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Quentin Tarantino: 7 misteri dei suoi film che non verranno mai risolti

Quentin Tarantino è uno dei registi più completi che operano nel cinema da diverso tempo. Uno di quelli con la capacità di tenere dentro una sala un pubblico molto eteorgeneo, poiché regala sempre storie stratificate, capaci di essere decodificate a livelli, in base al tipo di spettatore che si è. Ogni sua pellicola contiene perciò una trama – nella maggior parte dei casi – definita e completa, piena di omaggi e reference ai grandi generi, come il western o le arti marziali. Ciò non vuol dire però che le sue opere non siano esenti da misteri o piccole lacune. È capitato, in alcuni suoi film, che qualche personaggio venisse lasciato in sospeso, oppure qualche dettaglio del racconto non trovasse soluzione o svelamento. Considerato poi che il regista non fa sequel (Kill Bill è un’eccezione), ci sono alcune narrazioni rimaste indefinite, le quali contribuiscono ad alimentare teorie e domande dei fan. Di seguito, tutti i misteri che non verranno mai risolti.

Il periodo di Vincent e Vic Vega ad Amsterdam

LE IENE

Per quelli che non lo sapessero, alcuni film di Quentin Tarantino hanno fra loro dei collegamenti. Quello che potrebbe considerarsi il più famoso riguarda Vic Vega, alias Mr. Blonde di Le iene (primo lungometraggio del regista) e Vincent Vega di Pulp Fiction. Mentre dirigeva Bastardi senza gloria, a Tarantino venne l’idea di produrre una pellicola che avesse come protagonisti proprio i due fratelli, intitolata Double V Vega, la quale doveva fungere da crossover/spin-off tra i due film sopracitati. La storia avrebbe seguito i Vega nel loro periodo trascorso ad Amsterdam, di cui si ha un accenno proprio in Pulp Fiction. In una scena, infatti, Vincent dice di essere appena tornato dalla città olandese, nella quale stava facendo qualcosa per il suo capo, Marsellus Wallace. Purtroppo, però, Double V Vega fu cancellato dal regista, indi per cui quel periodo rimane un mistero.

Hugo Stiglitz: perché i nazisti non lo riconoscono?

Bastardi senza gloria

Uno dei film più soddisfacenti di Quentin Tarantino non può che essere Bastardi senza gloria. Il regista, come sempre d’altronde, fornisce una sua versione sul periodo del nazismo, quasi come se fosse un “what if…”, portando sullo schermo una folle squadra di sicari con l’obiettivo di uccidere quanti più nazisti possibili. Essa è capitanata da Aldo Raine, il quale ad un certo punto recluta un ex soldato dell’esercito tedesco, Hugo Stiglitz. Del suo background sappiamo che Stiglitz ha ucciso 13 ufficiali della Gestapo, ma invece di essere ucciso a sua volta, viene rispedito a Berlino e imprigionato come esempio per gli altri soldati. Il volto di Stiglitz, perciò, appare su tutti i giornali e questo lo rende, in un certo senso, famoso. Soprattutto per i tedeschi. Perciò risulta abbastanza strano il fatto che non venga riconosciuto da nessuno quando entra nella taverna Wicki e Hicox per incontrare Bridget von Hammersmark, dato che è piena di soldati nazisti.

La figlia di Vernita Green si vendicherà?

kill bill

Quentin Tarantino ama il mash-up di generi e gli omaggi al grande cinema, e tutti i film ne sono prova. Kill Bill: Vol.1 (ma anche il Vol. 2) è l’esempio perfetto. Il regista gioca molto sia con il western, regalando inquadrature memorabili, che con il Kung Fu, di cui la protagonista, Black Mamba, ne conosce ogni mossa. Al centro delle due pellicole c’è una donna, chiamata anche La Sposa, in cerca di vendetta contro coloro che volevano ucciderla il giorno delle nozze. È questo il motore della storia, che spinge Black Mamba a intraprendere un viaggio alla ricerca “dei suoi sicari”. La prima con cui si confronta è Vernita, con la quale inizia una lotta a suon di coltelli, interrotta ad un certo punto dalla figlia della prima, Nikki. Vernita cerca in quell’occasione di uccidere la Sposa con una pistola nascosta nei cereali, salvo poi venire uccisa da quest’ultima che, proprio davanti alla figlia, le ficca un coltello nel petto. Nikki, perciò, è testimone dell’atroce atto commesso, tanto che ad un certo punto Black Mamba le si avvicina dicendole che, quando sarà cresciuta, quasi certamente vorrà vendicarsi della morte della madre. Se Kill Bill Vol. 3 avesse visto la luce, una delle sue linee narrative sarebbe potuta essere questa, ma non essendo mai stato realizzato non si saprà mai.

Che fine fa Elle Driver?

Kill Bill Vol.2 Elle Driver

Passiamo a Kill Bill Vol. 2 e prendiamo in analisi il combattimento fra Elle Driver e Black Mamba. Proprio come nel caso di Vernita, anche lei è un suo bersaglio. Le due donne si affrontano nella roulotte di Budd, altro obiettivo della Sposa, e la sequenza costruita da Quentin Tarantino è più che fenomenale. Sappiamo che entrambe sono state addestrate da Pai Mei, indi per cui il loro scontro è uno dei più avvincenti ed emozionanti (quanto è suggestiva la scena in cui la Sposa le strappa l’altro occhio?). Vinta la battaglia, Black Mamba lascia la rivale nel dolore e nelle urla, e neanche da sola. Il serpente che Elle Driver ha usato per uccidere Budd è ancora lì, e potrebbe essere un pericolo anche per lei. Solo attraverso i titoli di coda ci viene data la conferma che il suo destino rimane sconosciuto, e non essendoci, come dicevamo, un Kill Bill Vol. 3, anche questo rimarrà un mistero.

Che fine fa Mr. Pink?

Le iene Mr Pink

Riavvolgiamo il nastro e torniamo a Le iene. Fra i rapinatori che riescono a tornare al magazzino dopo la sparatoria iniziale c’è Mr. Pink (a cui dà pelle e voce Steve Buscemi) il quale, in seguito allo stallo messicano tra Eddie, Joe Cabot e Mr. White, in cui sembrano tutti morti, riesce a prendere i diamanti e scappare. Dopodiché si sente Mr. Pink avere un diverbio con la polizia fuori dal magazzino, tutto in fuori campo, ma lo spettatore alla fine non conoscerà il suo destino. Viene colpito? Arrestato? Muore? Il dubbio nascente ha fatto sì che si creasse una teoria secondo la quale Mr. Pink sarebbe il cameriere di Jack Rabbit Slim in Pulp Fiction, sempre interpretato da Buscemi.

Hans Landa riconosce Shosanna al ristorante?

Hans Landa

La prima opening di Bastardi senza gloria può considerarsi una delle migliori fra i film di Quentin Tarantino. In una campagna francese, Hans Landa, dopo una conversazione spinosa con il proprietario, uccide una famiglia ebrea nascosta sotto le tavole di legno dell’abitazione. L’unica che riesce a scappare è Shosanna che, guardata da lontano dal colonnello tedesco, la si vede correre incontro alla libertà con le lacrime agli occhi. Dopo alcuni anni, la donna assume un’altra identità, prendendo il nome di Emmanuel Mimieux. Un giorno, corteggiata da un soldato nazista, Fredrick Zoller, si imbatte in Hans Landa quando il primo la porta in un ristorante per incontrare Joseph Goebbels, il quale vuole che il loro nuovo film venga proiettato in anteprima nel cinema di Shosanna, ereditato dagli zii. La tensione comincia a crescere quando ad un certo punto Landa inizia a fissarla nel bel mezzo di una conversazione, affermando subito dopo di aver dimenticato cosa stesse per domandare. Questo momento, insieme ad altri dettagli come, ad esempio, l’ordinazione del colonnello di un bicchiere di latte per la donna, hanno portato il pubblico a chiedersi se l’avesse o meno riconosciuta. Purtroppo, però, rimarrà sempre un mistero.

Cosa c’era nella valigetta di Pulp Fiction?

Jules-And-Vincent-Pulp-Fiction

Concludiamo con il mistero forse più grosso e intrigante dei film di Quentin Tarantino, contenuto in Pulp Fiction: il contenuto della valigetta di Marsellus. Nelle due occasioni in cui viene aperta, da essa esce solo una luce arancione, e noi spettatori possiamo solo vedere le reazioni dei personaggi sullo schermo, che ne restano ipnotizzati. Purtroppo, però, il regista non ha mai rivelato cosa ci fosse al suo interno e, ancora una volta, questo ha dato modo di specularci sopra. Alcune teorie sostengono che ci fossero i gioielli della rapina de Le iene, altri invece hanno pensato che ci fosse Dio. Il regista, pur ammettendo che la valigetta fosse un MacGuffin, non è mai riuscito a spegnere la curiosità sul suo contenuto.

Quentin Tarantino: 60 anni dentro al cinema

Quentin Tarantino: 60 anni dentro al cinema

Nel 1970, a Los Angeles, un bambino di 7 anni andava al cinema a gustarsi un doppio spettacolo con i genitori al Tiffany Theatre per poi disquisirne con loro nell’auto sulla via del ritorno a casa. Questo bambino andava a vedere La guerra del cittadino Joe e Senza un filo di classe, un drama e una comedy. A sette anni, ribadiamo. Quanti si sarebbero annoiati? Probabilmente molti, ma non lui. Non Quentin Tarantino, proprio quello che andava a fruire pellicole anche violente a nove anni ridendo di gusto o rimanendo estasiato davanti al grande schermo, e che non è cambiato molto da quando era fanciullo, oggi compie sessant’anni. Ed è, oltre che un cinefilo fiero e grato alla settima arte, uno dei registi più influenti della sua generazione.

