Innocenti bugie (il
cui titolo originale è Knight and Day), uscito nel 2010,
rappresenta un momento particolare nella filmografia del regista
James Mangold. Dopo essersi fatto notare con opere
intense e di forte carattere drammatico come Cop Land,
Ragazze interrotte e Quando l’amore brucia l’anima –
Walk the Line, Mangold si cimenta qui con un film d’azione dal
tono molto più leggero, giocoso e orientato all’intrattenimento
puro. Pur mantenendo una regia solida e attenta al ritmo, il film
si distingue per un approccio volutamente sopra le righe e per
l’uso di cliché del genere spy-action rivisitati in chiave comica e
romantica.
Uno degli elementi centrali del film
è senza dubbio la presenza carismatica di Tom Cruise, qui in un ruolo che gioca con la
sua immagine da star d’azione. L’attore si diverte a parodiare se
stesso, mettendo in scena un personaggio spericolato, imprevedibile
e affascinante, mentre accanto a lui troviamo Cameron Diaz nel ruolo della protagonista
femminile. La chimica tra i due è fondamentale per sostenere
l’equilibrio tra azione adrenalinica e commedia sentimentale,
facendo di Innocenti bugie un perfetto esempio di
action comedy ad alta energia.
Per tono e impostazione, il film si
può avvicinare ad altri titoli come Mr. & Mrs. Smith,
The Tourist o Killers, tutti usciti in un periodo
in cui il cinema d’azione flirtava con la commedia romantica,
proponendo storie di spionaggio ed equivoci vissute da coppie
affascinanti e ironiche. Pur non avendo avuto un enorme successo al
botteghino, Innocenti bugie ha saputo conquistare
nel tempo un seguito di appassionati proprio grazie al suo stile
scanzonato. Nel resto dell’articolo, analizzeremo il finale del
film, spiegandone i principali eventi e il significato sotteso alla
conclusione.
Protagonisti del film sono
June Havens e Roy Miller. I due
si incontrano casualmente nello stesso aereo in volo verso Boston.
Confidandosi segreti e sogni, entrambi iniziano a sviluppare una
certa sintonia, ma June è del tutto ignara del fatto che Roy è in
realtà una spia segreta dell’FBI. Lo scopre a sue spese nel momento
in cui l’uomo si ritrova attaccato da diversi individui, che però
Roy riesce facilmente a mettere fuori gioco. Nel tentativo di
proteggere la donna, Roy fa infine atterrare l’aereo e
narcotizzandola la porta in un luogo sicuro. Qui le spiegherà
brevemente cosa sta accadendo, informandola del pericolo che ora
corre per aver parlato con lui.
Roy, infatti, non è solo una spia,
ma è anche in possesso di un’invenzione che potrebbe risolvere i
problemi energetici del pianeta. Un suo collega ha infatti fatto il
doppiogioco e vuole ora impadronirsi di quanto da Roy posseduto. Il
suo intento è infatti quello di rivendere l’invenzione ad un gruppo
di trafficanti senza scrupoli, ottenendo in cambio una grossa somma
di denaro. Costretti a fare squadra pur di uscire vivi dai numerosi
pericoli a cui vanno incontro, Roy e June avranno modo di
conoscersi meglio e continuare a sviluppare il sentimento nato
sull’aereo.
La spiegazione del finale del
film
Nel terzo atto di Innocenti
bugie, la trama raggiunge il suo punto di massima tensione
quando Simon Feck, l’inventore del dispositivo, viene rapito dal
vero traditore, l’agente Fitzgerald, e portato in Spagna per
consegnarlo a un trafficante d’armi, Quintana. June, dopo aver
partecipato al matrimonio della sorella, scopre invece a questo
punto l’identità segreta di Roy visitando la casa dei suoi
genitori, ignari che il figlio, in realtà ancora vivo, operi sotto
copertura come agente segreto. Convinta di poter aiutare, June si
lascia catturare per essere condotta da Quintana, fingendo di
possedere la preziosa batteria “Zephyr”.
Durante la resa dei conti a
Siviglia, Roy riesce a rintracciare June, salvandola e scatenando
un inseguimento adrenalinico per le strade della città. Quintana
trova la morte travolto da una mandria di tori, mentre Roy affronta
Fitzgerald: gli consegna la batteria in cambio della salvezza di
Feck, ma viene colpito da un colpo di pistola. Poco dopo, però, la
Zephyr si rivela instabile e esplode, uccidendo Fitzgerald. Roy
sopravvive e viene ricoverato in ospedale a Washington, ma scopre
che i suoi superiori stanno pianificando di eliminarlo. A quel
punto interviene June, travestita da infermiera, che lo droga per
portarlo via e ricominciare insieme una nuova vita, in fuga verso
Capo Horn.
Il significato del finale rispecchia
lo spirito dell’intero film: un mix di romanticismo, azione e
ironia. Roy e June abbandonano ogni legame con il mondo dello
spionaggio per scegliere una vita all’insegna dell’imprevisto e
della libertà. La fuga finale non è soltanto fisica, ma rappresenta
anche una scelta di campo: preferire l’amore, la fiducia e la
spontaneità a un sistema freddo e calcolatore come quello delle
agenzie governative.
Temi come la doppia identità, la
fiducia nelle relazioni e la volontà di riscrivere il proprio
destino emergono con forza nel finale. Innocenti
bugie gioca con i cliché del genere action-romance per
raccontare una storia che parla anche di riconciliazione con sé
stessi e con il proprio passato. Roy, che ha vissuto nell’ombra con
una falsa identità, trova finalmente un equilibrio attraverso il
legame con June, una donna che, pur catapultata in un mondo folle,
decide di abbracciarlo per ciò che è. Una conclusione che ribalta
il classico “vissero felici e contenti” in chiave dinamica e fuori
dagli schemi.
Uscito nel 2004, Catwoman è
stato uno dei primi tentativi della Warner Bros. di riportare sul
grande schermo un personaggio femminile ispirato all’universo DC
Comics in una produzione standalone. Interpretata da Halle Berry, già vincitrice dell’Oscar per Monster’s
Ball, la nuova incarnazione di Catwoman si distaccava
radicalmente dalla celebre versione di Selina Kyle vista nei
fumetti e nei film precedenti, proponendo invece un personaggio
originale: Patience Phillips. Il film, diretto da Pitof, regista francese
proveniente dagli effetti visivi, cercava di fondere elementi di
azione, fantasy e sensualità, puntando su uno stile visivo molto
marcato.
Nonostante l’ambizione di creare
un’icona femminile forte e indipendente, il film non riuscì a
convincere né la critica né il pubblico. Lontano dallo spirito e
dalla mitologia della Catwoman classica, il film venne ampiamente
criticato per la sceneggiatura debole, gli effetti speciali poco
convincenti e una regia caotica. Persino l’interpretazione di
Berry, pur intensa e fisica, non bastò a risollevare le sorti del
film, che fu un clamoroso flop al botteghino e venne rapidamente
bollato come uno dei peggiori cinecomic mai realizzati.
Il suo fallimento fu tale da frenare
per anni i progetti su supereroine protagoniste e divenne oggetto
di numerose parodie e ironie,
anche da parte della stessa Berry. Tuttavia, a distanza di
anni, Catwoman continua a suscitare curiosità, se non altro
come esempio emblematico di cosa accade quando si tenta di
reinventare un personaggio iconico snaturandone le origini. Nel
resto dell’articolo ci concentreremo proprio sul finale del film,
analizzando come si chiude la vicenda di Patience Phillips e
cercando di interpretare il significato all’interno del percorso
narrativo che il film cerca di tracciare.
Il film racconta le vicende di
Patience Phillips (Halle
Berry), una donna timida e piuttosto accomodante, che
lavora come designer in una società di cosmetici. Un giorno riceve
l’incarico di disegnare una campagna pubblicitaria per una nuova
crema di bellezza, la Beau-line, ma mentre sta per consegnare il
progetto al suo capo George Hedare (Lambert Wilson),
assiste a una conversazione che la sconvolge profondamente: questo
nuovo prodotto miracoloso che stanno per promuovere, in realtà, se
non assunto regolarmente, può distruggere la pelle e provocare
addirittura la morte.
La donna decide allora di voler
denunciare la truffa, ma durante la fuga dall’azienda attraverso i
condotti di scarico, le guardie dell’edificio azionano la
fuoriuscita dell’acqua, facendola così annegare. Sebbene Patience
sia morta, torna magicamente in vita grazie all’intervento di
Midnight, un gatto con poteri soprannaturali che le infonde i
tratti di un carattere felino. La mattina seguente, infatti, la
donna si sveglia diversa: è più forte, determinata e dannatamente
sexy. Con il nome di Catwoman, Patience decide così di vendicarsi
dei suoi assassini.
La spiegazione del finale del
film
Nel terzo atto di Catwoman,
la protagonista Patience Phillips si confronta dunque con la verità
dietro la sua trasformazione e le macchinazioni dell’industria
cosmetica Hedare Beauty. Dopo aver scoperto che il rivoluzionario
prodotto anti-età dell’azienda provoca danni irreversibili alla
pelle, Patience decide di affrontare Laurel Hedare, l’elegante ma
spietata moglie del fondatore, che si è rivelata la vera mente
criminale dietro l’intera vicenda. La resa dei conti tra le due
donne culmina in una spettacolare battaglia nel grattacielo
dell’azienda, dove Laurel finisce per cadere dalla finestra, punita
dalla stessa vanità che l’aveva spinta a nascondere la verità.
Dopo aver chiarito la propria
innocenza nella morte di George Hedare e aver salvato molte vite
rivelando la tossicità del prodotto, Patience decide di non tornare
alla sua vecchia vita. Rinuncia all’amore del detective Tom
Lone, l’unico che era riuscito a vederla davvero, per
abbracciare fino in fondo la sua nuova identità. Nell’ultima
sequenza del film, la vediamo saltare sui tetti della città,
libera, indipendente, consapevole del proprio potere. È una
chiusura che sottolinea il distacco definitivo dalla sua esistenza
passata e la piena assunzione del suo ruolo come vigilante
solitaria e ribelle.
Il significato del finale di
Catwoman ruota dunque attorno al tema dell’emancipazione
personale. Patience inizia come una donna timida e remissiva,
sfruttata sul lavoro e invisibile agli altri, ma la sua “rinascita
felina” diventa metafora di una trasformazione interiore. Il film,
pur con tutti i suoi limiti, tenta di raccontare un percorso di
autodeterminazione femminile, in cui la protagonista trova forza
proprio nell’abbracciare la sua diversità e nel rifiutare le
aspettative che la società impone alle donne, sia in termini di
bellezza che di comportamento.
Tuttavia, questa rilettura moderna
del personaggio si discosta profondamente dalla Catwoman dei
fumetti DC: una ladra ambigua, affascinante e moralmente complessa.
La scelta di creare un personaggio completamente nuovo ha reso
difficile per i fan accettare la legittimità di questa “nuova”
Catwoman. Il film non si inserisce poi nella mitologia più ampia
dell’universo DC, e questo ha pesato sulla sua ricezione. Il
finale, pur offrendo una chiusura simbolica coerente con la
narrazione interna, lascia aperta la questione dell’identità: chi è
veramente Catwoman? In questo caso, non un’eroina in costume legata
a Gotham o a Batman, ma una figura indipendente che incarna l’idea
astratta di rinascita, forza e ribellione.
Insieme a Superman
di
James Gunn (qui
la nostra recensione), I Fantastici
Quattro: Gli Inizi è stato fin dal suo primo annuncio uno
dei film di supereroi più attesi e chiacchierati degli ultimi
tempi. Il processo di casting, destinato a dare un nuovo volto
all’iconica famiglia Marvel, è stato oggetto di una
curiosità con pochi eguali. Sono poi seguite immagini dal set,
indiscrezioni, rumor e rivelazioni di ogni sorta nel corso dei mesi
successivi, alimentando l’hype attorno a questo ambizioso progetto
che ha il compito di traghettarci verso il gran finale di questa
non proprio riuscita Saga del Multiverso. Ma ridurre a questo il “compito”
del film è fargli un evidente torto.
Estrapolandolo da questo contesto,
sono infatti molti gli elementi di pregio di I Fantastici
Quattro: Gli Inizi come film a sé stante. A partire da una
maggior attenzione nella sua ideazione, dal mondo retro-futuristico
che propone fino ai grandi temi di cui si fa portatore con spalle
più solide dei precedenti Marvel. Titolo inaugurale della
conclusiva Fase 6 di questo franchise, il film riporta dunque sul
grande schermo la prima famiglia della Marvel con un film che rende
loro giustizia e invita a dimenticare il disastroso risultato di
Fantastic Four – Fantastici Quattro del 2015 e i
piacevoli ma non del tutto riusciti I Fantastici 4 e I Fantastici 4 e Silver Surfer.
La trama di I Fantastici
Quattro: Gli Inizi
Ambientato sullo sfondo vivace di un
mondo retrò-futuristico ispirato agli anni ’60, I Fantastici
Quattro: Gli Inizi presenta la Prima Famiglia della Marvel:
Reed Richards/Mister Fantastic (Pedro
Pascal), Sue Storm/Donna Invisibile (Vanessa
Kirby), Johnny Storm/Torcia Umana (Joseph
Quinn) e Ben Grimm/La Cosa (Ebon
Moss-Bachrach). Costretti a bilanciare il loro ruolo di
eroi con la forza del loro legame familiare, devono difendere la
Terra da un famelico dio spaziale chiamato Galactus
(Ralph Ineson) e dal suo enigmatico Araldo, Silver
Surfer (Julia Garner). E come se il piano di Galactus
non fosse già abbastanza minaccioso, improvvisamente la situazione
diventa molto personale.
Come dovrebbe essere un film di
supereroi oggi, nel 2025, per poter avere una concreta presa sul
pubblico? Fino al 2019 la Marvel sembrava avere la risposta a
questa domanda. Ma con i tanti eventi globali verificatisi negli
ultimi anni questa è cambiata e i dirigenti e i creativi dello
studio sembrano non essere ancora riusciti del tutto a
ristabilirla. Forse è per questo che gli ultimi film della Marvel
hanno tanto proposto personaggi in crisi, incerti sulla direzione
da prendere e chiamati a contrapporsi con realtà molto più
indecifrabili. Mentre cercano una nuova presa sulla realtà, il
Superman
di Gunn sembra aver trovato la quadra: il lato umano.
Può sembrare una banalità, eppure i
recenti progetti Marvel sono stati piuttosto scarsi nel proporre al
grande pubblico personaggi con cui poter empatizzare e dai quali
sentirsi ispirati. C’era dunque bisogno di un ritorno ad una
dimensione più intima, che permettesse di riscoprire quei legami
(famigliari ma non solo) che tutti in questo momento di grande
crisi globale vanno ricercando. Non è una sorpresa allora che
Guardiani della Galassia Vol. 3 (firmato non a caso da
Gunn) e il recente Thunderbolts*abbiano
incontrato maggiore consenso, presentandoci famiglie non
tradizionali alla ricerca delle loro origini e di quel senso di
comunità da cui scaturisce il vero potere.
Progetti, i due film appena citati,
che sembrano aver condotto e aperto la porta a questo I
Fantastici Quattro: Gli Inizi, che dimostra di aver
imparato la lezione proponendoci il racconto di una famiglia e del
suo obiettivo di fare gruppo per proteggersi dalle minacce esterne.
Un messaggio anche politico, volendo, specialmente considerando la
necessità qui di un intero mondo chiamato ad unirsi contro un
nemico esterno. Nemico che non può non far pensare ad una
rappresentazione degli odierni pericoli che minacciano il nostro
pianeta, dal cambiamento climatico (e c’è a riguardo un non sottile
invito a risparmiare l’energia) fino agli spiriti bellicosi che
oggigiorno devastano interi luoghi proprio come Galactus fa con New
York.
Galactus in I Fantastici Quattro: Gli Inizi
I Fantastici Quattro in tutta la loro gloria
Andando oltre gli aspetti tematici,
I Fantastici Quattro: Gli Inizi conferma ciò
che già si pensava in seguito alla diffusione dei materiali
promozionali: è un progetto ben pensato, ben diretto, che sa dosare
l’intimità e l’azione, che grazie ai suoi variegati protagonisti si
rivolge ad un pubblico ampio, dai più giovani fino ai padri e alle
madri. Innanzitutto, l’estetica e l’iconografia rappresentano una
vera e propria boccata d’aria, dopo fin troppi film Marvel
ambientati in contesti visivamente simili tra loro. Il mondo
retro-futuristico in stile anni Sessanta permette invece di dar
vita ad una serie di luoghi e scenari che restituiscono una
sensazione di novità.
All’interno di questo mondo, si
muovono dunque i nostri quattro fantastici protagonisti. Occorre
subito dire che i quattro interpreti scelti – Pascal, Kirby, Quinn,
Moss-Bachrach – si rivelano le giuste scelte non solo esteticamente
e in quanto a somiglianza con i personaggi dei fumetti, ma anche
per la chimica di gruppo che portano in scena. Ci si appassiona
facilmente alle loro personalità, ben definite ma lasciando ancora
molto da poter esplorare. Allo stesso modo, finalmente si ha una
vera minaccia in Galactus, che pur avendo un ruolo tutto sommato
“limitato” è di certo uno dei villain Marvel di questa Saga che più
trasmettono il senso di pericolo. Affascinante e ancora tutta
esplorare anche la
Shalla-Bal di Garner.
Si diceva in apertura della
necessità di estrapolare il film dal più ampio contesto del MCU. La
cosa viene facile, finalmente, poiché in quanto ambientato in
un’altra realtà, il racconto può fare a meno dei tanti fastidiosi
riferimenti ad altre opere che pullulano negli altri film Marvel.
Ciò gli permette dunque di costruire da zero le proprie
caratteristiche, consentendo al regista Matt Shakman (già
regista di WandaVision, da
cui ha ripreso alcuni degli elementi di questa particolare estetica
retro-futuristica) di esplorarle al meglio. Ecco allora che
potendosi muovere con questa libertà, il tutto trova maggiore
respiro seppure il ritmo resti piuttosto serrato.
Ebon Moss-Bachrach e Joseph Quinn in I Fantastici Quattro: Gli
Inizi
Certo, in alcuni momenti si ha la
sensazione che il film acceleri più del dovuto alcuni passaggi
risultando frettoloso e che alcune interazioni non siano del tutto
sviluppate. Sensazione data anche dalla quasi totale assenza di
sottotrame, cosa che però permette di mantenere la concentrazione
sulla vicenda principale ed evitare pericolose lungaggini. Grazie
poi ad un paio di valide sequenze d’azione (quella
nell’astronave di Galactus e quella della battaglia finale) e con
alcuni momenti più intimi, I Fantastici Quattro: Gli
Inizi riesce nel compito di intrattenere ed
emozionare, il tutto affidandosi all’umanità dei suoi protagonisti,
al loro sapere di non saperne abbastanza e per questo provare
paura.
