Seppure non proprio di cinema si
tratta, è una notizia che vale la pena sapere…se non altro per il
protagonista della vicenda tanto amato del pubblico
cinematografico. Sir Ian McKellen, grandissimo
attore di teatro, ma anche universalmente identificato (non a
torto) con Gandalf de Il Signore degli Anelli, aderisce sempre alla
perfezione ai suoi personaggi e questa volta la sua capacità
mimetica gli ha fruttato …. un dollaro! Durante una pausa l’attore,
vestito da homeless e con una gran barba arruffata, si è seduto su
una panchina in un palco di Melbourne. Nessuno l’ha riconosciuto e
in compenso un uomo gli ha fatto l’elemosina.
Ecco il racconto dell’attore:
“Sono uscito nel parco per fare una pausa col mio costume da
vagabondo. Avevo la bombetta tra i piedi e un passante si è voltato
e mi ha detto ‘ti serve aiuto, fratello?’. E mi ha tirato un
dollaro nel cappello. Non ho fatto in tempo a ringraziarlo. Se
quell’uomo si volesse identificare, ci piacerebbe invitarlo ad
assistere a Aspettando Godot. E se insistesse per pagare, gli
faremmo lo sconto di un dollaro sul biglietto”. Come si
conviene agli attori, spesso scaramantici, Ian
McKellen ha messo la moneta sullo specchio del suo
camerino e l’ha adottata come portafortuna per il resto della
tournée.
E’ il regista Bill
Condon, in diretta dal Toronto Film
Festival, ad annunciare via Deadline che dirigerà
Ian McKellen in A Slight Trick Of The
Mind, in cui l’attore interpreterà un anziano
Sherlock Holmes ormai ritiratosi a vita privata ma
ancora tormentato da un caso affrontato 50 anni prima.
La pellicola si baserà sul romanzo
omonimo di Mitch Cullin ambientato nel 1947. Nel
libro, l’ormai 93enne Sherlock Holmes, si gode il
proprio pensionamento in una lontana casa coloniale nel Sussex,
assieme a suo figlio e alla sua governante mentre è alle prese col
decrescente potere della sua mente. Nonostante egli si trovi al
crepuscolo della propria vita, proprio come le persone sono ancora
lì a chiedergli risposte, così Holmes rivisita un
caso del passato per dare a se stesso le risposte a domande
sull’amore, sulla vita e sui limiti della mente umana.
E così dopo il restauro fatto alla
figura dell’investigatore inglese di Baker Street attraverso le
fattezze di Robert Downey Jr. e la visione di
Guy Ritchie e dopo la versione moderna di
Benedicth Cumberbatch in Sherlock,
Hollywood da spazio anche alla versione senile dell’investigatore
con il più alto tasso di ingegno ed intelletto nella storia della
letteratura. In un’industria cinematografica sempre più a corto di
idee, il reciclo o lo sfruttamento fino all’osso di idee già
ampiamente sfuttate sembra ormai essere diventato una moda. Certo è
che, in attesa anche del terzo capitolo con protagonista
Downey Jr., l’idea di vedere Sir. Ian
McKellen nelle vesti di Holmes risulta essere accattivante
più che mai e desterà sicuro interesse anche da parte dei più
scettici. Non resta che attendere il via a questo progetto per
testarne la validità.
Recentemente Variety ha
avuto la possibilità di intervistare Ian McKellen che ha commentato il suo rifiuto,
all’epoca, del ruolo di Silente nel franchise di Harry
Potter.
Il primo Silente, Richard
Harris, fece qualche riferimento all’attore quando era lui
a interpretare il personaggio in Harry Potter,
dicendo che non sarebbe stato adeguato al ruolo. Dopo La
Camera dei Segreti, Harris passò a miglior vita e fu
chiesto a McKellen di sostituirlo.
Ecco perché l’attore, noto come un
altro stregone, il Gandalf de Il Signore degli
Anelli e de Lo Hobbit, rifiutò:
“Quando mi chiamarono e mi chiesero se fossi interessato a un
film di Harry Potter, non mi dissero in quale ruolo. Scoprii quello
che intendevano e non potevo… non potevo accettare un ruolo di un
attore che non avrebbe approvato la mia partecipazione.”
Poi ha aggiunto: “A volte,
quando vedo il poster di Michael Gambon che ha così
straordinariamente assunto il ruolo di Silente, penso che posso
essere io.”
Il personaggio di Silente tornerà
al cinema in una versione più giovane per cui si cerca ancora un
interprete.
Per quello che riguarda invece
Ian McKellen, l’attore è al cinema con
La Bella e la Bestia nel ruolo
di Tockins.
Ian McKellen è stato la prima rappresentazione
cinematografica del signore del magnetismo, Magneto, appunto,
villain degli X-Men e grazie alla sua interpretazione molto amato
dai fan. L’attore è intervenuto su Twitter per spiegare a tutti
qual è l’esatta pronuncia del nome del mutante. Rivolgendosi
naturalmente al pubblico anglofono e alla loro maniera di
pronunciare il nome “Magneto”, McKellen ha chiesto come mai quel
nome viene pronunciato “Magneeto” e non “Magnet-o”, dal momento che
si tratta di colui che crea e controlla campi magnetici.
In inglese la doppia E si pronuncia
I, mentre la parola “magnet” che significa “magnete” da cui viene
il nome del personaggio, si pronuncia proprio come si scrive! E da
qui il il dubbio dell’attore. Di seguito il suo tweet:
Ian McKellen è stato Magneto, l’ultima volta,
in X-Men: Giorni di un Futuro Passato, in cui
compare anche Michael Fassbender, l’attore che ha raccolto
il suo testimone e ha interpretato il ruolo fino allo scorso anno,
in Dark Phoenix. Il destino del personaggio, ora
in mano della Disney, troverà probabilmente presto un nuovo volto
che lo incarni al cinema.
Ebbene sì,
l’attore Ian McKellen ha rifiutato di
lavorare con Tom Cruise in Mission
Impossible 2, permettendogli però di essere
Gandalf ne Il Signore degli anelli e ne
Lo Hobbit, e Megneto nel film di
X-Men.
Fu proprio il suo rifiuto a Tom
Cruise che gli permise di ottenere i due prestigiosi ruoli.
L’attore ha infatti raccontato che stava per non ottenere il ruolo
di Magneto e di Gandalf, ma poiché non volevano fargli leggere la
sceneggiatura completa di Mission Impossible 2, le
cose sono rapidamente cambiate.
”Ecco, io non riuscivo a
giudicare la sceneggiatura dalle scene dello script che
avevo”, dice McKellen.’‘Allora ho detto di no. E il
mio agente mi ha detto ‘Non si può dire no a lavorare con Tom
Cruise’. E ho detto, ‘Penso che lo faro invece’.”
Il giorno dopo, Bryan
Singer gli offrì il ruolo di Magneto, e
dopo Peter Jackson gli ha offerto
Gandalf. Ha accettato entrambi, ma ha incontrato più problemi
con la produzione dei primi X-Men.
”A quel punto, con il primo
X-Men di Singer la preparazione ha richiesto molto tempo. Bisognava
rallentare, rallentare. Allora ho chiamato Jackson e gli ho detto,
‘Mi dispiace, non posso fare Gandalf a causa di X-Men, per il quale
ho firmato per primo. Ho sforato con i tempi’. E Jackson mi ha
detto ”Bene, ti darà tempo. Fammi sapere cosa succede’. L’ho detto
a Singer e lui mi ha detto, ‘Bene, tu devi fare Gandalf, mi
assicurerò che tu abbia il tempo’.”
Singer è venuto incontro a
McKellen, e lo ha lasciato alla Terra di Mezzo con soli tre giorni
di anticipo. Ma cosa sarebbe successe se avesse seguito il
consiglio dell’agente?
”Nel frattempo, Mission
Impossible 2 è stato posticipato. Se io avesse deciso di
farlo, non sarei stato in X-Men e nè ne Il Signore degli
anelli.
Sicuramente, molti spettatori ora
penseranno che l’attore ha fatto la scelta giusta. Voi che
dite?
Ian McKellen racconta sul suo sito ufficiale
come si stanno svolgendo le prove di scena a pachi giorni dal tanto
sospirato inizio delle riprese di
The Hobbit.
