Uscirà al cinema l’8
giugno distribuito da Medusa Film per
Notorious Pictures il nuovo thriller di
Mauro Borrelli (The Recall –
L’Invasione, 2017;
WarHunt, 2022) dal titolo
Mindcage – Mente Criminale, con un cast
stellare formato da John Malkovich (Le relazioni
pericolose, 1989; Il tè nel
deserto, 1990), Martin Lawrence
(Bad Boys, 1995, Bad Boys for
Life, 2020) e Melissa Roxburgh (la
celebre Michaela Beth Stone nella serie tv
statunitense di successo Manifest,
2018-2023).
Il film racconta l’avvincente
ricerca di un assassino imitatore da parte dei detective Jake
(Martin Lawrence) e Marty (Melissa
Roxburgh). I due, attraverso numerosi espedienti e colpi
di scena, chiederanno aiuto a L’Artista (John
Malkovich), un pericoloso serial killer incarcerato e
dalla mente diabolica che li attirerà in un gioco contorto e pieno
di suspance.
Il regista Mauro Borrelli, noto
anche come sceneggiatore, designer e visual artist ha utilizzato
elementi ancestrali suggestivi che ricordano film di successo come
Il sesto senso,
Seven e
Constantine, immergendo lo spettatore in
un’affascinante cornice dark. Fondamentali, in tal senso, i
richiami all’arte classica religiosa italiana che si fondono
perfettamente con l’estetica noir.
Diretto da Mauro
Borrelli,
Mindcage – Mente Criminale è
un thriller psicologico del 2022 che ruota attorno a casi di
omicidio e serial killer allucinanti. Fin dall’inizio, i due
detective principali, Jake Doyle e Mary Kelly,
sono tormentati da indizi enigmatici.
Mindcage inizia con una nota criptica: delle donne vengono
trovate morte in giro per la città. A differenza di ogni altro caso
di omicidio, questi omicidi sono molto più distintivi e
dettagliati. Ogni donna è adornata in modo tale da sembrare un
angelo. Ma la cosa principale è che la persona che sembra aver
commesso questi omicidi è in prigione.
Cinque anni prima, il serial killer Arnaud Lefeuvre, alias “The
Artist” (John
Malkovich), ha rapito e ucciso sei donne in tutta la
città. Queste donne erano tutte associate al mondo delle prostitute
e delle prostitute. Ora, un serial killer casuale stava rievocando
l’intera serie di omicidi, con una strana somiglianza con il modus
operandi di Arnaud. Tutto andava bene finché il serial killer non
ha iniziato a piazzare indizi casuali sui corpi delle vittime,
indirettamente collegati ai detective e alle loro vite personali.
Ora, gli investigatori non hanno altra scelta che chiedere aiuto a
“The Artist” in persona per risolvere l’intero caso. Ma con il
passare dei giorni, i detective si ritrovano invischiati in un
labirinto.
Il serial killer ha commesso tre
omicidi in tre giorni. Il primo corpo è stato scoperto in una
chiesa, decorato per renderlo presentabile. I detective Jake e
Kelly si avvicinano alla scena del crimine, ed entrambi sono in
cattivi rapporti. Nessuno dei due comunica apertamente, ma vengono
assegnati a questo caso. Lo sceriffo Owings ha spiegato l’intero
caso e il modo in cui questi corpi sono stati conservati. Arnaud
avvelenava e conservava le sue vittime usando la ricina estratta
dai semi di ricino. Poi sistemava e decorava i cadaveri in pose
realistiche usando cornici di metallo, prima di lasciarli in giro
per la città. L’artista li chiamava i suoi “capolavori”.
Dopo un’attenta ricerca e
pianificazione, Arnaud fu arrestato da alcuni dei migliori
detective, tra cui Jake. Per garantire maggiore chiarezza sul caso,
lo sceriffo Owings propone di valutare e interrogare Arnaud per
ottenere informazioni. Mentre Jake è completamente contrario, Kelly
vuole provare a presentarsi come principale. Kelly è laureata in
psicologia e crede che la sua formazione potesse aiutarla a dare
una svolta al caso. L’idea alla base di questo interrogatorio è
quella di accendere l’ego di Arnaud, poiché è chiaro che qualcun
altro sta rubando il suo lavoro e si sta prendendo tutto il
merito.
Arnaud, il maestro
dell’inganno
Arnaud era un maestro dell’inganno.
Non si turbava affatto per il fatto che il suo lavoro venisse
rubato. Chiedeva sempre qualcosa in cambio delle sue informazioni.
A due settimane dalla sua esecuzione, Arnaud desiderava che la sua
pena venisse commutata in ergastolo. Kelly gli presentava diverse
offerte, ma lui le rifiutava tutte. Alla fine, Kelly promise di
approvare la bozza. Jake chiedeva gentilmente a Kelly di lasciare i
documenti, così da poterli studiare in dettaglio.
Era chiaro che Arnaud e il
misterioso assassino seguissero teorie sull’aldilà, sugli arcangeli
e su altri temi biblici. Arnaud recuperava i suoi materiali
artistici e Kelly lo aiutava. Passava l’intera giornata a osservare
foto e, a un certo punto, decideva di chiamare Kelly per chiederle
di controllare le ali dell’ultima vittima: voleva sapere se il
medico legale le avesse tarpate.
Kelly correva immediatamente a
controllare e trovava, incollato alle ali, un pennellino da smalto.
Jake si sorprendeva della familiarità di Kelly con quel pennellino:
risultava essere una tonalità fuori produzione che Kelly usava ai
tempi del liceo. Non ci pensavano troppo finché non veniva trovato
un altro corpo: questa volta, il serial killer lasciava la vittima
su una barca, insieme all’ago di una bussola antica.
La situazione diventava ancora più
inquietante quando Kelly si accorgeva che Zeke, l’ex compagno di
Jake, possedeva una bussola identica. Dopo la morte di Zeke, sua
moglie ritirava i suoi effetti personali, ma della bussola non
c’era più traccia.
Un caso segnato dalla
follia
La gente ricordava Arnaud per aver
ucciso sei donne, anche se in realtà causava sette morti. La notte
del suo arresto, Jake e Zeke lo inseguivano con un’auto della
polizia, ma Jake perdeva il controllo del veicolo e si verificava
un terribile incidente. Jake non capiva esattamente quando Zeke
fosse sceso dall’auto. Tutto ciò che vedeva era Zeke in piedi
accanto ad Arnaud, mentre rideva follemente, prima di cospargersi
di benzina e darsi fuoco.
Kelly esaminava i fascicoli di Jake
e si rendeva conto che il caso di Arnaud aveva avuto effetti
devastanti sulla sua salute mentale. Nonostante non venisse
ufficialmente registrato, Jake seguiva una terapia intensiva dopo
la morte di Zeke. Durante gli interrogatori, Jake perdeva il
controllo e puntava una pistola contro Arnaud. Quest’ultimo
sosteneva che Zeke avesse trovato una via per l’aldilà, ma Jake era
convinto che Arnaud lo avesse manipolato inducendolo al
suicidio.
Mentre l’intera squadra pensava che
Zeke fosse morto nell’incendio dell’auto, Kelly sospettava che ci
fosse qualcosa di strano anche in Jake. Tuttavia, la priorità
restava risolvere il caso. Intanto, Arnaud raccontava a Kelly dei
suoi ammiratori che, secondo lui, potevano essere coinvolti negli
omicidi.
L’aggressione e la scoperta della
verità
Arnaud interrogava spesso Kelly
sull’aldilà, generandole molti dubbi. La situazione degenerava
quando Kelly veniva aggredita da uno sconosciuto, già incontrato
nei giorni precedenti. Inizialmente ignorava il pericolo, finché
l’uomo non si introduceva in casa sua. Quella stessa notte, veniva
rinvenuta un’altra vittima in un museo; cinque ore di filmati di
sicurezza risultavano mancanti.
Kelly trovava la bussola di Zeke, e
Jake inseriva un ago all’interno: la bussola indicava un dipinto.
Spostandolo, trovavano un’iscrizione olandese: “Het hele landscape”
(“il paesaggio dell’inferno”). Jake ne rimaneva scioccato, poiché
Zeke gli aveva inviato un libro con lo stesso titolo prima di
morire.
Nel frattempo, Jake cominciava a
lasciarsi influenzare da pratiche superstiziose, infastidendo Kelly
e rallentando le indagini. Gli agenti scoprivano tracce di
cloroformio, piume di colomba e foto della vittima presso il camion
del vicegovernatore Diaz, destinate ad Arnaud tramite corriere.
Sebbene i registri di Diaz non
combaciassero con i profili delle vittime, Kelly e lo sceriffo
Owings erano convinti che il serial killer stesse cercando di
superare Arnaud.
I segreti di Arnaud
Kelly era sconvolta dalla
perquisizione della cella di Arnaud e si scusava con lui. Arnaud
distruggeva tutte le lettere ricevute dai suoi ammiratori, ma
ricordava ogni dettaglio. Sebbene si rifiutasse di rivelare i nomi,
raccontava la sua infanzia traumatica: cresciuto con una madre
prostituta, veniva scaraventato a terra a causa delle sue
convinzioni religiose, subendo un grave trauma cranico che lo
costringeva sulla sedia a rotelle.
Arnaud rivelava che il serial killer
era un falsario di opere rinascimentali a tema religioso. Kelly e
Jake si precipitavano nel negozio “Langdon & Sons”, dove trovavano
un dipinto di Gesù, collegato ad Arnaud. Tuttavia, il direttore del
negozio si rifiutava di rivelare l’identità del pittore.
Poco dopo, Kelly e Jake venivano
aggrediti dallo stesso uomo che aveva fatto irruzione in casa di
Kelly. L’inseguitore, Javier Salazar, si suicidava prima di poter
essere catturato. Salazar, infermiere dell’istituto psichiatrico,
aveva avuto contatti con Arnaud, ma non era ritenuto capace di
omicidi.
Analizzando il DNA trovato su una
busta, si scopriva che apparteneva a una donna coinvolta in un giro
di prostituzione: la madre di Arnaud. Il suo cadavere veniva
ritrovato in un appartamento adibito a laboratorio.
Il dono maledetto di
Arnaud
Quando Kelly affrontava nuovamente
Arnaud, lui rivelava di sentire la voce dell’Arcangelo Samael e di
attendere il momento giusto per rivelare l’identità dell’assassino.
Arnaud insisteva per conoscere i traumi di Kelly: la sua infanzia
difficile, le punizioni inferte dal padre, e il suo odio nei
confronti di Dio.
