Arriva in Italia Bling
Ring, ultimo film di Sofia Coppola presentato all’ultimo Festival di Cannes e che si presenta, a
tutti gli effetti, come la storia perfetta da far raccontare alla
piccola di casa Coppola. La storia nasce da un articolo pubblicato
su Vanity Fair in cui si parlava della banda Bling
Ring, composta da ragazzine che si introducevano nelle
ville delle star di Hollywood per sottrarre denaro e oggetti di
valore, principalmente abbigliamento griffato. Tra le celebrità
realmente colpite dalla banda c’erano Paris Hilton,
Orlando Bloom e Rachel Bilson. Il
bottino della banda arriva addirittura a rubare 3 milioni di euro
in beni di lusso prima che uno di loro sia incastrato dalle
telecamere di sorveglianza.
Dalle interviste ai protagonisti è
nato l’articolo, e dall’articolo arriva il film, che si colloca
decisamente al di sotto dello standard di Sofia Coppola, quasi nei pressi del
sopravvalutato Somewhere. Il ritmo del film è dilatato e
gli avvenimenti reiterati all’inverosimile, gli attori tuttavia
sono bravi e il vero cuore della storia è manifestare, attraverso i
gesti di questi adolescenti, quanto sia vanesio il mondo delle
Hills californiane, totalmente definito da ciò che indossi e dal
marchio che è impresso sulla tua borsa. Nicki, Sam, Mark, Chloe e
Rebecca sono ragazzi che inseguono non il sogno di fama e
grandezza, non il successo dato dalla recitazione o dalle luci
della ribalta, ma semplicemente lo status, la possibilità di
entrare nei locali giusti con le scarpe giuste, il “prestigio” di
indossare un Gucci. Si tratta, in poche parole, dell’idolatria
verso gli oggetti di lusso, verso il vacuo apparire per
sentirsi parte di un mondo che le persone normali vedono solo in
tv, una malattia quasi, che contagia, è un dato certo, anche la
gioventù del nostro Paese. Ci auguriamo però che nessun altro
giovane si senta così “emarginato” da essere costretto a rubare le
mutande di Paris Hilton per sentirsi cool.
Ad interpretare i protagonisti del
film ci sono volti noti e meno noti del cinema, su tutti Emma Watson, che interpreta Nicki, ma anche
Taissa Farmiga, sorella di Vera, che
interpreta Sam, e poi i meno noti Katie Chang
(Rebecca), Claire Alys Julien (Chloe),
Georgia Rock (Emily) e l’unico maschietto del
gruppo Israel Broussard (Marc). Sofia Coppola confeziona un film che racconta
l’adolescenza come non l’abbiamo mai vista, forse in modo poco
incisivo e attraverso una storia che pur svolgendo chiaramente le
sue funzioni di critica sociale si rivela misera per poter occupare
un intero lungometraggio, costringendo automaticamente la regista a
dilatare gli avvenimenti rischiando di annoiare lo spettatore.
I Walt Disney Animation Studios
presentano Frozen
– Il regno di ghiaccio, un’avventura da brivido
per il grande schermo, dagli autori di Rapunzel –
L’intreccio della torre e Ralph
Spaccatutto. Quando una profezia intrappola un intero
regno in un inverno senza fine, Anna, valorosa e ottimista, insieme
al coraggioso uomo di montagna Kristoff e alla sua renna Sven,
intraprende un viaggio epico alla ricerca della sorella Elsa, la
Regina delle Nevi, per riuscire a porre fine al glaciale
incantesimo. Anna e Kristoff incontreranno sul loro cammino
creature fantastiche come i trolls, un buffo pupazzo di neve di
nome Olaf, montagne alte come l’Everest e magia dietro ogni angolo,
e combatteranno contro tutti gli elementi della natura per salvare
il regno dalla distruzione.
Basato sulla storia originale di
Hans Christian Andersen,
Frozen – Il regno di ghiaccio racconta
dell’avventura di Anna e Olaf, e del loro affascinante incontro con
la Regina delle Nevi. Nella versione originale del film le voci dei
doppiatori saranno di Kristen Bell, Idina Menzel, Josh
Gad e Jonathan Groff.
La Commissione di Selezione per il
film italiano da candidare all’Oscar istituita dall’ANICA, su
invito della “Academy of Motion Picture Arts and Sciences”, riunita
davanti a un notaio e composta da Nicola Borrelli, Martha Capello,
Liliana Cavani, Tilde Corsi, Caterina D’Amico, Piera Detassis,
Andrea Occhipinti e Giulio Scarpati ha designato “La Grande
Bellezza” di Paolo
Sorrentino, a rappresentare il cinema italiano alla
selezione del Premio Oscar per il miglior film in lingua non
inglese.
La Grande
Bellezzadi Paolo
Sorrentino vede protagonisti Toni
Servillo, Carlo
Verdone, Sabrina
Ferilli, Carlo Buccirosso, Iaia
Forte e Isabella Ferrari.
Roma si offre indifferente e
seducente agli occhi meravigliati dei turisti, è estate e la
città splende di una bellezza inafferrabile e definitiva. Jep
Gambardella ha sessantacinque anni e la sua persona sprigiona
un fascino che il tempo non ha potuto scalfire. È un
giornalista affermato che si muove tra cultura alta e mondanità in
una Roma che non smette di essere un santuario di meraviglia e
grandezza.
è stata diffusa una nuova clip per
Wikileaks-Quinto Potere ( The Fifth
Estate), ultima fatica di Bill
Condon con Benedict Cumberbatch nei panni
di Julian Assange.
è stata diffusa da
Yahoo! Movies la prima clip per Romeo e Giulietta,
ultima versione del celeberrimo dramma di William Shakespeare
diretta da Carlo Carlei e scritta da
Julian Fellowes (Downton Abbey).
Sembra che Gerard
Butler e Geoffrey Rush siano entrati
entrambi nel cast di Gods of Egypt, il nuovo film di Alex
Proyas.
Scritto da Burk Sharpless e Matt
Sazama, Gods of Egypt racconterà la storia di un comune ladro che
si unirà ad Horus (Nikolaj Coster-Waldau), Dio del
Cielo e alla Dea dell’Amore Hathor per vendicare la morte del
loro padre Osiride: Rush avrà il ruolo di Ra, Dio del sole e padre
di Set e Osiride, mentre Butler sarebbe in trattative per
interpretare lo stesso Set, dio del deserto, delle tempeste e
degli stranieri.
Per Proyas non è la prima
incursione nell’Olimpo delle divinità: nel 2010 era stato infatti
annunciato che il regista avrebbe diretto Paradise Lost, pellicola
tratta dall’omonima opera di John Milton, ma nonostante il casting
fosse già stato completato e fossero stati avviati i primi screen
test in CGI, dati gli esorbitanti costi l’intero progetto venne
infine abbandonato.
