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By the Sea: dietro le quinte del film di e con Angelina Jolie [foto]

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La Universal Pictures ha diffuso cinque nuove immagini dal dietro le quinte di By the Sea, nuovo film da regista di Angelina Jolie, in cui l’attrice recita anche, al fianco del marito Brad Pitt.

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By the Sea 1Il film sarà focalizzato su un rapporto di coppia e sarà prodotto dai due. Angelina Jolie, che con la Universal ha già collaborato per Unbroken, ha dichiarato di essere molto felice di continuare il suo lavoro con lo studio. “Hanno creato uno spazio molto speciale per chi vuole raccontare una storia e guardo avanti per continuare a lavorare grazie al loro supporto per il mio lavoro come regista.”

Angelina Jolie e Brad Pitt sono ormai da anni una esemplare coppia hollywoodiana, non solo per la loro bellezza e fortuna, ma anche perchè da anni condividono impegno umanitario, sociale, successo professionale e una bellissima famiglia.

Nel cast del film anche Mélanie Laurent, Niels Arestrup, Melvil Poupaud e Richard Bohringer.

By the Sea, di e con Angelina Jolie, ha una data d’uscita

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By the Sea, di e con Angelina Jolie, ha una data d’uscita

La Universal ha annunciato che il film diretto e interpretato da Angelina Jolie, By the Sea, in cui vediamo anche Brad Pitt coprotagonista, verrà distribuito in sala il 13 novembre del 2015. Anche le uscite internazionali della pellicola, e quindi quella italiana, saranno vicine a questa data.Di seguito le foto dal set del film:

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By the Sea 1Il film sarà focalizzato su un rapporto di coppia e sarà prodotto dai due. Angelina Jolie, che con la Universal ha già collaborato per Unbroken, ha dichiarato di essere molto felice di continuare il suo lavoro con lo studio. “Hanno creato uno spazio molto speciale per chi vuole raccontare una storia e guardo avanti per continuare a lavorare grazie al loro supporto per il mio lavoro come regista.”

Angelina Jolie e Brad Pitt sono ormai da anni una esemplare coppia hollywoodiana, non solo per la loro bellezza e fortuna, ma anche perchè da anni condividono impegno umanitario, sociale, successo professionale e una bellissima famiglia.

Nel cast del film anche Mélanie Laurent, Niels Arestrup, Melvil Poupaud e Richard Bohringer.

Fonte: CS

By The Sea inaugurerà l’AFI Fest 2015

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By The Sea inaugurerà l’AFI Fest 2015

bytheseaBy The Sea, l’atteso dramma scritto e diretto da Angelina Jolie, e interpretato dall’attrice insieme al marito Brad Pitt, aprirà il sipario dell’AFI Fest 2015, l’annuale festival dell’American Film Institute che si svolgerà a Los Angeles dal 5 al 12 novembre distribuendo le proiezioni tra il Dolby Theatre, il Chinese Theatre, l’Egyptian Theatre e il Roosevelt Hotel.

By The Sea, terza prova registica della Jolie, racconta il deflagrare di una crisi matrimoniale ed esistenziale nella Francia degli anni Settanta. Si tratta di uno dei titoli, almeno sulla carta, maggiormente papabili per la corsa agli Oscar, in uscita negli Stati Uniti l’11 dicembre. A condividere la scena con la coppia più amata di Hollywood ci sono Mélanie Laurent, Melvil Poupaud, Niels Arestrup e Richard Bohringer. 

A breve dovrebbe essere annunciato il programma completo dell’Afi Fest 2015.

Fonte: Deadline

Butter: recensione del film con Olivia Wilde

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Butter: recensione del film con Olivia Wilde

E’ stato presentato alla Festa del cinema di Roma, Butter la nuova commedia diretta da Jim Field Smith e con protagonisti Hugh Jackman e Olivia Wilde.

In Butter Laura Pickler (Jennifer Garner) ha costruito la sua vita intorno al talento del marito Bob (Ty Burrell) nello scolpire statue di burro, ma quando a Bob viene chiesto di ritirarsi dal ‘mercato’, Laura va su tutte le furie, spaventata al pensiero di perdere il baricentro della sua vita.

Dopo una litigata, Bob esce a trovare conforto con una squillo, Brooke (Olivia Wilde), mentre la moglie trova conforto tra le braccia di Boyd (Hugh Jackman), suo ragazzo al liceo. Intanto la piccola Destiny (Yara Shahidi), dopo numerosi tentativi falliti, trova una famiglia (Alicia Silverston e Rod Corddry) che sembra volerla adottare unitamente alla scoperta di un talento insospettabile: la scultura del burro. La strade di Laura e di Destiny si incroceranno in maniera inaspettata.

Butter, il film

Butter è una commedia leggera, smielata nel finale e molto molto americana. La protagonista Jennifer Garner interpreta una donna sgradevole e arrivista anche se perfettamente calata nello scenario borghese della periferia americana, accanto a lei un uomo, Burrell, senza personalità che non riesce a prendere le sue decisioni in maniera autonoma, succube della follia della moglie. I due gioielli del film sono senza dubbio la piccola protagonista Yara Shahidi e la divertentissima Olivia Wilde. Se da un lato la prima è straordinariamente dolce ma allo stesso tempo razionale e ironica, la seconda si mostra in una veste tutta nuova, sexy e comica allo stesso tempo. Grande rilevanza ha l’aspetto dei costumi che in questo film definiscono i caratteri ancora prima che questi possano agire, e quindi ecco i completi succinti ed eccentrici di Brooke, gli abiti eleganti e austeri di Laura, il cappello da texano grossolano di Boyd.

La sceneggiatura indulge un po’ troppo in battute già sentite e nel finale è forse scontato, banale, ma è nei piccoli dettagli che sono sparsi in tutta la storia impreziosiscono il film, oltre a delle scelte del casting davvero mirate. Nonostante la sua adorabile dolcezza, Jennifer Garner riesce a rendere sgradevole la sua Laura e Olivia Wilde fa centro con la sua stripper, molto sexy, ma divertentissima e comica. Eccezionale nel piccolissimo ruolo a lui riservato, Hugh Jackman si presenta u po’ ingrassato, ma anche lui a suo agio nella parte del tonto, molto comico. La Garner compare anche in veste di produttrice.

Bussano alla Porta: uscita speciale nei The Space Cinema 

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Bussano alla Porta: uscita speciale nei The Space Cinema 

In occasione dell’uscita ufficiale del film Bussano alla Portaprevista per giovedì 2 febbraioThe Space Cinema per celebrare l’arrivo sul grande schermo del nuovo lungometraggio diretto da M.Night Shyamalan ha organizzato per il primo giorno in sala del film una speciale iniziativa dedicata al pubblico. L’evento avrà luogo durante gli spettacoli serali di giovedì 2 febbraio in cui lo spettatore diventerà l’assoluto protagonista e sarà chiamato a fare un’importante scelta.

Il film, basato sul romanzo The Cabin at the End of the World di Paul Tremblay, racconta la storia di una famiglia che decide di trascorrere qualche giorno in una casa immersa nella natura. La piccola Wen (Kristen Cui) sta giocando nella foresta e all’improvviso si imbatte in un grosso e robusto uomo di nome Leonard (Dave Bautista). Poco dopo l’arrivo di Leonard la giovane ragazza nota che altre tre persone si stanno avvicinando a lei e decide così di fuggire per avvertire i suoi due papà (Jonathan Groff e Ben Aldridge) dell’imminente minaccia, ma i due uomini non le danno credito.

I due, tuttavia, dovranno ricredersi quando i quattro uomini busseranno alla loro porta, intenzionati ad entrare ad ogni costo. Una volta entrati in casa la famiglia viene presa in ostaggio dai quattro sconosciuti armati che li chiama a fare una scelta per evitare l’Apocalisse: sacrificare uno di loro tre. Non solo uno tra la bambina e suoi papà dovrà morire ma dovrà essere la stessa bambina o i due uomini ad uccidere con le loro mani la vittima prescelta. Lontani dalla civiltà e da ogni forma di aiuto, i protagonisti dovranno prendere quella che si rivelerà la decisione più difficile.

Bussano alla Porta, il film

Mentre sono in vacanza in una baita isolata, una bambina e i suoi genitori vengono presi in ostaggio da quattro sconosciuti armati che chiedono alla famiglia di compiere una scelta impensabile per evitare l’apocalisse. Con un accesso limitato al mondo esterno, la famiglia deve decidere in cosa credere prima che tutto sia perduto.

Prodotto dal visionario regista M. Night Shyamalan, Bussano alla Porta è interpretato da Dave Bautista (Dune, Guardiani della Galassia), dal candidato al Tony Award e all’Emmy Jonathan Groff (Hamilton, Mindhunter), da Ben Aldridge (Pennyworth, Fleabag), dalla candidata al BAFTA Nikki Amuka-Bird (Persuasione, Old), dall’attrice esordiente Kristen Cui, da Abby Quinn (Piccole donne, Landline) e da Rupert Grint (Servant, la saga di Harry Potter).

Universal Pictures presenta una produzione Blinding Edge Pictures, in associazione con FilmNation Features e Wishmore Entertainment, un film di M. Night Shyamalan. La sceneggiatura è di M. Night Shyamalan e Steve Desmond & Michael Sherman, basata sul bestseller nazionale “The Cabin at the End of the World” di Paul Tremblay. Il film è diretto da M. Night Shyamalan e prodotto da M. Night Shyamalan, Marc Bienstock (Split, Glass) e Ashwin Rajan (Servant, Glass). I produttori esecutivi sono Steven Schneider, Christos V. Konstantakopoulos e Ashley Fox.

Bussano alla Porta: trailer del nuovo film di M. Night Shyamalan

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Bussano alla Porta: trailer del nuovo film di M. Night Shyamalan

Mentre sono in vacanza in una baita isolata, una giovane ragazza e i suoi genitori vengono presi in ostaggio da quattro sconosciuti armati che chiedono alla famiglia di compiere una scelta impensabile per evitare l’apocalisse. Con un accesso limitato al mondo esterno, la famiglia deve decidere in cosa credono prima che tutto sia perduto. Prodotto dal visionario regista M. Night Shyamalan, Bussano alla Porta  (Knock At The Cabin) è interpretato da Dave Bautista (Dune, Guardiani della Galassia), dal candidato al Tony Award e all’Emmy Jonathan Groff (Hamilton, Mindhunter), da Ben Aldridge (Pennyworth, Fleabag), dalla candidata al BAFTA Nikki Amuka-Bird (Persuasione, Old), dall’attrice esordiente Kristen Cui, da Abby Quinn (Piccole donne, Landline) e da Rupert Grint (Servant, la saga di Harry Potter).

Universal Pictures presenta una produzione Blinding Edge Pictures, in associazione con FilmNation Features e Wishmore Entertainment, Bussano alla Porta  (Knock At The Cabin) un film di M. Night Shyamalan. La sceneggiatura è di M. Night Shyamalan e Steve Desmond & Michael Sherman, basata sul bestseller nazionale “The Cabin at the End of the World” di Paul Tremblay. Il film è diretto da M. Night Shyamalan e prodotto da M. Night Shyamalan, Marc Bienstock (Split, Glass) e Ashwin Rajan (Servant, Glass). I produttori esecutivi sono Steven Schneider, Christos V. Konstantakopoulos e Ashley Fox.

Bussano alla Porta: secondo trailer per il nuovo horror di M. Night Shyamalan

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Prodotto dal visionario regista M. Night Shyamalan, Bussano alla Porta  (Knock At The Cabin) è interpretato da Dave Bautista (Dune, Guardiani della Galassia), dal candidato al Tony Award e all’Emmy Jonathan Groff (Hamilton, Mindhunter), da Ben Aldridge (Pennyworth, Fleabag), dalla candidata al BAFTA Nikki Amuka-Bird (Persuasione, Old), dall’attrice esordiente Kristen Cui, da Abby Quinn (Piccole donne, Landline) e da Rupert Grint (Servant, la saga di Harry Potter).

In Bussano alla Porta mentre sono in vacanza in una baita isolata, una bambina e i suoi genitori vengono presi in ostaggio da quattro sconosciuti armati che chiedono alla famiglia di compiere una scelta impensabile per evitare l’apocalisse. Con un accesso limitato al mondo esterno, la famiglia deve decidere in cosa credere prima che tutto sia perduto.

M. Night Shyamalan © Universal Studios. All Rights Reserved
M. Night Shyamalan © Universal Studios. All Rights Reserved

Universal Pictures presenta una produzione Blinding Edge Pictures, in associazione con FilmNation Features e Wishmore Entertainment, Bussano alla Porta  (Knock At The Cabin) un film di M. Night Shyamalan. La sceneggiatura è di M. Night Shyamalan e Steve Desmond & Michael Sherman, basata sul bestseller nazionale “The Cabin at the End of the World” di Paul Tremblay. Il film è diretto da M. Night Shyamalan e prodotto da M. Night Shyamalan, Marc Bienstock (Split, Glass) e Ashwin Rajan (Servant, Glass). I produttori esecutivi sono Steven Schneider, Christos V. Konstantakopoulos e Ashley Fox.

Bussano alla porta: recensione del film di M. Night Shyamalan

Bussano alla porta: recensione del film di M. Night Shyamalan

In risposta ad un evento epocale come gli attentati dell’11 settembre 2001, il regista M. Night Shyamalan realizzò film come Signs, The Village e Lady in the Water, all’interno dei quali egli propose attraverso allegorie un lucido ritratto di come gli Stati Uniti (e il mondo) stavano reagendo a tale tragedia, dando voce alle paure che ne erano scaturite e suggerendo alcune possibili vie di guarigione. A distanza di circa 20 anni da quei film, Shyamalan torna nuovamente a raccontare la società umana, sconvolta ora non solo dalle guerre ma anche dai cambiamenti climatici e dalla pandemia di Covid-19, con il film Bussano alla porta, da lui anche scritto e distribuito in sala dal 2 febbraio dalla Universal.

