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Akira di Taika Waititi arriverà nelle sale a maggio 2021

Thor Ragnarok Akira Taika Waititi

La Warner Bros. ha ufficializzato la data di uscita del nuovo adattamento di Akira, progetto nelle mani di Taika Waititi, fissata non più al 14 maggio 2021 ma al 21 maggio 2021. Un piccolo slittamento che non cambia i programmi dello studio e che mette in concorrenza il live action con John Wick 4, quarto capitolo del franchise con Keanu Reeves già confermato nei giorni scorsi.

Questa versione in live-action di Akira, ovviamente tratto dai sei volumi di Katsuhiro Otomo, arriva al cinema dopo l’anime giapponese del 1988 diretto da Otomo.

Per quanto riguarda Waititi, il neozelandese è salito ufficialmente a bordo della produzione dopo aver abbandonato giovedì scorso i lavori sul film d’animazione che avrebbe reso protagonista il celebre scimpanzé di Michael Jackson, Bubbles.

Nel frattempo vi ricordiamo che il regista di Thor: Rahnarok è entrato di recente nel cast di Free Guy, action comedy che sarà diretta da Shawn Levy e interpretata da Ryan Reynolds. La star di Deadpool vestirà i panni del protagonista Guy, un funzionario della banca che scopre di vivere all’interno di un videogioco dove – insieme ad un avatar – cercherà di impedire agli sviluppatori di chiudere il loro mondo. Insieme a loro Jodie Comer (Killing Eve), Joe Keery (Stranger Things), Lil Rel Howery, e Utkarsh Ambudkar.

Fonte: Deadline

 
 

Akira di Katsuhiro Ôtomo torna al cinema per il 35° anniversario

akira

Torna al cinema, a 35 anni dalla sua prima uscita nelle sale, AKIRA di Katsuhiro Ôtomo, il film che ha incassato, tra repliche cinematografiche e vendite home-video, oltre 50 milioni di euro, conquistando il pubblico giapponese e rivoluzionando la percezione degli anime in tutto il mondo occidentale.

Unanimemente considerato un capolavoro e inserito da Empire Magazine tra i 100 migliori film in lingua straniera della storia del cinema, AKIRA è diretto da uno dei maestri indiscussi del cinema d’animazione e del fumetto giapponese. Tra le numerose collaborazioni e produzioni di Katsuhiro Ôtomo figurano, tra le altre, “Steamboy”, con cui partecipò fuori concorso alla Mostra internazionale d’arte cinematografica di Venezia del 2004, e la sceneggiatura del film “Metropolis” di Rintaro (tratto dal manga di Osamu Tezuka).

L’appuntamento per i fan italiani è fissato per il 14 marzo (proiezioni in lingua originale con sottotitoli in italiano) e 15 marzo (proiezioni in versione doppiata in italiano), quando la Stagione degli Anime al Cinema, progetto esclusivo di Nexo Digital distribuito in collaborazione con Dynit, porterà nelle sale AKIRA in formato 4K e per la prima volta anche in lingua originale(elenco cinema a breve su nexodigital.it). Nel 2013 le celebrazioni del 25esimo anniversario di Akira, sempre organizzate da Nexo Digital e Dynit, avevano raccolto oltre 20.000 spettatori in un solo giorno, con sold out diffusi in tutti i cinema italiani che avevano programmato il film.

Uscito nelle sale per la prima volta nel 1988 e ispirato al manga ormai giunto alla centesima ristampa del suo primo volume, Akira è ambientato nel 2019, in un’epoca in cui le grandi metropoli sono state spazzate via dopo la Terza Guerra Mondiale. Tokyo è teatro di scontri tra bande di motociclisti, tra cui di distingue la gang dei giovani Kaneda e Tetsuo. La polizia segreta, intanto, cerca di mettere un freno alla minaccia per poter continuare lo sviluppo del segretissimo progetto Akira…

La Stagione degli Anime al Cinema è un progetto esclusivo di Nexo Digital distribuito in collaborazione con Dynit e col sostegno dei media partner MYmovies.it, Lucca Comics & Games e VVVVID.

 
 

Akira a 35 anni torna al cinema nella nuova versione in 4k

Akira

Il 14 e 15 marzo torna ancora una volta sul grande schermo, a 35 anni dalla sua prima uscita in sala, Akira, il film campione d’incassi diretto da uno dei maestri indiscussi del cinema d’animazione e del fumetto giapponese. Il Circuito ha pensato a un omaggio speciale per gli spettatori che acquisteranno online il biglietto per assistere alle proiezioni previste nelle sale UCI Cinemas: la special card del film, una riproduzione dell’iconico pass utilizzato dai protagonisti, gadget imperdibile per tutti i veri amanti del capolavoro di Katsuhiro Ôtomo.

Il 14 marzo l’anime sarà proiettato in lingua originale con sottotitoli in italiano, mentre il 15 marzo i fan di questo pezzo di storia del cinema potranno ripercorrere le vicende di Kaneda con un doppiaggio italiano fedele all’originale. Entrambe le proiezioni offriranno ai fan la splendida opportunità di ammirare questo capolavoro in una luce inedita, nella nuova versione in 4k. Un appuntamento da non perdere con la Stagione degli Anime al Cinema, distribuita da Nexo Digital in collaborazione con Dynit, che riporta nelle sale una pietra miliare nella storia dell’animazione in grado di fondere elementi di 2001: Odissea nello spazio, I guerrieri della notte, Blade Runner e Il pianeta proibito. Annoverato da Empire Magazine tra i 100 migliori film in lingua straniera della storia del cinema e da Wired tra i 30 migliori film di science fiction di tutti i tempi assieme Blade Runner, Gattaca e Matrix, l’anime è tratto dall’omonimo manga di Ôtomo, che ha curato la regia e si è occupato dall’elaborazione del layout alle correzioni dei disegni chiave, sino a quando nel 1988 il film, con la memorabile colonna sonora di Shoji Yamashiro, è arrivato finalmente nelle sale conquistando milioni di fan in tutto il mondo .

Akira sarà proiettato il 14 marzo in lingua originale (con i sottotitoli in Italiano) e il 15 marzo doppiato in italiano in tutte le multisala del Circuito: UCI Bicocca (MI), UCI Luxe Campi Bisenzio (FI), UCI Casoria (NA), UCI Montano Lucino, UCI Firenze (FI), UCI Fiumara (GE), UCI Lissone (MB), UCI Cinepolis Marcianise (CE), UCI Luxe Marcon (VE), UCI Molfetta (BA), UCI Moncalieri (TO), UCI Orio (BG), UCI Parco Leonardo (RM), UCI Porta di Roma (RM), UCI Reggio Emilia (RE), UCI Romagna Savignano sul Rubicone (FC), UCI RomaEst (RM), UCI Torino Lingotto (TO), UCI Verona (VR), UCI Curno (BG), UCI Ferrara (FR), UCI Fiume Veneto (PN), UCI MilanoFiori (MI), UCI Perugia (PG), UCI Piacenza (PC), UCI Sinalunga (SI), UCI Alessandria (AL), UCI Arezzo (AR), UCI Showville Bari (BA), UCI Bolzano (BZ), UCI Cinemas Meridiana Bologna (BO), UCI Catania (CT), UCI Certosa (MI), UCI Megalò (CH), UCI Seven Gioia del Colle (BA), UCI RedCarpet Matera (MT), UCI Luxe Maximo (RM), UCI Palermo (PA), UCI Pioltello (MI), UCI Luxe Palladio (VI) e UCI Villesse (GO).

La trama di AKIRA

Tokyo, 16 luglio 1988. È il luogo dove il governo in gran segreto sta facendo degli esperimenti su bambini con particolari percezioni extrasensoriali. L’esperimento sfugge di mano e costringe il governo ad autorizzare di nascosto il lancio di una boma atomica sulla città di Tokyo. Negli anni successivi all’olocausto mondiale, la città di Tokyo è stata ricostruita in un’immensa megalopoli chiamata Neo-Tokyo. Sono già passati 31 anni da allora e all’insaputa di tutti, esclusi pochissimi, l’esperimento psicologico continua. Una gang di motociclisti, capitanata da Kaneda, si sta avviando verso la periferia di Neo-Tokyo alla ricerca di guai, quando si imbatte accidentalmente in un intrigo politico dove il governo compie azioni che rasentano la fantascienza. Tetsuo, uno dei membri della gang viene ferito in un incidente causato da un esperimento e a sorpresa viene arruolato nell’esercito. Kaneda parte alla ricerca dell’amico scomparso. La sua odissea nei meandri di Neo-Tokyo lo porta a contatto con rivoluzionari, polizia segreta e il mistero di Akira. Il risultato finale ci porta un filo di speranza sul futuro dell’umanità intera. Ma questa possibilità non ci verrà data se non a caro prezzo…

 
 

Akira 35: il trailer del film culto che torna al cinema il 14 e 15 marzo

Torna al cinema, a 35 anni dalla sua prima uscita nelle sale, AKIRA di Katsuhiro Ōtomo, il film che ha incassato, tra repliche cinematografiche e vendite home-video, oltre 50 milioni di euro, conquistando il pubblico giapponese e rivoluzionando la percezione degli anime in tutto il mondo occidentale.

Unanimemente considerato un capolavoro e inserito da Empire Magazine tra i 100 migliori film in lingua straniera della storia del cinema, AKIRA è diretto da uno dei maestri indiscussi del cinema d’animazione e del fumetto giapponese. Tra le numerose collaborazioni e produzioni di Katsuhiro Ôtomo figurano, tra le altre, “Steamboy”, con cui partecipò fuori concorso alla Mostra internazionale d’arte cinematografica di Venezia del 2004, e la sceneggiatura del film “Metropolis” di Rintaro (tratto dal manga di Osamu Tezuka).

L’appuntamento per i fan italiani è fissato per il 14 marzo (proiezioni in lingua originale con sottotitoli in italiano) e 15 marzo (proiezioni in versione doppiata in italiano fedele all’originale), quando la Stagione degli Anime al Cinema, progetto esclusivo di Nexo Digital distribuito in collaborazione con Dynit, porterà nelle sale AKIRA in formato 4K e per la prima volta anche in lingua originale (elenco cinema su nexodigital.it). Nel 2013 le celebrazioni del 25esimo anniversario di Akira, sempre organizzate da Nexo Digital e Dynit, avevano raccolto oltre 20.000 spettatori in un solo giorno, con sold out diffusi in tutti i cinema italiani che avevano programmato il film.

Uscito nelle sale per la prima volta nel 1988 e ispirato al manga ormai giunto alla centesima ristampa del suo primo volume, Akira è ambientato nel 2019, in un’epoca in cui le grandi metropoli sono state spazzate via dopo la Terza Guerra Mondiale. Tokyo è teatro di scontri tra bande di motociclisti, tra cui di distingue la gang dei giovani Kaneda e Tetsuo. La polizia segreta, intanto, cerca di mettere un freno alla minaccia per poter continuare lo sviluppo del segretissimo progetto Akira…

La Stagione degli Anime al Cinema è un progetto esclusivo di Nexo Digital distribuito in collaborazione con Dynit e col sostegno dei media partner MYmovies.it, Lucca Comics & Games e VVVVID.

 
 

Akira – elenco sale uscita unica 29 Maggio!