Indubbiamente, bisogna superare una
prima mezz’ora più “statica”, in cui si ripercorre brevemente la
storia di questa famiglia. Il fatto di non essere una
pura origin story permette però poi al film di
passare all’azione, guadagnando sempre più presa sul pubblico (un
po’ come già avvenuto per Spider-Man:
Homecoming). Si è parlato di una certa “freddezza” nei
rapporti tra i personaggi, in parte forse esistente, ma sempre
rimessa ai margini dalla Sue Storm di Vanessa
Kirby, madre pronta a tutto pur di difendere il proprio
figlio. Si può così godere di una famiglia di eroi chiamata a
confrontarsi con la paura degli equilibri che cambiano e finché
questi quattro personaggi e il loro rapporto verrà raccontato così,
ci si può aspettare cose ben più che buone da loro.
L’autismo o la
Sindrome di Asperger sono malattie su cui troppo
spesso vige un certo silenzio, quando invece un maggior dibattito
potrebbe aiutare a conoscere meglio tali patologie e i modi con cui
potervisi opporre. Ecco allora che il cinema in più occasioni ha
cercato di proporre storie che affrontano tali tematiche, con
titoli come i classici Rain Man – L’uomo della pioggia o
Buon compleanno Mr. Grape, fino agli italiani Quanto
basta e Tutto il mio folle amore. Anche il cinema turco si è
interessato all’argomento con Mio figlio.
Diretto da Bora
Egemen, il film affronta in particolare il rapporto che un
genitore tenta di instaurare con il proprio figlio affetto da tali
problematiche. Si sviluppa così un racconto particolarmente
toccante, che non nasconde i momenti più difficili che questa
situazione presenta ma li fa diventare motore per la voglia di
superarli e raggiungere una nuova felicità. Dopo aver ottenuto un
grande successo in patria, Mio figlio arriva ora
finalmente in Italia grazie ad un passaggio televisivo.
Gli appassionati di questo genere e
i fan dell’attore Kıvanç Tatlıtuğ potranno dunque
ritrovare in questo film un’opera meritevole di essere conosciuta.
In questo articolo, approfondiamo dunque alcune delle principali
curiosità relative a Mio figlio. Proseguendo qui
nella lettura sarà infatti possibile ritrovare ulteriori dettagli
relativi alla trama, al cast di
attori e alla sua possibile ispirazione ad una
storia vera. Infine, si elencheranno anche le
principali piattaforme streaming contenenti il
film nel proprio catalogo.
La trama di Mio
figlio
Ali Kaptan è un
pescatore che ha dedicato la sua vita a suo figlio
Efe, che è diverso dagli altri bambini. Egli è
infatti affetto da un disturbo della comunicazione che gli rende
difficile rapportarsi con gli altri. Efe, dunque, non ha mai
parlato e non ha mai guardato negli occhi nessuno. Ali si sforza di
raggiungere suo figlio e di legare con lui, ma non importa quanto
ci provi, non riceve risposta. Il suo desiderio più grande rimane
però quello di sapere che suo figlio lo capisce e tenterà in ogni
modo di stabilire questo legame.
Il cast di attori
Ad interpretare Ali Kaptan vi è
l’attore Kıvanç Tatlıtuğ, celebre in Italia anche
per il film Ultima chiamata per Istanbul e per le serie Gümüş,
La ragazza e l’ufficiale, Brave and Beautiful e The
Family. Accanto a lui, nel ruolo di suo figlio Efe Kaptan vi è
il giovane Alihan Türkdemir, noto per aver
interpretato il ruolo di Bulut Kaya nella serie Bitter Sweet –
Ingredienti d’amore. Accanto a loro, nel ruolo di Leyla recita
invece l’attrice Büşra Develi.
Recitano poi nel film altri attori
turchi, probabilmente più noti in patria ma meritevoli di essere
scoperti anche da noi. Completano infatti il cast Feridun
Düzağac nel ruolo di Feridun, Yücel Erten
in quello di Haşmet, Yıldız Kültür in quello di
Güner e Sezai Aydın in quello di Kamil. Il ruolo
di Sertuğ è interpretato da İlkay Akdağlı, quello
di Murat è interpretato da Cem Zeynel Kılıç e
Mehmet è interpretato da Durul Bazan.
Mio figlio è
tratto da una storia vera?
In molti vedendo il film si sono
chiesti se quella narrata in Mio figlio sia una
storia vera o meno. Il regista e gli sceneggiatori, però, non
sembrano essersi ispirati a nessuna vicenda in particolare, facendo
dunque di questo un racconto originale. C’è però stata una lunga
ricerca riguardante i sintomi e le caratteristiche dell’autismo,
cosa che ha permesso di offrire una rappresentazione quanto più
possibile realistica di questa condizione.
Dove vedere Mio
figlio in streaming e in TV
Sfortunatamente il film non è
presente su nessuna delle piattaforme streaming attualmente attive
in Italia. È però presente nel palinsesto televisivo di
venerdì 19 luglio alle ore 21:20
su Canale 5. Di conseguenza, per un limitato
periodo di tempo sarà presente anche sulla piattaforma
Mediaset Infinity, dove quindi lo si potrà vedere
anche oltre il momento della sua messa in onda. Basterà accedere
alla piattaforma, completamente gratuita, per trovare il film e far
partire la visione.
Apple
TV+ ha annunciato oggi che Loot – Una
fortuna, la comedy interpretata e prodotta dalla sei volte
vincitrice dell’Emmy Maya Rudolph, tornerà
ufficialmente questo autunno con una terza stagione. Composta da 10
episodi, la serie farà il suo debutto il 15 ottobre su
Apple TV+ con i primi due episodi seguiti da un
nuovo episodio ogni mercoledì, fino al 10 dicembre.
La trama della terza stagione di
Loot – Una fortuna
In Loot – Una
fortuna Molly Wells (Rudolph) intraprende un viaggio alla
scoperta di sé stessa dopo aver ottenuto un accordo di divorzio da
87 miliardi di dollari dal suo ricco marito John Novak (Adam
Scott), con cui è stata sposata per 20 anni. Nella terza stagione
la ritroviamo impegnata al comando della sua organizzazione
filantropica, la Wells Foundation dopo aver lasciato gli spettatori con
il fiato sospeso con il finale della seconda stagione che ha visto
Molly salire a bordo del suo jet privato, insieme al suo fidato
assistente Nicholas (Joel Kim Booster), con l’ordine di portarla il
più lontano possibile in seguito alle critiche ricevute dai suoi
colleghi miliardari sul suo impegno filantropico e l’imbarazzante
scambio con il suo collega Arthur (Nat Faxon).
La nuova stagione continuerà a seguire le vicende dell’adorabile
ed eccentrico gruppo di lavoro della Wells Foundation, che continua
a lavorare insieme affinché Molly possa mantenere la promessa
di donare tutta la sua vasta fortuna. Oltre a Rudolph, il cast che
torna per la terza stagione include Michaela Jaé Rodriguez,
Nat Faxon, Ron Funches e Joel Kim Booster. Tra gli ospiti speciali
ci saranno Stephanie Styles, D’Arcy Carden, Adam Scott, Zane
Phillips, Henry Winkler, X Mayo e altri ancora.
Loot – Una fortuna è creata e prodotta da Matt
Hubbard e Alan Yang, insieme a Rudolph e alla sua partner di
produzione Danielle Renfrew Behrens di Banana Split, Dave Becky di
3 Arts, Dean Holland e Natasha Lyonne. Hubbard è lo showrunner
della terza stagione. La serie è prodotta per Apple da Universal
Television, una divisione di Universal Studio Group. Le prime due
stagioni di “Loot – Una fortuna” sono disponibili in streaming su
Apple TV+.
Alla fine di
Delirio di Netflix, il passato e il presente di Agustina si
scontrano per dispiegare tutto il trauma psicologico che la
protagonista ha sepolto nella sua mente. Suo marito, Aguilar,
fatica a dare un senso alla sua attuale situazione e il suo amore
per lei viene messo alla prova. Al centro dello stato di delirio
della protagonista, che dà il titolo alla serie, c’è la sua
dinamica con la famiglia, le cui complessità vengono presto alla
luce, influenzando tutti i soggetti coinvolti in modi unici. Nel
frattempo, Midas, un outsider, fa del suo meglio per integrarsi,
anche quando le conseguenze minacciano di consumarlo dall’interno.
Il risultato è una sabbie mobili da cui non sembra riuscire a
uscire, che lo mette nello stesso stato del suo ex amante. Alla
fine, Agustina rivaluta la sua vita e finalmente comprende le sue
vere priorità.
La trama di Delirium
La storia si avvale di una
narrazione frammentata che salta tra diversi periodi temporali
della vita di Agustina. Da adolescente, lotta contro disturbi
mentali, uniti alle pratiche oppressive della sua famiglia. Quando
Bichi, suo fratello e punto di riferimento nella vita, è costretto
a lasciare la casa perché gay, inizia gradualmente a sprofondare in
una spirale di disordine psicologico. Un sollievo apparentemente
arriva sotto forma di Midas, suo fratello, amico di Joaco, che,
provenendo da una famiglia povera, porta una nuova prospettiva
nella sua vita. I due hanno la loro dose di alti e bassi, in
particolare quando Midas si intromette nella mafia e coinvolge la
sua famiglia negli affari, ma alla fine si mettono insieme. Alla
fine, Agustina rimane incinta e la sua famiglia reagisce
negativamente, costringendola ad abortire in America e a porre fine
alla relazione con il suo amante.
Nel presente, Midas sale lentamente
al potere come membro chiave della mafia, attirando i clienti più
facoltosi. Nel frattempo, Agustina, dopo aver lasciato casa,
incontra Aguilar, un professore di letteratura con forti valori
politici. I due iniziano una relazione e si sposano, ma presto il
passato di Agustina la insinua. Dopo una gravidanza fallita, inizia
una lenta discesa nella follia, che culmina un giorno con la sua
scomparsa da casa. Aguilar la trova finalmente in un hotel e, da
questo momento in poi, la protagonista entra in uno stato di
completo delirio. Disperato per la sua guarigione, Aguilar lascia
il lavoro e si prende cura di lei a tempo pieno. Quando questo non
sembra funzionare, la fa ricoverare in una clinica psichiatrica.
Tuttavia, dopo aver visto il duro ambiente che vi si respira,
decide di riportarla a casa.
Le cose cambiano radicalmente quando
Sofia, la zia di Agustina, si presenta alla sua porta un giorno.
Rivela di essere stata originariamente lei a prendersi cura di
Agustina e, con questo, inizia a spiegare la loro complessa storia
familiare. Mentre il protagonista attraversa brevi periodi di
benessere, spesso si scontra con intensi e a volte violenti
attacchi di paranoia e allucinazioni, che non fanno che complicare
ulteriormente le loro dinamiche. Nel frattempo, Midas inizia
lentamente a perdere la sua umanità; dopo aver permesso l’omicidio
di una prostituta di nome Jenny, uccide il suo ricco cliente.
Tuttavia, il suo periodo da capo mafioso sembra giungere al termine
quando un’irruzione della polizia manda a monte l’intera
operazione. Midas sopravvive, ma è costretto a nascondersi a casa
di Joaco. Il destino sia suo che di Agustina rimane incerto.
Il Finale di Delirio: Aguilar e
Agustina tornano insieme?
La sequenza finale del racconto
riunisce tutti gli elementi tematici e narrativi in un momento di
festa, mentre Aguilar e Agustina finalmente appianano le loro
divergenze e tornano insieme. Il loro successo non è privo di
difficoltà, ma il fatto che riescano a superare quel periodo
turbolento rafforza ulteriormente il loro rapporto, che ora è
forgiato in una fiducia e un rispetto maggiori di prima. Nel
finale, i monologhi di Agustina sullo sfondo offrono una
prospettiva sull’intera relazione fino a quel momento e gettano le
basi per il loro futuro. Sottolinea l’importanza di riconoscere che
qualcosa è rotto prima di tentare di aggiustarlo, oltre ad
accettare che una riparazione non può mai essere permanente, ed è
in questo che risiede la delicata bellezza di una relazione.
Il monologo è completato da un
montaggio che illustra come si svilupperà il futuro di Aguilar e
Agustina. Inizia con loro che sciolgono il nastro adesivo che era
stato messo come segno di separazione all’interno della casa.
Questo simboleggia come i due siano di nuovo uniti e i loro confini
siano stati abbattuti. In seguito, Agustina lo invita a un
appuntamento, suggerendogli di portare la sua impronta
plastificata, che appare nell’episodio 1, come dimostrazione della
loro crescita. Questo chiude il cerchio dinamico, poiché in
precedenza nel racconto l’aveva plastificata specificamente per il
valore che possiede. L’impronta palmare di una persona rimane la
stessa indipendentemente dall’età o dall’esperienza. Pertanto, può
essere interpretata come un sostituto del nucleo di Aguilar come un
essere umano, di cui si era innamorata fin dall’inizio. La sua
permanenza le mostra che il loro matrimonio è anche una
trascendenza di turbolenze momentanee.
L’enfasi di Agustina nel ricreare
l’inizio della relazione ha anche un altro significato. Come
praticante di tarocchi, comprende che il destino non è
completamente scritto nella pietra e che le azioni di una persona
possono cambiarlo in qualsiasi momento del suo percorso, sia
materiale che spirituale. Questo è esemplificato nella sua dinamica
con il marito, che corre parallela alla struttura narrativa creata
dai suoi tarocchi, principalmente quelli del Giudizio e della Ruota
della Fortuna. Queste due carte simboleggiano lo sbarazzarsi di
vecchi pesi e il cambiamento nella propria vita, caratteristica
distintiva del percorso di Agustina. Alla fine, si scusa con
Aguilar per le sue azioni ed esprime il suo amore e la sua
gratitudine nei suoi confronti. Quest’ultimo, a sua volta,
ribadisce quanto la ami, dimostrando come il vero amore si rifiuti
di piegarsi alle circostanze difficili.
Perché Agustina è caduta nel
delirio?
La prova più grande per la storia
d’amore tra Agustina e Aguilar è senza dubbio il periodo di
completo esaurimento nervoso di lei, in seguito al quale viene
ritrovata in una stanza d’albergo senza alcun ricordo di come ci
sia arrivata. Segue un difficile periodo di recupero, in cui spesso
sprofonda in allucinazioni e paranoia. Aguilar tenta una serie di
soluzioni, personali e mediche, ma nessuna sembra funzionare,
poiché non si rende conto che questi sono solo sintomi. Il nocciolo
di ciò che le è successo risiede nel suo passato e nelle relazioni
che l’hanno plasmata finora. Alla fine, apprende la verità dalla
stessa Agustina, dopo la sua guarigione. Lei spiega che il giorno
della sua scomparsa, in realtà era andata alla festa di compleanno
di sua madre, Eugenia, e da lì, gli eventi hanno rapidamente preso
una brutta piega.
Alla villa, Agustina viene
immediatamente reintrodotta nell’ambiente soffocante da cui era
fuggita, mentre sua madre critica la sua scelta di abbigliamento,
ritenendola non abbastanza sofisticata. In seguito, Agustina trova
Midas e i due si liberano rapidamente dalla finzione del ritrovo e
si dirigono verso il luogo preferito del protagonista, in riva al
lago. Qui, i due discutono di come le cose tra loro siano cambiate
per sempre, come dimostrano i segreti che lui le nasconde. Joaco la
trascina presto di nuovo alla festa, dove inizia il suo discorso,
composto interamente da elogi alla madre. Ascoltare la falsità
delle sue parole accende un fuoco nella mente del protagonista e,
uno a uno, inizia a rivelare tutti i segreti della famiglia. Rivela
come Eugenia abbia relegato tutte le sue responsabilità materne
alla sorella e abbia permesso a quest’ultima di avere una relazione
con il marito, il tutto per mantenere un’immagine immacolata della
loro famiglia.
Agustina non si ferma qui e racconta
di come suo fratello, Bichi, sia stato escluso dalla famiglia
perché gay. Questo, insieme alla rivelazione del declino degli
affari di Joaco, è sufficiente a sgretolare l’immagine della
famiglia di fronte agli ospiti. Tuttavia, quello che dovrebbe
essere un momento di catarsi per la protagonista prende invece una
piega oscura quando suo fratello evoca la morte del suo bambino
durante il parto. Quell’evento segna il culmine di tutte le ansie e
le paure di Agustina, che di conseguenza scatenano la sua crisi di
salute mentale. Inizia a diventare paranoica nei confronti degli
ospiti, incluso Mida, credendo che stiano cospirando contro di lei.
Tutti questi fattori scatenanti culminano nella sua violenta
sfuriata, che la porta a fuggire di casa, la radice di tutto il suo
disagio psicologico.
Il tragico passato della famiglia è
la chiave per comprendere Agustina
La crisi di Agustina non è un
episodio isolato, poiché ha un precedente all’interno della sua
stessa famiglia, rappresentato dal nonno, Nicolás Portolinus. Da un
retroscena raccontato da Sofia, apprendiamo che Nicolás era un
pianista dallo spirito libero che soffriva di acufene, il che
probabilmente indica un insieme più ampio di disturbi psicologici.
Nel corso della storia, apprendiamo che la sua malattia lo ha
gradualmente logorato, portandolo al suicidio nello stesso lago che
Agustina ama nel presente. I parallelismi tra i due personaggi sono
innegabili, e lei stessa lo solleva, affermando di sentire anche
lei delle voci. Per entrambi, i loro disturbi impediscono loro di
vivere il tipo di vita che desiderano. Tuttavia, mentre Nicolás
sceglie di togliersi la vita, Agustina segue una strada
diversa.
Un altro dettaglio chiave di
Nicholas è la sua relazione con la sua studentessa di pianoforte.
Questo rappresenta un ulteriore punto di contrasto tra lui e la
nipote, che sposa il suo professore e alla fine trova la pace con
lui. Nicholas è anche l’elemento più cruciale nel caratterizzare il
personaggio di Eugenia, probabilmente causando il suo stigma nei
confronti delle persone gay, e segnando anche l’inizio del suo
tratto negativo: seppellire la verità per vivere una felice
menzogna. In quanto tale, il cosiddetto delirio di Agustina è più
di un ostacolo. È un rifiuto cosciente dello stile di vita della
sua famiglia, che implica nascondere tutti gli inconvenienti e
rincorrere la normalità. Accettando apertamente tutti i suoi stati
mentali come parte di sé, si avvicina di un passo alla vera
autoaffermazione e trova chiarezza nella vita.
