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Hit Girl: prima il film stand alone, poi Kick Ass 3

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Hit Girl: prima il film stand alone, poi Kick Ass 3

hit girlSi era già parlato di uno spin off di Kick Ass dedicato tutto alla fortissima Mindy, ma adesso che la protagonista, Chloe Grace Moretz, ha compiuto 18 anni, sembra un po’ troppo cresciuta per il ruolo, soprattutto se si tratterà di un sequel.

La faccenda non sembra impressionare i produttori, nè tantomeno Matthew Vaughn, che sembra invece intenzionato a portare avanti il progetto.

Secondo Vaughn, nell’interesse del franchise, un prequel su Hit Girl gli consentirebbe di riconquistare i fan persi per colpa di un non proprio brillante Kick Ass 2. Dopo aver recuperato il fandom, Matthew si dice sicuro di riuscire a persuadere Aaron Taylor Johnson e Chloe Moretz a tornare nei panni di Kick Ass e di Hit Girl per il terzo atto.

Che ne pensate?

Fonte: CBM

Hit Girl: Matthew Vaughn parla del film prequel e di Kick-Ass 3

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Hit Girl: Matthew Vaughn parla del film prequel e di Kick-Ass 3

X-Men Giorni diun futuro passato Matthew VaughnMentre il suo ultimo film, Kingsman: The Secret Service, ha da poco debuttato al cinema, il regista Matthew Vaughn torna a parlare del prequel di Kick-Ass, basato sulla storia di Hit Girl, il personaggio interpretato da Chloe Moretz.

“Abbiamo finito di idearlo. Quello che dobbiamo fare è realizzare il First Class del mondo di Kick-Ass. Abbiamo perso alcuni fan a causa di Kick-Ass 2. Non è stato amato quanto avremmo sperato. Quindi abbiamo questa idea di un prequel dedicato a Hit Girl. E’ un film veramente forte, veramente semplice che penso possa riguadagnare l’amore e la passione degli spettatori. Se tutto ciò accadesse sono piuttosto convinto di riuscire a persuadere Aaron Taylor-Johnson e Chloe affinché tornino per concludere la storia con Kick-Ass 3”.

Anche se poi conferma che vorrebbe solo essere il produttore dell’eventuale Kick Ass 3:

‘No, non vorrei dirigerlo. Ho parlato con Gareth Evans un paio di anni fa. Mi piacerebbe avere un regista così, davvero audace e intelligente. La maggior parte si trovano in Estremo Oriente’.

Hit Girl avrà uno spin-off tutto suo?

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Hit-girl_kickassIl sito brasiliano, dedicato al cinema e all’intrattenimento, Judao è riuscito a beccare Chloë Moretz a Cancun, mentre presenziava alla promozione

History of Footbal: la storia del calcio in attesa del Mondiale 2018

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History of Footbal La più grande storia mai giocata, un evento televisivo mondiale targato History: 24 ore al giorno e due settimane di programmazione in oltre 160 Paesi. E un ambasciatore speciale: il campione del mondo spagnolo David Villa

Da Pelè a Maradona, da Gascoigne a Zidane, da Cristiano Ronaldo a Messi, passando per i trionfi della nazionale brasiliana alla vittoria dell’Italia di Bearzot in Spagna fino al dominio tedesco agli ultimi mondiali. In occasione della Coppa del Mondo 2018, A+E Networks International annuncia History of Football, evento televisivo internazionale: dal 28 maggio al 10 giugno, 24 ore al giorno per due settimane, la programmazione dei canali History di tutto il mondo sarà interamente dedicata alla storia del calcio e ai suoi eroi.

History of Footbal verrà trasmessa in oltre 160 Paesi, dall’Italia al Brasile, dalla Germania al Giappone, dalla Spagna all’Argentina. Ambasciatore speciale del canale sarà uno dei calciatori più famosi degli ultimi anni, il campione mondiale spagnolo David Villa.

Tra le produzioni internazionali proposte nei 14 giorni:

La grande storia dei mondiali: Cinque documentari di un’ora ciascuno che raccontano alcuni dei più importanti mondiali di calcio e i giocatori che ne sono stati protagonisti, proponendo interviste esclusive, immagine inedite e tantissime curiosità: Pelè e i ragazzi del Barsile  (il trionfo del Brasile a Messico ’70); Pavarotti, Gazza e i leoni del Camerun (le notti magiche di Italia ’90); I tre moschettieri (Zidane, Beckham e Ronaldo a Francia ’98); Portatemi la testa di Diego Armando Maradona (l’incredibile carriera del “Pibe de Oro”, culminata con la vittoria ai mondiali in Messico del 1986, quelli della “Mano de Dios” contro l’Inghilterra) e I sette gol che hanno scioccato il mondo (la clamorosa goleada della Germania contro il Brasile quattro anni fa).

I boss del calcio: Cinque documentari di un’ora ciascuno dedicati agli allenatori che hanno avuto un impatto determinante sulle squadre che hanno guidato, come Josè Mourinho e Carlo Ancelotti.

I grandi del calcio: testa a testa: il calcio non è solo una sfida tra due quadre. È un duello tra campioni. O, anche, una serie di confronti tra giocatori di epoche diverse, che appassionano e fanno litigare gli sportivi di tutto il mondo. Si tratta di cinque documentari di 30 minuti ciascuno che illustrano le carriere di alcuni campionissimi e le loro prodezze: Cristiano Ronaldo contro Messi e David Villa contro Thomas Müller. E ancora: Platini e Zidane, Beckham e Bale, Van Basten e Klinsmann.

Oltre a questa programmazione, che comprenderà anche i film ufficiali dei mondiali di calcio voluti dalla FIFA, ogni Paese proporrà poi una serie di produzioni locali che punteranno i riflettori sulla propria storia calcistica. Ricca l’offerta di History in Italia (in esclusiva su Sky al canale 407): dal rapporto tra fascismo e calcio alla sconfitta contro la Nord Corea ai mondiali del ’66 alla biografia su Vittorio Pozzo, uno degli allenatori più vincenti di sempre del nostro calcio: due Coppe del Mondo e un’Olimpiade. Se History in Gran Bretagna si occuperà dei principali allenatori inglesi, l’Argentina racconterà la vita di Lionel Messi, dall’infanzia ai successi con il Barcellona.

Infine, History of Footbal presenterà pillole televisive dedicate alle persone che ruotano intorno allo sport più amato al mondo: dai manager dei calciatori agli arbitri ai tifosi. E metterà in piedi una serie di iniziative che coinvolgeranno i social network tra cui sondaggi, interviste con esperti e giochi.

“Come giocatore di calcio – commenta David Villa –  sono stato fortunato di vedere in prima persona quanto il calcio influisca sulla vita di milioni di persone. History of Football, trasmesso da un canale prestigioso come History, è una significativa iniziativa che va incontro proprio a tutti gli appassionati. Sono onorato di lavorare per questo evento televisivo, perché dà anche la possibilità ai miei colleghi non solo di parlare di quanto sia importante questo sport ma di rivivere incredibili momenti”

“Abbiamo concepito History of Football – spiega Patrick Vien, Executive Managing Director di A+E Networks International – come un grande evento televisivo dedicato ad uno dei pochi avvenimenti veramente globali dei tempi moderni, i mondiali di calcio. History ha realizzato un mix unico di contenuto internazionale e locale, per soddisfare ogni richiesta e curiosità sportiva dei milioni di appassionati di calcio”.

His Three Daughters: recensione del dramma familiare di Netflix

His Three Daughters: recensione del dramma familiare di Netflix

Il dolore è paralizzante, ossessivo, crudele e profondo. Spesso, ci fa sentire terribilmente soli, anche quando siamo circondati da chi amiamo. Tuttavia, se condiviso, il dolore può diventare una possibilità di rinascita. Questo accade in particolare quando quel dolore deriva da un abbandono, da un’assenza o dall’imminenza di un lutto. Ed è proprio questo dolore, così intenso e devastante, che il regista e sceneggiatore statunitense Azazel Jacobs (French Exit, The Lovers) ha voluto rappresentare nel suo ultimo toccante, ironico e sincero dramma familiare, His Three Daughters.

Presentato in anteprima al Toronto Film Festival nel 2023 e disponibile dal 20 settembre su Netflix, il film racconta il drammatico e frustrante incontro di tre sorelle – o meglio, tre figlie – che si ritrovano nell’appartamento newyorkese del padre per dirgli addio durante i suoi ultimi giorni di vita.

His Three Daughters | In foto (da sinistra a destra) le attrici Carrie Coon (Katie) ed Elizabeth Olsen (Christina). Cr. Netflix ©2024.

His Three Daughters è la storia di Katie, Christina e Rachel

Katie (Carrie Coon), Christina (Elizabeth Olsen) e Rachel (Natasha Lyonne) sono tre sorelle che sembrano non avere nulla in comune, se non il padre che condividono e che sta per morire. Katie, la primogenita, è una donna intransigente, autoritaria e fin troppo pragmatica. Pur vivendo a Brooklyn, a pochi isolati dal padre, è sempre troppo occupata per andarlo a trovare, dedicando le sue giornate a gestire la propria famiglia e a fronteggiare le sfide di una figlia adolescente ribelle e ostinata. Invece, Christina, la più giovane, si distingue dalle sue sorelle per il suo carattere maturo, pacifico, libero e allegro. Proprio come Katie, è profondamente dedita alla sua famiglia, indossando con orgoglio il ruolo di madre apprensiva e presente per la sua bambina treenne, Mirabelle, che ama tanto quanto la rock band Grateful Dead. E poi c’è Rachel, la secondogenita, considerata la pecora nera della famiglia: inquieta e avventata, con problemi di ludopatia (è convinta che il suo lavoro sia scommettere sulle partite di football) e dipendenza da droghe, è l’unica delle tre a non aver mai lasciato il nido paterno. È, infatti, l’unica ad esser rimasta accanto al padre, Vincent (interpretato da Jay O. Sanders), durante la sua dura battaglia contro il cancro, vivendo nel loro piccolo appartamento a New York City.

Quando Vincent è oramai a un passo dalla morte, le tre sorelle si trovano costrette a partecipare a una disastrosa riunione di famiglia che riaccende vecchi ricordi, incomprensioni, rancori e profonde ferite.

His Three Daughters | Natasha Lyonne veste i panni dell’eccentrica Rachel in His Three Daughters. Cr. Netflix ©2024.

“È molto bello che siate tutte qui”

Un attimo dopo i titoli di testa, lo spettatore viene immediatamente proiettato nel vivo di una discussione a tavolino tra le tre sorelle. La prima a essere presentata è Katie che, con le braccia conserte e un tono autoritario, incarna perfettamente il ruolo di chi si sente investita della responsabilità di gestire la situazione. Da brava sorella maggiore, Katie cerca di mantenere tutto sotto controllo, tentando di preparare la famiglia all’inevitabile, con l’atteggiamento di chi è abituata a risolvere i problemi e a mettere ordine nelle vite degli altri, piuttosto che nella sua. Dalla parte opposta del tavolo si trova la silenziosa e impenetrabile Rachel, che agli occhi di Katie appare come l’esempio perfetto di sconsideratezza e irresponsabilità. Al centro, invece, quasi come un fragile punto d’equilibrio tra le due, c’è Christina, che si distingue per la sua calma apparente e il desiderio di vivere, almeno per questi ultimi giorni, in armonia familiare. A differenza di Katie, che tenta di dominare la situazione, e di Rachel, che si rifugia nella sua apparente immaturità, Christina cerca di lasciarsi il passato alle spalle, concentrandosi sul presente e sui sentimenti di affetto che ancora la legano alla sua famiglia.

Jacobs presenta così queste tre sorelle che sembrano distanti anni luce l’una dall’altra. Tre donne tanto diverse che il regista introduce fin dai primi minuti come figure opposte e individuali attraverso una serie di inquadrature singole e brevi monologhi, che isolano ogni personaggio e ne evidenziano i tratti distintivi. È così che da subito, dunque, l’autore traduce il titolo in immagini: non tanto tre sorelle, quanto tre figlie, distanti sia caratterialmente che emotivamente, accomunate non dall’affetto reciproco, ma dal profondo dolore condiviso.

