Ecco la prima clip tratta dal prossimo
cortometraggio Marvel, il one shot che si
intitolerà All Hail the King e avrà come
protagonista Ben Kingsley nei panni di Trevor
Slattery/Mandarino.
Potete trovare la clip, esclusiva di
Entertainment Weekly, a questo link. Il corto, diretto da Drew
Pearce, è ambientato nella prigione di Saegate, dove
Trevor è stato confinato. Apparentemente l’identità segreta di
Trevor è stata preservata e nessuno sa che il suo alter ego, il
Mandarino, era una copertura per Aldrich Killian.
All Hail The
King uscirà allegato alla versione Home Video di
Thor The Dark World il prossimo 25
febbraio.
La
Universal Pictures e la Illumination
Entertainment hanno annunciato oggi le date d’uscita di
tre dei progetti che hanno in cantiere, trai più attesi dal
pubblico. I film in questione sono il progetto senza titolo del
regista e sceneggiatora Garth Jennings, Cattivissimo
Me 3e
Dr. Seuss’ How the Grinch Stole
Christmas.
Il
film di Jennings sarà una commedia e uscirà il 21 dicembre 2016,
prodotto da Chris Meledandri e Janet
Healy.Più
interessanti per il grande pubblico sono invece gli altri due
progetti. Cattivissimo
Me 3arriverà infatti il 30 giugno
2017, dalla stessa squadra che ha portato sul grande schermo i
primi due capitoli della saga di Gru. Non si sa ancora nulla del
film, se non che ritroveremo tutti i personaggi già incontrati e
amati nei primi due capitoli: Gru, Margo, Edith e Agnes, ma
soprattutto i Minions.
Infine Dr. Seuss’ How the Grinch
Stole Christmas sarà una rilettura della celebre
storia natalizia. Programmato per il 17 novembre 2017, il film sarà
diretto da Pete Candeland su sceneggiatura di
Michael LeSieu e prodotto da Chris
Meledandri e Janet Healy.
L’abbiamo vista l’ultima volta in
Hunger Games la Ragazza di Fuoco, eppure
sappiamo che sotto i trucchi ele parrucche di Effie Trinket, c’è
una bellissima donna, Elizabeth Banks, che sarà
protagonista di Walk of Shame, una
commedia che la vede recitare accanto a James
Marsden e Gillian Jacobs.
Dopo aver perso l’audizione per il
lavoro dei suoi sogni, un’aspirante presentatrice tv esce per una
particolarissima serata per feste. Si sveglia nel letto di un
estraneo con un messaggio in segreteria da parte del suo agente che
le comunica che il lavoro è suo, se riesce ad arrivare dall’altra
parte della città entro un certo orario. Ma le cose non vanno come
pianificato e lei si imbatterà in una serie di disavventure
Settimana cinematografica
interessante e varia quella che ci aspetta a partire da oggi, 16
gennaio 2013. Il film demenziale non manca mai, ma ci sarà spazio
per il film d’autore, per il remake, per l’horror di cattivo gusto
e persino per il vero e bellissimo documentario d’autore, come se
ne vedono davvero pochi al cinema.
Togliamoci quindi
subito il dente e diciamo che, tra le altre cose, oggi arrivano al
cinema due film che si potrebbe fare a meno di vedere, ma che per
dovere di cronaca vi segnaliamo: Lo Sguardo di Satana
Carrie (qui la recensione) è il remake del celebre film
di De Palma, con il quale però non ha nulla a che
vedere; Angry Games La ragazza con l’uccello di
fuoco, che si inserisce nel filone delle parodie
demenziali prendendo di mira i grandi successi al botteghino della
passata stagione (in particolare Hunger Games la
Ragazza di Fuoco e The
Avengers).
L’Italia che arriva oggi al cinema è
rappresentata da Roberto Faenza, con
Anita B. (qui la recensione), ennesimo film a tema
olocausto che in questo periodo dell’anno, in vista della Giornata
della Memoria il 27 gennaio, proliferano sul piccolo e grande
schermo. Arriva anche La Mia Classe, film
esperimento in cui Valerio Mastandrea insegna ad
una classe di ragazzi stranieri che mettono in scena se stessi,
alla regia Daniele Gaglianone.
Dopo il grande successo di
Paradiso Amaro, Alexander
Payne torna conun altro film che promette di far parlare
di sè: Nebraska (qui la recensione), già nominato ai Golde
Globes e assolutamente trai titoli da non perdere di questa
stagione. Il presidente di Giuria dell’ultimo Festival di Roma,
James Grey, arriva finalmente al cinema con
The Immigrant, che da noi è stato
rititolato (infelicemente) C’era una volta a New
York (qui la recensione), chiaramente per evocare ben
altri successi celebri. Il film di Grey però ha una sua forte
dignità, è uno spaccato elegante e contemporaneamente realistico di
un periodo buio, di animi inquieti, con una straordinaria
Marion Cotillard.
Torna al cinema
Ridley Scott con The Counselor – Il
Procuratore (leggi la recensione), storia di droga confine,
tra cartelli della droga, uomini senza scrupoli e donne mozzafiato
e infine, per la gioia dei pochi che conoscono il suo straordinario
lavoro da documentarista, arriva al cinema Errol
Morris con The Unknown Known
(leggi la recensione) documentario/intervista a
Donald Rumsfeld che ripercorre il periodo in cui è stato l’uomo più
potente del mondo.
Definirlo un film atteso è dire
poco, dire che sia un film eccessivo, eccentrico, ‘strafatto’ e
schizofrenico è in qualche modo ridurne la portata completamente
folle. Eppure ci sono poche parole che descrivono meglio
The Wolf of Wall
Street, ultimo film di Martin
Scorsese e ultima straordinaria collaborazione del regista
newyorkese con un Leonardo DiCaprio in stato di grazia, anche se
quando pensiamo al suo personaggio la ‘grazia’ è l’ultima parola
che ci viene in mente!
La storia di The Wolf of
Wall Street è quella (vera) di Jordan
Belfort, broker di Wall Street che dal nulla fondò una
società di successo diventando milionario a 26 anni, per poi finire
a 39 anni a fare i conti con i federali. Ma l’epilogo poco felice
della sua storia è solo, appunto, la fine. Quello che Scorsese ci
racconta è l’ascesa e il momento di gloria, di lusso, di sfrenata
follia.
The Wolf of Wall
Street è un film di Scorsese, nel senso che se ne
sente la mano, la regia, ma soprattutto il ritmo, merito anche
della fedelissima Thelma Schoonmaker, vera e
propria artista del taglia e cuci in sala di montaggio. Magnifiche
sono le sequenze di mini-flashback, durante le quali si rivela, se
possibile, una realtà anche più folle di quella fino ad ora
mostrata.
The Wolf of Wall
Street è però anche un grande film di sceneggiatura,
in cui Terence Winter (non a caso I
Soprano sono opera sua) riesce a coniugare il turpiloquio più
basso a monologhi che sono veri e propri saggi di retorica. Ma cosa
sarebbe Wall Street senza il suo lupo? Leonardo è un grande attore,
è risaputo e confermato da una filmografia (quasi) infallibile,
lunga ormai più di 20 anni.
Ma il
DiCaprio di The Wolf of Wall Street è
qualcosa di extra-ordinario, nel senso letterale del termine: il
nostro non si ‘limita’ ad una solita e solida interpretazione
intensa e drammatica, si dimostra anche in grado di reggere i
momenti comici, quelli isterici (soprattutto) e rivela un
insospettato senso di autoironia quando si tratta di mettersi
completamente a nudo (anche questo, alla lettera) e di mettere in
campo sequenze da slapstick comedy che aggiungono eccesso
all’eccesso di un film che è un folle capolavoro del cinema
moderno.