Ecco cosa l’ormai storico
Gandalf ha raccontato: Oggi sono stato in vari posti che in
realtà erano tutti lo stesso luogo. Sono stato nel territorio
pianeggiante che i Maori hanno chiamato Whataitai e che nel 1872 è
stato richiamato Miramar (“Ammira il mare”, in effetti è lì
vicino). Mi trovavo agli Stone Street Studios, nel cuore di un
sobborgo moderno, con qualche industria leggera. In effetti, ero in
una vecchia fabbrica di vernici, cosa che ho scoperto solo dieci
anni dopo le riprese del Signore degli Anelli, per le quali veniva
utilizzata come teatro di posa principale. Al suo interno si
trovava il nuovo set di Casa Baggins, inclusa una stanza da letto e
una dispensa.
E così ero lì, a Hobbiville,
con un semicerchio di nani e Bilbo, il loro ospite riluttante. Si
trattava della prima prova complessiva del cast, dove Peter
Jackson, assieme a Fran Walsh e Philippa Boyens, ci hanno invitato
a commentare il loro script. Questa è la cosa più vicina alla
beatitudine che un attore possa ottenere. Avere davanti a sè tre
sceneggiatori vincitori del premio Oscar, che chiedono con
sincerità agli attori di contribuire al loro script. E poi, c’erano
tonnellate di snack sul tavolo da caffé: frutta fresca, formaggio
neozelandese, caramelle alla menta.
Sembra davvero assurdo che
finalmente, dopo tante proroghe e ritardi, abbandoni, incidenti e
addirittura operazioni, le riprese del film possano
cominciare. A Peter Jackson non resta che augurare: buon
lavoro!
Il 10 gennaio 2020, Ian
McKellen ha condiviso attraverso i suoi canali social il link a un suo blog, un
diario che l’attore britannico ha scritto durante la lavorazione de
Il Signore degli Anelli, in occasione del ventennale del suo arrivo
in Nuova Zelanda, proprio per interpretare lo stregone Gandalf (e
per consegnarlo alla storia del cinema, aggiungiamo noi).
“Vent’anni fa, sono arrivato in
Nuova Zelanda per cominciare le riprese de Il Signore degli Anelli.
Mi sono unito al resto del cast, che era già lì sul set da diversi
mesi, il 10 gennaio 2000. Durante quel periodo, ho tenuto un
diario, che oggi chiameremmo blog, secondo termini che non erano
ancora in uso all’epoca. Forse vi piacerà leggerlo:
LINK“
L’attore ha interpretato il
personaggio di Tolkien anche nella trilogia de
Lo Hobbit, e questo ne ha fatto l’attore
con il maggior numero di presenze in trasposizioni cinematografiche
dall’opera del Professore.
In occasione dell’annuncio
dell’entrata in produzione della serie Amazon su Il
Signore degli Anelli, Ian
McKellen ha palesato la sua disponibilità a tornare ad
interpretare lo stregone, spiegando che, dal momento che il
personaggio nei romanzi ha tantissimi anni, lui non sarà mai troppo
vecchio per interpretarlo. Naturalmente si tratta solo di uno
scherzo, nel senso che non solo Amazon non può investire il suo
budget su un attore tanto costoso, ma è anche notizia risaputa che
la serie non racconterà della Guerra dell’Anello, ma che parlerà di
vicende avvenute molto prima nella mitologia tolkieniana.
Arriva il primo commento di
Ian McKellen sul ritorno nei panni di Magneto nel
prossimo X-Men: Giorni di un futuro passato di Bryan
Singer. A strappare il commento a caldo ciha
pensato The Huffington Post, ecco le sue
dichiarazioni: “What a gas! ‘ha detto l’attore. “Voglio
dire, Patrick Stewart abbiamo appena lavorato su Aspettando Godot
in tutta l’Inghilterra e nel West End di Londra. Quindi, siamo
stati in contatto. Non ci posso credere [ride]. Ho pensato che
questi due ruoli ormai erano di Fassbender e McAvoy , ma –
no, no – siamo tornati. Daremo loro un volto nel presente. Voglio
dire, non ho letto la sceneggiatura, quindi non so quanto avremo
modo di fare. Ma, essere di nuovo in quel mondo, e con Bryan
Singer a farlo – con tutto il successo che ha avuto nel frattempo –
è meraviglioso. Meraviglioso. “
Parlando di Michael Fassbender – “Ho pensato che era
proprio perfetto: di prima classe, Excellent … ho pensato che era
meglio di me, ma non abbiamo interpretato lo stesso personaggio
perché era molto più giovane del mio..”
Vi ricordiamo che
Ian McKellen e Patrick
Stewart si riuniscono al cast del sequel di
X-Men: l’inizio che vede il ritorno dei protagonisti
James McAvoy, Jason Flemyng, Jennifer
Lawrence, Michael Fassbender, e Nicholas
Hoult. In attesa di ricevere la conferma ufficiale del
ritorno anche di Hugh Jackman nei panni di
Wolverine. X-Men: Giorni di un futuro passato
uscirà negli USA il 18 Luglio 2014.
Molti attori devono la propria fama
a un personaggio in particolare: Hugh Jackman la
deve a Wolverine; Christian Bale a Batman;
Ian McKellen a Gandalf.
A differenza di Jackman, però,
l’attore teatrale inglese ha lasciato intendere che preferirebbe
non cedere a nessuno il suo personaggio della saga de Il
Signore degli Anelli.
Effettivamente,
McKellen ha dimostrato di amare moltissimo il
ruolo, interpretandolo non solo nella premiata trilogia, ma anche
nel successivo esperimento di Peter Jackson che ha portato sullo
schermo Lo Hobbit in tre film, decisamente meno
riusciti della prima trilogia.
Adesso che Amazon ha acquisito i
diritti di sfruttamento del materiale letterario di
Tolkien, chiaramente ci sarà un nuovo
Gandalf in tv. A questa eventualità, l’attore ha
replicato:
“Cosa intendi, un altro
Gandalf? Non ho detto sì (a questo progetto) perché non mi è stato
chiesto. Ma stai suggerendo che qualcun’altro possa interpretarlo?
Gandalf è vecchio più di 7mila anni, quindi non sono troppo vecchio
per farlo, io.”
L’attore, che ha
una ricca carriera alle spalle, deve il suo successo di grande
pubblico proprio a questo personaggio, insieme a quello di
Magneto per la Fox e i film sugli
X-Men che hanno inaugurato il genere all’inizio
degli anni 2000.
L’attore, a 78 anni, sembra non
sentire affatto l’età ed è certamente in grande forma, soprattutto
dimostra ancora un grande spirito da vero animale da
palcoscenico.
Lo ha dimostrato lo scorso ottobre
a Roma, durante la Festa del Cinema. QUI
potete leggere il nostro resoconto dell’incontro.
Ian McKellen ha ammesso di essere ancora oggi
stupito dall’essere riuscito ad ottenere il ruolo di Gandalf nelle
trilogie cinematografiche de Il Signore degli Anelli e Lo Hobbit. Quando venne per il ruolo alla fine
degli anni ’90, McKellen era già una star a livello internazionale,
conosciuta soprattutto per essere una vera e propria leggenda del
teatro britannico.
Prima di interpretare Gandalf, era
stato scelto un altro iconico ruolo, ossia quello di Magneto nella
trilogia originale di X-Men ad opera dell’ormai ex 20th Century Fox.
Tuttavia, il ruolo che lo ha reso una vera e propria star
conosciuta in tutto il mondo è sicuramente quello dello Stregone di
Arda, che gli ha permesso di conquistare anche una candidatura
all’Oscar come miglior attore non protagonista.
McKellen ha interpretato Gandalf sei
volte, apparendo in tutti e tre i capitoli della trilogia de
Il Signore degli Anelli e in tutti e tre i capitoli
della trilogia prequel de
Lo Hobbit. Tuttavia, a distanza di 20 vent’anni
dall’uscita del primo film della saga,
La compagnia dell’anello, pare che McKellen non riesca
ancora a spiegarsi come abbia fatto ad ottenere il ruolo.
Parlando con
GQ, Ian McKellen ha affrontato la questione e,
sulla scia di quell’ormai celebre autoironia tipicamente inglese
che lo contraddistingue, ha spiegato che forse è riuscito ad
ottenere la parte soltanto perché gli attori scelti prima di lui
non erano disposti a trasorrere tutti quegli anni in Nuova
Zelanda.
“Non so ancora come Gandalf
abbia incrociato il mio cammino”, ha dichiarato McKellen.
“Forse perché alcuni degli attori a cui sarebbe stato offerto
il ruolo prima di me erano piuttosto scoraggiati dall’idea di dover
vivere in Nuova Zelanda per un anno. ‘Dove diavolo si trova quel
posto?’. Beh, schiocchi loro.”
