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Apple TV +: l’azienda presenta il suo servizio streaming

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Apple TV +: l’azienda presenta il suo servizio streaming

La “mela” è pronta a fare il grande salto nel mondo delle piattaforme streaming, sfidando la concorrenza dei colossi Netflix e Amazon Prime Video: è stato annunciato ieri durante un evento di lancio Apple TV +, il servizio streaming della Apple che arriverà in autunno (insieme ad un aggiornamento della già esistente applicazione TV), promosso da Steven Spielberg e molte altre personalità dello show business americano come Oprah Winfrey, Reese Witherspoon. Sul palco insieme al regista c’era Tim Cook, presidente dell’azienda.

Amiamo la TV, perché non è solo semplice intrattenimento, ma anche cultura” ha dichiarato Cook, spiegando al pubblico che la piattaforma sarà adatta a tutta la famiglia e che la app verrà organizzata in maniera più intuitiva possibile proprio per garantire agli utenti di dedicare meno tempo alla “ricerca” del titolo e più per la visione.

Subito dopo è stato proiettato il video di presentazione introdotto da Spielberg e ricco di contributi da parte di J.J. Abrams, Reese Witherspoon, Jennifer Aniston e Sofia Coppola. “Tutti hanno il diritto di raccontare la loro storia“, è il messaggio che risuona forte e chiaro dalle immagini.

Tra i prodotti originali in sviluppo ci sono la serie The Morning Show con Steve Carell, See di Steven Knight con Jason Momoa, e due documentari con Oprah (uno è Toxic Labor, riguardante il tema degli abusi sul posto di lavoro, mentre l’altro tratterà in forma di docu-serie le malattie mentali).

Per quanto concerne invece la versione aggiornata della Apple TV, si potranno vedere contenuti da Amazon Prime, Hulu, Starz, HBO, Showtime, CBS All Access, BBC America, Epix, oltre a eventi live sportivi, come dichiarato dal vicepresidente Apple per i servizi Peter Stern. Questo grazie a Apple TV Channels che sarà collegata a diversi canali permettendo al pubblico di abbonarsi e pagare solo i canali desiderati già a partire da maggio 2019. I contenuti potranno essere scaricati e visti offline.

A questi contenuti si aggiungono quelli che verranno resi disponibili tramite il nuovo servizio Apple TV+ annunciato proprio oggi. L’app sarà disponibile in più di cento paesi, non conterrà annunci pubblicitari e distribuirà in esclusiva i contenuti originali di Apple. Non sono state diffuse informazioni sul prezzo.

Di seguito potete dare uno sguardo ai due video di presentazione.

https://youtu.be/RrdbT4hpwBk

https://youtu.be/A-j8QaoTeWU

Fonte: Deadline

Apple Studios annuncia un nuovo film dei Peanuts con Snoopy e Charlie Brown

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Apple Studios sta sviluppando un nuovo film sui Peanuts con Charlie Brown, Snoopy e altri personaggi preferiti dai fan. Secondo Variety, il nuovo film sui Peanuts, ancora senza titolo, vedrà Charlie Brown, Snoopy e il resto della banda dei Peanuts partire per una nuova avventura nella Grande Città. La produzione del film dovrebbe iniziare nel 2024.

Chi è coinvolto nel nuovo film dei Peanuts?

Steve Martino, che ha diretto The Peanuts Movie nel 2015, tornerà alla guida del nuovo film, mentre Karen Kirkpatrick di Chicken Run sta scrivendo la sceneggiatura basata su una storia originale di Craig Schulz, Bryan Schulz e Cornelius Uliano.

WildBrain Studios e Peanuts Worldwide stanno producendo il nuovo film dei Peanuts con Apple Studios. Bonnie Arnold, nota per aver prodotto i film di Dragon Trainer della DreamWorks Animations, è anche trai produttori del film.

È davvero speciale portare avanti l’eredità di mio padre con una storia originale scritta da me, da mio figlio Bryan e dal suo compagno di sceneggiatura Neil”, ha dichiarato Craig Schulz, il cui padre, Charles M. Schultz, ha creato i Peanuts. “Siamo entusiasti di collaborare con Apple TV+ e di lavorare con WildBrain Studios per offrire al pubblico una nuovissima avventura dei Peanuts, insieme alla talentuosa Bonnie Arnold come produttrice e Steve Martino come regista. I fan dei Peanuts chiedono a gran voce un altro lungometraggio da anni, e questo film porterà gioia ai nostri milioni di fan in tutto il mondo”. 

Tara Sorensen, responsabile della programmazione per bambini di Apple, ha aggiunto: “I fan di tutte le età sono innamorati dei Peanuts su Apple TV+ . Con la nostra impareggiabile libreria di titoli dei Peanuts e una pluripremiata raccolta di storie che uniscono bambini e famiglie, Apple TV+ è la casa preminente per Snoopy e i suoi amici e offre una selezione di prim’ordine di serie e film con i cartoni animati più amati a livello mondiale. caratteri. Non vediamo l’ora che tutti possano vivere questa commovente nuova avventura con Snoopy, Charlie Brown e la banda nella Grande Città”.

Apple sospende gli accordi con i produttori, tra cui Natalie Portman e Adam McKay

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Apple è diventata l’ultima società di intrattenimento a sospendere ulteriori accordi complessivi e first-look questo mese, poiché lo sciopero della WGA sta superando la soglia dei quattro mesi e mezzo. Come nel caso delle altre recenti sospensioni di Disney, NBCUniversal, Warner Bros. TV e CBS Studios, ad essere colpiti sono i produttori che non scrivono e che attualmente non forniscono servizi a causa degli scioperi in corso di WGA e SAG-AFTRA. Secondo Deadline che tra i pochi accordi sospesi ci sono quelli con la MountainA di Natalie Portman, la società che ha formato con la produttrice Sophie Mas, e la Hyperobject Industries di Adam McKay. Un rappresentante di Apple ha rifiutato di commentare.

Numerosi accordi di alto profilo dello streamer con produttori non-scrittori sono ancora in corso mentre stanno lavorando su progetti, tra cui Playtone di Tom Hanks e Gary Goetzman, che è dietro la prossima serie Apple Masters of the Air. Anche a Martin Scorsese, che ha firmato un contratto cinematografico e televisivo con lo streamer nel 2020, è stato impegnato a finire e promuovere il suo prossimo film di Apple Killers of the Flower Moon.

Le sospensioni della Disney, annunciata all’inizio di questa settimana, includevano accordi con Gina Rodriguez e gli ex membri del cast di ThIs Is Us Justin Hartley, Milo Ventimiglia e Mandy Moore presso 20th Television, Yara Shahidi e Marc Webb presso ABC Signature così come Hiro Murai, Billy Porter e Stacey Sher presso Produzioni FX. Gli studi forniranno gli stipendi agli assistenti interessati fino alla fine del 2023 e ai dirigenti dello sviluppo fino alla prima settimana di ottobre.

L’elenco delle sospensioni di WBTV  includeva nomi importanti  come Greg Berlanti, Bill Lawrence e Mindy Kaling. Gli  studi NBCUniversal – sia cinematografici che televisivi – hanno sospeso i patti  per Broadway Video di Lorne Michaels e Seven Bucks Prods di Dwayne Johnson, tra gli altri. I CBS Studios hanno sospeso gli accordi con aziende come Stage 29 di Phil McGraw e Franklin Entertainment di DeVon Franklin. Lo studio continuerà inoltre a pagare gli stipendi agli assistenti associati ai contratti a termine sospeso fino alla fine del 2023.

Gli studi televisivi hanno avviato la prima ondata di sospensive degli accordi generali e di first-look – principalmente con gli sceneggiatori – all’inizio di maggio, a pochi giorni dall’inizio dello sciopero della WGA. Ci sono state più sospensioni negli ultimi due mesi poiché sempre più produttori hanno terminato il lavoro sugli spettacoli nel mezzo di una chiusura della produzione del settore.

Apple Original: tutti i titoli che saranno presentati alla Festa del Cinema di Roma 2022

Ecco i titoli Apple Original che saranno presentati alla Festa del Cinema di Roma 2022. Saranno tre le anteprime dei film Apple al RoFF17 prima di uscire su Apple TV+

“Louis Armstrong’s Black & Blues” in Freestyle

“Louis Armstrong’s Black & Blues” offre uno sguardo intimo e rivelatore sul musicista che ha cambiato il mondo, presentato attraverso una lente di filmati d’archivio, registrazioni private e conversazioni personali mai ascoltate prima. Diretto da Sacha Jenkins, questo documentario onora l’eredità di Armstrong come padre fondatore del jazz, una delle prime star conosciute e amate a livello internazionale e ambasciatore culturale degli Stati Uniti. Il film mostra come la vita dello stesso Armstrong attraversi il passaggio dalla guerra civile, al movimento per i diritti civili e come egli sia diventato una figura di riferimento in quell’epoca turbolenta. “Louis Armstrong’s Black & Blues”, regia di Sacha Jenkins – Dal 28 ottobre su Apple TV+

“Raymond & Ray” in concorso

I fratellastri Raymond e Ray hanno vissuto all’ombra di un padre terribile. In qualche modo, ognuno di loro ha ancora il senso dell’umorismo e il suo funerale è un’occasione per reinventarsi. C’è rabbia, c’è dolore, c’è follia, forse c’è amore e sicuramente c’è il lavoro di un becchino. “Raymond & Ray”, con Ewan McGregor, Ethan Hawke, Maribel Verdú, Sophie Okonedo Regia di Rodrigo Garcia. Produttori: Alfonso Cuarón, Bonnie Curtis, Julie Lynn Dal 21 ottobre su Apple TV+

“Causeway” in concorso

Il ritratto intimo di una soldatessa che lotta per adattarsi alla sua vita dopo il ritorno a casa a New Orleans. “Causeway”, con Jennifer Lawrence, Brian Tyree Henry. Regia di Lila Neugebauer Dal 4 novembre su Apple TV+

Apple Original Films e A24 insieme per The Tragedy of Macbeth di Joel Coen

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Apple Original Films e A24 hanno annunciato oggi che collaboreranno all’attesissimo The Tragedy of Macbeth, il nuovo film del vincitore dell’Oscar Joel Coen, interpretato dai premi Oscar Denzel Washington e Frances McDormand. Il film uscirà nelle sale di tutto il mondo entro la fine dell’anno, prima del lancio su Apple TV+.

Il cast di The Tragedy of Macbeth comprende anche Bertie Carvel, Alex Hassell, Corey Hawkins, Kathryn Hunter, Harry Melling e Brendan Gleeson. Il film riunisce i frequenti collaboratori di Coen, tra cui Bruno Delbonnel come direttore della fotografia, Mary Zophres come costumista e Carter Burwell come autore della colonna sonora. Coen, oltre a dirigere, produce il film insieme a McDormand e Robert Graf.

