In occasione della presentazione a
Roma di Fruitvale Station,
Michael B. Jordan, protagonista del film, ha
parlato alla stampa anche del suo casting nel reboot di
Fantastic Four e delle critiche feroci
dei fan che si sono abbattute su di lui.
“Ce lo aspettavamo – ha
dichiarato Jordan – Anche perché questo personaggio è sempre
stato rappresentato in un’altra maniera. La gente in genere non ama
troppo i cambiamenti. Accetto le critiche, non possiamo
accontentare tutti. Io faccio il mio lavoro come ho fatto fino ad
ora e cercherò di fare del mio meglio. Io poi sono un ragazzo da
fumetti, sono cresciuto con i fumetti e la Torcia Umana era
veramente uno dei miei personaggi preferiti. Non vedo l’ora di
arrivare sul set. Poi vedremo cosa accadrà nel 2015 quando uscirà
il film.”
https://youtu.be/ODTiY13BkcQ
Come ti preparerai al
ruolo?
“Avevo voglia di fare qualche
cosa di diverso e vorrei poter fare tutto nella mia carriera.
Interpretare un supereroe credo sia il sogno di tutti, ad ogni
attore piacerebbe (…) Interpretare la Torcia Umana sarà sicuramente
divertente e anche più leggero rispetto a quello che ho fatto
finora. Credo che sarà un’esperienza divertente, non vedo l’ora di
cominciare.”
Arriva nelle sale italiane il primo
film da regista di Claudio Amendola, La
mossa del pinguino, film che vede protagonisti un cast
d’eccezione composto da Edoardo Leo,
Ricky Memphis, Antonello Fassari e Ennio
Fantastichini.
In La mossa del
pinguino Bruno (Edoardo
Leo) e Salvatore (Ricky
Memphis) sono amici e precari, uno sotto sfratto,
l’altro col padre malato a carico. Bruno è un Peter Pan
inconcludente e un po’ folle, amante delle imprese impossibili.
Salvatore lo asseconda per amicizia. Così pensano di mettere su una
squadra di curling e partecipare alle Olimpiadi invernali, convinti
che sia facile, sognando di vincere e magari arricchirsi. Neno
(Antonello Fassari) e Ottavio (Ennio
Fantastichini) – un biscazziere mago del biliardo e un
rigoroso vigile pensionato, patito di bocce, entrambi senza nulla
da perdere – sono i compagni ideali. Quest’avventura rimette tutti
in gioco.
La mossa del pinguino: il film
Per il suo esordio da regista
Claudio Amendola punta sul sicuro: squadra
collaudata di amici (con il fratello Giorgio H.
Federici alle musiche e la figlia Alessia interprete). Non
fa il passo più lungo della gamba, ma ciò che ci si aspetta. Parla
di sport come passione e come modo per avvicinare le persone, di
amicizia e legami affettivi, di vita quotidiana nella periferia
romana con gioie, dolori, sogni.
La trama di La mossa del
pinguino sta tra originalità – lo sport poco noto del
curling, in cui si fa scivolare una pietra sul ghiaccio aiutandosi
con delle “scopette”; la follia del sogno olimpico – e
prevedibilità – Leo come bambinone precario che architetta un modo
per “svoltare”, lo sviluppo che non riserva grosse sorprese.
Certe dinamiche ne riecheggiano altre (il personaggio di Neno ha
un’umanità più simile a quella di Cesare Cesaroni che alla crudeltà
di un ex strozzino, Memphis e Fiorentini tornano ad essere padre e
figlio).
A dispetto di un titolo non
felicissimo, La mossa del pinguino funziona.
Funziona perché è una commedia onesta, con un cast affiatato,
dai perfetti tempi comici, ma anche capace di dare corpo a momenti
di amaro realismo – l’ormai nota bravura di Memphis, Fassari
e Leo, per non dire di Inaudi e Fantastichini – credibilissimo
anche nei panni del burbero vigile burino e zoppo. Notevole anche
la disinvoltura del piccolo Damiano De Laurentiis,
già ne La nostra vita. La sceneggiatura – di
Amendola e Leo con Michele Alberico e
Giulio Di Martino – ha un buon ritmo e una
scrittura efficace. Si ride per la classica comicità di situazione,
sfruttata nella giusta misura. Ma il film ha anche un’anima più
seria, mostra la realtà senza ipocrisie né vittimismi, con le sue
durezze. C’è abilità nel fotografare certi nodi, certe solitudini,
certi tabù come quello della vecchiaia e della morte. Un’attitudine
da classica commedia all’italiana che riesce ad avvicinare lo
spettatore e creare empatia, al di là della semplice risata.
Dunque un lavoro che non stupisce
con effetti speciali, ma rientra nei canoni della commedia italiana
che vive di luoghi e storie quotidiane, per chi non ama le
commedie patinate.
Puntata numero 149 per la trasmissione
Pop Corn da Tiffany in cui si parla di cinema, ma anche di tv e si
fanno quattro chiacchiere di qualità in compagnia di
Emanuele Rauco, Francesca Vennarucci, Simone
Dell’Unto e Riccardo Iannaccone, alla
regia e non solo.
Oggi la puntata sarà incentrata su
due film che sono arrivati sui nostri schermi in questi giorni:
La Bella e la Bestia e
Snowpiercer. Inoltre, ospite d’onore sarà
il regista Gianni Amelio, che nell’intervista
fattagli da Emanuele Rauco parla del suo ultimo film documentario,
Felice chi è diverso.
Infine ci sarà spazio per le news e
per le rubriche, tutto questo giovedì 6 marzo a partire dalle 21.30
su Ryar Web Radio (www.ryar.net).
A pochi giorni dalla grande
vittoria di PaoloSorrentino, ecco il
ritorno alla normalità post-Oscar, con le uscite al cinema della
settimana. Che sia una coincidenza o meno, per quanto riguarda il
nostro Paese c’è una netta prevalenza di film di produzione
italiana.
Allacciate le cinture
(leggi la recensione), il nuovo
lavoro di Ferzan Özpetek, è la storia di Elena (Kasia
Smutniak), divisa fra l’amore di due uomini, Fabio e Antonio
(rispettivamente Filippo Scicchitano e FrancescoArca) molto diversi fra loro. Il regista di Le fate
ignoranti e La finestra di fronte racconta il
contrasto fra un amore travolgente e passionale, ed un amore che è
ancora amicizia, un’amicizia fedele e totale.