Dopo un lungo interrogatorio, Arnaud
consegnava a Kelly una scultura contenente un biglietto con
l’indirizzo del nascondiglio del killer. Sul posto, Kelly scopriva
una parete piena di sue foto e dati personali. In quel momento,
incontrava Diaz, ma con sorpresa si rendeva conto che il vero
assassino era Jake, posseduto dallo spirito di Arnaud.
Jake, sotto l’influsso di Arnaud,
raccontava la storia dell’artista maledetto: Arnaud aveva scoperto
il potere di “possedere” chiunque disegnasse. Considerava questo
dono un segno divino. Kelly era costretta a sparare a Jake,
liberandolo dal controllo mentale.
La spiegazione del finale di
Mindcage: la verità su Arnaud
Arnaud, attraverso il corpo del Dr.
Loesch, incontrava di nuovo Kelly, rivelandole di essere ancora
vivo e intenzionato a farle del male. Tuttavia, Kelly aveva
anticipato il suo piano: aveva avvelenato le sue matite, portando
così Arnaud alla morte definitiva.
“Mindcage” si chiudeva con una
riflessione sulla sottile linea tra fede, manipolazione e follia.
Arnaud, forse davvero un Angelo della Morte, aveva usato il suo
potere per soggiogare e distruggere chiunque incrociasse il suo
cammino.
La 20th Century
Fox ha acquistato i diritti per la trasposizione
cinematografica di Mind MGMT, fumetto
pubblicato negli USA dalla Dark Horse (la stessa
casa editrice di Sin City ed
Hellboy). A produrre il film sarebbe
stato chiamato Ridley Scott.
La serie è scritta e illustrata da
Matt Kindt e si concentra su, Lyme un agente
governativo che fa parte di uno speciale gruppo di ‘spie
psichiche’; sfinito dall’uso delle sue abilità, si ritira ma, a
causa di un crollo nervoso, ne perde il controllo, spingendo gli
abitanti di un’intera cittadina a massacrarsi tra di loro; la
vicenda si sposta poi di alcuni anni e vede la scrittrice Meru
incrociare la strada del protagonista, scoprendo di avere con lui
un particolare legame….
Al momento la Fox ha semplicemente
acquistato i diritti e coinvolto Scott attraverso la sua compagnia
Scott Free; ora bisognerà trovare uno scrittore e poi capire se il
tutto prenderà effettivamente il via o resterà nel limbo dei
progetti annunciati e mai realizzati.
Arriva in prima visione
su Sky Cinema Due il film candidato a sei Oscar, Minari
di Lee Isaac Chung, film rivelazione di questa
stagione cinematografica già vincitore del Golden Globe come
Miglior Film Straniero e del Gran Premio della Giuria e del Premio
del Pubblico al Sundance Film Festival.
Minari
ha ricevuto sei nomination agli Oscar come Miglior Film, Miglior
Regista a Lee Isaac Chung, Miglior Attrice Non Protagonista a
Yuh-Jung Youn, Miglior Attore Protagonista a
Steven Yeun – primo interprete americano di origine
asiatica nella storia a ricevere questa nomination -, Migliore
Sceneggiatura Originale a Lee Isaac Chung e Migliore Colonna Sonora
Originale a Emile Mosseri. Anche quest’anno si potrà seguire la
Notte degli Oscar® 2021 in diretta su Sky Cinema Oscar (canale 303)
tra domenica 25 e lunedì 26 aprile a partire dalle 00:15.
Minari
(dal nome di una pianta acquatica coreana simile al crescione
europeo) è ambientato negli Stati Uniti degli anni 80 e si ispira
alle vicende personali del regista. Tutto ha inizio quando Jacob
(Steven Yeun, The Walking Dead, Burning – L’amore brucia),
immigrato coreano, trascina la sua famiglia dalla California
all’Arkansas, deciso a ritagliarsi la dura indipendenza di una vita
da agricoltore. Sebbene Jacob veda l’Arkansas come una terra ricca
di opportunità, il resto della famiglia è sconvolto da questo
imprevisto trasferimento in un fazzoletto di terra nell’isolata
regione dell’Ozark. Ad aiutare Jacob nella fattoria il veterano di
guerra Paul, inarrestabile lavoratore estremamente religioso,
interpretato da Will Patton (Yellowstone). L’arrivo dalla Corea della
nonna (Yuh-Jung Youn, Youn’s Kitchen, The Housemaid), donna
imprevedibile e singolare, stravolgerà ulteriormente la loro vita.
I suoi modi bizzarri accenderanno la curiosità del nipotino David
(Alan Kim) e accompagneranno la famiglia in un percorso di
riscoperta dell’amore che li unisce.
Un film rivoluzionario in
cui una famiglia coreana cerca integrazione e insegue il “sogno
americano”, per una storia carica di speranza in un’epoca difficile
in cui per ricominciare bisogna sostenersi soprattutto nelle
difficoltà. Osannato dalla critica internazionale, il Wall Street
Journal parla di una storia “intima, toccante, divertente e
costantemente stimolante”, The Guardian lo descrive come
“incantevole” nel raccontare la fede e la vita reale, vita che può
migliorare una volta che si riescono ad apprezzare le cose semplici
e a farne tesoro.
Si intitola Minari
ed è uno dei film più premiato dell’anno cinematografico insolito
appena trascorso. La sua corsa è partita dal Sundance, festival che
di solito regala sempre grandi doni prezioso al pubblico cinefilo
di tutto il mondo. Lì, Minari, disponibile su NOW e
on demand su Sky, ha conquistato il il Gran Premio
della Giuria e il Premio del Pubblico. Da allora, nella sua corsa
nella stagione dei premi, ha messo a segno solo colpi positivi,
vincendo un Golden Globe, un BAFTA, un SAG Award e un premio
Oscar (questi ultimi premi tutti assegnati all’incredibile
Youn Yuh-jung, ma ne parleremo più avanti).
Il film, che racconta una storia di
integrazione, ambizione e speranza nel futuro ha toccato il cuore
di molti e qui di seguito segnaliamo cinque curiosità su una storia
che, per la sua universalità e il suo cuore, sarà ricordata a
lungo.
Il film Minari è
disponibile su NOW e anche on demand
su Sky. Iscriviti
a soli 3 europer il primo mese e
guarda il film e molto altro.
La scintilla che “ha acceso” la sceneggiatura
Autore della regia e
della sceneggiatura, Lee Isaac Chung ha raccontato
che poco prima di scrivere la sceneggiatura di
Minari era sul punto di abbandonare il cinema e
accettare un impiego a tempo pieno come insegnante. Poi gli venne
in mente una frase del romanzo La casa del professore, di Willa
Cather, del 1925. Quella frase recitava “La vita cominciò per me
quando smisi di ammirare e cominciai a ricordare”. Da questo
ricordo, pochi mesi prima dell’inizio del suo periodo di
insegnamento, Chung cominciò a scrivere la sceneggiatura che
sarebbe diventata Minari. Il film è stato poi girato a Tulsa, in
Oklahoma, in soli 25 giorni, un set e delle riprese velocissime che
hanno coinvolto non solo tutte le attività di zona, ma anche le
cittadine limitrofe come Sand Springs, Skiatook, Broken Arrow e
Rose. Dopo il successo di Minari, è difficile immaginare Lee Isaac
Chung che abbandona il cinema e si dedica all’insegnamento!
Un cast straordinario in Minari
Il cast di
Minari è sicuramente l’aspetto vincente del film, che si basa
su una storia intensa e coinvolgente ma che fa principalmente leva
sull’alchimia trai personaggi. Naturalmente salta all’occhio
Steven Yeun, affascinante protagonista maschile, che
vanta un’ottima sintonia con Yeri Han, che interpreta sua moglie,
nel film. Ma è inevitabile non pensare che la scena sia totalmente
rubata da Youn Yuh-jung che interpreta nonna Soonja, e dal piccolo
Alan Kim, il vivace David. Youn Yuh-jung, vincitrice di un BAFTA,
di un SAG e di un Oscar per questo ruolo, è una vera superstar in
patria: è una delle più importanti star e dei volti più noti del
cinema coreano, ha lavorato per registi come Hong Sang-soo e Im
Sang-soo e a lei appartiene il record di essere la prima attrice
asiatica a vincere un premio Oscar per la migliore interpretazione
da non protagonista. Classe 1947, Youn Yuh-jung è diventata
l’eroina della season award soprattutto grazie ai suoi discorsi di
ringraziamento acuti e ironici, e alle sue dichiarazioni sfacciate
ma sempre divertenti. Accanto a lei, il giovanissimo Alan Kim
rappresenta un contraltare perfetto, dal momento che è al suo
esordio al cinema e offre una performance fresca e naturale, che
rimarrà impressa soprattutto per il suo “Non sono carino, sono
bello!”. Il cast è poi arricchito da fuoriclasse del calibro di
Scott Haze e Will Patton, oltre
che da Noel Cho, che interpreta la mite sorella maggiore, Anne.
Steven Yeun in Minari
Cuore pulsante di Minari è
Jacob, interpretato da
Steven Yeun. L’attore, proprio come il capofamiglia
degli Yi, è nato e cresciuto a Seoul e poi si è trasferito, nel
1988, nel Michigan. Yeun deve la sua fama a The
Walking Dead, nella serie AMC ha interpretato per 5 stagioni
Glenn Rhee, uno dei personaggi preferiti dai numerosissimi fan
dello show ideato da Robert Kirkman. Per Minari, Steven ha
conquistato una nomination agli Oscar nella categoria migliore
attore protagonista, il primo asiatico ad arrivare nella cinquina
finale, e in quell’occasione, tutta la famiglia di The
Walking Dead ha esultato, sui social: il loro Glenn era sul
tetto di Hollywood!
Per Yeun, quindi, Minari è stata
una questione personale, dal momento che ha molte cose in comune
con il personaggio che interpreta, e quindi ha aggiunto al suo
Jacob un ulteriore tocco personale. Nel film, Jacob indossa sempre
un berretto rosso, non si tratta di un semplice berretto di scena,
ma di un regalo che la madre di Steven gli fece quando aveva 17
anni e che l’attore custodisce gelosamente. Aggiungerlo al
guardaroba di questo particolare personaggio non ha fatto che
rendere ancora più autentica e sentita la sua interpretazione.
Cosa significa Minari?