His Three Daughters | Da sinistra a destra le attrici Carrie Coon, Elizabeth Olsen e Natasha Lyonne. Cr. Netflix ©2024.

Il peso dell’assenza

La storia si sviluppa nell’arco di pochi giorni, scanditi da cambiamenti sottili, come il mutare degli abiti delle protagoniste o l’andirivieni degli infermieri. Le quattro mura che racchiudono la scena diventano la metafora di una prigione emotiva, dove il tempo sembra dilatarsi insieme alla sofferenza delle tre donne. In questa atmosfera soffocante, in cui Katie, Rachel e Christina appaiono bloccate in un limbo di attesa e rassegnazione, l’assenza del padre si fa sempre più tangibile e assordante. Infatti, fino a poco prima della fine del film, Vincent non viene mai mostrato, al punto che lo spettatore arriva quasi a dubitare della sua esistenza. Il motivo di questa scelta si svela quando Christina si trova ad aiutare le due sorelle maggiori a scrivere il necrologio. “L’unico modo di comunicare cosa si prova davvero con la morte – spiega Christina – è con l’assenza. Tutto il resto è… fantasia.” È proprio ciò che non viene detto, ciò che non viene mostrato, a rendere questo dramma così universalmente comprensibile ed emozionante. Tutti abbiamo vissuto la perdita di una persona amata, tutti ci siamo sentiti incompresi e soli nella nostra stessa casa, e tutti abbiamo sofferto in silenzio, incapaci di chiedere aiuto.

Con estrema semplicità, tenerezza e ironia, Jacobs racconta quindi una storia universale e senza tempo, in cui tutti possono facilmente identificarsi, giocando abilmente con silenzi e dettagli impercettibili ma essenziali per la costruzione di un dramma forte e incisivo. Il pubblico è accompagnato in un intenso viaggio emotivo che, non solo attraverso i dialoghi ma soprattutto tramite ciò che non viene detto, fa rivivere l’estrema solitudine e l’angoscia di tre donne prossime a perdere l’unico legame che le ha tenute unite.

Jacobs, con maestria e delicatezza, crea uno spazio di riflessione intimo, in cui abbigliamento, acconciature, gesti quotidiani – ciò che le sorelle fanno e ciò che non riescono a fare – diventano lo specchio del loro stato interiore. Ogni dettaglio visivo si trasforma dunque in un linguaggio silenzioso che riflette la loro incapacità di essere ciò che vorrebbero e ciò che non sono state. In questo modo, il regista costruisce un microcosmo intimo e claustrofobico, dove persino il dolore trova espressione solo nel silenzio e nell’isolamento.

His Three Daughters | In foto (da sinistra a destra) Natasha Lyonne (Rachel), Elizabeth Olsen (Christina) e Carrie Coon (Katie) sul set di His Three Daughters. Cr. Sam LevyNetflix © 2024.

La straziante bellezza della vita

Per quanto rappresenti un grande valore aggiunto all’immenso catalogo di Netflix, è davvero un peccato che His Three Daughters non abbia debuttato prima nelle sale italiane. Nonostante il ritmo eccessivamente lento di alcune scene, che interrompe in maniera poco fluida il climax di tensione, quest’ultima opera di Jacobs vanta una regia e una fotografia a dir poco poetiche. Carrie Coon, Natasha Lyonne ed Elizabeth Olsen interpretano magistralmente, con un approccio quasi teatrale, i ruoli di tre figlie disperate, dando voce a un racconto corale che esplora le diverse sfaccettature dell’elaborazione del lutto e dei traumi familiari. All’alchimia delle tre attrici si aggiunge la performance di Jay O. Sanders, che in una sola scena di 10 minuti porta sullo schermo tutto l’amore non espresso di un padre e un uomo che ha cercato di fare del suo meglio per le donne della sua vita.

Definito dalla critica americana come uno dei migliori film dello scorso anno, His Three Daughters si rivela essere un dramma dolceamaro che, mentre sembra parlare di morte, finisce per celebrare la straziante bellezza della vita, ricordando inoltre al pubblico che “la famiglia è famiglia”… anche quando è disfunzionale.

His House: il nuovo Horror acquistato da Netflix

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His House: il nuovo Horror acquistato da Netflix

Il colosso dello streaming Netflix ha acquisito da New Regency i diritti in tutto il mondo di His House, il nuovo atteso horror che è stato presentato il 27 gennaio alla Midnight section del Sundance Film Festival 2020.

His House segna il debutto di Weekes alla regia di un lungometraggio. Weekes è stato tra i fondatori di Tell No One, squadra di produzione specializzata in brevi video sperimentali. I suoi cortometraggi e le sue campagne promozionali hanno raccolto milioni di visualizzazioni, vincendo numerosi riconoscimenti, tra cui un premio al Leone di Cannes, arrivando fino a proiezioni in festival cinematografici e prestigiose gallerie d’arte in tutto il mondo, come il Guggenheim di New York e la National Gallery di Londra. A fianco dell’attività con Tell No One, Weekes ha diretto il suo primo cortometraggio, Tickle Monster, commissionato da Film4 per Channel4. Negli USA questa pellicola ha debuttato al SXSW Film Festival, dove è stata accolta con recensioni entusiaste.

Il film è stato scritto da Felicity Evans, Toby Venables e Remi Weekes e prodotto da  Arnon Milchan per New Regency; Roy Lee per Vertigo Entertainment; Martin Gentles ed Edward King per Starchild Pictures; Aidan Elliott; in collaborazione con BBC. Produttori esecutivi sono Yariv Milchan, Michael Schaefer e Natalie Lehmann per New Regency; Eva Yates per BBC Films;  Stuart Manashil e Steven Schneider.

His House: trama e cast

Protagonisti di His House sono Wunmi Mosaku (Animali fantastici e dove trovarli) e Sope Dirisu (Il cacciatore e la regina di ghiaccio). Nel film dopo una difficile fuga dal Sudan del Sud in guerra, una giovane coppia di profughi cerca con fatica di adattarsi a una nuova vita in una cittadina inglese dove si nasconde un male indicibile.

His Dark Materials – Queste oscure materie: recensione dei primi due episodi della seconda stagione

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Arriva anche in Italia la seconda stagione di His Dark Materials – Queste oscure materie, la serie fantasy targata HBO e BBC e basata sull’omonima trilogia di Philip Pullman. L’appuntamento è per il 21 dicembre su Sky Atlantic e NOW TV.

Adattamento del secondo romanzo della trilogia, La lama sottile, la seconda stagione di His Dark Materials – Queste oscure materie vede la protagonista Lyra – Linguargentina – Belacqua alle prese con nuovi incontri, trai quali, in particolare, ci sono Will Parry e la dottoressa Mary Malone. La ragazzina non lo sa ancora, ma questi due incontri saranno fondamentali per il suo viaggio, nonché possessori di altri due oggetti che, insieme all’Aletiometro in suo possesso, serviranno a sventare i piani del Magisterium e a mettere sottosopra l’ordine mondiale (almeno del suo mondo). Intanto, l’affascinante e senza scrupoli signora Marisa Coulter, trama con il Magisterium stesso per scovare Lyra, sfruttando e manipolando a suo piacimento uomini di chiesa che non riescono a resistere al suo fascino. Contemporaneamente, la streghe guidate da Serafina Pekkala prenderanno per la prima volta parte a una disputa tra gli uomini, perché conoscono una profezia e hanno visto la bambina che la compirà.

His Dark Materials – Queste oscure materie è epica ed emozionate

Anche solo dopo la visione dei primi due episodi della seconda stagione di His Dark Materials – Queste oscure materie, ci rendiamo conto che siamo di fronte ad un sontuoso adattamento, un lavoro forse anche migliore di quello portato avanti con il primo ciclo, forse perché per ora ci si muove in un mondo che è fondamentalmente il nostro, e la componente fantastica è per ora meno presente.

L’incontro tra Will e Lyra ha il giusto sapore, ci troviamo di fronte a due ragazzini in fuga, due anime sole ma non solitarie che, con le dovute e necessarie precauzioni, si riconoscono e trovano l’uno casa nell’altra. E sicuramente il merito di questo incontro così felice va ai direttori del casting della serie, che hanno messo accanto a Dafne Keen il giovanissimo ma già affascinante Amir Wilson. Magnetica è anche Ruth Wilson, che torna nei panni della signora Coulter. Abbandonato il sorriso lezioso con il quale aveva tentato e in parte riuscito ad abbindolare Lyra nella prima stagione, Marisa cambia look, adotta per il suo abbigliamento sempre impeccabile colori più scuri rispetto a prima, ma la cosa che davvero si fa oscura è la sua mente, il suo intento di perseguire la sua missione, rintracciando Lyra per uno scopo che per adesso non ci è dato sapere. 

Tutti contro il Magisterium

Il suo conflitto interiore che mette l’una contro l’altra la madre e la seguace del Magisterium sono in profondo contrasto, ma lei segue imperterrita un piano preciso, con lo spettro di Lord Asriel che continua ad aleggiare sul suo cammino e su tutta la vicenda.

Jack Thorne e la sua squadra realizzano un lavoro che tiene fede all’opera originale, non tanto nelle svolte narrative, che pure sono coincidenti con i romanzi, ma nello spirito. Siamo di fronte ad una storia epica, ad un viaggio pericoloso, ce ne accorgiamo in ogni momento, siamo costantemente consci del fatto che quella che stiamo vivendo è un’avventura irripetibile, importante, il destino nel mondo è nelle nostre mani come in quelle di Lyra e Will. Basta questa sensazione potente e costante per risvegliare nello spettatore il bruciante desiderio di vedere tutto lo show, per sapere come va a finire, per avere coscienza di ciò che accadrà, per scoprire se Will troverà suo padre e se Lyra riuscirà ad avere la possibilità di chiedere perdono a Roger. 

His Dark Materials – Queste Oscure Materie: la terza e ultima stagione dal 21 dicembre

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Si conclude con gli ultimi otto nuovi episodi della stagione finale di His Dark Materials – Queste Oscure Materie l’avventura fra i mondi di Lyra Belacqua, predestinata eroina protagonista della serie fantasy tratta dalla trilogia best seller di Philip Pullman edita da Salani Editore. I primi due dei nuovi episodi debutteranno in esclusiva su Sky e in streaming su NOW il 21 dicembre, data a partire dalla quale due nuovi episodi andranno tutti i mercoledì su Sky Atlantic in prima serata e saranno disponibili ovviamente anche on demand.

Sempre ambientati in una dimensione diversa del pianeta Terra in cui si intrecciano scienza, tecnologia e magia e in cui le persone camminano con al loro fianco un daimon, ovvero un animale che ne incarna l’anima, i nuovi episodi di His Dark Materials – Queste Oscure Materie adattano «Il cannocchiale d’ambra», terzo volume della trilogia letteraria, ripartendo dal finale della seconda stagione, con Lyra e Will, il nuovo possessore della Lama Sottile in grado di squarciare il velo fra i vari mondi, che si ritrovano.

His Dark Materials – Queste Oscure Materie, cast e trama della terza stagione

A interpretare i protagonisti tornano tutte le star delle prime due stagioni, da Dafne Keen (Logan – The Wolverine), che torna protagonista nei panni di Lyra ad Amir Wilson (Lettera al re, The Magic Flute) che è di nuovo il ragazzo della profezia Will Parry, Ruth Wilson (The Affair) ancora nel ruolo di Mrs. Coulter e James McAvoy (Split, Espiazione, X-Men) in quello di Lord Asriel, il padre di Lyra.

Nella terza stagione Lyra e Will, il nuovo possessore della Lama Sottile, dovranno spingersi in luoghi oscuri da cui nessuno ha mai fatto ritorno, alla scoperta della verità sull’onnipotente Magisterium. Intanto la guerra contro l’Autorità messa in piedi da Lord Asriel, il padre di Lyra, è sempre più vicina, e la salvezza dei mondi richiederà un prezzo terribile.