I film di Apple Original Films e A24, acclamati dalla critica, includono “On The Rocks“, della vincitrice dell’Oscar Sofia Coppola, con Rashida Jones e Bill Murray, e il vincitore del Gran Premio della Giuria del Sundance Film Festival “Boys State”, che ha vinto anche due Critics Choice Documentary Awards e il premio SXSW Louis Black “Lone Star”; l’imminente adattamento Young Adult di “The Sky is Everywhere”, diretto da Josephine Decker e interpretato da Grace Kaufman, Cherry Jones e Jason Segel.

Apple Original Films ospita film Apple Original pluripremiati e acclamati dalla critica, tra cui “Greyhound”, nominato agli Oscar, ai BAFTA, People’s Choice e Critics Choice Super Award, scritto e interpretato da Tom Hanks; Il film d’animazione “Wolfwalkers”, candidato all’Oscar e vincitore dell’AFI Fest; il vincitore del NAACP Image Award “The Banker”, un film che affronta l’ingiustizia razziale, con Anthony Mackie e Samuel L. Jackson; Il nuovo film di Anthony e Joe Russo “Cherry”, con Tom Holland e Ciara Bravo; “Palmer” con Justin Timberlake, diretto da Fisher Stevens, il film di successo mondiale “Billie Eilish: The World’s A Little Blurry” del regista RJ Cutler, il film vincitore del Cinema for Peace Award e nominato dal Critics Choice Documentary Award “The Elephant Queen”; e il candidato per il documentario “Fireball: Visitors from Darker Worlds” di Werner Herzog.

Apple Original Films annuncia un docufilm sulla vita di Michael J. Fox

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Apple ha annunciato oggi un nuovo lungometraggio, ancora senza titolo, sulla vita dell’amato attore e attivista Michael J. Fox (“Ritorno al futuro“, “Casa Keaton”, “Vittime di guerra”, “Il presidente – Una storia d’amore”), del regista premio Oscar Davis Guggenheim (“Una scomoda verità”, “Waiting for Superman”, “Malala”). Il docufilm è attualmente in produzione a New York, Los Angeles e Vancouver.

Il film, diretto da Davis Guggenheim, alternerà elementi documentaristici, d’archivio e fiction, raccontando la vita straordinaria di Michael J. Fox attraverso le sue stesse parole: l’improbabile storia di un bambino minuto e cresciuto in una base dell’esercito canadese che è riuscito a raggiungere le vette della celebrità nella Hollywood degli anni ’80. Il racconto della vita pubblica di M. J. Fox, pieno di brividi nostalgici e pagine luminose di cinema, si snoderà insieme ad aneddoti sulla sua vita privata mai svelati prima, compresi gli anni che seguirono alla diagnosi, a ventinove anni, del morbo di Parkinson. Intimo e onesto, ricco di contributi personali e dell’intera famiglia Fox, il film racconterà i trionfi e i travagli personali e professionali di Michael J. Fox, esplorando quello che accade quando un inguaribile ottimista come lui affronta una malattia incurabile. Un mix di avventura e romanticismo, commedia e dramma, per lo spettatore sarà come vedere… un film di Michael J. Fox.

Il film è prodotto da Concordia Studio. Davis Guggenheim, Annetta Marion (“Oprah’s Master Class”), Will Cohen (“Divide and Conquer”) e Jonathan King (“Spotlight”, “Roma”, “Green Book”) sono i produttori; Laurene Powell Jobs (“Boys State”, “A Thousand Cuts”), Jonathan Silberberg (“Time”, “Boys State”, “Summer of Soul […Or, When the Revolution Could Not Be Televised]”), Nicole Stott (“Time”, “Boys State”, “Summer of Soul […Or, When the Revolution Could Not Be Televised]”) e la produttrice esecutiva di lunga data di M. J. Fox, Nelle Fortenberry (“Adventures of an Incurable Optimist”), sono i produttori esecutivi. Il progetto segna la seconda partnership tra Apple e Concordia Studio, dopo il documentario vincitore dell’Emmy “Boys State”.

Apple ha svelato oggi teaser e uscita di Fondazione

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Apple ha svelato oggi teaser e uscita di Fondazione

Apple TV+ ha annunciato oggi la data d’uscita di Fondazione e ha svelato un nuovo teaser dell’epica saga del visionario showrunner e produttore esecutivo, David S. Goyer (“Batman Begins“, “L’Uomo d’Acciaio“). Il teaser anticipa la portata dell’attesissima nuova serie Apple Original, che segna il primo adattamento cinematografico in assoluto dell’iconica e pluripremiata serie di romanzi omonimi di Isaac Asimov. La prima stagione, composta da 10 episodi, debutterà a livello mondiale su Apple TV+ il 24 settembre con i primi tre episodi, seguiti da un episodio a settimana, ogni venerdì.

“Nei decenni trascorsi dalla prima stampa della serie “Fondazione“, il lavoro profetico di fantascienza di Asimov non è mai stato più attuale di quanto lo sia ora”, ha affermato Goyer. “Crescendo, ho divorato ‘Fondazione‘ e ho sognato di vederlo un giorno sullo schermo, ma un lungometraggio non sembrava sufficiente per abbracciare un progetto così ambizioso. Grazie alle prospettive più ampie offerte dallo streaming e ad una preziosa partnership con Apple e Skydance, siamo in grado di portare la serie sullo schermo in un modo che le rende davvero giustizia. “Fondazione” è sempre stata in cima alla mia lista dei desideri e sono onorato di aver contribuito dargli finalmente vita. Che tu sia un fan dei romanzi o hai semplicemente voglia vedere un’epopea strabiliante, sono entusiasta di condividere con te ciò che abbiamo creato”.

Quando il rivoluzionario Dr. Hari Seldon predice l’imminente caduta dell’Impero, lui e una banda di fedeli seguaci si avventurano ai confini della galassia per stabilire la Fondazione, nel tentativo di ricostruire e preservare il futuro della civiltà. Infuriati per le affermazioni di Hari, i Cleon – lunga stirpe di imperatori al potere – temono che il loro controllo sulla galassia possa indebolirsi, minato dal pericolo di perdere per sempre la propria eredità.

Con protagonisti i candidati all’Emmy Award Jared Harris e Lee Pace, insieme alle stelle nascenti Lou Llobell e Leah Harvey, questo viaggio monumentale racconta le storie di quattro personaggi-chiave che trascendono lo spazio e il tempo, superando crisi mortali, lealtà mutevoli e relazioni complicate da cui dipende il destino dell’umanità. Nel cast del dramma Apple Original troviamo anche Laura Birn, Terrence Mann, Cassian Bilton e Alfred Enoch. Dallo showrunner e produttore esecutivo David S. Goyer, Fondazione è prodotto per Apple da Skydance Television con Robyn Asimov, Josh Friedman, Cameron Welsh, David Ellison, Dana Goldberg e Bill Bost sono produttori esecutivi.

Apple ha annunciato la data di uscita dell’atteso The Beanie Bubble

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Apple Original Films ha annunciato la data d’uscita e rilasciato nuove immagini dell’attesissimo film The Beanie Bubble, con Zach Galifianakis, Elizabeth Banks, Sarah Snook e Geraldine Viswanathan, in anteprima mondiale su Apple TV+ il 28 luglio.

Perché il mondo ha improvvisamente trattato i pelouche come fossero oro? Ty Warner era un venditore di giocattoli frustrato fino a quando non ha avviato una collaborazione con tre donne e insieme hanno trasformato la sua geniale idea nei giocattoli più in voga della storia. “The Beanie Bubble” è una storia di fantasia ispirata a fatti realmente accaduti, su chi e cosa apprezziamo, e sugli eroi non celebrati i cui nomi non compaiono sulla famosa etichetta a forma di cuore.

  • Regia: Kristin Gore e Damian Kulash, Jr.
  • Sceneggiatura: Kristin Gore
  • Cast: Zach Galifianakis, Elizabeth Banks, Sarah Snook, Geraldine
    Viswanathan, Tracey Bonner, Carl Clemons-Hopkins
  • Produttori: Brian Grazer, Ron Howard, Karen Lunder
  • Produttori esecutivi: Zach Galifianakis, Douglas S. Jones

Apple Cider Vinegar: cosa è successo alla vera Belle Gibson e dove si trova oggi

La miniserie Apple Cider Vinegar racconta la storia vera, o quasi, della truffatrice australiana Belle Gibson tra il 2009 e il 2015, sollevando interrogativi su cosa sia successo dopo che i giornalisti hanno smascherato le sue bugie. Netflix si è guadagnata una reputazione per i suoi contenuti basati su crimini reali, e Apple Cider Vinegar è un’ottima aggiunta al suo catalogo. La serie con Kaitlyn Dever è simile a Inventing Anna di Netflix, poiché entrambe seguono una giovane donna che ha mentito e truffato le persone per fare carriera.

Tuttavia, la miniserie del 2025 ha un umorismo più nero e un tono tagliente che ha portato a recensioni positive per Apple Cider Vinegar. La serie si discosta dalla norma anche in un altro modo. Sebbene sia basata su una storia vera, la serie non include delle diapositive alla fine che rivelano il destino dei personaggi dopo che Gibson è stata smascherata. Tuttavia, dal 2015, Gibson è finita in tribunale, ha eluso le conseguenze e ha iniziato a usare un nome diverso.

Apple Cider Vinegar è ispirato al libro true crime The Woman Who Fooled The World di Beau Donelly e Nick Toscano.

Belle Gibson ha ammesso di aver mentito sul suo cancro nel 2015

Penguin Random House ha smesso di stampare The Whole Pantry

Dopo essere stata smascherata dai giornalisti investigativi Beau Donelly e Nick Toscano sul The Sydney Morning Herald, Belle Gibson ha concesso un’intervista esclusiva a The Australian Women’s Weekly, in cui ha ammesso per la prima volta di aver mentito sul suo cancro. Alla domanda diretta se avesse avuto il cancro in passato o se lo avesse ancora, ha risposto: “No, niente di tutto questo è vero. Tuttavia, le dichiarazioni effettive riportate nell’articolo sono frustranti e contraddittorie e scaricano la colpa sugli altri.

La conclusione principale dell’intervista di The Australian Women’s Weekly è che Belle Gibson è una narratrice inaffidabile, alle cui parole non si può dare credito.

Nella stessa intervista, Belle Gibson afferma di aver ricevuto una diagnosi di cancro nel 2009 e nel 2014, spiegando che era qualcosa che riteneva vero su se stessa, insieme al fatto di essere alta, bionda e di avere gli occhi nocciola. Clair Weaver afferma che gli amici di Gibson l’hanno contattata per metterla in guardia sulle sue bugie. La truffatrice fa anche molte affermazioni nell’intervista che gridano all’esagerazione. La conclusione principale dell’intervista di Women’s Weekly è che Belle Gibson è una narratrice inaffidabile, alle cui parole non si può credere.

Belle Gibson è stata multata di quasi 410.000 dollari per le false dichiarazioni sulle sue donazioni in beneficenza

Belle Gibson deve ancora dei soldi al governo australiano

Alla fine della miniserie Netflix, la protagonista di Apple Cider Vinegar dice sfacciatamente al pubblico che può cercare su Google cosa è successo dopo, invece di dedicare l’intero segmento “cosa è successo dopo” che è tradizionale nei programmi televisivi sui crimini reali. A quanto pare, il governo australiano ha finalmente portato Belle Gibson in tribunale nel 2017.

