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Julie ha un segreto: recensione del dramma di Leonardo Van Dijl

Julie ha un segreto: recensione del dramma di Leonardo Van Dijl

Julie, agli occhi del mondo, incarna l’ideale dell’adolescente perfetta: brillante, disciplinata, determinata. È una studentessa modello e una promessa del tennis, ammirata dai coetanei e considerata la punta di diamante dell’accademia d’élite sportiva che frequenta. Per lei, il tennis non è solo una passione: Julie e la sua racchetta sembrano inseparabili, come se l’una non potesse esistere senza l’altra. Ma basta uno sguardo per intuire che qualcosa non torna. Fin dalle primissime inquadrature, i suoi occhi raccontano un’altra storia: uno smarrimento sottile, uno sguardo spento, quasi impaurito.

Con Julie ha un segreto (Julie Keeps Quiet), il regista e sceneggiatore belga Leonardo Van Dijil firma un esordio nel lungometraggio che sorprende per maturità e sensibilità. Il film, distribuito da I Wonder Pictures in collaborazione con Unipol Biografilm Collection, arriva nelle sale italiane il 24 aprile, dopo aver debuttato in anteprima mondiale alla Semaine de la Critique del Festival di Cannes 2024 e in anteprima nazionale alla Festa del Cinema di Roma, nella sezione autonoma e parallela Alice nella Città.

Julie ha un segreto - In foto gli attori Pierre Gervais e Tessa Van den Broeck.
Julie ha un segreto – In foto gli attori Pierre Gervais e Tessa Van den Broeck.

La storia di Julie ha un segreto

Scatta da un lato all’altro del campo, salta, serve, schiaccia, risponde con una volée fulminea: Julie – interpretata da una sorprendente Tessa Van den Broeck, al suo debutto sul grande schermo – è una giovane promessa del tennis. Ma a testimoniarlo non è soltanto la vittoria nella categoria juniores della prestigiosa Federazione Belga: a parlare per lei sono la concentrazione tagliente, la grinta che le si legge negli occhi, la compostezza elegante con cui domina ogni scambio. In campo, Julie sembra invincibile. Intoccabile.

Finché una tragedia inaspettata scuote l’equilibrio dell’accademia d’élite in cui si allena: una morte improvvisa, inspiegabile, che coinvolge il suo allenatore, sospeso e posto sotto inchiesta per presunti comportamenti inappropriati. All’improvviso, tutto si incrina. Gli studenti vengono convocati per testimoniare, cercando di mettere insieme i pezzi di una storia frammentata, per dare un senso a un gesto estremo compiuto da una loro coetanea. Tutti hanno qualcosa da dire. Tutti, tranne Julie. Lei, che forse più di chiunque altro conosce la verità, si rifugia in un silenzio carico di tensione, che cresce scena dopo scena come un urlo trattenuto. Cosa la blocca? Cosa cerca di proteggere… o nascondere? Quale segreto ha Julie?

Julie ha un segreto - In foto l'attrice protagonista Tessa Van den Broeck.
Julie ha un segreto – In foto l’attrice protagonista Tessa Van den Broeck.

Il dolore raccontato attraverso ombre e omissioni

Leonardo Van Dijl mette in scena una storia fatta di silenzi, esitazioni, verità sospese. Ed è proprio in questi spazi vuoti, nei non detti, che prende forma la vera narrazione del dramma Julie ha un segreto. Il film si sviluppa come un viaggio delicato e stratificato all’interno del mondo interiore della giovane protagonista, con uno sguardo che si posa su di lei senza mai forzarla, ma accompagnandola con rispetto e misura.

I dialoghi sono ridotti all’essenziale, mentre le immagini parlano attraverso un raffinato gioco di luci e ombre, specchio fedele delle oscurità che Julie si porta dentro. Ombre di una violenza taciuta, di una perdita, di un’oppressione tanto profonda da intrappolarla proprio in ciò che le dà un’identità: il tennis. La sua ragione di vita diventa così anche la sua gabbia. Il ritmo, volutamente lento e talvolta angosciante, richiede allo spettatore la stessa concentrazione e resistenza mentale che richiederebbe una partita giocata su tre set. Ma è in questa lentezza che si annida la forza del film: ogni scelta estetica – dalle inquadrature che celano più di quanto rivelano, ai volti spesso coperti o sfuggenti, agli adulti relegati costantemente in penombra, fino a un impianto sonoro dominato dai colpi secchi della racchetta e dai gemiti dei giocatori – converge verso un disegno registico preciso e consapevole.

Julie ha un segreto - Per gentile concessione di I Wonder Pictures.
Julie ha un segreto – Per gentile concessione di I Wonder Pictures.

Un’opera che sussurra dove altri griderebbero

Con la sua opera prima, Van Dijl non cerca il clamore: intende lasciare il segno. Sussurra il dolore dove altri lo urlerebbero, scegliendo un linguaggio cinematografico che più che mostrare, osserva; che accoglie il non detto, che richiede attenzione, tempo, e una grande disponibilità all’ascolto silenzioso. Attraverso l’empatia, disegna i contorni invisibili della violenza, di quel dolore che non ha voce ma che si annida nei gesti minimi, nei silenzi, nei dettagli sfuggenti. Julie ha un segreto non è solo il racconto di una giovane atleta e delle sue relazioni complicate, ma è soprattutto una meditazione sul trauma dell’abuso e sul processo – lento, faticoso, intimo – della sua elaborazione.

Mentre il mondo intorno a lei scalpita, Julie si rifugia nel silenzio. Non per codardia o fuga, ma per protezione. Si prende il diritto di non parlare, di non spiegare, di non rispondere subito. E Van Dijl, con rara sensibilità, ci chiede di rispettare questa scelta, di non forzare una confessione. Il film si fa allora non solo narrazione, ma invito: a rallentare, a osservare davvero. Ci insegna che la verità, quella profonda, non sempre passa per le parole, ma può rivelarsi nei movimenti del corpo, nello sguardo abbassato, in una routine che si ripete ostinatamente per mantenere un equilibrio fragile. In questo senso, il regista compie un gesto audace e controcorrente: rifiuta le scorciatoie emotive, l’esposizione didascalica del dolore, e costruisce un cinema dell’implicito, della pazienza, della sospensione. Un cinema che non risponde subito, ma che resta.

Julie ha un segreto - In foto Tessa Van den Broeck nei panni della talentuosa Julie.
Julie ha un segreto – In foto Tessa Van den Broeck nei panni della talentuosa Julie.

Allora cosa penalizza davvero l’opera Julie ha un segreto? Paradossalmente, è proprio la nostra disabitudine alla lentezza e all’implicito. In un tempo in cui tutto deve essere immediato, chiaro, dichiarato, l’assenza di spiegazioni esplicite può risultare frustrante e sminuente. Il segreto di Julie non viene mai raccontato apertamente: lo si intuisce, lo si percepisce.

Ed è qui che il film, pur nella sua potenza, può incontrare un limite non interno ma esterno: non tutti gli spettatori sono più disposti, abituati o capaci di ascoltare i silenzi, di cogliere l’invisibile, di entrare in sintonia con un ritmo che chiede, prima di tutto, pazienza. Ma per chi accetta questa sfida, Julie ha un segreto non è solo un film: è un’esperienza, un atto di empatia, e forse anche una lezione su come guardare, su come ascoltare, e su come, a volte, il non detto possa comunicare più forte di qualunque parola.

All My Life: la storia vera dietro il film

All My Life: la storia vera dietro il film

Sono diversi i film incentrati su due persone innamorate che vengono divise da una malattia terminale. Titoli come Love Story o i più recenti La scelta – The Choice, The Big Sick o Colpa delle stelle (2014), sono solo alcuni degli esempi più celebri a riguardo. A questi si aggiunge anche All My Life. Il film, realizzato nel 2020 da è proprio un racconto romantico/drammatico di questo genere, con in più il fatto di essere basato sulla storia vera di Jennifer Carter e Solomon Chau, una giovane coppia che ha accelerato il proprio matrimonio dopo aver ricevuto una diagnosi devastante.

Jessica Rothe (Auguri per la tua morte) e Harry Shum Jr. (Crazy & Rich) interpretano qui questa coppia, che cerca di navigare sulle montagne russe emotive del loro giovane amore e della mortalità. Con All My Life, dunque, ci si confronta con una vicenda estremamente toccante, anche profondamente ingiusta per il suo esito, ma che ci ricorda la forza dell’amore e la capacità di sconfiggere ogni altra paura che tale sentimento sa donarci. In vista di una visione del film, in questo articolo esploriamo proprio la storia vera che lo ha ispirato.

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La storia vera dietro All My Life

Partiamo dal principio. Nel film All My Life Solomon viene mostrato che ‘Sol’ Chau e Jennifer Carter si incontrano in un bar sportivo dopo che Sol e i suoi due amici hanno avvicinato Jenn e le sue due amiche. La storia vera rivela invece che la coppia si è incontrata anni prima, nell’ottobre 2007, a una festa in casa a St. Catharines, Ontario, per festeggiare il 19° compleanno di Sol. Lui era circondato da altre ragazze e Jenn non era sicura di come relazionarsi con lui, ma sicuramente l’aveva presa in simpatia. Nelle settimane successive alla festa, Sol e Jenn si sentirono regolarmente al telefono.

Lei viveva a est di Toronto, a Pickering, nell’Ontario, e lui a sud di Toronto (dall’altra parte del lago Ontario), a St. Catharines, non lontano dalle cascate del Niagra. Nel bel mezzo di una grande tempesta di neve a dicembre, Sol prese un autobus per il lato orientale del lago Ontario fino a Pickering e arrivò alla porta di casa di Jenn. Da quel momento i due sono stati insieme. Il trasferimento gli ha anche permesso di frequentare la scuola di cucina al George Brown College. Dopo la laurea, ha infatti lavorato in alcuni dei più rinomati ristoranti di Toronto e si è affermato come chef.

Harry Shum Jr. e Jessica Rothe in All My Life
Harry Shum Jr. e Jessica Rothe in All My Life © 2020 UNIVERSAL STUDIOS. ALL RIGHTS RESERVED.

In seguito, Solomon ha fatto la proposta di matrimonio alla fidanzata riunendo gli amici e la famiglia di lei nella piazza sotto la CN Tower di Toronto. Lui si è inginocchiato e gli altri si sono messi a ballare come parte di un flash mob. In omaggio alla sorella di Jenn, scomparsa quando lei era più giovane, hanno tenuto in mano dei palloncini a forma di delfino mentre ballavano. Nel film All My Life, invece, la proposta di matrimonio avviene su un sentiero accanto a un fiume.

La gioia di quel momento è però stata bruscamente incrinata quando nel dicembre del 2014 a Solomon è stato diagnosticato un cancro al fegato. Una notizia arrivata del tutto a sorpresa, dato che il ragazzo si sentiva in buona salute. Al momento della diagnosi aveva 26 anni. Il giorno successivo a tale scoperta, è stato sottoposto a un intervento chirurgico, poco prima di Natale. I medici hanno rimosso con successo il tumore e gli hanno detto che la sua salute sarebbe migliorata nel giro di pochi mesi. Come nel film All My Life, Sol e Jenn erano quindi ottimisti e continuavano a pianificare il loro matrimonio e a guardare al loro futuro insieme.

Tuttavia, il loro ottimismo si è infranto alcuni mesi dopo, nel marzo 2015, quando Solomon è stato ricoverato d’urgenza in ospedale con forti dolori allo stomaco. I medici lo informarono a quel punto che il cancro si era ripresentato e si era diffuso, cosa che gli permetteva di avere solo pochi mesi di vita. Per cercare di aiutarli, gli amici della coppia hanno lanciato una raccolta fondi online per organizzare il matrimonio dei loro sogni. La raccolta fondi è stata avviata su GoFundMe il 31 marzo 2015 con l’obiettivo di raccogliere 50.000 dollari.

L’obiettivo dichiarato della raccolta fondi era “raccogliere fondi per finanziare il matrimonio di Jenn e Sol e per farli partire per un viaggio indimenticabile insieme”. Con l’aiuto di 628 persone nella comunità e in tutto il mondo, la campagna ha raccolto un totale di 52.431 dollari per Sol e Jenn, superando l’obiettivo e permettendo loro di avere un matrimonio e una luna di miele indimenticabili. Il desiderio di Sol era infatti quello di fare un ultimo viaggio con Jenn prima che il peggio fosse arrivato.

Jessica Rothe e Harry Shum Jr. in All My Life
Harry Shum Jr. e Jessica Rothe in All My Life © 2020 UNIVERSAL STUDIOS. ALL RIGHTS RESERVED.

Al di là dei soldi, però, Solomon e Jennifer dovettero organizzare tutto in poco tempo. La loro speranza era di celebrare il matrimonio mentre Solomon era ancora in condizioni di salute relativamente buone. I due si sono sposati quindi meno di due settimane dopo il lancio della campagna, l’11 aprile. Va notato che i due stavano già organizzando il loro matrimonio dall’aprile 2014, ma, come nel film, hanno avuto circa due settimane per affrettarsi e mettere insieme il tutto con circa quattro mesi di anticipo.

La coppia si è così sposata l’11 aprile 2015 a Casa Loma, un “castello” in stile Gothic Revival che è uno dei luoghi più ambiti per i matrimoni di Toronto. Nel dar vita a questo momento da sogno, Solomon ha indubbiamente sfidato le aspettative dei suoi medici. La famiglia e gli amici hanno attribuito il merito alla sua positività e al non volersi lasciare abbattere dalla sua condizione. I medici lo hanno poi definito “sovrumano” per essere sopravvissuto più a lungo del previsto. Dopo aver trascorso 128 giorni da marito e moglie, Jennifer ha però perso Solomon nel pomeriggio di lunedì 17 agosto 2015.

Il suo funerale si è tenuto sabato 22 agosto 2015, data in cui la coppia si sarebbe originariamente dovuta sposare. Come riportato da Jennifer, tre giorni prima della sua scomparsa, Solomon le chiese di apprezzare anche la sua vita senza di lui. Non voleva che lei si lasciasse andare al dolore dopo la sua scomparsa. Jenn ha poi commentato l’amore che ha condiviso con Solomon durante la promozione di All My Life. “Ogni storia d’amore ha i suoi alti e bassi, e quella mia e di Sol non è stata diversa. È un onore condividere la nostra storia con il mondo attraverso questo film”, ha dichiarato.

Wonder: la storia vera dietro il film con Julia Roberts

Wonder: la storia vera dietro il film con Julia Roberts

Wonder (qui la recensione) della Lionsgate racconta la storia ispiratrice di un ragazzino con una rara deformità facciale e, per via di questa paricolare storia, non si può fare a meno di chiedersi se il film sia basato su una vicenda vera o se sia completamente inventato. Ma andiamo con ordine. Questo lungometraggio drammatico del 2017, diretto da Stephen Chbosky e adattamento cinematografico del romanzo omonimo del 2012 scritto da R. J. Palacio, ha come protagonista Jacob Tremblay nel ruolo del suddetto bambino, Auggie. Egli è nato con la sindrome di Treacher Collins e di conseguenza fatica a inserirsi per via del suo particolare viso.

La madre del personaggio di Tremblay, interpretata da Julia Roberts, lo ha pertanto educato a casa per la maggior parte della sua vita e Auggie indossa spesso un casco da astronauta quando esce per nascondere il suo volto. Tuttavia, all’inizio di Wonder, la famiglia di Auggie decide di iscriverlo a una scuola privata, dove deve però affrontare le critiche dei compagni di classe. Nel corso del film, Auggie impara che è meglio distinguersi ed essere diversi piuttosto che confondersi con la folla. Come scopriremo in questo approfondimento, questa storia emozionante sembra essere accaduta davvero, in un certo senso.

Julia Roberts e Jacob Tremblay in Wonder
Julia Roberts e Jacob Tremblay in Wonder © 2017 – Lionsgate

Wonder non è tecnicamente basato su una storia vera

Anche se Wonder avrebbe potuto essere basato su persone ed eventi reali, i personaggi del dramma familiare del 2017 sono puramente immaginari e la trama è (quasi) interamente inventata. C’è però un’avvertenza: la storia, sebbene non abbia una famiglia reale che ispira in modo diretto la narrazione, si basa comunque su diverse vicende vere in cui la scrittrice del romanzo si è imbattuto nel corso degli anni. Quindi, anche se il film con Julia Roberts non è puramente basato su una singola famiglia, è ispirato a molte famiglie colpite dalla sindrome di Treacher Collins.

La sindrome di Treacher Collins, nota anche come disostosi mandibolo-facciale, è una condizione genetica che colpisce la struttura facciale (compresi il cranio e le ossa facciali) e il suo sviluppo prima ancora della nascita. È molto rara: secondo il Seattle Children’s Hospital, si verifica ogni anno in un neonato su 50.000 in tutto il mondo. La sindrome si verifica a causa di una mutazione in un gene e il trattamento spesso include la chirurgia ricostruttiva del viso per evitare la perdita dell’udito, le difficoltà respiratorie, le difficoltà di linguaggio, la perdita dell’olfatto e l’incapacità di mangiare o bere. Come si dice in Wonder, Auggie ha dovuto subire 27 interventi chirurgici all’età di 10 anni.