Hirokazu Kore’eda: il pluripremiato regista giapponese

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È nato il 6 giugno 1962 a Tokyo. Dopo la laurea alla Waseda University nel 1987, Hirokazu Kore’eda è entrato nella TV Man Union dove ha diretto diversi programmi di documentari vincitori di vari premi. Nel 2014 ha lanciato la sua casa di produzione BUN-BUKU.

Del 1995 è il suo debutto come regista di lm con Maborosi – tratto dal romanzo di Miyamoto Teru, vincitore del Premio Osella al 52° Festival di Venezia – una storia dalle tinte fosche e inquietanti che vedeva nel cast l’allora emergente attore Asano Tadanobu. Segue un altro racconto dalla cornice fantastica, After Life (1998), ambientato in una sorta di limbo tra cielo e terra. Il lm viene distribuito in oltre 30 nazioni e porta Hirokazu Kore’eda all’attenzione internazionale.

Nel 2001, Distance, imperniato sull’elaborazione del lutto da parte di un gruppo di persone divenute loro malgrado conoscenti, è stato selezionato in competizio- ne al Festival di Cannes. Il protagonista del suo quarto lavoro Nessuno lo sa (2004), il tredicenne Yagira Yūya, ha raccolto grande attenzione come il più giovane attore ad aver ricevuto il premio per la miglior interpretazione nella storia del Festival di Cannes. Il lm è ispirato a un fatto di cronaca (una madre che abbandona improv- visamente i propri gli per scappare con un uomo) che scosse il Giappone negli anni ‘90.

Hirokazu Kore’eda: tutti i suoi film

Nel 2006, Hana, un lm di samurai sul tema della vendetta, è stato il suo primo lm in costume. Nel 2008, Kore-eda ha presentato Still Walking; il lm, in parte autobiogra co, vede la partecipazione della star giapponese Abe Hiroshi, con cui formerà un sodalizio artistico, e verte su una riunione di famiglia nella provincia giapponese. Nel 2009, con Air Doll, presentato a Un Certain Regard al 62° Festival di Cannes, Kore-eda opera la sua prima incursione nel mondo dei manga trattan- do il tema della solitudine e delle fantasie sessuali dei giapponesi. Nel 2011, con I Wish, il regista torna a dirigere, dopo Nessuno lo sa, un gruppo di attori bambini, questa volta con una storia più solare che ruota attorno ai fuochi d’arti cio. Il lm ha vinto il premio per la miglior sceneggiatura al 59° Festival Internazionale del Cinema di San Sebastián.

Nel 2012, ha debuttato come regista di una serie tv in Going Home che vede ancora una volta nel cast il dato Abe Hiroshi. Father and Son (2013), vincitore del Premio della Giuria al Festival di Cannes, ha ricevuto il Premio del Pubblico ai festival di San Sebastián, Vancouver e San Paolo e ha segnato un nuovo record di incassi, nella lmogra a del regista, in diverse nazioni. La vicenda ruota attorno a due famiglie che vengono a contatto quando si scopre che i rispettivi gli sono sta- ti scambiati per errore alla nascita. Nel 2015 è nuovamente in concorso al Festival di Cannes con Little Sister, nuovamente tratto da un manga, che ha ricevuto vari Japan Academy Award tra cui quello per Miglior Film e Miglior Regia, così come il

Premio del Pubblico al Festival di San Sebastián. Nel 2016, Ritratto di famiglia con tempesta, di nuovo con Abe Hiroshi questa volta nella parte di un detective priva- to, ha esordito nella sezione Un Certain Regard al 69° Festival di Cannes. Nel 2017 il regista collabora per la prima volta col celebre attore Yakusho Kōji nel dramma processuale Il terzo omicidio, presentato in concorso al Festival di Venezia. A Can- nes, Kore-eda è stato insignito della Palma d’oro con il lm Un affare di famiglia, mentre nel 2019 ha aperto il Festival di Venezia con la sua prima co-produzione internazionale, Le verità, girato in Francia e con un cast che vanta Catherine De- neuve, Juliette Binoche ed Ethan Hawke. La storia verte sul rapporto altalenante tra una madre, diva del cinema, e la glia sceneggiatrice.

Hirokazu Kore’eda è stato anche produttore per giovani registi giapponesi. Kakuto, diret- to da Iseya Yūsuke, ha debuttato all’International Film Festival Rotterdam nel 2003. Wild Berries, dello stesso anno, è stato scritto e diretto da Nishikawa Miwa, il cui se- condo lungometraggio, Sway, è stato mostrato alla Semaine de la critique di Can- nes nel 2006. Il documentario Ending Note: Death Of Japanese Salesman (2011), rmato da Sunada Mami, ha raccolto consensi di pubblico a livello internazionale. Kore-eda Hirokazu è stato recentemente insignito del premio Cineasta Asiatico dell’Anno al Busan International Film Festival del 2019.

Himizu e Wuthering Heights in Concorso a Venezia 2011

Himizu e Wuthering Heights in Concorso a Venezia 2011

Un popolo che guarda a se stesso con estrema lucidità, ma con inesorabile e sconcertato pessimismo. Il Giappone che Sion Sono presenta nel suo Himizu è quello del day after, dopo l’11 marzo.

Hill of Vision: l’incontro con i protagonisti

Hill of Vision: l’incontro con i protagonisti

È stato presentato a Roma Hill of Vision, il nuovo film di Roberto Faenza, prolifico regista, sceneggiatore e professore italiano che ha girato spesso anche negli Stati Uniti e che questa volta sceglie di raccontare «una storia incredibile, se non fosse accaduta davvero», come dice lui stesso: il racconto dell’infanzia del genetista premio Nobel per la scienza Mario Capecchi.

Hill of Vision è stato proiettato quest’anno in apertura al Bifest (Bari International Film Festival), prodotto da Elda Ferri e Milena Canonero, costumista che si è aggiudicata l’Oscar per quattro volte, è nato praticamente per caso, come racconta Ferri: «Sono stata io ad instillare in Roberto l’idea di girare questa storia. Ero in una sala d’attesa e leggendo una rivista mi sono imbattuta nella notizia che diceva che lo scienziato Mario Capecchi aveva regalato al museo di Kyoto un cappello. Il fatto mi ha talmente incuriosita che abbiamo deciso di partire, intervistarlo e conoscere cosa ci fosse dietro».

Prende la parola il regista, a cui stanno particolarmente a cuore le tematiche sulla formazione, anche e soprattutto quando attingono dalla storia: «Il punto focale che mi ha interessato di più e che ho voluto trasmettere ai miei giovani attori, è la fortuna che Mario ha avutoad incontrare i suoi zii quaccheri, scienziati, che capiscono che lui non è affatto stupido, come invece gli viene detto da tutti a scuola. Il fatto che i suoi adulti di riferimento credano in lui, gli dà la spinta per riprendere a vivere e diventare chi poi è diventato. Trovo che sia una storia talmente incoraggiante che debba essere per forza portata al cinema, e anche nelle scuole. Jona che visse nella balena è stato visto da un milione e mezzo di studenti, con Hill of Vision arriverò a due! », sorride soddisfatto Roberto Faenza che nella sua carriera può vantare una grande affinità nella direzione di giovani talenti: «De Sica sosteneva che fosse difficilissimo lavorare con i ragazzini, io invece penso che sia la cosa più semplice del mondo. Basta, però, trovare il bambino giusto. Sanno essere disponibilissimi, a meno che tu non vada contro qualcosa che proprio non vogliono fare. Con Lorenzo Ciamei e Sofia D’Elia non ho dovuto praticamente far nulla, andavano avanti da soli, non mi chiedevano nessun chiarimento, a differenza degli adulti che hanno sempre bisogno di capire tutto», spiega ridendo il regista.

Viene poi rivolta una domanda a Milena Canonero, che racconta la propria esperienza anche attraverso il rapporto con Faenza e Elda Ferri, che risale agli anni ’90 con Mio caro dottor Gräsler: «Non si tratta mai di fare solo dei “vestitini”, si comincia sempre col capire innanzitutto quale sia il film che vuole fare il regista. Quando scelgo di lavorare ad un progetto è perché è il soggetto a incuriosirmi. In questo caso l’amicizia che mi lega a Elda e Roberto non mi ha influenzata, perché era la storia stessa di Mario Capecchi a essere entusiasmante. Quando lo abbiamo conosciuto ci ha raccontato tanti aneddoti che non è stato possibile inserire nel film, ci vorrebbe quasi un seguito», dice scherzando Canonero, che rivela, tra l’altro, il suo importante coinvolgimento nella scrittura e lavorazione del film: «Non guardo mai se la produzione del film sia grande o piccola. Se trovassi qualcosa d’interessante in un Marvel potrei anche collaborare in uno di quei film», scherza Canonero con la sua proverbiale eleganza.

Faenza svela poi che il protagonista di Hill of Vision ha guardato il film in anteprima: «Mario Capecchi non ha commentato nulla perché ha pianto per due ore  mezza. Dopo un po’ ha solo detto che quella fosse la prima volta che qualcuno gli stava restituendo qualcosa. È rimasto molto colpito. Credo che sia stato il rapporto con la mamma ad averlo toccato di più. Lui a casa conserva ancora il baule con delle lettere appartenute a lei che ha scelto di non leggere, dopo tutti questi anni. L’aspetto più drammatico per lui riguarda il ricordo del padre. Ne ha memoria come se fosse un demonio, non ne vuol sentire parlare. È forse anche un tantino esagerato. Quello che lui ci ha sempre detto quando lo abbiamo intervistato, è che l’unica cosa della sua vita che veramente merita di essere raccontata è la sua infanzia. E credo che sia un insegnamento di grande conforto per i ragazzi di oggi, che spesso oggi sono totalmente abbandonati dalla società e i genitori non se ne occupano».

Quasi in chiusura, la costumista e produttrice Milena Canonero si lascia scappare la rivelazione di una nuova idea che sta prendendo forma nel cantiere del regista: «La nuova direttrice di Rai Cinema ci ha proposto di fare un film su Alda Merini, siamo stati seguiti nel progetto da Arnoldo Mondadori Jr che l’ha conosciuta. A luglio inizieremo con il set».

Hill of Vision uscirà in sala il 16 giugno.

Hill of Vision, recensione del film di Roberto Faenza

Hill of Vision, recensione del film di Roberto Faenza

Il nuovo film di Roberto Faenza esce in sala il 16 giugno. Si tratta di Hill of Vision, la storia pazzesca di un bimbo italiano analfabeta e scampato alle bombe della Seconda Guerra Mondiale che diventa un genetista e nel 2007 riceve il premio Nobel per la medicina.

Il regista, che è anche sceneggiatore e insegnante, ha una carriera cinematografica che affonda le sue radici nei suoi primi vent’anni di vita, e che gli ha fatto aggiudicare riconoscimenti di ogni sorta, tra cui diversi David di Donatello, Nastri d’argento e Globo d’oro.

Lo sguardo verso i più giovani, specialmente per le storie che partono dalle situazioni più drammatiche, lo hanno interessato più di una volta (Jona che visse nella balena, Un giorno questo dolore ti sarà utile), per quanto, a onor del vero, la varietà di tematiche e di tipologie di racconti affrontati da Roberto Faenza, siano decisamente eclettici.

Hill of Vision, la storia di Mario Capecchi

La storia di Hill of Vision nasce per caso. Un giorno, la produttrice Elda Ferri legge una notizia riguardante lo scienziato Mario Capecchi: avrebbe donato a un museo di Kyoto il suo amato cappello. Cosa significava un cappello per un uomo tanto famoso, colto e geniale? La decisione di approfondire il fatto e di intervistare il premio Nobel vengono da sé.

Così nasce il film sull’infanzia di Mario Capecchi diviso in due parti, in cui nella prima si racconta come è sopravvissuto ai bombardamenti in Italia, dove ad interpretare il piccolo protagonista è Lorenzo Ciamei, con Francesco Montanari che fa il papà Luciano Capecchi e Rosa Diletta Rossi nei panni di Anna, sua compagna. La seconda parte inizia quando incredibilmente sua madre (Laura Haddock), sopravvissuta ai campi di concentramento, lo viene a prendere in orfanotrofio per portarlo negli Stati Uniti e stare lì insieme agli zii (Edward Holcroft ed Elisa Lasowski) che vivono in una comunità di quaccheri.