Non si tratta di un nome
di città o di persona, ma è il nome di un’erba selvatica. Come
apprendiamo dal film, attraverso le parole di nonna Soonja, il
Minari è una pianta acquatica spontanea tipicamente coreana. È
meglio conosciuta come “prezzemolo giapponese”, “sedano cinese” o
“crescione di palude”, si usa per cucinare piatti tipici della
tradizione, frittate, kimchi, zuppe, stufato, bibimbap e haemul
pajeon. Ha ottime proprietà organolettiche, è ipocalorico e
disintissicante. Inoltre ha la capacità di crescere anche nei posti
più impensati, ed è una pianta molto resistente.
Una storia autobiografica
Minari è
una storia autobiografica. Il regista Lee Isaac
Chung è nato in Colorado e cresciuto in Arkansas da una
famiglia sudcoreana e in Minari ha raccontato la sua famiglia e la
sua infanzia negli anni ’80. La spinta principale per raccontare
questa sua storia nasce, secondo le dichiarazioni di Chung, dal
desiderio di raccontare a sua figlia di otto anni la sua storia e i
sacrifici che i suoi nonni, genitori del padre, avevano fatto per
poter realizzare il loro sogno americano.
Chung ha raccontato: “Se avessi
potuto lasciare a mia figlia una storia da vedere, quale storia
avrei voluto che fosse? Così ho annotato ottanta ricordi visivi che
risalivano all’epoca in cui avevo all’incirca l’età di mia figlia.
Andavano dai ricordi dei grandi litigi fra i miei genitori
nell’Arkansas fino a quello di mia nonna che incendiò metà della
nostra fattoria. Nell’esaminarli, ho pensato che forse questa era
la storia che avevo sempre desiderato raccontare”.
Se non avete ancora visto il film,
potete approfittare: Minari è disponibile su NOW e
on demand su Sky.
Accolto con grande
entusiasmo di pubblico e critica dal Sundance Film Festival,
Minari, di
Lee Isaac Chung, è già arrivato a vincere il
titolo di Miglior Film Internazionale ai Golden Globes 2021, e
adesso gareggia agli Oscar di quest’anno con ben sei nomination. Il
film, racconto semi autobiografico di un coreano trapiantato in
America, lo stesso Chung, si posiziona ad un’altezza insolita nel
panorama produttivo, ma anche narrativo, del cinema americano.
La trama di
Minari
La storia di
Minari è
ambientata negli anni ’80 e si focalizza su
Jacob (Steven
Yeun), un giovane agricoltore che porta via la sua famiglia
da Los Angeles perché determinato ad avviare una fattoria in
Arkansas e iniziare una nuova vita. Il suo desiderio è quello di
coltivare in loco una serie di ortaggi e verdure coreane che la
comunità asiatica trapiantata negli USA non trova facilmente in
commercio. Sua moglie Monica (Yeri Han) è
stanca dell’ottimismo di suo marito dal momento che questa passa
attraverso la poco rosea prospettiva di vivere isolati in una casa
mobile in mezzo al nulla e con pochi soldi. Il
piccolo David (Alan S. Kim) e sua sorella
sembrano invece sospesi in una nuova condizione di vita che sembra
non influenzarli minimamente.
L’adattamento della
famiglia alla nuova situazione viene sconvolto dall’arrivo
improvviso della madre di Monica, l’eccentrica
nonna Soonja (Yuh-Jung Youn), una donna dal
linguaggio colorito e un po’ bizzarra, ma incredibilmente forte. I
modi della donna suscitano fin da subito la curiosità di David che
stabilirà un forte legame con l’insolita nonna.
Un’elegia delle cose semplici
A partire dal titolo, il
film di Lee Isaac Chung si pone come un’elegia
della semplicità, un’ode a ciò che nella vita desta profonda
emozione pur rimanendo nella visione ordinaria della realtà.
“Minari” infatti è un tipo di prezzemolo selvatico che
attecchisce con molta facilità ovunque e che costituisce un
ingrediente molto frequente nella cucina coreana; vediamo infatti
la nonna Soonja dire al piccolo David cos’è quell’erba che cresce
lungo il ruscello, accanto alla loro casetta su ruote. Alla fine
del film, si tornerà su quella sponda, a raccogliere quell’erba
semplice eppure così potente nel significato emotivo che trasmette,
ma nel frattempo, l’avventura di Jacob si sviluppa seguendo un
percorso che lo mette a confronto con la cultura rurale americana,
costellata di riti e credenze lontanissime dal suo vissuto, dalla
sua esperienza alle quale finisce per affidarsi in quel percorso di
immedesimazione nel nuovo mondo che ha scelto di abitare, insieme
alla sua famiglia. E mentre Jacob rappresenta lo spirito di
innovazione e avventura, Monica incarna uno stile di vita più
conservatore, tanta è la sua ritrosia ad entrare in contatto con un
nuovo mondo e persone che appartengono ad una cultura completamente
differente dalla sua.
Il contrasto tra etnie
non ha un vero e proprio ruolo in Minari,
nel senso che è accennato nei momenti in cui la famiglia Yi si
interfaccia con chi vive intorno a lei, ma non assume mai il
connotato di un problema, è semplicemente un fatto, di cui entrambe
le parti prendono atto, passando oltre.
Lo straniero in terra
americana
L’occhio di Chung è senza
dubbio debitore della sua cultura di nascita, è quello di un
estraneo che guarda all’ambiente americano desiderando fortemente
l’essere “intonato” a quello stesso contesto, eppure i tempi
narrativi, lo stile di inquadrature, l’importanza che viene data
alla banalità del quotidiano si sposa molto meglio con i tempi
cinematografici orientali. Gli stessi sono però resi universali
dalla specificità della storia, che comunque racconta di un sogno
di integrazione e di riscatto personale. Il sogno americano
contaminato con la poetica dell’essenziale e del banale diventa in
Minari uno slancio poetico che si intona con i gesti sommessi dei
protagonisti, i giochi docili dei bambini, la bizzarra nonna e le
sue espressioni volgari ma allo stesso tempo intime.
Benedetto da un cast in
stato di grazie e da una delicatezza rara, Minari è
un affresco familiare che non ha difficoltà a trasformarsi in epica
collettiva, senza mai perdere di vista l’individuo con le sue
ambizioni, le sue debolezze e la voglia di realizzarsi, cercando
sempre di muoversi in sintonia con le persone che ama.
Giovanissima ma già con alcuni
importanti titoli cinematografici e televisivi nel suo curriculum,
l’attrice londinese Mimi Keene ha conquistato
tutti non solo con il suo fascino ma anche con un talento a dir
poco notevole. Capace di comunicare profonde emozioni con minimi
accenni del volto, è oggi un’attrice in rapida ascesa, molto
richiesta e con un futuro particolarmente promettente davanti a
lei.
Ecco 10 cose che forse non sai di Mimi
Keene.
Mimi Keene: i suoi film e le serie TV
1. È celebre per alcune
serie TV. La carriera da attrice della Keene ha avuto
inizio nel 2013 con un piccolo ruolo in un episodio della serie
Sadie J. Successivamente ha recitato nel film televisivo
Our Girl (2013) e in un paio di episodi della serie
Children in Need (2013-2014). Ottiene una prima popolarità
grazie alla soap opera EastEnders, dove ricopre il ruolo
di Cindy Williams. Nel 2016 appare in un episodio di
Casulty, mentre è nel 2019 che arriva la celebrità grazie
alla serie Sex Education. Qui,
accanto ad attori come Asa Butterfield
e Emma Mackey,
ricopre il ruolo di Ruby Matthews.
2. Ha recitato in alcuni
film. Ad oggi la Keene è apparsa solamente in due film per
il cinema, ma ha lasciato intendere di voler decisamente ripetere
l’esperienza in futuro. Ad oggi, dunque, i due lungometraggi in cui
si può ritrovare l’attrice sono Close (2019), un thriller
con protagonista Noomi Rapace, e
il biografico Tolkien (2019), basato sulla vita del
celebre scrittore, con protagonista Nicholas
Hoult.
3. Ha recitato anche per un
videogioco. Oltre ad essersi dedicata al cinema e alla
televisione, la Keene ha avuto modo di vivere un’esperienza che non
capita a tutti i suoi colleghi: recitare per un videogioco. Ha
infatti dato voce ai personaggi di Eurayle, Stheno e Medusa in
Castlevania: Lords of Shadow – Mirror of Fate (2013) e
Castlevania: Lords of Shadow 2 (2014). L’attrice non si è
però limitata a fornire la voce a questi personaggi, ma li ha anche
interpretati fisicamente grazie alla tecnica della motion
capture.
Mimi Keene in Sex Education
4. Ha fatto recitare il suo
cagnolino nella serie. Chi segue l’attrice sui social
saprà del suo grande amore per il suo chihuahua chiamato Baby. Un
cagnolino da cui l’attrice non si separa mai, a tal punto da aver
cercato di farlo comparire anche in Sex Education sin
dalla prima stagione. L’occasione è finalmente arrivata con la
terza stagione, dove il chihuahua fa finalmente la sua comparsa
accanto all’attrice. La Keene si è definita felicissima della cosa
e di come il cagnolino ha gestito le riprese che lo vedevano
coinvolto.
5. È entusiasta della
crescita del suo personaggio. Con la terza stagione della serie il
personaggio di Ruby ottiene molto più spazio e attenzioni. Gli
spettatori hanno infatti modo di scoprire molto di più di lei e
l’attrice ha potuto mettersi alla prova con una vera e propria
crescita emotiva e caratteriale del personaggio. La Keene è infatti
rimasta entusiasta di come Ruby sia cambiata rispetto alla prima
stagione, sentendosi sempre più legata a lei, gioendo dei suoi
successi e soffrendo per i suoi dolori.
Mimi Keene in Tolkien
6. Ha interpretato un ruolo
chiave nel film. Nel film del 2019 Tolkien,
incentrato sulla vita e le opere del celebre scrittore
di Il Signore degli Anelli, la Keene interpreta la
versione da ragazza di Edith Bratt, di cui Tolkien è innamorato e
che diverrà poi sua moglie. La versione adulta del personaggio è
invece interpretata da Lily Collins.
Si è trattato di un ruolo molto importante per la Keene, che ha con
esso avuto modo di farsi notare da un pubblico sempre più
ampio.
Mimi Keene e Asa Butterfield
7. Potrebbe avere una
relazione con il collega. Buona parte della terza stagione
di Sex Education vede la Keene recitare a stretto contatto
con Asa Butterfield, interprete del protagonista
Otis Milburne. Impossibile notare una forte chimica tra i due e se
anche nella serie la loro relazione non finisce bene, alcuni indizi
lasciano pensare che nella realtà stiano invece davvero insieme. Di
recente, infatti, sui rispettivi social i due hanno pubbliacato
delle foto che sembrano essere scattate negli stessi luoghi. Ad
oggi non vi sono ancora conferme, ma sono in molti a pensare che
tra i due attori sia effettivamente nato qualcosa.