Akira

Akira-trailerEcco l’elenco di tutte le sale che proietteranno Akira per la riuscita in sala in occasione dei 25 anni della pellicola e uscirà nella giornata di Mercoledì 29 maggio grazie all’impegno

 
 

Aki Kaurismäki: realismo nichilista, umorismo e stravaganza

Aki Kaurismäki
Elena Ringo http://www.elena-ringo.com, CC BY 4.0 , via Wikimedia Commons

Aki Kaurismäki – Chi ha detto che il grande cinema europeo è solo francese, italiano, tedesco? Il regista di cui parliamo è un esempio perfetto per confutare questa teoria. La sua terra è la Finlandia. Ed è per questo che sulla sua passione per il cinema d’autore (in special modo quello francese della Nouvelle Vague) ha innestato una sensibilità tipicamente nordica.

Il suo sguardo si sofferma sulle condizioni umane più disperate, sugli ultimi, con un velo di malinconia, ma senza rinunciare a ironia e leggerezza, seguendo in questo la lezione di Chaplin – unico, ha affermato, in grado di coniugare perfettamente tragico e comico. Ed è proprio l’ottimo uso che Kaurismäki riesce a fare della “forza sbilenca dell’ironia” – per dirla con Paolo Sorrentino – unita a un tocco di surrealismo, che gli consente di creare personaggi stravaganti e situazioni quantomeno singolari, che rendono i suoi lavori originali.

Nel 2002 conquistò Festival di Cannes con quello che, ad oggi, è forse il suo capolavoro: L’uomo senza passato, che gli valse in quella sede il Premio Speciale della Giuria. È tornato a Festival di Cannes 2011 a presentare la sua ultima fatica, Miracolo a Le Havre, che approda ora nelle sale italiane, avendo già riscosso ampi apprezzamenti dalla critica. E il 25 novembre sarà qui in Italia, al Torino Film Festival, che lo omaggerà con il suo Gran Premio.

Stiamo parlando di Aki Kaurismäki, classe ’57, regista e fondatore, assieme al fratello Mika, della casa di produzione e distribuzione cinematografica Villealpha Filmproductions. Nasce in campagna, a Orimattila, ma presto si trasferisce nella capitale finlandese, dove da ragazzo sbarca il lunario facendo i mestieri più disparati e coltiva la passione per il cinema. Il primo lavoro che fa seriamente in questo campo è il critico cinematografico. Ben presto, nei primi anni ’80, decide di iniziare a fare film, assieme al fratello Mika. A questo scopo i due fondano la succitata Villealpha (il cui nome s’ispira al film Alphaville di Jean-Luc Godard). Si danno così alla produzione di pellicole a basso budget. L’esordio è con un film-documentario: La sindrome del lago Saimaa (1981), girato con Mika, e che evidenzia un’altra passione di Aki Kaurismäki, quella per la musica. Essa è infatti al centro di questo, come di futuri suoi lavori. Due anni dopo, il nostro regista si dà a una rilettura di Delitto e castigo. Nel 1986, i fratelli Kaurismäki danno vita a un altro progetto: il Midnight Sun Film Festival. Si tratta della rassegna cinematografica più a nord del pianeta. Ha luogo infatti a Sodankyla, in Lapponia.

Aki Kaurismäki: realismo nichilista, umorismo e stravaganza

Nell’ ’87 Aki non si lascia sfuggire l’occasione di rivisitare un altro classico della letteratura con il suo Amleto si mette in affari. La tragedia del principe di Danimarca diventa l’occasione di un’analisi del capitalismo e delle sue storture. Due anni più tardi, dirige La fiammiferaia, storia di solitudine, desolazione e nichilismo, con cui ci introduce nel mondo delle classi sociali più svantaggiate, grazie al personaggio di Iris. Ad interpretare perfettamente questa giovane operaia di una fabbrica di fiammiferi, senza legami affettivi, che colleziona delusioni, e infine si vendica, è Kati Outinen. L’attrice parteciperà poi a quasi tutti i film del regista. Le tecniche e lo stile di Aki Kaurismäki sono quelli che lo renderanno celebre: essenzialità, assenza totale di retorica, prevalenza dell’elemento visivo.

Ma l’89 è anche l’anno di Leningrad Cowboys go to America, che riporta Aki Kaurismäki sul sentiero della musica. La bislacca band citata nel titolo, dall’aspetto stravagante, sarà la protagonista sia di questa grottesca pellicola on the road – che vede anche la partecipazione di Jim Jarmush nel ruolo di un venditore di auto usate – che del successivo Lenningrad Cowboys meet Moses (1994). È però a questo primo film che il gruppo finlandese deve molta della sua popolarità. Il loro rocambolesco viaggio attraverso l’America si dipana tra incontri con figure marginali in una società ostile e respingente. Nel 1993 Aki Kaurismäki sarà per i Leningrad Cowboys una sorta di “Pennebaker finnico”. Come l’autore dei celebri film-documentari su Dylan, Depeche Mode, David Bowie, il regista filmerà infatti il concerto-evento del gruppo finlandese a Helsinki, che li vedrà esibirsi assieme al Coro dell’Armata Rossa davanti a 70.000 persone (Total Balalaika Show). Un modo questo del nostro regista di omaggiare una delle sue passioni.

Sul grande schermo invece, arriva nel ’90 una delle sue commedie tristi ed esilaranti insieme, dall’intreccio a dir poco singolare: Ho affittato un killer. Protagonista è Jean-Pierre Léaud, noto volto delle pellicole di Truffaut, che qui, incapace di suicidarsi dopo aver perso il lavoro nell’Inghilterra thatcheriana, assolda un killer che lo uccida (Kenneth Connely), ma cambia idea e passa il tempo a fuggire dal proprio assassino. Non possono che seguire una serie di stravaganti avventure. Nel cast anche Joe Strummer.

Kaurismäki torna poi a confrontarsi con letteratura e musica, dirigendo nel ’92 la sua Vita da Bohème, ispirata sì dal romanzo di Henry Murger messo in musica da Puccini, ma la spoglia di ogni romanticismo, la condisce con l’umorismo e sceglie la chiave della scarna freddezza nordica per racconto e recitazione. Musiche di Mozart e valzer. Nel cast ritroviamo Léaud nel ruolo di Blancheron, mentre André Wilms interpreta Marcel e Matti Pellonpaa è Rodolfo.

Nel ’94 con Tatjana, e poi con i successivi film, Kaurismaki torna ad  esplorare l’universo proletario e le sue miserie, che ci illuminano sulle dinamiche della società occidentale. Torna nel mondo desolato e apparentemente senza speranza che più ama raccontare, con una storia ambientata negli anni ’60 e quattro protagonisti: Tatjana/Kati Outinen, una ragazza estone, Klavdia, una russa, e i due giovani finlandesi che danno loro un passaggio (Valto/Mato Valtonen e Reino/Matti Pellonpaa), mentre procedono in un viaggio senza meta. L’incomunicabilità regna sovrana e i dialoghi sono quasi assenti. Il regista sceglie il bianco e nero, al solito predilige l’essenzialità e una punta d’ironia nel descrivere queste solitudini che s’incontrano e non sanno come rapportarsi le une alle altre.

Speranza nonostante l’apparente nichilismo, la desolazione e i toni freddi è ciò che contraddistingue il successivo Nuvole in viaggio, primo lavoro di una trilogia dedicata dal regista al suo paese. Qui si affronta il tema della disoccupazione. I protagonisti (Lauri/Kari Väänänen e Ilona/Kati Outinen) sono due tranquilli lavoratori finnici, lui alle ferrovie, lei in un ristorante, che perdono il lavoro. Alla fine, nonostante tutto, troveranno in sé stessi il coraggio per affrontare questa difficile situazione e ricostruirsi una vita, pur tra mille difficoltà.

Dopo essersi cimentato anche col cinema muto con Juha (1999), portando all’estremo la sua ricerca dell’essenzialità, nel 2002 Aki Kaurismäki ci regala lo straordinario L’uomo senza passato, secondo capitolo della trilogia, che affronta il tema dei senzatetto, ma anche e soprattutto quello della dignità umana, troppo spesso tenuta in scarsissimo conto dall’attuale società occidentale. La dignità è ciò che cerca di mantenere il protagonista del film, M./Markku Peltola, che ha perso la memoria in seguito a un’aggressione. Sulla sua strada incontrerà chi vorrà approfittare della sua condizione, ma anche chi non esiterà ad aiutarlo dandogli la possibilità di ricostruirsi una vita, e saranno una famiglia di emarginati e una donna dell’Esercito della Salvezza (Irma/Kati Outinen). La prova degli attori è in perfetta armonia con la direzione di Aki, scarna ed essenziale, e dà spessore a ogni sequenza puntando sull’intensità dello sguardo, del gesto, resi ancor più significativi dai ritmi lenti e meditativi. Seppure il talento, l’originalità e la stravaganza del regista finlandese avevano già attirato l’attenzione della critica, che si era espressa più volte in suo favore, con quest’opera egli raggiunge la massima fama. La presenta infatti al Festival di Cannes, dove ottiene il Premio Speciale della Giuria, mentre Kati Outinen per la sua vivida interpretazione di Irma, porta a casa la Palma d’Oro come Miglior Attrice.

Nel 2006 esce Le luci della sera, ultimo capitolo della trilogia dedicata alla Finlandia che, dopo disoccupazione e senzatetto, affronta il tema della solitudine, caro a Aki Kaurismäki. Il protagonista, Koistinen/Janne Hyytiainen, è infatti un tipico personaggio dei film di Aki: un uomo solo, che non sa come comportarsi quando questa solitudine sembra rompersi, per l’arrivo nella sua esistenza di un’avvenente bionda, di cui s’innamora. In realtà, si tratta di un’esca, e Koistinen verrà coinvolto in una rapina. Dunque ancora esseri solitari che si scontrano con una società ostile, pronta solo ad usarli. Uno sguardo disincantato sulla realtà e per nulla consolatorio, con lo stile diretto e scarno che è la firma del regista.

Nel 2011 esce invece Miracolo a Le Havre, dove Aki Kaurismäki ritrova molti dei “suoi” attori. Andrè Wilms interpreta un anziano lustrascarpe, Marcel Marx, la cui vita cambia improvvisamente quando la moglie Arletty/Kati Outinen si ammala e quando incontra un bambino africano clandestino, che decide di aiutare. Anche in questo caso il regista finlandese non rinuncia a mostrarci una storia di solidarietà fra individui ai margini della società, suggerendo che sono proprio queste luci a poter rischiarare tempi oscuri come quelli che viviamo. La pellicola ha ottenuto buone critiche a Cannes, dov’è stata presentata, ed è nelle sale italiane dal 25 novembre.

 
 

Aki Kaurismaki racconta la sua immigrazione

Aki Kaurismaki oggi a Cannes ha presentato alla stampa il suo ultimo film in Concorso: ‘Le Havre’, che ha messo una vera e propria opzione ufficiale sull’ambita e prestigiosa Palma.

