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Maze Runner – Il labirinto: trailer italiano del film con Dylan O’Brien

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Guarda il Trailer italiano di Maze Runner – Il labirinto, il thriller sci-fi diretto da Wes Ball, con Dylan O’BrienKaya ScodelarioWill PoulterThomas Brodie-Sangster e Aml Ameen. Maze Runner uscirà in Italia a settembre, distribuito dalla Twentieth Century Fox.

Basato sul celebre best seller, MAZE RUNNER è ambientato in un mondo post-apocalittico, nel quale Thomas è rinchiuso in una comunità di ragazzi, dopo che la sua memoria è stata cancellata.  Dopo aver scoperto di essere rinchiusi in un labirinto, Thomas si unirà ai suoi amici “runners” non solo per scappare dal labirinto, ma anche per risolvere il mistero e svelare il segreto su chi li ha portati lì, e perché.

ratto dal bestseller per ragazzi, “Maze Runner – Il labirinto” è un thriller ambientato in un mondo post apocalittico, in cui Thomas (Dylan O’Brien) si ritrova rinchiuso in una comunità per ragazzi dopo che la sua memoria è stata cancellata. Una volta scoperto di trovarsi in un labirinto, Thomas unirà le sue forze con i “runners” non solo per uscire dal labirinto, ma per risolvere il mistero che aleggia su chi li ha condotti là e perché. Cast Dylan O’Brien, Kaya Scodelario, Will Poulter, Thomas Sangster and Aml Ameen. Directed by Wes Ball.

Maze Runner – Il Labirinto: recensione del film

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Arriva al cinema, dopo tanta attesa, il primo capitolo tratto della fortunata saga di libri di James Dashner, Maze Runner – Il Labirinto per la regia di Wes Ball.

Maze Runner – Il Labirinto, la trama

La storia di Maze Runner – Il Labirinto segue Thomas (Dylan O’Brien), un ragazzo che si risveglia in un ascensore buio senza ricordarsi chi sia, dove si trova o quale sia il suo passato. Terminata la salita, le porte si aprono su un capannello di ragazzi che lo “accolgono” nella radura, uno spazio aperto di campi e boschi ma circondato da altissime mura impenetrabili. Al di là di esse un intricato labirinto li circonda, rendendogli impossibile la fuga. A capo del gruppo ci sono Alby (Aml Ameen) e Newt (Thomas Brodie-Sangster) che gli spiegano che ogni mese l’ascensore porta su un ragazzo, senza identità o passato, ma sono riusciti con il tempo a costruire una società, dividendosi i compiti quotidiani ed evitando conflitti.

Al debutto sul grande schermo troviamo Dylan O’Brien, uno dei giovani attori più promettenti di oggi, famoso per la serie tv targata Mtv, Teen Wolf. O’Brien mostra intelligenza e prestanza nell’interpretare Thomas, dandogli quel giusto sguardo smarrito ma anche l’adeguata grinta che lo spingono ad essere un leader nella radura. Accanto a lui, riconosciamo il giovane volto di Thomas Brodie-Sangster nei panni di Newt, che è cresciuto da quando aveva problemi di cuore in Love Actually. Kaya Scodelario non brilla nella sua performance, relegata in poche scene, ma è giusta nel ruolo della tosta Teresa.

Maze Runner - Il Labirinto

Il punto di forza del film si trova nel guardare tutta la situazione da gli occhi ignoranti di Thomas. Lo spettatore, come lo stesso protagonista, non sanno dove si trovano, né perché e vengono a scoprire la verità pian piano che la trama va avanti. Se da una parte questo aiuta nella narrazione, d’altro canto crea confusione e smarrimento, fino alle ultime scene del film, dove finalmente viene spiegato qualcosa. Si può dire sia un’arma a doppio taglio: troppe cose sono lasciate al caso, troppe domande non hanno avuto risposta, ma bisogna essere consapevoli che, botteghino permettendo, questo capitolo è solo il primo, e quindi ci sarà tempo e modo di spiegare tutto.

Registicamente, in certi punti ci si sente all’interno di un video gioco, correndo e scappando dal nemico insieme a Thomas, e la voglia di impugnare un joystick ed aiutarlo durante queste scene, è tanta. Il cast è stato scelto accuratamente per attirare una certa fetta di pubblico e il film è ben realizzato, seppur tradendo alcuni punti del libro, ma Maze Runner – Il Labirinto ha tutte le carte in regola per diventare un nuovo cult del genere.

Maze Runner – Il labirinto: nuovo trailer

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Maze Runner – Il labirinto: nuovo trailer

Ecco un nuovo trailer per Maze Runner – Il labirinto, prossima saga fantascientifica basata sulla trilogia letteraria di James Dashner. Il trailer è stato diffuso da Yahoo! Movie:

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Qui la trama del primo romanzo:

Basato sul romanzo “The Maze Runner” di James Dashner, il film racconta la storia di Thomas, un giovane che si risveglia senza memoria (si ricorda solo il suo nome) e circondato da ragazzi della sua età. I giovani si trovano al centro di un labirinto in continua mutazione ma per scappare devono riuscirne a risolvere gli indovinelli.

Maze Runner – Il labirinto è diretto da Wes Ball e vede nel cast Will Poulter, Thomas Brodie-Sangster, Aml Ameen, Kaya Scodelario, Dylan O’Brien.

Maze Runner – Il labirinto: nuova featurette e spot tv

La 20th Century Fox ha da poco rilasciato un nuovo spot tv e una nuova featurette per Maze Runner – Il labirinto, nuovo lavoro del regista Wes Palla, che potremo ammirare al cinema a partire dal prossimo 19 settembre. E noi vi proponiamo il tutto proprio qui di seguito!

Leggi anche: Maze Runner Il labirinto, tre nuove clip dal film

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Basato sul romanzo The Maze Runner di James Dashner, il film racconta la storia di Thomas, un giovane che si risveglia senza memoria (si ricorda solo il suo nome) e circondato da ragazzi della sua età. I giovani si trovano al centro di un labirinto in continua mutazione ma per scappare devono riuscirne a risolvere gli indovinelli.

Maze Runner – Il labirinto è diretto da Wes Ball e vede nel cast Will Poulter, Thomas Brodie-Sangster, Aml Ameen, Kaya Scodelario, Dylan O’Brien. Il film uscirà il 24 settembre al cinema.

Fonte: Comingsoon.net

 

 

 

Maze Runner – Il labirinto: le differenze tra il libro e il film

Maze Runner – Il labirinto: le differenze tra il libro e il film

Negli ultimi anni il cinema è stato invaso da numerosi film di fantascienza ambientati in un futuro distopico, ma pochi hanno avuto successo quanto la Maze Runner – Il labirinto (qui la recensione). Primo di una trilogia seguita poi dai capitoli La fuga e La rivelazione, questo è la trasposizione dell’omonimo romanzo del 2009, facente parte di una vera e propria saga letteraria, composta da una trilogia principale e due romanzi prequel. Scritto da James Smith Dashner, il libro ebbe un ampio successo tra le giovani generazioni di lettori, i quali potevano ritrovare al loro interno molte tematiche a loro care.

Data la sua crescente popolarità, molti studios cinematografici cercarono di acquisirne i diritti per una trasposizione, ma solo la Fox riuscì infine nell’operazione. Diretto da Wes Ball, il film contribuì inoltre a lanciare le carriere dei giovani protagonisti. Attori come Dylan O’Brien, Kaya Scodelario, Thomas Brodie-Sangster e Will Poulter sono oggi apprezzati interpreti distintisi in altri noti film di successo. Proprio per questa trilogia, inoltre, molti di loro ebbero modo di vedersi premiati a popolari premi come i Teen Choice Awards e gli MTV Movie Awards.

La scelta degli attori, come anche la grande attenzione nei confronti della storia contenuta nel libro, furono poi premiati da un considerevole successo di pubblico. Maze Runner – Il labirinto arrivò infatti ad incassare circa 348 milioni di dollari nel mondo, a fronte di un budget di soli 34. In questo articolo, approfondiamo dunque alcune delle principali curiosità relative a Maze Runner – Il labirinto. Proseguendo qui nella lettura sarà infatti possibile ritrovare ulteriori dettagli relativi alla trama, al cast di attori e, soprattutto, alle differenze con il libro. Infine, si elencheranno anche le principali piattaforme streaming contenenti il film nel proprio catalogo.

La trama Maze Runner – Il labirinto

Protagonista del film è Thomas, adolescente che si risveglia all’interno di un ascensore sotterraneo, senza alcun ricordo della sua identità. Da qui viene condotto in un’area erbosa chiamata “la Radura”, dove si unisce ad altri ragazzi che vivono seguendo le regole di una società rudimentale. Lentamente, il ragazzo apprende che l’unica via d’uscita da quella sorta di prigione è il vasto labirinto che circonda il lembo di terra in cui vivono. Questo nasconde tuttavia più pericoli di quello che sembra, come i “Dolenti”, misteriose creature che vagano nel labirinto. Con l’arrivo nel gruppo di Teresa, i giovani prigionieri dovranno cercare un modo per uscire da quell’incubo.

Maze Runner - Il labirinto cast attori

Il cast di attori del film

Protagonista del film è l’attore Dylan O’Brien, nel ruolo di Thomas. O’Brien era però stato inizialmente scartato dal regista poiché la sua capigliatura non lasciava trasparire quella certa fragilità ricercata per il ruolo. In quel periodo l’attore era impegnato nelle riprese della serie Teen Wolf e sfoggiava una capigliatura particolarmente vistosa. Per sua fortuna, una sua foto con i capelli corti finì poi nelle mani di Ball, il quale si pentì di averlo giudicato negativamente e decise di richiamarlo, convinto che avrebbe potuto essere l’attore giusto per la parte. Una volta comunicatagli la notizia, O’Brien ebbe soltanto quattro giorni di tempo per leggere il romanzo e informarsi sulla sua storia.

L’attore Will Poulter decise invece di proporsi sia per il ruolo di Newt che per quello di Gally, finendo con l’ottenere quest’ultimo. Aml Ameen interpreta Alby, il primo arrivato nella Radura e leader del gruppo. Per il ruolo di Teresa, l’attrice Kaya Scodelario fu da subito la prima scelta per il regista. Questi si convinse che fosse la persona giusta per la parte dopo averla vista recitare nella serie Skins. Particolarmente coinvolta dal progetto, la Scodelario decise di allenarsi al fine di poter eseguire personalmente le acrobazie richieste per il film, senza avvalersi di controfigure. Nel film, pertanto, è realmente lei in ognuna delle sue scene, anche quelle più pericolose.

Ad interpretare Newt, uno dei leader, è invece l’attore Thomas Brodie-Sangster, mentre Ki Hong Lee è Minho, uno degli esploratori. Infine, l’attrice Patricia Clarkson è Ava Paige, direttrice dell’organizzazione WCKD. Completano il cast Don McManus nel ruolo dell’Uomo Mascherato, Joe Adler in quello di Zart, Blake Cooper come Chuck e Jacob Latimore nel ruolo di Jeff. Per prepararsi al film, l’intero cast di giovani protagonisti fu portato a partecipare ad una sfida di sopravvivenza nella radura, dove hanno imparato a costruirsi da sé strumenti e a mettersi al riparo dalla natura circostante.

Maze Runner - Il labirinto film trama

 

Le differenze tra il libro e il film

Nel dar vita ad un adattamento cinematografico del romanzo, gli autori confermarono l’intenzione di rimanere quanto più fedeli possibile al testo di Dashner. Il passaggio dalla pagina al grande schermo prevede però delle necessarie modifiche. La prima di queste è che nel romanzo le mura del labirinto sono particolarmente più alte rispetto a quelle viste nel film, e tale pericoloso ambiente è inoltre contenuto all’interno di una cupola artificiale, cosa che non si ritrova nel film. Eliminare o ridurre tali aspetti ha permesso al film di poter sfruttare diversamente questi spazi rispetto a come avviene all’interno del romanzo.

Di particolare importanza sono anche le modifiche relative al rapporto tra Thomas e Teresa. Nel film è infatti del tutto assente la loro connessione telepatica, come anche i flashback del loro comune passato. Un cambiamento che li ha dunque resi maggiormente estranei l’un l’altro rispetto a quanto previsto dallo scrittore. Sempre il personaggio di Teresa è al centro di un’altra considerevole modifica. Nel libro, infatti, questa dal momento del suo arrivo nella Radura rimane in coma per circa metà della storia, nel film al contrario si risveglia subito. Ciò è dovuto dalla necessità di avere un personaggio attivo anziché dormiente.

