Guarda il Trailer italiano di
Maze
Runner – Il labirinto, il thriller sci-fi diretto
da Wes Ball, con Dylan
O’Brien, Kaya Scodelario, Will
Poulter, Thomas
Brodie-Sangster eAml Ameen. Maze
Runner uscirà in Italia a settembre, distribuito dalla
Twentieth Century Fox.
Basato sul celebre best seller,
MAZE RUNNER è ambientato in un mondo post-apocalittico, nel
quale Thomas è rinchiuso in una comunità di ragazzi, dopo che la
sua memoria è stata cancellata. Dopo aver scoperto di essere
rinchiusi in un labirinto, Thomas si unirà ai suoi amici “runners”
non solo per scappare dal labirinto, ma anche per risolvere il
mistero e svelare il segreto su chi li ha portati lì, e perché.
ratto dal bestseller per ragazzi,
“Maze
Runner – Il labirinto” è un thriller ambientato in un
mondo post apocalittico, in cui Thomas (Dylan O’Brien) si ritrova
rinchiuso in una comunità per ragazzi dopo che la sua memoria è
stata cancellata. Una volta scoperto di trovarsi in un labirinto,
Thomas unirà le sue forze con i “runners” non solo per uscire dal
labirinto, ma per risolvere il mistero che aleggia su chi li ha
condotti là e perché. Cast Dylan O’Brien, Kaya Scodelario, Will
Poulter, Thomas Sangster and Aml Ameen. Directed by Wes Ball.
Arriva al cinema, dopo tanta
attesa, il primo capitolo tratto della fortunata saga di libri di
James Dashner, Maze Runner – Il
Labirintoper la regia di Wes
Ball.
Maze Runner – Il Labirinto, la
trama
La storia di Maze Runner –
Il Labirinto segue Thomas (Dylan
O’Brien), un ragazzo che si risveglia in un ascensore
buio senza ricordarsi chi sia, dove si trova o quale sia il suo
passato. Terminata la salita, le porte si aprono su un capannello
di ragazzi che lo “accolgono” nella radura, uno spazio aperto di
campi e boschi ma circondato da altissime mura impenetrabili. Al di
là di esse un intricato labirinto li circonda, rendendogli
impossibile la fuga. A capo del gruppo ci sono Alby (Aml
Ameen) e Newt (Thomas Brodie-Sangster)
che gli spiegano che ogni mese l’ascensore porta su un ragazzo,
senza identità o passato, ma sono riusciti con il tempo a costruire
una società, dividendosi i compiti quotidiani ed evitando
conflitti.
Al debutto sul grande schermo
troviamo Dylan O’Brien, uno dei giovani attori più
promettenti di oggi, famoso per la serie tv targata Mtv, Teen Wolf. O’Brien mostra intelligenza e
prestanza nell’interpretare Thomas, dandogli quel giusto sguardo
smarrito ma anche l’adeguata grinta che lo spingono ad essere un
leader nella radura. Accanto a lui, riconosciamo il giovane volto
di Thomas Brodie-Sangster nei panni di Newt, che è
cresciuto da quando aveva problemi di cuore in
Love Actually. Kaya Scodelario non brilla nella sua
performance, relegata in poche scene, ma è giusta nel ruolo della
tosta Teresa.
Il punto di forza del film si trova
nel guardare tutta la situazione da gli occhi ignoranti di Thomas.
Lo spettatore, come lo stesso protagonista, non sanno dove si
trovano, né perché e vengono a scoprire la verità pian piano che la
trama va avanti. Se da una parte questo aiuta nella narrazione,
d’altro canto crea confusione e smarrimento, fino alle ultime scene
del film, dove finalmente viene spiegato qualcosa. Si può dire sia
un’arma a doppio taglio: troppe cose sono lasciate al caso, troppe
domande non hanno avuto risposta, ma bisogna essere consapevoli
che, botteghino permettendo, questo capitolo è solo il primo, e
quindi ci sarà tempo e modo di spiegare tutto.
Registicamente, in certi punti ci
si sente all’interno di un video gioco, correndo e scappando dal
nemico insieme a Thomas, e la voglia di impugnare un joystick ed
aiutarlo durante queste scene, è tanta. Il cast è stato scelto
accuratamente per attirare una certa fetta di pubblico e il film è
ben realizzato, seppur tradendo alcuni punti del libro, ma
Maze Runner – Il Labirinto ha tutte le carte
in regola per diventare un nuovo cult del genere.
Ecco un nuovo trailer per
Maze
Runner – Il labirinto, prossima saga fantascientifica
basata sulla trilogia letteraria di JamesDashner. Il trailer è stato diffuso da Yahoo! Movie:
Basato sul romanzo “The Maze
Runner” di James Dashner, il film racconta la storia di Thomas, un
giovane che si risveglia senza memoria (si ricorda solo il suo
nome) e circondato da ragazzi della sua età. I giovani si trovano
al centro di un labirinto in continua mutazione ma per scappare
devono riuscirne a risolvere gli indovinelli.
Maze
Runner – Il labirinto è diretto da Wes
Ball e vede nel cast Will Poulter, Thomas
Brodie-Sangster, Aml Ameen, Kaya Scodelario, Dylan
O’Brien.
La 20th Century
Fox ha da poco rilasciato un nuovo spot tv e una nuova
featurette per Maze
Runner – Il labirinto, nuovo lavoro del regista
Wes Palla, che potremo ammirare al cinema a
partire dal prossimo 19 settembre. E noi vi
proponiamo il tutto proprio qui di seguito!
Basato sul romanzo The
Maze Runner di James Dashner, il
film racconta la storia di Thomas, un giovane che
si risveglia senza memoria (si ricorda solo il suo nome) e
circondato da ragazzi della sua età. I giovani si trovano al centro
di un labirinto in continua mutazione ma per scappare devono
riuscirne a risolvere gli indovinelli.
Maze
Runner – Il labirinto è diretto da Wes
Ball e vede nel cast Will Poulter,
Thomas Brodie-Sangster, Aml Ameen, Kaya Scodelario, Dylan
O’Brien. Il film uscirà il 24 settembre al cinema.
Negli ultimi anni il cinema è stato
invaso da numerosi film di fantascienza ambientati in un futuro
distopico, ma pochi hanno avuto successo quanto la
Maze Runner – Il labirinto (qui
la recensione). Primo di una trilogia seguita poi dai capitoli
La fuga e La
rivelazione, questo è la trasposizione dell’omonimo
romanzo del 2009, facente parte di una vera e propria saga
letteraria, composta da una trilogia principale e due romanzi
prequel. Scritto da James Smith Dashner, il libro
ebbe un ampio successo tra le giovani generazioni di lettori, i
quali potevano ritrovare al loro interno molte tematiche a loro
care.
Data la sua crescente popolarità,
molti studios cinematografici cercarono di acquisirne i diritti per
una trasposizione, ma solo la Fox riuscì infine nell’operazione.
Diretto da Wes Ball, il film contribuì inoltre a
lanciare le carriere dei giovani protagonisti. Attori come
Dylan O’Brien,
Kaya Scodelario, Thomas Brodie-Sangster e Will Poulter sono oggi apprezzati interpreti
distintisi in altri noti film di successo. Proprio per questa
trilogia, inoltre, molti di loro ebbero modo di vedersi premiati a
popolari premi come i Teen Choice Awards e gli MTV Movie
Awards.
La scelta degli attori, come anche
la grande attenzione nei confronti della storia contenuta nel
libro, furono poi premiati da un considerevole successo di
pubblico.
Maze Runner – Il labirinto arrivò infatti ad incassare
circa 348 milioni di dollari nel mondo, a fronte di un budget di
soli 34. In questo articolo, approfondiamo dunque alcune delle
principali curiosità relative a
Maze Runner – Il labirinto. Proseguendo qui nella
lettura sarà infatti possibile ritrovare ulteriori dettagli
relativi alla trama, al cast di
attori e, soprattutto, alle differenze con il
libro. Infine, si elencheranno anche le principali
piattaforme streaming contenenti il film nel
proprio catalogo.
Protagonista del film è
Thomas, adolescente che si risveglia all’interno
di un ascensore sotterraneo, senza alcun ricordo della sua
identità. Da qui viene condotto in un’area erbosa chiamata “la
Radura”, dove si unisce ad altri ragazzi che vivono seguendo le
regole di una società rudimentale. Lentamente, il ragazzo apprende
che l’unica via d’uscita da quella sorta di prigione è il vasto
labirinto che circonda il lembo di terra in cui vivono. Questo
nasconde tuttavia più pericoli di quello che sembra, come i
“Dolenti”, misteriose creature che vagano nel labirinto. Con
l’arrivo nel gruppo di Teresa, i giovani
prigionieri dovranno cercare un modo per uscire da
quell’incubo.
Il cast di attori del film
Protagonista del film è l’attore
Dylan
O’Brien, nel ruolo di Thomas. O’Brien era però stato
inizialmente scartato dal regista poiché la sua capigliatura non
lasciava trasparire quella certa fragilità ricercata per il ruolo.
In quel periodo l’attore era impegnato nelle riprese della serie
Teen Wolf e sfoggiava una capigliatura particolarmente
vistosa. Per sua fortuna, una sua foto con i capelli corti finì poi
nelle mani di Ball, il quale si pentì di averlo giudicato
negativamente e decise di richiamarlo, convinto che avrebbe potuto
essere l’attore giusto per la parte. Una volta comunicatagli la
notizia, O’Brien ebbe soltanto quattro giorni di tempo per leggere
il romanzo e informarsi sulla sua storia.
L’attore Will
Poulter decise invece di proporsi sia per il ruolo di Newt
che per quello di Gally, finendo con l’ottenere quest’ultimo.
Aml Ameen interpreta Alby, il primo arrivato nella
Radura e leader del gruppo. Per il ruolo di Teresa, l’attrice
Kaya
Scodelario fu da subito la prima scelta per il
regista. Questi si convinse che fosse la persona giusta per la
parte dopo averla vista recitare nella serie Skins.
Particolarmente coinvolta dal progetto, la Scodelario decise di
allenarsi al fine di poter eseguire personalmente le acrobazie
richieste per il film, senza avvalersi di controfigure. Nel film,
pertanto, è realmente lei in ognuna delle sue scene, anche quelle
più pericolose.
Ad interpretare Newt, uno dei
leader, è invece l’attore Thomas Brodie-Sangster,
mentre Ki Hong Lee è Minho, uno degli esploratori.
Infine, l’attrice Patricia Clarkson è Ava Paige,
direttrice dell’organizzazione WCKD. Completano il
cast Don McManus nel ruolo dell’Uomo
Mascherato, Joe Adler in quello di
Zart, Blake Cooper come Chuck
e Jacob Latimore nel ruolo di Jeff. Per
prepararsi al film, l’intero cast di giovani protagonisti fu
portato a partecipare ad una sfida di sopravvivenza nella radura,
dove hanno imparato a costruirsi da sé strumenti e a mettersi al
riparo dalla natura circostante.
Le differenze tra il libro e il
film
Nel dar vita ad un adattamento
cinematografico del romanzo, gli autori confermarono l’intenzione
di rimanere quanto più fedeli possibile al testo di Dashner. Il
passaggio dalla pagina al grande schermo prevede però delle
necessarie modifiche. La prima di queste è che nel romanzo
le mura del labirinto sono particolarmente più
alte rispetto a quelle viste nel film, e tale pericoloso
ambiente è inoltre contenuto all’interno di una cupola
artificiale, cosa che non si ritrova nel film. Eliminare o
ridurre tali aspetti ha permesso al film di poter sfruttare
diversamente questi spazi rispetto a come avviene all’interno del
romanzo.
Di particolare importanza sono anche
le modifiche relative al rapporto tra Thomas e
Teresa. Nel film è infatti del tutto assente la loro
connessione telepatica, come anche i flashback del loro comune
passato. Un cambiamento che li ha dunque resi maggiormente estranei
l’un l’altro rispetto a quanto previsto dallo scrittore. Sempre il
personaggio di Teresa è al centro di un’altra considerevole
modifica. Nel libro, infatti, questa dal momento del suo arrivo
nella Radura rimane in coma per circa metà della
storia, nel film al contrario si risveglia subito. Ciò è
dovuto dalla necessità di avere un personaggio attivo anziché
dormiente.