Cosa è successo all’hotel? Perché
Agustina non torna da Midas?
Dopo il crollo di Agustina alla
festa, Midas la porta in un hotel, dove ha una conversazione
sincera con lei. Qui, le dichiara il suo amore e si lamenta del
tipo di vita che ha scelto. Capendo che il suo tempo da uomo libero
è ormai scaduto, Midas non insiste per riaccendere la sua relazione
con lei. Invece, le promette il suo sostegno e giura di porre fine
al suo precedente stile di vita. Tuttavia, a metà conversazione, si
rende conto che Agustina non è più in grado di affrontare una
discussione. A questo punto, crolla e finalmente ammette il suo più
grande difetto: ignorare la sua salute mentale. Le spiega di essere
stato così preso dall’idea di lei e di dover dimostrare il proprio
valore in un mondo pieno di ricchi da essersi dimenticato di
dedicare del tempo a preoccuparsi davvero di come si sentisse.
Alla luce di ciò, Midas le lascia
un’ultima informazione: si nasconderà a casa di sua madre. Quando
Agustina recupera i suoi ricordi, invece di andare a trovare Midas
di persona, chiede ad Aguilar di fargli visita se vuole sapere la
verità su quanto accaduto in hotel. Le sue azioni hanno un grande
significato, poiché possono essere interpretate come la definizione
della sua scelta definitiva tra i suoi due amanti, il presente e il
passato. Amando Aguilar, Agustina mostra la sua crescita nel corso
degli anni, imparando a dare valore alla sincerità più di ogni
altra cosa. Il fatto che lei e Midas non funzionino come coppia è
ben indicato dalle loro conversazioni passate, in cui lei
sottolinea che lui assomiglia alla sua famiglia, calpestando vite
innocenti per i suoi obiettivi personali. Al contrario, la
dedizione disinteressata di Aguilar alla moglie dimostra come lui
sia la persona più adatta.
Aguilar alla fine si dirige al
nascondiglio di Midas, dove i due interagiscono brevemente e
conversano di Agustina. L’unica domanda di Midas riguarda la sua
salute e, dopo aver appreso che sta meglio, sembra soddisfatto e
continua a vivere la sua vita. Questo dimostra che anche lui ha
accettato i suoi peccati e ha deciso di dare alla sua ex compagna
lo spazio per ricominciare una nuova vita. Mentre il suo futuro
rimarrà probabilmente cupo per molto tempo, Agustina ha la
possibilità di trovare calore e felicità nella sua vita.
Ciononostante, entrambi i personaggi si lasciano alle spalle il
loro tragico passato con nuove lezioni apprese e una prospettiva
migliore per il futuro.
L’immagine del
manifesto ufficiale dell’82. Mostra Internazionale d’Arte
Cinematografica della Biennale di Venezia è firmato da
Manuele Fior, fumettista e illustratore italiano fra i più
affermati degli ultimi anni. Autore di numerosi libri, alcuni dei
quali premiati in Italia e in Francia (Cinquemila chilometri al
secondo, Celestia, Hypericon), Manuele
Fior ha collaborato con le sue illustrazioni a testate quali
“The New Yorker”, “Vanity Fair”, “Le
Monde”. Vive a Venezia, dove si è laureato in Architettura
all’Università IUAV.
A proposito dell’immagine
del manifesto, Manuele Fior ha dichiarato: «La mia
proposta per l’immagine della Mostra del Cinema ha voluto spostare
l’orizzonte in alto, sopra i tetti e tra i camini veneziani che,
isolati dal loro contesto, sembrano appartenere a un paese
fantastico, immaginario. Eppure sono sotto gli occhi di chiunque
passeggi per le calli.
In una vertiginosa
salita verso il cielo, sullo sfondo di una nuvola rubata a Tiepolo,
ho immaginato tre ragazzi che mimano il gesto senza tempo del
cinema: inquadrare con le dita una scena, scandire il tempo col
ciak e cominciare a recitare.
Sono tre personaggi
che ricordano lo spirito spontaneo e iconoclasta della Nouvelle
vague, di Jules et Jim o dei protagonisti di Bande à part.
Rievocano l’origine giocosa dell’arte e da un punto di vista
inedito e spericolato si ritrovano a guardare lontano, verso lo
spazio luminoso del cinema a venire».
Manifesto di Manuele Fior
Manuele Fior
Nato a Cesena nel 1975,
ha vissuto a Berlino, Oslo, Parigi e Venezia. Il libro che
l’ha consacrato a livello internazionale è stato Cinquemila
chilometri al secondo (Coconino Press) col quale, nel
2010, si è aggiudicato riconoscimenti quali il Gran
Guinigiper Autore unico a Lucca
Comics, il premio Micheluzzi come miglior fumetto e
il Fauve d’or come miglior album al Festival
di Angoulême, sesto italiano a vincerlo nella storia della
manifestazione. L’intervista (Coconino press
2013, Oblomov 2019) segna il suo esordio nel bianco e nero. Ha
inoltre pubblicato Le variazioni
d’Orsay (Coconino press 2015), I giorni
della merla(Coconino press 2016, Oblomov), raccolta
di racconti brevi, La signorina
Else (Coconino press 2009), racconto illustrato tratto
dall’omonimo romanzo di Arthur Schnitzler, Rosso
Oltremare(Coconino press 2006, Oblomov) e
Celestia(Oblomov 2020), storia che immagina
una versione fantastica di Venezia. Nel 2016 disegna il poster per
l’edizione dei 70 anni del Premio Strega. In America, intanto,
grazie all’edizione statunitense di Cinquemila chilometri al
secondo, Fior viene candidato a un Eisner Award nella
categoria di miglior pittore. Nel 2018 illustra la locandina del
Salone internazionale del libro e si cimenta per la prima
volta con l’animazione, realizzando un cortometraggio a cartoni per
il tour musicale di Jovanotti Lorenzo Live 2018.
Nel 2022 esce Hypericon, fumetto che torna alle
atmosfere di Cinquemila chilometri al secondo e che,
come quest’ultimo fumetto, pesca dalle proprie esperienze
personali. L’opera metta in scena la storia d’amore tra due giovani
italiani nella Berlino di fine anni Novanta, alternandola con la
scoperta della tomba di Tutankhamon agli inizi del Novecento,
in Francia Le Monde lo inserisce nella lista dei
migliori fumetti dell’anno. Al Napoli Comicon 2023 il fumetto
viene nominato a tre premi Micheluzzi (miglior fumetto, miglior
sceneggiatura e miglior disegno), vincendo quello per la miglior
sceneggiatura.
Ecco una clip esclusiva di
Dangerous Animals, il disturbante incubo firmato
Sean Byrne (The Loved Ones, The Devil’s Candy),
nuovo titolo di Midnight Factory, etichetta di Plaion Pictures, e
Blue Swan, nei cinema dal
20 agosto,DANGEROUS ANIMALS di
Sean Byrne (The
Loved Ones, The Devil’s Candy).
Dopo il successo di
Longlegs, gli stessi produttori tornano a
esplorare l’oscurità della mente umana con un film che affonda le
sue radici nel thriller psicologico più perverso, unendo l’horror
degli shark movies a quello del sadismo umano, dove l’oceano
australiano è sfondo perfetto per una macabra messa in scena.
Nel film, Zephyr
(Hassie Harrison) è una giovane surfista in fuga
da se stessa e dalle relazioni, che trova un’apparente evasione tra
le onde australiane e in un’avventura notturna con un ragazzo del
luogo, Moses (Josh Heuston). Ma ciò che l’attende
è un incubo oltre ogni immaginazione. Mentre si prepara a
ripartire, Zephyr viene rapita da Tucker (il Jai
Courtney di Terminator: Genisys, Die Hard – Un
buon giorno per morire, The Suicide Squad), un serial killer
metodico, fanatico e con un’ossessione per il cinema dell’orrore,
che accompagna turisti ignari in elettrizzanti tour fra gli squali.
Una volta al largo, la maschera cade e la sua barca si trasforma in
prigione galleggiante e set di morte, lasciando dietro di sé una
scia di sangue (come ben mostra il poster italiano). Il suo scopo?
Filmare donne mentre vengono sbranate vive dagli squali,
realizzando così personalissimi snuff movies da vedere e rivedere
per soddisfare il suo folle piacere voyeuristico – come si intuisce
dalla clip in esclusiva. Riuscirà Zephyr ad avere la meglio sul suo
carnefice o sarà l’ennesima preda sacrificata agli abissi?
Dangerous Animals esce al cinema il 20
agosto distribuito da
Midnight Factory, etichetta di Plaion Pictures, e Blue
Swan.
Il thriller soprannaturale di
Steven Soderbergh, Presence, offre
uno sguardo sperimentale su una casa infestata dal punto di vista
del fantasma che la infesta, culminando con una rivelazione
scioccante sulla vera natura del fantasma. Da giovedì nelle sale,
Presence
racconta il trasferimento di una famiglia in una nuova casa
attraverso gli occhi di una misteriosa entità che si trova già
nella casa quando arrivano. Si scopre che ogni personaggio chiave
del cast di Presence sta affrontando le proprie fonti di ansia, in
particolare la figlia Chloe (Callina Liang), che sta affrontando la
recente morte per overdose di due suoi amici.
L’interferenza dell’entità nella
casa si intensifica man mano che vengono rivelate ulteriori
informazioni su ciascun membro della famiglia, ma si scopre che
l’entità è particolarmente protettiva nei confronti di Chloe. Chloe
finisce per iniziare una relazione segreta con Ryan, amico di suo
fratello Tyler e apparentemente uno degli atleti più popolari del
distretto scolastico. Le motivazioni di Ryan si rivelano malvagie,
poiché cerca di drogare Chloe nella sua stanza (per aggredirla
sessualmente, come si deduce) prima che l’entità faccia cadere la
sua bevanda drogata sul pavimento.
La tensione in casa aumenta fino a
quando i genitori Rebekah e Chris partono per il fine settimana per
un viaggio di lavoro, il che spinge Chloe a invitare Ryan a passare
la notte da loro. Ryan droga suo fratello Tyler in modo da poter
passare del tempo da solo con Chloe, ed è allora che inizia il vero
terrore. Ryan convince Chloe a bere un bicchiere di alcol corretto
per aiutarla a rilassarsi, e le sue vere motivazioni vengono
finalmente rivelate, portando a uno scontro sorprendente e
culminante con l’entità nella casa prima che la sua identità venga
finalmente svelata. Senza ricorrere a facili spaventi, il thriller
psicologico di Soderberg è un mistero sconvolgente sull’istinto che
vi farà venire i brividi lungo la schiena.
L’identità del fantasma in
Presence completamente spiegata
C’erano piccoli indizi prima
della rivelazione finale scioccante
Nella scena finale del film, Rebekah
(Lucy
Liu) si prende un momento per sé nella casa dopo che
la famiglia ha impacchettato tutto per traslocare e finalmente si
rende conto dell’entità. Lo segue nel soggiorno e si ferma davanti
all’antico specchio d’argento, dove l’entità si rivela essere
suo figlio Tyler (Eddy Maday), morto mentre cercava di salvare sua
sorella Ryan (West Mulholland) dalla finestra del secondo
piano. Rebekah urla di angoscia e dolore e cade a terra,
gridando che lui “è tornato per salvarla”.
Mentre Chloe credeva che il fantasma
fosse lo spirito della sua amica morta Nadia, si capisce che in
realtà si trattava di Tyler. La medium, Lisa, fornisce una
spiegazione quando visita la casa per la prima volta, poiché lei e
suo marito notano che, nella sua esperienza di persona con il
“secondo senso”, i fantasmi o le entità come quella nella
casaspesso non hanno alcuna conoscenza di chi sono, perché
si sono manifestati o in quale periodo storico si trovano.
Possono essere spostati nel tempo e
Lisa nota in seguito che il fantasma sembra essere presente a causa
di qualcosa che non è ancora accaduto, ma che sta per accadere.
Nota anche che ha a che fare con una finestra, ma non è in grado di
fornire ulteriori informazioni. Quando il fantasma sveglia
disperatamente Tyler, sotto l’effetto di droghe, alla fine di
Presence, si capisce che è in quel momento che ha preso
coscienza del proprio scopo e della propria identità, e ha capito
che Tyler doveva morire affinché il fantasma potesse essere
creato per svegliarlo.
È un paradosso sconcertante che si
capisce appieno solo quando il pubblico conosce l’identità del
fantasma. A un secondo sguardo, ci sono indizi sull’identità del
fantasma, in particolare la sua protezione nei confronti di
Chloe e il fatto che distrugge con rabbia la stanza di Tyler
quando lui sta intrattenendo la famiglia con il suo scherzo crudele
alla compagna di classe Simone. Il fantasma è una versione
colpevole dello stesso Tyler, legato solo alle emozioni e ai legami
della sua vita terrena; è arrabbiato con se stesso per la sua
crudeltà e si sente protettivo nei confronti della sorella a causa
di quanto era distante e cattivo con lei.
La svolta serial killer di
Presence spiegata
Il vero male non è mai stato il
fantasma
Ryan, l’amico di Tyler, appare
sospetto fin dalla sua prima apparizione e, quando vengono rivelate
le sue motivazioni (quando droga la bevanda di Chloe nella sua
stanza), sembra essere un individuo malato che abusa sessualmente
delle ragazze, data la sua abilità e preparazione nel drogare
Chloe. Gli spettatori più attenti possono cogliere il
collegamento tra Ryan che droga Chloe e l’overdose dei suoi
amici. Tuttavia, quando finalmente riesce a drogare sia Ryan
che Chloe, la sua vera natura viene rivelata.
Al suo debutto al Sundance Film
Festival nel 2024, alcuni spettatori avrebbero abbandonato la sala
a causa dell’intensità del film, citando come motivo il livello di
stress che provocava.
Ryan era più che indirettamente
coinvolto nella morte delle due amiche di Chloe; al contrario, le
loro morti erano in realtà omicidi commessi da lui. Ryan si rivela
essere un serial killer che ha drogato entrambe le ragazze prima di
soffocarle mentre erano prive di sensi. Al medico legale è sembrato
che le ragazze avessero smesso di respirare a causa
dell’interazione delle droghe con il loro organismo, ed è per
questo che è riuscito a farla franca. Tenta di fare lo stesso con
Chloe prima che il fantasma di Tyler risvegli il suo corpo per
salvarle la vita e uccidere Ryan.
Come fa il fantasma di Tyler a
essere presente prima di morire?
La medium Lisa fornisce una
breve spiegazione
Lisa, che ha avuto poteri psichici
per tutta la vita, descrive alcune esperienze generali con entità
quando Chris (Chris Sullivan) la invita a casa sua per la prima
volta. Afferma che il fantasma potrebbe non essere nemmeno
consapevole di chi o cosa sia, né di quando si trovi nel tempo.
Possono provenire dal passato, dal presente o dal futuro e avere
uno scopo di cui potrebbero non essere del tutto consapevoli. Nel
caso di Tyler, il fantasma è il suo sé futuro morto, mandato
indietro nel tempo per abitare nella casa e proteggere sua sorella
da Ryan.
Il paradosso metafisico di un
fantasma che agisce essenzialmente per garantire la propria
creazione futura non viene mai esaminato in modo particolarmente
approfondito, e non è questa l’intenzione. Il punto non è la
pseudoscienza che sta dietro all’origine del fantasma, ma piuttosto
la potenza del senso di colpa di Tyler e il suo bisogno di espiare
la crudeltà che ha inflitto sia a sua sorella che agli altri. Non è
necessario spiegare i meccanismi effettivi del viaggio nel tempo.
Infatti, il fantasma di Tyler può essere visto come una
manifestazione del suo senso di colpa e del suo rimorso, quindi è
come se esistessero due versioni di se stesso allo stesso
tempo.
Perché ogni membro della
famiglia è così teso
Ogni persona ha la propria fonte
di stress
Poiché la storia è raccontata in
frammenti, ci sono molti indizi sulla trama e sui dettagli dei
personaggi, ma raramente viene rivelato il quadro completo. Ogni
membro della famiglia ha il proprio fattore di stress, motivo per
cui la tensione in casa è sempre molto alta. Rebekah è coinvolta
in qualcosa di illegale al lavoro; probabilmente si tratta di
frode o appropriazione indebita, dato che è frenetica nel voler
chiudere la vendita della casa e spiega ubriaca a Tyler che “si può
andare troppo oltre per le persone che si amano”.
Chris è a conoscenza delle attività
illecite della moglie e sembra vicino alla fine del loro
matrimonio, come indicato dalla sua richiesta di consulenza legale
sulla responsabilità del coniuge nei problemi legali del partner.
Egoista e crudele, Tyler è preoccupato soprattutto della sua
posizione sociale e di come il dolore e il comportamento strano
della sorella possano influire su di essa. Chloe sta ancora
affrontando il dolore per la perdita della sua migliore amica, che
la rende introversa e isolata, un’ulteriore fonte di preoccupazione
per Chris. Mettete tutto questo insieme e la famiglia è al punto di
ebollizione quando si trasferisce nella casa infestata.
Cosa ha detto Steven Soderbergh
sul finale di Presence
Il regista ha fornito alcune
informazioni sul colpo di scena
Con uno stile cinematografico e una
prospettiva della telecamera così particolari, le informazioni
fornite dal regista Steven Soderbergh sono particolarmente preziose
per analizzare Presence. In un’intervista con Rue Morgue, Soderbergh ha parlato di quanto sia
difficile collocare Presence in un genere ben definito,
perché il film e il finale non forniscono necessariamente gli
spaventi che si associano tipicamente all’horror puro.
Per me è un dramma che utilizza
un fantasma come cavallo di Troia per mostrare il ritratto di una
famiglia in difficoltà. Non ho iniziato a lavorarci pensando di
voler realizzare un film di quel genere; mi sembrava un modo
interessante per mostrare una famiglia che va in pezzi.
In questo senso, Presence è più un
dramma familiare che un film horror. Detto questo, Soderbergh ha
anche notato il terrore palpabile provocato dalla dinamica
disfunzionale della famiglia e quanto questo renda più potente
il finale del film.
In un certo senso è una tragedia,
perché la madre si sente così vicina al figlio che non presta
davvero attenzione a ciò che sta succedendo alla figlia. È chiaro
fin dall’inizio del film che la presenza è molto concentrata su
Chloe e molto protettiva nei suoi confronti, e parte del terrore
che inizia a crescere man mano che il film va avanti è la
consapevolezza che sta per succedere qualcosa di brutto, e che
probabilmente succederà a lei.
