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Quentin Tarantino spiega perché farà solo dieci film

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Quentin Tarantino, insieme al suo cast di The Hateful Eight, è stato ospite del Jimmy Kimmel Show. Durante l’intervista, il regista ha spiegato perché ha deciso di realizzare solo dieci film nella sua carriera dietro la macchina da presa.

Di seguito il resto dell’incontro con Jennifer Jason Leigh, Walton Goggins, Tim Roth, Bruce Dern, Michael Madsen, Samuel L. Jackson e Kurt Russell.

https://youtu.be/Q7lL4gggP1w

https://youtu.be/uiIrScI5fkU

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I protagonisti della pellicola sono: Samuel L. Jackson (Django Unchained), Kurt Russell (Escape From New York), Jennifer Jason Leigh (Mrs. Parker And The Vicious Circle), Walton Goggins(“Justified”), Demian Bichir (A Better Life), Tim Roth (Reservoir Dogs), Michael Madsen (Reservoir Dogs), Bruce Dern(Nebraska) e Channing Tatum(Foxcatcher). Scritto e diretto da Tarantino, The Hateful Eight è prodotto da Richard N. Gladstein, Stacey Sher e Shannon McIntosh. Harvey Weinstein, Bob Weinstein e Georgia Kacandes sono i produttori esecutivi, Coco Francini e William Paul Clark i produttori associati.

Quentin Tarantino spegne le speranze di realizzare il suo film su Star Trek

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Quentin Tarantino spegne le speranze di dirigere il presunto film di Star Trek. Tarantino è stato uno dei numerosi registi che hanno sviluppato una versione di Star Trek 4. Il regista d iPulp Fiction ha lavorato alla sua idea di film su Star Trek con lo sceneggiatore Mark L. Smith nel 2018 e nel 2019, mentre Tarantino stava girando Once Upon a Time in Hollywood. Tuttavia, nel gennaio 2020, Tarantino ha deciso di non portare avanti la sua idea di filmsu Star Trek, anche se da allora uno Star Trek vietato ai minori di Quentin Tarantino è stato oggetto di speculazioni.

Durante la trasmissione Club Random con Bill Maher, Quentin Tarantino ha risposto definitivamente se avrebbe mai diretto un film di Star Trek. Tarantino ha poi descritto come la sua assenza dai social media significhi che non ha smentito la “disinformazione” che si è diffusa negli anni sul suo presunto film di Star Trek. Leggete la citazione di Quentin e guardate il video di Club Random con Bill Maher qui sotto:

Non succederà mai. C’è stata così tanta disinformazione su quello che sarebbe stato. Voglio dire, solo disinformazione…

Di cosa avrebbe dovuto parlare il film di Quentin Tarantino su Star Trek

Quentin Tarantino
Quentin Tarantino al Festival di Cannes – Foto di Luigi De Pompeis © Cinefilos.it

Sebbene Quentin Tarantino respinga le voci che si sono diffuse sul suo film di Star Trek come “disinformazione”, l’idea dell’acclamato regista sarebbe stata quella di un gangster movie basato sull’episodio di Star Trek: The Original Series “A Piece of the Action”. Il film di Tarantino su Star Trek sarebbe stato vietato ai minori, come gli altri suoi film, e sarebbe stato ambientato nella linea temporale alternativa di Kelvin di J.J. Abrams, ma probabilmente sarebbe stato un’avventura indipendente per il Capitano Kirk di Chris Pine e l’equipaggio della USS Enterprise.

È possibile che la Paramount Pictures abbia avuto paura della visione vietata ai minori di Quentin Tarantino per Star Trek, ma è altrettanto probabile che Quentin abbia deciso di non volere che il suo decimo e ultimo film da regista fosse Star Trek. Tarantino ha persino cambiato idea sul fatto che The Movie Critic sarebbe stato il suo ultimo film nell’aprile del 2024, tornando invece al tavolo da disegno con una nuova idea. Il film di Quentin Tarantino su Star Trek sarebbe stato sicuramente uno spettacolo e un evento, ma direttamente dalla bocca del regista, non si farà mai.

Quentin Tarantino scriverà un fumetto-crossover tra Django e Zorro

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django-zorroQuentin Tarantino torna a scrivere ma questa volta non lo fa per il cinema bensì per il mondo dei fumetti, infatti insieme a Matt Wagner sceneggerà il crossover tra Django e Zorro.

Queste le parole di Tarantino dopo l’annuncio:

“Sono molto contento sia di questa storia che di lavorare con Matt. Leggere le sue storie di Zorro mi ha convinto che unire queste due icone fosse una buona idea e poi ci è venuta in mente una storia entusiasmante; penso sarà un capitolo fantastico per entrambi i personaggi”

Assolutamente contento anche Matt Wagner che aggiunge:

” Questo progetto è un brivido assoluto! Quando Quentin e io ci siamo incontrati sembrava che ci conoscessimo da anni.
L’energia dello scambio di idee nelle prime battute della nostra storia era incredibile.
È qualcosa di molto particolare scrivere di Zorro ancora una volta e sopratutto metterlo in squadra con con il protagonista del film di Quentin! il Selvaggio West non sarà mai più lo stesso quando questi due arriveranno in città”

Fonte: Variety

Quentin Tarantino rivela il suo film Marvel preferito

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Intervistato da Empire in occasione del tour promozionale di C’era una volta a Hollywood (in uscita negli Stati Uniti a luglio), Quentin Tarantino ha avuto modo di parlare non soltanto del film, presentato a Cannes poche settimane fa, ma anche del recupero dei cinecomic Marvel di cui è grande appassionato e che lo stanno preparando alla visione di Avengers: Endgame, culmine narrativo del MCU.

E a sorpresa, il regista ha anche svelato qual è il suo preferito di tutto il franchise:

Non mi sono tenuto aggiornato con i cinecomic negli ultimi quattro anni, e penso che gli unici film tratti da fumetti che ho visto l’anno scorso al cinema siano stati Wonder Woman e Black Panther. Però un paio di settimane fa ho iniziato a recuperare alcuni film della Marvel per poter andare a vedere Endgame: ho appena finito Captain America: Civil War, quindi il prossimo è Doctor Strange. Ma in realtà l’ultimo che ho visto è stato Thor: Ragnarok. L’ho adorato. È il mio preferito della serie da The Avengers – definitivamente il mio preferito.”

Leggi anche – Quentin Tarantino al lavoro sull’adattamento di Django/Zorro

Vi ricordiamo che il decimo lungometraggio di Tarantino, C’era una volta a Hollywood, è stato presentato in anteprima e in concorso al Festival di Cannes ed è atteso nelle nostre sale a settembre 2019.

Nel cast Brad Pitt, Leonardo DiCaprio, Margot Robbie, Damian LewisDakota FanningNicholas Hammond, Emile HirschLuke PerryClifton Collins Jr.Keith JeffersonTimothy Olyphant, Tim Roth, Kurt Russell Michael MadsenRumer Willis, Dreama WalkerCosta Ronin, Margaret Qualley, Madisen Beaty Victoria Pedretti. Infine Damon Herriman sarà Charles Manson.

Di seguito la prima sinossi:

La storia si svolge a Los Angeles nel 1969, al culmine di quella che viene chiamata “hippy” Hollywood. I due protagonisti sono Rick Dalton (Leonardo DiCaprio), ex star di una serie televisiva western, e lo stunt di lunga data Cliff Booth (Brad Pitt). Entrambi stanno lottando per farcela in una Hollywood che non riconoscono più. Ma Rick ha un vicino di casa molto famoso…Sharon Tate.