Mimi Keene: Instagram e Twitter
8. Ha un account molto
seguito. Come la maggior parte dei suoi colleghi, anche la
giovane attrice ha aperto da qualche anno il proprio profilo
Instagram, seguito da circa 4,2 milioni di persone. Il suo profilo,
con attualmente circa 40 post, è un tripudio di foto che la
ritraggono protagonista tra momenti lavorativi e di svago.
Seguendola, si potrà dunque rimanere aggiornati su tutte le sue
attività, dalla recitazione alla pubblicità, fino ai luoghi da lei
visitati e molto altro.
9. È presente anche su
Twitter. Oltre ad Instagram, l’attrice ha un proprio
profilo anche sul social Twitter, dove è seguita da oltre centomila
persone. Qui la Keene è meno attiva rispetto ad Instagram, ed è
principalmente solita ricondivedere tweet altrui che la riguardano
o rispecchiano il suo pensiero su determinate tematiche. Per chi
possiede un account anche su questa piattaforma, sarà possibile
seguirla e scoprire di più di lei.
Mimi Keene: età e altezza dell’attrice
10. Mimi Keene è nata il 5
agosto del 1998 a Londra, Inghilterra. L’attrice è alta
complessivamente 1.59 metri.
Si è spento all’età di 86 anni
Milos Forman, il regista e sceneggiatore vincitore
di due premi Oscar per Qualcuno volò sul nido del
cuculo e Amadeus. A confermare la notizia
alla stampa è stata la moglie, via comunicato stampa all’agenzia
ceca Ctk.
Milos Forman,
addio al regista di Qualcuno volò sul nido del
cuculo
“La sua dipartita è stata
tranquilla, con al fianco in ogni istante la sua famiglia e i suoi
amici più intimi” si legge nell’annuncio. Forman viveva con la
famiglia, la terza moglie e i suoi gemelli nati nel 1998, nel
Connecticut e la sua fama è legata ai suoi due film più celebri e
premiati, Qualcuno volò sul nido del cuculo, con
un incredibile Jack Nicholson, e
Amadeus, biopic su Mozart. Per
entrambi i film, il regista ha conseguito, nel 1976 e nel 1985 il
premio Oscar alla regia.
Tra i suoi altri lavori, oltre a
qualche partecipazione come attore, Milos Forman
ci lascia il musical Hair, Larry Flynt – Oltre lo scandalo
(1996) Orso d’Oro al Festival di Berlino, Man on the Moon (1999) e
L’ultimo inquisitore (2006).
Celebre per i suoi ruoli televisivi,
l’attore Milo Ventimiglia si è negli anni
costruito una buona fama recitando in diverse serie di successo,
arrivando così ad affermarsi presso il grande pubblico. Alla
ricerca di personaggi sempre diversi, Ventimiglia ha dimostrato di
possedere una buona versatilità, passando con naturalezza dal
dramma al genere supereroistico.
Ecco 10 cose che non sai di
Milo Ventimiglia.
Milo Ventimiglia: i suoi film e le
serie TV
1. È stato protagonista di
celebri serie televisive. Dopo aver esordito recitando in
alcuni episodi di celebri serie come Willy, il principe di
Bel-Air (1996), Sabrina, vita da strega (1996),
Terra promessa (1999), Opposite
Sex (2000) e CSI – Scena del
crimine (2000), l’attore ottiene un ruolo di rilievo in
Una mamma per amica (2001-2006), dove recita nel ruolo di
Jess Mariano. Ottiene poi ulteriore popolarità recitando in
American Dreams (2004-2005) e The Bedford Diaries
(2006), ma la vera fama arriva grazie al ruolo di Peter Petrelli in
Heroes (2006-2010). Successivamente partecipa a serie come
Chosen (2013-2014), Gotham (2015) e The
Whispers (2015), mentre dal 2016 ricopre il ruolo di Jack
Pearson in This Is Us, che ne consacra la
popolarità.
2. Ha preso parte a celebri
film. L’attore esordisce al cinema con il film Kiss
Me (1999), per poi recitare in Cursed – Il maleficio
(2005), Stay Alive (2006) e Rocky Balboa (2006).
Negli anni successivi prenderà poi a parte Blindato
(2009), Indovina perché ti odio (2012), Un weekend da
bamboccioni 2 (2013), Killing Season (2013),
Grace di
Monaco (2014), Joker – Wild Card (2015), e
Creed II
(2018), dove riprende il ruolo di Robert Balboa. Negli ultimi anni
ha poi recitato in Ricomincio da me (2018) e
Attraverso i miei occhi (2019).
3. Ha doppiato un celebre
personaggio dei fumetti. Ventimiglia è noto anche per
essere la voce della versione animata di Wolverine, il celebre
mutante Marvel. L’attore ha infatti
ricoperto tale ruolo per un episodio della serie Iron Man
(2010) e in modo più ampio per la serie dedicata al personaggio,
Wolverine (2011), e per Marvel Anime (2011). Ha
doppiato nuovamente il mutante anche per un episodio di
Blade (2011).
Milo Ventimiglia è su
Instagram
4. Ha un account
personale. L’attore è presente sul social network
Instagram, con un profilo seguito da 1,8 milioni di persone.
All’interno di questo l’attore è solito condividere foto artistiche
di oggetti o luoghi in cui si imbatte, personalizzando così il
profilo con un proprio personale stile.
Milo Ventimiglia: la sua vita
privata
5. Ha frequentato una
collega di set. Nel 2002 l’attore rende nota la sua
relazione con l’attrice Alexis Bledel, conosciuta sul set di
Una mamma per amica, dove l’attore interpretata proprio il
fidanzato della protagonista, interpretata dalla Bledel. La coppia
tuttavia si separa nel 2006 senza fornire motivazioni pubbliche a
riguardo. L’attore instaura poi un rapporto con l’attrice Hayden
Panettiere, presente nel cast della serie
Heroes, dove ha recitato anche Ventimiglia. I due si
frequentano dal 2007 al 2009, interrompendo poi la relazione, anche
in questo caso senza fornire chiarimenti.
Milo Ventimiglia in Gotham
6. Ha interpretato un
pericoloso criminale. L’attore ha recitato negli episodi
19, 20 e 21 della prima stagione di Gotham, basata sui
personaggi dell’Universo DC. Qui Ventimiglia ha ricoperto il ruolo
di Jason Lennon, conosciuto anche come L’Orco. Spietato killer che
è solito attirare giovani donne per sottoporle ad una serie di
test, per trovare la compagna perfetta. Coloro che falliscono la
prova, sono destinate a fare una fine tremenda.
Milo Ventimiglia in Rocky
7. Non è il figlio di
Stallone. Ventimiglia ha interpretato il ruolo del figlio
di Rocky Balboa nei film Rocky Balboa e Creed II.
Tuttavia, tolta la parentela nei due film, l’attore non ha
particolari legami famigliari con Sylvester
Stallone. La somiglianza tra i due ha però generato
molta confusione nei fan.
Milo Ventimiglia in Heroes
8. Dopo la serie ha faticato
a trovare lavoro. Dopo aver terminato con il personaggio
di Peter Petrelli in Heroes, l’attore ha attraversato un
anno particolarmente difficile, nel quale non riusciva più a
trovare impiego presso alcuna serie o film. L’attore era sul punto
di abbandonare il mestiere dell’attore, quando infine fu chiamato
per una parte in un film. In breve l’attore tornò ad ottenere ruoli
di rilievo.
Milo Ventimiglia in This Is Us
9. Ha diretto un episodio
della serie. Grazie a This Is Us, Ventimiglia ha
potuto cimentarsi anche nella regia, ricoprendo il ruolo per il
quinto episodio della quarta stagione della serie. L’attore ha
dichiarato di essersi sentito particolarmente nervoso a riguardo,
ma ricorda anche di essere riuscito a controllare il set, facendo
in modo che si creasse un clima rilassato.
Milo Ventimiglia: età e
altezza
10. Milo Ventimiglia è nato
a Anaheim, in California, Stati Uniti, l’8 luglio 1977.
L’attore è alto complessivamente 175 centimetri.
Sino ad oggi attiva come attrice
nella sua Australia, la giovane Milly Alcock è ora
divenuta una celebrità di livello mondiale grazie alla serie
House of the Dragon, prequel di
Il Trono di
Spade. Giovanissima e talentuosa, la Alcock è ora una
nuova stella della recitazione tutta da scoprire, tra passioni e
progetti futuri.
Ecco 10 cose che non sai su Milly Alcock.
Milly Alcock: i suoi film e le serie TV
1 Ha recitato in diverse
serie televisive. La carriera dell’attrice ha avuto inizio
nel 2014, quando prende parte ad alcuni episodi della serie
Wonderland. In seguito ha guadagnato popolarità grazie a
titoli come Janet King (2017), High Life (2017),
A Place to Call Home (2018), Fighting Season
(2018) e Pine Gap (2018). Negli ultimi anni ha poi
recitato in Les Norton (2019), Reckoning
(2019-2020), Upright (2019-2022) e The Gloaming – Le
ore più buie (2020). La definitiva consacrazione presso il
grande pubblico arriva però grazie alla serie House of the Dragon,
prequel di Il Trono di Spade, dove recita insieme ad
attori quali Matt Smith,
Emma D’Arcy,
Olivia Cooke e
Rhys Ifans.
2. Ha recitato anche in un
film. Ad oggi la Alcock ha recitato in un solo
lungometraggio per il cinema, intitolato The School. Un
horror del 2018 incentrato su una madre intenta a ricercare il
figlio scomparso in una scuola che si rivela essere posseduta da
forze maligne. Nel film la Alcock interpreta Jien. Ad oggi si
attendono dunque ulteriori ruoli cinematografici per la giovane
attrice.
Milly Alcock è Rhaenyra in House of the Dragon
3. Interpreta una
principessa nella serie. Ambientata duecento anni prima di
Il Trono di Spade, la serie prequel House of the
Dragon è arrivata in Italia il 22 agosto. Tra i tanti
nuovi personaggi protagonisti vi è anche la Principessa
Rhaenyra Targaryen. Questa è la primogenita di re
Viserys, interpretato da Paddy Considine. Rhaenyra
è una dragonrider che si aspetta di diventare la prima regina
regnante dei Sette Regni.