Ad essere state modificate sono
inoltre le creature che minacciano la quiete del
gruppo. I Dolenti, infatti, vengono raffigurati nel film
come enormi pulci con gambe di metallo e pericolosi pungiglioni.
Nel libro, invece, queste creature si muovono rotolando, possedendo
zampe interne che estraggono solo per attaccare. Tali mostri,
inoltre, nel film attaccano il gruppo in un’unica volta, mentre nel
libro rapiscono i ragazzi uno alla volta. Sempre riguardo al
gruppo, nel libro tutti i ragazzi entrano nella radura, mentre nel
film tale compito viene inizialmente affidato ad un solo
personaggio, ovvero Alby.
È possibile fruire
di Maze
Runner – Il labirinto grazie alla sua presenza su
alcune delle più popolari piattaforme streaming presenti oggi in
rete. Questo è infatti disponibile nei cataloghi di Rakuten
TV, Apple TV, Prime Video, Disney+ e Netflix. Per vederlo, una volta scelta la
piattaforma di riferimento, basterà noleggiare il singolo film o
sottoscrivere un abbonamento generale. Si avrà così modo di
guardarlo in totale comodità e ad un’ottima qualità video.
La 20th Century
Fox ha diffuso online il primo trailer ufficiale di
The Maze Runner, prossima saga
fantascientifica basata sulla trilogia letteraria di
JamesDashner. Insieme al
trailer, è arrivato anche il primo poster ufficiale. Trovate tutto
di seguito:
Qui la trama del primo romanzo:
Basato sul romanzo “The Maze
Runner” di James Dashner, il film racconta la storia di Thomas, un
giovane che si risveglia senza memoria (si ricorda solo il suo
nome) e circondato da ragazzi della sua età. I giovani si trovano
al centro di un labirinto in continua mutazione ma per scappare
devono riuscirne a risolvere gli indovinelli.
The Maze
Runner è diretto da Wes Ball e
vede nel cast Will Poulter, Thomas Brodie-Sangster, Aml
Ameen, Kaya Scodelario, Dylan O’Brien.
Il prossimo 8
ottobre arriverà in Italia Maze
Runner – Il labirinto, il film
di Wes Ball, con Dylan
O’Brien e Thomas
Brodie-Sangster. Ecco le foto della Teen
Vogue Premiere del film di New York.
Basato sul celebre best
seller, Maze Runner Il
labirinto è ambientato in un mondo
post-apocalittico, nel quale Thomas è rinchiuso in una comunità di
ragazzi, dopo che la sua memoria è stata cancellata. Dopo
aver scoperto di essere rinchiusi in un labirinto, Thomas si unirà
ai suoi amici “runners” non solo per scappare dal labirinto, ma
anche per risolvere il mistero e svelare il segreto su chi li ha
portati lì, e perché.
Mtv ha pubblicato le prime foto
ufficiali di Maze
Runner – Il labirinto prossima saga
fantascientifica basata sulla trilogia letteraria di
JamesDashner e prodotto dalla
20th Century Fox.
La storia può ricordare diversi
elementi di altre saghe, come Hunger
Games o Lost, e il film è adesso in
lavorazione per la regia di Wes Ball.
Ecco le prime immagini:
Qui la trama del primo romanzo:
Basato sul romanzo “The Maze Runner” di James Dashner, il film
racconta la storia di Thomas, un giovane che si risveglia senza
memoria (si ricorda solo il suo nome) e circondato da ragazzi della
sua età. I giovani si trovano al centro di un labirinto in continua
mutazione ma per scappare devono riuscirne a risolvere gli
indovinelli.
Maze
Runner – Il labirinto è diretto da Wes
Ball e vede nel cast Will Poulter, Thomas
Brodie-Sangster, Aml Ameen, Kaya Scodelario, Dylan
O’Brien.
Mentre continua a riscuotere un
buon successo negli USA oggi vi proponiamo una nuova clip del film
Maze
Runner – Il labirinto che uscirà nelle sale
cinematografiche italiane l’8 Ottobre. Maze
Runner – Il labirinto è diretto
da Wes Ball, con Dylan
O’Brien e Thomas
Brodie-Sangster.
Basato sul celebre best seller,
Maze
Runner – Il labirinto è ambientato in un mondo
post-apocalittico, nel quale Thomas è rinchiuso in una comunità di
ragazzi, dopo che la sua memoria è stata cancellata. Dopo
aver scoperto di essere rinchiusi in un labirinto, Thomas si unirà
ai suoi amici “runners” non solo per scappare dal labirinto, ma
anche per risolvere il mistero e svelare il segreto su chi li ha
portati lì, e perché.
La 20th Century
Fox ha rilasciato gli spot televisivi e una nuova
clip di Maze
Runner – Il
labirintodi Wes
Ball.
Ricordiamo che il film,
basato sul romanzo best-seller di James
Dashner, arriverà nelle sale il 19 settembre
e sarà interpretato da Dylan O’Brien, Kaya
Scodelario, Aml Ameen, Thomas
Brodie-Sangster e Will
Poulter.
Vi lasciamo alle immagini e alle nuovissime clip
di Maze Runner Il Labirinto, buona
visione.
Uscirà a settembre il primo
lungometraggio di Wes Ball intitolato
Maze
Runner – Il labirinto, il film tratto dall’omonimo
bestseller, con protagoniste alcune star televisive come
Kaya Scodelario (Skins),
Dylan O’Brien (Teen
Wolf), Thomas Brodie-Sangster
(Il Trono di Spade) e Will
Poulter (Come ti Spaccio la
Famiglia).
Di seguito trovate le foto mentre
cliccando qui potete
vedere il trailer italiano del film: [nggallery id=448]
Il film è ambientato in un mondo
post-apocalittico, nel quale Thomas è rinchiuso in una comunità di
ragazzi, dopo che la sua memoria è stata cancellata. Dopo
aver scoperto di essere rinchiusi in un labirinto, Thomas si unirà
ai suoi amici “runners” non solo per scappare dal labirinto, ma
anche per risolvere il mistero e svelare il segreto su chi li ha
portati lì, e perché.
Mazda, per il terzo
anno consecutivo, sarà lo Sponsor Ufficiale della Festa del Cinema
di Roma 2015 e la presenza Mazda di quest’anno sarà ancora più
evidente e sicuramente più anticonvenzionale che mai.
Il cinema rappresenta una grande
passione per milioni di spettatori in tutto il mondo; si tratta di
raccontare storie che facciano vivere a chi le ascolta
un’esperienza eccezionale, la stessa sensazione che si ha al
volante di una vettura Mazda.
Ma la ragione per cui Mazda rinnova
anche quest’anno la sua presenza alla Festa del Cinema di Roma è
qualcosa che va al di là di questo.
Come Mazda, la Festa del Cinema di
Roma non segue il pensiero convenzionale. Questo evento non sarà
quest’anno un tradizionale Festival del Cinema – con premi e
riconoscimenti, vincitori e vinti, giudici e giurie. Sarà invece
una vera e propria ‘Festa’, una celebrazione, un posto dove la
gente può festeggiare la sua pura passione per il Cinema, come
Mazda celebra ogni giorno un’altra grande passione – la guida – un
piacere condiviso in tutto il mondo da milioni di persone.
Il nuovo Direttore Artistico della
Festa, Antonio Monda, è pronto a coinvolgere l’audience con
incontri con i talent movie più famosi del mondo: un altro modo
anticonformista per vivere e sperimentare l’essenza del Cinema.
Ecco perché Mazda è partner della
Festa del Cinema di Roma, restando coerente con lo spirito che
abbiamo chiamato ‘never stop challenging’, la sfida senza fine. Per
rendere omaggio proprio a questo spirito, la Casa Giapponese
porterà alla Festa, come vero e proprio “eroe” della sua gamma, il
suo Roadster, la nuovissima versione di MX-5, la vera icona della
pura passione di guida.
Per continuare a celebrare questa
pura passione nel migliore dei modi, Mazda sta preparando una
nutrita serie di attività molto coinvolgenti per il pubblico
presente alla “Festa del Cinema”, dal 16 al 24 Ottobre.
Ci sarà, ad esempio, il MAZDA CINEMA
HALL, una grande sala con ben 1000 posti interamente dedicate ai
visitatori della Festa con una programmazione dei migliori film nel
corso dell’intero evento. Il FOYER del Mazda Cinema Hall ospiterà
mostre ed esibizioni offerte da Mazda e dall’organizzazione della
Festa, che sottolineeranno allo stesso la passione pura sia per il
cinema che per la guida.
All’interno del Villaggio della
Festa, avremo anche la MAZDA LOUNGE, che ospiterà personalità e
attori del mondo del cinema per i loro incontri con la stampa.
All’interno della Lounge, ci sarà un apposito corner dove ospiti e
visitatori potranno assaggiare, non solo in senso metaforico, la
Pure Passion per il Red Soul e per il Kodo design; la nuova Mazda
MX-5 verrà esposta in maniera “cinematografica”, per offrire ai
visitatori un assaggio della pura passione di guida che può
regalare l’iconica Roadster.
Oltre 50 vetture Mazda verranno
utilizzare sia all’interno del Villaggio che in giro per tutta la
città di Roma per offrire sia ai talents che agli ospiti della
Festa un pizzico della Pure Passion Mazda sia per il Cinema che per
la guida.
Sui social media e su Twitter – con
l’hashtag #MAZDAPUREPASSION – Mazda metterà in contatto i fan nel
corso della Festa, dando a tutti un assaggio della Passione Pura
che verrà celebrata nel corso dell’evento.
Con Mayor of
Kingstown, serie realizzata per Paramount+, Taylor Sheridan,
insieme al co-creator Hugh Dillon – continua a
raccontare l’America di confine. Nel suo film d’esordio da regista
I segreti di Wind River e nello show
Yellowstone aveva adoperato i grandi spazi per raccontare come lo
stato morale e sociale del singolo individuo si pieghino sotto il
peso di situazioni al limite, in cui la legge e lo stato hanno
abbandonato i cittadini a se stessi. In Mayor of
Kingstown questo discorso viene spinto alle estreme
conseguenze attraverso un ribaltamento fondamentale: in questo caso
protagonisti sono gli spazi angusti, i muri alti e i soffitti
troppo bassi delle prigioni. Ambienti dove tutti, sia coloro che
rappresentano la legge quanto quelli che l’hanno infranta, vivono
in una condizione di violenza fisica e psicologica
perpetua.
La trama di Mayor of Kingstown
La serie vede
protagonisti due fratelli, Mike e Mitch McKlusky, due avvocati che
si occupano di mantenere la “pace” tra detenuti, criminali del
luogo, polizia e guardie carcerarie in una cittadina che ha fatto
dell’istituzione carceraria il fulcro della propria esistenza, con
ben sette differenti prigioni nel giro di poche miglia quadrate (da
segnalare che Kingstown, Michigan è un’ambientazione inventata
eppure basata su Kingston, Ontario, dove Hugh Dillon è cresciuto e
dove risiedono addirittura nove istituti correzionali). Ai due il
compito di piegare la legge al fine di mantenere uno stato di
equilibrio instabile che, se infranto, potrebbe causare enormi
spargimenti di sangue sia dentro che fuori le mura dei
penitenziari.
Che lavori a un progetto
come sceneggiatore, regista, produttore creator, Taylor
Sheridan impone il suo marchio di fabbrica fatto di
personaggi “forti”, che non esitano a estrarre la pistola e
adoperarla quando si tratta di difendere quello status quo in cui
credono (forse fin troppo) ciecamente, e hanno spesso dedicato la
propria vita. Il suo modo di fare storytelling è potente, non
lavora di certo in sottrazione, anche se poi lascia spesso che
siano le frasi non dette a comporre la psicologia dei suoi
personaggi. Con Mayor of Kingstown si spinge però
dove non aveva fatto in precedenza, creando una serie di impatto a
volte quasi insostenibile.
La perdita di valori e di
umanità del mondo in cui Mike McKlusky tenta di
salvare il salvabile si esplicita in un tono livido, disperato.