Massimo Morini, leader del
gruppo musicale genovese Buio Pesto, dirige un film di fantascienza
dal titolo 12 12 12, girato nel paesino ligure di
Bogliasco (dove, non a caso, hanno sede i Buio Pesto). Un gruppo di
extraterrestri si è sostituito ad alcuni abitanti del paese,
preparando un imminente invasione aliena. Max (Raf Grande),
guiderà la ribellione contro gli invasori, che attaccheranno
proprio nella data che da nome al film.
Si intitola La mossa del
pinguino (leggi le recensione) ed è il
primo film da regista di Claudio Amendola. Ambientato
durante le olimpiadi invernali di Torino 2006, è stato scritto
dallo stesso Amendola e da Edoardo Leo; del cast
fanno parte grandi amici del regista, fra i quali Ricky
Memphis, che racconteranno il sogno di quattro uomini di
partecipare alle gare olimpiche di curling.
Il documentario di Diana
Dell’Erba, Registe, affronta il tema della
presenza femminile in una professione, come quella del regista, che
in Italia (e non solo) è tradizionalmente maschile. Una riflessione
sul ruolo della donna sia come regista sia nel contesto sociale,
che vede il contributo anche di Lina Wertmüller.
Un secondo documentario,
Felice chi è diverso (leggi la recensione), firmato da
un grande nome del nostro cinema quale Gianni Amelio,
racconta la percezione dell’omosessualità da parte della società
italiana, snodandosi fra giornali e televisioni dal dopoguerra ad
oggi.
Pulce non c’è, opera
prima di Giuseppe Bonito, cerca di raccontare in modo non
banale o patetico la storia di Margherita detta Pulce, una bambina
autistica, sottratta ai propri genitori (Marina Massironi e
Pippo Del Bono) e portata in una comunità.
Uno dei film più attesi della
settimana è però 300 – L’alba di un impero (leggi le recensione), regia di
Noam Murro. Tratto da Xerxes, graphic novel di
Frank Miller, il film dovrà reggere il confronto con il
fortunato capitolo precedente, 300, diventato famoso
anche per l’ormai citatissimo “Questa è Sparta!”, esclamato dal re
Leonida – Gerard Butler. Protagonisti del film sono
l’australiano Sullivan Stapleton (Gangster
Squad, The Hunter) ed Eva Green
(Le crociate, Casino Royale).
È di produzione tedesca
Tarzan 3D (leggi le recensione), nuova
versione della celebre storia, per la regia di Reinhard
Klooss e Holger Tappe. Il film è realizzato in 3D e con
performance-capture, una tecnica che consente di catturare le
espressioni facciali di un attore reale per poi trasferirle ad un
personaggio virtuale.
Il thriller della settimana è
Un ragionevole dubbio (leggi le recensione) di Peter
Howitt, con Samuel L. Jackson e Dominic Cooper
(Mamma mia!, La Duchessa). Dal regista
di Sliding Doors, un legal thriller in cui un
brillante procuratore distrettuale inizierà a dubitare delle
proprie certezze.
Il superstite
(leggi le recensione), dello
scozzese Paul Wright, è stato candidato al BAFTA per il
miglior esordio britannico da regista. Al centro del film c’è Aaron
(George MacKay), unico sopravvissuto di un misterioso
incidente in mare in cui hanno perso la vita cinque persone, fra le
quali il fratello del ragazzo. Incolpato da tutta la comunità di
pescatori in cui vive, Aaron vive con dolore la perdita del
fratello e vuole tornare in mare nella speranza di ritrovarlo.
E’ uno degli attori più
interessanti del momento, reduce da un grande successo di critica
per Fruitvale Station (leggi la recensione), che ha presentato oggi a Roma,
sarà anche il nuovo volto di Johnny Storm, la Torcia Umana, nel
prossimo film sui Fantastici Quattro. Michael B.
Jordan è un ragazzo sveglio e di talento, molto più
simpatico ed educato di quello che alcuni media hanno lasciato
trasparire.
“Ho avuto la fortuna di
incontrare le persone che conoscevano Oscar – ha raccontato
Jordan in merito al personaggio che ha interpretato
in Fruitvale Station tratto da una
storia vera, un giovane ucciso per sbaglio da un poliziotto durante
la notte di Capodanno – E’ una storia vera e Oscar è vero, ma
non era famoso, e così per conoscerlo ho dovuto interagire con le
persone che gli volevano bene. Da queste esperienze è venuto fuori
un Oscar sfaccettato in base alle persone con le quali aveva a che
fare, la madre, la figlia, la compagna, gli amici. Da questa
composizione sono riuscito a interpretare il personaggio.
Incontrare la famiglia è stata anche una responsabilità perché ho
capito che dovevo fare qualcosa per rendere giustizia ad una
persona che era stato un padre, un marito, un figlio. In questo
modo abbiamo avuto la possibilità di raccontare Oscar per quello
che veramente era.”
-Il film si chiude con
l’impossibilità di perseguire che ha sbagliato. Come accade in 12
Anni Schiavo. Come artisti, registi e attori, siete consapevoli che
state scrivendo una pagina importante della storia del cinema
americano?
“Quando si gira un film è
difficile capire l’impatto che avrà. Ricordo come mi sono sentito
quando il fatto è successo, potevo essere io al posto di Oscar. Dal
punto di vista di un attore è stato importante per me interpretare
un ruolo che sentivo così mio. Raccontando questa storia siamo
riusciti a portare sullo schermo anche un evento che è molto
difficile da accettare. Credo che il regista abbia trovato la
maniera migliore per raccontare questa storia. Io sono ancora
piccolo ma sentirvi dire queste cose mi rende molto
felice.”
-La
ricezione del pubblico americano rispetto alle opere come 12 Anni
Schiavo, Lincoln o The Butler, e ora Fruitvale Station,
com’è?
“Indipendentemente da ciò che
si vive, è facile per tutti sentire un’empatia con persone che
vivono circostanze o una intera vita difficile. I film che ha
citato sono molto diversi, accomunati dall’elemento del pregiudizio
raziale che può accomunare tutti, indipendentemente da quello che
si è vissuto.”
-Quanto di quello che fa
Oscar appartiene a lui e quanto invece è stato
scritto?