DiCaprio però non è solo, con lui
splendono in un rutilante, vitale e dissoluto vortice di eccesso lo
straordinario
Jonah Hill, la sensualissima Margot Robbie, (anche per pochi minuti)
Jean Dujardin,
Matthew McConaughey,
Jon Favreau e tutti gli altri attori e comprimari che
affollano e popolano il film. Una colonna sonora strepitosa e varia
(presenti Lemonheads con Mrs Robinson e
Umberto Tozzi con Gloria tra gli altri)
aggiunge materiale e dettagli ad un film già straripante.
Martin Scorsese ci mostra il marcio di Wall
Street attraverso una storia esemplificativa di un modello
dissoluto di vita, ma lo fa con cura e con amore verso ogni singolo
farabutto di cui ci racconta.
Usare la droga come una metafora
dell’auto-distruzione umana; raccontare una lenta discesa verso gli
inferi solo attraverso pochi pensieri e la mortificazione
delle carni: una sfida enorme, sia per chi sta dietro alla macchina
da presa, che per chi sta avanti, ma anche per lo spettatore
stesso.
Questi sono gli
elementi di base di Red Krokodil, nona pellicola
diretta dall’italiano Domiziano Cristopharo, che usa la
macchina da presa con un respiro internazionale e un occhio già
rivolto ad altri mercati più proficui.
La trama ruota intorno
a questo trip umano del protagonista, interpretato da
Brock Madson, unico attore sulla scena, che vede lentamente
allontanarsi sempre di più il miraggio della sua natura umana man
mano che si dedica alla consumazione massiccia del Krokodil, una
droga sintetica molto in voga in Russia. In questo costante stato
sospeso tra veglia e sonno, realtà e allucinazione, riuscirà il
protagonista a trovare la forza per uscire da questo lento,
invalidante, malsano viaggio in caduta libera verso l’oblio?
Cristopharo, sapiente
artigiano qui regista, sceneggiatore, make- up artist, direttore
della fotografia, confeziona uno di quei rari film che trasmettono
allo spettatore quella inquietudine sottile e latente, quell’ansia
dell’orrore che si annida nel quotidiano, dove ogni respiro,
movimento, passo, sembrano essere il preludio all’arrivo di
qualcosa di più grande e più minaccioso.
Nel suo stile asciutto
ed essenziale, sottolineato dalle musiche perfette composte da
Alexander Cimini, Cristopharo ricorda il David Lynch
di Eraserhead come quello di Strade
Perdute e addirittura di Rabbits: le
inquietudini del quotidiano, il nemico che si annida dentro di noi,
gli elementi onirici tipici del processo paranoico, quella
sensazione di malessere che accompagna lo spettatore per tutta la
durata della pellicola e la necessaria- ma dolorosa- scelta di
condividere questo percorso insieme a Bock Madson, nella
realtà modello ed ex-tossicodipendente il cui contributo
interpretativo impreziosisce ulteriormente questo film sospeso tra
l’inquietante onirismo di Lynch e le terribili visioni ambigue e
disturbanti del Cronenberg.
Red
Krokodil va oltre l’intento morale e didattico di
mostrare quali sono le terribili conseguenze di chi fa uso di
droghe: il Krokodil è un elemento in più per mostrare questo
processo di distruzione e disumanizzazione di un uomo che,
apparentemente, non ha nessun elemento nel suo passato più recente
che lo possono aver spinto a fare abuso di sostanze stupefacenti;
la regia di Cristopharo mostra l’inferno sulla terra, ergo il
purgatorio ideale che compone la sua trilogia a breve arricchita
dall’uscita di Doll Syndrome, dove ogni speranza di
cambiamento viene spazzata via dal pessimismo cosmico- e cinico-
che pervade gli 82 minuti di Red Krokodil.
Sedata l’adrenalina da Golden Globes,
comincia oggi la celebre “road to Oscars” la strada che ci porterà
alla magica notte di Hollywood del 2 marzo. Oggi infatti verranno
annunciate la nomination a tutte le categorie che concorrono per il
premio Oscar, e a partire dalle 14.38 live potrete seguire con noi
lo streaming (video sotto) dell’annuncio ufficiale, che come
sappiamo, verrà dato da Chris Hemsworth insieme a
Cheryl Boone Isaacs, presidente dell’Academy
of Motion Picture Arts and Sciences.
Ecco di seguito il player per vedere
e commentare con noi le nomination:
E’ uno dei titoli più attesi di
inizio 2014, almeno in Italia, parliamo di The
Wolf of Wall
Streete per
ammazzare l’attesa vi proponiamo questa clip in cui protagonisti
Leonardo DiCaprio e
Margot Robbiesi incontrano per
la prima volta:
Questa la trama del film: Jordan
Belfort, uno dei broker di maggior successo nella storia di Wall
Street, viene condannato a 20 mesi di carcere dopo aver rifiutato
di collaborare alle indagini su di un massiccio caso di frode atto
a svelare la diffusa corruzione vigente negli anni ’90 a Wall
Street e nel mondo bancario americano. Il film è l’adattamento
cinematografico dell’omonimo libro autobiografico di Jordan
Belfort. La pellicola segna la quinta collaborazione tra Martin Scorsese e
Leonardo DiCaprio.
Khumba è una zebra
un po’ particolare: è infatti nato con il corpo a metà a strisce e
metà no. Questo fa di lui una zebra differente che è oggetto di
discriminazione dalle altre del gruppo. Sogno di Khumba è però
essere uguale agli altri e, sul letto di morte, la madre gli
racconta di una fonte magica che donerebbe le strisce alle zebre
che ci si fanno il bagno. Sfidando ogni pericolo, Khumba esce dalla
zona protetta e parte alla ricerca della fonte. Secondo film della
casa di produzione sudafricana Triggerfish, che ha
già realizzato Zambezia, di cui Khumbaè una sorta di spinoff. Il tema è quello universale
della diversità e dell’accettazione del gruppo, e del cercare di
capire che le proprie caratteristiche sono un tesoro e non una
mancanza.
Khumba, il
protagonista cerca di appartenere ad una comunità che non lo
riconosce parte del gruppo, e che anzi pensa sia la ragione della
siccità che costringerà il branco di zebre ad avventurarsi nei
pericoli del Karoo, il deserto dell’interno del Sudafrica. Mentre
viaggia alla ricerca delle sue strisce, Khumba permette di fare
anche un viaggio in un territorio vasto e sconosciuto, popolato da
molteplici varietà di animali e piante, liberi e non. Momento
altissimo di divertimento è l’incontro della zebra e dei suoi
compagni di viaggio, uno struzzo ed una gnu, con un gruppo di
antilopi in fuga alla ricerca dei “verdi pascoli” altrove, che sono
un’ottima mischia da rugby, utile per estirpare staccionate, ma
anche talmente tanto uguali dagl non sapere chi tra di loro è
finito tra le fauci del temibile Phango.
Khumba, il film
Una particolarità, che rende il
cartone più internazionale è data dagli attori che prestano la
propria voce ai personaggi. Come la tradizione del cinema americano
vuole, si tratta di personaggi famosi ed in questo caso a dare voce
al perfido leopardo è nientemeno che Liam Neeson. Il cane selvatico che accompagna
il gruppetto è invece doppiato da Steve Buscemi. Phango, per una sorta di
contrappasso, finisce per diventare il personaggio con cui si
riesce ad essere più empatici: rifiutato dalla famiglia, perchè
nato cieco da un occhio, sopravvissuto anche ad un tentativo di
annegamento, ha accettato la sua diversità e ne ha fatto la sua
forza; l’occhio più debole gli ha infatti donato un olfatto
perfetto, in grado di individuare e distinguere animali e persone.
Phango è sicuro di sé e non si mette mai in discussione, è uno dei
pochi cattivi da film di animazione che non accenna mai a
redimersi.
