La giovane Towako (Yu
Aoi) vive con Jinji (Sadawo Abe), un uomo
molto più grande, rozzo e per nulla attraente ma follemente
innamorato di lei. Nonostante le attenzioni e l’affetto quasi
ossessivo di Jinji, Towako continua a pensare al suo ex
Kurosaki(Yutaka
Takenouchi),bello, ricco e potente ma con
un lato oscuro.
Profondamente scontenta della
sua vita, Towako comincia a frequentare Mizushima (Tori
Matsuzaka), un uomo sposato e con famiglia che alla
ragazza ricorda molto il suo primo amore. Quando Towako, dopo otto
anni, scopre però che Kurosaki è sparito nel nulla, inizia a
sospettare che dietro la sua scomparsa ci sia lo zampino di
Jinji.
Dopo gli acclamati
Twisterd Justice e The Devil’s
Path, il regista Kazuya Shiraishi torna sul grande schermo
e presenta alla Festa del Cinema di Roma il suo
ultimo film, Birds Without Names. Tratto
dall’omonimo romanzo di Mahokaru Numata, poi divenuto un best
seller, quello di Shiraishi è un film assai complesso.
Il punto focale della
narrazione è infatti la storia d’amore tormentata di Towako che
sembra divisa tra due uomini che rappresentano il suo passato e il
suo presente. Il film comincia come il più classico dei drammi
sentimentali, con una donna insoddisfatta della propria vita che va
alla ricerca di emozioni forti, storia che poi prende invece una
strada completamente diversa. Grazie al montaggio e ad un
azzeccatissimo utilizzo dei flashback, alcuni dettagli del passato
della protagonista ci vengono nascosti e allo spettatore non resta
quindi che continuare la visione per rimettere insieme tutti i
pezzi del puzzle.
Ben presto quello che credevamo
essere il racconto di un semplice triangolo amoroso si trasforma in
un thriller psicologico pieno di suspence e colpi di scena. Il
confine tra bene e male si confonde e nulla di ciò che credevamo
sapere sembra più reale; la storia va avanti, la tensione cresce,
l’atmosfera si fa sempre più pesante e i personaggi rivelano la
loro vera natura.
Birds Without
Names è un film riuscito, un buon thriller che ha fatto
della curatissima sceneggiatura e del
montaggio, che alterna scene contemporanee
a ricordi lontani, i suoi punti di forza. Tuttavia non mancano alcuni
piccoli errori; l’eccessiva teatralità recitativa dei protagonisti,
ad esempio, toglie pathos al finale del film rendendo alcune
scene un po’ forzate e vagamente
ridicole.
Dopo il successo travolgente di
Perfetti
Sconosciuti, Paolo Genovese torna a lavorare con un
importante cast, tanti personaggi e altrettante storie, con un solo
filo conduttore: cosa saresti disposto a fare per ottenere
ciò che vuoi?
Partendo da The Booth at
the End, serie americana prodotta da FX di
Christopher Kubasik, Genovese racconta di “lui”,
un uomo misterioso, sempre seduto, giorno e notte, al tavolo di un
locale, mangia e scrive su un’agenda consumata dal tempo. Pagine
fitte. E incontra persone che cerca di aiutare. Questi (perfetti)
sconosciuti vanno da lui in cerca di aiuto, portando con sé il loro
più grande desiderio e sentendosi dire in cambio cosa è richiesto
che loro facciano per vederlo realizzato.
L’insondabile oscurità dell’animo
umano in tutte le sue forme prende vita di fronte a questo
misterioso personaggio, un Valerio Mastandrea laconico, misurato,
annoiato, di fronte alla processione di questuanti che gli
rinfacciano le loro stesse brutture. La regia di Genovese si
concentra completamente sul luogo in cui è seduto il protagonista,
un uomo di cui però non sappiamo niente. Si tratta di un
interlocutore, una specie di coscienza esterna di fronte a cui
tutti i suoi “clienti” si confrontano con se stessi. Le storie di
ognuno dei personaggi, dal poliziotti Giallini, alla moglie trascurata Puccini, fino al cieco
Borghi, trovano il modo di intrecciarsi,
realizzando un quadro composito e ricco, che però si sviluppa fuori
dal locale, dove il film (e il suo protagonista) è confinato.
Storie che riusciamo a scoprire solo attraverso i racconti di chi
le vive, esattamente come il personaggio di Mastandrea.
The Place: indefinito, annoiato, fermo.
Pur mantenendo un’indole
profondamente misteriosa, un fascino che deriva da ciò che non
conosciamo e che non si dice del protagonista, The
Place si rivela un prodotto alquanto pigro nella
realizzazione. Anche se l’argomento e l’impianto narrativo così
sospeso possono far pensare (e forse è così) a un progetto insolito
e coraggioso, sollevando gli occhi oltre i confini nazionali, verso
la fonte di ispirazione del film, ci si accorge che in realtà
Genovese ha riproposto una formula già rodata in forma di serie tv,
un colpo narrativamente sicuro che riscontra il suo unico elemento
di rischio nell’accoglienza del pubblico.
The Place di
Paolo Genovese si rivela povero di idee,
dove invece il suo precedente aveva un’intuizione fortissima ed
elementare, su cui si costruivano dinamiche e personaggi, i quali
si lasciavano scoprire a mano a mano che il “gioco al massacro” dei
cellulari causava le sue vittime. In questo caso siamo guidati
progressivamente verso la risoluzione di un puzzle che, pezzo per
pezzo, mostra un quadro omogeneo, che connette ognuna delle
esistenze messe in gioco e che dà un vago senso di compiutezza,
senza però essere esaustivo.
Nella chiusura parimenti enigmatica
di The Place, Paolo Genovese sembra affidarsi alla
prima via d’uscita possibile, quando il marasma di personaggi
sembra sopraffare il senso del racconto a episodi. Passivamente
affidato all’input di partenza, il film non esce mai fuori dai
binari, non procede e non racconta, come il suo protagonista:
indefinito, annoiato, fermo.
Alla Festa del Cinema di
Roma 2017 è arrivato il dramma in costume dalla giovane
regista e sceneggiatrice Dee Rees,
Mudbound. Reduce di una premiere al
Sundance 2017, dove la Rees è di casa avendoci
debuttato nel 2011 con Pariah, il film è stato
acquistato da Netflix e sarà
distribuito sulla piattaforma di streaming dal 17 Novembre 2017.
Sappiamo bene che il nome di Netflix attaccato al progetto non è assolutamente
qualcosa da vedere in modo negativo ma è anzi sempre più spesso
sinonimo di prodotti di altissima qualità e
Mudbound non è da meno.
La Seconda Guerra Mondiale sta per
scoppiare e Henry McAllan (Jason
Clarke) trascina la moglie Laura (Carey
Mulligan) e le loro due figlie da una casetta a
schiera di Memphis ad una fattoria sul Delta del Mississipi. Lì è
obbligata a convivere con il burbero suocero (Jonathan
Banks), animali di qualsiasi specie, una campagna ostile e
una realtà selvaggia a cui lei non è abituata. Nelle terre comprate
da McAllan vivono diverse famiglie di schiavi, tra cui quella di
Hap Jackson (Rob Morgan), un bracciante che sogna
di comprarsi un giorno la sua terra, la cui moglie Florence
(Mary J.Blige) stringe un rapporto di amicizia e
rispetto con Laura, l’unica che non sembra giudicarli per il colore
della pelle.
Le stagioni passano nella fattoria
e con la fine della Guerra, tornano dall’Europa due reduci: Ronsel
(Jason Mitchell), figlio di Hap e Jamie (Garrett
Hedlund), l’affascinante fratello di Henry che non
lascerà Laura indifferente. La vita dopo la Guerra per loro non è
facile in famiglia, soprattutto per Ronsel che non più abituato
all’estremo razzismo del Sud: ma l’aver condiviso la vita al fronte
li unirà in una singolare amicizia.
Mudbound, la recensione
del film con Garrett Hedlund
Mudbound potrebbe
essere tradotto dall’inglese con “legati al fango” e sebbene la
trama segua un suo percorso ben preciso, il fango è senza dubbio al
centro di questa storia, tant’è che la voce fuori campo di Laura ci
avverte anche che le sembrava quasi di “sognare in marrone”. Fango
come quello che circonda le loro case, che li sporca dalla
testa ai piedi, quello che inesorabilmente si ricompatta dopo ogni
pioggia rendendo difficile la semina. Fango come quello del Delta
del Mississippi, una delle aree rurali più a sud degli Stati Uniti,
quel Mississippi parte degli Stati Confederati, dove la
segregazione razziale era giustificata da leggi e la percentuale di
schiavi neri era la più alta del Paese.
E Dee Rees quest’idea del fango che
ti opprime, non solo come metafora, la rende molto bene,
lasciandoti addosso quasi una sensazione di umidità alla fine del
film, oltre che molto a cui pensare. Non è una storia nuova a
livello di tematiche, ma alla luce di diversi fatti di cronaca
recenti (come lo scontro tra suprematisti e antirazzisti di
Charlottesville, giusto per citarne uno),
Mudbound risulta assolutamente rilevante, come lo
è stato anche Detroit, film di
Kathryn Bigelow presentato sempre qui alla
Festa del Cinema di Roma.
Carey Mulligan con il suo fascino di un altra
epoca rappresenta con dignità e sensibilità il suo personaggio,
Jason Clarke insegue una sorta di redenzione
per tutto il film, non riuscendo però a discostarsi dalle sue
radici e Mary J.Blige è quasi irriconoscibile
nella sua Florence, dimostrando di essere non solo una bravissima
cantante. Ma èGarrett
Hedlund quello che convince di più nel ruolo del
reduce della Guerra che soffre di PTSD e non riesce a ritornare
alla realtà rifugiandosi nell’alcol, racchiudendo in tutte le
battute, rabbia e allo stesso tempo gentilezza, un conflitto
interno che traspare anche dai suoi occhi.