Si tratta non di un racconto originale quello proposto dal regista, bensì dell’adattamento del romanzo del 2018 La casa alla fine del mondo, di Paul G. Tremblay. Eppure, Shyamalan riesce perfettamente a trarne un film sull’oggi, sulla paura dell’estraneo e sull’impatto che le scelte di ognuno di noi possono avere sul resto del mondo. Ed è proprio una scelta, a dir poco atroce, quella che sono chiamati a compiere Andrew (Jonathan Groff) ed Eric (Ben Aldridge), papà della piccola Wen (Kristen Cui). Quando un gruppo di quattro persone, tra cui spicca il muscoloso Leonard (Dave Bautista), si introduce in casa loro in modo tutt’altro che pacifico, i tre vengono infatti informati dell’arrivo di un’apocalisse, che può essere fermata solo con il sacrificio di uno di loro.

L’orrore oltre la soglia

Nel cinema di Shyamalan è ciò che non vediamo a spaventarci di più. Non fa eccezione questo suo Bussano alla porta, che porta lo spettatore ad essere confinato in una casa nel bosco insieme ai protagonisti. Il mondo esterno viene dunque ad essere escluso, mostrandosi unicamente attraverso le immagini dei telegiornali. La televisione diventa dunque finestra sull’esterno, proponendo immagini decisamente non dissimili da quelle che realmente passano tutti i giorni in TV o su qualunque altro dispositivo di questo tipo. Si tratta di una scelta coraggiosa per un film incentrato su di un apocalisse imminente, eppure capiamo ben presto che non occorre vedere poi molto del mondo in rovina che viene raccontato per averne terrore.

Basta una breve descrizione di quanto sta accadendo per metterci in allarme e Shyamalan sa perfettamente che, in una società dove il flusso ininterrotto di immagini rende sempre più insensibili ad esse, mostrarne il meno possibile e lasciare dunque lo spettatore privo di riferimenti è ciò che davvero può generare paura. Restiamo dunque all’interno della casa, dove si decidono le sorti dell’innocente famiglia e dell’umanità intera. Un confinamento che non può che ricordare proprio quei tre titoli citati in apertura, a cui il regista sembra ispirarsi anche nell’utilizzo dell’allegoria alla base di Bussano alla porta, attraverso la quale parlare dell’umanità.

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Bussano alla porta, un cupo e lucido film sull’oggi

Nel corso del film, dunque, in modo semplice e diretto, Shyamalan ci mette a confronto con ciò che siamo diventati e con ciò che potremo diventare se non vengono compiute le giuste scelte. La tensione è palpabile, sin dalle primissime scene, dove il giocare spensieratamente nel bosco di Wen viene interrotto dalla comparsa in scena di Leonard. Parlando proprio di quest’ultimo personaggio, difficile non accorgersi di quanto Dave Bautista si riveli un interprete capace di dar equilibrio agli opposti, non minimizzando la sua possanza ma anzi arricchendola dotando il suo Leonard di una gentilezza a cui non si è realmente pronti.

Tornando al film, dall’arrivo dei quattro estranei sarà dunque un susseguirsi di attese, non detti e colpi di scena che accrescono sempre più il senso di agitazione, avendo poi sempre in mente la premessa di base, ovvero la scelta che i protagonisti dovranno prima o poi compiere. Chissà se similmente a The Village questo Bussano alla porta si affermerà come il miglior film capace di raccontare il nostro contemporaneo, di certo si rivela un’opera coerente con la produzione precedente del regista, sia a livello estetico che tematico, offrendo una convincente evoluzione nella sua ricerca dell’essenza della società attuale.

Attraverso l’allegoria proposta con questo film, Shyamalan ci invita infatti ad una riflessione sul valore delle scelte che compiamo ogni giorno, sull’importanza imprescindibile della fede e dell’amore, ma anche a ripensare il ruolo delle immagini e il loro peso sulla coscienza umana. Un film estremamente lucido e importante, dunque, al quale si possono perdonare alcuni passaggi narrativi meno convincenti, e capace soprattutto di tenere con il fiato sospeso in modo intelligente e spingere lo spettatore ad una partecipazione attiva (cosa non frequente oramai), dal quale difficilmente si uscirà delusi. Ancora una volta, dunque, Shyamalan si conferma un magnifico narratore dei suoi (e nostri) tempi.

Bussano alla porta: la spiegazione del finale del film

Bussano alla porta: la spiegazione del finale del film

Bussano alla porta (qui la recensione) del 2023 è sostenuto da un significato profondo che, una volta spiegato per intero, rivela quanto sia intellettuale e allo stesso tempo cupo il film di M. Night Shyamalan. Scritto da Steve Desmond e Michael Sherman, il film vede Shyamalan tornare ancora una volta a raccontare una storia apocalittica. Tuttavia, a differenza di Signs o E venne il giorno, i personaggi di questo film sanno di avere il potere di fermare il collasso della civiltà: è ciò che devono fare per raggiungere questo obiettivo che rende il film così straziante.

Perché la famiglia di Eric e Andrew è stata scelta per salvare il mondo

Una delle domande più importanti che Bussano alla porta spiega in modo piuttosto ambiguo è perché Eric e Andrew siano stati scelti. Persino Leonard (Dave Bautista) e i suoi tre soci non conoscono la risposta al perché Eric, Andrew e Wen siano la famiglia scelta per impedire l’apocalisse. Leonard crede che il loro sacrificio sia stato scelto perché l’amore di Eric e Andrew l’uno per l’altro è puro. Rispetto all’oscurità del mondo e a tutti gli ostacoli che i due hanno dovuto superare per mantenere il loro amore, le affermazioni di Leonard sembrano accurate.

Le visioni collettive del gruppo li hanno solo indirizzati verso una baita, senza sapere che Eric e Andrew ne sarebbero stati gli occupanti. In realtà, il film ha spiegato che avrebbe potuto essere chiunque a trovarsi nella baita. Tuttavia, considerando quanto Eric e Andrew lottino l’uno per l’altro e per la loro figlia, e come non mettano mai in dubbio il loro amore reciproco nonostante gli altri (e gli standard sociali) vogliano distruggerli, è possibile che la profondità del loro amore sia stata indicata come quella in grado di salvare il mondo.

Il finale spiega come un amore così forte sia un faro di speranza in mezzo a tutto l’odio, la distruzione e la violenza che l’umanità ha causato. La forza dell’amore di Eric e Andrew è anche una testimonianza dell’amore che rompe i confini e le norme sociali, prosperando perché due persone hanno visto il meglio l’una nell’altra e hanno semplicemente voluto costruire la loro relazione sulla fiducia, il rispetto reciproco e l’amore.

Bussano alla Porta recensione

Gli eventi apocalittici erano reali o una coincidenza temporale?

Bussano alla porta spiega poi che Leonard e i suoi collaboratori sono convinti che l’apocalisse sia reale, ma Andrew non ci crede per tutta la durata del film. Gli eventi a cui i personaggi assistono in TV potrebbero essere stati previsti in anticipo e poi sincronizzati con l’arrivo della squadra di Leonard alla baita. Dopotutto, anche Leonard ammette che la fine del mondo era già stata annunciata prima che lui e la sua squadra iniziassero ad avere delle visioni.

I virus hanno ucciso molte persone e i terremoti hanno portato distruzione. Leonard e i suoi collaboratori potrebbero aver seguito gli schemi, previsto che qualcosa di grave sarebbe accaduto per un breve periodo, e allora hanno deciso di agire. Tuttavia, nel finale di Bussano alla porta ci sono anche prove sufficienti per spiegare che il mondo è stato davvero salvato grazie alla decisione di Andrew ed Eric.

Gli aerei hanno smesso di schiantarsi al suolo all’improvviso, i bambini hanno smesso di morire a causa del virus X9 e le acque hanno smesso di salire dopo gli tsunami. Il mondo è stato profondamente colpito dalle calamità, ma la morte di Eric suggerisce che la banda di Leonard stesse effettivamente dicendo la verità. Tuttavia, potrebbe essere stata tutta una coincidenza, e il film di Shyamalan voleva che il pubblico si chiedesse se fosse tutto reale o meno. La risposta alla fine dipende dalla percezione, e la prova è abbastanza vaga da poter essere interpretata in entrambi i modi.

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Perché Eric ha deciso di sacrificarsi al posto di Andrew

La decisione presa da Eric è stata un momento sorprendente, ma il film è riuscito molto bene a spiegare le sue motivazioni. Eric era in pace alla fine di Bussano alla porta, ed è per questo che decide di sacrificarsi invece di permettere che Andrew muoia. Sapeva che Andrew aveva ancora molta voglia di lottare. Andrew vedeva il mondo per quello che era, ma continuava a lottare ogni giorno per le persone come avvocato per i diritti umani perché sapeva che c’era qualcosa per cui valeva la pena lottare.

La testardaggine di Andrew lo avrebbe aiutato a farsi strada nel mondo, la sua natura protettiva lo avrebbe aiutato a crescere la figlia della coppia e i suoi dubbi sull’apocalisse lo avrebbero reso abbastanza curioso da cercare delle risposte. Andrew è ciò di cui il mondo aveva bisogno, non Eric. Eric se ne rese conto e capì che la passione e la determinazione di Andrew gli avrebbero permesso di andare avanti nonostante la sua perdita. È diverso dal libro, dove sia Andrew che Eric sopravvivono.

Perché Leonard e la sua banda si sono rifiutati di uccidere Eric e Andrew

I soci di Leonard potevano uccidersi a vicenda solo se Eric e Andrew si fossero rifiutati di sacrificarsi. Solo Eric e Andrew potevano decidere chi dei due sarebbe morto, e se uno dei due fosse stato ucciso e la scelta fosse stata eliminata, l’apocalisse sarebbe stata una certezza. È possibile che Eric e Andrew si amassero così tanto che la decisione di sacrificare uno dei due sarebbe stata più degna perché fatta liberamente e non con la forza.

Se qualcuno della banda di Leonard li avesse uccisi, avrebbe rovinato l’intera missione. Avrebbe anche fatto infuriare il coniuge sopravvissuto: il sacrificio doveva essere una decisione presa per amore. Leonard non poteva prendere quella decisione al posto loro; avrebbe minato il legame tra Eric e Andrew, basato sui temi del film.

Bussano alla Porta Dave Bautista

Perché Redmond ha mentito sulla sua vera identità?

Il vero nome di Redmond (Rupert Grint) era Rory O’Bannon, e Bussano alla porta ha rivelato che anni prima aveva aggredito Andrew in un bar, spingendolo ad acquistare una pistola per proteggersi. La presenza di Redmond era il motivo per cui Andrew pensava che la sua famiglia fosse stata presa di mira. È possibile che Redmond abbia mentito sulla sua vera identità perché non voleva che Leonard, Sabrina e Adriane sapessero che aveva un passato violento e che era legato a quello di Andrew. Forse Redmond credeva che fermare l’apocalisse potesse redimerlo e che rivelare il suo vero nome sarebbe stato troppo pericoloso.

Eric ha davvero visto una figura (o era solo la sua commozione cerebrale a parlare)?

Mentre la squadra di Leonard discute il caso, Eric sembra spesso dubbioso. Afferma in seguito di vedere una figura nella luce dietro Leonard, il che lo convince che c’è qualcosa di vero in ciò che Leonard e Sabrina stanno dicendo loro. Tuttavia, potrebbe essere stato facilmente un inganno della sua mente. La commozione cerebrale di Eric lo ha reso sensibile alla luce nel corso della vicenda, quindi potrebbe aver visto qualcosa che coincideva con ciò che gli era stato detto.

Il pubblico non ha mai visto la figura ed Eric non era lucido in quel momento, quindi non ci si può fidare completamente di lui. Tuttavia, Eric aveva bisogno di vedere la figura per prendere la sua decisione finale alla fine del film, altrimenti non si sarebbe sacrificato. Alla fine, non importava se la figura che Eric ha visto alla fine di Bussano alla porta fosse reale o meno, poiché ciò che contava davvero era la sua decisione.

Come è stata scelta la squadra di Leonard per la missione apocalittica

I membri della squadra di Leonard rappresentavano i Quattro Cavalieri dell’Apocalisse, almeno secondo Eric. Leonard era la Guida, Sabrina era la Guarigione, Adriane era la Cura e Redmond era la Malizia. Si suggerisce che tutti avessero una delusione condivisa, vedendo le stesse visioni e credendo la stessa cosa sulla fine del mondo. È anche possibile che fossero stati scelti per fermare l’apocalisse perché avrebbero deciso di fare qualcosa per ciò che vedevano invece di ignorarlo.

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Bussano alla porta ha spiegato che Leonard e la sua squadra avrebbero potuto anche cercare un modo per aiutare il mondo su scala più ampia. Nelle loro professioni, c’era solo così tanto che potevano fare. Redmond probabilmente voleva redimersi dalla violenza che aveva commesso in passato. Sabrina, per fare un altro esempio, era un’infermiera, ma poteva salvare solo una persona alla volta. Salvare il mondo intero in una volta sola, nonostante la paura che provavano, dava loro un po’ di pace.

I Quattro Cavalieri dell’Apocalisse, nelle scritture cristiane, sono diversi da quelli presentati in Bussano alla porta. Ma sono comunque figure che vengono chiamate e a cui viene data autorità. Come la famiglia di Eric e Andrew, gli invasori della casa in nel film avrebbero potuto essere chiunque. Potrebbero esserci stati anche altri che hanno avuto delle visioni, ma Leonard, Sabrina e compagni sono stati gli unici a organizzarsi.

Il vero significato del finale di Bussano alla porta

L’amore reciproco di Eric e Andrew è quindi messo in risalto durante tutto il film, e il finale suggerisce che è il potere dell’amore che salverà il mondo dalla catastrofe. L’amore di Eric e Andrew era abbastanza forte da sopportare un tale sacrificio, e i due hanno trascorso la maggior parte del film di Shyamalan lottando l’uno per l’altra e per la loro figlia. Il loro amore era in netto contrasto con Leonard, Redmond, Sabrina e Adriane, che erano spesso definiti dal loro lavoro o dal loro passato pieno di odio. Forse il mondo aveva bisogno di ricordare la bontà dell’amore, la sua purezza, di fronte alla violenza e alla paura dell’umanità.