Ad essere state modificate sono inoltre le creature che minacciano la quiete del gruppo. I Dolenti, infatti, vengono raffigurati nel film come enormi pulci con gambe di metallo e pericolosi pungiglioni. Nel libro, invece, queste creature si muovono rotolando, possedendo zampe interne che estraggono solo per attaccare. Tali mostri, inoltre, nel film attaccano il gruppo in un’unica volta, mentre nel libro rapiscono i ragazzi uno alla volta. Sempre riguardo al gruppo, nel libro tutti i ragazzi entrano nella radura, mentre nel film tale compito viene inizialmente affidato ad un solo personaggio, ovvero Alby.

Il trailer di Maze Runner – Il labirinto e dove vedere il film in streaming e in TV

È possibile fruire di Maze Runner – Il labirinto grazie alla sua presenza su alcune delle più popolari piattaforme streaming presenti oggi in rete. Questo è infatti disponibile nei cataloghi di Rakuten TV, Apple TV, Prime Video, Disney+ e Netflix. Per vederlo, una volta scelta la piattaforma di riferimento, basterà noleggiare il singolo film o sottoscrivere un abbonamento generale. Si avrà così modo di guardarlo in totale comodità e ad un’ottima qualità video.

Fonte: IMDb

Maze Runner – Il labirinto: il primo trailer ufficiale

Maze Runner – Il labirinto: il primo trailer ufficiale

La 20th Century Fox ha diffuso online il primo trailer ufficiale di The Maze Runner, prossima saga fantascientifica basata sulla trilogia letteraria di James Dashner. Insieme al trailer, è arrivato anche il primo poster ufficiale. Trovate tutto di seguito:

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Qui la trama del primo romanzo:

Basato sul romanzo “The Maze Runner” di James Dashner, il film racconta la storia di Thomas, un giovane che si risveglia senza memoria (si ricorda solo il suo nome) e circondato da ragazzi della sua età. I giovani si trovano al centro di un labirinto in continua mutazione ma per scappare devono riuscirne a risolvere gli indovinelli.

The Maze Runner è diretto da Wes Ball e vede nel cast Will Poulter, Thomas Brodie-Sangster, Aml Ameen, Kaya Scodelario, Dylan O’Brien.

Fonte: CS

Maze Runner – Il labirinto: foto della premiere con Dylan O’Brien

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Il prossimo 8 ottobre arriverà in Italia Maze Runner – Il labirinto, il film di Wes Ball, con Dylan O’Brien e Thomas Brodie-Sangster. Ecco le foto della Teen Vogue Premiere del film di New York.

Basato sul celebre best seller, Maze Runner Il labirinto è ambientato in un mondo post-apocalittico, nel quale Thomas è rinchiuso in una comunità di ragazzi, dopo che la sua memoria è stata cancellata.  Dopo aver scoperto di essere rinchiusi in un labirinto, Thomas si unirà ai suoi amici “runners” non solo per scappare dal labirinto, ma anche per risolvere il mistero e svelare il segreto su chi li ha portati lì, e perché.

Maze Runner – Il labirinto: ecco le prime foto ufficiali

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Mtv ha pubblicato le prime foto ufficiali di Maze Runner – Il labirinto prossima saga fantascientifica basata sulla trilogia letteraria di James Dashner e prodotto dalla 20th Century Fox.

La storia può ricordare diversi elementi di altre saghe, come Hunger Games o Lost, e il film è adesso in lavorazione per la regia di Wes Ball.

Ecco le prime immagini:

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The Maze Runner 4

The Maze Runner 5

Qui la trama del primo romanzo: Basato sul romanzo “The Maze Runner” di James Dashner, il film racconta la storia di Thomas, un giovane che si risveglia senza memoria (si ricorda solo il suo nome) e circondato da ragazzi della sua età. I giovani si trovano al centro di un labirinto in continua mutazione ma per scappare devono riuscirne a risolvere gli indovinelli.

Maze Runner – Il labirinto è diretto da Wes Ball e vede nel cast Will Poulter, Thomas Brodie-Sangster, Aml Ameen, Kaya Scodelario, Dylan O’Brien.

Fonte: MTV

Maze Runner – Il labirinto: clip in italiano

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Mentre continua a riscuotere un buon successo negli USA oggi vi proponiamo una nuova clip del film Maze Runner – Il labirinto che uscirà nelle sale cinematografiche italiane l’8 Ottobre. Maze Runner – Il labirinto è diretto da Wes Ball, con Dylan O’Brien e Thomas Brodie-Sangster.

Basato sul celebre best seller, Maze Runner – Il labirinto è ambientato in un mondo post-apocalittico, nel quale Thomas è rinchiuso in una comunità di ragazzi, dopo che la sua memoria è stata cancellata.  Dopo aver scoperto di essere rinchiusi in un labirinto, Thomas si unirà ai suoi amici “runners” non solo per scappare dal labirinto, ma anche per risolvere il mistero e svelare il segreto su chi li ha portati lì, e perché.

Maze Runner – Il labirinto: clip e nuovi spot del film

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Maze Runner – Il labirinto: clip e nuovi spot del film

La 20th Century Fox ha rilasciato gli spot televisivi e  una nuova clip di Maze Runner – Il labirinto di Wes Ball.

Ricordiamo che il film,  basato sul romanzo best-seller di James Dashner, arriverà nelle sale il 19 settembre e sarà interpretato da Dylan O’Brien, Kaya Scodelario, Aml Ameen, Thomas Brodie-Sangster e Will Poulter.

Vi lasciamo alle immagini e alle nuovissime clip di Maze Runner Il Labirinto, buona visione.

Fonte: comingsoon.net

 

Maze Runner – Il labirinto: 25 nuove immagini del film con Will Poulter

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Uscirà a settembre il primo lungometraggio di Wes Ball intitolato Maze Runner – Il labirinto, il film tratto dall’omonimo bestseller, con protagoniste alcune star televisive come Kaya Scodelario (Skins), Dylan O’Brien (Teen Wolf), Thomas Brodie-Sangster (Il Trono di Spade) e Will Poulter (Come ti Spaccio la Famiglia).

Di seguito trovate le foto mentre cliccando qui potete vedere il trailer italiano del film: [nggallery id=448]

Il film è ambientato in un mondo post-apocalittico, nel quale Thomas è rinchiuso in una comunità di ragazzi, dopo che la sua memoria è stata cancellata.  Dopo aver scoperto di essere rinchiusi in un labirinto, Thomas si unirà ai suoi amici “runners” non solo per scappare dal labirinto, ma anche per risolvere il mistero e svelare il segreto su chi li ha portati lì, e perché.

Fonte: Collider

Mazda alla Festa del Cinema di Roma: celebrare la passione allo stato puro

Mazda, per il terzo anno consecutivo, sarà lo Sponsor Ufficiale della Festa del Cinema di Roma 2015 e la presenza Mazda di quest’anno sarà ancora più evidente e sicuramente più anticonvenzionale che mai.

Il cinema rappresenta una grande passione per milioni di spettatori in tutto il mondo; si tratta di raccontare storie che facciano vivere a chi le ascolta un’esperienza eccezionale, la stessa sensazione che si ha al volante di una vettura Mazda.

Ma la ragione per cui Mazda rinnova anche quest’anno la sua presenza alla Festa del Cinema di Roma è qualcosa che va al di là di questo.

Come Mazda, la Festa del Cinema di Roma non segue il pensiero convenzionale. Questo evento non sarà quest’anno un tradizionale Festival del Cinema – con premi e riconoscimenti, vincitori e vinti, giudici e giurie. Sarà invece una vera e propria ‘Festa’, una celebrazione, un posto dove la gente può festeggiare la sua pura passione per il Cinema, come Mazda celebra ogni giorno un’altra grande passione – la guida – un piacere condiviso in tutto il mondo da milioni di persone.

Il nuovo Direttore Artistico della Festa, Antonio Monda, è pronto a coinvolgere l’audience con incontri con i talent movie più famosi del mondo: un altro modo anticonformista per vivere e sperimentare l’essenza del Cinema.

Ecco perché Mazda è partner della Festa del Cinema di Roma, restando coerente con lo spirito che abbiamo chiamato ‘never stop challenging’, la sfida senza fine. Per rendere omaggio proprio a questo spirito, la Casa Giapponese porterà alla Festa, come vero e proprio “eroe” della sua gamma, il suo Roadster, la nuovissima versione di MX-5, la vera icona della pura passione di guida.

Per continuare a celebrare questa pura passione nel migliore dei modi, Mazda sta preparando una nutrita serie di attività molto coinvolgenti per il pubblico presente alla “Festa del Cinema”, dal 16 al 24 Ottobre.

Ci sarà, ad esempio, il MAZDA CINEMA HALL, una grande sala con ben 1000 posti interamente dedicate ai visitatori della Festa con una programmazione dei migliori film nel corso dell’intero evento. Il FOYER del Mazda Cinema Hall ospiterà mostre ed esibizioni offerte da Mazda e dall’organizzazione della Festa, che sottolineeranno allo stesso la passione pura sia per il cinema che per la guida.

All’interno del Villaggio della Festa, avremo anche la MAZDA LOUNGE, che ospiterà personalità e attori del mondo del cinema per i loro incontri con la stampa. All’interno della Lounge, ci sarà un apposito corner dove ospiti e visitatori potranno assaggiare, non solo in senso metaforico, la Pure Passion per il Red Soul e per il Kodo design; la nuova Mazda MX-5 verrà esposta in maniera “cinematografica”, per offrire ai visitatori un assaggio della pura passione di guida che può regalare l’iconica Roadster.

Oltre 50 vetture Mazda verranno utilizzare sia all’interno del Villaggio che in giro per tutta la città di Roma per offrire sia ai talents che agli ospiti della Festa un pizzico della Pure Passion Mazda sia per il Cinema che per la guida.

Sui social media e su Twitter – con l’hashtag #MAZDAPUREPASSION – Mazda metterà in contatto i fan nel corso della Festa, dando a tutti un assaggio della Passione Pura che verrà celebrata nel corso dell’evento.

Mayor of Kingstown, recensione della serie creata da Taylor Sheridan

Con Mayor of Kingstown, serie realizzata per Paramount+, Taylor Sheridan, insieme al co-creator Hugh Dillon – continua a raccontare l’America di confine. Nel suo film d’esordio da regista I segreti di Wind River e nello show Yellowstone aveva adoperato i grandi spazi per raccontare come lo stato morale e sociale del singolo individuo si pieghino sotto il peso di situazioni al limite, in cui la legge e lo stato hanno abbandonato i cittadini a se stessi. In Mayor of Kingstown questo discorso viene spinto alle estreme conseguenze attraverso un ribaltamento fondamentale: in questo caso protagonisti sono gli spazi angusti, i muri alti e i soffitti troppo bassi delle prigioni. Ambienti dove tutti, sia coloro che rappresentano la legge quanto quelli che l’hanno infranta, vivono in una condizione di violenza fisica e psicologica perpetua. 

La trama di Mayor of Kingstown

La serie vede protagonisti due fratelli, Mike e Mitch McKlusky, due avvocati che si occupano di mantenere la “pace” tra detenuti, criminali del luogo, polizia e guardie carcerarie in una cittadina che ha fatto dell’istituzione carceraria il fulcro della propria esistenza, con ben sette differenti prigioni nel giro di poche miglia quadrate (da segnalare che Kingstown, Michigan è un’ambientazione inventata eppure basata su Kingston, Ontario, dove Hugh Dillon è cresciuto e dove risiedono addirittura nove istituti correzionali). Ai due il compito di piegare la legge al fine di mantenere uno stato di equilibrio instabile che, se infranto, potrebbe causare enormi spargimenti di sangue sia dentro che fuori le mura dei penitenziari. 

Che lavori a un progetto come sceneggiatore, regista, produttore creator, Taylor Sheridan impone il suo marchio di fabbrica fatto di personaggi “forti”, che non esitano a estrarre la pistola e adoperarla quando si tratta di difendere quello status quo in cui credono (forse fin troppo) ciecamente, e hanno spesso dedicato la propria vita. Il suo modo di fare storytelling è potente, non lavora di certo in sottrazione, anche se poi lascia spesso che siano le frasi non dette a comporre la psicologia dei suoi personaggi. Con Mayor of Kingstown si spinge però dove non aveva fatto in precedenza, creando una serie di impatto a volte quasi insostenibile.

