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Frequency il futuro è in ascolto recensione

Frequency Il futuro è in ascolto

Frequency il futuro è in ascolto è un film del 2000 diretto da Gregory Hoblit e con protagonisti Jim Caviezel, Dennis Quaid, Elizabeth Mitchell, André Braugher e Noah Emmerich.

Trama Frequency il futuro è in ascolto : John Sullivan è un agente di polizia che, tramite una serie di inspiegabili onde radio, riesce a mettersi in contatto con il padre, un eroico vigile del fuoco morto 30 anni prima. Così John cerca di guidarlo dal futuro per evitare il fatale incidente e cambiare il suo destino.

Frequency Il futuro è in ascoltoAnalisi: Potrebbe sembrare l’ennesimo film che ruota intorno a una delle dinamiche oltremodo sfruttate al cinema, quella incentrata sul viaggio nel tempo: Frequency Il futuro è in ascolto è in realtà un piccolo esperimento al limite tra la fantascienza e il thriller.

Il film di Gregory Hoblit trae la sua forza dallo sperimentale arco narrativo, che esplora il rapporto padre-figlio in due realtà spazio temporali che si incrociano per caso. Tramite una vecchia radio, John (Jim Caviezel) entra in comunicazione con il padre Frank (Dennis Quaid) e i due instaurano un rapporto di grande complicità nonostante la barriera temporale che li divide.

L’affiatamento tra i due emerge anche grazie alle interpretazioni di Jim Caviezel, che con la sua genuinità e partecipazione è in grado di ispirare commozione, e Dennis Quaid, carismatica e valorosa figura paterna. 

Frequency Il futuro è in ascolto si avvale inoltre di un buon cast di contorno, in particolare la moglie/madre interpretata da Elizabeth Mitchell, che qualche anno dopo l’uscita del film ha ottenuto una maggiore notorietà grazie alla sua Juliet in Lost. Proprio il suo personaggio è al centro di una svolta della storia che aggiunge un gradito carico di suspence.

Pur essendo stato realizzato meno di quindici anni fa, Frequency Il futuro è in ascolto appare volutamente come un film che ricorre a una certa patina retrò: ben pochi effetti speciali nonostante il genere, una  storia non particolarmente intricata, ma in grado di suscitare tensione e di alimentare la curiosità dello spettatore.

frequency il futuro è in ascolto recensione

Di certo il confine tra passato e futuro, nonché l’inspiegabile collocazione del presente, aggiungono una buona dose di interesse agli occhi di un pubblico anche di non appassionati del genere, sebbene il paradosso temporale e le sue implicazioni non illustrino alcuna possibilità di decifrare il mistero del tempo, che del resto rimane costantemente irrisolto per via dei limiti dell’intelletto umano.

Frequency Il futuro è in ascolto

Frequency Il futuro è in ascolto non va alla ricerca della logica, ma si limita a presentarsi come un film di buoni sentimenti: malgrado il risvolto thriller e la componente fantascientifica, la pellicola concede un finale buonista e piuttosto retorico, così non possiamo fare a meno di interrogarci sull’enigma principale, ossia la possibilità di modificare il proprio destino, e rimanere interdetti davanti a un’ambigua soluzione.

Assistiamo dunque a un film senza pretese, che non offre risposte certe né scade nella banalità di fronte all’inspiegabile, ma ha comunque il merito di non mirare a una fruizione passiva, bensì di suscitare domande.

 
 

The Terminal: recensione del film di Steven Spielberg

The Terminal

The Terminal è un film di 2004 diretto da Steven Spielberg con protagonista nel cast Tom Hanks, Catherine Zeta-Jones, Stanley Tucci, Zoe Saldana e Diego Luna.

  • Anno: 2004
  • Regia: Steven Spielberg
  • Cast: Tom Hanks, Catherine Zeta-Jones, Stanley Tucci, Zoe Saldana, Diego Luna

The Terminal, la trama

The Terminal recensione Aeroporto J.F. Kennedy, New York: Viktor Navorski (Tom Hanks) atterra da un’immaginaria Krakozhia. Durante il lungo volo, nella sua patria c’è stato un feroce colpo di stato e il suo passaporto ha così perso validità. Viktor è letteralmente “inaccettabile”: costretto dal capo della sicurezza (Stanley Tucci) a rimanere all’interno del terminal, per lui inizierà un soggiorno (altro che viaggio!) di formazione attraverso l’amicizia, l’amore e la forza della solidarietà umana e l’orgoglio di non rinnegare se stesso.

The Terminal

Analisi: E’ il non luogo per eccellenza, l’aeroporto, a essere al centro di questa pellicola che ritrae con severità l’America post-11 settembre, intrappolata nelle sue paranoie e animata da un inedito spirito xenofobo. Il microcosmo del terminal internazionale diventa per Spielberg metafora di questa nuova condizione del suo Paese, che ben poco si adatta al suo naturale spirito da  sempre votato all’integrazione. Un atto di accusa, condotto con ironia e quella bonarietà tipica della commedia da cui traspare l’amore del regista per le contraddizioni made in USA: d’altronde, chi c’è più “americano” di Spielberg?

La leggerezza è il tono prevalente di The Terminal. Una comicità soprattutto fisica e mimica, fatta di sguardi, cadute sul pavimento bagnato e incomprensioni tra lingue lontane; il risultato non sarebbe stato lo stesso senza il contributo decisivo di Tom Hanks, moderno Buster Keaton, capace di utilizzare il linguaggio del corpo come mezzo di espressione efficace. Catherine Zeta-Jones si spoglia per l’occasione dei consueti abiti da femme fatale e si rivela in tutta la sua fragilità, riuscendo a conferire allo sfuggente personaggio di Amelia una grande profondità. È innegabile però che sia proprio la storia d’amore la parte meno incisiva della pellicola. 

the terminal recensioneIl cuore di The Terminal è invece il rapporto di amicizia e rispetto che s’instaura tra Navorski e gli inservienti del J.F.K. Airport: tutti emarginati extracomunitari dai desideri abortiti. Saranno proprio la determinazione e l’abnegazione di Viktor a risvegliare in loro un nobile spirito di rivalsa; la generosità e lo spirito di aiuto reciproco che dimostreranno sono in aperto contrasto con lo spietato burocrate interpretato da un grande Stanley Tucci, contraltare di Hanks.

La sceneggiatura di Sacha Gervasi e Jeff Nathanson, basata sul misunderstading, mostra originalità e coerenza, basandosi sul linguaggio non verbale dei protagonisti. Il non detto si prende così la rivincita sulle parole riuscendo persino a commuovere. C’è un vero e proprio innamoramento per le immagini, accresciuto dalla luminosa fotografia e dall’impatto visivo della splendida scenografia di Alex McDowell, che riesce a catturare lo smarrimento di un solo uomo di fronte alla sconosciuta e sconcertante enormità del mondo.

 
 

The chronicles of Riddick: recensione del film con Vin Diesel

The chronicles of Riddick è il film del 2004 diretto da David Twohy con protagonisti nel cast Vin Diesel, Thandie Newton, Karl Urban, Colm Feore e Judi Dench.

  • Anno: 2004
  • Regia: David Twohy
  • Cast: Vin Diesel, Thandie Newton, Karl Urban, Colm Feore, Judi Dench

The chronicles of Riddick – trama

The chronicles of Riddick posterTrama: A qualche anno di distanza dal finale di Pitch Black, Riddick è ancora un fuggitivo, in gran parte privo di memoria delle sue origini e del suo passato: nascostosi su un pianeta remoto, scoperto, tornato alla carica per scoprire chi l’ha tradito, si troverà coinvolto in una guerra interplanetaria nel quale lui, grazie al suo retaggio sembrerebbe destinato a giocare un ruolo – chiave.

The chronicles of Riddick

Analisi: Cinque anni sono trascorsi nella finzione narrativa, quattro ne sono passati nel ‘mondo reale’ dall’uscita di Pitch Black: nato come progetto a (relativamente) basso costo, passato inosservato o quasi al botteghino (ma con un risultato più che soddisfacente rispetto al budget: incassi per 53 milioni di dollari rispetto alla spesa attorno ai 23 milioni.) il film – e soprattutto il suo protagonista – divennero rapidamente oggetto di culto, aprendo la strada ad un sequel.