Gandalf prima di Ian McKellen: Connery o Lee?
Ricordiamo che prima di
Ian McKellen, la produzione aveva pensato al compianto
Sean Connery, che ha più volte dichiarato di
aver rifiutato il ruolo perché non aveva capito la sceneggiatura.
Anche il compianto Christopher Lee, che ha poi ottenuto la parte
di Saruman, ha ammesso in passato che, in realtà, avrebbe voluto
interpretare Gandalf.
Il leggendario Ian McKellen (Il Signore
degli Anelli) è tornato in un altro trailer ricco
di suspense di The Critic,
pubblicato giovedì 25 luglio da Greenwich Entertainment,
solo poche settimane dopo che i fan hanno avuto un assaggio del
thriller in arrivo in un altro trailer. Come si vede nell’ultimo
teaser, McKellen emana potere e influenza nei panni del personaggio
principale, un critico teatrale del Daily Chronicle che attira
un’attrice in difficoltà in un piano di ricatto dalle conseguenze
mortali. Questo film offre un’anteprima ancora più intensa,
mettendo in mostra le notevoli capacità di McKellen e anticipando
quanto sarà drammatico il thriller in arrivo.
Diretto da Anand
Tucker (Hilary e Jackie) e
scritto dal candidato all’Oscar Patrick Marber
(Closer), The Critic è un
adattamento del romanzo del 2015 di Anthony Quinn
“Curtain Call” ed è ambientato nella Londra del 1934. Al fianco di
McKellen recitano Gemma Arterton (Prince of
Persia), Mark Strong (Tinker Tailor
Soldier Spy), Ben Barnes
(Shadow and Bone), Alfred
Enoch (Harry Potter),
Romola Garai (One Life)
e Lesley Manville (Phantom
Thread). Per quanto riguarda la squadra dietro questo
capolavoro, Jolyon Symonds, Bill
Kenwright e David Gilbery sono i
produttori, mentre Mark Gordon, Zygi
Kamasa, Naomi George, Tom
Butterfield e Harry White sono i
produttori esecutivi.
In The Critic, McKellen
interpreta il critico teatrale più temuto della città, Jimmy
Erskine, mentre la co-protagonista Arterton veste i panni di Nina
Land, un’attrice in difficoltà che vuole conquistare la sua
approvazione. E come aggiunge la sinossi: “Avversari, costretti a
prendere misure disperate per salvare le loro carriere, rimangono
invischiati in una pericolosa rete di ricatti, ambizioni e inganni
quando Jimmy si ritrova nel mirino del nuovo proprietario del suo
giornale, David Brooke (Strong)”.
‘The Critic è una “avventura emozionante” che vale la pena
di vedere
Vale anche la pena di notare che il film è stato presentata in
anteprima al Toronto International Film Festival 2023, dove
ha ricevuto recensioni sommesse da parte della critica e, al 1°
luglio, aveva un rating “Rotten” del 47% su Rotten Tomatoes.
The Critic negli USA uscirà nelle sale il 13 settembre
2024.
In un’intervista concessa al Good
Morning Show in Nuova Zelanda, Ian McKellen non si
è detto più così sicuro di interpretare Gandalf in The
Hobbit.
Come sappiamo Peter Jackson sta al momento cercando di salvare
il progetto, accollandosene la regia dopo la partenza di Guillermo
del Toro. “Non sono sotto contratto, continuo a invecchiare, mi sto
divertendo con il teatro e francamente mi piacerebbe passare subito
da Aspettando Godot a un’altra rappresentazione. Vedremo, non
voglio dare ai produttori l’impressione che stia qui ad aspettarli
con le mani in mano.”
Ve lo immaginate un matrimonio in
pieno stile Il Signore
degli Anelli/Lo Hobbit? Di sicuro l’atmosfera
sarebbe delle più magiche e incantevoli, soprattutto se a rendere
l’evento ancora più speciale ci fosse un cerimoniere d’eccezione
come Gandalf.
No, il caldo non ci ha dato alla
testa: la cosa stava per accadere davvero…
Il fatto risale al lontano 2013, ma
la notizia è stata resa pubblica soltanto ora. Pare che Ian McKellen, interprete del Grigio Pellegrino
nell’esalogia di Peter Jackson, abbia rifiutato 1
milione e mezzo di dollari per celebrare un matrimonio nelle vesti
dell’iconico personaggio.
Le nozze in questione erano quelle
del miliardario Sean Parker, guru della Silicon
Valley, co-fondatore di Napster e primo presidente di Facebook.
A raccontare della bizzarra
richiesta è stato proprio l’attore inglese in un’intervista con il
Daily Mail: “Mi hanno offerto un milione e mezzo di dollari per
sposare una coppia molto famosa in California, una cosa che forse
avrei preso in considerazione. Ma dovevo andarci vestito da Gandalf
e quindi ho risposto: “Mi dispiace, ma Gandalf non celebra
matrimoni”.
Nonostante la risposta sagace di
Sir McKellen, la richiesta del miliardario Parker non era comunque
casuale: le nozze erano infatti a tema tolkieniano, con più di 350
invitati vestiti con abiti adattati dalla costumista neozelandese
Ngila Dickinson, premio Oscar proprio per
Il Signore degli Anelli.
Chissà se Parker, alla fine, ha
optato per un sosia del “vero” Gandalf oppure no…
Fusione in vista per i due filoni
dedicati agli ‘Uomini-X’: First Class, il
prequel di Matthew Vaughn, verrà agganciato alla
trilogia firmata da Bryan Singer e Brett
Ratner in Days Of Future Past,
sequel di First Class che vedrà proprio Bryan Singer riprendere le
redini degli X-Men. A sancire la fusione delle due vicende sarà la
partecipazione al film di Patrick Stewart e
Ian McKellen, a suo tempo trai protagonisti della
prima trilogia, nei panni rispettivamente del Dr. Xavier e di
Magneto.
Ovvia a questo punto, la curiosità
di capire in che modo i personaggi interpretati dai due attori,
molto più ‘maturi’ rispetto alle loro controparti di First Class,
verranno inseriti nel film, ma Singer ha sottolineato che, essendo
il titolo del film Giorni di un Futuro Passato, basta un pò di
immaginazione per capire cosa potrà succedere.
Singer ha infatti ribadito nella
stessa occasione che della partita faranno parte anche
James McAvoy e Michael
Fassbender, ovvero gli Xavier e Magneto più giovani del
film precedente, oltre Jennifer Lawrence
e Nicholas Hoult, anche loro reduci da
X-Men: First Class.
La storia originale da cui Days of
Future Past è tratta, del resto, si fondava proprio su viaggi nel
tempo e futuri alternativi, quindi è facile immaginare che anche
nel film potremo trovare più versioni degli stessi personaggi. X-Men: Days Of Future Past arriverà nelle
sale il 18 luglio 2014.
Ormai sono la coppia più bella del
mondo, e a buon diritto: due uomini eleganti e distinti, due
talenti sopraffini, rappresentanti sia della cultura teatrale
inglese sia della nerd generation, entrambi due mutanti con
superpoteri e, neanche a dirlo, entrambi persone squisite.
Ecco qual è il segreto
dell’amicizia bellissima, della bromance, tra Ian McKellen
e Patrick Stewart, raccontata dai due diretti interessati
in questo video in cui James McAvoy e
Michael Fassbender intervistano i loro “vecchi se
stessi” nella finzione di X-Men Giorni di un Futuro
Passato.
Ecco gli scatti della loro
‘bromance’ newyorkese: [nggallery id=485]
I due attori, oltre ad essere
stimatissimi colleghi, sono anche molto amici, un’amicizia talmente
profonda che Stewart ha deciso di scegliere proprio McKellen come
officiante per celebrare le sue recenti nozze con Sunny Ozell.
Patrick Stewart e
Ian Mckellen rappresentano, secondo la
visione comune, non solo due esempi di straordinario talento
recitativo, ma anche un simbolo della cultura nerd cinematografica
e televisiva, incarnando alcuni dei franchise più celebri della
storia. Patrick Stewart è stato il Capitano Picard
di Star Trek, Ian
Mckellen invece è stato Gandalf, uno dei personaggi più
amati della mitologia tolkieniana cinematografica. Inoltre entrambi
incarnano due dei personaggi più affascinanti dell’universo mutante
Marvel, rispettivamente il
Professor X e Magneto, personaggi che torneranno ad emozionarci sul
grande schermo nel prossimo X-Men giorni di un futuro
passato, dove i due veterani si incontreranno per la
prima volta sullo schermo con le loro ‘govani incarnazioni’,
James McAvoy e Micheal
Fassbender.