Cominciamo dicendo che il cinema di Quentin Tarantino è stratificato oltre che citazionista, dentro i suoi film ci sono omaggi a Sergio Leone, Sergio Corbucci, John Woo e perfino Dario Argento. Ecco perché i suoi film possono essere letti e apprezzati a diversi livelli di profondità, come accade solo alle opere d’arte più riuscite. Più riferimenti si colgono e più la lettura del film sarà dettagliata e completa. A volte ci vogliono anche più visioni nel tempo per comprendere, ad esempio, il finale epico di Django Unchained, in cui risuona Trinity, canzone nota per essere parte iconica della colonna sonora di Lo chiamavano Trinità con Terence Hill. E questo è solo un gioco in più che Tarantino fa con il suo pubblico, perché proprio per la componente pop insita nei suoi film, lo spettatore è sempre in grado di avere un’esperienza di grande intrattenimento.

I film di Tarantino – chi più chi meno – sono anche politici. Uno dei più politici è proprio il penultimo, The Eightful Eight, in cui è evidente, più dell’altro sopracitato, la componente razzista e di odio fra sudisti e nordisti americani, fra bianchi e neri, fra uomini e donne. Ed è una visione che richiede grande attenzione per poter essere decodificata al meglio. Perché magari ci si lascia prendere dal suo essere diretto, crudo ed eccessivo. Ma in questo modo di fare un cinema tanto pop, che parla a tutti, si nasconde il suo pensiero. Un po’ come accadeva in Ispettore Callaghan: il caso Scorpio è tuo! di Don Siegel, in cui dietro scene apparentemente brutali e  insignificanti si celava il racconto della situazione politico-sociale statunitense degli anni Settanta. Con sequenze che, iconograficamente parlando, risultavano potentissime. Oltre alle citazioni e ai riferimenti specifici, il cinema di Tarantino è accessibile a tutti. E come tanti altri cineasti ha dei “marchi di fabbrica” volti a distinguere il suo linguaggio e la sua regia, elementi riconducibili a lui e al suo modo di costruire le storie.

Quentin Tarantino sul set di C'era una volta a Hollywood
Quentin Tarantino sul set di C’era una volta a Hollywood – Gentile concessione © Sony Pictures Motion Picture Group

L’auto, il topos più emblematico di Tarantino

Come spesso accade ai narratori, Tarantino sfrutta i topoi per edificarci attorno l’intero impianto narrativo della storia. Questi motivi ricorrenti sono visibili a occhio nudo e per chi ama il suo cinema sarà bastato aver visto almeno tre quarti delle sue opere per individuarli. Il buon Quentin ne ha tanti, ma quello più simbolico è l’automobile. Come dice Vito Zagarrio, “la macchina e la strada sono il “Vanishing Point” tarantiniano, le icone del Mito americano.” La ritroviamo in molte pellicole e spesso sono l’ambiente in cui si svolgono avvenimenti o vengono “consumati” i tipici dialoghi crudi e sopra le righe che il regista tanto ama scrivere. Emblematico è l’uso che se ne fa in Le iene, esordio alla regia di Quentin Tarantino, dove la macchina diventa luogo in cui tutto succede: si narrano storie, si fugge nella speranza di salvarsi (una delle scene d’apertura con Mr. White e Mr. Orange), si muore e si uccide. Uno “spazio metaforico”, come dice Zagarrio, ma anche uno “status symbol” (in Pulp Fiction, secondo film) in cui diventa membro del duo formato da Vincent Vega e Jules Winnifield. Per Tarantino diventa talmente essenziale da dedicarle un’intera sequenza con protagonista Mr. Wolf, quando Vincent e Jules si ritrovano a ripulire con meticolosità l’abitacolo dell’auto completamente imbrattato di sangue.

È anche il mezzo che conduce Beatrix (La Sposa) verso la vendetta, in un bellissimo primo piano in bianco e nero, in cui lei rompe la quarta parete per dialogare proprio con il suo spettatore. O ancora in C’era una volta a…Hollywood, in questo caso la macchina diventa costante luogo in movimento che porta i suoi protagonisti principali, Rick Dalton e e Cliff Booth, a muoversi nei meandri di una florida e soleggiata Los Angeles di fine anni Sessanta. Insomma, è chiaro che Tarantino fa diventare l’automobile una delle sue protagoniste, un po’ come McDonagh fa con i suoi bellissimi paesaggi, che sia Bruges, Ebbing o Inisherin.

Un’inquadratura e un piano

I marchi di fabbrica di Quentin Tarantino sono parecchi. E lui, cineasta che inghiotte non solo generi ma anche stili, non poteva che trasformare le sue pellicole in esposizione di incredibili inquadrature e di peculiari escamotage narrativi. Partiamo dalle inquadrature: una di quelle più ricorrenti è la contre plongeé, un’inquadratura dal basso verso l’alto, anomala e qualche volta straniante. Se pure usata da molti cineasti, Tarantino l’ha personalizzata, affibbiandola spesso al punto di vista di personaggi rinchiusi nei bagagliai delle automobili (di nuovo loro!), tanto che in alcuni casi si parla proprio di truck shot, in cui noi spettatori entriamo nella soggettiva del personaggio morto (diventando cadaveri) o incosciente. Ed è questa la sua potenza a livello visivo. È così che noi pubblico in quel momento dobbiamo sentirci. Tale inquadratura è presente in molte pellicole, ad esempio in Kill Bill, nella scena del massacro dei due pini, quando la Sposa è colpita e giace a terra. La macchina da presa inquadra O-Ren, Vernita, Elle e Budd, mentre guardano una indifesa Beatrix. In quel momento il nostro sguardo si sovrappone a quello della Sposa, e siamo noi, come lei, a guardare i quattro personaggi. La stessa inquadratura la troviamo in Bastardi senza gloria, quando il tenente Aldo Raine e il sergente Donnie Donowitz mutilano i nazisti. Ad un certo punto uno di loro è inchiodato a terra, impossibilitato a muoversi, mentre i due lo guardano con soddisfazione. E  noi, come la vittima, siamo costretti a subire. Stessa cosa accade in Pulp Fiction, quando Jules e Vincent chiudono nel bagagliaio un cadavere e noi diventiamo quel corpo morto che guarda i suoi aguzzini.

Quentin Tarantino Pulp FictionDal punto di vista della scelta dei piani, figlio affezionato del western, Quentin Tarantino ama molto il primo piano e l’utilizzo dello sguardo in macchina, che viene utilizzato dal regista per rendere ancor più suggestiva e coinvolgente la scena. In questo modo i personaggi dei suoi film cercano da una parte di tirare dentro il pubblico, dall’altra di  allontanarlo facendogli sentire la presenza della finzione. Emblematica è la scena di Kill Bill Vol. 2, quando La Sposa rompe la quarta parete per comunicare allo spettatore dove sta andando, ossia ad uccidere Bill. Nei lavori tarantiniani questo espediente continua a ritornare in maniera assidua. Pensiamo anche a Pulp Fiction, quando nella scena del bar Butch guarda in macchina come se dall’altra parte ci fosse una qualche sorta di complice, per poi rivolgersi a Vincent e Marcellus. Come dice sempre Zagarrio “è come se Tarantino ponesse degli accenti sulle frasi, creando degli echi interni ai suoi film, dal punto di vista della sintassi e della costruzione del simbolico oltre che dal punto di vista, più ovvio, delle tematiche.”

Quentin Tarantino è uno di quelli che il cinema lo sa fare. Lo sa maneggiare, sa dialogare con il suo pubblico., facendolo divertire e al contempo stimolandone il pensiero critico. Sa distinguersi, è un regista iconico che negli anni ha occupato un posto di spicco nel discorso cinefilo. Uno di quelli che riesce a coniugare sempre l’industria e l’arte. La sua narrazione è pop, ricca di riferimenti, a cavallo trai generi, e forse proprio per questo ha un fascino irresistibile. Perciò, non ci resta che dirgli: grazie Quentin, e buon compleanno!

Quentin Tarantino: 10 cose che non sai sul regista

Quentin Tarantino: 10 cose che non sai sul regista

Considerato uno dei registi più influenti della sua generazione, Quentin Tarantino ha contribuito in modo inequivocabile a ridefinire il cinema degli ultimi tre decenni, pur avendo diretto soltanto nove lungometraggi. Con le sue opere ha portato all’ennesima potenza il postmodernismo, dando vita a nuovi linguaggi e tecniche oggi di estrema popolarità.

I dialoghi iperrealistici, la violenza eccessiva, la non linearità della narrazione e il citazionismo sono tra i suoi principali marchi di fabbrica. Il tutto condito da quell’estetica pulp che da sempre contraddistingue il suo cinema. Ogni suo nuovo film è atteso come un vero e proprio evento, che non manca di dividere critica e pubblico, ma suscitando sempre e comunque emozioni forti.

Ecco 10 cose che non sai di Quentin Tarantino.

Quentin Tarantino Pulp Fiction

Quentin Tarantino: la sua filmografia

10. Ha scritto e diretto film estremamente famosi. Tarantino debutta al cinema nel 1992 con il film Le iene, dove dirige gli attori Steve Buscemi e Tim Roth. La consacrazione arriva però nel 1994 con Pulp Fiction, con John Travolta e Samuel L. Jackson, che gli vale la Palma d’Oro al Festival di Cannes. Successivamente dirige l’episodio L’uomo di Hollywood del film Four Rooms, e poi Jackie Brown (1997), Kill Bill: Volume 1 (2003), Kill Bill: Volume 2 (2004), Grindhouse – A prova di morte (2007), con Kurt Russell, Bastardi senza gloria (2009), con Brad Pitt, Django Unchained (2012), con Jamie Foxx e Christoph Waltz, The Hateful Eight (2015) e C’era una volta a… Hollywood (2019), con Leonardo DiCaprio e Margot Robbie.