Anche se Presence non offre quel
tipo di chiarezza che permette di collocarlo in un genere ben
definito, quella fusione tra dramma familiare e presagio
soprannaturale è proprio ciò che lo porta nel regno dell’horror. I
temi esplorati dalla narrazione sono certamente in linea con quelli
tipici dei film horror, così come le rivelazioni scioccanti
sull’identità di Ryan e del fantasma. Gli elementi horror sono
presenti in tutto il film, anche se non sono completamente
evidenti.
Il vero significato del
finale di Presence
Il film è ricco di temi quali
trauma, dolore e amore
Al suo centro, Presence è
un’analisi della persistenza del trauma e del dolore e delle
conseguenze di vasta portata del modo in cui vengono affrontati. La
sensibilità di Chloe nei confronti del fantasma è immediata perché
ha vissuto un vero trauma con la morte della sua amica Nadia. Il
resto della sua famiglia non è così in sintonia fino a quando non
vede i danni fisici causati dal fantasma. Il fatto che Rebekah
riesca finalmente a vedere Tyler alla fine si ricollega anche a ciò
che Lisa ha detto loro sui fantasmi all’inizio: Rebekah ha
finalmente vissuto il vero trauma della morte di Tyler, quindi può
vederlo.
Rebekah conclude il film
consumata dal dolore, ricompensa per essersi allontanata da Chloe
nel momento in cui aveva più bisogno di lei.
Al contrario, Presence
sottolinea anche l’importanza di amare e tendere la mano a chi
sta attraversando un momento difficile, e come questo a volte
possa essere l’unica cosa in grado di portare davvero la pace. Il
fantasma di Tyler che sale al cielo alla fine del film implica che
la sua anima riposa in pace, e Chloe ha una parvenza di pace
sapendo cosa è realmente successo ai suoi amici e sapendo che la
persona responsabile non può fare del male né a lei né a nessun
altro. Rebekah conclude il film consumata dal dolore, la sua
ricompensa per essersi tenuta lontana da Chloe quando aveva più
bisogno di lei.
“Girato con un budget ridotto –
appena due milioni di dollari – Presence si rivela un’opera
compatta, rigorosa e coerente, tanto nella messa in scena quanto
nella scrittura. La sceneggiatura di David Koepp,
collaboratore fidato di Soderbergh, costruisce con intelligenza un
racconto carico di ambiguità e tensione, lasciando che siano lo
spazio e lo sguardo a suggerire ciò che le parole non
dicono.
Come già accaduto in
film come
Unsane o Kimi
– Qualcuno in ascolto, Soderbergh utilizza un impianto
narrativo di genere per compiere una riflessione più ampia sul
linguaggio del cinema e sul ruolo dello spettatore. La sua regia
non si limita mai a essere funzionale alla trama, ma diventa sempre
un gesto di ricerca, un atto di sperimentazione continua. Con
Presence, dal 24 luglio nelle sale italiane, firma
un film ipnotico e inquieto, capace di interrogare lo spettro della
visione con lucidità e originalità.”
Il direttore artistico della Mostra
Internazionale d’Arte Cinematografica della Biennale di Venezia 82,
Alberto Barbera, ha svelato il programma della
nuova edizione del Festival, che si prevede sarà ricca di film in
lizza per i premi.
La
Grazia, una storia d’amore che vede nuovamente
Paolo Sorrentino lavorare con Toni Servillo, è stato scelto come
film d’apertura del festival, come avevamo già annunciato su Cinefilos.it, e
concorrerà anche per il Leone d’Oro, il premio principale della
manifestazione.
I premiati con il Leone d’Oro alla
carriera di quest’anno sono l’iconoclasta regista tedesco Werner
Herzog – il cui repertorio comprende “Aguirre, furore di Dio”,
“Fitzcarraldo” e “Nosferatu, la strega” – e la leggendaria star di
“Vertigo” Kim Novak.
Il cast di I Fantastici
Quattro: Gli inizi (qui
la recensione) della Marvel Studios è incredibilmente
forte e comprende alcuni dei migliori attori in circolazione.
Kevin Feige ha confermato il reboot dei
progetti Fantastic Four della Fox nell’MCU nel 2019, poco
dopo l’acquisizione della 20th Century Fox da parte della Disney,
anche se per diversi anni le notizie sono state scarse. Jon
Watts, regista di Spider-Man:
Homecoming, era stato inizialmente scelto per dirigere il
progetto, ma è stato poi sostituito da Matt
Shakman, regista di WandaVision,
con Josh Friedman e Cameron
Squires alla sceneggiatura. I Fantastici Quattro:
Gli inizi della Marvel Studios è così ora al cinema dal 23
luglio 2025 nella
Fase 6 dell’MCU.
Dopo l’annuncio di Feige sul film,
sono iniziate le voci sui possibili attori che avrebbero potuto
interpretare i quattro ruoli principali della Prima Famiglia
Marvel. Per festeggiare San Valentino, la Marvel Studios ha
finalmente confermato il cast di I Fantastici Quattro: Gli
inizi condividendo un’immagine della squadra su X. Il 4 febbraio 2025, la
Marvel ha poi condiviso un teaser trailer che ha dato ai fan un
assaggio delle nuove versioni di questi amati personaggi. Con la
prima famiglia Marvel che finalmente entra a far parte del MCU, ci
sono molti motivi per amare il cast di attori di I
Fantastici Quattro: Gli inizi. In questo approfondimento,
andiamo alla scoperta di ognuno di loro!
Pedro Pascal nel ruolo di Reed
Richards, alias Mister Fantastic
Pedro Pascal è salito alla ribalta
interpretando Oberyn Martell in Il Trono di Spade e Javier Peña in
Narcos, ma ha ottenuto un successo ancora maggiore grazie ai
ruoli in The Mandalorian e The Last of Us, oltre ad aver recitato nel
film della DCEU Wonder Woman 1984 nel ruolo di Maxwell Lord.
Pedro Pascal ha dunque già dimostrato ampiamente
il suo potenziale come protagonista prima di I Fantastici
Quattro: Gli inizi e ha già espresso la sua emozione
per l’ingresso nel MCU.
Pedro Pascal era da tempo dato per
certo nel ruolo di Reed Richards Mister Fantastic prima che la
Marvel Studios confermasse la notizia, battendo altri candidati dei
fan come Ryan Gosling, Adam Driver e Penn Badgley. Mr.
Fantastic è il leader dei Fantastici Quattro ed è sposato con Sue
Storm, la Donna Invisibile. Ha la capacità di allungare il proprio
corpo in qualsiasi forma ed è anche una delle persone più
intelligenti al mondo.
Vanessa Kirby nel ruolo di Sue
Storm, alias la Donna Invisibile
I Fantastici Quattro: Gli Inizi – Vanessa Kirby è Sue Storm
Vanessa Kirby ha debuttato come attrice
teatrale, ma è diventata famosa interpretando la principessa
Margaret in The
Crown. Kirby ha ottenuto grandi consensi per le sue
interpretazioni di Martha Weiss in Pieces of a Woman e
dell’imperatrice Joséphine in Napoleon, e ha recitato nelle
serie di film d’azione Mission: Impossible e Hobbs &
Shaw.
Vanessa Kirby è stata scelta per
interpretare la Donna Invisibile di Sue Storm in I
Fantastici Quattro: Gli inizi, che acquisisce abilità
quali l’invisibilità, la proiezione di campi di forza e l’immunità
telepatica. È anche la moglie di Mr. Fantastic e la sorella di
Johnny Storm, noto anche come La Torcia Umana. Il teaser trailer
ufficiale del film è incentrato principalmente sul suo
personaggio.
Joseph Quinn nel ruolo di Johnny
Storm, alias la Torcia Umana
Il Gladiatore II – Joseph Quinn
Joseph Quinn è diventato famoso a livello
internazionale nel ruolo di Eddie Munson nella quarta stagione di
Stranger Things, ma prima di questo ruolo di successo aveva
lavorato per anni in ruoli minori in serie come Il Trono di
Spade, Caterina la Grande e Small Axe. Ha anche
interpretato un ruolo significativo in A Quiet Place – Giorno
1 e ha lavorato con Ridley Scott in IlGladiatore
II.
Quinn è stato scelto per
interpretare Johnny Storm, la Torcia Umana, in I Fantastici
Quattro: Gli inizi. Johnny Storm è il fratello minore di
Sue Storm, quindi l’intesa tra Quinn e Vanessa Kirby dovrà essere
perfetta nel prossimo progetto. Joseph Quinn prende il posto di Chris Evans e Michael B. Jordan, due ex membri del MCU,
nel ruolo di Johnny Storm.
Ebon Moss-Bachrach nel ruolo di
Ben Grimm, alias La Cosa
L’interpretazione di Ebon Moss-Bachrach del personaggio Micro di
David Lieberman nella serie NetflixThe Punisher gli ha permesso di
acquisire una preziosa esperienza con la Marvel, avendo già fatto
parte di una produzione di supereroi, ma è noto per i ruoli
interpretati in una varietà di serie diverse. Tra questi figurano
le incredibili interpretazioni in The
Bear (per cui ha vinto due Emmy), Girls e
Andor.
Ebon Moss-Bachrach è stato
scritturato per interpretare Ben Grimm, alias La Cosa, nel film
dell’MCU I Fantastici Quattro: Gli inizi, con la
sua forma di La Cosa realizzata principalmente in CGI. La sua
scelta è stata accolta con favore, dato che Ben Grimm è un
personaggio ebreo, quindi Moss-Bachrach è autentico e
rappresentativo.
Julia Garner nel ruolo di
Shalla-Bal, alias Silver Surfer
Nota soprattutto per il ruolo
vincitore di un Emmy in Ozark, Julia Garner è una delle
attrici più prestigiose del momento e I Fantastici Quattro:
Gli inizi rappresenta un’enorme opportunità per ottenere
un ruolo significativo nell’MCU. Oltre a Ozark, Julia Garner ha
recitato con grande successo in varie serie, tra cui Inventing
Anna e The Americans.
Garner interpreterà il ruolo di
Shalla-Bal, che sarà la versione della serie del Silver Surfer.
Questo è particolarmente interessante per i fan dei fumetti, dato
che il Silver Surfer principale della Marvel è solitamente Norrin
Rad, con Shalla-Bal spesso come suo principale interesse romantico.
Questa mossa aiuta a evitare che il MCU diventi prevedibile per chi
ha letto i fumetti e crea anche una distanza tra questo film e
quello del 2015.
Ralph Ineson ha una presenza
imponente sullo schermo, noto soprattutto per i suoi ruoli in
progetti come The Witch, Sir Gawain e
il cavaliere verde, Nosferatu e
Chernobyl. Oltre alle interpretazioni dal vivo, ha prestato
la sua voce a numerosi videogiochi, tra cui Charles Vane in
Assassin’s Creed IV: Black Flag e Lorath Nahr in Diablo
IV.
Nei fumetti Marvel, Galactus è un
individuo imponente in grado di cambiare dimensioni, ma spesso
abbastanza grande da divorare interi pianeti in un solo boccone.
Galactus è già apparso in IFantastici 4 e Silver Surfer, dove ha
sostituito il suo caratteristico aspetto umanoide con una vaga
nuvola cosmica. È apparso brevemente nel teaser trailer di
I Fantastici Quattro: Gli inizi, con un look
fedele al fumetto mentre incombe su New York City. Galactus non è
tanto un cattivo quanto una forza della natura. Distrugge i pianeti
per sostenersi e il suo appetito distruttivo bilancia le forze
universali della creazione e della distruzione.
Il cast e i personaggi di supporto
in I Fantastici Quattro: Gli inizi
Paul Walter Hauser nel ruolo di Harvey
Elder, alias Uomo Talpa. Nel film, l’attore
interpreta uno dei più celebri villain dei Fantastici Quattro. La
presenza di Hauser è limitata all’inizio e alla fine del film,
comparendo in poche brevi scene ma lasciando il segno con il suo
grande talento.
Natasha Lyonneinterpreta Rachel
Rozman. Si tratta di una maestra di scuola, verso la quale
Ben Grimm prova dei sentimenti. Anche lei, tuttavia, compare solo
in una manciata di scene.
Sarah Niles interpreta
Lynne. Lei è la CEO della Future Foundation e si rapporta con i Fantastici Quattro
per le loro dichiarazioni pubbliche.
Ben prima che il Marvel Cinematic
Universe fosse una realtà, a dar particolare prestigio e linfa
al genere poi denominato “cinecomic” furono i
primi film dedicati agli X-Men. Negli anni, il
racconto dei più celebri mutanti dell’universo
supereroistico si è espanso grazie a sequel, prequel e
spin-off, dando vita ad una delle più compiute saghe degli ultimi
anni. Composta in totale da ben dodici film, si tratta di uno dei
franchise più redditizi della storia, grazie ad un incasso
complessivo di oltre 5 miliardi di dollari.
Ad oggi, con l’acquisizione della
20th Century Fox da parte della Disney, i diritti dei personaggi
sono tornati in mano alla Marvel, la quale ha promesso un
loro futuro ingresso all’interno del Marvel Cinematic
Universe. Ancora non è noto se a dar vita ai celebri
mutanti saranno gli attori fin qui visti nei loro panni, o se verrà
avviato un re-casting. Ciò che è certo, è che le avventure degli
X-Men al cinema sono tutt’altro che terminate.
X-Men: l’ordine cronologico della
saga
Dal 2000 ad oggi sono stati
realizzati dodici film appartenenti alla saga di X-Men.
Questi titoli affrontano un arco temporale
piuttosto ampio e complesso, nel quale si esplorano le origini
di alcuni dei personaggi ricorrenti e delle vicende a cui sono
legati. Per comprendere meglio il potenziale della saga, nonché i
suoi maggiori segreti, può essere particolarmente utile guardare i
suoi film non solo secondo l’ordine in cui sono stati distribuiti
in sala ma anche in ordine cronologico. La cronologia principale
prevede:
Con l’uscita di X-Men –
Giorni di un futuro passato, tuttavia, si è generata una
seconda linea temporale, che ha reso più complessa la timeline
della saga. A partire da tale titolo, infatti, ambientato tanto nel
2023 come nel 1973, nasce una biforcazione che ha portato i film
successivi ad essere ambientati in una realtà alternativa. La
cronologia modificata prevede:
X-Men – L’inizio (2011): ambientato nel 1962
X-Men – Giorni di un futuro passato (2014): ambientato
nel 1973
I mutanti arrivano per la prima
volta al cinema nel 2000 con X-Men. L’ufficializzazione
dell’esistenza dei mutanti ha diviso l’opinione pubblica. Questi
umani dotati di superpoteri e innate abilità, infatti, se da una
parte incuriosiscono i cittadini, dall’altra potrebbero
rappresentare una minaccia per la sicurezza. Charles Xavier, a capo
di una scuola privata per giovani mutanti, è convinto che i poteri
debbano essere sfruttati per aiutare e proteggere gli umani, mentre
Magneto, dopo l’esperienza dell’olocausto vissuta durante
l’infanzia, è convinto che gli umani vogliano controllare e
assoggettare i mutanti così come i nazisti fecero con gli ebrei.
Mentre i due discutono sul futuro, la vita della giovane Marie è
sconvolta dalla scoperta dei suoi poteri.
Il film ha certamente contribuito a
lanciare la carriera dell’attore Hugh Jackman, il
quale è divenuto iconico nei panni di Wolverine. Questi riuscì
allora a vincere il ruolo grazie alla sua grinta e alla somiglianza
con il personaggio. Il successo ottenuto, con un incasso
mondiale di circa 296 milioni, spinse la Fox a realizzare anche i
successivi due capitoli, che guadagnarono rispettivamente 407 e 459
milioni di dollari.
X-Men 2 (2003)
Nel sequel del primo film, dopo
aver imprigionato Magneto e aver fermato la sua Confraternita di
mutanti, Wolverine cerca risposte sul suo passato dal momento che
non ricorda come ha ottenuto la mutazione. Nel frattempo il
teleporta Nightcrawler cerca di assassinare il presidente degli
Stati Uniti. Charles Xavier raduna allora gli X-Men e rintraccia il
mutante grazie al sofisticato macchinario Cerbero. A causa
dell’attentato, però, la popolazione è terrorizzata dai mutanti e
il colonnello William Stryker sfrutta la paura per i suoi sordidi
scopi. Stryker e la mutante Lady Deathstrike ottengono infatti un
mandato per Xavier e si recano nella scuola per catturare quanti
più mutanti possibili.
Il film rappresentò un importante
successo per la saga. X-Men 2, infatti, raddoppiò gli
incassi del precedente film, arrivando ad un guadagno complessivo
di circa 407 milioni di dollari. Da quel momento la saga ottenne
sempre più popolarità, arrivando ad incassi sempre maggiori. Ciò
naturalmente spinse Fox a decidere di realizzare ben più di una
trilogia. Grazie a questo film, infatti, si poté avere la conferma
dell’interesse del pubblico nei confronti dei celebri mutanti
Marvel.
X-Men: Conflitto finale (2006)
Il mondo dei mutanti è sconvolto
dalla notizia secondo cui un’importante casa farmaceutica avrebbe
scoperto una cura per il gene mutante. Magneto, dato il suo
passato, teme però che sia un inganno per il possibile sterminio
della razza mutante. Nel frattempo, Jean Grey si rivela essere
posseduta dal suo potente e spietato alter ego ‘Fenice’. Xavier
rivela a Wolverine e Tempesta che Grey possiede infiniti poteri
mutanti e che la personalità malvagia potrebbe distruggere l’intero
pianeta in pochi instanti. Xavier e Magneto provano a fermare la
donna, cercando di oscurare la Fenice, ma Jean ormai è fuori
controllo e aggredisce chiunque si trovi sulla sua strada.
Con il terzo capitolo si porta ad
una parziale conclusione la battaglia tra i mutanti di Xavier,
quelli di Magneto e la razza umana. X-Men: Conflitto finale racconta poi in modo più
approfondito il personaggio di Fenice, che verrà riproposto come
minaccia principale anche in X-Men – Dark Phoenix. Questo
è inoltre il primo film non diretto da Bryan
Singer, il quale tuttavia rivelò di essersi pentito di
avervi rinunciato per firmare invece la regia di Superman Returns, uscito
nello stesso anno.