Gibson è stata citata in giudizio dalla Corte Federale Australiana per aver violato le leggi sui consumatori. Aveva promesso di donare i proventi del suo libro e della sua app The Whole Pantry. Tuttavia, le associazioni di beneficenza e i presunti destinatari non avevano alcuna traccia delle sue donazioni. Secondo il Herald Sun, i tribunali australiani le hanno inflitto le seguenti multe (in AUD):

  • 90.000 dollari per due affermazioni secondo cui avrebbe donato denaro in beneficenza proveniente dalla sua azienda e dalle vendite dell’app
  • 150.000 dollari per aver truffato la famiglia di Joshua Schwarz, un bambino morto di un tumore cerebrale terminale. Aveva promesso che i proventi di The Whole Pantry avrebbero generato un reddito per la sua famiglia.
  • 30.000 dollari per una promozione per la Festa della Mamma in cui aveva promesso che i fondi sarebbero stati donati al progetto 2H e alla Fondazione Bumi Sehat
  • 50.000 dollari per false dichiarazioni su donazioni di beneficenza al momento del lancio di The Whole Pantry

In totale, le multe ammontano a 410.000 dollari australiani, pari a circa 256.500 dollari americani. Si tratta di una cifra molto inferiore al milione e 100.000 dollari australiani che avrebbe potuto dover pagare. Il giudice le ha vietato di dire che le era stato diagnosticato un tumore al cervello prima del 24 maggio 2016 e che aveva guarito il cancro rifiutando la medicina convenzionale. Tuttavia, le è stata concessa una grande clemenza: Belle Gibson non è stata obbligata a scusarsi pubblicamente.

Nonostante le multe, Gibson non ha voluto pagare, secondo l’Australian Broadcasting Corporation, sostenendo di non potersi permettere di pagare i 410.000 dollari. Tuttavia, l’autorità garante dei consumatori ha scoperto che tra il 2017 e il 2019 aveva speso 91.000 dollari in vestiti e viaggi a Bali e in Africa. Nel 2021, l’ufficio dello sceriffo del Victoria ha fatto irruzione nella sua casa con un mandato di sequestro e vendita per recuperare alcune delle multe non pagate, che hanno raggiunto oltre 500.000 dollari australiani a causa delle sanzioni e degli interessi (via Australian Broadcasting Corporation). Purtroppo, al momento dell’uscita di Apple Cider Vinegar, secondo il Herald Sun, non aveva pagato nulla.

Belle Gibson è rimasta lontana dai riflettori dopo lo scandalo

Da quando è scoppiato lo scandalo di Belle Gibson nel 2015, la truffatrice ha mantenuto una vita privata. Nel 2020, l’Australian Broadcasting Corporation ha riferito che Gibson si era integrata nella comunità Oromo dell’Etiopia a Melbourne, in Australia, con il nome di Sabontu. Sebbene fosse coinvolta dal 2016, la comunità non era a conoscenza della sua identità fino al gennaio 2020. Tuttavia, secondo The Australian Women’s Weekly, il leader della comunità le ha chiesto di andarsene nel 2021 dopo aver scoperto la sua identità, sostenendo alla pubblicazione che stava “sfruttando il buon cuore delle persone della nostra comunità”.

Non è chiaro cosa abbia fatto esattamente da quando ha lasciato la comunità Oromo. Nel febbraio 2024, A Current Affair l’ha incontrata mentre si trovava in una stazione di servizio e viveva nella periferia nord dell’Australia. Quando le è stato chiesto del pagamento della multa dal giornalista, ha dichiarato a A Current Affair che non l’aveva pagata perché non poteva permetterselo e si è rifiutata di rispondere alle domande sul fatto che le sue vittime meritassero delle scuse. Considerando il suo desiderio di rimanere lontana dai riflettori, è altamente improbabile che commenterà mai la serie Netflix Apple Cider Vinegar.

Apple Cider Vinegar, la spiegazione del finale: cosa succede a Belle Gibson

Sebbene la fine della storia di Belle Gibson sia chiara fin dall’inizio, Apple Cider Vinegar tesse un quadro avvincente della truffatrice e delle persone che ha vittimizzato, conducendo a un finale pieno di speranza che trasmette un messaggio importante. Come il liquido da cui deriva il titolo, la storia di Belle è amara e acida, mettendo in evidenza la natura predatoria dei truffatori e dei bugiardi che promuovono la pseudoscienza. Apple Cider Vinegar di Netflix alterna il momento in cui Belle inizia a mentire sul cancro, la creazione della sua attività e la sua scoperta.

Intrecciate a questa storia ci sono le vicende dei giornalisti investigativi che finiscono per smascherarla, della sua concorrente Milla Blake, che invece ha davvero il cancro, di Chanelle, sua amica e manager, e di Lucy, una malata di cancro vittima delle sue bugie. Alla fine, ciascuno di questi personaggi ha un ruolo nella caduta di Belle, portando a un finale soddisfacente per questa storia quasi vera.

Come i giornalisti investigativi hanno finalmente smascherato Belle Gibson

Belle Gibson è stata scoperta per aver mentito sulle donazioni in beneficenza

Sebbene i giornalisti investigativi Justin e Sean siano certi che Belle Gibson stia mentendo sul suo cancro al cervello in Apple Cider Vinegar, si rendono conto che non possono scriverlo in un articolo affermando questa convinzione a meno che non abbiano prove inconfutabili, cosa quasi impossibile da ottenere. Dopotutto, non possono costringerla a rivelare le sue cartelle cliniche e gli ospedali non possono fornire queste informazioni ai giornalisti. Rintracciano le incongruenze nella storia di Belle, ma non è sufficiente. Per poter pubblicare la notizia, Belle dovrebbe confessare.

Fortunatamente, hanno la brillante intuizione che Belle probabilmente sta mentendo anche sulle sue donazioni. Convincono le associazioni di beneficenza e Fiona, la madre di Hunter, a parlare con loro del fatto che Belle non ha fornito loro le donazioni promesse, e questa è la loro svolta. Purtroppo, non possono affermare nell’articolo che il cancro di Belle Gibson è falso, ma pubblicano la storia finanziaria, sperando che il pubblico colleghi i puntini. Questo corrisponde alla storia vera di Apple Cider Vinegar, poiché i giornalisti investigativi Beau Donelly e Nick Toscano hanno dovuto rivelare la storia finanziaria per smascherare le bugie di Belle.

Cosa succede a Hunter in Apple Cider Vinegar

Hunter soffre a causa dell’inganno di Belle Gibson

Una delle parti più tragiche di Apple Cider Vinegar è l’inganno di Belle Gibson nei confronti di un ragazzino di nome Hunter, affetto da cancro al cervello, e della sua famiglia. Questi personaggi sono basati su Joshua Schwartz e la sua famiglia, che sono stati manipolati dalla vera truffatrice. Nella miniserie, lei li usa in modo molto evidente per rafforzare la sua storia sul cancro, sostenendo di avere lo stesso tipo di tumore al cervello di Hunter. Manipola anche i consumatori promettendo alla famiglia un mese di vendite della sua app per pagare l’intervento chirurgico al cervello di Hunter.

Come prevedibile, non vedono mai un centesimo di quei soldi, il che porta a un tragico finale per il ragazzino. I giornalisti investigativi non possono fare nulla per recuperare le donazioni, quindi Fiona è costretta a cancellare l’intervento chirurgico di Hunter. Diventano oggetto di critiche da parte dei clienti che chiedono indietro i loro soldi, e la famiglia non può fare nulla per convincere le persone arrabbiate che non hanno mai visto un centesimo dei soldi di Belle Gibson. I detrattori iniziano anche ad accusare Hunter di fingere il cancro, il che riflette accuratamente la reazione alla vera storia di Joshua Schwartz (tramite Herald Sun).

La parte peggiore arriva alla fine di Apple Cider Vinegar, quando Fiona rivela che Hunter deve interrompere le cure, sottintendendo che è in fase terminale. Purtroppo, anche la storia reale finisce in tragedia. Joshua Schwartz è morto nel 2017 all’età di 9 anni (tramite Body Matters).

Il cambiamento di opinione di Lucy in Apple Cider Vinegar spiegato

Milla Blake Apple Cider Vinegar

Lucy finalmente capisce che Belle Gibson ha mentito

Il personaggio di Lucy in Apple Cider Vinegar è un esempio delle vittime di Belle Gibson, che si è lasciata convincere dalle sue affermazioni secondo cui il cancro può essere curato senza medicine. Ha ripetutamente difeso Belle davanti al marito giornalista Justin, che sta indagando su di lei dopo che Chanelle li ha informati delle sue bugie. L’affermazione che Belle non ha il cancro crea una profonda frattura nella coppia, che litiga sulla scelta di Lucy di rifiutare le cure. Tuttavia, il momento più significativo è quando lei commenta sui social media che Belle non ha mai fornito prove di avere il cancro.

Il cambiamento di mentalità di Lucy rappresenta come un seme di dubbio possa crescere inconsciamente nel tempo e diventare una rivelazione con la giusta spinta. Potrebbe averle richiesto del tempo per arrivarci a causa del rapporto parasociale che aveva con Belle, ma Lucy è finalmente riuscita a liberarsi dalla persona che l’ha manipolata per così tanto tempo. Un’altra interpretazione del suo commento sui social media è che ha finalmente capito che la sua lealtà va all’uomo che l’ha sostenuta per tutto il tempo. La decisione di mettere pubblicamente in dubbio Belle potrebbe essere nata dall’amore per suo marito.

In entrambi i casi, la storia di Lucy in Apple Cider Vinegar si conclude con una nota di speranza. Lei e Justin si riconciliano, trovando un compromesso che integra sia la medicina olistica che quella tradizionale. Fanno yoga e immersioni in acqua fredda insieme, e lei si sottopone anche alla chemioterapia e alla chirurgia per curare il cancro al seno. In un’epoca in cui la disinformazione scientifica è dilagante, è fondamentale sottolineare che questi due concetti non devono necessariamente essere in contrasto tra loro. Un paziente come Lucy può fidarsi dell’esperienza del proprio medico e allo stesso tempo ricorrere alla medicina alternativa.

Perché Clive alla fine rimane con Belle

Clive mette suo figlio prima di sé in Apple Cider Vinger

Anche se è il primo a dubitare che Belle Gibson abbia il cancro, Clive fatica a conciliare il suo amore per lei con la rabbia per le sue bugie. Minaccia più volte di lasciare Belle se lei non dimostra di avere il cancro o non dice la verità. Anche i suoi genitori gli dicono che deve rompere con lei. Purtroppo, alla fine rimane con Belle, non per i suoi sentimenti verso di lei, ma perché non è disposto a lasciare suo figlio.