Una fiaba assurda, per molti aspetti, quella di Mario Capecchi, che Roberto Faenza riporta per immagini con slancio e un sacco di ammirazione, costruendo scenari, ambientazioni e il susseguirsi degli eventi con affettuosa cura e parecchia ingenuità. La storia è sufficiente di per sé a destare le coscienze e soprattutto le speranze, ma il modo in cui viene riprodotta la indebolisce e, a tratti, banalizza.

Nella seconda metà del film ci trasferiamo negli Stati Uniti, Mario è cresciutello ed è il giovane Jake Donald-Crookes a calarsi nel ruolo. Un senso di avventura e di voglia di scoperta dà un po’ di colore alla narrazione, ma resta sempre tutto ben posizionato come in una dolce cartolina anni ’50 ed è necessario uno sforzo in più per focalizzarsi sulla parte importante: i sensazionali fatti storici nella vita di questo preadolescente. Tutti gli attori, durante tutta la durata della pellicola, si spostano come piccole marionette tirate da dei fili (con le sole eccezioni dei genitori di Capecchi, Haddock e Montanari, e Rossi, l’amante del padre) e, purtroppo, la stessa scrittura di alcune scene pare non tenere conto dell’atmosfera e la profondità che sarebbe fondamentale trasmettere.

Un’importante eredità pedagogica

Al netto, dunque, di una scarsa consistenza di carattere di tutto il film, resta l’eredità pedagogica della storia di questo ragazzo, e l’ennesima conferma di quanto sia in grado di fare un giovane quando gli viene trasmesso che è in gamba a prescindere da tutto. Oltre al fatto che, quando nessuno ti capisce, devi trovare qualcuno che finalmente riesca a farlo, e farti guidare da questi nei meandri delle strategie su come stare al mondo.

La cosa bellissima della storia di Mario Capecchi – ed è ammirevole che il regista lo voglia trasmettere nelle scuole – è quanto semplicemente faccia vedere che genio non nasce nessuno, anzi. Ma, a piccoli passi, e anche con la possibilità di cadere più volte, lo si può diventare eccome.

Hilary Swank: 10 cose che non sai sull’attrice

Hilary Swank: 10 cose che non sai sull’attrice

Celebre e apprezzata attrice, Hilary Swank ha negli anni recitato in celebri film hollywoodiani, affermandosi per la devozione riposta nel dar vita ai personaggi a lei affidati. Grazie al suo talento l’attrice ha inoltre potuto ottenere alcuni dei premi più prestigiosi dell’industria, continuando ancora oggi a distinguersi per la sua versatilità e la ricerca di progetti sempre diversi tra loro. Ecco 10 cose che non sai di Hilary Swank.

Hilary Swank: i suoi film

1. Ha recitato in celebri lungometraggi. La Swank debutta con un ruolo da co-protagonista nel film Buffy – L’Ammazza Vampiri (1992), per poi ottenere una prima celebrità grazie al film Karate Kid 4 (1994). Successivamente recita nei film A volte ritornano ancora (1996), Lolita – I peccati di Hollywood (1997) e Boys Don’t Cry (1999), che ne consacra la carriera. Qui la Swank recita accanto all’attrice Chlöe Sevigny. Negli anni seguenti prende parte ai film The Gift (2000), Insomnia (2002), The Core (2003), Ore 11:14 – Destino fatale (2003), e Million Dollar Baby (2004), di Clint Eastwood, dove dà vita ad una delle interpretazioni migliori della sua carriera. In seguito recita nei film Black Dahlia (2006), PS. I Love You (2007), Amelia (2009), Capodanno a New York (2011), The Homesman (2014), La truffa dei Logan (2017), I Am Mother (2019) e The Hunt (2020).

2. Ha preso parte a produzioni televisive. All’inizio della sua carriera la Swank recita in alcune puntate di serie TV come Evening Shade (1991-1992), Genitori in blue jeans (1991-1992), Camp Wilder (1992) e Beverly Hills 90210 (1997-1998). Reciterà poi anche nei film televisivi Victim of Rage (1994), Terror in the Family (1996), Prove mortali (1997), Delitto senza movente (1997) e MAry e Martha (2013). Nel 2018 è tra i protagonisti della serie Trust – Il rapimento Getty, mentre prossimamente è attesa nella serie Away.

3. Si è affermata come produttrice. Nel corso degli anni l’attrice ha svolto anche il ruolo di produttrice, in particolare per alcuni lungometraggi da lei anche interpretati. Tra questi si annoverano i film Ore 11:14 – Destino fatale, Beautiful Ohio (2006), Amelia, The Resident (2011), Something Borrowed – L’amore non ha regole (2011), Qualcosa di buono (2014) e What They Had (2018).

4. Ha partecipato al doppiaggio di una nota serie. Tra il 2019 e il 2020 la Swank presta la voce al personaggio di Joey Pogo, famosa pop star presente in alcuni episodi dell’ultima stagione della celebre serie animata BoJack Horseman, distribuita su Netflix.

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Hilary Swank: chi è il marito

5. Conobbe il primo marito sul set di un film. Nel 1997 la Swank sposa l’attore e regista Chad Lowe, conosciuto sul set del film Lolita – I peccati di Hollywood, dove entrambi recitavano. Un divertente aneddoto riguardante la coppia è quello che vede l’attrice dimenticarsi di ringraziare Lowe durante il suo discorso per l’Oscar vinto nel 2000. L’attrice avrà tuttavia modo di rimediare alla dimenticanza nel 2005, quando ritirerà il suo secondo Oscar. Tuttavia, nel 2006, la coppia annuncia la separazione e in seguito il divorzio.

6. Si è sposata una seconda volta. Dopo alcune relazioni di diversi anni, l’attrice ha annunciato nel giugno del 2018 le nozze con Philip Schneider, produttore conosciuto tramite amici comuni. I due hanno celebrato l’evento in un ranch in California, circondati da sequoie e alberi secolari.

Hilary Swank e gli Oscar

7. Ha vinto l’ambito premio. L’attrice vanta due nomination ai premi Oscar come miglior attrice protagonista, ed in entrambe le occasioni ha poi riportato la vittoria, facendo di lei una delle poche interpreti ad aver vinto per ogni volta in cui è stata nominata. L’Oscar vinto per Million Dollar Baby di Clint Eastwood ha poi fatto di lei la prima interprete a vincere tale premio per il ruolo di un pugile donna.

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Hilary Swank in Karate Kid 4

8. È il ruolo che l’ha resa celebre. Dopo il successo della trilogia di Karate Kid, la produzione decise di realizzare un quarto capitolo. Tuttavia l’attore Ralph Macchio annunciò che non avrebbe ripreso il ruolo di Daniel LaRusso. Per sostituirlo, fu indetto un casting per una protagonista femminile. La Swank vinse la parte battendo oltre 500 candidate, e grazie a quel ruolo avrebbe poi ottenuto grande popolarità.

Hilary Swank e il suo fisico

9. È da sempre una sportiva. Sin da giovane la Swank si è dichiarata un amante dello sport, partecipando anche come nuotatrice alle Olimpiadi giovanili e ai campionati dello Stato di Washington. Questa sua passione la caratterizza ancora oggi, e grazie anche ai ruoli da lei ricoperti, da Karate Kid 4 a Million Dollar Baby, ha avuto in più occasioni di sfoggiare un fisico particolarmente allenato.

Hilary Swank: età e altezza

10. Hilary Swank è nata a Lincoln, nel Nebraska, Stati Uniti, il 30 luglio 1974.

Fonte: IMDb

Hilary Swank nel cast del nuovo sci-fi thriller I’m a Mother

Hilary Swank (Million Dollar Baby, Boys don’t cry, Logan Lucky), dopo il film di Danny Bayle Trust, sarà nel cast nel nuovo sci-fi thriller I’m a Mother.

Il personaggio interpretato da Clara Rugaard ha progettato una nuova generazione di umani generati da un robot chiamato Mother, creato per ripopolare la Terra. Mentre la giovane donna è chiusa nel suo device, la sua visione del mondo è scossa quando una donna con sangue nelle vene arriva e rivendica che niente è come sembra.

Grant Sputore è alla regia e la sceneggiatura è scritta da Michael Lloyd Green.

Dichiara il regista:

È un privilegio avere Hilary Swank nel cast. E’ un’attrice notevole che porta sempre a termine grandi impegni e onestà. Sono contento di lavorare con lei e con la talentuosa Clara Rugaard”

Logan Lucky: Hilary Swank nel cast del film di Steven Soderbergh

Hilary Swank ha preso parte recentemente ai film 55 steps e What they had.

Fonte: Empire

Hilary Duff: 10 cose che non sai sull’attrice

Hilary Duff: 10 cose che non sai sull’attrice

Affermatasi come una delle celebrità più influenti dal Duemila ad oggi, Hilary Duff si è occupata negli anni di cinema, televisione, musica e attività imprenditoriali. In ognuno di questi campi ha ottenuto grandi successi, ma oltre allo spettacolo si è distinta anche come una donna molto attenta al sociale, sostenendo diverse cause e operazioni umanitarie. Ora che è pronta a tornare da protagonista nel mondo della serialità, sarà meglio conoscere qualcosa di più su di lei.

Ecco 10 cose che non sai di Hilary Duff.

Hilary Duff, i fidanzati e figli Luca Cruz Comrie, Violet e James Bair

1. Ha avuto numerosi celebri fidanzati. Il primo fidanzato pubblico della Duff, avuto a 14 anni, è stato il cantante Aaron Carter, con il quale rimane in coppia fino al 2004. Di quel periodo è celebre la lite avuta con l’attrice Lindsay Lohan, con il quale Carter tradì la Duff. Si trattò di una delle vicende di gossip più seguite dei primi anni Duemila. In seguito, negli anni ha avuto relazioni con il cantante Joel Madden, dal 2004 al 2006, con il suo personal trainer Jason Walsh, dal 2016 al 2017, e con l’impreditore Ely Sandvik, durata soltanto pochi mesi del 2017.

2. Ha sposato un giocatore di hockey. La Duff sembrò aver trovato una stabilità nel momento in cui, nel 2007, inizia a frequentare il giocatore di hockey dei Pittsburgh Penguins Mike Comrie. Nel 2010 i due annunciano il fidanzamento, per poi sposarsi il 14 agosto di quello stesso anno a Santa Barbara. Nel 2012 è poi nato l’unico figlio della coppia, Luca Cruz Comrie. Purtroppo, due anni più tardi, nel 2014, la Duff annuncia tramite il proprio profilo Twitter della separazione consensuale tra lei e Mike, citando differenze inconciliabili. I due divorziano ufficialmente nel 2016.

3. Si è sposata una seconda volta. Nel 2015 la Duff intraprende una relazione con il musicista e cantautore Matthew Koma, il quale ha prodotto l’album di lei Breathe In Breathe Out. I due debuttano come coppia però soltanto nel 2017 in occasione dei SAG Awards. Nel marzo di quell’anno si separano poi per alcuni mesi, per poi tornare insieme a settembre. I due si sono poi fidanzati e sposati nel 2019, documentando il tutto tramite i rispettivi social. Hanno poi avuto due figli, Banks Violet Bair, nata nel 2018, e Mae James Bair, nato nel 2021.

Hilary Duff filmografia

Hilary duff: la sua filmografia

4. Ha recitato in note serie TV. Dopo alcuni film televisivi come Casper e Wendy – Una magica amicizia (1998) e Il rumore degli angeli (1999), la Duff diventa celebre come protagonista delle serie Lizzie McGuire, in cui recita dal 2001 al 2004. Successivamente è comparsa in alcuni episodi di serie come Ghost Whisperer (2009), Law & Order – Unità vittime speciali (2009), The Chase (2009) e Gossip Girl (2009), dove interpreta Olivia Burke accanto a Blake Lively e Chace Crawford. Dal 2015 al 2021 ha invece recitato nella serie Younger.