Wonder è basato sul libro del 2012 di R. J. Palacio

Come anticipato, il film è basato sull’omonimo romanzo di R. J. Palacio che, come già detto, è stato ispirato da più storie. Questo romanzo per ragazzi è stato pubblicato il 14 febbraio 2012 e ha subito ricevuto recensioni positive. Molti critici hanno elogiato Wonder (il libro) per i suoi personaggi complessi e per la sua storia toccante e stimolante, che fa leva sulle corde del cuore. Tuttavia, le recensioni di coloro che sono stati colpiti direttamente e indirettamente dalla sindrome di Treacher Collins sono state più contrastanti: alcuni ritengono che Wonder sia un’ottima rappresentazione della comunità dei disabili, mentre altri hanno trovato difetti nell’accuratezza e nel modo in cui la narrazione parla di Auggie.

LEGGI ANCHE: Wonder: le differenze tra il libro e il film con Jacob Tremblay

Wonder cast
Julia Roberts, Owen Wilson, Izabela Vidovic, Jacob Tremblay e Danielle Rose Russell in Wonder. Foto di Dale Robinette

Il libro è stato ispirato da un’esperienza personale

Sebbene numerose storie vere abbiano influenzato R. J. Palacio nella stesura di Wonder, è stata un’esperienza personale la principale fonte di ispirazione per il romanzo. Secondo l’intervista rilasciata da Palacio a NPR, qualche anno prima di pubblicare il libro, l’autrice si trovava in una gelateria con i suoi figli e si imbatté in una bambina con una grave malformazione facciale. Il figlio piccolo della Palacio ha iniziato a piangere quando l’ha vista, così lei è fuggita rapidamente dalla gelateria. L’autrice ha dichiarato:

In seguito ero molto arrabbiata con me stessa per il modo in cui avevo reagito. Avrei dovuto semplicemente rivolgermi alla bambina e iniziare una conversazione, mostrando ai miei figli che non c’era nulla di cui aver paura. Invece, ho finito per andarmene così in fretta che ho perso l’opportunità di trasformare la situazione in un grande momento di insegnamento per i miei figli. E questo mi ha fatto pensare molto a come deve essere… dover affrontare ogni giorno un mondo che non sa come affrontarti“.

Poco dopo l’esperienza, la Palacio ha quindi iniziato a scrivere il suo romanzo di successo, che poi è stato trasformato in un film di successo con Tremblay, Roberts e Owen Wilson nel ruolo del padre di Auggie, che ha incassato 306 milioni di dollari al botteghino mondiale. Palacio si è anche ispirata alla canzone di Natalie Merchant del 1995, “Wonder”, il cui testo ha aiutato l’autrice a formulare la storia. L’adattamento cinematografico di Wonder presenta il brano della Merchant anche nei titoli di coda.

Il richiamo della foresta: la vera storia dietro il film

Il richiamo della foresta: la vera storia dietro il film

Il richiamo della foresta (qui la recensione) non è solo la storia di un uomo e del suo cane, ma si basa su una storia vera. Diretto da Chris Sanders e adattato dall’omonimo romanzo di Jack London del 1903, il film è arrivato nelle sale come l’ultima trasposizione sul grande schermo della storia di London, oltre a essere la prima uscita del nuovo logo 20th Century Studios di proprietà della Disney. Tuttavia, nonostante la condivisione di un materiale di partenza comune nel romanzo di London, è negli aspetti tecnici che il film si discosta notevolmente dagli adattamenti precedenti.

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A differenza dei precedenti film basati sul libro di London, l’ultima versione di Il richiamo della foresta dà vita al famoso cane da slitta Buck tramite CGI, mentre Harrison Ford assume il ruolo del protagonista umano del romanzo, John Thornton. Data la natura avventurosa della storia, questo approccio facilita notevolmente la realizzazione del romanzo senza mettere a rischio i cani veri. Si presta inoltre a dare al racconto un’impronta molto più ampia rispetto ai precedenti adattamenti del romanzo (che risalgono addirittura al 1923), e vede Ford tornare a una storia d’avventura.

Pur raccontando una storia di fantasia, Il richiamo della foresta ha comunque delle solide basi nel periodo in cui è ambientato, con la vita di Jack London e le sue esperienze durante la corsa all’oro del Klondike. Il film si preoccupa soprattutto di raccontare una storia avvincente e usa la sua vicenda più che altro come struttura di base su cui costruire l’intero racconto, con i dettagli storici principalmente al servizio dell’ambientazione della storia. In questo articolo, approfondiamo dunque i modi in cui Il richiamo della foresta si basa su una storia vera.

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Harrison Ford e il cane Buck in Il richiamo della foresta. © 2019 Twentieth Century Fox Film Corporation. All rights reserved.

 

Buck di Il richiamo della foresta è basato su un cane realmente esistito

Prima della sua carriera letteraria, Jack London aveva vissuto una vita da vagabondo, partendo nel 1897 per la regione canadese dello Yukon durante la corsa all’oro del Klondike. L’esperienza nello Yukon non solo rappresentò per London un importante viaggio alla scoperta di se stesso, ma avrebbe anche piantato il seme per la sua carriera letteraria. L’incontro di London con i cani da slitta, molto utilizzati durante la corsa all’oro, si rivelerà particolarmente influente per lui a questo proposito. Durante il periodo trascorso nel Klondike, due fratelli di nome Marshall Latham Bond e Louis Witford Bond furono i padroni di casa di London nella capanna di legno che avrebbe preso in affitto.

Lo scrittore, in particolare, sviluppò un’affinità con il cane del fratello, un mix San Bernardo-Scotch Collie. Lo stesso London confermerà in seguito che il loro cane era servito da modello per Buck in Il richiamo della foresta. Sebbene i personaggi umani di Omar Sy e Cara Gee, Perrault e Mercedes, siano gli unici di importanza paragonabile al Thornton di Ford nel nuovo film, l’influenza del reale Buck rimane un elemento integrante in ogni adattamento del romanzo di London. Tuttavia, questo non è stato l’unico aspetto dell’esperienza di London nella corsa all’oro del Klondike a influenzare il suo famoso romanzo.

La vera storia che ha ispirato Jack London

Le esperienze di London nella navigazione del fiume Yukon si sarebbero rivelate altrettanto influenti sul romanzo. Avendo contratto lo scorbuto, London scelse di tornare nella sua nativa California, navigando per 2.000 miglia attraverso il fiume Yukon per raggiungere St. Michael, in Alaska, e il suo arrivo lì si sarebbe rivelato determinante per la genesi del romanzo. Il Klondike era accessibile dall’Alaska solo attraverso un passo di montagna noto come White Pass, che portava anche il soprannome di “Dead Horse Trail” (sentiero dei cavalli morti), così chiamato per la frequenza con cui i cavalli morivano durante i tentativi di scalare il passo.

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Omar Sy in Il richiamo della foresta. © 2019 Twentieth Century Fox Film Corporation. All rights reserved.

Il ricordo di queste esperienze rimarrà impresso a London durante il suo ritorno in California. Una volta ristabilitosi qui, ebbe però difficoltà a trovare un impiego. Alla fine, London riuscì a vendere un racconto su un cane di nome Batard che uccide il proprio padrone alla rivista Cosmopolitan, che lo pubblicò con il titolo “Diablo – Un cane”. Tuttavia, le sue esperienze in Alaska durante la corsa all’oro del Klondike, insieme al desiderio di scrivere una storia con una rappresentazione più favorevole dei cani, avrebbero portato alla creazione del romanzo Il richiamo della foresta. Questo ci riporta alla domanda su quanto la nuova versione per il grande schermo di questo racconto sia fedele alla storia.

Ciò che il racconto ha di giusto sulla corsa all’oro del Klondike

Poiché il film è meno interessato a raccontare eventi reali rispetto al recente e simile film Togo, anch’esso incentrato su un cane coraggioso, l’uso della corsa all’oro del Klondike serve più che altro come sfondo e contesto per la propria storia. Il film si concentra infatti su molti luoghi storici centrali della corsa all’oro del Klondike, a cominciare dal ruolo che i porti hanno avuto in quel periodo. Un punto importante che Il richiamo della foresta inchioda è il ruolo centrale di Skagway, in Alaska, nella corsa all’oro del Klondike. Skagway era uno dei porti principali utilizzati dai cercatori d’oro durante la corsa all’oro e il luogo è una presenza importante sia nel romanzo di London che nel film stesso.

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Harrison Ford e il cane Buck in Il richiamo della foresta. © 2019 Twentieth Century Fox Film Corporation. All rights reserved.

Anche il fiume Yukon e il White Pass sono luoghi fondamentali per la storia del film, mentre la natura estremamente competitiva della ricerca dell’oro in quel periodo è alla base del conflitto principale del film. Non era raro che i cercatori lasciassero lo Yukon prosciugato, e questo alimenta l’atteggiamento dell’antagonista del film, Hal, interpretato da Dan Stevens, che insiste nel proseguire nello Yukon nonostante gli avvertimenti di John Thornton sullo scioglimento dei ghiacci. Hal arriva a sospettare che Thornton stia cercando di impedirgli di scoprire una riserva d’oro nascosta, il che si ripercuote nel terzo atto, quando Thornton trova un rinnovato senso di pace e di scopo con Buck nella natura.

Come il romanzo che lo ha ispirato, Il richiamo della foresta si basa dunque su questo contesto senza pretendere di essere un documento puramente storico. Ciononostante, l’ultimo adattamento del romanzo del seminario di Jack London compie notevoli sforzi per aderire ai fatti della corsa all’oro del Klondike, laddove possibile, raccontando la storia di un cane e di un uomo allontanati dalle vite che conoscevano un tempo che si legano in un’avventura nella natura selvaggia. Come storia d’avventura storica, Il richiamo della foresta porta a termine il suo compito, aggiungendo una quantità rispettabile di contesto reale per dare piena vita alla storia del romanzo di Jack London.

Cannes 78: ecco i nuovo titoli della Selezione Ufficiale

Cannes 78: ecco i nuovo titoli della Selezione Ufficiale

Il Festival di Cannes 78 ha appena annunciato nuovi titoli che vanno ad arricchire la lista della Selezione Ufficiale della kermesse al via dal 13 maggio sulla costa francese del Mediterraneo. Trai titoli in selezione, anche l’ultimo film con protagonista Jennifer Lawrence, l’esordio da regista di Kristen Stewart e il nuovo film del veterano Lav Diaz.

Cannes 78: il poster dell’edizione 2025

CONCORSO

DIE MY LOVE
Lynne Ramsay

MOTHER AND CHILD
Saeed Roustaee

UN CERTAIN REGARD

LOVE ME TENDER
Anna Cazenave Cambet

UN POETA
Simón Mesa Soto

O RISO E A FACA (LE RIRE ET LE COUTEAU)
Pedro Pinho

THE CHRONOLOGY OF WATER
Kristen Stewart – 1st film

CANNES PREMIERE

RENAI SAIBAN
Kōji Fukada

ÁSTIN SEM EFTIR ER
Hlynur Pálmason

MAGALHÃES
Lav Diaz

MIDNIGHT SCREENINGS

LE ROI SOLEIL
Vincent Maël Cardona

HONEY DON’T
Ethan Coen

SPECIAL SCREENINGS

AMÉLIE ET LA MÉTAPHYSIQUE DES TUBES
Maïlys Vallade and Liane-Cho Han – 1st film

MAMA
Or Sinai – 1st film

ARCO
Ugo Bienvenu – 1st film

QUI BRILLE AU COMBAT
Joséphine Japy – 1st film

COME PARTE DEL TRIBUTO A PIERRE RICHARD

L’HOMME QUI A VU L’OURS QUI A VU L’HOMME
Pierre Richard

Predator: Badlands, il trailer con Elle Fanning

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Predator: Badlands, il trailer con Elle Fanning

La 20th Century Studios ha pubblicato il trailer di Predator: Badlands, il sesto capitolo dell’amata saga di fantascienza d’azione. Diretto da Dan Trachtenberg, il film vede Elle Fanning nei panni di due sorelle gemelle.

Trachtenberg ha precedentemente diretto “Prey“, l’ultimo capitolo della serie di film “Predator”. “Prey” è stato distribuito in esclusiva su Hulu e ha ottenuto quattro nomination agli Emmy del 2024. Si è aggiudicato la vittoria per l’eccezionale montaggio sonoro. Trachtenberg ha inoltre diretto film come “10 Cloverfield Lane” e serie TV come “The Lost Symbol”, “The Boys”, “Black Mirror” e “BlackBoxTV”.

Fanning ha recentemente interpretato la monarca russa Caterina la Grande in tre stagioni di “The Great” di Hulu e ha recitato al fianco di Timothée Chalamet nel ruolo di Sylvie Russo nel film biografico su Bob Dylan di James Mangold A Complete Unknown. Tra i suoi precedenti lavori figurano “Super 8”, “Maleficent”, “Trumbo”, “Boxtrolls – Le scatole magiche”, “The Neon Demon” e “B’Twixt Now and Sunrise”.

Il franchise di Predator si è incrociato più volte con l’altro franchise di creature di punta della 20th Century, Alien, che ha appena avuto un revival di successo con Alien: Romulus di quest’anno. Quando gli è stato chiesto se i due franchise incroceranno di nuovo gli artigli, Asbell non si è sbilanciato:

“Non sarebbe nel modo in cui pensate. Questo è il punto. Non si chiamerà Alien vs. Predator o qualcosa di simile ai film originali. Se lo faremo, saranno creati organicamente da questi due franchise che abbiamo portato avanti con personaggi di cui ci siamo innamorati e questi personaggi si combineranno… forse”.

Badlands uscirà nelle sale il 7 novembre 2025.

House of the Dragon – Stagione 3: annunciati tre nuovi membri del cast

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Tom Cullen (“The Gold”, “Trespasses”), Joplin Sibtain (“Andor”, “Safe”) e Barry Sloane (“Sandman”, “Revenge”) si sono uniti al cast di House of the Dragon – Stagione 3. Cullen interpreterà Ser Luthor Largent, mentre Sibtain sarà Ser “Bold” Jon Roxton e Sloane Ser Adrian Redfort.

Le nuove aggiunte al cast si uniscono ai membri del cast di ritorno: Matt Smith, Emma D’Arcy, Olivia Cooke, Steve Toussaint, Rhys Ifans, Fabien Frankel, Ewan Mitchell, Tom Glynn-Carney, Sonoya Mizuno, Harry Collett, Bethany Antonia, Phoebe Campbell, Phia Saban, Jefferson Hall, Matthew Needham, Tom Bennett, Kieran Bew, Kurt Egyiawan, Freddie Fox, Clinton Liberty, Gayle Rankin e Abubakar Salim.

I nuovi membri del cast precedentemente annunciati per la terza stagione includono James Norton nel ruolo di Ormund Hightower, Tommy Flanagan nel ruolo di Lord Roderick Dustin e Dan Fogler nel ruolo di Ser Torrhen Manderly.

House of the Dragon – Stagione 3 è attualmente in produzione. La serie è ambientata circa 200 anni prima degli eventi de “Il Trono di Spade”. È basata sul libro “Fire & Blood” di George R.R. Martin.

Martin ha co-creato la serie con Ryan Condal. Entrambi sono produttori esecutivi, con Condal come showrunner. Sara Hess, Melissa Bernstein, Kevin de la Noy, Vince Gerardis, David Hancock e Philippa Goslett sono anche produttori esecutivi. Clare Kilner, Nina Lopez-Corrado, Andrij Parekh e Loni Peristere sono i registi della terza stagione.

 

Andor – Stagione 2: gli Easter Eggs che svelano la storia antica della galassia di Star Wars

Attenzione! Seguono SPOILER su Andor – Stagione 2

Gli episodi 1, 2 e 3 di Andor – Stagione 2 (qui la recensione completa) sono finalmente disponibili su Disney+: ecco tutti gli Easter Egg di Star Wars che abbiamo trovato finora nella serie.

L’invasione dei Rakatan è avvenuta ufficialmente all’alba dell’Ordine Jedi

Andor ha confermato che i Rakatan hanno invaso Chandrila 25.000 anni fa

Andor – Stagione 2 ha confermato che l’invasione dei Rakatan è avvenuta 25.000 anni prima della serie, con il riferimento a una figura del tempio che era stata rubata da Chandrila 25.000 anni prima, durante l’invasione dei Rakatan. Questo ha rafforzato il fatto che l’invasione dei Rakatan coincise con la fondazione dell’Ordine Jedi (intorno al 25.000 BBY – Before the Battle of Yavin). Prima di Andor, il canone di Star Wars non aveva ancora fornito ufficialmente questa cronologia, sebbene fosse ciò che Star Wars Legends aveva indicato.

Andor – Stagione 2 prepara il terreno per il Massacro di Ghorman di Star Wars Legends

Ci sono stati molti riferimenti a Ghorman, che preparano un arco narrativo brutale

Sorprendentemente, il Massacro di Ghorman non è ancora stato mostrato nel mondo di Star Wars, nonostante sia stato un evento cruciale nella storia della Ribellione. Durante questo evento, l’Impero aprì il fuoco su – e uccise – innumerevoli manifestanti pacifici su Ghorman. Sembra che questo sanguinoso evento possa finalmente fare la sua comparsa in questa sede.