Come molti di voi sapranno il
finale de L’Uomo
d’Acciaio è stato uno dei più discussi in rete, tanto
da scatenare delle vere e proprie prese di posizione su cosa ci
fosse di sbagliato in quell’epilo conclusivo nel primo film di Zack
Snyder. Ebbene oggi da CBM arrivano le
dichiarazioni dello sceneggiatore del film, David S. Goyer che ha
allungo parlato della cosa. Ecco le sue dichiarazioni:
Eravamo abbastanza
sicuri che si sarebbe rivelata controversa. Non volevamo ingannare
noi stessi e non l’abbiamo certo fatto per fare i fighi. Nel caso
dello scontro con Zod, abbiamo voluto metterlo in una
posizione difficile che avrebbe portato a un esito doloroso. C’è
quest’opinione, e dato che ho scritto anche qualche fumetto posso
dire tranquillamente che si tratta di una norma seguita da alcuni
miei colleghi che personalmente non condivido, secondo
cui “Superman non uccide”. E’ una legge che esiste all’esterno
della narrativa e non credo in robe del genere. Quando stai
scrivendo per la televisione o per un film, non puoi appoggiarti a
una stampella, a una norma che trova la sua ragion d’essere al di
fuori dell’esigenza narrativa. Nel nostro caso, la situazione era
questa: Zod non avrebbe smesso di uccidere degli innocenti finché
uno fra lui o Kal-el non fosse morto. La realtà dei fatti è che
nessuna prigione sulla Terra avrebbe potuto tenerlo bloccato, il
nostro Superman non poteva volare sulla Luna e non volevamo neanche
usare una scappatoia come questa. Inoltre, la nostra opera è da
intendersi come un “Superman Begins”. Clark non è Superman
fino alla fine del lungometraggio. Volevamo che lui avesse sulle
proprie spalle il peso dell’aver ucciso qualcuno, in modo tale da
poter trasportare ciò anche nel secondo film. Dato che lui è
Superman e le persone lo idolatrano, adesso deve ancorarsi a uno
standard molto elevato.
Ecco la trama del film: Nel
pantheon dei supereroi, Superman è il personaggio più riconoscibile
e riverito di tutti i tempi. Clark Kent/Kal-El (Henry Cavill) è un
giovane intorno ai vent’anni che si sente alienato dai suoi poteri
che oltrepassano qualsiasi immaginazione. Trasportato tempo fa
sulla Terra da Krypton, un pianeta tecnologicamente avanzato e
distante, il giovane Clark è attanagliato dalla domanda “Perché
sono finito quaggiù?”. Plasmato dai valori dei suoi genitori
adottivi, Martha (Diane Lane) e Jonathan Kent (Kevin Costner),
Clark scopre che l’avere delle straordinarie abilità conduce a
dover intraprendere delle difficili decisioni. E quando il mondo è
in estremo bisogno di stabilità, ecco sorgere una minaccia ancor
più grande. Clark dovrà diventare L’Uomo
d’Acciaio per proteggere le persone che ama e per
ergersi a salvatore del genere umano.
Warner Bros. Pictures e Legendary
Pictures presentano L’Uomo
d’Acciaio, con
Henry Cavill nel ruolo di Clark Kent/Superman,
per la regia di Zack Snyder. Il film è
interpretato anche da
Amy Adams (“The Fighter”), attrice candidata tre volte
agli Oscar, nel ruolo della giornalista del Daily Planet Lois Lane,
e il candidato all’Oscar
Laurence Fishburne (“What’s Love Got to Do with It”)
in quello del direttore del giornale, Perry White. Nel ruolo dei
genitori adottivi di Clark Kent, Martha e Jonathan Kent, ci sono la
candidata agli Oscar
Diane Lane (“Unfaithful — L’amore infedele”) e il
premio Academy Award
Kevin Costner (“Balla coi lupi”).
A combattere contro il supereroe
sono due altri Kryptoniani sopravvissuti, il malvagio Generale Zod,
interpretato dal candidato agli Oscar
Michael Shannon (“Revolutionary Road”) e Faora,
interpretata da Antje Traue. Originari di Krypton
sono anche i genitori biologici di Superman, la madre Lara Lor-Van,
interpretata da Ayelet Zurer (“Angeli e demoni”) e
il padre Jor-El, interpretato dal premio Academy Award
Russell Crowe (“Il gladiatore”). Nel cast anche
Harry Lennix, nel ruolo del Generale Swanwick,
Christopher Meloni in quello del Colonnello Hardy
e Richard Schiff che interpreta il Dr. Emil
Hamilton. Tutte le news nel nostro
speciale: Superman: Man of steel.
Come molti di voi
ricorderanno nell’edizione di quest’anno del
Comic-con 2013 di San Diego oltre ad essere stato
annunciato il titolo ufficiale del sequel di The
Avengers, ovvero Avengers Age of Ultron, è
stato mostrato anche un breve teaser che racconta le intenzioni
dietro alla seconda pellicola sui vendicatori diretta da
Joss Whedon. Oggi arriva da Comickbookmovie in
versione bootleg questo contributo video:
La città più famosa del crimine sta
per arrivare sul piccolo schermo, si tratta ovviamente di
Gotham City. Infatti, secondo Deadline la Fox è
intenzionata a produrre una serie in live-action che seguirà le
vicende di un giovane detective James Gordon, e
sarà concepita dal creatore di The
MentalistBruno Heller. Al momento è
esclusa categoricamente la partecipazione o il coinvolgimenti del
personaggio di Bruce Wayne, ma pare invece che lo
show usufruirà di tutti i cattivi dell’universo dell’uomo
pipistrello.
La prima apparizione del Detective
risale al numero #27 Detective Comics” 1939, ed il
commissario James Gordon è stato creato da Bill Finger e Bob Kane.
In precedenza è apparso nello show televisivo nel 1960 su Batman di
Neil Hamilton. L’ultima apparizione del personaggio risale alla
trilogia al cinema di Christopher Nolan, dove è
interpretato dall’attore Gary Oldman.
Al momento nessuna informazione è stata rilasciata su date, cast
e messa in onda, quindi non ci resta che aspettare ulteriori
notizie.
Arriva un nuovo trailer dell’atteso
nuovo gioco sull’universo dell’Uomo Pipistrello
intitolato Batman Arkham Origins.Il
nuovo contributo mostra tutto il fantastico mondo del videogame,
comprese le diverse varianti del Cavaliere Oscuro:
Sviluppato da WB Games
Montréal, Batman Arkham
Originsespande Gotham City e si presenta
come un prequel la cui storia è ambientata prima degli eventi di
Batman: Arkham Asylum e Batman: Arkham City, i primi due acclamati
capitoli della serie. Ambientato prima della rivolta dei più
pericolosi criminali di Gotham City, il gioco presenta un giovane e
rozzo Batman che affronta un momento chiave nei primi passi della
sua carriera di combattente del crimine lungo il percorso per
diventare il Cavaliere Oscuro. Nel prosieguo della storia i
giocatori incontreranno molti importanti personaggi per la prima
volta e intesseranno relazioni chiave.
Inoltre la Warner Bros. ha infatti
confermato che Deathstroke sarà un personaggio giocabile nel
Challenge Mode di Batman: Arkham Origins: chi prenoterà il gioco
per una delle tre piattaforme previste, riceverà un accesso
esclusivo al Deathstroke packche sarà poi
disponibile anche per tutti gli altri
giocatori in un momento successivo non ancora
precisato.