Le persone, gli umani, sono di
fatto assenti totalmente, se non rappresentati, come in realtà
devono essere realmente recepiti dalla fauna sudafricana, come
rinchiusi in delle scatole di latta con delle ruote dalle quali o
escono fucili o obiettivi di macchina fotografica. Nell’oasi che si
trova a metà cammino, Khumba incontra infatti
un’altra normalità: quella degli animali che ormai sono abituati ad
essere attrazione turistica, e che non ambiscono ad altro. Un
viaggio iniziatico per la piccola zebra, che come ogni film di
crescita, capirà che la sua differenza, fa di lui un essere
speciale.
Alla Casa del Cinema
di Roma è stato presentato alla stampa il nuovo film di
Margarethe Von Trotta, Hannah
Arendt, con Barabara Sukowa e
Alxel Milberg. Alla conferenza oltre alla regista
era presente Angelo Draicchio della Ripley’s Film.
Il film sarà nelle sale il 27 e 28 gennaio.
– Ciò che sembra emergere dal
film, è che forse Hannah Arendt è stata anche l’oggetto di accuse
di revisionismostorico. C’è stata una grande difficoltà, al
tempo, nel capire il suo pensiero in relazione al processo di
Eichmann. La sua opinione a proposito?
M. Von Trotta:
La questione della cooperazione dei capi ebrei nelle
deportazioni ai lager era una tematica venuta fuori proprio durante
il processo. La Arendt sosteneva che se doveva fare la reporter al
processo, non poteva lasciare fuori questo elemento solo perché
avrebbe sollevato critiche. Inoltre questo fattore era qualcosa che
toccava il suo stesso popolo, essendo lei stessa ebrea.
Oggi si dice che la Arendt non
abbia capito Eichmann: beh, al processo c’era anche uno scrittore
olandese, anch’egli ebreo, e anche lui descrisse tutto alla stessa
maniera. Nessuna delle persone che hanno accusato la Arendt in
America erano presenti al processo.
–Il discorso toccato nel film
attraverso la figura della Arendt è di un’attualità estrema: non si
ama un popolo, si amano le persone. Come mai ha scelto una chiave
così diversa e interessante per raccontarlo?
M.V.T: Ne “Le
origini del totalitarismo” la Arendt fa un paragone tra il nazismo
e il comunismo, che noi non potevamo accettare perché non si poteva
neanche toccare il comunismo, per noi che inoltre venivamo dal ’68.
Dopo la caduta del muro di Berlino abbiamo capito molte cose, ci
siamo resi conto che lei aveva visto cose prima di noi. È per
questo che la Arendt è diventata così importante, perché ha posto
la questione di pensare con la propria testa e la nostra capacità
di ragionare. Un problema fondamentale anche per voi italiani, che
venite dal periodo del berlusconismo…
– Secondo lei la reazione così
dura alla Arendt è stata anche una questione di genere; avrebbe
avuto un altro trattamento se non fosse stata una donna?
M.V.T: Sì,
credo di sì. Ho girato alcune scene nell’ufficio del Rettore
americano all’Università di Lussemburgo, il quale mi ha detto che
in vita sua non aveva mai sentito un rimprovero verso un suo
collega maschile così accanito come quello di cui fu oggetto la
Arendt.
– La relazione con Heiddeger è
stata molto importante nella vita della filosofa. Come mai ha
scelto di voler raccontare questo personaggio solo sullo sfondo,
con dei flashback?
M.V.T: Certo,
se avessi scelto di raccontare la loro storia d’amore, avrei
sicuramente più successo: la storia tra il filosofo filo-nazista e
la ragazza-allieva ebrea. Ma non era questo che mi interessava.
Inoltre lei parla sempre del nazista Eichmann come di qualcuno che
non sa pensare, è lei la pensatrice e Heidegger era il suo maestro
di pensiero. Un maestro che, nonostante tutto, cadde di fronte al
nazismo.
Ma con la Arendt resta questa
utopia della filosofia come qualcosa che può salvare la
persona.
– Come mai il film esce solo per
2 giorni?
Draicchio:In
realtà il film doveva uscire lo scorso ottobre, ma poi non è stato
possibile. E quindi abbiamo ri-organizzato in poco tempo per farlo
uscire adesso, in occasione della Giornata della Memoria. Esce il
27 e il 28 ma poi forse continuerà ad essere nelle sale, in circa
100 sale italiane. C’è una grande attenzione da parte di molte
associazioni, per non parlare delle scuole, quindi speriamo possa
proseguire il suo percorso.
– Secondo lei, l’orrore di
un’esperienza come il nazismo come è potuto accadere nella
Germania, un paese civile? Forse l’abitudine che il popolo tedesco
ha sempre avuto, sin dall’infanzia, nei confronti
dell’obbedienza?
M.V.T:Forse
sì, anche. L’obbedienza, sin dai tempi della Prussia, era
considerata una delle “virtù” e dei pregi del popolo tedesco. Può
darsi che questo fattore storico abbia contribuito.
–Che risposta di pubblico ha
avuto il film in Germania e America?
M.V.T:Per ora
sta avendo successo in Germania, Francia, Spagna e America. Per
essere un film così difficile sta andando molto bene, e ne sono
felice: ho aspettato 8 anni per trovare i fondi. In Germania c’è
stata solo la polemica di qualche storico che dice di aver trovato
dei documenti dimostranti la falsità di Eichmann. Ma quando si fa
un film sulla Arendt, bisogna seguire lei, il suo pensiero, senza
andare oltre o cercare di scoprire e narrare la Storia.
Anche l’ultimo assistente di
Hannah ha molto apprezzato l’opera, dicendomi che per la prima
volta in un unico film vengono mostrate la parte privata e quella
intellettuale della Arendt. È uscito anche in Israele, dove ho
avuto molti supporti, tra cui quello della Film Commission. Strano
considerato che il suo libro (La banalità del male, ndr), in
Israele è uscito solo nel 2002 per la controversia che lei aveva
avuto con Gurian.
Jc è una guardia
carceraria, che vive una vita tranquilla, la sua unica stravaganza
è andare a ballare il tango una volta alla settimana. Una sera
durante la lezione gli capita di ballare con la nuova arrivata,
Alice (Anne Paulicevich). Il giorno dopo, durante l’orario
visite, scoprirà che è la moglie e la compagna di due detenuti
Fernand (Sergi Lopez) e Dominic (Jan Hammenecker),
amici di lunga data e complici di un crimine.
Tango Libre è l’ultimo
capitolo della trilogia di Fréderic Fonteyne sulle donne e
sull’amore, la storia è una tragicommedia che riesce con un
originale ritmo narrativo a passare da un registro all’altro senza
influire sull’emozione della storia, facendola evolvere in risate e
riflessione. La sceneggiatura scritta da Anne Paulicevich
usa la nascita, le emozioni e le strutture del tango per dare lo
spessore a questi personaggi goffi e inverosimili. Il punto di
vista dello spettatore è quello della guardia carceraria,
interpretata da un bravissimo Francois Damiens, egli riesce
ad essere l’occhio senza giudizi sulla vicenda assurda di questo
nucleo familiare che convive in un esempio forzato di “famiglia
allargata” che porta con sé numerosi segreti e bugie.
JC folgorato dalla sensualità di Alice
e del suo spirito sfacciato e ribelle, viene catturato nel ritmo
vorticoso di questo triangolo, registrando ogni espressione e
parola che avviene nella stanza delle visite, il vero luogo in cui
nascono gli inneschi della storia: la questione della paternità di
Antonio (Zacharie Chasseriaud) e la vita sentimentale di
Alice. Ma è attraverso il cambio di ottica di JC, che pian piano
esce dall’acquario in cui si è costretto a vivere per anni, che
assistiamo ai percorsi dei desideri che si fanno strada e che vanno
oltre le apparenze dei luoghi in cui si vive.
