Tratto dall’omonimo best seller
di Paula
Hawkins, arriva al cinema La ragazza del
treno, thriller con protagonista Emily Blunt nel difficile ruolo di una donna
che ha perso tutto e che vede nella felicità altrui una speranza
anche per sé, fino a che qualcosa di terribile non arriva a
distruggere per sempre anche i suoi pochi sogni.
La storia raccontata in La
ragazza del treno è quella di Rachel Watson, una giovane
donna che non ha superato il suo divorzio e il fatto che il suo ex
si sia prontamente risposato, e che si è attaccata troppo alla
bottiglia, arrivando a perdere anche il lavoro. Ciò nonostante,
prende ogni mattina il treno dei pendolari come se ancora dovesse
recarsi in ufficio, guardando fuori dal finestrino e fantasticando
sulle cose e le persone che osserva: in particolare, la sua
attenzione si fissa su una coppia che, nella sua immaginazione,
ritiene perfetta. Un mattino, però, Rachel vede la lei della coppia
assieme a un altro uomo, e dopo pochi giorni la ragazza sembra
essere svanita nel nulla. Rachel inizierà a indagare sulla sorte di
questa sconosciuta, scoprendo una verità sconcertante.
La ragazza del
treno recensione del film con Emily
Blunt
Che fine ha fatto Tate Taylor? Quel
regista che nel 2012 con brio, delicatezza e intelligenza ci aveva
regalato The
Help (altro adattamento da romanzo), adesso si arena
nella trasposizione di un thriller psicologico che vuole rifare
La Finestra sul Cortile senza però averne lo
smalto, lo spirito innovativo, registico e tematico, risolvendosi
in un pastrocchio drammatico e dalla risoluzione affrettata che
funziona solo a metà.
L’aspetto molto interessante del
film che gioca sui punti di vista, sui racconti, sulla fallacità
del ricordo si disperde a causa di un racconto blando che si bea
nelle magnifiche atmosfere invernali in cui è immerso, senza mai
giungere al cuore dello spettatore.
Nella prima parte della storia,
Emily Blunt conduce il racconto con un ruolo
costruito sui cliché che nonostante sia scritto in modo banale non
offusca le ottime doti di interprete della Blunt che rimane
comunque credibile. Con lei brillano anche le altre interpreti
femminili del cast, Haley Bennet, dai
lineamenti affilati e dal corpo sensuale, e Rebecca Ferguson, regale ed elegante.
Non reggono il confronto
Luke Evans, nonostante il fascino, Edgar Ramirez, nonostante la bravura, e
Justin Theroux, il peggiore dei tre.
Nonostante una qualità recitativa
sotto tono, è nella scrittura e nell’adattamento che va riscontrato
il problema de La ragazza del treno che, come
spesso accade alle pellicole tratte dai bestseller estivi, nasconde
la “fregatura” dietro l’angolo. Da Il Codice Da
Vinci e Cinquanta Sfumature di Grigio, la recente
storia dell’editoria è piena di “casi” di romanzi di successo di
mediocre livello che si traducono in film di pari valore. E se la
nostra ragazza, su quel treno ci sale di proposito, per spiare e
indagare un mistero sanguinoso e violento, noi vorremmo scendere
alla prima fermata disponibile.
Negli ultimi anni si sono
avvicendati sul grande schermo una serie di intriganti thriller
psicologici con protagoniste figure femminili controverse e
particolarmente carismatiche. Tra i titoli più noti si annoverano
senza dubbio Gone Girl – L’amore
bugiardo e Dark Places. Nel 2016 è
invece uscito La ragazza del treno
(qui la recensione), film diretto
da Tate Taylor, il quale ha per protagonista una
problematica donna alle prese con un mistero che la riguarda molto
da vicino. Scritto da Erin Cressida Wilson, già
autrice di Secretary e Chloe – Tra seduzione e
inganno, il film è un puro giallo che coinvolge lo spettatore
dall’inizio sino alla sua risoluzione.
Il lungometraggio è l’adattamento
dell’omonimo romanzo best seller scritto da Paula
Hawkins e pubblicato nel 2015. Fino a quel momento la
Hawkins era nota come scrittrice di romanzi rosa, ma ha raggiunto
il successo internazionale proprio grazie a La ragazza del
treno, che ha segnato il suo passaggio al genere thriller.
Caratterizzato da una narrazione che procede tra presente e
flashback sul passato, il libro ha visto esaltata questa struttura
nella sua trasposizione cinematografica. L’intento degli autori era
quello di far provare anche allo spettatore il senso di spaesamento
provato dalla protagonista.
Pur con i suoi difetti, il film non
ha mancato di affermarsi come un grandissimo successo, guadagnando
oltre 173 milioni di dollari a fronte di un budget di 45. La
ragazza del treno ha così non solo ribadito la fortuna di cui
gode il suo genere di riferimento, ma ha anche provato una volta di
più la bravura della sua protagonista. Prima di intraprendere una
visione del film, però, sarà certamente utile approfondire alcune
delle principali curiosità relative a questo. Proseguendo qui nella
lettura sarà infatti possibile ritrovare ulteriori dettagli
relativi alla trama e al cast di
attori. Infine, si elencheranno anche le principali
piattaforme streaming contenenti il film nel
proprio catalogo.
La ragazza del treno: la trama del film
Il film racconta di Rachel
Watson, una donna alcolizzata che condivide l’appartamento
con l’amica Cathy, a seguito del sofferto
divorzio. L’ex marito Tom, infatti, l’ha lasciata
per l’amante Anna, che l’ha reso padre della
piccola Evie. La frustrazione di Rachel è
amplificata dalla dipendenza e dalle accuse di Tom, che le
attribuisce la colpa del licenziamento. Fingendo di recarsi al
lavoro per non insospettire la coinquilina, Rachel prende ogni
giorno il treno e fantastica sull’emblema della coppia perfetta,
incarnata da Scott e Megan, la
cui villa è osservabile proprio dal finestrino del treno che Rachel
è solita prendere.
Un giorno, tuttavia, Megan scompare
a poche ore dall’ultimo avvistamento di Rachel, che l’ha osservata
in compagnia di un misterioso uomo. La donna è decisa ad indagare e
contatta Scott, fingendosi amica di sua moglie. Rintraccia poi,
l’amante di Megan, lo psicologo Abdic Kamal, il
suo indiziato numero uno. Quando Rachel crede di essere giunta alla
soluzione dell’enigma, un uomo la avvicina sul treno e le rivela
che, nel giorno della scomparsa di Megan, l’ha trovata svenuta
sotto ad un tunnel, dopo averla sentita inveire contro una donna.
La posizione di Rachel sembra complicarsi, con i sospetti pronti a
ricadere tutti su di lei.
La ragazza del treno: il cast del film
Ad interpretare il ruolo della
protagonista, Rachel Watson, vi è l’attrice Emily Blunt,
anche nota per i film Il ritorno di Mary Poppins, Sicario e A Quiet
Place. All’inizio delle riprese l’attrice si scoprì anche
incinta, ma decise di mantenere il segreto per non mettere in
dubbio le sue possibilità di partecipare al film. Al termine delle
riprese, la Blunt era ormai al quinto mese e poté rivelare la
notizia. Per il ruolo si preparò in particolare approfondendo la
condizione psichica degli alcolizzati, cercando di poter essere il
più realistica possibile a riguardo. Ha inoltre indossato lenti a
contatto iniettate di sangue per le scene in cui è fortemente
ubriaca.
Accanto a lei, nei panni dell’ex
marito Tom vi è l’attore Justin Theroux,
da sempre amico della Blunt. La nuova amante di lui, Anna, è
interpretata dall’attrice Rebecca
Ferguson, anche nota per The Greatest Showman
e Mission: Impossible – Rogue Nation.
Luke Evans, invece, è Scott Hipwell. Nel ruolo della
moglie di questi, Megan, vi è Haley Bennett. Per
questo ruolo erano state considerate anche le attrici
Margot Robbie e Kate Mara. La
premio Oscar Allison Janney interpreta il sergente
Riley, mentre Edgar Ramirez è
il dottor Kamal Abdic. Chiudono il cast Lisa
Kudrow, la celebre Phoebe di Friends, nel ruolo
di Martha, e Laura Prepon,
celebre per la serie Orange is the New Black, in quello di
Cathy.
La ragazza del treno: il trailer e
dove vedere il film in streaming e in TV
È possibile fruire del film grazie
alla sua presenza su alcune delle più popolari piattaforme
streaming presenti oggi in rete. La ragazza del
treno è infatti disponibile nel catalogo di
Rakuten TV, Chili, Google Play, Apple iTunes, Tim Vision,
Now, Rai Play e Amazon Prime Video. Per vederlo, basterà
noleggiare il singolo film, avendo così modo di guardarlo in totale
comodità e al meglio della qualità video. È bene notare che in caso
di noleggio si avrà soltanto un dato limite temporale entro cui
guardare il titolo. Il film è inoltre presente nel palinsesto
televisivo di martedì 6 luglio alle ore
21:20 sul canale Rai 4.
La 01 Distribution ha pubblicato il trailer italiano
ufficiale de La Ragazza del Treno,
adattamento cinematografico dell’omonimo romanzo di Paula
Hawkins diretto da Tate Taylor e con
protagonista Emily Blunt.
Di seguito potete vedere il
video:
La Ragazza del
Treno: trailer e foto dal film con Emily
Blunt
Nel cast dei film
Emily Blunt,
Rebecca Ferguson, Luke Evans, Haley Bennett, Justin
Theroux, Lisa Kudrow, Édgar Ramírez e Allison
Janney, mentre alla regia c’è Tate
Taylor.
Di seguito la trama del romanzo
omonimo di Paula Hawkins da cui sarà tratt il
film:
La vita di Rachel non è di quelle
che vorresti spiare. Vive sola, non ha amici, e ogni mattina prende
lo stesso treno, che la porta dalla periferia di Londra al suo
grigio lavoro in città. Quel viaggio sempre uguale è il momento
preferito della sua giornata. Seduta accanto al finestrino, può
osservare, non vista, le case e le strade che
scorrono fuori e, quando il treno si ferma puntualmente a uno stop,
può spiare una coppia, un uomo e una donna senza nome che ogni
mattina fanno colazione in veranda. Un appuntamento cui Rachel,
nella sua solitudine, si è affezionata. Li osserva, immagina le
loro vite, ha perfino dato loro un nome: per lei, sono Jess e Jason, la coppia
perfetta dalla vita perfetta. Non come la sua. Ma una mattina
Rachel, su quella veranda, vede qualcosa che non dovrebbe vedere. E
da quel momento per lei cambia tutto. La rassicurante invenzione di
Jess e Jason si sgretola, e la sua stessa vita diventerà
inestricabilmente legata a quella della coppia. Ma che cos’ha visto
davvero Rachel?
In La ragazza del
mondo Giulia e la sua famiglia fanno parte dei testimoni
di Geova. La sua è una vita rigorosa, fatta di regole rigide che la
costringono in un ambiente limitato, anche se protetto. Libero è
appena uscito dal carcere, non conosce altri modi di guadagnarsi da
vivere che non implichino l’infrazione di qualche regola. La madre
di Libero pensa che forse qualche dio potrà aiutare suo figlio a
trovare la retta via, e accetta gli incontri di lettura della
Bibbia di Giulia. Libero e Giulia sono inevitabilmente attratti
l’uno dall’altra e ciò non può che complicare le loro vite.
In tempi in cui l’estremismo
religioso fa molto parlare di sé, La ragazza del
mondo di Marco Danieli, prodotto dalla
Scuola Nazionale di cinema, analizza anche come la troppa fede, ma
anche la sua totale assenza possa essere autolesionistica, e non
portare all’amore, ma al suo esatto .opposto. Libero, nonostante il
nome, fa di tutto per non essere tale, Giulia ha scelto una strada
che la porta a scontrarsi con la realtà in cui vive, quella che i
suoi “consociati” chiamano il Mondo, dando a questa parola una
connotazione negativa, che si identifica con le sue
tentazioni e nega tutte le possibilità positive.