 
 

AKA: tutto quello che c’è da sapere sul film Netflix

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Un nuovo thriller d’azione sta spopolando su Netflix in queste settimane, ribadendo il grande interesse per questo genere di film, capaci di regalare brividi e tensione oltre a storie particolarmente calate in specifiche e controverse realtà. Si tratta di AKA, diretto da Morgan S. Dalibert e da questi scritto insieme ad Alban Lenoir, il quale figura anche come protagonista. Il film, come da loro dichiarato, è stato ispirato da un incidente di vita reale in cui un gruppo di criminali è stato arrestato per una serie di rapine. Gli eventi sono naturalmente stati rielaborati, così da dar vita ad un film adrenalinico capace di raccontare approfonditamente le dinamiche vigenti in tale pericoloso contesto.

Proprio come avveniva in un altro acclamato thriller d’azione francese disponibile su Netflix, il recente Re dell’ombra, anche in questo caso lo spettatore è chiamato a vivere un viaggio nelle realtà più cupe e violente della criminalità francese. Se nel film appena citato il focus era però sul rapporto tra i due fratelli protagonisti, nel film di Dalibert questo è invece tutto dedicato alla ricerca del protagonista di difendere la propria umanità compiendo la scelta giusta. Un compito non da poco in un contesto tanto difficile, la cui rappresentazione sta ormai da parecchio tempo appassionando gli utenti della piattaforma. Il film è infatti arrivato su Netflix il 28 aprile e ancora oggi è tra i titoli più visti del catalogo.

La trama di AKA

Il film ha per protagonista Adam Franco, un padre di famiglia e agente delle operazioni speciali che presta servizio da oltre vent’anni. Quando un uomo sudanese naturalizzato francese viene sospettato di far parte di un’organizzazione terroristica, Adam si ritrova incaricato di infiltrarsi per sventare un imminente attacco a Parigi. L’uomo è un agente dalla forte devozione al suo lavoro e al suo ruolo ed è sempre pronto a mettersi in prima linea quando gli viene chiesto. Accetta la missione e sotto copertura si introduce nel nucleo criminale.

Quello che Adam non aveva previsto, però, è la forte amicizia che piano piano si viene a creare con Jonathan, il figlio del boss Victor Pastore, del quale è nel mentre riuscito a conquistare la fiducia. Destabilizzato da questo rapporto che cambia tutti i suoi piani, l’agente si trova in grande difficoltà e deve fare scelte che non avrebbe mai immaginato. Quando la situazione precipita, complice gli scontri con una gang rivale a quella di Pastore, Adam dovrà infatti decidere da che parte stare, consapevole che stavolta gli sarà molto difficile non tradire gli ideali in cui ha sempre creduto.

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Il cast di AKA

Ad interpretare Adaam Franco vi è l’attore Alban Lenoir, noto per aver recitato in Io vi troverò, Angel Face, Proiettile vagante e BigBug. Lenoir si è addestrato per tre mesi nel pugilato e nelle arti marziali per prepararsi al suo ruolo, così da poter eseguire personalmente anche le scene più complesse, tra cui quelle di lotta. Accanto a lui, nel ruolo di Jonathan vi è l’attore Noé Chabbat, mentre Victor Pastore è interpretato da Eric Cantona, ex calciatore francese noto per i suoi trascorsi nel Manchester Utd, dove ha militato dal 1992 al 1997. Come attore si è fatto notare in Il mio amico Eric e The Salvation.

Tra gli altri attori del film vi sono Thibault de Montalembert, attore recentemente visto in Il re Niente di nuovo sul fronte occidentale, nei panni di Kruger, e Kevin Layne in quelli di Moktar Al Tayeb, un altro degli antagonisti. L’attrice e modella italiana Sveva Alviti, vista in Buongiorno Papa (regia di Edoardo Leo) e Restiamo amici (con Alessandro Roja), recita invece nel ruolo di Natalya. Completano il cast Steve Tientcheu nei panni di Youssef, Natahlie Odzierejko in quelli di Mona e Lucille Guillaume in quelli di Helene.

Il trailer di AKA e come vedere il film in streaming su Netflix

Come anticipato, è possibile fruire di AKA unicamente grazie alla sua presenza nel catologo di Netflix, dove attualmente è al 3° posto della Top 10 dei film più visti sulla piattaforma in Italia. Per vederlo, basterà dunque sottoscrivere un abbonamento generale alla piattaforma scegliendo tra le opzioni possibili. Si avrà così modo di guardare il titolo in totale comodità e al meglio della qualità video, avendo poi anche accesso a tutti gli altri prodotti presenti nel catalogo.

Fonte: IMDb

 
 

Aja Naomi King: 10 cose che non sai sull’attrice

Aja Naomi King film

Nota per i suoi ruoli televisivi, l’attrice Aja Naomi King ha nel giro di pochi anni dimostrato un talento degno di nota, tanto da fa scommettere in molti su di un suo roseo futuro. Apparsa anche al cinema in alcuni noti lungometraggi, l’attrice continua a guadagnare apprezzamenti da parte della critica e del pubblico. Ecco 10 cose che non sai di Aja Naomi King.

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Aja Naomi King: i suoi film e le serie TV

10. Ha recitato in noti lungometraggi. L’attrice debutta al cinema nel 2011 con un ruolo nel film Damsels in Distress – Ragazze allo sbando, per poi apparire in Four (2012), 36 Saints (2013) e Professore per amore (2014), dove recita accanto agli attori Hugh Grant, Bella Heathcote e J. K. Simmons. Si fa poi notare grazie al suo ruolo nel film The Birth of a Nation (2016), e di nuovo nel film Sempre amici (2017) con gli attori Bryan Cranston e Kevin Hart.

9. Ha preso parte a note produzioni televisive. Maggiormente nota per i suoi ruoli televisivi, l’attrice inizia a farsi notare recitando in alcuni episodi delle serie Blue Bloods (2010), Person of Interest (2012), The Blacklist (2013), con James Spader, Emily Owens, M.D. (2012-2013), Deadbeat (2014) e Black Box (2014). Conquista poi fama internazionale grazie al ruolo di Michaela Pratt nella serie Le regole del delitto perfetto (2014-2019), con protagonista Viola Davis.

Aja Naomi King è su Instagram

8. Ha un account personale. L’attrice è presente sul social network Instagram con un profilo seguito da un milione di persone. All’interno di questo l’attrice è solita condividere diverse tipologie di foto ritraenti momenti di svago, luoghi visitati o le cerimonie di gala a cui ha preso parte. Non mancano inoltre anche immagini promozionali dei suoi progetti da interprete.

Aja Naomi King e Alfred Enoch

7. Si vocifera di una relazione con il collega. Da anni si parla di una storia d’amore nata sul set della serie Le regole del delitto perfetto, ovvero quella tra l’attrice e il collega Alfred Enoch. Particolarmente riservati, i due non hanno mai confermato tali voci, ma non hanno neanche smentito una loro relazione. In più occasioni sono stati infatti visti comparire insieme ad eventi di gala.

6. I loro personaggi non hanno avuto storie d’amore. Di solito quando si sente parlare di possibili amori nati sul set, è perché spesso anche i personaggi interpretati dagli attori coinvolti hanno una relazione presente in sceneggiatura. Nel caso della King e di Enoch, invece, i rispettivi personaggi compiono percorsi separati, ognuno con le proprie storie e vicissitudini.

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Aja Naomi King: le sue origini

5. È cresciuta in America. Nonostante siano ignote le origini dei genitori o dei nonni dell’attrice, è certo che la King possiede pure radici americane, essendo nata e cresciuta a Los Angeles. Alcuni tratti somatici, così come anche il suo primo nome, hanno tuttavia tratto più volte in inganno i suoi fan.

Aja Naomi King in The Birth of a Nation

4. Era favorita per i premi Oscar. Per la sua interpretazione del personaggio Cherry in The Birth of a Nation, l’attrice ha ricevuto alcune delle lodi più lusinghiere della sua carriera. In molti scommettevano su una sua sicura nomination agli Oscar, ma con il film caduto nell’ombra anche la performance dell’attrice è stata in breve oscurata da quella di altre interpreti.

Aja Naomi King in Le regole del delitto perfetto

3. Lo considera il ruolo della sua vita. Per l’attrice ottenere una parte di rilievo nella serie è stata la vera occasione per lanciare la propria carriera. Il suo provino è avvenuto tramite Skype, con la qualità audio e video non sempre ottima, ma ciò non le ha impedito di convincere i produttori ad assegnarle la parte.

2. Ha ricevuto preziosi insegnamenti da Viola Davis. La King ha affermato che tra le cose che più le rimarranno impresse della serie vi è il lavoro svolto con l’attrice Viola Davis. Questa è era solita raccontare le proprie esperienze, così da fornire alla giovane attrice degli esempi da poter seguire nella sua carriera.

Aja Naomi King: età e altezza

1. Aja Naomi King è nata a Los Angeles, in California, Stati Uniti, l’11 gennaio 1985. L’attrice è alta complessivamente 165 centimetri.

Fonte: IMDb

 

 
 

Aiuto Vampiro: recensione del film

Aiuto Vampiro

Sembra proprio che l’orda di film sui vampiri non voglia diminuire. Senza contare le numerosissime serie tv, pare che basti inserire qualche succhiasangue perché i produttori aprino il loro portafogli. Non c’è niente di male finché i prodotti sono perlomeno accettabili, ma non è questo il caso. Aiuto Vampiro (come sempre pessima scelta del titolo italiano) è una pellicola basata sui primi tre libri della “Saga di Darren Shan” dello scrittore inglese Darren o’Shaugnessey , un’epopea di grande successo composta da 12 libri.

In Aiuto Vampiro Darren e Stan sono due adolescenti amici per la pelle, ma molto diversi caratterialmente: mentre il primo è  tranquillo e generoso, il secondo è solitario e ribelle, motivo per cui i genitori di Darren non vedono di buon occhio la loro amicizia e decidono di ostacolarla. Intanto in città arriva un circo dei freak, ed i due decidono di assistere allo spettacolo: non sanno che quella serata cambierà per sempre la loro vita.

Aiuto Vampiro, il film

Darren sarà ammaliato dal ragno velenoso del mago Larten Crepsley (in realtà un vampiro) e lo ruberà, il giorno dopo, a scuola, fuggito dalla gabbia, morderà l’amico Stan. Da qui in poi una serie di eventi porterà i due a far parte di due fazioni di vampiri, in lotta da secoli l’una contro l’altra. Alla fine entrambi diverranno non morti e acerrimi nemici.

Aiuto Vampiro punta senza dubbio ad un target adolescenziale, “deliziando” i telespettatori con i soliti clichè di questa nuova ondata vampiresca, ecco quindi il personaggio di Darren interpretato dall’evanescente Chris Massoglia, il classico belloccio tormentato che pur diventato vampiro non  se la sente di  bere sangue perché dentro di lui c’è ancora una parte umana. C’è poi l’amico Stan, che da studente ribelle diventa aguzzino e assassino nel giro di pochi giorni, soggiogato dai potenti poteri persuasivi dell’oscuro signore delle anime Mr. Tiny, acerrimo nemico del vampiro Crepsley.

Il tutto quindi scorre con pochissimi sussulti, tra cui lo spettacolo dei freak ben congeniato e divertente e una comunque buona prova di John C. Reilly nei panni del vampiro Crepsley. Non giova nemmeno aver condensato tre libri in un solo film, gli avvenimenti si susseguono fin troppo velocemente in un miscuglio di azione, fantasy e humor che non lascia spazio alla crescita dei personaggi, il tutto si riduce quindi nei dubbi di Darren, fino alla fine non convinto nel voler lasciare la normale vita terrena in favore di quella da freak.