Il regista belga riesce ad
incanalare le emozioni dei suoi personaggi, contraddistinti
perlopiù da rabbia, gelosia e frustrazione nel ritmo del tango. Usa
dettagli lì dove il corpo si esprime meglio al ritmo di passi e
lunghi dialoghi dove vuole far arrivare la risata, bilanciando così
la storia ed arricchendola di sfumature. Prezioso è il lavoro nel
montaggio di Ewin Ryckaert, che in due particolari sequenze,
la prima sala visite e la sequenza in carcere del ballerino
Chico Frumboli sottolinea il ritmo andante dei personaggi ed
il fulcro della storia, l’amore impossibile e il desiderio di
libertà.
Tango Libre esprime la
bravura di Fonteyne nel conoscere il linguaggio cinematografico e i
generi che lo compongono imponendo così uno stile del tutto
originale che lascia il segno, ma gli eventi messi in moto da
sceneggiatura non riescono ad avere la stessa forza nel finale, che
appare eccessivo e forzato.
Avvalendosi della straordinaria
interpretazione di Barbara Sukowa, Margarethe Von
Trotta ricostruisce il periodo newyorkese di Hannah
Arendt, la filosofa ebreo-tedesca che scappò dagli orrori
della Germania hitleriana per rifugiarsi negli Stati Uniti con il
marito Einrich Blucher (un ottimo Axel Milberg).
Tralasciando i primi anni del suo inserimento nel contesto
universitario americano, il film mostra la Arendt inviata del
New Yorker in Israele, dove nel ‘61 assiste al processo
contro il criminale nazista Adolf Eichmann, responsabile della
deportazione degli ebrei dalla Germania e dai Paesi Europei
occupati.
Un incontro che scosse
profondamente le “aspettative” della filosofa, certa che si sarebbe
trovata di fronte a un mostro, la personificazione del male a tutti
gli effetti. E invece nell’aula del tribunale di Gerusalemme
scoprirà un uomo mediocre, un burocrate sottomesso al Terzo Reich,
incapace di pensare in maniera autonoma: un “nessuno” che per tutta
la durata del processo si dichiarerà “non colpevole delle accuse”.
L’enigma del contrasto tra la mediocrità dell’individuo e
l’assoluta malvagità delle sue azioni sarà al centro dei dibattiti
che la Arendt quotidianamente intrattiene col marito, con la fidata
amica-assistente Lotte (Julia Jentsch), e con la
migliore amica americana Mary McCarthy (Janet
McTeer). E che porteranno la Arendt ad una teoria tanto
rivoluzionaria quanto pericolosa, espressa nei 5 articoli in
seguito pubblicati sul New Yoker e custodita nel celebre
libro La banalità nel male, ben presto nel mirino delle
accuse di amici e colleghi.
Hannah Arendt, il film
Distribuito dalla Ripley’s,
Hannah Arendt della Von Trotta non delude e tiene
alta l’attenzione per tutti i suoi 113 minuti, particolarmente
intenso in quei primi piani della protagonista, catturata mentre
riflette in silenzio, che riescono a traghettare lo spettatore
verso la complessità del suo pensiero. La bravura della regista sta
anzitutto nell’aver saputo mostrare lo spessore ed il rigore
filosofico che dominarono interamente la vita della Arendt, senza
nulla togliere al coinvolgimento emotivo del film e alla
scorrevolezza del plot. Un crescendo intellettuale che culmina con
il discorso finale – meraviglioso – che la Arendt tiene nell’aula
universitaria della New School for Social Research, dove nel giro
di 8 minuti spiega la sua volontà di capire, base
imprescindibile delle teorie formulate su Eichmann.
Tra i flashback sulla relazione di
gioventù col filosofo Heiddeger e l’intelligente scelta di usare
filmati d’archivio per mostrare il “vero” Eichmann, il film della
Von Trotta affascina e convince, accompagnato dalle efficaci
musiche di Greg Vittore e dall’ottima fotografia
di Caroline Champetier. Ci auguriamo che, come
ipotizzato dai distributori, Hannah Arendt
continui davvero ad essere proiettato dopo le date stabilite del 27
e 28 gennaio.
Dopo la scottante
delusione per i fan dovuta alla conferma dell’assenza
in Jurassic Worlddello storico
Alan Grant (Sam Neil), qui la notizia, un nuovo volto giunge ad
arricchire il cast del quarto episodio dedicato alla saga
inaugurata da Steven Spielbergnel 1993 e
basata sull’omonimo libro scritto da Michael
Chricton.
La notizia ci giunge direttamente
dall’autorevole tastiera di Ron
Howard che, attraverso un cinguettio sul noto social
network Twitter ha confermato la presenza
di Chris Pratt nel cast
di Jurassic World.
Qui di seguito vi proponiamo il
tweet in questione:
Probabilmente Pratt interpreterà il
ruolo di un ex militare incaricato di scortare il gruppo di
scienziati di cui fa parte Bryce Dallas
Howard, figlia dello stesso Ron
Howard.
Protagonisti della pellicola
sono al momento confermati Chris
Pratt, Bryce Dallas Howard, Ty
Simpkins, Jake Johnson, Nick Robinson e Irrfan
Khan.
Jurassic
World sarà diretto da Colin
Trevorrow (Safety Not Guardanteed),
accompagnato nella sceneggiatura da Derek
Connolly, e arriverà in 3D nelle sale USA a partire
dal 12 Giugno 2015. Frank
Marshall e Pat
Crowley sono i produttori della
pellicola. Steve Spielberg sarà il
produttore esecutivo del sequel ed affiancherà il regista nella
lavorazione del film. In questo quarto capitolo saranno inseriti
nuovi dinosauri acquatici, ma soprattutto un nuovo temibile
dinosauro che potrebbe essere l’erede del famoso T-Rex che tutti
noi ben conosciamo.
Il Sundance Film
Festival, che si terrà fra il 16 ed il 26 gennaio nella
solita Park City, arricchisce il proprio programma di un’ulteriore
pellicola. Proprio nel corso della kermesse dedicata alla
promozione del cinema indipendente, Richard
Linklater presenterà il
suo Boyhood, un film sperimentale
girato nel corso di molti anni.
Boyhoodè un film particolare le cui
riprese iniziarono nel 2002 e si sono protratte sino allo scorso
anno, suddivise in brevi sessioni settimanali nel corso degli anni
al fine di raccontare la storia di due fratelli Mason
(Ellar Coltrane) e Samantha (Lori
Linklater) e di seguire la crescita dello
stesso Coltrane, protagonista della pellicola che al
primo giorno di riprese aveva appena sette anni.
Nel cast, oltre Ellar
Coltrane e Lori
Linklater, risaltano i nomi di Ethan
Hawke e Patricia Arquette.
Richard Linklater
non è nuovo ad esperimenti sulla cronologia dei personaggi. Allo
scorso anno, infatti, risale Before
Midnight, pellicola che vedeva
protagonisti Ethan
Hawke e Julie Delpy, nonché
terzo episodio della trilogia dedicata a Jesse e Celine, una coppia
d’amanti di cui il regista ha analizzato la relazione nel corso
degli anni.
Il film, attorno a cui è innegabile
che vi sia grande curiosità, sarà presentata domenica 19
gennaio.
Come vi avevamo
accennato lo scorso 9 gennaio, l’attrice premio
Oscar Meryl Streep si era pronunciata con
toni non proprio favorevoli nei confronti di Walt Disney, storico padre
di Topolino nonché fondatore
della Walt Disney Company.
Secondo Meryl
Streep, infatti, molti dei colleghi del compianto Mr.
Disney non esitavano a definirlo come un
antisemita bigotto ed un deciso detrattore della figura femminile.
A sostegno delle parole dell’attrice ci giungono recenti le
dichiarazioni di Abigail Disney, nipote
di Roy O. Disney, co-fondatore della
compagnia e fratello del più noto Walt.