“Lo sceneggiatore è stato
straordinario, ha scritto delle cose incredibili. Il film è stato
girato in 20 giorni, con una sola macchina da presa e con 900.00
mila dollari. Il mio carico di lavoro è stato enorme, ma quando ho
visto il piano di lavorazione ho capito che per me sarebbe stato un
vero e proprio test. Abbiamo deciso di raccontare le ultime 24 ore
di vita di Oscar e ci siamo messi nei suoi panni. Abbiamo mostrato
cosa fa un ragazzo normale di quell’età in un giorno particolare
come la vigilia di Capodanno. Alla fine della giornata sappiamo chi
è Oscar. E’ un film che ha toccato il cuore di tutti e ha avuto una
risonanza particolare. Tutti quelli che lo hanno visto sono rimasti
colpiti. Proprio per questo sono molto orgoglioso di aver
partecipato a questo progetto.”
-Cosa pensa Oprah Winfrey
del film?
“Lei è una donna eccezionale,
il film le è piaciuto moltissimo. Sono stato invitato al suo
programma e mi ha intervistato. E’ stata la realizzazione di un
sogno. Poi quest’anno lei ha fatto un grandissimo lavoro in The
Butler, e io pure ho fatto diverse cose, quindi ci è capitato
spessissimo di incontrarci a vari eventi e feste, e ho avuto modo
di conoscerla un po’ meglio. Oprah è Oprah.”
-L’ultima immagine del film
è dedicata alla figlia di Oscar. Com’è stato l’approccio con
lei?
“E’ stata una delle cose più
difficili. Si chiama Tatiana, è una ragazzina molto piccola ma
molto sveglia. Per lei questo era un argomento difficile da
affrontare e non ha ancora visto il film naturalmente. Per quanto
riguarda i miei rapporti con lei, in realtà ho solo passato del
tempo con lei, senza parlare del film, per cercare di conoscerla.
Quando muore qualcuno quelli che restano devono raccogliere i pezzi
e andare avanti, e quindi l’ultima inquadratura del film è per la
figlia, che crescerà senza un padre. Sicuramente sono situazioni
difficili e ho cercato quindi di avere un approccio il più delicato
possibile.”
Solo pochi giorni fa avevamo
scritto un interessante approfondimento sulle invenzioni diventare
realtà di Ritorno al futuro (Qui), e, in
seguito, vi avevamo segnalato un video che avrebbe fatto la gioia
dei fan, sul leggendario skate di Marty
McFly pronto a diventare una realtà (Qui).
Tuttavia, quest’ultimo video era
soltanto un fake organizzato da Funny Or
Die. Adesso, arriva online un nuovo video estremamente
divertente in cui, a chiedere scusa per le false illusioni create,
è proprio Christopher Lloyd, che era presente nei
tutorial che dimostravano il carattere rivoluzionario del prodotto.
Ecco il video:
In attesa del trailer, che arriverà
domani, è stato pubblicato il primo poster ufficiale di
Locke, film di Steven
Knight (sceneggiatore di La Promessa
dell’Assassino e Piccoli Affari
Sporchi) già acclamato al Festival di Venezia
per la grandiosa interpretazione di Tom Hardy e
per avere la particolarità di essere stato girato in tempo reale.
Eccolo di seguito:
Locke è ambientato tutto all’interno
di un’autovettura: racconta la storia di Ivan Locke, padre di
famiglia e gran lavoratore che riceve una telefonata inaspettata.
Parte così un viaggio contro il tempo che porterà il protagonista a
raggiungere Londra in macchina da Birmingham per adempiere al suo
ruolo di padre. Durante il viaggio l’uomo dovrà far fronte, sempre
dall’abitacolo della sua autovettura, a diversi problemi, tra cui
un’importante consegna lavorativa che potrebbe cambiare la sua
carriera.
In occasione del 75esimo
anniversario della Marvel, è arrivato online
un nuovo video omaggio, che presenta in ordine cronologico tutta la
storia della nota casa editrice statunitense, dal Marvel Comics #1 fino ad oggi. Eccolo, per
voi, di seguito. Buona visione.
Vi presentiamo oggi una serie di
bellissimi fan artwork realizzati per X-Men Giorni di
un futuro passato, in attesa di poter ammirare i
primi poster ufficiali della pellicola. Eccoli, per voi, di
seguito:
La trama di X-Men: giorni di un futuro
passato, tratta dall’omonimo fumetto del 1981,
ripercorre un arco temporale ambientato in un imprecisato futuro in
cui gli USA sono dominati dalla Sentinelle, mentre i mutanti vivono
confinati in campi di concentramento. Kitty Pride torna indietro
nel tempo e impedisce dal passato che gli eventi precipitino a tal
punto da trasformare la vita dei mutanti del futuro in un inferno
di reclusione.
Amplify e
Well Go USA Entertainment hanno annunciato ieri di
voler acquistare i diritti per la distribuzione americana
dell’acclamato film di Terry Gilliam,
The Zero Theorem. La pellicola verrà
rilasciata nei cinema quest’estate, e successivamente anche in DVD
e Blu-ray. La Amplify si occuperà della distribuzione del film al
cinema, mentre la Well Go USA della distribuzione home-video.
The Zero
Theorem vede protagonisti un cast d’eccezione
composto da Christoph Waltz, Tilda Swinton, Ben
Whishaw, Mélanie Thierry, David Thewlis e Lucas
Hedges.
Trama: In un futuro dominato
dalle corporazioni, la popolazione è controllata attraverso
videocamere, dalla figura umana chiamata Management. Qohen Leth è
un hacker che lavora rinchiuso in casa, interrotto saltuariamente
da Bainsley, una donna tentatrice che lo invita a fare del sesso
virtuale, mentre Bob, un bambino prodigio figlio di Management, lo
invita a continuare il suo lavoro senza distrazioni. Qohen cercherà
di scoprire la ragione dell’esistenza umana e della condizione
sociale attuale
E’ arrivato online un nuovo poster
IMAX di Divergent, realizzato per una
serie di manifesti chiamata Fanfix che verrà
esposta durante l’anteprima del film il prossimo 20 Marzo. Il
poster è stato realizzato dall’illustratore Victo
Ngai. Ve lo presentiamo di seguito:
La trama: Divergent è ambiento
nella Chicago del futuro, un futuro controllato e rigidamente
ordinato, tipicamente distopico e racconta della sedicenne Tris,
intrappolata nella necessità di compiere la scelta che le cambierà
la vita. Il mondo è diviso in cinque fazioni e per Tris è arrivato
il momento di scegliere a quale appartenere. La scelta che la
ragazza compierà segnerà l’inizio di una serie di prove, che
la condurranno a percorrere una strada tortuosa e inattesa. In un
mondo in cui gli istinti umani vengono soppressi e tutto e regolato
e controllato, Tris imparerà che c’è sempre un’altra faccia della
medaglia. Lei è diversa da tutti gli altri, è una Divergente, la
sua natura le impone la ribellione e quando scoprirà di non
potervisi opporre il suo destino e quello del mondo in cui vive
cambierà per sempre.