Bussano alla porta afferma anche il potere della manipolazione e della coercizione. L’intero film è un gioco di potere. Leonard e la sua banda costringono Eric e Andrew a prendere una decisione sotto pressione; sono in una posizione di potere e influenza per la maggior parte del film di Shyamalan. Il loro modo di gestire le cose mette Eric e Andrew in una situazione precaria in cui si sentiranno in colpa per qualsiasi decisione prendano. Il significato del film può avere sfumature religiose e tratta il dubbio e la messa in discussione di ciò che è reale, ma riguarda soprattutto la manipolazione psicologica ed emotiva e come questa possa influire sul processo decisionale.

Bussano alla porta: la differenza tra il finale del libro e del film

Celebre per i suoi film thriller che sfociano però spesso e volentieri nel fantasy, nell’horror o nella fantascienza,  il regista M. Night Shyamalan ha negli anni realizzato opere di grande valore attraverso cui racchiude le paure degli Stati Uniti ma in generale del mondo intero. Titoli come Signs, The Village o Lady in the Water sono esemplari a riguardo, presentando vicende suggestive e inquietanti che altro non sono se non uno specchio del nostro contemporaneo. I titoli qui riportati, infatti, sono il prodotto delle paure diffusesi all’indomani degli attentati dell’11 settembre. Con il suo ultimo film, Bussano alla porta (qui la recensione), il regista è ora tornato ad affrontare dinamiche simili.

Anche questo suo nuovo lungometraggio, tratto dal romanzo La casa alla fine del mondo di Paul G. Tremblay, presenta come i tre titoli più su citati pressocché un unico ambiente, che separa i tre protagonisti dal mondo esterno. Un mondo spaventoso in cui avvengono cose spaventose e da cui è bene tenersi alla larga. Ma se di questo mondo si fa parte, non vi si può sfuggire per sempre e ci si trova allora costretti a relazionarsi con esso, con le paure che ci suscita. Solo imparando a conoscere l’altro, si può infatti costruire quella rete di relazioni che permettono di superare ogni ostacolo. Bussano alla porta parla di tutto ciò, ad un mondo sopravvissuto ad una pandemia ma in pieno periodo di guerre.

Il film non manca di lasciare alcune domande senza risposta, alle quali è però lo spettatore a dover fornire una propria interpretazione. Shyamalan, come al solito, è un maestro nel coinvolgere attivamente il proprio pubblico e questo film non fa eccezione. Prima di intraprendere una visione del film, però, sarà certamente utile approfondire alcune delle principali curiosità relative ad esso. Proseguendo qui nella lettura sarà infatti possibile ritrovare ulteriori dettagli relativi alla trama e al cast di attori. Infine, si elencheranno anche le principali piattaforme streaming contenenti il film nel proprio catalogo.

Bussano alla porta spiegazione finale

La trama e il cast di Bussano alla porta

Il film ha per protagonisti la piccola Wen e i suoi due papà, Eric e Andrew, i quali decidono di trascorrere qualche giorno in una casa isolata in mezzo ai boschi. La loro tranquillità viene però spezzata dall’arrivo di quattro estranei, che dopo aver bussato alla loro porta si introdurranno con la forza in casa, prendendo in ostaggio i due uomini e la bambina. A loro chiedono di compiere una scelta impensabile per evitare l’Apocalisse: sacrificare uno di loro tre, che dovrà però essere ucciso proprio dagli altri due famigliari. Con un accesso limitato al mondo esterno, la famiglia dovrà allora decidere se credere davvero alle parole dei quattro improvvisatisi Cavalieri dell’Apocalisse, prima che tutto sia perduto.

 

Ad interpretare Eric e Andrew si ritrovano Jonathan Groff, attore visto anche in Mindhunter e Matrix: Resurrections, e Ben Aldridge, visto invece in Fleabag e Spoiler Alert. L’esordiente Kristen Cui dà invece vita alla piccola Wen. L’ex wrestler Dave Bautista interpreta Leonard, il principale dei quattro estranei. Shyamalan ha raccontato di aver pensato all’attore per questo ruolo dopo essere rimasto impressionato dalla sua interpretazione in Blade Runner 2049. Infine, Nikki Amuka-Bird, Abby Quinn e Rupert Grint interpretano rispettivamente Sabrina, Adriane e Redmond, gli altri tre estranei. M. Night Shyamalan può invece essere ritrovato con un cameo in uno spot pubblicitario che appare brevemente in TV.

Le differenze tra il finale del film e del libro

Il finale di Bussano alla porta è piuttosto cupo, ma anche quello di La casa alla fine del mondo, il libro da cui è tratto, lo è. Tuttavia, i due finali sono cupi in modo diverso. Nel libro, infatti, giunti alla conclusione del racconto, né Andrew né Eric muore nessuno dei due ha dovuto fare una scelta. Questo perché è Wen a morire. La morte della giovane è stata accidentale, in quanto c’è stata una lotta per il possesso di una pistola che, quando ha poi sparato, ha colpito la piccola Wen. Questa è la tragedia più grande per i due protagonisti, che falliscono dunque nell’obiettivo di proteggere l’amata figlia.

Questo evento, dunque, porta ad un finale del libro completamente diverso. Essendo morta Wen, né Andrew né Eric ha dunque dovuto compiere una scelta, decidendo piuttosto di lasciare che l’Apocalisse, se davvero deve verificarsi, avvenga. L’importante per loro sarà rimanere insieme. Shyamalan, invece, voleva che alla fine del racconto venisse presa una decisione. Questo è molto importante, perché fa sì che le due storie parlino di cose molto diverse. Mentre il finale di Bussano alla porta riguarda infatti il sacrificio di sé stessi per il bene superiore, il libro parla invece della sopravvivenza del vero amore.

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La scelta di Shyamalan di cambiare il film è dovuta al fatto che egli considera la morte di Wen “un evento dal quale non è possibile riprendersi“. Secondo il regista, il libro aveva costruito un’esperienza stimolante, incredibile ed emozionante per i lettori. Tuttavia, in un attimo, ”fa qualcosa che ha cancellato tutto questo“. Shyamalan ha affermato che se avesse inserito questo elemento nel film, avrebbe sovvertito la premessa incredibile della storia. Ciò andava contro ciò che Tremblay cercava di ottenere con il suo romanzo.

Sia l’autore che il regista hanno affermato che i modi di raccontare una storia sono diversi e che non si può fare in un film ciò che si può fare in un romanzo. Tremblay voleva lasciare le cose aperte all’ambiguità. L’autore del libro ha poi effettivamente affermato di ritenere che il finale di Shyamalan fosse più cupo del suo. Mentre Tremblay non ha costretto Eric o Andrew a fare la scelta definitiva, Shyamalan ha detto che nel suo film doveva succedere. “Ho semplicemente rispettato la premessa. Un giornalista che mi ha intervistato ha detto di aver letto il libro e di averlo poi lanciato dall’altra parte della stanza una volta finito”.

E poi un altro mi ha detto la stessa cosa. Hanno avuto quelle reazioni violente perché non è stata fatta una scelta”. Come anticipato, dunque, questo cambiamento è importante in quanto ha reso le due storie molto diverse tra loro. Mentre il finale di Bussano alla porta nel film riguarda il sacrificio di sé per il bene superiore, il libro parla invece della sopravvivenza del vero amore. Uno dei “problemi” del film è infatti l’aver preso una coppia LGBTQ+ e rendera protagonista della storia solo per poi costringerla a porre fine alla propria relazione. Non è questa la storia che Paul Tremblay raccontava nel romanzo.

Il tema centrale era l’amore che vince su tutto, e Andrew ed Eric continuano a vivere, anche se con il cuore spezzato per la morte di Wen. Nel libro è quindi poi Leonard che si sacrifica, credendo che sia l’ultima opzione quando Andrew ed Eric non riescono a prendere una decisione. Tremblay riteneva che la morte di Eric avrebbe distrutto la coppia di innamorati, rendendo il finale del romanzo più cupo. Ha scelto l’amore, anche se questo significava che i lettori non avrebbero saputo se avesse fermato l’apocalisse.

Il trailer di Bussano alla porta e dove vedere il film in streaming e in TV

È possibile fruire di Seven grazie alla sua presenza su alcune delle più popolari piattaforme streaming presenti oggi in rete. Questo è infatti disponibile nei cataloghi di Apple iTunes, Prime Video e Now. Per vederlo, una volta scelta la piattaforma di riferimento, basterà noleggiare il singolo film o sottoscrivere un abbonamento generale. Si avrà così modo di guardarlo in totale comodità e al meglio della qualità video. Il film è inoltre disponibile in prima TV lunedì 30 ottobre alle 21.15 su Sky Cinema Uno.

Fonte: IMDb

Bussano alla porta: il poster del nuovo film di M. Night Shyamalan

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È stato diffuso il primo poster di Bussano alla Porta  (Knock At The Cabin), il nuovo film di M. Night Shyamalan che arriverà nelle sale italiane il prossimo 2 febbraio 2023, distribuito da Universal. Eccolo:

Mentre sono in vacanza in una baita isolata, una bambina e i suoi genitori vengono presi in ostaggio da quattro sconosciuti armati che chiedono alla famiglia di compiere una scelta impensabile per evitare l’apocalisse. Con un accesso limitato al mondo esterno, la famiglia deve decidere in cosa credere prima che tutto sia perduto.

Prodotto dal visionario regista M. Night Shyamalan, Bussano alla Portaè interpretato da Dave Bautista (Dune, Guardiani della Galassia), dal candidato al Tony Award e all’Emmy Jonathan Groff (Hamilton, Mindhunter), da Ben Aldridge (Pennyworth, Fleabag), dalla candidata al BAFTA Nikki Amuka-Bird (Persuasione, Old), dall’attrice esordiente Kristen Cui, da Abby Quinn (Piccole donne, Landline) e da Rupert Grint (Servant, la saga di Harry Potter).

Universal Pictures presenta una produzione Blinding Edge Pictures, in associazione con FilmNation Features e Wishmore Entertainment, Bussano alla Porta  (Knock At The Cabin) un film di M. Night Shyamalan. La sceneggiatura è di M. Night Shyamalan e Steve Desmond & Michael Sherman, basata sul bestseller nazionale “The Cabin at the End of the World” di Paul Tremblay. Il film è diretto da M. Night Shyamalan e prodotto da M. Night Shyamalan, Marc Bienstock (Split, Glass) e Ashwin Rajan (Servant, Glass). I produttori esecutivi sono Steven Schneider, Christos V. Konstantakopoulos e Ashley Fox.

Bussano alla porta: 8 domande senza risposta nel film di M. Night Shyamalan

Come molti film di M. Night Shyamalan, Bussano alla porta è un thriller pieno di colpi di scena avvincenti, che lascia agli spettatori molto su cui ragionare una volta finito. La pellicola ci presenta una parabola straziante che esamina i temi della moralità e della fede, oltre ai lati più oscuri dell’umanità: ecco le 8 domande rimaste senza risposta in Bussano alla porta, che cercheremo di analizzare in questo articolo.

Perché alcune fasi apocalittiche sono avvenute in anticipo?

Bussano-alla-porta-m-night-shyamalanAvvocato e scettico, Andrew non crede a tutto ciò che gli dicono i Quattro Cavalieri, soprattutto quando si accorge che alcuni eventi apocalittici si sono verificati prima ancora che i quattro sconosciuti arrivassero alla baita. Leonard usa la televisione della baita per convincere la famiglia a fare la sua scelta prima che il giudizio apocalittico si abbatta sui protagonisti di Bussano alla porta, ma il terremoto che cerca di attribuire alla morte di Redmond è in realtà avvenuto quattro ore prima del notiziario.

Non c’è una risposta pronta, se non che, indipendentemente dal momento in cui si sono verificati gli eventi apocalittici, essi erano comunque presenti nelle visioni dei visitatori, forse in ordine sparso. Tutto ciò che i Quattro Cavalieri sanno è che, finché uno di loro sarà ancora in piedi, chiederanno alla famiglia di fare la loro scelta. È chiaro che si tratta di una scelta narrativa, indispensabile per far sembrare l’intera invasione qualcosa di diverso da ciò che è: un crimine d’odio, una rapina o qualcos’altro.

Perché Redmond ha usato un nome falso?

Il sospetto di Andrew raggiunge nuove vette quando riconosce in uno dei Quattro Cavalieri O’Bannon, l’uomo che anni prima lo aveva aggredito in un bar e che ora usa l’identità di Redmond. Il motivo per cui Redmond usa un nome falso è aperto all’interpretazione in Bussano alla porta, e se non altro fa un buon lavoro nel mettere in dubbio i visitatori e le loro motivazioni. Redmond è il più irascibile dei quattro e si preoccupa persino con Leonard, il leader de facto, del loro scopo, il che fa credere ad Andrew che la sua presenza sia ancora motivata dall’odio per le relazioni tra persone dello stesso sesso.

È possibile che Redmond non volesse che gli altri membri della sua coorte sapessero del suo passato criminale perché avrebbero dubitato della legittimità delle sue visioni. È anche possibile che sapesse che Andrew era l’uomo che aveva aggredito, ma che non volesse fargli sapere che era lui, soprattutto perché ha cambiato in qualche modo il suo aspetto. Infine, è anche possibile che questo significhi un cambiamento in Redmond, una trasmigrazione in qualcuno con una vocazione più alta del commettere crimini d’odio.

Il passato di Redmond e Andrew era davvero una coincidenza?

Tra tutti i colpi di scena di Bussano alla porta, quello che riguarda l’identità di Redmond sembra il più significativo, in quanto indica che il suo passato con Andrew è più di una semplice coincidenza. Un uomo che ha commesso un crimine d’odio sta mettendo il suo destino e quello del mondo nelle mani di qualcuno che conosce le sue capacità e i pregiudizi della sua prospettiva. Forse non è la vendetta a motivare Redmond, ma l’espiazione.

Poiché Bussano alla porta si concentra sul modo in cui gli esseri umani interagiscono tra loro, il giudizio finale è quello di mettere un individuo moralmente ambiguo alla mercé di una persona a cui ha fatto un torto. Redmond ha plasmato la visione ostile del mondo di Andrew, che dichiara persino che “guarderebbe il mondo bruciare mille volte” prima di sacrificare un membro della famiglia. Le azioni di Redmond sono responsabili di aver reso Andrew così com’è: diffidente, cinico e capace di compassione solo per la sua famiglia.