Batman Arkham
Originsarriverà su PlayStation 3, PC, Xbox
360 e Wii U il 25 ottobre 2013, giorno in cui
sarà pubblicato anche Batman: Arkham Origins Blackgate per Nintendo
3DS e PlayStation Vita.
Fino a che punto siamo
disposti a spingerci per soddisfare i desideri del corpo e
dell’anima? E’ intorno a questo interrogativo sostanziale che ruota
il film-scandalo del festival di Cannes, Lo sconosciuto del
lago, scritto e diretto dal regista francese Alain
Guiraudie. Un’opera di genere – un noir classico si potrebbe
definire – in cui la certezza del delitto e dell’uccisore turba, ma
non scalfisce, la passione carnale e l’istinto primitivo di un uomo
per il suo amante: per quanto, quest’ultimo, assassino a sangue
freddo. Non conta se la verità sul finale verrà svelata
pubblicamente; non ha importanza se le indagini della polizia
andranno a buon fine: quanto qui interessa scoprire e sviscerare è
la forza pericolosa e incontrollabile dell’erotismo,
dell’attrazione più impulsiva e impetuosa. In questo caso di un
uomo per un altro uomo.
«L’erotismo è l’approvazione della
vita fin dentro la morte» dice George Bataille e, come racconta il
regista, è stata questa riflessione a innescare in lui medesimo la
volontà di rappresentare, nel modo più palpabile e immediato, gli
effetti imprevedibili e impensabili del piacere fisico, e del
trasporto dei sensi, sulla ragione umana. Il personaggio di Franck
(Pierre Deladonchamps), assiduo frequentatore di una
comunità di nudisti gay in riva a un lago, si ritrova infatti a
smarrire la percezione del giusto e della realtà orribile
dell’accaduto, nonostante ne sia stato casuale e inavvertito
testimone: e questo perché travolto dalla passione sessuale per
Michel (Christophe Paou), il bagnante più avvenente, ambito
e misterioso della spiaggia. Un vortice ossessivo di emozioni, reso
plasticamente dalla nudità dei corpi e dal loro intreccio,
reiterato nel tempo e isolato nello spazio. Una routine avidamente
ricercata dai due protagonisti e materialmente manifesta in un
ambiente arioso e lagunare cui è la macchina da presa, e il lavoro
sul sonoro, a dare significato e rilevanza. Il vento fra le foglie,
il passaggio degli elicotteri, il sopraggiungere delle macchine,
l’eco della strada, sono tutte componenti che, insieme
all’alternanza della luce e dell’oscurità, di campi lunghi e di
totali, contribuiscono a restituire non tanto la dimensione
primitiva e triviale della libidine, quanto quella decadente e
malinconica. Dietro le membra scoperte o semisvestite di quelle
figurine sparse sulla sponda del lago, si coglie, oltre al
desiderio, la paura della solitudine, il bisogno di compagnia, di
condivisione e di dialogo. Basti pensare all’introversia di Henri
(Patrick D’Assumcao): una presenza quasi lirica, affascinante,
umana, che incarna più di tutte la necessità dolorosa e vera di
esprimere se stessi e di raccontarsi all’altro: fosse anche con uno
sconosciuto.
Se morite dalla
voglia che arrivi il 3 ottobre per andare a vedere il biopic sulla
principessa Diana, tanto amata dalla gente quanto poco amata dal
marito e dalla suocera, è meglio non leggiate i commenti della
stampa inglese.
Diana – The
legend is never the whole story, da noi tradotto, con la
consueta creatività, Diana – La storia segreta di Lady D, è
stato presentato in anteprima ai giornalisti del Regno Unito
venerdì 20 settembre ed è stato accolto negativamente, per usare un
eufemismo. Nulla, o quasi, da ridire, sulla sceneggiatura di
Stephen Jeffreys (The
Libertine), basata sul libro del 2001, Diana: her
last love, di Kate Snell. Niente da rilevare
neanche sulla regia del tedesco e nominato all’Oscar,
Oliver Hirschbiegel(Downfall). Molto da recriminare nei
confronti della pluripremiata, ammirata e pagata star di Hollywood,
Naomi Watts. Non si può capire il senso delle
critiche inglesi se non si è stati fan delle Spice Girls e di David
Beckham perché i giornalisti di Sua Maestà dicono pressappoco
“Ok, Naomi le somiglia, cammina come lei, ha i capelli cotonati
e laccati alla perfezione e il mascara della marca esatta, ma è
comunque poco posh rispetto all’originale”. Posh, è
l’epiteto che veniva affibbiato a Victoria Beckham
quando fingeva di cantare nel quintetto tutto al femminile, e
significa “elegante” e “di lusso”. «Nonostante la camminata e
le cadenze giuste e lo sguardo verso l’alto da martire e da santa,
è troppo bella, troppo normale», scrive David
Sexton di This is London. «Il suo lato positivo
è che è isterica», tuona Tim Robey dalle
pagine del Daily Telegraph, mentre Rotten Tomatoes
piazza un bel 4 per cento accanto al titolo del film e
Peter Bradshaw, sul Guardian, introduce il
suo articolo con «Poor Princess Diana». Ma cosa possiamo
capire, noi, dando solo un’occhiata ai trailer? I tre minuti ci
offrono un assaggio degli ultimi due anni di vita della
“principessa triste”. Capiamo che la storia si focalizza
soprattutto sull’amore con il chirurgo Hasnat Khan, una passione
che sembra non sfumare neanche quando Lady D. incontra Dodi Al
Fayed. Poi la vediamo camminare sui campi minati dell’Angola, e
mentre, circondata da bambini in una delle sue tante missioni
umanitarie, allontana i microfoni dei cronisti. Per ora noi
possiamo solo ribadire la somiglianza impressionante e fare un
plauso alla grande flessibilità che la Watts, nonostante le
critiche, dimostra nell’affrontare ruoli molto diversi l’uno
dall’altro.
La donna nei panni della quale non
ci vorremmo mai trovare è quella Sally del non memorabile film di
Woody Allen Incontrerai l’uomo dei tuoi
sogni, quando, dopo essersi dichiarata al suo capo,
riceve un garbato, cortese, ma fermo “sono lusingato, ma no,
grazie”. Non vorremmo essere al posto di Sally anche perché, nella
migliore tradizione alleniana, ha già alle spalle un matrimonio
naufragato e una mamma (già mamma di Bridget
Jones,Gemma Jones) lasciata dal
marito Anthony Hopkins per un’oca, ma che, a
differenza della figlia, si consola facendosi prendere in giro da
una sedicente maga che le promette un futuro di passione. Se però
consideriamo che Sally è Naomi Watts, che
nonostante la mascellona e il fisico androgino, è una delle attrici
più carismatiche di Hollywood, stentiamo a credere che
Antonio Banderas – che ai tempi, tra l’altro, non
faceva ancora il fornaio – l’avrebbe rifiutata, nel mondo
reale.