Questa targata 2014 è stata
sicuramente un’edizione degli Oscar che resterà
nella storia. Ancora oggi, a ormai quasi una settimana di distanza
dalla cerimonia di premiazione, si continua a parlare di quella che
è stata una serata in tutto e per tutto irriverente, portata avanti
con intelligenza e spirito da una straordinaria conduttrice e –
cosa ancora più incredibile – decisamente social.
Al di là dei vincitori e dei vinti,
l’86esima edizione degli Academy Awards verrà ricordata come una
delle serate meno formali di tutta la storia dell’Academy. Il
merito della DeGeneres è stato, probabilmente, proprio questo:
abbassare la quasi solennità di un evento “sacro”
per l’industria cinematografica e per tutti gli appassionati
cinefili del mondo, trasformandolo in una grande festa davvero alla
portata di tutti, una sorta di edizione “formato famiglia”
– sicuramente molto vicina al pubblico – in cui, tra
selfie che sono diventati i più retwittati della storia, e
star che non hanno esitato a mangiare pizza o a scatenarsi a ritmo
di hip-hop, c’è stato naturalmente spazio anche per
l’intrattenimento più serioso, quello più spettacolare
(nell’accezione classica del termine) e, naturalmente, l’emozione
che sempre accompagna la tanto attesa notte degli Oscar.
Adesso, dopo aver visto e letto
praticamente di tutto a tal proposito, la domanda è: come ci si
prepara ad un evento del genere e, soprattutto, quando si è in
onda, cosa accade dietro le quinte? E’ la stessa Ellen
DeGeneres a fornirci la risposta, la quale, durante il suo
Ellen Show, ha mostrato un esclusivo behind
the scenes degli Oscar 2014. Eccolo, per voi, di seguito.
Buona visione.
Ellen Degeneres ha
portato i selfie sul palco degli Oscar, la bellissima foto di
gruppo che la raffigura con un po’ di star presenti al Dolby
Theatre domenica scorsa l’ha fatta diventare la regina di Twitter,
ma moltissime star si sono date da fare sui social network, in
particolare su Instagram e su Twitter, condividendo con il pubblico
alcuni dei momenti più divertenti della serata.
Ecco di seguito qualche scatto che
ci mostra quello che non abbiamo ancora visto della 86esima notte
degli Oscar!
Jennifer Lawrence
tenta di rubare l’Oscar a Lupita
Nyong’O:
Jessica Biel fa le
boccacce alla camera, Anne Hathaway fa la
photobomber e Joseph Gordon Levitt fa il
photobomber della photombomber:
Intanto, a casa, James
Franco che in passato ha presentato gli Oscar ed è stato
trai nominati (lo stesso anno), se la gode con un bel panino, in
tutta tranquillità, senza sentire la pressione della
serata:Ma anche partecipando alla cerimonia e
alle feste, non è detto che ci si senta sotto pressione. Ad esempio
Amy Poehler non sembra affatto agitata, anche se
ci stiamo tutti chiedendo come abbia fatto a finire in quella
posizione…
Channing Tatum ha
fatto del suo meglio per mettersi a suo agio, coinvolgendo anche la
bella moglie:
Anche la bella Heidi
Klum sembra essere particolarmente a suo agio:Intanto la nuova coppia d’oro dello
showbusiness, Emma Watson e Joseph Gordon
Levitt, si rilassa dopo la presentazione del loro premio
(attenzione, trai due non c’è niente, ma l’alchimia mostrata sul
palco ha cominciato a far chiacchierare qualcuno, mentre altri, più
intelligenti, hanno auspicato una collaborazione trai due sul
grande schermo):
Kevin Spacey sembra
felice di essere seduto tra due nominati, pur non avendo ricevuto
nessuna candidatura personale quest’anno:
Intanto tutti gli altri pensano a
riempire lo stomaco, colpa di Ellen e della sua pizza, o forse
delle tante gravidanze che hanno sfilato sul red carpet, oppure,
ancora, del fatto che mentre noi rimaniamo svegli tutta la notte
per seguire la magica notte, per le star protagoniste l’ora di cena
passa e se ne va, ma resta una gran fame…
Grazie ad Empire Magazine, arrivano
in rete le prime foto in alta risoluzione di Sin City A
Dame to Kill For. Oggi, invece, arriverà il primo
trailer ufficiale.
Guarda la clip in esclusiva su
Cinefilos.it del film Fruitvale
Station con protagonista
l’attore Michael B. Jordan.
Il film ripercorre le ultime ore di
vita del ventiduenne Oscar Grant, a partire dalla mattina
del 31 dicembre 2008, giorno del compleanno di sua madre, e
racconta la quotidianità e gli ostacoli che il
ragazzo deve fronteggiare nel tentativo di diventare una
persona migliore. Il film prodotto dal Premio Oscar Forest Whitake
e costato solo 2 milioni di dollari, è stato distribuito negli
Usa dalla prestigiosa The Weinstein Company incassando oltre 16
milioni di dollari.
Il film ha trionfato
ai “Gotham Awards”di New York dove si è aggiudicato i
due premi per cui era candidato – Miglior attore rivelazione per
Michael B. Jordan e Miglior registarivelazione per
Ryan Coogler – ha vinto al Sundance Film
Festival il Premio come Miglior Film ed il Premio del
Pubblico, aCannes il Prix de l’Avenir e si è
aggiudicato tre candidature
agli Independent Spirit Awards, che si
assegnano il giorno prima degli Oscar, per Miglior
Film d’esordio, Miglior Attore protagonista (Michael B. Jordan) e
Miglior Attrice non protagonista (Melonie Diaz).
Arriva un altro cortometraggio
targato Disney/Pixar, che sarà ambientato nel mondo di Monsters
University. Si intitola Party Central e
debutterà in testa al prossimo film Walt Disney Pictures,
Muppets Most Wanted il prossimo 21 marzo.