C’era una volta a Hollywood: tutto quello che sappiamo sul nuovo film di Tarantino

Fonte: Empire (via CBM)

Quentin Tarantino rivela il genere del suo prossimo film

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Quentin TarantinoArrivano nuove dichiarazioni di Quentin Tarantino in merito al suo prossimo futuro, e in occasione della sua partecipazione a Tonight Show di Jay Leno ha rilasciato alcune interessanti dichiarazioni sul suo prossimo futuro. 

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Non posso parlare molto, ma una cosa posso dirla.  Qualcosa che non ho ancora detto a nessuno. Posso dire il genere del film che sto scrivendo: un western. Non un sequel di Django, ma un altro western. Mi sono divertito così tanto a fare Django, e amo così tanto i western, che dopo aver imparato da solo come si fa a farne uno mi sono detto: “OK, ora che so cosa fare perché non farne un altro?

Recentemente ha parlato anche di un altro progetto intitolato Killer Crow (LEGGI QUI).

Di questo nuovo western non si hanno ulteriori dettagli per cui ogni ipotesi è totalmente azzardata quindi non resta che aspettare ulteriori notizie in merito.

Fonte: SlashFilm

Quentin Tarantino rivela i piani scartati per il suo film di James Bond

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Molti grandi cineasti hanno provato, senza riuscirci, a entrare nelle grazie dei produttori per dirigere un film della saga di James Bond. Tra questi vi è anche Quentin Tarantino, che negli anni Novanta, dopo il successo di Pulp Fiction, provò a realizzare un proprio film basato sul personaggio. Parlando con Deadline, Tarantino ha confermato di aver avuto l’intenzione di adattare il romanzo Casino Royale, i cui diritti non appartenevano alla EON Productions, società nata per produrre film dai romanzi di Ian Fleming. “Questo è quello che volevo fare dopo Pulp Fiction. Volevo realizzare la mia versione di Casino Royale, che avrebbe avuto luogo negli anni ’60 e non sarebbe stato un capitolo della serie di film di Bond“, ha rivelato Quentin Tarantino.

Avremmo scelto un attore e sarebbe stata un’avventura soltanto. Quindi ho pensato che avremmo potuto farlo. Ma poi si è scoperto che tre anni prima quelli della EON Productions avevano capito che qualcuno avrebbe provato a fare quello che ho fatto e così hanno stretto un accordo generale con la tenuta dei Fleming della serie “abbiamo i diritti cinematografici di tutto ciò che ha scritto. Ti daremo un mucchio di soldi per ogni singola cosa che ha scritto”. Se qualcuno vuole farne un film, deve venire da noi.‘”. Un accordo che ha dunque impedito a Tarantino di adattare il romanzo senza il bisogno di rivolgersi alla EON.

Il regista ha quindi parlato del futuro di Bond, che ogni volta che viene cambiato protagonista la storia ricomincia da capo: “Ci ho pensato. Quello che credo dovrebbero fare, e penso che lo avrebbero dovuto fare da tempo, è che ci sono così tanti libri che hanno realmente dei nomi classici e delle avventure classiche. Nella maggior parte dei casi non hanno adattato i libri o le storie. Hanno preso gli elementi principali della trama, e forse la Bond Girl o il villain, e poi sono andati per la loro strada. Penso che non dovrebbero realizzare i remake dei film, ma semplicemente adattare i libri e farlo nel modo in cui sono stati scritti. Sarebbe qualcosa di totalmente nuovo“.

Quentin Tarantino risponde alle critiche sulle sue lodi di Joker 2: “Che vi importa di cosa c***o mi piace?”

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Joker: Folie à Deux non è stato accolto in modo particolarmente positivo dal grande pubblico, ma diversi nomi illustri sono intervenuti in difesa del sequel, tra cui Quentin Tarantino. Durante un’apparizione al podcast di Bret Easton Ellis in ottobre, il regista ha detto al conduttore di aver apprezzato molto il film e ha lodato Todd Phillips per essersi comportato come Joker dicendo “vaffanc**o” al pubblico e allo studio di produzione. “Mi è piaciuto davvero, davvero tanto. Molto. Mi è piaciuto moltissimo e sono andato a vederlo aspettandomi di essere impressionato dalla regia”, ha detto Tarantino.

Ma pensavo che sarebbe stato un esercizio intellettuale a braccio che alla fine non avrei pensato funzionasse come un film, ma che l’avrei apprezzato per quello che è. E sono abbastanza nichilista da apprezzare un film che non funziona come tale o che è in qualche modo un grande, gigantesco pasticcio. E invece non l’ho trovato un esercizio intellettuale. Mi ha davvero coinvolto. Mi sono piaciute molto le sequenze musicali. Ho pensato che più le canzoni erano banali, meglio erano. Mi sono ritrovato ad ascoltare il testo di ‘For Once in My Life’ come non avevo mai fatto prima”.

La reazione di Internet è stata ragionevole ed equilibrata come ci si aspetterebbe, con molte persone che hanno criticato il regista per la sua opinione. Quentin Tarantino ne ha evidentemente preso atto e ha affrontato il problema in un recente episodio della Joe Rogan Experience. “Vado a uno show e dico che mi piace Joker 2. Ora ci sono 150 articoli al riguardo. Una persona ascolta la cosa e scrive un articolo su di essa, e ci sono 150 articoli di ripoff su di essa. E poi si leggono i commenti: ‘Quentin è un fottuto stronzo. Quel film fa schifo. È un fottuto stronzo per averlo detto”.

Perché sono un fottuto str***o? Mi è piaciuto quel c***o di film! Questo fa di me un fottuto str***o? Il film o ti piace o non ti piace. Non sto pubblicizzando il film. Non sto facendo niente. Sto solo dicendo che mi piace. Chi se ne frega di quello che mi piace? Cosa te ne frega di quello che mi piace?”. Uno sfogo certamente giustificabile, che – seppur con tono piuttosto forti – ribadisce il concetto di come il gusto sia soggettivo e non del tutto contestabile.

Quentin Tarantino parla anche delle critiche ricevute per le sue parole su Dune

Tarantino ha anche commentato la risposta ai suoi recenti commenti sul fatto che non ha interesse a guardare i film di Dune di Denis Villeneuve. “Poi dicono che sono un f*ttuto str***o perché non vedo qualcosa”, ha continuato il regista. “Che c***o te ne frega di quello che vedo o non vedo? Qualcuno dirà: ‘Beh, penso che si stia perdendo qualcosa’. Beh, sono sicuro che ci sono un sacco di cose che potrei dire che ti stai perdendo e non mi interessa se ti perdi”. Condivisibile o meno che sia, il pensiero di Tarantino ristabilisce la libertà dello spettatore di guardare o non guardare qualcosa e non doversi sentire costretto a farlo.

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Quentin Tarantino reciterà per Franco Nero

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Quentin Tarantino reciterà per Franco Nero

Quando si era cominciato a parlare del nuovo film di Quentin Tarantino, si era anche detto che Franco Nero avrebbe preso parte al progetto e che quest’ultimo si sarebbe chiamato The Angel, the Brute and the Wise. Ora che si conosce il nome del progetto di Tarantino (Django Unchained) viene fuori una specie di chiarimento delle prime voci circolate. In realtà è Nero che vuole dirigere un film con quel titolo, ad omaggiae i suoi scopritori: Sergio Leone e John Huston. Lo stesso attore italiano ha confermato la cosa a Box Office Magazine, spiegando che è stato lui a volere nel suo film Tarantino:

“Ho detto ‘Quentin, facciamo un western. Sarebbe un omaggio a Sergio Leone e John Huston, il regista che mi ha scoperto, saresti così gentile da fare un cameo? ‘E lui,’ Oh si! Cosa devo fare? ‘Ho detto, in realtà ci sono tre banditi, e devo ucciderli tutti, e disse,’ Oh, grande, quindi posso venire con Robert Rodriguez e un altro mio amico’. Io ha detto, sì! Sarebbe fantastico! Ha detto: ‘Ma come hai intenzione di uccidermi?’ Ho detto, ti dicono, con un fucile da caccia, e dentro, invece di proiettili, ci saranno monete d’oro. E lui ha risposto, ‘Mi piace da morire!’ “.