Alla regia di The chronicles of Riddick ancora una volta David Twohy, il volto di Riddick è ovviamente quello di Vin Diesel, ma stavolta di decide di fare le cose ‘in grande’, con risorse più ‘sostanziose’ e un cast più ‘solido’, nel quale va almeno segnalata  una ‘lady di ferro’ del cinema britannico come Judi Dench

The chronicles of RiddickUna rivoluzione a 180°: dall’essenzialità, il ‘non detto’, l’atmosfera ai limiti  del claustrofobico, si sostituisce l’apertura verso lo spazio ed altri mondi per dipingere una sorta di ‘affresco’ sull’universo ‘riddickiano’, viene sollevato il velo sul passato ed il destino dell’ipotricotico ed ipermuscolato antieroe per conferirgli i lineamenti di un  ‘messia suo malgrado’.

Ambiguo l’esito: le  ‘Cronache’ si fanno apprezzare in quanto ‘film di genere’, ma la sensazione è che Twohy, assieme ai fratelli Wheat, autori della sceneggiatura (anche in questo caso, cambiamento radicale: dalle poche parole di Pitch Black si passa a dialoghi a tratti fin troppo lunghi nelle ‘Cronache’), nell’intento raggiunto di non cadere nella ‘ripetizione’, si faccia prendere la mano dalla smania di proporre ‘qualcosa di completamente diverso’, e finisca per far rimpiangere molto di ciò che aveva sancito lo status di culto del film precedente, volendo dire e mostrare troppo, laddove forse sarebbe servita una maggiore ‘scrematura’. Diesel si prende la scena dall’inizio alla fine, fisicità,  tic, ed  ironia di contorno proponendosi come nuovo epigono di Schwarzenegger & Co.; il resto del cast si limita ad una partecipazione più o meno dignitosa (ma la presenza di Judi Dench in questo film resta un mistero). 

Accolto in maniera impietosa dalla critica (nomination come peggior attore ai Razzie Awards per Vin Diesel); risultati lontani dalle aspettative al botteghino, dove il film riesce a malapena a pareggiare il costo di oltre 107 milioni.

 
 

Gloria recensione del film di Sebastián Lelio

gloria recensioneÈ possibile vivere pienamente la vita a sessant’anni? È possibile per una donna che si è sempre vista ai margini, conquistare il centro della propria scena? A giudicare dalla protagonista di Gloria del regista cileno Sebastián Lelio, pare proprio di sì. Gloria è una quasi sessantenne divorziata. Lavora, è sola, ma ama la vita e non vuole darsi per vinta. Cerca ancora la felicità, magari l’amore, andando spesso a ballare. Incontra un uomo, Rodolfo, col quale vive una folgorante passione, ma proprio quando pensa di aver trovato la felicità, scopre che le cose non sono così facili come sembrano.

Il film è il ritratto di una donna, una commedia che parte in sordina e cresce, come la sua protagonista. Affronta coraggiosamente il tema della vita a sessant’anni – anche nei suoi aspetti solitamente taciuti come quello del sesso – con un realismo sincero, privo di ogni retorica, e con un’ironia sapientemente dosata.

gloria recensione posterLa protagonista, Paulina García, è bravissima in questo ruolo, per il quale ha meritato l’Orso d’Oro al Festival di Berlino, in cui coniuga vari aspetti: apparenza ordinaria, sensualità, vivacità, umorismo, forza. È madre amorevole, ma anche donna seducente, spericolata e casalinga, sfrontata e libera. Ricorda per certi versi le figure femminili nel cinema di Almodóvar. Ci sono anche rimandi precisi: la femminilità espressa nell’irrinunciabile cura di sé; il tacco a spillo su cui la donna può inciampare, ma sempre si riprende; l’avversione per i telefoni, attraverso cui passano comunicazioni sgradite, false o moleste, e che spesso fanno una brutta fine, qui in un paio di scene davvero godibilissime. Un’ispirazione riplasmata però in modo del tutto originale, con tutt’altri efficacissimi toni: più essenziali, asciutti, a volte anche impietosi e duri nel fotografare la solitudine e lo scorrere del tempo.

Le figure maschili, poi, sono quasi sempre infantili e fonte di problemi – l’ex marito e il nuovo compagno, Rodolfo (Sergio Hernández). Di fronte a loro il quesito è: cercare un uomo per essere felici, o piuttosto innanzitutto essere felici e magari, anche cercare un uomo? Tra le due prospettive si muove il percorso di Gloria. Il regista la segue, mostrandoci come cambia  il suo punto di vista. Lo vediamo sul suo volto e su quello degli altri personaggi. Il passaggio è sottolineato anche dalle canzoni che compaiono nel film e che Gloria spesso canta con trasporto: dagli amori finiti, ad altri che cominciano e poi di nuovo finiscono, con l’amante che sempre pone in essi grandi speranze, fino a Gloria di Umberto Tozzi, che diventa per la protagonista una sorta di inno a sé stessa, una nuova Gloria, protagonista della sua vita con forza, coraggio e determinazione. La pellicola è prodotta da Pablo Larraín, regista di No – I giorni dell’arcobaleno.

 
 

Need for Speed: Trailer del film tratto dal videogame

Guarda il primo atteso trailer di Need for Speed, l’adattamento cinematografico del noto videogame della EA, diretto da Scott Waugh e con protagonisti Aaron Paul, Dakota JohnsonDominic Cooper, Imogen PootsRamon Rodriguez, e Rami Malek. La pellicola è prodotta da DreamWorks Studios e uscirà il 14 marzo 2014 negli USA. In Italia sarà distribuito da 01 Distribution.

http://youtu.be/fsrJWUVoXeM

Need For Speed, il film

Diretto da Scott Waugh e scritto dai fratelli George e John Gatins, Need For Speed narrerà la storia di Tobey Marshall (Aaron Paul), un corridore da strada incastrato per la morte del suo migliore amico, che in seguito parteciperà ad una corsa in cerca di vendetta; del cast fanno parte Dominic CooperImogen PootsRami MalekMichael KeatonDakota Johnson Ramon Rodriguez e Rami Malek.

Need For Speed è attesa per il 7 Febbraio 2014 e racconterà la storia di un pilota da corsa su strada (Aaron Paul) che decide di fare affari con un ricco e arrogante socio (Dominc Cooper), per poi finire incastrato dal suo collega. Uscito di prigione, decide di partecipare a una corsa da New York a Los Angeles con lo scopo di vendicarsi. Ma quando l’ex-partner apprende i suoi piani, decide di mettere una enorme taglia sulla testa del pilota: un gruppo di corridori illegali si metterà a caccia di lui con dei veicoli super potenti.

 
 

Scuole di Cinema: al via il corso per Filmmaker con indirizzo visionario e fantastico

Scuole di CinemaAl via il nuovo anno accademico del Corso per Filmmaker con indirizzo visionario e fantastico a cura di Stefano Bessoni, presso l’Accademia di Cinema e Televisione Griffith, in collaborazione col Murnau Institute. Il corso è diretto a coloro che, oltre ad apprendere o approfondire le regole e le basi del linguaggio cinematografico, vogliono iniziare un percorso formativo e creativo in un versante del cinema dedicato alla visionarietà, al fantastico, al perturbante, con l’approfondimento di ambiti come l’animazione, la stop-motion, gli effetti digitali, gli effetti speciali. Il corso inizierà a Gennaio e e durerà sino a Giugno per un totale di 320 ore.

Il corso si propone un percorso che va dai primi esperimenti di Melies alle animazioni dei fratelli Quay, dall’occhio tagliato di Bunuel alle creature fantastiche di Guillermo Del Toro, dalle ossessioni di Greenaway ai moderni film di genere, passando per sperimentazioni, stilemi e tecniche che permetteranno agli studenti di identificare i propri punti di riferimento e cominciare a costruire un proprio mondo espressivo.

Parallelamente il percorso sarà supportato da un solido apparato didattico tecnico dove verranno analizzate, anche praticamente, le moderne tecnologie di ripresa e di post-produzione, dalle leggere e innovative fotocamere Canon 7D e 60D alla rivoluzionaria RED Camera.

Altre docenze e collaborazioni: Interzone Visions, Leonardo Cruciano Workshop e Wonderlab, Cristina Borsatti, Vincenzo Ramaglia.  E’ prevista la partecipazione di professionisti cinematografici per incontri ed approfondimenti su argomenti e tematiche inerenti al programma. Tutte le info utili qui.

 
 

Novità dal set de I Guardiani della Galassia

Arrivano notizie inedite sul film in lavorazione I Guardiani della Galassia, nuovo prodotto Marvel, che sta per arrivare nei cinema nel 2014.

Un fotografo inglese, che ha visitato il set in questi giorni, ha spifferato qualcosa sul personaggio di Ronan l’accusatore, interpretato nel film da Lee Pace. Egli afferma che i costumi e le scene sono fantastiche e che Lee Pace è davvero bravo e credibile nei panni di Ronan. Spiega poi, quasi nel dettaglio, il trucco dell’attore:

“Ha un sacco di protesi sulla fronte e sul mento ma il suo volto è riconoscibile, la sua pelle è di un blu simile a quello di Mystica degli X-Men!”