Lo sesso Ian
McKellen aveva rivelato di essere in trattative per
Lo Hobbit, senza però confermare il suo
ritorno. Ora, però, un aggiornamento del suo sito
ufficiale lascia ben sperare…
Ecco cosa compare nella pagina
dedicata al 2010 di McKellen.com (alcune parti erano già presenti):
LO HOBBIT, due film, le riprese iniziano a febbraio 2011 in Nuova
Zelanda. Dureranno più di un anno. Il casting a Los Angeles, New
York City e Londra è in corso. Anche la sceneggiatura procede.
Nella prima bozza troviamo molti amici vecchi e nuovi, una nuova
avventura nella Terra di Mezzo. A questo punto non resta che
attendere una conferma ufficiale, che potrebbe arrivare nei
prossimi giorni.
Patrick Stewart rivela nel libro di memorie, “Making It So” (via Insider), che l’amico e collega
di lunga data Ian McKellen gli consigliò di rifiutare
Star Trek e restare in teatro nel momento in cui
Stewart stava considerando l’idea di partecipare a un importante
franchise di Hollywood.
“Quando gli ho detto che avrei
firmato il contratto, ha quasi tentato di impedirmi fisicamente di
farlo”, scrive Stewart riguardo al consiglio di McKellen.
“‘No!’, disse. «No, non devi farlo. Non devi. Hai troppo lavoro
teatrale importante da fare. Non puoi buttarlo via per fare la TV.
Non puoi. NO!'”
“Ci sono poche persone,
soprattutto per quanto riguarda la recitazione, dei cui consigli mi
fido più di quelli di Ian”, continua Stewart. “Ma questa
volta dovevo dirgli che sentivo che il teatro sarebbe tornato nella
mia vita non appena fossi stato pronto, mentre un’offerta per il
ruolo principale in una serie TV americana forse non sarebbe mai
più arrivata.”
Patrick Stewart ha fatto decisamente la scelta giusta,
ma non solo. Qualche anno più tardi, anche Ian McKellen ha detto di sì a un importante
franchise hollywoodiano che lo ha messo di fronte proprio al suo
caro amico e sodale Stewart. A oggi, i due sono ancora una delle
coppie di avversari cinematografici più iconiche della storia: il
Professor X e Magneto.
Sir Ian McKellen vorrebbe tornare a
interpretare Gandalf. A marzo, abbiamo saputo che
un nuovo film del franchise
Il Signore degli Anelli: The Hunt for Gollum sarebbe
uscito nei cinema nel 2026, con Andy Serkis a bordo per dirigere e
riprendere il ruolo di Gollum. Anche il regista della trilogia
originale Peter Jackson e i suoi partner di
sceneggiatura Fran Walsh e Philippa
Boyens torneranno come produttori e “saranno coinvolti
in ogni fase del percorso” secondo David
Zaslav, CEO di Warner Bros. Discovery. Il
titolo provvisorio del film è
Il Signore degli Anelli: The Hunt for Gollum, che
dovrebbe dare un’idea abbastanza chiara di ciò su cui si
concentrerà la storia.
Questo periodo di tempo è menzionato
nei libri, con Gandalf e Aragorn che tentano di rintracciare Gollum
prima che cada nelle mani di Sauron. Nei film, il mago dice di aver
“cercato ovunque la creatura Gollum“, ma “il Signore
Oscuro lo ha trovato per primo“. Nei libri, Aragorn rivela di
essere riuscito a catturare Smeagol (“mi ha morso… e non sono
stato gentile“) vicino alle Paludi Morte, ma non è riuscito a
ottenere da lui alcuna informazione.
Avevamo dato per scontato che gli
attori più giovani sarebbero stati scelti per questi ruoli, ma
sembra che Sir Ian McKellen sia stato in contatto con lo
studio per un potenziale ritorno nei panni di Gandalf, anche se non
ha ricevuto un’offerta ufficiale.
“Non mi rado da mesi“, dice
l’attore veterano al LA Times. “Ma non c’è una
sceneggiatura, non c’è un’offerta, non c’è un piano.” McKellen
aggiunge che potrebbe essere interessato, prima di aggiungere con
una risatina: “Se dovessi essere vivo“.
Ian McKellen è
ancora nel fiore della sua carriera, a 85 anni, e la tecnologia
anti-invecchiamento ha fatto molta strada da quando lo abbiamo
visto come un Magneto più giovane in X-Men: Conflitto
finale. A seconda dell’entità del ruolo di Gandalf, non
c’è dubbio che non potrebbe indossare ancora una volta il cappello
a punta e il bastone.
La notizia della
scomparsa di Sir Ian Holm ha gettato nella
tristezza moltissimi fan, che avevano sognato con i suoi
personaggi, ma anche molti esponenti del mondo del cinema che
avevano lavorato con lui e con lui avevano condiviso set ed
esperienze. Tra questi, Peter Jackson, che ha
diretto Ian Holm ne Il Signore degli Anelli e in poche scene de
Lo Hobbit, ha consegnato alla rete un lungo e
commosso messaggio in cui ha ricordato il suo lavoro con l’attore
britannico e la sua esperienza umana con quello che è poi diventato
un suo amico.
Sono molto triste per la
scomparsa di Sir Ian Holm. Ian era un uomo delizioso e
generoso. Tranquillo, ma sfacciato, con un bel luccichio negli
occhi. All’inizio del 2000, prima che iniziassimo a girare le
nostre scene di Bilbo per La Compagnia dell’Anello, ero preoccupato
di lavorare con un attore così stimato, ma mi ha subito messo a mio
agio. Stando a Casa Baggins il primo giorno, prima che le
telecamere iniziassero a girare, mi portò da una parte e disse che
avrebbe provato cose diverse in ogni ripresa, ma non avrei dovuto
allarmarmi. Se, dopo cinque o sei riprese, non mi avesse dato ciò
di cui avevo bisogno, allora avrei dovuto dargli una direzione
specifica.
Ed è esattamente quello che
abbiamo fatto. Ma incredibilmente le sue varie letture e le
interpretazioni sono state tutte meravigliose. Raramente aveva
bisogno di una indicazione. Ci ha dato una vasta gamma di
possibilità tra cui scegliere in fase di montaggio. Abbiamo
trascorso quattro settimane molto piacevoli, mentre giravamo i
primi 30 minuti de La Compagnia.
Un giorno dovevamo girare la
scena di Bilbo che racconta la sue avventure ad un gruppo di
bambini molto piccoli, seduti a gambe incrociate ai suoi piedi nel
campo della festa. Abbiamo iniziato filmando la performance di Ian
che raccontava la storia, ma avevamo anche bisogno che i bambini
reagissero a vari momenti drammatici. Ma i ragazzini si annoiano
molto rapidamente, e Ian e io abbiamo capito subito che non
potevano ascoltare la stessa storia più e più volte, poiché avevamo
bisogno di diversi angoli per le inquadrature sui bambini.
Allora ho suggerito che per
mantenere l’attenzione dei bambini, avrebbe dovuto rendere la
storia un po’ diversa ogni volta che la raccontava… aggiungendo
pezzi in più, inventando cose… fintanto che ci restituiva l’essenza
di ciò che era scritto nella sceneggiatura. Gli ho detto di non
preoccuparsi e che poi l’avrei sistemato in fase di montaggio.
Tuttavia, avevamo anche bisogno che i bambini rimanessero al loro
posto mentre spostavamo rapidamente le telecamere, da un angolo
all’altro. Sul set di un film, “rapidamente” significa 15-20
minuti. Quindi, mentre stava avvenivano gli spostamenti, e nessuna
telecamera stava girando, ho chiesto a Ian che avrebbe dovuto farli
divertire, per farli stare buoni. Ho suggerito che potesse
raccontare loro altre storie. Ed è esattamente quello che ha fatto.
Dopo un paio d’ore, abbiamo girato tutto ciò di cui avevamo
bisogno. Mentre i bambini venivano fatti uscire dal set e la crew
passava alla sequenza successiva, Ian disse che non aveva mai
lavorato così duramente in vita sua!
Oltre un decennio più tardi,
speravamo che Ian interpretasse di nuovo Bilbo per le scene di
apertura de Lo Hobbit. Fran e io cenammo con Ian e sua moglie
Sophie a Londra, e lui ci disse che gli dispiaceva molto, ma non ci
sarebbe riuscito. In aggiunta al nostro shock, ci confidò che gli
era stato diagnosticato il morbo di Parkinson e non ricordava più
le battute. Aveva difficoltà a camminare e certamente non poteva
viaggiare fino alla Nuova Zelanda. Da sempre un uomo riservato, ci
disse che sostanzialmente si era ritirato, anche se non lo aveva
annunciato ufficialmente.