X-Men: la tetralogia delle
origini
X-Men – L’inizio (2011)
Terminata la prima trilogia, la Fox
ha dato il via nel 2011 a quella che ad oggi è una tetralogia
incentrata sulle origini dei personaggi e delle vicende che li
hanno portati ad essere gli X-Men poi visti nella trilogia
originale. Tutto inizia con X-Men – L’inizio, incentrato sui giovani Charles
Xavier e Erik Lehnsherr. I due, entrambi mutanti, conducono vite
parallele ma opposte. Mentre Erik si trova in Polonia, prigioniero
del campo di concentramento del crudele e perverso Klaus Schmidt,
Charles è un telepate che vive nella contea di Westchester, dove
incontra la mutaforma Raven. Vent’anni dopo, i due vengono chiamati
a collaborare per fermare i malvagi piani di Sebastian Shaw. Per
riuscirvi, iniziano a radunare una divisione di giovani
mutanti.
Il film si pone così, a livello di
ordine narrativo, il primo in assoluto della saga, andando ad
esplorare le origini dei giovani mutanti visti adulti e anziani nei
precedenti film. Per far ciò, la produzione diete vita ad un
recasting dei personaggi, assumendo attori giovani come anche nomi
più affermati, come quelli di Fassbender, Lawrence e McAvoy.
X-Men – Giorni di un futuro passato (2014)
Segue poi X-Men – Giorni di un futuro passato. Ambientato tanto
nel 2023 quanto nel 1973, questo film è allo stesso tempo un sequel
sia di L’inizio che di Conflitto finale. La trama
del film è incentrata su di un distopico futuro dove i mutanti sono
minacciati da un gruppo di robot chiamati ‘Sentinelle’, i quali
hanno il compito di sterminarli senza pietà. Il gruppo di mutanti
superstiti, tra cui vi è anche Magneto, che ha deciso di
riconciliarsi con il Xavier ed aiutare il suo popolo. Per cambiare
gli eventi del presente, i mutanti devono sfruttare i poteri
tornare indietro nel tempo ed impedire a Mystica di uccidere il
professor Bolivar Trask, ideatore delle Sentinelle. L’omicidio
dello scienziato, infatti, portò l’opinione pubblica a temere i
mutanti e scatenò gli eventi che si ripercuotono sul presente.
A partire da tale film, la linea
narrativa della serie subisce una ristrutturazione notevole,
ripartendo così da una realtà che non è più quella di prima, poiché
influenzata ora dalle azioni compiute da Wolverine, tornato
indietro nel tempo al 1973. Questo si è affermato come uno dei film
più cupi della saga, dove i protagonisti sono continuamente
minacciati da un pericolo imminente. Coniugando sequel e prequel,
il film vede la presenza tanto del cast originale quanto di quello
relativo alle versioni giovani dei vari personaggi.
X-Men – Apocalisse (2016)
In seguito all’uscita di tale
pellicola, sono stati realizzati due film appartenenti alla nuova
linea temporale, ovvero X-Men – Apocalisse e X-Men – Dark Phoenix. Il primo di questi si colloca
subito di seguito al precedente film, andando a narrare lo scontro
tra il gruppo di mutanti con Apocalisse, mutante di natura divina
risvegliatosi dopo millenni con l’intento di portare la razza umana
all’estinzione. Charles Xavier capisce allora che per sconfiggere
Apocalisse dovrà chiedere a Jean Grey, nuova arrivata nel gruppo,
di usare i suoi illimitati poteri, sebbene non sia certo che la
ragazza possa sopravvivere ad essi.
Per dar vita al potente Apocalisse,
la Fox aveva inizialmente contattato l’attore Tom
Hardy, il quale però rifiutò la parte. Questa venne
allora assegnata ad Oscar
Isaac, il quale però più tardi ricordò in modo
particolarmente negativo l’esperienza. Questi era infatti
costretto a sottoporsi a numerose ore di trucco ogni giorno,
indossando un costume dal peso complessivo di circa 20 chili. Tutto
ciò rese particolarmente scomodo e faticosa la sua esperienza sul
set.
X-Men – Dark Phoenix (2019)
Nel 2019 è invece uscito quello che
è considerato l’ultimo capitolo della tetralogia. Questo ha
riportato nuovamente al centro dell’attenzione il personaggio di
Jean Grey, già visto nei film della trilogia originale e ora
interpretato dall’attrice Sophie
Turner. Nel film, la celebre mutante sviluppa
incredibili poteri psichici che finiscono con il corrompere la sua
mente, trasformandola nella terribile Fenice Nera. La dolce Jean
perde gradualmente il controllo di sé stessa, compie gesti
impulsivi e irrazionali che mettono in pericolo l’incolumità dei
suoi compagni e dell’intera umanità. Nel frattempo, un alieno
mutaforma, interpretato da Jessica
Chastain, si rivela intenzionato a sfruttare la
situazione a suo vantaggio, cercando di irretire la spaurita
mutante e convincerla ad assumere l’identità di Fenice.
Il film si pone come sequel diretto
del precedente, andando ad esplorare ulteriormente i personaggi,
anche per via dell’avvicinamento cronologico ai film della prima
trilogia. Dark Phoenix si è tuttavia rivelato un clamoroso
insuccesso al box-office, segnando di fatto una battuta d’arresto
per la saga. Il film ha infatti segnato il peggior esordio sul suo
americano per un film della saga, incassando solamente 252 milioni
di dollari, ed affermandosi come il maggiore flop dell’anno.
X-Men: gli spin-off della
saga
X-Men le origini – Wolverine (2009)
Nel corso degli anni,
parallelamente ai film madre della saga, sono stati realizzati due
spin-off, incentrati sull’approfondimento di noti personaggi. Il
primo di questi è stato naturalmente dedicato al celebre Wolverine.
Nel 2009 viene infatti distribuito X-Men le origini –
Wolverine. Costretti alla fuga per il loro essere mutanti, i
giovani Logan e Victor partecipano ai violenti eventi bellici del
XIX e XX secolo. Ammirando i loro poteri, il colonello William
Stryker li assolda nella sua squadra di mutanti. Anni dopo, Logan
si ricostruito una vita lontano dalla violenza. La routine è però
interrotta dalla visita di Stryker, che avverte il mutante che
qualcuno sta uccidendo tutti i membri della vecchia squadra.
Con questo film in particolare,
allo spettatore viene permesso di assistere al complesso
esperimento che diede vita alla versione di Wolverine che tutti
conosciamo. Jackman riprese il ruolo, mentre per quello di Victor,
alias Sabretooth, venne inizialmente considerato l’attore Gerald
Butler. Gli fu tuttavia preferito Liev
Schreiber, il quale si sottopose ad un lungo
allenamento per poter acquisire una possenza simile a quella del
protagonista.
Wolverine – L’immortale (2013)
Il secondo film della
trilogia si pone successivamente agli eventi di X-Men:
Conflitto finale, raccontando cosa accadde a Wolverine dopo il
termine di quelle avventure. Wolverine – L’immortale si
apre con un flashback sul passato di Logan il quale, nel 1945, è
prigioniero a Nagasaki durante lo scoppio della bomba atomica, dove
riesce a salvare il soldato Yashida dall’esplosione. Nel 2013,
Logan è invece distrutto dalla morte dell’amata Jean Grey e conduce
una vita da eremita sulle montagne dello Yukon. Il suo isolamento è
improvvisamente interrotto dalla comparsa della giovane mutante
Yukio, in grado di prevedere la morte di ogni persona.
Quest’ultima gli rivela che Yashida
sta morendo e vorrebbe ringraziarlo per il valoroso gesto compiuto
durante la guerra. Nonostante le iniziali opposizioni, Logan si
reca a Tokyo. Qui, però, cade nella trappola della dottoressa
Viper, la quale aspira ad avere il dono dell’immortalità posseduto
dal mutante. Per l’occasione, Jackman ha implementato la propria
fisicità, arrivando a risultare ancor più possente e minaccioso.
Per riuscirvi, richiese l’aiuto del celebre Dwayne
Johnson.
Logan – The Wolverine (2017)
L’ultimo di questi film, in
particolare, si è affermato come un successo di critica e pubblico,
offrendo un punto di vista particolarmente crepuscolare sul
personaggio. Con Logan – The Wolverine si narra infatti di un futuro
dove la razza dei mutanti è quasi del tutto estinta, come anche
quella degli umani. In un contesto apparentemente
post-apocalittico, Logan è ormai anziano e debole, ma quando si
presenterà in cerca di aiuto una giovane mutante generata dal suo
stesso gene, interpretata da Dafne
Keen, capirà di dover completare la sua ultima
missione proteggendola da minacce esterne.
Grazie a questi ulteriori tre film,
Jackman si è affermato come uno degli interpreti più longevi di uno
stesso personaggio. Ciò lo ha portato a stabilire un record,
premiato con l’ingresso nel Guinnes dei Primati. L’attore ha
infatti non solo interpretato il personaggio per ben nove volte, ma
anche per una durata di tempo maggiore rispetto a chiunque altro.
Egli è infatti stato Wolverine per un totale di 16 anni e 228
giorni. Secondo alcune voci, tuttavia, l’attore potrebbe tornare a
vestire i panni del mutante anche ora che gli X-Men sono entrati a
far parte del Marvel Cinematic Universe, ma tali speculazioni non
sono ancora state confermate.
Deadpool (2016)
Il secondo spin-off, attualmente
composto da due film e con un terzo in lavorazione, è invece quello
dedicato al dissacrante Deadpool. Questi è un ex mercenario che,
sottopostosi ad un esperimento per guarire dal cancro, ha
guadagnato la capacità di potersi rigenerare, divenendo
praticamente immortale. Entrato a far parte di una nuova realtà, si
troverà a doversi scontrare con potenti nemici, avendo però dalla
sua parte il supporto di alleati come gli X-Men.
Il personaggio, noto anche per la
sua frequente infrazione della quarta parete, è stato portato sullo
schermo con particolare successo. La scelta di realizzare un film
vietato ai minori non accompagnati ha infatti permesso di rimanere
fedeli alla natura cruenta e politicamente scorretta del mutante.
Ciò è stato particolarmente apprezzato dai fan, che hanno fatto di
Deadpool uno dei cinecomic di maggior successo del
2016. Per questo motivo, la produzione decise di realizzare subito
un sequel.
Deadpool 2 (2018)
Nel secondo capitolo dedicato al
celebre mercenario, si porta in scena uno dei più noti villain
dell’universo Marvel: Cable, interpretato da Josh
Brolin. Venuto dal futuro, l’assassino intende
uccidere un giovane mutante di nome Russell, ritenendolo
responsabile per la morte della sua famiglia. Deadpool dovrà così
mettersi sulle sue tracce, per impedire che Cable riesca nel suo
intento e cambiare il corso della storia. Russell, intanto, si
rivela essere stato davvero l’artefice del dolore di Cable.
L’obiettivo degli X-Men diventerà allora quello di impedire che il
giovane venga corrotto al male.
Il film ha confermato l’attenzione
nei confronti del personaggio, e la riproposizione della fortunata
formula già utilizzata per il precedente capitolo è stata anche in
questo caso particolarmente apprezzata dal pubblico. Con un incasso
di circa 733 milioni di dollari, Deadpool 2 è ad oggi il maggior incasso della
saga sugli X-Men. Attualmente è in lavorazione un terzo capitolo,
che sembra porterà il personaggio a fare ufficialmente parte del
Marvel Cinematic Universe.
Deadpool 3 (2024)
Levy è stato scelto per dirigere
Deadpool &
Wolverine, il terzo film di Deadpool, che
integrerà il personaggio titolare nell’universo cinematografico
Marvel in seguito all’acquisizione della 20th Century Fox da parte
della Disney, nel 2022. Ryan Reynolds tornerà a
recitare nel film insieme a Hugh Jackman,
che riprenderà il suo ruolo. nel ruolo di Wolverine. Insieme a
Reynolds e Jackman ci sono Morena
Baccarin nei panni di
Vanesa, Brianna Hildebrand nei panni di
Negasonic Teenage Warhead, Leslie Uggams nei panni di
Blind Al, Karan Soni nei panni di Dopinder, Stefan
Kapičić nei panni di Colossus, Shioli Kutsuna nei
panni di Yukio e Rob Delaney nei panni di Peter. Nel cast
anche Emma
Corrin nei panni di Cassandra
Nova (mutante del Vuoto con
poteri telecinetici e telepatici, sorella gemella di Charles
Xavier) e Matthew
Macfadyen. Nel film, Deadpool viene a sapere che
l’Autorità per la Varianza Temporale è pronta a distruggere il suo
universo natale e collabora con un riluttante Wolverine di un altro
universo per fermarli.
Deadpool &
Wolverine è uscito in anteprima il 22 luglio 2024
come parte della Fase
Cinque del MCU. Ha incassato oltre 1,33 miliardi di
dollari in tutto il mondo, diventando il 20° film di maggior
incasso di tutti i tempi, il film con rating R di maggior incasso
di tutti i tempi e il secondo film di maggior incasso del 2024.
Un nuovo film sugli X-Men è in arrivo?
Dopo una lunga attesa e un
rimescolamento dei diritti dietro le quinte, il film sugli X-Men
della Marvel potrebbe essere già
in sviluppo presso i Marvel Studios, con i vari Mutanti che
hanno già iniziato a far sentire la loro presenza all’interno
del MCU. Gli X-Men sono una delle
più grandi proprietà della Marvel, con personaggi ricchi che
hanno già raccolto solide fanbase attraverso le loro avventure
sulle pagine dei fumetti, le avventure animate e persino i
lungometraggi.
Tuttavia, per la maggior parte
delle loro imprese sullo schermo, sono stati sotto l’occhio vigile
della 20th Century Fox e non hanno potuto interagire pienamente con
il Marvel Cinematic Universe di Kevin Feige, in continua espansione. Il
film della Marvel sugli X-Men non ha ancora una data di uscita
confermata e, dato che il progetto è ancora nelle prime fasi di
produzione, nemmeno il Professor X in persona è in grado di
prevedere quando potrebbe arrivare.
Detto questo, gli sviluppi
promettenti riguardanti il team creativo significano che ci si sta
lavorando. Quindi, forse, potremo vedere cosa hanno preparato nel
2028 (gli slot
di uscita recentemente annunciati dai Marvel Studios) o giù di
lì. Vale la pena notare che la Marvel ha già bloccato la
maggior parte dei suoi film per la prossima Fase
Sei e un film stand-alone sugli X-Men non ne fa parte…
ancora.
Se da un lato è possibile che gli
X-Men vengano aggiunti in un secondo momento, dall’altro è
altrettanto probabile che i temi della Fase Sei, incentrati sul
multiverso, stiano preparando la scena per una Fase
Sette ad alto contenuto di mutanti. Inoltre è stato
recentemente confermato che questa
fase concluderà anche la saga del multiverso. Nonostante queste
incertezze, un rapporto pubblicato da Production Weekly sembra
suggerire che la Marvel potrebbe
puntare a una data di ripresa alla fine del 2025. Questo, a sua
volta, potrebbe significare che un film indipendente sugli X-Men
arriverà nelle sale nel 2028.
X-Men: dove vedere in streaming i
film della saga
Per vedere, o rivedere, la saga è
possibile affidarsi ad alcune tra le principali piattaforme
streaming presenti in rete, contenenti uno o più film degli X-Men
nel proprio catalogo. Queste sono Chili Cinema, Tim Vision, Rakuten
TV, Google Play, Apple iTunes, e Amazon Prime Video. Per poter guardare uno di
questi titoli basterà scegliere tra queste piattaforme e noleggiare
il film o sottoscrivere un abbonamento generale.
Per poter avere a disposizione
tutti i film della saga, è invece particolarmente conveniente
sottoscrivere un abbonamento a Disney+,
piattaforma ufficiale del celebre studios. Avendo questo
riacquisito i diritti sui personaggi, ha avuto modo di trasmettere
i film della saga all’interno del catalogo della propria
piattaforma. Grazie ad essa sarà possibile guardarli tutti in
totale comodità e al meglio della qualità video.
Il regista del reboot di So
cosa hai fattospiega perché uno dei
membri del cast originale non è apparso. La saga horror slasher
torna quest’anno con un nuovo gruppo di amici perseguitati da un
killer armato di uncino che conosce un oscuro segreto del loro
passato. Questo capitolo è diretto da Jennifer Kaytin
Robinson.
Il cast del reboot è pieno di volti
nuovi. Tra questi figurano Madelyn Cline, Chase Sui
Wonders, Tyriq Withers e Jonah Hauer-King. Tuttavia, il
cast di So cosa hai fatto include anche
Freddie Prinze Jr. e Jennifer Love Hewitt, che
tornano nei loro ruoli principali, oltre ad alcune apparizioni a
sorpresa.
Ora, Robinson spiega a People perché Ryan Phillippe non è
tornato in I Know What You Did Last Summer. La
sceneggiatrice e regista ha spiegato che includere il
personaggio di Phillippe “era semplicemente troppo”,
quindi Barry Cox è stato relegato a un cameo.
Tuttavia, ha detto che “c’è un
modo molto divertente per integrare Ryan in un sequel”. Ecco la
citazione completa di Robinson:
Era semplicemente troppo.
Abbiamo menzionato Barry Cox. Ha un cameo. Ma sì, cominciava a
sembrare che ci fossero troppe idee. Ma non è per mancanza di
affetto verso Ryan, che è fantastico. E penso davvero che ci sia un
modo molto divertente per integrare Ryan in un sequel, che spero
venga realizzato.
Cosa significa questo per So
cosa hai fatto
Jennifer Love Hewitt in So cosa hai fatto
Il secondo film deve essere
realizzato affinché Barry possa tornare
Il declassamento di Barry Cox a
semplice citazione è un aspetto piuttosto inaspettato di So cosa
hai fatto. Sebbene non tutti siano stati presenti nel materiale
promozionale, diversi membri del cast originale sono tornati per
il film.
Il reboot è pieno di riferimenti
all’originale, quindi ha senso che Robinson abbia avuto l’idea di
far tornare Phillippe. Se ci fosse stato spazio, avrebbe potuto
benissimo apparire in una sequenza onirica o anche in una sorta di
flashback in cui fosse ringiovanito. Potrebbe anche tornare in
futuro, anche se questo dipende dal fatto che il film ottenga
effettivamente un sequel.CorrelatiI Know What You Did Last Summer:
spiegazione del finale: chi è l’assassino e chi muoreIl finale a
sorpresa e la rivelazione dell’assassino di I Know What You Did
Last Summer trasformano il futuro del franchise horror e gettano le
basi per i sequel.
Finora, le prospettive per altri
film sono buone. So cosa hai fatto ha incassato 13 milioni di
dollari nel suo weekend di apertura negli Stati Uniti, quasi
quanto l’originale nello stesso periodo. Se continuerà con questo
slancio, potrebbe essere considerato un sequel di successo,
soprattutto considerando che il suo budget è di soli 18 milioni di
dollari.
