Questa mattina presso il cinema The
Space di Piazza delle Repubblica è stato presentato il secondo film
di Rocco Papaleo, Una piccola impresa
meridionale. Alla conferenza stampa hanno partecipato il
cast al completo. Il produttore Arturo Paglia, il
distributore Warner Bros Nicola Maccanico, lo sceneggiatore
Walter Lupo e la cantante Enrica Mou.
La conferenza stampa inizia con una
precisazione da parte dell’attore e regista Rocco
Papaleo che ricorda Francesco Nardi il capo
truccatore a cui il regista era legato da anni e ha voluto dedicare
il film.
Rocco Papaleo questo è il tuo
secondo film, come è stata questa seconda esperienza?
R.P: Io sono molto
orgoglioso di aver avuto la fortuna di potermi esprimere di nuovo
con una pellicola e non era scontato tutto ciò, quando con Walter
Lupo ci siamo messi a pensare di fare un film la prima volta e
soprattutto una seconda… poi il secondo film è quello del crollo,
in genere e ancora non è detto perché non so come l’avete presa! Io
amo molto questo film che è stato reso possibile grazie
all’incoscienza dei miei produttori Arturo Paglia e
Isabella Cocuzza, che hanno questa prerogativa di lasciarmi
fare, non mi dicono niente, mi fanno giocare con la macchina da
presa, devo molto a loro per essere tenuto sguinzagliato a
raccontare le mie pippe! Grazie alla Warner Bros, una grande
distribuzione che ha avuto fiducia a monte del progetto, prima
ancora di vederlo realizzato, incoscienti anche loro, persone che
se le vedete sembrano delle persone serie, credibili e anche loro
venivano sul set a controllare ma non controllavano secondo me,
perché alla fine ho fatto come c***o mi pareva! Grazie a Walter
Lupo che da vent’anni mi sostiene anche lui con una pazienza,
che sinceramente non esiste in natura. Grazie a tutto questo
meraviglioso cast.
Un film che ha avuto il privilegio
di avere delle componenti tecniche di primissimo piano, magari il
film vi fa cagare ma non potete negare che non ci sia una
bellissima fotografia di Fabio Zamarion in questi luoghi
straordinari…che rivedendolo ieri, mi veniva voglia di buttarmi
nello schermo e stare lì dentro e riviverla quella storia, questi
luoghi meravigliosi sardi. La Sardegna non turistica, si parla di
Cabras, penisola del Sinis, in provincia di Oristano, un posto poco
gettonato e incantevole proprio per questa ragione, questi luoghi
che sono stati sviscerati e che sono stati ricostruiti in parte
dalla preziosa collaborazione di Sonia Peng, la mia adorata
ex moglie, che ha fatto un lavoro straordinario, anche per
questioni logistiche, per fare il faro prima e dopo. Non è stato
semplice ricreare l’arredamento, con il riciclaggio. Grazio a
Claudio Cordaro, costumista straordinario che non si vede
proprio che sono costumi, sembriamo veramente delle persone che si
sono vestite da sole. Volevo ringraziare anche il mio montatore,
Cristian Lombardi con cui ho già montato Basilicata
coast to coast, con cui ho chiusi il film al famoso quinto
piano di casa mia…famoso per me, voi che c***o ne sapete!!! siamo
stati tre o quattro mesi lì dentro a montare e smontare materiale,
gli devo tanto perché non mi asseconda, anzi è molto critico ed è
un bellissimo rapporto il nostro, che è diventato poi anche di
amicizia, quasi fratellanza. Rita Marco Tulli, il mio idolo
musicale…lei è la sintesi musicale più affascinante, è qualcosa di
molto speciale.
Basilcata Coast to Coast
è stata una rivoluzione, quale è stato l’effetto più
rilevante?
R.P.:Il mio primo film è
stato per me un passepartout eccezionale, ha provocato tante cose
per me e alla mia regione, che poi mi ha voluto contrastare,
giustamente e demagogicamente, ma una regione che dopo Basilicata
coast to coast si è data una scossa, una spinta, ha creato la
Lucana Film Commission, sapete tutti quanto è importante per
una regione avere una film commission per i luoghi e il
territorio.
C’è molta musica, in particolare
canzoni, quanto ha influenzato il film?
R.P.:La musica è la mia
materia, è il posto dell’anima, parte tutto da lì. Ho sempre
suonato e quindi sono completamente immerso nella questione
musicale ed ho cercato chiaramente di trasferirla. L’incontro con
Riccardo Scamarcio e Barbora Bobulova è avvenuta intorno ad un idea
musicale così con tutti. Perché anche chi non canta si è dovuto,
spero amabilmente, caricare di questa responsabilità di cantare
senza farsene accorgere.