Quella che sembra una corruzione di
un’anima pura è invece un percorso per far capire alla
protagonista che l’unica persona che le possa dire dove andare e
cosa fare è lei stessa, non la famiglia, non il
fidanzato. Michele
Riondino, nei panni di Libero, offre un’intensa
interpretazione del ragazzo perduto, e Sara
Serraiocco, alla seconda prova da protagonista dopo Cloro,
si conferma una buona nuova interprete.
Al cast si aggiunge anche
Pippo Delbono, che dà al capo spirituale della
comunità a cui appartiene Giulia un aspetto autoritario ma anche, e
questo emerge in uno dei colloqui con la ragazza, dotato di una
discreta dose di morbosità. Il regista Marco
Danieli, diplomato presso il Centro Sperimentale di
cinematografia è già autore di diversi cortometraggi selezionati ad
esempio al Tau Film Festival di Tel Aviv, mentre esordisce con
questo titolo alla regia di un lungometraggio. La
ragazza del mondo è stato presentato al Festival di
Venezia nell’ambito delle Giornate degli autori.
Arriverà su Disney+ il prossimo 19 luglio
La Ragazza del Mare, l’incredibile storia vera di
Trudy Ederle, la prima donna ad attraversare a nuoto il Canale
della Manica. La protagonista è interpretata da
Daisy Ridley che per l’occasione si è allenata a
nuotare in mare aperto. Questa è la nostra intervista la regista
Joachim Rønning (Kon-Tiki).
Il film, uscito nelle sale
statunitensi e inglesi il 31 maggio 2024, è stato accolto
calorosamente dalla critica, così come l’interpretazione di
Daisy Ridley. Katie Walsh del LOS ANGELES TIMES ha
dichiarato: “Questo entusiasmante biopic sportivo è un ritorno a
quelle storie ispirazionali che tanto amiamo che parlano di
personaggi ‘underdog’, come ‘Rudy’, con al centro il tema di una
donna che sfida la natura e combatte per il girl power”. Tomris
Laffly di VARIETY ha scritto: “Daisy Ridley stupisce e fa piangere
il pubblico in questo film meravigliosamente classico”.
La Ragazza del Mare vede protagonista
Daisy Ridley nel ruolo dell’abile nuotatrice nata da
genitori immigrati a New York nel 1905. Grazie al fermo sostegno
della sorella maggiore e degli allenatori che l’hanno incoraggiata,
superò le avversità e l’ostilità di una società patriarcale per
scalare i ranghi della squadra di nuoto olimpica e completare
un’impresa sbalorditiva: una nuotata di 21 miglia dalla Francia
all’Inghilterra. La Ragazza del Mare, interpretato anche
da Tilda Cobham-Hervey, Stephen Graham, Kim Bodnia, Christopher
Eccleston e Glenn Fleshler, è diretto da Joachim
Rønning, scritto da Jeff Nathanson ed è basato sul libro
“Young Woman and the Sea: How Trudy Ederle Conquered the English
Channel and Inspired the World” di Glenn Stout. I produttori sono
Jerry Bruckheimer, Chad Oman e Jeff Nathanson, mentre John G.
Scotti, Daisy Ridley e Joachim Rønning sono i produttori
esecutivi.
Il film, uscito nelle sale
statunitensi e inglesi il 31 maggio 2024, è stato accolto
calorosamente dalla critica, così come l’interpretazione di
Daisy Ridley. Katie Walsh del LOS ANGELES TIMES ha
dichiarato: “Questo entusiasmante biopic sportivo è un ritorno a
quelle storie ispirazionali che tanto amiamo che parlano di
personaggi ‘underdog’, come ‘Rudy’, con al centro il tema di una
donna che sfida la natura e combatte per il girl power”. Tomris
Laffly di VARIETY ha scritto: “Daisy Ridley stupisce e fa piangere
il pubblico in questo film meravigliosamente classico”.
La Ragazza del Mare vede protagonista
Daisy Ridley nel ruolo dell’abile nuotatrice nata da
genitori immigrati a New York nel 1905. Grazie al fermo sostegno
della sorella maggiore e degli allenatori che l’hanno incoraggiata,
superò le avversità e l’ostilità di una società patriarcale per
scalare i ranghi della squadra di nuoto olimpica e completare
un’impresa sbalorditiva: una nuotata di 21 miglia dalla Francia
all’Inghilterra. La Ragazza del Mare, interpretato anche
da Tilda Cobham-Hervey, Stephen Graham, Kim Bodnia, Christopher
Eccleston e Glenn Fleshler, è diretto da Joachim Rønning, scritto
da Jeff Nathanson ed è basato sul libro “Young Woman and the Sea:
How Trudy Ederle Conquered the English Channel and Inspired the
World” di Glenn Stout. I produttori sono Jerry Bruckheimer, Chad
Oman e Jeff Nathanson, mentre John G. Scotti, Daisy Ridley e
Joachim Rønning sono i produttori esecutivi.
Grazie alla divisione
italian di 20th Century Fox siam in grado di mostrarvi il primo
trailer italiano di La Ragazza del
Dipinto, il film di Amma Asante
conGugu
Mbatha-Raw,Tom
Wilkinson, Emily
Watson, Penelope
Wilton,Miranda
Richardson, Sarah Gadon
e Sam Reid. Di
seguito potete vedere il trailer mentre qui trovate la nostra recensione.
Un dipinto del 1779 ritrae una
ragazza bianca e una nera. Quest’ultima è Dido, nobildonna mulatta
che ai tempi della schiavitù riesce a reclamare un’inedita
posizione tra i privilegi del rango e la diversità della sua
condizione.
Tratto da una storia vera, La ragazza del
dipinto –Belle in originale –
racconta una pagina storica poco nota e davvero affascinante,
quella di Dido Elizabeth Belle Lindsay, figlia mulatta di un
ammiraglio della marina britannica e di una schiava. Dopo la morte
della madre della bambina, l’ufficiale riconosce legalmente la
figlia e la affida alle cure dello zio, il Conte di Mansfield,
giudice supremo della corte britannica.
Dido cresce come una ragazza aristocratica con la cugina
Elizabeth, ma dovrà confrontarsi con le discriminazioni inevitabili
a causa del colore della sua pelle.
La ragazza del dipinto
– Un dipinto del 1779 ritrae una ragazza bianca
e una nera. Quest’ultima è Dido, nobildonna mulatta che ai tempi
della schiavitù riesce a reclamare un’inedita posizione tra i
privilegi del rango e la diversità della sua condizione.
Tratto da una storia vera,
La ragazza del dipinto – Belle
in originale – racconta una pagina storica poco nota e davvero
affascinante, quella di Dido Elizabeth Belle Lindsay, figlia
mulatta di un ammiraglio della marina britannica e di una schiava.
Dopo la morte della madre della bambina, l’ufficiale riconosce
legalmente la figlia e la affida alle cure dello zio, il Conte di
Mansfield, giudice supremo della corte britannica.
Dido cresce come una ragazza
aristocratica con la cugina Elizabeth, ma dovrà confrontarsi con le
discriminazioni inevitabili a causa del colore della sua pelle.
La ragazza del dipinto, un film
sofisticato
Nell’anno della consacrazione di
12 anni schiavo, il tema della schiavitù viene
declinato in maniera sofisticata nella pellicola diretta da
Amma Asante senza cedere alla retorica dietro
l’angolo. Se infatti non mancano elementi del repertorio austeniano
come matrimoni combinati, gentiluomini dalla cospicua rendita e
nobildonne in cerca di marito, il contesto sociale si arricchisce
di temi drammatici e toccanti.
La posizione della giovane
Dido è ambigua: non può cenare con la famiglia, ma il suo rango è
troppo elevato per la servitù; è altamente istruita, suscita
curiosità e disprezzo, eppure diventa oggetto di interesse per via
della sua condizione di ereditiera.
Una figura di donna complessa,
indipendente e moderna, che rivendica la propria libertà e cerca di
dare una voce a chi non la possiede con l’aiuto di un giovane
avvocato idealista. Al centro della vicenda è il caso della nave
negriera Zong, che gettò in mare 142 schiavi incatenati per
ottenere l’assicurazione sulle perdite subite. Un caso che spalancò
le porte dell’abolizione della schiavitù nel Regno Unito.
La ragazza del dipinto recensione,
il cast
La ragazza del
dipinto si avvale di uno splendido cast. Gugu
Mbatha-Raw è la perfetta protagonista di questo film,
affiancata da solidi veterani (Tom Wilkinson,
Emily Watson, Penelope Wilton e
Miranda Richardson) e da talentuosi coetanei: da
Sarah Gadon che interpreta l’ingenua cugina, a
Sam Reid, che veste i panni dell’appassionato
avvocato John Davinier. L’alchimia tra i due protagonisti è
notevole, offrendo non solo la parentesi romantica della vicenda ma
ritraendo due anime affini anche sul piano intellettuale.
Con le incantevoli scenografie e i
meravigliosi costumi, la pellicola di Amma Asante poggia su una
ricostruzione storica impeccabile ed è accompagnata dalle
straordinarie musiche del premioOscar
Rachel Portman.
Nella sua cornice romantica e
avvincente La ragazza del dipinto tocca
con profondità il contrasto di classe, il dramma della donna in un
tempo in cui poteva solo diventare proprietà di un uomo, nonché
nobili ideali rivendicati contro il potere, riuscendo a
intrattenere e informare lo spettatore con un ammaliante tocco
poetico.
Per gli amanti del genere, i film
in costume hanno sempre sfoggiato un certo fascino, specialmente
nel momento in cui riescono a raccontare di sentimenti e vicende
quanto più originali possibili. Tra gli ultimi titoli di questo
filone vi è il film del 2017 La ragazza dei
tulipani, diretto da Justin
Chadwick, già autore di un altro noto film in costume come
L’altra donna del re. Guidato da una struggente passione,
il film conduce gli spettatori nei Paesi Bassi del XVII Secolo,
dove si svolge una storia d’amore qui rappresentata dai tulipani
del titolo. In pochi forse sano che è proprio questo splendido
fiore a simboleggiare il sentimento d’amore vero, il quale permea
qui sull’intera storia.
Il film non è però una storia
originale, bensì la trasposizione cinematografica del romanzo
Tulip Fever, scritto da Deborah Moggach
nel 1999. Divenuto da subito molto popolare, questo sarebbe dovuto
arrivare al cinema già nel 2004, con protagonisti gli attori
Jude Law e
Keira
Knightley. A causa di problemi legislativi, però, la
produzione venne sospesa, e fu solo nel 2014 che i lavori
ripresero, seppur con un differente cast. I guai però non finirono
qui, e anche ultimato il film vide rimandata continuamente la sua
data d’uscita. Questo fu dovuto anche a causa degli scandali che in
quel periodo colpirono il produttore Harvey
Weinstein, coinvolto nel progetto.
Tutto ciò portò il film ad uscire
in sordina, guadagnando appena 9 milioni di dollari a fronte di un
budget di 25. La ragazza dei tulipani meriterebbe però una
seconda possibilità, anche solo per il notevole cast di attori che
vi hanno preso parte. Prima di intraprendere una visione del film,
però, sarà certamente utile approfondire alcune delle principali
curiosità relative a questo. Proseguendo qui nella lettura sarà
infatti possibile ritrovare ulteriori dettagli relativi alla
trama e al cast di attori.
Infine, si elencheranno anche le principali piattaforme
streaming contenenti il film nel proprio catalogo.