Untamed di Netflix potrebbe avere un lungo futuro
sulla piattaforma. Guidato dal produttore esecutivo e protagonista
Eric Bana (Kyle Turner), lo show vede protagonisti Sam
Neill (Paul Souter), Lily Santiago (Naya Vasquez) e Rosemarie
DeWitt (Jill Bodwin). Tutti recitano nei panni dei personaggi
principali di una serie incentrata su un misterioso omicidio
ambientato nel cuore del Parco Nazionale di Yosemite.
Mentre la maggior parte dei gialli
ha come protagonisti poliziotti tradizionali, Untamed
vede protagonisti l’ISB, il braccio investigativo dei Parchi
Nazionali. Di conseguenza, i suoi protagonisti possono essere
trasferiti in qualsiasi località all’interno del sistema dei Parchi
Nazionali, dal Maine all’Alaska fino alla punta della Florida.
La serie di sei episodi era stata
concepita come una miniserie, ma c’è ancora la possibilità di un
rinnovo per una seconda stagione, e questo è il motivo. In
un’intervista con TV Insider, Bana ha discusso la possibilità di
ulteriori esplorazioni dei parchi nazionali. Anche se
“non ci ha pensato troppo”, ha alcune idee per il
futuro:
Ad essere sincero, non ci ho
pensato troppo. Era un progetto molto ampio, ma ovviamente sapevamo
che la natura del lavoro degli agenti ISB è quella di spostarsi da
un parco all’altro, ed è per questo che il finale è quello che è,
perché è una cosa molto plausibile e faceva parte della struttura
della storia. Quindi sì, immagino che sia sempre possibile, ma non
è qualcosa su cui abbiamo giocato a livello strutturale mentre
mettevamo insieme questi episodi.
Cosa significa questo per il
futuro di Untamed
C’è un vero potenziale per
un rinnovo
Ci sono sicuramente altri parchi
nazionali da esplorare per la serie, e ognuno potrebbe offrire
un ambiente unico. Le acque bollenti di Yellowstone, il Grand
Canyon roccioso e le Gates of the Arctic ghiacciate offrono tutti
scenari unici con metodi di omicidio estremamente diversi da
esplorare. Le location da sole attirerebbero probabilmente
l’interesse degli spettatori.
Gli omicidi potrebbero essere
studiati su misura per ogni ambientazione, con i corpi sciolti
nelle acque bollenti o nascosti nella neve. Vedere gli agenti
cercare di svelare i segreti di luoghi così disparati sarebbe
estremamente avvincente. Tuttavia, affinché ciò si realizzi
pienamente, è necessario ottenere il rinnovo da Netflix.
Le recensioni del pubblico sono
state più negative persino di quelle della critica. Sul sito di
recensioni Rotten Tomatoes, la serie ha ottenuto un 78% di
Tomatometer e un 71% di Popcornmeter, basato sul voto
del pubblico. Nessuno dei due è eccezionale, quindi la serie dovrà
puntare su un aumento degli spettatori per sopravvivere.
Avatar: Fuoco e Cenere
continuerà l’epica saga dei Na’vi e di Pandora, e le notizie sul
terzo capitolo stanno arrivando rapidamente. Diretto da
James Cameron, Avatar: La via dell’acqua
introduce una serie di trame che potrebbero essere riprese nel
prossimo film. Non da ultimo, il conflitto tra il
colonnello Quaritch e Jake e la famiglia di Neytiri. Non solo, ma è
stato confermato che Avatar: Fuoco e
Cenere introdurrà anche una nuova tribù Na’vi del fuoco.
Con effetti digitali ancora più avanzati e una trama più
articolata, Fire and Ash potrebbe essere il film più
importante della serie.
Avatar: Fuoco e Cenerevanta già un
cast ancora più ampio, che include altri vincitori di premi Oscar,
anche se probabilmente non saranno riconoscibili se interpreteranno
i Na’vi. C’è davvero molto da aspettarsi dal prossimo film della
serie Avatar, che sarà spettacolare proprio come i suoi
predecessori.
Ecco le ultime novità su
Avatar: Fuoco e Cenere e tutto quello che c’è da sapere
sul terzo film della fiorente serie Avatar, compreso cosa
aspettarsi dalla trama del film.
Ultime notizie su Avatar: Fuoco
e Cenere
Nuove immagini in anteprima al
CinemaCon 2025
Mentre iniziano ad emergere nuovi
dettagli sul prossimo terzo capitolo della saga, arrivano le ultime
notizie sotto forma di
nuove immagini tratte da Avatar: Fuoco e Cenere. Le
immagini sono state proiettate durante l’evento CinemaCon 2025, e
la Disney era uno dei principali presentatori. Purtroppo, la
maggior parte delle immagini e dei trailer mostrati alla convention
non sono ancora disponibili al pubblico, quindi
ecco una descrizione dettagliata.
Il filmato si apre con i Na’vi
che volano sull’acqua. Poi vediamo Kiri interagire con parte del
figlio [sic] Pandora, presumibilmente Eywa. I Na’vi volano intorno
ai Wind Traders, che pilotano navi giganti nel cielo. Sembrano
essere i marinai del pianeta. Le loro navi sono trainate da
gigantesche creature galleggianti, quasi come balene. L’attenzione
è concentrata sulle navi, che hanno anche gigantesche vele blu.
Mentre navigano, i Na’vi e i Wind Traders vengono attaccati dal
popolo del fuoco, che vola su creature rossastre. Vediamo poi varie
inquadrature di qualcuno che cammina su una montagna accanto a un
vulcano (presumibilmente Quaritch), Jake e la sua famiglia che si
intrufolano nella giungla, Jake che abbraccia Spider, scene
notturne con un cielo notturno luminoso e Quaritch di nuovo in
tenuta militare. C’è un’immagine dei Fire People che controllano il
fuoco. Vediamo Quaritch con la stessa vernice rossa dei Fire
People. “La tua dea non ha alcun potere qui”, dice il capo dei Fire
People a Kiri.
Data di uscita di Avatar: Fuoco
e Cenere
Avatar 3 arriverà alla fine del
2025
In precedenza era stato annunciato
che Avatar: Fire and Ash sarebbe arrivato nel dicembre 2024,
ma la data è stata rapidamente modificata e il film è ora previsto
per il 19 dicembre 2025. Il film ha subito numerosi ritardi
nel corso degli anni, dalle preoccupazioni legate alla pandemia di
COVID-19 agli scioperi di Hollywood del 2023, ma la continuazione
della produzione è un buon segno che Avatar: Fire and Ash
non avrà problemi a rispettare la nuova data di uscita.
Lo sciopero della WGA è stato
risolto il 27 settembre 2023, mentre quello della SAG/AFTRA è stato
risolto il 9 novembre 2023.
Dettagli sul cast di Avatar:
Fuoco e Cenere
I volti nuovi e quelli già noti
di Pandora
Gli ultimi aggiornamenti su
Avatar: Fuoco e Cenere confermano che il film
vedrà il ritorno di
Sam Worthington e Zoe
Saldaña nei panni rispettivamente di Jake e Neytiri.
Tornerà anche gran parte del cast di La via dell’acqua,
compresi molti grandi nomi che sono fondamentali per il franchise.
Si prevede che Kiri, interpretata da Sigourney Weaver, avrà un
ruolo più importante nel terzo sequel, così come Lo’ak,
interpretato da Britain Dalton.
Il cast di Avatar: Fire and Ash
introdurrà anche una miriade di nuovi personaggi. Oona Chaplin è
stata scelta per interpretare il personaggio di Varang, il leader
del Clan Ash, che apparirà nei restanti tre sequel. Anche David
Thewlis entrerà a far parte del cast, interpretando il capo dei
Wind Traders, Peylak.
Dettagli della trama di Avatar:
Fuoco e Cenere
Cosa succederà nella saga di
Avatar?
Dopo che Spider ha salvato il
colonnello Quaritch dall’annegamento, l’antagonista del film
continuerà probabilmente la sua ricerca di vendetta.
Avatar: La via dell’acqua
lascia alcune trame aperte per un seguito. Dopo che Spider ha
salvato il colonnello Quaritch dall’annegamento, l’antagonista del
film continuerà probabilmente la sua ricerca di vendetta. Le cose
potrebbero peggiorare prima di migliorare, soprattutto perché la
rabbia di Quaritch sarà alle stelle dopo la battaglia
finale di La via dell’acqua. Il conflitto tra i Na’vi e
la RDA si intensificherà sicuramente ed è possibile che la RDA si
presenterà meglio preparata in Fire and Ash.
Durante la sessione di domande e
risposte con Jon Landau, il produttore ha rivelato che
Avatar: Fuoco e Cenereintrodurrà due
nuove culture Na’vi. Landau ha spiegato: “Nel prossimo film
incontreremo almeno due nuovi clan”. È stato poi confermato che
una di queste nuove culture sarà il Clan del Fuoco Na’vi, di cui
farà parte Varang, interpretato da Oona Chaplin. L’altra è il Clan
dei Commercianti del Vento, guidato da Peylak, interpretato da
David Thewlis. Si dice che i Commercianti del Vento siano più
pacifici, mentre il Clan della Cenere è malvagio.
Un estratto della sceneggiatura di
Avatar: Fuoco e Cenere è stato rivelato nei
contenuti extra di Avatar 2 (tramite The Direct). Sebbene non riveli molto, conferma che Kiri
scoprirà di più su sua madre e Pandora. Kiri e Mo’at discutono del
posto di Kiri, e questo fa presagire che un altro dei figli di Jake
subirà un infortunio. I contenuti extra accennano a un nuovo
personaggio chiamato Va’ru e al fatto che Spider potrà respirare
l’aria di Pandora in Avatar 3. Dato che gli umani non
possono respirare l’aria di Pandora, Kiri potrebbe avere qualcosa a
che fare con il nuovo potere di Spider, dato che lei ha abilità
speciali che nessun altro possiede.
Secondo Kevin Feige, I Fantastici Quattro:
Gli Inizi è un film autonomo dell’MCU che non richiede alcuna
conoscenza preliminare per essere apprezzato. I Fantastici
Quattro: Gli Inizi di Matt Shakman segna la prima
apparizione dell’omonimo team nell’MCU, giusto in tempo per
incontrare altri eroi come gli Avengers e combattere cattivi
multiversali come il Dottor Destino interpretato
da Robert Downey Jr. Tuttavia, i
Fantastici Quattro dell’MCU non devono
necessariamente entrare nel territorio dei crossover per lasciare
il segno.
Come riportato da Variety, il capo della Marvel Studios Kevin
Feige ha rivelato che lo studio ha sempre pianificato di
realizzare I Fantastici Quattro: Gli Inizi come
un film autonomo dell’MCU che funziona sia come film a sé stante
che come capitolo della trama generale del franchise.
L’idea di presentare la squadra in
“un mondo tutto suo”, separato dagli altri eroi e dalle
altre storie, è stata decisa fin dall’inizio. Leggi la citazione
completa di Kevin Feige:
“Abbiamo sempre pianificato,
anche prima che diventasse un argomento di discussione, di
presentarli in un mondo tutto loro, in cui sono gli unici eroi. È
un film che non richiede alcun lavoro di preparazione. Non è
letteralmente collegato a nulla di ciò che abbiamo fatto
prima”.
Cosa significano i commenti
di Kevin Feige su I Fantastici Quattro: Gli Inizi
Fantastic Four: First Steps
è il progetto più autonomo degli ultimi anni
Da quando la Saga
dell’Infinito si è conclusa, la Marvel ha introdotto una
grande varietà di nuovi personaggi e trame. Tuttavia, la stragrande
maggioranza di essi è stata strettamente collegata ad archi
narrativi passati o futuri. Anche un film corale ben strutturato
come Thunderbolts*, che non si basa sulle storie
precedenti di ciascun personaggio, si apprezza meglio dopo aver
visto titoli come Black Widow e The Falcon and the
Winter Soldier. Nel frattempo, I Fantastici Quattro:
Gli Inizi è un punto di ingresso ideale per chi
non ha mai visto un film Marvel prima d’ora.
I Fantastici Quattro: Gli
Inizi è il quinto dei quattro film live-action dei
Fantastici Quattro, ma il primo a far parte di un franchise più
ampio. Mentre il team dei Fantastici Quattro dell’MCU sarà
fondamentale per i film futuri come Avengers: Doomsday, il loro film d’esordio
è ambientato interamente in un universo separato.
Anche i loro nemici, come Mole Man
interpretato da Paul Walter Hauser e Galactus interpretato da Ralph
Ineson, sono esclusivi del team, almeno prima che viaggino verso la
Terra-616 per unire le forze con gli Avengers.
Lilo &
Stitch ha finalmente rivelato la data di uscita in
digitale. Secondo remake live-action Disney in uscita quest’anno,
Lilo & Stitch era stato originariamente distribuito durante
il weekend del Memorial Day. Il film è stato diretto da Dean
Fleischer Camp e ha visto il ritorno di Chris Sanders nel ruolo di
Stitch, mentre Maia Kealoha ha dato voce a Lilo.
Lilo & Stitch ha ricevuto
ottime recensioni e ha immediatamente conquistato un vasto
pubblico. Il film ha ottenuto un 71% di Tomatometer dalla critica e
un 92% di Popcornmeter dal pubblico.
Secondo la Disney, è stata rivelata
la data di uscita digitale di Lilo & Stitch. Il film sarà
disponibile per l’acquisto in formato digitale a partire da
domani, 22 luglio. Seguirà l’uscita in 4K UHD, Blu-ray e DVD il
mese prossimo, il 26 agosto. Le versioni digitali e fisiche avranno
anche dei contenuti extra disponibili per l’acquisto. Questi
includeranno bloopers, scene eliminate e clip dietro le quinte.
Cosa significa questo per Lilo
& Stitch
Il film ha avuto abbastanza
esclusività nelle sale
Questa data di uscita in digitale
significa che Lilo & Stitch avrà avuto un lungo periodo di
esclusività nelle sale. Il film è uscito il 23 maggio di
quest’anno, con quasi due mesi interi nelle sale prima di
arrivare in digitale. Si tratta di un cambiamento enorme
rispetto al piano originale, che avrebbe previsto l’uscita del film
prima in streaming.
In questo periodo, Lilo &
Stitch è riuscito non solo a conquistare la critica, ma anche a
diventare un enorme successo al botteghino. Proprio la scorsa
settimana, il film ha ufficialmente superato il miliardo di
dollari di incassi a livello globale. Al momento della stesura
di questo articolo, il film ha incassato 1,007 miliardi di dollari
in tutto il mondo.
Così, la Disney ha permesso a
Lilo & Stitch di superare questo importante traguardo prima
di distribuirlo in home video. Di conseguenza, Lilo &
Stitch è diventato uno dei film live-action Disney di maggior
successo mai realizzati.
Tuttavia, nonostante il lungo
viaggio di Sam, l’aggiunta di personaggi legati a Hulk come The
Leader e Red Hulk interpretato da Harrison Ford, e altro ancora, Captain
America: Brave New World ha chiuso la sua corsa al botteghino
mondiale con 415,1 milioni di dollari (secondo Box Office
Mojo) a fronte di un budget di produzione di 180 milioni di
dollari, molto al di sotto dei 714,1 milioni di dollari di
Captain America: The Winter
Soldier con Chris Evans e dei 1,15 miliardi di dollari di
Civil War.
Durante una conversazione sul
futuro dell’MCU con i membri della stampa, il presidente della
Marvel Studios Kevin Feige (tramite Deadline) ha
affermato che Captain America: Brave New World‘s
deludente performance al botteghino è stata causata dal fatto che
“era il primo senza Chris Evans.” L’attore che
interpretava Steve Rogers ha lasciato il ruolo in Avengers:
Endgame, dove un Steve più anziano ha dato il suo scudo a Sam
Wilson.
Cosa significano i commenti di
Kevin Feige su Captain America: Brave New World
Il messaggio è chiaro per i
futuri progetti del MCU
Avengers: Endgame ha
visto personaggi chiave come Capitan America, Iron Man e Black
Widow lasciare il MCU. Da allora, la Marvel Studios ha cercato
di sviluppare i loro successori, con Sam Wilson protagonista di una
serie TV e di un film, mentre Yelena Belova, interpretata da
Florence Pugh, è stata recentemente la protagonista di Thunderbolts*, anch’esso con risultati
deludenti, e la serie Ironheart con Riri Williams è finalmente
arrivata su Disney+.
CorrelatiRivedere il flop da 167
milioni di dollari della Marvel mostra come il nuovo leader degli
Avengers dell’MCU sia la scelta perfettaAvengers: Doomsday vedrà un
nuovo leader a sorpresa per il team dell’MCU e, dopo aver rivisto
uno dei maggiori flop al botteghino della Marvel, la scelta sembra
perfetta.4
Con Kevin Feige che ha affermato
che il motivo per cui Captain America: Brave New World non è
stato un successo è dovuto al fatto che è stato il primo film di
Captain America senza Chris Evans, il messaggio per i futuri film
dell’MCU sembra chiaro. Forse gli eroi leggendari potrebbero non
essere la strada da seguire per la Marvel. Sostituire Evans
sarebbe stato comunque un compito arduo.
Dopotutto, l’attore era uno dei
volti del MCU insieme a Iron Man di Robert Downey Jr. Con il MCU diretto verso
un reboot alla fine di Avengers: Secret Wars, il futuro
del franchise potrebbe risiedere nel ricasting di ruoli chiave come
quello di Captain America interpretato da Evans. La Marvel
potrebbe anche riportare Evans nei prossimi film degli
Avengers.
La star della seconda stagione di
Ahsoka
Eman Esfandi ha mostrato il suo allenamento con la spada laser in
vista dell’uscita della serie Star
Wars. Ahsoka – stagione 2 uscirà nel 2026, con le riprese che
inizieranno nell’aprile 2025. Tra tutte le prossime serie Star
Wars, la seconda stagione di Ahsoka è forse la più
attesa.
Sulla sua pagina
Instagram, l’attore Eman Esfandi che interpreta Ezra
Bridger ha alimentato l’hype mostrando le sue abilità con la spada
laser. Esfandi ha condiviso un video in cui si vede lui in piedi
davanti a un tramonto mentre brandisce una spada laser blu,
esercitandosi con rotazioni, colpi e posizioni.
Questo indica che la produzione
della seconda stagione di Ahsoka è in pieno svolgimento.