In più, su instagram, è stata pubblicata la foto che vedete in basso da Jamie Bakewell, che ha immortalato la maglia della crew del film.

i guradiani della galassia

Tutte le foto del film:

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I Guardiani della Galassia è atteso negli USA il 1 Agosto del 2014 in 3D. Tutte le news sul film nella nostra scheda: Guardians of the GalaxyNel cast del film ci sono  , Benicio Del Toro e Vin Diesel.

Il film è attualmente in pre produzione nel Regno Unito e dovrebbe arrivare al cinema il primo agosto 2014. I Guardiani della Galassia (Guardians of the Galaxy) sono un gruppo di personaggi dei fumetti Marvel Comics, creato da Arnold Drake (testi) e Gene Colan (disegni). La prima apparizione avviene in Marvel Super-Heroes (seconda serie) n. 18 (gennaio 1969).

fonte: Comicbookmovie.com

 
 

A Case of You (Una rete di bugie): trailer del film con Evan Rachel Wood

A Case of You (Una rete di bugie

E’ uscito, anche per noi , il primo trailer di A Case of You (Una rete di bugie), il nuovo film diretto da Kat Coiro, che è stato presentato lo scorso Aprile al Tribeca Film Festival.

A Case of You (Una rete di bugie che vedrà protagonisti Justin Long e Evan Rachel Wood, è una commedia romantica molto attuale. La trama, infatti, racconta dell’amore ai tempi di internet e dei social network. Un giovane scrittore (Justin Long) vuole impressionare la ragazza dei suoi sogni, una giovane barista (Evan Rachel Wood). Per fare ciò analizza la sua pagina Facebook, rendendola perfetta, in modo da sembrare un perfetto fidanzato. Ovviamente la situazione va a precipitare quando lei scopre l’imbroglio.

Il film è stato scritto da Christian e Justin Long insieme a Keir O’Donnell, e nel cast sono presenti anche Sam Rockwell, Peter Dinklage, Busy Philipps, Brendan Fraser, Sienna Miller. Il film uscirà nelle sale il 6 Novembre.

Potete vedere il trailer sul sito Movies.Yahoo.com

 
 

Buon Compleanno Will Smith

Will Smith film

Willard Christopher Smith Jr. è forse un nome che non dice niente a nessuno, a differenza di Willy il Principe di Bel Air, uno che non ha bisogno di presentazioni.

Era il ‘90 quando Will Smith si è affacciato sugli schermi di mezzo mondo interpretando fondamentalmente se stesso, un ragazzone di Philadelphia che canta il rap e fa ridere la gente. Così decolla la sua carriera, che lo porta a specializzarsi in film d’azione, cominciando con “Bad boys” nel ‘95, per proseguire con Independence Day, Men in Black (primo capitolo di una saga ormai ‘di culto’) e Nemico pubblico. Insomma, Willy mostra i muscoli, e bisogna ammettere che ci sa fare. Poi arriva il Duemila, con progetti più impegnativi da un punto di vista drammaturgico: il primo tentativo, Alì, gli frutta una nomination all’Oscar, così come il successivo La ricerca della felicità, diretto dal nostro Gabriele Muccino. Niente male come esordio nel cinema autoriale, anche se è difficile reprimere del tutto l’indole action.

Così Mr. Smith torna ai blockbuster esagerati con Io, Robot e Io sono leggenda, seguiti a ruota da Hancock, dove interpreta dichiaratamente un supereroe; salvo spiazzarci di nuovo con Sette anime, seconda collaborazione con Muccino. Un successo dopo l’altro per il Principe di Bel Air, anche se il recente After Earth non ha suscitato gli stessi entusiasmi dei kolossal precedenti. Ma siamo sicuri che è soltanto un passo falso in una carriera stellare destinata a riprendere il volo. Intanto la bella moglie Jada Pinkett e la progenie sapranno sicuramente come consolarlo. Noi, invece, sappiamo come festeggiarlo. HAPPY BIRTDAY, WILLY!

 
 

Kurt Russell nel cast di Fast and Furious 7

Sembra proprio che Kurt Russell sia stato confermato nel cast di Fast and Furious 7, come già anticipato in precedenza.

La notizia ci arriva grazie alle prima foto uscita sul web, che vede l’attore sul set al fianco di Vin Diesel e Paul Walker, pubblicate ancora una volta da Diesel sul suo profilo Facebook nella giornata di ieri. Sotto la foto l’attore ha scritto “Kurt Russell, such an honor to work with…” Il  ruolo preciso dell’attore nel film ancora non è noto, ma si pensa che a breve la notizia sarà diffusa dalla produzione dell’atteso sequel.

Continuando le imprese globali nell’inafferrabile franchise fondato sulla velocità, Vin Diesel, Paul Walker e Dwayne Johnson si riuniscono per capeggiare il cast di Fast and Furious 7. James Wan dirige questo capitolo della serie di grandissimo successo che vede nel cast i ritorni di Michelle Rodriguez, Jordana Brewster, Tyrese Gibson, Chris “Ludacris” Bridges, Elsa Pataky e Lucas Black. Per l’occasione, si uniscono al cast altre star internazionali comeJason Statham, Djimon Hounsou, Tony Jaa, Ronda Rousey e  Kurt Russell. Il film, scritto da Chris Morgan e prodotto da Neal H. Moritz, Vin Diesel e Michael Fottrell, è diretto da James Wan e arriverà in Italia il 2 aprile 2015.

Empireonline.com

 

 
 

Scemo e più Scemo 2: prime immagini del sequel

Scemo e più Scemo 2

Dopo vent’ anni dall’uscita del film Scemo & più Scemo, esilarante e demenziale commedia con Jim Carrey e Jeff Daniels, torna il sequel diretto dai fratelli Farrelly, del quale sono cominciate le riprese da poco.

Sono state diffuse nelle ultime ore le prime immagini dal set, che vedono i due attori di nuovo insieme a interpretare i due dementi ruoli di Lloyd Christmas e Harry Dunne. Le foto, pubblicate su twitter dai due attori, vedono Carrey e Daniels calati nei panni dei due personaggi in pose davvero comiche, ad esempio la foto qui sotto che li vede guardare un libro al contrario.

Scemo+ scemo

In occasione dei recentissimi Emmy, il vincitore Daniels ha dichiarato che il film andrà molto oltre quello che abbiamo visto nel 1994, e che il bello del suo lavoro è poter lavorare al fianco di uno degli attori più bravi del genere comico, come Carrey.

Scemo e più Scemo 2 è previsto nelle sale per l’estate 2014, per qualsiasi aggiornamento in tempo reale basta seguire i due attori su twitter.

Scemo e più Scemo 2

 
 

La Donna che visse due volte in blu-ray

La Donna che visse due volte-blu-rayArriva disponibile dal 4 settembre 2013 uno dei capolavori del maestre del brivido Alfred Hitchcock, La donna che visse due volte, film del 1958 con protagonisti due straordinari interpreti come James Stewart e Kim Novak. Il film è tratto dal romanzo D’entre les morts (1954), scritto da Thomas Narcejac (1908–1998) e Pierre Boileau (1906–1989). Inserito nel 1998 dall’American Film Institute al sessantunesimo posto della classifica dei cento migliori film americani di tutti i tempi, la pellicola racconta di una vicenda ambientata sullo sfondo dell’inconfondibile San Francisco, dove Scottie Ferguson, un detective che soffre di vertigini, viene incaricato da un amico di seguire la moglie affetta da manie suicide. Dopo averla salvata da un tentato annegamento, Scottie diverra` ossessionato dalla donna, bellissima ed ambigua al tempo stesso.

La Donna Che Visse Due Volte_Blu-rayLa Donna che visse due volte negli anni ha subito un’autentica rivalutazione iniziata ad opera dello studioso britannico-canadese Robin Wood che nel suo libro Hitchcock Films (1968), lo definisce «…capolavoro di Hitchcock e uno dei quattro o cinque film più profondi e belli della storia del cinema». Harris-Lasky, 1976-1979, definiscono il film «… la più bella e la più crudele delle love story di Hitchcock»

Finalmente il film è disponibile grazie all’impegno constante di Universal Studios che continua la sua personale ascesa nel mondo dell’home  video con edizioni sempre impeccabili. Non è da meno questa dedicata al film La Donna che visse due volte, restaurato per l’occasione e riproposto in una qualità incredibile. Ad impreziosire il tutto ci sono gli incredibili contenuti speciali come Il Capolavoro di Hitchcock Prende Nuova Vita, incredibile viaggio nella rinascita del capolavoro. Rimangono d’antologia anche il Partner nel Crimine: I Collaboratori di Hitchcock; Truffaut Incontra Hitchcock; Finale Alternativo (per la censura);

Scheda Tecnica:

Genere: HORROR/THRILLER | Nazione: USA | Anno: 1958 | Durata: 129 min ca. Regia: ALFRED HITCHCOCK | Cast: KIM NOVAK, JAMES STEWART Visto censura: N.O. 28184 del 30/11/1958 – Film per tutti.