Dee Rees sceglie
con cura cosa mostrarci di questa storia, quali aspetti e quali
sentimenti, guidandoci con la sua regia verso un unico imparziale
giudizio e regalandoci un film vecchio stile, ma con diverse
trovate nuove, tanto da non rendere pesanti le due ore e dieci di
durata. Probabilmente girato con l’ambizione per il grande schermo
(che si sarebbe meritato), Mudbound sarà una
piacevole scoperta per gli abbonati Netflix,
che si troveranno un bellissimo film nella libreria senza nemmeno
accorgersene.
Borg
McEnroe di Janus Metz Pedersen si è
aggiudicato il “Premio del Pubblico BNL” alla dodicesima edizione
della Festa del Cinema di Roma.
Borg McEnroe
arriverà nelle sale italiane giovedì 9 novembre, distribuito da
Lucky Red.
SINOSSI
Da una parte l’algido e composto
Bjorn Borg, dall’altra l’irascibile e sanguigno
John McEnroe. Il primo desideroso di confermarsi
re incontrastato del tennis, il secondo determinato a spodestarlo.
Svelando la loro vita fuori e dentro il campo, Borg
McEnroe è il ritratto avvincente, intimo ed emozionante di
due indiscussi protagonisti della storia del tennis e il racconto,
epico, di una finale diventata leggenda: quella di
Wimbledon 1980.
Borg McEnroe, recensione del film con Shia
LaBeouf
Il “Premio del Pubblico BNL”, in
collaborazione con il Main Partner della Festa del Cinema, BNL
Gruppo BNP Paribas, è stato assegnato dagli spettatori: utilizzando
myCicero, l’app ufficiale della Festa del Cinema “RomeFilmFest”
(realizzata da Pluservice), e attraverso il sito www.romacinemafest.org, il
pubblico ha espresso il proprio voto sui film in programma nella
Selezione Ufficiale.
Anche Orlando Bloom
ha partecipato alla Festa del Cinema di Roma 2017
dove ha presentato Romans, opera seconda dei
fratelli britannici Ludwig e Paul Shammasian,
evento speciale di Alice nella
Città.
Nella parte iniziale di
Thor: Ragnarok è possibile assistere
a una rappresentazione teatrale ad Asgard, alla corte di Odino. Chi
ha visto il film saprà a cosa ci riferiamo, ma chi non l’ha ancora
guardato, non legga oltre. ATTENZIONE SPOILER
La scena a cui si fa riferimento è
la rappresentazione della morte di Loki di fronte al finto Odino,
Loki mascherato, appunto.
La scena vede ben tre cameo
celebri: Sam Neill nei panni di Odin,
Luke Hemsworth in quelli di Thor e Matt
Damon che invece è mascherato da Loki.
Mentre sapevamo già che il
coinvolgimento di Sam Neill e del piccolo
Hemsworth (fratello minore di Chris) era da attribuire al regista,
adesso è lo stesso Taika Waititi che racconta che
Matt Damon è stato scelto perché è un buon amico
del protagonista.
Ecco cosa ha raccontato Waititi
a EW: “Matt e
Chris sono buoni amici. Ci è sembrato che, se Loki avesse davvero
scritto una storia sulle sue gesta, avrebbe scelto un attore famoso
per interpretarlo, la star di Asgard. Per questo abbiamo scelto
Matt.”
Oltre ogni possibile spiegazione
apparentemente giustificata, sembra però chiaro che la Marvel si circondi di amici e
faccia felici non solo le proprie star ma anche i fan, in molti
modi diversi.
Thor:
Ragnarok è diretto da Taika Waititi. Nel cast
del film Chris
Hemsworth sarà ancora Thor; Tom Hiddleston
il fratello adottivo di Thor, Loki; Il
vincitore del Golden Globe e Screen Actors Guild Award Idris Elba sarà la
sentinella di Asgard, Heimdall; il premio Oscar Sir Anthony Hopkins
interpreterà nuovamente Odino, signore di Asgard.
Nelle new entry invece si annoverano il premio
OscarCate Blanchett (Blue
Jasmine, Cenerentola) nei
panni del misterioso e potente nuovo cattivo Hela, Jeff Goldblum
(Jurassic Park, Independence
Day: Resurgence), che sarà l’eccentrico
Grandmaster, Tessa Thompson
(Creed, Selma)
interpreterà Valkyria, mentre Karl Urban
(Star Trek, il Signore degli
Anelli: il ritorno del re) aggiungerà la sua forza
nella mischia come Skurge. Marvel ha anche confermato che
Mark Ruffalo riprenderà
il suo ruolo di Bruce Banner / Hulk nel sequel. La data d’uscita è
prevista per il 3 novembre 2017.
La trama di Thor:
Ragnarok – “In Marvel Studios’ Thor Ragnarok, Thor è
imprigionato dall’altro lato dell’universo senza il suo formidabile
martello e si trova in una corsa contro il tempo per tornare a
Asgard per fermare il Ragnarok, la distruzione della sua casa e la
fine della civiltà asgardiana, dalle mani di una nuova e potente
minaccia, la spietata Hela. Ma prima deve sopravvivere a una
mortale lotta tra gladiatori che lo metterà contro uno dei suoi
amici Avengers, l’incredibile Hulk.
Sono
stati assegnati questa mattina tutti i premi della quindicesima
edizione di Alice nella città, la sezione
indipendente e autonoma della Festa del Cinema di Roma.
La
giuria di Alice ha assegnato il Premio per il Miglior film a THE
BEST OF ALL WORLDS di Adrian Goiginger con la seguente motivazione:
“un’ opera ruvida, una matura dichiarazione d’amore di un figlio
nei confronti della madre. Un racconto potente che, con fantasia e
speranza, non racconta ai bambini che i mostri esistono, ma che
possono essere sconfitti”.
La
giuria del Premio Camera D’oro Alice/Taodue ha deciso di premiare
il film BLUE MY MIND di Lisa Bruhlmann con la seguente motivazione
“un racconto di formazione che si trasforma in fantasy, una storia
di mutazione e di trasformazione. Un esordio che stupisce ed ha
anche in se un messaggio liberatorio”.
Il
Premio della Roma Lazio Film Commission per la sezione Panorama
Italia è andato a METTI UNA NOTTE di Cosimo Messeri “per aver
saputo rappresentare una Roma diversa, ricca di personaggi
fiabeschi ma reali al contempo, in un’atmosfera tra l’onirico ed il
reale, grandi attori si muovono sotto una direzione leggera ma
calibrata”.
LA
MIA VITA DA ZUCCHINA di Claude Barras è stato il film più amato dai
ragazzi della scuola Amaldi che hanno deciso di assegnarli il
premio come Miglior Film nell’ambito dei film selezionati tra
quelli vincitori del Premio Lux.
Comicbook.com ha
diffuso un divertente backstage di
Justice League in cui vediamo i
protagonisti del film alle prese con la realizzazione vera e
propria della pellicola.
Sulla scia della morte di Clark
Kent/Superman per mano di Doomsday, il vigilante Bruce Wayne/Batman
rivaluta i suoi metodi estremi e comuncia la ricerca di
straordinari eroi per assemblare una squadra di combattenti contro
il crimine per difendere la Terra da ogni tipo di minaccia. Insieme
a Diana Prince/Wonder Woman, Batman trova l’ex star del
football al college, ciberneticamente migliorato, Vic Stone/Cyborg,
il velocista Barry Allen/The
Flash e un guerriero atlantideo, un re, Arthur Curry/Aquaman. Insieme si schierano contro Steppenwolf,
l’araldo e il comandante in seconda dell’alieno signore della
guerra Darkseid, incaricato da Darkseid stesso di trovare tre
manufatti nascosti sulla Terra.
Ecco il primo
trailer di Justice
League dal Comic Con
Justice League è stato
diretto da Zack Snyder, mentre Joss
Whedon è entrato nella produzione solo a fine
lavoro ed è previsto per il 16 novembre 2017. Nel film vedremo
protagonista Henry
Cavillcome Superman, Ben Affleckcome
Batman, Gal
Gadotcome Wonder Woman, Ezra Millercome
Flash, Jason
Momoacome Aquaman, e Ray
Fishercome Cyborg. Nel cast confermati
anche: Amber Heard, Amy Adams, Jesse Eisenberg, Willem
Dafoe, J.K. Simmons e Jeremy
Irons. I produttori esecutivi del film
sono Wesley Coller, Goeff
Johns e Ben
Affleck stesso.
È innegabile che i fan della
Marvel siano tutti in
attesa del primo trailer ufficiale di Avengers: Infinity War, la
cui versione provvisoria è stata mostrata durante il Comic
Con del 2017.
Adesso i registi del film, i
fratelli Russo, condividono su Instagram un video, che mostra una
famosa vecchia pubblicità con Orson Welles che, in
definitiva, spiega che il trailer sarà disponibile solo quando…
sarà pronto.
Magra consolazione, ma almeno i
registi, in questo modo, dimostrano di tenere in considerazione le
richieste dei fan, anche se, forse, il prendono scherzosamente in
giro.