Oggi la Disney ha reso disponibile il primo poster del film, in cui
possiamo vedere Mike in prima fila.
Party
Central sarà ambientato nei corridoi dell’Università
dello Spavento, in cui i giovani protagonisti si formano per
diventare spaventatori provetti. Forse in questo cortometraggio
sarà inserita la bellissima scena della palla stroboscopica che
abbiamo già intravisto nei promo e nel trailer di
Monsters University.Nel film torneranno
le voci originali di Mike e Sully, ovvero Billy
Crystal e John Goodman, insieme a tutto
il cast vocale di Monsters University e
Monsters & Co.
Dopo il primo teaser poster esso il
trailer di Annie, remake del film del
1982 di John Houston con Aileen
Quinn a fianco di Albert Finney e
Tim Curry. In questa versione, diretta da
Will Gluck, i protagonisti sono Jamie
Foxx, Quvenzhané Wallis, Rose Byrne, Bobby Cannavale e
Cameron Diaz.
La storia dell’orfana Annie e del suo
benefattore Oliver ‘Daddy’ Warbucks prende le mosse da un come
componimento poetico, scritto da James Withcomb
Riley, nel 1885; nel 1924, Harold
Gray la trasforma in una fortunatissima serie di strisce a
fumetti, sopravvissuta alla morte dell’autore e durata addirittura
fino al 2010; nel 1977 le avventure di Annie vengono portare sui
palchi di Broadway, in forma di musical, con un successo di
pubblico che gli garantirà repliche durate per sei anni.
Il cinema s’interessa della storia
per la prima volta nel 1982, col film drietto da John
Houston, protagonista Aileen Quinn a
fianco di Albert Finney e Tim
Curry; risale invece al 1999 un remake per la televisione,
con Alicia Morton, Kathy Bates e
Victor Garber.
Il regista Daniel
Espinosa (Safe House) è in
trattative per dirigere il film in sviluppo Blood
on Snow, che sarà prodotto da Leonardo
DiCaprio e che lo vedrà protagonista nel ruolo
principale. Blood on Snow è l’adattamento del romanzo di
prossima uscita di genere crime scritto da Joe
Nosbo. A confermare la notizia è
Variety.
Blood on Snow è il
primo romanzo scritto da Joe Nesbo sotto
lo pseudonimo di Tom Johansen. Il libro
racconta di un killer che scopre di essere innamorato della moglie
del suo boss dopo che quest ultimo gli ordina di ucciderla. Due
sequel letterari sono già in fase di programmazione, e nel terzo
capitolo lo stesso Johansen potrebbe diventare uno dei personaggi
della storia.
Daniel Espinosa attualmente sta
girando Child 44 con protagonisti Tom Hardy , Noomi
Rapace , Joel Kinnaman , Gary Oldman , Vincent Cassel e Jason
Clarke. A questo punto se dovesse accettare l’offerta
di DiCaprio il regista si chiamerebbe fuori dalla corsa alla regia
dell’adattamento di Assanssin’s
Creed.
Leonardo
DiCaprio e Jennifer Davisson
Killoran della Appian
Way produrranno la pellicola in collaborazione
con Kevin
McCormick della Langley
Park.
La Terra vive un
futuro catastrofico, in cui l’uomo ha creato un sistema automatico
per migliorare l’esistenza, ma che al contrario è una macchina in
grado di controllare gli uomini, i loro sogni e il loro corpo. Dopo
avere ricevuto numerosi riconoscimenti a festival internazionali e
nazionali, il cortometraggio di fantascienza PATHOS viene reso
disponibile gratuitamente e in versione integrale in HD.
Il film dura 17 minuti ed è
stato completamente ideato e realizzato dai genovesi Dennis Cabella
e Marcello Ercole, fondatori di Illusion, e Fabio Prati,
illustratore professionista. Tra i riconoscimenti ricevuti: il
Premio Silver Melies al Leeds Film Festival, il Premio
Speciale della Giuria al Festival Arcipelago e le selezioni
ufficiali del David di Donatello e dei corti del
Marché durante il Festival di Cannes.
PATHOS nasce nel 2009 da un’idea di
Dennis Cabella, Marcello Ercole e Fabio Prati. Il cortometraggio
racconta il futuro distopico di un’umanità che ha abdicato la
propria esistenza al potere del denaro. Dopo avere reso inabitabile
la Terra, l’umanità ha costruito Pathos, una copia digitale a
pagamento dell’esistenza. Il sistema di Pathos è costituito da
stanze metalliche in cui gli uomini vengono allevati e controllati;
è in grado di creare, elaborare e sottrarre non solo le emozioni e
i sogni, ma anche i 5 sensi: la vista, l’udito, il tatto, il gusto
e l’olfatto. Nato come sistema di sopravvivenza per gli uomini,
Pathos avrebbe dovuto permettere la gestione della vita degli
individui in uno spazio limitato, fornendo stimoli virtuali e
offrendo la possibilità di vivere “liberamente” all’interno di un
mondo alternativo e pulito. Ma l’automantenimento del sistema entra
presto in conflitto con la vita dell’uomo.
Pathos ha impegnato gli autori in
quasi 5 anni di produzione. E’ un’opera originale che combina
elaborati effetti visivi a una particolare accuratezza degli
ambienti, ottenuti sfruttando la tecnica del bluescreen. Negli anni
Pathos ha ricevuto numerosi riconoscimenti in festival
internazionali e nazionali, tra cui: il Premio Silver Melies al
Leeds Film Festival (nel Regno Unito), il Premio come Best
Shortfilm a Fancine (in Spagna), il Premio Speciale della
Giuria al Festival Arcipelago (in Italia), le selezioni
ufficiali al David di Donatello e ai corti del Marché
durante il Festival di Cannes, e agli americani Image Science
Festival e Fantastic Fest.
Terza puntata. Terzo genere. Questa
volta Lucio Laugelli e lo staff di Middle Crossing & Stan Wood
Studio vi portano alla scoperta dei luoghi comuni nei film
thriller-polizieschi.
Il regista Steven
Spielberg è ancora alla ricerca di un nuovo progetto da
regista e in serata arriva la notizia di un possibile suo
coinvolgimento nel remake del film cult West Side Story di
Robert Wise. A diffondere la notizia è
l’autorevole sito Deadline secondo il quale il regista ha
manifestato interesse verso il progetto ancora alle prime fasi di
sviluppo.