Fu un duro colpo perché avevamo
escogitato un bel modo per consegnare il ruolo da Ian come Vecchio
Bilbo a Martin Freeman come Giovane Bilbo. Gliel’ho descritto e gli
è piaciuto. Gli ho anche detto che mia madre e mio zio avevano
entrambi avuto il Parkinson per anni, e conoscevo molto bene gli
effetti della malattia. A questo punto, la nostra cena – che
pensavamo sarebbe stata incentrata su noi che descrivevamo le scene
che volevamo girasse, mentre Ian pensava che sarebbe stata
incentrata invece su di lui che ci spiegava perché non poteva farlo
– improvvisamente si è trasformato in un laboratorio di idee, con
Ian, Sophie, Fran e io che cercavamo di capire quale potesse essere
il modo per far partecipare Ian al film e fargli interpretare Bilbo
un’ultima volta.
Giravamo i film in Nuova Zelanda
– ma se per le sue scene fossimo andati invece a Londra in un set
non troppo lontano da casa sua? Alla fine della cena annuì
lentamente e disse: “Sì, penso di poterlo fare”. Ma sapevo che lo
stava facendo solo come un favore per me, e gli ho tenuto le mani e
l’ho ringraziato con le lacrime agli occhi.
Abbiamo iniziato a girare in
Nuova Zelanda con Martin Freeman, nel ruolo del nostro giovane
Bilbo. Martin ammirava enormemente Ian Holm ma non l’aveva mai
incontrato. Tuttavia, Martin ha generosamente accettato di
indossare un trucco protesico per interpretare Sir Ian Holm nei
panni del Vecchio Bilbo, per alcuni campi lunghi ambientati in
Nuova Zelanda, per i quali avevamo bisogno di catturare bene i suoi
movimenti.
Un paio di mesi dopo siamo
tornati a Londra, portando con noi il nostro set di Casa Baggins e
abbiamo filmato le riprese di Ian, come promesso, con una piccola
troupe. L’amabile moglie di Ian, Sophie, era al suo fianco ogni
giorno, aiutando sia lui che noi. Nel corso di quattro giorni
abbiamo filmato tutto ciò di cui avevamo bisogno. Elijah Wood e Ian
erano diventati amici de Il Signore degli Anelli, ed Elija era sul
set a Londra ogni giorno, dando a Ian un ulteriore
supporto.
Nel film finito, speravo che il
pubblico vedesse Ian Holm riprendere Bilbo. Ma quello che ho
vissuto sul set è stato un attore meraviglioso che ha recitato
nella sua ultima performance. È stato incredibilmente coraggioso da
parte sua farlo ed è stato molto emozionante per coloro che lo
hanno assistito. Saremo sempre enormemente grati a Ian per averlo
fatto. Durante il nostro tempo insieme, Fran e io ci siamo così
innamorati di lui, e abbiamo apprezzato molto la sua
compagnia.
Per celebrare il completamento
delle riprese, Ian e Sophie hanno invitato Fran e me a cena a casa
loro. È stata una serata incantevole, piena di umorismo e
divertimento. Ian e io ci rendemmo conto che entrambi avevamo un
forte interesse reciproco per Napoleone e chiacchierammo di lui per
ore. Un anno dopo, quando il primo film di Hobbit è stato
presentato in anteprima a Londra, un Martin Freeman, un po’
provato, ha finalmente incontrato Ian Holm.
Guardare Ian Holm esibirsi mi ha
insegnato così tanto – dato che Ian era solitamente molto
tranquillo e poi improvvisamente recitava. È stato un privilegio
lavorare con lui e una benedizione conoscerlo.
Ho sempre amato la performance
di Ian nelle scene finali di Il ritorno del re.
“Penso di essere abbastanza
pronto per un’altra avventura.”
Addio, caro Bilbo. Buon viaggio,
caro Ian.
Il nostro saluto a Ian
Holm lo sigliamo con Into the West, la canzone
che si può ascoltare sui titoli di coda de Il Ritorno del
Re, interpretata da Annie Lennox.
Ian
Holm, il versatile attore che ha interpretato androidi,
hobbit, passando per Harold Pinter e Re Lear, si è spento a 88
anni. A darne conferma a The Guardian il suo
agente.
“È con grande
tristezza che confermo che l’attore, Sir Ian Holm, è passato a
miglior vita all’età di 88 anni. Si è spento in pace, all’ospedale
con la sua famiglia a prendersi cura di lui. Affascinante, gentile
e ferocemente talentuoso, mancherà tantissimo.” Gli ultimi
giorni dell’attore sono stato documentati da una serie di ritratti
eseguiti dalla moglie, Sophie
de Stempel.
Holm, che ha
vinto un BAFTA ed è stato nominato all’Oscar per il suo ruolo in
Momenti di Gloria, nel 1981, ha costruito una lunghissima carriera
su personaggi secondari, ma si è guadagnato una foltissima schiera
di fan di seconda generazione grazie al suo ruolo di Bilbo Baggins
nella trilogia de Il Signore degli Anelli.
All’inizio del
mese aveva pubblicamente espresso la sua tristezza per essere
impossibilitato a partecipare alla reunion virtuale de Il Signore degli Anelli:
“Mi dispiace di non vedervi in persona, mi mancate molto e
spero che le vostre avventure vi abbiano portato in molti posti,
sono in lockdown nella mia casa hobbit.”
Trai suoi ruoli
che rimangono nella leggenda, oltre alla mole di spettacoli
teatrali a cui ha partecipato, compaiono quelli in Alien,
Il Quinto Elemento, Momenti di Gloria e La follia
di re Giorgio.
Il regista Peter
Jackson ha confermato, tramite la sua pagina Facebook, che
Ian Holm riprenderà il ruolo di Bilbo Baggins in
The Hobbit. Il film è finalmente andato ufficialmente in
produzione da qualche settimana in Nuova Zelanda, ma non si sa
ancora quale sarà il momento in cui entrerà in scena Bilbo in
versione Signore degli Anelli.
TheOneRing.net, fan site
ufficiale de Il Signore degli Anelli prima e de Lo Hobbit adesso,
riporta una notizia che sembra strana, secondo la quale sia Ian
Holm che Christopher Lee sarebbero impegnati sul set
inglese de lo Hobbit.
Questa informazione si aggancia a
quello che già si era detto in precedenza nell’ambiente:
In questo periodo si sarebbero
tenute delle riprese dello Hobbit in Gran Bretagna;
Elijah Wood a breve si sarebbe
diretto proprio in Gran Bretagna per girare alcune scene dello
Hobbit;
Christopher Lee voleva essere
coinvolto nello Hobbit, ma non poteva viaggiare fino in Nuova
Zelanda a causa dell’età avanzata;
Ian Holm parteciperà allo Hobbit,
ma non può viaggiare fino in Nuova Zelanda a causa dell’età
avanzata e delle precarie condizioni di salute.
Tutto questo lascia immaginare che
in questo periodo si stiano tenendo in Inghilterra le riprese del
cammeo di Elijah Wood e Ian Holm nei panni del
giovane Frodo e dell’anziano Bilbo che faranno da cornice ai due
film, ed evidentemente anche quelle di Christopher Lee nei panni di
Saruman.
E’ probabile che Andy
Serkis si stia occupando di queste riprese, dal momento
che oltre a riprendere il suo ruolo di Gollum si sta occupando
della seconda regia del film.
La sinossi ufficiale di Lo
Hobbit – un viaggio inaspettato:
Lo Hobbit – un viaggio inaspettato segue il viaggio
del protagonista
Bilbo Baggins che viene catapultato in un’epica ricerca per
reclamare il Regno Nanico di Erebor caduto in preda allo
spaventoso drago
Smaug. Sollecitato da
Gandalf il Grigio, Bilbo si trova all’improvviso in compagnia
di tredici nani guidati da un guerriero leggendario:
Thorin Scudodiquercia. Il loro viaggio li condurrà nelle Terre
Selvagge, attraverso infide lande brulicanti di Goblin e Orchi,
letali Mannari, Ragni Giganti, Mutapelle e Stregoni.
Anche se la loro meta risiede a
Est, tra le steppe della Montagna Solitaria, dovranno prima trovare
alla svelta una via di fuga dai tunnel dei goblin, in cui Bilbo
incontra la creatura che cambierà la sua vita per sempre…
Gollum.