CONTENUTI AUDIO: Inglese DTS-HD MASTER AUDIO 5.1 / DTS 2.0; Italiano, Francese, Tedesco, Spagnolo DTS DIGITAL SURROUND 2.0, Giapponese, Portoghese DTS Digital Surround 5.1

SOTTOTITOLI: Inglese n/u, Italiano, Francese, Tedesco, Spagnolo, Danese, Olandese, Finlandese, Islandese, Norvegese, Portoghese, Svedese, Giapponese, Cinese, Coreano

CONTENUTI EXTRA: L’Ossessione per La Donna che Visse due Volte: Il Capolavoro di Hitchcock Prende Nuova Vita; Partner nel Crimine: I Collaboratori di Hitchcock; Truffaut Incontra Hitchcock; Finale Alternativo (per la censura); Gli Archivi de La Donna che Visse due Volte; Commento al Film del Regista William Friedkin; Trailer Cinematografici.

 
 

Bling Ring: recensione del film di Sofia Coppola

Bling Ring recensione film

Arriva in Italia Bling Ring, ultimo film di Sofia Coppola presentato all’ultimo Festival di Cannes e che si presenta, a tutti gli effetti, come la storia perfetta da far raccontare alla piccola di casa Coppola. La storia nasce da un articolo pubblicato su Vanity Fair in cui si parlava della banda Bling Ring, composta da ragazzine che si introducevano nelle ville delle star di Hollywood per sottrarre denaro e oggetti di valore, principalmente abbigliamento griffato. Tra le celebrità realmente colpite dalla banda c’erano Paris Hilton, Orlando Bloom e Rachel Bilson. Il bottino della banda arriva addirittura a rubare 3 milioni di euro in beni di lusso prima che uno di loro sia incastrato dalle telecamere di sorveglianza.

Dalle interviste ai protagonisti è nato l’articolo, e dall’articolo arriva il film, che si colloca decisamente al di sotto dello standard di Sofia Coppola, quasi nei pressi del sopravvalutato Somewhere. Il ritmo del film è dilatato e gli avvenimenti reiterati all’inverosimile, gli attori tuttavia sono bravi e il vero cuore della storia è manifestare, attraverso i gesti di questi adolescenti, quanto sia vanesio il mondo delle Hills californiane, totalmente definito da ciò che indossi e dal marchio che è impresso sulla tua borsa. Nicki, Sam, Mark, Chloe e Rebecca sono ragazzi che inseguono non il sogno di fama e grandezza, non il successo dato dalla recitazione o dalle luci della ribalta, ma semplicemente lo status, la possibilità di entrare nei locali giusti con le scarpe giuste, il “prestigio” di indossare un Gucci. Si tratta, in poche parole, dell’idolatria verso gli oggetti di lusso, verso  il vacuo apparire per sentirsi parte di un mondo che le persone normali vedono solo in tv, una malattia quasi, che contagia, è un dato certo, anche la gioventù del nostro Paese. Ci auguriamo però che nessun altro giovane si senta così “emarginato” da essere costretto a rubare le mutande di Paris Hilton per sentirsi cool.

Ad interpretare i protagonisti del film ci sono volti noti e meno noti del cinema, su tutti Emma Watson, che interpreta Nicki, ma anche Taissa Farmiga, sorella di Vera, che interpreta Sam, e poi i meno noti Katie Chang (Rebecca), Claire Alys Julien (Chloe), Georgia Rock (Emily) e l’unico maschietto del gruppo Israel Broussard (Marc). Sofia Coppola confeziona un film che racconta l’adolescenza come non l’abbiamo mai vista, forse in modo poco incisivo e attraverso una storia che pur svolgendo chiaramente le sue funzioni di critica sociale si rivela misera per poter occupare un intero lungometraggio, costringendo automaticamente la regista a dilatare gli avvenimenti rischiando di annoiare lo spettatore.

 
 

Frozen il regno del ghiaccio: il poster italiano definitivo

Frozen - Il regno di ghiaccio

Ecco il poster italiano definitivo di Frozen – Il regno di ghiaccio prossima avventura Disney per il grande schermo:

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I Walt Disney Animation Studios presentano Frozen – Il regno di ghiaccio, un’avventura da brivido per il grande schermo, dagli autori di Rapunzel – L’intreccio della torre e Ralph Spaccatutto. Quando una profezia intrappola un intero regno in un inverno senza fine, Anna, valorosa e ottimista, insieme al coraggioso uomo di montagna Kristoff e alla sua renna Sven, intraprende un viaggio epico alla ricerca della sorella Elsa, la Regina delle Nevi, per riuscire a porre fine al glaciale incantesimo. Anna e Kristoff incontreranno sul loro cammino creature fantastiche come i trolls, un buffo pupazzo di neve di nome Olaf, montagne alte come l’Everest e magia dietro ogni angolo, e combatteranno contro tutti gli elementi della natura per salvare il regno dalla distruzione.

Basato sulla storia originale di Hans Christian Andersen, Frozen – Il regno di ghiaccio racconta dell’avventura di Anna e Olaf, e del loro affascinante incontro con la Regina delle Nevi. Nella versione originale del film le voci dei doppiatori saranno di Kristen Bell, Idina Menzel, Josh Gad e Jonathan Groff.

 
 

Lo Hobbit la desolazione di Smaug, il nuovo trailer ad ottobre

la desolazione di smaug lego trailerIl nuovo trailer per Lo Hobbit la Desolazione di Smaug arriverà probabilmente ad ottobre, in occasione dell’uscita di Gravity di Alfonso Cuaron.

 
 

La Grande Bellezza sarà il film italiano candidato all’Oscar

La Commissione di Selezione per il film italiano da candidare all’Oscar istituita dall’ANICA, su invito della “Academy of Motion Picture Arts and Sciences”, riunita davanti a un notaio e composta da Nicola Borrelli, Martha Capello, Liliana Cavani, Tilde Corsi, Caterina D’Amico, Piera Detassis, Andrea Occhipinti e Giulio Scarpati ha designato “La Grande Bellezza di Paolo Sorrentino, a rappresentare il cinema italiano alla selezione del Premio Oscar per il miglior film in lingua non inglese.

La Grande Bellezza di Paolo Sorrentino vede protagonisti Toni ServilloCarlo VerdoneSabrina FerilliCarlo Buccirosso, Iaia Forte e Isabella Ferrari.

Roma si offre indifferente e seducente agli occhi meravigliati dei turisti, è estate e la città splende di una bellezza inafferrabile e definitiva. Jep Gambardella ha sessantacinque anni e la sua persona sprigiona un fascino che il tempo non ha potuto scalfire. È un giornalista affermato che si muove tra cultura alta e mondanità in una Roma che non smette di essere un santuario di meraviglia e grandezza.

 
 

Nuova clip per Wikileaks- Quinto Potere

the-fifth-estate-nuove-immagini-6è stata diffusa una nuova clip per Wikileaks-Quinto Potere ( The Fifth Estate), ultima fatica di Bill Condon con Benedict Cumberbatch nei panni di Julian Assange.

 
 

Romeo e Giulietta, prima clip

Romeo e Giulietta nuovo trailerè stata diffusa da Yahoo! Movies la prima clip per Romeo e Giulietta, ultima versione del celeberrimo dramma di William Shakespeare diretta da Carlo Carlei e scritta da Julian Fellowes (Downton Abbey).

 
 

Gerard Butler e Geoffrey Rush in Gods of Egypt

Sembra che Gerard Butler e Geoffrey Rush siano entrati entrambi nel cast di Gods of Egypt, il nuovo film di Alex Proyas.

Scritto da Burk Sharpless e Matt Sazama, Gods of Egypt racconterà la storia di un comune ladro che si unirà ad Horus (Nikolaj Coster-Waldau), Dio del Cielo e alla Dea dell’Amore Hathor per vendicare la morte del loro padre Osiride: Rush avrà il ruolo di Ra, Dio del sole e padre di Set e Osiride,  mentre Butler sarebbe in trattative per interpretare lo stesso Set, dio del deserto, delle tempeste e degli stranieri.