La treccia nuziale di Chandrila è parallela alla treccia dei Padawan

Questo è un collegamento affascinante con la cerimonia di insediamento dei Jedi

Durante il suo tradizionale matrimonio Chandrila, Leida Mothma, figlia di Mon Mothma, si fa tagliare una lunga treccia dai capelli. Questo ricorda molto la treccia dei Padawan Jedi, che viene tagliata quando un Padawan diventa Cavaliere. È interessante notare che non l’abbiamo mai vista sullo schermo, nemmeno con la treccia di Anakin Skywalker, sebbene sappiamo che la diede a Padmé.

Cassian Andor ruba un prototipo di TIE Avenger

Il furto del TIE da parte di Cassian ha una storia intrigante

Nel primo episodio di Andor – Stagione 2, Cassian Andor ruba un prototipo di TIE Avenger, il primo TIE Avenger mostrato sullo schermo nel canone di Star Wars. Tuttavia, il TIE Avenger non è una novità assoluta nel franchise. In Legends, si trattava di un caccia stellare la cui creazione fu in parte curata dal Grand’Ammiraglio Thrawn.

L’evasione con il TIE da parte di Cassian ricorda Poe Dameron

Questa scena sembra un richiamo totale al passato

Oltre a Cassian che ruba il TIE portando sullo schermo un nuovo caccia stellare, questa scena ricorda molto il furto del TIE da parte di Poe Dameron (e Finn) in Star Wars: Il Risveglio della Forza. Anzi, queste scene sembrano ancora più collegate alla luce del momento in cui si svolgono nelle rispettive storie. Entrambe le scene sono all’inizio di Andor – Stagione 2 e de Il Risveglio della Forza, e danno il via a molti degli eventi a venire.

Il “Ministero dell’Illuminazione” ha un’origine oscura nel mondo reale

Questo collegamento con il mondo reale non è sottile

Andor – Stagione 2 introduce il concetto di “Ministero dell’Illuminazione”, che ha un collegamento con il mondo reale piuttosto ovvio. Questo concetto di Star Wars condivide il nome con il “Ministero della Propaganda e dell’Illuminazione Pubblica” della Germania nazista. Star Wars è sempre stata una storia basata e ispirata a guerre reali, ma questo mostra esattamente come viene inquadrato l’Impero.

Krennic dà una nuova interpretazione a una famosa battuta di Palpatine

Questa battuta è un perfetto richiamo a La Vendetta dei Sith

Nell’episodio 1 di Andor – Stagione 2, Krennic si riferisce alla Morte Nera come “accesso a un potere stabile e illimitato”. Questo è un sottile richiamo alla dichiarazione di Palpatine di “potere illimitato” in Star Wars: Episodio III – La vendetta dei Sith, poco prima di far volare Mace Windu fuori dalla finestra del suo ufficio. Il che è particolarmente ironico, dato che è chiaro che Palpatine non aveva un potere illimitato, dopotutto: aveva bisogno di questa superarma.

Potreste aver già sentito quei suoni del TIE Interceptor

Alcuni spettatori potrebbero aver notato che quei TIE suonano terribilmente familiari

Come tocco divertente per il pubblico di Star Wars che ha familiarità con i giochi, i suoni del TIE Interceptor sono gli stessi della schermata di caricamento del videogioco Star Wars: Battlefront II.

Non è la prima volta che sentiamo parlare di Imperial News

Questa rete di notizie era in realtà già canonica

Sebbene “Imperial News Network” possa sembrare uno scherzo a prima vista, questa rete di notizie era canonica prima di essere menzionata in Andor – Stagione 2. Nello specifico, anche la Complete Star Wars Encyclopedia, scritta nel 2008 da Pablo Hidalgo e Stephen J. Sansweet, faceva riferimento all’Imperial News Network, descritta come la branca civile della divisione media dell’Intelligence Imperiale (e quindi si rafforza il senso di propaganda).

C’è un netto contrasto tra il Summit di Krennic e un altro in The Bad Batch

Le intenzioni di Krennic sono chiare nella seconda stagione di Andor

Nei primi tre episodi della seconda stagione di Andor, Krennic organizza un summit molto diverso da un altro visto in Star Wars: The Bad Batch. In The Bad Batch, Tarkin presiedeva un summit alla presenza di Krennic. Nella seconda stagione di Andor, tuttavia, Krennic tiene un summit e insiste affinché Tarkin ne sia completamente all’oscuro, dimostrando le sue intenzioni di fare una mossa di potere. Come ulteriore collegamento con la Germania nazista, questo evento presenta anche una chiara somiglianza con il Summit di Wanssee.

Gli Snowtrooper de L’Impero colpisce ancora tornano

Questi iconici Stormtrooper possono essere visti nella seconda stagione di Andor

Gli snowtrooper, visti per la prima volta ne L’Impero colpisce ancora, fanno la loro apparizione anche in Andor – Stagione 2. In un momento davvero memorabile del primo episodio, si vedono due snowtrooper camminare lungo un corridoio della struttura dove Cassian si finge un pilota imperiale. Non si tratta del primo ritorno sullo schermo degli snowtrooper, però, dato che hanno combattuto anche nella Battaglia di Crait in Star Wars: Gli Ultimi Jedi.

Potreste aver già sentito parlare del Sienar Advanced Project Lab

Questa struttura ha un legame con un’altra delle migliori serie di Star Wars

Nel primo episodio della seconda stagione di Andor, Cassian è sotto copertura, fingendosi un pilota imperiale in un laboratorio di collaudo Sienar. Se il nome vi suona familiare, è perché lo è. In Star Wars Rebels, su Lothal c’era un Laboratorio di Progetto Avanzato Sienar, che fungeva da struttura di progettazione e collaudo per i Sistemi della Flotta Sienar.

“Sei diventato più della tua paura” è un richiamo alla prima stagione di Andor

Questa battuta si collega direttamente a un’altra potente battuta della prima stagione di Andor

Nella prima stagione di Andor, Karis Nemik dice a Cassian Andor: “L’oppressione è la maschera della paura“, come parte di una citazione più ampia che cattura perfettamente l’esperienza di vivere sotto un regime fascista come l’Impero. in Andor – Stagione 2 riprende questa citazione con la battuta: “Sei diventato più della tua paura“. In particolare, dato che questa frase viene pronunciata da Cassian a un nuovo combattente ribelle, suggerisce una chiara progressione nella crescita di Cassian dalla stagione 1 alla stagione 2.

Una frase chiave nella première di Andor è parallela a Rogue One

Un’altra battuta di richiamo si collega a Cassian e Jyn Erso in Rogue One

In Andor – Stagione 2, la frase “Stai tornando a casa da te stesso“, pronunciata anch’essa da Cassian a un nuovo combattente ribelle, è parallela a quella di Cassian che dice a Jyn Erso “Bentornata a casa” in Rogue One. È lecito supporre che non vedremo Jyn Erso, dato che questa è principalmente la storia di Cassian e i due non si incontrano fino a Rogue One. Queste sottigliezze sono quindi un buon modo per fare un cenno a quella storia.

Hai individuato un luogo familiare come password?

Un richiamo davvero brillante a Rogue One

Nel primo episodio di Andor – Stagione 2, la parola “Kafrene” viene usata come password. Questo è un Easter egg per Rogue One, poiché è proprio lì che inizia la storia di Star Wars di Cassian Andor.

Bix sta riparando un vaporizzatore proprio come quelli di Tatooine

I vaporatori sono parte di Star Wars fin dall’inizio

Nella première, si vede Bix Caleen lavorare su un vaporizzatore, un richiamo a Luke Skywalker stesso, cresciuto lavorando nella fattoria di umidità dei Lars su Tatooine. Andor ha un chiaro desiderio di separarsi dall’albero genealogico degli Skywalker e dalla loro saga in generale, quindi questo è stato un bel riferimento sottile.

Anche i suoni degli allarmi di Andor sono simili a quelli di Rogue One

Questo collegamento garantisce la continuità tra le due storie

Sebbene ci siano molte linee di dialogo (e, ovviamente, anche diversi personaggi) che collegano Rogue One e Andor, un collegamento più sottile tra le due storie è il suono degli allarmi. Sia in Andor che in Rogue One, gli allarmi emettono lo stesso rumore (cosa che non vale per tutti i progetti di Star Wars). Sebbene questo sia facile da ignorare, offre una continuità tra il film e la serie.

Andor – Stagione 2 ha un numero sorprendente di Easter Egg su Galactic Starcruiser / Galaxy’s Edge

È piena di riferimenti a Galactic Starcruiser e Galaxy’s Edge

La seconda stagione di Andor era piena zeppa di riferimenti al Galactic Starcruiser della Disney e al parco Disney Galaxy’s Edge. Solo negli episodi 1, 2 e 3 abbiamo individuato:

  • Dispositivi di scansione che riproducono lo stesso suono del ponte di Halcyon
  • I colori tradizionali blu e oro di Chandrila, provenienti dall’Halcyon
  • Immagini circolari e architettura ispirate all’Halcyon
  • Oloproiettori simili a quelli presenti nella stanza degli interrogatori dell’attrazione Rise of the Resistance di Galaxy’s Edge
  • Musica di Chandrila derivata dalle basi del Galactic Starcruiser
  • Cibo e utensili simili a quelli utilizzati sul Galactic Starcruiser e/o visti in Galaxy’s Edge

Capi di Stato in fuga: trailer dell’action comedy in arrivo a luglio su Prime Video

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Prime Video ha diffuso il trailer ufficiale di Capi di Stato in fuga, il trailer dell’action comedy con John Cena e Idris Elba, disponibile dal 2 luglio.

Capi di Stato in fuga debutta in tutto il mondo su Prime Video il 2 luglio 2025. In questa commedia ricca d’azione, il Presidente degli Stati Uniti (interpretato da John Cena) e il Primo Ministro britannico (interpretato da Idris Elba) devono mettere da parte la loro rivalità per sventare una cospirazione globale e salvare il mondo – sempre se riusciranno a lavorare insieme.

È un’avventura internazionale che mescola azione esplosiva e battute taglienti e che trascinerà il pubblico in un viaggio adrenalinico in giro per il mondo. Il film alterna sequenze d’azione dinamiche e acrobazie a una buona dose di nostalgia, che guarda al fascino degli anni ‘90 e dell’epoca d’oro delle commedie buddy-action. È diretto da Ilya Naishuller, il regista di Hardcore! (2015) e Io sono nessuno (2021). Il film vanta un cast stellare che include Idris Elba, John Cena, Priyanka Chopra Jonas, Carla Gugino, Jack Quaid, Stephen Root, Sarah Niles, Richard Coyle e Paddy Considine. John Cena e Idris Elba tornano a lavorare insieme dopo The Suicide Squad – Missione suicida — ma questa volta non tenteranno di uccidersi a vicenda…probabilmente.

Twin Peaks: la serie in streaming su MUBI dal 13 giugno

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Twin Peaks: la serie in streaming su MUBI dal 13 giugno

Mubi ha acquisito i diritti di Twin Peaks, l’iconica serie in due stagioni del 1990 di David Lynch e Mark Frost, e del suo seguito del 2017 Twin Peaks: A Limited Event Series, che debutteranno sul servizio il 13 giugno. La notizia, riportata da Deadline, arriva nel corso delle celebrazioni per il 35° anniversario della serie e a pochi mesi dalla scomparsa di Lynch.

Gli abbonati a Mubi avranno accesso a tutti i 30 episodi dello show e a tutte le 18 parti di A Limited Event Series, la serie sequel di Showtime interamente diretta da Lynch. Scritta da Lynch e Frost, che l’ha prodotta insieme a Sabrina S. Sutherland, la serie evento riprende con Cooper e la comunità della cittadina protagonista 25 anni dopo la morte della Palmer.

Katharina Feistauer, VP Global Head of Programming di Mubi, il cui servizio ha ottenuto la licenza dei diritti da Paramount Global Content Distribution, ha dichiarato: “Lanciare le prime due stagioni insieme a Twin Peaks: A Limited Event Series è un sogno per MUBI, che porta sulla piattaforma una delle serie più amate e discusse della storia della televisione”.

“Sebbene questo lancio sia stato preparato da mesi, – continua Feistauer – la triste notizia della morte di David Lynch, avvenuta solo poche settimane fa, rende questa opportunità di mostrare il suo lavoro iconico ancora più speciale. Siamo entusiasti che i fan di Lynch tra i nostri membri possano rivisitare gli episodi in modo completo, oltre a creare un’opportunità per i nuovi spettatori di scoprirli per la prima volta“.

La trama di Twin Peaks

Twin Peaks segue l’idiosincratico agente dell’FBI Dale Cooper (Kyle McLaughlan) mentre indaga sull’omicidio di una ragazza – la reginetta del ballo locale Laura Palmer (Sheryl Lee) – nell’ancor più idiosincratica cittadina di Twin Peaks. Man mano che l’indagine procede, in città vengono scoperti diversi altri misteri e cospirazioni, che sfiorano il soprannaturale, tutti collegati all’omicidio di Laura.

Mercoledì – Stagione 2 torna questa estate: ecco il primo teaser!

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L’attesa è stata una tortura, ma Mercoledì è pronta a tornare quest’estate e con lei omicidi e caos in abbondanza. L’attesissima Mercoledì – Stagione 2, la serie di successo creata e diretta da Tim Burton, è in arrivo solo su Netflix in due parti: la prima sarà disponibile dal 6 agosto e la seconda dal 3 settembre.

Mercoledì Addams (Jenna Ortega) torna ad aggirarsi per i corridoi gotici della Nevermore Academy, dove l’attende una nuova serie di nemici e problemi. In questa stagione Mercoledì deve destreggiarsi tra famiglia, amici e vecchi avversari, per affrontare un altro anno di caos splendidamente oscuro e bizzarro. Armata della sua caratteristica arguzia tagliente e del suo fascino imperturbabile, Mercoledì si ritrova al centro di un nuovo agghiacciante mistero soprannaturale.

Mercoledì – Stagione 2

  • Showrunner / Produttori Esecutivi / Sceneggiatori: Alfred Gough, Miles Millar
  • Regista/ Produttore Esecutivo: Tim Burton
  • Produttori Esecutivi: Steve Stark, Andrew Mittman, Meredith Averill, Karen Richards, Gail Berman, Jonathan Glickman, Tommy Harper, Kayla Alpert, Kevin Miserocchi
  • Registi: Tim Burton, Paco Cabezas, Angela Robinson
  • Cast: Jenna Ortega, Emma Myers, Steve Buscemi, Catherine Zeta-Jones, Luis Guzman, Isaac Ordonez, Joy Sunday, Billie Piper, Luyanda Unati Lewis-Nyawo, Moosa Mostafa, Georgie Farmer, Victor Dorobantu, Evie Templeton, Owen Painter, Noah B. Taylor, Hunter Doohan
  • Guest Stars: Jamie McShane, Joanna Lumley, Joonas Suatamo, Fred Armisen, Christopher Lloyd, Thandiwe Newton, Heather Matarazzo, Frances O’Connor
  • Studio: MGM Television

Cannes 78: il poster dell’edizione 2025

Cannes 78: il poster dell’edizione 2025

Il Festival di Cannes ha presentato il poster per l’edizione numero 78 della kermesse francese che si svolgerà dal 13 al 24 maggio 2025. L’immagine, in doppia versione, viene da Un uomo Una donna, film di Claude Lelouch che vinse la Palma d’Oro a Cannes nel ’66 e l’Oscar nel ’67 e che vede protagonisti Anouk Aimée e Jean-Louis Trintignant. Ecco come è stato presentato:

Un uomo.
Una donna.
Una spiaggia deserta.
Un cielo turbolento.
Musica inebriante.
Un’idea nata tre mesi prima.
Tre settimane di riprese.
Una scena di 20 secondi.
L’eternità dura solo un istante, alla fine.

Erano 60 anni fa. Nel 1965, due esseri distrutti, interpretati da Anouk Aimée e Jean-Louis Trintignant, si incontrarono, si affascinarono, si opposero e infine volteggiarono sotto la macchina da presa incandescente di Claude Lelouch. La Palma d’Oro a Cannes nel 1966, i due Oscar nel 1967 e le decine di premi in tutto il mondo impallidiscono in confronto a questo grandioso momento di tenerezza, semplicità e bellezza. Poiché è senza dubbio l’abbraccio più famoso della Settima Arte (“étreinte” in francese, anagramma di “éternité”), poiché non si possono separare un uomo e una donna che si amano, poiché non si possono separare quell’Uomo da quella Donna, il Festival di Cannes ha scelto per la prima volta nella sua storia di presentare un doppio manifesto ufficiale. Un Uomo e una Donna. Uno accanto all’altro. Di nuovo insieme.

— Lui: Quando qualcosa non è serio, diciamo che è come un film. Perché i film non vengono presi sul serio, secondo te?
— Lei: Forse perché andiamo al cinema solo quando tutto va bene?
— Lui: Quindi pensi che dovremmo andarci quando tutto va male?
— Lei: Perché no?

In tempi che sembrano voler separare, compartimentare o soggiogare, il Festival di Cannes vuole (ri)unire; avvicinare corpi, cuori e anime; incoraggiare la libertà e rappresentare il movimento per perpetuarlo; incarnare il turbine della vita per celebrarlo, ancora e ancora.