Fonte: slashfilm.com

Quentin Tarantino realizza i suoi sogni: a gennaio il suo western Django Unchained

Django-unchained-filmSin da bambino ha coltivato la passione per il cinema fino a diventare un esperto cinefilo prima e un regista poi. Non ha frequentato nessuna scuola di cinema: è stato un comune spettatore che ha appreso da autodidatta e ci ha restituito capolavori come Pulp Fiction, Kill Bill, Sin City e il più recente Bastardi senza gloria. Denominatori comuni della sua produzione cinematografica sono i dialoghi pregnanti (non a caso Tarantino ha ottenuto l’Oscar per la migliore sceneggiatura originale in Pulp Fiction), la violenza, le scene disposte alla rinfusa.

Quentin Tarantino pubblicherà quest’anno un libro di Teoria e critica del cinema

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Il leggendario regista Quentin Tarantino pubblicherà un nuovo libro entro la fine dell’anno. Noto appassionato cinefilo, Tarantino si è affermato come uno dei migliori registi d’autore di Hollywood, utilizzando scelte stilistiche coerenti per realizzare film unici e spesso sottilmente collegati. Iniziando la sua carriera nel 1992 con Le iene, Tarantino ha incrociato i generi innumerevoli volte, realizzando acclamati western come Django Unchained The Hateful Eight, pezzi storici revisionisti come Bastardi senza gloria e C’era una volta a Hollywood e classici del crimine, come Pulp Fiction.

Dopo l’uscita di C’era una volta a Hollywood nel 2019, Tarantino ha scritto il suo romanzo d’esordio, un adattamento della trama del film con un finale leggermente diverso. Il libro è stato ampiamente ben accolto e rimane in stampa. Tuttavia, il tempo di Tarantino a lavoro per opere sul grande schermo potrebbe benissimo volgere al termine, poiché il regista è stato molto esplicito nel corso degli anni sul ritiro dopo aver realizzato 10 film. Poiché  C’era una volta a Hollywood ha segnato il nono lungometraggio di Tarantino, gli resta solo un film per completare la sua filmografia.

Il mondo letterario potrebbe diventare la meta di approdo dopo il ritiro da dietro la macchina da presa. Come riportato da Indiewire, il regista si appresta a pubblicare il secondo libro del contratto firmato con HarperCollins. E’ di oggi la notizia infatti che il regista pubblicherà il suo primo libro di saggistica entro la fine dell’anno. Combinando critica cinematografica, teoria e aneddoti personali, il libro, intitolato Cinema Speculationsi concentrerà sui film chiave degli anni ’70 che Tarantino ha visto come un giovane spettatore. Il libro uscirà il 25 ottobre 2022 negli USA. Ecco la sinossi completa di seguito:

“Oltre ad essere uno dei registi contemporanei più celebrati, Quentin Tarantino è forse l’amante del cinema più gioiosamente contagioso del mondo. Per anni ha propagandato nelle interviste la sua eventuale svolta a scrivere libri sui film. Ora, con “Cinema Speculation”, è giunto il momento e i risultati sono tutto ciò che i suoi fan appassionati – e tutti gli amanti del cinema – avrebbero potuto sperare. Organizzato attorno ai principali film americani degli anni ’70, che vide per la prima volta da giovane spettatore dell’epoca, questo libro è tanto intellettualmente rigoroso e perspicace quanto divertente e divertente. Allo stesso tempo critica cinematografica, teoria del cinema, un’impresa di reportage e meravigliosa storia personale,

Quentin Tarantino parla del suo nuovo film: Killer Crow

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TARANTINOA giorni sarà presentato a Roma Django Unchained e intanto il regista Quentin Tarantino sta già pensando al prossimo film che chiuda idealmente la trilogia già formata da

Quentin Tarantino parla del suo film su Luke Cage mai realizzato

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In una nuova intervista, Quentin Tarantino ha spiegato perché il suo film dedicato a Luke Cage non ha mai visto la luce. Negli ultimi anni, il personaggio dei fumetti Marvel creato Roy Thomas, George Tuska, Archie Goodwin e John Romita Sr. è balzato all’attenzione del pubblico mainstream grazie all’omonima serie targata Netflix.

La fama del personaggio a livello mondiale, però, sarebbe potuta esplodere già nel corso degli anni ’90 proprio grazie a Tarantino, che in seguito al successo de Le Iene e Pulp Fiction aveva pensato di dirigere un film basato proprio sul supereroe mercenario.

Adesso, in una recente intervista in occasione del podcast di Amy Schumer (via Screen Rant), il regista ha spiegato i motivi che lo hanno spinto a non realizzare più un film basato su “Luke Cage: Hero for Hire“, serie a fumetti del 1972 che segnò il debutto del personaggio.

Come spiegato da Tarantino, non si trattò all’epoca di problemi con la Marvel, né di problemi di produzione, ma bensì di una mera questione legata al casting: gli amici appassionati di fumetti del regista, infatti, continuavano a dirgli che il protagonista sarebbe dovuto essere Wesley Snipes – attore molto in voga negli anni ’90 -, mentre Tarantino voleva affidare la parte a Laurence Fishburne:

“Tutti i miei amici continuavano a dirmi: ‘No, no, no, amico. Deve essere Wesley Snipers’. E io dicevo ogni volta: ‘Sentite, a me piace Wesley Snipes, ma voglio dire… Laurence Fishburne è praticamente Marlon Brando. Penso che ‘Fish’ sia la persona giusta’.”

Tarantino ha rivelato che la sua idea di un film dedicato a Luke Cage è nata tra la fine della post-produzione de Le Iene e l’inizio della produzione di Pulp Fiction. All’epoca, Wesley Snipes era certamente più popolare di Laurence Fishburne, nonostante quest’ultimo avesse già recitato in film molto acclamati come Il colore viola e Boyz n the hood. Tarantino ha ammesso di aver pensato a Fishburne per il ruolo di Luke Cage dopo averlo visto recitare in King of New York di Abel Ferrara del 1990.

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Quentin Tarantino non lavorerà per i Marvel Studios perché i registi che lo fanno sono “operai”

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Quentin Tarantino non è mai stato un regista che si occupa di IP famose, anche se alcuni anni fa ha presentato l’idea per un film di Star Trek alla Paramount Pictures (che, per ragioni che ancora non sono chiare, non sono stati interessati). Dopo che il progetto non ha preso forma, sembra che sia tornato rapidamente a concentrarsi sul raccontare le sue storie originali.

In queste ore parlando con il Los Angeles Times per promuovere il suo nuovo libro, Cinema Speculation, Quentin Tarantino ha parlato dei film Marvel Studios e ha ammesso di non considerarsi adatto ai Marvel Studios.  “Devi essere un salariato per fare queste cose”, ha affermato il regista dietro film come Pulp Fiction e Django Unchained“Non sono un salariato. Non sto cercando un lavoro.” In Cinema Speculation, Tarantino sottolinea che i registi di oggi “non vedono l’ora che arrivi il giorno” in cui i film di supereroi cadono in disgrazia allo stesso modo dei musical negli anni ’60. Tuttavia, mentre i film sui supereroi non sembrano fare per lui, il regista sembra per lo più avere un problema con Hollywood che non realizza film di successo con un budget elevato che gli parlino come spettatore.