9. È solito comparire in dei cameo nei suoi film. Tarantino è noto anche per compiere dei cameo da attore all’interno dei suoi film. Ciò avviene sin dal suo primissimo titolo, Le iene, dove ricopre il ruolo di Mr. Brown, uno dei membri della banda criminale destinato a fare una brutta fine. Il suo cameo più noto è però quello di Jimmie Dimmick in Pulp Fiction, il quale si lancia in un divertente monologo che lascia trasparire tutte le nevrosi del personaggio. Celebre è anche la sua breve apparizione in Django Unchained, dove viene letteralmente fatto esplodere dal protagonista. Infine, in Bastardi senza gloria appare come uno dei nazisti a cui i protagonisti hanno fatto lo scalpo.

8. Ha vinto due premi Oscar. Tarantino è unanimemente apprezzato per le sue sceneggiature, da sempre caratterizzate da una scrittura brillante, dialoghi complessi e un’originale reinvenzione dei generi. Non sorprende dunque che egli abbia vinto ben due Oscar per la miglior sceneggiatura originale, rispettivamente per Pulp Fiction e Django Unchained. Tarantino vanta poi altre due nomination nella medesima categoria, per Bastardi senza gloria C’era una volta a… Hollywood, tre candidature come miglior regista e una per il miglior film.

Quentin Tarantino dirige Pulp Fiction

7. Rifiutò grandi progetti per poter lavorare al film. In seguito al successo di Le iene, Tarantino era diventato una vera e propria celebrità. Ogni produttore voleva lavorare con lui, e in diversi gli offrirono la regia di titoli poi divenuti grandi successi. Tra questi, Tarantino avrebbe potuto dirigere Speed e Man in Black. Egli, tuttavia, non riteneva affini a sé tali storie e preferì ritirarsi ad Amsterdam per poter lavorare in pace ad una sua sceneggiatura originale. In breve, diede vita a Pulp Fiction. Tale film gli portò ancor più fortuna del primo, e lo consacrò come uno dei registi più affermati e talentuosi della scena indipendente americana.

6. Cercò in tutti i modi di convincere Uma Thurman a recitare nel film. Per il ruolo di Mia Wallace, tra i più importanti del film, Tarantino aveva in cima alla sua lista delle preferenze l’attrice Uma Thurman. Questa, tuttavia, inizialmente rifiutò il ruolo, non convinta del progetto. Disperato, Tarantino la contattò telefonicamente, leggendole personalmente l’intera sceneggiatura. L’attrice, a quel punto, si convinse della qualità del progetto, e finì con l’accettare la parte. Questa si rivelò poi una delle sue interpretazioni più famose e universalmente acclamate.

Quentin Tarantino: chi è sua moglie

5. Ha sposato una cantante. Da sempre molto riservato riguardo la propria vita sentimentale, Tarantino ha tuttavia annunciato, nel giugno del 2017, il proprio fidanzamento ufficiale con la cantante israeliana Daniella Pick. I due si erano conosciuti nel 2009, quando il regista si trovava in Israele per promuovere il suo nuovo film, Bastardi senza gloria. La coppia giunge poi al matrimonio nel novembre del 2018, con una cerimonia ebraica. Pochi mesi dopo, nell’agosto del 2019, hanno invece annunciato di aspettare il loro primo figlio, Leo, nato poi il 22 febbraio del 2020. Attualmente la coppia risiede a Tel Aviv, in Israele.

Quentin Tarantino è su Instagram?

4. Non possiede un profilo social. Negli anni Tarantino ha più volte dichiarato di non essere un grande fan dei social network e simili, confermando di non possedere alcun account di questo tipo. Su Instagram, tuttavia, è possibile trovare diverse fan page dedicate a lui e al suo cinema. La più popolare di queste è seguita da ben 559 mila persone, e tra gli oltre 554 post è possibile ritrovare sia immagini o video tratti dai suoi film, come anche retroscena, curiosità, immagini dal set o ancora di eventi di gala a cui Tarantino ha personalmente preso parte.

Quentin Tarantino: il suo patrimonio

3. Possiede un ricco patrimonio. Nonostante abbia diretto soltanto nove film, la popolarità di Tarantino è talmente tanta che ha permesso a questi di diventare dei grandissimi successi di botteghino. Occorre però calcolare che egli non si è limitato a tale attività, occupandosi anche di scrivere sceneggiature per film diretti da altri, come anche di produrre opere di alcuni suoi amici registi. La sua grande influenza nell’industria lo ha così portato anno dopo anno a maturare un patrimonio sempre più consistente. Oggi questo è stimato intorno alla cifra di 120 milioni di dollari.

Quentin Tarantino: ha origini italiane

2. È da sempre molto legato all’Italia. Tarantino è noto anche per il suo grande apprezzamento nei confronti del cinema italiano degli anni Sessanta, Settanta e Ottanta, e ha indicato gli autori Sergio Leone, Mario Bava e Lucio Fulci come suoi grandi idoli e fonti di ispirazione. Molti dei suoi film dimostrano infatti un grande debito nei confronti di questi e altri celebri registi del Bel Paese. Egli stesso, inoltre, vanta delle origini italiane. Suo padre Tony, infatti, era figlio di immigrati, i quali provenivano dalla Campania, e più precisamente da Portici e Castellammare di Stabia.

Quentin Tarantino: età e altezza

1. Quentin Tarantino è nato a Knoxville, nel Tennessee, Stati Uniti, il 27 marzo del 1963. Il regista è alto complessivamente 185 centimetri.

Fonte: IMDb

Quentin Tarantino: “volevo smettere di fare film”

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Quentin TarantinoQuentin Tarantino ha rivelato in una intervista che una volta aveva considerato l’ipotesi di lasciare l’industria dello spettacolo. Il regista premio Oscar ha ammesso di aver pensato di smettere dopo il suo 10 ° film, ma poi di aver deciso che ancora non era il momento.

“C’è stato un tempo in cui ho detto che volevo smettere dopo 10 film, ma sono tornato sul concetto. Ok, suonava davvero cool perché il 10 è un numero tondo, ma aveva senso solo se avessi fatto 3 film per ogni decennio e non è possibile fissare questa cosa nel tempo. Ho ancora parecchie cose da fare prima di chiudere con i film.”

Quentin, che ha diretto 11 film ed ha scritto 17 sceneggiature cinematografiche, ha aggiunto poi questo è un momento molto fortunato della sua carriera. “Fino ad ora, va tutto bene per me. Gli ultimi 20 anni sono andati bene, sono felice per la mia carriera, sono felice di essere dove sono ora, sono contento di come il mio lavoro è stato ricevuto all’interno del settore cinema e al di fuori di esso. Ma potrebbe non durare…”. “Al momento, io rispondo solo per le mie idee , anche se faccio del mio meglio per non essere consapevole di me e di quello che faccio. Infatti, la persona di cui mi fido meno nel parlare del mio lavoro sono io stesso!”

Il regista ha poi concluso l’intervista affermando di voler nei prossimi anni sperimentare nuovi generi cinematografici. “Ho fatto quello che volevo fare in tutti i miei 50 anni. Non ci sono generi cinematografici che ho voglia di fare più di altri, in modo da poter dire ‘Questo l’ho fatto’. Non sto pensando a Kill Bill 3 come qualcosa che ho già affrontato. In ogni caso se dovessi scegliere mi piacerebbe fare un film horror”

Fonte: Yahoo Movies Uk

Quentin Tarantino: “Interstellar è ai livelli di Andrej Tarkovskij e Terrence Malick”

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La pioggia di recensioni positive su Interstellar continua ad arrivare dagli USA e anche un regista come Quentin Tarantino ha recentemente espresso la propria opinione sull’ultimo film di Christopher Nolan, che lo ha paragonato ai film di Andrej Tarkovskij e Terrence Malick. 

“Era da tanto che non vedevo una visone così imponente del mondo. Inoltre, tenendo conto di elementi come la polvere, e che i personaggi ci vivono, intrappolati in questa cappa polverosa che avvolge la loro vita. E’ qualcosa che ti aspetti di vedere in un film di Andrej Tarkovskij e Terrence Malick, non in un kolossal di fantascienza. Lui ha questo modo di fare cinema che è una maestria artigianale, un vecchio stile. Quando ho visto il film all’IMAX della Universal City ad Ottobre sono stato accolto da Christopher Nolan e insieme a me c’erano svariati altri registi. Non avevo un’idea chiara di quello che avrei visto e mentre aspettavo che iniziasse ho pensato che era dal primo Matrix che no ero così interessato a voler vedere un film di cui non sapevo assolutamente niente.”

Con Interstellar si rinnova l’abitudine di Christopher Nolan a recuperare attori con cui ha già lavorato, in aggiunta ad altri che possono rappresentare per lui e per la sue storie nuove sfide e nuovi connubi artistici. Nel film infatti ci sono Michael Caine, che è ormai una presenza fissa nel cinema di Nolan da Batman Begins ad oggi, e Anne Hathaway, alla sua seconda collaborazione con il regista dopo Il Cavaliere Oscuro il Ritorno. Si aggiungono a questo film alcune ‘prime volte’ di un certo peso, come Jessica Chastain e ovviamente Matthew McConaughey.

Dal celebrato regista Christopher Nolan (la serie di “The Dark Knight”, “Inception”), Interstellar vede come interpreti il premio Oscar Matthew McConaughey (“Dallas Buyers Club”), il premio Oscar Anne Hathaway (“Les Miserables”), la candidata all’Oscar Jessica Chastain (“Zero Dark Thirty”), Bill Irwin (“Rachel Getting Married”), il premio Oscar Ellen Burstyn (“Alice Doesn’t Live Here Anymore”) ed il premio Oscar Michael Caine (“Le regole della casa del sidro”). Il cast principale include anche Wes Bentley, Casey Affleck, David Gyasi, Mackenzie Foy e Topher Grace.