Ogni episodio è impregnato di una tensione verso la violenza
tangibile e asfissiante, tanto da mettere in alcuni momenti a dura
prova la resistenza dello spettatore. In particolare l’ottavo dei
dieci episodi di cui è composta la prima stagione si tramuta in un
vero e proprio bagno di sangue come non se ne erano visti da molto
tempo a questa parte in una serie che non sia esplicitamente un
horror. Insomma, se volete vedere Mayor of
Kingstown siate pronti a immergervi dentro un incubo
contemporaneo che mette in scena la piaga dello stato delle carceri
americane con una forza espressiva come non se ne vedeva dai tempi
di Oz (HBO), di cui il prodotto di Sheridan e
Dillon è a tratti esplicito debitore.
Protagonista assoluto di
questa ballata dolorosa è un Jeremy Renner che sa benissimo come
interpretare un antieroe creato da Sheridan, come aveva già
straordinariamente dimostrato in I segreti di Wind River. È l’attore due volte
candidato all’Oscar che in più di un’occasione rende credibile o
quantomeno comunque efficace una serie che non evita di scivolare
talvolta in una certa retorica di fondo, pur non cercando mai di
nasconderla.
Mayor of
Kingstown infatti possiede il pregio di possedere una
confezione chiaramente mainstream senza concedere comunque nulla
allo spettacolo fine a sé stesso. Non addolcisce la pillola
riguardo quello che vuole denunciare e mostrare, al contrario lo
sbatte in faccia al pubblico con un coraggio e una forza che, anche
quando non pienamente condivisibili, rimangono comunque ammirevoli.
Mayor of Kingstown è un potente e preciso pungo
allo stomaco, e forse il dolore che provoca nel vederlo potrebbe
essere proprio quello che serve…
Se questa seconda
stagione dello show ideato da Taylor Sheridan e
Hugh Dillon si dimostra tutto sommato uno
spettacolo capace di interessare, paradossalmente lo deve alle
puntate della prima. E parliamo di paradosso perché, quando appunto
confrontata con
quanto visto in precedenza, la stagione 2 di Mayor of
Kingstown non regge minimamente il confronto.
I nuovi episodi che
vedono ancora una volta protagonista indiscusso il Mike McKlusky
interpretato da Jeremy Renner vivono in poche parole di
rendita: tutto quello che infatti era stato settato nella prima
stagione a livello di potenza espressiva, di spessore dei
personaggi, di ambientazioni e atmosfere capaci di restituire il
senso di orrore e tragedia imminente, riesce ad espandersi anche in
questi nuovi episodi come una nebbia minacciosa e incombente. Ben
presto però ci si rende conto che a livello principalmente di
scrittura è stato fatto un notevole passo indietro. Le trame di
questi nuovi episodi sono infatti sviluppate e messe in scena con
fretta eccessiva, segnale che probabilmente a livello narrativo la
stagione 2 di Mayor of Kingstown ha il fiato
corto: non appare ad esempio un caso se la maggior parte delle
puntate non arriva a quaranta minuti, anzi spesso se ne tiene ben
al di sotto. Eppure si ha fin troppo spesso la sensazione che per
tentare di chiudere il percorso narrativo di un episodio gli
scrittori siano ricorsi a deviazioni di trama inutili, o ancor
peggio alla delineazione approssimativa di alcuni personaggi.
A risentirne maggiormente
sono ad esempio la figura di Iris, la quale nelle prime puntate
viene sviluppata tramite comportamenti incoerenti, difficili da
sostenere a livello di credibilità. Nella stagione 2 di
Mayor of Kingstown tutto sembra avvenire in maniera troppo
veloce, e talvolta senza la necessaria logica: quando non si
arrivano a comprendere le motivazioni e le spinte interiori dei
personaggi, ecco che la loro bidimensionalità inizia a vacillare.
Addirittura Mike non risulta neppure lontanamente quella figura
tragica e dilaniata che avevamo amato e sofferto nella prima
stagione.
Mayor of Kingstown, la recensione della seconda stagione
Cosa salvare dunque dei
nuovi episodi dello show carcerario di Paramount +? Prima di tutto
l’ambientazione industriale durissima, spietata, che come in
precedenza non concede davvero nulla alla spettacolarizzazione del
prodotto. Sotto questo punto di vista il fatto che Stephen Kay sia
alla regia di tutti o quasi gli episodi contribuisce allo sviluppo
di una coerenza estetica precisa e ficcante. Mayor of
Kingstown rappresenta la delineazione di un microcosmo
molto coerente nella sua brutalità, e la seconda stagione almeno a
livello visivo si riallaccia alla precedente senza sfigurare.
Quando poi in scena si hanno attori come Jeremy Renner, la due volte premio Oscar
Dianne Wiest o un caratterista sempre affidabile
come Aidan Gillen, ecco che comunque qualcosa di
comunque degno di essere visto non può che venirne fuori.
Alla fine della visione
della stagione 2 di Mayor of Kingstown si ha
l’impressione che il tutto poteva esser raccontato, e meglio, con
la metà degli episodi che invece sono stati realizzati. L’esempio
lampante arriva proprio con l’ultima puntata, in cui Sheridan e il
resto delle menti dietro allo show si lasciano andare a gustosi
omaggi al cinema di genere – su tutti i film di Michael
Mann e il montaggio alternato de Il Padrino – salvo però
poi rovinare la tensione con un finale che si protrae all’infinito,
quando una maggiore coesione avrebbe senza dubbio contribuito a
tenere lo spettatore incollato alla sedia. Ed è questo in fin dei
conti il problema maggiore della seconda stagione, dilatata oltre
il possibile al fine di arrivare a coprire il necessario numero di
episodi. Il risultato si rivela troppo alterno per convincere
veramente, soprattutto dopo che la stagione 1 si era dimostrata
così efficace sotto ogni punto di vista.
Dopo una prima stagione
di indubbio spessore e
una seconda che invece si poggiava in maniera svogliata su
quanto seminato in precedenza, Mayor of
Kingstown 3, serie TV ideata da Taylor
Sheridan e Hugh Dillon e prodotta per
Paramount+,
risolleva le proprie sorti artistiche con una terza stagione che
torna sui binari narrativi consoni al dramma criminale/carcerario,
anche se alla fine risulta meno coesa ed emotivamente potente di
quanto avrebbe potuto, anzi a conti fatti dovuto.
Mayor of Kingstown 3 punta a rendere Mike
McLusky una figura shakespeariana
La strategia dei nuovi
episodi punta a rendere il protagonista Mike McLusky (Jeremy
Renner) una figura ancora più shakespeariana,
adoperando in primo luogo una voce off che insiste con efficacia su
un concetto ben preciso, gettando una vena malinconica sulla natura
di questo antieroe. La gestione dell’ordine sociale dentro e
soprattutto fuori le mura dei vari carceri che McLusky continua a
supervisionare viene messa a durissima prova da nuovi antagonisti,
primo tra tutti il
detenuto Merle Callahan (Richard Brake), esponente
della supremazia ariana e un tempo mentore dello stesso Mike quando
anche lui era stato rinchiuso in carcere. Ma come al solito le
fazioni criminali che tentano di controllare il territorio
continuano a darsi battaglia, spargendo sangue e dolore per le
strade e dietro le mura del penitenziario.
Una maggiore organicità rispetto alla seconda stagione
Gli episodi della terza
stagione di Mayor of Kingstown dimostrano fin
dalla prima puntata di possedere una organicità narrativa maggiore
rispetto a quelli della precedente, puntando all’efficacia della
storia e allo sviluppo dei personaggi invece che allo spettacolo in
molti casi fin troppo fine a se stesso, come successo appunto in
passato. La serie torna dunque a proporre momenti dove la tensione
e il dramma legato alle relazioni tra i personaggi tornano ad
essere il filo
conduttore, il legame emozionale che connette i capitoli. Non siamo
ai livelli degli inizi, ma il passo avanti rispetto alla
Stagione 2 è evidente e di conseguenza apprezzabile. Il
collante rimane ovviamente, e non poteva essere altrimenti, un
Jeremy Renner che si trova a proprio, completo
agio in questo ruolo, abilissimo come in passato ad esplorare non
soltanto la dimensione arcigna ma anche le pieghe maggiormente
umane e perfettibili di Mike.
Accanto a lui il solito
ruolo di caratteristi di indubbia efficacia, che ricoprono i
rispettivi ruoli con interpretazioni grezze e taglienti come i
personaggi. L’arrivo della sempre efficace Paula
Malcomson (Deadwood, Ray Donovan) è
un’addizione notevole al cast e quindi allo show intero. La
presenza di Richard Brake eleva poi il tono drammatico delle scene
in cui compare: la sua definizione della classica “mente” criminale
che adopera le parole al posto delle mani per produrre violenza è
di altissimo livello. L’attore visto in molti ruoli come questo
dipinge una personalità capace di repellere ma impossibile da
ignorare, degnissimo contraltare al carisma di Renner. I loro
ripetuti confronti raccontano con pienezza un rapporto complesso,
durissimo anche se basato su un rispetto reciproco di sottile
ambiguità. È proprio la “new entry” di Callahan a rendere McLusky
una figura ancor più complessa e in chiaroscuro.
Due puntate conclusive deludenti
Se la terza stagione di
Mayor of
Kingstown non si avvicina al livello
complessivo della prima è perché tutto quanto di valevole costruito
viene quasi del tutto rovinato dalle ultime due puntate, composte
di inutili colpi di scena che servono soltanto a rendere tutto più
complesso e sminuire la forza di alcuni personaggi, prima fra tutti
la Iris interpretata da Emma Laird. Come sempre i
finali di stagione vengono adoperati per disfarsi di figure di
contorno, villain inefficaci o membri del cast che hanno deciso di
non rinnovare il contratto per la serie. Anche nel caso di
Mayor of Kingstown succede questo, organizzato
però in maniera frettolosa e molto poco logica. Peccato
davvero.
La serie originale Paramount+Mayor of
Kingstownha entusiasmato il pubblico per tre
stagioni e il programma con
Jeremy Renner tornerà per la quarta stagione. Creata per il
piccolo schermo dal maestro di Yellowstone Taylor Sheridan e
Hugh Dillon, Mayor of Kingstown è ambientata in una città
immaginaria che esiste per sostenere la prigione vicina. Mike
McLusky (Renner) ha il compito di mantenere la pace tra le varie
fazioni della città, tra cui le gang e la polizia locale. Toccando
temi scottanti come il razzismo e la corruzione, Mayor of Kingstown
è uno sguardo senza esclusione di colpi sul complesso industriale
carcerario degli Stati Uniti.
La terza stagione ha alzato la posta
in gioco introducendo una nuova fazione nelle strade travagliate di
Kingstown, e Mike deve prendere in mano la situazione per
affrontare la mafia russa. La terza stagione di Mayor of
Kingstown è una sorta di ritorno miracoloso per la star
dell’MCU Renner, che nel 2023 ha subito
un infortunio mortale che lo ha costretto a un lungo ricovero in
ospedale. Fortunatamente, Renner si è ripreso ed è tornato per
portare avanti la popolare serie, anche nella quarta stagione.
Ultime notizieMayor Of Kingstown – Stagione 4
Nuovi membri del cast si
uniscono alla quarta stagione
Con la nuova stagione che finalmente
inizia a prendere forma, le ultime notizie confermano che altri
nuovi membri del cast si sono uniti alla Mayor of Kingstown
stagione 4. Aumentando il potere delle star del successo di Taylor
Sheridan, l’ex Nurse Jackie e The SopranosEdie
Falco interpreterà Nina Hobbs, la nuova direttrice della
prigione di Anchor Bay. Inoltre, Lennie James (The Walking
Dead) si è unito al cast nel ruolo di Frank Moses, un noto
gangster del Midwest. Infine, Laura Benanti (No Hard
Feelings) apparirà nel ruolo di Cindy Stephens, una nuova
agente penitenziaria ad Anchor Bay.
I nuovi arrivati includono:
Edie Falco nel ruolo di Nina Hobbs
Lennie James nel ruolo di Frank Moses
Laura Benanti nel ruolo di Cindy Stephens
Confermata la quarta stagione di
Mayor Of Kingstown
Ci è voluto molto tempo prima che
Paramount+ annunciasse i piani per la quarta stagione di Mayor
of Kingstown, ma ciò è in linea con la complicata storia del
rinnovo della serie. Tuttavia, dopo aver definito tutti i dettagli,
è stato ora confermato che la quarta stagione è in lavorazione,
sulla scia dell’annuncio di ottobre 2024 che una sala scrittori era
già al lavoro. Allo stato attuale, non ci sono quasi dettagli sulla
tempistica di produzione della quarta stagione ed è incerto quando
i McLusky torneranno sul piccolo schermo.