Steven Spilberg ha
diretto nel 2012 il film di successo Lincoln, e doveva
dirigere il film di fantascienza Robopocalypse
ritornato in fase di sviluppo per volere della
Paramout. Fallito anche il tentativo di dirigere
American Sniper a cui lo stesso
Spielberg sembra abbia rinunciato e affidato ora
a Clint
Eastwood. Quindi il regista è tutt’ora alla ricerca di un
progetto, in attesa di produrre il sequel di Tin
Tin.
West Side Story è un musical
scritto da Jerome Robbins (regia e coreografia), Arthur Laurents
(libretto), Leonard Bernstein (musiche) e Stephen Sondheim (testi)
su soggetto ideato da Robbins al quale contribuirono poi con
modifiche e suggerimenti anche gli altri autori.[1] West Side Story
debuttò al Winter Garden Theater di Broadway (New York) il 26
settembre 1957 e fu replicato 732 volte prima di partire per una
tournée che ebbe molto successo, data l’epoca. Nel 1961 la United
Artists ne realizzò una versione cinematografica per la regia di
Jerome Robbins e Robert Wise che debuttò nelle sale il 18 ottobre.
Il film vinse dieci Academy Awards cinematografici, tra i quali
quello per il miglior film. Mai un film musicale aveva ricevuto
così tanti riconoscimenti.La storia è un rifacimento della tragedia
di William Shakespeare Romeo e Giulietta. Il tema tragico, la
musica sofisticata e le istanze sociali rappresentate segnarono il
linguaggio musicale del teatro in inglese che in precedenza si era
dedicato, tranne rare eccezioni, a temi leggeri. West Side
Story è ancora oggi rappresentato con una certa frequenza da
teatri minori e, occasionalmente, da compagnie anche
importanti.
Incontro stampa per
La mossa del pinguino, con cui Claudio
Amendola esordisce alla regia con tra sport, divertimento
e problemi di ogni giorno, affiancato da un cast di amici (Edoardo
Leo, Antonello Fassari, Ricky Memphis, Francesca Inaudi, Ennio
Fantastichini).
Com’è nato il progetto?
Claudio Amendola:
“Edoardo sapeva che stavo cercando una storia con cui debuttare.
Quando ha letto questo soggetto (di Michele Alberico, Giulio Di
Martino e Andrea Natella ndr) l’ha trovato giusto per me. lo me
ne sono subito innamorato: parlava di sogno, sport e amicizia, i
temi che volevo affrontare. Abbiamo lavorato per renderlo più
simile alla nostra idea di cinema”.
Edoardo Leo:
“Conosco il progetto dal 2005. Amavo il personaggio di Bruno e
volevo qualcuno che mi dirigesse. Siccome è una storia delicata, di
sport, d’amore, con elementi molto intimi, conoscendo il lato più
“sentimentale” di Claudio, pensavo fosse la persona
giusta”. E a proposito dei film sui precari: “Oggi se ti
propongono un film, è sempre la storia di un precario, ma noi
spesso abbiamo trovato i film sui precari poco aderenti. C’era
sempre un piagnucolare eccessivo, o il dramma. Volevamo raccontare
dei disagiati, con molti problemi, ma non necessariamente infelici
per questo”.
Come nasce il desiderio della
regia?
C. A.: “La parte
tecnica di questo mestiere mi ha entusiasmato da subito. Gli anni
davanti alla macchina da presa sono stati quasi un tirocinio per
arrivare pronto a questo momento”.
Quanto c’è di vostro nei
personaggi?
E. L.: “Volevo spiegare alle
donne perché un uomo, se lo inviti a un matrimonio a 100 metri da
casa non ci viene, ma se si deve alzare alle 4:30 per andare a
giocare a calcetto il 3 gennaio, ci va. Il motivo è che abbiamo
questa parte anche molto ingenua e per certi versi stupida, che
però è una caratteristica di una generazione (quella mia e di
Claudio). Quell’ingenuità ha in sé una poesia”.
Com’è stato dirigere degli
amici?
C. A.: “Proporre
loro il film è stato un colpo gobbo. Neno l’ho scritto su
Antonello. Ricky non poteva non partecipare al mio esordio, con lui
ho fatto le cose più belle della mia carriera; poi volevo una perla
nel cast e ho provato a chiedere a Ennio di partecipare”.
Un commento all’Oscar
italiano
C. A.: “Speriamo
faccia molto bene al nostro cinema. Sono molto contento del
riconoscimento. Ho amato al 50% il film, ma capisco che sia
un film che vince l’Oscar”.
Cosa vi è piaciuto del lavoro e
dei vostri personaggi?
Ennio
Fantastichini: “Mi ha colpito l’idea dell’abbandonarsi
a un sogno in un paese che sembra abbia rinunciato ai suoi, e una
visione dello sport non prettamente competitiva. Poi, finalmente,
nessuno vive in un loft di 400 mq, ma c’è un forte legame con la
nostra attuale contingenza”.
Antonello Fassari:
“Il mio è uno di quei personaggi che una volta stavano nelle
bische, tipico degli anni ’70, un sopravvissuto. La cosa
pesante del film è stato il curling, a cui siamo arrivati
assolutamente impreparati”.
Partirà il 13 marzo la nuova
raccolta home video targata Gazzetta dello Sport. Per l’occasione
avremo la possibilità di collezionare ben 33 film che hanno visto
protagonista nell’arco degli anni ’80 Steven
Seagal. Si chiama infatti STEVEN SEAGAL ACTION la
collana di DVD che a partire dal 13 marzo 2014 sarà disponibile con
Gazzetta dello Sport.
Diventato celebre come attore grazie
alle proprie abilità nelle arti marziali, cintura nera 7º Dan di
Aikido, oggi 61enne, ex chitarrista, animalista convinto e da
sempre in prima linea nel sostenere la causa del Dalai Lama. Per
chi è cresciuto negli anni ‘80 Steven Seagal è un
vero e proprio dell’action movie, al pari di Chuck Norris,
Jean Claude Van Damme e Jackie Chan.