Abigail,
intervenuta a distanza di quasi una settimana, ha così esposto il
suo punto di vista: “Antisemita? Accertato. Misogeno?
Certamente!! Razzista? Suvvia ha fatto un film (Il Libro della
Giunga) circa il dover stare ‘con la propria
specie’. […] Di quante
informazioni necessitate ancora? Ma dannazione era davvero bravo
nel fare i film ed il suo lavoro ha reso felici bilioni di persone.
Non c’è nulla da negare.”
Inoltre, in relazione al
recente Saving Mr.
BanksAbigail ha così
continuato: “So che era un uomo dei suoi tempi e posso
perdonarlo, ma Saving Mr. Banks è uno sfacciato
tentativo di tirar fuori un santo dall’uomo. Non era sicuramente un
diavolo, ma neppure un angelo.”
Ed infine, in relazione alle parole
di Meryl Streep: “Ha detto esattamente
quello che ho detto io circa come, nonostante tutto, la sua visione
fosse incredibile ed ha portato gioia a tante persone nel mondo.
Perciò dico Brava Meryl!”.
Attualmente
la Disney sembra aver preferito ignorare la
faccenda non rilasciando alcuna dichiarazione ufficiale.
La Warner Bros.
Pictures ha deciso di far tornare nuovamente al
cinema Gravity, film
rivelazione del 2013 nonché fresco vincitore
del Golden Globes alla miglior regia
per Alfonso Cuaron.
Secondo le ultime
notizie Gravity, il
cui esordio nelle sale risale al 4 ottobre 2013, sarà distribuito
nuovamente venerdì prossimo in oltre 900 cinema sul territorio
nazionale, rilanciando così un prodotto che aveva raccolto oltre
670 milioni di dollari nel mondo.
A commentare questo gradito
ritorno Dan Fellman, presidente del settore
Domestic Distribution alla Warner Bros.
Pictures.
“Siamo elettrizzati dalle tante
approvazioni
per Gravity che hanno
generato un rinnovato passaparola e desiderio di vedere il film,
che sia per la prima volta o una seconda esperienza. Vogliamo dare
al pubblico una nuova opportunità per vederlo così come andava
visto: al cinema.”
La decisione arriva nell’ambito
della campagna pubblicitaria in vista dei
prossimi Academy Awards.
I premi Oscar Sandra
Bullock e George Clooney sono i
protagonisti di Gravity, un thriller
mozzafiato che trascina il pubblico alla deriva nello spazio
profondo.
Gravity, il film
Il film si basa su una
sceneggiatura scritta da Alfonso Cuarón, Jonás
Cuarón, Rodrigo Garcia, mentre
la fotografia è curata da Emmanuel
Lubezki, che ha condotto un lavoro maniacale sulle
numerose sequenze realizzate completamente i CGI e riprese con la
tecnologia stereoscopica. Gravity uscirà
in America e in Italia, in 3D, il prossimo 4
ottobre.
Trama:
Sandra Bullock interpreta la dottoressa Ryan
Stone, un brillante ingegnere medico alla sua prima missione
sullo Shuttle, mentre Matt Kowalsky (George
Clooney) è un astronauta veterano al comando della sua
ultima missione prima del ritiro. Durante quella che sembra una
passeggiata nello spazio di routine, ecco che accade il
terribile incidente. Lo Shuttle viene distrutto e Stone
e Kovalsky rimangono a volteggiare nella più totale oscurità
completamente soli e attaccati l’uno all’altra. Il silenzio
assordante è la conferma della perdita definitiva di ogni contatto
con la Terra e, con esso, ogni speranza di essere salvati. La paura
si trasforma in panico e ogni boccata d’aria consuma il poco
ossigeno rimasto. Ma l’unica strada verso casa potrebbe
essere quella di spingersi ancora più lontano, nella terrificante
distesa dello spazio.
A braccetto con gli
Oscar, ogni anno immancabili e sempre un pizzico più divertenti, ci
sono i Razzie Awards 2014, i premi al peggio del cinema in
circolazione quest’anno. Il decisamente poco ambito riconoscimento
è giunto alla 34esima edizione e visto che domani verranno
annunciate le nomination agli Oscar, un giorno prima (cosa che si
verifica anche con la premiazione) ecco che arrivano le nomination
ai Razzie Awards 2014.
Di seguito la lista dei poco
lusingati nominati:
WORST PICTURE
After Earth
Grown Ups 2
The Lone Ranger
A Madea Christmas
Movie 43
WORST ACTOR
Johnny Depp: The Lone Ranger
Ashton Kutcher: Jobs
Adam Sandler: Grown Ups 2
Jaden Smith: After Earth
Sylvester Stallone: Bullet To The Head, Escape Plan, Grudge
Match
WORST ACTRESS
Halle Berry: Movie 43, The Call
Selena Gomez: Getaway
Lindsay Lohan: The Canyons
Tyler Perry: A Madea Christmas
Naomi Watts: Diana, Movie 43
WORST SUPPORTING ACTRESS
Lady Gaga: Machete Kills
Salma Hayek: Grown Ups 2
Katherine Heigl: The Big Wedding
Kim Kardashian: Tyler Perry’s Temptation
Lindsay Lohan: In-App-Propriate Comedy, Scary Movie 5
WORST SUPPORTING ACTOR
Chris Brown: Battle Of The Year
Larry the Cable Guy: A Madea Christmas
Taylor Lautner: Grown Ups 2
Will Smith: After Earth
Nick Swardson: A Haunted House, Grown Ups 2
WORST DIRECTOR
The 13 People Who Directed Movie 43
Dennis Dugan: Grown Ups 2
Tyler Perry: A Madea Christmas, Temptation
M. Night Shyamalan: After Earth
Gore Verbinski: The Lone Ranger
WORST SCREEN COMBO
The Entire Cast of Groan-Ups, Too
The Entire Cast of Movie 43
Lindsay Lohan & Charlie Sheen: Scary Movie 5
Tyler Perry & EITHER Larry the Cable Guy OR That Worn-Out Wig &
Dress: A Madea Christmas
Jaden Smith & Will Smith on Planet Nepotism: After
Earth
WORST SCREENPLAY
After Earth: Screenplay by Gary Whitta and M. Night Shyamalan,
Story by Will Smith
Grown Ups 2: Written by Fred Wolfe & Adam Sandler & Tim Herlihy
The Lone Ranger: Screen Story & Screenplay by Ted Elliott, Justin
Haythe & Terry Rosso
A Madea Christmas: Written by Tyler Perry
Movie 43: Written by 19 “Screenwriters”
WORST REMAKE, RIP-OFF or SEQUEL
Grown Ups 2
Hangover III
The Lone Ranger
Scary Movie 5
Smurfs 2
Intervenuto nel corso
del Television Critics Association
Tour in merito all’idea dietro il Network
televisivo El Rey e circa la realizzazione
della serie dedicata a Dal Tramonto
all’Alba, Robert Rodriguez si è
lasciato sfuggire alcune dichiarazioni anche sul secondo capito
della serie dedicata alle graphic novel di Frank
Miller Sin City: A Dame ToKill
For, seguito della pellicola pubblicata nel 2005.
Interrogato circa l’evoluzione della
tecnologia dietro Sin City
nell’ultimo decennio, Rodriguez si è
così pronunciato:
“Quella tecnologia è migliorata
molto. Abbiamo girato in 3D, così sarà come essere completamente
immersi nel mondo di Sin City. Ciò che è
davvero straordinario sono le storie ed i personaggi. Quando
vedrete il primo trailer vi verrà da dire ‘Ok, voglio andare lì’
Vorrete davvero tornare in quel mondo. Questo è ciò che amo della
TV. Quando creiamo qualcosa saremo in grado di tenere le persone in
quel mondo solo se lo ameranno. La gente è arrabbiata perché ha
dovuto aspettare a lungo. Sono passati sette anni dall’ultimo
Sin City. Se riusciremo a fare qualcosa e ad
essere innovativi, e creeremo qualcosa di veramente cool
continueremo ad andare avanti, così la gente potrà fare di ciò pare
della loro dieta.”