Non essendo il padre biologico del bambino, non può garantire che otterrà i diritti di custodia. Implora il padre biologico di suo figlio di portarlo via da Belle. Clive è disposto a vedere suo figlio meno spesso, purché sia al sicuro, ma l’altro uomo rifiuta di assumersi qualsiasi responsabilità per il bambino. La sua decisione di restare con Belle è il sacrificio definitivo, un segno del suo amore per suo figlio.

Cosa significa davvero la frase “Questa è una storia vera” di Belle in Apple Cider Vinegar

Belle Gibson si perde tra ciò che è vero e ciò che è falso

In Apple Cider Vinegar, diversi personaggi affermano “Questa è una storia vera basata su una bugia” all’inizio di ogni episodio, il che sembra un modo sfacciato di Netflix per coprirsi le spalle dopo la causa per diffamazione intentata da Baby Reindeer. Tuttavia, alla fine dell’ultimo episodio, Belle ripete “Questa è una storia vera” alcune volte, il che rappresenta la lotta del personaggio per distinguere la verità dalle bugie dopo averle raccontate per così tanto tempo.

Ciò corrisponde alle contraddizioni della vera Belle Gibson nelle interviste del 2015 sulla verità. Ha rifiutato di ammettere pienamente, assumersi la responsabilità e scusarsi per le sue bugie quando ha parlato con The Australian Women’s Weekly. Nell’intervista nella vita reale con 60 Minutes, ha affermato di aver creduto alle sue bugie nel momento in cui le ha dette, come descritto in Apple Cider Vinegar. La dichiarazione e l’incertezza di Belle al riguardo in Apple Cider Vinegar sono anche un momento di autoconsapevolezza per la miniserie Netflix, che deve scegliere quali parti della storia vera raccontare e quali aspetti romanzare.

Come il finale di Apple Cider Vinegar si confronta con la storia vera

Il finale di Belle Gibson in Apple Cider Vinegar è quasi del tutto veritiero, con l’influencer che perde la sua attività e i suoi follower. La Penguin Publishing ha ritirato il suo libro di ricette e ha ricevuto una multa per non aver verificato i fatti riportati nel libro. Nel frattempo, Apple ha rimosso la sua app. La discrepanza più grande è che Belle potrebbe aver ricevuto o meno 45.000 dollari australiani per l’intervista a 60 Minutes, poiché si trattava solo di una voce. Tuttavia, il finale di Lucy è interamente fittizio, poiché gli sceneggiatori hanno creato il personaggio di Apple Cider Vinegar per rappresentare i milioni di malati di cancro reali che sono caduti nella trappola di Belle Gibson.

Il vero significato del finale di Apple Cider Vinegar

Apple Cider Vinegar può concentrarsi sulla truffa di Belle Gibson, ma la miniserie fa una scelta audace dedicando gli ultimi minuti dell’ultimo episodio a Justin e Lucy invece che alla truffatrice. Questa scelta potrebbe sembrare controintuitiva per la miniserie, ma in realtà continua l’autocoscienza di Apple Cider Vinegar, presente in tutta la storia.

Concludendo la serie con Justin e Lucy invece che con Belle, la serie invia un messaggio chiaro: il vero protagonista è sempre stato il cancro, non la bugiarda che ha approfittato della disperazione delle persone.

La miniserie Netflix appartiene al genere true crime, che troppo spesso racconta la storia del colpevole invece di seguire le vittime. Apple Cider Vinegar si impegna attivamente a raccontare la storia delle persone che sono state manipolate, derubate e truffate a causa di Belle Gibson. Concludendo la serie con Justin e Lucy invece che con Belle, la serie trasmette il chiaro messaggio che il vero protagonista è sempre stato il cancro, non la bugiarda che ha approfittato della disperazione delle vittime. Belle svanisce nell’oscurità in Apple Cider Vinegar, mentre i sopravvissuti continuano a vivere in prima linea.

Apple annuncia la seconda stagione della serie The Afterparty

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Apple annuncia la seconda stagione della serie The Afterparty

Apple TV+ ha annunciato l’uscita della seconda stagione della serie di successo The Afterparty, dai vincitori Oscar Chris Miller e Phil Lord, mercoledì 12 luglio 2023. Narrata attraverso nuovi e noti generi cinematografici, la seconda stagione in 10 episodi partirà con i primi due episodi, seguiti da un nuovo episodio ogni mercoledì fino al 6 settembre 2023.

Creato da Chris Miller, The Afterparty racconta un’unica serata vissuta da diversi personaggi, uno per ciascun episodio, il tutto attraverso l’uso di vari generi cinematografici e immagini uniche per adattarsi alla prospettiva del narratore. Le star Tiffany Haddish, Sam Richardson e Zoë Chao tornano per la seconda stagione, che introdurrà un nuovo caso, nuovi generi cinematografici e l’aggiunta al cast di Elizabeth Perkins, Zach Woods, Paul Walter Hauser, Poppy Liu, Anna Konkle, Jack Whitehall, Vivian Wu, John Cho e Ken Jeong.

Nella seconda stagione ci troviamo a un matrimonio dove lo sposo viene assassinato e ogni invitato diventa un sospetto. Il detective Danner (Tiffany Haddish) arriva in aiuto di Aniq (Sam Richardson) e Zoë (Zoë Chao) a risolvere il caso interrogando membri della famiglia, amanti sfortunati e soci in affari e ascoltando il racconto del fine settimana da ogni invitato, ognuno con la propria prospettiva e stile visivo unici.

The Afterparty è prodotto per Apple da TriStar TV e Sony Pictures Television come parte dell’ampio contratto televisivo quinquennale di Phil Lord e Chris Miller. La seconda stagione è scritta da Miller e Anthony King, sceneggiatore, produttore e interprete nominato ai Tony e agli Emmy, ed entrambi sono produttori esecutivi. Chris Miller è produttore esecutivo insieme a Phil Lord attraverso la loro società di produzione, Lord Miller. La vicepresidente della Lord Miller Television Aubrey Lee è tra i produttori della serie.

Applausi per Sofia Coppola

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Sotto la pioggia, Sofia Coppola riceve i primi applausi di Venezia. La giornatoa odierna è stata  contrassegnata da due eventi principali: la presentazione in concorso dell’atteso nuovo film di Sofia Coppola, Somewhere, e l’assegnazione del Leone d’Oro alla Carriera ad uno dei più grandi nomi del cinema asiatico e mondiale, John Woo, che al Lido, fuori concorso, porta anche la sua ultima (co)regia Reign of Assassins.

Applausi per Sofia Coppola

Sotto la pioggia, Sofia Coppola riceve i primi applausi di Venezia. La giornatoa odierna è stata  contrassegnata da due eventi principali: la presentazione in concorso dell’atteso nuovo film di Sofia Coppola, Somewhere, e l’assegnazione del Leone d’Oro alla Carriera ad uno dei più grandi nomi del cinema asiatico e mondiale, John Woo, che al Lido, fuori concorso, porta anche la sua ultima (co)regia Reign of Assassins.

Applausi per A single man


Amore e morte in una storia gay nell’esordio alla regia dello stilista Tom Ford, oggi in concorso alla Mostra del cinema di Venezia. Alla prima proiezione stampa di questa mattina ‘A single man’ e’ stato accolto con applausi, ma anche qualche dissenso. Il film, tratto dal romanzo di Christopher Isherwood e ambientato negli anni ’60, racconta l’elaborazione del lutto di un professore universitario (interpretato da Colin Firth) che perde in un incidente d’auto il compagno di vita.

Applausi a Venezia per Le Idi di Marzo

Applausi a Venezia per Le Idi di Marzo

Il Lido applaude Clooney. Il bel George che ha aperto il Festival veneziano con il suo Le Idi di Marzo ha raccolto grossi applausi e tanti sorrisi da una critica piacevolmente colpita.

Non c’è da meravigliarsi dopotutto. Grande fonte di gossip e protgonista di diversi film ‘leggeri’, quando si mette dietro alla macchina da presa Clooney è quasi una garanzia, e questa nuova prova rafforza l’opinione che la critica ha di lui.

Maestro di drammaturgia, George è attore e regista e qui è afiancato da un cast di stelle che si muovono tutte in quel cinema americano che unisce grande qualità a poco glamour: Ryan Gosling, Paul Giamatti, Evan Rachel Wood, Marisa Tomei e Phillip Seymour Hoffman.

Il film racconta di Stephen Myers (Gosling), giovane e brillante responsabile della comunicazione, che viene assunto da un carismatico e poco ortodosso candidato presidenziale, Mike Morris (Clooney). Nel corso della campagna elettorale Stephen Myers toccherà con mano le falsità e i trucchi sporchi della politica. Il sibillino titolo ci accompagna in uno scenario che promette di raccontare le ombre della poltica americana, soprattutto in fase di campagn elettorale.

Clooney ribadisce l sua appartenenza ad un cinema impegnato che con grande efficacia artistica si rivolge alla realtà senza troppo cerimonie. Stasera ci sarà il bagno di folla per la star, ma il vero spettacolo ci aspetterà sicuramente in sala.

Appena un minuto: trailer del nuovo film di Francesco Mandelli

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Appena un minuto: trailer del nuovo film di Francesco Mandelli

01 Distribution ha diffuso il trailer ufficiale di Appena un minuto, il nuovo film diretto da Francesco Mandelli e in arrivo in al cinema dal 03 ottobre 2019. Nel cast Max Giusti, Massimo Wertmüller, Loretta Goggi, Paolo Calabresi, Dino Abbrescia, Herbert Ballerina, Mirko Frezza, Susy Laude, Carolina Signore, J-Ax, Francesco Mura.

Appena un minuto, la trama

Quante volte ci siamo detti: “Se fossi arrivato un minuto prima”, “Bastava un minuto in più”, “Un minuto e non sarebbe successo”? Claudio (Max Giusti) l’ha pensato diverse volte e forse la sua vita, se fosse stato possibile tornare indietro ogni tanto, sarebbe stata diversa. Ora ha 50 anni, è un agente immobiliare, spiantato, padre di due figli, Greta (Carolina Signore) e Luca (Francesco Mura). Claudio è separato dalla moglie (Susy Laude) che l’ha lasciato per il “Re della Zumba” (Dino Abbrescia) e mal tollerato e criticato dai due. Vive con sua madre Mirella (Loretta Goggi), a sua volta separata dal marito Mario (Massimo Wertmüller).

I migliori amici di Claudio sono Simone (Herbert Ballerina) e Ascanio (Paolo Calabresi). Quest’ultimo è un traffichino in perenne attesa della svolta giusta, che però – per una volta – dà a Claudio un buon consiglio: comprare il suo primo smartphone. Ma quello che, per caso, comprerà Claudio non è un telefono qualunque: con un tasto si può tornare indietro di sessanta secondi.