Quest’uomo e questa donna, entrambi premiati a Cannes — Miglior Attore (Z, 1969), Miglior Attrice (Salto nel vuoto, 1980) — non ci sono più. Anche questi due manifesti rendono omaggio. Magnifici eroi di delicatezza e seduzione, Anouk Aimée e Jean-Louis Trintignant illuminano per sempre il film delle nostre vite, come questi due manifesti, i cui colori esprimono l’intensità di un amore passionale che trionfa sulla disperazione. Questa luce non proviene più dal cielo, oggi turbato da ogni parte da nubi scure; emerge dalla fusione radiosa di due esseri che ci riconciliano con la vita.

Bird: il trailer del film di Andrea Arnold, dall’8 maggio al cinema

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Presentato in concorso al 77° Festival di Cannes, dove è stato accolto con grande entusiasmo dal pubblico e dalla critica, e vincitore del premio per il Miglior Film ad Alice nella città, Bird di Andrea Arnold, con Barry Keoghan e Franz Rogowsky, arriva al cinema dall’8 maggio.  

Un racconto di formazione tra favola e periferia, dove lo sguardo di una ragazza alla ricerca della propria identità e della propria dimensione rende magico tutto quello che le si presenta davanti. Il film è arricchito da una musica viva e espressiva come il pop rock britannico (Fontaines D.C., Blur, Coldplay, The Verve), che accompagna e cristallizza la crescita e il passaggio dall’adolescenza all’età adulta.

Leggi la recensione di Bird

Andrea Arnold, vincitrice del premio Oscar per il cortometraggio Wasp e del premio della Giuria a Cannes per i film Red Road e American Honey, ancora una volta porta al cinema il realismo sociale e le anime ferite con un linguaggio poetico e delicato, ricco di simbolismi e spoglio da qualsiasi ideologia.

“Sono ossessionata dal perché le persone diventano ciò che sono.” – Andrea Arnold 

La trama di Bird

Bailey (Nykiya Adams) ha 12 anni e vive in una casa occupata abusivamente nel nord del Kent con il giovanissimo padre Bug (Barry Keoghan), uno scapestrato circondato da amici senza prospettive, il fratello Hunter (Jason Buda) e Kaleygh (Frankie Box), la nuova fiamma del padre.

È una ragazza sensibile e ribelle, che passa il proprio tempo con i giovani teppisti della zona o, più spesso, da sola; la sua vita cambia quando incontra Bird (Franz Rogowski), misterioso vagabondo alla ricerca dei genitori, con cui stringe una profonda amicizia

Ornella Muti riceverà il David Speciale della 70ª edizione dei Premi David di Donatello

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L’attrice Ornella Muti riceverà il David Speciale nel corso della 70ª edizione dei Premi David di Donatello. Il riconoscimento sarà assegnato mercoledì 7 maggio nell’ambito della cerimonia di premiazione in diretta, in prima serata su Rai 1, dagli studi di Cinecittà e trasmessa in 4K (sul canale Rai4K, numero 210 di Tivùsat). La conduzione dell’edizione 2025 è affidata a Elena Sofia Ricci e Mika. La serata sarà in diretta anche su Rai Radio2 – con la conduzione di Carolina Di Domenico – e sarà disponibile sulla piattaforma di RaiPlay.

“Siamo particolarmente felici di assegnare il David Speciale a Ornella Muti, attrice e diva capace di attraversare il miglior cinema italiano e arrivare al successo internazionale – ha dichiarato Piera Detassis, Presidente e Direttrice Artistica dell’Accademia del Cinema Italiano – Fin dall’esordio con La moglie più bella, ispirato alla vicenda di Franca Viola, simbolo della crescita civile dell’Italia del secondo dopoguerra, la sua filmografia si compone di film e veri capolavori capaci di sondare in modo poetico e talvolta spregiudicato il mondo femminile e la società italiana, da Romanzo popolare a L’ultima donna, da Storie di ordinaria follia a Io e mia sorella, senza dimenticare la complicità con registe come Asia Argento e Francesca Archibugi. Protagonista di assoluta bellezza, ha regalato vivacità e ironia alla commedia più popolare in coppia con Adriano Celentano. Ornella Muti è un talento leggero e mai presuntuoso, eppure capace di interpretazioni memorabili per Ettore Scola, Francesco Rosi, Francesco Maselli e Paolo Virzì. Il premio Speciale David di Donatello intende così riconoscere una carriera prestigiosa e versatile che non ha mai dimenticato di mettere in primo piano i valori della vita e dell’empatia”.

Tra i riconoscimenti già annunciati della 70ª edizione dei Premi David di Donatello, il David dello Spettatore a Diamanti di Ferzan Özpetek e il David come Miglior Film Internazionale ad Anora di Sean Baker. Il regista premio Oscar® sta curando una collection dei primi successi cinematografici di Ornella Muti corredata da un’intervista all’attrice da lui realizzata.

M. Night Shyamalan: primi dettagli su trama e titolo del film in collaborazione con Nicholas Sparks

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M. Night Shyamalan ha finalmente rivelato il titolo e i primi dettagli sulla trama del suo prossimo film. Il regista, salito alla ribalta alla fine degli anni ’90, con Il sesto senso (1999) e distintosi poi con film come Unbreakable (2000), Signs (2002), The Village (2004), fino ai recenti Bussano alla porta (2023) e Trap (2024), è infatti pronto a tornare dietro la macchina da presa. Come precedentemente riportato, il prossimo film di Shyamalan, di cui si è parlato per la prima volta a gennaio, prevede un approccio nuovo.

Il regista ha infatti collaborato con l’autore Nicholas Sparks per sviluppare un’idea di storia che sarebbe servita come base sia per il film che per il romanzo, con Shyamalan che avrebbe diretto il film e Sparks che avrebbe scritto il libro. Jake Gyllenhaal è stato scelto per essere il protagonista del film, mentre la star di Bridgerton, Phoebe Dynevor, si è rivelata in seguito essere in trattative per interpretare la co-protagonista di quello che è stato descritto come un thriller romantico soprannaturale.

People ha ora condiviso nuovi dettagli sul romanzo di Sparks, rivelando che si intitola Remain e che uscirà il 7 ottobre. La sinossi del romanzo, che presumibilmente corrisponderà a quella del film di Shyamalan, introduce il personaggio principale di Tate Donovan, che nel film dovrebbe essere il ruolo interpretato da Gyllenhaal, un architetto la cui vita prende una svolta dopo l’incontro con una misteriosa giovane donna a Cape Cod. Di seguito trovate la sinossi e il post con la copertina del libro di Sparks condiviso su Instagram da M. Night Shyamalan:

Remain, co-creato da Shyamalan e Sparks, segue l’architetto newyorkese Tate Donovan mentre arriva a Cape Cod per progettare la casa estiva del suo migliore amico. Donovan è alla ricerca di un nuovo inizio dopo la sua recente dimissione da una struttura psichiatrica dove è stato curato per una depressione acuta. Ancora alle prese con la perdita dell’amata sorella, Donovan incontra Wren, una giovane donna che gli fa mettere in discussione tutto ciò che sa del suo mondo logico e controllato.

Cosa questi dettagli ci dicono sul film di M. Night Shyamalan

Anche se non è stato ancora annunciato ufficialmente nulla riguardo al casting di Gyllenhaal e Dynevor, entrambi sono star molto conosciute. Gyllenhaal ha recentemente recitato nel remake di Prime Video Road House 2024, che ha riscosso un grande successo di pubblico, mentre Dynevor è diventata nota dopo aver interpretato Daphne nella serie di successo Bridgerton di Netflix, tuttora in corso. Sebbene la Dynevor sia chiaramente adatta al genere romantico, anche Gyllenhaal non è nuovo a questo genere, avendo recitato in Amore e altri rimedi (2010) e Brokeback Mountain (2005).

Ci sono stati elementi romantici nei precedenti film di Shyamalan, ma i film stessi non sono tipicamente costruiti intorno a tali trame. La sinossi di Remain lascia però intendere che la storia d’amore sarà al centro della storia, il che rappresenta una sorta di cambiamento per il regista. Rimangono molti interrogativi sul prossimo film di Shyamalan, ma l’uscita del romanzo di Sparks nel corso dell’anno fornirà sicuramente un’idea più precisa di cosa aspettarsi.

Beyond di Alex Bellini in anteprima al 73° Trento Film Festival

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“Perché esplorare?” È da questa domanda che prende vita Beyond, il nuovo documentario realizzato dall’esploratore e divulgatore Alex Bellini, in anteprima sabato 26 aprile al 73° Trento Film Festival nella sezione ALP&ISM. La proiezione al Supercinema Vittoria di Trento alle 16.45 a cui seguirà un Q&A, alla presenza del regista e del co-regista e montatore Francesco Clerici e della produttrice Francesca Urso.

Beyond è il racconto di un viaggio difficile e intenso sul più grande ghiacciaio d’Europa, il Vatnajökull, in Islanda. Nel gennaio 2025 Alex Bellini decide di fare ritorno nei luoghi della missione che lo aveva visto protagonista otto anni prima.

Ne emerge un viaggio intimo e potente e non è solo il racconto di un’avventura estrema, ma il risultato di un percorso che intreccia esplorazione e consape­volezza, portando lo sguardo oltre la sfida fisica per abbracciare un messaggio più ampio e universale. Beyond è una riflessione sul concetto di limite, sulla rinuncia, sulla perseveranza, e sul legame profondo tra l’essere umano e la natura. A otto anni dalla spedizione che nel 2017 lo aveva portato sull’orlo della morte, Bellini decide di tornare su quel ghiacciaio per rileggere l’esperienza con occhi nuovi e cercare una risposta alla domanda che da sempre lo accompagnano: cosa significa davvero andare oltre?

Attraverso la ricostruzione di quell’impresa estrema, il documentario vuole contribuire a una riflessione universale sul senso dell’esplorazione, sul concetto di limite e sulle leggi che governano la natura. Affiorano le urgenze del nostro tempo: il cambiamento climatico, la crisi dei ghiacciai e la necessità di rimettere al centro la relazione tra uomo e natura. Girato con mezzi essenziali: una GoPro, un microfono, un drone e footage originali del 2017, il film costruisce un ponte tra passato e presente. La narrazione in prima persona si intreccia con le voci e i volti di chi ha accompagnato Bellini nel suo cammino, restituendo un affresco corale di rara autenticità.

Anche APF Valtellina e Provincia di Sondrio hanno voluto far parte di questa “spedizione”, sostenendo con orgoglio Alex Bellini e il suo documentario Beyond, “un progetto che incarna i valori della sostenibilità, dell’esplorazione e della riflessione sul rapporto tra uomo e natura. Il contributo di APF Valtellina e Provincia di Sondrio a questa produzione sottolinea l’impegno degli enti locali nel sostenere iniziative culturali che promuovano la consapevolezza ambientale. Beyond non è solo la narrazione di un’avventura estrema, ma un potente strumento per sensibilizzare le comunità sull’importanza della tutela del nostro pianeta”.

Beyond è diretto da Alex Bellini e co-diretto e montato da Francesco Clerici, con la colonna sonora originale firmata dal compositore Michele Braga, è prodotto da Francesca Urso per The 5th Element con il supporto di APF Valtellina by Provincia di Sondrio. In collaborazione con La Scala – Società tra Avvocati, MonturaUNIMATIC Watches.

Andor – Stagione 2, la spiegazione degli episodi 1-2-3: ecco il segreto più oscuro dell’Alleanza Ribelle

Attenzione! Questo articolo contiene spoiler sugli episodi 1, 2 e 3 di Andor – Stagione 2

Gli episodi 1, 2 e 3 di Andor – Stagione 2 (qui la recensione completa) si concludono con lo svelamento di una dura verità sull’Alleanza Ribelle di Star Wars. La storia della seconda stagione di Andor, che inizia circa un anno dopo la rivolta su Ferrix, inizia con il protagonista che ruba un prototipo di TIE Avenger e tenta di riportarlo a Luthen. Tuttavia, i suoi piani vanno a rotoli quando scopre delle minacce per i suoi amici, come Bix, cosa che lo spinge a precipitarsi sul pianeta Mina-Rau per fermare i piani oscuri dell’Impero.

L’episodio finale del primo arco narrativo di Andor – Stagione 2 presenta proprio questo, con Mina-Rau teatro di una piccola rivolta che continua a delineare i primi giorni dell’Alleanza Ribelle di Star Wars. Negli ultimi istanti dell’episodio 3, gli Imperiali sono vicini a trovare Bix, Brasso e Wilmon, e la prima affronta un momento buio mentre Cassian corre verso di loro. In un finale che consolida lo status del progetto come la migliore serie TV di Star Wars, la seconda stagione di Andor prosegue lo sviluppo dei suoi personaggi, la guerra civile che si sta preparando e delinea alcune oscure verità sulla ribellione.

Cassian Andor porta Bix fuori dal mondo… ma Brasso non ne esce vivo

Il prezzo della libertà è alto

Il suddetto oscuro segreto sull’Alleanza Ribelle che Andor – Stagione 2, episodi 1, 2 e 3, rivela è che, a volte, i ribelli possono essere sacrificati per una causa più ampia. Questo è stato chiaro fin dalla prima apparizione di Cassian in Rogue One, ambientata anni dopo, quando ha sparato a Tivik, un informatore ribelle. Nella seconda stagione di Andor, questo è reso lampante dalla morte di Brasso. Brasso viene, purtroppo, colpito dagli stormtrooper dopo che l’Impero scopre la sua presenza illegale sul pianeta Mina-Rau, e Cassian non riesce a salvarlo in tempo.

Cassian riesce comunque a portare Bix e Wilmon lontano da Mina-Rau, ma Brasso è una tragica vittima del primo atto di Andor – Stagione 2. La triste realtà è che questo è stato solo un altro momento della guerra per personaggi come Bix, Wilmon e Cassian. Il trio, Cassian in particolare, ha avuto solo brevi momenti per elaborare il lutto per Brasso prima di essere costretto ad andare avanti.

Questo mette in luce il vero costo della ribellione in un modo che Star Wars non ha mai fatto: amicizie e relazioni andranno perdute e coloro che lottano per un futuro migliore – come sottolinea il discorso di Luthen nell’episodio 10 della prima stagione di Andor – dovranno sacrificare molto per arrivarci. Emozioni umane come il dolore e la sofferenza possono essere provate momentaneamente, ma devono essere messe da parte per il bene superiore. La morte di Brasso alla fine del primo atto lo dimostra, rivelando un segreto oscuro sull’Alleanza Ribelle.

Non sono solo i Ribelli a pagare il prezzo della Ribellione

Tutta la Galassia lo fa

Ma un’altra triste realtà sugli sforzi dell’Alleanza Ribelle viene sollevata dagli episodi 1, 2 e 3 di Andor – Stagione 2: non sono solo i combattenti in prima linea a pagare il prezzo della ribellione. Sebbene il prezzo della libertà porterà alla vittoria e alla formazione della Nuova Repubblica di Star Wars, prima di quel momento si sperimentano molto dolore, tumulti e costi personali, come tipico di Andor. Nel primo atto della seconda stagione di Andor, non sono solo Brasso o i suoi amici a pagare un prezzo elevato, ma anche gli innocenti abitanti di Mina-Rau.

Sebbene sia evidente che gli abitanti di Mina-Rau abbiano aiutato Bix, Brasso e Wilmon nell’anno tra la prima e la seconda stagione, è probabile che soffriranno ancora dopo il terzo episodio. Dopotutto, diversi Imperiali sono morti durante un censimento, il che avrà sicuramente ripercussioni sui contadini. Inoltre, Cassian ha distrutto uno dei silos per il grano, il che potrebbe avere ripercussioni sul loro sostentamento. Sebbene non sia un segreto che i cittadini di Mina-Rau probabilmente sopporteranno tutto questo per liberarsi dell’Impero, si tratta comunque di un’analisi dei costi della guerra e del prezzo della libertà.

Mon Mothma sacrifica amici e famiglia per la Ribellione

Anche gli eventi su Chandrilla riguardano il sacrificio

Andor - stagione 2 Genevieve O'ReillyOltre agli eventi che riguardano Cassian, Bix, Brasso e Wilmon, il primo arco narrativo di Andor – Stagione 2 cattura l’attenzione del pubblico con Luthen e Mon Mothma. I due trascorrono del tempo sul pianeta natale di Mon, Chandrilla, uno dei Pianeti del Nucleo della mappa galattica di Star Wars. Il pianeta ospita un matrimonio per la figlia di Mon, un evento a cui lei aveva acconsentito con riluttanza per ricevere finanziamenti per la Ribellione da un losco uomo d’affari di nome Davo Sculdun. Nonostante un tono molto diverso dalla storia di Cassian, il matrimonio sottolinea il fatto che Mon debba sacrificare le persone che ama per la libertà.

Non solo Mon Mothma non voleva permettere a sua figlia di sposarsi a Chandrilla con un uomo pericoloso come Davo, ma ha anche dovuto vedersela con il suo amico, Tay Volko. Tay era un altro uomo che l’aiutò a ottenere fondi per le attività della Ribellione, i problemi di Mon con la sua vita personale lo portarono a cercare di estorcergli più soldi. Su ordine di Luthen, Tay viene ucciso da Cinta, un personaggio di ritorno dalla prima stagione di Andor, evidenziando altri di questi oscuri segreti sulla ribellione e resistenza.