Come si fa a dire no a una che nel
2002 è stata inserita dalla rivista People nella classifica
dei 50 più belli dello star system? Che da anni è una delle attrici
più attive nella lotta contro l’Aids? E se questo non bastasse,
come si fa a snobbare una diventata famosa a 32 anni, sotto l’ala
protettrice di David Lynch che inserisce in
Mullholland drive quei cinque minuti
saffici di lei insieme a Laura Harring, durante i
quali ogni uomo – e qualche donna – si dimentica di non aver capito
niente della trama e scopre uno spasmodico interesse per come andrà
a finire?
Per l’allucinato capolavoro del
2001, la Watts ottiene numerosi riconoscimenti, e nonostante siano
più apprezzati dalla critica che dal pubblico, i deliri lynchani le
permettono di raggiungere, dopo, anche il cuore del mainstreaming,
grazie al remake dell’horror giapponese The
Ring. E pensare che la Watts, nata nel Kent e
naturalizzata australiana, inizia a recitare a soli 18 anni, nel
1986, in un film intitolato For Love Alone.
Dopo quella breve parentesi, la bionda decide che, per lei, è più
adatto il mondo della moda e comincia a lavorare prima come
indossatrice poi come redattrice di riviste del settore, senza mai
interrompere lo studio della recitazione.
Sul set di
Flirting, infatti, conosce le future dive
Thandie Newton e Nicole Kidman,
divenendo amica di entrambe, soprattutto dell’ex signora Cruise.
Dagli anni Novanta, fino all’incontro con David Lynch,
Naomi Watts ottiene molte particine in serie e pellicole
per il cinema e la tv, senza che nessuno si accorga di lei.
Scorrendo i titoli, tuttavia, si avverte già in nuce la
flessibilità che tuttora la accompagna nella scelta dei ruoli,
nonostante la bella Naomi renda decisamente di più nei film
drammatici e nei panni di donne disperate e tormentate, che nelle
commedie. Dopotutto, la sua infanzia non è stata tutta rose e
fiori, prima per la separazione dei genitori, quando è ancora
piccola, poi per la morte del padre, ex collaboratore dei Pink
Floyd, per overdose di eroina nel 1976. “Quando ci trasferimmo
dal Kent nel Galles, io e mio fratello studiavamo la lingua del
posto, in una scuola in mezzo al nulla, mentre tutti gli altri
perfezionavano l’inglese. Ovunque ci trasferissimo assumevamo
l’accento di quella regione e questo forse mi ha aiutata nel mio
lavoro. Comunque ricordo una buona dose di tristezza nella mia
infanzia, ma l’amore non mi è mai mancato”.
A 14 anni, Naomi
Watts si trasferisce in Australia, insieme al fratello, la
madre e il patrigno. Poi, negli anni 90, incoraggiata anche da
Nicole Kidman, Naomi si trasferisce a Los Angeles,
dove iniziano anni difficilissimi in cui accetta tutte le “parti di
merda” che riesce a trovare. “Per un periodo sono tornata di
nuovo in Australia, sempre per piccole parti. Una volta rientrata a
Hollywood tutti quelli che mi avevano spronata non sembravano più
interessati. In pratica, dovetti ricominciare tutto da capo. Non mi
inviavano neanche lo script perché a loro non conveniva. Mi ricordo
che una volta dovetti guidare per ore nella Valley per andare a
prendere tre pezzi di carta scritti da qualche orrendo pezzo di
merda”. “Nicole (Kidman) mi ha sempre offerto un enorme
appoggio, ma ce l’ho fatta perché a poco a poco il mio motto è
diventato ‘il lavoro genera lavoro’, così continuavo ad accettare
tutto”. Per un soffio non ottiene la parte che poi sarebbe
andata a Charlize Theron in L’avvocato
del diavolo. La stessa cosa succede con Ti
presento i miei, ma proprio quando le speranze di
Naomi sembrano esaurirsi, Mister Lynch, senza aver visto nessuno
dei suoi precedenti lavori, la scrittura immediatamente per
Mullholland Drive: “Sentivo che la
persona che stavo guardando nella foto aveva un talento enorme. Ho
visto qualcuno con una bella anima e una bella intelligenza, capace
di supportare i ruoli più vari”. Dopo, la strada della ragazza
che nessuno voleva, è tutta in discesa.
Oltre a The
Ring, Naomi recita in Ned
Kelly – dove si innamorerà, ricambiata, di
Heath Ledger – e in Le
divorce, insieme a Kate Hudson, ma
anche negli inquietanti episodi di Rabbits,
firmati dal mentore Lynch.
Nel 2004, per l’interpretazione di
Ann Darrow nel remake di King Kong, firmato
da Peter Jackson, vince il Saturn Award come
migliore attrice protagonista, ma è nel 2006 che dà un’altra bella
prova, nel godibilissimo remake di una pellicola del 1934,
Il velo dipinto, dove veste i panni di una
moglie insoddisfatta che si accorge troppo tardi aver avuto accanto
per tutta la vita un marito migliore di lei e che, tra l’altro, è
Edward Norton. Per la parte di Kitty Garstin, la
stampa americana la paragona a Greta Garbo, prima a interpretare il
ruolo, e scrive che la Watts riesce a coinvolgere lo spettatore
quasi più della grande diva. Sul set de Il velo
dipinto, Naomi conosce anche l’attore e regista
Liev Schreiber, col quale intreccia una relazione
che dura tuttora e dalla quale sono nati Alexander e Samuel Kai. La
coppia, inoltre, ha recentemente dichiarato di desiderare una
bambina.
Nel 2007, per Naomi, arriva un
altro grande nome, quello del regista David
Cronenberg, nonostante in La promessa
dell’assassino l’attrice venga, in parte,
oscurata, così come Vincent Cassel, dalla
preponderanza del corpo di Viggo Mortensen e dalla
scena, ormai cult, di lui che, nudo e coperto solo dai tatuaggi,
combatte in una sauna contro due energumeni. Sempre nel 2007
interpreta Funny games insieme a
Tim Roth che non esita a definire la pellicola
“più più disturbante della mia carriera. È stata brutale”.
Dal canto suo, il regista Michael Haneke dichiara:
“Per quanto mi riguarda ho posto una sola condizione: che la
protagonista fosse Naomi Watts”. Arrivano poi, tra gli altri,
The International (2009) e il non eccelso
J. Edgar (2011), diretto da Clint
Eastwood, dove tutti gli attori, lei compresa, non sono
che delle comparse che supportano il gioco tra Leonardo Di
Caprio e Armie Hammer.