Da quel momento tutto sembra poter cambiare e Claudio proverà a raddrizzare pezzo per pezzo la propria vita. Quando però capirà che la cosa più preziosa è in realtà la propria famiglia, proverà a riconquistarla. Un minuto alla volta…

 

Appello urgente per la liberazione della regista di Myanmar Ma Aeint

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L’International Coalition for Filmmakers at Risk (ICFR) e i suoi promotori, la European Film Academy, l’International Documentary Film Festival Amsterdam e il Rotterdam International Film Festival (IFFR), insieme ai firmatari riportati di seguito, chiedono alle autorità di Myanmar di rilasciare immediatamente e senza condizioni la regista Ma Aeint.

Uscita di casa il  5 giugno è stata arrestata e attualmente è tenuta in custodia in un luogo segreto, senza nessuna spiegazione ufficiale.

Siamo molto preoccupati per le condizioni di Ma Aeint. Invitiamo le istituzioni cinematografiche e culturali di tutto il mondo a unirsi a noi nell’appello affinché le autorità di Myanmar rilascino la regista immediatamente e senza condizioni. Se ci sono accuse contro di lei, che siano chiarite, e che la sua sicurezza sia come prima cosa garantita.

  • Berlin International Film Festival
  • Busan International Film Festival
  • FAMU
  • FERA
  • Festival de Cannes
  • Festival des 3 Continents
  • FIFDH
  • FSE
  • German Film Academy
  • Locarno Film Festival
  • MEMORY !
  • MOOOV
  • Movies that Matter
  • Quinzaine des réalisateurs Cannes
  • SEAFIC
  • Semaine de la Critique Cannes
  • Sundance Institute
  • Sydney Film Festival
  • Taipei Golden Horse Film Festival
  • Udine Far East Film Festival
  • Venice Film Festival
  • Visions du Réel

Appartamento ad Atene: recensione del film

Appartamento ad Atene: recensione del film

Torniamo indietro nel passato ma neanche di troppo, per plasmare dei racconti narrati dai nostri nonni e che improvvisamente paiono divenire reali. Appartamento ad Atene, di Ruggero Dipaola, prende come spunto la storia vera di Glenway Wescott per innescare le storie che i suoi cari gli hanno raccontato nel tempo e trasmettere il senso del disagio che nasce laddove la parola libertà non trova più il suo posto.

Il protagonista di questo film (Appartamento ad Atene) è un appartamento, la casa di una famiglia benestante, gli Helianos, che per via dei suoi spazi ampi e raffinati è stata scelta dal Capitano Kalter per soggiornarvi e viverci. Le stanze luminose, ben arredate e che esprimono il carattere dei singoli personaggi sono improvvisamente colonizzate da uno straniero, che in un primo momento non usa alcuna cortesia per gli indigeni di quel luogo. La storia si articola in un via vai continuo narrando l’evoluzione di un rapporto e il suo tragico epilogo.

Appartamento ad Atene, il film

Appartamento ad Atene

All’interno di questo microcosmo si assiste al nervosismo di una madre, intollerante verso la prepotenza di uno straniero e gelosa per i suoi spazi, accuditi con molta dedizione, da contrapporre alla gentilezza e comprensione del capo famiglia per un uomo dall’occhio vitreo e impenetrabile, che pare subire un lieve cambiamento, tale da alterare i limiti instaurati e da ingannare la percezione di chi lo accoglie. Il racconto del regista non si immerge a pieno nel dramma di una guerra, ma utilizza solo degli elementi per mettere in risalto le relazioni umane, per paragonare le conseguenze causate da atteggiamenti diversi ed esprimere quanto il concetto di cultura e morale possa cambiare radicalmente da una formazione ad un’altra.

Così, lo spettatore osserva delle dicotomie che cercano di trovare il giusto ingranaggio per una migliore convivenza: il piccolo Alex, scontroso e irrisorio, si oppone alla personalità inesistente e vanitosa della sorella maggiore Leda, la forza e determinazione di una madre è affiancata alla cortesia e troppa pacatezza del Signor Helianos e infine la cultura e lungimiranza di quest’utlimo sembra inizialmente accostarsi all’animo del Capitano, ma questo finto abbaglio condurrà, inevitabilmente, verso un dramma senza speranza.

In Appartamento ad Atene, il regista affianca delle situazioni molto simili, degli eventi che mutando, determinano il capovolgimento dei ruoli ma al contempo evidenzia quanto diverse siano le reazioni di chi vive eventi simili ma letti e analizzati da prospettive lontane fra loro.

Appaloosa: tutte le curiosità sul film con Viggo Mortensen

Appaloosa: tutte le curiosità sul film con Viggo Mortensen

I film di genere western sono ormai sempre più rari al cinema, ma ogni volta che ne viene realizzato un nuovo in grado di raccontare qualcosa di nuovo su quell’epoca ormai lontana questo non manca di ricevere grandi apprezzamenti tanto di critica quanto di pubblico. Se di recente è toccato a titoli come Notizie dal mondo e Hostiles – Ostili, nel 2008 ad aver conquistato i fan del genere è stato Appaloosa (qui la recensione), diretto dall’attore Ed Harris, qui alla sua seconda prova come regista dopo aver realizzato, nel 2000, il film Pollock, biografia del celebre pittore.

Appassionato di western, Harris desiderava da tempo dirigere un film western, ispirandosi a classici del genere come Quel treno per Yuma, Sfida infernale e L’uomo che uccide Liberty Valance. Dopo essersi imbattuto sul libro Appaloosa, scritto da Robert B. Parker, egli decise che quella era la storia che avrebbe portato sul grande schermo. Il racconto di Parker si caratterizzava infatti per il suo essere costruito sui canoni del genere western ma includendo anche elementi crime e tematiche ancora oggi attuali. Come location sono state sceltele città di Albuquerque e Santa Fe, nel Nuovo Messico, ed Austin, in Texas.

Con elementi classici e altri più contemporanei, il film ha ottenuto ampi consensi di critica, trovando il favore di molti appassionati del genere. Appaloosa è infatti un ottimo western da riscoprire, anche semplicemente per il suo cast di grandi attori. Prima di intraprendere una visione del film, però, sarà certamente utile approfondire alcune delle principali curiosità relative a questo. Proseguendo qui nella lettura sarà infatti possibile ritrovare ulteriori dettagli relativi alla trama e al cast di attori. Infine, si elencheranno anche le principali piattaforme streaming contenenti il film nel proprio catalogo.

La trama di Appaloosa

La storia è ambientata nel 1882, nella piccola comunità di Appaloosa, in New Mexico, dove uno spietato ranchero, Randall Bragg, permette alla sua banda di fuorilegge di imperversare nella città. Dopo aver eliminato lo sceriffo e i suoi due vice, egli ha dunque instaurato un clima di terrore, sottomettendo gli abitanti della comunità. Questi, stanchi ed esasperati dalle azioni violente del prepotente Bragg, decidono di rivolgersi a un avvocato, Virgil Cole, e al suo vice, Everett Hitch, per riportare il controllo e l’ordine ad Appaloosa. I due, che da tempo si sono guadagnati la reputazione di operatori di pace nelle città allo sbaraglio, accettano volentieri.

Giunti ad Appaloosa, i due si mettono subito al lavoro, chiedendo piena autorità e ricoprendo rispettivamente le cariche di sceriffo e vice-sceriffo. Possono così promulgare leggi inflessibili, che bandiscono l’uso della violenza. Sembra l’inizio di una nuova era per la comunità, ma l’arrivo in città di Allie French, una giovane e affascinante vedova, della quale si invaghisce Virgil, incrina il rapporto tra i due amici. Nel frattempo Bragg, che dava segni di sottomissione, comincia invece a mostrare insofferenza per quella nuova situazione, meditando vendetta. I pericoli, ad Appaloosa, sono tutt’altro che terminati.

Appaloosa cast

Appaloosa: il cast del film

Oltre ad aver diretto e prodotto il film, Ed Harris ha ricoperto anche il ruolo di protagonista nei panni di Virgil Cole. Originariamente, l’attore aveva immaginato di interpretare il personaggio donandogli dei capelli lunghi, ma alla fine preferì mantenere la calvizie che lo contraddistingue. Per il ruolo di Everett Hitch, Harris ha invece fortemente voluto Viggo Mortensen, con cui aveva già lavorato in A History of Violence. L’attore si disse entusiasta di recitare nel film, attratto in particolare dal rapporto tra i due protagonisti, descritto come un’amicizia né troppo stretta né troppo libera.

Mortensen ha poi raccontato di essersi preparato al ruolo studiando approfonditamente il periodo storico, apportando suoi suggerimenti al personaggio e al suo abbigliamento e addestrandosi all’arte del duello.  Accanto a loro, nel ruolo di Allie French, doveva inizialmente esserci l’attrice Diane Lane, la quale però abbandonò il progetto nel momento in cui questo subì un momento di stallo. A sostituirla fu a quel punto scelta Renée Zellweger. Completano il cast gli attori Jeremy Irons nei panni del crudele Randall Bragg, Timothy Spall in quelli di Phil Olson e Lance Henriksen come Ring Shelton.

Il trailer di Appaloosa e dove vedere il film in streaming e in TV

È possibile fruire di Appaloosa grazie alla sua presenza su alcune delle più popolari piattaforme streaming presenti oggi in rete. Questo è infatti disponibile nei cataloghi di Rakuten TV, Apple TV e Prime Video. Per vederlo, una volta scelta la piattaforma di riferimento, basterà noleggiare il singolo film o sottoscrivere un abbonamento generale. Si avrà così modo di guardarlo in totale comodità e al meglio della qualità video. Il film è inoltre presente nel palinsesto televisivo di martedì 26 marzo alle ore 21:00 sul canale Iris.

Fonte: IMDb

Appaloosa: recensione del film con Viggo Mortensen

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Appaloosa: recensione del film con Viggo Mortensen

E’ stato presentato alla Festa del cinema di Roma Appaloosa, il film diretto da Ed Harris con protagonisti oltre al noto attore anche Viggo Mortensen  Jeremy Irons.

In Appaloosa Due amici, Viggo Mortensen e Ed Harris, vagano per il vecchio west portando la giustizia laddove ce n’è bisogno, così arrivano ad Appaloosa, una piccola città dove un cattivissimo Jeremy Irons se ne infischia delle leggi e fa a modo suo. I due pistoleri si insedieranno nella cittadina e cercheranno di portare la pace fino a che un ingresso in scena inaspettato cambierà le cose e soprattutto i rapporti tra i due personaggi.

Sulla scia dei western originari, strizzando l’occhio allo spaghetti western per l’ironia con cui è trattata la materia, Appaloosa è un film piacevole, scritto in maniera eccellente da Robert Knott e da Ed Harris e diretto in maniera classica e lineare dallo stesso Harris anche protagonista. Basandosi su una storia semplice e tradizionale il racconto viene messo in scena passando per tutti i punti classici che caratterizzano il genere: l’amicizia tra due uomini, un cattivo senza scrupoli, una donna che “si mette in mezzo”.

Appaloosa, una piccola città dove un cattivissimo Jeremy Irons se ne infischia delle leggi

L’elemento che però rende il film particolarmente appetibile è proprio l’ironia con cui è affrontata la storia, con due attori, Mortensen e Harris, come al solito in grande forma. Molto bello anche il personaggio della Zellweger, una donna indecisa e “libertina”, sicuramente un personaggio anomalo rispetto ai cliché di genere.