Mon sta affrontando la realtà di perdere la sua stessa umanità per combattere contro l’Impero. Sua figlia è costretta a una vita che non ha scelto e il suo amico d’infanzia, Tay, viene ucciso. Mon viene mostrata mentre si ubriaca e balla selvaggiamente per sfuggire a tutto questo, poiché non riesce a gestire la sensazione di disumanità, ma Andor sottolinea che tutto questo era necessario per sconfiggere l’Impero. Persino Cinta viene mostrata sullo stesso pianeta del suo amante senza nemmeno saperlo, a dimostrazione di come la causa sia più importante di qualsiasi relazione.

La ribellione può avere un prezzo, ma è sempre meglio dell’alternativa

L’Impero sarà sempre peggiore

Andor - Stagione 2 Ben MendelsohnIndipendentemente da tutta questa oscurità che circonda la ribellione, una cosa che rende il primo atto di Andor – Stagione 2 così d’impatto è che dimostra che l’alternativa è di gran lunga peggiore. Il costo della libertà e i sacrifici che le persone devono fare per sconfiggere l’Impero sono terribili, ma Andor non perde mai di vista il fatto che il regime tirannico e fascista del governo di Palpatine deve essere distrutto. Questo è evidenziato in una trama mai vista prima in Star Wars, che dimostra quanto sia malvagio l’Impero.

Prima che Bix fugga da Mina-Rau, una guardia imperiale tenta di violentarla. La situazione è insinuata all’inizio, con la guardia che cerca di ostentare il suo potere su qualcuno che ritiene inferiore a lui, ma la storia si sviluppa fino al culmine. Bix lo respinge, colpendolo più volte con un martello, e Cassian arriva in seguito per portare via lei e Wilmon. Vedere una rappresentazione così sfacciata degli abusi contro le donne da parte di uomini al potere è sembrato eccezionalmente maturo per un franchise come Star Wars, non solo a dimostrazione delle credenziali di Andor come storia, ma anche a dimostrazione del fatto che l’Impero renderà sempre la vita orribile alla gente comune.

Nel caso di Mon Mothma, Andor, Brasso e, naturalmente, Bix, non hanno scelta: devono combattere l’Impero o essere maltrattati, in molti più modi. Persone come Brasso o la famiglia di Mon possono essere sacrificate lungo la strada, ma quando l’Impero sta facendo quello che ha fatto a Bix a innumerevoli miliardi di persone in tutta la galassia, la lotta deve aver luogo. Questo rende il finale del primo atto di Andor – Stagione 2 ancora più incisivo, rafforzando il bisogno di ribellione in un modo che Star Wars non ha mai fatto, attraverso oscure verità e alternative ancora più oscure.

Thunderbolts*: i dettagli della scena post-credits sono trapelati online

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Thunderbolts* ha tenuto la sua prima mondiale questa sera a Londra e, come previsto, oltre alle prime entusiastiche reazioni, anche gli spoiler hanno iniziato a circolare online.  Secondo quanto riferito, il film presenta sia una scena mid-credit che una scena post-credits. I dettagli sulla prima sono vaghi (ci sono notizie contrastanti ed è difficile sapere con certezza se qualcuna è legittima), ma abbiamo invece un resoconto completo della seconda per gentile concessione dello scooper MTTSH.

Alcune reazioni sui social media hanno descritto la sequenza post-credits come “folle” e “un momento che cambia le carte in tavola” e, anche se questa potrebbe essere una leggera esagerazione, sembra che la scena serva da collegamento diretto agli eventi di Avengers: Doomsday. “La scena dei titoli di coda di Thunderbolts* è la seguente: I Nuovi Vendicatori sono nella loro nuova torre e parlano di Sam che sta reclutando la sua squadra di Nuovi Vendicatori e di come abbia il copyright di quel nome. Poi sentono qualcosa che arriva dallo spazio, è la nave dei Fantastici Quattro che entra nel loro universo“.

Stando a quanto riportato, non è certo che i Fantastici Quattro appaiano davvero, ma Pedro Pascal (Reed Richards) era presente alla prima, per cui potrebbe anche avere un cameo vocale nella scena. D’altronde, manca circa un anno all’arrivo in sala di Avengers: Doomsday, e con I Fantastici Quattro: Gli Inizi atteso in sala a luglio, Thunderboltsè un’ottima occasione per introdurre gli eventi che porteranno alla conclusione della Saga del Multiverso.

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Tutto quello che c’è da sapere su Thunderbolts*

Diretto da Jake Schreier (Paper Towns), il cast di Thunderbolts* comprende Sebastian Stan nel ruolo di Bucky Barnes, Hannah John-Kamen nel ruolo di Ava Starr alias Ghost, Wyatt Russell nel ruolo di John Walker, David Harbour nel ruolo di Alexei Shostakov alias Red Guardian, Olga Kurylenko nel ruolo di Antonia Dreykov alias Taskmaster, Harrison Ford nel ruolo del Generale Thaddeus ‘Thunderbolt’ Ross e Lewis Pullman nel ruolo di Bob alias Sentry.

In Thunderbolts*, i Marvel Studios riuniscono una insolita squadra di antieroi: Yelena Belova, Bucky Barnes, Red Guardian, Ghost, Taskmaster e John Walker. Dopo essersi ritrovati nel mezzo di una trappola mortale orchestrata da Valentina Allegra de Fontaine, questi emarginati disillusi devono affrontare una missione pericolosa che li costringerà a confrontarsi con gli aspetti più oscuri del loro passato. Questo gruppo disfunzionale si distruggerà dall’interno o riuscirà a trovare redenzione, unendosi e trasformandosi in qualcosa di più grande, prima che sia troppo tardi?

Florence Pugh riprende il ruolo di Yelena Belova, sorella di Vedova Nera (e una delle parti migliori della serie MarvelDisney+ Occhio di Falco). Inoltre, Julia Louis-Dreyfus interpreta Valentina Allegra de Fontaine, con Geraldine Viswanathan nei panni di Mel, la sua assistente (che sostituisce una Ayo Edebri estremamente impegnata e piena di impegni).

Lo sceneggiatore di Black Widow e Thor: Ragnarok Eric Pearson si unisce agli sceneggiatori di Beef Lee Sung Jin e Joanna Calo. Un trailer è stato mostrato a porte chiuse al San Diego Comic-Con. Thunderbolts* arriverà nelle sale il 30 aprile 2025, in ritardo rispetto alla precedente data di uscita del 20 dicembre 2024 a causa degli scioperi della WGA e della SAG-AFTRA. Nel frattempo, restate aggiornati sul MCU con la nostra guida alla storia della Fase 5 della Marvel e con uno sguardo a ciò che deve ancora venire nella Fase 6 della Marvel.

Thunderbolts* è diretto da Jake Schreier e Kevin Feige è il produttore. Louis D’Esposito, Brian Chapek, Jason Tamez e Scarlett Johansson sono i produttori esecutivi.

12 film e serie Marvel da guardare prima di Thunderbolts*

12 film e serie Marvel da guardare prima di Thunderbolts*

Ci sono diversi film e show televisivi del passato del MCU che potrebbe essere utile rivedere prima che Thunderbolts* arrivi nelle sale il 30 aprile 2025, come parte della Fase 5. Negli ultimi mesi è cresciuta l’attesa per il film, il primo evento crossover della Saga del Multiverso che riunirà una nuova squadra di individui dotati di superpoteri e riuniti in assenza dei Vendicatori. I Thunderbolts hanno una ricca storia nei fumetti Marvel, quindi il loro debutto nel MCU è emozionante, anche se la squadra sarà molto diversa dalle sue controparti a fumetti.

Come primo grande evento crossover del MCU dopo Avengers: Endgame, Thunderbolts* sarà caratterizzato dal ritorno di diversi personaggi della storia della Marvel. Ciò significa che per comprendere meglio la narrazione e la progressione dei personaggi è necessario guardare una serie di film e spettacoli televisivi del passato. Il debutto alla regia di Jake Schreier nel MCU renderà infatti omaggio ad alcune delle storie e dei personaggi più emozionanti e intensi del franchise, risalenti alla Fase 1, il che significa che è meglio fare un po’ di compiti a casa prima di vedere il film.

Captain America: Il primo vendicatore (2011)

Captain America - Il primo Vendicatore

Sebastian Stan è stato confermato nel ruolo di James Buchanan “Bucky” Barnes in Thunderbolts* durante l’annuncio iniziale del cast nel 2022, quindi vale la pena ripercorrere l’intera storia del personaggio nel MCU. Bucky ha subito alcuni cambiamenti monumentali dal suo debutto in Captain America: Il primo vendicatore del 2011. Nello storico film della Fase 1, Bucky ha debuttato come migliore amico d’infanzia di Steve Rogers e membro degli Howling Commandos al fianco di Capitan America durante la Seconda Guerra Mondiale, il che lo rende uno dei personaggi più vecchi del MCU.

Bucky Barnes non sarebbe mai diventato il Soldato d’Inverno se non fosse stato per gli eventi di quel film, quando cadde da un treno e fu catturato dallo scienziato dell’HYDRA Arnim Zola. Gli esperimenti di Zola hanno trasformato Bucky in un super-soldato, che gli ha permesso di sopravvivere fino ai giorni nostri, dando il via al suo viaggio da eroe a criminale a eroe, che culminerà nel diventare il leader de facto dei Thunderbolts. L’esperienza di Bucky al fianco di Capitan America ne Il primo vendicatore lo renderà il leader perfetto dei Thunderbolts nel 2025.

Captain America: The Winter Soldier (2014)

Mentre Captain America: Il primo vendicatore ha introdotto il Bucky Barnes di Stan nel MCU, è stato Captain America: The Winter Soldier del 2014 a rivelare la sua trasformazione nel malvagio Soldato d’Inverno. Questo agente d’élite dell’HYDRA è stato potenziato con un siero da super-soldato e gli è stato fatto il lavaggio del cervello dalla nefasta organizzazione per diventare l’assassino più famoso del mondo. Bucky ha preso di mira Steve Rogers e i suoi amici nel film, ma il faccia a faccia con il suo amico d’infanzia ha iniziato a rompere l’incantesimo dell’HYDRA su di lui.

Il miglior thriller di spionaggio dei Marvel Studios ha fatto un lavoro fantastico nello sviluppo di Bucky Barnes come Soldato d’Inverno, ma lo ha anche visto iniziare a recuperare la propria personalità. Alla fine del film ha salvato Steve Rogers ed è stato visto imparare a conoscere la propria vita alla mostra di Captain America allo Smithsonian, il che ha dato il via al suo viaggio verso la riscoperta di Bucky Barnes e infine alla trasformazione in Thunderbolt. Captain America: The Winter Soldier è stato il primo progetto del MCU a rendere Bucky Barnes un personaggio principale, quindi è una visione essenziale prima del suo ritorno in Thunderbolts*.

Captain America: Civil War (2016)

Captain America: Civil War

Un breve cameo alla fine di Ant-Man del 2015 ha anticipato il grande ritorno di Bucky Barnes in Captain America: Civil War del 2016. Bucky è diventato una pedina del Barone Zemo di Daniel Brühl in Civil War, poiché è stato incastrato per il bombardamento delle Nazioni Unite e l’omicidio di Re T’Chaka, il che ha permesso a Zemo di usare il condizionamento dell’HYDRA di Bucky per puntarlo contro i suoi amici Vendicatori. Captain America: Civil War non è però importante da guardare prima di Thunderbolts* solo per il rilievo di Bucky Barnes, ma perché questo film crossover spiega anche l’attuale assenza dei Vendicatori.

Zemo ha usato la fedeltà di Steve Rogers a Bucky Barnes per mettere zizzania tra i Vendicatori, poiché è stato rivelato che Bucky aveva ucciso i genitori di Tony Stark mentre operava come Soldato d’Inverno. Questo ha fatto sì che i Vendicatori si siano sciolti all’epoca di Avengers: Infinity War e, sebbene si siano brevemente riformati in Endgame, l’impatto di Civil War ha fatto sì che i Vendicatori non siano ancora operativi. Questo crea il vuoto che i Thunderbolts riempiranno nella Fase 5 del MCU, quindi Civil War fornisce alcuni importanti retroscena sia per l’evoluzione di Bucky Barnes che per la formazione dei Thunderbolts.

Spider-Man: Homecoming (2017)

A prima vista, il collegamento tra Spider-Man: Homecoming e Thunderbolts* del 2017 potrebbe non essere chiaro, ma il secondo risponderà finalmente a uno dei più grandi misteri del MCU iniziato nel primo. Durante Homecoming, l’Avvoltoio di Michael Keaton ha preso di mira un aereo che trasportava il carico dei Vendicatori dalla Avengers Tower alla nuova struttura della squadra nell’Upstate di New York, poiché Tony Stark ha venduto la base operativa della squadra a Manhattan. Ci sono voluti otto anni dopo Homecoming perché i Marvel Studios rispondessero a chi aveva acquistato l’Avengers Tower, visto che i trailer di Thunderbolts* hanno confermato che la nuova proprietaria è Valentina.

La Valentina Allegra de Fontaine di Julia Louis-Dreyfus potrebbe aver debuttato nel MCU solo nel 2021 in The Falcon and the Winter Soldier, ma sembra che abbia influenzato gli eventi dietro le quinte per molto più tempo. Valentina è una donna di incredibile potere e influenza nel MCU, e la sua acquisizione dell’ex Avengers Tower ne è solo un esempio. Ha trasformato questo punto di riferimento nella Torre di Guardia del MCU, la base operativa di Sentry nei fumetti Marvel, quindi, anche se Homecoming non è un film da vedere assolutamente, fornisce importanti retroscena per il nuovo cattivo del MCU.

Black Panther (2018)

chadwick boseman Black Panther 2

Analogamente a Spider-Man: Homecoming, Black Panther del 2018 non ha un grande impatto sulla prossima storyline dei Thunderbolts*. Tuttavia, poiché Bucky Barnes avrà un ruolo importante nel crossover della Fase 5, è importante notare che fa una breve apparizione cameo nella scena post-credits del film del 2018. Questo cameo ha fatto seguito alla fine di Captain America: Civil War, in cui Bucky Barnes si era rifugiato nel Wakanda, anche se Black Panther lo vedeva come un uomo guarito, libero dal condizionamento dell’HYDRA che lo aveva trasformato nel Soldato d’Inverno.

Il cameo di Bucky Barnes in Black Panther è stato spiegato meglio in un flashback di The Falcon and the Winter Soldier, in quanto è stato Ayo, membro della Dora Milaje, ad aiutarlo a liberarsi dal lavaggio del cervello dell’HYDRA. La scena post-credits ha segnato la prima menzione di Bucky Barnes che assume l’appellativo di Lupo Bianco. Non ha ancora abbracciato questo ruolo, ma tutto potrebbe cambiare in Thunderbolts*, soprattutto se vuole liberarsi completamente dell’eredità di Soldato d’Inverno. Bucky Barnes che diventa il Lupo Bianco sarebbe un modo fantastico per cercare finalmente la piena redenzione.

Ant-Man & The Wasp (2018)

ant-man mcu

Bucky Barnes non è l’unico antagonista del MCU che tornerà a far parte della squadra dei Thunderbolts, ma sarà affiancato da almeno altri cinque personaggi. Tuttavia, il prossimo “antagonista” di cui parliamo ha debuttato nel MCU solo con Ant-Man and the Wasp del 2018: il sequel del film originale del 2015 di Peyton Reed ha introdotto nel MCU Hannah John-Kamen nei panni di Ava Starr, alias Ghost. Dopo essere stata colpita da un’esplosione di energia quantica da giovane, le molecole di Ava Starr si sono dislocate e lei sperava di rubare l’energia quantica a Janet van Dyne per stabilizzarsi.

Questo avrebbe ucciso Janet, ma Ava Starr pensò che fosse un sacrificio necessario per salvare se stessa. Tuttavia, si è resa conto dell’errore commesso quando Janet è tornata sana e salva dal Regno Quantico e ha usato i suoi nuovi (e ormai ignorati) doni per stabilizzare il phasing di Ava Starr. Fortunatamente, questo ha mantenuto intatti i suoi poteri quantici, permettendole di controllarli, il che significa che John-Kamen può tornare come Ghost nei Thunderbolts*. In precedenza era una cattiva per interesse personale, ma sarà bello vederla assumere un ruolo più eroico nella Fase 5 del MCU.

Avengers: Endgame (2019)

avengers: endgame

Naturalmente, Avengers: Infinity War deve essere visto per capire Avengers: Endgame, ma è il film del 2019 che è indispensabile vedere prima di Thunderbolts*. La Natasha Romanoff di Scarlett Johansson potrebbe non essere coinvolta nel nuovo film, ma l’eredità lasciata dal suo personaggio giocherà un ruolo centrale nello sviluppo di diversi personaggi di Thunderbolts*. La morte di Vedova Nera in Avengers: Endgame informerà le azioni di Yelena Belova, il Guardiano Rosso di Alexei Shostakov e la Taskmaster di Antonia Dreykov, quindi sarà importante ricordare questo momento emozionante.

Natasha Romanoff si è sacrificata su Vormir affinché Clint Barton potesse riportare la Pietra dell’Anima ai Vendicatori, permettendo loro di annullare la devastazione causata da Thanos cinque anni prima. La reazione di Yelena Belova alla morte della sorella surrogata è già stata esplorata in Black Widow e Hawkeye, ma non abbiamo visto la reazione del Guardiano Rosso come figura paterna della Romanoff, né quella di Dreykov, salvata dalla Romanoff. La morte di Vedova Nera sarà sicuramente un grande argomento di discussione in Thunderbolts*, cementando uno degli eventi più importanti dell’intera linea temporale del MCU.