La perdita di valori e di umanità del mondo in cui Mike McKlusky tenta di salvare il salvabile si esplicita in un tono livido, disperato. Ogni episodio è impregnato di una tensione verso la violenza tangibile e asfissiante, tanto da mettere in alcuni momenti a dura prova la resistenza dello spettatore. In particolare l’ottavo dei dieci episodi di cui è composta la prima stagione si tramuta in un vero e proprio bagno di sangue come non se ne erano visti da molto tempo a questa parte in una serie che non sia esplicitamente un horror. Insomma, se volete vedere Mayor of Kingstown siate pronti a immergervi dentro un incubo contemporaneo che mette in scena la piaga dello stato delle carceri americane con una forza espressiva come non se ne vedeva dai tempi di Oz (HBO), di cui il prodotto di Sheridan e Dillon è a tratti esplicito debitore.

Jeremy Renner protagonista assoluto

Protagonista assoluto di questa ballata dolorosa è un Jeremy Renner che sa benissimo come interpretare un antieroe creato da Sheridan, come aveva già straordinariamente dimostrato in I segreti di Wind River. È l’attore due volte candidato all’Oscar che in più di un’occasione rende credibile o quantomeno comunque efficace una serie che non evita di scivolare talvolta in una certa retorica di fondo, pur non cercando mai di nasconderla.

Mayor of Kingstown infatti possiede il pregio di possedere una confezione chiaramente mainstream senza concedere comunque nulla allo spettacolo fine a sé stesso. Non addolcisce la pillola riguardo quello che vuole denunciare e mostrare, al contrario lo sbatte in faccia al pubblico con un coraggio e una forza che, anche quando non pienamente condivisibili, rimangono comunque ammirevoli. Mayor of Kingstown è un potente e preciso pungo allo stomaco, e forse il dolore che provoca nel vederlo potrebbe essere proprio quello che serve…

Mayor of Kingstown, la recensione della seconda stagione

Mayor of Kingstown, la recensione della seconda stagione

Se questa seconda stagione dello show ideato da Taylor Sheridan e Hugh Dillon si dimostra tutto sommato uno spettacolo capace di interessare, paradossalmente lo deve alle puntate della prima. E parliamo di paradosso perché, quando appunto confrontata con quanto visto in precedenza, la stagione 2 di Mayor of Kingstown non regge minimamente il confronto.

I nuovi episodi che vedono ancora una volta protagonista indiscusso il Mike McKlusky interpretato da Jeremy Renner vivono in poche parole di rendita: tutto quello che infatti era stato settato nella prima stagione a livello di potenza espressiva, di spessore dei personaggi, di ambientazioni e atmosfere capaci di restituire il senso di orrore e tragedia imminente, riesce ad espandersi anche in questi nuovi episodi come una nebbia minacciosa e incombente. Ben presto però ci si rende conto che a livello principalmente di scrittura è stato fatto un notevole passo indietro. Le trame di questi nuovi episodi sono infatti sviluppate e messe in scena con fretta eccessiva, segnale che probabilmente a livello narrativo la stagione 2 di Mayor of Kingstown ha il fiato corto: non appare ad esempio un caso se la maggior parte delle puntate non arriva a quaranta minuti, anzi spesso se ne tiene ben al di sotto. Eppure si ha fin troppo spesso la sensazione che per tentare di chiudere il percorso narrativo di un episodio gli scrittori siano ricorsi a deviazioni di trama inutili, o ancor peggio alla delineazione approssimativa di alcuni personaggi.

A risentirne maggiormente sono ad esempio la figura di Iris, la quale nelle prime puntate viene sviluppata tramite comportamenti incoerenti, difficili da sostenere a livello di credibilità. Nella stagione 2 di Mayor of Kingstown tutto sembra avvenire in maniera troppo veloce, e talvolta senza la necessaria logica: quando non si arrivano a comprendere le motivazioni e le spinte interiori dei personaggi, ecco che la loro bidimensionalità inizia a vacillare. Addirittura Mike non risulta neppure lontanamente quella figura tragica e dilaniata che avevamo amato e sofferto nella prima stagione.

Mayor of Kingstown, la recensione della seconda stagione

Cosa salvare dunque dei nuovi episodi dello show carcerario di Paramount +? Prima di tutto l’ambientazione industriale durissima, spietata, che come in precedenza non concede davvero nulla alla spettacolarizzazione del prodotto. Sotto questo punto di vista il fatto che Stephen Kay sia alla regia di tutti o quasi gli episodi contribuisce allo sviluppo di una coerenza estetica precisa e ficcante. Mayor of Kingstown rappresenta la delineazione di un microcosmo molto coerente nella sua brutalità, e la seconda stagione almeno a livello visivo si riallaccia alla precedente senza sfigurare. Quando poi in scena si hanno attori come Jeremy Renner, la due volte premio Oscar Dianne Wiest o un caratterista sempre affidabile come Aidan Gillen, ecco che comunque qualcosa di comunque degno di essere visto non può che venirne fuori.

Alla fine della visione della stagione 2 di Mayor of Kingstown si ha l’impressione che il tutto poteva esser raccontato, e meglio, con la metà degli episodi che invece sono stati realizzati. L’esempio lampante arriva proprio con l’ultima puntata, in cui Sheridan e il resto delle menti dietro allo show si lasciano andare a gustosi omaggi al cinema di genere – su tutti i film di Michael Mann e il montaggio alternato de Il Padrino – salvo però poi rovinare la tensione con un finale che si protrae all’infinito, quando una maggiore coesione avrebbe senza dubbio contribuito a tenere lo spettatore incollato alla sedia. Ed è questo in fin dei conti il problema maggiore della seconda stagione, dilatata oltre il possibile al fine di arrivare a coprire il necessario numero di episodi. Il risultato si rivela troppo alterno per convincere veramente, soprattutto dopo che la stagione 1 si era dimostrata così efficace sotto ogni punto di vista.

Mayor of Kingstown 3: recensione della serie di Taylor Sheridan

Mayor of Kingstown 3: recensione della serie di Taylor Sheridan

Dopo una prima stagione di indubbio spessore e una seconda che invece si poggiava in maniera svogliata su quanto seminato in precedenza, Mayor of Kingstown 3, serie TV ideata da Taylor Sheridan e Hugh Dillon e prodotta per Paramount+, risolleva le proprie sorti artistiche con una terza stagione che torna sui binari narrativi consoni al dramma criminale/carcerario, anche se alla fine risulta meno coesa ed emotivamente potente di quanto avrebbe potuto, anzi a conti fatti dovuto.

Mayor of Kingstown 3 punta a rendere Mike McLusky una figura shakespeariana

La strategia dei nuovi episodi punta a rendere il protagonista Mike McLusky (Jeremy Renner) una figura ancora più shakespeariana, adoperando in primo luogo una voce off che insiste con efficacia su un concetto ben preciso, gettando una vena malinconica sulla natura di questo antieroe. La gestione dell’ordine sociale dentro e soprattutto fuori le mura dei vari carceri che McLusky continua a supervisionare viene messa a durissima prova da nuovi antagonisti, primo tra tutti  il detenuto Merle Callahan (Richard Brake), esponente della supremazia ariana e un tempo mentore dello stesso Mike quando anche lui era stato rinchiuso in carcere. Ma come al solito le fazioni criminali che tentano di controllare il territorio continuano a darsi battaglia, spargendo sangue e dolore per le strade e dietro le mura del penitenziario.

Una maggiore organicità rispetto alla seconda stagione

Gli episodi della terza stagione di Mayor of Kingstown dimostrano fin dalla prima puntata di possedere una organicità narrativa maggiore rispetto a quelli della precedente, puntando all’efficacia della storia e allo sviluppo dei personaggi invece che allo spettacolo in molti casi fin troppo fine a se stesso, come successo appunto in passato. La serie torna dunque a proporre momenti dove la tensione e il dramma legato alle relazioni tra i personaggi tornano ad essere  il filo conduttore, il legame emozionale che connette i capitoli. Non siamo ai livelli degli inizi, ma il passo avanti rispetto alla Stagione 2 è evidente e di conseguenza apprezzabile. Il collante rimane ovviamente, e non poteva essere altrimenti, un Jeremy Renner che si trova a proprio, completo agio in questo ruolo, abilissimo come in passato ad esplorare non soltanto la dimensione arcigna ma anche le pieghe maggiormente umane e perfettibili di Mike.

Accanto a lui il solito ruolo di caratteristi di indubbia efficacia, che ricoprono i rispettivi ruoli con interpretazioni grezze e taglienti come i personaggi. L’arrivo della sempre efficace Paula Malcomson (Deadwood, Ray Donovan) è un’addizione notevole al cast e quindi allo show intero. La presenza di Richard Brake eleva poi il tono drammatico delle scene in cui compare: la sua definizione della classica “mente” criminale che adopera le parole al posto delle mani per produrre violenza è di altissimo livello. L’attore visto in molti ruoli come questo dipinge una personalità capace di repellere ma impossibile da ignorare, degnissimo contraltare al carisma di Renner. I loro ripetuti confronti raccontano con pienezza un rapporto complesso, durissimo anche se basato su un rispetto reciproco di sottile ambiguità. È proprio la “new entry” di Callahan a rendere McLusky una figura ancor più complessa e in chiaroscuro.

Due puntate conclusive deludenti

Se la terza stagione di Mayor of Kingstown non si avvicina al livello complessivo della prima è perché tutto quanto di valevole costruito viene quasi del tutto rovinato dalle ultime due puntate, composte di inutili colpi di scena che servono soltanto a rendere tutto più complesso e sminuire la forza di alcuni personaggi, prima fra tutti la Iris interpretata da Emma Laird. Come sempre i finali di stagione vengono adoperati per disfarsi di figure di contorno, villain inefficaci o membri del cast che hanno deciso di non rinnovare il contratto per la serie. Anche nel caso di Mayor of Kingstown succede questo, organizzato però in maniera frettolosa e molto poco logica. Peccato davvero.

Mayor Of Kingstown – Stagione 4: cast, trama e tutto quello che sappiamo

La serie originale Paramount+ Mayor of Kingstown ha entusiasmato il pubblico per tre stagioni e il programma con Jeremy Renner tornerà per la quarta stagione. Creata per il piccolo schermo dal maestro di Yellowstone Taylor Sheridan e Hugh Dillon, Mayor of Kingstown è ambientata in una città immaginaria che esiste per sostenere la prigione vicina. Mike McLusky (Renner) ha il compito di mantenere la pace tra le varie fazioni della città, tra cui le gang e la polizia locale. Toccando temi scottanti come il razzismo e la corruzione, Mayor of Kingstown è uno sguardo senza esclusione di colpi sul complesso industriale carcerario degli Stati Uniti.

La terza stagione ha alzato la posta in gioco introducendo una nuova fazione nelle strade travagliate di Kingstown, e Mike deve prendere in mano la situazione per affrontare la mafia russa. La terza stagione di Mayor of Kingstown è una sorta di ritorno miracoloso per la star dell’MCU Renner, che nel 2023 ha subito un infortunio mortale che lo ha costretto a un lungo ricovero in ospedale. Fortunatamente, Renner si è ripreso ed è tornato per portare avanti la popolare serie, anche nella quarta stagione.

 Ultime notizie Mayor Of Kingstown – Stagione 4

Nuovi membri del cast si uniscono alla quarta stagione

Con la nuova stagione che finalmente inizia a prendere forma, le ultime notizie confermano che altri nuovi membri del cast si sono uniti alla Mayor of Kingstown stagione 4. Aumentando il potere delle star del successo di Taylor Sheridan, l’ex Nurse Jackie e The Sopranos Edie Falco interpreterà Nina Hobbs, la nuova direttrice della prigione di Anchor Bay. Inoltre, Lennie James (The Walking Dead) si è unito al cast nel ruolo di Frank Moses, un noto gangster del Midwest. Infine, Laura Benanti (No Hard Feelings) apparirà nel ruolo di Cindy Stephens, una nuova agente penitenziaria ad Anchor Bay.​​​​

I nuovi arrivati includono:

  • Edie Falco nel ruolo di Nina Hobbs
  • Lennie James nel ruolo di Frank Moses
  • Laura Benanti nel ruolo di Cindy Stephens

Confermata la quarta stagione di Mayor Of Kingstown

Ci è voluto molto tempo prima che Paramount+ annunciasse i piani per la quarta stagione di Mayor of Kingstown, ma ciò è in linea con la complicata storia del rinnovo della serie. Tuttavia, dopo aver definito tutti i dettagli, è stato ora confermato che la quarta stagione è in lavorazione, sulla scia dell’annuncio di ottobre 2024 che una sala scrittori era già al lavoro. Allo stato attuale, non ci sono quasi dettagli sulla tempistica di produzione della quarta stagione ed è incerto quando i McLusky torneranno sul piccolo schermo.