“Certo, mi è piaciuto ‘Star Wars‘. Cosa non va?”  ha detto Tarantino. “Ma” ricordo di aver pensato  – e questo non è un ‘ma’ in un modo negativo, ma in un buon modo. Il film mi ha completamente portato avanti e stavo solo oscillando e rotolando con questi personaggi. Quando le luci si sono accese, mi sono sentito come un milione di dollari.” “Mi sono guardato intorno e ho avuto questo momento di riconoscimento, pensando: ‘Wow! Che momenti al cinema!’ Ora, questo non è necessariamente il mio tipo esatto di film preferito”. “Alla fine della giornata, sono più un tipo da ‘Incontri ravvicinati [del terzo tipo]’, l’idea più grande di Spielberg che si propone di fare un’epopea per le persone normali, non solo per i cinefili”, continua. “Pochi film hanno avuto il tipo di climax di ‘Incontri ravvicinati’. Ha sbalordito il pubblico”.

Anche se siamo sicuri che alcune persone si offenderanno molto per i commenti di Tarantino, sono relativamente comprensibili rispetto a ciò che alcuni registi hanno detto in passato in merito ai fim Marvel Studios. Tuttavia, siamo sicuri che artisti del calibro di Ryan Coogler, i fratelli Russo e Jon Watts potrebbero avere qualcosa da dire sull’essere chiamati “operai assoldati”.

Quentin Tarantino non girerà più “The Movie Critic”

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Quentin Tarantino non girerà più “The Movie Critic”

Sembra che Quentin Tarantino dovrà ricominciare la ricerca di quello che sarà il suo decimo e ultimo lungometraggio. L’autore si stava infatti preparando per iniziare le riprese di The Movie Critic quest’anno, ma stando a quanto riportato da THR si starebbe ora allontanando dal progetto, che sarebbe dunque stato accantonato. Al momento in cui si scrive non sono note le ragioni di tale rinuncia, per cui bisognerà eventualmente attendere che sia lo stesso Tarantino a fornire indicazioni a riguardo. Di certo, sembra esserci che il regista e sceneggiatore due volte premio Oscar dovrà ora trovare un nuovo progetto a cui riferirsi come il suo “decimo e ultimo film”.

The Movie Critic: tutto quello che sappiamo sul film di Quentin Tarantino

Del film sappiamo che era ambientato nella California del 1977 e si ispirava a un cinico critico cinematografico leggendo il quale Tarantino è cresciuto. “Scriveva di film mainstream ed era un critico di seconda scelta. Penso che fosse un ottimo critico. Era cinico come l’inferno. Le sue recensioni erano un incrocio tra il primo Howard Stern e quello che Travis Bickle [il personaggio di Robert DeNiro in Taxi Driver] avrebbe potuto essere se fosse stato un critico cinematografico”.

… Scriveva come se avesse 55 anni, ma era solo tra i 30 e i 33 anni. Morì alla fine dei trent’anni. Per un po’ non è stato chiaro, ma ora ho fatto altre ricerche e credo che si sia trattato di complicazioni dovute all’alcolismo“, aveva dichiarato Tarantino in un’intervista a Deadline. Nel tempo, erano emersi ulteriori dettagli come che il film avrebbe riproposto “estratti di film degli anni ’70″ e anche “rifacimenti dei film di quell’epoca”, come rivelato dal regista e sceneggiatore Paul Schrader.

Nessun attore era ancora ufficialmente legato al progetto, anche se alcune fonti riportavano che Brad Pitt avrebbe avuto un ruolo del film, senza escludere che potesse interpretare proprio il protagonista. Per lui e Quentin Tarantino sarebbe dunque stata la terza collaborazione dopo Bastardi senza gloria e C’era una volta a… Hollywood. Nel febbraio del 2024 era invece stato riportato che anche Tom Cruise sarebbe potuto comparire nel film per un piccolo ruolo o un semplice cameo. Ad ora, però, tutte queste ipotesi sembrano destinate a non concretizzarsi più, data la notizia dell’abbandono del progetto.

Quentin Tarantino non è interessato a vedere Dune: “Non ho bisogno di rivedere quella storia”

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Quentin Tarantino non ha visto i due film di Dune di Denis Villeneuve e non ha intenzione di farlo, nonostante le recensioni entusiastiche. Durante un’intervista a “The Bret Easton Ellis Podcast” (la stessa in cui Tarantino ha difeso Joker: Folie à Deux), al regista è stato chiesto se Dune – Parte Due fosse il miglior film dell’anno, come molti hanno proclamato. Ma il regista non ha potuto dare una risposta perché, appunto, non ha intenzione di guardarlo.

Ho visto “Dune” di David Lynch un paio di volte. Non ho bisogno di rivedere quella storia”, ha spiegato Tarantino a proposito del suo disinteresse per gli adattamenti di Villeneuve. “Non ho bisogno di vedere i vermi delle spezie. Non ho bisogno di vedere un film che pronuncia la parola ‘spezia’ in modo così drammatico”. Tarantino ha chiarito di non avere nulla contro Villeneuve, solo che non è interessato a guardare una storia che già conosce, perché ha già investito del tempo nel materiale originale.

È un susseguirsi di questo e quel remake”, ha spiegato Quentin Tarantino. “La gente mi chiede: hai visto ‘Dune’? Hai visto ‘Ripley?’ Hai visto ‘Shōgun’?”. E io rispondo: “No, no, no, no. Ci sono sei o sette libri di Ripley. Se ne fai un altro, perché fai lo stesso che hanno già fatto due volte? Ho già visto quella storia due volte e non mi è piaciuta molto in nessuna delle due versioni, quindi non sono molto interessato a vederla una terza volta. Se facesse un’altra storia, allora sarebbe abbastanza interessante da darle una possibilità”.

Ho visto ‘Shōgun’ negli anni ’80. Ho guardato tutte le 13 ore. Sono a posto. Non ho bisogno di rivedere quella storia, non mi interessa come la fanno”, ha aggiunto. “Non mi interessa se mi prendono e mi mettono nell’antico Giappone con una macchina del tempo. Non mi interessa, ho già visto la storia”. Certamente pochi potrebbero contestare l’affermazione di Tarantino secondo cui Hollywood è sommersa da remake e reboot, ma molti direbbero anche che si sta perdendo grandi opere d’arte non vedendo Dune di Villeneuve.

Quando uscirà il prossimo film di Quentin Tarantino?

Sono passati cinque anni dall’ultima regia di Quentin Tarantino, C’era una volta a… Hollywood. Da quel momento il regista aveva iniziato a lavorare su un nuovo film intitolato The Movie Critic, che però nell’aprile di quest’anno è stato del tutto accantonato. Anche il suo vociferato film su Star Trek sembrà non si farà più, per cui al momento non si sa quale sarà il prossimo film di Tarantino. Si tratterà in ogni caso del suo decimo film, che come annunciato dal regista sarà anche l’ultimo della sua carriera. Se Tarantino intende davvero tenere fede a questa dichiarazione, starà certamente scegliendo con cura il progetto a cui dedicarsi.

Quentin Tarantino ironizza su un reboot de Le Iene come ultimo film

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È da molto tempo ormai che si parla del possibile ritiro di Quentin Tarantino dalle scene. Lo stesso regista, in più di un’occasione, ha affermato di voler chiudere la sua carriera con il decimo film, un progetto totalmente avvolto nel mistero sul quale non si conosce alcun dettaglio.