Il cinema è sempre stato sensibile
alla materia dell’Olocausto, grandi capolavori del cinema sono nati
sulle ceneri di questa immane tragedia dell’umanità voluta
dall’umanità stessa, e il grande maestro Alfred
Hitchcock, noto per i suoi racconti dell’orrore delle
umane storture non è certo rimasto insensibile alla materia.
Uscirà infatti entro quest’anno la
versione integrale del documentario girato dal grande regista sulla
liberazione dei lager nazisti. L’Imperial war museum sta infatti
lavorando al restauro della pellicola includendo nel lavoro del
materiale mai utilizzato e che parte da un primo blocco che
Hitchcock elaborò, su richiesta dell’amico
produttore Sidney Bernstein, partendo dal
materiale girato nel 1945 sul campo dai militari americani e russi
che liberarono i campi di concentramento in territorio nazista. Ma
il regista lasciò l’opera incompiuta, turbato dall’orrore che le
immagini mostravano.
Il materiale venne accantonato in un primo momento perchè troppo
crudo e sicuramente un ostacolo per la pace europea, ma venne poi
razionalizzato in un film presentato nel 1984 al Festival di
Berlino, con il titolo Memory of the
camps, trasmesso poi dalla tv statunitense Pbs.Di
seguito una versione parziale del lavoro di
Hitchcock, che sarà disponibile entro quest’anno
in versione integrale:
Si intitolerà “All Hail
The King” l’ inedito corto Marvel che sarà tra i contenuti
speciali di Thor The Dark Worldche sarà
disponibile in Blu-ray 3D, Blu-ray e DVD dal 12 marzo. Dopo i fatti
narrati in Iron
Man 3, Trevor Slattery, è imprigionato in un
carcere di massima sicurezza. Questo nuovo ruolo ha portato a
Trevor tantissima visibilità mediatica e così l’attore accetta di
farsi intervistare per un documentario che riserverà molte
sorprese.
Diretto da Drew
Pearce e interpretato da Sir Ben
Kingsleyn e Scoot McNairy “All Hail The
King” terrà i fan dei supereroi Marvel con il fiato sospeso per 14
adrenalinici minuti. Scopri le prime immagini a questo link.
Il film MarvelThor: The Dark Worldriporta
sul grande schermo Thor, il potente vendicatore, in lotta per
salvare la Terra e i Nove Regni da un oscuro nemico più antico
dell’universo stesso. Dopo i film MarvelThor e The
Avengers, Thor torna a combattere per riportare l’ordine tra i
pianeti… ma un’antica dinastia dominata dallo spietato Malekith
minaccia di far ripiombare l’universo nell’oscurità. Di fronte a un
nemico al quale né Odino né Asgard riescono a opporsi, Thor deve
intraprendere il viaggio più pericoloso e introspettivo della sua
vita, costretto a stringere un’alleanza con lo sleale Loki per
salvare non solo il suo popolo e coloro che ama… ma l’intero
universo.
Non arrivano buone notizie
per The Wolf of Wall
Street, ultima fatica cinematografica
firmata Martin Scorsese ed interpretata
da Leonardo Di Caprio, ormai assiduo
collaboratore del regista newyorkese e reduce del trionfo
ai Golden Globe in qualità di miglior attore
protagonista.
Fonti dell’ultima ora rivelano che
la pellicola, indubbiamente carica di contenuti a sfondo sessuale e
di espliciti riferimenti all’uso di droghe, sarebbe in procinto di
essere bannata dai mercati di Malesia e Nepal, mentre sarà soggetta
ad una forte censura in India e Libano. La situazione non
differisce a Singapore dove The Wolf of Wall
Streetsarà sottoposto a numerosi tagli e
proiettato unicamente in un ristretto numero di sale autorizzate in
cui la visione sarà ammessa solamente agli over 21.
In India sarebbe stata tagliata
addirittura la sequenza iniziale del film, oltre ad altre due a
sfondo sessuale, quali un’orgia gay e l’atto di masturbazione
pubblica da parte di Jonah Hill.
Christian Mercuri,
presidente della Red Granite, compagnia che
ha preso parte alla produzione del film, ha così commentato la
questione:
“Alcuni contenuti del film lo
rendono difficile in certi territori in cui è prevista una censura
capace di bannare la pellicola. Certamente ci dispiace che qualcuno
stia tagliando il nostro film, ma ogni territorio è
differente.”
Inoltre Mercuri ha voluto esprimere un
pensiero su ciò che gli sembra essere un paradosso: “Se hai un
film altamente violento questo non sarà un problema negli Stati
Uniti, in Asia o in Medio Oriente, al contrario sarà un problema in
Europa.”
Questa la trama del film: Jordan
Belfort, uno dei broker di maggior successo nella storia di Wall
Street, viene condannato a 20 mesi di carcere dopo aver rifiutato
di collaborare alle indagini su di un massiccio caso di frode atto
a svelare la diffusa corruzione vigente negli anni ’90 a Wall
Street e nel mondo bancario americano. Il film è l’adattamento
cinematografico dell’omonimo libro autobiografico di Jordan
Belfort. La pellicola segna la quinta collaborazione tra Martin Scorsese e
Leonardo DiCaprio.
Durante la produzione di
Lo Saguardo di Satana Carrie, era stato
annunciato che il film avrebbe previsto, nella versione home video,
un finale alternativo. Grazie a peliblog.com vi mostriamo una
versione bootleg del filmato che, per fortuna, non è finito nel
final cut del film che vedrete al cinema.
Vi ricordiamo
cheCarrieè il remake del
film del 1976 diretto da Brian De
Palma. Ad interpretare il ruolo che fu
di Sissy Spacek ci sarà, per questa
versione del 2013, la
giovane Chloe Grace Moretz,
mentre Julianne Moore interpreta
la sua fanatica madre. Il film uscirà il 16 gennaio in Italia.
Completato il cast del film diretto
da Kimberly Peirce (Boys don’t
cry)Alex
Russell, Ansel
Elgort, Gabriella
Wilde. La pellicola è basata sull’omonimo
romanzo breve di Stephen King.
Trama: Tratto dal romanzo di Stephen
King, il film è il remake di Carrie, lo sguardo di Satana diretto
nel 1976 da Brian De Palma con protagonista Sissy Spacek.
Protagonista della storia è Carrie White, un’adolescente
complessata per l’educazione sbagliata ricevuta dalla madre nonché
zimbello della scuola dove viene ridicolizzata di continuo. Quando
Carrie scopre di avere dei misteriosi poteri telecinetici inizierà
ad usarli per vendicarsi.
Ecco finalmente la
lista di tutti i film che saranno presentati nel corso della
64esima edizione del Festival Internazionale del Film
di Berlino, importante evento di cinema in Europa che si
tiene in Germani dal 6 al 12 Febbraio.