Mayor of Kingstown stagione 3 si è conclusa il 4 agosto 2024.

Cast di Mayor Of Kingstown – stagione 4

Jeremy Renner tornerà? Il ritorno di Jeremy Renner nel cast della terza stagione di Mayor of Kingstown è stato accolto con grande entusiasmo dai fan, e il celebre ex attore dell’MCU si è ormai ripreso dall’incidente mortale che lo ha colpito nel 2023. Tenendo conto di ciò, Renner tornerà quasi sicuramente nella quarta stagione di Mayor of Kingstown, anche se il resto del cast è un po’ più sacrificabile. Le morti scioccanti di Iris (interpretata da Emma Laird), Kareem (Michael Beach) e Milo (Aidan Gillen) hanno notevolmente ridotto il cast di supporto, e la quarta stagione potrebbe aggiungere alcuni nuovi personaggi per compensare.

Il primo nuovo membro del cast è stato Clayton Cardenas, ex attore di Mayans M.C., che interpreterà il ruolo ricorrente del vice direttore Torres. Ad arricchire ulteriormente il cast, Edie Falco (I Soprano) è stata scelta per interpretare il ruolo di Nina Hobbs, la nuova direttrice dell’Anchor Bay. Lennie James, famoso per The Walking Dead, è stato scritturato per interpretare il leggendario gangster del Midwest Frank Moses, mentre Laura Benanti interpreterà la nuova agente penitenziaria Cindy Stephens.

Mayor of Kingstown – Stagione 3: la spiegazione del finale

Mayor of Kingstown – Stagione 3: la spiegazione del finale

Accidenti, è stato qualcosa, non è vero? Sembrava improbabile che l’episodio 10 – giustamente intitolato “Comeuppance” – fosse in grado di legare insieme tutti i vari fili della trama della terza stagione di Mayor of Kingstown, ma ci è riuscito alla grande. Inoltre, ha portato a termine il tutto con un serrato accumulo di tensione e una raffica di colpi di scena, come una lunga miccia attaccata a una serie di bombe deprimenti.

Inoltre, forse prevedibilmente, ha lasciato le cose leggermente aperte per una quarta stagione. Analizziamo il tutto.

La moralità di Mike

Il finale della terza stagione impiega un classico dispositivo di inquadramento, utilizzando la voce fuori campo di Mike e un breve flashforward per suggerire ciò che sta per accadere. Questo espediente si riferisce a una domanda essenziale con cui Mayor of Kingstown ha giocato per tutto il tempo: Mike McClusky (Jeremy Renner) è un brav’uomo che prende decisioni difficili o un pazzo che non si differenzia dai criminali che si trovano dall’altra parte delle mura della prigione?

È una questione su cui lo stesso Mike riflette. L’episodio 10 inizia con lui che si aggira intorno alla barca di Konstantin, con le sirene che rispondono a una sparatoria su un ponte nelle vicinanze, quindi è ovvio che tutto avrà inizio. Il posto di Mike nella carneficina rimane ambiguo. Ha messo ogni fazione criminale di Kingstown l’una contro l’altra per i suoi scopi. Quando è uscito di prigione, pensava di essersi liberato della pelle che aveva indossato per sopravvivere. Ma forse non è così.

Tenetelo a mente mentre andiamo avanti.

Focus diviso

“Comeuppance” ha un paio di tratti narrativi chiave tra i quali divide la sua attenzione, mentre altre sottotrame di lunga data sono disseminate in tutto il film. Sono molte le cose che accadono in una volta sola, quindi cerchiamo di spiegarle.

Da un lato c’è la sparatoria sul ponte, che è il risultato della manipolazione di Mike sui Crips, sui Russi e sugli Ariani. Mike ha detto a Bunny che rivelerà il percorso della sua banda, ma non la loro destinazione finale, e che la polizia non sparerà ai Crips nello scontro a fuoco che ne seguirà.

Altrove, dopo l’improvviso – anche se previsto – ritorno di Milo alla fine dell’episodio 9, si confronta con Konstantin e Iris sulla barca del primo, quindi Mike deve rispondere per primo. Questo lascia che la SWAT si occupi dello scenario del ponte, il che significa che si occupa anche del destino di Kyle, della continua psicopatia di Sawyer e della determinazione di Evelyn a distruggere quest’ultimo.

La morte di Kareem

Mayor of Kingstown 3

In questo episodio si conclude finalmente la sottotrama di Kareem, ed è tragica. Senza lavoro e con una vita professionale sostanzialmente ricominciata da zero, Kareem ha il tempo contato. Lo usa per esaminare il filmato di sorveglianza dell’attacco con le granate dell’episodio 8, che rivela che Kevin ha dato un segnale al cecchino.

Il penultimo atto della vita di Kareem è quello di avvertire Kevin che Bunny non è la sua famiglia e non vale la sua fedeltà: alla fine lo userà e lo getterà via. Il suo ultimo atto è chiamare la sua famiglia, nessuno dei quali si rende conto che sta parlando con lui per l’ultima volta.

Dopodiché, Kareem commette un suicidio da prigioniero. Cammina nel cortile senza alcuna protezione e affronta un detenuto massiccio, che lo pugnala a morte con l’aiuto entusiasta degli altri prigionieri. Kareem muore dissanguato sul pavimento della prigione.

Politica della polizia

Dopo la morte di Charlie nel penultimo episodio, Ian viene scagionato dalla sparatoria. Nessuno è troppo interessato a stabilire se fosse giustificata, tranne Evelyn, che riconosce di poterla usare a suo vantaggio.

Evelyn sa che Ian si è avvalso dei servizi di Charlie sette volte, ma solo sei di queste erano per cercare i corpi. La settima è stata la visita dal dentista, casualmente il giorno in cui Morrissey è stato ucciso. L’implicazione è piuttosto chiara e Ian è costretto a recarsi da Mike per confessare quanto accaduto quel giorno.

Evelyn è determinata ad arrivare a Sawyer, anche se per farlo deve passare attraverso Ian. Mike lo sa e lo sa anche Sawyer, che è disposto a far fuori Evelyn, o addirittura Mike, pur di non finire in prigione. Lo ammette a Kyle, che si rende conto, troppo tardi, che Sawyer gli ha permesso di entrare nella SWAT solo per avere un po’ di influenza su Mike (Sawyer non lo ammette, ma è molto evidente).

Konstantin e Milo incontrano la loro fine

Non sono ancora del tutto sicuro di quale sia l’obiettivo finale di Milo, o di come sia così informato su tutto ciò che è accaduto a Kingstown di recente, ma comunque ha una proposta. Se Iris ucciderà Konstantin, lui le darà la nuova vita che le era stata promessa e le permetterà di partire.

Milo fa in modo che Iris chiami Mike sulla barca, rivelando di aver lavorato con lui per tutto il tempo, ma è un po’ tardi perché la notizia scuota Konstantin, che sembra aver accettato il suo destino. Riesce persino a convincere Iris a ucciderlo, provocandola con il suo vero nome, Hannah.

Milo mantiene la parola data e fornisce a Iris una nuova identità e un biglietto dell’autobus per andare ovunque lei voglia. Mike la spinge ad andarsene, contro la sua volontà. Quando all’esterno scoppiano degli spari, Mike usa la descrizione per disarmare Milo. Dice a Ian di portare via Iris e poi congeda lui e l’unità di supporto che ha chiamato. Vuole stare un po’ da solo con Milo.

È qui che i polli tematici tornano al pollaio per Mike, poiché Milo – che ammette di aver bombardato il funerale di Mariam nell’episodio 1 e di aver affondato l’autobus carico di donne trafficate nell’episodio 7, anche se l’avevamo già capito – afferma di essere essenzialmente la stessa persona. Sono entrambi la stessa creatura. Mike lo conferma sparandogli in testa.

L’arco di Kyle, la morte di Iris e un possibile futuro

Il caos scoppia sul ponte nel finale della terza stagione de Mayor of Kingstown

La sparatoria sul ponte finisce male. Nel caos, la SWAT inizia a far fuori Crips e Russi da entrambe le parti, il che non è esattamente ciò che Mike aveva promesso a Bunny. Sawyer, come al solito, si lascia trasportare, sparando a sangue freddo a un Crips disarmato che si arrende, e poi aggredendo un civile che sta cercando di proteggere suo figlio.

Kyle spara a Robert, ma in seguito si scopre che è sopravvissuto. È in condizioni critiche a causa del proiettile nel collo, ma il suo giubbotto ha catturato gli altri. I testimoni confermano che Kyle ha aggredito un collega, così quando Mike arriva sul ponte viene portato via in un’auto della polizia. Evelyn ricorda a Mike che nessuno è immune, nemmeno il fratello del cosiddetto sindaco.

E in un’altra tragica svolta, Iris sale sull’autobus per la sua nuova vita… e prende un paio di pillole. L’autista la trova morta sul sedile. Non è chiaro se l’overdose sia stata intenzionale o meno, ma il risultato è lo stesso in ogni caso.

Mayor of Kingstone: Paramount+ annuncia la terza stagione

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Mayor of Kingstone: Paramount+ annuncia la terza stagione

Paramount+ ha annunciato oggi la terza stagione dell’acclamata serie originale drammatica MAYOR OF KINGSTOWN (leggi la recensione della seconda stagione), interpretata dal candidato all’Oscar Jeremy Renner. Creata dal candidato all’oscar Taylor Sheridan insieme a Hugh Dillon, la serie originale è prodotta da MTV Entertainment Studios e 101 Studios in esclusiva per Paramount+.

MAYOR OF KINGSTOWN è una delle fiction originali più performanti del servizio di streaming e, durante il periodo di disponibilità in piattaforma, è stata terza solo alle altre serie di successo di Sheridan, 1923 e TULSA KING.

MAYOR OF KINGSTOWN segue la famiglia McLusky, mediatori di potere a Kingstown, Michigan, dove il business dell’incarcerazione è l’unica industria fiorente. Affrontando i temi del razzismo sistemico, della corruzione e dell’ineguaglianza, la serie offre uno sguardo crudo sul loro tentativo di portare ordine e giustizia in una città che non ha né l’uno né l’altro.

Tra i produttori esecutivi, oltre a Sheridan e Dillon, anche Renner, Antoine Fuqua, David C. Glasser, Ron Burkle, Bob Yari, Michael Friedman, Dave Erickson e Regina Corrado. MAYOR OF KINGSTOWN fa parte del palinsesto in continua crescita di Sheridan su Paramount+, che comprende SPECIAL OPS: LIONESS, 1923, 1883, TULSA KING e le prossime serie LAWMEN: BASS REEVES e LAND MAN. La prima e la seconda stagione di MAYOR OF KINGSTOWN sono disponibili in esclusiva su Paramount+.

Mayfair Witches – stagione 2: un affascinante trailer della seconda stagione al SDCC

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L’eredità di Anne Rice era presente in forze al San Diego Comic Con. Entrambi gli spettacoli basati sulle sue opere: Intervista col vampiro e Mayfair Witches erano già stati avvistati sotto forma di poster più grandi della realtà. Ora, dopo il finale della prima stagione, l’inverno scorso, abbiamo scoperto qualcosa di più su ciò che accadrà nella seconda stagione di Mayfair Witches. Lo show segue la trama della serie di libri Lives of the Mayfair Witches della Rice. Lo show ha come protagonista Rowan Fielding (Alexandra Daddario), un brillante chirurgo che inizia a svelare il mistero della sua famiglia biologica, quella di Mayfair.

Il mistero delle streghe ha suscitato reazioni contrastanti tra i fan, soprattutto se paragonato a Intervista col vampiro, ma sembra almeno seguire i libri in un modo in cui “è troppo diverso dai libri” non è una delle principali lamentele degli spettatori. Il finale della prima stagione si era concluso con Rowan che dava alla luce suo figlio. Finora non è stato rivelato molto sulla seconda stagione, ma la Daddario ha già detto che nella seconda stagione ci saranno nuove ambientazioni. “Avremo degli sfondi irlandesi. Vedremo come questo cambierà il sapore della serie”. Oggi al SDCC è stato ufficialmente rilasciato un trailer. La Daddario, nei panni di Rowan, dice che “deve finire”. E “me ne occuperò”. Occuparsi di cosa, esattamente? Il tempo ce lo dirà.