Il regista è attualmente impegnato con la promozione del romanzo basato su C’era una volta a Hollywood, il suo nono film uscito nel 2019, e in una recente ospitata all’interno del talk show Real Time with Bill Maher, Tarantino ha parlato proprio del suo futuro nell’industria cinematografica e del suo attesissimo decimo progetto. Maher ha elogiato l’ultima fatica di Tarantino, dicendo al regista che C’era una volta a Hollywood rappresenta la punta di diamante della sua carriera e che, proprio per questo motivo, non dovrebbe smettere di fare film.

Il regista, dal suo punto di vista, ha detto che è proprio quello il motivo per cui ha preso questa decisione, sottolineando che il momento giusto per decidere di fermarsi è quando si è ancora all’apice della proprio creatività. A quel punto il conduttore lo ha stuzzicato lanciando l’idea di un potenziale reboot de Le iene, il suo primo film, a chiusura della sua carriera. Questa la replica di Tarantino:

“Conosco la storia del cinema e so che, arrivati ad un certo punto, i registi non migliorano. Lavorare da 30 anni facendo i film che ho fatto io, anche se non sono quanti quelli fatti dai miei colleghi, è comunque una carriera lunga. Sento di aver dato già tutto. Prendiamo, ad esempio, Don Siegel… se avesse chiuso la sua carriera dopo Fuga da Alcatraz nel 1979, sarebbe stato splendido. Invece ha realizzato altri due film dopo che non sono proprio riuscitissimi. Ho pensato di chiudere la mia carriera con un reboot de Le iene. Sarebbe una di quelle cose tipo: ‘Catturare il tempo in un attimo’. Ovviamente, prima che internet esploda, lo chiarisco: non lo farò! Però l’ho considerato, davvero.”

Per quanto riguarda il romanzo basato su C’era una volta a Hollywood, il libro sarà disponibile in Italia, in libreria e online, dal 1 luglio, edito da La nave di Teseo. Il romanzo espanderà la storia dei protagonisti Cliff Booth e Rick Dalton e includerà anche diverse scene e personaggi che non abbiamo visto al cinema.

Quentin Tarantino insiste, il ritiro dopo dieci film

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Quentin Tarantino insiste, il ritiro dopo dieci film

Quentin Tarantino sembra risoluto. Dopo dieci film lascerà la regia, questo ha dichiarato tempo fa alla stampa e questo conferma anche adesso, all’indomani dello strepitoso successo di quell’odiato ottavo film, The Hateful Eight. Se così dovesse essere, Tarantino ha ancora due film per entrare nella storia del cinema, o meglio per consolidare il suo ruolo nella settima arte.

Tramite THR sappiamo che Quentin Tarantino ha appena dichiarato che “lascerà cadere il microfono“.

“Con un po’ di fortuna, il modo in cui mi considererò un regista di successo a fine carriera sarà dettato dal fatto che verrò considerato uno dei grandi filmmaker della storia del cinema. E oltre ancora, anche un grande artista, non solo un regista.”

Sembra difficile immaginare uno scenario cinematografico in cui unamente fervida e vivace come quella di Quentin Tarantino non sia a lavoro su un progetto o su un nuovo film. È anche vero però che il regista parla di regia, appunto, per cui nulla gli impedirà, speriamo, di scrivere ancora ottime sceneggiature da affidare a terzi.

Di recente vi abbiamo informati che i fan di Deadpool vorrebbero che Tarantino dirigesse il secondo film del franchise. Trattandosi di una cosa che il regista de Le Iene non ha mai fatto (un cinecomic), si potrebbe trattare di un interessante nono film. Che ne pensate?

Deadpool 2: i fan vogliono Quentin Tarantino alla regia

Chiaramente non c’è nulla di ufficiale, anche se a questo punto l’idea che manchino soltanto due film alla filmografia di Tarantino per essere completa comincia a prendere sostanza nella realtà.

Fonte: SR

Quentin Tarantino in trattative con Tom Cruise per il suo prossimo film

Quentin Tarantino è in trattative con Tom Cruise per il suo prossimo film, dopo aver contattato Brad Pitt e Leonardo DiCaprio. Con Brad Pitt ha già lavorato in Bastardi senza gloria e con DiCaprio in Django Unchained.

Sul film sono noti ancora pochi dettagli ma possiamo dire che sarà ambientato tra la seconda metà degli anni Sessanta e la prima metà degli anni Settanta. Tarantino spera che Margot Robbie interpreti il ruolo dell’attrice Sharon Tate.

Dopo il caso Weinstein, Tarantino ha contattato altre produzioni e gli piacerebbe lavorare con la Warner Bros, La Paramount o la Sony.

Quentin Tarantino vorrebbe dirigere un film di Star Trek

Se ci saranno Tom Cruise, Brad Pitt o Leonardo DiCaprio è ancora da definire ma Tarantino ha intenzione di iniziare le riprese il prossimo anno a Los Angeles per ultimare il film nel 2019.

Fonte: Empire

Quentin Tarantino in Australia per il prossimo film?

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Nel mezzo della promozione di The Hateful Eight, che lo porterà anche a Roma, Quentin Tarantino sta già pernsando al suo prossimo film, il nono e forse penultimo della sua attività di regista.

A quanto pare Quentin vorrebbe ambientare il film in Australia. Non sappiamo ancora bene cosa porterà sul grande schermo, dal momento che molte delle sue idee anche date per certe potrebbero non arrivare mai al cinema, come il fantomatico Kill Bill 3, oppure come il cross over tra Pulp Fiction e Le Iene.

Di recente Tarantino ha però dichiarato: “Ho un’idea per un film australiano che si ambienterebbe negli anni Trenta. Sarebbe una storia alla Bonnie e Clyde, con un paio di fuorilegge per l’Australia. Vedremo cosa succede.”

Ed è proprio il caso di rimanere ad aspettare cos’altro partorirà la sua bizzarra e geniale testa.

Quentin Tarantino ha pensato a Adam Driver per un nuovo adattamento di Rambo

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Quentin Tarantino continua a essere impegnato nella promozione del romanzo basato su C’era una volta a Hollywood e in una recente intervista all’interno del podcast The Big Picture ha avuto modo di discutere dei progetti che aveva valutato dopo il flop al box office di Grindhouse. 

Tra questi c’è stato anche un remake di Rambo, progetto che secondo quanto raccontato da Tarantino sarebbe stato più fedele al romanzo “Primo sangue” di David Morrell che al film del 1982 con protagonista Sylvester Stallone. Tuttavia, il regista sembra essere ancora interessato alla cosa, e pare che abbia già in mente gli attori da coinvolgere nell’eventualità: si tratta di Adam Driver, che vorrebbe nei panni di John Rambo, e di Kurt Russell, al quale affiderebbe invece il ruolo del Colonnello Samuel Trautman.

“Se volessi realizzare un buon film, prenderei il romanzo di David Morrell e proverei a farne un nuovo adattamento. Non un remake del film con Sylvester Stallone, ma un nuovo adattamento del romanzo originale”, ha raccontato Tarantino.

“Kurt Russell interpreterebbe lo sceriffo Trautman, mentre Adam Driver avrebbe il ruolo Rambo. Ogni volta che lo leggo, mi rendo conto di quanto siano brillanti i dialoghi di Morrell e alla fine mi ritrovo sempre a leggerlo ad alta voce. Sarebbe incredibile. Per adesso, voglio concentrarmi su qualcosa che sia più di un buon film. Ma se si trattasse solo di fare un buon film, allora sceglierei di adattare quel romanzo.”

Per quanto riguarda il romanzo basato su C’era una volta a Hollywood, il libro è disponibile in Italia, in libreria e online, dallo scorso 1 luglio, edito da La nave di Teseo. Il romanzo espande la storia dei protagonisti Cliff Booth e Rick Dalton e include anche diverse scene e personaggi che non abbiamo visto al cinema.