La trama: Quando i nostri giorni sulla Terra stanno per giungere al termine, un team di esploratori dà il via alla missione più importante nella storia dell’uomo: un viaggio attraverso la galassia per scoprire se l’uomo potrà avere un futuro tra le stelle.

Diretto da Christopher Nolan, il film è stato sceneggiato da Jonathan Nolan e Christopher Nolan. Emma Thomas, Christopher Nolan e Lynda Obst hanno prodotto Interstellar con Jordan Goldberg, Jake Myers, Kip Thorne e Thomas Tull come produttori esecutivi. Il team creativo dietro la macchina da presa del film di Nolan, è stato guidato dal direttore della fotografia Hoyte Van Hoytema (“Her”), lo scenografo candidato all’Oscar Nathan Crowley (“The Dark Knight”), il montatore candidato all’Oscar Lee Smith (“The Dark Knight”) e la costumista candidata all’Oscar Mary Zophres (“Il Grinta”). La colonna sonora è stata composta dal premio Oscar Hans Zimmer (la trilogia di “The Dark Knight” “Il Re leone”).

Fonte: The Guardian

Quentin Tarantino: “Ecco perché preferisco Star Trek a Star Wars”

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L’amore di Quentin Tarantino per Stark Trek non è mai stato nascosto e in un’intervista con Deadline a proposito dell’ultimo film C’era una volta a Hollywood il regista ha finalmente spiegato cosa lo spinge a preferire questa saga rispetto ad un altro franchise sci-fi di successo come Star Wars.

I fan della fantascienza si sono sempre divisi  tra due saghe distinte: Star Wars e Star Trek, e la passione per l’una o l’altra spesso è dipesa dalla generazione in cui si è cresciuti; se se la maggior parte dei ragazzi degli anni ’80 ha scelto di schierarsi con i film di George Lucas, il “giovane” Tarantino ha trascorso la sua infanzia guardando la serie televisiva di Star Trek degli anni ’60.

Sono un grande fan della serie Star Trek. Mi piace molto, ma il mio collegamento diretto a quello show è William Shatner. Lo amo in Star Trek e adoro la sua interpretazione di James T. Kirk. Questa è la mia connessione con la saga, il mio cordone ombelicale, ed è per questo che mi piace Star Trek più di Star Wars, sostanzialmente perché William Shatner non è in Star Wars. La ritengo una delle più grandi interpretazioni della storia della televisione“.

Di recente, sempre in un’intervista, Tarantino non aveva escluso la possibilità di lasciare definitivamente il cinema con un progetto diverso da C’era una volta a Hollywood, nello specifico lo Star Trek già scritto e proposto a J.J. Abrams e alla Bad Robot.

Credo di avere una scappatoia, se l’idea fosse quella di ricorrere ad una scappatoia. Posso fare Star Trek…ma vorrei finire girando un film originale. L’idea di arrivare a dieci film non è affatto una scappatoia, e in realtà credo che se dovessi fare Star Trek, dovrei impegnarmi a farlo. Sarebbe il mio ultimo film…Non so se lo farò, ma potrebbe succedere.

Sarà davvero così e il regista chiuderà la carriera omaggiando la sua saga del cuore?

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Vi ricordiamo che C’era una volta a Hollywood è atteso nelle nostre sale in autunno.

Di seguito la prima sinossi:

La storia si svolge a Los Angeles nel 1969, al culmine di quella che viene chiamata “hippy” Hollywood. I due protagonisti sono Rick Dalton (Leonardo DiCaprio), ex star di una serie televisiva western, e lo stunt di lunga data Cliff Booth (Brad Pitt). Entrambi stanno lottando per farcela in una Hollywood che non riconoscono più. Ma Rick ha un vicino di casa molto famoso…Sharon Tate.

Nel cast anche Damian LewisDakota FanningNicholas Hammond, Emile HirschLuke PerryClifton Collins Jr.Keith JeffersonTimothy Olyphant, Tim Roth, Kurt Russell Michael MadsenRumer Willis, Dreama WalkerCosta Ronin, Margaret Qualley, Madisen Beaty Victoria Pedretti. Infine Damon Herriman sarà Charles Manson.

Ho lavorato alla sceneggiatura per cinque anni, e vissuto nella contea di Los Angeles per gran parte della mia vita, anche nel 1969, e all’epoca avevo sette anni“, ha dichiarato Tarantino. “Sono davvero felice di poter raccontare la storia di una città e di una Hollywood che non esistono più, e non potrei essere più entusiasta dei miei due attori protagonisti.

Fonte: Deadline

Quentin Tarantino: “Al decimo film mi ritiro”

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Quentin Tarantino: “Al decimo film mi ritiro”

E’ un Quentin Tarantino sempre più pessimista verso il mondo del cinema, quello che ha rivelato l’intenzione di appendere la cinepresa al chiodo tra non molto.  Infatti, stando alle sue dichiarazioni rilasciate a Deadline, dopo il decimo film si ritirerà dalle scene e a conti fatti  The Hateful Eight, in uscita tra un anno sarà l’ottavo, dunque manca poco:

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LEGGI ANCHE: The Hateful Eight: primo teaser del nuovo film di Quentin Tarantino [bootleg]

‘Non credo che ci sia la necessità di rimanere sul palcoscenico fino a quando le persone non ti implorano di scendere. Mi piace l’idea di lasciare in sospeso i miei fan, di fagli desiderare qualcosa di più. Penso che la regia sia un gioco per persone giovani, e credo inoltre che esista una sorta di cordone ombelicale che collega tutti i miei film, dal primo all’ultimo. Non sto cercando di ridicolizzare nessuno che la pensa diversamente da me, ma personalmente vorrei defilarmi finché sono ancora in forma. Non è una decisone irrevocabile, ma questa è grossomodo la mia idea. Mi piace pensare che lascerò alle mie spalle una filmografia di 10 film, e ne ho altri due da girare dopo questo. Non è inciso nella pietra, intendiamoci, ma questo è il piano. Se faccio il decimo, lo faccio bene e non rovino tutto sarebbe un buon modo per terminare la mia carriera. Se poi in seguito mi imbatto in un buon film non vorrei mai non farlo solo perché ho detto che ho smesso. Ma 10 film suonano bene’.

Intanto vi ricordiamo che le Weinstein Company ha rivelato  il cast ufficiale del nuovo film di Quentin TarantinoThe Hateful Eight che sarà interpretato dunque da  Samuel L. Jackson che sarà Major Marquis Warren, Kurt Russell che sarà John “The Hangman” Ruth, Jennifer Jason Leigh che sarà Daisy Domergue, Walton Goggins sarà Chris Mannix, Demian Bichir sarà Bob, Tim Roth sarà Oswaldo Mobray, Michael Madsen sarà Joe Gage, Bruce Dern sarà  General Sanford Smithers e  Channing Tatum in un ruolo ancora non rivelato.

La pellicola seguirà alcuni eventi dopo la Guerra Civile e racconterà le tensioni tra un gruppo di persone intrappolate da una tormenta e una diligenza è costretta a deviare il suo percorso. Nel gruppo ci sono una coppia di cacciatori di taglie, un soldato rinnegato della confederazione e una prigioniera donna. Le riprese inizieranno il prossimo 8 dicembre, mentre l’uscita nelle sale è prevista per il 2015.

Quentin Tarantino, Leonardo DiCaprio e Margot Robbie incantano Roma

Quentin Tarantino, Leonardo DiCaprio e Margot Robbie sono le tre stelle internazionali che hanno illuminato il cielo di Roma in occasione della presentazione nella Capitale di C’era una volta a Hollywood, il nuovo film del regista americano, che ha esordito nella selezione ufficiale di Cannes 2019.

Ecco alcuni scatti dalla premiere di Just Jared:

Tarantino, DiCaprio e Robbie presentano C’era una volta a… Hollywood a Roma

All’inizio della produzione, si pensava che il film fosse una cronaca degli omicidi della Famiglia Manson, che hanno avuto proprio Sharon tra le vittime più famose, tuttavia, abbiamo poi scoperto che Tarantino racconterà la storia di una star di una serie tv western (DiCaprio), vicino di casa della Tate (Robbie).

Nel cast del film compaiono Leonardo DiCaprio, Brad Pitt, Margot Robbie, Damian Lewis, Dakota Fanning, Nicholas Hammond, Emile Hirsch, Luke Perry, Clifton Collins Jr., Keith Jefferson, Timothy Olyphant, Tim Roth, Kurt Russell e Michael Madsen. Rumer Willis, Dreama Walker, Costa Ronin, Margaret Qualley, Madisen Beaty e Victoria Pedretti. Infine Damon Herriman sarà Charles Manson.

Quentin Tarantino vorrebbe girare uno Spaghetti Western multilingua

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Star principale della sesta giornata della Festa del Cinema di Roma, Quentin Tarantino ha incontrato il pubblico e ricevuto il premio alla carriera dalle mani di Dario Argento. Nel corso dell’incontro, il regista ha parlato di Kill Bill 3 come suo possibile ultimo film, di ciò che ancora sogna e di quello che farà, ma soprattutto ha espresso il desiderio di dirigere uno Spaghetti Western multilingua.

“Non è il mio prossimo film. È un pezzo di qualcos’altro che sto pensando di fare ma non ho intenzione di descrivere di cosa si tratta. Ma oltre a questo, dovrebbe esserci uno Spaghetti Western. Non vedo l’ora di girare quella [cosa] perché sarà davvero divertente. Perché voglio girarlo in stile Spaghetti Western, dove tutti parlano una lingua diversa. Il Bandido messicano è un italiano; l’eroe è un americano; il cattivo sceriffo è un tedesco; la ragazza messicana del saloon è israeliana. E tutti parlano una lingua diversa. E voi gli attori non si capiranno e parleranno solo quando un altro ha smesso di parlare”. 

