È stato presentato oggi, alla Casa
del Cinema, Maldamore, la nuova commedia
del regista Angelo Longoni, prodotta da
Maria Grazia Cucinotta e distribuita dalla Bolero
Film. Presenti alla conferenza stampa del film, oltre al regista e
alla produttrice sopracitati, anche l’intero cast del film, tra cui
i protagonisti Ambra Angiolini, Luisa Ranieri, Alessio
Boni e Luca Zingaretti.
L’incontro si è aperto con una
spiegazione da parte di Angelo Longoni circa la
scelta della frase di Platone che accompagna la fine del film:
“…soltanto l’amante può giurare e avere il perdono dagli dei, se
trasgredisce un giuramento: dicono infatti che un giuramento
d’amore non ha valore.”
“La frase di Platone che viene
citata nel film, in chiusura, è molto significativa. Nel momento in
cui la maggior parte delle persone fa un giuramento d’amore, si
trova in uno stato emotivo che gli permette di credere che quel
giuramento avrà valore per sempre. In realtà quel giuramento è
considerato da tutti senza valore, perfino dagli dei, perché nel
tempo le cose cambiano, la vita affettiva delle coppie
stabili si trasforma e solo grazie ad una certa maturità si riesce
ancora a stare insieme e ad avere una vita affettiva adulta e
matura. Ho scritto questo film insieme a Massimo Sgorbani un po’
perché volevo parlare di cose che tutti noi viviamo
quotidianamente, un po’ perché ho visto vivere l’esplosione di
tantissime coppie. Nel momento in cui una persona soffre
terribilmente, per amore, all’interno di una coppia, vista da fuori
quella situazione è commedia, è ridicola. Da sempre i rapporti che
si instaurano all’interno di una coppia, i conflitti d’amore in
generale, generano la commedia. Da qui, dunque, sono nate le nostre
considerazioni intorno alla frase di Platone”.
È intervenuta subito Maria
Grazia Cucinotta, la produttrice del film, che parlato del motivo
che l’ha spinta a scegliere di produrre Maldamore:
“Abbiamo ritrovato nel film,
insieme a Silvia Natili e Giovanna Emidi, un pezzo di noi, un pezzo
della nostra vita, qualcosa che ci apparteneva. È uno di quei film
che vorresti fare, nonostante ci sia voluto un po’ perché il
progetto diventasse una realtà. Per questo motivo devo ringraziare
tutte le persone che hanno fatto sì che il film potesse uscire al
cinema, inclusi gli attori, che non hanno voluto far il film
semplicemente per soldi, ma perché era un progetto nel quale
credevano fortemente”.
Agli attori protagonisti è
stato chiesto: è necessario il tradimento nel matrimonio? È
qualcosa che aiuta il matrimonio ad andare
avanti?
“Non credo nella
contrattualizzazione di un amore – dichiara Alessio
Boni – Non credo, allo stesso tempo, che sia necessario
tradirsi per far sì che un matrimonio continui. Quello che succede
nel film non è detto che debba per forza corrispondere alla realtà.
Quando ho letto la sceneggiatura, mi ha subito colpito. Mi piace
molto la comicità scritta, che diventa poi leggera grazie
all’attore che la porta sullo schermo. Non sarei in grado di far
ridere con delle battute o con una smorfia, ma se queste sono
scritte bene, allora puoi essere in grado di far ridere ancora di
più”.
“Non credo che i rapporti
debbano per forza passare per il tradimento – continua
Luisa Ranieri – Credo, però, che sia molto
difficile tenere in piedi un rapporto dopo tanti anni. Bisogna
reinventarsi, perché tra alti e bassi può succedere che qualcuno si
possa distrarre all’interno della coppia. Ciò che mi piace di
questo film è la chiave di lettura che viene offerta del perdono, e
anche la frase che recito riguardo al “2%”, che non vuol dire
necessariamente concedersi il lusso di poter tradire, ma vuol dire
liberarsi, non concedersi totalmente, e quindi annullandosi, in un
rapporto, ma lasciarsi una piccola quota di libertà, anche solo di
pensiero, di fantasia. In questo senso, trovo intelligente, nel
rapporto, lasciarsi una libertà di respiro, che poi alla fine è
quella che, nei fatti, ti impedisce di tradire”.