La ragazza dei tulipani: la trama
del film
La storia si svolge nei Paesi Bassi
del XVII secolo. Sophia Sandvoort è una fanciulla
orfana cresciuta nel convento di Sant’Ursula. La badessa di questo
organizza per lei un matrimonio combinato con un ricco mercante
vedovo di mezz’età di nome Cornelis Sandvoort e
così la giovane si trova a lasciare il convento per iniziare una
nuova vita da moglie. Il matrimonio con Sandvoort prosegue, per
Sophia, tra alti e bassi, senza alcuno slancio passionale. Per di
più, Sophia non riesce a concepire. L’uomo desidera ardentemente
avere un erede, e quella che per lui è una mancanza della moglie
genera una continua tensione nel loro rapporto.
La vita di Sophia si trova
improvvisamente ad un bivio nel momento in cui suo marito decide di
farsi ritrarre insieme a lei da un giovane e talentuoso pittore.
Così la ragazza conosce Jan Van Loos, personalità
piena di passioni e fascino ma priva di una stabilità economica.
Nonostante ciò, tra lei e l’artista nasce da subito un forte
sentimento, che complicherà non poco la loro vita e di quelli che
gli stanno intorno, come Maria, domestica e amica
di Sophia. In un Olanda in preda al desiderio di possedere i
tulipani, sempre più presenti in commercio, i due giovani dovranno
così trovare il modo per far sbocciare il loro rispettivo
amore.
La ragazza dei tulipani: il cast
del film
Il cast di attori che compone
La ragazza dei tulipani è quantomai variegato,
comprendendo personalità particolarmente note del mondo del cinema,
tra cui anche diversi premi Oscar. Protagonista, nei panni di
Sophia Sandvoort, è l’attrice Alicia
Vikander, divenuta celebre grazie ai film Ex
Machina e The Danish Girl. Questa si preparò a lungo
per la parte, approfondendo il ruolo della donna nel contesto
storico in cui il film è ambientato. Nei panni del giovane artista
Jan Van Loos vi è invece Dane DeHaan,
noto per Chronicle e The Amazing Spider-Man 2 – Il
potere di Electro. Per rappresentare al meglio lo stretto
legame che unisce il suo personaggio con quello di Sophia, DeHaan
ha raccontato di aver trascorso diverso tempo in compagnia della
Vikander, sviluppando una convincente chimica di coppia.
Il severo Cornelis Sandvoort,
marito di Sophia, ha invece il volto del due volte premio Oscar
Christoph
Waltz. Anche questi si è preparato al ruolo studiando
gli usi e i costumi dei nobili del Seicento. Judi Dench
interpreta la badessa del convento di Sant’Ursula, mentre
Hollyday Grainger è Maria, la domestica di Sophia.
Altro volto noto è quello di Zach
Galifianakis, celebre per la trilogia di Una notte
da leoni, questi interpreta qui Gerrit, l’assistente di Jan
Van Loos. Infine, Cara Delevingne
è la commerciante di tulipani Annetjie, mentre Jack
O’Connell veste i panni del pescivendolo Willem Brok. Nei
panni di Mattheus, amico stretto di Jan, i produttori desideravano
avere il cantante Harry Styles. Questi tuttavia
non poté partecipare a causa di altri impegni, e al suo posto venne
scelto Matthew Morrison.
La ragazza dei tulipani: il
trailer e dove vedere il film in streaming e in TV
È possibile vedere o rivedere il
film grazie alla sua presenza su alcune delle più popolari
piattaforme streaming presenti oggi in rete. La ragazza dei
tulipani è infatti disponibile nel catalogo di Rakuten
Tv, Chili Cinema, Tim Vision e Amazon Prime Video. Per vederlo, in base
alla piattaforma scelta, basterà iscriversi o noleggiare il singolo
film. Si avrà così questo a disposizione per un determinato limite
temporale entro cui effettuare la visione. Il film sarà inoltre
trasmesso in televisione in prima TV il
giorno mercoledì 13 gennaio alle ore
21:20 sul canale Rai 2.
Il francese Stéphane
Demoustier, regista di Terre battute e Allons
enfants, ha realizzato nel 2019 quello che è ad ora il suo
film più noto: La ragazza con il braccialetto.
Incentrato su una vicenda giudiziaria, questo è in realtà un
viaggio esplorativo all’interno di un nucleo famigliare tipo, con
il fine di indagarne i rapporti, gli equilibri e in che modo essi
possono essere minati da un evento sconvolgente. Selezionato per
essere proiettato nella sezione Piazza Grande al 72esimo
Festival di Locarno, dove ha avuto la sua
anteprima mondiale, il film è dunque un intenso
dramma che non ha mancato di ottenere ampi riconoscimenti.
La ragazza con il
braccialetto è infatti stato accolto con ottime recensioni
da parte della critica e del pubblico, ed ha poi vinto premi in
prestigiose cerimonie come i Lumières Awards, dove Demoustier ha
vinto per la Miglior sceneggiatura, e agli ancor più importanti
Cèsar Awards (gli Oscar francesi), dove sempre Demoustier ha
trionfato nella categoria Miglior sceneggiatura adattata. Il suo
film, infatti, è il remake di un noto lungometraggio argentino – di
cui si parlerà più avanti in questo articolo – a cui però il
regista francese ha aggiunto dettagli così da renderlo più
personale e adeguato al proprio contesto di provenienza.
Per chi è dunque un appassionato di
vicende giudiziarie, dove la colpevolezza o l’innocenza del
sospettato di turno non sono mai evidenti, La ragazza con
il braccialetto è allora un film da non lasciarsi
sfuggire. Specialmente per il modo in cui indaga le ripercussioni
che simili vicende hanno. Prima di intraprendere una visione del
film, però, sarà certamente utile approfondire alcune delle
principali curiosità relative ad esso. Proseguendo qui nella
lettura sarà infatti possibile ritrovare ulteriori dettagli
relativi alla trama, al cast di
attori e alle sue fonti di ispirazione.
Infine, si elencheranno anche le principali piattaforme
streaming contenenti il film nel proprio catalogo.
La trama e il cast di La
ragazza con il braccialetto
Protagonista del film è
Lise, una ragazza di 18 anni accusata di aver
ucciso la sua migliore amica e ora costretta alla libertà vigilata
in attesa del giudizio della Corte d’assise. Motivo per cui alla
caviglia porta un braccialetto elettronico che controlla i suoi
movimenti. I genitori, Bruno e
Céline affrontano l’accusa di omicidio della
figlia in modi totalmente diversi: il padre è protettivo e cerca di
sostenerla, mentre la madre è totalmente bloccata su come
affrontare questo dramma familiare e il futuro di Lise. Quando la
ragazza si presenta in tribunale, emergerà un suo stile di vita
totalmente inaspettato per i genitori. Una vita sconcertante che
finora ignoravano e che mette per la prima volta l’imputata a
nudo.
Il film segna il debutto come
attrice di Mélissa
Guers, qui protagonista nel ruolo di Lise Bataille.
Nei panni dei suoi genitori Bruno e Céline Batailler vi sono invece
Roschdy Zem e Chiara Mastroianni.
Il primo è noto anche come regista dei film Omar m’a tuer
e Mister Chocolat, mentre Mastroianni (figlia di
Marcello Mastroianni e Catherine
Deneuve) si è di recente distinta nei film L’hotel
degli amori smarritie I
figli degli altri. Anaïs Demoustier
ricopre il ruolo dell’Avvocato Generale, mentre Annie
Mercier il ruolo dell’avvocato di Lise. Completano il cast
Paul Aïssaoui-Cuvelier nel ruolo di Jules Bataille
e Pascal-Pierre Garbarini, un vero avvocato, nei
panni del presidente del tribunale.
Per quanto riguarda la storia
raccontata in La ragazza con il braccialetto, essa
non è tratta da una vicenda reale, specialmente considerando che il
film è un remake del lungometraggio argentino Acusada, presentato in concorso alla Mostra
del Cinema di Venezia nel 2018 per la regia di Gonzalo
Tobal. Nella realizzazione del suo film, quest’ultimo
aveva dichiarato che nello scrivere la storia si è documentato su
alcuni casi realmente avvenuti – senza però specificare quali – con
giovani macchiatisi di omicidio. Il regista ha però poi preferito
concentrarsi sull’elaborare una storia originale, essendo
principalmente interessato ad esplorare il modo in cui un simile
evento scuota l’equilibrio famigliare.
Allo stesso modo, per La
ragazza con il braccialetto, il regista Stéphane
Demoustier ha trascorso del tempo in un tribunale – più
precisamente al tribunale di Bobigny, come da lui dichiarato – per
assistere ai processi e quindi essere sicuro di attenersi il più
possibile alla realtà. Demoustier, infatti, nel realizzare il
remake si è preoccupato di adattare la vicenda al funzionamento del
sistema giudiziario francese. Anche in questo caso, però, pur
avendo seguito vicende reali, il regista ha scelto di non basarsi
su nessuna di esse per gli stessi motivi riportati da Tobal, ovvero
la possibilità di partire da questo evento per concentrarsi poi su
dinamiche più intime e personali.
Il trailer di La ragazza
con il braccialetto e dove vedere il film in streaming e
in TV
Sfortunatamente, La ragazza
con il braccialetto non è presente in Italia su nessuna
tra le piattaforme streaming disponibili. Tuttavia, il film è
presente nel palinsesto televisivo di giovedì 4
luglio alle ore 21:20 sul canale
Rai 3. Pertanto, per un limitato periodo di tempo
sarà poi possibile ritrovarlo sulla piattaforma
RaiPlay, a cui si potrà accedere in modo del tutto
gratuito per poter vedere il film.
A distanza di tre anni
da quando nel 2011 David
Fincher realizzò la sua personale rivisitazione
di Millennium – Uomini che Odiano le
Donne, il regista originario di Denver si è detto
pronto a tornare a lavoro su La Ragazza che
Giocava col Fuoco, sequel della pellicola,
nonché secondo capitolo della
trilogia Millenniumdello
svedese Stieg Larsson.
Secondo Fincher la Sony
non sarebbe intenzionata ad abbandonare il progetto di remake dopo
aver investito un’ingente quantità di denaro per accaparrarsi i
diritti dei libri:
“La Sony ha già speso milioni di
dollari sui diritti quindi credo che alla fine dallo script uscirà
fuori qualcosa.”
Sempre in relazione alla
sceneggiatura, inoltre, si è così pronunciato:
“Devo dire che la sceneggiatura
che abbiamo adesso ha un grosso potenziale, non posso dire molto,
ma è estremamente diversa dal libro.”
Vi ricordiamo che la trilogia
di Millennium già era stata
portata al cinema, in lingua svedese, nel 2009, mentre risale al
2011 il remake interpretato da Daniel
Craig e Rooney Mara.
Per quanto
riguarda David Fincher, invece, in Italia è
atteso al cinema con il thriller Gone Girl – L’amore
Bugiardo, il cui protagonista sarà Ben
Affleck, al suo fianco troveranno poi
posto Rosamund Pike, Neil
Patrick Harris, Tyler
Perry, Kim
Dickens, Patrick
Fugit e Carrie Coon.
La quinta
stagione è come un quadro metafisico di De chirico,
dove il tempo e lo spazio sono vittime di un incantesimo che
congela la vita: schiude lo scrigno delle anime mortali per
rivelare il sacro che è insito nella natura delle cose,
dell’essere e del non essere su questo mondo. Ma è
anche un dipinto fiammingo di Brueghel dove figurine minuscole e
laboriose come formiche popolano paesaggi innevati che preesistono,
imponenti e indifferenti, alla transitoria presenza umana. Ed è un
film di Bunuel nella misura in cui un angelo sterminatore,
senza volto e onnipresente, si oppone all’agire dell’uomo, lo
sovrasta, lo annebbia, lo sconfigge. E ricorda il cinema di Haneke
quando racconta senza filtri il marcio delle dinamiche sociali, la
brutalità e il cinismo della comunità che nessuna maschera bianca,
sia essa un cappuccio o una forma animale, può nascondere e
redimere. E’ il romanzo per immagini di Shane Jones, Io sono
febbraio, per l’analoga minaccia misteriosa di una calamità
naturale, però qui descritta senza le attenuanti della fiaba,
dell’immaginazione o del surreale. E’ una variante sul tema di
Melancholia di Lars Von
Trier, per le atmosfere opprimenti e il lirismo della
rappresentazione che trasforma i luoghi familiari in sconosciuti e
i personaggi in sculture michelangiolesche, laddove la pietà ha
preso il posto del dolore. Ed è il movimento herzoghiano della
cinepresa che estrania e sospende la visione.