La sinossi: Mentre
gli Avengers continuano a proteggere il mondo da minacce
troppo grandi per un solo eroe, un nuovo pericolo emerge dalle
ombre cosmiche: Thanos. Despota di intergalattica scelleratezza, il
suo scopo è raccogliere le sei gemme dell’Infinito, artefatti di un
potere sconfinato, e usarle per piegare la realtà a tutto il suo
volere. Tutto quello per cui gli Avengers hanno combattuto ha
condotto a questo punto – il destino della Terra e l’esistenza
stessa non sono mai state tanto a rischio.
Avengers:
Infinity War arriverà al cinema il 4 Maggio
2018. Christopher Markus e Stephen
McFeely si occuperanno della sceneggiatura del film,
mentre la regia è affidata a Anthony e Joe
Russo.
Il cast del film al momento è
composto da Cobie Smulders, Benedict Cumberbatch,
Chris Pratt, Vin Diesel, Scarlett Johansson, Dave Bautista, Karen
Gillan, Zoe Saldana, Brie Larson, Elizabeth Olsen, Robert Downey
Jr., Sebastian Stan, Chris Hemsworth, Chris Evans, Tom Holland,
Bradley Cooper, Samuel L. Jacksson, Jeremy Renner, Paul Rudd, Peter
Dinklage, Mark Ruffalo, Josh Brolin, Paul Bettany, Benedict
Wong, Pom Klementieff e Chadwick
Boseman.
Sulla scia della morte di Clark
Kent/Superman per mano di Doomsday, il vigilante Bruce Wayne/Batman
rivaluta i suoi metodi estremi e comuncia la ricerca di
straordinari eroi per assemblare una squadra di combattenti contro
il crimine per difendere la Terra da ogni tipo di minaccia. Insieme
a Diana Prince/Wonder Woman, Batman trova l’ex star del
football al college, ciberneticamente migliorato, Vic Stone/Cyborg,
il velocista Barry Allen/The
Flash e un guerriero atlantideo, un re, Arthur Curry/Aquaman. Insieme si schierano contro Steppenwolf,
l’araldo e il comandante in seconda dell’alieno signore della
guerra Darkseid, incaricato da Darkseid stesso di trovare tre
manufatti nascosti sulla Terra.
Ecco il primo
trailer di Justice
League dal Comic Con
Justice League è stato
diretto da Zack Snyder, mentre Joss
Whedon è entrato nella produzione solo a fine
lavoro ed è previsto per il 16 novembre 2017. Nel film vedremo
protagonista Henry
Cavillcome Superman, Ben Affleckcome
Batman, Gal
Gadotcome Wonder Woman, Ezra Millercome
Flash, Jason
Momoacome Aquaman, e Ray
Fishercome Cyborg. Nel cast confermati
anche: Amber Heard, Amy Adams, Jesse Eisenberg, Willem
Dafoe, J.K. Simmons e Jeremy
Irons. I produttori esecutivi del film
sono Wesley Coller, Goeff
Johns e Ben
Affleck stesso.
Il primo imperdibile appuntamento
di sabato 4 novembre nel fittissimo programma dell’Area Movie di
Lucca Comics & Games 2017 –
a cura di QMI – è l’anteprima di Pipì, Pupù e Rosmarina in il
mistero delle note rapite, film d’animazione diretto da
Enzo D’Alò con le voci di Giancarlo
Giannini e
Francesco Pannofino che arriverà in sala per
Bolero Film.
D’Alò porta sul
grande schermo Pipì, Pupù e Rosmarina, già noti al pubblico perché
protagonisti della fortunata serie tv a loro dedicata con delle
nuove appassionanti avventure. La proiezione (ore 11, c/o Cinema
Centrale) sarà introdotta da Enzo d’Alò, con Maricla Affatato, voce
della Luna e di Elvira, la gallina favorita del Sultano.
Alle ore 12.30, al cinema Astra,
Vision Distribution e Indiana
Production portano le prime immagini in anteprima di Sono
Tornato, di Luca Miniero con Frank Matano, entrambi ospiti di
Lucca Comics & Games dove
incontreranno il pubblico della manifestazione. Sono
Tornato, diretto da Luca Miniero e
scritto insieme Nicola Guaglianone e prodotto da
Indiana Production, è il remake di Lui è tornato,
film rivelazione tedesco campione d’incassi, e vede Matano tra i
protagonisti accanto a Massimo Popolizio, nei panni del Duce che
ritorna ai giorni nostri. La commedia si muove tra l’ilarità che
suscita il personaggio visto come parodia di se stesso e
l’inquietudine che nasce di fronte alla sua capacità di guadagnarsi
ancora un seguito. Sono tornato sarà distribuito da Vision
Distribution il 1° febbraio 2018.
Alle 21.00, ancora al Cinema Astra
è prevista l’anteprima nazionale di Happy Death Day –
Auguri per la tua morte il film campione d’incassi in
America prodotto dalla Blumhouse, nelle sale italiane dal 9 novembre
distribuito da Universal. Diretto dal regista di Paranormal
Activity 3 Christopher Landon, prodotto dal nuovo re del
cinema di paura Jason Blum con un cast giovane
tutto da scoprire, Happy Death Day – Auguri per la tua morte è uno
slasher avvincente e sanguinolento che rivisita il tema del loop
temporale.
Alle 21.30 al cinema Centrale,
Infinity in collaborazione con Warner Bros. propone Knock…
Knock…Knock… The Big Bang Theory!, serata evento con la proiezione
di The Big Bang Theory – Stagione 11 Episodio 01 (The Proposal
Proposal), 11a stagione su Infinity da fine gennaio e dal 13
Febbraio su Premium Joi, e a seguire The Big Bang Theory –
L’episodio più bello di sempre scelto dai fan!
Tra gli altri appuntamenti Area
Movie della giornata: Ore 13.30, c/o Cinema Centrale, la proiezione
degli spin off Lupin III – Jigen’s Grave Marker e Lupin III –
Goemon: The Splash of Blood (TMS Entertainment); Ore 13.40, c/o
Palco Area Musica, 20th Century Fox presenta The Greatest Showman –
This Is Me, live performance by Simone di Pasquale & Crew, dal
palco di Ballando con le stelle a quello di Lucca Comics & Games, per celebrare
il film The Greatest Showman, al cinema in Italia dal 4
gennaio;
Dalle ore 14.00 alle 16.00 c/o
Stand Universal Home Video (Loggiato Pretorio – Area Movie), la
fumettista Claudia Nuke Razzoli firmerà un’illustrazione ispirata a
Cattivissimo Me 3 e, per tutto il giorno, VR Experience con
contenuti speciali di Transformers 5 – L’ultimo cavaliere e
Spider-man Homecoming; dalle 15.00 fino alle 18.00, c/o Stand
Infinity, (Loggiato Pretorio – Area Movie) speciale manicure
ispirata alla serie tv Claws; ore 15.30, c/o Cinema Astra, Warner
Bros. Pictures Showreel, anticipazioni e anteprime 2017-2018 con
materiali inediti di Justice League; ore 16.00, c/o Cinema
Centrale, Vikings – Stagione 04 Episodio 20 (Tim Vision) e a
seguire i trailer della 5a stagione; ore 20.30 c/o Cinema Centrale,
Benvenuti a Riverdale! Riverdale – Stagione 01 Episodio 1 e, in
apertura, breve presentazione dell’omonimo fumetto Archie Comics,
distribuito da BD Edizioni, da cui è tratta la serie tv, in Italia
in onda su Premium Stories dal 9 Novembre 2017 alle 21.15.
Presentato all’interno della
selezione ufficiale della Festa del cinema di Roma 2017,
Borg McEnroe, diretto da Janus
Metz, racconta la storica rivalità tra due grandi campioni
di tennis: John Patrick McEnroe e Bjorn
Borg. Il film segue la carriera dei due campioni fino alla
famosa finale di Wimbledon 1980.
Il regista Janus
Metz tratteggia le figure dei grandi tennisti, rivelando
anche due grandi personalità, senza seguire una struttura
schematica ma passando dal presente al passato in maniera coerente
e fluida servendosi anche dell’ausilio delle didascalie che aiutano
a collocare meglio la scena nel tempo. Borg e McEnroe vengono
ritratti in modo bilanciato nonostante il fatto che si stia
parlando di un campione affermato, da una parte, e di un tennista
in ascesa che mira a rovesciare dal trono il campione in carica,
dall’altra. Nel film è presente anche materiale di repertorio che
riguarda i due atleti, filmati utilizzati in apertura a introdurre
il racconto.
Borg McEnroe, il film
Con scopi e intenti ben diversi, il
film di Metz è il secondo, nell’arco di poco tempo, quest’anno, a
parlare di tennis e fa coppia con La Battaglia dei
sessi. In quel caso, la sfida tra Billie Jean
King e Bobby Riggs rappresenta un passo
decisivo verso la parità di trattamento tra tennisti uomini e
donne, in questo caso invece si mette “semplicemente” in scena la
rivalità trai due sportivi.
Borg McEnroe, il film
Per quanto riguarda i protagonisti,
nei panni del campione Borg troviamo Sverirr
Gudnason, attore svedese di cinema e televisione noto
soprattutto in patria. Il suo è un personaggio razionale,
calcolatore, metodico che trattiene tutte le emozioni dentro di sé.
In campo è veloce, potente e non manca mai un obiettivo. Il
pubblico lo ama molto e sembra il re indiscusso del tennis.
John Patrick McEnroe è
interpretato invece da Shia LaBeouf, noto per aver preso parte a
Transformers e a Nymphomaniac. LaBeouf incarna un tennista in ascesa, noto
per il suo carattere irascibile e imprevedibile. Non è molto amato
da pubblico per i suoi continui insulti ma sul campo si dimostra
essere come una lama affilata che colpo dopo colpo affonda
l’avversario.