Con The Impossible di Juan Antonio
Bayona, basato sulla vera storia di una famiglia scampata
allo tsunami del 2004, Naomi ottiene le nomination come miglior
attrice protagonista, concorrendo sia per l’Oscar, che per il
Golden Globe. Oggi, nonostante sia stata massacrata dalla stampa
inglese per la sua interpretazione di Lady Diana, ai suoi fan piace
sempre ricordarla, nominarla e magnificarla nel suo vero stato di
grazia, cioè nei panni di Cristina, la disperata vedova assetata di
vendetta, in 21 grammi. Il film di Alejandro
Gonzáles Inárritu, forse il vero capolavoro della sua
“Trilogia della morte”, mastica e sputa le certezze dello
spettatore. La “trinità” Watts, Sean Penn e
Benicio Del Toro – e diciamolo, la pazzesca
storia d’amore dei primi due – dà vita a un ingranaggio così
naturale e al tempo stesso sconvolgente, da far desiderare che una
come Naomi lasci definitivamente perdere le Kate
Hudson e i King Kong e scelga ancora di farci piangere
come si deve, come quando, dopo che le hanno investito il marito e
le figlie sussurra: “Non è vero quello che dicono tutti. La
vita non continua”.
Stravagante, vitale, gioioso ma
allo stesso tempo torbido, mortifero e violento. Parliamo del
cinema di Pedro Almodóvar, ma anche di Pedro
stesso, cantore per eccellenza della donna sul grande schermo che
oggi compie gli anni (Calzada de Calatrava, 24 settembre 1951).
Il cinema di Almodóvar può essere
diviso in due epoche diverse, chiaramente delineate da
Tutto su Mia Madre, ad oggi forse il suo
capolavoro e che gli è valso il Premio Oscar (il suo primo, seguito
poi da quello alla sceneggiatura originale per Parla
con lei) per il miglior film straniero. Ha un mondo
suo, una sua casa di produzione e tante muse (maschie e femmine),
che popolano il suo cinema con ritratti di donne sempre diverse e
magnifiche.
Sono Carmen Maura, Marisa
Paredes, Penélope Cruz, Cecilia Roth, Victoria Abril, Antonio
Banderas, Rossy De Palma, Chus Lampreave e Javier
Bardem gli attori e le attrici che con lui ci regalano un
mondo talvolta violento, altre volte sgargiante di vita e colori,
ma sempre mosso dalla vitalità più profonda dell’essere umano.
Si sta girando a Roma e in altre
location sparse in tutto il mondo (per esempio la New York) da
oltre quattro settimane il film
Tutta colpa di Freud, prodotto da Medusa film e
Lotus Production e diretto da Paolo Genovese. Il
film è completo per più della metà (quasi un terzo) e, nella
prestigiosa location del Teatro dell’Opera, si gireranno alcune
scene che coinvolgono i personaggi interpretati da Vinicio Marchioni e Vittoria Puccini, una libraia e il suo
innamorato che è proprio un ladro di libri appassionato d’opera. Ma
i loro personaggi non sono i soli che popolano il film: il grande
mattatore è un inedito Marco Giallini in un ruolo meno cinico del
solito: interpreta infatti un padre e psichiatra che tenta di
risolvere proprio i problemi sentimentali delle sue tre-
amatissime- figlie: la più piccola interpretata da Laura
Adriani, una diciottenne di nome Emma; la libraia Marta
interpretata, appunto, dalla Puccini e Sara, interpretata da
Anna Foglietta, una ragazza che ha un evidente
debole per le donne.
In
Tutta colpa di Freud Giallini
interpreta Francesco, uomo che ha dedicato tutta la sua vita alle
figlie dopo che la moglie- medico in carriera- lo ha lasciato;
all’improvviso si ritrova costretto ad aiutare le figlie
sbrogliando le loro complicate vite sentimentali: Sara, delusa
dall’amore, decide di provare con gli uomini; Marta si innamora di
un ladro che lavora al teatro dell’opera, è affascinante,
romantico, amante della lirica e pure sordo; e infine la piccola
maturanda Emma che, per dimostrare al padre di essere “grande” e
autosufficiente come le sue sorelle e per dimostrargli di valere
molto e d’avere stoffa, si innamora perdutamente di un cinquantenne
con a fianco una splendida moglie, nei cui panni troviamo Claudia Gerini, una donna elegante,
sofisticata, glaciale e sicura di se che, casualmente, è proprio il
nuovo oscuro oggetto del desiderio di Francesco, tornato ad
innamorarsi dopo anni. Per “salvare” la figlia e scongiurare questa
opzione improbabile, lo psichiatra si troverà di fronte ad un
bivio: rinunciare ad una possibile love story con una donna
affascinante spingendola di nuovo tra le braccia del marito, oppure
benedire l’unione della figlia e lasciare che le cose scorrono.
L’intento di
Tutta colpa di Freud è quello di riflettere sulle
differenze che intercorrono tra le persone, differenze d’età,
sesso, estrazione sociale, ceto d’appartenenza. Il film nasce da un
sodalizio- ormai consolidato- tra Medusa film e Lotus Production,
oltre alla fiducia riposta nei confronti di Genovese, uno dei
fuoriclasse della commedia all’italiana che ha diretto numerose
pellicole di successo e torna a regalarcene un’altra proprio per
l’anno nuovo, considerando che il film uscirà nelle sale il
23/01/2014 ed è costato circa 6 milioni di euro divisi tra i vari
set (New York inclusa) e riprese cittadine ambientate a Roma, sui
luoghi più conosciuti del centro che sono stati riscoperti con una
nuova ottica (zone come Campo de ‘Fiori, via dei Coronari e altre
location prossime) dopo il tentativo mal riuscito di
Woody Allen con il suo To Rome with
love.
La location newyorkese, invece, fa
da sfondo alle scene con protagonista il personaggio interpretato
da Anna Foglietta, che ha dichiarato di essersi
divertita moltissimo a girare nei posti più cool ed
iconografici della Grande Mela come la Fifth Avenue, Brooklyn, la
celebre tube, i taxi boat gialli che solcano l’Hudson e
tanti altri. Nonostante l’esperienza positiva, girare tecnicamente
a New York- come a Roma- non è stato facile: troppi permessi e
tante restrizioni impediscono un tipo di lavoro fluido e, nel caso
americano, pure personale visto che il regista ha (almeno nella
nostra industria cinematografica) il diritto di cambiare idea e
apportare delle modifiche alla sceneggiatura in totale libertà,
mentre negli States è una sorta di esecutore materiale e basta.
Per realizzare il film la troupe ha
contato sull’appoggio di entità diverse tra le quali l’associazione
italiana per le persone sorde che li ha aiutati nel mettere in
scena l’amore, silenzioso e romantico, fatto di gesti e sguardi tra
Marchioni e la Puccini. Tanti altri attori, poi, arricchiscono il
film con le loro amichevoli partecipazioni (personaggi come
Edordo Leo, Giulia Bevilacqua, Daniele Liotti, Gianmarco
Tognazzi e tanti altri).
Il titolo, ovviamente, è un omaggio
giocoso alla psicanalisi freudiana (nonostante i dubbi nutriti dal
regista sulla sua comprensione!) e l’argomento si è dimostrato
abbastanza vicino a tutti i membri del cast: a parte Giallini e la
Puccini, tutti hanno dichiarato di aver avuto delle esperienze con
la psicanalisi per meglio approfondire il loro mondo interiore e
conoscersi meglio, parte questa fondamentale per il mestiere
dell’attore.