Ecco la lista dal sito ufficiale del Festival:
Bai Ri Yan Huo (Black Coal, Thin
Ice)
People’s Republic of China
By Yinan Diao (Night Train, Uniform)
With Fan Liao, Lun Mei Gwei, Xuebing Wang
World premiere
Boyhood
USA
By Richard Linklater (Before Midnight, Me & Orson
Welles)
With Patricia Arquette, Ethan Hawke, Ellar Coltrane, Lorelei
Linklater
International premiere
Chiisai Ouchi (The Little
House)
Japan
By Yoji Yamada (Tokyo Family, About Her
Brother)
With Takako Matsu, Haru Kuroki, Hidetaka Yoshioka, Satoshi
Tsumabuki,
Chieko Baisho
International premiere
Historia del miedo (History of
Fear)
Argentina / Uruguay / Germany / France
By Benjamin Naishtat – Feature debut
With Jonathan Da Rosa, Claudia Cantero, Mirella Pascual, Cesar
Bordon, Tatiana Gimenez
World premiere
Jack
Germany
By Edward Berger
With Ivo Pietzcker, Georg Arms, Luise Heyer, Vincent Redetzki,
Jacob Matschenz, Nele Mueller-Stöfen
World premiere
Kraftidioten (In Order of
Disappearance)
Norway
By Hans Petter Moland (A Somewhat Gentle Man, The
Beautiful Country)
With Stellan Skarsgård, Bruno Ganz, Pål Sverre Hagen, Birgitte
Hjort Sørensen, Jakob Oftebro, Anders Baasmo Christiansen
World premiere
Kreuzweg (Stations of the Cross)
Germany
By Dietrich Brüggemann (Move; Renn, wenn du
kannst)
With Lea van Acken, Franziska Weisz, Florian Stetter
World premiere
La belle et la bête (Beauty and the Beast)
France / Germany
By Christophe Gans (Silent Hill, Brotherhood of the
Wolf)
With Vincent Cassel, Léa Seydoux, André Dussollier
International premiere – Out of competition
La tercera orilla (The Third Side of the
River)
Argentina / Germany / Netherlands
By Celina Murga (A Week Alone, Ana and the
Others, Normal School)
With Alian Devetac, Daniel Veronese, Gaby Ferrero, Irina Wetzel,
Dylan Agostini van del Boch
World premiere
La voie de l‘ennemi (Two Men in
Town)
France / Algeria / USA / Belgium
By Rachid Bouchareb (London River, Little
Senegal)
With Forest Whitaker, Harvey Keitel, Brenda Blethyn, Luis
Guzmán, Dolores Heredia
World premiere
Macondo
Austria
By Sudabeh Mortezai – Feature debut
With Ramasan Minkailov, Aslan Elbiev, Kheda Gazieva
World premiere
Praia do Futuro
Brazil / Germany
By Karim Aïnouz (Suely in the Sky, Madame
Satã)
With Wagner Moura, Clemens Schick, Jesuita Barbosa
World premiere
Tui Na (Blind Massage)
People’s Republic of China / France
By Ye Lou (Mistery, Suzhou River)
With Hao Qin, Xiaodong Guo, Lei Zhang
World premiere
Wu Ren Qu (No Man’s Land)
People’s Republic of China
By Hao Ning (Crazy Stone, Mongolian Ping
Pong)
With Zheng Xu, Nan Yu, Bo Huang, Bujie Duo
International premiere
Zwischen Welten (Inbetween
Worlds)
Germany
By Feo Aladag (When We Leave)
With Ronald Zehrfeld
World premiere
Non prendete impegni
per il 13 febbraio 2015! Arriva al cinema l’omonimo remake di
Poltergeist, film del 1982 diretto da
Tobe Hooper e prodotto nientemeno che da
Steven Spielberg. Ovviamente la
data d’uscita è relativa al mercato USA e non sappiamo ancora con
certezza quando (e se) il film arriverà da noi in Italia.
Nel remake Rosmarie
DeWitt e Sam Rockwell
interpretano il ruolo dei coniugi Bowen, i genitori di
una sventurata ragazzina che sarà posseduta da oscure forze
paranormali. Jared Harris, invece,
interpreterà la figura di Carrigan, un ex professore universitario
impegnato con la conduzione di una trasmissione
intitolata Pulitori di Case Infestate.
Gil Kenan dirigerà da una
sceneggiatura
di David Lindsay-Abaire, con
Sam Raimi, Rob Tapert e
Roy Lee nel ruolo di produttori.
Mr. Peabody e
Sherman è diretto da Rob Minkoff, e
porterà sullo schermo le creazioni di Ted
Key, che aveva presentato i due
personaggi all’interno della serie animata Rocky e
Bullwinkle, lo scoiattolo e l’alce già
protagonnisti, nel 2001, del lungometraggio Le
avventure di Rocky e Bullwinkle.
La storia vede
protagonisti Peabody, un cane scienziato che in compagnia di un
bambino di nome Sherman viaggia nel tempo. Ecco la sinossi
ufficiale del film:
Mr. Peabody (voce originale di Ty
Burrell, vincitore di un Emmy Award® con “Modern Family”) è un
maniaco del lavoro, inventore, scienziato, premio Nobel,
buongustaio, vincitore di due medaglie olimpiche, un genio… che si
dà il caso sia un cane. Utilizzando la sua invenzione più
ingegnosa, la macchina WABAC, Mr. Peabody e Sherman (Max Charles –
“The Amazing Spider-Man”), il ragazzo
da lui adottato, tornano indietro nel tempo e vivono in prima
persona alcuni eventi epocali, oltre a interagire con alcune delle
maggiori personalità del passato. Ma quando Sherman trasgredisce le
regole dei viaggi nel tempo, i nostri due eroi devono correre ai
ripari per ripristinare la storia e salvare il futuro, mentre Mr.
Peabody deve affrontare la maggiore sfida della sua vita: diventare
padre.
Basato sulle reali vicende accorse
al comandante Luttrell, raccolte nell’omonimo libro redatto dopo
essere sopravvissuto al massacro, Lone Survivor è una
pellicola propagandistica del puro e sano spirito bellico made
in USA, dove la retorica e il patriottismo spicciolo fanno da
padroni.
In Lone Survivor
il tenente dei Navy SEAL Marcus Luttrell viene incaricato di
condurre la sua squadra in una pericolosa missione con cui
individuare e uccidere il leader di un gruppo di talebani. I sei
soldati scelti cadranno vittime di un’imboscata nel mezzo della
zona montuosa di Hindu Kush, venendo uccisi uno alla volta. Rimasto
solo, Luttrel si trova a dover fuggire dai suoi aguzzini, ferito e
braccato come una bestia in gabbia.
Peter Berg, dopo essersi
fatto le ossa nei territori del fanta-action con Battleship, scrive e dirige un prodotto adatto alle
campagne di reclutamento militari, uno spot di 115 minuti dove il
più classico degli stereotipi, Afghanistan terra d’inferno,
capeggia a caratteri cubitali. Dopo una partenza a dir poco
boccheggiante, dove per oltre mezz’ora si indugia sulle estenuanti
tecniche di preparazione dei prestanti soldati a stelle e strisce e
sui virili riti di iniziazione da caserma (il tutto condito con
filmati di repertorio e una spolverata di grasso gergo militare),
ecco che il prodotto comica a farsi interessante.
Berg ci accompagna in un’escalation
di violenza, un vero tripudio di esplosioni e combattimenti da
caccia grossa obbiettivamente ben orchestrati, fino a culminare
nell’eliminazione progressiva dei cinque membri della squadra, una
selezione di guerra dai toni epici ed allegorici, passando da un
punto di vista corale ad una visione monoculare, quella del tenente
Luttrell, interpretato da un Mark Wahlberg intenso e perfettamente in parte, anche se
un poco appesantito, il quale ci trasporta in un’atmosfera
claustrofobica, un climax ascendente pieno risvolti, alcuni in
verità un poco telefonati.
Ed è qui che il tutto sprofonda in
una sequela di luoghi comuni e di ovvietà storico-culturali post 11
settembre che ormai appaiono rancide e viziate. Menzione d’onore
alla fotografia graffiante di Tobias A.Schliessler e
soprattutto al truculento e realistico make-up di Corey
Welk, che in alcune sequenze riesce a rendere a tal punto la
crudezza del reale da sfiorare il gore puro. Un cast che nel
complesso può dirsi perfettamente all’altezza dell’intero progetto,
una squadra di veri soldati arrabbiati che comprende Taylor Kitsch, Emile Hirsch, Ben Foster ed Eric Bana. Insomma, gli ingredienti ci sono tutti.