The Falcon and the Winter Soldier (2021)

Sam Bucky in The Falcon and the Winter Soldier

Sulla scia di Avengers: Endgame, i Marvel Studios hanno iniziato a piantare attivamente i semi per i Thunderbolts*, e questo ha preso il via con la serie The Falcon and the Winter Soldier del 2021 su Disney+. Non solo ha fatto progredire la narrazione di Bucky Barnes, spiegando meglio il suo arco di redenzione e trasformandolo in un vero e proprio eroe, ma ha anche fatto debuttare Wyatt Russell nel ruolo di John Walker, che sarà un altro membro importante dei Thunderbolts. All’inizio Walker era il nuovo Capitan America, ma poi si è evoluto nell’U.S. Agent.

La trasformazione di John Walker è stata voluta da Valentina Allegra de Fontaine, che ha fatto a sua volta il suo debutto nel MCU nella serie. Non è chiaro quale ruolo avrà esattamente Valentina nel riunire i Thunderbolts, ma la sua creazione dell’U.S. Agent potrebbe forse alludere alla creazione e al rebranding di altri personaggi di rilievo, forse anche del Sentry di Lewis Pullman. The Falcon and the Winter Soldier getta dunque alcune basi fondamentali per Thunderbolts*, quindi gli spettatori potrebbero trarre beneficio dal ricordare gli eventi della serie.

Black Widow (2021)

Black Widow recensione film

Black Widow del 2021 ha introdotto nel MCU Florence Pugh, David Harbour e Olga Kurylenko, rispettivamente nei ruoli di Yelena Belova, Alexei Shostakov e Antonia Dreykov, che torneranno in Thunderbolts*. Belova era come una sorella per Natasha Romanoff da bambina in Ohio, quando entrambe venivano cresciute dalla Melina Vostokoff di Rachel Weisz e da Alexei, tutte spie che lavoravano per la Stanza Rossa. Anche se non legati da vincoli di sangue, questi individui erano la famiglia di Natasha Romanoff e l’eredità della Vendicatrice continuerà attraverso di loro in Thunderbolts*.

La riunione tra Romanoff, Belova, Shostakov e Vostokoff in Black Widow è stata divertente e, a tratti, esilarante. Questo si ripeterà probabilmente con l’incontro tra Yelena e il Guardiano Rosso in Thunderbolts*, mentre si è ipotizzato che Rachel Weisz possa riprendere il suo ruolo. L’apparizione di Olga Kurylenko nel ruolo di Taskmaster in Thunderbolts* è stata invece messa in dubbio, poiché Antonia Dreykov non è apparsa in gran parte del materiale promozionale del film. Tuttavia, Black Widow è decisamente uno dei progetti più importanti che gli spettatori dovrebbero vedere prima di Thunderbolts*.

Hawkeye (2021)

Hawkeye

Black Widow si è concluso con una scena post-credits che ha visto Yelena Belova recarsi alla tomba della sorella, dove è stata interrotta da Valentina Allegra de Fontaine. Questa scena sembrava suggerire che Yelena fosse già alle dipendenze di Valentina, in quanto quest’ultima suggeriva che Clint Barton avesse ucciso Natasha Romanoff e avesse mandato Yelena a cercare vendetta per la morte della sorella. La questione è giunta al culmine nell’episodio 4 di Hawkeye, “Partners, Am I Right?” e nel finale di serie, “So This Is Christmas?”. Nella serie Clint Barton ha rivelato a Yelena la verità: Natasha Romanoff si è sacrificata.

Oltre a questo, Hawkeye ha anche rivelato che Yelena Belova è stata allontanata dal conflitto contro Thanos per la sua missione di liberare gli altri assassini della Vedova Nera dal controllo mentale del Generale Dreykov. La rivelazione della verità sulla morte di Natasha Romanoff potrebbe aver fatto sì che Yelena dubitasse di Valentina, visto che all’inizio l’aveva indirizzata a Clint Barton. Questo potrebbe rivelarsi importante per Thunderbolts*, mentre i sentimenti di perdita di Yelena durante i trailer potrebbero essere stati causati dalla rottura dei legami con Valentina, dall’aver appreso la verità sulla morte della Romanoff e dall’essere diventata amica di Kate Bishop.

Black Panther: Wakanda Forever (2022)

Black Panther: Wakanda Forever

Analogamente al suo predecessore del 2018, Black Panther: Wakanda Forever non ha un grande impatto sulla narrazione dei Thunderbolts*, ma c’è un’enorme rivelazione di un personaggio nel film che significa che dovrebbe essere rivisto prima del crossover della Fase 5. Valentina Allegra de Fontaine è infatti tornata in Wakanda Forever, dove non solo è stato rivelato che è l’ex moglie di Everett Ross, ma anche il direttore della CIA nel MCU. Questo è stato un grande sviluppo prima di Thunderbolts*, e suggerisce qualcosa di interessante per la formazione della squadra titolare.

Mentre gli Avengers si sono formati sotto l’occhio vigile di Nick Fury e dello SHIELD, i Thunderbolts saranno apparentemente formati dal governo degli Stati Uniti, lavorando direttamente per la CIA. Si tratta di uno sviluppo importante per il MCU, in quanto sarà la prima squadra di supereroi finanziata dal governo, che potrebbe dare vita ad alcune delle peggiori paure di Steve Rogers. Non è ancora stato rivelato cosa la CIA voglia effettivamente da questi personaggi dotati di superpoteri, ma la posizione di Valentina sarà senza dubbio importante per la narrazione dei Thunderbolts*.

Captain America: Brave New World (2025)

Captain America: Brave New World

Captain America: Brave New World del 2025: è il primo film con Sam Wilson nei panni dell’Uomo a stelle e strisce, dopo la sua trasformazione in Capitan America in The Falcon and the Winter Soldier. Continuando la storia della Fase 4, è stato bello vedere anche il ritorno di Sebastian Stan per un cameo. Bucky si è incontrato con Sam Wilson dopo il ferimento di Joaquín Torres sull’Isola Celeste per offrirgli un prezioso consiglio e i due hanno anche ribadito la loro amicizia reciproca in un bellissimo momento, ma questo non è stato il punto più importante della trama.

Captain America: Brave New World ha rivelato che Bucky Barnes si è candidato al Congresso nel MCU. Questo sembra realizzarsi in Thunderbolts*, dato che Bucky potrebbe effettivamente essere un membro del Congresso, anche se si ipotizza che il suo mandato non durerà molto a lungo. Dato il suo passato di assassino più famoso del mondo e di super-soldato dell’HYDRA, non sarebbe una sorpresa se Bucky non rimanesse in carica. Tuttavia, è stato fantastico vedere come il film abbia creato i presupposti per Thunderbolts* e si spera che il film della Fase 5 continui a sviluppare il legame tra Bucky e Sam Wilson.

Song Sung Blue: Hugh Jackman e Kate Hudson duettano nella prima foto del film

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Hugh Jackman e Kate Hudson cantano in duetto nel primo teaser di Song Sung Blue, la cui uscita è prevista per il Natale 2025. Scritto e diretto da Craig Brewer, basato sull’omonimo documentario del 2008, il prossimo film biografico musicale vede Jackman e Hudson nei panni della coppia Mike e Claire Sardina, che seguono la storia vera di due artisti sfortunati che formano una tribute band di Neil Diamond. Il cast del film include anche Michael Imperioli, Fisher Stevens, Jim Belushi, King Princess, Mustafa Shakir, Erika Slezak e Sean Allan Krill.

Ora, su Instagram, Kate Hudson ha condiviso le prime immagini di Song Sung Blue e ha confermato la data di uscita per il Natale 2025. L’immagine mostra Jackman e Hudson che cantano un duetto sul palco nei panni di Mike e Claire Sardina, apparentemente interpretando una canzone di Neil Diamond. Guarda l’immagine qui sotto:

Il post completo di Hudson recita: “Ho amato ogni secondo della realizzazione di questo bellissimo film, lavorando con il marito più adorabile che si possa desiderare, @thehughjackman, cantando le canzoni iconiche di Neil Diamond, diretti dal nostro meraviglioso regista @mybrewtube ♥️ Altre note d’amore per tutti coloro che hanno partecipato arriveranno… ma in questo momento sono solo così entusiasta di condividere con voi che abbiamo una data di uscita Song Sung Blue – solo nei cinema questo Natale

 

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Un post condiviso da Kate Hudson (@katehudson)

Cosa significa l’immagine di Song Sung Blue per il film

Con Hugh Jackman e Kate Hudson, sarebbe difficile immaginare due talenti musicali più adatti per i due ruoli principali in Song Sung Blue. Sebbene l’attore australiano sia meglio conosciuto per la sua interpretazione di Wolverine, Jackman ha recitato nei film musical Les Misérables e The Greatest Showman, il primo dei quali gli è valso una nomination all’Oscar come miglior attore. A Broadway, Jackman ha vinto un Tony Award per il musical The Boy from Oz e ha ottenuto un’altra nomination per The Music Man.

Hudson è un talento musicale altrettanto apprezzato, diventata famosa per la sua interpretazione di Penny Lane nel musical drammatico Almost Famous, per il quale ha ricevuto una nomination all’Oscar come migliore attrice non protagonista. Hudson ha anche recitato nel film musicale Nine, ha avuto un ruolo ricorrente in Glee e ha recitato nel film musicale di Sia, intitolato Music. Hudson ha anche pubblicato il suo album di debutto, Glorious, nel 2024. A loro volta, Jackman e Hudson dovrebbero essere in grado di interpretare le canzoni iconiche di Neil Diamond con notevole abilità.

Kevin Feige parla del riconoscimento ai premi di Sebastian Stan dopo avergli sconsigliato il ruolo di Trump

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Il capo della Marvel Studios Kevin Feige elogia il lavoro di Sebastian Stan in The Apprentice prima del ritorno di Bucky Barnes nell’MCU in Thunderbolts*. Quattordici anni dopo il debutto di Stan nell’MCU in Captain America: Il primo vendicatore, Bucky Barnes entra a far parte di una squadra di supereroi tutta sua in Thunderbolts* di Jake Schreier. Parallelamente al percorso di Bucky Barnes nell’MCU, Sebastian Stan ha costruito una carriera impressionante che include film e serie TV come I, Tonya, The Devil All The Time e Pam & Tommy. Nel 2024, Sebastian Stan ha portato la sua carriera a un livello superiore con i film acclamati dalla critica A Different Man e The Apprentice.

In un’intervista con Vanity Fair, Kevin Feige celebra le acclamate interpretazioni di Sebastian Stan in A Different Man e The Apprentice, che gli sono valse rispettivamente un Golden Globe e una nomination all’Oscar. Stan aveva precedentemente dichiarato che un amministratore delegato di uno studio cinematografico non identificato gli aveva sconsigliato di interpretare Donald Trump, poiché avrebbe potuto “alienare metà del Paese”. Leggi il commento completo di Kevin Feige qui sotto:

“Vederlo vincere un Golden Globe per un film e poi essere nominato all’Oscar per un altro film nello stesso anno è davvero impressionante”.

Cosa significano i commenti di Kevin Feige sui premi vinti da Sebastian Stan

Sebastian Sten sul red carpet del Festival di Cannes – Foto di Luigi De Pompeis © Cinefilos.it

Sebastian Stan potrebbe facilmente fare affidamento sul suo stipendio nell’MCU e accettare ruoli facili in altri progetti, o non accettarne affatto. Ma Stan ha costantemente dimostrato quanto sia versatile la sua abilità recitativa. I ruoli da protagonista in A Different Man e The Apprentice sono impegnativi sotto diversi aspetti e, allo stesso tempo, non potrebbero essere più diversi tra loro. Stan ha anche subito drastiche trasformazioni fisiche per entrambi i ruoli, che gli hanno richiesto di rimanere fedele alle vite romanzate di due persone reali con background e personalità estremamente diversi.

Inoltre, Sebastian Stan ha camminato su una linea delicata nelle sue interpretazioni in A Different Man e The Apprentice. L’esplorazione di A Different Man di un uomo affetto da neurofibromatosi rischiava di essere insensibile, ma ha trattato l’argomento con rispetto. All’opposto, l’interpretazione di The Apprentice della giovinezza di Donald Trump rischiava di sembrare un tributo a tutti gli effetti, ma ha lasciato la sua rappresentazione aperta all’interpretazione. Gran parte delle sfumature di questi film si basavano sulle capacità di Sebastian Stan, e le nomination ai premi dimostrano che ha fatto un ottimo lavoro.

Thunderbolts*: ecco le prime reazioni al film dopo la premiere mondiale!

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Le prime reazioni sui social media al film Thunderbolts* della Marvel sono state condivise online. Il Marvel Cinematic Universe ha in programma due film ambiziosi che usciranno nel 2025, Thunderbolts* e The Fantastic Four: First Steps, che introdurranno due nuove squadre nell’MCU. La differenza principale tra i due film è che il cast stellare di Thunderbolts* comprende diversi attori che hanno già recitato in film e serie TV Marvel. Accanto a loro ci sono alcuni volti nuovi, con il cattivo del film destinato a stravolgere completamente la classifica dei poteri del franchise.

Su Twitter sono iniziate a trapelare le prime reazioni a Thunderbolts*. Il film riunisce una nuova squadra Marvel guidata da Bucky Barnes, interpretato da Sebastian Stan, e vede il debutto nel MCU di Sentry. Nonostante questi due personaggi abbiano ruoli chiave nel film, sembra che la protagonista della storia di Thunderbolts* sia nientemeno che Yelena Belova, interpretata da Florence Pugh. Le prime reazioni al prossimo film dell’MCU del 2025 accennano anche a quante scene post-crediti i fan potrebbero aspettarsi dal misterioso film. Date un’occhiata alle prime reazioni a Thunderbolts* qui sotto:

Cosa rivelano le prime reazioni a Thunderbolts* sul film dell’MCU

Due personaggi emergono come protagonisti del film

Thunderbolts* sta ricevendo molti elogi da coloro che hanno già avuto la possibilità di vedere il prossimo film dell’MCU. Mentre l’intesa tra il cast nel suo complesso sembra eccellente, due personaggi sono spesso citati nelle prime reazioni a Thunderbolts*. Il primo è Yelena Belova, interpretato da Florence Pugh. Il ruolo di primo piano dell’eroina non è una sorpresa, dato che anche l’attore Sebastian Stan, che interpreta Bucky Barnes nei film Marvel, ha già parlato di Yelena come della star di Thunderbolts*. Detto questo, anche Bob, interpretato da Lewis Pullman, sta ricevendo molto amore dalle prime reazioni a Thunderbolts*.

Con la trama più emozionante del film MCU e il suo approccio alla salute mentale che viene celebrato, è facile capire perché Bob sia un personaggio così amato. Pullman interpreta più personaggi in uno, poiché Bob è in realtà il supereroe noto come Sentry, ma ha anche un lato oscuro, che emerge come il cattivo del film, il Void. Oltre ai momenti emozionanti del film, all’intesa tra gli attori e al ruolo di spicco di Yelena e Bob, le prime reazioni a Thunderbolts* hanno anche rivelato che il film dell’MCU avrà due scene post-crediti, quindi sembra valga la pena rimanere fino alla fine.

Your Friends & Neighbors, recensione della serie con Jon Hamm

Per comprendere pienamente l’essenza di Your Friends & Neighbors, nuova serie targata Apple TV+ (guarda il trailer) bisogna gettare uno sguardo alla produzione del suo creator Jonathan Tropper, in particolar modo ai suoi romanzi prima che iniziasse la sua carriera televisiva.

L’ambientazione principale dei libri di Tropper è l’area denominata “Upstate New York”, una serie di piccoli paesini a nord della Grande Mela che col passare dei decenni sono diventati residenza di molti cittadini i quali, dopo aver fatto fortuna in città, si sono ritirati nell’agiatezza della provincia. Non troppo lontano dal centro del mondo, in modo magari da poter andare a lavorare durante la giornata e tornare a casa la sera. In questo mondo sereno, facoltoso e tutto sommato ovattato Tropper ha inserito i protagonisti delle sue storie dolceamare, spesso un mix riuscito  di commedia e dramma umano l’esempio migliore è senza dubbio This Is Where I Leave You, che circa una decina di anni orsono venne trasposto in un film piuttosto sottovalutato che vedeva protagonisti Jason Bateman, Rose Byrne, Tina Fey e la grande Jane Fonda.