Mayor of Kingstown stagione 3
si è conclusa il 4 agosto 2024.
Cast di Mayor Of Kingstown –
stagione 4
Jeremy Renner tornerà? Il
ritorno di Jeremy Renner nel cast della
terza stagione di Mayor of Kingstown è stato
accolto con grande entusiasmo dai fan, e il celebre ex attore
dell’MCU si è ormai ripreso dall’incidente mortale che lo ha
colpito nel 2023. Tenendo conto di ciò, Renner tornerà quasi
sicuramente nella quarta stagione di Mayor of Kingstown,
anche se il resto del cast è un po’ più sacrificabile. Le morti
scioccanti di Iris (interpretata da Emma Laird), Kareem (Michael
Beach) e Milo (Aidan Gillen) hanno notevolmente ridotto il cast di
supporto, e la quarta stagione potrebbe aggiungere alcuni nuovi
personaggi per compensare.
Il primo nuovo membro del cast è
stato Clayton Cardenas, ex attore di Mayans M.C., che
interpreterà il ruolo ricorrente del vice direttore Torres. Ad
arricchire ulteriormente il cast, Edie Falco (I Soprano)
è stata scelta per interpretare il ruolo di Nina Hobbs, la
nuova direttrice dell’Anchor Bay. Lennie James, famoso per The
Walking Dead, è stato scritturato per interpretare il
leggendario gangster del Midwest Frank Moses, mentre Laura Benanti
interpreterà la nuova agente penitenziaria Cindy Stephens.
Accidenti, è stato qualcosa, non è
vero? Sembrava improbabile che l’episodio 10 – giustamente
intitolato “Comeuppance” – fosse in grado di legare insieme tutti i
vari fili della trama della
terza stagione di Mayor of Kingstown, ma ci è
riuscito alla grande. Inoltre, ha portato a termine il tutto con un
serrato accumulo di tensione e una raffica di colpi di scena, come
una lunga miccia attaccata a una serie di bombe deprimenti.
Inoltre, forse prevedibilmente, ha
lasciato le cose leggermente aperte per una quarta stagione.
Analizziamo il tutto.
La moralità di
Mike
Il finale della terza stagione
impiega un classico dispositivo di inquadramento, utilizzando la
voce fuori campo di Mike e un breve flashforward per suggerire ciò
che sta per accadere. Questo espediente si riferisce a una domanda
essenziale con cui Mayor of
Kingstownha giocato per tutto il
tempo: Mike McClusky (Jeremy
Renner) è un brav’uomo che prende decisioni difficili
o un pazzo che non si differenzia dai criminali che si trovano
dall’altra parte delle mura della prigione?
È una questione su cui lo stesso
Mike riflette. L’episodio 10 inizia con lui che si aggira intorno
alla barca di Konstantin, con le sirene che rispondono a una
sparatoria su un ponte nelle vicinanze, quindi è ovvio che tutto
avrà inizio. Il posto di Mike nella carneficina rimane ambiguo. Ha
messo ogni fazione criminale
di Kingstown l’una contro
l’altra per i suoi scopi. Quando è uscito di prigione, pensava di
essersi liberato della pelle che aveva indossato per sopravvivere.
Ma forse non è così.
Tenetelo a mente mentre andiamo
avanti.
Focus
diviso
“Comeuppance” ha un paio di tratti
narrativi chiave tra i quali divide la sua attenzione, mentre altre
sottotrame di lunga data sono disseminate in tutto il film. Sono
molte le cose che accadono in una volta sola, quindi cerchiamo di
spiegarle.
Da un lato c’è la sparatoria sul
ponte, che è il risultato della manipolazione di Mike sui Crips,
sui Russi e sugli Ariani. Mike ha detto a Bunny che rivelerà il
percorso della sua banda, ma non la loro destinazione finale, e che
la polizia non sparerà ai Crips nello scontro a fuoco che ne
seguirà.
Altrove, dopo l’improvviso – anche
se previsto – ritorno di Milo alla fine dell’episodio
9, si confronta con Konstantin e Iris sulla barca del
primo, quindi Mike deve rispondere per primo. Questo lascia che la
SWAT si occupi dello scenario del ponte, il che significa che si
occupa anche del destino di Kyle, della continua psicopatia di
Sawyer e della determinazione di Evelyn a distruggere
quest’ultimo.
La morte di
Kareem
In questo episodio si conclude
finalmente la sottotrama di Kareem, ed è tragica. Senza lavoro e
con una vita professionale sostanzialmente ricominciata da zero,
Kareem ha il tempo contato. Lo usa per esaminare il filmato di
sorveglianza dell’attacco con le granate dell’episodio
8, che rivela che Kevin ha dato un segnale al
cecchino.
Il penultimo atto della vita di
Kareem è quello di avvertire Kevin che Bunny non è la sua famiglia
e non vale la sua fedeltà: alla fine lo userà e lo getterà via. Il
suo ultimo atto è chiamare la sua famiglia, nessuno dei quali si
rende conto che sta parlando con lui per l’ultima volta.
Dopodiché, Kareem commette un
suicidio da prigioniero. Cammina nel cortile senza alcuna
protezione e affronta un detenuto massiccio, che lo pugnala a morte
con l’aiuto entusiasta degli altri prigionieri. Kareem muore
dissanguato sul pavimento della prigione.
Politica della
polizia
Dopo la morte di Charlie nel
penultimo episodio, Ian viene scagionato dalla sparatoria. Nessuno
è troppo interessato a stabilire se fosse giustificata, tranne
Evelyn, che riconosce di poterla usare a suo vantaggio.
Evelyn sa che Ian si è avvalso dei
servizi di Charlie sette volte, ma solo sei di queste erano per
cercare i corpi. La settima è stata la visita dal dentista,
casualmente il giorno in cui Morrissey è stato ucciso.
L’implicazione è piuttosto chiara e Ian è costretto a recarsi da
Mike per confessare quanto accaduto quel giorno.
Evelyn è determinata ad arrivare a
Sawyer, anche se per farlo deve passare attraverso Ian. Mike lo sa
e lo sa anche Sawyer, che è disposto a far fuori Evelyn, o
addirittura Mike, pur di non finire in prigione. Lo ammette a Kyle,
che si rende conto, troppo tardi, che Sawyer gli ha permesso di
entrare nella SWAT solo per avere un po’ di influenza su Mike
(Sawyer non lo ammette, ma è molto evidente).
Konstantin e Milo
incontrano la loro fine
Non sono ancora del tutto sicuro di
quale sia l’obiettivo finale di Milo, o di come sia così informato
su tutto ciò che è accaduto a Kingstown di recente, ma comunque ha
una proposta. Se Iris ucciderà Konstantin, lui le darà la nuova
vita che le era stata promessa e le permetterà di partire.
Milo fa in modo che Iris chiami
Mike sulla barca, rivelando di aver lavorato con lui per tutto il
tempo, ma è un po’ tardi perché la notizia scuota Konstantin, che
sembra aver accettato il suo destino. Riesce persino a convincere
Iris a ucciderlo, provocandola con il suo vero nome, Hannah.
Milo mantiene la parola data e
fornisce a Iris una nuova identità e un biglietto dell’autobus per
andare ovunque lei voglia. Mike la spinge ad andarsene, contro la
sua volontà. Quando all’esterno scoppiano degli spari, Mike usa la
descrizione per disarmare Milo. Dice a Ian di portare via Iris e
poi congeda lui e l’unità di supporto che ha chiamato. Vuole stare
un po’ da solo con Milo.
È qui che i polli tematici tornano
al pollaio per Mike, poiché Milo – che ammette di aver
bombardato il funerale di Mariam nell’episodio
1 e di aver affondato l’autobus carico di
donne trafficate nell’episodio 7, anche se l’avevamo
già capito – afferma di essere essenzialmente la stessa persona.
Sono entrambi la stessa creatura. Mike lo conferma sparandogli in
testa.
L’arco di Kyle, la
morte di Iris e un possibile futuro
Il caos scoppia sul ponte nel
finale della terza stagione de Mayor of
Kingstown
La sparatoria sul ponte finisce
male. Nel caos, la SWAT inizia a far fuori Crips e Russi da
entrambe le parti, il che non è esattamente ciò che Mike aveva
promesso a Bunny. Sawyer, come al solito, si lascia trasportare,
sparando a sangue freddo a un Crips disarmato che si arrende, e poi
aggredendo un civile che sta cercando di proteggere suo figlio.
Kyle spara a Robert, ma in seguito
si scopre che è sopravvissuto. È in condizioni critiche a causa del
proiettile nel collo, ma il suo giubbotto ha catturato gli altri. I
testimoni confermano che Kyle ha aggredito un collega, così quando
Mike arriva sul ponte viene portato via in un’auto della polizia.
Evelyn ricorda a Mike che nessuno è immune, nemmeno il fratello del
cosiddetto sindaco.
E in un’altra tragica svolta, Iris
sale sull’autobus per la sua nuova vita… e prende un paio di
pillole. L’autista la trova morta sul sedile. Non è chiaro se
l’overdose sia stata intenzionale o meno, ma il risultato è lo
stesso in ogni caso.
Paramount+ ha annunciato oggi la terza stagione
dell’acclamata serie originale drammatica MAYOR OF KINGSTOWN(leggi la recensione della seconda stagione),
interpretata dal candidato all’Oscar Jeremy Renner. Creata dal candidato all’oscar
Taylor Sheridan insieme a Hugh Dillon, la serie
originale è prodotta da MTV Entertainment Studios e 101 Studios in
esclusiva per Paramount+.
MAYOR OF KINGSTOWN è una delle fiction originali più
performanti del servizio di streaming e, durante il periodo di
disponibilità in piattaforma, è stata terza solo alle altre serie
di successo di Sheridan, 1923 e TULSA KING.
MAYOR OF KINGSTOWN segue la famiglia McLusky, mediatori
di potere a Kingstown, Michigan, dove il business
dell’incarcerazione è l’unica industria fiorente. Affrontando i
temi del razzismo sistemico, della corruzione e dell’ineguaglianza,
la serie offre uno sguardo crudo sul loro tentativo di portare
ordine e giustizia in una città che non ha né l’uno né l’altro.
Tra i produttori esecutivi, oltre a
Sheridan e Dillon, anche Renner, Antoine Fuqua, David C. Glasser,
Ron Burkle, Bob Yari, Michael Friedman, Dave Erickson e Regina
Corrado. MAYOR OF KINGSTOWN fa parte del palinsesto in
continua crescita di Sheridan su Paramount+, che comprende
SPECIAL OPS: LIONESS, 1923, 1883, TULSA KING e le prossime
serie LAWMEN: BASS REEVES e LAND MAN. La prima e la
seconda stagione di MAYOR OF KINGSTOWN sono disponibili in
esclusiva su Paramount+.
L’eredità di Anne
Rice era presente in forze al San Diego Comic Con.
Entrambi gli spettacoli basati sulle sue opere: Intervista
col vampiro e Mayfair Witches erano
già stati avvistati sotto forma di poster più grandi della
realtà. Ora, dopo il finale della prima stagione, l’inverno
scorso, abbiamo scoperto qualcosa di più su ciò che accadrà nella
seconda stagione di Mayfair Witches. Lo show segue la
trama della serie di libri Lives of the Mayfair Witches
della Rice. Lo show ha come protagonista Rowan Fielding (Alexandra
Daddario), un brillante chirurgo che inizia a
svelare il mistero della sua famiglia biologica, quella di
Mayfair.
Il mistero delle streghe ha
suscitato reazioni contrastanti tra i fan, soprattutto se
paragonato a Intervista col vampiro, ma sembra almeno
seguire i libri in un modo in cui “è troppo diverso dai libri”
non è una delle principali lamentele degli spettatori. Il finale
della prima stagione si era concluso con Rowan che dava alla
luce suo figlio. Finora non è stato rivelato molto sulla
seconda stagione, ma la Daddario ha già detto che nella seconda
stagione ci saranno nuove ambientazioni. “Avremo degli sfondi
irlandesi. Vedremo come questo cambierà il sapore della serie”.
Oggi al SDCC è stato ufficialmente rilasciato un trailer. La
Daddario, nei panni di Rowan, dice che “deve finire”. E “me ne
occuperò”. Occuparsi di cosa, esattamente? Il tempo ce lo dirà.