4. Temeva che l’avrebbero
licenziata. L’attrica ha di recente raccontato che per i
primi tre mesi di riprese della serie ha temuto continuamente che i
produttori l’avrebbero licenziata. L’impatto con la grandezza del
set e di una produzione internazionale hanno infatti spaventato non
poco l’attrice, sino a quel momento abituata a piccoli progetti in
Australia. Tale senso di disorientamento l’ha portata a credere che
sarebbe stata licenziata se non avesse imparato ad adattarsi.
5. Ha visto solo di recente
Il Trono di Spade. Poco prima di ottenere il
ruolo di Rhaenyra in House of the Dragon, l’attrice ha
completato la visione della serie Il Trono di Spade. La
Alcock ha infatti raccontato di essere stata troppo piccola per
vederla mentre questa era ancora in corso e così solo di recente ne
ha intrapreso la visione, divenendone una grande fan e accettando
con grande gioia la possibilità di un provino per la serie
prequel.
Milly Alcock: chi è il suo fidanzato
6. È molto riservata sulla
propria vita sentimentale. Ad oggi non si sa nulla sulla
vita sentimentale dell’attrice e non è dunque possibile stabilire
se sia o meno impegnata in una relazione. La Alcock sembra essere
ora molto concentrata sulla propria carriera e non sembra esserci
dunque spazio per una storia d’amore. Ora che è divenuta più
celebre, però, sarà certamente più facile sapere di più anche a
riguardo.
Milly Alcock ed Emma D’Arcy
7. Divide il suo personaggio
con un’altra attrice. Come ormai noto a chi sta seguendo
la serie, il personaggio di Rhaenyra viene raccontato in due
momenti diversi della sua vita. Ad interpretare la versione giovane
vi è proprio la Alcock, che compare ad oggi in un totale di 5
episodi. La versione adulta di Rhaenyra è invece interpretata da
Emma D’Arcy, la quale è invece presente in 6 episodi.
Milly Alcock e Matt Smith
8. Hanno lavorato insieme
per alcune scene di sesso. Nell’episodio 4 della serie
l’attrice è protagonista di una scena ambientata in un bordello.
Con lei vi è anche Matt Smith, interprete del
principe Daemon Targaryen, erede presuntivo al Trono di Spade. I
due, trovandosi a dover recitare alcune scene di sesso hanno potuto
trarre vantaggio dalla loro ottima amicizia, che ha permesso ad
entrambi di sentirsi a loro agio. Un cordinatore di intimità e il
regista hanno poi favorito lo svolgimento della scena.
Milly Alcock è su Instagram
9. È presente sul social
network. L’attrice è presente sul social network
Instagram, con un proprio profilo verificato seguito da 1 milione
di persone e dove attualmente si possono ritrovare 60 post. Questi
sono principalmente immagini relative a suoi lavori da attrice, ma
non mancano anche curiosità, momenti di svago, eventi a cui ha
preso parte e altre situazioni ancora. Seguendola, si può dunque
rimanere aggiornati su tutte le sue novità.
Milly Alcock: età e altezza dell’attrice
10. Milly Alcock è nata l’11
aprile del 2000a Sydney, in Australia.
L’attrice è alta complessivamente 1,57 metri.
Milly Alcock, che ha interpretato la giovane
Rhaenyra Targaryen nella prima stagione di
House of the Dragon della HBO,
interpreterà Supergirl nel nuovo universo DC guidato da
James
Gunn e Peter Safran. Sarà lei la
protagonista del prossimo lungometraggio Supergirl:
Woman of Tomorrow, basato sull’omonima serie di
fumetti DC di Tom King e Bilquis
Evely.
Al momento, il film non ha ancora un
regista, mentre Ana Nogueira (The Vampire
Diaries) è stata appena assunta per scrivere la
sceneggiatura. Gunn, che ha confermato il casting di Alcock su
Instagram, non ha dichiarato quando farà il suo debutto da
supereroe. Ma il fatto che la notizia che Alcock avesse ottenuto il
ruolo sia arrivata mesi prima che Gunn iniziasse a girare Superman:
Legacy suggerisce che Supergirl potrebbe essere presentata insieme
al cugino kryptoniano prima di iniziare la sua storia.
L’australiana Milly Alcock ha iniziato la sua carriera di
attrice da adolescente sulla TV australiana, prima di essere scelta
per il suo ruolo da protagonista nella serie prequel
Il Trono di
Spade della HBO. La Alcock ha
ottenuto ampi consensi per la sua interpretazione della principessa
Targaryen nei primi cinque episodi dello show, prima di cedere il
ruolo a Emma D’Arcy che invece interpreta lo
stesso personaggio dieci anni dopo.
Alcock entra in una cerchia
ristretta che comprende Melissa Benoist che ha
interpretato Supergirl nella serie CBS e CW (che è
andata in onda per sei stagioni), e Sasha Calle
nel film del 2023 The
Flash, uno degli ultimi film della precedente
iterazione dell’universo cinematografico DC. Gunn ha chiarito,
tuttavia, che vuole un nuovo inizio con il nuovo DCU.
Nella serie di fumetti del 2022 di
“Woman of Tomorrow”, invece di fuggire dal pianeta Krypton da
bambina prima che esploda (come suo cugino Kal-El), Kara cresce
assistendo alla distruzione del suo pianeta natale fino all’età di
14 anni, quando arriva sulla Terra. Ciò rende il personaggio “molto
più hardcore”, ha spiegato Gunn nel 2023 presentando i primi 10
titoli nella nuova lista DCU. “Non è esattamente la Supergirl che
siamo abituati a vedere.”
Sono state condivise online alcune
foto di
Milly Alcock tra la folla degli US Open e l’ex star di
House of the Dragon sfoggia una pettinatura molto
da Supergirl. La Alcock è naturalmente bionda (o
comunque biondo fragola), ma in questo caso la sua pettinatura è
più chiara del solito e, nelle foto che seguono, sembra decisamente
pronta a solcare i cieli come Donna del
Domani nel film
Woman of Tomorrow del DCU.
Si dice che questa versione di Kara
Zor-El sia “meno seria e più tagliente dell’iconica
supereroina”, in quanto Gunn cerca di allontanarsi dalle
“precedenti rappresentazioni della Ragazza d’Acciaio, in
particolare la lunga serie della CBS/CW interpretata da Melissa
Benoist”.
Il regista statunitense James
Gunn arriva alla premiere di Los Angeles della Warner Bros.
‘The
Flash’ tenutasi al TCL Chinese Theatre IMAX il 12 giugno 2023 a
Hollywood, Los Angeles, California, Stati Uniti. — Foto di
imagepressagency – DepositPhotos
James Gunn ha recentemente rivelato che aveva
già in mente la Alcock per interpretare Supergirl dopo aver visto
la sua interpretazione nella serie prequel di
Game of Thrones della HBO.
“Milly è stata la PRIMA
persona che ho proposto a Peter per questo ruolo, ben più di un
anno fa, quando avevo letto solo i fumetti”, ha scritto il
regista su Threads. “Stavo guardando La casa del dragone e
ho pensato che potesse avere il taglio, la grazia e l’autenticità
di cui avevamo bisogno”.
Secondo una breve sinossi, la
storia seguirà Kara mentre “viaggia attraverso la galassia
per festeggiare il suo 21° compleanno con Krypto il
Supercane.Lungo la strada, incontra una giovane
donna di nome Ruthye e si ritrova in una ricerca omicida di
vendetta”.
Cosa sappiamo sul film Woman
of Tomorrow?
L’attrice e drammaturga Ana
Nogueira sta scrivendo la sceneggiatura di Woman of
Tomorrow.
Gunn e Peter
Safran hanno annunciato il reboot di Supergirl durante la
giornata stampa dello studio nel gennaio dello scorso anno, quando
è stato rivelato lo slate del DCU “Gods and Monsters”. Il
progetto sarà basato almeno in parte sull’omonima serie di fumetti
di King del 2022.
All’epoca James
Gunn aveva dichiarato: “Nella nostra serie vediamo
la differenza tra Superman, che è stato mandato sulla Terra e
cresciuto da genitori amorevoli fin da quando era un neonato, e
Supergirl, che è stata cresciuta su una roccia, una scheggia di
Krypton, e ha visto tutti quelli che la circondavano morire ed
essere uccisi in modi terribili per i primi 14 anni della sua vita,
per poi arrivare sulla Terra quando era una ragazzina.È molto più dura, non è esattamente la Supergirl che siamo
abituati a vedere”.
Million Dollar
Baby ha affascinato milioni di persone in tutto il mondo,
coinvolgendo il pubblico con la storia drammatica narrata e con le
eccellenti interpretazioni dei protagonisti.
Uscito nel 2004, questo film si può
definire più che riuscito, arrivando anche a vincere ben quattro
Oscar per il Miglior Film, la Miglior Regia, la Miglior Attrice
Protagonista a Hilary Swank e il Miglior Attore non Protagonista a
Morgan Freeman.
Ecco, allora, dieci cose da
sapere su Million Dollar Baby.
Million Dollar Baby film
1. Ci sono voluti quattro
anni per realizzarlo. Il produttore Al
Ruddy amava la storia ed era determinato a trasformarlo in
un film, trascorrendo quattro anni alla ricerca di sostenitori che
fossero interessati ad aiutarlo a realizzarlo. Dopo aver contattato
diverse persone che gli sconsigliavano di fare un film del genere,
l’unico a sostenerlo è stato Clint Eastwood, rimasto di stucco dopo aver
letto la sceneggiatura.
2. Molti studios lo hanno
respinto.Million Dollar Baby era rimasto per
molti anni in fase di sviluppo, poiché rifiutato da molte case di
produzione che non erano convinte dell’argomento trattato,
ritenendolo poco interessante. Dopo il rifiuto della Warner Bros.
di sostenere l’intero budget, che ha collaborato lungamente con
Eastwood, lo stesso regista persuase Tom Rosenberg
della Lakeshore Entertainment a mettere insieme metà del budget
insieme alla Warner.
3. Le riprese sono finite
in anticipo. Questo film è stato realizzato alla velocità
della luce, completando le riprese in soli 37 giorni. Basti
pensare, però, che i giorni considerati per la lavorazione e le
riprese erano 39: le riprese, quindi, sono finite con ben due
giorni d’anticipo.
Million Dollar Baby streaming
4. Il film è disponibile in
streaming digitale. Chi volesse vedere per la prima volta
o rivedere questo film, è possibile farlo grazie alla sua presenza
sulle varie piattaforme di streaming digitale legale come Rakuten
Tv, Chili, Google Play, iTunes e Tim Vision.
