il più importante riconoscimento spagnolo a livello cinematografico.

Maria Pedraza: La casa di Carta

3. La casa di Carta ha dato un enorme successo a Maria Pedraza. Dopo qualche breve esperienza nel mondo della recitazione, per Maria Pedraza si è aperto un periodo d’oro grazie al clamoroso successo della serie La casa di Carta, che ha decretato il successo della giovane attrice. Pedraza, infatti, interpreta l’ostaggio più importante dei rapinatori, poiché figlia dell’ambasciatore britannico e grazie a lei i rapinatori stessi riusciranno a negoziare con l’ispettore.

4. Maria Pedraza ha avuto più successo all’estero che al proprio paese. Come già detto, grazie a La casa di Carta, Maria Pedraza ha goduto di un certo successo in Italia e anche in altri paesi. Ciò che è strano, è che sia l’attrice, che la serie, non ha spopolato in egual maniera anche nel proprio paese, cioè la Spagna. I motivi non sono ben chiari e forse la serie è passata in sordina in territorio spagnolo perché considerata di bassa qualità, eppure nei lavori successivi l’attrice spagnola si è trovata a lavorare con colleghi che quasi non l’avevano mai sentita nominare.

Maria Pedraza fidanzata con Jaime Lorente

5. Maria Pedraza è fidanzata con un collega. Spesso e volentieri i fan si sono trovati ad essere testimoni di nuovi amori nati sul set che magari rispecchiano anche le proprie ship immaginarie. Questo è stato il caso di Maria Pedraza che sul set della serie spagnola La casa di Carta ha conosciuto il collega Jaime Lorente. Pare che i due siano insieme da diversi mesi che abbiano approfondito la loro conoscenza sul set di Élite. che li vedeva entrambi protagonisti.

6. Il suo ex fidanzato l’ha spinta a frequentare un corso di recitazione. La giovane attrice che adesso è diventata famosa in mezzo mondo, aveva intenzione di diventare una ballerina, uscendo dall’accademia formata come ballerina classica. Dopo qualche infortunio non le più stato possibile seguire questa strada, tanto da essere spinta dal ragazzo di allora a frequentare qualche corso di recitazione.

Maria Pedraza Élite

7. Sul set di Élite, Maria Pedraza ha incontrato i colleghi de La casa di Carta. Nel 2018, Maria Pedraza ha avuto modo di rincontrare i colleghi de La casa di Carta sul set della serie Élite. L’attrice, infatti, ha lavorato nuovamente con Miguel Herran e Jaime Lorente, interpretando i ruoli rispettivamente di Marina, Nano e Christian. Eppure pare che il fatto che i tre siano anche in questa serie, sia dovuto ad una casualità: stando a quanto detto dai registi Dani de la Orden e Ramon Salazar, quando hanno iniziato le riprese di Élite, La casa di Carta non aveva ancora ottenuto tutto il successo arrivato in seconda battuta e che, quindi, i casting della serie sono avvenuti in maniera del tutto casuale e senza premeditazioni.

Maria Pedraza Instagram

8. Maria Pedraza ha un profilo Instagram molto seguito. Come molti altri suoi colleghi nazionali e non, Maria Pedraza è caduta vittima del fascino di Instagram, tanto da aprire un proprio account ufficiale, seguito da qualcosa come 4,4 milioni di persone. La Pedraza era già una star del social prima di diventare attrice, e ciò le ha permesso di conquistare un gran numero di follower grazie al fatto di essere influencer prima, e attrice dopo.

 

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9. L’attrice è stata scoperta proprio su Instagram. Maria Pedraza deve dire grazie proprio ad Instagram se è poi diventata un attrice. Infatti, il fatto di essere un’influencer di un certo livello le è servito per farsi notare, tanto che il regista Esteban Crespo l’ha trovata e scelta personalmente come protagonista del film Amar, uscito nel 2017. Da qui in poi, il resto è stato ormai storia, tanto da diventare una delle giovani attrici più seguite della Spagna e non solo.

Maria Pedraza: età e altezza

10. Maria Pedraza è nata il 26 gennaio del 1996 a Madrid e la sua altezza corrisponde a 171 centimetri.

Fonti: IMDb, Nacion, Fashion