5. Ha partecipato anche a celebri film. La Duff ha debuttato al cinema nel 1999 con il film Scherzi del cuore, con Angelina Jolie, per poi recitare in Human Nature (2001), Lizzie McGuire – Da liceale a popstar (2003), Una scatenata dozzina (2003), Nata per vincere (2004), Il ritorno della scatenata dozzina (2005), Material Girls (2006), War, Inc. (2008), con John Cusack, Stay Cool (2009), Greta (2009). Dopo alcuni film minori, torna poi al cinema nel 2019 con Sharon Tate – Tra incubo e realtà, dove interpreta proprio la protagonista, l’attrice Sharon Tate.

Hilary Duff: oggi

6. Sarà la protagonista di un’attesa serie. Nell’aprile del 2021 viene annunciato che la Duff ha trovato un nuovo ruolo da protagonista in una serie particolarmente attesa. Questa è How I Met Your Father, spin-off della celebre How I Met Your Mother, solo con un punto di vista rovesciato. La Duff, oltre a recitare nei panni di Sophie, intenta a raccontare ai suoi figli come ha conosciuto il loro padre, produrrà anche la serie, attualmente attesa per il 2022 e di cui è recentemente stato pubblicato il trailer ufficiale.

7. Tornerà ad interpretare Lizzie McGuire. Nel 2019 l’attrice ha annunciato che tornerà ad interpretare il personaggio che l’ha resa celebre, ovvero Lizzie McGuire, in un prossimo rilancio della serie sulla piattaforma di streaming Disney+. Non ci sono ancora molti dettagli su questo nuovo progetto, che dovrebbe però configurarsi come un sequel della serie originale. Nel 2020, tuttavia, le riprese sono state momentaneamente fermate per alcuni contrasti tra l’attrice e il produttore creativo con la Disney. La serie dovrebbe comunque uscire nel corso del 2022.

Hilary Duff Gossip Girl

Hilary Duff in Gossip Girl

8. Ha recitato nella celebre serie. Uno dei ruoli più conosciuti della Duff, oltre a quello di Lizzie McGuire, è quello di Olivia Kate Burke nella serie Gossip Girl. Il personaggio compare in diversi episodi della terza stagione, sviluppando una relazione con Dan Humphrey. Tra le tante guest star comparse nel corso della serie, la Duff si è affermata come una delle più apprezzate dai fan. La stessa attrice ha raccontato di ricordare l’esperienza sul set come estremamente piacevole.

Hilary Duff: chi è sua sorella

9. Anche sua sorella lavora nel mondo dello spettacolo. Come alcuni sapranno, Hilary ha una sorella maggiore di nome Haylie Duff. Entrambe vennero incoraggiate dalla madre ad intraprende una carriera nel mondo dello spettacolo e una delle prime produzioni che le vide recitare insieme fu lo spettacolo teatrale Lo schiaccianoci. In seguito hanno intrapreso percorsi differenti, ottenendo però di recitare ancora insieme in Lizzie McGuire e Material Girls. Hanno anche collaborato insieme per diversi progetti musicali.

Hilary Duff: età e altezza dell’attrice

10. Hilary Duff è nata il 28 settembre del 1987 a Houston, in Texas, Stati Uniti. L’attrice è alta complessivamente 1.57 metri.

Fonte: IMDb

 

 

Hijack: trailer della serie Apple TV+ con Idris Elba

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Hijack: trailer della serie Apple TV+ con Idris Elba

Apple TV+ ha rilasciato il trailer di “Hijack”, una serie thriller in sette episodi interpretata e prodotta esecutivamente dal vincitore del SAG Award e candidato all’Emmy Award Idris Elba (“Luther”). Creata da George Kay (“Lupin”, “Criminal”) e Jim Field Smith (“Criminal” “Truth Seekers”), il primo sceneggiatore e il secondo regista principale della serie, “Hijack” è interpretata anche dal vincitore dell’Emmy Award e del NAACP Image Award Archie Panjabi (“The Good Wife”, “Snowpiercer”, “Blindspot”). “Hijack” farà il suo debutto mondiale su Apple TV+ con i primi due episodi mercoledì 28 giugno, seguiti da un nuovo episodio ogni mercoledì fino al 2 agosto.

Hijack è stato prodotto da 60Forty Films, la società di produzione fondata dai produttori esecutivi vincitori dell’Emmy Award Jamie Laurenson e Hakan Kousetta (“Slow Horses“, “Il serpente dell’Essex“) nell’ambito del suo accordo con Apple TV+, insieme a George Kay e alla società di produzione di Jim FIeld Smith, Idiotlamp Productions, segna anche la prima serie dell’accordo tra Idris Elba e la sua Green Door Pictures e Apple TV+. George Kay e Jim Field Smith sono entrambi produttori esecutivi insieme a Elba, Jamie Laurenson, Hakan Kousetta e Kris Thykier.

Hijack: la nuova serie thriller con Idris Elba

Hijack: la nuova serie thriller con Idris Elba

Apple TV+ ha annunciato oggi la produzione di Hijack, un nuovo thriller in sette parti con protagonista Idris Elba (“Sonic – Il film 2“, “Luther“), vincitore del SAG e candidato all’Emmy, che sarà anche produttore esecutivo. La serie segna il primo progetto che deriverà dall’accordo siglato dalla Green Door Pictures di Elba con Apple TV+.

La serie è scritta da George Kay (“Lupin”, “Criminal“) e sarà diretta da Jim Field Smith (“Criminal”, “The Wrong Mans”), che saranno anche produttori esecutivi insieme allo stesso Elba, a Jamie Laurenson, Hakan Kousetta e Kris Thykier. “Hijack” sarà prodotta da 60Forty Films e Idiotlamp Productions in associazione con Green Door Pictures.

Hijack, la trama

Ambientato ai giorni nostri, Hijack è un thriller teso che segue il viaggio di un aereo destinato a Londra e dirottato durante un volo lungo più di sette ore, mentre le autorità a terra si affrettano a cercare risposte. Idris Elba interpreterà Sam Nelson, un abile negoziatore nel mondo degli affari che deve farsi avanti e usare tutta la sua astuzia per cercare di salvare la vita dei passeggeri; la sua strategia ad alto rischio, però, potrebbe essere la sua stessa rovina.

La serie sarà presentata in anteprima e andrà ad aggiungersi ai titoli di Apple Originals degli storytellers più creativi di oggi, tra cui “Scissione” del regista e produttore esecutivo Ben Stiller, acclamato dalla critica e recentemente rinnovato per un seconda stagione; “Shining Girls”, il nuovo thriller metafisico basato sul bestseller del 2013; “Disclaimer,” una nuova serie di thriller psicologici del regista, scrittore, produttore, direttore della fotografia e montatore, pluripremiato ai Golden Globe e BAFTA Alfonso Cuarón e altro ancora.

Hijack: Apple TV+ annuncia il rinnovo per una seconda stagione

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Hijack: Apple TV+ annuncia il rinnovo per una seconda stagione

Oggi Apple TV+ ha annunciato la seconda stagione di Hijack, il thriller interpretato e prodotto dal vincitore del SAG Award e candidato all’Emmy Idris Elba (“Luther”). La serie è stata creata da George Kay (“Lupin”, “Criminal”) e Jim Field Smith (“Criminal”, “Litvinenko”) e la prima stagione completa è disponibile su Apple TV+.

Fin dal suo debutto, Hijack è diventata una delle serie drammatiche più seguite su Apple TV+, ricevendo ampi consensi da pubblico e critica; ha ottenuto rapidamente il Certified Fresh nel punteggio assegnato dalla critica su Rotten Tomatoes ed è entrato nella Top 10 della classifica Nielsen Streaming Originals. La serie, con Elba protagonista come “uomo di punta”, è stata definita “immediatamente coinvolgente”, “un’iniezione di pura adrenalina”, una dramedy “nitida e tesa”, “piena di tensione e avvincente, che spesso spinge lo spettatore sull’orlo della poltrona”.

«Il pubblico di tutto il mondo è rimasto col fiato sospeso guardando l’avvincente performance di Idris in “Hijack” e siamo entusiasti di lavorare di nuovo con 60Forty e Idiotlamp per una seconda stagione altrettanto coinvolgente», ha dichiarato Jay Hunt, direttore creativo di Apple TV+ per l’Europa. «Sono rimasto sbalordito dalla risposta travolgente del pubblico dopo la prima stagione. Non posso svelare nulla di ciò che si prospetta per Sam Nelson in questa nuova stagione, ma posso assicurarvi che ci sarà tanta adrenalina!», ha dichiarato il produttore esecutivo e protagonista Idris Elba.

La seconda stagione di Hijack sarà prodotta esecutivamente da Jamie Laurenson, Hakan Kousetta e Tom Nash della 60Forty Films, oltre ai produttori esecutivi Kay e Field Smith della Idiotlamp Productions. Field Smith è anche il regista principale della serie.

Hijack, la recensione della serie con Idris Elba

Hijack, la recensione della serie con Idris Elba

Il proverbio ci insegna che non bisogna giudicare un libro dalla copertina. Volendo trasporre tale concetto nel campo seriale potremmo adattarlo scrivendo che non si dovrebbe giudicare uno show dal pilot. L’accostamento non è totalmente calzante ma rende l’idea. Tale incipit si presta perfettamente per introdurre Hijack, serie di matrice britannica che vede protagonista Idris Elba.

Il titolo lascia chiaramente intendere che la produzione Apple TV+ vede al centro della storia un dirottamento aereo, precisamente quello di un volo diretto da Dubai a Londra. Tra i passeggeri diventati ostaggi del gruppo di dirottatori si trova anche Sam Nelson, che di professione fa il negoziatore. Toccherà principalmente a lui il tentativo di salvaguardare la vita dei passeggeri a bordo.

L’umanità e il realismo prima dello spettacolo

Come lasciato intuire in precedenza, se andrete oltre il pilot di Hijack non ve ne pentirete. Il setting della narrazione e del personaggio principale non sono certamente originali, né la messa in scena garantisce quel plus di tensione tale da attrarre l’attenzione dello spettatore maggiormente smaliziato. Il fatto è che solo procedendo con gli episodi si comprende che questo non era fin dal principio l’intento dei creatori George Kay e Jim Field Smith.

L’approccio dello show si rivela infatti molto più acuto di quanto il primo episodio non lasci intendere: invece di puntare alla spettacolarità che un genere come il thriller può offrire, Hijack preferisce raccontare in maniera precisa le azioni di coloro che devono affrontare una tale crisi, sia dentro che fuori l’aeroplano. La narrazione dei vari episodi si fonde con efficacia in un crescendo drammatico che pian piano cattura, irretisce il pubblico senza necessariamente spiattellare lo spettacolo action preconfezionato.

C’è infatti pochissima azione in Hijack, almeno nelle prime puntate, sostituita da uno studio avvincente delle dinamiche che si sviluppano nel dover fronteggiare il dirottamento. La storia rimbalza infatti dalle dinamiche che si sviluppano tra passeggeri e dirottatori alle decisioni che devono essere prese nella sala di controllo voli a quelle invece dettate dalle ragioni di stato. Le tre diverse ambientazioni interagiscono con sorprendente efficacia, incastrate tra loro da un montaggio sapiente nel saper restituire il dramma senza necessariamente confezionarlo in uno spettacolo inutilmente forzato dentro il genere.

Hijack-recensione

Hijack, tra spettacolo e dramma umano

In questo modo Hijack diventa un dramma orchestrato con cura, che mira al realismo molto più che all’effetto. Unico difetto è quello di presentare un gruppo di dirottatori non particolarmente convincente, il quale esplicita le motivazioni dell’atto troppo tardi e quando questo succede l’idea diventa leggermente troppo “larger than life” rispetto alla verosimiglianza con cui il tutto era stato settato in precedenza. A parte questo però lo show continua senza troppi sobbalzi a tenere lo spettatore incollato alla poltrona, gli permette di entrare in contatto emotivo con i personaggi e parteggiare o meno per loro.