Completano il cast
Stellan Skarsgard, Tuva Novonthy, Ian Blackman, Robert
Emms e Scott Arthur. Skarsgard in
particolare, interpreta l’allenatore e manager di Borg. Il suo
personaggio non solo è fondamentale per la carriera sportiva del
campione, ma lo accompagna anche in ogni altro aspetto della sua
vita. Borg McEnroe, in un susseguirsi di partite,
conferenze, interviste e momenti privati, coniuga la grande
rivalità sportiva, passata alla storia per gli amanti del tennis,
con lo spettacolo senza mai perdere credibilità, tanto che risulta
appassionante e comprensibile anche per chi non conosce i due
campioni oppure non segue il tennis. Lo spettatore è accompagnato
ad appassionarsi alla storia dei due campioni destinati a diventare
leggende.
In occasione della presentazione
del suo film documentario abbiamo avuto il piacere di
intervistare Vanessa Redgrave e Carlo Nero,
l’attrice e interprete inglese, questa volta nei panni di regista,
insieme al figlio ha presentato SEA SORROW
– IL DOLORE DEL
MARE.
SEA SORROW – IL DOLORE DEL MARE
segna il debutto alla regia di Vanessa Redgrave in collaborazione
con il figlio Carlo Nero, qui in veste di produttore del film.
L’opera, ricca di spunti di riflessione e meditazione, è stata
girata in Grecia, Libano, Italia, Calais e Londra, e in essa
Vanessa Redgrave si mette sulle tracce della storia passata e
presente dei rifugiati in Europa.
Redgrave ripercorre episodi della
sua storia personale, in particolare di quando all’età di due anni
dovette fuggire da Londra agli albori dello scoppio della Seconda
Guerra Mondiale; o ancora del periodo da studentessa in cui si
dedicò al volontariato in aiuto dei rifugiati ungheresi; per
finire con il viaggio intrapreso in Libano per incontrare un
bambino palestinese di tre anni che si trovava in un campo per
rifugiati.
Il laburista Lord Alf Dubs riflette
sulla sua fuga dai nazisti e del suo arrivo a Londra come rifugiato
dalla Cecoslovacchia grazie all’operazione Kindertransport e spiega
la ragione per cui è tanto dedito all’assistenza ai minori
rifugiati attraverso il suo continuo impegno affinchè essi
ottengano in Inghilterra la protezione che spetta loro di diritto.
L’impegno di Alf è stato di ispirazione per molte persone in
Inghilterra, spingendole a dare il loro contributo in aiuto dei
minori rifugiati.
Sir Peter Sutherland,
Rappresentante Speciale del Segretario Generale delle Nazioni Unite
per le Migrazioni, ha espresso in modo chiaro e risoluto che i
governi europei non devono interrompere le convenzioni stipulate in
merito alla possibilità di asilo per i
rifugiati. Ralph Fiennes, Emma Thompson e Simon
Coates hanno contribuito alla realizzazione di alcune
scene del film incentrate sui rifugiati; mentre la coraggiosa
Juliet Stevenson, che ha passato nove mesi lavorando per i bambini
di Calais assieme alle associazioni Help Refugees, Citizens UK e
Safe Passage, ha espresso in pubblico il suo pensiero durante un
comizio tenutosi a Parliament Square.
La pellicola include anche scene
ispirate all’opera La Tempesta di Shakespeare, in cui Fiennes
interpreta il ruolo di Prospero. Assieme alle interpretazioni
artistiche, il film include testimonianze reali e attuali di
rifugiati sopravvissuti ai recenti conflitti moderni e alle
persecuzioni che affliggono il Medio Oriente e l’Africa.
Il cast di Thor: Ragnarok è stato ospite da
James Corden
con cui ha messo in piedi una versione live del film diretto da
Taika Waititi. Ecco di seguito il video:
Thor:
Ragnarok è diretto da Taika Waititi. Nel cast
del film Chris
Hemsworth sarà ancora Thor; Tom Hiddleston
il fratello adottivo di Thor, Loki; Il
vincitore del Golden Globe e Screen Actors Guild Award Idris Elba sarà la
sentinella di Asgard, Heimdall; il premio Oscar Sir Anthony Hopkins
interpreterà nuovamente Odino, signore di Asgard.
Nelle new entry invece si annoverano il premio
OscarCate Blanchett (Blue
Jasmine, Cenerentola) nei
panni del misterioso e potente nuovo cattivo Hela, Jeff Goldblum
(Jurassic Park, Independence
Day: Resurgence), che sarà l’eccentrico
Grandmaster, Tessa Thompson
(Creed, Selma)
interpreterà Valkyria, mentre Karl Urban
(Star Trek, il Signore degli
Anelli: il ritorno del re) aggiungerà la sua forza
nella mischia come Skurge. Marvel ha anche confermato che
Mark Ruffalo riprenderà
il suo ruolo di Bruce Banner / Hulk nel sequel. La data d’uscita è
prevista per il 3 novembre 2017.
La trama di Thor:
Ragnarok – “In Marvel Studios’ Thor Ragnarok, Thor è
imprigionato dall’altro lato dell’universo senza il suo formidabile
martello e si trova in una corsa contro il tempo per tornare a
Asgard per fermare il Ragnarok, la distruzione della sua casa e la
fine della civiltà asgardiana, dalle mani di una nuova e potente
minaccia, la spietata Hela. Ma prima deve sopravvivere a una
mortale lotta tra gladiatori che lo metterà contro uno dei suoi
amici Avengers, l’incredibile Hulk.
La Warner Bros in
onore del “Day
Of The Dead” in Messico ha diffuso i poster celebrativi di
Justice League, l’attesissimo film
DC. Nei poster i supereroi sono mascherati come da tradizione nel
giorno dei morti.
Sulla scia della morte di Clark
Kent/Superman per mano di Doomsday, il vigilante Bruce Wayne/Batman
rivaluta i suoi metodi estremi e comuncia la ricerca di
straordinari eroi per assemblare una squadra di combattenti contro
il crimine per difendere la Terra da ogni tipo di minaccia. Insieme
a Diana Prince/Wonder Woman, Batman trova l’ex star del
football al college, ciberneticamente migliorato, Vic Stone/Cyborg,
il velocista Barry Allen/The
Flash e un guerriero atlantideo, un re, Arthur Curry/Aquaman. Insieme si schierano contro Steppenwolf,
l’araldo e il comandante in seconda dell’alieno signore della
guerra Darkseid, incaricato da Darkseid stesso di trovare tre
manufatti nascosti sulla Terra.
Ecco il primo
trailer di Justice
League dal Comic Con
Justice League è stato
diretto da Zack Snyder, mentre Joss
Whedon è entrato nella produzione solo a fine
lavoro ed è previsto per il 16 novembre 2017. Nel film vedremo
protagonista Henry
Cavillcome Superman, Ben Affleckcome
Batman, Gal
Gadotcome Wonder Woman, Ezra Millercome
Flash, Jason
Momoacome Aquaman, e Ray
Fishercome Cyborg. Nel cast confermati
anche: Amber Heard, Amy Adams, Jesse Eisenberg, Willem
Dafoe, J.K. Simmons e Jeremy
Irons. I produttori esecutivi del film
sono Wesley Coller, Goeff
Johns e Ben
Affleck stesso.
Assassin’s
Creed, il film basato sull’omonimo e celebre
videogioco, diretto da Justin Kurzel (Macbeth)
con il premio Oscar
Marion Cotillard, (Le vie en rose, Inception,
Midnight in Paris) e
Michael Fassbender (Shame,
12 anni schiavo, X-Men) nei panni del condannato a morte
Callum Lynch, sbarca in prima tv esclusiva lunedì 6 novembre alle
21.15 su Sky Cinema Uno HD e in contemporanea su Sky 3D
(disponibile anche su Sky On Demand nella collezione
VIDEOGAMES).
Callum Lynch (Michael Fassbender),
pregiudicato condannato a morte per un omicidio, riesce a salvarsi
dalla condanna grazie alla scienziata Sophia Rikkin (Marion
Cotillard), il capo di una multinazionale chiamata Abstergo, dietro
cui si nasconde l’antico e misterioso Ordine dei Templari.
Avendo individuato in Callum
l’ultimo discendente di Aguilar De Nerha, vissuto in Spagna durante
l’Inquisizione, la Fondazione Abstergo lo costringe a ripercorrere
le vicende del suo antenato tramite un macchinario denominato
Animus, con l’unico fine di rintracciare la Mela dell’Eden, una
reliquia in grado di controllare il libero arbitrio.
Callum scoprirà in questo modo di
appartenere alla società segreta degli Assassini, da sempre in
conflitto con I Templari per assicurare libertà e giustizia al
mondo.
Il film, Assassin’s
Creed
Justin Kurzel
aveva già diretto nel 2015 la coppia Fassbender –
Cotillard in occasione del film
Macbeth, adattamento cinematografico della tragedia di
Shakespeare, presentato al Festival
di Cannes 2015.
Il successo della serie di
videogiochi ha portato la casa di produzione del film ad ipotizzare
un sequel, confermato dallo stesso regista in un’intervista
rilasciata alla rivista francese Premiere.
Fanno parte del cast di Assassin’s
Creed anche Jeremy Irons (Race – Il
colore della vittoria, Batman vs Superman), Brendan
Gleeson (Le crociate, Troy) e Charlotte
Rampling (Le chiavi di casa, Basic Instinct 2).
Assassin’s
Creed è disponibile dal 6 novembre On Demand nella
collezione VIDEOGAMES: da non perdere gli altri titoli cult come
RESIDENT EVIL: THE FINAL CHAPTER (dall’8 novembre), DEAD RISING:
ENDGAME, LARA CROFT: TOMB RAIDER – LA CULLA DELLA VITA, ANGRY BIRDS
– IL FILM, HARDCORE.