Nella seconda stagione di Mayfair
Witches arriveranno anche nuovi membri del cast. È stato già
annunciato che Thora Birch (sì, Dani, di
Hocus Pocus) interpreterà Gifford Mayfair, Ted
Levine Julien Mayfair, Alyssa Jirrels
Moira Mayfair e Ben Feldman Sam “Lark” Larkin
nella seconda stagione.
Scoprite le Streghe Mayfair in
un modo nuovo
Poco più di quattro anni fa è stato
annunciato che la AMC aveva trovato un accordo per i diritti
delle opere di Anne Rice. In precedenza, la Rice e suo figlio erano
stati in trattativa con Hulu e Paramount, ma hanno continuato a
trattare fino a quando le opere non hanno trovato casa presso la
AMC.
La Rice è morta l’anno successivo,
nel 2021, non vedendo il successo che avrebbe avuto la serie
Intervista col vampiro. La serie di libri è stata
precedentemente adattata come film negli anni ’90 con
Brad
Pitt e Tom
Cruise. La rielaborazione del concetto ha dato nuova
vita (ironicamente) al franchise di cui la Rice era nota per essere
protettiva. All’inizio di questo mese è stato annunciato che
Streghe di Mayfair, insieme a Intervista col
vampiro e ad altri 11 show, sarà disponibile su Netflix a partire da agosto. Non lasceranno AMC+,
ma avranno un nuovo pubblico che li apprezzerà, soprattutto in
attesa delle future stagioni di Streghe Mayfair e
Intervista col vampiro. Siamo in attesa di scoprire se le
serie arriveranno anche in Italia su Netflix.
Mayfair Witches di Anne
Rice, il dramma soprannaturale creato da
Michelle Ashford ed Esta
Spalding, conclude la sua
prima stagione con un episodio surreale, in cui la profezia che
era stata ventilata per tutto il tempo si è finalmente avverata.
Nel corso della prima stagione, Rowan Fielding (Alexandra
Daddario) ha vissuto una storia d’amore con
Ciprien Grieve (Tongayi Chirisa), mentre cresceva
il suo legame con il demone Lasher (Jack
Huston). Anche se Rowan e Ciprien sembravano
innamorarsi l’uno dell’altra, non era chiaro quanto la loro
relazione fosse causata dalla manipolazione di Lasher.
La fine della Stagione 1 lascia in
sospeso la relazione tra Rowan e Ciprien, ma una cosa è chiara: la
Stagione 2 vedrà una nuova Rowan, che abbraccia il suo potere e il
suo legame con Lasher ora che è rinato nel mondo.
La stagione 1 di Streghe Mayfair è anche quella in cui
Rowan scopre la sua famiglia biologica: il finale porta a
importanti rivelazioni su Cortland Mayfair (Harry
Hamlin) e Deirdre Mayfair (Annabeth
Gish), che cambiano il rapporto tra Cortland e Rowan e
sua figlia Jojo Mayfair (Jen Richards).
Chi è il padre del bambino di
Rowan nella stagione 1 di “Streghe Mayfair”?
Una delle parti più confuse del
finale della stagione 1 di Streghe Mayfair è
la domanda su chi sia esattamente il padre del bambino di
Rowan. Sia Lasher che Rowan dicono a Ciprien che il
bambino è suo, ma è lecito chiedersi se sia vero o se sia solo una
tattica per evitare che Ciprien voglia fare del male al bambino. La
paternità del bambino non è del tutto chiara, dal momento che Rowan
ha fatto sesso con Lasher, che poi ha accelerato la sua gravidanza.
In un’intervista a Variety, la co-creatrice Esta Spalding spiega che
Ciprien è davvero il padre e che il bambino è
stato concepito nell’episodio 5 di Mayfair Witches
. Tuttavia, Lasher è stato in definitiva l’artefice del
concepimento. Come chiarisce la Spalding, “per come abbiamo
costruito la struttura della storia, Lasher sta orchestrando tutto
questo, compreso l’intrappolamento di Rowan e Cip in quella casa
insieme nell’episodio 5, in modo che lei possa rimanere
incinta”. Sembra che Lasher non sia in grado di concepire
personalmente il bambino che servirà da tramite.
Cortland Mayfair si rivela
essere il padre di Rowan in Streghe Mayfair – Stagione 1
Parlando di paternità, uno dei punti
più importanti del finale della stagione 1 di Streghe
Mayfair è la rivelazione che Cortland è il padre di
Rowan. All’inizio della stagione, Cortland viene mostrato
mentre sceglie un giovane uomo per sedurre Deirdre a un ballo in
maschera e concepire il suo bambino. Già questo sembrava
inquietante, ma il finale rivela che le azioni di Cortland sono
molto più gravi di quanto si pensasse. Quando Ciprien tocca una
maschera di quel fatidico ballo in maschera, i suoi poteri rivelano
che Cortland ha indossato la maschera del giovane per poter
ingravidare Deirdre, portando al concepimento di Rowan. Rowan è una
strega così potente grazie alla purezza del suo sangue Mayfair.
Cortland pensa ovviamente che,
avendo contribuito a realizzare la profezia che ha permesso a
Lasher di rinascere, sarà ricompensato con un potere incredibile.
Questo è parzialmente vero. Quando Rowan tenta di ucciderlo, si
scopre che l’accordo fatto con Lasher ha funzionato e
Cortland è ora immortale. Tuttavia, ciò che
non aveva previsto è il potere che ha conferito a Rowan nel
processo, e quanto lei sia favorita da Lasher. Quando non riesce a
uccidere Cortland, lo trasforma semplicemente in pietra. Nel
momento finale dell’episodio, Rowan dice a Ciprien: “Non puoi
controllarmi”. Poi, un fulmine quasi colpisce Ciprien. È chiaro
che, sebbene Cortland abbia orchestrato gran parte della profezia,
Rowan è quella che ha veramente acquisito il potere di
Lasher.
Rowan ha importanti visioni nel
finale della stagione 1 di “Streghe di Mayfair”
Rowan trascorre la maggior
parte del finaledella stagione 1diStreghe
Mayfairin stato di incoscienza e
sperimentando visioni sulla linea di famiglia Mayfair. Lasher le
dice: “Segui il percorso dei tuoi antenati fino alla fine”. Poi, le
sue visioni la portano in un viaggio nel tempo. È qui che lo
spettacolo offre scorci dei molti Mayfair deceduti che sono
descritti in dettaglio in L’ora delle
streghe di Anne Rice. La più importante è Suzanne
Mayfair (Hannah Alline), la prima strega Mayfair e
una levatrice che aiuta Rowan durante il travaglio.
Rowan riconosce anche Antha Mayfair
prima di parlare con sua madre, Deirdre, che le spiega che
Lasher rinascerà come figlio di Rowan. L’episodio
ci offre anche alcuni scorci di Deborah Mayfair e Julien Mayfair.
Deborah è la figlia di Suzanne e la prima strega Mayfair a evocare
Lasher, mentre Julien, uno degli unici uomini a essere la
principale strega Mayfair, è il padre di Cortland. Il pubblico
vedrà più avanti il personaggio, ora che Ted
Levine è stato scritturato per interpretare Julien
nella seconda stagione di Mayfair Witches.
Il finale della prima stagione di
Streghe Mayfair lascia gli spettatori con molte domande.
La più grande è se la relazione tra Rowan e Ciprien potrà mai
riprendersi. A questo si aggiunge la domanda su quali siano le
intenzioni di Ciprien nei confronti del bambino. Sembra determinato
a separare Rowan dal bambino, ma alla fine sentirà un qualche
attaccamento al proprio figlio? Inoltre, non è chiaro
quante delle azioni di Rowan nel finale siano il risultato
dell’influenza di Lasher su di lei. La
seconda stagione ci mostrerà una nuova Rowan che abbraccia la
ricerca del potere o cercherà di allontanare Lasher? Per le
risposte a queste domande, gli spettatori dovranno aspettare fino
al 2025, quando Mayfair Witches tornerà per la
seconda stagione.
Il canale americano FX ha diffuso
il primo promo ufficiale di Mayans MC 5, la quinta
stagione di Mayans MC. Il canale ha anche
annunciato che la quinta e ultima stagione arriverà il 24 maggio su
FX. In Ialia la serie è programmato su STAR, canale per adulti di
Disney+
Mayans MC di FX, il grintoso dramma
motociclistico co-creato da Elgin James, tornerà per una quinta
stagione. “I Maya hanno combattuto per il rispetto, il
territorio e il potere attraverso quattro intense stagioni che
hanno posto le basi per una quinta stagione esplosiva che metterà
alla prova la loro stessa sopravvivenza sotto la nuova leadership
di ‘EZ’“, ha dichiarato Nick Grad, President, Original
Programming, FX Divertimento. “Elgin James e il team
creativo, il brillante cast, la troupe e i nostri partner della
20th Television hanno fatto sì che i fan tornassero per saperne di
più e siamo pronti a fare quel viaggio con loro per un’altra
stagione“.
“20th è la mia casa”, ha detto James.“Dana, Karey e Jane sono una famiglia che mi ha sempre
sostenuto, supportato e sfidato a ottenere il meglio da me stesso.
Sono così incredibilmente grato a loro e a tutto il 20esimo team.
Non vedo l’ora di vedere ciò che siamo in grado di creare insieme
andando avanti. E ogni singolo membro della famiglia Mayans, dal
nostro primo foglio di chiamata ai nostri PA fissi e ogni singola
persona in mezzo, ha messo il suo sangue e il suo sudore per
rendere Mayans qualcosa di speciale sul set e sullo schermo. Sono
profondamente in debito con John, Eric, Nick e tutti gli FX (in
particolare Colette Wilson che è stata in trincea con noi dal primo
giorno) per averci permesso di continuare a esplorare e
creare“.
Mayans MC segue la vita di
Ezekiel “EZ” Reyes (JD Pardo), un membro della Carta dei Mayans MC
al confine tra Cali e Messico. Il ragazzo d’oro con il sogno
americano in pugno, EZ, suo fratello Angel (Clayton Cardenas) e il
resto del Santo Padre MC affrontano ritorsioni da altri cartelli
dopo un tentativo fallito di allinearsi sotto un unico re. Nel
frattempo, EZ e Angel si sono allontanati dal padre Felipe (Edward
James Olmos) dopo un tradimento straziante.Nel cast
anche Danny Pino, Carla Baratta, Michael Irby, Raoul Max
Trujillo, Emilio Rivera, Sarah Bolger, Frankie Loyal, Joseph Lucero
e Vincent Vargas.Mayans MC
è stato co-creato da Kurt Sutter e Elgin James. La serie è
prodotta da James e Sutter. La serie è prodotta da 20th
Television e FX Productions.
Attiva a livello internazionale,
l’attrice Maya Sansa ha ottenuto celebrità grazie
ai suoi ruoli tanto in Italia quanto all’estero. Distintasi per la
sua versatilità, l’attrice è infatti comparsa in opere di varia
natura, con una forte predilezione per storie drammatiche ricche di
pathos. In Italia, ha poi ottenuto alcuni dei maggiori
riconoscimenti cinematografici, affermandosi come uno dei nomi di
punta del settore.
Ecco 10 cose che non sai di
Maya Sansa.
Parte delle cose che non sai
sull’attrice
Maya Sansa: i suoi film e le serie
TV
10. Ha recitato in celebri
lungometraggi. L’attrice debutta al cinema con La
balia (1999), con Fabrizio
Bentivoglio, per poi recitare in La vita degli
altri (2002), La meglio gioventù (2003),
Buongiorno, notte (2003), con Roberto
Herlitzka, Il prossimo tuo (2008), L’uomo
che verrà (2009), Un altro mondo (2010), Bella
addormentata (2012), con Toni
Servillo, Molière in
bicicletta (2013), Storie sospese (2015), La
verità sta in cielo (2016), Le verità
(2019), con Juliette
Binoche, The App (2019) e Red Snake
(2019).
9. Ha preso parte a
produzioni televisive. Parallelamente all’attività
cinematografica, l’attrice recita anche per la televisione,
inizialmente per film come Lupo mannaro (2000),
Einstein (2008), David Copperfield (2009), e in
seguito in serie come In Treatment (2015), con Sergio
Castellitto, Tutto può succedere (2015-2018),
con Pietro
Sermonti e, Collateral (2018), con Carey
Mulligan, e I ragazzi dello Zecchino d’Oro
(2019), con Matilda De
Angelis.