Altro punto a favore sta nella precisione con cui viene sviluppata la figura di Sam, il quale adopera la sua saggezza e gli strumenti della professione senza mai diventare veramente un “eroe”, anzi condividendo la scena con gli altri passeggeri del volo. Idris Elba si dimostra ancora una volta carismatico quanto basta per esporre anche le debolezze, le paure e la verità del proprio ruolo.

Puntata dopo puntata infatti Hijack diventa sempre più una serie corale, che si avvicina – con le dovute proporzioni, sia ben chiaro – a quello che Paul Greengrass aveva straordinariamente saputo realizzare al tempo di United 93, che gli valse la nomination all’Oscar per la miglior regia. Ecco, la produzione Apple TV+ si dirige verso quella direzione, costruendo dinamiche narrative ed emozionali mai “urlate” quanto piuttosto tangibili, veritiere. Tra spettacolo e attenzione al dramma umano, Hijack colpisce nel segno e offre agli spettatori uno spettacolo più che degno.

Highwaymen – L’Ultima Imboscata, il trailer con Kevin Costner e Woody Harrelson

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È stato diffuso il trailer di Highwaymen – L’Ultima Imboscata, il nuovo film di John Lee Hancock, con protagonisti Kevin Costner e Woody Harrelson, disponibile su Netflix dal 29 marzo prossimo.

I fuorilegge fanno notizia. I poliziotti fanno la storia. Dal regista John Lee Hancock (The Blind Side), HIGHWAYMEN – L’ULTIMA IMBOSCATA segue la storia mai raccontata dei detective leggendari che hanno fermato definitivamente Bonnie e Clyde. Quando l’intero FBI e le ultime tecnologie forensi non sono sufficienti per catturare i criminali più noti della nazione, due ex-Texas Rangers (Kevin Costner e Woody Harrelson) devono fare affidamento sul loro istinto e sulle loro abilità per portare a termine la missione.

Diretto da  John Lee Hancock e scritto da John Fusco, Highwaymen – L’Ultima Imboscata vede protagonisti Kevin Costner, Woody Harrelson, Kathy Bates, Kim Dickens.

Highwaymen – I banditi della strada: trama, cast e curiosità sul film

Quello del road thriller è un sottogenere particolarmente apprezzato e ricorrente, che porta ad esplorare situazioni estreme che si svolgono sulla straada e tengono alta la tensione fino alla fine. Titoli come Duel, Vanishing Point e The Hitcher sono solo alcuni dei più classici di questo filone, seguendone fedelmente i canoni e le caratteristiche. Il film del 2004 Highwaymen – I banditi della strada è invece un’opera anomala, che ingloba al suo interno elementi diversi dando vita ad un ibrido di particolare fascino. Scritto da Craig Mitchell e Hans Bauer, il film è diretto da Robert Harmon, già regista di un titolo simile come The Hitcher – La lunga strada della paura.

Prodotto dalla indipendente New Line Cinema e realizzato con mezzi ridotti, il film non fa affidamento su particolari effetti speciali o caratteristiche hollywoodiane. Il lungometraggio riesce però a fare di necessità virtù, affidandosi ad una serie di elementi che diventano anche il suo tratto distintivo. In particolare, Highwaymen è costruito come un western automobilistico, che per molti aspetti ricorda Mad Max – Interceptor. La stessa interpretazione degli attori protagonisti è vicina a questo genere, con poche battute ed eloquenti silenzi. A farla da padrone, però, sono le automobili, estensioni corporee dei personaggi attraverso le quali si propone l’elemento della fusione tra uomo e macchina.

Highwaymen è dunque un film molto particolare, che pur con i suoi limiti è in grado di sfoggiare elementi di fascino. Negli anni si è costruito la fama di cult, uscendo dal suo iniziale anonimato per guadagnare sempre più popolarità. Ad oggi, è un titolo decisamente imperdibile. Prima di intraprendere una visione del film, però, sarà certamente utile approfondire alcune delle principali curiosità relative a questo. Proseguendo qui nella lettura sarà infatti possibile ritrovare ulteriori dettagli relativi alla trama e al cast di attori. Infine, si elencheranno anche le principali piattaforme streaming contenenti il film nel proprio catalogo.

Highwaymen – I banditi della strada: la trama del film

La storia del film ha inizio quando la giovane Molly e la sua amica Alex vengono tamponate e aggredite da uno psicopatico a bordo di una Cadillac Fleetwood Eldorado del 1972. Il conducente di questa, che si fa chiamare Fargo e non scende mai dal veicolo, si diverte infatti ad uccidere le sue vittime investendole con il suo mezzo. Questa è la fine che tocca anche ad Alex, mentre Molly riesce a sfuggire all’aggressore riportando però un profondo trauma psicologico. Inizia così a frequentare un gruppo di supporto per persone vittime di incidenti stradali e qui conosce Rennie Cray, un uomo che ha perduto la moglie per mano dello stesso psicopatico.

Venuto a sapere che Fargo è ancora in circolazione, Rennie si offre di aiutare Molly ad ottenere vendetta per la sua amica. I due iniziano così a ricercare l’uomo, nel tentativo di attirarlo in una trappola. A complicare la situazione vi sarà però la presenza dell’agente Will Macklin, desideroso di fare giustizia secondo la legge. Il desiderio di vendetta di Rennie non può però essere ostacolato e potrà risolversi solo con la morte di Fargo. In attesa di scontrarsi con l’uomo, avvalendosi di un auto altrettanto resistente, egli dovrà anche fare i conti con il suo traumatico passato.

Highwaymen - I banditi della strada cast

Highwaymen – I banditi della strada: il cast del film

Ad interpretare il protagonista del film, Rennie Cray, vi è l’attore Jim Caviezel. Questi è particolarmente noto per pellicole come La sottile linea rossa e La passione di Cristo, dove interpreta Gesù. Accanto a lui, nel ruolo di Molly, si ritrova invece Rhona Mitra, attrice celebre per aver dato le sembianze al personaggio videoludico di Lara Croft. La sua amica Alex è invece interpretata da Andrea Roth, principalmente nota per il ruolo di Janet Gavin nella serie Rescue Me. L’attrice Guylaine St-Onge, qui al suo ultimo film, compare nel ruolo di Olivia Cray, moglie di Rennie. L’attore Frankie Faison, noto per Il silenzio degli innocenti e la serie The Wire, è l’agente Will Macklin. Colm Feore, infine, ora noto per essere Reginald Hargreeves in The Umbrella Academy, è lo psicopatico Fargo.

Highwaymen – I banditi della strada: il trailer e dove vedere il film in streaming e in TV

È possibile fruire del film grazie alla sua presenza su alcune delle più popolari piattaforme streaming presenti oggi in rete. Highwaymen – I banditi della strada è infatti disponibile nei cataloghi di Google Play e Rai Play. Per vederlo, una volta scelta la piattaforma di riferimento, basterà noleggiare il singolo film o sottoscrivere un abbonamento generale. Si avrà così modo di guardarlo in totale comodità e al meglio della qualità video. È bene notare che in caso di noleggio si avrà soltanto un dato limite temporale entro cui guardare il titolo. Il film è inoltre presente nel palinsesto televisivo di sabato 7 maggio alle ore 21:20 sul canale Rai 4.

Fonte: IMDb

Hightown – terza stagione: trailer dei nuovi episodi con Monica Raymund

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Starz ha pubblicato il trailer ufficiale della terza stagione di Hightown, il prossimo episodio finale della serie crime drama con protagonista Monica Raymund.

Il video anticipa il caso più importante di cui si occuperà la Jackie Quiñones interpretata da Monica Raymund. Il video evidenzia anche il suo difficile percorso verso la sobrietà. Il ritorno della serie è previsto per il 6 gennaio.

Cosa aspettarsi dalla terza stagione di Hightown?

L’agente del Servizio Pesca Jackie Quiñones è fuori servizio e fuori dalle forze dell’ordine nell’ultima stagione, ma questo non le impedisce di lanciarsi nel ventre oscuro della perfetta Cape Cod per salvare una donna scomparsa e una prostituta assassinata“, si legge nella logline. “Nel frattempo, i suoi ex colleghi Ray Abruzzo e Alan Santille si concentrano sull’eliminazione dei sindacati della droga, ma nonostante i loro sforzi, la droga continua a circolare. Questo attira Shane Frawley, un gangster di Boston che vuole inserirsi nel traffico di droga di Cape e che nel frattempo si fa nemico Osito. Si stringono alleanze e si mettono in discussione vecchie lealtà in questo luogo bellissimo ma corrotto, dove nulla è come sembra“.

Hightown è creata e prodotta esecutivamente da Rebecca Cutter. Oltre a Raymund, la serie è interpretata anche da James Badge Dale, Riley Voelkel, Amaury Nolasco, Atkins Estimond, Dohn Norwood, Imani Lewis, Mark Boone Junior e Mike Pniewski. La stagione finale vedrà anche la partecipazione di Ana Nogueira, Taja V. Simpson, Michael Drayer, Garret Dillahunt, Jeanine Serralles e Kate Miller.

Highlander: Ryan Reynolds abbandona il remake

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Highlander: Ryan Reynolds abbandona il remake

Non c’è pace per il remake di Highlander ad opera della Summit Entertainment, ormai in fase di realizzazione da oltre un anno. Dopo l’abbandono del regista Juan Carlos Fresnadillo messo alla guida del progetto, anche Ryan Reynolds, che avrebbe dovuto interpretare l’immortale protagonista, ha deciso di abbandonare.A quasi un anno quindi dal suo si al progetto del reboot di Highlander, l’attore visto nei panni del supereroe Lanterna Verde ha deciso di dire addio alla possibilità di riportare sul grande schermo l’eroe immortale consegnato alla storia da Christopher Lambert.

Sembra che la decisione dell’attore canadese sia stata dovuta proprio all’assenza di un regista, che la casa di produzione non ha effettivamente ancora trovato. I produttori Neal Moritz e Peter Davis hanno comunque intenzione di continuare a lavorare alla pellicola, sceneggiata da Art Marcum e Matt Holloway con l’aiuto di Melissa Rosenberg e Noah Oppenheim.

L’attore è al momento impegnato sul set di The Voices prossimo lavoro da regista di Marjane Satrapi, mentre è in fase di post produzione Queen of the Night, di Atom Egoyan, in cui Ryan figura trai protagonisti insieme a Rosario Dawson. Vedremo presto invece R.I.P.D. e Turbo in cui Reynold interpreta il protagonista (in Turbo è la voce del protagonista).

Infondo di Highlander Ryan Reynolds può anche farne a meno!

Fonte: Comingsoon.net

Highlander: il remake con Henry Cavill ottiene il budget e la data di inizio produzione!

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Secondo un recente articolo di Deadline, Lionsgate inizierà a lanciare le vendite del tanto atteso riavvio di Highlander con Henry Cavill all’American Film Market, che si terrà dal 31 ottobre al 5 novembre 2023. Henry Cavill e Chad Stahelski, noto per aver diretto tutti e quattro i film della serie di John Wick, erano entrambi legati al progetto prima dell’inizio dello sciopero della Screen Actors Guild-American Federation of Television and Radio Artists (SAG-AFTRA) a luglio. 2023. L’articolo di Deadline afferma che il film sarà una “proposta ad alto budget” che costerà più di 100 milioni di dollari. Secondo quanto riferito, la data di inizio della produzione del film è fissata nel 2024.

Il regista ha parlato recentemente del reboot di Highlander

Stiamo cercando di fare un po’ un prequel – un setup per The Gathering – così abbiamo spazio per far crescere la proprietà“, ha detto. Stahelski ha anche detto che Highlander di Cavill potrebbe portare a più film e serie televisive. “Abbiamo idee da giorni per i personaggi più interessanti [che potrebbero creare] uno show televisivo epico”, ha detto. “Penso solo che sia una mitologia ricca quando puoi scegliere qualsiasi periodo di tempo, nazionalità, cultura, tipo di persona e renderli immortali che devono duellare e affrontare il peso dell’immortalità – è dannatamente bello.”