Per Proyas non è la prima incursione nell’Olimpo delle divinità: nel 2010 era stato infatti annunciato che il regista avrebbe diretto Paradise Lost, pellicola tratta dall’omonima opera di John Milton, ma nonostante il casting fosse già stato completato e fossero stati avviati i primi screen test in CGI, dati gli esorbitanti costi l’intero progetto venne infine abbandonato.

 
 

L’Uomo d’Acciaio: David S. Goyer parla del finale

L'uomo d'acciaio film

Come molti di voi sapranno il finale de L’Uomo d’Acciaio è stato uno dei più discussi in rete, tanto da scatenare delle vere e proprie prese di posizione su cosa ci fosse di sbagliato in quell’epilo conclusivo nel primo film di Zack Snyder. Ebbene oggi da CBM arrivano le dichiarazioni dello sceneggiatore del film, David S. Goyer che ha allungo parlato della cosa. Ecco le sue dichiarazioni:

Eravamo abbastanza sicuri che si sarebbe rivelata controversa. Non volevamo ingannare noi stessi e non l’abbiamo certo fatto per fare i fighi. Nel caso dello scontro con Zod, abbiamo voluto metterlo in una posizione difficile che avrebbe portato a un esito doloroso. C’è quest’opinione, e dato che ho scritto anche qualche fumetto posso dire tranquillamente che si tratta di una norma seguita da alcuni miei colleghi che personalmente non condivido, secondo cui “Superman non uccide”. E’ una legge che esiste all’esterno della narrativa e non credo in robe del genere. Quando stai scrivendo per la televisione o per un film, non puoi appoggiarti a una stampella, a una norma che trova la sua ragion d’essere al di fuori dell’esigenza narrativa. Nel nostro caso, la situazione era questa: Zod non avrebbe smesso di uccidere degli innocenti finché uno fra lui o Kal-el non fosse morto. La realtà dei fatti è che nessuna prigione sulla Terra avrebbe potuto tenerlo bloccato, il nostro Superman non poteva volare sulla Luna e non volevamo neanche usare una scappatoia come questa. Inoltre, la nostra opera è da intendersi come un “Superman Begins”. Clark non è Superman fino alla fine del lungometraggio. Volevamo che lui avesse sulle proprie spalle il peso dell’aver ucciso qualcuno, in modo tale da poter trasportare ciò anche nel secondo film. Dato che lui è Superman e le persone lo idolatrano, adesso deve ancorarsi a uno standard molto elevato.

L’Uomo d’Acciaio, il film

Ecco la trama del film: Nel pantheon dei supereroi, Superman è il personaggio più riconoscibile e riverito di tutti i tempi. Clark Kent/Kal-El (Henry Cavill) è un giovane intorno ai vent’anni che si sente alienato dai suoi poteri che oltrepassano qualsiasi immaginazione. Trasportato tempo fa sulla Terra da Krypton, un pianeta tecnologicamente avanzato e distante, il giovane Clark è attanagliato dalla domanda “Perché sono finito quaggiù?”. Plasmato dai valori dei suoi genitori adottivi, Martha (Diane Lane) e Jonathan Kent (Kevin Costner), Clark scopre che l’avere delle straordinarie abilità conduce a dover intraprendere delle difficili decisioni. E quando il mondo è in estremo bisogno di stabilità, ecco sorgere una minaccia ancor più grande. Clark dovrà diventare L’Uomo d’Acciaio per proteggere le persone che ama e per ergersi a salvatore del genere umano.

Warner Bros. Pictures e Legendary Pictures presentano L’Uomo d’Acciaio, con Henry Cavill nel ruolo di Clark Kent/Superman, per la regia di Zack Snyder. Il film è interpretato anche da Amy Adams (“The Fighter”), attrice candidata tre volte agli Oscar, nel ruolo della giornalista del Daily Planet Lois Lane, e il candidato all’Oscar Laurence Fishburne (“What’s Love Got to Do with It”) in quello del direttore del giornale, Perry White. Nel ruolo dei genitori adottivi di Clark Kent, Martha e Jonathan Kent, ci sono la candidata agli Oscar Diane Lane (“Unfaithful — L’amore infedele”) e il premio Academy Award Kevin Costner (“Balla coi lupi”).

A combattere contro il supereroe sono due altri Kryptoniani sopravvissuti, il malvagio Generale Zod, interpretato dal candidato agli Oscar Michael Shannon (“Revolutionary Road”) e Faora, interpretata da Antje Traue. Originari di Krypton sono anche i genitori biologici di Superman, la madre Lara Lor-Van, interpretata da Ayelet Zurer (“Angeli e demoni”) e il padre Jor-El, interpretato dal premio Academy Award Russell Crowe (“Il gladiatore”). Nel cast anche Harry Lennix, nel ruolo del Generale Swanwick, Christopher Meloni in quello del Colonnello Hardy e Richard Schiff che interpreta il Dr. Emil Hamilton. Tutte le news nel nostro speciale: Superman: Man of steel.

 
 

Avengers Age of Ultron: ecco il teaser del Comic-con

the-avengers-age-of-ultronCome molti di voi ricorderanno nell’edizione di quest’anno del Comic-con 2013 di San Diego oltre ad essere stato annunciato il titolo ufficiale del sequel di The Avengers, ovvero Avengers Age of Ultron, è stato mostrato anche un breve teaser che racconta le intenzioni dietro alla seconda pellicola sui vendicatori diretta da Joss Whedon. Oggi arriva da Comickbookmovie in versione bootleg questo contributo video:

 

L’inizo delle riprese di Avengers: Age of Ultron è previsto per Febbraio del 2014. La pellicola, che uscirà nei cinema il 1° maggio 2015, sarà il capitolo conclusivo della Fase 2 della Marvel iniziata il 24 aprile, con Iron Man 3, che proseguirà con Thor: The Dark World (20 novembre), Captain America: The Winter Soldier (2 aprile 2014) e Guardians of the Galaxy (ottobre 2014). Nel cast confermati  

 Fonte: antovolk

 
 

James Gordon sarà protagonista di una serie tv per Fox

James Gordon-serie-tvLa città più famosa del crimine sta per arrivare sul piccolo schermo, si tratta ovviamente di Gotham City. Infatti, secondo Deadline la Fox è intenzionata a produrre una serie in live-action che seguirà le vicende di un giovane detective James Gordon, e sarà concepita dal creatore di The Mentalist Bruno Heller. Al momento è esclusa categoricamente la partecipazione o il coinvolgimenti del personaggio di Bruce Wayne, ma pare invece che lo show usufruirà di tutti i cattivi dell’universo dell’uomo pipistrello.

La prima apparizione del Detective risale al numero #27 Detective Comics” 1939, ed il commissario James Gordon è stato creato da Bill Finger e Bob Kane. In precedenza è apparso nello show televisivo nel 1960 su Batman di Neil Hamilton. L’ultima apparizione del personaggio risale alla trilogia al cinema di Christopher Nolan, dove è interpretato dall’attore Gary Oldman.

Al momento nessuna informazione è stata rilasciata su date, cast e messa in onda, quindi non ci resta che aspettare ulteriori notizie.

James Gordon Serie tv

 
 

Batman Arkham Origins: Knightfall Pack Trailer

Batman Arkham OriginsArriva un nuovo trailer dell’atteso nuovo gioco sull’universo dell’Uomo Pipistrello intitolato Batman Arkham Origins. Il nuovo contributo mostra tutto il fantastico mondo del videogame, comprese le diverse varianti del Cavaliere Oscuro:

Sviluppato da WB Games Montréal, Batman Arkham Origins espande Gotham City e si presenta come un prequel la cui storia è ambientata prima degli eventi di Batman: Arkham Asylum e Batman: Arkham City, i primi due acclamati capitoli della serie. Ambientato prima della rivolta dei più pericolosi criminali di Gotham City, il gioco presenta un giovane e rozzo Batman che affronta un momento chiave nei primi passi della sua carriera di combattente del crimine lungo il percorso per diventare il Cavaliere Oscuro. Nel prosieguo della storia i giocatori incontreranno molti importanti personaggi per la prima volta e intesseranno relazioni chiave.

Inoltre la Warner Bros. ha infatti confermato che Deathstroke sarà un personaggio giocabile nel Challenge Mode di Batman: Arkham Origins: chi prenoterà il gioco per una delle tre piattaforme previste, riceverà un accesso esclusivo al Deathstroke packche sarà poi disponibile anche per tutti gli altri giocatori in un momento successivo non ancora precisato.

Batman Arkham Origins arriverà su PlayStation 3, PC, Xbox 360 e Wii U il 25 ottobre 2013, giorno in cui sarà pubblicato anche Batman: Arkham Origins Blackgate per Nintendo 3DS e PlayStation Vita.