8. Ha ottenuto importanti
riconoscimenti. Per i suoi ruoli, l’attrice ha ottenuto
prestigiosi riconoscimenti, come le tre nomination ai David di
Donatello. La prima fu nel 2004 come protagonista per
Buongiorno, notte. Venne poi candidata anche l’anno
seguente, nella stessa categoria, per L’amore ritrovato.
Vince poi il premio nel 2013, come miglior attrice non protagonista
per Bella addormentata.
Maya Sansa è su Instagram
7. Ha un account
personale. L’attrice è presente sul social network
Instagram con un profilo seguito da oltre 2 mila persone.
All’interno di questo l’attrice ha ancora un numero esiguo di post,
solo 24, ma ha con questi condiviso sue riflessioni su alcuni
eventi d’attualità, come anche immagini relative a curiosità o
ricordi dai set della sua carriera da attrice.
6. Utilizza il social per
promuovere il proprio lavoro. All’interno del proprio
account Instagram, l’attrice è solita condividere anche immagini
relative ai propri nuovi progetti. Così facendo, promuove
ulteriormente il suo lavoro, aggiornando i fan sui titoli nei quali
sarà possibile vederla recitare in futuro.
Parte delle cose che non sai
sull’attrice
Maya Sansa: il suo compagno e sua
figlia
5. Ha una relazione con un
celebre attore teatrale. L’attrice è sentimentalmente
legata a Fabrice Scott, noto attore teatrale di origini canadesi.
Nel 2014 la coppia ha dato vita alla figlia Tabitha, nome aramaico
che significa “fanciulla”. Ad oggi la coppia vive stabilmente a
Parigi, potendo così gestire al meglio i rispettivi lavori nel
mondo dello spettacolo.
Maya Sansa in Collateral
4. Ha recitato nella
miniserie. Nel 2018 l’attrice ha preso parte alla serie
crime di Netflix intitolata Collateral, dove
interpreta la spia turca Berna Yalaz. Per l’attrice è stata
l’occasione di tornare a recitare in lingua inglese e a Londra,
dove da giovane aveva studiato recitazione.
Maya Sansa in Tutto può
succedere
3. Attendeva di poter
lavorare in una serie. Molto attiva al cinema, l’attrice
attendeva da tempo di poter prendere parte ad una serie italiana
che le sembrasse convincente. L’occasione è arrivata con Tutto
può succedere, dove ha ricoperto il ruolo di Sara Ferraro. A
convincerla ulteriormente è stato poi il fatto di conoscere e avere
un buon rapporto con alcuni degli attori e con il regista della
serie.
2. Ha dovuto gestire le
riprese e la famiglia. Per le riprese della serie, durate
sette mesi, l’attrice ha raccontato di aver dovuto fare più volte
avanti e indietro tra Roma e Parigi, così da poter anche essere
presente per sua figlia, nata da poco. Nonostante l’impegno fisico
richiesto, per la Sansa poter partecipare alla serie è stata
un’esperienza particolarmente soddisfacente.
Maya Sansa: età e altezza
1. Maya Sansa è nata a
Roma, in Italia, il 25 settembre 1975. L’attrice è alta
complessivamente 165 centimetri.
Roland Emmerich,
regista di pellicole quali Stargate, Independence Day e
del più recente White House Down, produrrà l’adattamento
cinematografico di Maya Lord, libro
scritto da John Coe Robbins nel 2011. Il romanzo
racconta la storia vera di Gonzalo Guerrero che, nel 1511, naufragò
in una violenta tempesta e si ritrovò su una spaggia sconosciuta
nel Nuovo Mondo. Lui e i suoi compagni di viaggio spagnoli vennero
ridotti in schiavitù da una tribù Maya.
Emmerich produrrà l’adattamento
cinematografico con la sua Centropolis
Entertainment e forse sarà coinvolto nel progetto anche in
qualità di regista. Al momento, sono già due i progetti annunciati
da tempo ai quali Emmerich dovrà dedicarsi: il dramma
Stonewall e Independence Day
2.Di seguito il trailer del romanzo Maya
Lord:
Arriverà il prossimo 10 gennaio su
Disney+ la
nuova serie MarvelEcho,
che vedrà il ritorno di Maya Lopez sul piccolo
schermo, dopo il suo esordio in Hawkeye.
L’attrice Alaqua Cox sarà protagonista di cinque
episodi che usciranno simultaneamente con il marchio
Marvel Spotlight, etichetta che si propone di raccontare storie
che non fanno parte della continuity del MCU.
Creata circa 20 anni fa da
David Mack e Jon Quesada,
Maya Lopez è una giovane donna sorda con la
capacità di copiare qualsiasi movimento che vede, da cui il suo
nome d’arte, Echo.
Nei fumetti, inizia la sua corsa come antagonista di Daredevil ma presto diventa un’alleata
dell’Uomo Senza Paura e di molti altri supereroi Marvel.
La sua storia comincia ovviamente
dai fumetti Marvel, dove è apparsa per la prima volta in Daredevil
#9 nel 1999, creato da David Mack e Jon
Quesada. In questa serie, è una giovane donna che Kingpin
controlla e usa per avvicinarsi a
Matt Murdock nel tentativo di apprendere i punti deboli di
Daredevil. Sappiamo che Kingpin è il padre
adottivo di Maya, nonostante sia stato lui a causare la morte dei
suoi genitori. Segue la sua educazione e appena scopre che,
nonostante la disabilità, ha un’intelligenza sopra la media, le
fornisce l’accesso a una scuola per studenti superdotati.
Da grande, Maya
Lopez assume diverse incarnazioni, e tra queste c’è la
prima versione di Ronin della Marvel Comics. Il MCU ha già
visto
Ronin in azione, con il volto di
Jeremy Renner/Clint Barton, in Avengers: Endgame. La sua trasformazione in
Ronin avviene quando, dopo essersi allontanata da Kingpin, va in
Giappone.
Il personaggio di Echo potrebbe
essere utilizzato in altre PI Marvel, anche se la serie arriverà
sotto all’etichetta Marvel Spotlight. Nei fumetti,
infatti, Maya ha una relazione sentimentale con Matt Murdock, prima
che entrambi scoprano le rispettive identità segrete. Dopo Matt è
il turno di Clint, che Maya avvicina in Secret
Wars, nel corso dell’invasione degli
Skrull. Ma Maya ha anche un legame con
Elektra e con La Mano, che le fa il lavaggio del cervello per
farla combattere nelle sue fila.
Maya Lopez rappresenta una
minoranza etnica nei fumetti Marvel
Il personaggio di Maya è originale
per molti versi. Maya Lopez è anche una nativa
americana. Nei fumetti, appartiene alla comunità degli Cheyenne e
come caratteristica estetica indossa sempre delle piume trai
capelli, tipica usanza di quella popolazione. Nella serie Echo,
Alaqua Cox, che la interpreta, è di origine nativo
americana.
Un’altra caratteristica importante
di Maya è che è sorda, e questo fa di lei una dei pochi personaggi
Marvel ad appartenere alla comunità dei non-udenti, insieme a
Makkari degli
Eterni e all’Occhio di Falco televisivo, che a
furia di botte, comincia a perdere l’udito. Questo importante
tratto non viene sottovalutato nella serie TV Hawkeye e la prima scena che vede Echo
protagonista la mostra mentre ascolta la musica attraverso le
vibrazioni accanto a un altoparlante.
Maya Lopez nella serie TV Hawkeye
La disabilità di Maya non influisce
sulle sue prestazioni in battaglia e, proprio come fa
Daredevil con la sua cecità, ha imparato a usarla
a suo vantaggio. Indipendentemente da ciò, quando la sua vista
viene compromessa, può avere difficoltà contro qualsiasi tipo di
nemico.
Chi è Echo
Il personaggio supereroistico che
vedremo nella serie metterà probabilmente in bella mostra la sua
dote soprannaturale, ovvero la capacità di fare da “eco”, appunto,
di imitare qualsiasi movimento in combattimenti corpo a corpo che
la rende un’avversaria molto forte. Fin da quando era molto
piccola, Maya era in grado di rispecchiare perfettamente i
movimenti di chiunque altro, proprio come fa Taskmaster. La sua
capacità di replicare qualsiasi cosa le consente di diventare
un’abile artista marziale, una ballerina professionista o persino un’atleta di
livello olimpico in pochi secondi.
Anche le sue capacità di lettura
labiale sono superiori alla media. Può leggere le labbra da una
distanza maggiore rispetto agli altri esseri umani o anche usando
la coda dell’occhio. Inoltre, può leggere le labbra delle persone
anche se indossano maschere di tessuto sottile.
Infine, come è già stato lasciato
intuire, Echo
non è una vera e propria villain, anche nei fumetti, dove a un
certo punto si unisce addirittura agli Avengers. Si unisce al
gruppo nella lotta contro Silver Samurai e durante l’invasione
degli Skrull in Secret
Invasion.
Le incarnazioni di Maya Lopez
Alaqua Cox è la prima attrice
disabile a interpretare un personaggio principale in una produzione
dei Marvel Studios. È nata sorda, proprio come il
personaggio dei fumetti originali, e ha una gamba protesica.
Disponibile a partire dal
10 gennaio su Disney+, questa
sarà la prima serie MCU a seguire il modello di distribuzione binge
simile a quello di Netflix, il che significa che un’intera stagione
verrà rilasciata in una sola volta invece della tradizionale
strategia di rilascio settimanale in stile tv via cavo.
Il Wilson Fisk di
Vincent D’Onofrio è apparso accanto a Maya
durante i momenti finali di Hawkeye e le conseguenze del loro
scontro sono tutt’ora un mistero, ma lo vedremo nella serie che
partirà dall’infanzia della protagonista, fino a raccontarne le
azioni contemporanee.
Figlia d’arte, la giovanissima
Maya Hawke ha dimostrato nel giro di pochi anni di
aver ereditato tutto il talento dei suoi celebri genitori,
affermandosi dunque non per la sua provenienza bensì per
un’effettiva bravura. Con una presenza scenica straordinaria e la
capacità di passare con naturalezza dal dramma alla commedia, la
Hawke è davvero una delle nuove giovani attrici da tenere d’occhio
per il futuro, poiché ci si può attendere davvero grandi cose da
lei.
Ecco 10 cose che non sai di Maya Hawke.
Maya Hawke: i suoi film e le serie TV
1. Ha preso parte a diversi
noti film. Il primo ruolo cinematografico della Hawke lo
si ha nel 2018 in Ladyworld, liberamente ispirato al
romanzo Il signore delle mosche. Ottiene poi un piccolo
ruolo in C’era una volta a…
Hollywood (2019), mentre recita poi accanto a
Marisa Tomei e Liev Schreiber
nei film Il capitale umano – Human Capital (2019). Nel
2020 è accanto ad Andrew Garfield
in Nessuno di speciale, mentre nel 2022 recita accanto a
Camila Mendes
in Do Revenge, nuovo film
Netflix. Prossimamente invece la Hawke sarà in
Asteroid City, con MargotRobbie, e in Maestro, con Bradley
Cooper.
2. Ha recitato anche in
celebri serie. Il primo ruolo da attrice lo si ha nella
miniserie del 2017 Piccole donne, dove interpreta Jo
March. Nel 2019 ha ottenuto grande popolarità grazie alla serie
Netflix Stranger Things, dove
recita accanto a Millie Bobby
Brown, Winona Ryder e
David Harbour.
In seguito ha anche recitato in un episodio di The Good Lord
Bird – La storia di John Brown (2020) e nel film TV Fear
Street Parte 1: 1994 (2021).
Maya Hawke: i suoi genitori Uma
Thurman e Ethan Hawke
3. È la figlia dei due
grandi attori. Come ormai noto ai più, Maya Hawke è la
figlia degli attori Uma Thurman e
Ethan Hawke. La
prima è nota in particolare per aver recitato in Pulp
Fiction e i due Kill Bill, mentre Ethan è celebre per
film come L’attimo fuggente,Training Day e
Boyhood. I due si erano conosciuti sul set di Gattaca
– La porta dell’universo (1997), per poi sposarsi nel 1998,
anno in cui è nata Maya. Hanno poi però divorziato nel 2005, non
prima di dare alla luce un altro figlio, Levon, nato nel 2002.