Quello che manca è però il
contenuto, il quale appare come un tentativo, nemmeno troppo
celato, di unire Zero Dark Thirty e Green
Zone, anche se Berg purtroppo non possiede per nulla la
capacità narrativa della Bigelow e nemmeno la forza estetica di
Greengrass. Un ennesimo giocattolo per i guerrafondai che di sicuro
causerà non poche irritazioni ai veri amanti dell’action militare,
abituati a ben altro tenore di storie.
Se quest’anno appena
trascorso si farà ricordare, da un punto di vista cinematografico,
soprattutto per Frozen il regno di
ghiaccio e per il suo meritatissimo successo,
possiamo assicurare a tutti i super fan della Disney che il 2014
promette molto materiale per cui …. impazzire! Eh si, perchè la
casa di Topolino ha in previsione per l’anno diversi titoli in
uscita, qualche film originale, qualche sequel e qualche rilettura
di classici. E cominciamo a vedere proprio la rilettura per
eccellenza, ovvero Maleficent, il film
che vedrà protagonista Angelina Jolie nei panni
terrificanti di Malefica, la fata cattiva che ha stregato Aurora,
la Bella Addormentata. Il film sarà una
riproposizione della classica storia Disney, ma dal punto di vista
della cattiva. Emozionati?
Grande spazio, come da tradizione, agli animali: la Disney per
il 2014 ci presenterà un documentario sugli orsi,
Bears, che seguirà da vicino due mamme
orse in Alaska e osserva tutte le dinamiche della loro famiglia.
Seguirà poi The Good Dinosaur, storia che
racconta di una possibile convivenza tra dinosauri e uomini: cosa
sarebbe accaduto se i dinosauri non si fossero estinti? Questa è
l’ipotesi disneyana.
Grande atteso è
Saving Mr. Banks, storia della
realizzazione del capolavoro Mary poppins che vedrà fronteggiarsi
Emma Thompson nei panni della rigida scrittrice
Pamela Lyndon Travers con Tom Hanks, nei pasciuti
panni di un cordiale Mr. Walt Disney. Il film promette divertimento
e lacrime, in piena tradizione!
Anche la Disney non poteva mancare all’appuntamento con i
sequel. Nel 2014 infatti usciranno al cinema due film appartenenti
a franchise di successo targati Disney: National
Treasure 3, in cui vedremo di nuovo Nicolas
Cage alle prese con tesori di archeologia nascosti;
Muppets the Most Wanted, sequel de
I Muppets, che ci riporterà nel colorato
e folle mondo di Kermit la Rana.
Siete pronti per un grande anno Disney?
Non accennano a fermarsi le voci
sul secondo capitolo di Man of Steel e
in particolare sul tipo di costume che indosserà Gal
Gadot per interpretare Wonder Woman, particolare sul quale la casa di
produzione del film sta cercando di mantenere il più grande
riserbo.
Questa volta però è il costumista
ufficiale del film a parlarcene. In un’intervista al New York
Times Michael Wilkinson, storico collaboratore di
Zack Snyder che lo ha avuto in 300 e in
Man of Steel, ha rivelato infatti che sta
cercando di dare al personaggio di Wonder Woman un look nuovo di
zecca.
“Al momento, sto progettando i
costumi per Batman Vs Superman ed è un onore avere la
possibilità di creare il look per personaggi così iconici come
Wonder Woman. La cosa interessante è che il mio approccio è sempre
lo stesso, non importa il genere o il periodo perchè io utilizzo
sempre gli stessi strumenti: silhouette , tessuto, colore , drappo,
sono questi gli strumenti che uso per contribuire a raccontare la
storia e illuminare la vita interiore dei personaggi” .
Naturalmente, questa descrizione
piuttosto vaga potrebbe essere interpretata in tanti modi. il
costumista potrebbe fare riferimento alla creazione di un nuovo
costume di Wonder Woman basato sui suoi precedenti look. Oppure
potrebbe partire dal storico costume di Wonder Woman per poi
modernizzarlo.
“Mi è stata data l’opportunità
di affrontare una vasta gamma di generi con il mio lavoro:
supereroi, epoca contemporanea, periodi storici, la fantascienza.
Mi sento stimolato come artista ed è una continua sfida per me.
“
Ricordiamo che Batman Vs Superman vedrà il
ritorno
di Henry Cavill come Superman,
insieme a Ben Affleck nel
ruolo di Batman. Nel cast anche Amy Adams,
Diane Lane, Gal
Gadote Laurence Fishburne.
Batman vs Superman uscirà
nei cinema il 17
luglio 2015.
Nei giorni scorsi l’emittente
televisiva canadese ET ha fatto visita sul set del reboot di
Godzilla regalandoci un bellissimo
dietro le quinte e le prime intervista ai protagonisti del film,
Bryan Cranston e Aaron
Taylor-Johnson.
Sotto è possibile vedere il video
nel quale Bryan Cranston dice di essere fin da
bambino un fan del mostro giapponese e di essere entusiasta di
poter interpretare un ruolo nel film. Talmente contento da
improvvisare una lezione di “ruggito” con la fortunata
giornalista.
Vi ricordiamo che Godzilla, diretto
da Gareth
Edwards,comprende nel cast attori
del calibro di
Aaron Taylor-Johnson, Bryan
Cranston, Elizabeth
Olsen David Strathairn, Juliette
Binoche e la new entry Ken
Watanabe. La pellicola arriverà in Italia il 15 Maggio
2014. Akira Takarada, protagonista della pellicola
originale, dovrebbe, inoltre, avere anche una piccola parte in
questa rivisitazione, tornando sul set
di Godzillaa
sessanta anni di distanza dalla sua interpretazione.
Scritto da Max
Borenstein, che ha rielaborato uno script
di David S. Goyer e David
Callaham, Godzillasarà
il film di punta della Warner Bros dell’anno 2014, visto
che la data di uscita preventivata è stata infatti individuata nel
16 maggio 2014. Un film da cui la produzione si aspetta
molto che, però, dovrà scontrarsi al botteghino con altre pellicole
in uscita nello stesso periodo, quali The Amazing
Spiderman 2, il reboot delle tartarughe ninja e il
sequel dell’Alba del pianeta delle scimmie.
E’ stata un’innovativa prodezza di
marketing quella compiuta dalla macchina promozionale del
film, Davil’s Due, Horror di
prossima uscita a low-budget. Infatti, in una trovata molto
contorta un bambino demoniaco in una carrozzina è stato lasciato
per strada, spuntando con la sua testolina posseduta e spaventando
i passanti ignari.
Il prankvertisement, come viene
chiamata adesso questo tipo di attività promozionale, è l’ultimo
lavoro dell’agenzia Thinkmodo.
La Thinkmodo
aveva prodotto anche un evento simile per l’uscita di Carrie, remake del film di
Brian de Palma in uscita in questo periodo.
Quest’altra trovate era caratterizzata da una ragazza telecinetica
che compie prodigi in un coffee shop. Il video ha avuto
una diffiusione di oltre 53 milioni di visualizzazioni:
Davil’s Due è
un film che sarà distribuito da 20th Century Fox il 17 Gennaio
negli USA. Nel cast del film low budget diretto da Matt
Bettinelli – Olpin e Tyler Gillett ci sono Allison Miller e
Zach Gilford. Il film è scritto da Lindsay Devlin ed è
prodotto da Davis Entertainment. La storia ruota attorno ad
una coppia di sposini che affrontano una gravidanza non prevista e
che la moglie vive come un cambiamento inaspettato e sinistro,
credendo che l’origine sia tutt’altro che normale. Il film ricorda
molto il plot di Rosemary Baby di Roman Polanski, a sua volta
tratto dall’omonimo romanzo. In Italia la pellicola si intitolerà
La stirpe del male e uscirà a Maggio del 2014.