E dire che leggendo la trama si sperava in qualcosa che desse una visione originale del mondo dei freak insieme ai vampiri, qui rappresentato anche dalla bella donna  “barbuta” Salma Hayek e da un maldestro uomo serpente in vena di rock, ma il segno non viene colto neanche lontanamente. I sequel sono già in progettazione e la rappresentazione della saga è solo all’inizio, difficile fare peggio comunque, la speranza è quella che si migliorino almeno gli aspetti scenici e di combattimento, così da dare allo spettatore che non sia una ragazzina dagli ormoni impazziti, qualcosa di non banale da vedere.

 

 
 

Aitor Luna: 10 cose che non sai sull’attore

Aitor Luna film

Celebre attore spagnolo, Aitor Luna ha ad oggi partecipato a diverse produzioni cinematografiche e televisive, che gli hanno permesso di ottenere un buon successo. A partire dal 2020, Luna oltrepassa i confini nazionali recitando in una serie Netflix, che gli permette di essere conosciuto a livello internazionale.

Ecco 10 cose che non sai di Aitor Luna.

2Parte delle cose che non sai sull’attore

Aitor Luna La cattedrale del mare

Aitor Luna è su Instagram

5. Ha un account personale. L’attore è presente sul social network Instagram con un profilo seguito da 117 mila persone. All’interno di questo, è solito condividere foto e video di sé durante momenti di svago, da solo o in compagnia di amici o colleghi. Molto presenti sono anche le immagini di luoghi da lui visitati, come anche quelle realizzate per riviste pubblicitarie.

4. Sul suo profilo sponsorizza i propri lavori. Luna utilizza il suo profilo, in particolare, per condividere immagini promozionali dei suoi progetti da interprete. Sempre legate a quest’ambito, sono anche le foto ritraenti i dietro le quinte dei set a cui ha preso parte.

Aitor Luna e Yon Gonzáles

3. È fratello di un altro noto attore spagnolo. Luna è il fratello maggiore di Yon Gonzáles, anch’egli di professione attore, e noto per il suo ruolo nella serie Netflix Le ragazze del centralino. I due fratelli hanno poi avuto modo di recitare insieme nel 2011 nella serie Gran Reserva, dove Gonzáles ricopriva il ruolo di Manuel Hernández.

Aitor Luna in La cattedrale del mare

2. È uno dei protagonisti della serie. A partire dal 2020, anche un altro progetto interpretato da Luna è ora disponibile su Netflix. Si tratta di La cattedrale del mare, ambientata nella Barcellona del XIV secolo. Qui Luna interpreta Arnau Estanyol, servo fuggito al suo padrone in cerca di ascesa sociale.

Aitor Luna: età e altezza

1. Aitor Luna è nato a Vergara, in Spagna, il 18 settembre 1981. L’attore è alto complessivamente 190 centimetri.

Fonte: IMDb

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Air: trailer del film con Norman Reedus

Se al momento Norman Reedus è alle prese con le riprese della quinta stagione di The Walking Dead, l’attore statunitense non si è perso l’occasione di mettersi alla prova sul grande schermo con un film dalle atmosfere sì apocalittiche, ma leggermente diverse da quelle affrontate sul set della serie targata AMC.

Air è il titolo del film che vede Reedus protagonista, insieme al due volte nominato agli Oscar Djimon Honsou, pellicola di cui vi proponiamo il primo trailer ucciale.

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Air sarà ambientato in un futuro remoto in cui l’atmosfera terrestre sarà quasi del tutto distrutta in seguito ad un’esplosione nucleare e l’umanità, per sopravvivere, sarà ibernata in dei bunker sotterranei. A protezione di quei luoghi di riposo saranno posti i due protagonisti che dovranno lottare per mantenere integra la propria psiche.

Produttore di Air è Robert Kirkman, fumettista ideatore della serie The Walking Dead, mentre il film si baserà su di una sceneggiatura scritta da Chris Pasetto Christian Cantamessa, quest’ultimo anche regista della pellicola.

Fonte: Coming Soon

 
 

Air: Matt Damon e Ben Affleck parlano della loro prima volta come attore-regista

Ben Affleck e Matt Damon

In vista dell’uscita dell’atteso Air, il 6 aprile, Ben Affleck e Matt Damon, hanno spiegato com’è stato per Affleck dirigere finalmente Damon in un progetto cinematografico. Come noto, i due sono amici sin da quando erano ragazzi e insieme hannno anche vinto l’Oscar per la miglior sceneggiatura originale nel 1998 per il film Will Hunting – Genio ribelle. Il loro nuovo progetto collaborativo, Air, è un film biografico sul venditore di scarpe Nike Sonny Vaccario (Damon), che mira ad ottenere un accordo promozionale con il debuttante Michael Jordan prima che diventi una leggenda. Affleck, oltre a dirigere il film, recita anche nei panni dell’uomo d’affari Phil Knight.

Durante una recente intervista, i due amici hanno commentato l’esperienza di aver finalmente trovato l’occasione in cui Affleck dirigere Damon per la prima volta. Scherzando tra loro, gli attori hanno discusso di come il loro lavoro su Air sia stato lo stesso di ogni altra volta in cui la coppia aveva collaborato precedentemente. “Abbiamo fatto diverse recite al liceo in cui lui diceva: “Amico, penso che dovresti farlo così”. – afferma Damon – “Mi ha diretto per qualcosa come quarant’anni. Onestamente, è stata una specie di progressione naturale. Abbiamo scritto un sacco di film, prodotto e recitato insieme per così tanti anni e decenni, quindi non è stato diverso lavorare in questo modo“.

Abbiamo ricevuto spesso questa domanda, continuo a pensare: “Avrebbe dovuto essere diverso?” Perché sembrava esattamente lo stesso di sempre. – spiega poi Affleck – E ciò che è stato davvero meraviglioso è che è stato così bello lavorare insieme, è stata una specie di sensazione del tipo “Dai, va tutto bene, amo gli attori, ti voglio bene, andrà tutto bene, tutti, prendetevi tutto il tempo che volete, fate quello che dovete fare e fatevi rispettare”, e in un certo senso diffondere quell’energia“. Alla luce di ciò, non resta che attendere dunque l’arrivo in sala di Air, per ritrovare i due amici insieme sul grande schermo.

Fonte: ScreenRant

 
 

Air: il trailer del nuovo film di e con Ben Affleck

Ecco il trailer di Air prossimo lavoro da regista di Ben Affleck, che racconterà la storia della collaborazione di Michael Jordan con la Nike e la nascita delle Air Jordan. Il film arriverà nel mondo il 5 aprile, per poi sbarcare su Prime Video. Il film è il primo progetto di Artists Equity di Affleck e Matt Damon, in collaborazione con Amazon Studios, Skydance Sports e Mandalay Pictures.

Il cast stellare di Air include Damon nel ruolo del dirigente Nike Sonny Vaccaro, Affleck nel ruolo del co-fondatore Nike Phil Knight, Jason Bateman nel ruolo di Rob Strasser, Chris Messina nel ruolo di David Falk, Matthew Maher nel ruolo di Peter Moore, Marlon Wayans nel ruolo di George Raveling, Chris Tucker nel ruolo di Howard White, Viola Davis nei panni di Deloris Jordan, Gustaf Skarsgård nei panni di Horst Dassler e Julius Tennon nei panni di James Jordan.

Alex Convery ha scritto Air, che è prodotto da David Ellison, Jesse Sisgold, Jon Weinbach, Affleck, Damon, Madison Ainley, Jeff Robinov, Peter Guber e Jason Michael Berman. I produttori esecutivi includono Dana Goldberg, Don Granger, Kevin Halloran, Michael Joe, Drew Vinton, John Graham, Peter E. Strauss e Jordan Moldo.

“Matt ed io siamo molto entusiasti che il pubblico veda ‘Air’ e siamo orgogliosi che sia il primo prodotto di Artists Equity”, ha dichiarato Ben Affleck in un comunicato. “Il film è stata un’esperienza straordinaria in cui abbiamo avuto l’onore di lavorare con alcuni dei migliori cast e troupe del settore, i quali hanno portato passione, tenacia e creatività in uno sforzo collettivo per ricreare una storia straordinaria e ambiziosa. Apprezzo la fiducia di Jen Salke nella nostra capacità di realizzare un film di cui siamo orgogliosi, così come l’incredibile supporto continuo suo e di Sue Kroll per il film. Amazon Studios, Skydance e Mandalay sono stati tutti fondamentali per ottenere questo risultato e il film non avrebbe potuto essere realizzato senza di loro. Apprezziamo i passi compiuti da ciascuna delle loro parti per realizzarlo e vogliamo ringraziarli. Questa è stata la migliore esperienza creativa e personale della nostra vita e non vediamo l’ora di vederne molte altre simili”.

 
 

Air New Zealand promuove Lo Hobbit la Desolazione di Smaug

Come era accaduto in precedenza lo scorso anno, anche questa fine 2013 sarà per la Air New Zealand un periodo molto creativo. La compagnia aerea di bandiera della Nuova Zelanda partecipa, di nuovo, alla promozione del film Lo Hobbit la Desolazione di Smaug, partnership consolidata e che va avanti da circa dieci anni, quando al cinema dovevano arrivare ancora i magnifici film della trilogia de Il Signore degli Anelli.

Così anche ora la Air New Zealand ha proposto un nuovo spot molto “nanesco” per accompagnarci nel mood del film che uscirà tra meno di un mese. Ecco lo spot tv condiviso da Peter Jackson sul suo profilo Facebook ufficiale:

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Lo Hobbit: La desolazione di Smaug, il film

Lo Hobbit: La desolazione di Smaug, secondo capitolo della trilogia uscirà al cinema il 12 dicembre 2013. Lo Hobbit: La desolazione di Smaug è il secondo capitolo della Trilogia di Peter Jackson tratta dall’omonimo romanzo di J.R.R. Tolkien. La pellicola uscirà il 12 dicembre 2013 in Italia ed è scritto da Fran Walsh, Peter Jackson, Philippa Boyens e Guillermo del Toro. La terza parte, invece intitolata Lo Hobbit: Racconto di un ritorno è atteso per il 14 Dicembre 2014. Il cast del film comprende Martin Freeman, Benedict Cumberbatch, Ian McKellen, Evangeline Lilly, Luke Evans, Richard Armitage, Elijah Wood, Orlando Bloom, Cate Blanchett, Hugo Weaving, Christopher Lee e Andy Serkis.

Trama: Le avventure di Bilbo Baggins e della compagnia di dodici nani di Thorin Scudodiquercia, formata da Balin, Dwalin, Kili, Fili, Dori, Nori, Ori, Oin, Gloin, Bifur, Bofur e Bombur. Il gruppo deve recuperare il tesoro posto nel cuore della Montagna Solitaria, sorvegliato dal drago Smaug.