Qui, da solo con Gollum, sulle rive
di un lago sotterraneo, l’ignaro Bilbo Baggins non solo scopre –
con sua grande sorpresa – di possedere una notevole dose di
astuzia e coraggio ma entra in possesso del “tesoro” di Gollum, un
anello dotato di insolite qualità molto utili… un semplice anello
d’oro cui è legato il destino della Terra di Mezzo in modi che
Bilbo non può ancora comprendere.
L’attore britannico Ian
Gelder, che interpretava Kevan, il fratello di Tywin
Lannister in Game
of Thrones della HBO, è morto all’età di 74 anni per
complicazioni dovute a un cancro al dotto biliare, secondo quanto
riportato da Variety.
“È con enorme tristezza e con il
cuore spezzato in un milione di pezzi che lascio questo post per
annunciare la scomparsa del mio caro marito e compagno di vita Ian
Gelder“, ha scritto su Instagram il suo compagno Ben Daniels.
“Era un attore meraviglioso e meraviglioso, e tutti quelli che
hanno lavorato con lui sono stati toccati dal suo cuore e dalla sua
luce“.
Ian Gelder ha avuto
una lunga carriera sul palcoscenico, apparendo in produzioni nel
West End di Londra e al Globe Theatre di Shakespeare, e ha anche
interpretato Mr. Dekker in Torchwood oltre a ruoli in
Doctor Who e
His Dark Materials. Ma per i fan della televisione è noto
soprattutto come Kevan Lannister – fratello minore
di Tywin e zio di Cersei, Jaime e Tyrion – nell’epopea fantasy
della HBO Game
of Thrones, dove ha debuttato nell’ottavo episodio
della prima stagione.
Gelder ha interpretato Kevan
Lannister in 12 episodi delle prime sei stagioni del Trono di
Spade, fungendo spesso da contrappeso equilibrato agli istinti più
assetati di potere dei Lannister. Kevan ha fatto parte del Piccolo
Consiglio per suo nipote Re Tommen nella quinta stagione e gli è
stata offerta la posizione di Maestro della Guerra da Cersei dopo
la morte di suo fratello Tywin, ma Kevan si è scontrato con Cersei
e ha rifiutato la posizione, lasciando Approdo del Re per protesta.
Kevan servì poi come Primo Cavaliere nella sesta stagione, ma fu
ucciso insieme al figlio Lancel, a Margaery Tyrell, all’Alto
Passero e a molti altri nel Grande Setto di Baelor quando Cersei lo
distrusse con un incendio nel finale della sesta stagione.
Iain Glen ha
illuminato con il suo sorriso il
Social World Film Festival. La nota kermesse, giunta con
successo alla decima edizione, ha luogo nella magnifica cornice di
Vico Equense nel cuore della penisola sorrentina. Il festival del
cinema sociale si svolge, di solito, in piena estate; quest’anno ,
però, in seguito alla pandemia da Covid-19 è slittato ad ottobre.
L’organizzazione, guidata dal direttore Giuseppe Alessio
Nuzzo coadiuvato dal coordinatore artistico
Gaetano Affinito, ha optato per un’edizione
ibrida, a metà strada tra eventi in presenza e dirette streaming.
La formula sembra funzionare perché riesce ad accontentare tutti
gli appassionati permettendo di vedere online anche l’intera
selezione dei film in concorso.
Ad arricchire il già fitto
programma è stato annunciato a sorpresa Iain Glen,
l’attore scozzese è stato il protagonista indiscusso della giornata
di giovedì 8 ottobre, ricevendo il Golden Spike Award per la sua
incredibile carriera. Dopo essersi concesso ampiamente agli scatti
dei fotografi che lo hanno immortalato sulla splendida terrazza di
Castello Giusso, Iain Glen non si è risparmiato in conferenza
stampa rispondendo con entusiasmo e dedizione a tutte le
domande.
Iain Glen, annunciato a
sorpresa al Social World FIlm Festival
D: “ Tra gli ultimi lavori
di Iain c’è il Batman di Titans? Com’è stato interpretare
uno dei personaggi più famosi e più amati dal
pubblico?”
R: “ È stato divertente, è
stato bello! Quando cominci a lavorare in una serie che è già
iniziata da tempo sei sempre un po’ preoccupato ma ho guardato la
prima stagione e loro volevano un Bruce Wayne piuttosto vecchio, ho
letto la sceneggiatura e mi è piaciuta. Ho capito che è inutile
preoccuparsi troppo perché se si pensa al ruolo dell’attore puoi
divertirti come un matto.”
D: “ Lei vanta una ricca
carriera tra teatro, cinema e televisione ma è entrato in contatto
con il giovane pubblico grazie al personaggio di Jorah Mormont di
Game of Thrones. Come si è approcciato a questo personaggio e come
è stata questa esperienza in una delle serie televisive più
importanti?”
R: “ Ehm… quando abbiamo
cominciato non sapevamo che sarebbe diventata una cosa così grande,
non ne avevamo la percezione. Anzi c’era molta agitazione perché il
genere fantasy funzionava al cinema ma non attirava molto in TV e
poi anche il pilot non andò molto bene. Poi è stata realizzata la
prima stagione e ha riscosso un discreto successo. Quando ho avuto
la parte ero felice di averla ottenuta ma allo stesso tempo ero
nervoso per come sarebbe andata la serie. Mentre lavori ad un
progetto non ti rendi conto ma guardandomi indietro sono molto
contento di come è andata. A volte però capita che metti tanto in
un personaggio che credi arrivi al successo e non succede. Sono
molto orgoglioso di questo personaggio e di questa serie anche
perché hanno incontrato il favore di un pubblico giovane e a 50
anni conquistare le nuove generazioni mi ha colpito!”
D: “ Oggi lei riceve un
importante premio alla carriera e proprio all’inizio di questa ha
recitato nel film di Tom Stoppard Rosencrantz e Guildenstern
sono morti, cosa le ha insegnato quell’esperienza e come ha
influenzato il prosieguo della sua carriera?”
R: “ Uh… Rosencrantz e
Guildenstern sono morti, ti è piaciuto il film? ( si soprattutto il
suo particolare Amleto) Quando ho interpretato Rosencrantz e
Guildenstern sono morti ero molto giovane. Avevo interpretato
Amleto a teatro e Tom Stoppard, il regista e sceneggiatore, mi
aveva visto recitare in quel ruolo e mi chiese di partecipare al
film a cui stava lavorando. Girammo nell’ex- Jugoslavia con Gary
Oldman e Tim Roth che erano entrambi molto “difficili”, mi
piacciono tanto ma ne ero consapevole. Sapevo che erano agitati per
me perché io avevo recitato molto Shakespeare a teatro ed ero
abbastanza bravo e, invece, per loro era la prima volta. Quindi,
mentre io giravo la mia scena, loro sbirciavano sul monitor quello
che stavo facendo e Tom mi disse: « Sono molto agitati perché sei
bravo!». Questo mi rendeva felice perché loro sono due bravissimi
attori. Ho bei ricordi di quel film e Tom Stoppard sarà un amico
per sempre.”
D: “ Nel 2009 ha
interpretato un ruolo nel film di Faenza Il caso dell’infedele
Klara, cosa ricorda di quell’esperienza e se le piacerebbe
ritornare a lavorare in Italia?”
R: “ Si certo mi piacerebbe
molto. Avevo già lavorato con Faenza nel film Prendimi l’anima dove
interpretavo lo psicanalista Carl Gustav Jung, il film andò molto
bene soprattutto in Italia. Fu un bel periodo della mia vita e,
quindi, fui felice di tornare anche per il secondo film. Con
Roberto Faenza tutti i dettagli erano curati: la regia, la
fotografia, i costumi… tutte le sfaccettature del progetto mi
piacevano. Mi ritengo fortunato perché ho avuto la possibilità di
venire in Italia e di recitare in inglese cosa che non viene
permessa agli attori italiani all’estero”.
L’amore per il teatro, Game of
Thrones e Downton Abbey
Sui complimenti all’Italia e in
particolare agli attori italiani, che Glen ritiene più predisposti
all’introspezione, l’attore è tornato anche nel corso della serata
di premiazione. Accolto con un bel videotributo che ha celebrato
tutte le tappe fondamentali del suo percorso artistico, Iain Glen
si è concesso ad un’altra breve intervista in cui si è citata anche
la sua partecipazione a Downton Abbey, altra serie televisiva di
punta, mettendo in relazione il suo Sir Richard Carlisle proprio
con il suo Jorah Mormont di Game of Thrones. Entrambi i personaggi,
come ha sottolineato lo stesso attore, sembrano due facce della
stessa medaglia, ambedue servitori fedeli di una donna potente.