Quentin Tarantino fiducioso in merito a Kill Bill 3

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Quentin Tarantino fiducioso in merito a Kill Bill 3

Quentin Tarantino si è detto fiducioso in merito alla possibilità di Kill Bill 3. Durante la promozione di The Hateful Eight, il regista ha dichiarato.

Non vi darò la mia parola, ma non sarei così sorpreso se La Sposa facesse un’ultima apparizione prima di chiudere baracca. Ne sto parlando un po’ con Uma [Thurman] in questo periodo. Potrei sfruttare delle idee già pronte che ho dovuto tagliare dai film precedenti.

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I protagonisti della pellicola sono: Samuel L. Jackson (Django Unchained), Kurt Russell (Escape From New York), Jennifer Jason Leigh (Mrs. Parker And The Vicious Circle), Walton Goggins(“Justified”), Demian Bichir (A Better Life), Tim Roth (Reservoir Dogs), Michael Madsen (Reservoir Dogs), Bruce Dern(Nebraska) e Channing Tatum(Foxcatcher). Scritto e diretto da Tarantino, The Hateful Eight è prodotto da Richard N. Gladstein, Stacey Sher e Shannon McIntosh. Harvey Weinstein, Bob Weinstein e Georgia Kacandes sono i produttori esecutivi, Coco Francini e William Paul Clark i produttori associati.

Quentin Tarantino fa causa al sito che ha pubblicato lo script

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Quentin TarantinoE’ Deadline a riportare l’ennesima puntata della vicenda  che vede protagonista il regista Quentin Tarantino  e la sua ultima sceneggiatura che sarebbe dovuto diventare il film The Hateful Eight. Il noto sito infatti oggi riporta la notizia che il regista ha fatto causa a Gawker Media, il sito che ha diffuso lo script in questione. Al momento il sito dovrebbe essere accusato di violazione di copyright ai danni di Quentin Tarantino, l’imputazione sembrerebbe quella di aver superato i limiti del giornalismo avendo diffuso la sceneggiatura integrale del regista, attraverso un articolo e dei link da cui è possibile accedere alla sceneggiatura. Questa è, pare, l’azione che si reputa illegale commessa dal sito.

Leggi anche: The Hateful Eigh: dettagli dallo script online di Quentin Tarantino

Secondo chi ha letto lo script il film avrebbe raccontato la storia di due cacciatori di taglie Samuel L. Jackson e Michael Madsen (con ogni probabilità) e il loro ritorno a casa, in una città chiamata Red Rock, a riscuotere le taglie. I due sulla strada di casa avrebbero incontrato un sudista ed insieme ad un prigioniero si rifugiano in una merceria per ripararsi da una tempesta. Ma in questa merceria trovano un quartetto con accapo un generale sudista, che altri non è che un boia. I tre arriveranno allo scontro con la banda. La pellicola è descritto un western d’insieme con personaggi molto importanti sia per  Madsen che per Bruce Dern.

 

 

Quentin Tarantino elogia il movimento a sostegno di Zack Snyder’s Justice League

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Quentin Tarantino è attualmente impegnato con la promozione del romanzo basato su C’era una volta a Hollywood, che racconta una storia che espande quanto già mostrato nel film uscito nelle sale nel 2019 con protagonisti Leonardo DiCaprio, Brad Pitt e Margot Robbie.

Chiaramente, la promozione si sta rivelando una grossa occasione per Tarantino di toccare gli argomenti più svariati, che in alcuni casi esulano anche dal romanzo, dalla sua carriera e dai suoi progetti futuri. In una recente intervista con Cinema Blend, infatti, è stato chiesto al celebre regista un commento sul movimento che ha permesso la realizzazione di Zack Snyder’s Justice League.

Tarantino ha ammesso di non aver ancora visto il film ma di aver amato l’entusiasmo dei fan che ha poi consentito al progetto di vedere la luce. “In realtà non l’ho ancora visto perché non ho HBO Max, ma è qualcosa che mi piacerebbe assolutamente vedere”, ha spiegato il regista. “Non ho mai visto neanche la versione cinematografica, ma sono veramente curioso di vedere questa versione lunga quattro ore, la versione originale di Zack. Ad ogni modo, penso che sia stato davvero fantastico… Cioè, che tutta la campagna messa insieme dai fan sia stata qualcosa di incredibile. Il fatto che continuassero a insistere e insistere e insistere…”

Quentin Tarantino potrebbe non aver ancora visto Zack Snyder’s Justice League, ma è chiaro che ama vedere i fan sostenere le visioni creative originali dei registi, anche quando gli studi non sono d’accordo. Sebbene Tarantino non abbia menzionato lo Snyderverse, sappiamo che il regista è un grande fan dei fumetti e che in passato aveva anche provato a realizzare un film dedicato a Luke Cage.

Quentin Tarantino e Uma Thurman: la Sposa dice si al regista?

Quentin Tarantino e Uma Thurman: la Sposa dice si al regista?

La notizia sa inevitabilmente di gossip, ma se si tratta di un gossip cinefilo per eccellenza ce lo concediamo. La notizia sta facendo il giro della rete e ve la riportiamo anche noi, nero su bianco. Pare che Quentin Tarantino sia riuscito finalmente a far cedere Uma Thurman, la musa di tre dei suoi film più acclamati (Pulp Fiction, Kill Bill Vol I e II).

Al fianco di un grande regista, c’è sempre una grande musa. Basti pensare ad Alfred Hitchcock, a Federico Fellini e Quentin Tarantino non fa eccezione. Uma Thurman, dopo l’esordio con Pulp Fiction, è stata quasi venerata dal regista di Knoxville, che ha da sempre visto in lei bellezza, sensualità, sfrontatezza, ma soprattutto una fonte inesauribile di ispirazione.

Come si è potuto ammirare sul red carpet del Festival di Cannes, l’alchimia tra Tarantino e la Thurman, non si è mai interrotta, ma anzi, da quello che mostrano alcune foto diffuse dal giornale di gossip Us Weekly, potrebbe, forse, essersi trasformata in qualcosa di più.

Alcune indiscrezioni d’Oltreoceano hanno rivelato che per tutta la durata della Kermesse della Côte d’Azur, i due hanno alloggiato insieme in una villa.

Una fonte vicina agli interessati inoltre, ha svelato che “lui la ama da anni” e che “tra loro c’è un rapporto che negli ultimi tempi ha tratto nuova forza“. Se infine per Quentin Tarantino e Uma Thurman dovesse essere amore, noi speriamo che dal connubio nascano altri grandi film per gli amanti del cinema.

Quentin Tarantino e Uma Thurman: finalmente baci? [FOTO]

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Quentin Tarantino e Uma Thurman: finalmente baci? [FOTO]

Sembra proprio che questa volta ci siano pochi dubbi: Uma ha ceduto e Quentin, finalmente, corona il suo sogno d’amore. Il gossip è troppo ghiotto per resistere e migliaia di cinefili staranno cantando vittoria in questo momento. Quentin Tarantino e Uma Thurman sono stati fotografati mentre si scambiavano un bacio dopo una cena lunga tre ore, anche se la foto che vi mostriamo di seguito lascia ancora dei dubbi.I due artisti hanno collaborato tre volte (i due Kill Bill e naturalmente Pulp Fiction) ma si vocifera adesso che la coppia potrebbe tornare a lavoro insieme per un terzo volume di Kill Bill, anche se si avranno certamente problemi per trovare un titolo adeguato, visto che Bill è già morto alla fine del secondo volume!