 
 

Air Force One: la spiegazione del finale del film

Air Force One spiegazione finale
Harrison Ford in Air Force One. © 1997 - Columbia/Tri-Star

Il regista Wolfgang Petersen si è distinto come autore di opere rimaste nell’immaginario collettivo, come La storia infinita, U-Boot 96, La tempesta perfetta e Troy. Un altro suo film particolarmente apprezzato è il thriller Air Force One, del 1997. Un’opera che, come suggerisce il titolo, fa dell’aereo presidenziale degli Stati Uniti il suo ambiente primario. Su tale mezzo in volo si svolge infatti tutta l’azione, per un film che fa dunque della tensione ad alta quota la sua cifra stilistica.

Il film affronta inoltre il tema del terrorismo, che di lì a pochi anni si sarebbe imposto all’attenzione del mondo intero. Lo stesso Petersen, in seguito, dichiarò che non avrebbe mai accettato di realizzare il film successivamente agli eventi dell’11 settembre. All’epoca della realizzazione di Air Force One, non c’era però ancora un reale trauma – non di quell’entità almeno – che potesse spaventare gli spettatori a tal punto da evitare il film.

Ad ogni modo, è ancora oggi questo un ottimo thriller, che vede anche due giganti del cinema come Harrison Ford e Gary Oldman confrontarsi sullo schermo. In questo articolo, approfondiamo dunque alcune delle principali curiosità relative ad Air Force One. Proseguendo qui nella lettura sarà infatti possibile ritrovare ulteriori dettagli relativi alla trama, al cast di attori e alla spiegazione del finale. Infine, si elencheranno anche le principali piattaforme streaming contenenti il film nel proprio catalogo.

Air Force One Gary Oldman Harrison Ford
Harrison Ford e Gary Oldman in Air Force One.
© 1997 – Columbia/Tri-Star

La trama e il cast di Air Force One

Il presidente degli Stati Uniti James Marshall, durante una cena diplomatica a Mosca, celebra la cattura di Alexander Radek, il dittatore del Kazakistan. Successivamente, si prepara a tornare in America sul suo aereo privato, l’Air Force One. A bordo, oltre la moglie, la figlia e il suo entourage, sono stati invitati i membri della stampa, tra i quali si nascondono però i fedeli di Radek, guidati da Ivan Korshunov. Dopo il decollo, una talpa nemica, l’agente dei servizi segreti Gibbs, arma Korshunov e i suoi complici che assaltano l’aereo, uccidendo il personale militare prima di prendere in ostaggio i civili.

Il piano dei terroristi è catturare il presidente, che però viene apparentemente esplulso dall’aereo con una capsula di salvataggio. Korshunov e il suo secondo, Andrei Kolchak prendono a quel punto il controllo dell’aereo con l’intenzione di chiedere il rilascio del dittatore in cambio della liberazione degli ostaggi. Quello che lo spietato terrorista ignora, però, è che Marshall, veterano della guerra del Vietnam, è rimasto nascosto nella stiva invece di usare la capsula. Il presidente, dopo aver contattato il Pentagono, inizia la sua personale missione per fermare i piani dei terroristi e salvare gli ostaggi.

Il ruolo principale era stato scritto per Kevin Costner, ma siccome era impegnato con L’uomo del giorno dopo (1997), ha suggerito Harrison Ford, che ha così assunto il ruolo di James Marshall. L’attore Gary Oldman, invece, interpreta Egor Korshunov. La sua interpretazione gli è valsa il soprannome di “Scary Gary”, anche se l’attore non è rimasto nel personaggio nelle pause tra le scene. Nel film recitano poi Glenn Close nel ruolo della vicepresidente Kathryn Bennett, Elya Baskin in quello di Andrei Kolchak  Xander Berkeley in quello dell’agente Gibbs.

Air Force One trama
William H. Macy in Air Force One. © 1997 – Columbia/Tri-Star

La spiegazione del finale

Nel corso del film, Marshall permette ai suoi collaboratori di lasciare l’aereo. Poi, uno dopo l’altro, comincia a uccidere i rapitori, compreso Korshunov, e per finire riesce a riprendere completamente il controllo dell’Air Force One. Viene ucciso anche il dittatore, in procinto di essere liberato. Gli unici ancora vivi sull’Air Force One, dato che la maggior parte dei passeggeri ha avuto modo di paracadutarsi dal velivolo, sono il Presidente, la sua famiglia, il maggiore Caldwell, Lloyd Shepard e una delle guardie del corpo del Presidente.

Marshall e Caldwell riportano l’aereo nello spazio aereo amico, ma sono tallonati da un secondo gruppo di lealisti di Radek a bordo di MiG-29. Gli F-15 si ricongiungono con l’Air Force One e si scontrano con gli aerei nemici, ma l’Air Force One subisce gravi danni ai serbatoi di carburante, ai motori e ai comandi di coda a causa del fuoco dei MiG-29 e dell’esplosione di un F-15 quando il suo pilota sacrifica la propria vita per intercettare un missile. Un MC-130E del Comando per le Operazioni Speciali dell’Aeronautica Militare degli Stati Uniti, con il nominativo Liberty 24, viene chiamato in aiuto e invia dei parajumpers su cavi di collegamento per salvare i sopravvissuti.

Marshall insiste che la sua famiglia e il pastore ferito vengano trasferiti per primi. Quando c’è tempo per un solo altro trasferimento, Gibbs si rivela il traditore, uccidendo Caldwell e l’ultimo parajumper. Marshall e Gibbs lottano per il controllo della linea di trasferimento; Marshall si attacca all’ultimo momento e mentre gli aviatori dell’MC-130E portano Marshall in salvo, l’Air Force One, ormai inutilizzabile, si schianta nel Mar Caspio, uccidendo Gibbs. Con Marshall e la sua famiglia al sicuro, Liberty 24 riceve il nominativo di Air Force One e vola verso la salvezza.

Il trailer di Air Force One e dove vedere il film in streaming e in TV

È possibile fruire di Air Force One grazie alla sua presenza su alcune delle più popolari piattaforme streaming presenti oggi in rete. Questo è infatti disponibile nei cataloghi di Apple TV, Disney+ e Prime Video. Per vederlo, una volta scelta la piattaforma di riferimento, basterà noleggiare il singolo film o sottoscrivere un abbonamento generale. Si avrà così modo di guardarlo in totale comodità e ad un’ottima qualità video. Il film è inoltre presente nel palinsesto televisivo di venerdì 30 agosto alle ore 21:30 sul canale Rete 4.

 
 

Air di Ben Affleck ha una data d’uscita

Ben Affleck 21
Foto di Luigi de Pompeis © Cinefilos.it

Il prossimo lavoro da regista di Ben Affleck, Air, che racconterà la storia della collaborazione di Michael Jordan con la Nike e la nascita delle Air Jordan, ha finalmente una data d’uscita. Nel mondo arriverà il 5 aprile, per poi sbarcare su Prime Video. Il film è il primo progetto di Artists Equity di Affleck e Matt Damon, in collaborazione con Amazon Studios, Skydance Sports e Mandalay Pictures.

Il cast stellare di Air include Damon nel ruolo del dirigente Nike Sonny Vaccaro, Affleck nel ruolo del co-fondatore Nike Phil Knight, Jason Bateman nel ruolo di Rob Strasser, Chris Messina nel ruolo di David Falk, Matthew Maher nel ruolo di Peter Moore, Marlon Wayans nel ruolo di George Raveling, Chris Tucker nel ruolo di Howard White, Viola Davis nei panni di Deloris Jordan, Gustaf Skarsgård nei panni di Horst Dassler e Julius Tennon nei panni di James Jordan.

Alex Convery ha scritto Air, che è prodotto da David Ellison, Jesse Sisgold, Jon Weinbach, Affleck, Damon, Madison Ainley, Jeff Robinov, Peter Guber e Jason Michael Berman. I produttori esecutivi includono Dana Goldberg, Don Granger, Kevin Halloran, Michael Joe, Drew Vinton, John Graham, Peter E. Strauss e Jordan Moldo.

“Matt ed io siamo molto entusiasti che il pubblico veda ‘Air’ e siamo orgogliosi che sia il primo prodotto di Artists Equity”, ha dichiarato Ben Affleck in un comunicato. “Il film è stata un’esperienza straordinaria in cui abbiamo avuto l’onore di lavorare con alcuni dei migliori cast e troupe del settore, i quali hanno portato passione, tenacia e creatività in uno sforzo collettivo per ricreare una storia straordinaria e ambiziosa. Apprezzo la fiducia di Jen Salke nella nostra capacità di realizzare un film di cui siamo orgogliosi, così come l’incredibile supporto continuo suo e di Sue Kroll per il film. Amazon Studios, Skydance e Mandalay sono stati tutti fondamentali per ottenere questo risultato e il film non avrebbe potuto essere realizzato senza di loro. Apprezziamo i passi compiuti da ciascuna delle loro parti per realizzarlo e vogliamo ringraziarli. Questa è stata la migliore esperienza creativa e personale della nostra vita e non vediamo l’ora di vederne molte altre simili”.

 
 

AIR – La storia del grande salto di Ben Affleck dal 12 Maggio su Prime Video

AIR - La Storia del Grande Salto

AIR – La storia del grande salto di Ben Affleck, prodotto da Amazon Studios, Skydance Sports, Mandalay Pictures e primo progetto di Artists Equity dello stesso Affleck e Matt Damon, sarà disponibile in streaming su Prime Video a partire dal 12 maggio in oltre 240 Paesi e territori nel mondo. Dopo la sua uscita nelle sale di tutto il mondo, AIR – La storia del grande salto è l’ultima novità per i clienti Amazon Prime, che in Italia beneficiano di spedizioni veloci, offerte esclusive e intrattenimento, incluso Prime Video, con un solo abbonamento al costo di €49,90/anno o €4,99/mese.

AIR – La storia del grande salto è stato elogiato da critica e pubblico e, attualmente, su Rotten Tomatoes vanta un Tomatometer del 92%, diventando ufficialmente “Certified Fresh”, e un punteggio del pubblico verificato che ha raggiunto il 98%, insieme a una “A” su CinemaScore.

Dal pluripremiato regista Ben Affleck, AIR – La storia del grande salto rivela l’incredibile partnership tra un Michael Jordan allora alle prime armi e la neonata divisione basket della Nike, che ha rivoluzionato il mondo dello sport e la cultura contemporanea con il marchio Air Jordan. Questa storia commovente segue l’azzardo di una squadra non convenzionale con tutto in gioco, la visione intransigente di una madre che conosce il valore dell’immenso talento del figlio e il fenomeno del basket che sarebbe diventato il più grande di tutti i tempi.

Matt Demon interpreta Sonny Vaccaro, il dirigente anticonformista di Nike, e Affleck veste i panni del co-fondatore Nike, Phil Knight, con Jason Bateman nel ruolo di Rob Strasser, Chris Messina nei panni di David Falk, Matthew Maher nel ruolo di Peter Moore, Marlon Wayans che interpreta George Raveling, Chris Tucker nel ruolo di Howard White, Viola Davis nei panni di Deloris Jordan e Gustaf Skarsgård che interpreta Horst Dassler, tra gli altri.