La storia di Andrew in Your Friends & Neighbors

Your Friends & Neighbors – Amanda Peet – Cortesia di Apple Tv+

Ebbene, Your Friends & Neighbors porta all’eccesso il mondo che Tropper sembra conoscere al meglio: i personaggi dello show sono tutti sfrontatamente ricchi, e vivono vite incredibilmente che i comuni mortali possono soltanto sognare. Tra loro troviamo anche Andrew Cooper (Jon Hamm), a cui le cose la contrario non stanno andando troppo bene: un anno dopo essere stato abbandonato dalla moglie Mel (Amanda Peet) che lo ha tradito con una ex-stella dell’NBA, l’uomo si ritrova all’improvviso anche licenziato dall’agenzia dove lavorava come broker di grande successo. Alla crisi esistenziale si aggiunge dunque anche quella finanziaria, alla quale Cooper decide di provare ad ovviare iniziando ad entrare di soppiatto nelle lussuose abitazioni dei suoi amici e vicini…

Nell’episodio pilota dello show possiamo gustare un discreto character-study che si incastona efficacemente nel tono leggero e malinconico scelto per il progetto. Jon Hamm riesce a dare discreta profondità psicologica stratificazione alla figura di “Coop”, sfruttando con intelligenza la sua “icona” Don Draper, il protagonista di una serie di culto quale Mad Men. Il suo ruolo in Your Friend & Neighbors appare infatti come uno specchio deformato e ironico dell’altro, ovvero una versione che ironicamente cede alla pressione schiacciante di un ambiente sociale competitivo e senza scrupoli. Dove Draper sfruttava la propria forza mentale per eccellere, anche a costo di sacrificare tutto il resto, Cooper invece abbraccia con gioiosa nonchalance le proprie debolezze. Hamm dimostra di saper bene che il pubblico serie non potrà non accostare questi due ruoli, e nel primo episodio dello show di Apple TV+ ci gioca con consumata sapienza.

Pilot intrigante ma fiato corto

Your Friends & Neighbors – Olivia Munn – Cortesia di Apple Tv+

Se dunque Your Friends & Neighbors parte con un pilot intrigante, già dalla seconda puntata la serie dimostra di avere il fiato cortissimo, propinando allo spettatore trame e situazioni francamente troppo deboli per interessare veramente. L’unico aspetto che può avere una sua validità è quello di sperimentare il “guilty pleasure” di entrare dentro le straordinariamente arredate e le vite altrettanto vuote dei personaggi messi in scena, ma tutto sommato si tratta davvero poco per colmare le esigenze prima di tutto narrative di nove puntate. Delle disavventure di Cooper, dalla sua famiglia disfunzionale e delle altre personalità che gli ruotano intorno interessa davvero troppo poco per entrare in una qualsiasi tipo di empatia con quanto proposto. Tanto poi che, proprio come ci si può aspettare, i problemi che tutti esperiscono sono talmente lontani dalla quotidianità dello spettatore medio che qualsiasi link emotivo è pressoché impossibile.

Rimane la consumata abilità di un gruppo di attori che a come si recita un un prodotto televisivo – accanto ad Hamm troviamo anche Amanda Peet e Olivia Munn, le quali ad esempio hanno entrambe lavorato con Aaron Sorkin rispettivamente a Studio 60 on the Sunset Street e The Newsroom (a proposito di produzione televisiva di altro livello…), ma neppure loro riescono a risollevare le sorti di una serie che a parte la confezione iper-lussuosa non ha realmente altre carte da poter giocare per stuzzicare l’interesse del pubblico.

Jonathan Tropper ha tentato di trasportare nella serialità quello che aveva tutto sommato funzionato a dovere nei suoi romanzi, fallendo proprio nel processo di trasposizione. Un errore piuttosto incomprensibile per uno che al contrario, quando si è cimentato con altri toni e generi – vedi gli show a cui ha lavorato ovvero Banshee, Warrior e See, quest’ultima sempre per Apple TV+ – ha ottenuto risultati quanto meno degni di interesse.

9-1-1: Nashville, il cast, la storia e tutto quello che sappiamo

9-1-1: Nashville, il cast, la storia e tutto quello che sappiamo

Il franchise 9-1-1 è destinato ad ampliarsi con un nuovo spin-off, e ci sono già tantissimi dettagli entusiasmanti sulla stagione di debutto di 9-1-1: Nashville. Sviluppato inizialmente per la Fox da Ryan Murphy, Brad Falchuk e Tim Minear, l’originale 9-1-1 è andato in onda per quasi un decennio ed è persino sopravvissuto al passaggio alla ABC. Il concept del franchise è piuttosto semplice e segue le vicende di poliziotti, vigili del fuoco e personale medico che rispondono alle emergenze più gravi che sconvolgono la loro città. La serie originale è ambientata a Los Angeles; il primo spin-off è stato ambientato in Texas, mentre ora Nashville si trasferisce nella capitale del Tennessee.

L’aggiunta di Nashville è una sorta di mossa laterale per il franchise, dato che la sua apparizione segue la fine di 9-1-1: Lone Star. Lo spin-off originale è andato in onda nel 2025, anche se la serie originale sembra andare forte, dato che si avvicina presto alla sua decima stagione. Nashville è una destinazione nuova e piuttosto insolita per il genere procedurale, dato che la maggior parte delle serie sui primi soccorritori sono ambientate in grandi metropoli come New York, Los Angeles o Chicago. La prima stagione di 9-1-1: Nashville è in arrivo e apre un nuovo entusiasmante capitolo per il franchise.

Ultime notizie su 9-1-1: Nashville

Sulla scia del casting di Chris O’Donnel come protagonista della serie, le ultime notizie confermano che 9-1-1: Nashville ha trovato la sua seconda star. Forse meglio conosciuta per il suo ruolo in Grey’s Anatomy nei panni della dottoressa Arizona Robbins, Jessica Capshaw interpreterà un ruolo ricorrente nella prossima serie spin-off di Nashville. Sebbene il suo personaggio non sia ancora stato rivelato, Capshaw interpreterà la moglie del capitano Don Sharpe, interpretato da O’Donnell, e la madre di un altro personaggio principale, Ryan, che non è ancora stato scritturato.

I personaggi di Nashville, finora, sembrano stranamente simili ai protagonisti della serie Lone Star, recentemente cancellata.

Questo casting suggerisce che 9-1-1: Nashville metterà chiaramente al centro la famiglia dei personaggi principali, intrecciando le loro vite professionali e personali. I personaggi di Nashville, finora, sembrano stranamente simili ai protagonisti della serie Lone Star, recentemente cancellata, e resta da vedere come il nuovo spin-off riuscirà a differenziarsi.

9-1-1: Nashville è confermato

ABC ha ordinato la prima stagione per il 2025

Anche se il primo spin-off di 9-1-1 sta tramontando, un altro è sorto quasi immediatamente per prendere il suo posto. ABC ha annunciato lo sviluppo di 9-1-1: Nashville nel febbraio 2025, ed è chiaro che il network spera di portarlo sul piccolo schermo il prima possibile. Nashville farà parte della stagione 2025-2026 della ABC, anche se non è chiaro se debutterà in autunno o se sarà un’aggiunta di metà stagione.

Gran parte del personale dietro le quinte della nuova serie proviene dalla precedente serie 9-1-1, con Ryan Murphy, Tim Minear e 9-1-1: Lone Star showrunner Rashad Raisani nel ruolo di sceneggiatori e produttori esecutivi. Anche il co-creatore del franchise Brad Falchuk e la star di 9-1-1 Angela Bassett saranno produttori esecutivi. I dettagli sulla produzione dovrebbero arrivare presto, soprattutto se la ABC spera di mandare in onda la serie nella prossima stagione.

9-1-1: Nashville – Dettagli sul cast

9-1-1: Nashville

Chris O’Donnell sarà il protagonista

Finora, solo pochi nomi sono stati associati a 9-1-1: Nashville, e NCIS: Los Angeles star Chris O’Donnell è stato il primo ad unirsi al cast. O’Donnell sarà il protagonista nel ruolo del capitano Don Sharpe, responsabile della caserma dei pompieri più trafficata di Nashville. Il personaggio è descritto come un uomo di famiglia appassionato e un cavaliere di rodeo che nasconde alcuni segreti che gli causeranno problemi durante tutta la serie. Un dettaglio interessante sul cast è che anche il figlio di Sharpe lavorerà nella caserma dei pompieri, il che apre le porte a un dramma avvincente quando la sua vita lavorativa e quella familiare entreranno in collisione.

Poche settimane dopo la scelta di O’Donnell, la star di Grey’s Anatomy Jessica Capshaw è stata scelta per interpretare il ruolo della moglie di Sharpe. Molti dettagli sul suo personaggio non sono ancora stati definiti, compreso il nome, ma anche lei è madre di un personaggio non ancora scritturato, Ryan. Si presume che Ryan sia il figlio che lavora con il capitano Sharpe nella caserma dei pompieri, ed è descritto come un ruolo principale. Il resto del cast sarà probabilmente composto dalla squadra di Sharpe e dagli altri primi soccorritori che lavorano nella caserma dei pompieri.

Dettagli sulla trama di 9-1-1: Nashville

La capitale del Tennessee è teatro di numerose emergenze gravi

La stessa Nashville offre alcuni indizi su ciò che potrebbe accadere, essendo nota per la sua vivace vita notturna e le sue radici nella musica country.

Per ora si sa poco della trama di 9-1-1: Nashville, ma non è difficile immaginare cosa succederà quando la serie arriverà finalmente sulla ABC. Come i suoi predecessori, la maggior parte delle storie della serie avrà a che fare con emergenze mortali che spingeranno i primi soccorritori al limite. Tuttavia, la serie 9-1-1 è unica perché queste emergenze sono spesso esagerate e oltraggiose. La stessa Nashville offre alcuni indizi su ciò che potrebbe accadere, essendo nota per la sua vivace scena festaiola e le sue radici nella musica country.

Con così tanti turisti che arrivano nella Città della Musica per scatenarsi, i vigili del fuoco e i paramedici avranno il loro bel da fare per tenerli lontani dal pericolo. Inoltre, Nashville è particolarmente soggetta a eventi meteorologici di grande entità come i tornado, e la storia della città è costellata di gravi disastri causati da violente tempeste. A livello più personale, 9-1-1: Nashville si sta già preparando al successo introducendo il capitano Sharpe e i suoi forti legami familiari che potrebbero entrare in conflitto con il suo lavoro.

iHostage: guida al cast e ai personaggi del film Netflix

iHostage: guida al cast e ai personaggi del film Netflix

Il film thriller di Netflix iHostage – diretto da Bobby Boermans – è attualmente uno dei titoli più visti sulla piattaforma, anche per merito del suo cast di attori di talento, seppur poco conosciuti a livello internazionale. Il film, come ormai noto, si basa su una storia vera accaduta nel 2022, in cui un uomo armato ha chiesto milioni di dollari in cambio della vita degli ostaggi presi in un Apple Store. iHostage esamina le prospettive dell’uomo armato, degli ostaggi e degli agenti delle forze dell’ordine che cercano di risolvere la situazione, offrendo dunque un ritratto a più punti di vista sulla vicenda.

LEGGI ANCHE: iHostage: la storia vera dietro al film Netflix

Tornando al cast, iHostage è una produzione olandese e molti degli attori che vi hanno partecipato hanno trascorso la loro carriera lavorando a progetti in Europa. I protagonisti del film potrebbero quindi non essere ancora noti al pubblico, ma le loro eccellenti interpretazioni li faranno sicuramente conoscere o comunque perlomeno faranno venire la curiosità di scoprire chi sono e a quali progetti hanno preso parte in passato. Ecco allora una guida al cast e ai personaggi del film!

LEGGI ANCHE: iHostage: la spiegazione del finale del film Netflix

Il cast principale di iHostage

Soufiane Moussouli nel ruolo di Ammar

Soufiane Moussouli è un attore olandese-marocchino che è apparso in film e serie televisive per oltre un decennio. La sua prima interpretazione in un lungometraggio è stata in Popoz del 2015, una commedia d’azione con poliziotti. In seguito, ha trascorso cinque anni a recitare in cortometraggi prima di tornare sul grande schermo per The Way of Paradise del 2020, anche se ha interpretato solo un agente di polizia senza nome. Nel 2021 è apparso in sei episodi di Mocro Maffia, una serie televisiva acclamata dalla critica sulla mafia marocchina, prima di ottenere il ruolo in iHostage.

Nel film Moussouli interpreta Ammar, l’uomo armato, in precedenza autista di autobus immigrato dalla Siria, che minaccia di far esplodere il negozio dopo aver preso degli ostaggi. Ammar è stato definito un “antagonista a più livelli”, anche se il film permette di comprendere la sua umanità, cercando di non restituirne un ritratto da cattivo totale.

iHostage spiegazione finale
Soufiane Moussouli e Admir Sehovic in iHostage. Crediti: Netflix/Elmer van der Marel

Admir Sehovic nel ruolo di Ilian

Admir Sehovic è un attore la cui carriera cinematografica e televisiva è iniziata come attore bambino all’età di dieci anni, prima di tornare nel settore negli anni 2010. Il suo primo ruolo di rilievo è stato in una serie criminale serba intitolata Black Sun, dove è apparso in sei episodi acclamati dalla critica. Ha anche avuto un ruolo di rilievo in una serie thriller e mistery intitolata Kotlina. L’uscita di iHostage su Netflix significherà ora probabilmente una maggiore esposizione internazionale per Sehovic rispetto ai suoi progetti precedenti.

L’attore interpreta dunque Ilian, il protagonista e principale ostaggio di Ammar. La sua sfortuna si aggrava quando si trova nell’Apple Store all’arrivo del criminale. L’uomo è già alle prese con problemi cardiaci e con la difficoltà di provvedere economicamente alla sua famiglia, per cui quella vicenda lo pone ulteriormente sotto stress. Grazie alla sua astuzia, però, Ilian riuscirà a cogliere il momento buono per salvarsi la vita.

Loes Haverkort nel ruolo di Lynn

Loes Haverkort è un’attrice olandese che ha recitato in film e ruoli televisivi per oltre due decenni. Tra i suoi ruoli figurano serie televisive poliziesche acclamate dalla critica come Styx e Celblok H, storie di vita quotidiana come Moedermaffia! e Oogappels, e drammi storici come Redbad. Sebbene non sia un nome molto conosciuto al di fuori del suo paese, Haverkort è un attrice molto richiesta nei Paesi Bassi, con il curriculum più completo del cast di iHostage.

Nel film, Haverkort interpreta Lynn, una delle protagoniste principali, in quanto è la negoziatrice della polizia che parla con Ammar e cerca di salvare gli ostaggi. Il suo ruolo si rivela fondamentale per mantenere stabile la situazione, evitando pericolose escalation di violenza. Sebbene resti a distanza da Ammar e Ilian, Lynn è infatti l’unica ad avere un rapporto “diretto” con loro.

Loes Haverkort in iHostage
Loes Haverkort in iHostage. Crediti: Netflix/Elmer van der Marel

Emmanuel Ohene Boafo come Mingus

Emmanuel Ohene Boafo è un attore olandese-ghanese che negli ultimi dodici anni ha lavorato duramente per affermarsi nel mondo del cinema e della televisione olandese. Le sue interpretazioni più importanti sono state il ruolo di protagonista nel film Pariah del 2024 e il film White Berry del 2022. Compresi i progetti di cortometraggi, Boafo ha già accumulato più di trenta crediti di recitazione, la metà dei quali dal 2020 in poi.

Nel film Boafo interpreta Mingus, uno dei dipendenti dell’Apple Store che collabora segretamente con la polizia, mettendo a rischio la propria vita per aiutare gli ostaggi. Sarà però proprio la sua collaborazione a permettere alle forze dell’ordine di avere chiara l’organizzazione interna del negozio e a capire come è possibile o non possibile entrarvi senza che Ammar dia vita ad un esplosione di violenza.

Il cast e i personaggi di supporto di iHostage

Marcel Hensema nel ruolo di Kees: Marcel Hensema è un attore cinematografico e televisivo olandese noto per i suoi ruoli in Hollands hoop e Sphinx.

Fockeline Ouwerkerk nel ruolo di Soof: Fockeline Ouwerkerk è un’attrice olandese apprezzata per i film Speech e The Resistance Banker.

Roosmarijn van der Hoek nel ruolo di Bente: Roosmarijn van der Hoek è una giovane attrice che ha iniziato la sua carriera come attrice bambina, lavorando in titoli come Hidden in the Spotlight.

Robin Boissevain nel ruolo di Lucas: Robin Boissevain è un attore olandese che il pubblico potrebbe riconoscere dalla serie Netflix Ares.

Emmanuel Ohene Boafo in iHostage
Emmanuel Ohene Boafo in iHostage. Crediti: Netflix/Elmer van der Marel

Louis Talpe nel ruolo di Winston: Louis Talpe è un attore belga noto soprattutto per il ruolo di Toby nella serie per bambini Mega Mindy.

Eric Corton nel ruolo di Mark: Eric Corton è un attore olandese apparso in serie televisive come Penoza e Mocro maffia.

Matteo van der Grijn nel ruolo di Abe: Matteo van der Grijn è un attore olandese che ha avuto un ruolo memorabile nella terza stagione di Ted Lasso di Apple TV+, interpretando l’interesse amoroso di Rebecca che incontra ad Amsterdam.

Ahlaam Teghadouini nel ruolo di Jihane: Ahlaam Teghadouini è un’attrice nota per i suoi ruoli in serie televisive come Roomies.

Thijs Boermans nel ruolo di Matthijs: Thijs Boermans è un attore olandese noto per film come The Hero e Vicious.