4. Sono stati due genitori
protettivi. Come spesso avviene nel mondo dello
spettacolo, la Thurman e Hawke hanno cercato sin da subito di
evitare che Maya subisse un’eccessiva esposizione al mondo di
Hollywood. Quando la figlia era ancora piccola hanno dunque evitato
di coinvolgerla troppo nel loro lavoro. Una volta divenuta grande e
decisasi a seguire le orme dei due genitori, i due non le hanno mai
fatto mancare il loro supporto, incoraggiandola e sostenendola per
ogni progetto da lei intrapreso.
Maya Hawke e il videoclip di Therese
5. Ha realizzato un
videoclip che ha fatto molto discutere. Oltre ad essere
un’attrice, la Hawke si è dedicata anche al mondo della musica,
rilasciando ad oggi due album. Il secondo di questi, Moss,
contiene un brano divenuto molto celebre dal titolo
Thérèse. A suscitare particolare scalpore, in realtà, è
stato il videoclip relativo al brano, nel quale la Hawke compare
nuda mentre viene arrestata dopo aver partecipato ad un’orgia nei
boschi. La canzone, come raccontato dalla Hawke, parla «degli
spazi segreti che ci costruiamo per essere liberi di essere noi
stessi in un mondo che tende a non comprenderci».
Maya Hawke in C’era una volta a… Hollywood
6. Quentin Tarantino l’ha
voluta nel suo film. Come noto, Uma
Thurman è una delle attrici feticcio di Quentin
Tarantino, avendo recitato per lui in Pulp
Fiction, Kill Bill – Volume 1 e Kill Bill – Volume 2.
Quando il regista ha saputo che anche la figlia di Uma, Maya, si
era lanciata nel mondo della recitazione, l’ha voluta subito per un
piccolo ruolo nel suo film C’era una volta a… Hollywood.
Qui la Hawke interpreta “Flowerchild”, una delle giovani facenti
parte della famiglia Manson, che all’ultimo deciderà però di non
partecipare all’aggressione a Cielo Drive.
Maya Hawke in Stranger Things
7. È una dei protagonisti
della serie. A partire dalla terza stagione di
Stranger Things la Hawke interpreta il personaggio di
Robin Buckley, una ragazza bella, forte e brillante, coetanea di
Nancy con cui nella quarta stagione diventerà amica. Lavora con
Steve presso la gelateria Scoops Ahoy dello Starcourt Mall
nella terza stagione e poi, dopo la distruzione del centro
commerciale e sempre con lui, al Family Video, una videoteca
cittadina nella quarta stagione. Parla quattro lingue, fa parte
della banda della Hawkins High School ed è lesbica.
8. Sa esattamente cosa
vorrebbe le succedesse nella quinta stagione. Con la
quarta stagione da poco
conclusasi, l’attrice ha rivelato cosa le piacerebbe che
accadesse al suo personaggio nella quinta ed ultima. «Mi
piacerebbe morire e avere un momento da eroe. Mi piacerebbe morire
con onore, come farebbe qualsiasi attore. Ma amo il modo in cui i
Duffer Brothers amano i loro attori. Il motivo per cui scrivono
così bene per me e per tutti gli altri è perché si innamorano dei
loro attori e dei loro personaggi e non vogliono ucciderli. Penso
che sia una bella qualità che hanno, e non lo butterei
via».
Maya Hawke è su Instagram
9. Ha un profilo sul celebre
social. L’attrice è presente sul social network Instagram
con un profilo verificato seguito da 10.3 milioni di persone.
All’interno di questo, con oltre 500 post, la Hawke è solita
pubblicare immagini relativi a suoi progetti da attrice, modella o
cantante, promuovendoli così tra i suoi followers. Allo stesso
tempo non mancano però anche immagini tratte da sue attività
quotidiane in compagnia di amici o colleghi, ma anche post relativi
a cause sociali da lei sostenute.
Maya Hawke: età e altezza dell’attrice
10. Maya Hawke è nata a New
York, Stati Uniti, l’8 luglio del 1998. L’attrice è alta
complessivamente 1,72 metri.
Presentato
in anteprima al Festiva di Cannes e candidato
all’Oscar per la miglior sceneggiatura originale, May
December di Todd Haynes arriva al
cinema con Lucky Red dal 21 marzo.
A confrontarsi le due
attrici premio Oscar
Natalie Portman e
Julianne Moore, in un racconto tra il melò e il
thriller. Ad affiancarle Charles Melton che per la
sua interpretazione ha ricevuto la candidatura al Golden Globe e
svariati riconoscimenti, tra cui quello di Miglior attore non
protagonista dell’anno dal National Society of Film Critics.
Todd Haynes con
May
December porta sullo schermo uno scandalo americano,
riuscendo ad essere allo stesso tempo divertente e
affascinante.
La trama di May
December
Una famosa attrice è intenzionata a
realizzare un film sulla storia vera di una coppia, la cui
relazione clandestina aveva infiammato la stampa scandalistica e
sconvolto gli Stati Uniti vent’anni prima. Per prepararsi al
suo nuovo ruolo, entrerà nella loro vita rischiando di metterla in
crisi.
Il regista
Todd Haynes presenta il suo film “May
December” con un video-collegamento in
streaming. Per assistere alla diretta
l’appuntamento è al cinema America (via Colombo 11
– Genova, tel. 010 4559703) giovedì 21 marzoore 21.15, il primo giorno di programmazione.
Candidato agli Oscar per la Migliore sceneggiatura
originale, è interpretato da
Natalie Portman,
Julianne Moore, Charles Melton e Cory Michael
Smith. Ripercorre la storia di uno
scandalo, in cui due donne si fronteggiano come in
un gioco di specchi. Elizabeth (Portman) è un’attrice di successo
che si trasferisce temporaneamente a casa di Gracie Atherton-Yoo
(Moore), la donna che dovrà interpretare in un biopic. Anni prima
Gracie si era trovata al centro di uno scandalo di cui avevano
parlato tutti i mass media:moglie e madre
esemplare in una cittadina del sud degli Stati Uniti,
a 36 anni aveva iniziato una relazione extraconiugale
conJoe Yoo (Melton), un
tredicenne di origine coreana. La relazione era uscita
allo scoperto e Gracie aveva lasciato marito e figlio per vivere
alla luce del sole la sua storia con Joe, sfidando la
disapprovazione dell’ex marito e del figlio, nonché della comunità
di Savannah. Joe e Gracie si erano sposati, avevano avuto
tre figli e avevano continuato a vivere nella loro
cittadina proclamando il loro vero amore. L’arrivo di Elizabeth
però farà da cartina di tornasole di tutti i problemi rimossi da
Grace, che sfoggia un sorriso costante e un’inesauribile capacità
di apparire indenne da quello scandalo.
Haynes scava a
fondo nella psicologia complessa di Gracie, che
gradualmente manifesta una sempre più inquietante
incapacità di cogliere l’anomalia della sua
situazione, e di rendersi conto che il suo sentimento per
Joeha sfiorato il terreno pericoloso della
manipolazione. Moore dissemina il film di tanti
piccoli indizi della distorsione percettiva di
Gracie, da una “zeppola” infantile che va e viene a una gestualità
nervosa che rivela una compulsione al controllo (soprattutto di
sé), offrendo al pubblico una prova d’attrice e
l’attenzione a non schierarsi dalla parte del comune sentire
attratto dalla tentazione di etichettare per semplificare.
Ieri sera oltre alla
grande premiere fuori concorso di
Killers of The Flower Moon, è stato presentato in
concorso al Festival di
CannesMay
December, del regista americano
Todd Haynes che riunisce Natalie
Portman e
Julianne Moore in un dramma romantico introspettivo
sul passato sulfureo di una coppia famosa.
Per prepararsi al suo nuovo ruolo, Elisabeth (Natalie
Portman),
una famosa attrice, incontra Gracie (Julianne
Moore),
che interpreterà sullo schermo. Quest’ultimo aveva infiammato
la stampa scandalistica e affascinato il paese due decenni prima
mantenendo una relazione con Joe (Charles Melton),
23 anni più giovane di lei.
Sotto l’impulso della sceneggiatura
di Samy Burch, Todd Haynes mette in discussione le scelte di due
donne in due momenti della loro vita. Un doloroso ritorno al
passato per un ex idolo sessantenne che vuole voltare pagina, di
fronte a una sincera e pericolosa ricerca della verità per una star
di Hollywood all’apice della sua carriera. Tra i due, il
personaggio maschile di Charles Melton intreccia
sottilmente legami tra attrici ed epoche. Sulla croisette di Cannes
ad accompagnare il film c’erano il regista
Todd Haynes e i protagonisti del film
Natalie Portman,
Julianne Moore, Cory
Michael Smith eCharles Melton. Di seguito tutte le
foto:
Questa dualità permette al regista
americano di ingaggiare Julianne Moore, per una
quarta collaborazione, con Natalie Portman, che ha
presentato A Tale of Love and Darkness Fuori
Concorso a Cannes nel 2015, come regista.
Ci sono voluti solo 23 giorni per
completare le riprese di maggio dicembre , come ha
rivelato Todd Haynes in un’intervista a
The Hollywood Reporter. Una produzione molto veloce
per l’undicesimo lungometraggio del regista, vincitore del Premio
per il miglior contributo artistico a Cannes con Velvet Goldmine nel 1998.
Sul versante musicale, le composizioni di Marcelo
Zarvos si alternano alle melodie
di Michel
Legrandcomposte per la prima volta
per Le Messenger di Giuseppe Losey. Di seguito le
foto del photocall:
Con una sferzata di comicità
inquietante, interrogandosi sui ruoli e gli spazi che occupiamo
nella vita, arriva in concorso al Festival
di Cannes 2023May December, il nuovo
film di Todd Haynes (Io non sono
qui, Carol), con protagoniste Natalie Portman, Julianne Moore e la star di Riverdale Charles Melton. Nel film, vent’anni dopo che
la loro famigerata storia d’amore sui giornali scandalistici aveva
attanagliato la nazione, la coppia con una grande differenza d’età
formata da Joe e Gracie (Melton
e Moore) inizia a vacillare quando un’attrice,
Elizabeth (Portman),
trascorre un periodo a casa loro per prepararsi al suo prossimo
film, in cui interpreterà proprio Gracie.
May December: amore suburbano
In May December,
Julianne Moore si riunisce con
Haynes per interpretare Gracie
Atherton-Yoo, un’ex insegnante svampita che è diventata
famosa nel 1992 quando ha lasciato l’ex marito per uno dei suoi
studenti tredicenni. Ora siamo nel 2015, la situazione si è in
qualche modo normalizzata, e Gracie e
Joe stanno insieme da abbastanza tempo che i loro
figli più piccoli stanno per diplomarsi. Nella villa in riva al
mare di Savannah, che Gracie e Joe hanno pagato con le loro
apparizioni nel reality show “Inside Edition“, arrivano
ancora occasionalmente pacchi pieni di escrementi, ma queste
consegne – “regali” di estranei casuali che non riescono a digerire
la storia d’amore della coppia – sono diventate meno comuni ora che
la loro storia d’amore scandalosa si è stabilizzata nella realtà
suburbana. O almeno così sembra.
Ma il passato non è ancora pronto a
mollare la presa su questi folli ragazzi e Gracie
non ha il buon senso di tenerlo a distanza di sicurezza. Nonostante
il suo scetticismo nei confronti delle celebrità, Gracie decide di
stendere il tappeto di benvenuto all’attrice televisiva
Elizabeth Berry, interpretata da Natalie Portman. Elizabeth ha la stessa età di
Gracie quando ha fatto sesso con Joe per la prima volta nel retro
di un negozio di animali – un ricordo che è diventato di dominio
pubblico – ed è destinata a interpretarla in un prossimo film
indipendente sullo scandalo.
Percezioni doppie e distorte
In May December, lo
studio dei doppi significa mettere letteralmente in scena un film
nel film per caratterizzare i suoi personaggi: solo analizzando a
fondo le parvenze di chi ci sta accanto, i loro modi di fare,
provando a ricalcarli e a capire che ruolo giocano nella nostra
esistenza, riusciamo ad addentrarci nella psicologia di
Joe, Gracie ed
Elizabeth. Come per un’attrice che si è calata
troppo nel personaggio, uscire dalla bolla domestica di Joe e
Gracie non sarà facile, e neanche riuscire a stabilire
effettivamente con certezza cosa ci stanno raccontando di vero e
quanto alcune informazioni che stiamo collezionando siano falsate
dalla percezione distorta che vogliono avere della realtà.