Assassin’s Creed sarà trasmesso in
prima visione esclusiva lunedì 6 novembre alle 21:15 su Sky Cinema
Uno HD e su Sky 3D
Si è svolta la sera del due
novembre la premiere mondiale di Assassinio sull’Orient
Express, nella cornice della Royal Albert
Hall.
Il regista Kenneth
Branagh ha partecipato al tappeto rosso in compagnia del
suo cast di superstar: Johnny Depp, Michelle Pfeiffer,
Penelope Cruz, Daisy Ridley, Willm Dafoe, Josh Gad, Judi
Dench. Tutte le foto
qui!
Johnny
Depp è Ratchett; Michelle
Pfeiffer sarà Mrs. Hubbard. A Daisy
Ridley andrà il ruolo di Mary Debenham,
mentre Judy Dench incarnerà
la Principessa Natalia Dragomiroff. Michael
Pena sarà un passeggero cubano di
nome Marquez. Willem
Dafoe interpreterà il detective Gerhard
Hardman. Nel sontuoso cast figurano
anche Leslie Odom Jr., Tom
Bateman, Lucy
Boynton e Derek
Jacobi.
Assassinio sull’Orient
Express, sceneggiato da Michael
Green, è prodotto da Ridley Scott, Simon
Kinberg, Mark Gordon e dallo stesso Branagh,
insieme a Michael
Schaefer, Aditya
Sood e Judy Hofflund. Le
riprese del film si sono concluse.
I grandi del cinema continuano
ad arrivare sul tappeto rosso del Festival di Roma
e oggi è stata la volta dell’attrice premio Oscar, Vanessa
Redgrave che ha presentato il suo primo lavoro da
regista.
Dopo aver conquistato il
pubblico dell’ultima edizione del Festival
di Cannes, il documentario Sea Sorrow
arriva anche in Italia e a presentarlo è la stessa regista, una
Redgrave particolarmente agguerrita. La sua opera prima tratta la
difficile questione dei migranti che ormai affligge non solo
l’Europa ma il mondo intero.
Ormai da anni migliaia di
persone, in fuga dalla guerra, hanno deciso di tentare il tutto per
tutto mettendosi nelle mani di scafisti senza scrupoli e di
attraversare le acque internazionali per cercare rifugio
altrove.
Il documentario di Vanessa
Redgrave, girato in più location in giro per il mondo, ci fornisce
un quadro molto ampio della questione migranti e degli aiuti
concreti forniti a queste popolazioni in fuga. Si parla di uomini,
donne, bambini, famiglie intere costrette ad affrontare l’ignoto e
a contare solo sulle proprie forze.
La Redgrave, oltre a mostrare
il grande lavoro dei volontari delle onlus, che offrono assistenza
a persone meno fortunate, accusa i governi di tutti i paesi
coinvolti, compresi quello italiano e inglese, di non fare
abbastanza per garantire a queste persone i naturali diritti
umani.
“Non voglio essere sgarbata ma
chiamare queste persone ‘migrante’ pare sia diventata una malattia,
soprattutto per i media. Chi muore nel mare inseguendo la vita e
non la guerra non può essere chiamato migrante. Queste non sono
persone che migrano, interessate a cambiare paese, a lasciare la
propria terra per andare a raccogliere uva o pomodori lontani da
casa […] E’ una parola che viene dalla destra, usata soprattutto
dai politici di destra ma i diritti umani sono sia della destra che
della sinistra […]
Ci sono persone comuni che
raccolgono fondi per i profughi e il governo invece non fa nulla
[…] Ricordo che Benedict Cumberbatch stava facendo Amleto e a fine
spettacolo chiese al pubblico di fare delle donazioni […] C’è chi
dice che il nostro sia un governo senza speranza ma questa
definizione è troppo gentile: i nostri politici sono ‘less than
nothing’ (meno di niente)”.
Fare della sua prima opera da
regista un documentario di denuncia politico-sociale, è stata per
Vanessa Redgrave una decisione tutto sommato molto
semplice. L’attrice ha raccontato infatti di aver vissuto sulla sua
stessa pelle, quando era appena una bambina, gli orrori della
guerra.
“Quando avevo quattro anni,
durante la guerra, ho iniziato a recitare non perché desiderassi
fare l’attrice ma perché volevo raccogliere soldi per le persone
meno fortunate di me. Il primo spettacolo l’ho fatto insieme a mio
fratello quando ero appena una bambina e gli spettatori erano solo
dodici […] ricordo che dimenticai le battute e dovemmo ricominciare
tutto daccapo […] Volevo a tutti i costi raccogliere soldi per
darli ai Marinai che ci portavano il cibo attraverso l’Atlantico
[…]”
Ma la Vanessa
Redgrave regista di Sea Sorrow non ha
dimenticato i suoi anni da attrice. Negli anni sessanta e settanta
infatti si ricordano alcune delle sue interpretazione più belle
come quella in Morgan, matto da
legare (1966), Giulia (1977) – film
grazie a cui ha vinto l’Oscar nel 1978 – e ovviamente in Blow-Up (1966) del
grande Michelangelo Antonioni.
“I sessanta sono stati per me
anni molto fortunati perché ho avuto l’onore di lavorare con grandi
registi ed attori ma il periodo storico non era dei migliori […]
Erano gli anni della guerra del Vietnam, delle rivolte studentesche
[…] anni di repressione e censura […] Ricordo che il governo
inglese in quegli anni vietò la pubblicazione del libro L’amante di Lady
Chatterley […] i gay era ritenuti dei fuorilegge e
venivano perseguitati […] Molto spesso mi sono unita ai soldati per
manifestare contro la guerra […] E’ giusto ricordare le cose belle
di quell’epoca ma bisogna ricordare anche quelle brutte: abbiamo
tutti bisogno di un promemoria al giorno d’oggi.
Quanto a Michelangelo
Antonioni, beh, lui per me era un Dio del cinema. Quando
ho saputo che lui mi voleva in un suo film ho subito pensato: ‘Oh
mio Dio, avrò un ruolo come quello di Monica Vitti’ […] Io volevo
essere proprio come lei, volevo diventare come Monica, bellissima e
bionda […] e invece Antonioni mi volle nera [ride]. Quando mi prese
per Blow-Up ricordo che venne a Londra e mi fece
andare in dieci diversi saloni perché nessuno dei parrucchieri
inglesi riusciva a capire lo styling che aveva scelto per me […]
Voleva dei capelli neri con delle strisce bianche ma nessun
parrucchiere riuscì ad accontentarlo così ci ha
rinunciato”.
TheWrap riporta che Mark
Strong, da poco nei nostri cinema con Kingsman: Il
Cerchio d’oro, sarebbe in trattative per entrare nel cast
di Shazam! nei panni del villain, Doctor
Sivana.
Strong non è estraneo al genere dei
cinecomic. Infatti, oltre a Kingsman, l’attore ha anche
interpretato Sinestro in Lanterna
Verde, con Ryan Reynolds, un altro
personaggio DC Comics.
Inoltre, Variety annuncia che anche
l’attrice Grace Fulton (Annabelle:
Creation) è in trattative per un ruolo nel film che avrà
come protagonista Zachary Levi.
Shazam sarà diretto
da David F. Sandberg (Annabelle:
Creation) e si baserà su una sceneggiatura scritta da Henry
Gayden e Darren Lemke. Il film che farà parte dell’Universo
Cinematografico DC dovrebbe esserepronto per
debuttare al cinema nell’aprile 2019. Le riprese cominceranno il
prossimo febbraio.
Mentre cresce l’attesa per il
debutto al cinema di Justice
League, oggi il film su Wonder Woman ha segnato un record
storico al box office nella storia del cinema.
Infatti, la pellicola su
Diana Pince diretta da Patty
Jenkins e interpretata da Gal Gadot è
diventato secondo Forbes , il film
sulla storia delle origini di un supereroe ad incassare di più
nella storia del cinema.
Wonder Woman ha incassato 821,74 milioni
di dollari in tutto il mondo, battendo il film che deteneva il
record, il primoSpider-MandiSam Raimi, che aveva guadagnato
nel 2002 821,7 milioni di dollari. Dunque un record importante
per Warner Bros e l’universo DC Comics al
cinema, che fa ben sperare anche per il futuro del
franchise.
Mentre sta per fare il debutto in
queste ora negli USA Thor: Ragnarok, oggi il produttore
dei Marvel StudiosKevin
Feige in un’intervista rilasciata a
The Wrap ha commentato la scena post-credits del film,
rivelando l’identità della nave che vediamo nella sequenza a fine
film.
Feige ha
confermato che si tratta della Sanctuary II, dando
credito dunque alle speculazioni apparse in rete in merito alla
scena. La Sactuary I, nota anche come The Chitauri si
vede nel primo film Avengers, ed è dove Thanos
dimora ed è ormai battezzato la nave ammiraglia della sua
flotta.
Thor:
Ragnarok è diretto da Taika Waititi. Nel cast
del film Chris
Hemsworth sarà ancora Thor; Tom Hiddleston
il fratello adottivo di Thor, Loki; Il
vincitore del Golden Globe e Screen Actors Guild Award Idris Elba sarà la
sentinella di Asgard, Heimdall; il premio Oscar Sir Anthony Hopkins
interpreterà nuovamente Odino, signore di Asgard.