Il nuovo film Highlander sarà basato sull‘originale del 1986, interpretato da Christopher Lambert, Sean Connery e Clancy Brown nei panni di esseri immortali, che si danno la caccia a vicenda e raccolgono più potere. Il film che salta nel tempo – con il suo slogan “Ce ne può essere solo uno” – ha generato quattro sequel e tre serie TV, inclusa la popolare serie americana con Adrian Paul. I Queen hanno scritto e prodotto la memorabile colonna sonora del film originale.

A produrre il riavvio sono Joshua Davis, il produttore di Fast And The Furious Neal H. Moritz, Stahelski (tramite la sua società di produzione 87Eleven Entertainment) e Louise Rosner. L’attuale bozza della sceneggiatura è scritta da Mike Finch. Il defunto Peter S. Davis, produttore dell’originale Highlander, ha avviato lo sviluppo del nuovo film. La Summit ha acquisito per la prima volta i diritti di remake dell’originale nel 2008.

Highlander: il reboot è in piena fase di sviluppo

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Highlander: il reboot è in piena fase di sviluppo

In una recente chiacchierata con Discussing Film, Chad Stahelski, regista della saga di John Wick, ha avuto modo di aggiornare in merito all’annunciato reboot di Highlander, il film del 1986 diretto da Russell Mulcahy e interpretato da Christopher Lambert e Sean Connery.

In effetti, era da un po’ di tempo che non si avevano più aggiornamenti in merito al progetto. Adesso Stahelski ha spiegato che il reboot è in una fase avanzata di sviluppo; ciò significa che il personaggio di Connor MacLeod, protagonista principale di tutti i quattro film generati dalla pellicola con Lambert, potrebbe tornare al cinema prima del previsto.

“Siamo entrati in piena fase di sviluppo con Highlander. Stiamo ritoccando le sceneggiature… scrivendo, lavorando alla concettualizzazione delle sequenze, pensando a come fare tutto ciò che abbiamo intenzione di fare. Probabilmente abbiamo più cose da fare di persona, ma diciamo che questa situazione non ha in alcun modo rallentato il processo di sviluppo del film”, ha spiegato Chad Stahelski.

Highlander, un progetto molto personale per il regista di John Wick

Highlander rappresenta un progetto al quale Stahelski sembrerebbe molto legata, e la stessa proprietà continua ad avere un seguito particolarmente devoto, anche se relativamente piccolo. Grazie alla sua esperienza con il genere action, la visione di Stahelski in merito all’universo di Highlander potrebbe essere davvero molto interessante. Ad uno sguardo più attento, è facile cogliere l’influenza di Highlander sulla mitologia della saga di John Wick; sarà quindi affascinante vedere se Stahelski resterà fedele alla tradizione o stravolgerà, in parte, il mondo mitologico partorito dalla mente di Gregory Widen.

Highlander: il reboot con Henry Cavill arriverà nel 2026!

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Highlander: il reboot con Henry Cavill arriverà nel 2026!

In una recente conferenza sugli utili, il CEO di Lionsgate Jon Feltheimer ha dichiarato che il reboot di Highlander è uno dei “prodotto fiscali del 26” dello studio, il che significa che il film uscirà con ogni probabilità nel 2026.

Il franchise di Highlander è iniziato nel 1986 con un film con Christopher Lambert nei panni dello spadaccino immortale, Connor MacLeod. Quel film ha dato vita a 3 sequel cinematografici, una popolare serie TV, un cartone animato per bambini e un film TV che ha colmato il divario tra i film e le serie TV principali.

Ora, il regista di John Wick, Chad Stahleski, è pronto a riavviare il franchise con l’ex attore di Superman Henry Cavill che interpreterà il protagonista. Non si sa se Henry Cavill interpreterà Connor, Duncan MacLeod (il personaggio principale della serie TV) o un personaggio nuovo.

Già in agosto, Stahelski aveva dichiarato: “Penso che ora abbiamo degli ottimi elementi. Il problema è che quando hai lo slogan ‘ce ne può essere solo uno’, non puoi semplicemente uccidere tutti la prima volta. “

Ha continuato affermando: “La nostra storia coinvolge molti degli stessi personaggi e cose del genere. Ma abbiamo anche introdotto elementi da tutti gli show televisivi e stiamo cercando di fare una specie di prequel, una configurazione a The Gathering, quindi abbiamo spazio per far crescere la proprietà.”

Stiamo cercando di creare un po’ una sorta di prequel di The Gathering. Quindi, abbiamo spazio per far crescere la proprietà. Abbiamo idee da giorni su come creare i personaggi più belli e farne uno show televisivo epico. Voglio solo penso che sia una mitologia ricca, ricca.

Highlander segue una storia immaginaria che afferma che gli immortali esistono, nascosti nella società come persone qualunque. Devono cacciare e uccidere altri immortali decapitandoli in un concorso noto come The Gathering, che vedrà l’ultimo immortale ottenere il potere supremo.

Anche se le origini della competizione non vengono mai spiegate esplicitamente, il franchise generalmente ritiene che gli immortali esistano fin dall’alba dei tempi e che la competizione tra loro debba rispettare solo tre regole rigide:

  1. il combattimento su Terra Santa è proibito;
  2. il combattimento deve essere uno contro uno;
  3.  alla fine, può essercene solo uno.

Al momento dell’annuncio del progetto, Henry Cavill ha condiviso il suo entusiasmo nel guidare il progetto. “Sono stato un fan di Highlander fin da quando ero ragazzino. Dai film a tutti gli anni ’80, i Queen riempivano di gloria gli show televisivi con un attore che somigliava notevolmente a uno dei miei fratelli. Non essendo timido con le spade, e avere al timone un regista talentuoso come Chad Stahelski, questa è un’opportunità senza eguali. “

Henry Cavill ha recentemente lasciato il suo ruolo di Geralt di Rivia in The Witcher di Netflix ed è stato anche informato dalla Warner Bros. Discovery che non sarebbe tornato nei panni di Superman dopo che è stata presa la decisione di riavviare il DC Universe

Henry Cavill avrebbe sicuramente bisogno di un nuovo franchise di successo e i fan dell’attore sperano che le abilità con la spada acquisite da Cavill interpretando Geralt possano combinarsi con il pedigree d’azione di Chad Stahleski per creare un progetto vincente.

Highlander: Henry Cavill svela l’incredibile gioco di spade che sarà presente nel reboot

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L’attrazione principale del panel della Lionsgate al CinemaCon di ieri pomeriggio era sicuramente l’attore Henry Cavill, presente per promuovere il prossimo film dello studio, The Ministry of Ungentlemanly Warfare, che uscirà nelle sale americano alla fine del mese.

Ma Henry Cavill ha anche accennato brevemente al prossimo revival di Highlander, diretto da Chad Stahelski, il regista di John Wick.

Se pensavate di avermi già visto fare un lavoro di spada, non avete ancora visto nulla“, ha detto Henry Cavill, che in precedenza ha recitato in The Witcher di Netflix.

Cosa ha detto Henry Cavill sul reboot di Highlander?

Henry Cavill ha lasciato intendere che la lettura iniziale della sceneggiatura gli ha suscitato qualche dubbio, poiché è un grande fan del film originale e ci sono alcune interessanti modifiche al materiale di partenza.

Sono un amante dei film originali, nel bene e nel male, ed è una di quelle cose per cui quando ho letto la sceneggiatura per la prima volta non ero molto sicuro di dove volessero andare a parare“, ha ammesso.

Ma a quanto pare Henry Cavill è stato inizialmente conquistato, visto che ha anche anticipato come il reboot definirà meglio i personaggi, aggiungendo: “Ma santo cielo, stiamo andando in profondità in questi personaggi“.

Questo fa eco a quanto Henry Cavill aveva già dichiarato a febbraio, quando aveva osservato: “Ero, sono, un fan di Highlander. Erano film molto divertenti. Ovviamente li ho guardati quando ero molto più giovane e da allora li ho rivisti“.

Ma anche la serie televisiva. Mi è piaciuta molto la storia che c’è dietro. Il senso di un guerriero tragico, con una storia da raccontare che non è solo un ragazzo figo con una spada figa che fa cose fighe. E questo va ancora più a fondo“.

Di cosa parlerà Highlander?

Highlander segue una storia fittizia che afferma l’esistenza di immortali nascosti nella società normale. Essi devono cacciare e uccidere altri immortali decapitandoli in una gara nota come L’Adunanza, che vedrà l’ultimo immortale a conquistare il potere finale.

Sebbene le origini della gara non siano mai state spiegate esplicitamente, il franchise in genere sostiene che gli immortali esistono dall’alba dei tempi e che la gara tra loro deve rispettare solo tre regole ferree:

  • il combattimento sul suolo sacro è proibito
  • il combattimento deve essere uno contro uno
  • alla fine, ce ne può essere solo uno.

Non molto tempo fa, la Warner Bros. Discovery ha annunciato che Henry Cavill non tornerà a vestire i panni di Superman in seguito alla decisione di rinnovare il DC Cinematic Universe. Henry Cavill ha anche recentemente abbandonato il ruolo di Geralt di Rivia in The Witcher di Netflix, per divergenze creative.

I fan dell’attore sperano che l’esperienza di Stahleski nel campo dell’azione e l’abilità con la spada acquisita da Henry Cavill nel ruolo di Geralt portino a una collaborazione di successo, perché i fan di lunga data dell’attore vogliono davvero vedere Cavill vincere.

 Foto di comertina imagepressagency via Depositphotos.com

Highlander: Henry Cavill dice che il reboot si addentrarà di più nella storia

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Con Henry Cavill protagonista di un remake dell’amato film del 1986 con Christopher Lambert nei panni del leggendario spadaccino Connor MacLeod, Lionsgate ha grandi speranze per lanciare un nuovo franchise di Highlander.

Tre sequel, una popolare serie televisiva con Adrian Paul, un cartone animato per bambini e un film per la TV che ha fatto da ponte tra i film di Lambert e la serie televisiva di Paul sono tutti ispirati al film del 1986.

Parlando con cautela, Henry Cavill ha rivelato di essere un grande ammiratore del film e della serie televisiva originale e di essere entusiasta di approfondire la storia del franchise durante la sua apparizione al podcast Happy Sad Confused per promuovere il suo prossimo ruolo nella spy-comedy thriller Argylle.

Henry Cavill ha dichiarato: “Dovrò rispondere con molta attenzione. Ero, sono, un fan di Highlander. Erano film molto divertenti. Ovviamente li ho guardati quando ero molto più giovane e da allora li ho rivisti. Ma anche la serie televisiva. Mi è piaciuta molto la storia che c’è dietro. L’idea di un guerriero tragico, con una storia da raccontare più che un semplice ragazzo figo con una spada figa che fa cose fighe. E questo va ancora più a fondo“.

Henry Cavill ha esitato a divulgare qualsiasi materiale prima che la Lionsgate fosse pronta a farlo perché non si sa se interpreterà Connor, il personaggio principale della serie televisiva Duncan MacLeod, o un membro del clan MacLeod completamente nuovo.

All’inizio del 2023, Stahelski aveva detto: “Penso che ora abbiamo alcuni elementi molto buoni. Il trucco è che quando hai la tagline ‘ce ne può essere solo uno’, non puoi uccidere tutti al primo colpo“.

Ha poi dichiarato: “La nostra storia coinvolge molti degli stessi personaggi e cose del genere. Ma abbiamo anche inserito elementi di tutte le serie televisive e stiamo cercando di fare un po’ un prequel, un’ambientazione di The Gathering, in modo da avere spazio per far crescere la proprietà“.

Stiamo cercando di fare un po’ un prequel, una preparazione a The Gathering. Quindi, abbiamo spazio per far crescere la proprietà. Abbiamo idee per giorni su come creare i personaggi più belli e farne uno show televisivo epico. Penso solo che sia una mitologia ricca, ricca“.

Cosa sappiamo sull’atteso reboot di Highlander?

Highlander segue una storia fittizia che afferma l’esistenza di immortali, nascosti nella società normale. Essi devono cacciare e uccidere altri immortali decapitandoli in una gara nota come L’Adunata, che vedrà l’ultimo immortale rimasto conquistare il potere supremo.