Million Dollar Baby frasi
5. Un film ricco di frasi
significative. Questo film è stato generatore di frasi
iconiche e indimenticabili che, a distanza di anni, fanno ancora
parte dell’immaginario collettivo. Ecco qualche esempio:
Mo cuishle significa mio tesoro.
Mio sangue. (Frankie Dunn)
Chiunque al mondo può perdere un
incontro.
Non voglio altri allenatori, capo.
Io voglio lei. (Maggie Fitzgerald)
Io ti ho trovato un pugile e tu
l’hai fatta diventare la migliore. (Scrap)
Million Dollar Baby storia
vera
6. Katie Dallam sarebbe la
vera Maggie Fitzgerald. Sembra che la storia del film
abbia preso spunto dalla vita di Katie Dallam, ex
pugile che, durante un match, si ruppe il naso e dopo una serie di
colpi alla testa cadde in coma. Al suo risveglio le sue aspettative
erano quelle di rimanere un vegetale per tutta la vita, ma dopo
molti anni ha ricominciato a vivere, seppure in maniera
limitata.
7. Il film è basato su tre
racconti.Million Dollar Baby non si è ispirato
al un solo racconto: infatti, sono stati tre i racconti di
F.X. Toole, pseudonimo di Jerry
Boyd ad ispirarlo: The Monkey Look, Million $$$
Baby e Frozen Water. Sono state usate anche alcune
parti dell’introduzione. Il suo racconto Rope Burns: Stories
from the Corner è dedicato all’uomo che lo ha introdotto alla
Boxe, Dub Huntley e anche questo libro ha
contribuito alla realizzazione del film.
Million Dollar Baby cast
8. Hilary Swank è stata
male prima delle riprese.Hilary Swank contrasse un’infezione batterica
da una vescica che aveva sviluppato sul piede durante l’allenamento
per il suo ruolo. L’infezione era così grave che ha dovuto quasi
essere ricoverata in ospedale per tre settimane. Tuttavia,
riuscendo a prendere l’infezione in tempo, scelse di prendersi una
settimana di riposo medico e di non dire niente a Clint Eastwood o agli altri produttori del
film dell’incidente.
9. Morgan Freeman avrebbe
dovuto interpretare un altro personaggio. All’inizio,
Morgan Freeman è stato contattato per
interpretare il ruolo di Frankie Dunn. Ma ben prima che Eastwood
assumesse la regia e il ruolo da protagonista, Freeeman ha deciso
di prendere la parte di Eddie “Scrap-Iron” Dupris.
10. Sandra Bullock era
stata contattata per il ruolo da protagonista. La prima
attrice ad essere contattata per il interpretato il ruolo di Maggie
fu Sandra Bullock. L’attrice avrebbe voluto fare
il film con Shekhar Kapur alla regia. Ma quando la
produzione aveva cominciato a lavorare al film, il suo impegno al
film Miss F.B.I. – Infiltrata speciale (2005) le ha
impedito di partecipare alle riprese.
La Disney ha
pubblicato il primo trailer ed il primo poster per il dramma di
Craig GillespieMillion Dollar
Arm. Basato su una storia vera, Jon Hamm è un agente
sportivo che viaggia in India e crea uno spettacolo televisivo
intitolato Million Dollar Arm con cui
vedrà se i giocatori di baseball della nazione indiana sono
effettivamente tagliati per
giocare nei campionati più importanti. Di seguito ecco il trailer
ed il poster:
Million Dollar Arm
ha un cast che comprende Lake Bell, Bill Paxton, Aasif
Mandvi, e Alan Arkin. Nel
film recitano anche Suraj Sharma (Vita
di Pi) e Madhurt Mittal
(The Millionaire). Il film esordirà nelle
sale cinematografiche il 16 Maggio 2014.
Disney pubblica
online due nuovi spot tv e due featurette per Million
Dollar Arm, il film di Craig
Gillespie (Lars e una ragazza tutta
sua, Fright Night) con
Jon Hamm nei panni di un procuratore che inizierà
una trasmissione sportiva per valutare se alcuni ragazzi indiani
sono pronti per i grandi campionati di baseball come la MLB.
In Una devota damigella accetta di
sposare un affascinante principe, per poi scoprire che la famiglia
reale vuole offrirla in sacrificio per ripagare un vecchio debito.
Intrappolata in una caverna con un drago sputafuoco, dovrà
utilizzare astuzia e caparbietà per sopravvivere.
La star dell’ultima avventura
d’azione di Netflix
potrebbe essere una damigella, ma non è una persona in
pericolo. Bene, nonostante il personaggio del titolo
sia intrappolato in una prigione sacrificale che ospita un drago
assetato di sangue, il che sarebbe un po’ angosciante per chiunque
( anche se non è ancora così inquietante come Netflix che aumenta di nuovo i prezzi).
Damsel di
Netflix offre una nuova svolta agli archetipi delle fiabe,
mostrando come una giovane aspirante principessa è costretta a
combattere e sopravvivere quando viene presentata come un
sacrificio, un sacrificio involontario da parte di una regina
spietata e spietata. Tutta sola in una grotta buia e desolata,
Elodie (Millie
Bobby Brown) dovrà usare ogni grammo di grinta e
determinazione a sua disposizione per uccidere il drago e tornare a
casa. Damsel
è guidato da un cast davvero incantevole, con la star di Damsel che
è anche la protagonista di alcuni dei più grandi successi di
Netflix.
Millie Bobby Brown
è una giovane attrice che ha contribuito a cambiare il mondo delle
serie tv negli ultimi anni, soprattutto grazie alle sue performance
in Stranger Things. L’attrice, che ha
cominciato a recitare sin da bambina, è diventata protagonista
indiscussa di una serie che è amata ed apprezzata in tutto il
mondo, spianando una larga e lunga strada per quello che sarà
sicuramente un futuro più che roseo nel mondo della
recitazione.
Ecco, allora, dieci cose da
sapere su Mille Bobby Brown.
Millie Bobby Brown: i suoi
film
1. Ha recitato in popolari
film. Sebbene la carriera di attrice sia attiva da qualche
anno, la Brown non aveva mai lavorato ad un film. Il lungometraggio
di debutto è stato, quindi, Godzilla II – King of the
Monsters, arrivato nei nostri cinema alla fine di maggio
2019. In seguito ha recitato anche in Enola Holmes (2020) e
Godzilla vs. Kong (2021). Dopo Enola
Holmes2 e Damsel la vedremo al fianco di Chris
Pratt in The Electric State, sempre per
Netflix.
2. Ha lavorato in numerose
serie tv. La giovane attrice ha iniziato la sua attività
sul piccolo schermo, apparendo per la prima volta, nel 2013, con la
serie C’era una volta nel Paese delle Meraviglie. In
seguito, è apparsa in Intruders (2014), NCIS – Unità
anticrimine (2014), Modern Family (2015), Grey’s
Anatomy (2015) e Stranger Things
(2016-2019), che l’ha resa una star. Inoltre, è apparsa in alcuni
videoclip come Fin Me dei Sigma (2016),
I Dare You dei The xx (2017) e Girls
Like You dei Maroon 5 (feat Cardi
B) (2018).
Millie Bobby Brown ha un marito
3. È attualmente
fidanzata. Nonostante la sua giovane età, l’attrice ha
avuto già un primo fidanzato tra il 2017 e il 2018, ovvero il
cantante Jacob Sartorius. Pare però che tra i due
sia finita a causa di un presunto tradimento da parte di lui. Dal
2021 è invece sentimentalmente legata a Jake
Bonjovi, uno dei quattro figli di Jon Bon
Jovi con il quale si è sposata nel maggio 2024 in una
cerimonia privata.
Millie Bobby Brown in Stranger
Things
4. Si è davvero rasata la
testa. Per interpretare Undici, la giovane attrice si
sarebbe dovuta rasare la testa e all’inizio non era molto convinta
della faccenda. Quando, poi, le è stato fatto notare come stesse
bene Charlize Theron
in Mad Max: Fury Road, la
ragazza si è decisa. Su Internet esiste anche un video ripreso
dalla madre, mentre le viene rasata l’intera testa. Per sua
fortuna, nelle stagioni seguenti ha potuto farsi ricrescere e
sfoggiare i suoi veri capelli.
5. È stata candidata a
importanti premi. Per la sua interpretazione nella serie,
la Brown è stata candidata in molteplici occasioni a premi di
grande prestigio. In particolare è stata candidata nel 2017 e nel
2018 ai SAG Awards come miglior attrice in una serie drammatica e
come parte del miglior cast di una serie drammatica. Ancor più
importanti sono però state le nomination come miglior attrice non
protagonista in una serie drammatica ricevute agli Emmy Awards (gli
Oscar della televisione). Pur non riportando vittorie, la Brown ha
ottenuto maggiore popolarità.
Millie Bobby Brown in
Godzilla
6. Il ruolo è stato scritto
appositamente pensando a lei.Godzilla II – King of the
Monster è stato il film di debutto per la Brown, dove
interpreta Madison Russell. In fase di lavorazione il team di ha
basato il volto del personaggio proprio su quello dell’attrice, ben
prima che questa fosse poi effettivamente scelta. Secondo il
regista Michael Dougherty, “Ci siamo così
abituati a vedere la sua faccia che abbiamo semplicemente detto:
‘Beh… perché non le facciamo l’offerta?‘”. Una volta ricevuta
questa, la Brown è stata lieta di accettare il ruolo.
Millie Bobby Brown: testimonial per
Florence
7. Ha ideato una linea di
cosmetici. L’attrice è notoriamente molto attenta anche
all’ambito della moda e dei prodotti di bellezza. È così che di
recente ha deciso di lanciare una propria linea di prodotti
intitolata Florence. Sul sito ufficiale si possono
acquistare diverse tipologie di prodotti, da quelli per la cura
della pelle a quelli per i capelli, fino a diverse tipologie di
trucchi, accesso e altri gadget.
Millie Bobby Brown è su
Instagram
8. Ha un account
seguitissimo. Come la maggior parte dei suoi colleghi,
anche la giovane attrice ha aperto da qualche anno il proprio
profilo Instagram, seguito da qualcosa come 47,9 milioni di
persone. Il suo profilo è un tripudio di foto che la ritraggono
protagonista tra momenti lavorativi e di svago. Seguendola, si
potrà dunque rimanere aggiornati su tutte le sue attività, dalla
recitazione alla pubblicità, fino ai luoghi da lei visitati e molto
altro.
8. Ha diversi
haters. Con l’avvento dei social, gli hater si sono
scatenati in rete. I classici leoni da tastiera non hanno
risparmiato nemmeno la Brown, che si è trovata a dover rispondere a
chi la criticava per il fatto, secondo loro, di fare la grande
quando, invece, dovrebbe vestirsi e comportarsi come una ragazza
della sua età.