Nelle new entry invece si
annoverano il premio OscarCate Blanchett (Blue
Jasmine, Cenerentola) nei
panni del misterioso e potente nuovo cattivo Hela, Jeff Goldblum
(Jurassic Park, Independence
Day: Resurgence), che sarà l’eccentrico
Grandmaster, Tessa Thompson
(Creed, Selma)
interpreterà Valkyria, mentre Karl Urban
(Star Trek, il Signore degli
Anelli: il ritorno del re) aggiungerà la sua forza
nella mischia come Skurge. Marvel ha anche confermato che
Mark Ruffalo riprenderà
il suo ruolo di Bruce Banner / Hulk nel sequel. La data d’uscita è
prevista per il 3 novembre 2017.
La trama di Thor: Ragnarok – “In Marvel Studios’ Thor Ragnarok,
Thor è imprigionato dall’altro lato dell’universo senza il suo
formidabile martello e si trova in una corsa contro il tempo per
tornare a Asgard per fermare il Ragnarok, la distruzione della sua
casa e la fine della civiltà asgardiana, dalle mani di una nuova e
potente minaccia, la spietata Hela. Ma prima deve sopravvivere a
una mortale lotta tra gladiatori che lo metterà contro uno dei suoi
amici Avengers, l’incredibile Hulk.
Continuano le riprese di
Avengers 4 e da Just Jared arrivano delle foto
rubate dal set in cui vediamo Chris Hemsworth e
Tom Hiddleston nei panni di Thor e Loki.
A giudicare dal look dei due attori
e dalla maschera che porta Hiddleston, la scena a
cui stanno lavorando potrebbe essere un flashback di The
Avengers.
Avengers 4 è ancora
un grande mistero. Il film sarà diretto dai Fratelli Russo ma non
sappiamo ancora da chi sarà composto il cast né di cosa parlerà il
film. Le dichiarazioni di Kevin Feige in merito
hanno reso molto chiaro il fatto che il titolo ufficiale del film
rappresenta spoiler per Avengers Infinity War, per
cui non sarà rivelato fino all’uscita al cinema del film che
conclude la Fase 3 dei Marvel Studios.
Michael Shannon è
stato il protagonista della serata del 2 novembre alla Festa del
Cinema di Roma 2017. L’attore americano è arrivato presentando il
suo ultimo film, Trouble no
more, un omaggio a Bob Dylan nel
periodo della sua conversione cristiana.
Ecco le foto dell’attore sul tappeto
rosso dell’Auditorium:
Dopo aver ospitato qualche
giorno fa l’eccentrico Chuck Palahniuk e il
geniale e coinvolgente Ian McKellen,
la Festa del Cinema di Roma ha dato il benvenuto
ad un’altra eccellenza del mondo del cinema e della musica. Si
tratta del compositore Michael Nyman che
ricordiamo per colonne sonore come quella dell’acclamato
Lezioni di Piano.
Durante l’incontro con il
pubblico, moderato da Mario Sesti e Francesco
Zippel, Nyman ha raccontato qualcosa in più del suo
lavoro, del rapporto tra cinema e musica e soprattutto della sua
grande passione per la regia. In pochi infatti sanno che Michael
Nyman non è solo un compositore e musicista ma anche un regista
sperimentale.
Dirigere per Nyman non è solo un
vezzo ma a volte diventa una vera e propria necessità artistica.
Comporre una colonna sonora per un film richiede molto tempo e
spesso ci si ritrova a combattere con registi e produttori che
hanno idee completamente diverse e che finiscono col modificare
l’intera opera.
“Come regista e compositore posso
decidere in autonomia cosa musicare o meno e soprattutto non devo
sottostare a decisione di terzi […] Comporre richiede molto tempo
perché le colonne sonore devono adattarsi perfettamente ai film e
alle esigenze narrative […] bisogna sincronizzare scene e musiche e
a volte incorporare alcuni rumori d’ambiente […]
Ad esempio, per il film Goodbye
Lenin [film del 2003 la cui colonna sonora è del compositore
francese Yann Tiersen], la
realizzazione della soundtrack ha portato via ben tre mesi di
lavoro […] e per i cortometraggi le cose non cambiano. Non è raro
infatti che comporre musiche per i corti porti via anche più tempo
di quelle per i film […] Solitamente, quando compongo per altri
registi, è la musica che si deve adeguare alle immagini mentre,
quanto a girare sono io, il processo si inverte: sono le immagini a
spiegare la musica”.
Ben presto l’incontro con
Michael Nyman ha preso però una piega insolita e
la sua carriera da compositore è passata in secondo piano. Dopo
aver ricordato alcune delle sue colonne sonore più belle come
quella di Lezioni di Piano (1993),
Gattaca (1997), I misteri del giardino di
Compton House (1982), il compositore ha spostato
l’attenzione tutta sulla sua esperienza diretta dietro la macchina
da presa, una macchina in verità più simile ad una comune
fotocamera digitale. Nyman ha infatti confessato di portare sempre
con sé in giro un piccola camera compatta con cui è solito
riprendere la realtà che lo circonda e lo ispira.
“Solitamente faccio riprese ampie
di ciò che mi circonda ma capita spesso che mi focalizzi su
dettagli che ritengo più importanti e a quel punto utilizzo delle
zoommate […] Questo è evidente nei miei corti Witness I e Witness
II […] entrambi parlano dei deportati ad Auschwitz, descrivendo l’orrore
di quegli anni in modo assai sperimentale
[…]
In Witness I ho usato
fotografie di alcuni gipsy deportati nei campi di concentramento
nel 1942-43 […] Fare un film utilizzando delle foto è molto
complesso poiché, a causa della staticità delle immagini, è più
difficile fare arrivare il messaggio allo spettatore […] Ecco
perché, in fase di montaggio, per rendere il risultato più
dinamico, ho fatto in modo che le immagini comparissero,
scomparissero e si accavallassero come in una visione
[…]
Witness II, che è stato
mostrato al pubblico proprio ad Auschwitz, mostra ancora i volti di
alcuni deportati, dipinti che io ho filmato di nascosto al museo
dell’Olocausto […] A differenza del primo corto, Witness II non
mostra solo i ritratti di queste povere persone ma si concentra
anche su alcuni dettagli come ad esempio le date di nascita delle
vittime […] alcune di loro non avevano più di dodici anni […]
“
L’amore di Michael
Nyman per il cinema e soprattutto per la regia è nato
negli anni sessanta quando, in collaborazione con il grande
Peter Greenaway, ha girato il suo primo
film.
“Ho iniziato a girare nel
1967 a Londra. Il film si chiamava Love Love Love e trattava del
tema della legalizzazione della marijuana. Era in effetti in
montaggio di riprese fatte di manifestazioni contro la guerra in
Vietnam. Ricordo che portai tutto il materiale al mio amico Peter
Greenaway e lui mi disse ‘Michael il girato è una cosa ma il film è
tutt’altra cosa.Devi trovare una strada,
un punto di vista, un montaggio che sappia cogliere ciò che vuoi
dire’. E così ho fatto”.
La vida y nada
mas, presentato all’interno delle Selezione Ufficiale
della Festa del cinema di Roma 2017 e diretto da Antonio
Méndez Esparza, affronta il rapporto tra genitori e figli
adolescenti che vivono in una situazione difficile.
Il giovane afroamericano Andrew è
alle soglie dell’età adulta ed è in cerca del proprio posto
nell’America di oggi. La madre non è intenzionata ad aiutarlo e per
cercare di entrare in contatto con il padre assente deve muoversi
da solo, anche verso terreni pericolosi.
Il regista, dopo il grande successo
di Qui e là del 2012, ritorna a raccontare
l’umanità nelle sue situazioni quotidiane. Proprio per questo, la
regia insiste soprattutto sui luoghi e sulle azioni che i
protagonisti compiono abitualmente, con una ripetizione insistita.
Il ritmo del racconto è lento e spesso sfuma lasciando situazioni
in sospeso per evidenziare lo stato di incertezza e di difficoltà
che vivono i personaggi. Ma la storia non risparmia anche lunghi
silenzi e momenti costruiti a comporre un crescendo di
tensione.
Andrew, interpretato da
Andrew Bleechington, è un adolescente fragile e
taciturno che ha bisogno di sostegno. Cerca aiuto all’esterno della
sua stessa famiglia, ma non sa distinguere quali siano le persone e
i modi giusti da seguire. La madre Regina, interpretata da
Regina Williams, è una donna che non sa gestire la
situazione familiare e preferisce cercare altri stimoli. Si mostra
presente solo con la figlia più piccola, evidentemente meno
problematica di un adolescente.
Pur trattando temi difficili,
La vida y nada mas smussa i contorni omettendo i
particolari più crudi. Si concentra soprattutto sull’aspetto
psicologico dei personaggi, su quello che provano quando si sentono
incompresi o quando si distraggono con altri stimoli. Questa scelta
di edulcorare i temi trattati rende il film meno cattivo ma non per
questo banale.
Tomorrow and
Thereafter, diretto da Noemie Lvovsky e
presentato in concorso in Alice nella città, affronta il delicato
tema della malattia mentale, attraverso il contesto familiare con
l’aggiunta di una componente favolistica.
Mathilde vive con una madre
psicologicamente fragile. La bambina deve fare di tutto per
prendersi cura di lei e fra sì che non vengano mai separate.
Lvovsky costruisce un racconto in
cui la drammaticità della malattia mentale, il disagio e la
disperazione vengono combattuti grazie a una grande forza di
volontà e a un’immaginazione fervida stimolata soprattutto dalle
poesie, dalla musica e dalle favole. Questo tipo di soluzione
narrativa è accompagnata da inquadrature ravvicinate e da continue
variazioni tonali; si passa da atmosfere luminose e rassicuranti ad
altre più oscure, riflesso dei turbamenti psichici. Importante è
anche l’esplorazione accurata degli ambienti entro cui si muovono i
personaggi, ambienti che diventano il riflesso di quello che gli
stessi provano interiormente.