In ultima analisi si è discusso del
ruolo della commedia al cinema, considerata come un genere molto
spesso snobbato dalla critica e dai grandi festival che
preferiscono film d’autore e di nicchia destinata ad una porzione
limitata di pubblico, mentre invece è un genere potenzialmente
molto forte che arriva a tutti cercando di raccontare la realtà di
oggi senza superficialità ma con sguardo leggero.
Mancano pochi giorni al nuovo ed
innovativo Roma Web Fest, il primo festival internazionale
delle Web-series, vi farà scoprire il mondo del Web come non lo
avete mai visto. Vere e proprie fiction e serie realizzate per
essere fruite attraverso la “rete” oppure sui display dei
dispositivi mobili, verranno visionate, proiettate e votate, per
poi essere premiate durante il Festival che si terrà presso il
Teatro Golden, Via Taranto 36, il 27, 28 e 29 Settembre.
Viene comunicata la Giuria:
Luca Argentero (Attore e
produttore); Carlo Principini (autore, produttore e
direttore artistico della Pubblispei); Massimo Gaudioso
(Sceneggiatore); CristinaPriarone (Direttore
Generale Roma Lazio Film Commission); Marco Bonini (Attore,
sceneggiatore e produttore cinematografico) Ivo Mei
(Scrittore e giornalista); Massimo Arcangeli (Segretario
Generale Agis Anec); Rossella Izzo (Attrice, Doppiatrice,
Direttrice del doppiaggio e Regista); Marco Poccioni
(Produttore Rodeo Drive).
Presidente di giuria:
Michael Ajakwe Jr, direttore
artistico e fondatore del Los Angeles Web Fest.
Non solo proiezioni ma tavole
rotonde, incontri con autori ed editori, tra film-maker, produttori
e aziende, fashion blogger, visibilità, tutto questo e altro
ancora, convergerà all’interno del nuovo Festival dedicato
interamente al nuovo modo di comunicare: Il Web.
Gli appuntamenti davvero
imperdibili sono Le Anteprime il 27 alle 18:30, dove saranno
presentati i nuovi possibili protagonisti del web, ma soprattutto
vi aspettiamo sabato sera alle 21:00 con i Protagonisti indiscussi
delle web serie, realizzatori dello spot virale del Roma Web Fest
(http://www.youtube.com/watch?v=w0qzA5H5g9I)
, che presenteranno prodotti inediti a sorpresa. Una lista lunga
decine di nomi. Un incontro mai realizzato prima. Il tutto coronato
dall’intervento dei direttori artistici dei web fest di Los
Angeles, Vancouver, Marsiglia e Melbourne. Questi ultimi saranno
presenti anche domenica mattina a partire dalle undici per
incontrare i giornalisti e ascoltare le proposte dei giovani film
maker italiani.
Infine domenica alle 17:30 si terrà
l’evento di Premiazione del Roma Web Fest
Il Roma Web Fest è patrocinato dal
Mibac, dalla Regione Lazio, dal Comune di Roma, dall’Anica, dalla
Lazio film Commission, dall’Anec, dall’Anem, dall’Agis,
dall’Agiscuola e da RAI FICTION. Inoltre collabora con la Giffoni
Academy, con Altaroma, L’accademia del lusso, lo IED e Romeur.
Janet De Nardis (Direttore
Artistico) e Maximiliano Gigliucci (Direttore Generale) ricordano
che tra i molti premi per i vincitori dei primi cinque premi
andranno di diritto alle finali dei festival gemellati per creare
vere occasioni di lavoro a livello internazionale.
Si è conclusa la 16 ma
edizione del Mediterraneo Video Festival, festival
internazionale del cinema documentario.
La giuria composta da, Tony
Shargool, Jamal Ouassini e Alessandro
Pesci ha assegnato il premio al miglior
documentario a Jazzta Prastaor wich are the
bulgarian notes di Andrey Slabakov,
(Bulgaria), con la seguente motivazione: per attinenza al tema, per
il panorama che offre sulla realtà poco conosciuta della tradizione
musicale Rom, per il focus sulla realtà mitteleuropea, dalla
periferia di Sofia al lontano Pakistan, in compagnia del
fisarmonicista Martin Lubenov.
Menzione speciale al
documentario Cello Tales di Anne
Schiltz (Lussemburgo) per il linguaggio narrativo e la
qualità tecnica delle registrazioni audio e video.
Premio del pubblico al
documentario ll lupo sul tamburo. un viaggio tra i musicisti
Kazaki di Nello Correale, (Italia).
Menzione a Just play di Dimitri
Chimenti, Italia/Francia/Palestina.
Come rivela il nuovo spot tv,
Carrie è stato vietato ai minori in
America. La Screen Gems e la MGM hanno infatti ricevuto il rating R
per la pellicola, che sarà quindi visibile ai minori di 17 anni
solo se accompagnati. La pellicola arriverà in Italia il prossimo
28 novembre. Di seguito il nuovo spot.
Carrie nuovo spot
tv
Vi ricordiamo
cheCarrieè il remake
del film del 1976 diretto
da Brian De Palma. Ad interpretare il
ruolo che fu di Sissy Spacek ci sarà,
per questa versione del 2013, la
giovane Chloe Grace Moretz,
mentre Julianne Moore interpreta
la sua fanatica madre.
Trama: tratto dal romanzo di Stephen King,
il film è il remake di Carrie, lo sguardo di
Satana diretto nel 1976 da Brian De Palma con protagonista Sissy
Spacek. Protagonista della storia è Carrie White, un’adolescente
complessata per l’educazione sbagliata ricevuta dalla madre nonché
zimbello della scuola dove viene ridicolizzata di continuo. Quando
Carrie scopre di avere dei misteriosi poteri telecinetici inizierà
ad usarli per vendicarsi.
Oggi 24 settembre 2013, la Warner
Bros rilascerà The Dark Knight Trilogy: Ultimate
Collector’s Edition, un box-set in Blu-ray contenente
tutti i film della saga de Il cavaliere
oscuro ed un disco bonus con diverso materiale
extra (in Italia arriverà il 2 ottobre).
Tra i contenuti speciali del film
c’è anche il provino sostenuto dal premio Oscar Anne
Hathaway per aggiudicarsi il ruolo di Selina
Kyle/Catwoman, di cui vi presentiamo di seguito alcuni frame
esclusivi. In lizza per il ruolo c’erano tante altre attrici, tra
cui Jessica Biel e Kate Mara.
La Sony Pictures ha rilasciato
tantissime immagine esclusive di Captain Phillips, la nuova pellicola con
protagonista Tom Hanks. Diretto
da Paul Greengrass (The Bourne
Supremacy, The Borne Ultimatum), il film racconta la storia
vera, avvenuta nel 2009, della cattura del
Capitano Richard Phillips (Hanks) e del
dirottamento della nave americana MV Maersk Alabama ad opera di
pirati somali.