Però, mentre il primo non si distingue per correttezza, il
personaggio di Jorah riabilita la sua vita proprio in funzione di
quello che è disposto a compiere per la sua Daenerys.
Glen ha, infine, parlato del suo
grande amore per il teatro e della nostalgia per le tavole del
palcoscenico che un po’ per pigrizia e un po’ per esigenze
familiari ha trascurato negli ultimi anni della sua carriera,
dichiarando la sua forte intenzione di tornare a calcare le
scene.
Al termine della cerimonia di
premiazione Iain Glen non si è sottratto all’affetto dei fan giunti
a Vico Equense per incontralo, sempre però nel rispetto delle
distanze di sicurezza secondo la normativa anti-covid.
L’attore Iain De
Caestecker ha iniziato la sua carriera sin da bambino,
dedicandosi negli anni tanto ai film per il cinema quanto alle
serie televisive, che lo hanno reso famoso al grande pubblico. Oggi
è volto noto di diverse serie TV e film per il cinema, con una
carriera in rapida ascesa e una predilezione per il genere action.
Ecco dieci cose che non sai su Iain De
Caestecker.
Iain De Caestecker film
1. I film e la
carriera. La carrierà recitativa di Iain ha inizio all’età
di nove anni, quando tramite un corso di recitazione viene
selezionato per recitare nel cortometraggio Billy
and Zorba, prodotto dalla BBC. Nel 2000 ottiene una
piccola parte nel film Il mio amico
vampiro, diretto da Uli Edel. Negli anni
successivi seguono 16 Years of
Alcohol,
Shell, Not
Another HappyEnding, Lost River, diretto
da Ryan Gosling e selezionato per competere nella
sezione Un Certain Regard del Festival
di Cannes 2014, e in ultimo è tra i protagonisti del
recente film Overlord,
prodotto da J.J. Abrams.
2. Ha lavorato anche in
diverse serie TV. Iain De Caestecker è noto soprattutto
per i suoi ruoli in alcune serie TV, come Coronation
Street, dove appare in cinquanta episodi,
Young James Herriot,
Castle e The
Fades, confermando poi la sua celebrità con la serie
Agents of
S.H.I.E.L.D., dove dalla prima stagione
interpreta il personaggio di Leopold Fitz.
3. Ha prestato la sua voce
per un videogioco. Nel 2012 Iain De Caestecker ha doppiato
il personaggio Fillan McCarthy all’interno del videogioco
Assassin’s CreedIII, quinto
capitolo della serie prodotta dalla Ubisoft.
Iain De Caestecker Instagram e
Twitter
4. Ha un profilo
Instagram. Il profilo Instagram dell’attore è seguito da
215 mila follower, e su di esso vengono pubblicate foto dai vari
set frequentati o photocall delle premerier dei suoi lavori
cinematografici e televisivi.
5. Ha un profilo
Twitter. Seguito da 30 mila follower, Iain De Caestecker è
solito utilizzare il proprio profilo Twitter per ringraziare i fan
che lo seguono e lo apprezzano, rispondendo spesso ad eventuali
curiosità e domande.
Iain De Caestecker vita
privata
6. La famiglia. E’
figlio di due dottori. Sua madre, Linda De Caestecker è direttrice
della salute pubblica presso la NHS Greater Glasgow and Clyde, il
più grande consiglio sanitario della Scozia. Iain De Caestecker ha
una sorella gemella e altri due fratelli.
7. Gli studi.
L’attore ha studiato alla Hillhead Primary School, per poi
conseguire un master in Acting and Performance al Langside
College.
8. E’ single. Iain
De Caestecker è molto riservato riguardo la sua vita privata.
Attualmente sembra essere non coinvolto in alcuna relazione
sentimentale. Allo stesso modo non si conoscono sue precedenti
relazioni.
Iain De Caestecker premi e
nomination
9. E’ stato nominato due
volte come miglior attore. Per i suoi ruoli in
Young James Herriot e Not
Another Happy Ending è stato nominato come miglior
attore ai prestigiosi BAFTA Scotland Award, nella categoria
“Television” per il primo, e in quella “Film” per il secondo.
Iain De Caestecker età e
altezza
10. Iain De Castercker è
nato il 29 dicembre del 1987, a Glasgow in Scozia. E’ alto
173cm e pesa 68 chili.
I.T., il
film che vede protagonista Pierce Brosnan e che
uscirà in Italia con Barter Entertainment,
distributore e anche produttore esecutivo nella persona di
Valentina Gardani, sarà tra i titoli presenti nel calendario del
Taormina Film Festival, giunto alla sua sedicesima
edizione. In anteprima nazionale sabato 18 giugno
nella prestigiosa cornice del Festival, I.T. è un crime
diretto da John Moore (Die Hard – Un buon
giorno per morire, Max Payne) con Pierce Brosnan, Anna Friel e
James Frecheville.
Brosnan interpreta un editore di
successo dalla vita perfetta, fino a quando il rapporto incrinato
con un consulente informatico con cui collaborava rischia di
mettere in discussione tutto. Il protagonista, infatti, scopre ben
presto che il ragazzo sta usando la tecnologia per minacciare la
sua famiglia, il suo lavoro e la sua intera esistenza.
Un thriller mozzafiato che arriverà
nelle sale italiane con Barter Entertainment.
La Lionsgate ha
diffuso il nuovo terrificante poster ufficiale del film
I,Frankestein, adattamento cinematografico
dell’omonima graphic novel di Kevin Grevioux, che vedrà
Aaron Eckhart nei panni del protagonista.
L’attore sarà accompagnato da un
brillante cast composto da Bill Nighy, Yvonne Strahovski,
Miranda Otto, Jai Courtney, Socratis Otto, Mahesh Jadu, Caitilin
Stasey e Aden Young.
Ambientato in un distopico presente,
dove gargoyles e demoni feroci combattono una battaglia per il
potere, la creazione del dottor Frankestein, Adam
(Eckhart) si ritrova nel mezzo di questa per
scoprire il mistero della sua immortalità.
Il film è stato definito dal regista
Stuart Beattie un moderno racconto epico, che vedrà
Frankestein, alias Adam, che si fa strada attraverso un’oscura e
gotica metropoli, e si troverà coinvolto in una guerra totale e
secolare tra dua clan immortali.
Qui sotto potete vedere il nuovo
terrificante poster:
I creatori della saga supernaturale
più famosa, Underworld, ci regalano
questo nuovo action thriller che uscirà nelle sale Usa il 24
Gennaio, sia in 3D che in 2D e per le sale cinematografiche IMAX.
E’ ancora all’oscuro la data d’uscita italiana, vi terremo
aggiornati.
Guarda il primo trailer ufficiale
italiano dell’attesissimo
I,Frankenstein, l’atteso nuovo adattamento con
protagonista un cast d’eccenzione composto da Aaron
Eckhart, Bill Nighy, Yvonne Strahovski, Miranda Otto,
Jai Courtney, che uscirà in anteprima in Italia
distribuito da Kock Media il 23 Gennaio 2014.
Infatti, l’Italia sarà tra i primi paesi a poter godere di
tutta la potenza, magnificenza e spettacolarità di I, Frankenstein,
il fantasy di Stuart Beattie, realizzato dai produttori di The
Underworld, che annovera, tra i protagonisti, nomi del calibro di
Aaron Eckart, Yvonne Strahovski, Bill Nighy e Miranda Otto. Il
ritorno sul grande schermo di Frankenstein, leggendaria creatura
immortale dall’oscuro passato è, infatti, previsto in Italia per il
23 gennaio 2014, un giorno prima rispetto agli Stati
Uniti.
Il pubblico italiano sarà, quindi, uno
dei primi testimoni degli incredibili effetti speciali che
caratterizzano questa pellicola, un vero e proprio blockbuster che
riporta in scena la leggenda, il mito mai dimenticato, la creatura
dalle sembianze umane nella sua eterna lotta tra il bene e il
male.
“Siamo davvero orgogliosi di
poter dare questo annuncio”, ha commentato Umberto Bettini,
Country Manager Koch Media Italia. “Siamo tra i primi al
mondo a portare all’attenzione del pubblico questa grande
produzione. Si tratta di una pellicola in cui noi crediamo molto.
Cast, effetti speciali, trama. I, Frankenstein ha tutte le carte in
regola per essere considerato un vero e proprio blockbuster. Ci
auguriamo che il pubblico ci segua in questa avventura che, a mio
avviso, inizia sotto i migliori auspici”.