Il primo titolo che compone la
collezione è Nico. Steven Seagal fa il
suo sensazionale debutto sullo schermo cinematografico nei panni
dell’omonimo protagonista, facendosi largo tra le star dei film
d’azione grazie alla sua interpretazione di un poliziotto che
scopre ex agenti CIA coinvolti in un traffico di droga e nella
congiura per l’assassinio di un politico. Il regista Andrew
Davis (Il fuggitivo, Trappola in alto
mare) libera la furia su Windy City, quando Nico e la
sua partner Jax (Pam Grier) stringono il cerchio
su di un criminale psicotico (Henry Silva). In
questo film recita in uno dei suoi primi esordi anche la bellissima
e giovanissima Sharon Stone. Le successive uscite sono dedicate ad
altri classici dell’attore: Trappola in alto
mare e Decisione
Critica.
La vera particolarità di questa
collana è che ogni DVD è stato curato per esaudire ogni curiosità
dell’appassionato, con un ricco booklet di 32 pagine che racconterà
tutti i retroscena sul film, con una biografia dettagliata e a
puntate di Seagal. Inoltre Gazzetta approfitta di questa grande
occasione per rinnovare la sua offerta di DVD da collezione: per la
prima volta, e solo per le prime tre uscita della collana STEVEN
SEAGAL ACTION, saranno disponibili i film anche in Blu Ray Disk
(si tratta di Nico, Trappola in alto mare
e Trappola sulle Montagne
rocciose).
Se siete amanti dell’adrenalina
vecchio stile, senza effetti speciali e con tanta azione da vero
action movie, se amate i film senza età e per un pubblico da bocca
buona, e soprattutto se siete appassionati di Steven
Seagal, la collezione STEVEN SEAGAL ACTION fa al
caso vostro.
Per saperne di più per approfondire
e per acquistare l’intera collana a prezzo ridotto consultate il
sito
ufficiale
Tra i momenti memorabili alla
recente Notte degli Oscar 2014 ce n’è stato uno
molto divertente che ha visto protagonista l’attore britannico
Benedict Cumberbatch. Ben sul red carpet ha dato
vita ad un leggendario photobombing alle spese degli
U2. La cosa, come prevedibile, ha fatto scatenare
i fan dell’attore che si sono dati alla Cumberbombing-mania con
moltissime varianti, mettendolo, con la sua buffa posizione nella
foto, in moltissime altre situazioni, creando così foto davvero
divertenti. Gustatevi tutti i photobombing di Benedict Cumberbatch
nella nostra photogallery.
Non sarà aitante come
Johnny Weismuller, l’attore/nuotatore statunitense
che rese celebre l’uomo-scimmia negli anni 30-40 grazie alla saga
firmata Metro-Goldwyn-Mayer, ma il Tarzan
3D realizzato da Reinhard Klooss non
dispiace e sembra conservare non poco dello spirito originario del
personaggio. Il regista e sceneggiatore tedesco
(Missione Luna Park, Animals United
3D) ha pensato bene di ricorrere alla sofisticata
tecnologia del motion capture, già usata da Peter
Jackson per le mostruose forme del Gollum nel
Signore degli anelli, per applicarla sul
belloccio di Twilight
Kellan Lutz e su Spencer Locke, la
biondina della serie Resident Evil
(rispettivamente nei ruoli principali di Tarzan e Jane).
La storia è presto detta: il
piccolo J. J. Greystoke è l’unico sopravvissuto dopo un incidente
in elicottero nella giungla africana in cui perde entrambi i
genitori, impegnati nella ricerca del misterioso meteorite che, 70
milioni di anni prima, si schiantò sulla Terra. Viene trovato e
soccorso da un gruppo di gorilla, che lo crescono come uno del
clan. Dieci anni dopo, dimenticate le proprie origini e
completamente adattatosi al nuovo habitat, Tarzan incontra la bella
e coraggiosa Jane Porter. Tra i due nasce l’amore, ma dovranno fare
i conti con l’avido William Clayton, nuovo Direttore della
multinazionale Greystoke, determinato a impadronirsi del prezioso
meteorite per le sue possibilità di sfruttamento energetico.
Tarzan 3D, il film
Supportato dalla calda voce
narrante di Luca Ward, questa nuova versione 3D
sul personaggio nato dalla fantasia di Edgar Rice
Burroughs vanta, tra gli altri, un particolare pregio (che
è anche la sua originalità): quello di non voler far ridere a tutti
i costi, evitando così di trasformare i caratteri in delle semplici
macchiette. Certo, i momenti buffi non mancano (vedi la scena in
cui Tarzan familiarizza goffamente con il reggiseno e la spazzola
di Jane), ma non sono mai di troppo e, soprattutto, non levano
spazio alla (dichiarata) serietà della storia, che si inserisce a
pieno titolo nel filone avventuresco (con qualche fugace incursione
nell’action movie).
Quel che ne viene fuori è un buon
prodotto d’animazione, per ragazzi ma non solo, in cui alla
perfezione della tecnica si affianca il tema – discretamente
rappresentato – del giovane diviso tra la sua parte umana e quella
più selvaggia (non serve dire quale delle due prevarrà). A tratti
forse un po’ ingenuo e retorico (soprattutto nella parte finale
della sceneggiatura), Tarzan 3D ha comunque
il merito di far tornare alla ribalta uno degli eroi più amati e
conosciuti nell’immaginario popolare, ormai sepolto dai nuovi
super-uomini che hanno recentemente invaso gli schermi
cinematografici. Con tanto di famoso “ululato”. Tarzan
3D arriverà nelle sale italiane dal 6 marzo.
Sono disponibili due nuovi character
banner dal film MarvelCaptain America The
Winer Soldier. Steve Rogers e
il Soldato d’Inverno vanno ad
aggiungersi alla gallery dei character banner dedicati ai
protagonisti del nuovo, attesissimo film Marvel.
La storia si legerà alla fine di The
Avengers, continuando a seguire il Captain America impegnato con
Nick Fury e la S.H.I.E.L.D e alle prese con la modernità. Al
momento l’uscita del film è prevista per il 4 aprile del 2014. Vi
ricordiamo che tutte le news sul film sono reperibili nel nostro
speciale: Captain America: il soldato
d’inverno. Tutte le info utili nella nostra
scheda: Captain America The Winter
Soldier.
C’è un bisogno speciale che ognuno di
noi ha ma e che, nella maggior parte dei casi è difficile da
soddisfare pienamente. Per il ventottenne Enea lo è ancora di più
perché, come lui stesso ammette nel trailer del film The
Special Need, è un po’ picchiatello. Enea è affetto da
autismo e questo bisogno speciale è si legato al sesso ed
all’incontro fisico con una donna, ma è anche o meglio, soprattutto
un bisogno di amore, di trovare, come lui stesso dice, una ragazza
per la vita. Carlo e Alex, i suoi migliori amici, decidono di
aiutarlo ed accompagnarlo in questa missione che si prospetta ardua
ma forse non impossibile.