Per Ben Affleck questa è la prima volta alla regia di un film insieme a Matt Damon. Con una sceneggiatura scritta da Alex Convery, AIR – La storia del grande salto è prodotto da David Ellison, Jesse Sisgold, Jon Weinbach, Affleck, Damon, Madison Ainley, Jeff Robinov, Peter Guber e Jason Michael Berman. Gli executive producer sono Dana Goldberg, Don Granger, Kevin Halloran, Michael Joe, Drew Vinton, John Graham, Peter E. Strauss e Jordan Moldo.

L’indimenticabile colonna sonora del film con i successi degli anni ‘80 – firmati da Bruce Springsteen, Cyndi Lauper, REO Speedwagon, The Clash, Night Ranger, Dire Straits, Grandmaster Flash & The Furious Five, Squeeze e molti altri – è ora disponibile in digitale per Legacy Recordings, la divisione Catalogo di Sony Music Entertainment.

 
 

Air – La storia del grande salto, la recensione del film di Ben Affleck con Matt Damon

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Il 1984 è stato l’anno del primo computer Macintosh, l’anno in cui Eddie Murphy calcava gli schermi cinematografici con Beverly Hills Cop e la voce di Bruce Springsteen risuonava in tutte le radio con Born in the USA. La serie A-Team spopolava in televisione, le VHS si diffondevano come un epidemia e Ronald Reagan veniva rieletto presidente degli Stati Uniti per un secondo mandato. Il 1984, però, è stato anche l’anno in cui il ventunenne Michael Jordan si dichiarava eleggibile al Draft NBA, venendo selezionato dai Chicago Bulls come terza scelta assoluta. Da lì ha inizio la sua epica carriera, ma quella che racconta Air – La storia del grande salto è un’altra storia.

Il nuovo film diretto da Ben Affleck, a sette anni da La legge della notte, si concentra infatti su un evento avvenuto in quello stesso 1984, ma che sul momento sembrò di poco rilievo rispetto a tutti gli altri e rispetto allo sbocciare della carriera di Jordan stesso. È la storia della Nike, un’azienda di scarpe in cerca di nuovi canali di espansione per poter competere con l’Adidas e la Converse. Grazie al lungimirante agente Sonny Vaccaro, l’azienda decide di espandere la propria sfera d’influenza al mondo del basket, nella speranza di reclutare giocatori che indossino le loro scarpe. Con poco budget a disposizione, tutti sanno che un astro nascente come Jordan non firmerebbe mai con loro. Ma Vaccaro non è disposto a cedere, avendo visto qualcosa in quel giovane sfuggito a tutti gli altri.

Air – La storia del grande salto, ovvero l’origine del mito

Quello proposto in Air – La storia del grande salto non è dunque il racconto dei primi anni di attività di Michael Jordan, che volutamente non compare come personaggio ma semplicemente come presenza senza volto in alcune scene. Un’assenza, la sua, che ha perfettamente senso ai fini del film, ricordandoci non solo che, appunto, questa non è direttamente la sua storia, ma accentuando anche quel senso di inafferrabilità, di vetta inarrivabile a cui Vaccaro desidera però giungere con tutte le sue forze. Jordan è lì, davanti a lui, ma non può ancora dirlo suo, non finché quel giovane non avrà fatto la sua scelta. Una scelta che, neanche a dirlo, cambierà per sempre non solo la storia della Nike ma dell’intero mondo dello sport.

Ci troviamo dunque di fronte all’origine del mitico accordo tra la Nike e Jordan, su cui Vaccaro fa un’ardita scommessa. Interpretato da un brillante e intenso Matt Damon, è un incallito giocatore d’azzardo, come le prime scene nei casinò di Las Vegas ci suggeriscono. E proprio come lo è anche il regista Ben Affleck. Entrambi puntano tutte le proprie risorse su un risultato difficile da prevedere, ma per ottenere il quale non ci si deve affidare esclusivamente alla fortuna. Se Vaccaro cerca dunque di ottenere una vittoria andando oltre le regole, coerentemente con i principi fondanti della Nike, Affleck invece studia il modo migliore per raccontare una vicenda apparentemente semplice, svelandone però il grande fascino e impatto economico e culturale.

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Matt Damon e Viola Davis in una scena di Air – La storia del grande salto.

Una storia piccola, di persone con un cuore grande

Non solo Affleck ricostruisce minuziosamente attraverso dettagli, filmati di repertorio e la fotografia, curata dal tre volte premio Oscar Robert Richardson, un genuino sapore di quell’epoca, ma fa sempre più emergere, scena dopo scena, la dimensione intima dietro quel racconto. Perché se è vero che il tutto è raccontato attraverso gli occhi di Vaccaro, e quindi dal punto di vista della Nike e del suo bisogno di ottenere quell’accordo, è anche importante sottolineare come Air – La storia del grande salto si riveli essere un’ode alla perseveranza, al sostenere le proprie convinzioni e, naturalmente, al valore di Michael Jordan nella storia. Ma non in ultimo, il film è anche un tributo alla madre di Jordan, Deloris, qui interpretata da una sempre gigantesca Viola Davis, alla quale si devono le prime significative scelte del figlio.

Si concentra dunque sulle persone, Affleck, e attraverso i primissimi piani che dedica loro fa emergere tutto il grande cuore dietro questa storia “piccola”. Un cuore che batte molto più di quanto si sarebbe potuto ipotizzare. A questo grande cuore non corrisponde un film serioso, bensì un’opera particolarmente frizzante, movimentata da un buon ritmo e una colonna ricca dei grandi classici di quell’epoca. Ma, soprattutto, è un film divertente, che sa quando lanciare la giusta battuta. Proprio in questa leggerezza trova quindi un suo ulteriore alleato, che gli permette di distinguersi e affermarsi come un’opera particolarmente godibile. Allo stesso tempo, sono diversi i momenti in cui è difficile non emozionarsi e Affleck, dimostrando di saperli dosare a dovere, si conferma una volta di più un grande regista.

 
 

AIR – La Storia del Grande Salto, dal 6 aprile al cinema, anteprima il 31 marzo al Bif&st

AIR - La Storia del Grande Salto

Al cinema da 6 aprile 2023 distribuito da Warner Bros. Pictures, AIR – La Storia del Grande Salto sarà presentato venerdì 31 marzo in anteprima nazionale al Bif&st.

Dal premiato regista Ben Affleck e con Matt Damon protagonista nel ruolo dell’anticonformista manager della Nike, Sonny Vaccaro, AIR – La Storia del Grande Salto racconta l’incredibile e rivoluzionaria partnership tra un giovane Michael Jordan e la nascente divisione dedicata al basket della Nike, capace di rivoluzionare il mondo dello sport, quanto la cultura contemporanea, con il lancio del marchio ‘Air Jordan’. L’emozionante storia racconta l’impresa di una squadra non convenzionale che, con in gioco il proprio futuro, compie una scommessa decisiva, la visione senza compromessi di una madre che conosce il valore dell’immenso talento di suo figlio e il ‘fenomeno’ del basket, diventato poi il più grande di tutti i tempi.

AIR – La Storia del Grande Salto – guarda il trailer

Tra le star di AIR – La Storia del Grande Salto lo stesso Affleck, nel ruolo del co-fondatore della Nike Phil Knight, Jason Bateman in quello di Rob Strasser, Chris Messina è David Falk, Matthew Maher è Peter Moore, Marlon Wayans è George Raveling, Jay Mohr è John Fisher, Julius Tennon è James Jordan, con Chris Tucker nel ruolo di Howard White e Viola Davis in quello di Deloris Jordan. Lo spettacolare cast include anche, Dan Bucatinsky e Gustaf Skarsgård.

Affleck ha diretto da una sceneggiatura di Alex Convery. AIR – La Storia del Grande Salto è prodotto da Peter Guber, Jason Michael Berman, Ben Affleck, Matt Damon, Madison Ainley, Jeff Robinov, David Ellison, Jesse Sisgold e Jon Weinbach, con Peter E. Strauss, Jordan Moldo, Kevin Halloran, Michael Joe, Drew Vinton, John Graham, Dana Goldberg e Don Granger come produttori esecutivi.

Il team dietro alla cinepresa di Affleck include anche il direttore della fotografia Robert Richardson, lo scenografo François Audouy, il montatore William Goldenberg, la costumista Charlese Antoinette Jones e il supervisore alle musiche Andrea Von Foerster.

Amazon Studios e Skydance Sports presentano, una produzione Artists Equity e Mandalay Pictures, AIR – La Storia del Grande Salto”.  Il film sarà nei cinema italiani dal 6 aprile distribuito da Warner Bros. Pictures.

 
 

Ainda estou aqui: recensione del film di Walter Salles – Venezia 81

Ainda estou aqui recensione film

Rubens Paiva era un ingegnere civile e un politico che, come membro del Congresso presso la Camera dei Deputati brasiliana, si oppose all’attuazione di una dittatura militare in Brasile nel 1968. A causa del suo coinvolgimento in attività sovversive, fu arrestato dalle forze militari e successivamente torturato e assassinato. La sua storia è stata raccontata in Ainda estou aqui scritto da suo figlio Marcelo Rubens Paiva ed è diventata un film con lo stesso titolo, presentato in Concorso alla 81° Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica della Biennale di Venezia. A dirigere il brasiliano Walter Salles, che torna dietro alla macchina da presa dopo 12 anni da On the Road, altro adattamento dal famoso romanzo di Jack Kerouac.

Ainda estou aqui è una storia “urgente”

Per Salles una storia urgente da raccontare, dal momento che negli anni di gestazione la politica del Brasile è tornata a costeggiare lo spettro della dittatura militare. L’evocazione della tragedia dei desaparecidos viene esposta qui dal punto di vista di chi invece è rimasto. Solo, senza una spiegazione, nel dubbio, senza un corpo da piangere. Una madre con cinque figli che, mentre elabora la perdita deve darsi da fare per consentire alla sua famiglia di sopravvivere al tremendo lutto.

Walter Salles resta sempre molto vicino ai suoi protagonisti, senza spettacolarizzarne il dolore, dando una identità precisa a ognuno dei ragazzini di casa Paiva, dipingendo una figura femminile gigantesca, messa in scena con grazia e forza da una Fernanda Torres in odore di Coppa Volpi.

Il trauma universale e il dramma privato

Ainda estou aqui, I’m Still Here il titolo internazionale, riflette proprio sulla permanenza dell’assenza, del dolore, ma anche sull’ostinazione con cui chi rimane, in questo caso una madre con cinque figli, vuole rimanere in vita e progredire nonostante tutto. Il ritratto di Eunice Paiva è di grande dignità e grazia, soprattutto Salles lo costruisce in modo tale da inglobare all’interno dello stesso involucro l’universalità del trauma nazionale, insieme alla specificità del dramma privato con una comunicazione continua tra l’uno e l’altro.

Ainda estou aqui è un racconto delicato e coraggioso, che per tematiche e geografia ricorda quello splendido Argentina 1985 che passò in Concorso a Venezia 79. Qui il tono è maggiormente declinato verso il dramma familiare, senza l’ironia che contraddistingue il film di Santiago Mitre, tuttavia presenta la stessa dignità nei personaggi, la stessa tenacia e voglia di trovare giustizia, non solo per sé ama per tutta la collettività.

 
 

Ainda estou aqui di Walter Salles in concorso a Venezia 81

Ainda estou aqui

Sarà presentato questa sera in concorso all’81. Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica Ainda estou aqui di Walter Salles con protagonista Fernanda Torres, Selton Mello e Fernanda Montenegro.