Captain Phillips
nuove immagini
Basato
sull’autobiografia A Captain’s Duty: Somali Pirates,
Navy SEALS, and Dangerous Days at Sea, scritta dal vero
Phillips, Captain Phillips annovera nel cast anche
Catherine Keener, Max Martini, Yul Vazquez, Michael
Chernus, Chris Mulkey, Corey Johnson, David Warshofsky, John
Magaro e Angus MacInnes. Verrà
distribuito nelle sale cinematografiche americane l’11
ottobre, mentre in Italia arriverà il
prossimo 7 novembre.
Prossimamente
vedremo Tom Hanks anche
in Saving Mr. Banks, in cui l’attore
due volte premio Oscar vestirà i panni di Walt
Disney. Diretto da John Lee
Hancock (The Blind Side), il film racconterà
la storia vera della nascita di Mary
Poppins, concentrandosi in modo particolare sul
rapporto tra l’autrice australiana del romanzo Pamela
Lyndon Travers (interpretata da Emma
Thompson) e Walt Disney, e degli sforzi di quest’ultimo
(durati quattordici anni) per cercare di ottenere i diritti del
libro. Saving Mr. Banks verrà rilasciato nei
cinema italiani a partire dal 16 gennaio
2014.
E’ stata diffusa online una nuova
clip dalla 20th Century Fox di The Counselor – Il
procuratore, la nuova pellicola di Ridley
Scott in uscita nei nostri cinema il prossimo 14
novembre. La clip vede protagoniste Cameron
Diaz e Penelope Cruz.
The Counselor
nuova clip
La storia è quella di un
lanciatissimo avvocato che vede il suo successo e la sua vita
andare progressivamente in pezzi quando, per curiosità e
presunzione di poterne uscire quando vuole, entra nel mondo della
droga. Protagonista è, infatti, un avvocato (Michael
Fassbender) in cerca di liquidi dopo aver chiesto alla sua
fidanzata di sposarlo e che accetta la proposta di un conoscente
legato alla malavita (Javier Bardem) di portare 20
milioni di dollari di cocaina dal Messico negli Stati Uniti; ad
aiutarlo ci sarà un poco di buono, interpretato da Brad
Pitt.
Oggi 24 settembre 2013, la Warner
Bros rilascerà The Dark Knight Trilogy: Ultimate
Collector’s Edition, un box-set in Blu-ray contenente
tutti i film della saga de Il cavaliere oscuro ed un disco
bonus con diverso materiale extra (in Italia arriverà il 2
ottobre).
In una delle featurette incluse tra
i contenuti speciali, possiamo vedere il provino di
Christian Bale per il ruolo di Batman in
Batman Begins. L’attore indossa il costume utilizzato da
Val Kilmer in Batman Forever e recita una
scena al fianco di Amy Adams nei panni di
Rachel.
Anche Cillian
Murphy aveva sostenuto il provino per il ruolo di Batman.
A Christopher Nolan piacque molto la sua
performance, ma poi pensò che l’attore avrebbe reso sicuramente di
più nei panni dello Spaventapasseri. Tra i contenuti extra vi è
anche questo provino, di cui vi presentiamo di seguito due frame
esclusivi.
E’ stato rivelato da poco che
Arnold Schwarzenegger ed Abigail
Breslin saranno i protagonisti del film
Maggie, uno zombie movie fino ad ora mai
realizzato, ma la cui sceneggiatura era pronta dal lontano 2011. Le
riprese del film sono iniziate proprio oggi; arriva direttamente da
Schwarzenegger, infatti, attraverso il suo account Twitter, la
prima foto dal set, che vi presentiamo di seguito.
Maggie,
che non ha ancora una data di uscita, sarà un film low-budget
diretto da Henry Hobson. La pellicola racconta di
un pericolosissimo virus che andrà a colpire una giovane ragazza,
trasformandola a poco a poco in un zombie mangia carne; la sua
famiglia cercherà ad ogni costo di aiutarla.
Il film dedicato alla vita di
Freddie Mercury è sicuramente uno dei progetti più
attesi di sempre. Inizialmente, nei panni dell’ex leader dei
Queen avremmo dovuto vedere Sacha Baron
Cohen, che ha poi abbandonato il progetto per divergenze
creative con i restanti membri della band, coinvolti all’interno
della pellicola in qualità di produttori.
Arriva adesso la notizia (notizia
alquanto sconvolgente) che in lizza per il ruolo ci sarebbe, tra
gli altri, Daniel Radcliffe. Naturalmente si
tratta soltanto di un rumor, ma pare che i produttori del biopic
siano rimasti particolarmente entusiasti di Daniel dopo averlo
ammirato nella pellicola Kill Your Darlings. Risulta
sicuramente difficile immaginarsi l’ex Harry Potter in un ruolo del
genere, ma forse è proprio questo a cui l’attore sta puntando:
cercare di scrollarsi di dosso una determinate immagine per
riuscire a convincere e mettere d’accordo tutti.
Yahoo! Movie ha diffuso in rete i
primi due character poster di Divergent,
il nuovo sci-fi d’avventura diretto da Neil
Burger (Limitless). I poster, che vi
presentiamo di seguono, ritraggono i protagonisti Tris Prior
(interpretata da Shailene Woodley) e Four
Eaton (Theo James).
La trama: Divergent è ambiento
nella Chicago del futuro, un futuro controllato e rigidamente
ordinato, tipicamente distopico e racconta della sedicenne Tris,
intrappolata nella necessità di compiere la scelta che le cambierà
la vita. Il mondo è diviso in cinque fazioni e per Tris è arrivato
il momento di scegliere a quale appartenere. La scelta che la
ragazza compierà segnerà l’inizio di una serie di prove, che
la condurranno a percorrere una strada tortuosa e inattesa. In un
mondo in cui gli istinti umani vengono soppressi e tutto e regolato
e controllato, Tris imparerà che c’è sempre un’altra faccia della
medaglia. Lei è diversa da tutti gli altri, è una Divergente, la
sua natura le impone la ribellione e quando scoprirà di non
potervisi opporre il suo destino e quello del mondo in cui vive
cambierà per sempre.
La Weinstein
Company ha deciso di posticipare l’uscita di
Grace di Monaco, l’attesissimo biopic che
vede il premio Oscar Nicole Kidman interpretare
l’ex principessa di Monaco e musa di Alfred Hitchcock Grace
Kelly. La pellicola, la cui release in America era
stata fissata per il 27 novembre 2013, verrà invece distribuita nel
corso delle primavera 2014. Pare che la decisione sia
stata presa per permettere al regista Olivier Dahn
di lavora ancora sul film, il quale necessiterebbe ancora di tempo
per potersi definire completo.
Grace di
Monaco seguirà la seconda parte della vita di Grace
Kelly e il suo ruolo di principessa di Monaco dopo il matrimonio
con il Principe Ranieri, interpretato da Tim
Roth; del cast faranno parte anche Parker
Posey, Frank
Langella, Paz
Vega e Milo Ventimiglia. La
sceneggiatura è opera di Arash
Amel (Erased).
Il film ha già suscitato polemiche e
l’aperto disconoscimento da parte dei figli della principessa, a
partire dal Principe Alberto di Monaco, che ne ha criticato la
versione della madre, giudicata eccessivamente glamour, oltre
che le gravi imprecisioni dal punto di vista storico e
l’inserimento di scene di pura finzione.