 
 

Lo sconosciuto del lago recensione del film di Alain Guiraudie

lo sconosciuto del lago foto Fino a che punto siamo disposti a spingerci per soddisfare i desideri del corpo e dell’anima? E’ intorno a questo interrogativo sostanziale che ruota il film-scandalo del festival di Cannes, Lo sconosciuto del lago, scritto e diretto dal regista francese Alain Guiraudie. Un’opera di genere – un noir classico si potrebbe definire – in cui la certezza del delitto e dell’uccisore turba, ma non scalfisce, la passione carnale e l’istinto primitivo di un uomo per il suo amante: per quanto, quest’ultimo, assassino a sangue freddo. Non conta se la verità sul finale verrà svelata pubblicamente; non ha importanza se le indagini della polizia andranno a buon fine: quanto qui interessa scoprire e sviscerare è la forza pericolosa e incontrollabile dell’erotismo, dell’attrazione più impulsiva e impetuosa. In questo caso di un uomo per un altro uomo.

lo sconosciuto del lago«L’erotismo è l’approvazione della vita fin dentro la morte» dice George Bataille e, come racconta il regista, è stata questa riflessione a innescare in lui medesimo la volontà di rappresentare, nel modo più palpabile e immediato, gli effetti imprevedibili e  impensabili del piacere fisico, e del trasporto dei sensi, sulla ragione umana. Il personaggio di Franck (Pierre Deladonchamps), assiduo frequentatore di una comunità di nudisti gay in riva a un lago, si ritrova infatti a smarrire la percezione del giusto e della realtà orribile dell’accaduto, nonostante ne sia stato casuale e inavvertito testimone: e questo perché travolto dalla passione sessuale per Michel (Christophe Paou), il bagnante più avvenente, ambito e misterioso della spiaggia. Un vortice ossessivo di emozioni, reso plasticamente dalla nudità dei corpi e dal loro intreccio, reiterato nel tempo e isolato nello spazio. Una routine avidamente ricercata dai due protagonisti e materialmente manifesta in un ambiente arioso e lagunare cui è la macchina da presa, e il lavoro sul sonoro, a dare significato e rilevanza. Il vento fra le foglie, il passaggio degli elicotteri, il sopraggiungere delle macchine, l’eco della strada, sono tutte componenti che, insieme all’alternanza della luce e dell’oscurità, di campi lunghi e di totali,  contribuiscono a restituire non tanto la dimensione primitiva e triviale della libidine, quanto quella decadente e malinconica. Dietro le membra scoperte o semisvestite di quelle figurine sparse sulla sponda del lago, si coglie, oltre al desiderio, la paura della solitudine, il bisogno di compagnia, di condivisione e di dialogo. Basti pensare all’introversia di Henri (Patrick D’Assumcao): una presenza quasi lirica, affascinante, umana, che incarna più di tutte la necessità dolorosa e vera di esprimere se stessi e di raccontarsi all’altro: fosse anche con uno sconosciuto.

 
 

Diana, la storia segreta di Lady D che ha fatto indignare l’Inghilterra

diana trailerSe morite dalla voglia che arrivi il 3 ottobre per andare a vedere il biopic sulla principessa Diana, tanto amata dalla gente quanto poco amata dal marito e dalla suocera, è meglio non leggiate i commenti della stampa inglese.

DianaDianaThe legend is never the whole story, da noi tradotto, con la consueta creatività, Diana – La storia segreta di Lady D, è stato presentato in anteprima ai giornalisti del Regno Unito venerdì 20 settembre ed è stato accolto negativamente, per usare un eufemismo. Nulla, o quasi, da ridire, sulla sceneggiatura di Stephen Jeffreys (The Libertine), basata sul libro del 2001, Diana: her last love, di Kate Snell. Niente da rilevare neanche sulla regia del tedesco e nominato all’Oscar, Oliver Hirschbiegel (Downfall). Molto da recriminare nei confronti della pluripremiata, ammirata e pagata star di Hollywood, Naomi Watts. Non si può capire il senso delle critiche inglesi se non si è stati fan delle Spice Girls e di David Beckham perché i giornalisti di Sua Maestà dicono pressappoco “Ok, Naomi le somiglia, cammina come lei, ha i capelli cotonati e laccati alla perfezione e il mascara della marca esatta, ma è comunque poco posh rispetto all’originale”. Posh, è l’epiteto che veniva affibbiato a Victoria Beckham quando fingeva di cantare nel quintetto tutto al femminile, e significa “elegante” e “di lusso”. «Nonostante la camminata e le cadenze giuste e lo sguardo verso l’alto da martire e da santa, è troppo bella, troppo normale», scrive David Sexton di This is London. «Il suo lato positivo è che è isterica», tuona Tim Robey dalle pagine del Daily Telegraph, mentre Rotten Tomatoes piazza un bel 4 per cento accanto al titolo del film e Peter Bradshaw, sul Guardian, introduce il suo articolo con «Poor Princess Diana». Ma cosa possiamo capire, noi, dando solo un’occhiata ai trailer? I tre minuti ci offrono un assaggio degli ultimi due anni di vita della “principessa triste”. Capiamo che la storia si focalizza soprattutto sull’amore con il chirurgo Hasnat Khan, una passione che sembra non sfumare neanche quando Lady D. incontra Dodi Al Fayed. Poi la vediamo camminare sui campi minati dell’Angola, e mentre, circondata da bambini in una delle sue tante missioni umanitarie, allontana i microfoni dei cronisti. Per ora noi possiamo solo ribadire la somiglianza impressionante e fare un plauso alla grande flessibilità che la Watts, nonostante le critiche, dimostra nell’affrontare ruoli molto diversi l’uno dall’altro.

 
 

Naomi Watts la bionda dall’animo tragico

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La donna nei panni della quale non ci vorremmo mai trovare è quella Sally del non memorabile film di Woody Allen Incontrerai l’uomo dei tuoi sogni, quando, dopo essersi dichiarata al suo capo, riceve un garbato, cortese, ma fermo “sono lusingato, ma no, grazie”. Non vorremmo essere al posto di Sally anche perché, nella migliore tradizione alleniana, ha già alle spalle un matrimonio naufragato e una mamma (già mamma di Bridget Jones, Gemma Jones) lasciata dal marito Anthony Hopkins per un’oca, ma che, a differenza della figlia, si consola facendosi prendere in giro da una sedicente maga che le promette un futuro di passione. Se però consideriamo che Sally è Naomi Watts, che nonostante la mascellona e il fisico androgino, è una delle attrici più carismatiche di Hollywood, stentiamo a credere che Antonio Banderas – che ai tempi, tra l’altro, non faceva ancora il fornaio – l’avrebbe rifiutata, nel mondo reale.

Come si fa a dire no a una che nel 2002 è stata inserita dalla rivista People nella classifica dei 50 più belli dello star system? Che da anni è una delle attrici più attive nella lotta contro l’Aids? E se questo non bastasse, come si fa a snobbare una diventata famosa a 32 anni, sotto l’ala protettrice di David Lynch che inserisce in Mullholland drive quei cinque minuti saffici di lei insieme a Laura Harring, durante i quali ogni uomo – e qualche donna – si dimentica di non aver capito niente della trama e scopre uno spasmodico interesse per come andrà a finire?

Per l’allucinato capolavoro del 2001, la Watts ottiene numerosi riconoscimenti, e nonostante siano più apprezzati dalla critica che dal pubblico, i deliri lynchani le permettono di raggiungere, dopo, anche il cuore del mainstreaming, grazie al remake dell’horror giapponese The Ring. E pensare che la Watts, nata nel Kent e naturalizzata australiana, inizia a recitare a soli 18 anni, nel 1986, in un film intitolato For Love Alone. Dopo quella breve parentesi, la bionda decide che, per lei, è più adatto il mondo della moda e comincia a lavorare prima come indossatrice poi come redattrice di riviste del settore, senza mai interrompere lo studio della recitazione.

Sul set di Flirting, infatti, conosce le future dive Thandie Newton e Nicole Kidman, divenendo amica di entrambe, soprattutto dell’ex signora Cruise. Dagli anni Novanta, fino all’incontro con David Lynch, Naomi Watts ottiene molte particine in serie e pellicole per il cinema e la tv, senza che nessuno si accorga di lei. Scorrendo i titoli, tuttavia, si avverte già in nuce la flessibilità che tuttora la accompagna nella scelta dei ruoli, nonostante la bella Naomi renda decisamente di più nei film drammatici e nei panni di donne disperate e tormentate, che nelle commedie. Dopotutto, la sua infanzia non è stata tutta rose e fiori, prima per la separazione dei genitori, quando è ancora piccola, poi per la morte del padre, ex collaboratore dei Pink Floyd, per overdose di eroina nel 1976. “Quando ci trasferimmo dal Kent nel Galles, io e mio fratello studiavamo la lingua del posto, in una scuola in mezzo al nulla, mentre tutti gli altri perfezionavano l’inglese. Ovunque ci trasferissimo assumevamo l’accento di quella regione e questo forse mi ha aiutata nel mio lavoro. Comunque ricordo una buona dose di tristezza nella mia infanzia, ma l’amore non mi è mai mancato”.