In merito al film Walter Salles ha commentato: “Quando ho letto per la prima volta Ainda estou aqui di Marcelo Rubens Paiva mi sono commosso profondamente. La storia dei desaparecidos, le persone strappate alle loro vite dalla dittatura brasiliana, veniva raccontata per la prima volta dal punto di vista di coloro che erano rimasti. L’esperienza di una donna, Eunice Paiva, madre di cinque figli, conteneva sia una storia di sopravvivenza al lutto sia lo specchio di una nazione ferita. Era anche personale: conoscevo questa famiglia ed ero amico dei figli dei Paiva. La loro casa mi è rimasta incisa nella memoria. Durante i sette anni passati a creare Ainda estou aqui la vita in Brasile ha virato pericolosamente vicino alla distopia degli anni Settanta, il che ha reso ancora più urgente raccontare questa storia.”

La trama di Ainda estou aqui

Ambientato in Brasile nel 1971 Ainda estou aqui racconta di un paese nella morsa sempre più stretta di una dittatura militare. Quando la vita della sua famiglia viene distrutta da un arbitrario atto di violenza, una madre è costretta a reinventarsi.

 

 
 

Ainbo – Spirito dell’Amazzonia in anteprima a #Giffoni50Plus

Ainbo - Spirito dell’Amazzonia

Ainbo –  Spirito dell’Amazzonia, il film d’animazione diretto da Jose Zelada e Richard Claus che racconta la storia di una ragazzina pronta a tutto pur di salvare la foresta dall’avidità dell’uomo, sarà proiettato in anteprima a #Giffoni50Plus giovedì 22 luglio e arriverà al cinema il 18 novembre 2021 con BiM Distribuzione.

Ainbo vive nella giungla più profonda dell’Amazzonia, un paradiso terrestre, che è stato preso di mira da uomini avidi e pronti a distruggerlo pur di arricchirsi. Ainbo sa di non potere restare a guardare, così decide di fare la sua parte per salvare l’Amazzonia. Ad aiutarla ci sono i suoi spiriti guida: Dillo, un divertente e simpatico armadillo, e Vaca, un robusto tapiro. Ainbo lotta contro l’avidità dell’uomo, contro lo sfruttamento della terra da parte di minatori fuorilegge e soprattutto contro lo “Yacaruna”, lo spirito maligno che vive in Amazzonia.  Ma Ainbo non si arrende, è determinata a salvare la sua casa, anche perché a guidarla in questo viaggio è lo spirito di sua madre…

Una tartaruga gigante che porta l’Amazzonia sulla schiena, animali parlanti che insegnano i segreti della foresta pluviale, spiriti vegetali e alberi madri, maledizioni e demoni… Queste sono le storie che nostra madre ci raccontava da bambini e che hanno alimentato la mia immaginazione” – ha dichiarato il regista Jose Zelada, nato nella regione dell’Amazzonia – “Oggi l’Amazzonia è in grave pericolo. L’estrazione mineraria e il disboscamento hanno fatto sparire gran parte della foresta. Ci siamo chiesti: come possiamo dare un messaggio ai ragazzi, per le generazioni future? E come ritrarre una realtà così apocalittica in un modo più piacevole? Ci siamo resi conto che bisognava realizzare un lungometraggio d’animazione.

Ainbo –  Spirito dell’Amazzonia con leggerezza e divertimento racconta la complessa situazione in cui versa l’Amazzonia e invita ciascuno a riflettere sull’importanza di ogni piccolo gesto utile a salvare il pianeta.

 
 

Aidan Gillen: da Game of Thrones a King Arthur

Aidan Gillen film

Aidan Gillen (Bill) è noto per aver interpretato personaggi forti e complessi, come l’astuto e manipolatore uomo di stato di Trono di spade e l’ambizioso politico americano di “The Wire”. Nato a Dublino, nel corso della sua ventennale carriera Gillen ha ottenuto nomination ai Tony e agli Screen Actors Guild (SAG).

Nel 2011, Aidan Gillen  è entrato nel cast della serie di grande successo Il Trono di spade e per sei stagioni ha interpretato il ruolo di Petyr “Littlefinger” Baelish, che gli ha portato una candidatura agli Irish Film e Television Award e due candidature ai SAG nella categoria miglior performance di un cast in una serie drammatica, e la serie ha vinto il Primetime Emmy Awards per la miglior serie drammatica. Il prossimo luglio verrà presentata la settima stagione.

Il il 5 maggio vedremo Aidan Gillen e Debra Winger in The Lovers di A24. Attualmente l’attore sta lavorando al terzo episodio di Maze Runner, Maze Runner: Death Cure che uscirà nel 2018.

Aidan Gillen Game of ThronesNel 2004 Gillen ha lavorato nella serie di grande successo di HBO The Wire, interpretando il ruolo di Tommy Carcetti per tre stagioni, ruolo che gli ha portato un Irish Film e Television Award come miglior attore. Aidan Gillen ha interpretato Stuart Alan Jones nella serie televisiva di successo “Queer as Folk” di Channel 4, per il quale ha ricevuto una nomination ai British Academy Television Award come miglior attore.

Aidan Gillen ha interpretato il boss del crimine John Boy nel famoso “Love+Hate”, per il quale ha ottenuto la sua terza nomination agli Irish Film e Television Award e una seconda vittoria nel 2011. Lo stesso anno ha vinto il premio come miglior attore al Milan Film Festival con “Treacle Jr.” e ha ricevuto una candidatura come miglior attore ai British Independent Film Awards. Gillen ha anche vinto un Irish Film e Television Award come miglior attore nel 2014 per il ritratto di Charles J Haughey nella mini serie di RTE Studios “Charlie.”

Fra i suoi film ricordiamo: Sing Street, Maze Runner: la fuga, Doppio gioco, Calvario, Blitz, Due cavalieri a Londra e Una scelta d’amore di Terry George. Nel 2017 è stato presentato al Dublin Film Festival il film “Pickups”, da lui scritto, prodotto e interpretato.

Come attore di teatro,Aidan Gillen ha ottenuto una nomination agli Irish Times Theatre Award per l’interpretazione di Teach in “American Buffalo”, una produzione di David Mamet del 2007 al Dublin Gate Theatre. Lo stesso anno ha interpretato Richard Roma in “Glengarry Glen Ross” al West End. Nel 2004 è stato scritturato a Broadway per “The Caretaker” e ha ottenuto una nomination ai Tony come miglior attore.

 
 

Aidan Gillen: 10 cose che non sai sull’attore

Aidan Gillen film

L’attore Aidan Gillen è noto per aver recitato nel corso degli anni in alcune tra le più apprezzate serie televisive di sempre, passando da The Wire a Il Trono di Spade. In aggiunta a ciò, Gillen ha preso parte anche a celebri lungometraggi per il cinema, collaborando con importanti registi e attori, e rendendo sempre più solida la propria popolarità. Ecco 10 cose che non sai di Aidan Gillen.

2Parte delle cose che non sai sull’attore

Aidan Gillen Il Trono di Spade

Aidan Gillen in Il Trono di Spade

5. Non ha mai giudicato il proprio personaggio. All’interno della serie Il Trono di Spade, l’attore ha dato vita al personaggio di Petyr Baelish, meglio noto come Ditocorto. Questi è tra le personalità più disprezzate e cattive della serie, ma nonostante ciò Gillen ha cercato di non giudicare le sua azioni. L’attore ha raccontato di averlo interpretato come se la sua malvagità fosse una patologia, poiché crede che sia cattiveria sia dovuto unicamente dalle esperienze vissute.

4. Non conosceva le sorti del suo personaggio. L’attore ha più volte dichiarato che non sapeva come si sarebbe conclusa la vicenda del suo personaggio nella serie, e che in ogni modo non avrebbe voluto saperlo. Questo per evitare di rendere meno credibile o inaspettato il momento in questione.

3. Si è ispirato a personaggi realmente esistiti. Per dar vita al personaggio di Ditocorto, l’attore ha affermato di essersi ispirato in primo luogo a Machiavelli, cercando di riportare quel tipo di personalità nel ruolo a lui assegnato. Per quanto riguarda l’aspetto si è invece rifatto al politico inglese Peter Mendelson, definito “principe dell’oscurità”.

Aidan Gillen in Queer as Folk

2. Era tra i protagonisti della serie. Il primo ruolo televisivo a conferire notorietà all’attore è stato quello di Stuart Alan Jones nella serie Queer as Folk, incentrata sulla vita di tre ragazzi omosessuali a Manchester. Per la sua interpretazione, Gillen ricevette anche una nomination ai Bafta TV Award come miglior attore, nel 2000.

Aidan Gillen: età e altezza

1. Aidan Gillen è nato a Dublino, in Irlanda, il 24 aprile 1968. L’attore è alto complessivamente 175 centimetri.

Fonte: IMDb

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Ai Taviani il Nastro d’Argento 2012

Va a Cesare deve morire il “Nastro d’Argento dell’anno” 2012. Il Direttivo dei Giornalisti Cinematografici,

 
 

Ai confini del male, il nuovo film Sky Original dal 1 novembre su Sky e NOW

Ai confini del male film 2021

Arriverà il 1° novembre alle 21.15 su Sky Cinema Uno, in streaming su NOW e disponibile on demand, Ai confini del male, il nuovo film Sky Original, prodotto da Fulvio e Federica Lucisano, una produzione Italian International Film – Gruppo Lucisano e Vision Distribution.

Ai confini del male, diretto da Vincenzo Alfieri con Edoardo Pesce e Massimo Popolizio come protagonisti, è un thriller denso di colpi di scena, una storia che varca ogni confine. Il film è incentrato sulla sparizione di due giovani a seguito di un rave party ed è liberamente ispirato al romanzo “Il Confine” di Giorgio Glaviano (Marsilio Editore) e sceneggiato da Vincenzo Alfieri,Fabrizio Bettelli e Giorgio Glaviano.

Nel cast, accanto a Edoardo Pesce (Gli Indifferenti, La Regola D’oro, Dogman) e Massimo Popolizio (I Predatori, La Grande Bellezza, Il Divo), Chiara Bassermann (Bent -Polizia Criminale, Tutte le strade portano a Roma, Watch them fall), Roberta Caronia (La strada verso casa,  Momenti di trascurabile felicità, Se ti diranno di me), Luka Zunic (Non odiare, Bene ma non Benissimo), Nicola Rignanese(Il giorno più bello del Mondo, La nostra terra, Qualunquemente).

Uno sperduto paese al limite del bosco, un rave, due giovani scomparsi, l’incubo di un mostro che torna dal passato. Indagano i carabinieri Meda, un uomo sconfitto dalla vita e Rio, il capitano inflessibile e rigoroso. Ma questa volta il mostro ha rapito la persona sbagliata.

Ai confini del male, un film Sky Original prodotto da Fulvio e Federica Lucisano, è una produzione Italian International Film – Gruppo Lucisano e Vision Distribution. Il 1° novembre alle 21.15 su Sky Cinema Uno, in streaming su NOW e disponibile on demand.

La trama

Uno sperduto paese al limite del bosco, un rave, due giovani scomparsi, l’incubo di un mostro che torna dal passato. Indagano i carabinieri Meda, un uomo sconfitto dalla vita e Rio, il Capitano inflessibile e rigoroso. Questa volta il mostro ha rapito la persona sbagliata.