“Le coppie vivono una vita molto
quotidiana – afferma Ambra Angiolini – A
parte i perbenismi che ci offrono la tv e i giornali, io conosco
tante persone che vivono, anche in maniera dolorosa, ma comunque
normale. Fa parte della vita. È ammesso, è concesso. È assurdo,
invece, non considerarlo il tradimento”.
“In una coppia non
credo che il tradimento sia la cosa peggiore che possa capitare
– prosegue Luca Zingaretti – Quando c’è una
reale condivisione, un affetto vero, credo che sia più grave non
aver nulla da raccontarsi la sera o stare insieme fisicamente, ma
non essere davvero presenti con la mente. Credo che sia questo oggi
il problema più grande della maggior parte delle persone che stanno
insieme”.
Quanto si è prestata una
location come il Trento per una commedia del genere?
“Il Trento è stata un’esperienza
straordinaria – rivela Angelo Longoni – E’
una città a misura d’uomo, estremamente ecologica. Se non ci fosse
stata Trento, sarebbe stato impossibile realizzare il film in 6
settimane. Ci siamo trovati benissimo dal punto di vista
organizzativo, anche grazie alla vivibilità della città. È un luogo
dove ci si sposta facilmente, dove è facile ottenere la possibilità
di girare in luoghi diversi. Se l’avessimo girato a Roma,
probabilmente non ce l’avremmo fatta. Trento ha anche una sua
caratteristica narrativa all’interno del film. Volevo fare una
commedia assolutamente non localizzata, cioè senza una comicità
dialettale o contestualizzata in una regione specifica. La comicità
che abbiamo cercato di creare è una comicità che può essere
assolutamente riconoscibile in altre città. È stato molto
importante per me riuscire a mettere insieme un cast che avesse una
portata italiana e non locale. Trento, in questo senso, si è
prestata perfettamente, non avendo una tradizione comica dal punto
di vista del linguaggio. Per fare quindi una commedia italiana e
non regionale, era la location ideale”.
Come sono stati scelti gli
attori protagonisti del film?
“Gli attori protagonisti di
questo film fanno tutti teatro – continua Longoni – Credo
che un attore che non si metta in gioco con il teatro, soffra di un
caso grave di verginità. Chiunque non affronti il teatro, vale sia
per gli attori ma anche per i registi, è incompleto. Le penso
fermamente. La scelta degli attori è stata, dunque, dovuta a
questo. Sono attori, indipendentemente da quello che hanno fatto in
altri ambiti. Non volevo comici; volevo attori che potessero
interpretare questi ruoli cercando nella verità dei personaggi e
non nella caratteristica dell’attore, la possibilità di far ridere.
Un attore si differenzia dal comico perché interpreta il ruolo
cercando di assecondare la verità di quello che già di comico
esiste; il comico deve aiutare questa realtà, la deve forzare, deve
mettere qualcosa di se stesso per scatenare l’ilarità. Questo era
quello che non volevo. L’idea quindi di avere attori veri, che
fanno teatro, che fanno cinema, che fanno tutto, era la mia
prerogativa”.
All’inizio, prima
dell’esplosione dei personaggi, i protagonisti urlano, gridano,
forse troppo. Dopo, paradossalmente, si scende di tono e tutto
diventa più leggero. All’inizio sembra tutto molto esagitato. Si
tratta di una scelta voluta?
“All’inizio vige una calma
apparente – spiega il regista – Poi, nel momento in cui le
radioline emettono la catastrofe … ecco, da quel momento esplode
tutto. Finché non si chiude quella nottata, i personaggi si trovano
ad un livello alto di tensione, di nervosismo. Da lì in poi la
storia ha un altro andamento. C’è sempre il doppiopesismo che
rientra, un doppiopesismo nell’amore che è un caratteristica degli
italiani. Quello che facciamo subire è meno grave di quello che
subiamo, e questa cosa fa parte del nervosismo iniziale del
film”.
In chiusura, è stato
chiesto al regista cosa rappresenta per lui l’amore.
“In amore la forma più alta di
intelligenza è la bonta. È questo quello che mi ha insegnato mia
moglie ed è questa la caratteristica principale che dobbiamo
ritrovare nei rapporti”.
Maldamore
sarà distribuito al cinema in 250 copie a partire dal prossimo 13
Marzo.