Mathilde, interpretata da
Luce Rodriguez, è un personaggio molto forte per
la sua età; la ragazza ha su di sé tutto il peso della complicata
circostanza drammatica che è costretta a gestire. Trova la forza
andare avanti grazie alla sua immaginazione e alla sua capacità di
vedere le cose in un altro modo (in questo ricorda vagamente il
film d’animazione James e la pesca Gigante) senza lasciarsi
sopraffare, nonostante qualche momento di debolezza. La madre, la
stessa Noemie Lvovsky, è invece un personaggio
speculare a quello di Mathilde. Malata, è una specie di controparte
oscura, triste che però si rivela essere una madre affettuosa e
premurosa nei momenti buoni che la malattia mentale le concede.
Tomorrow and
Thereafter cerca di dimostrare che la malattia mentale non
è solo ospedale, isolamento e pregiudizio. Per continuare a vivere,
a far sì che tutto non sparisca e non sprofondi ogni tanto fa bene
sognare e vivere a colori. Questo approccio positivo e propositivo
rende il film fruibile per un pubblico di tutte le età, perché
invita ad aprire gli occhi e ad affrontare questo tipo di problema
in maniera più aperta, soprattutto nei confronti della
fantasia.
Nut Job – Tutto molto
divertente, sequel di Nut Jub – Operazione
Noccioline, è diretto da Cal
Brunker ed è stato presentato tra gli eventi
speciali di Alice nella città, la sezione autonoma e indipendente
della Festa del
cinema di Roma 2017. Tema portante del film
d’animazione, destinato ai più giovani, è la
cementificazione delle aree verdi urbane per trarne profitti.
Nel film torna lo scoiattolo
Spocchia e la sua banda di roditori che vive a Liberty Park. Questa
volta è messa in discussione la loro stessa sopravvivenza perché il
sindaco della città ha intenzione di demolire il parco per
costruire un Luna Park.
Il regista confeziona un film
d’animazione assumendo il punto di vista dei piccoli roditori con
inquadrature all’altezza dei loro occhi alternandole a visioni
d’insieme della città. Il ritmo è coinvolgente e veloce e ha una
struttura solida.
Spocchia si dimostra essere uno
scoiattolo determinato a fare qualsiasi cosa per salvare i suoi
amici, a volte si lascia convincere dalla via più facile senza
ascoltare nessuno ma poi si ricrede ed è pronto anche a lasciarsi
aiutare. Sottiletta è un carlino dal carattere un po’ burbero ma
dal cuore sincero. Andy è uno scoiattolo dolce e saggio ma che
spesso lascia che sia Spocchia a prendere le decisioni più
importanti. Il sindaco è invece un uomo senza scrupoli, che
tiene solo al suo tornaconto, un cattivo in piena regola. Insomma,
personaggi e caratterizzazioni volgono a un fine didattico, che
rende il film adatto a un pubblico di giovanissimi.
Il racconto ricorda vagamente il
libro Il cerchio magico di Susanna
Tamaro ma qui la componente favolistica lascia spazio a
un’atmosfera molto più concreta nella quale ci possiamo ritrovare
tutti anche se è un prodotto pensato per i bambini.
Riduzione delle aree verdi urbane
che vengono distrutte o rese inadatte alla vita degli animali, la
speculazione edilizia, le politiche che difendono solo gli
interessi della classe dirigente ma anche buone azioni di chi ha a
cuore la natura. Nel semplicistico messaggio didattico si esaurisce
un film che dice poco e niente di nuovo e che adotta un linguaggio
sin troppo elementare, anche per gli spettatori più giovani.
Che sia un elegante commedia heist,
come la trilogia di Ocean, o una mini serie tv
all’insegna del kitsch come Behind the Candelabra, Steven
Soderberg non perde mai la sua cifra stilistica
fondamentale che mira, prima di ogni altra cosa,
all’intrattenimento. Per questo motivo, Logan
Lucky, presentato alla Festa del Cinema di Roma 2017, può
essere considerato l’esempio esaustivo, in ogni sua parte dell’idea
di cinema del prolifico e talentuoso regista americano.
Con questa versione rustica di
Ocean’s Eleven (citato nello stesso film),
Soderbergh mostra il suo gusto per le storie, articolando
perfettamente un racconto brioso che non può fare a meno di
ricordare la contea di Hazzard e i
fratelli Duke, Channing Tatum e Adam Driver, con tanto di cugina Daisy, la
sexy Riley Keough (nipote
di Elvis), e macchine rombanti al seguito.
Logan Lucky, un rustico Ocean’s Eleven
Con un leggerissimo cambio di
rotta, il regista appiana leggermente il ritmo, adottando un
montaggio meno frenetico e riuscendo, nonostante la prevedibilità
dello sviluppo, a mantenere fresca la storia per il gusto dello
spettatore. Il segreto di Soderbergh è forse
proprio quello di lasciar trasparire (e in questo film si nota più
che in altri) il suo stesso divertimento nel momento della
realizzazione della pellicola stessa.
Il regista gioca con gli equivoci,
con le scene, con i personaggi, ritraendo una realtà strana,
impacciata, stolida, ma mai surreale, camminando in punta di piedi
sul sottile confine che separa il realismo dall’assurdo.
L’umanità e il divertimento
Il cuore del film però è senza
dubbio l’aspetto umano, che diventa un contrappunto dosato e
costante alle concitate vicende principali: il rapporto complicato
tra due fratelli “maledetti”, la sensazione di abbandono che prova
un reduce, lo sforzo di un uomo per non perdere sua figlia, il
bisogno di riscatto di una classe sociale che dimostra molto più
acume di quello che appare a un primo sguardo.
La famiglia di Soderbergh,
costituita da amici, pseudonimi con cui in genere firma i vari
ruoli dei suoi film (in questo caso, la sceneggiatura attribuita a
tale Rebecca Blunt), ma anche da attori
conosciuti, che si concedono a parti molto piccole (vedi
Sebastian Stan,
Hilary Swank o Seth MacFarlane), dà
l’impressione che, così come il prodotto finale, anche la
realizzazione del film sia stato un lavoro condotto con leggerezza
e precisione dall’autore, una precisione che risiede nella stesura
di una sceneggiatura puntuale e che regala a Daniel Craig il migliore ruolo in carriera,
con buona pace dell’agente al servizio di Sua Maestà.
Se esiste all’interno di un
meccanismo così ben architettato come Logan
Lucky una chiave di volta, un segreto nascosto tra
un’inquadratura e l’altra che consente al film di arrivare a
destinazione senza alcuna sbavatura, è la meticolosa cura dei
dettagli, sparsi a costruire scene, caratterizzare personaggi e
arricchire situazioni. Una conversazione apparentemente sbadata sul
colore di una automobile, la scelta di una canzone per un concorso
di bellezza, una variante creativa di una formula chimica.
Consacrazione dell’intrattenimento
In un’ambientazione disfattista,
dove i due fratelli protagonisti sembrano davvero afflitti da una
avversa sfortuna, l’entusiasmo per il racconto che traspare a ogni
scena, eleva gli sfortunati a superstar, nonostante i difetti
fisici e le sconfitte personali. Con Logan Lucky,
Steven Soderbergh raggiunge la meta con un grande
sorriso, portando in trionfo non solo un buon film, ma consacrando
anche la sua idea di cinema, completamente e genuinamente votata
all’intrattenimento.
Diretto da Jennifer Lebeau, è stato presentato
alla Festa del Cinema di Roma 2017Trouble
no more, il documentario su Bob Dylan,
che si concentra sul concerto gospel del tour del 1980. I filmati
di repertorio sono alternati a letture/sermoni recitate da
Michael Shannon, anche lui presente alla
manifestazione.
Il documentario è un viaggio
musicale concepito in maniera particolare, come dichiara la stessa
regista: “Il film è nato principalmente dal ritrovamento di
questo materiale che pensavamo fosse andato perduto. C’erano alcune
performance girate in modo non pulito, ma volevamo che il film non
fosse patinato. Ci siamo allontanati dall’originale, evitando le
parti in cui Bob parlava al pubblico con enfasi. Volevamo
concentrarci sulla musica, il resto è venuto da solo.”
“Sapevamo che cercavamo un
attore incredibile, che trasmettesse tensione ma avesse anche una
capacità di trasmettere empatia in modo unico. E Michael è la prima
persona che ci è venuta in mente.”
Michael Shannon,
reduce da una bellissima nomination agli Oscar per il suo ruolo in
Animali
Notturni di Tom Ford, è il
Predicatore, nel film, che si alterna ai momenti musicali,
recitando sermoni, con fermezza e ispirazione.
L’attore ha così raccontato il suo
rapporto con Dylan e la sua musica: “Sono
stato da sempre un fan di Bob Dylan. Era suo il primo concerto a
cui sono stato. Ero un bimbo e ci sono andato con mia madre. Da
subito ho capito che sarebbe stato un uomo speciale per me. Nel
corso degli anni, Dylan è stato una grande ispirazione per me.
Quando faccio teatro mi piace ascoltare la sua musica prima di
andare in scena. Sono sempre stato un suo grande fan.”
Nei sermoni recitati da
Shannon, si parla di ricchi e poveri, e dei primi
che tendono a prevaricare i secondi. C’era qualcuno a cui ha
pensato: “Vorrei che fosse una sola persona, ma non è così.