Ma, innanzitutto, è il film di
Jessica Woodworth e Peter
Brosens, una coppia di registi belgi capaci con
quest’opera di evocare una grandezza trascendente e universale e,
parallelamente, di renderla reale, tangibile a ogni inquadratura e
ineluttabile, nel fluire ciclico degli eventi: poi disciolto in una
perenne e tragica presentificazione. Perché in quell’isolato
villaggio delle Ardenne l’inverno si è fermato, ha irrigidito il
suo alito mortifero e respinto l’avvento della primavera,
sottraendo alla terra l’impulso alla rigenerazione e scatenando
negli abitanti quello animale di sopravvivenza. Quanto prima
era fonte rituale di incontro e di condivisione ora è soltanto
motivo di arida contesa e di esplosioni violente ai danni di chi,
per caso e per fragilità, è assunto a capro espiatorio della
situazione, condannato a patire su di sè una colpa che è di tutti,
come afferma con un rimasuglio di saggezza una donna della
cittadina. Si assiste così a una progressiva e irreversibile
perdita di fratellanza e carità, contro cui neanche la purezza
intatta di due adolescenti, Alice (Aurélia
Poirier) e Thomas (Django Schrevens)
potrà lottare. Una parabola biblica e apocalittica che non
risparmia sul peccato, sul male e sulla punizione.
Ecco tre clip da La
Quinta Onda, adattamento cinematografico del primo
capitolo della trilogia firmata da Rick Yancey,
nei cinema italiani da oggi, 4 febbraio 2016.
Chloë Grace Moretz
(Hugo Cabret, Kick-Ass 2) interpreta Cassie
Sullivan, una liceale che, in un mondo sconvolto da ondate di
attacchi alieni, è alla ricerca disperata del fratellino Sammy.
Sulla sua strada incontrerà l’ex compagno di scuola Ben Parish
(Nick Robinson) ed un misterioso ragazzo che potrebbe essere la sua
salvezza, Evan (Alex Roe).
La Quinta Onda, racconta delle
quattro ondate di attacchi alieni che hanno decimato la popolazione
sulla Terra. In uno scenario dominato dalla paura e dall’angoscia,
l’adolescente Cassie (Chloë Grace Moretz) cerca disperatamente di
salvare il fratellino Sammy. Mentre si prepara all’inevitabile e
letale quinta ondata, Cassie incontra un giovane misterioso che
potrebbe rivelarsi la sua unica speranza. La giovane eroina potrà
però fidarsi ed accettare il suo aiuto?
Nell’ultimo decennio hanno preso
vita al cinema una serie di popolari e film per young
adult ambientate in mondi post-apocalittici, dove la speranza
di una vita futura è interamente affidata alle giovani generazioni.
Dopo titoli come Maze Runner, Divergent e Hunger Games è così
arrivato sul grande schermo anche La quinta
onda. Diretto nel 2016 da J
Blakeson, qui al suo secondo film dopo La scomparsa di
Alice Creed, questo ha alla sua base una serie di invasioni
aliene che hanno decimato la popolazione terrestre. Un contesto
particolarmente cupo, dunque, dove i protagonisti umani aspirano a
ribaltare le sorti di quella battaglia per la supremazia.
Il film è un vero e proprio racconto
di fantascienza, dove all’azione più sfrenata si unisce anche la
paura di crescere e il desiderio di affermazione insito in ognuno
di noi. Quella qui raccontata non è però una storia originale,
bensì la trasposizione dell’omonimo romanzo scritto da Rick
Yancey. Pubblicato nel 2013, questo è il primo di una
trilogia proseguita poi con Il mare infinito e
L’ultima stella. Divenuto particolarmente popolare, questo
venne acquistato dalla Columbia Pictures, che diede così il via
all’adattamento cinematografico. Girato prevalentemente nella città
di Atlanta, in Georgia, il film si è avvalso di grandi effetti
speciali e un cast ricco di grandi celebrità di Hollywood.
Arrivato in sala, però, questo venne
accolto senza particolare entusiasmo. Pur avendo guadagnato circa
109 milioni, a fronte di un budget di 54, questo risultato non fu
ritenuto soddisfacente al punto da dar vita ai due successivi
sequel. La quinta onda rimane però ancora oggi un film da
riscoprire, contenente non pochi elementi di fascino. Prima di
intraprendere una visione del film sarà certamente utile
approfondire alcune delle principali curiosità relative a questo.
Proseguendo qui nella lettura sarà infatti possibile ritrovare
ulteriori dettagli relativi alla trama, al
cast di attori e alle differenze tra il
libro e il film. Infine, si elencheranno anche le
principali piattaforme streaming contenenti il
film nel proprio catalogo.
La quinta onda: la trama
del film
Il film racconta la storia
dell’adolescente Cassie, la cui vita scorre
tranquillamente tra la famiglia, gli amici e la scuola. Tutto ciò
verrà però sconvolto dall’arrivo nei cieli di un’imponente
astronave aliena. A pochi giorni da quella comparsa, ha inizio una
vera e propria guerra, con gli extraterrestri intenti ad uccidere
quanti più umani possibile. Gli attacchi, noti come “onde”, hanno
lo scopo di compromettere la vita sul pianeta, spianando la strada
alla discesa degli alieni sul suolo terrestre. Con suo padre e suo
fratello minore, Cassie inizia così un disperato viaggio in cerca
di rifugio. Ben presto, però, capirà di non potersi nascondere a
lungo, ma di essere invece destinata a guidare la ribellione che
porterà speranza nel futuro dell’umanità.
La quinta onda: il cast
del film
A dar vita alla protagonista,
Cassie, vi è l’attrice Chloe Grace
Moretz. Divenuta celebre per il ruolo della combattiva
Hit-Girl in Kick-Ass, questa si è dichiarata estremamente
entusiasta di poter recitare nel film. Ha infatti rivelato di
essere una grande fan del romanzo, che ha letto per ben tre volte.
Cassie è inoltre il suo personaggio preferito, e si è dedicata alla
sua interpretazione con grande cura. Non solo si è infatti basata
su quanto scritto su di lei nel libro, ma ha anche lavorato sul
costruire e approfondire nuovi aspetti del personaggio. Il suo
impegno è in seguito stato particolarmente apprezzato, e in molti
l’hanno indicata come l’interprete migliore per la parte.
Accanto a lei, nel ruolo del padre
Oliver, vi è invece l’attore Ron Livingston.
Maggie Siff,
nota per la serie Mad Men, è invece la madre Lisa.
Nick Robinson, celebre in particolare come
protagonista di Tuo, Simon, dà qui vita al personaggio di
Ben Thomas Parish, uno dei ragazzi che aiuterà Cassie nella sua
missione. Evan Walker, altro alleato della protagonista, ha invece
il volto di Alex Rose, mentre la dura Ringer è
interpretata da Maika Monroe,
divenuta celebre grazie al film It Follows. Di particolare
importanza è il personaggio del colonnello Vosch, comandante della
resistenza. Questi ha il volto di Liev Schreiber,
attore scelto dopo numerosi provini. Maria Bello,
attrice nota per A History of Violence, recita invece nei
panni del controverso colonnello Reznik.
La quinta onda: le
differenze tra il libro e il film
Nell’adattare il romanzo di Yancey,
gli autori hanno cercato di mantenersi quanto più fedeli possibile
a questo, così da rispettare quanto amato dagli appassionati della
storia. Per dar vita al film, però, si sono ovviamente rese
necessarie alcune modifiche, così da permettere al racconto di
assumere una forma più cinematografica. La prima differenza la si
ritrova nella costruzione del racconto. Nel libro, infatti, il
passato arrivo degli alieni sul pianeta è intervallato al racconto
di quanto si svolge nel presente. Per il film, invece, gli autori
hanno preferito non mischiare troppo le cose, raccontando prima
dell’intera invasione e soltanto dopo arrivando al presente, con la
fuga e la ribellione di Cassie.
Ulteriori differenze sono per lo più
riguardanti alcuni dei personaggi protagonisti. In particolare, il
sergente Reznik, passa dall’essere un uomo nel romanzo all’essere
una donna nel film. Questo cambiamento viene motivato dal desiderio
di inserire ulteriori personaggi femminili, come anche quello di
rendere diverso dal solito uno dei cattivi principali. Più ambiguo
è anche il colonnello Vosch, che se nel libro si macchia
dell’assassinio del padre di Cassie, nel film non viene
ufficialmente indicato come artefice di ciò. Un’ultima differenza
riguarda il programma “Mnemolandia”. Nel romanzo, questo serve per
“vedere” i ricordi delle persone tratte in salvo dal campo
profughi. Tutto ciò viene però ad essere completamente assente dal
film, risultando un elemento non più indispensabile alla
narrazione.
La quinta onda: il trailer
e dove vedere il film in streaming
È possibile vedere o rivedere il
film grazie alla sua presenza su alcune delle più popolari
piattaforme streaming presenti oggi in rete. La quinta
onda è infatti disponibile nel catalogo di
Rakuten TV, Chili Cinema, Google Play e
Amazon Prime Video. Per vederlo, in base
alla piattaforma scelta, basterà iscriversi o noleggiare il singolo
film. Si avrà così modo di poter fruire di questo per una comoda
visione casalinga. È bene notare che in caso di solo noleggio, il
titolo sarà a disposizione per un determinato limite temporale,
entro cui bisognerà effettuare la visione. Il film sarà inoltre
trasmesso in televisione il giorno giovedì 17
novembre alle ore 21:10 sul canale
Rai Movie.
Ecco i poster italiani e il trailer
de La Quinta Onda, adattamento
cinematografico del primo capitolo della trilogia firmata da
Rick Yancey, nei cinema italiani da febbraio
2016.
Chloë Grace
Moretz (Hugo Cabret, Kick-Ass 2) interpreta
Cassie Sullivan, una liceale che, in un mondo sconvolto da ondate
di attacchi alieni, è alla ricerca disperata del fratellino Sammy.
Sulla sua strada incontrerà l’ex compagno di scuola Ben Parish
(Nick Robinson) ed un misterioso ragazzo che potrebbe essere la sua
salvezza, Evan (Alex Roe).
La Quinta Onda, racconta delle
quattro ondate di attacchi alieni che hanno decimato la popolazione
sulla Terra. In uno scenario dominato dalla paura e dall’angoscia,
l’adolescente Cassie (Chloë Grace Moretz) cerca disperatamente di
salvare il fratellino Sammy. Mentre si prepara all’inevitabile e
letale quinta ondata, Cassie incontra un giovane misterioso che
potrebbe rivelarsi la sua unica speranza. La giovane eroina potrà
però fidarsi ed accettare il suo aiuto?
Ecco una nuova clip in italiano da
La Quinta Onda, adattamento
cinematografico del primo capitolo della trilogia firmata da
Rick Yancey, nei cinema italiani da oggi, 4
febbraio 2016.
Chloë Grace Moretz
(Hugo Cabret, Kick-Ass 2) interpreta Cassie
Sullivan, una liceale che, in un mondo sconvolto da ondate di
attacchi alieni, è alla ricerca disperata del fratellino Sammy.
Sulla sua strada incontrerà l’ex compagno di scuola Ben Parish
(Nick Robinson) ed un misterioso ragazzo che potrebbe essere la sua
salvezza, Evan (Alex Roe).
La Quinta Onda, racconta delle
quattro ondate di attacchi alieni che hanno decimato la popolazione
sulla Terra. In uno scenario dominato dalla paura e dall’angoscia,
l’adolescente Cassie (Chloë Grace Moretz) cerca disperatamente di
salvare il fratellino Sammy. Mentre si prepara all’inevitabile e
letale quinta ondata, Cassie incontra un giovane misterioso che
potrebbe rivelarsi la sua unica speranza. La giovane eroina potrà
però fidarsi ed accettare il suo aiuto?