Sembra davvero un progetto sperimentale che potrebbe essere anche una sorta di rinnovamento nel linguaggio e nell’estetica tarantiniana che, nonostante gli anni, rimane legata al mito del cinema italiano degli anni ’70.

Quentin Tarantino vorrebbe dirigere un film di Star Trek

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Sono anni ormai che Quentin Tarantino dichiara che al decimo film diretto abbandonerà il cinema “pratico”, tuttavia sembra che il regista possa fare un’eccezione per un titolo ben preciso e… inaspettato.

Stando a quanto riferisce TMZ, il regista di Kill Bill ha dichiarato che varrebbe la pena fare una chiacchierata con la produzione di Star Trek, per realizzare un film in merito. Un film numero 11 quindi, estraneo al progetto di carriera iniziale di Tarantino.

Sappiamo che il progetto di Star Trek 4 è in un limbo per il momento, nonostante la volontà di alcuni dei protagonisti di tornare sull’Enterprise.

Che l’interesse di una personalità come Quentin Tarantino possa smuovere la produzione?

CORRELATI:

Iniziato nel lontano 2009 con Star Trek e proseguito rispettivamente a distanza di quattro e tre anni con Star Trek: Into Darkness (2013) e Star Trek: Beyond (2016), il progetto di un reboot della nota serie televisiva creata nel 1966 da Gene Roddenberry ha visto J.J.Abrams – anche regista dei primi due episodi – mettere in atto veri e propri sforzi per rivitalizzare al meglio il franchise, e nonostante Star Trek: Beyond abbia ottenuto un grande riscontro di pubblico e critica il film diretto da Justin Lin si è fermato a quota 345.5 milioni di dollari nel mondo contro un budget di oltre 185.000.000 dollari, e ciò a portato la Paramount a frenare la corsa verso un possibile Star Trek 4.

Fonte: TMZ

Quentin Tarantino vorrebbe adattare The Hateful Eight per il teatro

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The Hateful Eight è già uscito nelle sale americane, da noi arriverà il 4 febbraio, ma il regista Quentin Tarantino ha già in mente dei nuovi piani su un ritorno a teatro, proprio con la pellicola. Secondo quanto ha di recente dichiarato, infatti, il regista vorrebbe adattare The Hateful Eight per una versione teatrale, ovviamente sempre sotto la sua direzione.

Ho pensato [alla versione per il teatro] completamente”. afferma Tarantino. ”Sto solo aspettanto che questa stagione dei premi finisca, così posso scrivere, mi metto lì e scrivo”.

La transizione del film, comporterebbe uno spostamento della storia di The Hateful Eight in un’unica location, la Minnie’s Haberdashery. L’unico set principale diverso da questo, sarebbe la carrozza trainata da cavalli.

Tarantino ha anche spiegato si era pensato di farne un opera teatrale, prima, non dopo l’uscita del film:

Harvey [della The Weinstein Company] veramente ha cercato di convincermi a farlo prima. Ha detto ‘Raccontiamolo ad alta voce prima di farci un film’. E io ho detto ‘Guarda. Potrei. Ma mi piace l’aspetto del mistero, che funziona davvero solo nel film. E ho i 70mm e la neve. Quindi lasciamelo fare’.”

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Vi ricordiamo che i protagonisti della pellicola sono: Samuel L. Jackson (Django Unchained), Kurt Russell (Escape From New York), Jennifer Jason Leigh (Mrs. Parker And The Vicious Circle), Walton Goggins(“Justified”), Demian Bichir (A Better Life), Tim Roth (Reservoir Dogs), Michael Madsen (Reservoir Dogs), Bruce Dern(Nebraska) e Channing Tatum(Foxcatcher).

Scritto e diretto da Tarantino, The Hateful Eight è prodotto da Richard N. Gladstein, Stacey Sher e Shannon McIntosh. Harvey Weinstein, Bob Weinstein e Georgia Kacandes sono i produttori esecutivi, Coco Francini e William Paul Clark i produttori associati.

Fonte

Quentin Tarantino svela qual è il suo personaggio migliore

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Quentin Tarantino svela qual è il suo personaggio migliore

In una recente intervista rilasciata in occasione del Jerusalem Film Festival, Quentin Tarantino ha parlato brevemente del suo futuro nel mondo del cinema e ha rivelato, per la gioia di tutti i suoi sostenitori, qual è il personaggio migliore apparso nei suoi film. Sappiamo da diverso tempo che il regista dell’ultimo The Hateful Eight ha annunciato il ritiro dalla scene dopo la realizzazione della pellicola numero 10. A tal proposito ha spiegato: “Il piano è quello di fermarmi dopo il decimo film, ma chissà… a 75 anni potrei decidere di avere ancora una storia da raccontare”.

Parlando invece della sua filmografia, ha rivelato che il personaggio migliore che abbia mai scritto è Hans Landa, il villain di Bastardi senza gloria che ha fatto vincere a Christoph Waltz il suo primo Oscar come Miglior Attore Non Protagonsita (il secondo è arrivato grazie a Django Unchained, sempre di Tarantino). Queste le sue parole: “Landa è il miglior personaggio che ho scritto e forse non riuscirò mai a scriverne un altro alla sua altezza. All’inizio, quando lo stavo scrivendo, non stavo capendo che è realmente un genio nel suo modo di usare la parola. Probabilmente si tratta di uno dei pochissimi nazisti in grado di parlare perfettamente l’yiddish”. Siete d’accordo? Qual è il personaggio che amate di più dell’intera filmografia di Tarantino?

quentin tarantino

Fonte: ScreenDaily

Quentin Tarantino sulla Disney: “Vendicativa e cattiva”

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Vendicativa e cattiva. Non sembrano affatto aggettivi da attribuire alla Disney, ma pare che per Quentin Tarantino non ci siano state vie di mezzo, nè parole più appropriate per definire la casa di Topolino. Certo i sogni e la magia della Disneynon c’entrano nulla, perché il regista ce l’ha con il sistema produttivo/distributivo della Disney, come sappiamo, una vera macchina per fare soldi.

Ebbene, durante un’ospitata a The Howard Stern Show, Tarantino ha denunciato il fatto che la Disney sta spingendo fuori dai cinema Arclight Cinemas il suo The Hateful Eight, come sappiamo, film in 70 mm. Tarantino ha dichiarato che la Disney ha minacciato di togliere dai cinema Star Wars il Risveglio della Forza se per il giorno di Natale il film non poteva rimanere al famoso Cinerama Dome di Los Angeles, dove dovrebbe essere invece programmata l’uscita di The Hateful Eight.

“È stata una notizia molto brutta e mi ha fatto fottutamente arrabbiare – ha dichairato Tarantino che all’inizio del film ha persino inserito il logo Cinerama – È vendicativo, è cattivo è un’estorsione”.

“Amo J.J.Abrams, non sto dicendo nulla contro la crew di Star Wars. Ma contro la gente alla Disney” ha concluso.

Che ne pensate?

Fonte: CBR

Quentin Tarantino sul cinecomics che avrebbe voluto dirigere

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E se Quentin Tarantino girasse un cinecomics? L’eventualità, che potrebbe far inorridire e eccitare in egual misura i puristi fan del cineasta cinefilo per accellenza non è completamente da escludere, considerando la vastissima cultura pop di Quentin.

In particolare sembra che il regista abbia le idee molto chiare in merito. Parlando con The Nerdist ha confessato che esiste un solo personaggio dei fumetti per cui sarebbe disposto a sedersi dietro la macchina da presa: “Uno dei progetti che consideravo era un film su Luke Cage. Lui era il mio eroe mentre ero un ragazzino che collezionava fumetti. Era il mio personaggio preferito, e ogni volta che leggevo i fumetti, li trasformavo in film nella mia testa“.

Per i più distratti ricordiamo però che la Marvel ha già dei progetti ben precisi per Luke Cage, essendo lui il protagonista della terza serie Netflix/Marvel dopo Jessica Jones e Daredevil. In realtà, chi ha visto Jessica Jones, ha già avuto la possibilità di vederlo in azione al fianco di Krysten Ritter con il volto di Mike Colter.

Mentre i fan continuano a fasticare su questa eventualità, ricordiamo che ilprossimo atteso film di Tarantino, The Hateful Eight, arriverà nelle sale italiane il prossimo 4 febbraio.

Quentin Tarantino sugli attori del MCU: “Non sono loro le star, ma i loro personaggi”

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In occasione del tour promozionale del suo nuovo libro, Cinema Speculation, Quentin Tarantino sta rilasciando numerose dichiarazioni sul cinema e sulla contemporaneità di Hollywood. Dopo aver detto che non dirigerà mai un film Marvel, ora il regista ha commentato gli attori che hanno partecipato al franchise MCU fino a questo momento.

Durante un’intervista, Tarantino ha detto: “Parte di questa Marvel-izzazione di Hollywood deriva anche dal fatto che ci sono tutti questi attori diventati famosi per aver interpretato questi personaggi, ma non sono loro le star del cinema”. Continuando: “Captain America è una star. Thor è una star. Non sono la prima persona a notarlo. Penso sia stato detto uno zilione di volte, ma è così: sono questi personaggi dei franchise che diventano star“.

Non voglio neppure svilirli, a dire la verità.” ha proseguito il regista, dicendo anche che se questi film fossero usciti anni fa, sarebbero stati i suoi preferiti: “Se questi film fossero usciti quando avevo vent’anni. Sarei stato felicissimo e presissimo. Ma non sarebbero stati gli unici film realizzati. Sarebbero stati film in mezzo ad altri film. Adesso ho quasi 60 anni, quindi no, non sono così contento di questi film”.

Quentin Tarantino contro chi critica l’uso di parolacce e violenza nei suoi film: “Vedete qualcos’altro”

Quentin Tarantino su Netflix, VHS e streaming

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Quentin Tarantino su Netflix, VHS e streaming

Il regista premio Oscar Quentin Tarantino ha detto la sua sulle piattaforme streaming come Netflix.