Perché alcuni dei cavalieri non dubitano della loro missione?

Bussano alla Porta recensioneNessuno dei personaggi di Bussano alla porta ha scelte facili, quindi è sorprendente che nessun membro dei Quattro Cavalieri dubiti della propria missione. Tutti hanno avuto le stesse strazianti visioni di fasi apocalittiche, ma c’è la possibilità che nulla di tutto ciò sia reale. L’unica prova che li convincerà è la stessa che convincerà Andrew, Eric e Wen: le inondazioni, le piaghe e la morte che si verificano solo dopo la morte di ciascuno di loro.

All’inizio di Bussano alla porta ci sono alcuni momenti in cui Redmond discute con Leonard sulla loro missione, ma vengono rapidamente messi da parte. Per rendere il film ancora più intenso, sarebbe stato utile che gli altri membri del gruppo bisticciassero un po’ di più, rivelandosi a volte scettici quanto Andrew. In questo modo, il finale del film avrebbe avuto un messaggio ancora più forte di fiducia e fede.

Perché Andrew ha lasciato la pistola nel bagagliaio?

Il finale di Bussano alla porta sembra avvicinarsi quando Andrew riesce a liberarsi e a raggiungere il furgone, dove tiene un’arma da fuoco nel bagagliaio. È strano che una persona paranoica come Andrew non abbia portato la pistola in casa piuttosto che lasciarla accessibile a chiunque all’esterno. Anche dopo aver sparato a Sabrina, sembra impreparato agli eventi strazianti che precedono la conclusione del film.

Nonostante il suo allenamento da pugile e il tempo trascorso al poligono, è chiaro che Andrew non è ancora al 100% a suo agio con le armi. Fatica ad aprire la sua cassaforte, anche se si tratta di una delle versioni più semplici disponibili, con poca sicurezza, e appare molto scosso dopo aver sparato. È possibile che la pistola sia rimasta nel bagagliaio perché Andrew non era pronto a diventare il tipo di persona che la porta con sé ovunque vada.

Chi ha visto Eric nello specchio?

Eric vede una figura nello specchio a un certo punto di Bussano alla porta, che rappresenta una svolta spirituale per il suo personaggio. Tra i due, Eric è il più aperto e comprensivo, mentre Andrew è il più ostile. Eric proviene da una famiglia che lo accetta per quello che è, mentre Andrew deve affrontare il bigottismo della madre e del padre. La prospettiva di Eric lo aiuta a vedere il meglio nelle persone, mentre Andrew vede solo il peggio.

È possibile che Eric abbia visto un potere superiore nello specchio, che lo ha guidato verso la sua scelta e lo ha lodato per il suo altruismo. In seguito, quando Eric inizia ad avere visioni del futuro, non si tratta degli stessi incubi apocalittici dei Quattro Cavalieri, ma piuttosto della bella vita condivisa da Andrew e da una Wen adulto. Forse chi era nello specchio gli ha mostrato che questo era un futuro che poteva essere preservato con la sua morte.

Perché Andrew non ha sparato a Leonard quando ne aveva la possibilità?

Bussano-alla-porta-filmIl miglior colpo di scena di Bussano alla porta coinvolge Bautista, le cui dimensioni imponenti aggiungono minaccia ma non necessariamente cattiveria al personaggio di Leonard. Ad esempio, c’è un momento in cui Andrew ha l’opportunità di sparare a Leonard, l’ultimo dei Quattro Cavalieri ancora in piedi, ma esita e lo chiude in bagno. Sembra strano che Andrew non colga quel momento per ferire gravemente il suo rapitore e tirare fuori la sua famiglia dalla situazione, ma è chiaro che è combattuto.

Leonard può essere grande e intimidatorio, ma è anche gentile ed è chiaro che non vuole fare del male a nessuno. Andrew può essere cinico e arrabbiato, ma anche lui non vuole fare del male a nessuno. Quindi, quando ha sparato a Sabrina per legittima difesa, non è diventato improvvisamente un assassino. Ma, d’altra parte, poter guardare qualcuno negli occhi e giustiziarlo, come avrebbe dovuto fare con Leonard, non era qualcosa a cui Andrew era preparato.

Come faceva Wen a sapere che Eric si sarebbe sacrificato?

Wen in Bussano alla portaIl grande sacrificio di Bussano alla porta funziona perché Eric rappresenta gli aspetti migliori dell’umanità ed è la persona perfetta per salvarla. Ma come faceva Wen a sapere che era morto mentre si è isolata e indossava le cuffie per attutire gli spari? Quando Andrew va a cercarla nella sua casa sull’albero, lei gli chiede se Eric ha salvato il mondo, sottintendendo che sapeva che Eric avrebbe lasciato che Andrew gli sparasse per fermare l’apocalisse.

Wen è una bambina molto matura e perspicace, quindi è possibile che abbia semplicemente visto il cambiamento di Eric durante l’invasione e che sapesse che sarebbe stato lui a fare quella scelta. Naturalmente, è anche possibile che abbia avuto una sorta di visione mentre si trovava nella sua casa sull’albero. Ma, più probabilmente, si è resa conto, quando Andrew è stato l’unico a venire a prenderla, che Eric era morto da eroe e l’incubo era finalmente finito.

Bussano alla porta arriva su SKY e NOW

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Bussano alla porta arriva su SKY e NOW

Night Shyamalan firma l’horror-thriller Bussano alla porta, in prima tv lunedì 30 ottobre alle 21.15 su Sky Cinema Uno (e alle 21.45 anche su Sky Cinema Halloween), in streaming su NOW e disponibile on demand. Su Sky il film sarà disponibile on demand anche in 4K.

Tratto dal bestseller americano The Cabin at the End of the World (La casa alla fine del mondo) di Paul Tremblay, il film Bussano alla porta è interpretato da Dave Bautista, il vincitore del Tony Award e candidato all’Emmy Jonathan Groff, Ben Aldridge, la candidata al BAFTA Nikki Amuka-Bird, l’esordiente Kristen Cui, Abby Quinn e Rupert Grint. La sceneggiatura è di M. Night Shyamalan e Steve Desmond & Michael Sherman.

La trama di Bussano alla porta

Mentre sono in vacanza in uno chalet isolato, una bambina e i suoi genitori vengono presi in ostaggio da quattro sconosciuti armati che chiedono alla famiglia di fare una scelta impossibile per evitare l’apocalisse. Con un accesso limitato al mondo esterno, la famiglia deve decidere in cosa crede prima che tutto sia perduto.

La pellicola fa parte anche della programmazione del canale SKY CINEMA HALLOWEEN (canale 303) che, per celebrare la festa più spaventosa dell’anno, si accenderà dal 21 al 31 ottobre su Sky e NOW, con oltre 70 titoli “da paura” che spaziano nei generi: avventure a tinte dark, titoli per tutta la famiglia e horror. Tra i titoli proposti anche le prime tv DAMPYR e HALLOWEEN ENDS.

Bushwick: la trama e il cast del film con Dave Bautista

Bushwick: la trama e il cast del film con Dave Bautista

La sempre più lunga e apprezzabile carriera cinematografica dell’ex wrestler Dave Bautista presenta anche alcuni titoli da protagonista assoluto. Uno di questi è l’action thriller Bushwick, diretto nel 2017 da Jonathan Milott e Cary Murnion. Al centro di questo vi è un ex militare e una giovane studentessa, insolita coppia che si trova a dover unire le proprie forze nel momento in cui la loro città viene invasa da una misteriosa forza militare. Ricco di scene d’azioni dal grande impatto, colpi di scena e risvolti imprevisti, il film si rivela essere un accattivante esempio del suo genere di riferimento, capace di soddisfare gli amanti di questo.

Come suggerisce il titolo, il film è ambientato nel Bushwick, un quartiere operaio situato nella parte settentrionale di Brooklyn, a New York. Ricco di culture e tradizioni diverse, questi è uno dei luoghi più caratteristici della città, prestandosi particolarmente bene ad essere ambientazione cinematografica. Proprio l’utilizzo di tale quartiere ha permesso al film di acquisire un certo sottotesto sociopolitico, avente per protagonisti personaggi ai margini. Distribuito prevalentemente per il mercato home video, Bushwick non ha goduto di grande popolarità, meritando però di essere riscoperto.

Di buon intrattenimento, e con idee narrative non scontate, si tratta infatti di un film capace di regalare buon intrattenimento e adrenalina a quanti vi dedicano attenzione. Prima di intraprendere una visione di tale titolo, però, sarà certamente utile approfondire alcune delle principali curiosità relative a questo. Proseguendo qui nella lettura sarà infatti possibile ritrovare ulteriori dettagli relativi alla trama e al cast di attori. Infine, si elencheranno anche le principali piattaforme streaming contenenti il film nel proprio catalogo.

Bushwick: la trama del film

La vicenda del film si apre in un contesto dove lo stato del Texas richiede a gran voce l’indipendenza dagli Stati Uniti, dichiarando una vera e propria guerra. In quello che sembrava esser un giorno come un altro, la città di New York viene dunque invasa da un gran numero di militari vestiti di nero, i quali si dimostrano pronti ad uccidere a sangue freddo chiunque si ponga sul loro cammino. Tra questi vi sono Lucy e Jose, giovane coppia di fidanzati. Nel momento in cui lui rimane vittima dell’attacco, la ragazza in preda al panico corre a rifugiarsi in un seminterrato.

Qui farà la conoscenza di Stupe, un muscoloso e ostile ex marine. Questi si ritrova suo malgrado ad accettare di aiutare la ragazza, scortandola attraverso il quartiere Bushwick fino ad una zona considerata sicura. Per arrivarci, però, dovranno attraversare un vero e proprio campo di battaglia, con pericoli ad ogni angolo. Sono 5 gli isolati che li separano dalla salvezza, resi ancor più ostili dalla presenza dei militari e di criminali di ogni tipo. Per Stupe, questa sarà decisamente l’occasione per rispolverare il suo mai realmente sopito spirito di guerra.

Bushwick cast

Bushwick: il cast del film

Per un film ricco di cotanta azione, era necessario che nei ruoli principali vi fossero attori non nuovi a questa. Per il personaggio di Stupe è stato così scelto l’attore Dave Bautista. Questi si era già distinto negli anni precedenti per il suo saper padroneggiare il genere, fornendo anche convincenti prove attoriali. Per la parte, Bautista si è sottoposto ad un lungo allenamento, con il quale ha ulteriormente rafforzato la propria forma fisica. Così facendo, ha avuto modo di prendere personalmente parte a molte delle più spericolate acrobazie richieste dal copione.

Ad interpretare la giovane Lucy vi è invece l’attrice Brittany Snow, celebre per aver dato vita al personaggio di Chloe Beale nella trilogia Pitch Perfect. Per Lucy, tuttavia, era originariamente stata scelta l’attrice Jane Levy, vista in La casa e Man in the dark. A causa di altri impegni, questa dovette però farsi sostituire dalla Snow. Il personaggio di Jose, fidanzato di Lucy, è invece interpretato da Arturo Castro, attore noto per aver dato vita a David Rodriguez nella serie Narcos. Sono inoltre presenti gli attori Jeff Lima nei panni di Gregory, e Christian Navarro in quelli di Eduardo. Quest’ultimo è in particolare ricordato per aver interpretato Tony Padilla nella serie Netflix Tredici.

Bushwick: il trailer e dove vedere il film in streaming e in TV

È possibile fruire di Bushwick grazie alla sua presenza su alcune delle più popolari piattaforme streaming presenti oggi in rete. Questo è infatti disponibile nei cataloghi di Chili Cinema, Google Play, Apple iTunes, Netflix e Amazon Prime Video. Per vederlo, una volta scelta la piattaforma di riferimento, basterà noleggiare il singolo film o sottoscrivere un abbonamento generale. Si avrà così modo di guardarlo in totale comodità e al meglio della qualità video. Il film è inoltre presente nel palinsesto televisivo di mercoledì 28 novembre alle ore 21:20 sul canale Cielo.

Fonte: IMDb

Bus 657 – Heist: trama, cast e curiosità sul film con Robert De Niro

Una particolare tipologia di thriller d’azione sono quelli che confinano i propri personaggi all’interno di un ambiente chiuso, accentuando dunque il senso di claustrofobia e il senso di minaccia incombente. Quando poi l’ambiente in questione è un mezzo di trasporto che si muove a tutta velocità, ecco che il tempo per risolvere la situazione sembra scorrere ancor più rapidamente e risolvere il conflitto in corso diventa una vera e propria lotta per la sopravvivenza. Titoli come Speed, Source Code, A 30 secondi dalla fine o Non-Stop sono solo alcuni brillanti esempi di questo filone. Accanto ad essi si può citare anche Bus 657 – Heist.

Questo è stato diretto nel 2015 da Scott Mann – regista anche di film d’azione quali Final Score e Fall – a partire da una sceneggiatura scritta da Max Adams e Stephen Cyrus Sepher, e basata su un racconto di quest’ultimo. Passato in sordina nonostante un cast composto da diversi noti attori, tra i quali spicca anche il premio Oscar Robert De Niro, il film è un ottimo esempio di film d’azione ambientati grossomodo all’interno di un unico stretto ambiente. Una scelta narrativa che ha comportato non poche difficoltà, specialmente considerando che Bus 657 – Heist è un film a basso budget.

Proprio per via delle sue risorse limitate, il regista e il suo team si sono dovuti ad affidare ad effetti che richiamano una certa artigianalità, realizzando dunque un film particolarmente affascinante in quanto caratterizzato da quell’inventiva ormai sempre più in disuso. Prima di intraprendere una visione del film, però, sarà certamente utile approfondire alcune delle principali curiosità relative ad esso. Proseguendo qui nella lettura sarà infatti possibile ritrovare ulteriori dettagli relativi alla trama e al cast di attori. Infine, si elencheranno anche le principali piattaforme streaming contenenti il film nel proprio catalogo.