Sebbene le origini della gara non siano mai state spiegate esplicitamente, il franchise in genere sostiene che gli immortali sono esistiti fin dall’alba dei tempi e che la gara tra loro deve rispettare solo tre regole ferree:

  • Il combattimento sul suolo sacro è vietato
  • Il combattimento deve essere uno contro uno
  • Alla fine, ce ne può essere solo uno.

Highlander: ecco quando inizieranno le riprese del reboot di Chad Stahelski

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Chad Stahelski si sta preparando per il suo prossimo grande progetto, Highlander, di cui ha rivelato nuovi dettagli sulle riprese. Henry Cavill è a bordo come protagonista del reboot e il suo entusiasmo per il film era palpabile, come ha spiegato al CinemaCon all’inizio di quest’anno. Durante un’intervista con Collider al Mediterranean Film Festival di Malta, Stahelski ha condiviso alcune informazioni su questo nuovo ed entusiasmante capitolo. L’anno scorso Stahelski aveva detto a Collider che puntava a produrre il film entro un anno, quindi non era troppo lontano, come ha detto di recente a Weintraub:

“Cominciamo a girare a gennaio in Scozia, ecco perché vado subito dopo la partenza. Lunedì vado in Scozia per fare l’ultimo sopralluogo”.

Il film promette di mostrare lo stile d’azione caratteristico di Stahelski, in particolare i combattimenti con la spada, un elemento impegnativo ma emozionante per il regista. Il regista ha riconosciuto la natura cinematografica di questi combattimenti e ha espresso il suo entusiasmo per il progetto e per tutta la storia che c’è dietro. “È un’altra opportunità per realizzare una proprietà che amo”, ha detto Stahelski. “Mi piace l’argomento, mi piace lavorare con l’immortalità e le storie d’amore attraverso il tempo. Penso che sia un buon modo per prendere un grande pezzo d’epoca e la fantascienza e mescolarli insieme”.

Chad Stahelski vuole bilanciare i combattimenti con le spade con le scene d’azione

Highlander film 2026

Stahelski ha sottolineato la complessità dell’addestramento degli attori a maneggiare le spade in modo convincente, evidenziando che realizzare sequenze d’azione realistiche e coinvolgenti richiede una preparazione e una dedizione significative. Tuttavia, quando si tratta di bilanciare l’autenticità con l’intrattenimento, Stahelski è cauto nel non lasciare che il film diventi solo una serie di combattimenti con la spada. Essendo ora l’uomo che ha il controllo totale del franchise, ciò che dice, vale.

Finora il suo lavoro d’azione si è basato principalmente su scontri a fuoco, quindi il passaggio all’acciaio rappresenta una sfida per lui, soprattutto perché il pubblico è stato addestrato a capire cosa aspettarsi in base alla propria storia.

“Mi atterrò al nocciolo della questione. La maggior parte del pubblico, uso l’analogia con le pistole, la maggior parte di quello che sa sulle sparatorie o sugli inseguimenti in auto, perché la maggior parte di noi non è coinvolta in sparatorie, inseguimenti in auto o combattimenti con la spada, lo impara attraverso i film. E ciò che questi film ci mostrano è per il 95% una stronzata. Non si combatte contro 50 persone a mani nude e poi si va via, ma è divertente. È la realizzazione di un desiderio. Quindi John Wick, sappiamo che è un cartone animato – lo so che non lo è – ma ci divertiamo lo stesso. Ma facciamo ricariche tattiche, cerchiamo di fare manipolazioni del fuoco, cose che fanno i professionisti, i militari. Ma poi ci divertiamo, capisci? Il lavoro con la spada è molto simile”.

Chad Stahelski pensa che il pubblico non crederà mai a quanto tempo ci vuole per imparare le acrobazie

John Wick sequel

Pur avendo a disposizione la migliore squadra di stuntman del mondo, Stahelski ha notato che l’addestramento degli attori stessi ai combattimenti e alle coreografie ha rappresentato una sfida immensa, paragonandola all’addestramento di membri del pubblico su come diventare atleti superstar. Stahelski ha aggiunto che persino Keanu Reeves, la star dei film di John Wick, ha impiegato un decennio per imparare a fare ciò che fa in modo così efficiente, quindi deve assicurarsi di poter fare affidamento sui suoi attori affinché non si cavino gli occhi a vicenda durante un combattimento con la spada.

“Ci sono alcuni stili di spada molto interessanti là fuori, ma la maggior parte delle volte non abbiamo molto tempo, o non abbiamo accesso ad alcune persone, o i membri del cast… a volte hai solo tre o quattro giorni, o tre o quattro settimane per addestrare il membro del cast. Gli attori non sono diversi da voi. Se siete diventati un giocatore di basket dell’NBA, potreste farlo in tre settimane? Potreste farlo in tre mesi? Potreste farlo in tre anni? Eppure, l’onere di farli apparire come i migliori del mondo mai esistiti è a nostro carico.

Non credo che lei capisca quanto tempo ci voglia. Possiamo usare alcuni trucchi cinematografici, controfigure, redazionali. Ma alla fine della giornata, devi ancora crederci. Ma quando vedete Keanu Reeves che lavora con la pistola, quello è Keanu Reeves. Quando vedete Keanu guidare, quello è Keanu che guida l’auto. E ci sono voluti quasi 10 anni per arrivare a questo punto”.

“Le spade, per me, sono una delle cose più difficili da fare nelle scene di combattimento, perché se sbaglio troppo con l’arma da fuoco, i flash della canna sono digitali“, ha aggiunto. “Quindi non dobbiamo preoccuparci di ferire nessuno. Quando giriamo in auto, anche questa è una grande preoccupazione. Ma ora ci sono modi, cavi che eliminano alcuni dei rischi per il cast”. Ha poi spiegato che “con le spade è un po’ più difficile, perché ora devo fidarmi del fatto che i miei attori stiano facendo oscillare questo pezzo di metallo l’uno contro l’altro, e spero che non si cavino gli occhi o non accoltellino qualcuno. In ogni film con la spada qualcuno viene colpito, o colpito alla testa, o qualcosa del genere. Ci vuole un po’ più di abilità e di dedizione. Quindi questa è sempre una preoccupazione“.

Stahelski è altrettanto preoccupato di intrattenere il pubblico, dicendo: “A volte un combattimento di spade di tre minuti può essere un po’ noioso. Quindi mi preoccupo di più di ‘Vi annoierò con un film che parla di combattimenti con le spade? E come faccio a inserire armi da fuoco, arti marziali, inseguimenti in auto e qual è la parte della storia? Devo capire anche tutto questo”.

Chad Stahelski vuole che ‘Highlander’ presenti un nuovo stile di combattimento con la spada

Highlander - L'ultimo immortale

Fiducioso che la sua squadra sia in grado di rendere tutto convincente, Stahelski non si preoccupa dei dettagli relativi alla bravura dei suoi attori nel brandire le spade: il suo obiettivo è ora quello di mettere insieme tutti i pezzi in movimento, per realizzare il miglior film possibile e mostrare il combattimento con la spada a una nuova generazione. Ha detto:

La maggior parte delle nostre preoccupazioni ora non riguarda l’addestramento del cast. Abbiamo messo in moto la macchina e credo che abbiamo il cast giusto. Abbiamo le persone giuste. Abbiamo gli allenatori giusti. Negli ultimi sei mesi abbiamo trovato alcuni dei migliori spadaccini che abbia mai incontrato in vita mia e che ci stanno aiutando. Si tratta più che altro di capire come mettere insieme tutto questo e farlo diventare qualcosa. Non è la Principessa Sposa, non è Crouching Tiger, non è Master & Commander, non è Zorro. Qual è questo nuovo aspetto dell’azione o del combattimento con la spada che potrebbe entusiasmare la gente? Questo mi tiene sveglio la notte“.

Con una grande star come protagonista e allenatori di prim’ordine, Stahelski è ottimista nel portare in vita Highlander. Come maestro del cinema d’azione, il suo impegno nel ridefinire i duelli con la spada sullo schermo, mantenendo al contempo una storia avvincente, ecciterà sicuramente i fan dell’originale e i nuovi arrivati. Restate sintonizzati su Collider per ulteriori informazioni su Highlander , man mano che la preparazione delle riprese si fa più intensa. Nel frattempo, l’originale Highlander è disponibile a noleggio su Prime Video.

Highlander con Henry Cavill: le riprese cominceranno a Settembre

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Highlander con Henry Cavill: le riprese cominceranno a Settembre

Il regista di John Wick, Chad Stahelski, stava lavorando duramente dietro le quinte, determinato a definire ogni dettaglio per il suo reboot di Highlander, in gestazione da tempo. Con Henry Cavill (L’Uomo d’Acciaio, The Witcher) in lizza per il ruolo principale, Stahelski stava correndo contro il tempo per preparare tutto in vista dell’inizio delle riprese previsto per questo autunno.

Mentre partecipava alla première di Ballerina (spin-off di John Wick), Stahelski ha confermato che le riprese inizieranno “a metà settembre, a partire da Londra“.

Chad Stahelski, noto per la sua esperienza nel cinema d’azione, ha recentemente offerto un’interessante anticipazione della sua proposta al nuovo attore protagonista Henry Cavill, accennando al ricco arco narrativo che attende la star. Ha rivelato a Cavill la sua convincente argomentazione: “Il mio punto di forza era, per [Henry Cavill], guardare, hai un ragazzo che è vivo da oltre 500 anni. È l’ultima persona al mondo che avrebbe voluto trovarsi in questa situazione.” Questo approccio promette un ritratto sfumato, consentendo a Cavill di esplorare un ampio spettro di emozioni umane e dello sviluppo attraverso i secoli.

“Quindi si riesce a coprire un arco narrativo piuttosto ampio di un personaggio. E si ha l’opportunità di conoscere qualcuno che si è allenato per oltre 500 anni e che ha praticato [molti tipi di] arti marziali”, ha aggiunto Stahelski, entusiasmando i fan per la possibilità di Cavill di mostrare il suo vasto addestramento al combattimento.

Mentre il reboot di Highlander sembra essere il primo in lista, Henry Cavill ha una solida pipeline di progetti di alto profilo in lavorazione presso Amazon. Oltre ad assumere il ruolo di immortale, Cavill sarà anche protagonista e capofila dello sviluppo dell’ambizioso universo cinematografico Warhammer 40.000 dello studio, un’impresa colossale per i fan del franchise di fantascienza cupa e cupa. Cavill dovrebbe inoltre recitare nel prossimo film live-action di MGM su Voltron, consolidando ulteriormente il suo status di protagonista del cinema di genere.

La trama dell’originale Highlander

Per chi non lo sapesse, la trama di Highlander ruota attorno a una società segreta di immortali nascosti tra l’umanità. Questi esseri sono coinvolti in una lotta mortale e senza tempo nota come The Gathering, in cui devono darsi la caccia e decapitarsi a vicenda. Il vincitore finale, l’ultimo immortale rimasto, è destinato a ottenere un potere inimmaginabile.

Sebbene le origini precise di The Gathering rimangano avvolte nel mistero all’interno del franchise, la premessa fondamentale è che questi immortali esistano fin dall’alba dei tempi, vincolati da rigide regole:

  • Il combattimento su Terra Santa è proibito.
  • Gli incontri devono essere sempre uno contro uno.
  • Alla fine, ne rimarrà soltanto uno.

La saga di Highlander ha conquistato il pubblico per la prima volta con il suo film d’azione-fantasy del 1986, con Christopher Lambert nei panni dell’iconico spadaccino scozzese Connor MacLeod. Quel classico cult ha generato quattro sequel diretti, ampliando la tradizione e le avventure dei suoi personaggi immortali.

La popolarità del franchise è esplosa con la serie televisiva spin-off, presentata per la prima volta nel 1992. Con Adrian Paul nei panni di Duncan MacLeod, un altro immortale e discendente di Connor, la serie si è rivelata un enorme successo, andando in onda per ben 119 episodi in sei stagioni. Il suo successo ha portato addirittura alla realizzazione di due serie spin-off, consolidando il ruolo di Highlander come una presenza fissa e amata nella cultura pop.