Il film ha aperto le sezione Proiezioni Speciali del Festival del Film di Roma, uno dei pochi film godibili che sono stati presentati alla manifestazione, fa dell’ironia e della splendida scrittura i suoi punti forti.

Apostle, Dan Stevens nell’immagine ufficiale del film

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Apostle, Dan Stevens nell’immagine ufficiale del film

La rivista Empire ha appena diffuso una foto ufficiale di Apostle, nuovo film Netflix con Dan Stevens. Nell’immagine che potrete trovare di seguito si vede l’attore di Legion nei panni di Thomas Richardson in una Londra di inizio ‘900. La trama ruota attorno al suo ritorno a casa ed alla scoperta che la sorella è stata rapita da una setta religiosa. L’uomo si mette in viaggio per l’isola in cui la setta vive sotto la leadership del carismatico Profeta Malcolm, la trova e riesce ad infiltrarsi nel gruppo scoprendo così come la corruzione dell’alta società ha infestato i suoi membri della setta.

Il film sarà diretto da Gareth Evans che ha anche scritto la sceneggiatura. La produzione invece è stata affidata, oltre a Netflix, a Adam Tertzakian ed Ed Talfan. Nel ricco cast, oltre a Stevens, anche Michael Sheen, Lucy Boynton, Mark Lewis Jones, Bill Milner, Kristine Froseth e Paul Higgins.

C’è molta attesa per questo film descritto come un tormentato racconto di occultismo che nasconde più di qualche segreto da svelare. La distribuzione sulla piattaforma è prevista per il prossimo 12 Ottobre.

FONTE: Empire

Apollo 18: Trailer finalmente!

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Apollo 18: Trailer finalmente!

Su Yahoo Movie è stato pubblicato il nuovo trailer di Apollo 18, il film della Weinstein Company prodotto da Timur Bekmambetov molto atteso sul presunto Apollo 18, missione sempre smentita  dalla Nasa.

Apollo 18: conferme dalla Weinstein Company

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weinstein

Confermato: la Weinstein Company farà uscire a marzo 2011 Apollo 18, thriller fantascientifico “paranormale” girato in stile documentaristico e dedicato alla misteriosa missione spaziale, ufficialmente mai avvenuta. Ecco nuovi dettagli…

Apollo 10½: A Space Age Childhood, la recensione del film di Richard Linklater

Con le sue opere migliori, il regista texano Richard Linklater è andato alla ricerca del valore del tempo, esplorandolo attraverso le parti “noiose” della vita ma nelle quali ha dimostrato nascondersi momenti tanto significativi quanto capaci di definire l’esistenza. Dopo aver realizzato il poco riuscito Che fine ha fatto Bernadette?, Linklater è dunque tornato su tale tema con Apollo 10½: A Space Age Childhood. Si tratta del suo terzo film animato dopo Waking Life e A Scanner Darkly, nonché di uno dei suoi progetti più personali tra quelli realizzati sino ad oggi.

Ideato già nel 2004, mentre era impegnato nella lavorazione di Boyhood, il film combina elementi autobiografici con una storia di fantasia, lasciando emergere tutto l’amore per un’epoca, le sue meraviglie ma anche i suoi aspetti più cupi. Apollo 10½ si svolge infatti in un momento decisivo per gli Stati Uniti e per il mondo, ovvero il finire degli anni Sessanta. In un sobborgo della fervida Houston di quel tempo vive il giovane Stanley (interpretato da Milo Coy), un bambino che si vedrà scelto per essere il primo “uomo” a mettere piede sulla luna.

La NASA ha infatti erroneamente costruito un modulo lunare a misura di bambino e Stanley è il designato a compiere tale delicata missione, naturalmente con la massima riservatezza. A narrare tale avventura vi è la voce dell’adulto Stanley (che in lingua originale ha l’inconfondibile verve di Jack Black), il quale offre però allo stesso tempo una nostalgica panoramica sulla vita di quel tempo e in particolare su cosa significasse essere giovani in quegli anni tanto densi di eventi e novità, con la certezza che quanto avveniva avrebbe cambiato per sempre ogni cosa.

Un’infanzia nell’era spaziale

Il sottotitolo del film, A Space Age Childhood, non può che richiamare quello che è il capolavoro di Linklater, ovvero il già citato Boyhood. Girato nell’arco di dodici anni, quel film presentava con estrema precisione il percorso di crescita di un bambino tipo, dalle classiche tappe valide per tutti sino alle specificità date dal contesto politico, sociale e culturale. Con questo suo nuovo lungometraggio, Linklater si concentra su un tempo più ristretto ma estremamente specifico, attingendo a piene mani da quella che è stata la sua vera infanzia nei pressi di Houston.

Egli ha infatti definito Apollo 10½ come un film “imbarazzantemente autobiografico”, per il quale sono stati ricercati oggetti e ricostruiti ambienti provenienti direttamente dalla sua infanzia (ogni inquadratura è infatti tanto ricca di dettagli quanto meritevole di molteplici sguardi). Quella che viene indicata come la trama principale, ovvero il reclutamento del giovane protagonista per una missione spaziale, è in realtà una parte molto ridotta del film, quasi un pretesto per parlare d’altro. Ed è proprio su questo “altro” che Linklater si concentra e di cui fa il cuore pulsante del suo racconto, di cui è il solo sceneggiatore.

Apollo 10 ½ Netflix

Attraverso i ricordi di Stanley, che sono anche i suoi, Linklater ci conduce in un quartiere residenziale di recente istituzione, un luogo senza passato che guarda unicamente al futuro. Qui il protagonista, insieme ai suoi cinque fratelli, fa esperienza di diversi passatempi, di giri in bicicletta, di quei momenti di nullafacenza che sono nel cinema di Linklater il tempo in cui i personaggi meglio si esprimono. E ancora, un lungo elenco di film, programmi televisivi, album musicali, gusti di gelato e giochi da fare tra ragazzi o in famiglia permette di comprendere cosa significava essere un bambino in quell’”era spaziale”.

Ritorno al rotoscope, tra realtà, sogno e ricordo

Per catturare tutto ciò, Linklater aveva originariamente intenzione di girare Apollo 10½ in live action, salvo poi rendersi ben presto conto di come avvalersi qui di una tecnica a lui cara come quella del rotoscope avrebbe conferito ulteriore valore al tutto. Tale particolare animazione si presta perfettamente per dar vita a racconti che si collocano al confine tra realtà e sogno, tra presente e passato. Risulta infatti difficile immaginare questo film realizzato con una tecnica diversa, proprio per il suo essere un fiume di ricordi che si animano senza una vera e propria trama.

Grazie al rotoscope Linklater riesce non solo a dare forma a tutto ciò, ma anche a generare una perfetta sintonia tra forma e contenuto, spaziando nelle memoria e nel sogno, esulando dal realistico ma rimanendogli ugualmente vicino. Ciò che ancor più sorprende e coinvolge, però, è come guardando il film si possa riconoscere anche nei propri ricordi quel tratto sfumato e frastagliato tipico delle immagini in rotoscope. I risultati qui raggiunti conferiscono dunque davvero al film un valore raro, andando oltre l’aspetto estetico per divenire parte attiva nel veicolare il senso del racconto.

Apollo 10½ recensione

Apollo 10½: la recensione del film

Il cinema di Linklater è talvolta estremo e titoli come Slacker e Waking Life ne sono un esempio perfetto. Apollo 10½ non aspira però raggiungere quel livello di astrazione narrativa, proponendosi dunque come un’opera più facilmente fruibile, sulla scia di Boyhood e di Tutti vogliono qualcosa. Proprio come questi ultimi due, è un film evidentemente e necessariamente guidato non da una trama bensì dai suoi personaggi e, in misura ancora maggiore, dai ricordi. Il modo migliore per guardare Apollo 10½ è dunque quello di abbandonarsi completamente alle sue immagini, alle emozioni che evoca e alla calda e nostalgica atmosfera che ricostruisce con tutto ciò.

Si tratta di un film volutamente modesto nelle ambizioni ma dal cuore grande, che dimostra nuovamente la capacità di Linklater di far emergere il senso della vita da quelle piccole cose che sul momento potrebbero sembrare banali. Questo suo nuovo coming of age, inoltre, risulta ulteriormente magnifico nella capacità di rendere universale un’esistenza così specifica. Non occorre essere nati a Houston negli anni Sessanta per comprendere e apprezzare il film. L’infanzia in esso evocata è infatti senza tempo, perfettamente applicabile anche a spettatori di contesti geograficamente e culturalmente lontani. Un sentito regalo, dunque, che Linklater fa a sé stesso e a tutto il suo pubblico.

Apollo 10½: A Space Age Childhood, il nuovo film di Richard Linklater, influenzato da Harry Potter

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Richard Linklater ha spiegato come il suo nuovo film Apollo 10½: A Space Age Childhood si connetta tematicamente con Harry Potter. Il nuovo film del regista di Boyhood uscirà su Netflix il 1 aprile 2022.

I film di Linklater sono rinomati per il loro stile distinto, spesso utilizzando narrazioni sciolte e concentrandosi sugli effetti del tempo. In precedenza hanno esplorato l’esperienza dell’infanzia e il processo e le sfide associate alla crescita. Continuando con questo tema, Apollo 10½: A Space Age Childhood sarà incentrato sull’esperienza di un bambino (di dieci anni e mezzo) mentre viene reclutato per unirsi a una missione segreta della NASA. Il film è animato utilizzando il rotoscoping, seguendo le orme del film di fantascienza di Linklater del 2006 A Scanner Darkly, che è stato adattato dall’omonimo romanzo di Philip K Dick.

Ora, Linklater ha condiviso con Deadline il modo in cui Apollo 10½: A Space Age Childhood si collega alla serie di Harry Potter. Il regista ha spiegato che il film è stato concepito riflettendo sulle fantasie della sua infanzia, quando avrebbe immaginato di essere reclutato in un ruolo speciale. Ha continuato confrontando l’idea con l’invito di Harry Potter a frequentare Hogwarts:

“Ho pensato a quella fantasia che avevo di essere reclutato, è quasi come una cosa di Harry Potter… ogni bambino ha quella fantasia che forse sei speciale, hai un ruolo da interpretare nel mondo che potrebbe essere utile.”

Apollo 10½: A Space Age Childhood arriverà il 1° aprile su Netflix e segna il ritorno di Richard Linklater all’animazione, dopo Walking Life e A Scanner Darkly. Nel cast vocale originale del film ci sono Glen Powell, Jack Black, Zachary Levi e Josh Wiggins. Guarda il trailer:

Apocalypse Now: un viaggio attraverso gli orrori del Vietnam secondo Francis Ford Coppola

Apocalypse Now è il film culto del 1970 diretto da Francis Ford Coppola e con protagonisti nel cast Martin Sheen, Marlon Brando, Robert Duvall e Dennis Hopper.