Insomma dichiarazioni ufficiali non ci sono, nè tantomento i due sembrano molto inclini a sbandierare cosa c’è davvero tra loro. Certo una coppia del genere sarebbe davvero il sogno di ogni fan cresciuto a pane e Pulp Fiction, ma purtroppo non possiamo dare la certezza che i due siano davvero una coppia nel senso romantico del termine.

Fonte: JJ

 

Quentin Tarantino e l’ossessione per i piedi: “Si tratta di saper dirigere”

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Nel corso degli anni, è stato sottolineato più volte da giornalisti, critici e fan quanto Quentin Tarantino si diverta a inserire nei suoi film le inquadrature di piedi, in particolare piedi femminili.

Di recente, quando il regista ha parlato con GQ del suo romanzo basato sul suo ultimo film, C’era una volta a Hollywood, ha avuto anche la possibilità di rispondere a chi lo ha sempre accusato di soffrire di feticismo dei piedi.

“Non prendo la cosa sul serio”, ha ammesso. “Ci sono molti piedi in molti film di bravi registi. Si tratta soltanto di saper dirigere. Ad esempio, prima di me, anche Luis Buñuel era stato definito un feticista dei piedi, ed era un altro regista. Anche Hitchcock ne fu accusato, così come Sofia Coppola.”

Di recente, Tarantino ha valutato apertamente la possibilità di ritirarsi dal cinema dopo l’uscita nelle sale del suo decimo, attesissimo, film. Chiaramente, l’attenzione è tutta sulla storia che il celebre regista deciderà di affrontare. Una cosa è certa, però: al di là della trama, il pubblico dovrà sicuramente aspettarsi un sacco di inquadrature di piedi.

Per quanto riguarda il romanzo basato su C’era una volta a Hollywood, il libro è disponibile in Italia, in libreria e online, dallo scorso 1 luglio, edito da La nave di Teseo. Il romanzo espande la storia dei protagonisti Cliff Booth e Rick Dalton e include anche diverse scene e personaggi che non abbiamo visto al cinema.

Quentin Tarantino e l’errore clamoroso su Ennio Morricone – Video

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Quentin Tarantino oltre ad essere uno degli sceneggiatori più acclamati nel mondo è anche noto per essere un grande cinefilo ma l’errore che ha commesso ieri nel discorso di premiazione per Ennio Morricone ha del clamoroso.

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Infatti, nel ritirare il premio come miglior colonna sonora, con grande trasporto elogia il compositore italiano sostenendo che “Morricone non ha mai vinto un premio per uno dei film che ha fatto. Ha vinto in Italia, ma mai qui in America e voglio ringraziarlo: a 87 anni ha realizzato una fantastica colonna sonora e finalmente vinto un premio prestigioso.” Nulla di più sbagliato, perché Ennio Morricone ha vinto ben due Golden Globes nella sua carriera, uno per 1987 per Mission e nel 2000 per La leggenda del pianista sull’oceano. Ecco il video di premiazione:

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https://www.youtube.com/watch?v=mOFjoJo-gjw&feature=youtu.be

Quentin Tarantino e il postmodernismo: la globalizzazione e il frammento.

Nel 1967, Robert Aldrich, noto regista di film di vario genere, accomunati da un crudezza formale e di contenuto, gira Quella sporca dozzina; dieci anni dopo, Enzo G. Castellari, con non poche difficoltà di produzione, porta a termine Quel maledetto treno blindato. La prima pellicola, vuoi per la carica violenta, vuoi per il cinismo di fondo che caratterizza gli eroi protagonisti, cattura l’attenzione del cinefilo Quentin Tarantino; lo stesso regista, noto per l’enciclopedica cultura cinematografica specializzata in B-movie, riscopre la pellicola di Castellani, ed è subito amore: il creatore di Pulp fiction, intende omaggiare la pellicola di Castellani, proponendo una versione di Inglorious Bastards (questo il titolo di produzione di Quel maledetto treno blindato), che risenta del fascino subito dal film di Aldrich.

In ogni caso, e quale fosse il ritmo, la sorte ci premiava,
perché a voler trovare connessioni se ne trovano sempre,
dappertutto e tra tutto, il mondo esplode in una rete,
in un vortice di parentele e tutto rimanda a tutto, tutto spiega tutto…
(Umberto Eco)

Queste le premesse per l’ultima impresa di Quentin Tarantino, che già prima dell’uscita nelle sale si propone,  coerentemente alla poetica d’autore del regista, come creazione a partire da. Il presupposto di base è sempre l’amore di Tarantino per il cinema, che sfocia nella suo desiderio di omaggiare e ri-creare a partire da soggetti preesistenti, all’insegna di un citazionismo folle e maniacale. Ma se il pastiche cinematografico riesce spesso a proporre forme e situazioni decisamente originali, c’è da dire che alle volte il tutto si limita ad una sorta di esperimento ricreativo intento a riesumare quelle pellicole sottaciute e misconosciute che fanno breccia nell’animo del regista.

Ora, prima di abbandonarci  a critiche e giudizi gratuiti privi di analisi, avviamoci a contestualizzare la figura del regista all’interno del panorama cinematografico e non solo.  I prodotti tarantiniani sono ovviamente riconducibili alla logica postmoderna del collage e della combinazione di elementi preesistenti: la memoria agisce come elemento predominante all’interno di tale situazione culturale,  ove nulla è nuovo e tutto è stato precedentemente enunciato. In virtù di ciò, i registi coerenti(volenti o nolenti) alla corrente postmoderna, affondano le loro mani nel flusso incoerente delle immagini della memoria.
Figlio del proprio tempo, Quentin Tarantino riesce a rielaborare tali presupposti in una chiave del tutto personale, andando a riscoprire immagini perdute setacciando prodotti ignorati e facendo rivivere, sia dal punto di vista puramente estetico che nel contenuto, situazioni e soggetti parossistici, i quali  -vuoi per le limitazioni di tipo produttivo, vuoi per le intenzioni dell’autore – si caricavano spesso di caratteristiche kitsch o trash. Tutto ciò, rielaborato all’interno di un prodotto fortemente autoriale, ma soprattutto magistralmente confezionato, crea all’interno del film un effetto tendente allo straniamento, che avviene quando vediamo rivivere all’interno dell’opera pellicole sgranate, improbabili colonne sonore anni ’70, e montaggi che invidiano le produzioni di serie Z.

Questo, proiettato ad uno spettatore abituato alla spettacolarizzazione e ad un’immagine sempre più nitida e lustrata, distoglie il pubblico dall’immagine pulita cui è abituato, e lo ricolloca all’interno di un prodotto, ove quelle situazioni volutamente fuori luogo e fuori tempo, risultati di sperimentazione ludica e/o di atti di riverenza nei confronti di quella parte di cinema da lui amata, suscitano uno spiazzamento che porta lo spettatore all’accettazione del gioco del regista. Per quanto riguarda la citazione, se spesso si è finiti con l’accusare il regista di plagio e mancanza di originalità, è pur vero che altrettanto spesso tali giudizi non hanno tenuto conto della creatività e delle modo in cui tale recupero avviene.

L’invidiabile cultura cinematografica permette a Quentin Tarantino di spaziare dai b-movie italiani a misconosciute pellicole orientali, riciclando materiale filmico all’interno di un prodotto finale, risultato appunto da generi e tradizioni cinematografiche disparate: la memoria del regista,  filtrata attraverso la coscienza postmoderna, si configura come un magma di materiale globalizzato, mescolato e rielaborato all’insegna di una visione del cinema scevra da settorializzazione nazionali.  Ed è proprio questa coscienza dell’imminente globalizzazione che motiva Tarantino a guardare al di fuori della propria cultura, spingendolo a collaborare più volte con registi come Miike  Takashi (anch’egli sempre aperto a nuovi orizzonti), e riuscendo a far coesistere all’interno della produzione americana generi quali il chanbara, gongfu e action.