La trama lunga

Meda e Rio. Due uomini, due carabinieri, due padri. Uno vittima delle proprie ossessioni e psicosi da quando ha perso moglie e figlio in un incidente d’auto, l’altro un Capitano integerrimo, fiore all’occhiello dell’arma. Un vecchio male si risveglia in un paesino di 2.000 anime, un pazzo assassino. L’Orco, così lo definì la stampa 10 anni prima, quando rapì alcuni adolescenti torturandoli e uccidendoli. Ora è tornato, ma stavolta ha rapito il ragazzo sbagliato, il figlio del Capitano Rio.

Il Tenente Meda e il Capitano Rio, uno l’opposto dell’altro si ritroveranno a indagare sullo stesso caso. Ma ogni passo in più verso il mostro sarà per entrambi una discesa ulteriore nei gironi infernali della propria follia, fino alla verità finale, la più terribile, inaspettata e disperata possibile.

NOTE DI REGIA

“Someone take these dreams away (…) A dual personality, a strange but true reality” Le parole della canzone “Dead Souls” dei Nine Inch Nails descrivono al meglio l’anima del film e dei suoi protagonisti.

Il tema della famiglia mi ha sempre accompagnato nei miei lavori, questa volta, ancora di più. La domanda che mi sono posto è: cosa sarei disposto a fare per salvare la vita di una persona a me cara? Un tema sempre attuale. Una domanda in apparenza semplice ma che, per sua natura, conserva risposte molteplici e complesse.

“Ai Confini del Male” tenta di dare una risposta a queste domande, modulandosi sull’andamento di un thriller classico, ma al tempo stesso moderno. Con un ritmo incalzante, così come la regia, con colpi di scena sorprendenti e con un dubbio da lasciare allo spettatore sulla soluzione del giallo finale.

Con questo film, il mio obiettivo è di riuscire ad intrecciare un racconto di suspense con una storia familiare calda ed emotiva. Due elementi che trovano la loro sintesi nei protagonisti della storia: Meda e Rio, due anime diverse ma uguali. Uno ridotto a una vita solitaria, dilaniato dai sensi di colpa per la morte del figlio e perseguitato dalle proprie ossessioni. L’altro osannato dal mondo esterno ma allontanato dalla moglie, che vede in lui la causa della scomparsa del proprio figlio.

In una storia dove il tema è continuamente in ballo e dove il protagonista e il cattivo capiranno di essere due facce della stessa medaglia, “Ai Confini del Male” non è solo un film di persone, ma anche di luoghi. Il fitto bosco e il lago che incastonano il paese sono protagonisti insieme a Meda e Rio. La luce del giorno non li rende meno tetri, anzi. In effetti, sembrano rappresentare visivamente le nostre più profonde paure. Soprattutto quelle di Meda, tormentato dai fantasmi del suo passato.

Come “Seven” di David Fincher o “Prisoners” di Denis Villeneuve, “Ai Confini del Male” è un classico thriller ma dallo stile moderno e realistico, con in più un’atmosfera tetra e sospesa. Mi sono concentrato tanto sui segni del tempo in cui si svolgono le vicende, quanto sulle dinamiche di una società sempre più soffocata dagli effetti collaterali dei mass media.

La mia speranza è quella di riuscire a restituire allo spettatore il senso di una ferita profonda e la possibilità di una guarigione, attraverso un antieroe che diventa eroe, pur sbagliando tutto per sopravvivere agli altri e ai propri limiti.

Ma ogni ferita lascia una cicatrice.

 
 

Ahsoka: Wes Chatham nel cast della serie tv Disney+

Star Wars: Ahsoka

Secondo Deadline, l’attore di The Expanse Wes Chatham è stato scelto per unirsi al cast della prossima serie Disney+ di Lucasfilm, Ahsoka. L’attore dovrebbe interpretare il braccio destro del grand’ammiraglio Thrawn. La serie Star Wars segna il primo grande progetto televisivo di Chatham da quando il dramma d’azione fantascientifico di Prime Video ha terminato la sua corsa dopo ben sei stagioni nel 2022.

“Ambientato dopo la caduta dell’Impero, Ahsoka segue l’ex cavaliere Jedi Ahsoka Tano mentre indaga su una minaccia emergente per una galassia vulnerabile”, si legge nella descrizione ufficiale. Il debutto di Ahsoka è previsto per agosto 2023, esclusivamente su Disney+.

Tutto quello che sappiamo su Ahsoka

Ahsoka è la prossima serie Disney+ che ha come protagonista Rosario Dawson nei panni di Ahsoka, un Jedi in esilio che un tempo era l’apprendista di Anakin prima che lui si rivolgesse al lato oscuro e diventasse Darth Vader. La serie sarà presentata in anteprima ad agosto, ha confermato la Disney durante l’evento.

Kathleen Kennedy e Jon Favreau hanno elogiato lo showrunner di Ahsoka Dave Filoni, che è stato raggiunto sul palco da Dawson e Natasha Liu Bordizzo, che interpreta Sabin Wren, un guerriero mandaloriano, rivoluzionario e artista di graffiti che è apparso per la prima volta in Star Wars Rebels. A sorprendere anche i fan del Regno Unito è stata Mary Elizabeth Winstead, che ha rivelato che interpreterà Hera Syndulla di Rebels.

 
 

Ahsoka: Wes Chatham conferma l’ispirazione per Capitan Enoch e anticipa il futuro del villain

Ahsoka Capitan Enoch

Ahsoka è stata considerata una bomba, soprattutto per i fan di Star Wars Rebels, ma la serie ci ha lasciato più domande che risposte. Lucasfilm non è riuscita a colmare le lacune tra le due serie, lasciando la porta aperta a nuove storie di come il Grand’Ammiraglio Thrawn si sia alleato con i Nightsister e quale fosse l’accordo con il Capitano Enoch.

Wes Chatham, che interpreta il secondo in comando di Thrawn, ha recentemente parlato con Entertainment Weekly e gli è stato chiesto dell’aspetto sinistro del misterioso cattivo.

Quando ho visto l’uniforme del Capitano Enoch per la prima volta, mi ha ricordato Excalibur“, ha rivelato. “E ricordo di aver avuto una conversazione con Dave Filoni e lui era entusiasta che avessi colto quel dettaglio“.

Sei in piedi nell’hangar di uno Star Destroyer che hai visto per tutta la vita e gli stormtrooper ti passano accanto, quindi è stato come entrare in un sogno che mi ha permesso di far parte di quella cosa“, aggiunge Chatham. “Ed è stato esaltante. È stato uno dei momenti più divertenti che abbia mai avuto“.

Ho molto rispetto per Dave Filoni. Ho molto rispetto per quello che ha fatto, per quello che sta facendo con Star Wars e per Star Wars. E quindi essere qualcosa che ha creato lui e una cosa completamente originale è davvero eccitante e davvero avvincente“.

Per quanto riguarda il futuro, l’attore ha scelto con cura le parole, ma ha suggerito che Enoch sarà una parte fondamentale di qualsiasi cosa Thrawn abbia in mente per la Galassia.

Iscriviti a Disney+ per guardare Ahsoka e le più belle storie di Star Wars. Dove vuoi, quando vuoi.

“Penso che il potenziale di questo personaggio sia eccitante. Ci sono alcuni accenni vaghi“, dice Chatham. “Ci deve essere una ragione per cui quel personaggio è lì. Thrawn ha introdotto una persona“.

È chiaro che c’è una storia da raccontare con il Capitano Enoch, ma solo nella seconda stagione di Ahsoka – e forse anche nel previsto film di Filoni su Star Wars – potremo vedere chi o cosa c’è sotto l’elmo.

Cosa sappiamo su Ahsoka

La prima stagione di Ahsoka è interpretata da Rosario Dawson nel ruolo dell’ex Cavaliere Jedi, Natasha Liu Bordizzo nel ruolo di Sabine Wren, Mary Elizabeth Winstead nel ruolo di Hera Syndulla, Eman Esfandi nel ruolo di Ezra Bridger, Lars Mikkelsen nel ruolo del Grand’Ammiraglio Thrawn, Ivanna Sakhno nel ruolo di Shin Hati, Ray Stevenson nel ruolo di Baylan Skoll, Wes Chatham nel ruolo del Capitano Enoch, Diana Lee Inosanto nel ruolo di Morgan Elsbeth, David Tennant nel ruolo della voce di Huyang e altri ancora.

Ahsoka, che è disponibile su Disney+, vedeva Rosario Dawson nei panni del Jedi preferito dai fan, che sta cercando di salvare la galassia dal Grande Ammiraglio Thrawn, una nuova minaccia dopo la caduta dell’Impero Galattico. Dawson ha portato Ahsoka Tano per la prima volta in live-action nella seconda stagione di The Mandalorian ed è apparso anche in The Book of Boba Fett.

Ahsoka è stata scritta e prodotta da Dave Filoni, noto per il suo lavoro sulle serie animate di Star Wars The Clone Wars e Rebels, molto amate dai fan. Ambientata nella stessa linea temporale di The Mandalorian, la prima stagione ruota attorno alla ricerca della Jedi titolare attraverso la galassia, mentre indaga su una minaccia emergente dopo la caduta dell’Impero.

 
 

Ahsoka: ufficialmente in sviluppo la seconda stagione

Ahsoka seconda stagione

Lucasfilm ha confermato che Dave Filoni è ufficialmente al lavoro sullo sviluppo della seconda stagione di Ahsoka. La notizia è arrivata insieme alla rivelazione in merito al nuovo film di Star Wars, The Mandalorian & Grogu, che sarà diretto da Jon Favreau.

Ahsoka, che è disponibile su Disney+, vedeva Rosario Dawson nei panni del Jedi preferito dai fan, che sta cercando di salvare la galassia dal Grande Ammiraglio Thrawn, una nuova minaccia dopo la caduta dell’Impero Galattico. Dawson ha portato Ahsoka Tano per la prima volta in live-action nella seconda stagione di The Mandalorian ed è apparso anche in The Book of Boba Fett.

La prima stagione di Ahsoka è interpretata da Rosario Dawson nel ruolo dell’ex Cavaliere Jedi, Natasha Liu Bordizzo nel ruolo di Sabine Wren, Mary Elizabeth Winstead nel ruolo di Hera Syndulla, Eman Esfandi nel ruolo di Ezra Bridger, Lars Mikkelsen nel ruolo del Grand’Ammiraglio Thrawn, Ivanna Sakhno nel ruolo di Shin Hati, Ray Stevenson nel ruolo di Baylan Skoll, Wes Chatham nel ruolo del Capitano Enoch, Diana Lee Inosanto nel ruolo di Morgan Elsbeth, David Tennant nel ruolo della voce di Huyang e altri ancora.

Ahsoka è stata scritta e prodotta da Dave Filoni, noto per il suo lavoro sulle serie animate di Star Wars The Clone Wars e Rebels, molto amate dai fan. Ambientata nella stessa linea temporale di The Mandalorian, la prima stagione ruota attorno alla ricerca della Jedi titolare attraverso la galassia, mentre indaga su una minaccia emergente dopo la caduta dell’Impero.