Millie Bobby Brown: età e altezza
nel 2021
10. Millie Bobby Brown è
nata il 19 febbraio del 2004a Malaga, in
Andalucia. L’attrice ha dunque da poco compiuto 18 anni.
La sua altezza complessiva corrisponde a 163 centimetri.
L’attrice Millie Bobby Brown, da oggi su Netflix con Damsel,
ha rivelato di aver personalmente eseguito tutti gli stunt previsti
per il suo personaggio. “Mi sento come la versione femminile di
Tom Cruise“, ha dichiarato durante una recente apparizione al
Drew
Barrymore Show. “Ho fatto tutte le mie acrobazie
dall’inizio alla fine“. L’attrice ha poi chiarito che il suo
lavoro d’azione comporta ancora molti nervi saldi.
“Ho molta paura di fare le mie
acrobazie. Le acrobazie fanno paura“, ha detto Millie Bobby
Brown. “Ti viene da pensare: ‘Non sono fisicamente allenata per
farlo’“. Nonostante la paura, l’attrice di Stranger Things ha però tenuto gli occhi
fissi sull’obiettivo: “Ti viene da pensare: “Faremo davvero, o
meglio, farò davvero quell’acrobazia?”“, ha raccontato. “E
poi quel giorno ti dicono: “Sì, metti l’imbracatura”“.
La trama e il cast di Damsel
In Damsel
una devota damigella accetta di sposare un affascinante principe,
per poi scoprire che la famiglia reale vuole offrirla in sacrificio
per ripagare un vecchio debito. Intrappolata in una caverna con un
drago sputafuoco, dovrà utilizzare astuzia e caparbietà per
sopravvivere, dimostrando così di saper benissimo badare a sé
stessa, senza l’aiuto di alcun principe.
Damsel è
diretto dal regista spagnolo candidato all’Oscar Juan
Carlos Fresnadillo, adattato da una sceneggiatura scritta
dallo sceneggiatore di La furia dei TitaniDan Mazeau. Oltre
a recitare, Millie Bobby Brown è anche produttrice
esecutiva attraverso la sua società PCMA
Productions insieme a Zack Roth, Chris Castaldi e
Mazeau. Anche Joe Roth e Jeff
Kirschenbaum si sono uniti al progetto come produttori. Il
film è disponibile su Netflix dall’8 marzo.
La star di Stranger Things, Millie
Bobby Brown, è stata scelta dalla Legendary
Pictures per interpretare Enola Holmes,
sorella quattordicenne di Sherlock Holmes.
A dare la notizia è Deadline che riporta le
prime novità in merito all’ennesimo progetto basato sui personaggi
di Sir. Arthur Conan Doyle. Questa volta però la
fonte principale del film saranno i sei romanzi Young Adult firmati
da Nancy Springer, che hanno come
protagonista proprio la piccolina di casa Holmes.
La giovane Millie
produrrà il film sotto il marchio della sua PCMA
Productions.
I programmi sono quelli di dare il
via a un franchise, forti del grande appeal della famiglia Holmes
sul pubblico e del nome della Brown, molto amata dai fan della
serie Netflix, che hanno applaudito anche la
seconda stagione.
Nell’episodio della serie
BBC Sherlock, con Benedict
Cumberbatch e Martin Freeman, abbiamo
visto Eurus Holmes, sorella minore di Sherlock e Mycroft,
interpretata da Sian Brooke. Adesso però il
personaggio assumerà dei tratti completamente diversi.
Intanto Millie Bobby
Brown ha un immediato futuro molto impegnato. Mentre è già
trai protagonisti di Godzilla King of Monsters, la vedremo
probabilmente anche in Le Cronache di Narnia: la Sedia
d’Argento e, ovviamente, nella terza stagione di
Stranger Things, in cui torna a interpretare
Eleven/Jane.
Millie Bobby Brown ha confessato di non aver
mai visto un film di Harry Potter o di Star Wars, né tantomeno un cinecomic Marvel o DC. La giovane attrice ha raggiunto la fama
mondiale grazie al ruolo di Undici nell’acclamata serie
Stranger Things prodotta da Netflix. Il suo personaggio ha raggiunto in breve
tempo un successo incredibile, al pari dello stesso show, diventato
uno dei preferiti dei fan.
Il cast di Stranger Things è attualmente al lavoro sulla quarta
stagione della serie, che dovrebbe debuttare nel 2022. Nel
frattempo Brown ha recitato in diversi film di successo, tra cui
Godzilla II: King of the Monsters (ritroveremo
il suo personaggio anche nell’atteso
Godzilla vs. Kong) ed Enola Holmes, film incentrato sulla sorella
minore del celebre investigatore.
Ora, in una recente intervista con
MTV News, Millie Bobby Brown ha amesso di non aver mai
visto uno dei capitoli delle saghe di Harry Potter o Star Wars, né tantomeno un cinecomic Marvel o DC, generando costernazione tra i suoi più
cari amici. L’attrice ha spiegato di preferire, da spettatrice, le
commedie romantiche ai grandi blockbuster di successo. Proprio
perché il suo lavoro l’ha portata ad essere protagonista di quel
tipo di universo, ha spiegato che preferisce guardare “cose più
aderenti alla realtà”.
“Non ho mai visto un film
Marvel. Non ho mai visto un film
DC. È una notizia, lo so!”, ha dichiarato l’attrice. “Non
sono propriamente il mio genere, ma sarei comunque aperta ad una
possibile visione. La verità è che quando scelgo di guardare un
film, non penso mai a quel tipo di prodotto. Preferisco le storie
romantiche, come Le pagine della nostra vita. Non impazzisco per i
grande blockbuster, forse perché faccio già parte di quel mondo in
quanto attrice. Ho già a che fare con quel genere di cose per
lavoro, quindi preferisco vedere qualcosa che somigli più alla
realtà. Non ho neanche mai visto Harry Potter o Star
Wars. Ogni volta i miei amici mi guardano e mi chiedono: ‘Com’è
possibile?’. E io rispondo semplicemente: ‘Non lo so’.”
Millie Bobby Brown
sarà la protagonista di The Thing About Jellyfish,
adattamento cinematografico del romanzo young adult scritto da
Ali Benjamin e pubblicato nel 2015 che vedrà alla
regia Wanuri Kahiu (qui al suo debutto in un
lungometraggio) e alla sceneggiatura Molly Smith
Metzler (Shameless, Orange is the new black,
Casual).
La storia originale riprende il
tradizionale percorso di crescita e consapevolezza di sé di
un’adolescente, Suzy, nel suo coming of age mentre si
appresta a frequentare le scuole medie. Ma quando il suo ex
migliore amico muore annegato, la ragazza non riesce a credere alla
casualità degli eventi ed è convinta che la vera ragione di questa
tragedia si nasconde dietro l’attacco di una misteriosa medusa.
Stretta nel suo straziante dolore,
Suzy preferirà nascondersi nel silenzioso mondo della sua
immaginazione iniziando a mettere in piedi un piano di evidenze per
dimostrare la sua teoria. E il libro di Benjamin, a cui il film si
ispira, segue proprio il viaggio della protagonista in questa
scoperta delle idee di vita e di morte, della fragilità delle
amicizie e della speranza che possiamo trovare nella porta
accanto.
Tra i produttori di The
Thing About Jellyfish figurano anche Reese
Witherspoon e Bruna Papandrea.
Vi ricordiamo che l’attrice tornerà
presto al cinema con Godzilla: King of
the Monsters (dal 31 maggio in sala) al fianco di
Vera Farmiga, blockbuster diretto da
Michael Dougherty che vede nel
cast Bradley Whitford, Thomas Middleditch, O’Shea
Jackson Jr., Ken
Watanabe e Sally Hawkins.
In estate invece sarà la volta della
terza attesa stagione di Stranger Things, serie originale
Netflix ideata dai fratelli Matt e Ross Duffer in
arrivo sulla piattaforma streaming il 4 Luglio 2019 con i nuovi
episodi. Insieme alla Brown ci saranno, ovviamente, Wynona
Rider, David Harbour, Finn
Wolfhard, Gaten Matarazzo, Caleb
McLaughlin, Noah Schnapp, Charlie
Heaton e Natalia Dyer.
X-23 è senza dubbio una delle parti
migliori di Logan, con Hugh
Jackman, ma l’attrice che la interpreta poteva essere
molto diversa. Durante una puntata di Actors on
Actors di Variety, Millie
Bobby Brown, star di Stranger Things, ha dichiarato di
aver sostenuto il provino per la parte di Laura.
Il ruolo di Laura è poi andato a
Dafne Keen che ha offerto al pubblico un ritratto
emozionante e magnetico della piccola mutante, “figlia” di
Wolverine.
La carriera di Millie
Bobby Brown è decisamente in ascesa. Dopo la travolgente
partecipazione alla prima stagione dello show Netflix, Millie tornera a essere Undici nella seconda
stagione e ha in programma anche Godzilla King of Monster, in cui reciterà al fianco
di Vera Farmiga.
Netflix ha diffuso il nuovo reel dei titoli
originali che vedremo nel 2023, e tra questi spicca
Damsel, il film che la piattaforma ha prodotto in
contributo alla costruzione della carriera di Millie Bobby Brown, che ne è la
protagonista.
La prima foto del film mostra
l’attrice, conosciuta al mondo per il ruolo di Undici in Stranger Things, nei panni di
Elodie, una principessa che accetta di sposare
l’affascinante principe Henry prima di rendersi conto che la sua
famiglia reale l’ha reclutata come sacrificio a un drago per
ripagare un antico debito. Quando diventa chiaro che nessun
cavaliere in armatura scintillante verrà a salvarla, Elodie decide
di prendere in mano la situazione e uccidere lei stessa la bestia
sputa fuoco.
Non abbiamo ancora un trailer, ma il
look di Brown, il cast del film, che comprende Angela Bassett e Robin Wright, e la storia fanno pensare a un
fantasy action e divertente. Di seguito, l’immagine:
After being sacrificed to a bloodthirsty
dragon, a young damsel soon realizes that no one is coming and that
she must save herself.
Legendary Pictures ha
diffuso le prime immagini ufficiali di Enola
Holmes, il nuovo film che sarà distribuito da Netflix a settembre, con protagonista Millie Bobby Brown (Stranger Things) nei panni della
sorella minore di Sherlock Holmes. Nel cast del film, oltre a
Brown, anche Henry Cavill, Sam Claflin e
Helena Bonham Carter nei panni della nuova
famiglia Holmes.