“L’idea dello streaming non mi entusiasma affatto. Preferisco qualcosa di solido e tangibile, nelle mie mani. Non posso vedere un film sul mio computer. Non uso Netflix. Non uso alcun sistema di consegna dei dvd. Tutti i miei video vengono da Video Archives, sono falliti e ho comprato il loro catalogo completo. Probabilmente qualcosa come ottomila dvd e nastri, ha detto TarantinoHo una valanga di dvd e video, e registro ancora i film dalla televisione su nastro, così posso ingrandire la mia collezione.”

Insomma, Tarantino è al 100% un tradizionalista, che nonostante la rivoluzione del digitale, continua a voler girare i suoi film in pellicola, come il suo nuovo atteso The Hateful Eight.

Fonte: Collider

Quentin Tarantino su Kill Bill 3: “Ho un’idea interessante”

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Quentin Tarantino su Kill Bill 3: “Ho un’idea interessante”

Sappiamo ormai da diverso tempo – anche per stessa ammissione del diretto interessato – che Quentin Tarantino si ritirerà (o dovrebbe ritirarsi, il condizionale in questi casi è sempre d’obbligo!) dopo il suo decimo film.

Quale sarà l’ultima avventura di Quentin Tarantino sul grande schermo è al centro di dibattiti e speculazioni ormai da diverso tempo: sarà la sua chiacchieratissima versione vietata ai minori di Star Trek? Oppure il terzo capitolo della saga di Kill Bill?

Lo scorso luglio era stato lo stesso Tarantino a rivelare che lui e Uma Thurman stavano “seriamente” considerando l’idea di un nuovo capitolo della saga con protagonista Beatrix Kiddo. Oggi, in una recente intervista con Andy Cohen, il regista e sceneggiatore di Pulp Fiction e C’era una volta a Hollywood ha aggiornato in merito al progetto, spiegando di avere “un’idea interessante” su ciò che vorrebbe fare con il terzo potenziale film.

“Proprio ieri ho cenato con Uma Thurman”, ha spiegato Tarantino. “Eravamo in un ristorante giapponese davvero molto figo. Ho un’idea in merito a ciò che mi piacerebbe fare con Kill Bill 3. Ed il punto di tutta la questione è proprio questo: conquistare l’idea alla base del film. Cosa è successo esattamente alla Sposa dall’ultima volta? Cosa voglio fare adesso? Non mi interessa trovare un’idea che non funzioni e che possa risultare ridicola. Beatrix non lo merita. Adesso ho un’idea che potrebbe essere interessante. Ad ogni modo, non ci lavorerei subito. Ci vorrebbero almeno tre anni a partire da ora. Ma è sicuramente nei miei piani.”

LEGGI ANCHE – Kill Bill 3: Quentin Tarantino e Uma Thurman “ne stanno parlando”

In attesa che Tarantino ci delizi con nuovi aggiornamenti sul possibile Kill Bill 3, ricordiamo che il suo ultimo film, C’era una volta a Hollywood, ha ricevuto 5 nomination ai Golden Globes 2020, incluso Miglior Film (Musical o Commedia), Miglior Regia, Miglior Attore Protagonista (Musical o Commedia) per Leonardo DiCaprio e Miglior Attore Non Protagonista per Brad Pitt.

Fonte: Joblo

Quentin Tarantino sta sviluppando un film su Star Trek

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Deadline riporta che Quentin Tarantino è a lavoro su un nuovo film di Star Trek, che prevede lo sviluppo di un’idea di J.J. Abrams e della Paramount.

Il progetto di Tarantino di realizzare un film su Star Trek non giunge nuovo, visto che il regista aveva precedentemente dichiarato che gli sarebbe piaciuto portare sullo schermo l’equipaggio dell’Enterprise.

La Paramount starebbe cercando di mettere insieme una Writers Room per dar corpo all’idea di Tarantino che dovrebbe essere prodotta da Abrams.

Stando al report di Deadline, Quentin Tarantino potrebbe addirittura dirigere il film se la sua programmazione lo dovesse concedere. Ricordiamo che a breve il regista porterà sul grande schermo il suo nono film, che racconta il 1969 a Hollywood.

Iniziato nel lontano 2009 con Star Trek e proseguito rispettivamente a distanza di quattro e tre anni con Star Trek: Into Darkness (2013) e Star Trek: Beyond (2016), il progetto di un reboot della nota serie televisiva creata nel 1966 da Gene Roddenberry ha visto J.J.Abrams – anche regista dei primi due episodi – mettere in atto veri e propri sforzi per rivitalizzare al meglio il franchise, e nonostante Star Trek: Beyond abbia ottenuto un grande riscontro di pubblico e critica il film diretto da Justin Lin si è fermato a quota 345.5 milioni di dollari nel mondo contro un budget di oltre 185.000.000 dollari, e ciò a portato la Paramount a frenare la corsa verso un possibile Star Trek 4.

Quentin Tarantino spiega perché la televisione non è memorabile come il cinema

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L’acclamato regista Quentin Tarantino sostiene che la televisione è meno memorabile dei film e usa il western di successo Yellowstone come esempio moderno. Tarantino è salito alla ribalta mondiale come pioniere del cinema indipendente americano degli anni Novanta, con il suo esordio alla regia Le Iene, acclamato dalla critica nel 1991. Il suo seguito, Pulp Fiction, con il suo cast d’insieme, ha consolidato il suo status di scrittore-regista prodigio che eccelleva nel destreggiarsi tra più storie e attori. Il suo status di autore ha contribuito a renderlo uno dei registi più iconici e interessanti del settore, ed è noto per i suoi film eleganti e le sue opinioni schiette.

Secondo Indie Wire, in una recente apparizione a The Joe Rogan Experience, Tarantino ha parlato delle sue opinioni sullo stato della televisione moderna e ha definito Yellowstone solo una soap opera”. Ha poi spiegato il suo punto di vista sulla televisione in generale e su come sia diventata più cinematografica negli ultimi anni e come i personaggi tendano ad avere un ruolo più importante rispetto alla trama. Di seguito riportiamo i commenti completi di Tarantino:

Tutti parlano di quanto sia grande la televisione oggi. E devo dire che è piuttosto buona. Ma per me è ancora televisione. Qual è la differenza tra la televisione e un buon film? Perché molta televisione ora ha la patina di un film. Usano un linguaggio cinematografico per coinvolgerti. Non sono riuscito a guardare “Yellowstone” per i primi tre anni o giù di lì. Poi ho guardato la prima stagione e mi sono detto: “Wow, è fantastico!”. Sono sempre stato un grande fan di Kevin Costner, è fantastico in questo film”.

E mi lascio coinvolgere dalla serie, mi diverto molto a guardarla, e nella prima stagione mi dico: “Oh, questo è come un grande film”. Mentre lo guardo, sono costretto a farlo. Ma alla fine della giornata è solo una soap opera. Ti presentano un gruppo di personaggi, impari le loro storie, conosci i legami di ognuno con gli altri… e poi tutto il resto è solo il tuo legame con la soap opera”.

Cosa significano questi commenti per la potenziale avventura di Tarantino in TV

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Quentin Tarantino e Daniella Pick al Festival di Cannes – Foto di Luigi De Pompeis © Cinefilos.it

Tarantino è sempre stato un convinto difensore del cinema come mezzo di comunicazione per eccellenza per gli spettatori, ma in passato ha parlato positivamente della televisione, essendo il regista noto per essere un fan di show televisivi come Rawhide e Kung Fu. In passato ha anche fatto un paio di apparizioni dietro la macchina da presa in show televisivi sceneggiati, dirigendo episodi del dramma medico ER, nel 1995, e un episodio in due parti di CSI: Crime Scene Investigation, nel 2005.

Tuttavia, sembra che le sue opinioni sulla televisione si siano indurite negli ultimi tempi e i suoi commenti attuali suggeriscono che potrebbe non essere interessato a un ritorno al piccolo schermo, come aveva suggerito in precedenza. Al contrario, la sua rivelazione di aver apprezzato la prima stagione di Yellowstone suggerisce che a Tarantino piace la narrazione a lungo termine, e la natura cinematografica della scrittura e dell’immaginazione di Taylor Sheridan ha reso la serie un successo. Ma non è stata priva di problemi e la controversia su Kevin Costner ha, per certi versi, oscurato l’eredità narrativa della serie.

Quentin Tarantino spiega perché il suo decimo film sarà l’ultimo

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Quentin Tarantino spiega perché il suo decimo film sarà l’ultimo

Quentin Tarantino spiega perché ha smesso di scrivere e dirigere film. Per molto tempo Tarantino ha affermato che il suo decimo film sarebbe stato l’ultimo, ed è una dichiarazione d’intenti a cui sembra attenersi. Contando Kill Bill vol. Uno e due come un film unico – i due insieme sono meglio conosciuti come Kill Bill: The Whole Bloody Affair – Tarantino conta di aver scritto e diretto nove film finora, vincendo due Oscar per la sceneggiatura.

In una conversazione con YMH Studios, Quentin Tarantino chiarisce perché il suo prossimo film, il decimo, sarà l’ultimo. La motivazione si riferisce in gran parte a come vuole chiudere la sua carriera dopo i successi di cui ha goduto.

“Ho fatto tutto quello che volevo fare. Ho avuto una carriera straordinaria. Ho avuto un’incredibile quantità di fortuna, un’incredibile fortuna. Non avevo idea che il pubblico… anzi, se avessi dovuto indovinare avrei immaginato che il pubblico non avrebbe accettato i miei film. E alla fine non è stato così. E sono stato in grado di lavorare in questo business al più alto livello che un regista possa lavorare. Voglio andarmene a quel livello elevato. Voglio andarmene quando l’uscita di un nuovo film di Quentin Tarantino è un evento. Non voglio essere quello di cui i fan dicono… “Ricordo quando ero così preso da lui. Ricordo quando ero così appassionato, ricordo quando avevo quella merda sul muro (riferito a un suo poster). È divertente e tutto il resto, ma è un uomo anziano, non è la stessa cosa ed è fuori dal mondo.”