Esfandi è da tempo un fan di Star Wars, quindi vederlo
brandire una spada laser non è esattamente una novità. Tuttavia, la
seconda stagione di Ahsoka dovrebbe essere ricca di azione,
il che spiega la recente dedizione di Esfandi.
Sembra che Ezra Bridger avrà
ancora modo di usare la spada laser
La lotta contro Thrawn ha
bisogno di un Jedi
Come accennato sopra, la seconda
stagione di Ahsoka includerà probabilmente molta azione. La
serie è ambientata nell’era della Nuova Repubblica di Star
Wars, ma ora il Grand’Ammiraglio Thrawn cerca di ripristinare
il dominio dell’Impero sulla galassia dopo la fine della prima
stagione di Ahsoka. Pertanto, Ezra di Esfandi e i suoi
alleati hanno una battaglia da combattere.CorrelatiIl finale di
Ahsoka spiegato in dettaglioIl finale di Ahsoka porta la storia a
una conclusione trionfale, con sottili rivelazioni che promettono
grandi cose per il Padawan di Anakin Skywalker e Thrawn.
Tenendo questo a mente, ha molto
senso che Ezra abbia più scene d’azione con la spada laser nella
seconda stagione di Ahsoka. La prima stagione era incentrata sulla
ricerca di Ezra, ma questa volta Ezra è al centro del conflitto
della Nuova Repubblica. Essendo uno dei pochi Jedi attivi nella
galassia, le abilità di Ezra con la spada laser torneranno
utili.
James
Gunn parla dell’enorme colpo di scena nell’universo
DC introdotto nel film Superman
e del perché il cameo di Supergirl non lo ha affrontato in modo
completo. L’Uomo d’Acciaio è finalmente tornato sul
grande schermo grazie al primo film della DCU, e
il film Superman ha portato con sé una grande sorpresa
per quanto riguarda l’interpretazione della Casa di El e di Krypton
nell’universo DC.
Nel film, Clark Kent scopre che
Jor-El e Lara lo avevano mandato sulla Terra con l’intenzione di
farlo diventare il sovrano del pianeta piuttosto che il suo
salvatore. Mentre Kal-El sta affrontando questa rivelazione, la
cugina kryptoniana di Superman, Supergirl, arriva
brevemente per prendere Krypto, anche se i due non discutono mai di
questa questione né se Supergirl fosse a conoscenza di tutto
questo.
Durante una nuova intervista con
Rolling Stone, al regista di Superman è stato
chiesto se ci fosse una buona ragione per cui Kara Zor-El,
interpretata da Milly Alcock, non avesse mai raccontato a Superman
le scioccanti motivazioni di Jor-El e Lara per averlo mandato su
questo pianeta, avendo trascorso più tempo su Krypton prima della
sua distruzione. In risposta, Gunn ha fornito la seguente
spiegazione:
James Gunn: Stai dando per scontato che tutti su Krypton
siano uguali! E lei come avrebbe potuto saperlo? È più giovane di
lui, quindi non poteva saperlo. Non sapeva nulla dei suoi
genitori.
Rolling Stone: Giusto. Hai mai pensato di darle un ruolo più
importante in questo film? O è sempre stato così come lo vediamo
nel montaggio finale?
James Gunn: Sì, è sempre stato così. Quando ho accettato
questo lavoro, Supergirl: Woman of Tomorrow [il
romanzo grafico che ha ispirato Supergirl del 2026] era in cima
alla lista delle cose che volevo fare. Ana Nogueira ha subito
azzerato la sceneggiatura e ha capito, come me, come il fumetto
potesse essere adattato al cinema, dove [Supergirl] è ancora più
dura nel film che nel fumetto, secondo me.
Rolling Stone ha anche chiesto al
regista di Superman se ci fosse la possibilità che ci fosse
qualcos’altro dietro ai genitori kryptoniani di Clark. Tuttavia,
Gunn ha ribadito che il colpo di scena della DCU dietro al
messaggio di Jor-El e Lara non avrà alcun significato segreto né
verrà retconato, poiché questo è ormai un elemento fondamentale di
questo franchise:
Rolling Stone: Anche tra le persone che amano il film, ci
sono alcuni che provano ancora un affetto tale per Krypton e l’idea
di un Jor-El e una Lara benevoli da sperare che in qualche modo
venga retconned o rivelato come un doppio trucco segreto o qualcosa
del genere.
James Gunn: Sono sfortunati!
Cosa significano i commenti
di James Gunn su Supergirl
Sulla base dei commenti di Gunn su
Superman, anche se sono cugini, ciò non significa che la
Supergirl di Alcock sappia qualcosa dell’obiettivo di Lara e Jor-El
per Kal-El. Dato che questo colpo di scena della DCU è
destinato a essere affrontato solo da Clark, ciò ha senso per la
storia e garantisce che il cameo di Supergirl possa rimanere breve
e diretto. Superman introduce il prossimo grande cattivo della DCU
dopo Lex Luthor?
Anche se
le scene post-crediti di Superman non hanno aggiunto ulteriori
dettagli al sorprendente messaggio di Lara e Jor-El, i futuri
film DCU continueranno molto probabilmente ad approfondire la
questione. Resta da vedere se questo sarà affrontato dal punto
di vista di Kara nel film Supergirl, ma sulla base dei commenti di
Gunn, non si dovrebbe dare per scontato che lei abbia tutte le
risposte per Clark.
Kang e Avengers: The Kang Dynasty
sono ora fuori dai giochi, con il Dottor Destino interpretato da
Robert Downey Jr. a guidare
l’ampio cast di Avengers:Doomsday. Nel 2023,
lo sceneggiatore originale Jeff Loveness è stato sostituito dal
creatore di Loki, Michael
Waldron, che era già stato scelto per scrivere il finale della
saga del Multiverso,
Avengers: Secret Wars.
Sembrava che Waldron avesse lasciato il posto a Stephen McFeely, ma
è rimasto.
Parlando con ScreenRant al
Disney Upfronts 2025 a maggio, Michael Waldron ha rivelato di
essere ancora legato ad Avengers: Doomsday e ha commentato
come stanno andando le riprese finora. Mentre il creatore di
Loki di Disney+ ha sottolineato di non poter
entrare nei dettagli sul cambio da Kang a Doom, Waldron ha
affermato che la produzione di Avengers:
Doomsday è stata “un’esperienza
fantastica”.
Leggi qui sotto l’intervista
completa:
ScreenRant: Restando in tema Disney, so che una volta sei
stato scelto per scrivere Avengers 5. Hai abbandonato il progetto
prima che fosse rinominato Doomsday. Hai mai scritto una bozza con
Doom, o c’è sempre stato solo Kang?
Michael Waldron: Beh, sai, non posso entrare nei dettagli, ma
ho fatto avanti e indietro da Londra con quei ragazzi. E sto ancora
lavorando a quel progetto con loro.
ScreenRant: Oh? Quindi sei ancora uno degli sceneggiatori di
Doomsday?
Michael Waldron: Sì, sì.
ScreenRant: Oh, fantastico. So che la produzione è in corso
in questo momento. Sta andando bene?
Michael Waldron: Ci stiamo divertendo un mondo.
Cosa significano i commenti
di Michael Waldron per Avengers: Doomsday
Robert Downey Jr. sarà Dottor Destino in Avengers: Doomsday.
Gentile Concessione Disney – (Photo by Jesse Grant/Getty Images for
Disney)
Il film MCU dovrebbe
concentrarsi molto sul multiverso
I commenti di Michael Waldron sono
sicuramente interessanti. Quando i fratelli Russo sono stati scelti
per dirigere i prossimi due film degli Avengers, è stato rivelato
che Stephen McFeely, uno degli sceneggiatori dei loro film MCU,
sarebbe tornato a scrivere entrambi i film degli Avengers.
All’epoca non si faceva menzione di Waldron, quindi si pensava che
non fosse più coinvolto nel progetto.
Tuttavia, Waldron ha confermato di
essere ancora uno degli sceneggiatori di Avengers: Doomsday,
commentando anche di essere “andato avanti e indietro da
Londra”, dove si sta girando il prossimo film degli Avengers
dell’MCU. Sembra quindi che lo sceneggiatore continui a essere
molto attivo nel processo di sviluppo della trama di Avengers:
Doomsday, il che ha molto senso.
Dopotutto, Waldron è stato il
creatore di Loki, serie Disney+ che rappresenta uno dei
progetti più importanti della saga Multiverso dell’MCU. Loki
ha introdotto molti elementi della visione del multiverso del
franchise che saranno esplorati nei prossimi film degli Avengers.
Inoltre, il Loki interpretato da Tom Hiddleston tornerà in
Avengers: Doomsday, quindi è appropriato che Waldron
rimanga legato al film.
È stata rivelata la prima immagine
di Varang, la villain di Avatar: Fuoco
e Cenere. Interpretato dalla star di Game of Thrones, Oona
Chaplin, Varang è la leader del clan
Mangkwan dei Na’vi, noto anche come il
Popolo della Cenere. Il trailer del nuovo film non
sarà mostrato al pubblico fino al debutto nelle sale di I
Fantastici Quattro: Gli Inizi, ma è stato rivelato durante
una proiezione Disney e
la sua descrizione è poi trapelata online. Verso la fine del
trailer si sente Varang dire: “La tua dea non ha alcun potere
qui”.
Ora, è stato dunque diffuso – sui
canali social della saga – un primo poster che (coerentemente con
quelli dei film precedenti) ci mostra metà del volto di Varang. La
villain si presenta con una pittura di guerra rossa disegnata al
centro della fronte e che scende fino al naso, che è
presumibilmente un simbolo del Popolo della Cenere. Di seguito,
ecco dunque il primo poster di Avatar: Fuoco
e Cenere:
Cosa possiamo aspettarci
da Varang in Avatar: Fuoco e Cenere?
Dopo aver presentato Miles
Quaritch (Stephen Lang) come il cattivo
principale nei due precedenti film di Avatar, il terzo
capitolo mette al centro della storia un’antagonista Na’vi.
Quaritch continuerà a svolgere sicuramente un ruolo importante in
Avatar: Fuoco
e Cenere, ma anche Varang è destinata ad avere un
ruolo di primo piano. Finora, la saga si è concentrata
principalmente sul conflitto tra i Na’vi e Quaritch e gli umani
della RDA di Avatar, e mentre questo continuerà, ora ci sarà anche
un conflitto tra i clan Na’vi.
La descrizione del trailer anticipa
già che questo scontro sarà radicato in credenze diverse, con
Varang che schernisce gli altri personaggi riguardo alla loro dea.
Sebbene la villain non sembri molto diversa dagli altri Na’vi, lei
e il Popolo della Cenere sono destinati a essere diversi da
qualsiasi altro membro della specie aliena mostrato finora.
Probabilmente diventerà uno dei personaggi più potenti della saga e
minaccerà la sopravvivenza di Jake Sully (Sam
Worthington), Neytiri (Zoe
Saldaña) e della loro famiglia.
Il boss della Marvel StudiosKevin Feige torna a parlare del reboot degli
X-Men che sarà diretto dal regista di Thunderbolts*, Jake
Schreier. Durante una tavola rotonda tenutasi la scorsa
settimana per promuovere I Fantastici Quattro: Gli
Inizi, Feige ha infatti fornito un aggiornamento sullo
sviluppo del film sui supereroi, che dovrebbe uscire dopo la
conclusione della Saga del Multiverso, ovvero con l’uscita di
Avengers:
Secret Wars nel 2027.
“È ufficiale, Jake Schreier
dirigerà X-Men per noi, e siamo davvero molto fortunati”, ha
dichiarato Feige, secondo quanto riportato da ComicBook. “Siamo davvero
molto fortunati ad averlo con noi e siamo molto entusiasti di
averlo. Quindi stiamo iniziando. Tutto sta iniziando ora. La
sceneggiatura è in fase di elaborazione”. Feige ha definito
Schreier “un ragazzo incredibilmente intelligente” e
“un regista di talento”, aggiungendo: “Abbiamo avuto
un’ottima esperienza con lui in Thunderbolts.
“E se avete visto quel film,
quello che ha fatto con le interazioni tra i personaggi, ha anche
un ottimo feeling con, diciamo, un pubblico più giovane. È
sicuramente più giovane di me, ma ha saputo cogliere questo aspetto
in un modo che ritengo importante per Thunderbolts, e ancora più
importante per X-Men. Perché X-Men, come nei fumetti, sarà un film
molto orientato ai giovani, incentrato su di loro e con un cast
giovane“.
Secondo quanto riferito, il casting
ufficiale dovrebbe iniziare molto presto (se non è già iniziato) e
personaggi del calibro di Harris Dickinson,
Margaret Qualley,
Elle Fanning e Julia Butters
sarebbero nel mirino dello studio (secondo quanto riferito, erano
in lizza per interpretare Cyclope, Rogue e Kitty Pryde, ma non
sappiamo se sia ancora così), insieme alla star di Alien: RomulusDavid
Jonsson e Trinity Bliss, che potrebbero
essere in lizza per interpretare Jubilee. Altri nomi che sono
emersi nelle voci di corridoio includono Hunter Schafer (Mystica), Ayo Edebiri (Tempesta) e Javier Bardem (Mr. Sinister).
Riguardo al progetto Kevin Feige ha dichiarato di avere un “piano
decennale” per la saga dei mutanti. “Penso che lo vedrete
continuare nei nostri prossimi film con alcuni personaggi degli
X-Men che potreste riconoscere. Subito dopo, l’intera storia di
Secret Wars ci condurrà davvero in una nuova era dei mutanti e
degli X-Men. Ancora una volta, [è] uno di quei sogni che diventano
realtà. Finalmente abbiamo di nuovo gli X-Men“.
Il film di Superman di
James
Gunn riceve una recensione da Kevin Feige dei Marvel Studios, e il capo del
Marvel Cinematic Universe commenta
il film del DC
Universe. Sebbene Gunn abbia concluso il suo periodo nel MCU,
il capitolo supereroistico del regista è tutt’altro che concluso,
dato che ora dirige i DC Studios insieme a Peter
Safran, cosa che ha portato al lancio del franchise
DCU.
Il film di Superman
del DCU è finalmente arrivato nelle sale, segnando l’inizio di una
nuova era per il genere dei cinecomic, con i DC Studios che ora
cercano di creare un nuovo franchise interconnesso. Dopo il periodo
trascorso con la trilogia dei Guardiani della
Galassia, Gunn sta utilizzando la sua esperienza nell’MCU
con Kevin Feige per supportare il marchio
DC.
Feige ha recentemente tenuto una
serie di interviste con diverse testate, in cui è stato affrontato
il tema del film di Superman di Gunn, dopo che
l’ora co-CEO dei DC Studios era stato uno dei grandi registi
dell’MCU. Da tifoso di Gunn, Kevin Feige non ha
avuto che elogi per il Superman, condividendo
quanto segue:
Kevin Feige: Guarda Superman…
non mostra nessuna stanchezza da film di supereroe, vero? Mi è
piaciuto molto. Adoro come ci si butta a capofitto. Non sai chi è
Mr. Terrific? Difficile. Lo scoprirai. Non sai cos’è questo? Vai,
vai. Questo è un mondo completamente sviluppato.
Il presidente dei Marvel Studios ha
paragonato il Superman del DCU al prossimo film
del MCU I Fantastici
Quattro: Gli Inizi, la cui uscita è prevista per
questa settimana. Feige ha spiegato come il film del MCU miri a
“portare ottimismo nel mondo” e come rispecchi il film DC
in questo senso, affermando:
Kevin Feige: Credo che lo
abbiamo visto con il film di James un paio di settimane fa, che
mettere da parte per un po’ il cinismo per affrontare seriamente la
positività è una cosa grandiosa.
Kevin Feige ha
anche parlato dello scambio di battute avuto con Gunn dopo aver
visto Superman. Feige ha sottolineato che Gunn ha avuto
un’influenza su di loro tanto quanto loro l’hanno avuta su di lui,
condividendo quanto segue:
Kevin Feige: Credo che James
abbia avuto un’influenza su di noi, e noi ne abbiamo avuta una su
di lui. Ci siamo scambiati un messaggio. Gli dicevo quanto mi fosse
piaciuto il film. E lui ha risposto: “Non esisterei senza di voi”.
Credo che gli studios vedano ogni altro studio come un concorrente.
In questo momento, nel nostro settore, tifo per ogni film. Voglio
che ogni film abbia successo.
I Marvel Studios hanno
iniziato a proiettare I Fantastici
Quattro: Gli Inizi per una selezione di
membri della stampa, quindi era inevitabile che qualcuno prima o
poi avrebbe fatto trapelare le scene post-credit del reboot.
Sebbene vi consigliamo di non
proseguire oltre se non volete spoiler, questa non è una
descrizione particolarmente dettagliata e condivideremo con voi
un’analisi approfondita di queste scene più avanti questa
settimana. Per chi di voi è rimasto aggiornato sulle fughe di
notizie relative ai test screening, è improbabile che ciò che state
per leggere sia una grande sorpresa.
Secondo lo scooper @MyTimeToShineH,
“[I Fantastici Quattro: Gli Inizi] ha due scene post-credit,
una in cui Destino si presenta da Sue di Sue e guarda Franklin (non
vediamo RDJ), la seconda è un breve sketch animato con i quattro
cattivi che combattono”.
Questo è in linea con quanto abbiamo
sentito per mesi riguardo a un cameo a sorpresa del Dottor Destino
interpretato da Robert Downey Jr., che
presumibilmente prepara il terreno per il rapimento di
Franklin Richards. Nei fumetti, il figlio di Reed e Sue è
un mutante immensamente potente con la capacità di rimodellare e
creare realtà, quindi probabilmente non c’è bisogno che vi diciamo
come questo potrebbe essere fondamentale in vista di
Avengers: Doomsday e
Secret Wars.
La scena post-credit incentrata su
Destino promette di essere assolutamente da vedere, in quanto
offrirà ai fan un primo sguardo al costume di Downey da Dottor
Destino. Sarà fedele al fumetto o i fratelli Russo potrebbero avere
qualcos’altro in serbo per questa misteriosa variante di Victor?
Resta da vedere, così come se questo Destino provenga da
Terra-828.
Il film Marvel Studios I
Fantastici Quattro: Gli Inizi introduce la prima
famiglia Marvel composta da Reed Richards/Mister Fantastic
(Pedro
Pascal), Sue Storm/Donna Invisibile (Vanessa
Kirby), Johnny Storm/Torcia Umana (Joseph
Quinn) e Ben Grimm/la Cosa (Ebon
Moss-Bachrach) alle prese con la sfida più difficile
mai affrontata. Costretti a bilanciare il loro ruolo di eroi con la
forza del loro legame familiare, i protagonisti devono difendere la
Terra da una vorace divinità spaziale chiamata Galactus
(Ralph Ineson) e dal suo enigmatico Araldo, Silver
Surfer (Julia Garner). E se il piano di Galactus
di divorare l’intero pianeta e tutti i suoi abitanti non fosse già
abbastanza terribile, la situazione diventa all’improvviso una
questione molto personale.