Sembra che sia una forma archetipica di comportamento. Recentemente
ho interpretato George Westinghouse in The
Current War. È stato un grande onore per me, perché è stato un uomo
che con la sua ricchezza ha costruito un grande impero, senza però
fottere nessuno. Era un uomo onesto e generoso, una grande
eccezione. Era circondato da industriali e banchieri che non
volevano trattare le persone in modo equo. Penso che ci siano
tantissime persone che invece non lo fanno.”
“Da attore, sono consapevole che
il mio lavoro è ben poca cosa – conclude
Shannon – Ma cerco di scegliere cose che
possano piantare un seme nella coscienza delle persone. Non che
loro non sappiano quali sono i problemi dei nostri giorni, ma a
volte questi film possono offrire una forma di conforto, di pace,
ed è questa una delle cose migliori che io possa fare.”
Nel corso degli anni molte delle
più belle e sexy attrici sono apparse in film tratta dai fumetti,
ma quante di loro sono veramente rimaste nell’immaginario di tutti
i fan? Non importa i ruoli che hanno interpretato, perché molte di
loro hanno interpretato molti personaggi diversi nel corso degli
anni e in alcuni casi hanno fornito alcune delle più incredibili
performance sia se sono state la fidanzata dell’eroe o
l’antagonista del film. Dunque scopriamo insieme in questa
carrellata di foto delle delle attrici più hot di quasi tutti i
film tratti dai fumetti.
Scarlet Johansson
Debuttando come
vedova nera nel sequel di Iron
Man, l’ingresso di Scarlett Johansson come Natasha potrebbe non
aver incluso un accento russo, ma le sue diverse apparizioni
nel MarvelCinematic
Universe hanno da allora consacrato l’attrice come la
migliore scelta possibile per un personaggio così sexy e
oscuro.
Evangeline Lilly
Dopo Lost
la sua carriera ha subito un rallentamento ma poi la notizia che
avrebbe interpretato Hope Van Dyne
in Ant-Man sconvolse
tutti. Mentre molti fan sarebbero più felici se fosse stata
promossa come Avenger Janet, l’attrice avrà l’opportunità di
diventare The Wasp l’anno prossimo nel
titoloAnt-Man e
The Wasp.
Carla Gugino
Per molto Carla Gugino
sarebbe la favorita per interpretare il ruolo di Catwoman nel
DC Films Universe, ma finora ha fatto solo brevi
apparizioni nei film dei fumetti
come Watchmen, Man
of Steel e Sin
City. Speriamo che le cose cambino nel prossimo
futuro.
Hayley Atwell
La popolarità di Peggy
Carter ha consentito a Hayley Atwell di fare due film e due stagione
della serie televisiva dedicata a Agent Carter ma
è anche vero che l’attrice inglese ha tutte le curve al punto
giusto per poterle rendere giustizia e magari chissà che non la
rivedremo in Avengers 4.
Elizabeth Olsen
Elizabeth Olsen ha
fatto conquistato il rispetto nel mondo del cinema grazie a molte
incredibili performance come protagonista di numerosi film
indipendenti acclamati dalla critica, ma è il suo ruolo come
Scarlet Witch che l’ha resa nota nell’Universo Cinematografico
Marvel e che poi è diventata il suo lavoro più
noto. A differenza del povero vecchio Quicksilver, si
prevede solo che il suo ruolo diventerà ancora più grande con
il passare del tempo.
Morena Baccarin
Morena Baccarin
è diventata famosa per essere stata laa protagonista
di Fireflye mentre
trascorreva molto tempo
a Gotham, il suo
primo vero ruolo in un cinecomics è arrivato quando è apparsa nel
filmDeadpool
lo scorso anno. Non è noto se l’attrice
tornerà per il sequel, ma sembra che sia stata sostituita da
Domino.
Michelle Pfeiffer
Michelle Pfeiffer
ha rubato le scene a tutte come Catwoman in Batman
Returns e rimane probabilmente la miglior
versione cinematografica del personaggio almeno fino ad
oggi. Sorprendentemente, però lei farà ritornare nel mondo dei
film tratti dai fumetti l’anno prossimo quando interpreterà
Janet Van Dyne, l’originale Wasp nel sequel
di Ant-Man.
Jessica Alba
Non c’è da dire che
Jessica Alba è stata un’affascinante Susan
Storm/Invisible Woman in Fantastic
Fourma il suo ruolo più
riuscito e sexy è quello nei film di Sin City, dove è
stata notevole sotto tutti i punti di vista.
Amber Heard
Molti personaggi secondari
sono stati apparentemente tagliati dalla Justice
league, quindi speriamo che il
personaggio di Amber Heard non sarà tra di
loro! Ma in ogni caso vedremo il suo ritorno a fianco di
Arthur Curry (Jason Momoa) in Aquaman
il prossimo anno.
Halle Berry
Halle Berry
potrebbe essere compromessa data la sua performance in quel
tremendo adattamento di Catwoman ma è anche stata
una straordinaria Tempesta nei quattro diversi adattamenti sugli
X-Men. E’ forse per questo che le è stato poi
affidato un ruolo altrettanto importante ruolo tratto
dai fumetti in Kingsman:
The Golden Circle.
Brie Larson
Brie
Larson farà presto il suo debutto nell’Universo
cinematografico Marvel quando interpreterà Captain
Marvel nel 2019 e crediamo fortemente che l’attrice
vincitrice dell’Oscar diventerà uno dei volti protagonisti nel
futuro della Marvel, dato che con ogni
probabilità raccoglierà l’eredità dei vendicatori in
Avengers 4.
Jennifer Lawrence
Parlando di Mystique,
quando Matthew Vaughn ha voluto lanciare una
versione più giovane del personaggio, ha scelto poi l’attrice e
protagonista di Jennifer Lawrence. Mentre alcuni fan hanno
trovato da ridire nel modo in cui il personaggio sia poi apparso
nella parte centrale del franchise, non si può negare che l’attrice
non abbia fatto uno lavoro con il personaggio.
Famke Janssen
Sophie
Turner è la nuovo Jean Grey ma Famke
Janssen rimane la versione definitiva del personaggio agli
occhi della maggior parte dei fan. Le cose non sono
andate bene inX-Men: The Last
Standma almeno tutto il resto
ha contribuito a definirne la popolarità.
Anne Hathaway
Christopher
Nolan non era proprio quello più propenso ad adattare
il materiale originale sul personaggio, per cui la sua versione di
Selina Kyle è stata molto diversa rispetto ai
fumetti. Nonostante ciò, Anne Hathaway ha
avuto un impatto enorme nel ruolo e rimane una performance di tutto
rispetto, anche se è incline a riprendere il ruolo in futuro.
Eva Mendes
Non ci sia poco di buono
nei film di Ghost Rider con
Nicolas Cage, Eva Mendes è stata
sicuramente una parte discreta del film, oltre ad essere un sexy
interesse amoroso. Peccato che proprio la parte migliore del primo
film sia stata poi sostituita nel sequel.
Blake Lively
La performance di Blake Lively in Lanterna
Verde è stata ampiamente criticata. Da
allora, però l’attrice se l’è cavata piuttosto bene sui set di
hollywood, quindi forse il marito Ryan Reynolds può portarla con sé
nel prossimo futuro, magari in Deadpool 3.
Zoe Saldana
Il vero volto femminile
dei francesi dei Guardiani della
galassia,Zoe
Saldana non è estraneo al mondo dello sci-fi dopo
essere stato protagonista
di Avatar e Star
Trek. Tuttavia, è come Gamora che l’attrice
brilla di più e bisogna darle merito per aver reso così memorabile
il suo personaggio al cinema.
Megan Fox
Megan
Fox non è ha mai interpretato un ruolo di supereroe ma
è apparso in Jonah Hex accanto a Josh
Brolin ed è una delle star dei
film Teenage Mutant Ninja Turtles. I
rumors dicono che avrebbe potuto interpretare
Poison Ivy in Gotham City
Sirensma il tempo ci dirà la verità su questo
rumors.
Gal Gadot
Quando Gal Gadot è stato lanciato come
Wonder Woman, i tifosi erano scettici,
per usare un eufemismo. Tuttavia, dopo averla vista
inBatman
v Superman ha dimostrato che tutti si
sbagliavano e dopo Wonder Woman è stato chiaro a tutti
che Zack Snyder aveva fatto una decisione
eccellente per il suo casting.
Amy
Adams è un’attrice che la maggior parte di noi non si
aspettava mai di vedere in un film di supereroi ma per fortuna è
accaduto. Ma per alcuni non è stata la scelta più azzeccata dato
che hanno sostenuto che la Warner Bros. avrebbe dovuto trovare
un’attrice leggermente più giovane per interpretare Lois
Lane. Sbagliato perché Amy Adams è perfetta nel ruolo di Lois
Lane.
Nel 2020 Amy Adams sarà protagonista del thriller
La
donna alla finestra, diretto da Joe
Wright. Interpreta Anna Fox, una psicologa affetta da
agorafobia che trascorre le sue giornate chiusa in casa a spiare i
vicini, ma un giorno assiste ad un brutale crimine
Rosario Dawson
Rosario
Dawson ora può essere nota per aver interpretato
Claire Temple nelle serie tv Marvel targate ma prima di apparire
in quegli show l’attrice ha dato un’interpretazione memorabile
in Sin City.
Eva Green
Eva
Green secondo i rumors avrebbe potuto essere il
villain di Wonder Woman ma il suo ruolo più
importante in un film tratto dai fumetti è in Sin City
e 300: Rise of an
Empire. Nessuno di questi due titoli è stato ben
accolto, ma l’attrice è stata certamente un ottima scelta per
entrambi.