Chissà se i colleghi più anziani e navigati di lui, allo stesso livello di “fortuna” saranno d’accordo con questo commento. Sembra però giusto dare a Tarantino il beneficio del dubbio: se il decimo suo film sarà davvero l’ultimo allora sarà sicuramente un evento aspettarlo.

Quentin Tarantino spiega perché farà solo dieci film

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Quentin Tarantino, insieme al suo cast di The Hateful Eight, è stato ospite del Jimmy Kimmel Show. Durante l’intervista, il regista ha spiegato perché ha deciso di realizzare solo dieci film nella sua carriera dietro la macchina da presa.

Di seguito il resto dell’incontro con Jennifer Jason Leigh, Walton Goggins, Tim Roth, Bruce Dern, Michael Madsen, Samuel L. Jackson e Kurt Russell.

https://youtu.be/Q7lL4gggP1w

https://youtu.be/uiIrScI5fkU

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I protagonisti della pellicola sono: Samuel L. Jackson (Django Unchained), Kurt Russell (Escape From New York), Jennifer Jason Leigh (Mrs. Parker And The Vicious Circle), Walton Goggins(“Justified”), Demian Bichir (A Better Life), Tim Roth (Reservoir Dogs), Michael Madsen (Reservoir Dogs), Bruce Dern(Nebraska) e Channing Tatum(Foxcatcher). Scritto e diretto da Tarantino, The Hateful Eight è prodotto da Richard N. Gladstein, Stacey Sher e Shannon McIntosh. Harvey Weinstein, Bob Weinstein e Georgia Kacandes sono i produttori esecutivi, Coco Francini e William Paul Clark i produttori associati.

Quentin Tarantino spegne le speranze di realizzare il suo film su Star Trek

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Quentin Tarantino spegne le speranze di dirigere il presunto film di Star Trek. Tarantino è stato uno dei numerosi registi che hanno sviluppato una versione di Star Trek 4. Il regista d iPulp Fiction ha lavorato alla sua idea di film su Star Trek con lo sceneggiatore Mark L. Smith nel 2018 e nel 2019, mentre Tarantino stava girando Once Upon a Time in Hollywood. Tuttavia, nel gennaio 2020, Tarantino ha deciso di non portare avanti la sua idea di filmsu Star Trek, anche se da allora uno Star Trek vietato ai minori di Quentin Tarantino è stato oggetto di speculazioni.

Durante la trasmissione Club Random con Bill Maher, Quentin Tarantino ha risposto definitivamente se avrebbe mai diretto un film di Star Trek. Tarantino ha poi descritto come la sua assenza dai social media significhi che non ha smentito la “disinformazione” che si è diffusa negli anni sul suo presunto film di Star Trek. Leggete la citazione di Quentin e guardate il video di Club Random con Bill Maher qui sotto:

Non succederà mai. C’è stata così tanta disinformazione su quello che sarebbe stato. Voglio dire, solo disinformazione…

Di cosa avrebbe dovuto parlare il film di Quentin Tarantino su Star Trek

Quentin Tarantino
Quentin Tarantino al Festival di Cannes – Foto di Luigi De Pompeis © Cinefilos.it

Sebbene Quentin Tarantino respinga le voci che si sono diffuse sul suo film di Star Trek come “disinformazione”, l’idea dell’acclamato regista sarebbe stata quella di un gangster movie basato sull’episodio di Star Trek: The Original Series “A Piece of the Action”. Il film di Tarantino su Star Trek sarebbe stato vietato ai minori, come gli altri suoi film, e sarebbe stato ambientato nella linea temporale alternativa di Kelvin di J.J. Abrams, ma probabilmente sarebbe stato un’avventura indipendente per il Capitano Kirk di Chris Pine e l’equipaggio della USS Enterprise.

È possibile che la Paramount Pictures abbia avuto paura della visione vietata ai minori di Quentin Tarantino per Star Trek, ma è altrettanto probabile che Quentin abbia deciso di non volere che il suo decimo e ultimo film da regista fosse Star Trek. Tarantino ha persino cambiato idea sul fatto che The Movie Critic sarebbe stato il suo ultimo film nell’aprile del 2024, tornando invece al tavolo da disegno con una nuova idea. Il film di Quentin Tarantino su Star Trek sarebbe stato sicuramente uno spettacolo e un evento, ma direttamente dalla bocca del regista, non si farà mai.

Quentin Tarantino scriverà un fumetto-crossover tra Django e Zorro

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django-zorroQuentin Tarantino torna a scrivere ma questa volta non lo fa per il cinema bensì per il mondo dei fumetti, infatti insieme a Matt Wagner sceneggerà il crossover tra Django e Zorro.

Queste le parole di Tarantino dopo l’annuncio:

“Sono molto contento sia di questa storia che di lavorare con Matt. Leggere le sue storie di Zorro mi ha convinto che unire queste due icone fosse una buona idea e poi ci è venuta in mente una storia entusiasmante; penso sarà un capitolo fantastico per entrambi i personaggi”

Assolutamente contento anche Matt Wagner che aggiunge:

” Questo progetto è un brivido assoluto! Quando Quentin e io ci siamo incontrati sembrava che ci conoscessimo da anni.
L’energia dello scambio di idee nelle prime battute della nostra storia era incredibile.
È qualcosa di molto particolare scrivere di Zorro ancora una volta e sopratutto metterlo in squadra con con il protagonista del film di Quentin! il Selvaggio West non sarà mai più lo stesso quando questi due arriveranno in città”

Fonte: Variety

Quentin Tarantino rivela il suo film Marvel preferito

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Intervistato da Empire in occasione del tour promozionale di C’era una volta a Hollywood (in uscita negli Stati Uniti a luglio), Quentin Tarantino ha avuto modo di parlare non soltanto del film, presentato a Cannes poche settimane fa, ma anche del recupero dei cinecomic Marvel di cui è grande appassionato e che lo stanno preparando alla visione di Avengers: Endgame, culmine narrativo del MCU.

E a sorpresa, il regista ha anche svelato qual è il suo preferito di tutto il franchise:

Non mi sono tenuto aggiornato con i cinecomic negli ultimi quattro anni, e penso che gli unici film tratti da fumetti che ho visto l’anno scorso al cinema siano stati Wonder Woman e Black Panther. Però un paio di settimane fa ho iniziato a recuperare alcuni film della Marvel per poter andare a vedere Endgame: ho appena finito Captain America: Civil War, quindi il prossimo è Doctor Strange. Ma in realtà l’ultimo che ho visto è stato Thor: Ragnarok. L’ho adorato. È il mio preferito della serie da The Avengers – definitivamente il mio preferito.”

Leggi anche – Quentin Tarantino al lavoro sull’adattamento di Django/Zorro

Vi ricordiamo che il decimo lungometraggio di Tarantino, C’era una volta a Hollywood, è stato presentato in anteprima e in concorso al Festival di Cannes ed è atteso nelle nostre sale a settembre 2019.

Nel cast Brad Pitt, Leonardo DiCaprio, Margot Robbie, Damian LewisDakota FanningNicholas Hammond, Emile HirschLuke PerryClifton Collins Jr.Keith JeffersonTimothy Olyphant, Tim Roth, Kurt Russell Michael MadsenRumer Willis, Dreama WalkerCosta Ronin, Margaret Qualley, Madisen Beaty Victoria Pedretti. Infine Damon Herriman sarà Charles Manson.

Di seguito la prima sinossi:

La storia si svolge a Los Angeles nel 1969, al culmine di quella che viene chiamata “hippy” Hollywood. I due protagonisti sono Rick Dalton (Leonardo DiCaprio), ex star di una serie televisiva western, e lo stunt di lunga data Cliff Booth (Brad Pitt). Entrambi stanno lottando per farcela in una Hollywood che non riconoscono più. Ma Rick ha un vicino di casa molto famoso…Sharon Tate.

C’era una volta a Hollywood: tutto quello che sappiamo sul nuovo film di Tarantino

Fonte: Empire (via CBM)

Quentin Tarantino rivela il genere del suo prossimo film

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Quentin TarantinoArrivano nuove dichiarazioni di Quentin Tarantino in merito al suo prossimo futuro, e in occasione della sua partecipazione a Tonight Show di Jay Leno ha rilasciato alcune interessanti dichiarazioni sul suo prossimo futuro. 

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Non posso parlare molto, ma una cosa posso dirla.  Qualcosa che non ho ancora detto a nessuno. Posso dire il genere del film che sto scrivendo: un western. Non un sequel di Django, ma un altro western. Mi sono divertito così tanto a fare Django, e amo così tanto i western, che dopo aver imparato da solo come si fa a farne uno mi sono detto: “OK, ora che so cosa fare perché non farne un altro?

Recentemente ha parlato anche di un altro progetto intitolato Killer Crow (LEGGI QUI).

Di questo nuovo western non si hanno ulteriori dettagli per cui ogni ipotesi è totalmente azzardata quindi non resta che aspettare ulteriori notizie in merito.

Fonte: SlashFilm

Quentin Tarantino rivela i piani scartati per il suo film di James Bond

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Molti grandi cineasti hanno provato, senza riuscirci, a entrare nelle grazie dei produttori per dirigere un film della saga di James Bond. Tra questi vi è anche Quentin Tarantino, che negli anni Novanta, dopo il successo di Pulp Fiction, provò a realizzare un proprio film basato sul personaggio. Parlando con Deadline, Tarantino ha confermato di aver avuto l’intenzione di adattare il romanzo Casino Royale, i cui diritti non appartenevano alla EON Productions, società nata per produrre film dai romanzi di Ian Fleming. “Questo è quello che volevo fare dopo Pulp Fiction. Volevo realizzare la mia versione di Casino Royale, che avrebbe avuto luogo negli anni ’60 e non sarebbe stato un capitolo della serie di film di Bond“, ha rivelato Quentin Tarantino.