Bus 657 - Heist Robert De Niro

La trama di Bus 657 – Heist

Protagonista del film è Luke Vaughn, dipendente di lunga data del casinò Swan, che si ritrova ora in difficoltà economiche e senza i soldi per sostenere le cure mediche per sua figlia, malata di cancro. Quando Luke prova a chiedere aiuto al suo ricco e corrotto capo Francis Silva alias il Papa, non solo non otterrà alcun prestito ma si ritroverà anche senza lavoro. Così Luke, per racimolare denaro il prima possibile e salvare sua figlia, sarà costretto a partecipare, insieme ad uno dei suoi colleghi Cox e altri due amici, al furto di un’ingente somma di denaro nello stesso casinò di Francis Silva.

Il denaro che Luke si appresta a rubare dalla cassaforte del casinò non potrà infatti essere reclamato, perché si tratta di denaro sporco da riciclare. La banda riesce a portar fuori dal casinò il bottino, ma durante la fuga le cose si complicano e con gli uomini di Francis con il fiato sul collo, Luke e gli altri si trovano costretti a sequestrare il bus 657 e a prendere in ostaggio i passeggeri a bordo, tra i quali lo stesso conducente e una donna incinta. Luke e i suoi amici si troveranno così ad essere inseguiti lungo le strade d’America in una corsa contro il tempo piena di colpi di scena.

Il cast di Bus 657 – Heist

Ad interpretare Luke Vaughn vi è l’attore Jeffrey Dean Morgan, noto per ruoli come Il Comico nel film Watchmen, Neegan nella serie The Walking Dead e Denny Duquette in Grey’s Anatomy. Accanto a lui, nel ruolo dell’antagonista Francis “Il Papa” Silva vi è invece il due volte premio Oscar Robert De NiroDave Bautista, invece, è Cox, compare di Luke nel furto. L’attrice ed ex lottatrice di arti marziali miste, Gina Carano, interpreta invece il ruolo dell’agente Kris Bajos, che si mette sulle tracce dei rapinatori. Morris Chestnut interrpeta Derrick ‘The Dog’ Prince, socio e successore di Silva, mentre Kate Bosworth è Sydney Silva, figlia di Francis. L’attore D. B. Sweeney è invece Bernie, autista del bus.

Bus 657 - Heist trama

Bus 657 – Heist, come è stato girato il film?

Per quanto riguarda la realizzazione del film, il regista Scott Mann ha parlato di come le tecniche di ripresa siano state influenzate da Speed (1994) e di come il ritmo delle riprese sia stato diverso da quello di un film realizzato in studio a grande budget: “Si dà il caso che io e il mio direttore della fotografia abbiamo rintracciato del materiale “dietro le quinte” di Speed e abbiamo persino parlato con alcuni dei produttori originali di come l’hanno realizzato, più di 20 anni fa! Non abbiamo potuto emulare tutti i loro metodi e trucchi. Per esempio, avevano cinque autobus, tutti allestiti in modo diverso e alcuni tagliati a metà per ottenere un accesso diverso per le telecamere. Noi abbiamo girato su un vero autobus che percorreva una vera autostrada perché non avevamo lo stesso budget con cui lavorare“.

Tuttavia, i ragazzi di Speed ci hanno dato alcune idee interessanti, in particolare per quanto riguarda l’obiettivo e l’inquadratura, e abbiamo cercato di utilizzare lo spazio dell’autobus come un mini teatro, il che è stato interessante e ha funzionato bene per contenere gran parte dell’azione. La polizia che si vede nel film è la vera polizia di Mobile, in Alabama, che ci ha fornito un posto di blocco mobile, così abbiamo guidato su e giù per l’autostrada per giorni interi. Si è svolto tutto molto rapidamente, tanto che ricordo che Dave Bautista, che dopo questo film ha girato Spectre (2015), si disse sconvolto dalla lentezza con cui vengono realizzati alcuni film ad alto budget. Noi giravamo 8-10 pagine di sceneggiatura al giorno“, ha raccontato Mann.

Il trailer di Bus 657 – Heist e dove vedere il film in streaming e in TV

È possibile fruire di Bus 657 – Heist grazie alla sua presenza su alcune delle più popolari piattaforme streaming presenti oggi in rete. Questo è infatti disponibile nei cataloghi di Rakuten TV, Google Play, Apple TV, Infinity+ e Prime Video. Per vederlo, una volta scelta la piattaforma di riferimento, basterà noleggiare il singolo film o sottoscrivere un abbonamento generale. Si avrà così modo di guardarlo in totale comodità e al meglio della qualità video. Il film è inoltre presente nel palinsesto televisivo di mercoledì 7 febbraio alle ore 21:20 sul canale Italia 1.

Burying the Ex: recensione del film di Joe Dante #Venezia71

Burying the Ex: recensione del film di Joe Dante #Venezia71

Joe Dante, il creatore dei Gremlins e di tante altre creature macabre e fantastiche, confeziona Burying the Ex, una commedia nera deliziosa sul tema dell’amore e della convivenza, che analizza in salsa gore (ma moderata) cosa si è disposti a fare e a sopportare all’interno di un rapporto a due e quanto sarebbe meglio, a volte, essere sinceri e avere il coraggio di troncare una relazione, piuttosto che arrivare alle estreme conseguenze.

In Burying the Ex Max è un fan sfegatato di vecchi film dell’orrore che lavora in un negozio di oggetti macabri e memorabilia dedicati al cinema di genere. Anche se non troppo convinto, decide di andare a vivere con Evelyn, una ragazza paranoica, dispotica, fissata con l’alimentazione sana e la raccolta differenziata. Max vorrebbe uscire da questa situazione e trovare il modo di troncare la storia, ma Evelyn viene travolta da un autobus e muore. Dopo qualche tempo incontra però Olivia, una ragazza che ha le sue stesse passioni e che stravede per lui. In breve tempo l’amore tra i due esplode e la vita di Max sembra prendere la giusta direzione, se non fosse per Evelyn, risorta dalla tomba e determinata a riprendersi il suo fidanzato, che vorrebbe uccidere per vivere con lui nell’eternità.

Burying the Ex, odissea di morti viventi

Il film è scanzonato, vivace, con una narrazione fresca che non subisce mai momenti di arresto, questo grazie anche ai bravi protagonisti: Anton Yelchin nella parte di Max, Ashley Greene in quella di Evelyn, Alexandra Daddario nel ruolo di Olivia e Oliver Cooper che interpreta il nerd di turno, personaggio che non può mai mancare in ogni commedia americana che si rispetti.

Joe Dante da segno ancora una volta di grande talento, mestiere, e anche innovazione (a differenza di quanto accade oggi per tanti maestri del cinema horror e di genere) inserendosi nel nuovo filone della zombie-commedy, inauguratosi in realtà negli anni cinquanta con Zombie to Broadway e resuscitato recentemente con pellicole come Shaun of the Dead e Zombieland. Da cinefilo fervente, Dante riempie il suo film di una miriade di citazioni, alcune eclatanti e altre più sottili, recepibili solamente da iniziati di alto lignaggio. Memorabile è il nome di una ditta di trasporti che fa una rapida comparsata nel film: “Traslochi Romero e figli”.

Burying the Ex è una commedia macabra spassosa, con momenti horror e con tanti spunti di riflessione, sapientemente celati da una confezione da B-movie per essere digerita anche dai palati meno raffinati.

Burying The Ex: prima clip del film con Ashley Greene

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Burying the Ex

La horror comedy di Joe Dante,  Burying The Ex, reduce dalla sua anteprima fuori concorso al Festival del Cinema di Venezia, è pronta per svelarsi al mondo con una clip che darà al pubblico una piccola anteprima di quello che gli aspetta.

Burying The Ex parla di Max, un ragazzo che decide di andare a vivere con Evelyn, la sua bellissima ragazza. La loro relazione però diventa complicata quando Evelyn si rivela un incubo, maniaca del controllo e manipolativa. Max vuole troncare al più presto la storia, ma ha paura di dirlo a lei. Il caso gli viene in soccorso quando Evelyn è coinvolta in un incidente e muore. Max incontra dopo non molto tempo Olivia, una ragazza carina che potrebbe essere la sua anima gemella. Scopre presto che Evelyn è risorta dalla tomba e determinata a riprendersi il suo fidanzato, che potrebbe a sua volta diventare uno zombie.

Ricordiamo che nel cast di  Burying The Ex troviamo Anton Yelchin, Ashley Greene e Alexandra Daddario.

E ora gustiamoci la clip, buona visione:

Fonte: empireonline

Burtonesque: il movimento dei ragazzi speciali di mister Tim Burton

L’ultimo film di Tim Burton, Miss Peregrine la Casa dei Ragazzi Speciali, ci porta dentro un modno di citazioni e riferimenti che appartengono al mondo del regista culto ma che hanno radici molto più profonde…

Spesso, la mancanza di cultura e di riferimenti  espressivi può portare alla creazione di luoghi comuni, ma a volte, tali semplificazioni, divengono così insistenti e reiterate da determinare delle vere e proprie mode e in rari casi addirittura delle correnti artistiche. È il caso di Tim Burton, che con il suo originale mondo strampalato, basato sulla diversità e sulla difficoltà di integrarsi in una società normale, ha dato il via a una schiera di imitatori, alcuni inconsapevoli, altri sinceri, altri ancora subdolamente plagiatori, che sotto la bandiera di capoccioni spropositati, magliettine a righe e spirali, ha alimentato l’immaginario popolare, arrivando a forgiare un vero e proprio fenomeno culturale: il Burtonismo, o Burtonesque, per dirlo alla francese.

Tim Burton e i pupazzi di Enoch

Tim Burton

E non si tratta di un fenomeno strettamente legato al cinema, ma che tocca un insieme correlato di diverse forme di espressione, come illustrazione, musica, letteratura, fotografia, ecc. Così, chiunque da più di un ventennio si ritrova a fare film, a illustrare libri, o semplicemente a scarabocchiare attorno a tematiche malinconiche, macabre, gotiche, facendo della sproporzione fisica e dell’incomunicabilità legata alla diversità  un marchio di fabbrica, si ritrova inesorabilmente etichettato come burtoniano.  E molto spesso, per ingenuità collettiva, vengono tacciati come tali quegli stessi riferimenti che il buon Tim Burton dissemina nelle sue opere, che invece il più delle volte sono cronologicamente antecedenti.

Quante volte è capitato di sentir dire che Edward Gorey è burtonianio? Tantissime, infinite. Anche se il macabro e originale illustratore americano sia nato nel 1925 e che tutta la sua opera sia diventata uno dei fondamenti dell’ispirazione di Tim Burton.the-gashlycrumb-tinies

A dire il vero esiste un vero e proprio movimento artistico denominato Pop Surrealism, evoluzione di una corrente chiamata Low Brown nata a los Angeles negli anni 70, nel quale Burton viene spesso collocato, anche se lui non ha mai ufficialmente dichiarato di aderire o di sentirsi rappresentato dalle istanze espressive di chi ne fa orgogliosamente parte, come Mark Ryden (in mostra ora a Malaga), Marion Peck, Ray Caesar, Elizabeth McGrath, Joe Sorren.

Mark Ryden
Mark Ryden

E il Pop Surrealism, già dal nome, richiama due elementi fondamentali della poetica burtoniana, ovvero il Surrealismo, l’ avanguardia artistica del novecento, che insieme all’Espressionismo tedesco è stato fin dalla giovinezza fonte di ispirazione per Burton e il suffisso Pop, inteso come popolarizzazione di una forma espressiva artistica regalata a tutti, utilizzando dispositivi visivi e comunicativi facilmente comprensibili, senza il bisogno di possedere una cultura o una formazione specifica.

Nel film Miss Peregrine – La casa dei ragazzi speciali, sono disseminati tantissimi riferimenti ad autori e artisti che hanno influenzato Tim Burton, alcuni volutamente dichiarati e già omaggiati in vario modo come in altre pellicole, altri invece utilizzati disinvoltamente, senza curarsi del fatto che sono destinati ad essere riconosciuti solamente da un pubblico di nicchia o di addetti ai lavori.  Si va dai pionieri della fotografia che immortalavano fenomeni da freak-show, ai finti fotomontaggi con spettri dell’epoca vittoriana, direttamente richiamati dalla collezione di vecchie foto che il protagonista riceve in regalo dal nonno, fino ad arrivare alle sconvolgenti composizioni di Joel Peter Witkin, richiamato in maniera assai velata in alcuni momenti molto cupi del film.

Tutti avranno sicuramente colto e apprezzato il doveroso omaggio che viene fatto nei confronti del maestro assoluto della stop-motion americana Ray Harryhausen, che era gia stato chiamato in causa in passato; il pianoforte suonato ne La Sposa Cadavere era infatti di marca Harryhausen. Qui un’ armata di scheletri viventi e impavidi richiamano inequivocabilmente le gesta dei loro antenati ossuti che combattevano contro Giasone nel film Gli Argonauti del 1963.

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Ma non tutti quelli che sono rimasti morbosamente affascinati dalle peculiarità del cupo Enoch, un ragazzo in grado di infondere la vita a cose morte, avranno riconosciuto i riferimenti diretti ad altri due pilastri fondamentali dell’animazione a passo uno, ovvero Jan Svankmajer e i fratelli Quay, il primo, animatore ceco e costruttore di burattini fatti con crani,  ossa e pezzi di animali impagliati e i secondi, americani ma ormai europei per scelta, utilizzatori seriali di vecchie bambole di porcellana e di fantocci scricchiolanti. E se fino a un certo momento tale richiamo poteva sembrare casuale o legato a una fugace suggestione visiva del nostro Tim, nel momento in cui due creature si animano è la partitura musicale che non lascia più dubbi, poiché le note echeggiano ammiccando la partitura composta da Lech Jankowski per il meraviglioso cortometraggio dei Quay Street of Crocodiles del 1986. Mossa sicuramente rispettosa e devota da parte di Burton, che in questo modo ammette e dichiara tale filiazione visiva, ma decifrabile solo da chi ha avuto la fortuna di imbattersi in capolavori purtroppo estromessi dai normali circuiti cinematografici.