Dopo aver preso il cognome del suo
creatore – il dottor Victor Frankenstein – Adam (Aaron Eckhart)
diventa un investigatore privato specializzato in attività
paranormali. Nella città di Darkhaven, dove risiedono mostri famosi
come l’Uomo Invisibile e il Gobbo di Notre Dame, è in atto una
lotta tra il Bene e il Male: da un lato i demoni che vogliono
conquistare la terra, dall’altro i Gargoyles che hanno giurato di
proteggere l’umanità. Adam viene coinvolto in prima persona nella
battaglia, si schiera con le forze del Bene con il supporto di una
scienziata (Yvonne Strahovski), unico personaggio umano del
film.
Tenetevi pronti, quindi, ad assistere alla più spettacolare
lotta tra le forze del bene e del male mai vista prima e ad
immergervi in questo gotico e misterioso universo intriso di
antichi misteri che tornano alla luce in un continuo intreccio tra
passato, presente e futuro.
Il 6 gennaio 1994, Nancy
Kerrigan, pattinatrice di figura in procinto di
partecipare alle Olimpiadi Invernali, viene aggredita e le viene
spezzato un ginocchio. La FBI non
ci metterà molto a risalire ai colpevoli e a Tonya
Harding, altra pattinatrice, anche lei proiettata verso la
competizione. I,
Tonya racconta di questo fatto di cronaca,
facendone il culmine di una biografia intelligente e graffiante,
dedicata all’atleta interpretata da Margot Robbie, qui anche in veste di
produttrice.
Alla regia Craig
Gillespie (esordio con Lars e una
ragazza tutta sua) che sceglie di intrecciare le
interviste, realmente rilasciate dai principali protagonisti della
vicenda (ricostruite con gli attori), ai fatti. Margot Robbie, balzata agli occhi del mondo
con prepotenza dopo The Wolf of Wall
Street, sfodera le sue qualità più autentiche che
esulano dalla sola bellezza.
L’attrice australiana si
trasforma, prima che fisicamente, nei gesti e nei
movimenti, nella voce e nell’accento, per portare in vita una
figura controversa, un’atleta e una cialtrona, una combattente e
una vittima, una donna complessa come la sua storia personale,
continuamente tesa tra la violenza della sua sfera privata e la
disciplina, la grazia, l’eleganza del pattinaggio, caratteristiche
che per lei hanno sempre rappresentato un ostacolo importante. Una
trasfigurazione, quella della Robbie, che parte
dall’interno e arriva alla frangetta cotonata anni ’90 e alle
fattezze fisiche, leggermente più massicce rispetto a quelle che
madre natura le ha dato.
I, Tonya, il nuovo film di Craig
Gillespie
Cresciuta in una famiglia modesta,
Tonya ha dovuto fronteggiare da subito una madre despota, che
sembrava non nutrire alcun amore per la bambina e la ragazza,
un’altra donna controversa, interpretata da Allison
Janney, alla prova con un ruolo sgradevole e scomodo.
Sotto l’occhio di
Gillespie, il racconto procede spedito, serrato,
con diversi momenti in cui si rompe la quarta parete e i
protagonisti si rivolgono allo spettatore, continuamente chiamato
in causa a testimone del fatti. Un tono che a tratti diventa
commedia nera, a tratti assume le vesti di un heist movie
sbilenco, con personaggi surreali eppure basati su persone che
hanno effettivamente agito come si vede nel film.
La donna e l’atleta
Il fatto di cronaca, culmine della
seconda parte del film, diventa la conclusione di una vicenda
sportiva che nemmeno per un minuto smette di essere anche umana.
Tonya ha dovuto fronteggiare per tutta la sua vita
violenza e sofferenza, abituata soltanto a questo tipo di contatto
umano e a dinamiche dispotiche. Una pressione che una persona
normale non riuscirebbe mai a sopportare, una solitudine estenuante
per ogni persona comune, ma che gli atleti che si giocano anni di
allenamento in pochi minuti conoscono bene.
Il film è il ritratto di una donna
che non riesce a “stare al gioco”, non riesce a scendere a
patti con le regole di apparenza e perbenismo. Un’atleta senza
costumi costosi, una donna senza una famiglia tradizionale e
armoniosa non può vincere e rappresentare gli USA di fronte al
mondo. Poco importa che sia stata la prima donna, nella storia del
pattinaggio americano, ad eseguire un triplo axel.
I, Tonya e la determinazione di Margot
Robbie
I, Tonya pone un
forte accento su questo aspetto, lasciandolo continuamente a fare
da sfondo a tutta la vicenda. Il film insiste sull’indigenza in cui
è cresciuta la protagonista, sull’impossibilità di avere le stesse
chance di chi invece, magari meno dotato, nasce in un contesto
benestante.
Oltre al privato, Gillespie mette
così in scena anche il pubblico, il sociale, caricando
ulteriormente la storia di spessore. Ma basterebbe già solo lo
stile adottato, le performance, l’assurdità della vicenda, la
scrittura, per rendere I, Tonya un prodotto non
solo valido, ma brillante, onesto, brutale. Questo e la
determinazione di una Margot Robbie che si rivela davvero una
scoperta (o una conferma?) portentosa.
L’America vuole qualcuno da odiare o da amare
Ma non si fa in tempo ad archiviare
uno scandalo che la stampa già corre dietro ad altro, dimostrandosi
la vera e propria history maker del nostro tempo. Mentre le troupe
televisive accampate fuori dalla casa di Jeff
Gillooly (ex marito, interpretato da Sebastian Stan) smontano le proprie
attrezzature, prima che i condannati vengano portati in prigione,
la tv manda le immagini dell’arresto di O.J.
Simpson.
Era il giugno del 1994, appena sei
mesi dopo l’aggressione subita da Nancy Kerrigan,
e l’attenzione dell’America si concentrava sul più grande scandalo
della sua storia, fino a quel momento. Perché gli americani
vogliono qualcuno da amare, vogliono qualcuno da odiare, e vogliono
che sia semplice farlo.
Tonya Harding è
stata una delle personalità sportive più odiate della storia
americana recente, giudicata colpevole dell’aggressione alla
pattinatrice rivale Nancy Kerrigan all’inizio
degli anni Novanta. Un episodio narrato dai media dell’epoca e oggi
tornato alla ribalta grazie al film I, Tonya diretto da
Craig Gillespie e prodotto e interpretato da
Margot Robbie (già nominata ai Golden Globes e
vincitrice dei Critics’ Choice Award come Miglior Attrice
protagonista in una commedia).
Di recente la Robbie, insieme al
team creativo della pellicola, si è fatta fotografare a diversi
eventi mondani e cerimoniali con la vera Tonya
Harding, mentre dall’altra parte la Kerrigan non sembra
aver espresso commenti positivi sull’operazione
cinematografica.
In una recente intervista infatti,
l’ex pattinatrice americana ha dichiarato di non aver ancora visto
il film per una ragione ben precisa:
“Non ho niente da dire a
riguardo, non ho visto nulla, sono solo occupata a vivere la mia
vita. Non fa più parte di me quell’episodio, io ero semplicemente
la vittima. Ed è strano, molto bizzarro che si sia montata tutta
questa storia.“
Chi si aspettava almeno un commento
su film rimarrà deluso. Sembra proprio che la Kerrigan non si
pronuncerà tanto facilmente su una pellicola che rievoca di certo
un’esperienza troppo dolorosa (per entrambe le parti).
Intanto vi ricordiamo che I, Tonya è atteso
nelle nostre sale il 22 marzo 2018. Nel cast anche
Allison Janney e Sebastian
Stan.
Di seguito la sinossi del film:
I, Tonya si basa sulla
vita della pattinatrice Tonya Harding, protagonista di uno
dei più grandi scandali sportivi nella storia degli Stati Uniti.
Prima atleta americana a distinguersi durante i campionati
nazionali statunitensi del 1991, per l’esecuzione perfetta di un
triplo axel. Conosciuta per il temperamento focoso, che plasma
anche lo stile energico e scattante, la Harding finisce sulle
pagine dei quotidiani come responsabile dell’aggressione della
rivale Nancy Kerrigan. Colpita alle gambe da uno sconosciuto dopo
gli allenamenti, la Kerrigan è costretta a ritirarsi dai campionati
nazionali. L’incidente pilotato dall’ex marito di
Tonya, Jeff Gillooly, consacra la protagonista come una
delle figure più controverse e competitive dello sport
americano.