A 14 anni, Naomi Watts si trasferisce in Australia, insieme al fratello, la madre e il patrigno. Poi, negli anni 90, incoraggiata anche da Nicole Kidman, Naomi si trasferisce a Los Angeles, dove iniziano anni difficilissimi in cui accetta tutte le “parti di merda” che riesce a trovare. “Per un periodo sono tornata di nuovo in Australia, sempre per piccole parti. Una volta rientrata a Hollywood tutti quelli che mi avevano spronata non sembravano più interessati. In pratica, dovetti ricominciare tutto da capo. Non mi inviavano neanche lo script perché a loro non conveniva. Mi ricordo che una volta dovetti guidare per ore nella Valley per andare a prendere tre pezzi di carta scritti da qualche orrendo pezzo di merda”. “Nicole (Kidman) mi ha sempre offerto un enorme appoggio, ma ce l’ho fatta perché a poco a poco il mio motto è diventato ‘il lavoro genera lavoro’, così continuavo ad accettare tutto”. Per un soffio non ottiene la parte che poi sarebbe andata a Charlize Theron in L’avvocato del diavolo. La stessa cosa succede con Ti presento i miei, ma proprio quando le speranze di Naomi sembrano esaurirsi, Mister Lynch, senza aver visto nessuno dei suoi precedenti lavori, la scrittura immediatamente per Mullholland Drive: “Sentivo che la persona che stavo guardando nella foto aveva un talento enorme. Ho visto qualcuno con una bella anima e una bella intelligenza, capace di supportare i ruoli più vari”. Dopo, la strada della ragazza che nessuno voleva, è tutta in discesa.

Oltre a The Ring, Naomi recita in Ned Kelly – dove si innamorerà, ricambiata, di Heath Ledger – e in Le divorce, insieme a Kate Hudson, ma anche negli inquietanti episodi di Rabbits, firmati dal mentore Lynch.  

Nel 2004, per l’interpretazione di Ann Darrow nel remake di King Kong, firmato da Peter Jackson, vince il Saturn Award come migliore attrice protagonista, ma è nel 2006 che dà un’altra bella prova, nel godibilissimo remake di una pellicola del 1934, Il velo dipinto, dove veste i panni di una moglie insoddisfatta che si accorge troppo tardi aver avuto accanto per tutta la vita un marito migliore di lei e che, tra l’altro, è Edward Norton. Per la parte di Kitty Garstin, la stampa americana la paragona a Greta Garbo, prima a interpretare il ruolo, e scrive che la Watts riesce a coinvolgere lo spettatore quasi più della grande diva. Sul set de Il velo dipinto, Naomi conosce anche l’attore e regista Liev Schreiber, col quale intreccia una relazione che dura tuttora e dalla quale sono nati Alexander e Samuel Kai. La coppia, inoltre, ha recentemente dichiarato di desiderare una bambina.

Nel 2007, per Naomi, arriva un altro grande nome, quello del regista David Cronenberg, nonostante in La promessa dell’assassino l’attrice venga, in parte, oscurata, così come Vincent Cassel, dalla preponderanza del corpo di Viggo Mortensen e dalla scena, ormai cult, di lui che, nudo e coperto solo dai tatuaggi, combatte in una sauna contro due energumeni. Sempre nel 2007 interpreta Funny games insieme a Tim Roth che non esita a definire la pellicola “più più disturbante della mia carriera. È stata brutale”. Dal canto suo, il regista Michael Haneke dichiara: “Per quanto mi riguarda ho posto una sola condizione: che la protagonista fosse Naomi Watts”. Arrivano poi, tra gli altri, The International (2009) e il non eccelso J. Edgar (2011), diretto da Clint Eastwood, dove tutti gli attori, lei compresa, non sono che delle comparse che supportano il gioco tra Leonardo Di Caprio e Armie Hammer.

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Con The Impossible di Juan Antonio Bayona, basato sulla vera storia di una famiglia scampata allo tsunami del 2004, Naomi ottiene le nomination come miglior attrice protagonista, concorrendo sia per l’Oscar, che per il Golden Globe. Oggi, nonostante sia stata massacrata dalla stampa inglese per la sua interpretazione di Lady Diana, ai suoi fan piace sempre ricordarla, nominarla e magnificarla nel suo vero stato di grazia, cioè nei panni di Cristina, la disperata vedova assetata di vendetta, in 21 grammi. Il film di Alejandro Gonzáles Inárritu, forse il vero capolavoro della sua “Trilogia della morte”, mastica e sputa le certezze dello spettatore. La “trinità” Watts, Sean Penn e Benicio Del Toro – e diciamolo, la pazzesca storia d’amore dei primi due – dà vita a un ingranaggio così naturale e al tempo stesso sconvolgente, da far desiderare che una come Naomi lasci definitivamente perdere le Kate Hudson e i King Kong e scelga ancora di farci piangere come si deve, come quando, dopo che le hanno investito il marito e le figlie sussurra: “Non è vero quello che dicono tutti. La vita non continua”.

 
 

Buon Compleanno Pedro Almodóvar

Pedro Almodovar
Foto di Luigi De Pompeis © Cinefilos.it

Stravagante, vitale, gioioso ma allo stesso tempo torbido, mortifero e violento. Parliamo del cinema di Pedro Almodóvar, ma anche di Pedro stesso, cantore per eccellenza della donna sul grande schermo che oggi compie gli anni (Calzada de Calatrava, 24 settembre 1951).

Il cinema di Almodóvar può essere diviso in due epoche diverse, chiaramente delineate da Tutto su Mia Madre, ad oggi forse il suo capolavoro e che gli è valso il Premio Oscar (il suo primo, seguito poi da quello alla sceneggiatura originale per Parla con lei) per il miglior film straniero. Ha un mondo suo, una sua casa di produzione e tante muse (maschie e femmine), che popolano il suo cinema con ritratti di donne sempre diverse e magnifiche.

Sono Carmen Maura, Marisa Paredes, Penélope Cruz, Cecilia Roth, Victoria Abril, Antonio Banderas, Rossy De Palma, Chus Lampreave e Javier Bardem gli attori e le attrici che con lui ci regalano un mondo talvolta violento, altre volte sgargiante di vita e colori, ma sempre mosso dalla vitalità più profonda dell’essere umano.

Buon Compleanno Pedro!

 
 

Tutta colpa di Freud: visita sul set di Paolo Genovese

Si sta girando a Roma e in altre location sparse in tutto il mondo (per esempio la New York) da oltre quattro settimane il film Tutta colpa di Freud, prodotto da Medusa film e Lotus Production e diretto da Paolo Genovese. Il film è completo per più della metà (quasi un terzo) e, nella prestigiosa location del Teatro dell’Opera, si gireranno alcune scene che coinvolgono i personaggi interpretati da Vinicio Marchioni e Vittoria Puccini, una libraia e il suo innamorato che è proprio un ladro di libri appassionato d’opera. Ma i loro personaggi non sono i soli che popolano il film: il grande mattatore è un inedito Marco Giallini in un ruolo meno cinico del solito: interpreta infatti un padre e psichiatra che tenta di risolvere proprio i problemi sentimentali delle sue tre- amatissime- figlie: la più piccola interpretata da Laura Adriani, una diciottenne di nome Emma; la libraia Marta interpretata, appunto, dalla Puccini e Sara, interpretata da Anna Foglietta, una ragazza che ha un evidente debole per le donne.

In Tutta colpa di Freud Giallini interpreta Francesco, uomo che ha dedicato tutta la sua vita alle figlie dopo che la moglie- medico in carriera- lo ha lasciato; all’improvviso si ritrova costretto ad aiutare le figlie sbrogliando le loro complicate vite sentimentali: Sara, delusa dall’amore, decide di provare con gli uomini; Marta si innamora di un ladro che lavora al teatro dell’opera, è affascinante, romantico, amante della lirica e pure sordo; e infine la piccola maturanda Emma che, per dimostrare al padre di essere “grande” e autosufficiente come le sue sorelle e per dimostrargli di valere molto e d’avere stoffa, si innamora perdutamente di un cinquantenne con a fianco una splendida moglie, nei cui panni troviamo Claudia Gerini, una donna elegante, sofisticata, glaciale e sicura di se che, casualmente, è proprio il nuovo oscuro oggetto del desiderio di Francesco, tornato ad innamorarsi dopo anni. Per “salvare” la figlia e scongiurare questa opzione improbabile, lo psichiatra si troverà di fronte ad un bivio: rinunciare ad una possibile love story con una donna affascinante spingendola di nuovo tra le braccia del marito, oppure benedire l’unione della figlia e lasciare che le cose scorrono.