R.S.:Io ho letto il
copione che Rocco ha mandato e poi ci siamo incontrati dopo una
settimana ci siamo visti a casa mia e quindi mi ha spiegato che
Arturo è un pianista e un musicista ‘mi farebbe piacere se tu
cantassi una canzone’ e mi ha fatto ascoltare La tua parte
imperfetta, che io trovo una canzone folgorante, forse perché
ho subito capito che avrei voluto cantarla visto che non ha delle
tonalità altissime, perché la canzone è veramente bella, diciamo ha
questo…
R.P.:Dillo a loro, non
dirlo a me!
R.S.:Ma chi l’ha scritta?
L’hai scritta tu?
R.P.:L’ho scritta io in
un momento così…di debolezza.
R.S.:(ride) Quindi
questa cosa mi ha molto interessato, l’idea di poter cantare mi
piaceva molto in un film, quindi avevo anche la scusa del
personaggio potevo andare anche al di là del mio pudore e poter
vivere questa esperienza di cantante.
B.B.:Io vorrei
ringraziare Rocco per questo personaggio per avermi fatto un regalo
con Magnolia, la cosa divertente è stata quella di cantare. È nato
tutto a casa mia, mi ha dato la sceneggiatura ed ha visto che a
casa ho una pianola, un karaoke professionale e mi ha chiesto se
cantavo ‘si si io canto, faccio delle serate con degli amici, canto
un po’ così a casa’ e lui ‘cantami qualcosa’ e ho cantato Sole
spento di Caterina Caselli e lui ‘bellissimo lo voglio, lo
voglio nel mio film’ e così è nata anche l’idea che canto
discretamente nel film.
Sara Felberbaum il tuo personaggio
come è nato?
S.F.: Anche io vorrei
ringraziare Rocco perché per me è stato un ruolo completamente
diverso per una volta. Mi ricordo la prima volta che ne abbiamo
parlato eravamo in teatro: ‘tu sai ballare?’ ‘no’, ‘tu sia
cantare?’ ‘no’, ‘sai fare un accento straniero?’ ‘mai fatto!’ e da
lì ho detto ‘non lo sentirò mai più! Non mi chiamerà mai!’ e invece
ci siamo visti a casa di Barboura ed è nato questo
meraviglioso…
R.P.: Ma solo perché abiti a Ostia!
S.F.: Troppo lontano!…e abbiamo creato questo
personaggio che amo, amo veramente tantissimo, in cui mi sono
sentita libera e Rocco mi ha dato carta bianca, lo abbiamo
costruito un po’ insieme. E ringrazio anche Barbora per quelle
poche parole che sono riuscita a ripetere nel film.
Come è nata la collaborazione con
Enrica Mou?
R.P.: Il film era finito
eravamo abbastanza soddisfatti, io personalmente lo ero gli altri
facevano finta di esserlo. Il mio compagnuccio Giovanni
Esposito mi ha messo una pulce nell’orecchio dicendo che
mancava qualcosa, il giorno dopo ho ascoltato una canzone, così mi
è arrivata all’orecchio grazie ai produttori, la canzone di
Enrica Mou Dove cadono i fulmini che non lo aveva
fatto per questo scopo ma forse inconsciamente si, perché sembrava
la canzone che avrei dovuto scrivere per completare questo film.
L’ho conosciuta e non ho potuto a meno di inserirla e abbiamo
creato una sequenza nuova proprio per mettere dentro la canzone che
è una piccola gemma molto preziosa, che al film ha dato quel tocco
che soltanto una piccola divinità pugliese poteva dare, Grazie
Enrica.
Il film ti assomiglia molto,
quello che non convince è il tocco moralista finale, che intacca
l’intelligenza del film.
R.P.: è vero in parte,
sono stato suggestionato dall’immagine che mi si era formata nella
mente e abbiamo costruito tutta la storia per arrivare a questa
immagine, quindi capisco che c’è qualcosa che poteva essere meno
retorico però sono andata fino infondo alla retorica, perché mi
interessava dare un immagine di un certo tipo, che potesse
innescare una reazione forte, un immagine che non è consueta. Quel
tentativo di usare la retorica, perdendo in brillantezza, per
essere efficace in quello che deve essere anche un film, una sorta
di mina vagante.
Alter Lupo le storie del film
sono molte, quale è l’idea che ha messo in moto la
narrazione?
W.L.: La nostra idea è
quella di trattare il pregiudizio, perché questi personaggi
potrebbero essere vittime di pregiudizi però sottraendo alla
retorica il più possibile, come avete visto, nessuno nel film fa
discorsi diretti, perché l’idea di fondo è molto semplice. L’idea
del giudizio invece del pregiudizio con il tentativo di
interpretarla in maniera leggera.
Una piccola impresa
meridionale uscirà in 400 copie dal 17 Ottobre al
cinema.