Il film è interpretato anche da
Paul Walter Hauser, John Malkovich, Natasha Lyonne
e Sarah Niles. I
Fantastici Quattro: Gli Inizi è diretto da
Matt Shakman e prodotto da Kevin Feige, mentre Louis D’Esposito, Grant
Curtis e Tim Lewis sono gli executive producer.
I lavori per la serie TV di Harry
Potter della HBO proseguono a Londra, in Inghilterra,
e Dominic McLaughlin è appena stato avvistato nei
panni del maghetto accanto a un gigantesco Hagrid.
Tuttavia, contrariamente a quanto si
potrebbe pensare a prima vista, non si tratta di Nick
Frost, star di L’alba dei morti dementi.
Similmente ai film di Harry Potter, sembra che
questa serie utilizzi una controfigura adeguatamente grande che
indosserà una protesi realistica con le sembianze dell’attore di
Hagrid.
Come per l’interpretazione del
compianto Robbie Coltrane, la performance di Frost verrà
poi fusa con quella. Il risultato sarà un Hagrid interpretato da
una star ben nota che, allo stesso tempo, rende giustizia alla
versione del mezzogigante, guardiacaccia e giardiniere della Scuola
di Magia e Stregoneria di Hogwarts, con la sua opportuna
imponenza.
Sembra che McLaughlin e “Frost”
stiano girando scene nel mondo babbano, dove prendono la
metropolitana prima di arrivare a Diagon Alley. Le scene con Harry
e Hagrid nella metropolitana di Londra sono state girate per
Harry Potter e la Pietra Filosofale, ma alla fine
sono state tagliate.
Di recente abbiamo visto McLaughlin
girare delle scene allo Zoo di Londra, ed è difficile non
chiedersi se la HBO stia girando la storia almeno in parte
cronologicamente, forse per meglio valorizzare i suoi giovani
attori. Bisognerà aspettare e vedere.
“Sebbene sia pienamente
consapevole di ciò che mi ha preceduto in termini di straordinaria
interpretazione di Robbie, non proverò mai a essere Robbie”,
ha detto Frost a proposito del suo approccio all’amato personaggio
all’inizio di quest’anno. “Cercherò di fare qualcosa, non
‘diverso’. Credo che si debba essere rispettosi dell’argomento, ma
in questo c’è spazio per i dettagli.”
“Penso che la bellezza di poter
scrivere un libro a stagione significhi che posso esplorare molto
di più questo argomento, e non vedo l’ora”, ha continuato
l’attore. “È divertente! Voglio che sia divertente, sfacciato,
spaventato, protettivo e infantile. È quello che ho intenzione di
fare.”
Cosa sappiamo della serie HBO
su Harry Potter
HBO descrive la serie come un
“adattamento fedele” della serie di libri della Rowling.
“Esplorando ogni angolo del mondo magico, ogni stagione porterà
‘Harry Potter’ e le sue incredibili avventure a un pubblico nuovo
ed esistente”, secondo la descrizione ufficiale. Le riprese
dovrebbero avere inizio nel corso dell’estate 2025, per una messa
in onda prevista per il 2026.
La serie è scritta e prodotta da
Francesca Gardiner, che ricopre anche il ruolo di
showrunner. Mark Mylod sarà il produttore
esecutivo e dirigerà diversi episodi della serie per HBO in
collaborazione con Brontë Film and TV e Warner Bros. Television. La
serie è prodotta da Rowling, Neil Blair e
Ruth Kenley-Letts di Brontë Film and TV, e
David Heyman di Heyday Films.
Come già annunciato, Dominic
McLaughlin interpreterà Harry, Arabella
Stanton sarà Hermione e Alastair Stout
sarà Ron. Altri membri del cast includono: John
Lithgow nel ruolo di Albus Silente, Janet
McTeer nel ruolo di Minerva McGrannitt, Paapa
Essiedu nel ruolo di Severus Piton, Nick
Frost nel ruolo di Rubeus Hagrid, Luke
Thallon nel ruolo di Quirinus Quirrell e Paul
Whitehouse nel ruolo di Argus Gazza.
Gli altimi annunci sono quelli di
Rory Wilmot nel ruolo di Neville Paciock,
Amos Kitson nel ruolo di Dudley Dursley,
Louise Brealey nel ruolo di Madam Rolanda Hooch e
Anton Lesser nel ruolo di Garrick Ollivander.
Infine, Bel Powley e Daniel Rigby
interpreteranno Petunia e Vernon Dursley.
È stato inoltre confermato che
la serie debutterà nel 2027 su HBO e HBO Max, dove
disponibile.
“Passa dall’essere lo scienziato
nerd rinchiuso in laboratorio, al marito e padre che farebbe
qualsiasi cosa per proteggere la sua famiglia, fino all’uomo che
guiderà gli Avengers”, aveva detto Shakman a proposito del
patriarca dei Fantastici Quattro. “Ho capito che la versione
che stavamo costruendo doveva contenere tutti questi
elementi”.
Sebbene alcuni abbiano interpretato
questo come una conferma che Mr. Fantastic guiderà
gli Avengers nel prossimo film evento del MCU, altri hanno ipotizzato che
Shakman si riferisse semplicemente al percorso di Reed nei
fumetti. Parlando con Screen Rant, il regista ha
chiarito i suoi commenti.
“Stavo parlando di Reed Richards
nei fumetti e di come a volte sia uno scienziato cerebrale. A volte
è impegnato a guidare gli Avengers, a volte è un padre, un marito,
o qualsiasi altra cosa. Quindi parlavo di lui nei fumetti e di come
ci siano così tanti aspetti diversi in quel personaggio. Qualcuno
che è credibilmente l’uomo più intelligente dell’universo, qualcuno
che si butta nell’azione ed è credibile come leader. E anche
qualcuno che ha quel legame emotivo con la sua famiglia. Ed è per
questo che mi sono sentito attratto da Pedro, un attore così
incredibile.”
“Quindi quello che fa in
Avengers Doomsday non è una cosa che devo dire io, non devo parlare
con Joe o Anthony (Russo)”, ha aggiunto. “Stavo solo
parlando della lettura dei fumetti e di come stavo cercando di
capire chi potesse interpretarlo al meglio.”
Anche Pascal ha dato il suo
contributo durante un’intervista con EW.
“Matt parlava di un Reed
Richards che, nei fumetti degli Avengers, vede i Fantastici Quattro
coinvolti e Reed incaricato di guidare una missione, ma è diverso
da quello che stiamo facendo noi”, dice l’attore. “Quindi
penso che ciò che Matt ha detto su Reed e sul fumetto sia stato
estrapolato dal contesto.”
Il film Marvel Studios I
Fantastici Quattro: Gli Inizi introduce la prima
famiglia Marvel composta da Reed Richards/Mister Fantastic
(Pedro
Pascal), Sue Storm/Donna Invisibile (Vanessa
Kirby), Johnny Storm/Torcia Umana (Joseph
Quinn) e Ben Grimm/la Cosa (Ebon
Moss-Bachrach) alle prese con la sfida più difficile
mai affrontata. Costretti a bilanciare il loro ruolo di eroi con la
forza del loro legame familiare, i protagonisti devono difendere la
Terra da una vorace divinità spaziale chiamata Galactus
(Ralph Ineson) e dal suo enigmatico Araldo, Silver
Surfer (Julia Garner). E se il piano di Galactus
di divorare l’intero pianeta e tutti i suoi abitanti non fosse già
abbastanza terribile, la situazione diventa all’improvviso una
questione molto personale.
Il film è interpretato anche da
Paul Walter Hauser, John Malkovich, Natasha Lyonne
e Sarah Niles. I
Fantastici Quattro: Gli Inizi è diretto da
Matt Shakman e prodotto da Kevin Feige, mentre Louis D’Esposito, Grant
Curtis e Tim Lewis sono gli executive producer.
Variety ha confermato che i DC
Studios hanno ingaggiato Ana Nogueira,
sceneggiatrice di “Supergirl“, per scrivere il
reboot di “Wonder Woman“. Nogueira sta anche
scrivendo un live-action di “Teen Titans” per lo
studio.
Wonder Woman è
diventata una priorità assoluta per lo studio. Variety ha riportato
il 16 luglio che la DC stava accelerando la realizzazione del
progetto, e il co-direttore dei DC Studios, James
Gunn, ha dichiarato a Entertainment Weekly a giugno
che un film di “Wonder Woman” “è in fase di scrittura proprio ora”.
Lo studio sta anche sviluppando “Paradise Island“, una
serie TV per HBO ambientata a Themyscira, la casa di Wonder Woman,
sebbene Gunn abbia affermato che i progressi su quel progetto
“procedono lentamente”.
Nogueira ha iniziato la sua carriera
come attrice, recitando in “The Michael J. Fox Show”, “The Vampire
Diaries” e, più recentemente, la serie poliziesca “Hightown”.
“Supergirl”, diretto da Craig Gillespie (“Crudelia”) e interpretato
da Milly Alcock (“House of the Dragon”), sarà la sua prima
sceneggiatura prodotta; è un adattamento della graphic novel
“Supergirl: Woman of
Tomorrow” di Tom King. L’uscita del film è prevista per il
26 giugno 2026.
La Principessa di Themyscira è stata
interpretata per la prima volta sul grande schermo da
Gal
Gadot in “Wonder Woman” del 2017,
diretto da Patty Jenkins; il film ha incassato 822
milioni di dollari in tutto il mondo, infrangendo la falsa
convinzione dell’industria che il pubblico non fosse interessato ai
film di supereroi con protagoniste donne. Gadot e Jenkins hanno
collaborato di nuovo per “Wonder Woman 1984“,
uscito a Natale del 2020, nel pieno della pandemia di COVID; ha
interpretato il personaggio anche in “Justice League” del 2017, in “Zack Snyder’s Justice League”
del 2021 e in “The
Flash” del 2023.
Tuttavia, quando Gunn e Peter Safran
presero le redini dei DC Studios, diedero un vero e proprio reboot
all’Universo DC, a partire dalla serie in streaming “Creature Commandos” e dal film di Gunn
“Superman”, che ha incassato
406,8 milioni di dollari a livello globale dall’uscita l’11 luglio.
Alcock apparve in un breve cameo alla fine del film, quando andò a
prendere il suo cane Krypto, che era rimasto con l’Uomo d’Acciaio durante la sua assenza.
TheWrap fu il primo a riportare la
notizia che Nogueira stava scrivendo “Wonder Woman”.
Katie Holmes scriverà, dirigerà e interpreterà
Happy Hours, una nuova trilogia di lungometraggi
in cui si riunirà il suo co-protagonista di Dawson’s
Creek,
Joshua Jackson. Tra gli altri attori del cast figurano
Mary-Louise Parker, Constance Wu, Joe Tippett, John
McGinty, Donald Webber Jr., Nathan Darrow, Johnna
Dias-Watson e Jack Martin. La produzione
del primo film inizierà a New York quest’estate, mentre il secondo
e il terzo capitolo seguiranno a breve.
Happy Hours è
descritto come la storia di due persone (Jackson e Holmes) che
affrontano la loro relazione tra le sfide della carriera e delle
responsabilità familiari e la ricerca dell’amore, nonostante gli
inevitabili ostacoli della vita. È una commedia drammatica
incentrata sui personaggi che esplora il viaggio emotivo di giovani
amori che si ricongiungono da adulti, con il filo conduttore di
gioie, perdite e speranza condivise.
Il film sarà prodotto da Maven
Screen Media e Bond Street Station, in collaborazione con Crown
Productions e STX Films. Celine Rattray e Trudie
Styler produrranno per Maven Screen Media, insieme a
Peter Coleman e Paula P. Manzanedo per Bond Street
Station. Annie Herndon supervisionerà per STX Films, mentre Jenny
Halper, Sophia Pedlow e Jackie Donohoe supervisioneranno per
Maven.
Nota per il suo lavoro in
lungometraggi che spaziano da Batman Begins di
Christopher Nolan a film d’autore
di successo come Tempesta di ghiaccio di
Ang Lee e Schegge di aprile di
Peter Hedges, Katie Holmes ha già diretto film indipendenti
come Rare Objects, Alone Together
e All We Had, dove ha anche recitato. Sia lei che
Jackson hanno preso parte all’amato teen drama della WB
Dawson’s Creek per tutte e sei le stagioni. Di
recente è stata vista come guest star al fianco di Natasha
Lyonne nella seconda stagione di Poker
Face ed è rappresentata da UTA, Untitled Entertainment e
Sloane, Offer, Weber & Dern.
Il primo trailer di Avatar: Fuoco e
Cenere (Avatar: Fire and Ash) è stato
proiettato dalla Disney in anteprima online e possiamo condividere
una descrizione completa di ciò che è stato visto nel filmato. Sono
passati quasi due anni dall’ultima volta che il pubblico ha
visitato Pandora con Avatar: La via
dell’acqua, ma tutto cambierà con il terzo
capitolo della saga fantascientifica di James Cameron, in uscita nelle sale a
dicembre.
L’attesa per il prossimo capitolo è
alta, così come l’arrivo del primo trailer di Avatar 3. La
Disney ha già condiviso alcune immagini al Cinema Con all’inizio di
quest’anno, ma nulla è stato ancora ufficialmente rilasciato al
pubblico. Lo studio ha condiviso solo alcune immagini di Neytiri e
Spider, oltre al concept art dei nuovi personaggi Na’vi per
promuovere il film.
Screen Rant ha partecipato all’evento di lancio del
trailer di Avatar: Fire and Ash organizzato dalla Walt
Disney Studios e dalla 20th Century Studios lunedì 21 luglio, dove
sono state presentate le prime immagini del sequel di James
Cameron. Di seguito trovate una descrizione completa di ciò che è
stato mostrato, che include la battaglia che Jake Sully e la sua
famiglia dovranno affrontare contro i nuovi cattivi del film, gli
Ash People:
Il filmato si apre con alcune
riprese aeree seguite immediatamente da un tuffo in acqua. Al
figlio di Jake Sully viene detto: “La forza degli antenati è qui”,
mentre lui indica il proprio petto. Ci sono grandi navi volanti
Na’vi con creature che le manovrano e che sembrano sacchetti di
plastica / meduse giganti / qualcosa che ricorda gli alieni di
NOPE. Spider è tornato e abbraccia Jake Sully. In una scena
successiva, il figlio di Jake lo spinge e Jake dice a Neytiri: “Non
puoi vivere così, piccola, nell’odio”, sottolineando con enfasi la
parola “odio”. C’è un vulcano piuttosto attivo (non in piena
eruzione, ma con lava che scorre) su cui si arrampica un
personaggio misterioso. Questo personaggio misterioso si avvicina
alla terra degli Ash People, piuttosto grigia e desolata, con le
mani alzate. Le immagini successive mostrano Miles con la pittura
di guerra rossa del Popolo delle Ceneri, suggerendo che si è
schierato con loro. A un certo punto Spider sta perdendo ossigeno.
Un personaggio fuori campo dice: “Se c’è qualcosa che puoi fare,
allora devi farlo”. Gli umani sono tornati con delle navi
acquatiche. Jake viene arrestato dagli umani e scortato su uno dei
loro veicoli, e sembra collaborativo nonostante il suo volto mostri
frustrazione. Durante una grande battaglia, Spider viene visto
scivolare giù da una roccia, una di quelle fluttuanti a cui siamo
abituati in Pandora, mentre il fuoco esplode intorno a lui. Jake
allunga la mano per cercare di salvarlo. Una Na’vi in un letto
d’ospedale con un tubo nasale che le fornisce ossigeno soffoca
mentre esclama “i bambini”. La tribù dell’acqua sta combattendo al
fianco dei Na’vi in una grande battaglia contro il Popolo della
Cenere. Il Popolo della Cenere ha una carnagione più grigia, ma è
chiaramente ancora Na’vi nel suo aspetto e indossa una striscia
nera sugli occhi. Usano archi e frecce e sembrano avere la capacità
di tenere il fuoco sul proprio corpo, come dimostra uno di loro che
in una breve scena accende le dita su una candela. Il capo degli
Ash People, Varang, conclude dicendo: “La tua dea non ha alcun
potere qui”. C’è una breve inquadratura di una nave che sembra
trovarsi fuori da Pandora, a indicare che a un certo punto
lasceranno l’atmosfera del pianeta.
Al momento non è ancora
confermata la data di uscita online del trailer di
Avatar: Fuoco e Cenere, ma chi desidera vedere queste
immagini in anteprima potrà farlo prima della proiezione di
The Fantastic Four: First
Steps, in uscita nelle sale questo giovedì 24 luglio.
Cosa rivela il trailer di Avatar:
Fuoco e ceneri sul film
Inizia la guerra dei Na’vi
Basandoci solo sulla descrizione del
trailer, possiamo già scoprire qualcosa in più su Avatar: Fire
and Ash. L’attenzione è concentrata sulla famiglia Sully,
compreso il ruolo di Spider al suo interno, e sul Popolo delle
Ceneri. Si tratta di due fazioni opposte in una guerra che sta
per scoppiare, con differenze di pensiero e metodologia già
evidenti nel modo in cui Jake e Varang parlano dei loro
antenati.
È anche chiaro che questo trailer
contribuirà a presentare le nuove parti di Pandora e i Na’vi che il
pubblico deve conoscere data la loro importanza nel prossimo film.
Le navi volanti dei Na’vi appartengono alla tribù del vento,
conosciuta come i Commercianti del Vento, che Cameron ha descritto
una volta come “nomadi”. Nel frattempo, vengono
presentati l’aspetto, la casa, le armi e il leader del Popolo delle
Ceneri.
Il Popolo delle Ceneri non sarà
l’unico antagonista di Avatar 3, poiché il trailer ribadisce
che Miles Quaritch si schiera con i Na’vi più malvagi.
Potrebbe persino essere lui il personaggio misterioso che si
avvicina alla terra del Popolo delle Ceneri durante il trailer,
considerando che in seguito viene mostrato con la loro pittura di
guerra.
Sembra che il film stia
preparando una guerra tra la famiglia Sully e il clan Metkayina,
legato all’acqua, contro Quarritch e il clan Mangkwan, legato al
fuoco. Il ruolo degli umani rimane ancora un po’ oscuro, anche
se l’arresto di Jake è un altro sviluppo degno di nota per il
sequel.