Arriva un nuovo spot dell’atteso film
della Marvel
StudiosThor The Dark Worlde
protagonisti di questo nuovo contributo sono Thor (Chris
Hemsworth) e Loki(Tom
Hiddleston) e dalle poche immagini possiamo presumere
che il dio del tuono e il suo fratellastro si uniranno insieme per
sconfiggere il perfido Malekith:
Ecco la nostra fotogallery del film:
[nggallery id=69]
Per le news sul film vi
segnaliamo il nostro speciale: Thor 2, mentre per tutte le info
sul film nella nostra
Scheda Film: Thor The Dark
World.
Trama: Continuano le avventure
di Thor, il più forte degli Avengers, che combatte per salvare la
terra e tutti i Nove Regni da un oscuro nemico che vuole dominare
l’universo. Thor lotta per ristabilire l’ordine tra i pianeti… ma
un’antica dinastia dominata dallo spietato Malekith minaccia di far
ripiombare l’universo nell’oscurità. Affrontato da un nemico a cui
nemmeno Odino e Asgard possono opporsi, Thor deve intraprendere
il viaggio più pericoloso ed introspettivo della sua
vita, che lo ricongiungerà con Jane Foster e lo obbligherà a
sacrificare tutto per salvare l’universo intero.
L’atteso adattamento di
Warcraft sta entrando nel vivo della
pre-produzione e il regista Duncan Jones
probabilmente scegliere in tempi i brevi i protagonisti del film, e
dopo i rumors di ieri sulla coppia Colin Farrell/Paula
Patton (leggi
qui) oggi Deadline ha rivelato la lista
di nomi in lizza per gli altri ruoli rilevanti del film prodotto
da Legendary Pictures e Atlas Entertainment. Ma
prima di rivelare i nomi degli altri interpreti arrivano
aggiornamenti su Paula Patton, infatti pare che
l’attrice sia in trattative avanzate per interpretare la
protagonista femminile del film, mentre a Colin
Farrell è stato offerto altro tempo per pensarci; al
momento siamo sul 50/50 ragion per cui il regista Duncan Jones ha
già iniziato a provinare altri attori.
Per quanto riguarda invece la lista
di nomi per gli altri ruolo nella pellicola, pare siano coinvolti
gli attori: Anton Yelchin, noto per aver
interpretato la parte di Anton Yelchin nel reboot di
Star Trek di J.J.
Abrams; Paul Dano, fra i protagonisti del film che ha
vinto la corsa a botteghino USA di questa
settimana Prisoners,Travis
Fimmel, attore rivelazione della
serietv Vikingse Anson
Mount protagonista della serie Hell on
Wheels. Non ci resta che aspettare ulteriori conferme
sui rumors.
Il progetto attualmente in
pre-produzione ha subito vari rallentamenti ma ora sembra abbia
trovato la quadratura giusta, quindi non ci resta che attendere
notizie ufficiali sul cast. Warcraft sarà diretto dal
regista Duncan Jones, figlio del noto
cantante/attore David Bowie, nonché regista
del delizioso Moon; mentre a
produrre il film ci saranno i “capi” della Legendary
Pictures, Thomas
Tull e Jon Jashni, affiancati
dai veterani Charles
Roven e Alex Gartner. A
produrre anche la Blizzard e
la Atlas Entertainment, responsabili del
gioco. La sceneggiatura invece è stata scritta
da Charles Leavitt.
L’universo “Warcraft” è un ambiente
ricco di fantasia che ruota intorno al conflitto epico tra le forze
opposte del Orda e l’Alleanza. Dal suo debutto nel 1994, “Warcraft”
ha sviluppato un seguito di fan fedeli in tutto il mondo, con
diversi bestseller, numerosi giochi premiati e una gamma di
prodotti popolari in licenza tra cui romanzi, action figures,
abbigliamento, fumetti, giochi da tavolo e altro ancora . “World of
Warcraft”, è disponibile su abbonamento massively multiplayer
online role-playing game della Blizzard Entertainment, ed è il
gioco più popolare del suo genere al mondo.
Con
Universitari – Molto più che amiciFederico Moccia tenta un cambiamento di audience ricercando
le attenzioni di un pubblico più maturo. Ed è così che i
sempreverdi protagonisti dei suoi film – adolescenti in balia degli
ormoni – vengono rimpiazzati senza troppi rimpianti da universitari
insicuri del proprio futuro. Peccato che i ventenni immortalati da
quest’ ultimo lavoro siano completamente identici a quelli di
Tre metri sopra il cielo e del più recente
Amore 14, che, come suggerisce
efficacemente il titolo, avevano 14 anni: qualcosa quindi, non
torna.
Il film vorrebbe essere un vitale e
fedele inno di una generazione che non sa più dove andare,
frustrata dalla precarietà e dalle incertezze; lo stesso regista ha
dichiarato con forza di aver perseguito la strada del realismo
ritraendo le vite reali degli universitari di oggi. Siamo così
introdotti dalla voce narrante del protagonista Carlo (Simone
Riccioni) dentro “Villa Gioconda”, una ex clinica in disuso che
la padrona ha deciso di affittare a studenti fuori-sede, senza
neanche rimetterla troppo a posto. Si formerà così un’invidiabile
famiglia allargata (guarda a caso i coinquilini sono tre maschi e
tre femmine) che darà a ciascuno la forza di superare le proprie
paure e di spiccare il volo.
Se il buon Moccia voleva farsi
portavoce dei giovani adulti, ha decisamente sbagliato strada: lo
script non presenta infatti nulla di attuale o per lo meno di
reale, ma si configura come un grande contenitore di assurdi
psicodrammi adolescenziali. Per una sorta di grottesca par
condicio, non viene lasciato fuori niente: c’è il trauma dovuto
alle liti dei parenti, il dolore per la perdita del padre, i
genitori poco presenti, le imposizioni e i rancori, i tradimenti e
le pene d’amore, persino l’immancabile sorella con problemi di
droga e di debiti. Per rendere giustizia ai tempi di cambiamenti
culturali, viene addirittura introdotta la figura dell’iraniano
Faraz (Brice Martinet), portatore di una diversa visione del
mondo, che non perde occasione di esemplificare attraverso
stereotipi senza fine.
Ogni singolo tassello componente il
quadro è pervaso da un’incontenibile banalità mista a favolosi
cliché, amplificati da una sceneggiatura che parla solo per luoghi
comuni. Sono proprio i dialoghi – scritti dallo stesso Moccia
insieme a Ilaria Carlino – a costituire la parte più
surreale e artefatta della già poco verosimile pellicola. Sguardi
complici e compassionevoli, elementari parole di conforto accolte
dagli interessati come poetiche perle di saggezza e improbabili
citazionismi vengono esibiti con orgoglio come efficace arma contro
le avversità della vita. La hit “Stupido” di Alessandra Amoroso
diventa così un modello esistenziale nel quale rispecchiarsi e
commuoversi. Nessuna colonna sonora fu mai più azzeccata.