Dopo avervi presentato una
nuova featurette de La Quinta
Onda, Chloe Grace
Moretz torna protagonista nella clip
Human, video reso disponibile
dalla Sony Pictures
Entertainment attraverso il canale
ufficiale Youtube.
La Quinta
Onda narra di quattro cataclismi di enorme portata
che hanno afflitto la terra, decimando la popolazione mondiale. In
un tumulto di paura e disperazione, la sedicenne Cassie sta
cercando il fratello minore per salvarlo. Mentre si prepara per
quella che si preannuncia come una quinta ondata finale, Cassie
conosce un uomo che potrebbe essere la sua ultima speranza.
Mentre la sua uscita è
annunciata per il 22 Gennaio del 2016, La Quinta
Onda vede all’interno del suo cast Chloe
Grace Moretz, Nick Robinson, Ron Livingston, Maggie Siff, Alex Roe,
Maika Monroe, Zackary Arthur e Liev
Schreiber. Diretto da J. Blakeson e
scritto da Susannah Grant, il film è tratto dal
libro di Rick Yancey.
La selezione fuori concorso di
Venezia 75 si arricchisce di un nuova opera diretta da
Pablo Tapero che, con il suo La Quietud, si interroga
sull’amore, sui legami affettivi e soprattutto sulla famiglia.
La vita tranquilla di una famiglia nella tenuta
de La Quietud, in Argentina, vicino Buenos Aires, viene scossa da
un evento tragico. A seguito del doppio ictus subito dal
capofamiglia, Eugenia (Berenice
Bejo), la figlia maggiore, decide di tornare a casa da
Parigi per stare vicino a sua madre e a sua sorella minore Mia
(Martina Gusman). La malattia del padre, ormai in uno stato
comatoso irreversibile, e la convivenza forzata delle tre donne
ripoteranno alla luce vecchi dissapori e la facciata di famiglia
perfetta si sgretolerà piano piano rivelando alcune scomode
verità.
Vincitore tre anni fa del Leone d’Argento
per la regia del suo El Clan, il regista Pablo
Trapero torna a Venezia presentando stavolta un interessante
melodramma familiare pieno di mistero e sensualità. Utilizzando
l’improvvisa malattia del padre come espediente narrativo, Trapero
si sbarazza di fatto dell’unica importante figura maschile di tutta
la storia, lasciando che siano solo le donne a condurre il
gioco.
Si parla di famiglia e di segreti nascosti per
decenni che inevitabilmente hanno influenzato il rapporto delle
figlie con i propri genitori. Mentre il padre sembra avere un
legame speciale con la figlia minore Mia, la maggiore Eugenia, è di
fatto la cocca di mamma. Ma a sorprendere e un tantino inquietare
lo spettatore è il rapporto d’affetto morboso e quasi incestuoso
delle due sorelle; la vicinanze delle due ragazze, incredibilmente
somiglianti, sembra quasi voler sopperire alla mancanza di
stabilità emotiva. Sin dalle prime scene, infatti, si avverte che
l’immagine della famiglia felice, benestante e perfetta è in realtà
solo un castello di carte pronto a volar via alla prima folata di
vento. E il vento non tarda a arrivare!
Il regista Pablo Trapero è
incredibilmente bravo a costruire, insieme a Alberto Rojas
Apel, una sceneggiatura semplice ma dal ritmo sostenuto che
svela i segreti della famiglia de La Quietud a piccole dosi.
Lo spettatore, intrigato dall’alone di mistero che sembra avvolgere
i personaggi, non può fare altro che continuare a seguire la
storia. Nonostante si tratti di un ‘melodrammone’ familiare molto
più adatto al piccolo che al grande schermo, il film di Trapero
affascina e si lascia seguire dall’inizio alla fine.
Iperattivo Pupi
Avati torna al cinema con La quattordicesima
domenica del tempo ordinario, il suo nuovo film, “quello
più autobiografico, come dice lui, che da giovedì 4 maggio Vision
Distribution porta nei cinema italiani. Dopo Il signor Diavolo del 2019, e il precedente
Dante (2022), il regista bolognese torna a
raccontare il suo mondo, dopo quel Lei mi parla ancora che nel 2021 aveva
raccolto importanti candidature ai David di Donatello e ai Nastri
d’Argento, che avevano consegnato il Premio Speciale della 75esima
edizione al protagonista Renato Pozzetto.
Sogni, amore e amicizia: un triangolo
Allora protagonista di
un’altra storia d’amore, finito per cause naturali, a differenza di
quella al centro
del film che vede Gabriele Lavia ed Edwige
Fenech interpreti della versione adulta dei due giovani
protagonisti affidati al Lodo Guenzi dei
Lo stato sociale e l’esordiente Camilla
Ciraolo. Nel film Marzio Barreca e
Sandra Rubin, due giovanissimi della Bologna anni
’70 con un sogno da realizzare. La musica per il primo, che con
l’amico Samuele Mascetti (Nick
Russo, e Massimo Lopez, quasi spaesato in
una piccola parte) fonda il gruppo musicale I Leggenda e sogna il
successo; la moda, per la ragazza, un fiore che aspira a diventare
indossatrice.
Qualche anno dopo, nel
la quattordicesima domenica del tempo ordinario,
Marzio sposa Sandra mentre Samuele suona l’organo. Quella
‘quattordicesima domenica’ diventa il titolo di una loro canzone,
la sola da loro incisa, la sola ad essere diffusa da qualche radio
locale. Ma è l’apice di un’epoca destinata a finire, come anche i
rapporti tra i tre, che cambiano attraverso delusioni e tradimenti
reciproci, che scopriamo vedendone i drammatici effetti che avranno
nel futuro.
La quattordicesima
domenica del tempo ordinario – Nostalgia canaglia
Quanto è lecito, e sano,
restare aggrappati ai propri sogni? Rinunciare a tutto, o quasi,
per realizzarli o vivere di essi nel tentativo di farne realtà? Non
c’è una risposta, e forse nessuno dovrebbe permettersi di darne.
Anche se in quello che Pupi Avati definisce come
il proprio film “più sincero e autobiografico” la rilettura del
passato messo in scena è decisamente amara e dolorosa. Una prova di
coraggio per il regista bolognese – un’altra dopo il suo
Dante – che stavolta rischia di non riuscire a
raggiungere il pubblico o a farlo empatizzare con i personaggi
messi in scena.
Divisi molto nettamente,
come i piani temporali della narrazione, tra un livello intriso di
nostalgia – soprattutto per quanti in gioventù hanno amato la
Fenech e Sydne Rome (qui nel ruolo della madre di
Marzio) – e quello dominato dalle ossessioni urlate di un poco
coinvolgente Guenzi. Che non aiutano a trovare un equilibrio del
quale probabilmente una confessione così viscerale non avrebbe
bisogno, ma che avrebbe aiutato a restare in carreggiata tra
ellissi che non suscitano le suggestioni volute e il ricco catalogo
di immagini d’epoca e di ricordi come quello del chiosco di gelati
di Romoli, “dove le cose che sognavi, accadevano”.
Purtroppo, stavolta la
magia non riesce, e i sogni si confermano più deboli della realtà.
Ben inquadrata, nello stile del regista, e che sicuramente meritava
esser raccontata, magari senza affidarsi al solo profondo senso di
tristezza e sconfitta che pervade i personaggi, per il resto in
balia di interpretazioni troppo caricate, o troppo poco. Le
illusioni alla fine restano nel passato, insieme all’innocenza, e
sulla carta, ammesso che certe forzature non fossero già nella
sceneggiatura. E a noi non rimane che sperare che l’insistito
sfruttamento del piano onirico sia di buon auspicio per il prossimo
horror che Avati ha detto di essere sul punto di girare e trovi
miglior collocazione nei progetti della Horror
Factory che il regista sogna di costruire.
Arriva in prima tv su
SkyLa quattordicesima domenica del tempo
ordinario, di Pupi Avati, una pellicola
intrisa di nostalgia e ironia, che riflette sul tempo che passa,
sui legami, i sogni e i fallimenti, mercoledì 11 ottobre
alle 21.15 su Sky Cinema Due (alle 21.45 anche su Sky Cinema
Romance), in streaming su NOW e disponibile on
demand.
Avati dirige un grande e
sorprendente cast corale che comprende Gabriele Lavia,
Edwige Fenech, Massimo Lopez, Lodo Guenzi, Camilla Ciraolo, Nick
Russo e Cesare Bocci. La quattordicesima domenica del tempo
ordinario è una produzione Duea Film, Minerva
Pictures con Vision Distribution in collaborazione con Sky.
La trama del film La
quattordicesima domenica del tempo ordinario
Bologna, anni 70. Marzio, Samuele e
Sandra sono giovanissimi e ognuno ha un suo sogno da realizzare. La
musica, la moda, o forse la carriera. I due ragazzi, amici per la
pelle, fondano il gruppo musicale I Leggenda e sognano il successo.
Sandra è un fiore di bellezza e aspira a diventare indossatrice.
Qualche anno dopo, nella quattordicesima domenica del tempo
ordinario, Marzio sposa Sandra mentre Samuele suona l’organo.
Quella ‘quattordicesima domenica’ diventa il titolo di una loro
canzone, la sola da loro incisa, la sola ad essere diffusa da
qualche radio locale. Poi un giorno di quei meravigliosi anni
novanta in cui tutto sembra loro possibile, si appalesa
all’improvviso la burrasca, un vento contrario e ostile che tutto
spazza via.Li ritroviamo 35 anni dopo. Cosa è stato delle loro
vite, dei loro rapporti? Ma soprattutto cosa ne è stato dei loro
sogni?
La prova o “The Breakthrough”, o
“Genombrottet” come è conosciuto in origine, è una serie televisiva
svedese di genere poliziesco che ruota attorno a un tragico duplice
omicidio rimasto irrisolto per quasi vent’anni. Dopo che due
residenti di Linköping, Adnan e Gunilla, vengono uccisi da un
killer sfuggente, il detective John Sundin assume la direzione
delle indagini. Tuttavia, quello che sembrava un caso facile da
risolvere, con un testimone oculare e campioni di DNA sulla scena
del crimine, finisce per gettare un’ombra sulla città e per 16 anni
John non riesce a trovare alcuna pista concreta. Questo fino a
quando John decide di collaborare con Per Skogkvist, un ricercatore
genealogico il cui approccio innovativo al tracciamento del DNA
potrebbe essere proprio ciò di cui il detective ha bisogno per
risolvere il caso.
La serie Netflix approfondisce la
psicologia traumatica delle persone colpite dai devastanti omicidi,
puntando i riflettori sulle famiglie delle vittime e sui poliziotti
che hanno lavorato al caso per più di un decennio. Questo, insieme
alla rappresentazione autentica del contributo fondamentale di Per
alle indagini, rafforza il legame della serie con la realtà.
La prova è basato su un libro di
cronaca nera
La prova racconta una storia
ispirata a un crimine reale, liberamente basata sul libro di
saggistica “Genombrottet: Så Löste Släktforskaren Dubbelmordet i
Linköping”, noto anche come “The Breakthrough: How the Genealogist
Solved the Double Murder in Linköping”. Il libro è stato scritto da
due autori svedesi, la giornalista Anna Bodin e il genealogista
Peter Sjölund, e ruota attorno agli omicidi avvenuti nell’ottobre
2004 a Linköping. All’epoca, un bambino di 8 anni, Mohammed
Ammouri, e un’insegnante di 56 anni, Anna-Lena Svensson, furono
vittime di un attacco mortale nella zona di Åsgatan che portò alla
loro tragica morte.