The Special Need,
primo lungometraggio di Carlo Zoratti, si struttura come un
road movie documentaristico. Enea, Carlo e Alex decideranno di
intraprendere un viaggio con lo sgangherato pulmino wolkswaghen di
Alex, un viaggio che li porterà materialmente in Austria e
successivamente in Germania, presso il centro di assistenza
sessuale per disabili di Trebel.
Ma questo viaggio li condurrà anche ad
una conoscenza più profonda delle esigenze affettive dell’amico
disabile ed alla consapevolezza dei propri pregiudizi a
riguardo.
Questi stessi pregiudizi sono insiti
nella nostra cultura e in un certo senso, anche se non
esplicitamente, il film mostra l’abisso di civiltà tra l’Italia e,
ad esempio, la Germania in cui si riconosce al disabile il diritto
di esplorare la propria affettività e sessualità, argomento che qui
è ancora un tabù perché il disabile è considerato, nella maggior
parte delle situazioni, ed addirittura a livello giuridico, come un
bambino che non crescerà mai.
Carlo Zoratti adotta uno
stile che privilegia la spontaneità rispetto alla correttezza
formale riuscendo a rendere invisibile la macchina da presa e
trascinando lo spettatore in prima persona all’interno della
vicenda. L’effetto è molto coinvolgente: ci si commuove ma in molti
momenti si sorride grazie all’esuberanza e alla simpatia di Enea.
Vedere il mondo tramite i suoi occhi e quelli dei suoi amici è
un’esperienza da non perdere.
Il film, una coproduzione
italo-tedesca ha già vinto alcuni premi importanti per la sua
categoria come quello per il miglior documentario al Trieste
Film Festival ed il German Competition al Dok
Leipzig. Ha inoltre partecipato, tra gli altri, al Festival
di Locarno nella sezione Cineasti del presente.
Verrà proiettato per la prima volta
al cinema a partire dal 2 Aprile in concomitanza con la giornata
mondiale dell’Autismo. Sul sito internet del film (qui il link) si
può inoltre consultare una mappa con tutti i cinema in cui si
svolgeranno le proiezioni.
Guarda il video dedicato al
franchise Need for Speed che ripercorre
i i 20 anni di storia del videogame sulle corse clandestine
più famoso di sempre, e che arriverà al cinema il 13 Marzo
distribuito da 01 Distribution.
Need For
Speed è attesa per il 14 marzo 2014 e racconterà la
storia di un pilota da corsa su strada (Aaron Paul) che decide di
fare affari con un ricco e arrogante socio (Dominc Cooper), per poi
finire incastrato dal suo collega. Uscito di prigione, decide di
partecipare a una corsa da New York a Los Angeles con lo scopo di
vendicarsi. Ma quando l’ex-partner apprende i suoi piani, decide di
mettere una enorme taglia sulla testa del pilota: un gruppo di
corridori illegali si metterà a caccia di lui con dei veicoli super
potenti.
Guarda il full trailer italiano
dell’atteso film Dragon
Trainer 2, sequel del famoso film
d’animazione della DreamWorks, campione d’incassi nel 2010.
Il secondo capitolo dell’epica
trilogia di DRAGON TRAINER ritorna con il fantastico mondo del
vichingo Hiccup e il suo leale drago Sdentato. L’inseparabile duo
dovrà proteggere la pace – e dovranno salvare il futuro degli
uomini e dei draghi dal potentissimo Drago.
In Dragon
Trainer 2 potremmo ascoltare la voce dei
doppiatori originali del primo episodio che tornato nei loro
personaggi: Jay Baruchel, America Ferrara, Gerard
Butler, Craig Ferguson, Jonah Hill, Christopher Mintz-Plasse, T.J.
Miller, Kristen Wig, Kit Harington, Cate
Blanchett e Djimon Hounsou.
Il film uscirà al cinema il 19
giugno 2014. Trama: Continuano le avventure di Hiccup e del suo
drago Sdentato, ora che la pace far i Vichinghi e i mostri
sputafuoco è definitivamente sancita. ma nuovi pericoli sono
all’orizzonte. La storia inizia cinque anni dopo gli eventi narrati
nel primo episodio: mentre i ragazzi si godono la loro vita tra le
gare di draghi, i nostri due protagonisti durante uno dei loro
viaggi scoprono una grotta segreta di ghiaccio in cui vivono
centinaia di nuovi draghi selvaggi e il misterioso Cavaliere del
drago. Incomincia una nuova battaglia per proteggere la pace.
Tratto dal romanzo “La douceur
assassine” di Françoise Dorner, arriva sugli
schermi italiani il prossimo 10 aprile, Mister Morgan,
distribuito da Officine UBU e in concorso nella selezione
ufficiale all’ultima edizione del Festival di Locarno.
Scritto e diretto dalla regista
tedesca Sandra Nettelbeck, la pellicola vede il Premio Oscar
Michael Caine nel ruolo di un anziano vedovo
americano che vive in Francia. Sullo sfondo di una Parigi dalle
atmosfere e dai colori autentici, lontana dagli stereotipi
cinematografici, il film racconta la vita del Signor Morgan,
ancorata al ricordo della moglie defunta e cadenzata dalla
solitudine, fino all’incontro, del tutto casuale e inaspettato, con
Pauline (Clémence Poésy).
Conquistato dalla vitalità
disarmante e dal tenace ottimismo della giovane donna, il
professore di filosofia in pensione ritroverà la gioia di vivere,
il conforto della compagnia, il gusto del romanticismo. Grazie a
Pauline, Matthew Morgan si riavvicinerà anche ai figli ma i
tentativi di quest’ultimi di riportarlo in patria scateneranno
conseguenze impreviste nella vita di tutti quanti.
Un film dal tocco squisitamente
europeo sui rapporti, sulla rinascita, sul desiderio tutto umano di
appartenere a qualcuno per sconfiggere la solitudine. Insieme alla
leggenda del cinema britannico Sir Michael Caine, vincitore
di due Premi Oscar, la nuova stella del cinema francese Clémence
Poésy, Justin Kirk, la quattro volte candidata all’Oscar
Jane Alexander, Anne Alvaro, vincitrice di un Premio
César e Gillian Anderson, vincitrice di un Golden Globe.