Nella seconda stagione di Mayfair Witches arriveranno anche nuovi membri del cast. È stato già annunciato che Thora Birch (sì, Dani, di Hocus Pocus) interpreterà Gifford Mayfair, Ted Levine Julien Mayfair, Alyssa Jirrels Moira Mayfair e Ben Feldman Sam “Lark” Larkin nella seconda stagione.

Scoprite le Streghe Mayfair in un modo nuovo 

Poco più di quattro anni fa è stato annunciato che la AMC aveva trovato un accordo per i diritti delle opere di Anne Rice. In precedenza, la Rice e suo figlio erano stati in trattativa con Hulu e Paramount, ma hanno continuato a trattare fino a quando le opere non hanno trovato casa presso la AMC.

La Rice è morta l’anno successivo, nel 2021, non vedendo il successo che avrebbe avuto la serie Intervista col vampiro. La serie di libri è stata precedentemente adattata come film negli anni ’90 con Brad Pitt e Tom Cruise. La rielaborazione del concetto ha dato nuova vita (ironicamente) al franchise di cui la Rice era nota per essere protettiva. All’inizio di questo mese è stato annunciato che Streghe di Mayfair, insieme a Intervista col vampiro e ad altri 11 show, sarà disponibile su Netflix a partire da agosto. Non lasceranno AMC+, ma avranno un nuovo pubblico che li apprezzerà, soprattutto in attesa delle future stagioni di Streghe Mayfair e Intervista col vampiro. Siamo in attesa di scoprire se le serie arriveranno anche in Italia su Netflix.

Mayfair Witches – stagione 1, spiegazione del finale: cosa succede a Rowan?

Mayfair Witches di Anne Rice, il dramma soprannaturale creato da Michelle Ashford ed Esta Spalding, conclude la sua prima stagione con un episodio surreale, in cui la profezia che era stata ventilata per tutto il tempo si è finalmente avverata. Nel corso della prima stagione, Rowan Fielding (Alexandra Daddario) ha vissuto una storia d’amore con Ciprien Grieve (Tongayi Chirisa), mentre cresceva il suo legame con il demone Lasher (Jack Huston). Anche se Rowan e Ciprien sembravano innamorarsi l’uno dell’altra, non era chiaro quanto la loro relazione fosse causata dalla manipolazione di Lasher.

La fine della Stagione 1 lascia in sospeso la relazione tra Rowan e Ciprien, ma una cosa è chiara: la Stagione 2 vedrà una nuova Rowan, che abbraccia il suo potere e il suo legame con Lasher ora che è rinato nel mondo. La stagione 1 di Streghe Mayfair è anche quella in cui Rowan scopre la sua famiglia biologica: il finale porta a importanti rivelazioni su Cortland Mayfair (Harry Hamlin) e Deirdre Mayfair (Annabeth Gish), che cambiano il rapporto tra Cortland e Rowan e sua figlia Jojo Mayfair (Jen Richards).

Chi è il padre del bambino di Rowan nella stagione 1 di “Streghe Mayfair”?

Alexandra Daddario in Mayfair Witches
Foto di Alfonso Bresciani/AMC/Alfonso Bresciani/AMC – © 2022 AMC Network Entertainment LLC.

Una delle parti più confuse del finale della stagione 1 di Streghe Mayfair è la domanda su chi sia esattamente il padre del bambino di Rowan. Sia Lasher che Rowan dicono a Ciprien che il bambino è suo, ma è lecito chiedersi se sia vero o se sia solo una tattica per evitare che Ciprien voglia fare del male al bambino. La paternità del bambino non è del tutto chiara, dal momento che Rowan ha fatto sesso con Lasher, che poi ha accelerato la sua gravidanza. In un’intervista a Variety, la co-creatrice Esta Spalding spiega che Ciprien è davvero il padre e che il bambino è stato concepito nell’episodio 5 di Mayfair Witches . Tuttavia, Lasher è stato in definitiva l’artefice del concepimento. Come chiarisce la Spalding, “per come abbiamo costruito la struttura della storia, Lasher sta orchestrando tutto questo, compreso l’intrappolamento di Rowan e Cip in quella casa insieme nell’episodio 5, in modo che lei possa rimanere incinta”. Sembra che Lasher non sia in grado di concepire personalmente il bambino che servirà da tramite.

Cortland Mayfair si rivela essere il padre di Rowan in Streghe Mayfair – Stagione 1

Harry Hamlin in Mayfair Witches
Foto di Alfonso Bresciani/AMC/Alfonso Bresciani/AMC – © 2022 AMC Network Entertainment LLC.

Parlando di paternità, uno dei punti più importanti del finale della stagione 1 di Streghe Mayfair è la rivelazione che Cortland è il padre di Rowan. All’inizio della stagione, Cortland viene mostrato mentre sceglie un giovane uomo per sedurre Deirdre a un ballo in maschera e concepire il suo bambino. Già questo sembrava inquietante, ma il finale rivela che le azioni di Cortland sono molto più gravi di quanto si pensasse. Quando Ciprien tocca una maschera di quel fatidico ballo in maschera, i suoi poteri rivelano che Cortland ha indossato la maschera del giovane per poter ingravidare Deirdre, portando al concepimento di Rowan. Rowan è una strega così potente grazie alla purezza del suo sangue Mayfair.

Cortland pensa ovviamente che, avendo contribuito a realizzare la profezia che ha permesso a Lasher di rinascere, sarà ricompensato con un potere incredibile. Questo è parzialmente vero. Quando Rowan tenta di ucciderlo, si scopre che l’accordo fatto con Lasher ha funzionato e Cortland è ora immortale. Tuttavia, ciò che non aveva previsto è il potere che ha conferito a Rowan nel processo, e quanto lei sia favorita da Lasher. Quando non riesce a uccidere Cortland, lo trasforma semplicemente in pietra. Nel momento finale dell’episodio, Rowan dice a Ciprien: “Non puoi controllarmi”. Poi, un fulmine quasi colpisce Ciprien. È chiaro che, sebbene Cortland abbia orchestrato gran parte della profezia, Rowan è quella che ha veramente acquisito il potere di Lasher.

Rowan ha importanti visioni nel finale della stagione 1 di “Streghe di Mayfair”

Alexandra Daddario in Mayfair Witches
Foto di Alfonso Bresciani/AMC/Alfonso Bresciani/AMC – © 2022 AMC Network Entertainment LLC.

Rowan trascorre la maggior parte del finaledella stagione 1di Streghe Mayfair in stato di incoscienza e sperimentando visioni sulla linea di famiglia Mayfair. Lasher le dice: “Segui il percorso dei tuoi antenati fino alla fine”. Poi, le sue visioni la portano in un viaggio nel tempo. È qui che lo spettacolo offre scorci dei molti Mayfair deceduti che sono descritti in dettaglio in L’ora delle streghe di Anne Rice. La più importante è Suzanne Mayfair (Hannah Alline), la prima strega Mayfair e una levatrice che aiuta Rowan durante il travaglio.

Rowan riconosce anche Antha Mayfair prima di parlare con sua madre, Deirdre, che le spiega che Lasher rinascerà come figlio di Rowan. L’episodio ci offre anche alcuni scorci di Deborah Mayfair e Julien Mayfair. Deborah è la figlia di Suzanne e la prima strega Mayfair a evocare Lasher, mentre Julien, uno degli unici uomini a essere la principale strega Mayfair, è il padre di Cortland. Il pubblico vedrà più avanti il personaggio, ora che Ted Levine è stato scritturato per interpretare Julien nella seconda stagione di Mayfair Witches.

Il finale della prima stagione di Streghe Mayfair lascia gli spettatori con molte domande. La più grande è se la relazione tra Rowan e Ciprien potrà mai riprendersi. A questo si aggiunge la domanda su quali siano le intenzioni di Ciprien nei confronti del bambino. Sembra determinato a separare Rowan dal bambino, ma alla fine sentirà un qualche attaccamento al proprio figlio? Inoltre, non è chiaro quante delle azioni di Rowan nel finale siano il risultato dell’influenza di Lasher su di lei. La seconda stagione ci mostrerà una nuova Rowan che abbraccia la ricerca del potere o cercherà di allontanare Lasher? Per le risposte a queste domande, gli spettatori dovranno aspettare fino al 2025, quando Mayfair Witches tornerà per la seconda stagione.

Mayans MC 5: primo promo e data di uscita della quinta stagione

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Mayans MC 5: primo promo e data di uscita della quinta stagione

Il canale americano FX ha diffuso il primo promo ufficiale di Mayans MC 5, la quinta stagione di Mayans MC. Il canale ha anche annunciato che la quinta e ultima stagione arriverà il 24 maggio su FX. In Ialia la serie è programmato su STAR, canale per adulti di Disney+

Mayans MC di FX, il grintoso dramma motociclistico co-creato da Elgin James, tornerà per una quinta stagione. “I Maya hanno combattuto per il rispetto, il territorio e il potere attraverso quattro intense stagioni che hanno posto le basi per una quinta stagione esplosiva che metterà alla prova la loro stessa sopravvivenza sotto la nuova leadership di ‘EZ’“, ha dichiarato Nick Grad, President, Original Programming, FX Divertimento. “Elgin James e il team creativo, il brillante cast, la troupe e i nostri partner della 20th Television hanno fatto sì che i fan tornassero per saperne di più e siamo pronti a fare quel viaggio con loro per un’altra stagione“.

“20th è la mia casa”, ha detto James. Dana, Karey e Jane sono una famiglia che mi ha sempre sostenuto, supportato e sfidato a ottenere il meglio da me stesso. Sono così incredibilmente grato a loro e a tutto il 20esimo team. Non vedo l’ora di vedere ciò che siamo in grado di creare insieme andando avanti. E ogni singolo membro della famiglia Mayans, dal nostro primo foglio di chiamata ai nostri PA fissi e ogni singola persona in mezzo, ha messo il suo sangue e il suo sudore per rendere Mayans qualcosa di speciale sul set e sullo schermo. Sono profondamente in debito con John, Eric, Nick e tutti gli FX (in particolare Colette Wilson che è stata in trincea con noi dal primo giorno) per averci permesso di continuare a esplorare e creare“.

Mayans MC segue la vita di Ezekiel “EZ” Reyes (JD Pardo), un membro della Carta dei Mayans MC al confine tra Cali e Messico. Il ragazzo d’oro con il sogno americano in pugno, EZ, suo fratello Angel (Clayton Cardenas) e il resto del Santo Padre MC affrontano ritorsioni da altri cartelli dopo un tentativo fallito di allinearsi sotto un unico re. Nel frattempo, EZ e Angel si sono allontanati dal padre Felipe (Edward James Olmos) dopo un tradimento straziante. Nel cast anche Danny Pino, Carla Baratta, Michael Irby, Raoul Max Trujillo, Emilio Rivera, Sarah Bolger, Frankie Loyal, Joseph Lucero e Vincent Vargas. Mayans MC è stato co-creato da Kurt Sutter e Elgin James. La serie è prodotta da James e Sutter. La serie è prodotta da 20th Television e FX Productions.

Maya Sansa: 10 cose che non sai sull’attrice

Maya Sansa: 10 cose che non sai sull’attrice

Attiva a livello internazionale, l’attrice Maya Sansa ha ottenuto celebrità grazie ai suoi ruoli tanto in Italia quanto all’estero. Distintasi per la sua versatilità, l’attrice è infatti comparsa in opere di varia natura, con una forte predilezione per storie drammatiche ricche di pathos. In Italia, ha poi ottenuto alcuni dei maggiori riconoscimenti cinematografici, affermandosi come uno dei nomi di punta del settore.

Ecco 10 cose che non sai di Maya Sansa.

Parte delle cose che non sai sull’attrice

Maya Sansa Instagram

Maya Sansa: i suoi film e le serie TV

10. Ha recitato in celebri lungometraggi. L’attrice debutta al cinema con La balia (1999), con Fabrizio Bentivoglio, per poi recitare in La vita degli altri (2002), La meglio gioventù (2003), Buongiorno, notte (2003), con Roberto Herlitzka, Il prossimo tuo (2008), L’uomo che verrà (2009), Un altro mondo (2010), Bella addormentata (2012), con Toni Servillo, Molière in bicicletta (2013), Storie sospese (2015), La verità sta in cielo (2016), Le verità (2019), con Juliette Binoche, The App (2019) e Red Snake (2019).