L’intento di Tutta colpa di Freud è quello di riflettere sulle differenze che intercorrono tra le persone, differenze d’età, sesso, estrazione sociale, ceto d’appartenenza. Il film nasce da un sodalizio- ormai consolidato- tra Medusa film e Lotus Production, oltre alla fiducia riposta nei confronti di Genovese, uno dei fuoriclasse della commedia all’italiana che ha diretto numerose pellicole di successo e torna a regalarcene un’altra proprio per l’anno nuovo, considerando che il film uscirà nelle sale il 23/01/2014 ed è costato circa 6 milioni di euro divisi tra i vari set (New York inclusa) e riprese cittadine ambientate a Roma, sui luoghi più conosciuti del centro che sono stati riscoperti con una nuova ottica (zone come Campo de ‘Fiori, via dei Coronari e altre location prossime)  dopo il tentativo mal riuscito di Woody Allen con il suo To Rome with love.

tutta colpa di freud

La location newyorkese, invece, fa da sfondo alle scene con protagonista il personaggio interpretato da Anna Foglietta, che ha dichiarato di essersi divertita moltissimo a  girare nei posti più cool ed iconografici della Grande Mela come la Fifth Avenue, Brooklyn, la celebre tube, i taxi boat gialli che solcano l’Hudson e tanti altri. Nonostante l’esperienza positiva, girare tecnicamente a New York- come a Roma- non è stato facile: troppi permessi e tante restrizioni impediscono un tipo di lavoro fluido e, nel caso americano, pure personale visto che il regista ha (almeno nella nostra industria cinematografica) il diritto di cambiare idea e apportare delle modifiche alla sceneggiatura in totale libertà, mentre negli States è una sorta di esecutore materiale e basta.

Per realizzare il film la troupe ha contato sull’appoggio di entità diverse tra le quali l’associazione italiana per le persone sorde che li ha aiutati nel mettere in scena l’amore, silenzioso e romantico, fatto di gesti e sguardi tra Marchioni e la Puccini. Tanti altri attori, poi, arricchiscono il film con le loro amichevoli partecipazioni (personaggi come Edordo Leo, Giulia Bevilacqua, Daniele Liotti, Gianmarco Tognazzi e tanti altri).

Il titolo, ovviamente, è un omaggio giocoso alla psicanalisi freudiana (nonostante i dubbi nutriti dal regista sulla sua comprensione!) e l’argomento si è dimostrato abbastanza vicino a tutti i membri del cast: a parte Giallini e la Puccini, tutti hanno dichiarato di aver avuto delle esperienze con la psicanalisi per meglio approfondire il loro mondo interiore e conoscersi meglio, parte questa fondamentale per il mestiere dell’attore.

In ultima analisi si è discusso del ruolo della commedia al cinema, considerata come un genere molto spesso snobbato dalla critica e dai grandi festival che preferiscono film d’autore e di nicchia destinata ad una porzione limitata di pubblico, mentre invece è un genere potenzialmente molto forte che arriva a tutti cercando di raccontare la realtà di oggi senza superficialità ma con sguardo leggero.

 
 

Roma Web Fest ecco la giuria

roma web fest logoMancano pochi giorni al nuovo ed innovativo Roma Web Fest, il primo festival internazionale delle Web-series, vi farà scoprire il mondo del Web come non lo avete mai visto. Vere e proprie fiction e serie realizzate per essere fruite attraverso la “rete” oppure sui display dei dispositivi mobili, verranno visionate, proiettate e votate, per poi essere premiate durante il Festival che si terrà presso il Teatro Golden, Via Taranto 36, il 27, 28 e 29 Settembre.

Viene comunicata la Giuria:

Luca Argentero (Attore e produttore); Carlo Principini (autore, produttore e direttore artistico della Pubblispei); Massimo Gaudioso (Sceneggiatore); Cristina Priarone (Direttore Generale Roma Lazio Film Commission); Marco Bonini (Attore, sceneggiatore e produttore cinematografico) Ivo Mei (Scrittore e giornalista); Massimo Arcangeli (Segretario Generale Agis Anec); Rossella Izzo (Attrice, Doppiatrice, Direttrice del doppiaggio e Regista); Marco Poccioni (Produttore Rodeo Drive).

Presidente di giuria:

Michael Ajakwe Jr, direttore artistico e fondatore del Los Angeles Web Fest.

 Non solo proiezioni ma tavole rotonde, incontri con autori ed editori, tra film-maker, produttori e aziende, fashion blogger, visibilità, tutto questo e altro ancora, convergerà all’interno del nuovo Festival dedicato interamente al nuovo modo di comunicare:  Il Web.

Gli appuntamenti davvero imperdibili sono Le Anteprime il 27 alle 18:30, dove saranno presentati i nuovi possibili protagonisti del web, ma soprattutto vi aspettiamo sabato sera alle 21:00 con i Protagonisti indiscussi delle web serie, realizzatori dello spot virale del Roma Web Fest (http://www.youtube.com/watch?v=w0qzA5H5g9I) , che presenteranno prodotti inediti a sorpresa. Una lista lunga decine di nomi. Un incontro mai realizzato prima. Il tutto coronato dall’intervento dei direttori artistici dei web fest di Los Angeles, Vancouver, Marsiglia e Melbourne. Questi ultimi saranno presenti anche domenica mattina a partire dalle undici per incontrare i giornalisti e ascoltare le proposte dei giovani film maker italiani.

Infine domenica alle 17:30 si terrà l’evento di Premiazione  del Roma Web Fest

Il Roma Web Fest è patrocinato dal Mibac, dalla Regione Lazio, dal Comune di Roma, dall’Anica, dalla Lazio film Commission, dall’Anec, dall’Anem, dall’Agis, dall’Agiscuola e da RAI FICTION. Inoltre collabora con la Giffoni Academy, con Altaroma, L’accademia del lusso, lo IED e Romeur.

Janet De Nardis (Direttore Artistico) e Maximiliano Gigliucci (Direttore Generale) ricordano che tra i molti premi per i vincitori dei primi cinque premi andranno di diritto alle finali dei festival gemellati per creare vere occasioni di lavoro a livello internazionale.

Premio miglior film: Marsiglia

Premio miglior Produttore: Los Angeles

Premio miglior Regia: Vancouver

Premio migliori effetti speciali: Hong Kong

Premio miglior soggetto/sceneggiatura: Melbourne

Il Festival è aperto dalle 10,00 alle 22,00

Accesso libero a tutti quelli che si accreditano sul sito http://www.romawebfest.it cliccando sul banner accrediti entro il 24 settembre.

Senza accredito il costo del biglietto e’ 15 Euro al giorno.

27  Settembre ore 18,30 evento “anteprime”.

28 Settembre ore 17,30 evento Fashion film e Fashion blogger!

28 Settembre ore 20,30 evento “Virale” con i principali protagonisti delle web series italiane e molte SORPRESE.

29 Settembre ore 17,30 evento “Premiazioni”.

Ai vincitori sarà consegnato la prestigiosa statuetta realizzata dalla poliedrica artista, stimata internazionalmente, Erika Calesini.

 
 

Mediterraneo Video Festival i vincitori

Mediterraneo Video FestivalSi è conclusa la 16 ma edizione del Mediterraneo Video Festival, festival internazionale del cinema documentario.

La giuria composta da, Tony Shargool, Jamal Ouassini e Alessandro Pesci ha assegnato il premio al miglior documentario a Jazzta Prasta or wich are the bulgarian notes di Andrey Slabakov, (Bulgaria), con la seguente motivazione: per attinenza al tema, per il panorama che offre sulla realtà poco conosciuta della tradizione musicale Rom, per il focus sulla realtà mitteleuropea, dalla periferia di Sofia al lontano Pakistan, in compagnia del fisarmonicista Martin Lubenov.

Menzione speciale al documentario Cello Tales di Anne Schiltz (Lussemburgo) per il linguaggio narrativo e la qualità tecnica delle registrazioni audio e video.

Premio del pubblico al documentario ll lupo sul tamburo. un viaggio tra i musicisti Kazaki  di Nello Correale, (Italia). Menzione  a Just play di Dimitri Chimenti, Italia/Francia/Palestina.