Ma la poetica e lo stile di un autore sono fatti anche di simili sottigliezze, diventando quasi un gioco andare a ricercarle tra i fotogrammi. E poi basta sapere che è stato proprio grazie a Tim Burton che l’animazione stop-motion è uscita finalmente allo scoperto, rianimandosi dal mortifico torpore nel quale l’industria cinematografica l’aveva relegata.

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La stanza di Enoch in Miss Peregrine – La Casa dei Ragazzi speciali

Quello che più fa riflettere sull’ultimo film di Tim Burton è l’allontanamento dello stesso autore da quello stile che lui stesso ha creato all’inizio della propria carriera e che si è evoluto negli anni insieme a lui, determinando mode, influenzando altri autori e arrivando a confluire in una vera e propria corrente espressiva. Cosa voluta, o inconsapevole?

Sia ben chiaro, Miss Peregrine – La Casa dei Ragazzi Speciali è un film assolutamente riuscito (qui la recensione), che rende perfettamente giustizia al fortunato romanzo di Ransom Riggs, anche se strutturalmente modificato per assumere una struttura filmica auto-concludente e che non desse il via all’ennesima saga cinematografica young-adult. Ma è anche vero che la caratteristica principale dello stile di Burton consiste nella creazione di un mondo stralunato e nella descrizione puntuale e originale dei personaggi che lo popolano, non è certo sottolineato da una calligrafia registica perfettamente riconoscibile, come quella di un Wes Anderson o un Terry Gilliam ( per capirci e mantenerci su un versante commerciale, senza chiamare in causa misconosciuti autori), quindi non bastano svariati stilemi disseminati tra le immagini, come gli alberi a forma di animale per esempio, a far diventare a colpo d’occhio Burton il vero Burton.

Miss Peregrine la Casa dei ragazzi specialiTim Burton

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Manca inoltre un elemento essenziale per la riconoscibilità di stile, ovvero il connubio indissolubile con un compositore che crei un unico elemento comunicativo fatto di immagine e musica, quel fortunato caso in cui l’uno rafforza l’altro e viceversa, rendendolo perfettamente identificabile dopo una manciata di fotogrammi. In poche parole manca da troppi film quel Danny Elfman che tanto aveva dato al cinema di Tim Burton, da Pee-wee’s Big Adventure e Beetlejuice – Spiritello porcello passando per Tim Burton’s Nightmare Before Christmas e La Sposa Cadavere fino a Big Eye uno dei film meno burtoniani del buon Tim, insieme a Il Pianeta delle Scimmie. D’altronde la stessa sorte è toccata a molte coppie sullo schermo, come  Peter Greenaway e Michael Nyman o Jean Pierre Jeunet e Yann Tiersen

Non si può dire se questo allontanamento dal Burtonesque sia un bene o un male per Tim Burton, perché rappresenta sicuramente una fase matura e ben riuscita di una forma cinematografica complessa, che apre nuove forme di sperimentazione e allontana l’autore dal pericolo dell’auto-manierismo, cosa successa a molti suoi colleghi. Ma viene anche naturale riflettere sulle derive del grande cinema, sempre più blindato nei confronti dell’autore e impegnato a sfornare strutture e modelli già visti, al limite del prevedibile, a differenza di altre forme di espressione dove un movimento artistico come il Pop Surrealism dimostra che è possibile cercare e trovare una sana e funzionale forma di compromesso.

Se Tim Burton si affacciasse oggi timidamente nel mondo della produzione cinematografica, gli sarebbe permesso di fare film? E se si, potrebbe imporre tutto il suo meraviglioso mondo fino ad arrivare a diventare un icona di stile e a dettare le regole di una corrente espressiva? Forse si, perché il ragazzaccio di Burbank è pur sempre geniale, originale e pieno di risorse, ma dovrebbe sicuramente rivedere le tappe della sua biografia, iniziata casualmente con l’abitare a poca distanza dagli studi Disney e disseminata da non pochi fortunati eventi.enoch

Tim Burton, bambino speciale, racconta Miss Peregrine – leggi tutto

Burt Reynolds: muore a 82 anni l’iconico attore

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Si è spento a 82 anni nella serata di ieri Burt Reynolds, il leggendario attore di film cult come Un tranquillo weekend di paura e Quella sporca ultima meta. Aveva iniziato la sua carriera nel 1961 per poi lavorare per grandi registi quali Woody Allen, Mel Brooks e Paul Thomas Anderson. Proprio per Boogie Nights – L’altra Hollywood aveva ottenuto una nomination all’Oscar, sebbene in parecchie interviste dell’epoca aveva dichiarato che quello era il ruolo che meno lo aveva convinto.

In questi mesi il suo nome era tornato alla ribalta in quanto scelto da Quentin Tarantino nel cast del suo ultimo film Once Upon a Time in Hollywood. E’ stato accertato in queste ore che l’attore non aveva ancora girato nessuna scena del film nel quale doveva interpretare il proprietario del ranch che ospitava Charles Manson e la sua setta.

Si attendono a momenti dei comunicati ufficiali di Tarantino e della produzione riguardo alla sua improvvisa scomparsa ed alla gestione del set in cui si sarebbe dovuto trovare già a partire dalla prossima settimana.

FONTE: The Hollywood Reporter

Burraco fatale: tutto quello che c’è da sapere sul film

Burraco fatale: tutto quello che c’è da sapere sul film

Dopo anni di televisione e documentari, la regista Giuliana Gamba è tornata al cinema – dove mancava dal 1989, anno del film erotico La cintura – con Burraco fatale, una brillante commedia sulla mezza età e i modi per sfuggire ai pericoli che essa comporta. Protagoniste sono un gruppo composto da quattro donne in cerca di una seconda occasione, interpretate da celebri attrici del cinema italiano qui postesi completamente al servizio dei loro personaggi e delle loro necessità.

È così che i personaggi scritti da Gamba e Francesco Ranieri Martinotti si animano per diventare incarnazione di quel desiderio di non arrendersi all’età e al passare del tempo per vivere invece ancora nuove ed entusiasmanti avventure. Burraco fatale è dunque un film profondamente umano, ma anche profondamente femminile, che trova nelle proprie protagoniste la sua maggior forza. Simile, per tematiche e sguardo femminile, a film come Due partite, Viaggio sola o Qualcosa di nuovoBurraco fatale è dunque un titolo da non perdere per chi è in cerca di storie di questo tipo.

Purtroppo il film è stato distribuito in piena pandemia da Covid-19, uscendo dunque in sordina rispetto ad altri titoli. Il suo passaggio televisivo è però ora l’occasione buona per riscoprire questo piccolo film dal grande cuore. Prima di intraprendere una visione del film, però, sarà certamente utile approfondire alcune delle principali curiosità relative ad esso. Proseguendo qui nella lettura sarà infatti possibile ritrovare ulteriori dettagli relativi alla trama e al cast di attori ma anche alle location e alla canzone portante del lungometraggio. Infine, si elencheranno anche le principali piattaforme streaming contenenti il film nel proprio catalogo.

La trama e il cast di Burraco fatale

Protagoniste del film sono Irma, Eugenia, Miranda e Rina, quattro amiche molto diverse tra loro, che si ritrovano accomunate dalla passione per il burraco. Durante queste partite hanno modo di confrontarsi, spesso scontrarsi a causa dei caratteri diametralmente opposti, ma restano sempre legate da una profonda conoscenza e rispetto reciproci. Tra una partita e l’altra, hanno sempre modo di scambiarsi gossip e confidarsi novità sulle rispettive vite sentimentali. Quando decideranno poi di iscriversi a un torneo nazionale di burraco, non immaginano certo di poter avere una seconda possibilità e che alla loro età possono ancora provare un amore passionale.

Ad interpretare Irma, Eugenia, Miranda e Rina vi sono rispettivamente le attrici Claudia Gerini, Angela Finocchiaro, Caterina Guzzanti e Paola Minaccioni. Accanto a loro, protagoniste assolute del film, si ritrova poi anche Loretta Goggi nel ruolo di Sibilla, la quale ha poi ricevuto una candidatura ai Nastri d’argento come Miglior attrice in un film commedia. Mohamed Zouaoui, attore tunisino divenuto celebre grazie al film I fiori di Kirkuk, interpreta qui Nabil. Sono poi presenti gli attori Michela Quattrociocche nel ruolo di Ada, Pino Quartullo in quello di Mario e Antonello Fassari nei panni del prefetto. Margherita Mazzucco è invece la figlia di Miranda.

Burraco fatale Claudia Gerini

Le location di Burraco fatale e la canzone del film

Tra le location principali di Burraco Fatale c’è la città di Anzio, in provincia di Roma, che ha ospitato gran parte delle riprese del film. Si tratta di una città che da sempre ospita set cinematografici, tra cui anche Ride di Valerio Mastandrea. Altra location che si può ritrovare nel film è Fiumicino, dove sono state girate alcune scene, mentre una parte importante del film è stata girata in Marocco, per la precisione a Marrakech, che ha dunque avuto un impatto importante sull’atmosfera e il tono del film. Infine, anche Roma stessa ha avuto modo di comparire nel film.

Altro elemento del film che ha ottenuto particolari attenzioni è la canzone Burraco fatale di Valerio Carboni, realizzata appositamente per il film e pensata per essere il brano fondante del film, tanto da condividere lo stesso titolo. Ascoltandolo si può notare come il film abbia delle sonorità arabeggianti, che rimandando all’ambientazione marocchina, mentre il testo cantato di Carboni narra di persone che giocano la propria partita, quella della vita e dell’amore, senza pensare alle conseguenze, consapevoli di potersi fare male ma anche che non scoprendo le proprie carte sul tavolo si rischia di rimanere in un limbo di aridità emotiva.

Il trailer di Burraco fatale e dove vedere il film in streaming e in TV

È possibile fruire di Burraco fatale grazie alla sua presenza su alcune delle più popolari piattaforme streaming presenti oggi in rete. Questo è infatti disponibile nei cataloghi di Rakuten TV, Chili Cinema, Google Play, Apple TV, Prime Video e Rai Play. Per vederlo, una volta scelta la piattaforma di riferimento, basterà noleggiare il singolo film o sottoscrivere un abbonamento generale. Si avrà così modo di guardarlo in totale comodità e al meglio della qualità video. Il film è inoltre presente nel palinsesto televisivo di martedì 12 dicembre alle ore 21:20 sul canale Rai 2.

Burnt- Il Sapore del successo la conferenza stampa con Bradley Cooper

Si è svolta oggi, nella suggestiva cornice dell’Hotel de Russie, la conferenza stampa per presentare il film Burnt, commedia che uscirà in Italia con il titolo Adam Jones- il sapore del successo. Sono presenti in sala il protagonista Bradley Cooper, Sienna Miller, Riccardo Scamarcio e i delegati della Leone Film Group Raffaella Leone e di Rai Cinema Paolo Del Brocco.

Appena accomodati, la prima domanda riguarda, in generale, proprio il fenomeno dei reality basati sulla cucina (pensiamo all’onda Masterchef, per esempio): Bradley Cooper e lo sceneggiatore Steven Knight si sono mai interessati a quest’ultimi per prepararsi al film, scrivendolo al meglio e cavalcando anche l’onda del loro successo?

Cooper è cresciuto guardando programmi di cucina, i quali gli hanno insegnato tanto, insieme a documentari vari come uno, fondamentale, prodotto dalla BBC che fece da apripista mostrando la sfida perpetuata da Gordon Ramsey mentre tentava di conquistare la terza stella Michelin: prima prova tangibile per mostrare realmente cosa accade in cucina, il dietro le quinte di una scalata al successo.

Ma Bradley Cooper, nella vita, è competitivo come il suo personaggio nel film, Adam Jones?

Assolutamente sì, risponde, e la cosa che ama di più del cinema è l’aggregazione che li spinge a lavorare tutti insieme per raggiungere uno scopo, rispettando le direttive di un regista; questo non accade in cucina, dove però è comunque fondamentale la presenza e il contributo degli altri. Tutti insieme, lavorando, riescono a creare un legame collaborando; ad esempio, sul set stesso di Burnt hanno cucinato realmente tutti insieme, elemento che ha creato una forte carica emotiva mista a coinvolgimento.

A proposito della connessione tra Riccardo Scamarcio (che nella pellicola interpreta l’amico e aiuto cuoco Max) e Cooper: cosa si sono insegnati reciprocamente?

A parte le varie ricette, con il tradizionale contrasto Italia- America, questo elemento “di sfida” e scambio ha reso più saldo il loro legame sul set, tant’è che alla fine hanno cucinato per loro, lontani dalle riprese, sperimentando: connessioni che non potevano accadere e che invece si sono verificate, creando un meraviglioso clima in cui lavorare e far progredire il loro sforzo sul set parallelamente alla loro amicizia.

Burnt 3Un’altra domanda ha coinvolto entrambi i protagonisti, sia Cooper che la Miller, tornati a lavorare insieme sul set dopo l’esperienza di American Sniper, diretti da Clint Eastwood: com’è stato ritrovarsi sul set?

La Miller, prendendo la parola, replica che si tratta di esperienze diverse: nel primo film c’era una carica emotiva enorme, qualcosa di totalmente diverso rispetto a questa commedia a base di chef e dal tono dramedy; due generi talmente differenti da riconfermare la classica schizofrenia del mestiere d’attore.

Riguardo al discorso della competizione e della collaborazione, Cooper aggiunge che anche nella sua vita conta molto la collaborazione e il gioco di squadra: fare cinema è il risultato di questo processo, un’attività diversa da altre individuali; nel creare un film c’è un lavoro di squadra, uno scambio reciproco, che li costringeva a cucinare gomito a gomito, insieme, per tre settimane, affiancati da veri chef, loro che nella vita certo non cucinano in un lussuoso ristorante! E la portata finale altro non era che l’apice di questo lavoro di squadra.

Lo chef Marcus Wareing, che ha “allenato” i protagonisti per farli calare al meglio nei loro ruoli in cucina, è stato il modello sul quale si è basato Cooper, osservando il suo comportamento, come alcuni piccoli gesti rituali in cucina: una serie di minuzie e dettagli ai quali si è ispirato profondamente, anche se l’attore ha scelto di lasciarsi ispirare anche da Gordon Ramsey o da Marco Pierre- White, tutti chef per ben tre volte stellati; ma il personaggio di Adam Jones è stato creato senza una specifica fonte, un modello, piuttosto è un paradigma di influenze.