9. Ha preso parte a produzioni televisive. Parallelamente all’attività cinematografica, l’attrice recita anche per la televisione, inizialmente per film come Lupo mannaro (2000), Einstein (2008), David Copperfield (2009), e in seguito in serie come In Treatment (2015), con Sergio Castellitto, Tutto può succedere (2015-2018), con Pietro Sermonti e, Collateral (2018), con Carey Mulligan, e I ragazzi dello Zecchino d’Oro (2019), con Matilda De Angelis.

8. Ha ottenuto importanti riconoscimenti. Per i suoi ruoli, l’attrice ha ottenuto prestigiosi riconoscimenti, come le tre nomination ai David di Donatello. La prima fu nel 2004 come protagonista per Buongiorno, notte. Venne poi candidata anche l’anno seguente, nella stessa categoria, per L’amore ritrovato. Vince poi il premio nel 2013, come miglior attrice non protagonista per Bella addormentata.

Maya Sansa è su Instagram

7. Ha un account personale. L’attrice è presente sul social network Instagram con un profilo seguito da oltre 2 mila persone. All’interno di questo l’attrice ha ancora un numero esiguo di post, solo 24, ma ha con questi condiviso sue riflessioni su alcuni eventi d’attualità, come anche immagini relative a curiosità o ricordi dai set della sua carriera da attrice.

6. Utilizza il social per promuovere il proprio lavoro. All’interno del proprio account Instagram, l’attrice è solita condividere anche immagini relative ai propri nuovi progetti. Così facendo, promuove ulteriormente il suo lavoro, aggiornando i fan sui titoli nei quali sarà possibile vederla recitare in futuro.

Parte delle cose che non sai sull’attrice

Maya Sansa Tutto può succedere

Maya Sansa: il suo compagno e sua figlia

5. Ha una relazione con un celebre attore teatrale. L’attrice è sentimentalmente legata a Fabrice Scott, noto attore teatrale di origini canadesi. Nel 2014 la coppia ha dato vita alla figlia Tabitha, nome aramaico che significa “fanciulla”. Ad oggi la coppia vive stabilmente a Parigi, potendo così gestire al meglio i rispettivi lavori nel mondo dello spettacolo.

Maya Sansa in Collateral

4. Ha recitato nella miniserie. Nel 2018 l’attrice ha preso parte alla serie crime di Netflix intitolata Collateral, dove interpreta la spia turca Berna Yalaz. Per l’attrice è stata l’occasione di tornare a recitare in lingua inglese e a Londra, dove da giovane aveva studiato recitazione.

Maya Sansa in Tutto può succedere

3. Attendeva di poter lavorare in una serie. Molto attiva al cinema, l’attrice attendeva da tempo di poter prendere parte ad una serie italiana che le sembrasse convincente. L’occasione è arrivata con Tutto può succedere, dove ha ricoperto il ruolo di Sara Ferraro. A convincerla ulteriormente è stato poi il fatto di conoscere e avere un buon rapporto con alcuni degli attori e con il regista della serie.

2. Ha dovuto gestire le riprese e la famiglia. Per le riprese della serie, durate sette mesi, l’attrice ha raccontato di aver dovuto fare più volte avanti e indietro tra Roma e Parigi, così da poter anche essere presente per sua figlia, nata da poco. Nonostante l’impegno fisico richiesto, per la Sansa poter partecipare alla serie è stata un’esperienza particolarmente soddisfacente.

Maya Sansa: età e altezza

1. Maya Sansa è nata a Roma, in Italia, il 25 settembre 1975. L’attrice è alta complessivamente 165 centimetri.

Fonte: IMDb

Maya Lord: ecco il prossimo progetto di Roland Emmerich

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Roland Emmerich, regista di pellicole quali Stargate, Independence Day e del più recente White House Down, produrrà l’adattamento cinematografico di Maya Lord, libro scritto da John Coe Robbins nel 2011. Il romanzo racconta la storia vera di Gonzalo Guerrero che, nel 1511, naufragò in una violenta tempesta e si ritrovò su una spaggia sconosciuta nel Nuovo Mondo. Lui e i suoi compagni di viaggio spagnoli vennero ridotti in schiavitù da una tribù Maya.

Emmerich produrrà l’adattamento cinematografico con la sua Centropolis Entertainment e forse sarà coinvolto nel progetto anche in qualità di regista. Al momento, sono già due i progetti annunciati da tempo ai quali Emmerich dovrà dedicarsi: il dramma Stonewall e Independence Day 2.  Di seguito il trailer del romanzo Maya Lord:

Fonte

Maya Lopez: tutto quello che c’è da sapere sulla protagonista della serie Marvel ECHO

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Arriverà il prossimo 10 gennaio su Disney+ la nuova serie Marvel Echo, che vedrà il ritorno di Maya Lopez sul piccolo schermo, dopo il suo esordio in Hawkeye. L’attrice Alaqua Cox sarà protagonista di cinque episodi che usciranno simultaneamente con il marchio Marvel Spotlight, etichetta che si propone di raccontare storie che non fanno parte della continuity del MCU.

Creata circa 20 anni fa da David Mack e Jon Quesada, Maya Lopez è una giovane donna sorda con la capacità di copiare qualsiasi movimento che vede, da cui il suo nome d’arte, Echo. Nei fumetti, inizia la sua corsa come antagonista di Daredevil ma presto diventa un’alleata dell’Uomo Senza Paura e di molti altri supereroi Marvel.

Iscriviti a Disney+ per guardare ECHO e le più belle storie Marvel e molto altro. Dove vuoi, quando vuoi.

Maya Lopez, la storia a fumetti

Maya Lopez fumetto Daredevil 14 1998

La sua storia comincia ovviamente dai fumetti Marvel, dove è apparsa per la prima volta in Daredevil #9 nel 1999, creato da David Mack e Jon Quesada. In questa serie, è una giovane donna che Kingpin controlla e usa per avvicinarsi a Matt Murdock nel tentativo di apprendere i punti deboli di Daredevil. Sappiamo che Kingpin è il padre adottivo di Maya, nonostante sia stato lui a causare la morte dei suoi genitori. Segue la sua educazione e appena scopre che, nonostante la disabilità, ha un’intelligenza sopra la media, le fornisce l’accesso a una scuola per studenti superdotati.

Da grande, Maya Lopez assume diverse incarnazioni, e tra queste c’è la prima versione di Ronin della Marvel Comics. Il MCU ha già visto Ronin in azione, con il volto di Jeremy Renner/Clint Barton, in Avengers: Endgame. La sua trasformazione in Ronin avviene quando, dopo essersi allontanata da Kingpin, va in Giappone.

Il personaggio di Echo potrebbe essere utilizzato in altre PI Marvel, anche se la serie arriverà sotto all’etichetta Marvel Spotlight. Nei fumetti, infatti, Maya ha una relazione sentimentale con Matt Murdock, prima che entrambi scoprano le rispettive identità segrete. Dopo Matt è il turno di Clint, che Maya avvicina in Secret Wars, nel corso dell’invasione degli Skrull. Ma Maya ha anche un legame con Elektra e con La Mano, che le fa il lavaggio del cervello per farla combattere nelle sue fila.

Maya Lopez rappresenta una minoranza etnica nei fumetti Marvel

Il personaggio di Maya è originale per molti versi. Maya Lopez è anche una nativa americana. Nei fumetti, appartiene alla comunità degli Cheyenne e come caratteristica estetica indossa sempre delle piume trai capelli, tipica usanza di quella popolazione. Nella serie Echo, Alaqua Cox, che la interpreta, è di origine nativo americana.

Un’altra caratteristica importante di Maya è che è sorda, e questo fa di lei una dei pochi personaggi Marvel ad appartenere alla comunità dei non-udenti, insieme a Makkari degli Eterni e all’Occhio di Falco televisivo, che a furia di botte, comincia a perdere l’udito. Questo importante tratto non viene sottovalutato nella serie TV Hawkeye e la prima scena che vede Echo protagonista  la mostra mentre ascolta la musica attraverso le vibrazioni accanto a un altoparlante.

Maya Lopez Hawkeye
Maya Lopez nella serie TV Hawkeye

La disabilità di Maya non influisce sulle sue prestazioni in battaglia e, proprio come fa Daredevil con la sua cecità, ha imparato a usarla a suo vantaggio. Indipendentemente da ciò, quando la sua vista viene compromessa, può avere difficoltà contro qualsiasi tipo di nemico.

Chi è Echo

Il personaggio supereroistico che vedremo nella serie metterà probabilmente in bella mostra la sua dote soprannaturale, ovvero la capacità di fare da “eco”, appunto, di imitare qualsiasi movimento in combattimenti corpo a corpo che la rende un’avversaria molto forte. Fin da quando era molto piccola, Maya era in grado di rispecchiare perfettamente i movimenti di chiunque altro, proprio come fa Taskmaster. La sua capacità di replicare qualsiasi cosa le consente di diventare un’abile artista marziale, una ballerina professionista o persino un’atleta di livello olimpico in pochi secondi.

Anche le sue capacità di lettura labiale sono superiori alla media. Può leggere le labbra da una distanza maggiore rispetto agli altri esseri umani o anche usando la coda dell’occhio. Inoltre, può leggere le labbra delle persone anche se indossano maschere di tessuto sottile.

Infine, come è già stato lasciato intuire, Echo non è una vera e propria villain, anche nei fumetti, dove a un certo punto si unisce addirittura agli Avengers. Si unisce al gruppo nella lotta contro Silver Samurai e durante l’invasione degli Skrull in Secret Invasion.

Le incarnazioni di Maya Lopez

Alaqua Cox è la prima attrice disabile a interpretare un personaggio principale in una produzione dei Marvel Studios. È nata sorda, proprio come il personaggio dei fumetti originali, e ha una gamba protesica.

Disponibile a partire dal 10 gennaio su Disney+, questa sarà la prima serie MCU a seguire il modello di distribuzione binge simile a quello di Netflix, il che significa che un’intera stagione verrà rilasciata in una sola volta invece della tradizionale strategia di rilascio settimanale in stile tv via cavo.

Il Wilson Fisk di Vincent D’Onofrio è apparso accanto a Maya durante i momenti finali di Hawkeye e le conseguenze del loro scontro sono tutt’ora un mistero, ma lo vedremo nella serie che partirà dall’infanzia della protagonista, fino a raccontarne le azioni contemporanee.

Fonte: IMDb, CBR, Collider

Maya Hawke: 10 cose che non sai sull’attrice

Maya Hawke: 10 cose che non sai sull’attrice

Figlia d’arte, la giovanissima Maya Hawke ha dimostrato nel giro di pochi anni di aver ereditato tutto il talento dei suoi celebri genitori, affermandosi dunque non per la sua provenienza bensì per un’effettiva bravura. Con una presenza scenica straordinaria e la capacità di passare con naturalezza dal dramma alla commedia, la Hawke è davvero una delle nuove giovani attrici da tenere d’occhio per il futuro, poiché ci si può attendere davvero grandi cose da lei.

Ecco 10 cose che non sai di Maya Hawke.

Maya Hawke: i suoi film e le serie TV

1. Ha preso parte a diversi noti film. Il primo ruolo cinematografico della Hawke lo si ha nel 2018 in Ladyworld, liberamente ispirato al romanzo Il signore delle mosche. Ottiene poi un piccolo ruolo in C’era una volta a… Hollywood (2019), mentre recita poi accanto a Marisa Tomei e Liev Schreiber nei film Il capitale umano – Human Capital (2019). Nel 2020 è accanto ad Andrew Garfield in Nessuno di speciale, mentre nel 2022 recita accanto a Camila Mendes in Do Revenge, nuovo film Netflix. Prossimamente invece la Hawke sarà in Asteroid City, con Margot Robbie, e in Maestro, con Bradley Cooper.

2. Ha recitato anche in celebri serie. Il primo ruolo da attrice lo si ha nella miniserie del 2017 Piccole donne, dove interpreta Jo March. Nel 2019 ha ottenuto grande popolarità grazie alla serie Netflix Stranger Things, dove recita accanto a Millie Bobby Brown, Winona Ryder e David Harbour. In seguito ha anche recitato in un episodio di The Good Lord Bird – La storia di John Brown (2020) e nel film TV Fear Street Parte 1: 1994 (2021).