Nonostante le rigorose indagini
della polizia, l’assassino è rimasto a piede libero per circa 16
anni. Tuttavia, nel 2020 la situazione ha subito una svolta dopo
che le autorità hanno collaborato con Peter Sjölund, una figura di
spicco nel settore della genealogia del DNA in Svezia. Grazie alla
sua tecnologia di ricerca genealogica, che ha comportato la
creazione di un albero genealogico dell’autore del reato e la
ricerca approfondita nei database, Sjölund è riuscito a
rintracciare l’assassino, Daniel Nyqvist, nel giro di cinque
settimane. Il suo contributo alle indagini si è quindi rivelato
inestimabile, poiché ha finalmente chiuso un caso tragico durato 16
anni.
Inoltre, ha segnato la prima volta
che tale tecnologia è stata utilizzata per indagini penali in
Svezia e nella storia europea in generale. Pertanto, la
ricostruzione letteraria degli eventi da parte di Bodin e Sjölund
rimane il più fedele possibile alla realtà, descrivendo in
dettaglio il ruolo cruciale del genealogista nel caso di omicidio.
Lo sceneggiatore Oskar Söderlund ha quindi utilizzato il libro come
fonte di ispirazione per garantire che la sua ricostruzione
romanzata dei dettagli e dei personaggi coinvolti nel caso
rimanesse fedele alla realtà.
La prova drammatizza con cura la
seconda più grande indagine di polizia della Svezia
Dopo gli omicidi di Mohammed
Ammouri e Anna-Lena Svensson, la polizia di Linköping ha avviato
una rigorosa indagine per catturare l’assassino. Inizialmente sono
emersi alcuni indizi, tra cui l’arma del delitto, un berretto
appartenente all’autore del reato e testimonianze oculari
dell’assassino. Inoltre, le autorità hanno persino chiesto l’aiuto
dell’FBI. Tuttavia, non è stato possibile compiere progressi
sostanziali nel caso. Con il passare degli anni sono emerse altre
piste, in particolare due identikit. Tuttavia, solo nel 2020, dopo
l’arrivo di Peter Sjölund, è stato finalmente effettuato un
arresto. Secondo quanto riferito, una segnalazione risalente al
gennaio dello stesso anno da parte di un amico d’infanzia ha
portato la polizia sulle tracce di Daniel Nyqvist.
Alla fine, il 9 giugno 2020, le
autorità hanno arrestato Nyqvist, il cui DNA corrispondeva al 100%
a quello dell’autore del delitto. Poco dopo l’arresto, ha
confessato gli omicidi di Mohammed Ammouri e Anna-Lena Svensson.
Secondo quanto riportato, Nyqvist, che all’epoca degli omicidi
aveva 21 anni, sostiene di aver commesso gli orribili atti a causa
di pensieri ossessivi che lo spingevano a uccidere. Si ritiene
inoltre che abbia scelto le sue vittime a caso. Il 1° ottobre 2020,
il tribunale ha condannato l’uomo, allora 37enne, per gli
omicidi.
Poiché è stato concluso che agiva
sotto l’influenza di un grave disturbo psicologico, Nyqvist sarebbe
stato condannato a cure psichiatriche con dimissione speciale. È
stato inoltre condannato a pagare un risarcimento di 350.000 corone
svedesi (SEK) alla famiglia Ammouri e 1,4 milioni di SEK allo
Stato. Pertanto, sebbene sia vero cheLa prova rimane fedele al caso
criminale reale, è anche evidente che la serie si è discostata
dalla realtà quando necessario. Di conseguenza, nonostante sia una
serie poliziesca ispirata a una storia vera, l’indagine della
polizia sullo schermo non è una ricostruzione biografica degli
eventi.
Lo sceneggiatore Oskar Söderlund e
il resto del team creativo hanno liberamente utilizzato la licenza
creativa necessaria per creare una storia avvincente e
coinvolgente. In una discussione sul progetto, Söderlund ha
dichiarato a Netflix: “È un trauma terribile che ha colpito la
popolazione e la città di Linköping, e voglio raccontare con
rispetto i tentativi di superare tale trauma. Nel mezzo di questa
tragedia, ci sono persone che rifiutano di arrendersi, che lottano
per andare avanti e la cui vita è segnata da ciò che è successo“.
Così, La prova emerge come una miscela tra realtà e finzione,
alimentata da interpretazioni convincenti e da una trama
avvincente.
Sally Field in La prossima
vittima. Cortesia di Paramount Pictures
Quello del revenge movie è
da sempre un filone di film particolarmente popolari e acclamati,
dove il protagonista di turno intraprende una spedizione punitiva
nei confronti di quanti hanno ucciso o rapito dei suoi cari. Da
prima genere prettamente pensato per un pubblico maschile, negli
ultimi anni, fortunatamente, sono stati realizzati sempre più film
dove ad andare in cerca di vendetta è un personaggio femminile. Da
Il buio nell’anima a
Colombiana, da Peppermint – L’angelo della
vendetta fino a The Protégé. Accanto ad essi citiamo anche La
prossimavittima.
Il film, uscito in sala nel 1996, è
però a suo modo diverso dagli altri qui citati, in quanto pone la
sua protagonista dinanzi ad una serie di dubbi morali riguardanti
la volontà di farsi giustizia da sé, solo per poi risolverli in
modo brusco senza troppi complimenti. A dirigere il film vi è
John Schlesinger, regista
premio Oscar per Un uomo da marciapiede e noto anche per
Il maratoneta, qui al suo penultimo film. Un titolo poco
apprezzato dalla critica, proprio per alcune problematiche etiche
che solleva, ma ad ogni modo sostenuto da una serie di ottime
interpretazioni.
Per gli appassionati del genere, si
tratta dunque di un titolo da riscoprire a partire dal quale fare
una serie di valutazioni e riflessioni sui temi trattati. In questo
articolo, approfondiamo dunque alcune delle principali curiosità
relative a La prossima vittima. Proseguendo qui
nella lettura sarà infatti possibile ritrovare ulteriori dettagli
relativi alla trama, al cast di
attori e alla spiegazione del finale.
Infine, si elencheranno anche le principali piattaforme
streaming contenenti il film nel proprio catalogo.
Sally Field, Ed Harris e Joe Mantegna in La prossima vittima.
Cortesia di Paramount Pictures
La trama e il cast di La prossima vittima
Protagonista del film è
Karen McCann, vive in un tranquillo rione di Los
Angeles, in una villetta confortevole, col mariro
Mack e le due figlie (Julie di
diciassette anni e Megan di cinque), una vita
serena di moglie, madre e lavoratrice in un centro televisivo.
Julie, il giorno del quinto compleanno di Megan, rientrata a casa
in anticipo dal liceo per i preparativi della festa della
sorellina, viene aggredita, violentata e accoltellata
selvaggiamente. L’assassino, però, viene rilasciato per via di un
cavillo giudiziario. Distrutta, Karen deciderà di farsi giustizia
da sola.
Ad interpretare il ruolo di Karen
McCann vi è l’attrice Sally Field, due volte
premio Oscar e ricordata in particolare per il suo ruolo in
Mrs. Doubtfire. Accanto a lei, ruolo del marito Mack
vi è l’attore Ed Harris, mentre Olivia
Burnette interpreta Julie McCann e Alexandra
Kyle è Megan McCann. Recitano poi nel film l’attore
Kiefer Sutherland nel ruolo
dell’assassino Robert Doob, Joe Mantegna in
quello del Detective Joe Denillo e Charlayne
Woodard nel ruolo dell’Agente dell’FBI Angel
Kosinsky. Philip Baker Hall interpreta invece
Sidney Hughes, facente parte del gruppo di sostegno a cui partecipa
Karen.
La spiegazione del finale
Nel corso del film, dopo aver
seguito ossessivamente Doob,
Karen si iscrive a un corso di autodifesa, che
aumenta la sua sicurezza, la aiuta a ravvivare la sua vita sessuale
con Mack e migliora il suo rapporto con
Megan. Tuttavia, dopo che Karen riceve un revolver
da Sidney, Angel – un’altra donna
del gruppo di sostegno – le confessa di essere un’agente dell’FBI
sotto copertura che sta indagando sulle attività dei vigilanti
all’interno del gruppo di sostegno e la avverte di non portare a
termine il suo intento di auto giustizia. Non volendo diventare lei
stessa un’assassina, Karen chiama Sidney e annulla il piano ai
danni di Doob.
Kiefer Sutherland e Sally Field in La prossima vittima. Cortesia di
Paramount Pictures
Poco dopo, però, la donna che Karen
aveva cercato di mettere in guardia viene violentata e uccisa da
Doob, che viene arrestato. Con grande indignazione di Karen, l’uomo
viene ancora una volta rilasciato per mancanza di prove ammissibili
e lei decide di prendere in mano la situazione. Mentre Mack intende
portare la famiglia in vacanza, Karen orchestra deliberatamente
un’emergenza lavorativa come alibi che la costringe a rimanere
indietro, dicendo a lui e a Megan di andare avanti. Poi si
intrufola nell’appartamento di Doob mentre lui è via e lo
distrugge, sapendo che lui capirà che è lei la responsabile.
Quella sera, Doob irrompe però in
casa di Karen, ma lei lo sorprende con il revolver ricevuto da
Sidney; i due lottano prima che Karen abbia la meglio e lo uccida.
All’arrivo della polizia, l’agente Denillo dice a Karen che le sta
addosso, ma non potendo provare che l’omicidio di Doob è stato
premeditato, decide di dire al collega che Karen ha agito per
autodifesa. Nello stesso momento, Mack e Megan tornano a casa,
avendo scoperto il piano di Karen, e vedono la polizia che porta
via il cadavere di Doob. Mack conforta Karen in silenzio,
comprendendo ciò che ha fatto e accettandolo silenziosamente.
Il film affronta dunque il tema
della delusione dinanzi ad una giustizia che non tutela come
dovrebbe i cittadini, permettendo che piccoli cavilli permettano il
rilascio di assassini. La prossima vittima si
concentra però in particolare poi sulla ricerca di Karen di
accettare quanto accaduto e allo stesso tempo di rapportarsi con il
desiderio di farsi giustizia da sola. Alla fine, lei stessa si
macchia di omicidio, evitando però il carcere per quelle stesse
mancanze di prove che avevano a suo tempo permesso a Doob di
evitarla.
Il critico Roger
Ebert stroncò il film sostenendo che “è un piccolo
esempio particolarmente sgradevole di manipolazione del pubblico
che porta a una conclusione che, se l’avessi accettata, mi avrebbe
lasciato un senso di impurità. Si tratta di una donna comune che è
portata a cercare una vendetta di sangue, in una trama in cui la
posta in gioco è così palesemente impilata da risultare spudorata.
È ironico che questo film esca in contemporanea con “Dead
Man Walking”. Quest’ultimo ci sfida ad affrontare un’ampia
gamma di questioni etiche e morali. “Occhio per occhio“ ci fa
cinicamente chiudere gli occhi, escludendo il più possibile la
moralità, per servire una trama di sfruttamento”.
Il trailer del film e dove vederlo in streaming e in TV
Sfortunatamente il film non è
presente su nessuna delle piattaforme streaming attualmente attive
in Italia. È però presente nel palinsesto televisivo di
sabato 5 ottobre alle ore 21:00
sul canale Iris. Di conseguenza, per un limitato
periodo di tempo sarà presente anche sulla piattaforma
Mediaset Infinity, dove quindi lo si potrà vedere
anche oltre il momento della sua messa in onda. Basterà accedere
alla piattaforma, completamente gratuita, per trovare il film e far
partire la visione.
Quando i Marvel Studios hanno collaborato
con Sony Pictures e hanno accettato di condividere
Spider-Man, è stata presa rapidamente la decisione
di concentrarsi sui cattivi che il lanciaragnatele non aveva mai
affrontato prima sullo schermo.