Un’altra domanda riguarda i loro “coltelli”: come ogni chef ha i suoi strumenti di lavoro, dai quali non si separano mai, è così anche per gli attori?

Secondo Cooper basta la loro presenza, essendo attori, costituita da un’unione inscindibile tra corpo e voce, ciò che hanno di più caro e che serve loro per lasciarsi andare a performance ogni volta diverse; Sienna Miller, oltre ad essere d’accordo con Cooper, aggiunge che anche le esperienze di vita acquisite servono ad incrementare le proprie  abilità d’attore; anche la curiosità è una molla importante che spinge ad incrementare le proprie performance ma soprattutto l’analisi e l’osservazione degli altri.

Scamarcio aggiunge che gioco e anarchia sono due direttive importanti, insieme alla disciplina- antitetica, ma necessaria.

Nel percorso professionale di Cooper Burnt è venuto subito dopo American Sniper, ma solo per una questione pratica (doveva debuttare subito dopo in teatro con The Elephant Man); ha cercato subito delle connessioni assurde tra i due personaggi- così antitetici, lo chef e il cecchino- ma in realtà si è reso subito conto che non ci sono linee guida che lo hanno spinto a compiere questa scelta: tutto è stato dettato solo dall’istinto.

E il rapporto del cast presente oggi con la cucina?

Sienna Miller ama molto cucinare: la madre, una cuoca esperta, le ha trasmesso la passione e i ricordi in cucina sono i migliori che ha, perché il cibo è un momento di aggregazione e amore, unisce le persone.

Scamarcio, altro appassionato di cucina, trova quei momenti decisamente aggreganti, i modi migliori per condividere emozioni ed esperienze; Cooper, unendosi ai suoi colleghi, ribadisce che ama cucinare e che si è lasciato ispirare da sua nonna, cuoca severa ma presente: ha imparato tutto da lì, tant’è che poi- prima di avere successo come attore- ha lavorato come cuoco addetto alle preparazioni nella cucina di un ristorante. Ed è stato proprio interessante ritrovarsi nei panni di uno chef non dittatoriale, anzi, una figura atipica; passione e lavoro insomma, la cucina nella vita e nel lavoro, sulla scena.

L’ultima domanda è riservata alla Miller per analizzare meglio il suo rapporto con la bambina che in scena interpretava sua figlia, mentre a Cooper viene chiesto se, quando si è ritrovato a condividere la scena con Emma Thompson, si sono attenuti ad un copione o si sono lasciati andare all’improvvisazione.

La Miller ha ammesso che lavorare con la bambina è stato fantastico, anche se spesso è terribilmente difficile condividere con loro la scena; Cooper, dal canto suo, ammette che hanno lasciato spazio all’improvvisazione, soprattutto per le scene più lunghe (20-30 minuti): lo sceneggiatore Knight ne era consapevole, e sapeva bene che era impensabile che non ci fossero momenti nati sul momento e un dialogo fitto, continuo e costante frutto del clima del momento. Alcune scene sono nate lì per lì, letteralmente, e ha avuto anche il privilegio di sperimentare e di condividere le scene con la Thompson ma anche con Uma Thurman, una grande professionista con la quale sognava di recitare da tempo.

Il film verrà distribuito in 300 copie a partire dal 26 Novembre.

 

Burning: recensione del film di Lee Chang-dong

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Burning: recensione del film di Lee Chang-dong

A otto anni da Poetry, migliore sceneggiatura a Cannes 63, Lee Chang-dong torna nel concorso del Festival di Cannes con Burning, adattamento di Murakami, in cui il regista riesce a restituire l’essenzialità dello scrittore, dilatando il racconto in un film dalla durata importante, un minutaggio che sembra però al servizio del racconto.

Il film, a metà tra thriller e storia d’amore, racconta di Jong-soo, un ragazzo che sogna di fare lo scrittore, me è spiantato e senza troppa voglia di fare. Il ritorno forzato nel villaggio dove è cresciuto, dove è costretto a prendersi cura della fattoria del padre, lo ricongiunge a Haemi, amica d’infanzia, poco prima che questa parta per il Kenya. Dal viaggio, la ragazza torna con Ben, un affascinante e ricco rampollo che introduce un elemento nuovo in questo rapporto appena cominciato.

Il film non si trasforma mai davvero in un triangolo amoroso ma si tinge di giallo quando Haemi scompare, senza lasciare traccia. O meglio, quando sembra che sia sparita, perché il film di Chang-dong si fonda proprio sul sospetto, anzi meglio, sul dubbio dell’esistenza. Unica cosa che sembra concreta, invece, è la differenza di classe, la separazione tra Ben e Jong-soo, dal loro stile di vita alla maniera opposta in cui trattano la ragazza che, indirettamente, li unisce.

La svolta thriller, la sparizione della ragazza, è un momento fondamentale del film, che ne modifica il corso ma che non ne monopolizza il senso, costituendo narrativamente un nodo essenziale ma lasciando proseguire il film nel flusso in cui il regista l’ha immerso: un profondo senso di mistero per il mondo, in ogni suo aspetto.

E questo mistero, in Burning, teneramente rappresentato dal gatto di Haemi, che esiste (o forse no?) ma che non vediamo mai, è la rappresentazione, in definitiva, del mistero del mondo, almeno stando a quanto dichiara Lee Chang-dong, secondo il quale la vita e il mondo stesso ne sono intrisi.

Burning – L’amore brucia, da oggi al cinema

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Burning – L’amore brucia, da oggi al cinema

Dopo il memorabile Poetry, il regista sudcoreano Lee Chang-dong torna sul grande schermo con Burning – L’amore brucia, ispirato al racconto Granai incendiati di Murakami. Un mystery thriller carico di tensione drammatica, la cui storia ruota attorno alle inquietudini di un triangolo amoroso.

In concorso al Festival di Cannes 2018 (FIPRESCI Award per il miglior film e Vulcan Award per la miglior scenografia), Burning – L’amore brucia arriverà in sala dal 19 settembre, ma sarà presentato in anteprima dal 20 agosto all’interno della rassegna K-CINEMA, insieme a Little Forest di Yim Soon-rey, A Taxi Driver di Jang Hun e The Gangster, The Cop, The Devil di Lee Won-tae, per celebrare il meglio della più recente produzione sudcoreana.

Un film intenso che riflette le complessità del nostro presente, come spiegato dallo stesso regista: “Il mondo in cui viviamo è diventato misterioso: sentiamo che qualcosa non va, sotto la superficie funzionante della modernità, ma il mondo non è in grado di spiegarci cosa. Sembra quasi di trovarsi di fronte a un gigantesco puzzle e le persone, indipendentemente dalla nazionalità, dalla religione o dallo status sociale, sono piene di rabbia. I giovani, soprattutto. Non trovano risposte nel presente e non riescono a identificare un obiettivo, sentendosi impotenti.”

Burning – L’amore brucia, la recensione

Burning – L’amore brucia è stato selezionato per rappresentare la Corea del Sud agli Oscar 2019 nella categoria miglior film straniero. Fanno parte del cast Yoo Ah-in, Jeon Jong-seo e Steven Yeun, quest’ultimo divenuto celebre a livello internazionale per il ruolo di Glenn Rhee nella serie cult The Walking Dead.

 A seguire, la sinossi ufficiale del film:

Jongsu, un giovane fattorino con aspirazioni letterarie, incontra Haemi facendo una consegna. I due iniziano a frequentarsi e la ragazza, prima di affrontare un viaggio in Africa, gli chiede di occuparsi del suo gatto. Jongsu accetta, ma quando Haemi ritorna non è più da sola: ha conosciuto Ben, tanto ricco quanto misterioso, e ora sta per conoscerlo anche lui. Niente sarà più come prima…

Burn After Reading – A prova di spia: trama, cast e curiosità sul film

Dopo aver trionfato agli Oscar con il film Non è un paese per vecchi, i fratelli Joel ed Ethan Coen si sono dedicati ad un progetto molto più leggero e comico, senza rinunciare però agli elementi grotteschi tipici del loro cinema. Il film è Burn After Reading – A prova di spia, e si tratta della loro prima sceneggiatura originale dopo il lungometraggio del 2001 L’uomo che non c’era. Per i due fratelli registi, inoltre, è la prima incursione nello spy movie, un genere fino a quel momento da loro mai affrontato.

I Coen hanno infatti citato il desiderio di realizzare conn Burn After Reading un omaggio a tutte quelle pellicole di spionaggio di cui sono sempre stati grandi fan. È nato così un film che non solo presenta una comicità ricorrente e volutamente sopra le corde, ma anche un cast di attori di primo livello. Viene però a mancare il direttore della fotografia di tutti i loro precedenti film, Roger Deakins, sostituito qui dal tre volte premio Oscar Emmanuel Lubezki. Presentato poi alla Mostra del Cinema di Venezia, Burn After Reading si è affermato come un nuovo grande successo per i Coen.

A fronte di un budget di 37 milioni il film ne ha infatti incassati oltre 163 in tutto il mondo, guadagnando lodi e premi da ogni dove. Per i fan del loro cinema, è questo un film diverso dagli altri eppure con quei classici elementi ricorrenti che lo rendono subito riconoscibile. Prima di intraprendere una visione del film, però, sarà certamente utile approfondire alcune delle principali curiosità relative a questo. Proseguendo qui nella lettura sarà infatti possibile ritrovare ulteriori dettagli relativi alla trama e al cast di attori. Infine, si elencheranno anche le principali piattaforme streaming contenenti il film nel proprio catalogo.

Burn After Reading – A prova di spia: la trama del film

La vicenda del film si apre su Osborune “Ozzie” Cox, analista della CIA che si vede retrocesso nel lavoro a causa di un presunto problema di alcolismo. Piuttosto che subire quell’umiliazione, però, Cox decide di ritirarsi in pensione e scrivere un libro di memorie sui suoi anni di servizio. Katie Cox, sua moglie, è però sempre più delusa dal marito, che decide pertanto di lasciare in favore dell’U.S. Marshall con tendenze paranoiche Harry Pfarrer. Prima però, Katie consegna tutti i documenti del marito al suo avvocato, incluse le bozze del suo libro. Quando questi file, copiati su un CD, vengono però accidentalmente lasciati nello spogliatoio di una palestra, i guai avranno inizio.

A trovare il disco è infatti Chad Feldheimer, tonto personal trainer della palestra, il quale convinto di essere entrato in possesso di importanti informazioni governative, decide di parlarne con la collega Linda Litzke. Ben presto i due daranno vita ad una sequenza di eventi in cui  saranno tutti coinvolti, da Cox a Pfarrer, fino all’innocente Ted Treffon, timido responsabile della palestra innamorato di Linda. Convinti di essere entrati a far parte di un complotto di spionaggio, ognuno cercherà di ottenerne dei vantaggi, con conseguenze catastrofiche.

Burn After Reading - A prova di spia cast

Burn After Reading – A prova di spia: il cast del film

Nel dar vita ai personaggi di Osbourne Cox, Harry Pfarrer, Chad Feldheimer, Linda Litzke e Ted Treffon, i fratelli Coen hanno dichiarato di averli immaginati appositamente per gli attori John Malkovich, George Clooney, Brad Pitt, Frances McDormand e Richard Jenkins. Per Jenkins, Clooney e la McDormand (moglie di Joel Coen nella realtà), Burn After Reading è stata l’ennesima occasione per recitare in un film dei due fratelli. Clooney aveva infatti già recitato in Fratello, dove sei? e Prima ti sposo, poi ti rovino, mentre per la McDormand si tratta del settimo film con i Coen.

Nel film compare poi anche l’attrice premio Oscar Tilda Swinton, nel ruolo di Katie Cox, moglie di Osbourne. Per l’occasione l’attrice ha sfoggiato una capigliatura molto particolare, dichiaratamente ispirata al personaggio di Edna Caprapall de I Simpson. L’attore J. K. Simmons, noto per la trilogia di Spider-Man e per Whiplash, è il direttore della CIA. Nel corso del film, il suo personaggio non viene mai visto in piedi, ma sempre e solo seduto dietro la scrivania del suo ufficio. Infine, lo sbadato avvocato di Katie, Tuchman Marsh, è interpretato da Kevin Sussman.

Burn After Reading – A prova di spia: il trailer e dove vedere il film in streaming e in TV

È possibile fruire del film grazie alla sua presenza su alcune delle più popolari piattaforme streaming p resenti oggi in rete. Burn After Reading – A prova di spia è infatti disponibile nei cataloghi di Infinity, Mediaset Play e Amazon Prime Video. Per vederlo, una volta scelta la piattaforma di riferimento, basterà noleggiare il singolo film o sottoscrivere un abbonamento generale. Si avrà così modo di guardarlo in totale comodità e al meglio della qualità video. È bene notare che in caso di noleggio si avrà soltanto un dato limite temporale entro cui guardare il titolo. Il film è inoltre presente nel palinsesto televisivo di mercoledì 28 settembre alle ore 21:00 sul canale Iris.

Fonte: IMDb

Burlesque: recensione del film con Nicole Kidman

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Burlesque: recensione del film con Nicole Kidman

Arriva a cinema distribuito da Sony Pictures Releasing Italia Burlesque, il nuovo musical diretto da Steve Antin con Kristen Bell, Cher, Stanley Tucci, Eric Dane, Cam Gigandet, Alan Cumming, Julianne Hough, Peter Gallagher, David Walton, Wendy Benson-Landes, Stephen Lee, Katerina Mikailenko

In Burlesque La giovane cameriera Ali (diminutivo di Alice) decisa e con una voce spettacolare sogna di cambiare vita, e si trasferisce dall’Iowa a Los Angeles, dove per caso e per determinazione entra a far parte del corpo di ballo del Burlesque Lounge, un teatro che offre spettacoli di varietà molto apprezzati dal pubblico pagante. Qui fa amicizia con la proprietaria Tess, con il bel barista Jack e con il costumista, Sean. Tra piccole invidie e grandi amicizia Ali riuscirà a raggiungere il successo ed a trovare l’amore.