Maya Hawke: i suoi genitori Uma Thurman e Ethan Hawke

3. È la figlia dei due grandi attori. Come ormai noto ai più, Maya Hawke è la figlia degli attori Uma Thurman e Ethan Hawke. La prima è nota in particolare per aver recitato in Pulp Fiction e i due Kill Bill, mentre Ethan è celebre per film come L’attimo fuggente, Training Day e Boyhood. I due si erano conosciuti sul set di Gattaca – La porta dell’universo (1997), per poi sposarsi nel 1998, anno in cui è nata Maya. Hanno poi però divorziato nel 2005, non prima di dare alla luce un altro figlio, Levon, nato nel 2002.

4. Sono stati due genitori protettivi. Come spesso avviene nel mondo dello spettacolo, la Thurman e Hawke hanno cercato sin da subito di evitare che Maya subisse un’eccessiva esposizione al mondo di Hollywood. Quando la figlia era ancora piccola hanno dunque evitato di coinvolgerla troppo nel loro lavoro. Una volta divenuta grande e decisasi a seguire le orme dei due genitori, i due non le hanno mai fatto mancare il loro supporto, incoraggiandola e sostenendola per ogni progetto da lei intrapreso.

Maya Hawke Instagram

Maya Hawke e il videoclip di Therese

5. Ha realizzato un videoclip che ha fatto molto discutere. Oltre ad essere un’attrice, la Hawke si è dedicata anche al mondo della musica, rilasciando ad oggi due album. Il secondo di questi, Moss, contiene un brano divenuto molto celebre dal titolo Thérèse. A suscitare particolare scalpore, in realtà, è stato il videoclip relativo al brano, nel quale la Hawke compare nuda mentre viene arrestata dopo aver partecipato ad un’orgia nei boschi. La canzone, come raccontato dalla Hawke, parla «degli spazi segreti che ci costruiamo per essere liberi di essere noi stessi in un mondo che tende a non comprenderci».

Maya Hawke in C’era una volta a… Hollywood

6. Quentin Tarantino l’ha voluta nel suo film. Come noto, Uma Thurman è una delle attrici feticcio di Quentin Tarantino, avendo recitato per lui in Pulp Fiction, Kill Bill – Volume 1 e Kill Bill – Volume 2. Quando il regista ha saputo che anche la figlia di Uma, Maya, si era lanciata nel mondo della recitazione, l’ha voluta subito per un piccolo ruolo nel suo film C’era una volta a… Hollywood. Qui la Hawke interpreta “Flowerchild”, una delle giovani facenti parte della famiglia Manson, che all’ultimo deciderà però di non partecipare all’aggressione a Cielo Drive.

Maya Hawke in Stranger Things

7. È una dei protagonisti della serie. A partire dalla terza stagione di Stranger Things la Hawke interpreta il personaggio di Robin Buckley, una ragazza bella, forte e brillante, coetanea di Nancy con cui nella quarta stagione diventerà amica. Lavora con Steve presso la gelateria Scoops Ahoy dello Starcourt Mall nella terza stagione e poi, dopo la distruzione del centro commerciale e sempre con lui, al Family Video, una videoteca cittadina nella quarta stagione. Parla quattro lingue, fa parte della banda della Hawkins High School ed è lesbica.

Maya Hawke Stranger Things

8. Sa esattamente cosa vorrebbe le succedesse nella quinta stagione. Con la quarta stagione da poco conclusasi, l’attrice ha rivelato cosa le piacerebbe che accadesse al suo personaggio nella quinta ed ultima. «Mi piacerebbe morire e avere un momento da eroe. Mi piacerebbe morire con onore, come farebbe qualsiasi attore. Ma amo il modo in cui i Duffer Brothers amano i loro attori. Il motivo per cui scrivono così bene per me e per tutti gli altri è perché si innamorano dei loro attori e dei loro personaggi e non vogliono ucciderli. Penso che sia una bella qualità che hanno, e non lo butterei via».

Maya Hawke è su Instagram

9. Ha un profilo sul celebre social. L’attrice è presente sul social network Instagram con un profilo verificato seguito da 10.3 milioni di persone. All’interno di questo, con oltre 500 post, la Hawke è solita pubblicare immagini relativi a suoi progetti da attrice, modella o cantante, promuovendoli così tra i suoi followers. Allo stesso tempo non mancano però anche immagini tratte da sue attività quotidiane in compagnia di amici o colleghi, ma anche post relativi a cause sociali da lei sostenute.

Maya Hawke: età e altezza dell’attrice

10. Maya Hawke è nata a New York, Stati Uniti, l’8 luglio del 1998. L’attrice è alta complessivamente 1,72 metri.

Fonte: IMDb, Variety, Collider

May December: trailer del film con Natalie Portman e Julianne Moore

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Presentato in anteprima al Festiva di Cannes e candidato all’Oscar per la miglior sceneggiatura originale, May December di Todd Haynes arriva al cinema con Lucky Red dal 21 marzo.

A confrontarsi le due attrici premio Oscar Natalie Portman e Julianne Moore, in un racconto tra il melò e il thriller. Ad affiancarle Charles Melton che per la sua interpretazione ha ricevuto la candidatura al Golden Globe e svariati riconoscimenti, tra cui quello di Miglior attore non protagonista dell’anno dal National Society of Film Critics.

Todd Haynes con May December porta sullo schermo uno scandalo americano, riuscendo ad essere allo stesso tempo divertente e affascinante.

La trama di May December

Una famosa attrice è intenzionata a realizzare un film sulla storia vera di una coppia, la cui relazione clandestina aveva infiammato la stampa scandalistica e sconvolto gli Stati Uniti vent’anni prima. Per prepararsi al suo nuovo ruolo, entrerà nella loro vita rischiando di metterla in crisi.

May December: Todd Haynes presenta il film, ospite al Cinema America

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Il regista Todd Haynes presenta il suo film May December con un video-collegamento in streaming. Per assistere alla diretta l’appuntamento è al cinema America (via Colombo 11 – Genova, tel. 010 4559703) giovedì 21 marzo ore 21.15, il primo giorno di programmazione. Candidato agli Oscar per la Migliore sceneggiatura originale, è interpretato da Natalie Portman, Julianne Moore, Charles Melton e Cory Michael Smith. Ripercorre la storia di uno scandalo, in cui due donne si fronteggiano come in un gioco di specchi. Elizabeth (Portman) è un’attrice di successo che si trasferisce temporaneamente a casa di Gracie Atherton-Yoo (Moore), la donna che dovrà interpretare in un biopic. Anni prima Gracie si era trovata al centro di uno scandalo di cui avevano parlato tutti i mass media:moglie e madre esemplare in una cittadina del sud degli Stati Uniti, a 36 anni aveva iniziato una relazione extraconiugale con Joe Yoo (Melton), un tredicenne di origine coreana. La relazione era uscita allo scoperto e Gracie aveva lasciato marito e figlio per vivere alla luce del sole la sua storia con Joe, sfidando la disapprovazione dell’ex marito e del figlio, nonché della comunità di Savannah. Joe e Gracie si erano sposati, avevano avuto tre figli e avevano continuato a vivere nella loro cittadina proclamando il loro vero amore. L’arrivo di Elizabeth però farà da cartina di tornasole di tutti i problemi rimossi da Grace, che sfoggia un sorriso costante e un’inesauribile capacità di apparire indenne da quello scandalo.

Haynes scava a fondo nella psicologia complessa di Gracie, che gradualmente manifesta una sempre più inquietante incapacità di cogliere l’anomalia della sua situazione, e di rendersi conto che il suo sentimento per Joeha sfiorato il terreno pericoloso della manipolazione. Moore dissemina il film di tanti piccoli indizi della distorsione percettiva di Gracie, da una “zeppola” infantile che va e viene a una gestualità nervosa che rivela una compulsione al controllo (soprattutto di sé), offrendo al pubblico una prova d’attrice e l’attenzione a non schierarsi dalla parte del comune sentire attratto dalla tentazione di etichettare per semplificare.

May December: le foto di Julianne Moore, Todd Haynes e Natalie Portman

Ieri sera oltre alla grande premiere fuori concorso di Killers of The Flower Moon, è stato presentato in concorso al Festival di Cannes May December, del regista americano Todd Haynes che riunisce Natalie Portman e Julianne Moore in un dramma romantico introspettivo sul passato sulfureo di una coppia famosa. Per prepararsi al suo nuovo ruolo, Elisabeth (Natalie Portman), una famosa attrice, incontra Gracie (Julianne Moore), che interpreterà sullo schermo. Quest’ultimo aveva infiammato la stampa scandalistica e affascinato il paese due decenni prima mantenendo una relazione con Joe (Charles Melton), 23 anni più giovane di lei.

Sotto l’impulso della sceneggiatura di Samy Burch, Todd Haynes mette in discussione le scelte di due donne in due momenti della loro vita. Un doloroso ritorno al passato per un ex idolo sessantenne che vuole voltare pagina, di fronte a una sincera e pericolosa ricerca della verità per una star di Hollywood all’apice della sua carriera. Tra i due, il personaggio maschile di Charles Melton intreccia sottilmente legami tra attrici ed epoche. Sulla croisette di Cannes ad accompagnare il film c’erano il regista Todd Haynes e i protagonisti del film Natalie Portman, Julianne Moore,  Cory Michael Smith e Charles Melton. Di seguito tutte le foto: 

Questa dualità permette al regista americano di ingaggiare Julianne Moore, per una quarta collaborazione, con Natalie Portman, che ha presentato A Tale of Love and Darkness Fuori Concorso a Cannes nel 2015, come regista.

Ci sono voluti solo 23 giorni per completare le riprese di maggio dicembre , come ha rivelato Todd Haynes in un’intervista a The Hollywood Reporter. Una produzione molto veloce per l’undicesimo lungometraggio del regista, vincitore del Premio per il miglior contributo artistico a Cannes con Velvet Goldmine nel 1998. Sul versante musicale, le composizioni di Marcelo Zarvos si alternano alle melodie di Michel Legrand composte per la prima volta per Le Messenger di Giuseppe Losey. Di seguito le foto del photocall:

 

May December, recensione del film di Todd Haynes – Cannes 76

May December, recensione del film di Todd Haynes – Cannes 76

Con una sferzata di comicità inquietante, interrogandosi sui ruoli e gli spazi che occupiamo nella vita, arriva in concorso al Festival di Cannes 2023 May December, il nuovo film di Todd Haynes (Io non sono qui, Carol), con protagoniste Natalie Portman, Julianne Moore e la star di Riverdale Charles Melton. Nel film, vent’anni dopo che la loro famigerata storia d’amore sui giornali scandalistici aveva attanagliato la nazione, la coppia con una grande differenza d’età formata da Joe e Gracie (Melton e Moore) inizia a vacillare quando un’attrice, Elizabeth (Portman), trascorre un periodo a casa loro per prepararsi al suo prossimo film, in cui interpreterà proprio Gracie.

May December: amore suburbano

In May December, Julianne Moore si riunisce con Haynes per interpretare Gracie Atherton-Yoo, un’ex insegnante svampita che è diventata famosa nel 1992 quando ha lasciato l’ex marito per uno dei suoi studenti tredicenni. Ora siamo nel 2015, la situazione si è in qualche modo normalizzata, e Gracie e Joe stanno insieme da abbastanza tempo che i loro figli più piccoli stanno per diplomarsi. Nella villa in riva al mare di Savannah, che Gracie e Joe hanno pagato con le loro apparizioni nel reality show “Inside Edition“, arrivano ancora occasionalmente pacchi pieni di escrementi, ma queste consegne – “regali” di estranei casuali che non riescono a digerire la storia d’amore della coppia – sono diventate meno comuni ora che la loro storia d’amore scandalosa si è stabilizzata nella realtà suburbana. O almeno così sembra.

Ma il passato non è ancora pronto a mollare la presa su questi folli ragazzi e Gracie non ha il buon senso di tenerlo a distanza di sicurezza. Nonostante il suo scetticismo nei confronti delle celebrità, Gracie decide di stendere il tappeto di benvenuto all’attrice televisiva Elizabeth Berry, interpretata da Natalie Portman. Elizabeth ha la stessa età di Gracie quando ha fatto sesso con Joe per la prima volta nel retro di un negozio di animali – un ricordo che è diventato di dominio pubblico – ed è destinata a interpretarla in un prossimo film indipendente sullo scandalo.