Tale logica di de-costruzione del film matura nel corso degli anni, delineando una linea formale che da Le iene a Kill Bill, palesa ed estremizza la tendenza alla frammentazione del prodotto, e parallelamente si avverte col passare degli anni, l’inclinazione verso un cinema più spettacolare e meno pregno.

All’interno di questo quadro, la citazione contribuisce alla decostruzione del film: è tanto forte da brillare di luce propria, e da riuscire-insieme con gli elementi della cultura avantpop che pur contaminano il film- a frantumare il film in tante piccole situazioni a sé stanti, figlie della società dello zapping e celebrative della perdita dell’attenzione che caratterizza lo spettatore con cui Tarantino si confronta; summa della poetica tarantiniana, Le iene  e Pulp fiction, hanno dato vita a tutto questo, con i loro dialoghi totalmente avulsi dal contesto che sfiorano il surreale e svelano l’inadeguatezza dell’immagnie, con la negazione del racconto cronologicamente inteso, con i sottili riferimenti ora al cinema americano ora alla mafia giapponese, il pulp, l’exploitation e bizzarre situazioni fagocitate e rigurgitate in una pellicola curata in ogni minimo dettaglio che vive proprio del caos che vi regna.

La prima svolta si ha con Jackie Brown: nella presentazione di un prodotto aderente  al noir, privo di quella frammentazione che opera su tutti i livelli del film (piano formale e sceneggiatura), si in riconosce in Tarantino la maestria di dirigere una pellicola impeccabile, che rinnova il genere tramite personaggi e i dialoghi brillanti, pur non ricorrendo a situazioni estreme ma riproponendo contesti e circostanze caratteristiche del genere cui appartiene. Tarantino dimostra di essere un ottimo regista e un geniale sceneggiatore pur senza eccedere, muovendosi con mano ferma all’interno di una narrazione classica contaminata di riferimenti all’blaxploitation.

Ma le prime titubanze si hanno nel quarto film del regista, Kill Bill, in cui Quentin Tarantino non è all’altezza delle prime produzioni; il film, nato all’insegna del puro divertissement, sembra fare il verso al cinema del sol levante, il quale viene riproposto in maniera  smisurata. Se da una parte si riconosce il merito di saper mischiare genere diversi e proporre personaggi che sfiorano il parossismo, dall’altra pecca in profondità: dedito quasi ad un tecnicismo senz’anima Tarantino si concede alla superficialità dell’immagine, abbandonando i dialoghi che trionfavano nelle prime produzioni e palesando una spettacolarizzazione del ritmo e degli eventi. La fredda violenza che caratterizzava Le iene viene sostituita dall’autocompiacimento a dal patetismo; nessuna sperimentazione trova spazio ma c’è solo idolatria verso il cinema di culto.

Dimentico dei primi capolavori, Tarantino si abbandona ai ritmi degni dell’action movie più piatto, riempiendo il film di un vuoto dinamismo. La velocità e l’action, da interpolazioni che erano in un cinema fatto di dialoghi e sequenze memorabili,  finiscono col diventare il senso ultimo di un opera che si svuota e si carica della portata spettacolosa che caratterizza molto cinema commerciale. Se la parola era la co-produttrice di senso all’interno del film, arrivando anche ad anticipare l’immagine palesandone l’inefficienza, è pur vero che con il quarto film dell’autore, la parola viene soppiantata a favore dell’azione e del sentimentalismo, rinunciando alla freddezza che caratterizzava le opere prime.

Ma dopo il divertito Kill Bill, Quentin Tarantino sembra ritornare sui suoi passi con A prova di morte, ove road movie e dialoghi brillanti tornano a prender forma; ora, anche se all’interno del progetto Grindhouse il film di Tarantino risulta fuori luogo rispetto al più riuscito Planet terror di Rodriguez, si intravede un ritorno ai toni più tarantiniani.

Forti di ciò, aspettando Bastardi ingloriosi, speriamo nel ritorno ad un pensiero più critico e complesso del film, auspicando un prodotto che sia ancora il frutto di un profondo amore per la settima arte; che sia scevro da facili soluzioni coinvolgenti e lontano dai paraventi che caratterizzano molte produzioni comuni; che sia orientato in profondità, verso lo sperimentalismo e le riflessioni che hanno fatto di questo autore uno dei più grandi autori del nostro tempo.

 

Quentin Tarantino e Dracula?

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La notizia ha del clamoroso. Reduce da Bastardi senza gloria, Quentin Tarantino sta organizzando sopralluoghi in Austria.Che sia per un nuovo Dracula?..

Quentin Tarantino dai dubbi sul nuovo Star Trek al suo Halloween mai realizzato

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In una recente intervista con Consequence of Sound, Quentin Tarantino ha parlato del suo capitolo della saga di Halloween che non è mai stato realizzato. Forse non tutti sono a conoscenza del fatto nel 1994 la Miramax propose a Quentin Tarantino la possibilità di dirigere Halloween 6 – La maledizione di Michael Meyers: il regista de Le Iene e Pulp Fiction rifiutò, e il progetto venne affidato a Joe Chappelle, che diresse il film basandosi su una sceneggiatura di Daniel Farrands. La pellicola uscì nelle sale nel 1995.

Nel corso dell’intervista, Tarantino ha spiegato che Halloween 6 avrebbe dovuto rivelare al pubblico chi era il misterioso “uomo in nero” che libera Michael Myers di prigione alla fine di Halloween 5 – La vendetta di Michael Myers, uscito nel 1989: “Non avevo ancora deciso chi doveva essere quell’uomo”, ha spiegato Quentin Tarantino. “L’unica cosa che avevo in mente erano i primi venti minuti, con questo personaggio in stile Lee Van Cleef e Michale Myers per viaggiano per strada e che si fermano in diversi bar e locali, con Michael che fa una strage in ogni posto in cui si fermano, lasciando una scia di morte sulla Route ’66.”

Sempre nel corso della medesima intervista, però, Tarantino ha avuto anche modo di aggiornare brevemente sul suo chiacchieratissimo film della saga di Star Trek, progetto che lo stesso regista ha sviluppato insieme a J.J. Abrams e la cui sceneggiatura è stata scritta da Mark L. Smith (Revenant – Redivivo).

A quanto pare Tarantino non ha ancora le idee chiare sul progetto, e potrebbe addirittura decidere di accantonarlo per sempre: “Mi sto allontanando dal film”, ha spiegato il regista. “La verità però è che non ho ancora parlato con nessuno della Paramount Pictures.” In seguito a queste dichiarazioni alquanto sibilline, Deadline è intervenuto per chiedere al regista un chiarimento sulla questione, il quale ha specificato: “Potrei prendere la distanza dal progetto, ma vedremo. Non ho ancora veramente deciso, né ho parlato con chi è coinvolto nella cosa. Non c’è ancora nulla di ufficiale.”

LEGGI ANCHE – Quentin Tarantino su Kill Bill 3: “Ho un’idea interessante”

Ricordiamo che l’ultimo film di Tarantino, C’era una volta a Hollywood, ha ricevuto 5 nomination ai Golden Globes 2020, incluso Miglior Film (Musical o Commedia), Miglior Regia, Miglior Attore Protagonista (Musical o Commedia) per Leonardo DiCaprio e Miglior Attore Non Protagonista per Brad Pitt. Il film ha ottenuto anche 4 candidature ai SAG Awards 2020 e 12 candidature ai Critics’ Choice Awards 2020.

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