Spider-Man:
Homecoming presentava Shocker e
Avvoltoio e ha persino posto le basi per
l’eventuale debutto di Scorpion introducendo
Mac Gargan. Spider-Man: Far From
Home ha spostato l’attenzione su
Mysterio, solo che
Spider-Man: No Way Home ha messo il Peter Parker di
Tom Holland contro i cattivi dei precedenti film
di Spider-Man. L’eroe del MCU ha combattuto Green Goblin,
Doctor Octopus, Electro, Sandman e
Lizard; per quanto entusiasmante fosse per i fan
questa decisione, apparentemente ha chiuso la porta a nuove
versioni di quei cattivi che appaiono sulla Terra-616.
Ora, però, lo scooper Alex
Perez afferma che Green Goblin e Doctor Octopus
“saranno, in caso contrario, gli ultimi cattivi che l’Uomo
Ragno di Holland dovrà affrontare quando il suo periodo come
Spider-Man giungerà al termine”.
Non chiarisce se si tratterà delle
varianti interpretate da Willem Dafoe e
Alfred Molina o di versioni completamente nuove di
ciascun personaggio; con Avengers: Secret Wars
presumibilmente destinato a riavviare gradualmente l’MCU, sarebbe
facile apportare sottili modifiche al mondo di Spidey.
Poi di nuovo, è possibile che Norman
mentisse sul fatto di non avere un doppelganger della Terra-616 per
impedire a Peter Parker di cercarlo e assicurarsi che non
diventasse mai il Green Goblin. In ogni caso, lo scontro tra Spidey
e Goblin e Doc Ock è una prospettiva entusiasmante.
“Se tutto andasse bene,
certo”, ha detto in precedenza Dafoe riguardo alla possibilità
di interpretare nuovamente Norman. “Voglio dire, è un ruolo
fantastico. Mi è piaciuto il fatto che sia un doppio ruolo entrambe
le volte. Vent’anni fa, e abbastanza recentemente, entrambe le
volte [sono state] esperienze molto diverse, ma mi sono divertito
in entrambe.”
Qual è lo stato di produzione di
Spider-Man 4?
Vedremo cosa succederà, ma
Spider-Man 4 sembra essere
una priorità per la Sony Pictures. Si dice che Venom farà la sua
apparizione, mentre una recente indiscrezione sostiene che anche un
personaggio inaspettato tornerà nel film.
“La risposta semplice è che
vorrò sempre fare film su Spider-Man“, ha detto Tom Holland a
proposito della situazione di Spider-Man 4. “Devo la mia vita e
la mia carriera a Spider-Man. Quindi la risposta semplice è sì.
Vorrà sempre fare di più“.
“Abbiamo i migliori del settore
che lavorano per qualsiasi storia. Ma finché non l’avremo risolta,
abbiamo un’eredità da proteggere”, ha spiegato l’attore.
“Il terzo film è stato così speciale in tanti modi che dobbiamo
assicurarci di fare la cosa giusta“.
“È la prima volta in questo
processo che faccio parte dei creativi così presto. È un processo
in cui osservo e imparo. È una fase molto divertente per me“,
ha aggiunto. “Come ho detto, tutti vogliono che accada. Ma
vogliamo essere sicuri di non esagerare con le stesse
cose“.
Per quanto riguarda chi potrebbe
dirigere Spider-Man 4, sono molti i nomi che circolano in rete. Tra
questi, Justin Lin, Drew Goddard, Adil El Arbi e Bilall
Fallah. Ora possiamo aggiungere provvisoriamente il nome
di Wingard alla lista.
Oltre a
Tom Holland,
Zendaya dovrebbe riprendere il suo ruolo di MJ. Si
vocifera che Sydney Sweeney possa interpretare Black Cat,
mentre Scorpion e persino gli Spider-Slayers sono stati presi in
considerazione come cattivi di Spider-Man 4. Al
momento, il ruolo di
The Kingpin sembra essere certo, se si crede agli scoop dei
social media.
Per quanto riguarda i dettagli della
trama, di recente si è parlato della possibilità che Peter Parker
indossi la tuta aliena introdotta per la prima volta alla fine di
Spider-Man: No Way Home e che Venom appaia in qualche
veste. Come sempre, restate sintonizzati per gli aggiornamenti su
Spider-Man 4 non appena li avremo.
La Promessa – Il prezzo del
potere è un thriller politico graffiante, che immerge lo
spettatore in un’atmosfera di costante intrigo. Per la regia di
Thomas Kruithof, la pellicola è stata presentata a
Venezia78 nella sezione Orizzonti e arriverà nelle
sale italiane il 10 marzo 2022.
La Promessa: un dramma politico locale
Clémence (Isabelle
Huppert), impavido sindaco di una cittadina vicino
Parigi, sta completando l’ultimo periodo del suo mandato. Con il
suo fedele braccio destro Yazid (Reda
Kateb), ha combattuto a lungo per questa comunità afflitta
da disuguaglianze, disoccupazione e povertà. Tuttavia, quando a
Clémence viene offerta la carica di Ministro, la sua ambizione
prende il sopravvento, mentre la devozione e l’impegno per i suoi
cittadini iniziano a vacillare. La sua integrità politica e le
promesse elettorali sopravvivranno a queste nuove aspirazioni?
Il mondo della politica è un oceano
di squali, e gli idealisti fanno fatica a nuotarci dentro senza
perdere gli arti: questo è essenzialmente ciò che apprendiamo da
La Promessa.
E’ così che il film procede a
mettere la politica e i legami sociali a confronto, cercando di
cogliere davvero la complessità delle questioni in gioco,
soprattutto in una fase in cui la figura politica è divisa tra le
promesse da mantenere nei confronti degli elettori e,
contemporaneamente, all’interno della stessa gerarchia politica.
Viene illustrata una metaforica vasta scacchiera di accordi e
compromessi, tanto più rilevante poiché evita di mettere in scena
la strada più facile del manicheismo per evidenziare al meglio le
contraddizioni insite al sistema politico.
La scelta di un contesto regionale
per esaminarne l’ambiente politico e l’integrità dei suoi
rappresentanti è ciò che di migliore il film porta su schermo,
conferendo alla pellicola una base narrativa intima, viva e
concreta, che permette tanto l’identificazione quanto a
Isabelle Huppert di splendere nel ruolo di
protagonista.
Kruithof opta per
una direzione artistica spartana, realizzando la maggior parte
delle riprese in stanze istituzionali poco illuminate e in spazi
spogliati di alcuna personalità. A tratti dalla parvenza
documentaristica, in La Promessa la mancanza di
licenza drammatica è portata al limite: merito di Kruithof è
infatti l’impressionismo verista tramite cui trasmettere la
ripetitività stordente del mondo della politica locale.
La Promessa: l’energia della protagonista manca alla
scrittura
Sicuramente, la tensione che viene
costruita nel corso dello sviluppo narrativo, non sempre
rimodellata a dovere rispetto alle vicende a cui assistiamo, riesce
comunque a consolidare il prodotto, soprattutto perché sostenuta da
un cast di prima qualità: Isabelle Huppert riesce
a trasmettere sottilmente i dubbi e le perplessità insite al
personaggio da lei interpretato, mentre Reda Kated
regala una performance impressionante nella sua precisione e
determinazione: fa di Jazid un personaggio mai
monodimensionale, caratterizzato da un mix di giusta rabbia e
calore umano a cui è difficile resistere e sono le sue azioni che
garantiscono che le promesse di un politico possano, dopotutto,
ancora contare qualcosa. Menzione speciale va poi all’ottimo
Hervé Pierre, grande attore di teatro, visto
recentemente in Benedetta di Paul
Verhoeven.
The Social Network ha mostrato che i drammi
penetranti possono essere ambientati in ambienti squallidi dominati
da persone ambiziose e amorali, ma a La Promessa
manca l’equivalente della sceneggiatura affilata di
Sorkin. Kruithof e il
co-sceneggiatore Jean-Baptiste Delafon si
appoggiano molto sul dialogo per la caratterizzazione informativa,
non sempre comprovata dall’effettiva scrittura caratteriale del
personaggio. E’ invece la colonna sonora contenuta e ronzante di
Gregoire Alger a fornire un senso implicito di
drammaticità, segnalando la torbidezza del mondo in cui lei e i
suoi colleghi vivono.
Il design della produzione svolge un
ruolo efficace nel far corrispondere i contrasti interni ai
personaggi con l’ambiente a loro circostante; il mondo
professionale di Collombet è fatto di cemento e
acciaio, la sua vita domestica è immersa in una luce soffusa e
caratterizzata da arte costosa e arredi lussuosi. Il dietro-front
politico della trama di La Promessa esclude
tuttavia le sue possibilità di studio approfondito del personaggio,
il che significa che il film non raggiunge mai la massima intensità
in questo senso: c’è tanto di Clémence che
vorremmo conoscere, soprattutto per quanto riguarda la sua
relazione distaccata con il figlio, la sua quotidianità.
La Promessa si
allontana dalla sua protagonista proprio nel momento in cui
vogliamo impugnare la lente di ingrandimento sul personaggio, per
poter cogliere un quadro di insieme certamente interessante,
soprattutto tenendo a mente che il personaggio è interpretato da
un’attrice del calibro di Huppert. Siamo di fronte a un film
distintamente democratico, che avrebbe potuto però assecondare
l’ego della sua eroina solo un po’ di più.
Considerato uno dei migliori film
realizzati negli ultimi anni dal regista David
Cronenberg, La promessa
dell’assassino, uscito al cinema nel 2007, è un
intricato thriller sul traffico sessuale e il mondo criminale. La
storia è frutto di un’idea originale di Steven
Knight, sceneggiatore noto per aver scritto numerosi film
di grande successo, tra cui Locke. Si
tratta di un film in puro stile Cronenberg, con una forte presenza
della violenza e del corpo come strumento. Temi che si ritrovano
condensati all’interno del protagonista Nikolai. Ad interpretarlo
vi è l’attore Viggo
Mortensen, che ha qui dato vita ad uno dei personaggi
più memorabili della sua carriera e del cinema recente.
Ambientato a Londra, La promessa
dell’assassino è anche il primo film del regista ad essere
girato interamente al di fuori del Canada, suo paese natale. Ha
infatti segnato una vera e propria svolta nella carriera del
regista, che ha grazie a questo film conosciuto una popolarità
ancor più grande di quella avuta fino a quel momento. Uscito in
sala, il film arrivò infatti ad incassare un totale a livello
globale di circa 56 milioni di dollari. Il titolo venne poi
particolarmente apprezzato anche dalla critica, che ne lodò
l’atmosfera, la sceneggiatura e le interpretazioni dei
protagonisti.
L’apprezzamento nei confronti del
film fu dunque da subito particolarmente entusiasta, e ciò portò la
pellicola ad essere una dei principali partecipanti alla stagione
dei premi cinematografici. Ricevette infatti diverse nomination ai
Satellite Award, agli British Independent Film Award e ai Golden
Globe. Il riconoscimento più grande lo ottenne poi Mortensen,
ricevendo la sua prima nomination all’Oscar come attore non
protagonista. Sono molte le curiosità relative alla sua
interpretazione, dalle ricerche svolte per il ruolo alle lunghe ore
di trucco a cui si è sottoposto. Proseguendo nella lettura si
potranno scoprire le principali tra queste, come anche diversi
altri retroscena legati al film.
La promessa dell’assassino: la
trama del film
La vicenda del film ha inizio nel
momento in cui l’ostetrica russa Anna si ritrova a dover accudire
una neonata, la cui madre quattordicenne è deceduta durante il
parto. La donna non può però tenere con sé la creatura, e cerca
informazioni sulla ragazza per scoprire a chi poter affidare la
bambina. Le sue ricerche la conducono all’anziano Semyon, il quale
gestisce un ristorante. Questi si presenta come un uomo cordiale e
dal carattere mite, dichiarandosi disponibile a prendere in
affidamento la neonata. Semyon, tuttavia, è in realtà un malvivente
senza scrupoli, a capo di un’organizzazione criminale che gestisce
un traffico sessuale. Egli condivide il potere con il figlio
Kirill, il quale a sua volta è molto legato all’autista
Nikolai.