Natalie Portman e Julianne Moore in May December

Percezioni doppie e distorte

In May December, lo studio dei doppi significa mettere letteralmente in scena un film nel film per caratterizzare i suoi personaggi: solo analizzando a fondo le parvenze di chi ci sta accanto, i loro modi di fare, provando a ricalcarli e a capire che ruolo giocano nella nostra esistenza, riusciamo ad addentrarci nella psicologia di Joe, Gracie ed Elizabeth. Come per un’attrice che si è calata troppo nel personaggio, uscire dalla bolla domestica di Joe e Gracie non sarà facile, e neanche riuscire a stabilire effettivamente con certezza cosa ci stanno raccontando di vero e quanto alcune informazioni che stiamo collezionando siano falsate dalla percezione distorta che vogliono avere della realtà.

Tutto nella relazione e nella quotidianità di questa improbabile coppia è ribaltato: valori, ruoli, vita di coppia. Joe è un ragazzo cresciuto troppo in fretta, con non troppa differenza di età rispetto ai suoi figli, ma che deve prendersi cura della personalità fragile di Gracie e, dunque, adempiere a molti più compiti e ruoli: contemporaneamente è marito, padre e amico. Il personaggio della Moore, dall’altro lato, ha fermato l’attimo nel momento in cui ha conosciuto Joe: ha disintegrato il suo precedente matrimonio per un ragazzino che allora andava alle medie e, senza pensare a conseguenza alcuna, ha deciso di rifondare una propria idea di nucleo famigliare. Gracie pensa che riempiendosi la casa di gente, affetti, cimeli e futili ricette di torte e pasticceria varia che i suoi vicini le commissionano per pietà, possa colmare il vuoto che una relazione così sproporzionata sotto ogni punto di vista ha lasciato in lei. In realtà, mentalmente è regredita a uno stato pressochè adolescenziale e vede in Joe un principe salvatore, solerte nel proteggere contemporaneamente lei e tutta la famiglia allargata che si porta dietro.

Un case study tra realtà e finzione

L’Elizabeth di Natalie Portman è il jolly che corrisponde al punto di vista spettatoriale in May December e che tenta di discernere il vero dal falso, ciò che è successo e le percezioni amplificate dal presente e dalla manipolazione dei tabloid, tra Gracie e Joe. Pur avvicinandosi e toccando con mano la vita di Gracie, facendo alcune delle sue esperienze quotidiane, Elizabeth mantiene un’imperturbabilità di fondo. All’esterno, si ridicolizza al massimo tentando di carpire il segreto di un’esistenza grottesca e con lei Natalie Portman, che accetta di mettersi nei panni di un’attrice forse ancora più macchietta del personaggio reale che dovrà interpretare. Mentalmente, invece, non siamo mai sullo stesso livello di Elizabeth: è vero che fa esperienza assieme a noi pubblico, che ci conduce passo a passo nella vita di Gracie e Joe nella loro villa in Maine, ma diventa illeggibile tanto quanto i suoi “case study“.

Tra le tre performance, forse quella che emerge di più e che sorprende proprio perchè viene da un giovanissimo della recitazione, è quella di Melton. L’attore di Riverdale riesce a catturare in toto le sfaccettature del suo personaggio, conferendogli un’aria da belloccio dei tanto popolari young adult ma affibbiandogli anche un’aria costantemente desolata e malinconica, incerta nel suo trovarsi costantemente in bilico tra l’essere adulto e il tornare bambino. Il suo Joe è contemporaneamente appetibile e tenero, solare e angoscioso. Un personaggio vincente che si è auto-confinato in un terreno di isolamento totale, lontano dal tono camp della pellicola, dai colori vivi della sua fotografia e lussureggianti della natura che lo circonda. Forse è proprio attraverso il personaggio di Joe che Haynes riesce a sbugiardare i suoi personaggi, l’artificiosità dei loro comportamenti e del finto paradiso che si sono creati. Melodramma camp fino al midollo, l’ironia disturbante di Todd Haynes fa luce con May December sulle (s)proporzioni dei ruoli e dei valori famigliari di una realtà pervasa dalla finzione.

May December, la spiegazione del finale

May December, la spiegazione del finale

Il finale di May December di Todd Haynes rivela quanto siano state efficaci le strane tecniche di recitazione di Elizabeth Berry (Natalie Portman) nello studio di Gracie Atherton (Julianne Moore). Il nuovo dramma Netflix vede le straordinarie interpretazioni di Portman e Moore, che recitano insieme per la prima volta sul grande schermo, affiancate dalla performance rivelazione di Charles Melton nel ruolo di Joe Yoo. Il complesso melodramma affronta temi come la vergogna, la negazione e l’imitazione attraverso varie lenti, maschere e simbolismi riflessivi, dando vita a un prodotto finale meravigliosamente strutturato ma accessibile.

Il cast di May December (la nostra recensione) vede anche la partecipazione di Cory Michael Smith e Piper Curda, che interpretano due dei figli di Gracie, avuti da padri diversi. Sia Georgie di Smith che Honor di Piper offrono prospettive interessanti sul mondo chiuso di Gracie e Joe, trovando divertente l’interesse di Elizabeth per la storia “incasinata” della madre. Elizabeth si presenta con un’aria maestosa mentre osserva silenziosamente e analizza ogni dettaglio del carattere di Gracie, sperando che alla fine della sua visita avrà scoperto la “verità” su Gracie. Elizabeth, che si rivela piuttosto subdola e manipolatrice in May December, scopre che forse ha sottovalutato Gracie fin dall’inizio.

Cosa succede alla fine di May December

Il finale di May December inizia il giorno del diploma di Charlie e Mary Atherton-Yoo. Essendo gli ultimi due figli a lasciare la casa prima che Gracie e Joe diventino una coppia senza figli, ci sono già molte emozioni che turbinano intorno a questo importante evento della vita, intensificate dalla presenza persistente di Elizabeth. Elizabeth si presenta alla cerimonia di diploma, dove non conosce nessuno tranne Gracie e la sua famiglia, sembrando aver imparato alla perfezione l’aspetto di Gracie e averne incarnato la personalità. La vera Gracie, tuttavia, ha un ultimo messaggio per Elizabeth prima che questa torni a Hollywood con la sua immagine in un quaderno.

Gracie chiede a Elizabeth se crede di capirla, e Elizabeth risponde di sì. Gracie ha un ultimo asso nella manica: dice a Elizabeth che il suo eccentrico ma talentuoso figlio Georgie non avrebbe mai dovuto raccontare quella bugia sui suoi fratelli che l’avrebbero molestata da bambina. Elizabeth rimane sbalordita, pensando che Gracie non fosse a conoscenza della sua conversazione privata con Georgie quando lui le ha rivelato quell’informazione. Gracie conferma che Georgie ha inventato quella storia “disgustosa”, il che fa infuriare Elizabeth, che si rende conto di essere stata manipolata e ingannata da entrambi, mettendo in discussione la sua “comprensione” di Gracie.

La spiegazione della scena di Gracie con la volpe nel bosco 

May December

La mattina della laurea di Charlie e Mary, Gracie salta la colazione con la sua famiglia e porta il fucile nel bosco con i suoi cani. Sembra essere a caccia, alla ricerca di predatori indesiderati nella zona, quando si imbatte in una volpe che la fissa direttamente negli occhi. Gracie tiene l’arma senza forza, fissando la volpe con occhi velati e luccicanti che brillano su un’anima vuota. I due predatori si osservano immobili mentre Gracie sembra riconoscere qualcosa di sé stessa e della sua vita. La scena potrebbe anche rappresentare Gracie che capisce che Elizabeth è una predatrice intellettuale e che rappresenta una minaccia per la sua reputazione con il suo film hollywoodiano.

Perché Joe piange da solo alla cerimonia di laurea di Charlie e Mary

Da quando Elizabeth è entrata nella sua vita, Joe ha intrapreso un percorso di riflessione su se stesso e sui suoi desideri per il futuro, fatto di sfumature e valutazioni. La scelta di Joe di non sedersi con Gracie alla cerimonia di diploma di Charlie e Mary indica che potrebbe aver bisogno di più spazio lontano da lei dopo che i ragazzi saranno andati al college. Dovendo crescere così in fretta in May December, Joe si è sicuramente perso molte esperienze tipiche della vita che gli hanno impedito di condurre una vita normale. In questa immagine finale di Joe in May December, sia il bambino che il genitore in Joe piangono per motivi diversi.

Guardare Charlie e Mary diplomarsi al liceo, cosa che il vero Vili Fualaau e presumibilmente Joe non hanno mai fatto, probabilmente fa provare a Joe un’ondata di rimpianto e delusione. Piange per la fine di questo capitolo intimo della paternità, ma anche per la confusione su quale direzione prenderà la sua vita da quel momento in poi. Alcune delle sue lacrime sono probabilmente il risultato della gioia di essersi liberato da una responsabilità enorme. Joe ha finalmente l’opportunità di perseguire i suoi interessi personali ora che i suoi obblighi genitoriali sono finiti, con o senza Gracie.

Georgie ha mentito sui fratelli di Gracie?

È difficile determinare se sia stato Georgie o Gracie a mentire a Elizabeth sui fratelli di Gracie in May December. Da un lato, Georgie aveva chiaramente un secondo fine nel fornire quell’informazione a Elizabeth, chiedendole subito dopo un lavoro come supervisore musicale per il suo film. Georgie potrebbe aver inventato quell’informazione su sua madre per far sembrare che avesse fatto un favore a Elizabeth, sperando che lei ricambiasse con un favore. D’altra parte, Gracie parla spesso dei suoi fratelli in May December e l’informazione di Georgie spiegherebbe molto del vero carattere di Gracie, che è essenzialmente tutto ciò che interessa a Elizabeth nel film.

Elizabeth vuole più riprese per trovare la “verità” di Gracie

La scena finale di May December mostra Elizabeth in costume da Gracie sul set del film hollywoodiano in cui la interpreta. La scena imita la ripresa di una telecamera che gira più take di una scena del “film di Gracie”, mostrando la rappresentazione discontinua del personaggio da parte di Elizabeth. Dopo alcune riprese, il regista è pronto a proseguire, ma Elizabeth chiede un’altra ripresa, sostenendo che sta avvicinandosi alla “verità” di Gracie ad ogni ripresa.

In realtà, Elizabeth sembra completamente persa sul set, segno che le sue bizzarre tecniche di recitazione non l’hanno affatto avvicinata alla vera Gracie. La produzione del film sembra più quella di un film televisivo a basso budget che di una grande produzione hollywoodiana, il che implica che Elizabeth era completamente sopraffatta dal suo approccio “metodico”, che ha finito per sconvolgere in modo permanente la vita sia di Joe che di Gracie.

Il vero significato del finale di May December

Lo sguardo confuso e distante di Elizabeth alla fine di May December indica che, anche dopo il suo studio approfondito di Gracie, non la capisce ancora completamente. I dettagli di Georgie sui fratelli di Gracie le hanno fatto capire che Gracie era vittima di abusi. Tuttavia, alla cerimonia di laurea di Charlie e Mary, Gracie getta un’ultima ombra sull’interpretazione che Elizabeth ha dato di lei, ribaltando completamente la situazione e affermando che Georgie aveva mentito. Elizabeth si sente tradita dal fatto che Gracie e Georgie abbiano parlato in privato della loro conversazione, il che è un segno della sua ingenuità e della sua esagerata presunzione nei confronti del suo film di serie B.

Se Georgie diceva la verità, Gracie sembra negare ciò che è successo con i suoi fratelli, proprio come fa con la sua relazione “sana” con Joe. Gracie aveva già rivelato a Elizabeth di essere ingenua, cosa che è stata uno scudo protettivo e un “dono” nella sua vita dagli orrori della realtà. In questo modo, le cose con cui Gracie non è d’accordo non appartengono alla sua visione del mondo o alla sua autovalutazione, rendendola in qualche modo delirante. Ironia della sorte, l’ultima richiesta di Gracie a Elizabeth è stata quella di assicurarsi che apparisse “stabile” nel suo film. Elizabeth si rende conto di aver attinto da una fonte inaffidabile in Gracie, spiegando la sua difficoltà a trovare la “verità” del suo personaggio nei momenti finali di May December. Elizabeth potrebbe anche essere instabile in qualche modo, il che la costringe a confrontarsi con la verità su se stessa all’interno del suo personaggio di attrice metodica.