Tutto nella relazione e nella
quotidianità di questa improbabile coppia è ribaltato: valori,
ruoli, vita di coppia. Joe è un ragazzo cresciuto
troppo in fretta, con non troppa differenza di età rispetto ai suoi
figli, ma che deve prendersi cura della personalità fragile di
Gracie e, dunque, adempiere a molti più compiti e ruoli:
contemporaneamente è marito, padre e amico. Il personaggio della
Moore, dall’altro lato, ha fermato l’attimo
nel momento in cui ha conosciuto Joe: ha disintegrato il suo
precedente matrimonio per un ragazzino che allora andava alle medie
e, senza pensare a conseguenza alcuna, ha deciso di rifondare una
propria idea di nucleo famigliare. Gracie pensa
che riempiendosi la casa di gente, affetti, cimeli e futili ricette
di torte e pasticceria varia che i suoi vicini le commissionano per
pietà, possa colmare il vuoto che una relazione così sproporzionata
sotto ogni punto di vista ha lasciato in lei. In realtà,
mentalmente è regredita a uno stato pressochè adolescenziale e vede
in Joe un principe salvatore, solerte nel proteggere
contemporaneamente lei e tutta la famiglia allargata che si porta
dietro.
Un case study tra realtà e
finzione
L’Elizabeth di
Natalie Portman è il jolly che corrisponde al
punto di vista spettatoriale in May December e che
tenta di discernere il vero dal falso, ciò che è successo e le
percezioni amplificate dal presente e dalla manipolazione dei
tabloid, tra Gracie e Joe. Pur
avvicinandosi e toccando con mano la vita di Gracie, facendo alcune
delle sue esperienze quotidiane, Elizabeth mantiene
un’imperturbabilità di fondo. All’esterno, si ridicolizza al
massimo tentando di carpire il segreto di un’esistenza grottesca e
con lei
Natalie Portman, che accetta di mettersi nei panni di
un’attrice forse ancora più macchietta del personaggio reale che
dovrà interpretare. Mentalmente, invece, non siamo mai sullo stesso
livello di Elizabeth: è vero che fa esperienza assieme a noi
pubblico, che ci conduce passo a passo nella vita di Gracie e Joe
nella loro villa in Maine, ma diventa illeggibile tanto quanto i
suoi “case study“.
Tra le tre performance, forse quella
che emerge di più e che sorprende proprio perchè viene da un
giovanissimo della recitazione, è quella di Melton. L’attore di Riverdale
riesce a catturare in toto le sfaccettature del suo personaggio,
conferendogli un’aria da belloccio dei tanto popolari young adult
ma affibbiandogli anche un’aria costantemente desolata e
malinconica, incerta nel suo trovarsi costantemente in bilico tra
l’essere adulto e il tornare bambino. Il suo Joe è
contemporaneamente appetibile e tenero, solare e angoscioso. Un
personaggio vincente che si è auto-confinato in un terreno di
isolamento totale, lontano dal tono camp della pellicola, dai
colori vivi della sua fotografia e lussureggianti della natura che
lo circonda. Forse è proprio attraverso il personaggio di Joe che
Haynes riesce a sbugiardare i suoi personaggi, l’artificiosità dei
loro comportamenti e del finto paradiso che si sono creati.
Melodramma camp fino al midollo, l’ironia disturbante di Todd
Haynes fa luce con May December sulle
(s)proporzioni dei ruoli e dei valori famigliari di una realtà
pervasa dalla finzione.
Il finale di May
December di Todd Haynes rivela quanto siano state
efficaci le strane tecniche di recitazione di Elizabeth Berry
(Natalie
Portman) nello studio di Gracie Atherton
(Julianne
Moore). Il nuovo dramma Netflix vede le straordinarie interpretazioni di
Portman e Moore, che recitano insieme per la prima volta sul grande
schermo, affiancate dalla performance rivelazione di Charles Melton
nel ruolo di Joe Yoo. Il complesso melodramma affronta temi come
la vergogna, la negazione e l’imitazione attraverso varie lenti,
maschere e simbolismi riflessivi, dando vita a un prodotto
finale meravigliosamente strutturato ma accessibile.
Il cast di May December (la
nostra recensione) vede anche la partecipazione di
Cory Michael Smith e Piper Curda, che interpretano due dei
figli di Gracie, avuti da padri diversi. Sia Georgie di Smith che
Honor di Piper offrono prospettive interessanti sul mondo chiuso di
Gracie e Joe, trovando divertente l’interesse di Elizabeth per la
storia “incasinata” della madre. Elizabeth si presenta con un’aria
maestosa mentre osserva silenziosamente e analizza ogni dettaglio
del carattere di Gracie, sperando che alla fine della sua visita
avrà scoperto la “verità” su Gracie. Elizabeth, che si rivela
piuttosto subdola e manipolatrice in May December, scopre
che forse ha sottovalutato Gracie fin dall’inizio.
Cosa succede alla fine di May
December
Il finale di May December
inizia il giorno del diploma di Charlie e Mary Atherton-Yoo.
Essendo gli ultimi due figli a lasciare la casa prima che Gracie e
Joe diventino una coppia senza figli, ci sono già molte emozioni
che turbinano intorno a questo importante evento della vita,
intensificate dalla presenza persistente di Elizabeth. Elizabeth si
presenta alla cerimonia di diploma, dove non conosce nessuno tranne
Gracie e la sua famiglia, sembrando aver imparato alla perfezione
l’aspetto di Gracie e averne incarnato la personalità. La vera
Gracie, tuttavia, ha un ultimo messaggio per Elizabeth prima che
questa torni a Hollywood con la sua immagine in un quaderno.
Gracie chiede a Elizabeth se crede
di capirla, e Elizabeth risponde di sì. Gracie ha un ultimo asso
nella manica: dice a Elizabeth che il suo eccentrico ma talentuoso
figlio Georgie non avrebbe mai dovuto raccontare quella bugia sui
suoi fratelli che l’avrebbero molestata da bambina. Elizabeth
rimane sbalordita, pensando che Gracie non fosse a conoscenza della
sua conversazione privata con Georgie quando lui le ha rivelato
quell’informazione. Gracie conferma che Georgie ha inventato quella
storia “disgustosa”, il che fa infuriare Elizabeth, che si rende
conto di essere stata manipolata e ingannata da entrambi, mettendo
in discussione la sua “comprensione” di Gracie.
La spiegazione della scena di
Gracie con la volpe nel bosco
La mattina della laurea di Charlie e
Mary, Gracie salta la colazione con la sua famiglia e porta il
fucile nel bosco con i suoi cani. Sembra essere a caccia,
alla ricerca di predatori indesiderati nella zona, quando si
imbatte in una volpe che la fissa direttamente negli occhi. Gracie
tiene l’arma senza forza, fissando la volpe con occhi velati e
luccicanti che brillano su un’anima vuota. I due predatori si
osservano immobili mentre Gracie sembra riconoscere qualcosa di sé
stessa e della sua vita. La scena potrebbe anche rappresentare
Gracie che capisce che Elizabeth è una predatrice intellettuale
e che rappresenta una minaccia per la sua reputazione con il suo
film hollywoodiano.
Perché Joe piange da solo alla
cerimonia di laurea di Charlie e Mary
Da quando Elizabeth è entrata nella
sua vita, Joe ha intrapreso un percorso di riflessione su se stesso
e sui suoi desideri per il futuro, fatto di sfumature e
valutazioni. La scelta di Joe di non sedersi con Gracie alla
cerimonia di diploma di Charlie e Mary indica che potrebbe aver
bisogno di più spazio lontano da lei dopo che i ragazzi saranno
andati al college. Dovendo crescere così in fretta in May
December, Joe si è sicuramente perso molte esperienze tipiche
della vita che gli hanno impedito di condurre una vita normale.
In questa immagine finale di Joe in May December, sia il
bambino che il genitore in Joe piangono per motivi diversi.
Guardare Charlie e Mary diplomarsi
al liceo, cosa che il vero Vili Fualaau e presumibilmente Joe non
hanno mai fatto, probabilmente fa provare a Joe un’ondata di
rimpianto e delusione. Piange per la fine di questo capitolo intimo
della paternità, ma anche per la confusione su quale direzione
prenderà la sua vita da quel momento in poi. Alcune delle sue
lacrime sono probabilmente il risultato della gioia di essersi
liberato da una responsabilità enorme. Joe ha finalmente
l’opportunità di perseguire i suoi interessi personali ora che i
suoi obblighi genitoriali sono finiti, con o senza Gracie.
Georgie ha mentito sui fratelli
di Gracie?
È difficile determinare se sia stato
Georgie o Gracie a mentire a Elizabeth sui fratelli di Gracie in
May December. Da un lato, Georgie aveva chiaramente un
secondo fine nel fornire quell’informazione a Elizabeth,
chiedendole subito dopo un lavoro come supervisore musicale per il
suo film. Georgie potrebbe aver inventato quell’informazione su
sua madre per far sembrare che avesse fatto un favore a Elizabeth,
sperando che lei ricambiasse con un favore. D’altra parte,
Gracie parla spesso dei suoi fratelli in May December e
l’informazione di Georgie spiegherebbe molto del vero carattere
di Gracie, che è essenzialmente tutto ciò che interessa a Elizabeth
nel film.
Elizabeth vuole più riprese per
trovare la “verità” di Gracie
La scena finale di May
December mostra Elizabeth in costume da Gracie sul set del film
hollywoodiano in cui la interpreta. La scena imita la ripresa di
una telecamera che gira più take di una scena del “film di Gracie”,
mostrando la rappresentazione discontinua del personaggio da parte
di Elizabeth. Dopo alcune riprese, il regista è pronto a
proseguire, ma Elizabeth chiede un’altra ripresa, sostenendo che
sta avvicinandosi alla “verità” di Gracie ad ogni ripresa.
In realtà, Elizabeth sembra
completamente persa sul set, segno che le sue bizzarre tecniche di
recitazione non l’hanno affatto avvicinata alla vera Gracie. La
produzione del film sembra più quella di un film televisivo a basso
budget che di una grande produzione hollywoodiana, il che implica
che Elizabeth era completamente sopraffatta dal suo approccio
“metodico”, che ha finito per sconvolgere in modo permanente la
vita sia di Joe che di Gracie.
Il vero significato del finale
di May December
Lo sguardo confuso e distante di
Elizabeth alla fine di May December indica che, anche dopo
il suo studio approfondito di Gracie, non la capisce ancora
completamente. I dettagli di Georgie sui fratelli di Gracie le
hanno fatto capire che Gracie era vittima di abusi. Tuttavia,
alla cerimonia di laurea di Charlie e Mary, Gracie getta un’ultima
ombra sull’interpretazione che Elizabeth ha dato di lei, ribaltando
completamente la situazione e affermando che Georgie aveva mentito.
Elizabeth si sente tradita dal fatto che Gracie e Georgie abbiano
parlato in privato della loro conversazione, il che è un segno
della sua ingenuità e della sua esagerata presunzione nei confronti
del suo film di serie B.
Se Georgie diceva la verità, Gracie
sembra negare ciò che è successo con i suoi fratelli, proprio come
fa con la sua relazione “sana” con Joe. Gracie aveva già rivelato a
Elizabeth di essere ingenua, cosa che è stata uno scudo protettivo
e un “dono” nella sua vita dagli orrori della realtà. In questo
modo, le cose con cui Gracie non è d’accordo non appartengono alla
sua visione del mondo o alla sua autovalutazione, rendendola in
qualche modo delirante. Ironia della sorte, l’ultima richiesta di
Gracie a Elizabeth è stata quella di assicurarsi che apparisse
“stabile” nel suo film. Elizabeth si rende conto di aver attinto da
una fonte inaffidabile in Gracie, spiegando la sua difficoltà a
trovare la “verità” del suo personaggio nei momenti finali di
May December. Elizabeth potrebbe anche essere
instabile in qualche modo, il che la costringe a
confrontarsi con la verità su se stessa all’interno del suo
personaggio di attrice metodica.