Ciò che Kirll non sa, però, è che
Nikolai trama alla sue spalle con l’intenzione di diventare un
membro importante dell’organizzazione, prendendo il controllo di
questa. Le cose non vanno però come previsto per lui, che si
ritrova ad essere improvvisamente tradito e condannato morte.
Grazie alla sua esperienza riesce però a salvarsi e rifugiarsi
presso Anna. La donna, che intanto ha scoperto la verità sulla
ragazza morta di parto e la sua relazione con Semyon, chiede
all’uomo di vendicarsi. Nikolai inizia così a riacquisire le
proprie forze, organizzando un colpo decisivo a coloro che tanto
aveva servito salvo poi ritrovarsi gettato via. Egli giura
vendetta, e la sua è una promessa da assassino.
La promessa dell’assassino: il cast
del film
Cronenberg, che aveva già lavorato
con Mortensen in A History of Violence, volle nuovamente
l’attore come protagonista nel ruolo di Nikolai. Per prepararsi
alla sua parte, egli intraprese un lungo processo di studio e
ricerca sul personaggio. Decise infatti di trascorre un periodo da
solo in alcune zone della Russia, per imparare la lingua e gli usi
delle località frequentate. Egli divenne inoltre un grande esperto
della gang criminale Vory v Zakone, a cui si ispira quella del
film. Grande particolare del suo personaggio, però, sono i numerosi
tatuaggi sfoggiati. Questi sono in tutto 43, e richiesero più di
quattro ore in sala trucco per essere applicati. Mortensen spese
tale tempo approfondendo il significato che questi hanno per i
criminali che li portano sul proprio corpo.
Nel film è poi presente Naomi
Watts, nel ruolo dell’ostetrica Anna. Per poter
risultare credibile in tali vesti, l’attrice decise di spendere
diverso tempo in un ospedale, per assistere delle vere ostetriche
nel loro lavoro e apprendere i segreti del mestiere. Durante le
riprese la Watts scoprì anche di essere incinta, e quando ciò
iniziò ad essere sempre più evidente iniziò ad utilizzare degli
abiti più larghi che le permettessero di nascondere la pancia. Nel
film, in ruoli di grande rilievo, sono poi presenti anche gli
attori Vincent
Cassel e Armin Mueller-Stahl. Il
primo interpreta il giovane Kirill, mentre il secondo è suo padre
Semyon. Mueller-Stahl è noto in particolare grazie al film
Shine, per cui venne nominato all’Oscar.
La promessa dell’assassino: il
finale, il trailer, e dove vedere il film in streaming e in TV
Nel finale del film, Nikolai ed Anna
riescono a salvare la neonata dalle grinfie di Semyon e Kirill. La
donna decide così di prendersi cura della bimba, divenendo sua
madre adottiva. Più controverso è invece il finale riservato a
Nikolai. Questi aveva infatti intrapreso una vera e propria guerra
contro il gruppo Vory v Zakone. Nell’ultima scena del film si
scopre tuttavia come il suo obiettivo non fosse eliminare tale
organizzazione, quando prenderne il potere, arrivando al vertice
della sua gerarchia. Dopo aver eliminato Semyon, infatti, è ora
egli a diventare il nuovo boss, e i tatuaggi che sfoggia sul suo
corpo dimostrano la devozione a tale causa. Per quanto egli abbia
agito nel bene, salvando la neonata, Nikolai dimostra di non aver
mai abbandonato la volontà di perseguire i propri controversi
obiettivi, riuscendo infine a raggiungerli.
Per gli appassionati del film, o per
chi desidera vederlo per la prima volta, sarà possibile fruirne
grazie alla sua presenza nel catalogo di alcune delle principali
piattaforme streaming oggi disponibili. La promessa
dell’assassino è infatti presente su Chili Cinema,
Apple iTunes e Amazon Prime Video. Per poter usufruire
del film, sarà necessario sottoscrivere un abbonamento generale o
noleggiare il singolo film. In questo modo sarà poi possibile
vedere il titolo in tutta comodità e al meglio della qualità video,
senza limiti di tempo. Il film è inoltre in programma in
televisione per venerdì 16 ottobre alle
ore 21:30 sul canale
TV8.
Sembra che nonostante il lungo
silenzio in merito, sia ancora in cantiere La Promessa
dell’Assassino 2, sequel del film di David
Cronenberg del 2007 con Viggo Mortensen.
A dire il vero il film sembra avere molto poco in comune con il
precedente buon lavoro di Cronenberg, dal momento
che già il regista non sarà coinvolto.
Digital Spy riporta infatti che
La Promessa dell’assassino 2 potrebbe essere
ancora in piedi con una data di inzio riprese prevista per la
prossima primavera. Secondo My Entertainment World il film avrebbe un nuovo
titolo, Body Cross e sarà girato a Londra il
prossimo marzo. Nella rivista si legge la seguente sinossi del
film: il sequel partirà da dove finisce il film del 2007, con
il boss incompetente Kirill convinto che lui e il suo tirapiedi
autista Nikolai hanno davvero sgominato il signore del crimine suo
padre, senza sapere che Nikolai è in realtà un agente clandestino
che lavora in Russia sotto copertura per i servizi
segreti.
La Promessa dell’Assassino
2 – le riprese in primavera?
La sceneggiatura di La
Promessa dell’assassino 2, scritta dallo stesso
Steven Knight, è stata per parecchio tempo in
sospeso, ma adesso sembra aver avuto il via libera dall’autore
stesso. Knight ha dichiarato: “Posso dire che la sceneggiatura
per il secondo film è davvero migliore rispetto alla prima.
Onestamente è una delle cose migliori che io abbia scritto e mi fa
diventare matto… Quindi devo fare in modo di realizzarla.”
La promessa
dell’assassino (Eastern Promises) è un
film del 2007 diretto da David Cronenberg,
presentato in anteprima al Toronto International Film Festival. Con
protagonista Viggo Mortense, il film fece molto parlare di sé
all’epoca a causa di una scena di nudo integrale che vedeva
l’attore impegnato in una furibonda lotta con altri attori in un
bagno turco, completamente senza veli.
Ha aperto la sezione
Orizzonti della 78. Mostra
Internazionale d’Arte Cinematografica di Venezia,
La promessa – il prezzo del potere,
secondo lungometraggio del regista Thomas Kruithof
(La meccanica delle ombre), scritto dallo stesso regista
insieme a Jean-Baptiste Delafon (sceneggiatore
della celebre serie politica di Canal+ Baron Noir).
Protagonista della pellicola, la carismatica musa del cinema
francese Isabelle Huppert, nei panni di un sindaco
dei sobborghi parigini in bilico tra fede politica e una ritrovata
ambizione. Nel cast anche Reda Kateb, apprezzato
interprete di pellicole d’autore come Django e The
Specials e l’attrice premio César Naidra
Ayadi (Polisse, Ha i tuoi occhi).
La promessa – il prezzo del
potere uscirà il 10 marzo
prossimo nelle sale italiane distribuito da Notorious
Pictures.
La promessa – il
prezzo del potere, la trama
Clémence (Isabelle Huppert),
impavido sindaco di una cittadina vicino Parigi, sta completando
l’ultimo periodo del suo mandato. Con il suo fedele braccio destro
Yazid (Reda Kateb), ha combattuto a lungo per questa comunità
afflitta da disuguaglianze, disoccupazione e povertà. Tuttavia,
quando a Clémence viene offerta la carica di Ministro, la sua
ambizione prende il sopravvento, mentre la devozione e l’impegno
per i suoi cittadini iniziano a vacillare. La sua integrità
politica e le promesse elettorali sopravvivranno a queste nuove
aspirazioni?
Arriva la notizia che
La profezia
dell’Armadillo primo Album a
fumetti dell’autore romano, diventerà un film, ad annunciarlo è lo
stesso Zero Calcare dal suo blog ufficiale. La pellicola in live
action sarà diretta dall’attore Valerio Mastandrea e
sarà un film a low budget prodotto dalla Fandango
di Domenico Procacci. La sceneggiatura è scritta a
quattro mani da Mastrandrea e Zero Calcare. Al momento non si
hanno ulteriori dettagli in merito, quindi non resta che aspettare
ulteriori notizie.
La profezia dell’Armadillo volume è stato
ripubblicato dalla casa editrice Bao Publishing
(2012, pp 143, € 16,00), nella versione a colori “8-bit”.
È stato diffuso il trailer e il
poster de
La profezia dell’Armadillo, il film tratto
dall’omonimo fumetto di Zerocalcare che sarà
presentato alla prossima Mostra del cinema di Venezia. Ecco di
seguito il trailer:
La profezia dell’Armadillo arriverà nelle sale
italiane il 13 settembre, è diretto da Emanuele Scaringi e vede
protagonisti Simone Liberati, Valerio Aprea, Pietro Castellitto,
Laura Morante, Claudia Pandolfi, Kasia Smutiniak, Diana del Bufalo,
Adriano Panatta e Vincet Candela.
Ecco il poster del film:
Di seguito, la trama de La
Profezia dell’Armadillo
Zero ha ventisette anni, vive nel
quartiere periferico di Rebibbia, più precisamente nella Tiburtina
Valley. Terra di Mammuth, tute acetate, corpi reclusi e cuori
grandi. Dove manca tutto ma non serve niente. Zero è un disegnatore
ma non avendo un lavoro fisso si arrabatta dando ripetizioni di
francese, cronometrando le file dei check-in all’aeroporto e
creando illustrazioni per gruppi musicali punk indipendenti.
La sua vita scorre sempre uguale,
tra giornate spese a bordo dei mezzi pubblici attraversando mezza
Roma per raggiungere i vari posti di lavoro e le visite alla Madre.
Ma una volta tornato a casa, lo aspetta la sua coscienza critica:
un Armadillo in carne e ossa, o meglio in placche e tessuti molli,
che con conversazioni al limite del paradossale lo aggiorna
costantemente su cosa succede nel mondo.
A tenergli compagnia nelle sue
peripezie quotidiane, nella costante lotta per mantenersi a galla,
è l’amico d’infanzia Secco.
La notizia della morte di Camille, una compagna di scuola e suo
amore adolescenziale mai dichiarato, lo costringe a fare i conti
con la vita e ad affrontare, con il suo spirito dissacrante,
l’incomunicabilità, i dubbi e la mancanza di certezze della sua
generazione di “tagliati fuori”.
Oltre al regista abbiamo avuto modo
di intervistare anche i protagonisti de
La profezia dell’Armadillo: Simone Liberati,
Pietro Castellitto e Valerio Aprea.
Zero ha ventisette anni, vive nel
quartiere periferico di Rebibbia, più precisamente nella Tiburtina
Valley. Terra di Mammuth, tute acetate, corpi reclusi e cuori
grandi. Dove manca tutto ma non serve niente. Zero è un disegnatore
ma non avendo un lavoro fisso si arrabatta dando ripetizioni di
francese, cronometrando le file dei check-in all’aeroporto e
creando illustrazioni per gruppi musicali punk indipendenti. La sua
vita scorre sempre uguale, tra giornate spese a bordo dei mezzi
pubblici attraversando mezza Roma per raggiungere i vari posti di
lavoro e le visite alla Madre. Ma una volta tornato a casa,
lo aspetta la sua coscienza critica: un Armadillo in carne e ossa,
o meglio in placche e tessuti molli, che con conversazioni al
limite del paradossale lo aggiorna costantemente su cosa succede
nel mondo.
A tenergli compagnia nelle sue
peripezie quotidiane, nella costante lotta per mantenersi a galla,
è l’amico d’infanzia Secco. La notizia della morte di Camille, una
compagna di scuola e suo amore adolescenziale mai dichiarato, lo
costringe a fare i conti con la vita e ad affrontare, con il suo
spirito dissacrante, l’incomunicabilità, i dubbi e la mancanza di
certezze della sua generazione di “tagliati fuori”.