Avremmo scelto un attore e sarebbe stata un’avventura soltanto. Quindi ho pensato che avremmo potuto farlo. Ma poi si è scoperto che tre anni prima quelli della EON Productions avevano capito che qualcuno avrebbe provato a fare quello che ho fatto e così hanno stretto un accordo generale con la tenuta dei Fleming della serie “abbiamo i diritti cinematografici di tutto ciò che ha scritto. Ti daremo un mucchio di soldi per ogni singola cosa che ha scritto”. Se qualcuno vuole farne un film, deve venire da noi.‘”. Un accordo che ha dunque impedito a Tarantino di adattare il romanzo senza il bisogno di rivolgersi alla EON.

Il regista ha quindi parlato del futuro di Bond, che ogni volta che viene cambiato protagonista la storia ricomincia da capo: “Ci ho pensato. Quello che credo dovrebbero fare, e penso che lo avrebbero dovuto fare da tempo, è che ci sono così tanti libri che hanno realmente dei nomi classici e delle avventure classiche. Nella maggior parte dei casi non hanno adattato i libri o le storie. Hanno preso gli elementi principali della trama, e forse la Bond Girl o il villain, e poi sono andati per la loro strada. Penso che non dovrebbero realizzare i remake dei film, ma semplicemente adattare i libri e farlo nel modo in cui sono stati scritti. Sarebbe qualcosa di totalmente nuovo“.

Quentin Tarantino risponde alle critiche sulle sue lodi di Joker 2: “Che vi importa di cosa c***o mi piace?”

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Joker: Folie à Deux non è stato accolto in modo particolarmente positivo dal grande pubblico, ma diversi nomi illustri sono intervenuti in difesa del sequel, tra cui Quentin Tarantino. Durante un’apparizione al podcast di Bret Easton Ellis in ottobre, il regista ha detto al conduttore di aver apprezzato molto il film e ha lodato Todd Phillips per essersi comportato come Joker dicendo “vaffanc**o” al pubblico e allo studio di produzione. “Mi è piaciuto davvero, davvero tanto. Molto. Mi è piaciuto moltissimo e sono andato a vederlo aspettandomi di essere impressionato dalla regia”, ha detto Tarantino.

Ma pensavo che sarebbe stato un esercizio intellettuale a braccio che alla fine non avrei pensato funzionasse come un film, ma che l’avrei apprezzato per quello che è. E sono abbastanza nichilista da apprezzare un film che non funziona come tale o che è in qualche modo un grande, gigantesco pasticcio. E invece non l’ho trovato un esercizio intellettuale. Mi ha davvero coinvolto. Mi sono piaciute molto le sequenze musicali. Ho pensato che più le canzoni erano banali, meglio erano. Mi sono ritrovato ad ascoltare il testo di ‘For Once in My Life’ come non avevo mai fatto prima”.

La reazione di Internet è stata ragionevole ed equilibrata come ci si aspetterebbe, con molte persone che hanno criticato il regista per la sua opinione. Quentin Tarantino ne ha evidentemente preso atto e ha affrontato il problema in un recente episodio della Joe Rogan Experience. “Vado a uno show e dico che mi piace Joker 2. Ora ci sono 150 articoli al riguardo. Una persona ascolta la cosa e scrive un articolo su di essa, e ci sono 150 articoli di ripoff su di essa. E poi si leggono i commenti: ‘Quentin è un fottuto stronzo. Quel film fa schifo. È un fottuto stronzo per averlo detto”.

Perché sono un fottuto str***o? Mi è piaciuto quel c***o di film! Questo fa di me un fottuto str***o? Il film o ti piace o non ti piace. Non sto pubblicizzando il film. Non sto facendo niente. Sto solo dicendo che mi piace. Chi se ne frega di quello che mi piace? Cosa te ne frega di quello che mi piace?”. Uno sfogo certamente giustificabile, che – seppur con tono piuttosto forti – ribadisce il concetto di come il gusto sia soggettivo e non del tutto contestabile.

Quentin Tarantino parla anche delle critiche ricevute per le sue parole su Dune

Tarantino ha anche commentato la risposta ai suoi recenti commenti sul fatto che non ha interesse a guardare i film di Dune di Denis Villeneuve. “Poi dicono che sono un f*ttuto str***o perché non vedo qualcosa”, ha continuato il regista. “Che c***o te ne frega di quello che vedo o non vedo? Qualcuno dirà: ‘Beh, penso che si stia perdendo qualcosa’. Beh, sono sicuro che ci sono un sacco di cose che potrei dire che ti stai perdendo e non mi interessa se ti perdi”. Condivisibile o meno che sia, il pensiero di Tarantino ristabilisce la libertà dello spettatore di guardare o non guardare qualcosa e non doversi sentire costretto a farlo.

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Quentin Tarantino reciterà per Franco Nero

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Quentin Tarantino reciterà per Franco Nero

Quando si era cominciato a parlare del nuovo film di Quentin Tarantino, si era anche detto che Franco Nero avrebbe preso parte al progetto e che quest’ultimo si sarebbe chiamato The Angel, the Brute and the Wise. Ora che si conosce il nome del progetto di Tarantino (Django Unchained) viene fuori una specie di chiarimento delle prime voci circolate. In realtà è Nero che vuole dirigere un film con quel titolo, ad omaggiae i suoi scopritori: Sergio Leone e John Huston. Lo stesso attore italiano ha confermato la cosa a Box Office Magazine, spiegando che è stato lui a volere nel suo film Tarantino:

“Ho detto ‘Quentin, facciamo un western. Sarebbe un omaggio a Sergio Leone e John Huston, il regista che mi ha scoperto, saresti così gentile da fare un cameo? ‘E lui,’ Oh si! Cosa devo fare? ‘Ho detto, in realtà ci sono tre banditi, e devo ucciderli tutti, e disse,’ Oh, grande, quindi posso venire con Robert Rodriguez e un altro mio amico’. Io ha detto, sì! Sarebbe fantastico! Ha detto: ‘Ma come hai intenzione di uccidermi?’ Ho detto, ti dicono, con un fucile da caccia, e dentro, invece di proiettili, ci saranno monete d’oro. E lui ha risposto, ‘Mi piace da morire!’ “.

Fonte: slashfilm.com

Quentin Tarantino realizza i suoi sogni: a gennaio il suo western Django Unchained

Django-unchained-filmSin da bambino ha coltivato la passione per il cinema fino a diventare un esperto cinefilo prima e un regista poi. Non ha frequentato nessuna scuola di cinema: è stato un comune spettatore che ha appreso da autodidatta e ci ha restituito capolavori come Pulp Fiction, Kill Bill, Sin City e il più recente Bastardi senza gloria. Denominatori comuni della sua produzione cinematografica sono i dialoghi pregnanti (non a caso Tarantino ha ottenuto l’Oscar per la migliore sceneggiatura originale in Pulp Fiction), la violenza, le scene disposte alla rinfusa.

Quentin Tarantino pubblicherà quest’anno un libro di Teoria e critica del cinema

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Il leggendario regista Quentin Tarantino pubblicherà un nuovo libro entro la fine dell’anno. Noto appassionato cinefilo, Tarantino si è affermato come uno dei migliori registi d’autore di Hollywood, utilizzando scelte stilistiche coerenti per realizzare film unici e spesso sottilmente collegati. Iniziando la sua carriera nel 1992 con Le iene, Tarantino ha incrociato i generi innumerevoli volte, realizzando acclamati western come Django Unchained The Hateful Eight, pezzi storici revisionisti come Bastardi senza gloria e C’era una volta a Hollywood e classici del crimine, come Pulp Fiction.

Dopo l’uscita di C’era una volta a Hollywood nel 2019, Tarantino ha scritto il suo romanzo d’esordio, un adattamento della trama del film con un finale leggermente diverso. Il libro è stato ampiamente ben accolto e rimane in stampa. Tuttavia, il tempo di Tarantino a lavoro per opere sul grande schermo potrebbe benissimo volgere al termine, poiché il regista è stato molto esplicito nel corso degli anni sul ritiro dopo aver realizzato 10 film. Poiché  C’era una volta a Hollywood ha segnato il nono lungometraggio di Tarantino, gli resta solo un film per completare la sua filmografia.

Il mondo letterario potrebbe diventare la meta di approdo dopo il ritiro da dietro la macchina da presa. Come riportato da Indiewire, il regista si appresta a pubblicare il secondo libro del contratto firmato con HarperCollins. E’ di oggi la notizia infatti che il regista pubblicherà il suo primo libro di saggistica entro la fine dell’anno. Combinando critica cinematografica, teoria e aneddoti personali, il libro, intitolato Cinema Speculationsi concentrerà sui film chiave degli anni ’70 che Tarantino ha visto come un giovane spettatore. Il libro uscirà il 25 ottobre 2022 negli USA. Ecco la sinossi completa di seguito:

“Oltre ad essere uno dei registi contemporanei più celebrati, Quentin Tarantino è forse l’amante del cinema più gioiosamente contagioso del mondo. Per anni ha propagandato nelle interviste la sua eventuale svolta a scrivere libri sui film. Ora, con “Cinema Speculation”, è giunto il momento e i risultati sono tutto ciò che i suoi fan appassionati – e tutti gli amanti del cinema – avrebbero potuto sperare. Organizzato attorno ai principali film americani degli anni ’70, che vide per la prima volta da giovane spettatore dell’epoca, questo libro è tanto intellettualmente rigoroso e perspicace quanto divertente e divertente. Allo stesso tempo critica cinematografica, teoria del cinema, un’impresa di reportage e meravigliosa storia personale,

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