Le ultime due incarnazioni di
Sherlock Holmes, tra cinema e tv, sono state quelle di
Robert Downey Jr. per la Warner Bros, nei film
diretti da Guy Ritchie, e di Benedict
Cumberbatch, per la BBC, nell’adattamento seriale che lo
ha visto al fianco di Martin Freeman / John
Watson. Di seguito le immagini dal film in cui compaiono anche
Claflin e Cavill:
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Il film sarà ambientato nel 1880 e
seguirà la giovane Enola che parte da sola alla volta di Londra in
cerca di sua madre, scomparsa misteriosamente nel giorno del suo
16esimo compleanno. Durante il suo viaggio, Enola si troverà al
centro di una grande cospirazione che potrebbe avere gravi
conseguenze sul corso della politica e della sua storia.
La fonte principale del film saranno
i sei romanzi Young Adult della serie “The
Enola Holmes Mysteries” firmati da Nancy
Springer, che hanno come protagonista proprio la piccolina
di casa Holmes. Il film sarà diretto da Harry Bradbeer (Fleabag,
Killing Eve) e sceneggiato da Jack Thorne. Nel cast figurano anche
Henry Cavill (nei panni di Sherlock Holmes) e
Helena Bonham Carter (in quelli della madre di
Enola).
Enola Holmes segnerà la seconda
esperienza cinematografica di Millie Bobby Brown. La giovane attrice ha
debuttato sul grande schermo lo scorso anno in Godzilla II – King of the Monsters, film di
Michael Dougherty e sequel del film del 2014 Godzilla.
Netflix ha diffuso il primo teaser ufficiale di
Enola Holmes, il nuovo film che sarà distribuito
dalla piattaforma a settembre, con protagonista Millie Bobby Brown (Stranger Things) nei panni della
sorella minore di Sherlock Holmes. Nel cast del film, oltre a
Brown, anche Henry Cavill, Sam Claflin e
Helena Bonham Carter nei panni della nuova
famiglia Holmes.
Le ultime due incarnazioni di
Sherlock Holmes, tra cinema e tv, sono state quelle di
Robert Downey Jr. per la Warner Bros, nei film
diretti da Guy Ritchie, e di Benedict
Cumberbatch, per la BBC, nell’adattamento seriale che lo
ha visto al fianco di Martin Freeman / John
Watson.
Il film sarà ambientato nel 1880 e
seguirà la giovane Enola che parte da sola alla volta di Londra in
cerca di sua madre, scomparsa misteriosamente nel giorno del suo
16esimo compleanno. Durante il suo viaggio, Enola si troverà al
centro di una grande cospirazione che potrebbe avere gravi
conseguenze sul corso della politica e della sua storia.
La fonte principale del film saranno
i sei romanzi Young Adult della serie “The
Enola Holmes Mysteries” firmati da Nancy
Springer, che hanno come protagonista proprio la piccolina
di casa Holmes. Il film sarà diretto da Harry Bradbeer (Fleabag,
Killing Eve) e sceneggiato da Jack Thorne. Nel cast figurano anche
Henry Cavill (nei panni di Sherlock Holmes) e
Helena Bonham Carter (in quelli della madre di
Enola).
Enola Holmes segnerà la seconda
esperienza cinematografica di Millie Bobby Brown. La giovane attrice ha
debuttato sul grande schermo lo scorso anno in Godzilla II – King of the Monsters, film di
Michael Dougherty e sequel del film del 2014 Godzilla.
L’abbiamo amata tutti nel ruolo di
Undici in Stranger Things, ma adesso
Millie Bobby Brown vuole fare qualosa di diverso.
La giovane attrice che al momento è impegnata con la seconda
stagione della serie Netflix e con un tour di convention negli Usa, ha
dichiarato al Rhode Island Comic-Con che le
piacerebbe essere una giovane principessa Leia nel Franchise di
Star
Wars. L’idea non è poi troppo assurda, visto che è in
produzione uno spin off su Han Solo che racconterà la giovinezza
del personaggio di Harrison Ford, per cui perché non puntare anche
sull’adolescenza di Leia?
Millie Bobby Brown
vuole essere la giovane Principessa Leia
Ecco cosa ha detto Millie
Bobby Brown: “Mi piacerebbe recitare in Star Wars come
giovane Principessa Leia. Amerei fare qualcosa di radicalmente
diverso da Undici o Madison (il suo personaggio nella serie di BBC
America Intruders).”
Dopo la bellissima interpretazione
di Eleven in Stranger Things, serie
Netflix di grande successo, Millie
Bobby Brown si sta preparando a debuttare sul grande
schermo nel sequel di Godzilla.
Secondo il report la giovane
attrice, al momento impegnata nella seconda stagione dello show
Netflix, sarà la protagonista, anche se non sono
stati rivelati ancora ulteriori dettagli sul personaggio.
Millie Bobby Brown
di Stranger Things nel sequel di
Godzilla
Al timone del film è stato da poco
annunciato Michael Dougherty, regista di
Krampus, a seguito dell’abbandono di
Gareth Edwards. A produrre il film ci sono sempre
Warner Bros e Legendary, che sono anche impegnate insieme nello
sviluppo di Godzilla Vs Kong, previsto
per il 20 maggio 2020.
Il film che dovrebbe intitolarsi
Godzilla: King of Monsters vede quindi la giovane
Millie Bobby Brown protagonista, solo 12 anni,
mentre ancora incerti sono tutti gli altri dettagli.
L’attrice Millie Bobby Brown ha pubblicato un post su
Instagram per affrontare una conversazione “molto necessaria” che
riguarda ogni “giovane donna che cresce sotto lo sguardo del
pubblico”, rimproverando ai media di passare il tempo a
“sezionare” il suo aspetto in articoli
“inquietanti”. “Ho iniziato a lavorare nel settore
quando avevo 10 anni”, ha esordito l’attrice in un video
postato, riportando le sue parole anche nella didascalia
sottostante. “Sono cresciuta davanti al mondo e, per qualche
motivo, la gente non riesce a crescere con me. Invece, si
comportano come se dovessi rimanere congelata nel tempo, come se
dovessi avere ancora l’aspetto che avevo nella stagione 1 di
Stranger Things. E poiché non lo faccio, ora
sono un bersaglio”.
L’attrice, ora protagonista
di TheElectric State, ha poi elencato alcuni post
che esemplificano l’argomento in questione: “Perché i Gen Zers
come Millie Bobby Brown invecchiano così male?“, a ‘Cosa ha fatto
Millie Bobby Brown al suo viso?’, a ‘Millie Bobby Brown scambiata
per la mamma di qualcuno mentre guida con la sorella minore a Los
Angeles’, a ‘Matt Lucas di Little Britain si scaglia selvaggiamente
contro il nuovo look da ’mamma rifatta” di Millie Bobby
Brown”, aggiungendo che l’ultimo esempio è stato ‘amplificare
un insulto piuttosto che chiedersi perché un uomo adulto stia
prendendo in giro l’aspetto di una giovane donna.
Brown ha continuato: “Questo non
è giornalismo. Questo è bullismo. Il fatto che scrittori adulti
passino il loro tempo a esaminare il mio viso, il mio corpo, le mie
scelte è inquietante. E il fatto che alcuni di questi articoli
siano scritti da donne lo rende ancora peggiore. Parliamo sempre di
sostenere ed elevare le giovani donne, ma quando si arriva al
dunque, sembra molto più facile demolirle per fare clic. Le persone
disilluse non riescono a sopportare che una ragazza diventi una
donna, alle sue condizioni, non alle loro. Mi rifiuto di scusarmi
per essere cresciuta. Mi rifiuto di rimpicciolirmi per adattarmi
alle aspettative irrealistiche di chi non riesce a sopportare di
vedere una ragazza diventare donna. Non proverò vergogna per il mio
aspetto, per come mi vesto o per come mi presento”.
L’attrice ha poi così concluso il
suo appassionato discorso: “Siamo diventati una società in cui
è molto più facile criticare che fare un complimento. Perché è una
reazione istintiva dire qualcosa di orribile piuttosto che dire
qualcosa di carino? Se avete un problema con questo, devo
chiedermi: Cos’è che vi mette così a disagio? Dobbiamo agire
meglio. Non solo per me, ma per ogni giovane ragazza che merita di
crescere senza la paura di essere fatta a pezzi per il solo fatto
di esistere”. Qui di seguito, ecco il video pubblicato
dall’attrice:
Millie Bobby Brown aveva già
criticato questo tipo di situazioni
Entrata nell’industria
dell’intrattenimento all’età di 12 anni e dopo aver affrontato una
rapida ascesa alla fama grazie al successo della serie
fantascientifica di Netflix, la Brown ha già parlato dell’esperienza
“davvero travolgente” di crescere sotto gli occhi del pubblico.
“Nelle ultime due settimane, dopo il compimento dei 18 anni, ho
affrontato maggiormente questo problema, vedendo la differenza tra
il modo in cui la gente si comporta e il modo in cui la stampa e i
social media hanno reagito alla mia maggiore età”, ha
dichiarato Brown nel 2022. “Credo che questo non dovrebbe
cambiare nulla, ma è disgustoso ed è vero, e… è una
rappresentazione molto indicativa di ciò che sta accadendo nel
mondo e di come le giovani ragazze vengono sessualizzate”.
Ecco il trailer di Miller’s
Girl, il film di Jade Halley Bartlett con
Martin Freeman e Jenna Ortega.La
star di MercoledìJenna Ortega nell’inedito ruolo di femme
fatale insieme a Martin Freeman, amatissimo volto di Bilbo
Baggins nella trilogia de Lo Hobbit e di John
Watson nella serie tv Sherlock.
Miller’s Girl, la
trama
Cairo (Jenna Ortega), una giovane
studentessa con uno spiccato talento per la scrittura, viene notata
dal suo insegnante (Martin Freeman) che le assegna un progetto che
coinvolgerà entrambi in un intreccio sempre più complesso. Mentre i
confini si confondono e le loro vite si intrecciano, il professore
e la sua protetta devono fare i conti con i loro lati più oscuri,
cercando di proteggere se stessi e tutto quello che
hanno di più caro.
Ecco gli splendidi Titoli di testa di Millennium: Uomini che
odiano le donne, il film di David Fincher che tra poco arriverà
nelle sale italiane.
Dal 3 febbraio al cinema. Diretto
da David Fincher, con Daniel Craig e Rooney Mara Le immagini della
sequenza di apertura del film che accompagnano la meravigliosa
“Immigrant Song” di Karen O, Trent Reznor e Atticus Ross.