Apocalypse NowAnno: 1979

Regia: Francis Ford Coppola

Cast: Martin Sheen, Marlon Brando, Robert Duvall, Dennis Hopper

Trama: Saigon 1969. Il capitano Benjamin L. Willard (Martin Sheen), uno stanco ed alienato ufficiale dei marines, viene convocato in tutta fretta per una missione speciale e segreta.

Alla presenza di alcuni ufficiali della sezione informazioni militari e forse di alcuni membri dei servizi segreti gli viene commissionato il delicato incarico di risalire il fiume Nung sino ad addentrarsi nella lontana e pericolosa giungla cambogiana. Qui, secondo intercettazioni radio, si trova il colonnello Walter E. Kurtz (Marlon Brando) pluridecorato ufficiale dei berretti verdi; il compito tassativo è quello di eliminare il colonnello, senza esitazione alcuna. Il motivo? Sembra che l’ufficiale disertore si sia messo a capo di un piccolo esercito di soldati-sudditi e si sia reso protagonista di una serie di atrocità, prova della sua ragione ormai compromessa.

Imbarcatosi su una piccola chiatta e scortato da un ristretto quanto improbabile equipaggio ignaro della meta e dello scopo della missione, il capitano Willard inizia così un lungo viaggio attraverso il paese in guerra che lo dovrà condurre al cospetto del misterioso colonnello scomparso.

Nel 1979, Francis Ford Coppola riesce finalmente a completare quello che sarà destinato a diventare  uno dei film culto per più generazioni e pietra miliare del cinema di guerra. Una delle testimonianze più crude e allucinanti di un conflitto, quello del Viet-nam, che ha indelebilmente segnato la coscienza di un paese e forse di tutto il mondo occidentale.

Apocalypse Now è un film liberamente ispirato al celebre romanzo di Joseph Konrad, Cuore di tenebra, di cui però Coppola cambia ambientazione spazio-temporale. Coppola vuole rappresentare un viaggio, un lungo viaggio attraverso la guerra e che della guerra deve mostrare tutti gli orrori, l’inutilità e la forza alienante, l’assuefazione alla violenza quotidiana che si è costretti a praticare.

Così il fiume Nung, presenza costante per quasi tutto il film, diventa una sorta di simbolo, una linea concettuale che collega tutte le varie fasi della narrazione, un filo conduttore a cui si ritorna dopo ogni avventura affrontata dal protagonista.

Ed una volta tornati sulla barca, unico rifugio dove potersi sentire al sicuro, il capitano Willard sfoglierà pagina dopo pagina il lungo dossier sull’uomo da scovare ed uccidere. Il percorso di avvicinamento non solo fisico ma sopratutto intellettuale tra il carnefice e la sua vittima è indubbiamente l’aspetto più interessante del film. Willard conosce gradualmente i profili psicologici di quell’eroe di guerra che prima dei trent’anni era arrivato ad un passo dall’essere generale e che sicuramente sarebbe diventato capo di stato maggiore. Allora capire il motivo della sua pazzia, della sua degenerazione mentale improvvisa e inspiegabile diventa per Willard un’ossessione, Kurtz e il fascino e il magnetismo che trasmette la sua vita diventano un’ossessione.

Apocalypse Now

Il lungo e dantesco viaggio attraverso la giungla porterà Willard e la sua truppa ad incontrare personaggi e situazioni quasi farsesche, al limite del grottesco; su tutte la conoscenza dell’eccentrico tenente William “Bill” Kilgore, interpretato da un superlativo Robert Duvall, comandante di un reggimento elicotteristico, la 1st Cavalry Division. Kilgore è un signore della guerra che “ama i suoi ragazzi e che non si farà mai un graffio” e che si getta all’attacco di villaggi vietcong sulle note inquietanti della Cavalcata delle Valchirie di Wagner e che ama l’odore di napalm al mattino perchè “è l’odore della vittoria”.

Quindi l’incontro con le playmate giunte per sollevare il morale dei soldati, l’escursione tra trincee senza comando dove si spara senza sapere a chi e per quale motivo oltre ai vari attacchi dei guerriglieri nascosti sulle sponde del fiume.

Ma il vero protagonista attorno al quale ruota tutto il film, resta e rimane questo misterioso ed enigmatico colonnello Kurtz, figura ombra che pur non comparendo per tre quarti del film ne è in realtà il cuore pulsante. Kurtz appare e si materializza solo negli ultimi quaranta incredibili minuti in cui la scena viene dominata in modo incontrastato dal grande Marlon Brando.

Forte di una presenza scenica unica e forse ineguagliabile, Brando interpreta uno dei suoi personaggi forse più complessi e tormentati e che per questo gli si addice maggiormente. Sempre ritratto nell’ombra, e confuso nelle tenebre del suo sinistro tempio “dall’odore di morte stagnante”, Kurtz è il signore di un esercito di uomini-spettri che sembrano vittima di uno strano incantesimo e che da lui subiscono supinamente le più pazzesche atrocità. Cadaveri disseminati sugli alberi, sulle scalinate insanguinate di un antico palazzo, forse una pagoda buddista, un’atmosfera di morte e follia di fronte alla quale Willard rimane sconvolto.

Al cospetto di  Kurtz, il capitano è vittima di quel fascino e di quella capacità affabulatoria di un uomo che esalta la metodicità e la disciplina dell’esercito vietnamita prevedendone la futura quanto inevitabile vittoria. Kurtz è filosofo di morte e di violenza che disegna sofismi sul terrore, sull’orrore al quale il soldato americano non sarà mai avvezzo. Ma nei monologhi del colonnello leggiamo una denuncia, una critica alle contraddizioni e all’illogicità dei comandi americani i quali costringono i loro ragazzi a diventare spietati assassini per richiamarli poi a rispettare stupidi dettami morali.

Come un altro ufficiale che lo precedette in quell’incarico, anche Willard è sul punto di cedere alla filosofia e alla forza persuasiva del colonnello ma la sua razionalità e il rifiuto di quella degenerazione lo salverà dalla follia e lo porterà al compimento della sua missione.

Apocalypse Now è un film che come pochi altri induce a riflettere sull’atrocità della guerra e sui limiti a cui può portare la follia umana. Un film tormentato e psicologico, allucinato e allucinante nelle sue atmosfere e nelle sue musiche che hanno in The end dei Doors l’apertura e la chiusura più degna e indovinata che Coppola potesse scegliere.

Riprese durate un anno e mezzo nella giungla delle Filippine tra tornadi e tifoni che distrussero più volte il set; Sheen che si ferì ad una mano ed ebbe un infarto che rese necessaria una controfigura in talune sequenze. Brando che fece impazzire Coppola tanto da rifiutarsi di girare le riprese con il grande attore affidandole al suo vice; un montaggio durato più di due anni.

Un’odissea che portò il regista a perdere una ventina di chili e che mise a rischio il suo matrimonio per una crisi depressiva che lo colse per la paura di non portare a compimento il suo sogno. Ma  i grandi capolavori hanno spesso gestazioni lunghe e difficili, complesse e tormentate, forse necessarie a rendere il risultato tanto eccellente. Noi non smetteremo mai di ringraziare Coppola di non aver ceduto, di non aver desistito dall’idea e dall’utopia di terminare questo film. Un film che consigliamo di vedere nella sua versione Redux in quanto la consideriamo migliore e più esaustiva, comprendente sequenze chiave e fondamentali per capire al meglio una narrazione non facile.

Apocalypse Now: il film con Marlon Brando è ispirato ad una storia vera?

Diretto nel 1979 da Francis Ford Coppola, Apocalypse Now si è imposto negli anni come uno dei film più ambiziosi e importanti della storia del cinema. Sebbene le recensioni iniziali fossero contrastanti, il film è oggi considerato una pietra miliare del genere bellico e delle opere dedicate al dramma della guerra. Un vero e proprio horror che offre un ritratto sconvolgente dello straziante impatto psicologico della guerra. È però un film ricordato per i suoi noti problemi produttivi, con le riprese nelle filippine che dalle iniziali 14 settimane previste si protrassero per oltre un anno e mezzo.

Un progetto che quasi costò la vita a Coppola, che non si risparmiò nel ricercare un realismo scioccante, avvalendosi di ricostruzioni ed effetti speciali pratici estremamente complessi. Liberamente tratto di Cuore di tenebra, il racconto dello scrittore Joseph Conrad, Apocalypse Now è dunque un film ormai parte della leggenda, su cui si sono scritte innumerevoli pagine dedicate ai suoi significati più profondi, alle tante curiosità che hanno circondato la produzione e al suo lascito nella storia del cinema e nell’immaginario culturale in generale.

Ancora oggi ci si chiede però quanto di vero ci sia all’interno del film da un punto di vista storico. Il racconto proposto è ispirato anche da una storia vera, oltre che dal racconto di Conrad? Ci sono riferimenti alla realtà, oltre alla guerra del Vietnam? In questo articolo, approfondiamo dunque alcune delle principali curiosità relative alla storia vera dietro Apocalypse Now. Proseguendo qui nella lettura sarà infatti possibile ritrovare ulteriori dettagli relativi alla trama, al cast di attori e, appunto, alla storia vera dietro il film. Infine, si elencheranno anche le principali piattaforme streaming contenenti il titolo nel proprio catalogo.

Apocalypse Now trama film
Martin Sheen in Apocalypse Now. © 1979 – United Artists

 

La trama e il cast di Apocalypse Now

È l’apice della guerra in Vietnam e il capitano dell’esercito americano Benjamin L. Willard viene inviato dal colonnello G. Lucas a svolgere una missione che, ufficialmente non sarà mai avvenuta: trovare un misterioso colonnello dei berretti verdi, Walter Kurtz, che si ritiene essere completamente impazzito, ed eliminarlo. Willard, inviato a risalire il fiume Nung su una motovedetta della Marina statunitense, scoprirà ben presto che il suo obiettivo è uno degli ufficiali più decorati dell’esercito americano e dopo aver affrontato innumerevoli pericoli nella foresta riuscirà ad arrivare al suo cospetto. Qui, però, scoprirà realtà diverse da quelle che gli sono state riferite.

Ad interpretare Benjamin L. Willard vi è l’attore Martin Sheen, il quale per via del forte stress generatogli dall’esperienza sul set ebbe un infarto, dal quale fortunatamente riuscì a riprendersi. Inizialmente per il ruolo era però stato scelto Harvey Keitel, che venne però licenziato dopo alcune settimane di riprese. Nel ruolo del colonnello G. Lucas vi è invece l’attore Harrison Ford, che scelse il nome del suo personaggio in onore del regista George Lucas che lo aveva diretto in American Graffiti e Star Wars. Recitano poi nel film Robert Duvall nel ruolo del Tenente Colonnello William Kilgore e Dennis Hopper in quello di un fotoreporter.