Questo è Burlesque, per il quale poche righe bastano a tratteggiare per sommi capi una delle trame più banali degli ultimi tempi che vede protagoniste tante belle donne ma davvero poca sostanza. Ma scendiamo nel dettaglio: la giovane protagonista è interpretata da Christina Aguilera, la nota cantante che con questo film debutta al cinema. Christina non lascia spazio all’immaginazione, se da un lato si vede benissimo che non è un’attrice, prova ne è la mediocre interpretazione, dall’altro si conferma grande performer, catalizzando l’attenzione su di sé con la sua presenza scenica e le sue grandi doti canore (com’è possibile che quel corpicino contenga una voce del genere?).

A far da mentore alla giovane ragazzina campagnola una più che mai pallida Cher che sprezzante del tempo che passa, si presenta sempre in ottima forma fisica, peccato che le sue belle espressioni facciali che le valsero l’Oscar per Stregata dalla Luna siano sparite molti interventi chirurgici orsono! Fortuna che la sua profonda e particolare voce è (più o meno) rimasta la stessa, come ci testimonia il brano You Haven’t Seen the Last of Me, vincitore del Golden Globe e cantato splendidamente in una scena che sembra un tributo all’attrice/cantante, forse necessario per renderla un po’ più partecipe di un film che ruota assolutamente intorno alla bella Christina.

Se il mondo delle paillettes e delle belle donne ha sempre il suo fascino, per Burlesque si fa un’eccezione: la quasi totale assenza di spunti narrativi rende il film molto noioso e sicuramente più di uno spettatore noterà le molte somiglianze con altre trame, dal piccolo e divertente Le ragazze del Coyote Ugly, al più noto e maestoso Moulin Rouge, con il quale ha in comune il numero di Diamonds are a Girl’s Best Friends. Non pensiamo certo di scomodare la memoria della divina Marilyn, ma anche il confronto con la ‘poco meno divina’ Nicole Kidman è perso in partenza! Ma tra il vecchio (Cher) e il nuovo (Aguilera) ecco spuntare nella trama anche il semi-nuovo (o semi-vecchio che dir si voglia) e quindi ecco il personaggio di Nikki, interpretato da Kristen Bell, stella del Burlesque Lounge soppiantata dalla più brava e diligente Ali. L’idea di un personaggio che introducesse un elemento di conflitto nella linearità della vicenda è sicuramente buona, ma sviluppato in maniera pessima questo spunto si affloscia su se stesso, risultando solo un altro dei tanti elementi che nel film non funzionano.

Per quanto riguarda i maschietti del film invece qualche parola va sicuramente spesa per Stanley Tucci, che si trova ad interpretare un ruolo fotocopia di quello del Nigel de Il Diavolo Veste Prada, ma senza Meryl Streep al suo fianco. Come al solito impeccabile! E poi ci sono i belli che si contendono le grazie della protagonista: il giovane e squattrinato Jack (l’ex vampiro Cam Gigandet), cameriere con ambizioni da musicista che si innamora perdutamente di Ali; e Marcus (Eric Dane, Dr. Bollore di Grey’s Anatomy), il cliente abituale, ricchissimo uomo d’affari che vuole comprare il locale e circuire la protagonista. In pratica le versioni mal fatte di Christian e il Duca, co-protagonisti di Moulin Rouge!

Resta poco altro da dire su un film che sebbene molto pubblicizzato resta una brutta delusione. Una regia timida, una sceneggiatura debolissima e degli interpreti che guidati diversamente avrebbero potuto fare sicuramente meglio. Bocciato il regista e sceneggiatore Steve Antin, alla sua prima prova cinematografica, promosso con la sufficienza Christophe Beck compositore della colonna sonora del film, buono il lavoro di scenografia e costumi. Molto bello invece il numero di chiusura, sulla note di Burlesque cantata dalla Aguilera, che lascia una bella impressione ma non riesce a sopperire ai precedenti 115 minuti. Peccato, fallire quando a disposizione si hanno paillettes e belle donne è davvero difficile!

Buried – Sepolto: recensione del film con Ryan Reynolds

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Buried – Sepolto: recensione del film con Ryan Reynolds

Arriva al cinema anche in Italia, il “caso” Buried – Sepolto, il thriller che sta facendo discutere la critica di mezzo mondo e con protagonista l’attore Ryan Reynolds.

In Buried – Sepolto Paul (Ryan Reynolds) si ritrova rinchiuso in una cassa di legno tre metri sottoterra con in tasca un cellulare, una matita e un accendino Zippo. Grazie a questi tre elementi, deve capire come è finito in quella cassa, per quale motivo e come fare a guidare i soccorritori fino a lui per poterlo liberare. Mentre i 90 minuti di aria a disposizione scorrono, mantenere la calma è sempre più difficile…

Questo è Buried – Sepolto, un film ansiogeno, angosciante, pieno di terrore, sofferenza e speranza che riesce per ben 94 minuti a tenere alta l’attenzione dello spettatore nonostante sia interamente girato dentro una cassa da morto con un solo attore….Beh sicuramente non è stato semplice per il regista Rodrigo Cortés girare il film in quelle condizioni, per le luci, per il posizionamento delle telecamere, ecc… ma di sicuro è stato molto più difficile per l’attore Ryan Reynolds che ha affermato che non si lamenterà più di un set dopo aver girato Buried….e c’è da crederci!!! Diciassette giorni di riprese, 25 scene al giorno chiuso in una bara sono cose che lasciano il segno!

Partendo dal presupposto che la grandezza di una storia non dipende dalla vastità di un paesaggio, dal numero di personaggi o dai production values, Cortés è riuscito a creare una storia davvero incredibile dove il senso di claustrofobia, la paura e l’ansia del protagonista vengono sin da subito mostrate e sentite. I primi cinque minuti di buio completo dove si sente solamente il respiro affannato di Paul danno inizio ad un crescendo di sensazioni che fino alla fine portano lo spettatore ad identificarsi totalmente con il protagonista….proprio per questo lo sconsiglierei a chi soffre di claustrofobia!!

La fotografia e il montaggio di Buried – Sepolto sono eccezionali, per non parlare della sceneggiatura scritta da Chris Sparling che, nonostante a volte tenda un po’ a dilungarsi in alcune telefonate, sicuramente farà del film un cult.

Ovviamente principale è l’attore Ryan Reynolds che, dopo aver recitato accanto alla bella Sandra Bullock in Ricatto d’Amore e in X-Men Le origini: Wolverine, ha raggiunto il suo massimo livello di espressività e bravura. In ogni singola scena riesce ad esprimere con impressionante realismo le emozioni che può provare un uomo sotterrato vivo. I movimenti della torcia, la voce modellata perfettamente, ogni movimento è stato ben studiato e Reynolds è riuscito nell’impresa.

Tutte le sue espressioni facciali, i suoi scatti d’ira e di paura, quell’ansia che nasce e cresce ad ogni telefonata e dalle varie sorprese disseminate lungo il film, il suo respiro sempre più pesante segnale della mancanza d’aria sono tutte ottimamente rappresentate da Reynolds.
Insomma un film che tiene svegli, sicuramente da vedere ma non da persone troppo sensibili né troppo ansiose. Tutto questo grazie al regista Cortés che con un budget praticamente pari a zero e con una sola location è riuscito a costruire un film che molti affermano sarà un cult, ma sopratutto grazie al fantastico Reynolds che riesce a coinvolgere lo spettatore per 94 minuti completamente solo dentro una cassa di legno!

Burak Deniz: 10 cose che non sai sull’attore

Burak Deniz: 10 cose che non sai sull’attore

Burak Deniz è un attore turco divenuto celebre in Italia solo nel 2022 grazie alla serie Le fate ignoranti. La sua carriera, però, è lunga già un decennio, divisa tra produzioni televisive e cinematografiche. Ora che inizia ad ottenere anche un successo più ampio a livello internazionale, l’attore sembra essere pronto per dare dimostrazione definitiva del suo talento e della sua versatilità.

Ecco 10 cose che non sai di Burak Deniz.

Burak Deniz: i suoi film e le serie TV

1. È noto grazie a diverse serie TV. Deniz debutta nel mondo della televisione nel 2011 prendendo parte alla serie Kolej Günlüğü. Tra il 2013 e il 2015 ottiene buona popolarità grazie al ruolo di Aras nella celebre Medcezir, remake della fiction adolescenziale statunitense The O.C.. Successivamente recita nelle serie Aşk Laftan Anlamaz (2016-2017), con Hande Erçel, Bizim Hikaye (2017-2019), Yarim Kalan Asklar (2020) e Marasli (2021-in corso), dove ricopre il ruolo dell’ex militare Celal Kun. Nel 2022 ha ottenuto buona popolarità con il suo primo progetto italiano, Le fate ignoranti, dove recita accanto a Cristiana Capotondi ed Eduardo Scarpetta.

2. Ha recitato anche per il cinema. Il primo film per il cinema in cui l’attore ha recitato risale al 2018 e si tratta di Arada, incentrato su di un giovane punk rocker a Istanbul intento a rintracciare un biglietto per una crociera per la California nella notte del suo concerto di compleanno. In seguito Deniz ha recitato nel 2021 nella commedia turca Hababam Sinifi Yaz Oyunlari, mentre attualmente è in fase di post produzione un altro lungometraggio turco in cui ha recitato, dal titolo Gidenler.

Burak Deniz in Le fate ignoranti

3. Ha avuto un ruolo di rilievo nella serie italiana. La consacrazione sul territorio italiano arriva per Deniz nel 2022, quando prende parte alla serie Le fate ignoranti, diretta da Ferzan Özpetek. Qui l’attore ha interpretato Asaf, nipote di Serra, nonché fotografo sempre in giro per il mondo a caccia di bellezza. Tornato a Roma per un breve periodo, egli sconvolgerà la vita di diversi personaggi, in particolare quella di Antonia, la protagonista femminile della serie.

4. È stato fortemente voluto dal regista. Come raccontato da Özpetek, egli aveva da subito intenzione di affidare il ruolo di Asaf a Deniz. I due si erano conosciuti nel 2016 tramite la fidanzata di allora dell’attore, che era stata diretta da Özpetek nel videoclip È l’amore di Mina e Adriano Celentano. Successivamente, l’attore e il cineasta si sono incontrati più volte, in cerca di un progetto da poter realizzare insieme. Oggi i due hanno affermato di poter vantare un rapporto di fratellanza, che li porterà a realizzare ancora altri progetti insieme.

Burak Deniz Instagram

Burak Deniz in Şahmaran

5. Reciterà in una serie Netflix. Il prossimo progetto in cui Deniz è atteso è la serie Şahmeran, che debutterà su Netflix nell’autunno del 2022. Qui l’attore interpreterà il protagoniste maschile, in quella che è stata descritta come una storia ricca di elementi fantasy. Ad oggi non si sa però ancora nulla della trama di questo progetto e pertanto bisognerà aspettare che Netflix rilasci maggiori informazioni.

Burak Deniz è su Instagram e Twitter

6. Ha un account su Instagram. L’attore è presente sul social network Instagram con un profilo verificato e seguito da ben 6.1 milioni di persone. All’interno di questo, con oltre 280 post, si possono ritrovare fotografie scattate dall’attore in momenti di svago quotidiano, ma anche immagini di luoghi visitati, attività praticate o di servizi di moda a cui ha partecipato. Non mancano ovviamente anche post relativi alla sua carriera da attore. Seguendolo si puà dunque rimanere aggiornati su tutte le sue novità.

7. È presente anche su Twitter. Oltre ad un profilo su Instagram, l’attore ne possiede uno anche su Twitter. Quest’ultimo non presenta la spunta blu come il primo, indice di autenticità, ma è comunque quello ufficiale dell’attore. Qui, seguito, da oltre 260 mila persone, Deniz è solito condividere spesso pensieri e messaggi. Occorre munirsi di traduttore però, poiché questi sono tutti in lingua turca.

Burak Deniz Didem Soydan

Burak Deniz e Büşra Develi

8. È stato fidanzato con un’attrice. Dal 2015 al 2018 l’attore è stato sentimentalmente legato all’attrice Büşra Develi. I due si erano conosciuti nella serie Tatlı Küçük Yalancılar ed hanno poi nuovamente recitato insieme nel film Arada, del 2018. Proprio in quell’anno, però, Deniz e la Develi hanno fatto sapere di essersi separati, citando differenze caratteriali non conciliabili.

Burak Deniz e Didem Soydan

9. È fidanzato con una modella. Per chi se lo stesse chiedendo, sì, Burak Deniz è di nuovo sentimentalmente impegnato. La sua compagna è la modella turca Didem Soydan, attiva a livello internazionale e co-proprietaria della Hole Academie, azienda di abbigliamento. Deniz e la Soydan sono comparsi insieme in diverse occasioni, come ad esempio di recente durante le premiere della serie Le fate ignoranti, in cui lui recita.

Burak Deniz: età e altezza dell’attore

10. Burak Deniz è nato a Istanbul, Turchia, il 17 febbraio del 1991. L’attore è alto 1.78 metri.

Fonte: IMDb

Buono o Cattivo? Scoprilo con I Frankenstein

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Buono o Cattivo? Scoprilo con I Frankenstein

i-frankenstein-hi-resTi consideri una  persona altruista e sempre pronta ad aiutare gli altri? Quel tipo di persona sempre pronta ad aiutare la classica nonnina ad attraversare la strada? Oppure ritieni di essere un tipo opportunista e sprezzante che non fa niente per gli altri se non per ottenere qualcosa in cambio e che detesta stare in mezzo alla gente perché immancabilmente infastidito da tutto e da tutti (compresa la nonnina di cui sopra)?

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I, Frankenstein,  il fantasy-thriller  realizzato dai produttori di The Underworld, con protagonisti  Aaron Eckart, Yvonne Strahovski, Bill Nighy e Miranda Otto, ti regala questo simpatico quiz per divertirvi in attesa di esplodere con tutta la sua potenza nelle sale italiane il 23 gennaio.