Recitano poi nel film Frederic Forrest nel ruolo di Jay “Chef” Hicks, Albert Hall in quello di George Phillips e Sam Bottoms in quello di Lance B. Johnson. Laurence Fishburne, invece, è Tyrone “Mr. Clean” Miller. La grande star del film è però Marlon Brando, qui alle prese con il ruolo di Walter E. Kurtz. Come noto, Brando causò numerosi problemi a Coppola, presentandosi sul set senza aver imparato le proprie battute e intenzionato ad improvvisare quanto più possibile. L’attore aveva inoltre preso molto peso e chiese pertanto di comparire nel film avvolto nell’ombra. Una dettaglio che ha poi contribuito a caratterizzare ulteriormente il personaggio, rendendolo iconico.

Apocalypse Now cast
Marlon Brando in Apocalypse Now. © 1979 – United Artists

Il film è tratto da una storia vera?

Apocalypse Now non è basato su una storia vera, anche se ci sono elementi del film che sono tratti dalla realtà. Lo sceneggiatore John Milius ha dichiarato alla CNN di aver incluso il surf nella sceneggiatura perché ha notato “quanti surfisti californiani sono andati in Vietnam e quanti non sono tornati”. Kurtz, l’antagonista perfetto del film, è simile ad Anthony Poshepny, un agente della CIA che ha creato un esercito segreto in Laos. Tuttavia, la storia dell’esercito americano che invia un assassino per eliminare uno dei suoi colonnelli è pura finzione. Nonostante dunque Apocalypse Now non sia direttamente tratto da una storia vera, Coppola lo ha descritto come “un film contro la menzogna” (The Guardian).

Il regista ha spiegato: “Il fatto che una cultura possa mentire su ciò che accade realmente in guerra – che le persone vengono brutalizzate, torturate, mutilate e uccise – e in qualche modo presentarlo come morale è ciò che mi fa orrore”. Una scena come quella degli elicotteri militari americani che sorvolano un villaggio vietnamita, sparando Wagner dagli altoparlanti e uccidendo civili innocenti per divertimento, potrebbe non essere realmente accaduta in senso letterale, ma è simbolica delle inquietanti verità che il governo americano ha nascosto al pubblico durante la guerra del Vietnam.

Più che ad una storia vera, la trama di Apocalypse Now è invece ispirata all’acclamata novella Cuore di tenebra di Joseph Conrad. Nel libro, un marinaio di nome Marlow viene inviato a risalire un fiume del Congo per incontrare un uomo misterioso di nome Kurtz, che si dice sia “diventato nativo”. La sceneggiatura di John Milius ha preso l’impostazione e la struttura di base della novella di Conrad e l’ha ricontestualizzata in un’ambientazione da guerra del Vietnam. Trasforma Kurtz – modellato sulla biografia di Robert B. Rheault, comandante delle forze speciali in Vietnam – da commerciante d’avorio a colonnello caduto in disgrazia, ma esplora gli stessi temi di potere e moralità.

Il trailer di Apocalypse Now e dove vedere il film in streaming e in TV

È possibile fruire di Apocalypse Now grazie alla sua presenza su alcune delle più popolari piattaforme streaming presenti oggi in rete. Questo è infatti disponibile nei cataloghi di Rakuten TV, Apple TVGoogle Play, Infinity+ e Now. Per vederlo, una volta scelta la piattaforma di riferimento, basterà noleggiare il singolo film o sottoscrivere un abbonamento generale. Si avrà così modo di guardarlo in totale comodità e ad un’ottima qualità video. Il film è inoltre presente nel palinsesto televisivo di venerdì 24 maggio alle ore 21:00 sul canale Iris.

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Apocalypse Now: Francis Ford Coppola al lavoro su un possibile videogioco

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Regista di culto per almeno due generazioni di appassionati cinefili e autore di capolavori filmici entrati giustamente nella storia della Settima Arte, Francis Ford Coppola avrebbe secondo molti critici e intenditori raggiunto la propria apoteosi cinematografica con il kolossal Apocalypse Now, riadattamento in chiave moderna del celebre romanzo Cuore di tenebra di Joseph Conrad ambientato nelle insidiose foreste del Vietnam e passato alla storia per le sue numerose innovazioni tecniche ed espressive, tra cui il primissimi esperimenti stereofonici col sistema Dolby Surround. Ebbene, dopo la pubblicazione della tanto agognata director’s cut e con alle spalle un culto cresciuto nel corso del tempo, secondo una recente notizia rilasciata da Coppola in persona a Deadline Apocalypse Now sarebbe ora pronto a diventare addirittura un videogioco.

Apocalypse Now: un adattamento è in fase di sviluppo 

Il 77enne Francis Ford Coppola ha infatti rivelato di essere attualmente in trattative con un team di sviluppatori di videogiochi interattivi per dare vita a una versione videoludica di Apocalypse Now, un progetto che dovrebbe essere in parte finanziato da un’apposita campagna via Kickstarter in modo da interagire direttamente con il pubblico di appassionati a cui il prodotto verrà destinato. Secondo alcune delle indiscrezioni rilasciate dal regista in merito al videogioco, l’utente dovrebbe assumere il ruolo del capitano Benjamin Willard intento a penetrare nelle profondità della giungla vietnamita con il compito di trovare ed eliminare il micidiale colonnello Kurtz.

A proposito del progetto di un videogioco ispirato ad Apocalypse NowFrancis Ford Coppola ha affermato: “oltre quarant’anni fa ho deciso di realizzare una foto artistica ispirata ad Apocalypse Now con l’intento di avere un qualche appiglio con cui avrei potuto creare in futuro qualcosa in grado d’influenzare generazioni di spettatori negli anni a venire. Oggi mi sono unito a una squadra di abili professionisti che vuole realizzare una versione interattiva di Apocalypse Now, dove l’utente sarà il capitano Benjamin Willard. In questi anni ho osservato i videogiochi crescere ed evolversi in un modo significativo sia tecnicamente sia nella forma di narrare delle storie, e dunque sono davvero entusiasta di esplorare le possibilità di Apocalypse Now per una nuova piattaforma e una nuova generazione“.

Apocalypse Now: un viaggio attraverso gli orrori del Vietnam secondo Francis Ford Coppola

Affermando che il videogioco ispirato ad Apocalypse Now potrà contare anche sul supporto della sua casa di produzione, la American ZentropeFrancis Ford Coppola ha inoltre dichiarato che il videogioco sarà “una narrazione cinematografica con tutte le meccaniche di gioco di ruolo ambientato nel mezzo della guerra del Vietnam. Come nel film, i giocatori potranno assumere il ruolo del capitano Willard, in missione segreta per assassinare il colonnello Kurtz. Durante tutto il corso del gioco i giocatori avranno la possibilità di prendere le proprie decisioni indipendenti della narrazione originale. Mentre i giocatori navigano negli orrori indicibili della guerra del Vietnam, le loro reazioni a ogni situazione si tradurranno in conseguenze che alterano il loro viaggio e il corso della storia che si sviluppa mano a mano“.

Fonte: Deadline

Apocalisse: un Dio alla ricerca di un mondo che lo adori, parola di Bryan Singer

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Bryan Singer è stato molto esaustivo, ieri sera, dopo l’uscita del primo trailer di X-Men Apocalypse, in merito ai suoi personaggi, ai rapporti che intercorrono tra essi, alla costruzione di caratteri nuovi e soprattutto a proposito di questo nuovo villain, un personaggio inquietante e potente, un Dio.

Ecco cosa ha raccontato Singer su Apocalisse, interpretato da Oscar Isaac: “Cos’è un Dio? Perché qualcuno dovrebbe creare e governare sopra una intera razza solo per essere adorato? Il mondo non gli porta devozone o rispetto, nè a lui nè al suo ego da Dio. Tutta questa mancanza di simmetria tra le aspettative e la realtà va contro il suo desiderio di essere adorato. Così vuole ricostruire il mondo”.

Sul look del personaggio ha dichiarato, dopo le critiche al costume visto su EW nei mesi passati: “Era una foto, non c’erano gli effetti visivi. Si tratta di un mutante molto potente interpretato da un attore straordinario come Oscar. Vorrei che le persone guardassero tutti i dettagli, i pezzi, la tecnologia, la forza, il costume, le iscrizioni. Tutto dovrebbe farti venire voglia di sapere di più”.

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Con Bryan Singer alla regia e allo script, in X-Men Apocalypse tornerà anche Simon Kinberg a scrivere la sceneggiatura che si baserà su una storia di Singer, Kinberg, Michael Dougherty e Dan Harris.

Inoltre ci sono anche già i primissimi dettagli relativi alla trama del film: il film sarà ambientato una decina di anni dopo Giorni di un Futuro Passato e rappresenta un passo successivo nella storia. L’aver alterato la storia nel film precedente ha causato delle reazioni imprevedibili e incontrollate, e la nascita di un nuovo e potente nemico. Charles (James McAvoy), Erik/Magneto (Michael Fassbender), Raven/Mistica (Jennifer Lawrence), Wolverine (Hugh Jackman) e Hank/Bestia (Nicholas Hoult) saranno raggiunti da Ciclope, Tempesta e Jean Grey e dagli altri X-Men per combattere contro il formidabile menico, una antica e potente forza, determinata a causare un’apocalisse come mai si è verificato nella storia dell’umanità.Oscar Isaac è stato scelto per interpretare Apocalisse. Al cast si aggiungono anche Sophie Turner (Jean Grey), Tye Sheridan (Ciclope), Alexandra Shipp (Tempesta), Kodi Smit-McPhee (Nightcrwaler), Lana Condor (Jubilee), Olivia Munn (Psylocke).

Apes Revolution: un nuovo trailer internazionale

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Apes Revolution: un nuovo trailer internazionale

In attesa che Apes Revolution, ennesimo capitolo della longeva saga de Il Pianeta delle Scimmie giunga nei cinema americani il prossimo 11 luglio, vi proponiamo qui di seguito un trailer internazionale che, seppure per pochi secondi, ci catapulterà nel film diretto da Matt Reese.

http://www.youtube.com/watch?v=7jQDqExx8YI

Questa la trama del film: La crescente nazione delle scimmie guidata da Caesar è minacciata da una banda di umani sopravvissuti al devastante virus diffuso dieci anni prima. Raggiunta una fragile pace, essa sarà molto breve, ed entrambe le parti si troveranno sul’orlo di una guerra che deciderà quale sarà la specie dominante sulla Terra.

Apes Revolution Il Pianeta delle Scimmie uscirà nella sale USA l’11 Luglio 2014.

Il Pianeta delle Scimmie RevolutionAndy Serkis ritorna nel ruolo di Caesar. Faranno parte del cast di DAWN OF THE PLANET OF THE APES anche Jason Clarke (Zero Dark ThirtyPublic EnemiesThe Great Gatsby), Gary Oldman (The Dark Knight RisesThe Harry Potter film series), Keri Russell (The AmericansMission Impossible III), Toby Kebbell (The Prince of PersiaWrath of the TitansRock N Rolla), Kodi Smit-McPhee (Let Me InParaNorman), Enrique Murciano (TrafficBlack Hawk Down), Kirk Acevedo (The Thin Red Line) e Judy Greer (The DescendantsThree Kings13 Going on 30).

Fonte: CBM Tralers