9-1-1 – Stagione 9 si farà: cast, trama e tutto quello che c’è da sapere

La serie poliziesca 9-1-1 è diventata un’istituzione televisiva nei suoi quasi dieci anni di programmazione, e ora è stata rinnovata per una nona stagione. Creata per la TV da Ryan Murphy, Brad Falchuk e Tim Minear, 9-1-1 segue la vita e il lavoro dei primi soccorritori di Los Angeles che hanno il compito di affrontare alcune delle emergenze più gravi che la Città degli Angeli può riservare loro. Mescolando il consueto formato dei procedural con il tipico stile esagerato di Ryan Murphy, 9-1-1 è allo stesso tempo familiare e fresco nel mondo ormai saturo delle serie poliziesche.

Nonostante il successo costante, la permanenza in onda di 9-1-1 non è stata affatto facile, ed è stata cancellata dalla rete originale (Fox) dopo la sesta stagione. Tuttavia, la ABC ha salvato la situazione e ha rapidamente rinnovato la serie poliziesca dedicata ai primi soccorritori per la settima e l’ottava stagione. Senza perdere un colpo, 9-1-1 ha continuato a regalare brividi ed emozioni sulla sua nuova rete, e il cambio di rete sembra aver dato nuova vita alla serie di lunga durata. Questa freschezza ha reso ancora più plausibile la possibilità di una nona stagione di 9-1-1, e la ABC non ha perso tempo nell’ordinare altri episodi.

Ultime notizie sulla stagione 9 di 9-1-1

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Credit © ABC

La ABC ordina la stagione 9 di 9-1-1

La prossima stagione di 9-1-1 sarà composta da 18 episodi.

Il futuro della serie poliziesca non sembrava essere in pericolo per il 2025, e le ultime notizie confermano che la ABC ha rinnovato la stagione 9 di 9-1-1. L’ordine arriva insieme al rinnovo di altri quattro programmi (Grey’s Anatomy, The Rookie, Will Trent e Shifting Gears) e dimostra che 9-1-1 riveste un ruolo importante nel palinsesto autunnale della rete. Al momento si sa poco della nona stagione, ma è stato confermato che la prossima stagione di 9-1-1 sarà composta da 18 episodi.

La stagione 9 di 9-1-1 è confermata

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© NBC

Con l’imminente spin-off 9-1-1: Nashville in arrivo, sembrava improbabile che la serie di punta venisse cancellata dopo l’ottava stagione. Non è stata quindi una sorpresa quando ABC ha rinnovato 9-1-1 per la nona stagione nell’aprile 2025. Il percorso della serie poliziesca su ABC è stato trionfale e non c’è motivo di pensare che la serie finirà presto. Con il franchise risorto dalle ceneri dopo la cancellazione di Lone Star, il futuro di 9-1-1 sembra assicurato per un bel po’ di tempo.

La stagione 8 di 9-1-1 ha debuttato il 26 settembre 2024.

L’annuncio della stagione 9 di 9-1-1 non è stato accompagnato da molti dettagli e non è chiaro quando inizieranno le riprese della prossima stagione. Tuttavia, il lavoro sulla prossima serie di episodi inizierà probabilmente presto, soprattutto se la ABC vuole mandare in onda la stagione 9 in autunno. La serie poliziesca ha funzionato bene come una delle principali attrazioni della ABC durante l’autunno ed è altamente improbabile che venga spostata ai primi mesi del 2026.

9-1-1 in streaming è disponibile sulle seguenti piattaforme:

 

Dettagli sul cast della nona stagione di 9-1-1

La storia di Eddie potrebbe essere un passo eccessivo per 9-1-1'

Chi tornerà per la stagione 9?

Serie come 9-1-1 utilizzano un forte ensemble di personaggi di stagione in stagione e, sebbene i cambiamenti siano comuni, è la continuità che fa tornare gli spettatori anno dopo anno. Tenendo questo a mente, il cast della 9-1-1 stagione 9 probabilmente vedrà il ritorno di molti volti noti delle stagioni precedenti, guidati da Athena Grant, interpretata da Angela Bassett, che è stata il pilastro della serie sin dal primo episodio. Un personaggio che probabilmente non tornerà è Peter Krause nei panni di Robert “Bobby” Nash (il marito di Athena nella serie), la cui morte scioccante ha rappresentato un cambiamento importante per la serie. D’altra parte, dovrebbero tornare personaggi fedeli come Kenneth Choi nei panni di Howard “Chimney” Han.

Non ci sono stati molti cambiamenti tra la settima e l’ottava stagione, e questa tendenza potrebbe continuare man mano che la serie si avvicina al traguardo del decennio. Tra gli altri ritorni attesi ci sono Oliver Stark nei panni di Evan “Buck” Buckley, che sarà sicuramente affiancato da Aisha Hinds nei panni di Henrietta “Hen” Wilson e Jennifer Love Hewitt nei panni di Maddie Buckley. È sempre possibile anche una serie di guest star di rilievo, e anche i ritorni dei personaggi sono piuttosto frequenti.

Dettagli della trama di 9-1-1 – stagione 9

Sebbene la maggior parte delle serie poliziesche segua una struttura simile, 9-1-1 è unica perché aggiunge il tocco drammatico tipico di Ryan Murphy. Detto questo, l’unica cosa che si può confermare sulla trama potenziale della stagione 9 di 9-1-1 è che inizierà con il botto. Dal disastro della nave da crociera della stagione 7 al “bee-nado” della stagione 8, la serie non ha mai paura di puntare sulle emergenze più eclatanti per dare il via alla stagione. Con l’avanzare della stagione 8, la trama probabilmente fornirà indizi su ciò che accadrà nella stagione 9, ma per ora non c’è nulla di certo su ciò che accadrà in seguito.

Grey’s Anatomy – stagione 22 si farà: cast, trama e tutto quello che c’è da sapere

Il solido medical drama Grey’s Anatomy è diventato un appuntamento fisso sul piccolo schermo nei suoi vent’anni di programmazione, che proseguirà anche nella stagione 22. Creata dalla maestra della televisione Shonda Rhimes, la longeva serie segue le vicende dei medici e del personale del Grey Sloan Memorial Hospital, un ospedale immaginario di Seattle, nello Stato di Washington. Il team del Grey Sloan, chiamato ad affrontare una serie sempre più drammatica di emergenze mediche, deve anche trovare un equilibrio tra la propria vita privata e i ritmi frenetici del lavoro. Sebbene le serie mediche non siano una novità, Grey’s Anatomy ha rotto gli schemi e continua a farlo anche dopo 20 anni.

Mentre la serie si addentra nel suo secondo decennio sul piccolo schermo, Grey’s Anatomy vede cambiamenti nel cast apparentemente ogni anno ed è in uno stato di cambiamento quasi costante. Anche se le ultime stagioni hanno iniziato a puntare molto sul ritorno a sorpresa di personaggi storici, Grey’s non ha mai mancato di offrire l’azione medica divertente che ha tenuto gli spettatori incollati allo schermo nel corso degli anni. Mentre sembra che il grande successo di Shonda Rhimes stia finalmente volgendo al termine, la ABC ha deciso di rinnovare la serie per la stagione 22.

La ABC rinnova Grey’s Anatomy stagione 22

Sebbene la notizia non sia una sorpresa, le ultime notizie confermano che la ABC ha rinnovato Grey’s Anatomy per la stagione 22. Il rinnovo è arrivato insieme alla conferma di altre quattro serie della ABC (9-1-1, The Rookie, Will Trent e Shifting Gears) e testimonia il forte impatto che il medical drama continua ad avere sul network. Il rinnovo è stato accompagnato dalla notizia che Ellen Pompeo tornerà a vestire i panni della dottoressa Meredith Grey, anche se non è ancora chiaro in quanti episodi apparirà. La stagione 22 sarà composta da 18 episodi, lo stesso numero della stagione 21.

Grey’s Anatomy stagione 22 è confermata

Grey's Anatomy meredith ellen pompeo

La serie medica torna per la stagione 22

La prossima stagione sarà composta da 18 episodi in totale, lo stesso numero della stagione 21

Con lo status di molte popolari serie TV ancora incerto, il destino della stagione 22 di Grey’s Anatomy non è mai stato davvero in dubbio. Pertanto, la ABC ha rinnovato la serie medica nell’aprile 2025, più di un mese prima della messa in onda del finale della stagione 21. La prossima stagione sarà composta da 18 episodi in totale, lo stesso numero della stagione 21, anche se alcuni in meno rispetto alla stagione 19. La stagione 20 è stata influenzata dagli scioperi di Hollywood del 2023 ed è stata la più breve dalla prima stagione nel 2005.

La stagione 21 di Grey’s Anatomy ha debuttato il 26 settembre 2024.

I dettagli sulla produzione della stagione 22 di Grey’s Anatomy non sono ancora stati annunciati, ma si presume che la serie punterà a un’uscita nell’autunno del 2025. Ad eccezione delle stagioni 1 e 20, tutte le stagioni di Grey’s sono arrivate tra settembre e novembre, ed è improbabile che la ABC sposti la serie a metà stagione, dato che continua a ottenere ottimi ascolti. Probabilmente rimarrà il fiore all’occhiello del palinsesto autunnale della ABC finché rimarrà in onda.

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Dettagli sul cast della stagione 22 di Grey’s Anatomy

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Chi tornerà al Grey Sloan?

Il cast della stagione 22 di Grey’s Anatomy è difficile da prevedere e, sebbene ci sia una lista di volti noti che probabilmente torneranno, altri ritorni sono meno certi. Gli eventi della stagione 21 influenzeranno ciò che accadrà nella stagione 22, e questo vale anche per il cast. Star di lunga data come Ellen Pompeo nel ruolo della dottoressa Grey hanno fatto un passo indietro e anche i ritorni a sorpresa sono molto più temporanei. Tuttavia, è stato confermato che la Pompeo tornerà in qualche modo nella stagione 22.

Nonostante tutto, i personaggi fissi come Chandra Wilson nei panni di Miranda Bailey e James Pickins Jr. nei panni di Richard Webber dovrebbero tornare, anche se quest’ultimo potrebbe finalmente andare in pensione. Mika Yasuda (Midori Francis) e Levi Schmitt (Jake Borelli) lasceranno la serie durante la stagione 21, il che significa che il cast dei giovani medici sarà ancora più ridotto nella stagione 22. Ciò significa che tra una stagione e l’altra potrebbero aggiungersi nuovi volti, anche se non c’è ancora nulla di confermato.

Dettagli sulla trama della stagione 22 di Grey’s Anatomy

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Credit © ABC

Sono previste altre emergenze mediche

È difficile prevedere cosa succederà nella stagione 22 di Grey’s Anatomy, perché probabilmente sarà influenzata da ciò che accadrà alla fine della stagione 21. La decisione ribelle della dottoressa Grey di rendere pubblica la ricerca sull’Alzheimer ha causato un effetto a catena nella stagione 21, ma quella trama sarà probabilmente risolta prima della fine della stagione. Sebbene la trama generale sia imprevedibile, è prevedibile che nelle prossime stagioni di Grey’s Anatomy il personale dovrà affrontare nuove emergenze e le prove e le tribolazioni del lavoro in ospedale.

The Accountant 2: la recensione del nuovo film con Ben Affleck

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The Accountant 2: la recensione del nuovo film con Ben Affleck

The Accountant 2 è il nuovo film diretto da Gavin O’Connor (Warrior, The Accountant), in arrivo nelle sale cinematografiche il 24 aprile 2025. Il film, prodotto e distribuito da Warner Bros. Pictures, è un avvincente intreccio di azione e thriller, che segna il ritorno dell’enigmatico e letale contabile Christian Wolff, interpretato da Ben Affleck.

La trama di The Accountant 2

Dopo anni trascorsi nell’ombra, Christian Wolff vive una vita ai margini, mantenendo un basso profilo e cercando di lasciarsi alle spalle il caos del suo passato. Ma la morte improvvisa e violenta di un vecchio conoscente lo riporta in superficie: l’uomo, prima di morire, lascia un messaggio criptico — “trova il contabile”. Incapace di ignorare l’enigma, Wolff si immerge in un’indagine che lo condurrà in un mondo ancora più oscuro e pericoloso di quello che credeva di conoscere. Per affrontare la minaccia crescente, è costretto a riallacciare i rapporti con suo fratello, un killer altamente addestrato (Jon Bernthal), con cui condivide un passato tormentato e pieno di ferite mai rimarginate.

Cercare connessioni

Il cinema, e in generale la maggior parte del materiale audiovisivo più o meno contemporaneo, è sempre stato caratterizzato da una certa ipertestualità. E una componente fondamentale dell’esercizio critico risiede proprio nel tentare di individuare le coordinate di un determinato iper-testo, per cercare quantomeno di orientarsi nel vastissimo oceano di potenziali riferimenti e collegamenti che ogni film (e/o similari) porta con sè. A partire da questo presupposto è particolarmente affascinante notare quanto, il più delle volte, non sia la sola ubicazione storico-geografica del lungometraggio in questione a fornire tutta una serie di spunti di partenza. Quanto la collocazione dello stesso, in ambito festivaliero ma non solo, all’interno di un panorama distributivo che esalta ossessioni comuni – siano esse teoriche, tematiche o, perchè no, visive.

Non ci sorprende perciò ravvisare, in questo senso, una certa possibilità di dialogo tra il The Accountant 2 di Gavin O’Connor e altri due titoli che, nel periodo storico in cui stiamo scrivendo, sono di recente approdati in sala: I Peccatori di Ryan Coogler e Operazione Vendetta di James Hawes. Titoli che, se usciti in altre finestre temporali, non avrebbero forse preso parte attiva a questo grande gioco di voli – talvolta pindarici – che è il ragionare di cinema.

L’action secondo Gavin O’Connor

La centralità di una fratellanza peccaminosa posta in essere dal “quartetto” Affleck-Bernthal-Jordan e la condivisione del corpo dello stesso Bernthal tra O’Connor e Hawes (seppur distante a livello di minutaggio) sono infatti senz’altro frasi coordinate di questo discorso. A dettare la vera e propria sintassi del quale, tuttavia, è piuttosto la modalità con cui ognuno dei tre titoli affronta il genere action; dissetante fonte di reference a cui ciascuno, sebbene con obiettivi diversi, ha necessariamente dovuto accostarsi.

Se è vero però che, almeno da questo punto di vista, The Accountant 2 può quasi considerarsi una sintesi delle tensioni fisico-corporee e mentali valorizzate rispettivamente da I Peccatori e Operazione Vendetta – a cui Gavin O’Connor non teme di addizionare omaggi, questi sì evidenti, a titoli/personaggi cinematografici già significativi per il primo capitolo (su tutti il John Wick di Stahelski, evocato da una penna prontamente “armata”, e il John Nash di A Beautiful Mind), è giusto sottolineare, al contempo, la maturità artistica di un cineasta che, come fa il suo protagonista nella meravigliosa sequenza del cowboy-pub, si conferma a suo agio tanto nella gestione dei tempi del genere, quanto in quella degli spazi. E che, con la stessa leggiadria dimostrata appena una settimana fa dal collega Coogler, non ha paura e, anzi, gode del passaggio da un registro all’altro. Dimostrandosi capace di alternare azione pura, commedia e dramma a tinte politiche (la questione e le atrocità relative ai flussi migratori verso gli Stati Uniti emerge tutt’altro che ridimensionata) con un rigore che amalgama le singole componenti senza mai perderne il controllo.

La strepitosa chimica tra i due principali interpreti e qualche, seppur compiaciuta, scelta registica di gran classe – il coltello che taglia la fotografia attorno a cui ruota buona parte della trama – non sono che le classiche ciliegine sulla torta di un lungometraggio che, ci auguriamo, non abbia ancora esaurito la storia del Contabile.

The Rookie – Stagione 8: cosa ci aspetta? cast, uscita e anticipazioni

La longeva serie poliziesca della ABC The Rookie è tornata per la sua settima stagione e lo show è stato rinnovato per un’ottava stagione. Creata da Alex Hawley, la serie racconta la storia di John Nolan (Nathan Fillion), un uomo sulla quarantina che decide di diventare un agente di polizia dopo aver aiutato la polizia locale. Trasferitosi a Los Angeles, Nolan diventa il rookie più anziano nella storia della polizia, ma presto scopre che il lavoro di poliziotto comporta sfide più grandi di quanto avesse mai immaginato. Con il suo mix di drammi personali e l’emozione delle indagini poliziesche, The Rookie era destinato a diventare un classico della TV.

Continuando a costruire trame sempre più grandi ed elaborate nel corso delle sue sette stagioni, l’ultima puntata vede la serie in uno stato di cambiamento, con alcune relazioni che fanno un passo avanti, mentre altre si sgretolano. Questo è normale per una serie come The Rookie, ed è il tipo di dramma esagerato che tiene gli spettatori incollati allo schermo settimana dopo settimana. Con il futuro di The Rookie che sembra ormai deciso (almeno per il momento), la ABC ha ordinato un’ottava stagione.

Ultime notizie su The Rookie – Stagione 8

The Rookie - Stagione 7

La ABC rinnova The Rookie per l’ottava stagione

Continuando la sua serie di successi come uno degli show più popolari della TV network, le ultime notizie confermano che The Rookie è stato rinnovato per l’ottava stagione. Non c’erano dubbi che il poliziesco sarebbe stato rinnovato per altri episodi, e The Rookie è stato rinnovato insieme ad altri quattro successi della ABC (Grey’s Anatomy, 9-1-1, Will Trent e Shifting Gears). L’annuncio dell’ottava stagione non è stato accompagnato da ulteriori dettagli, ma si prevede che presto arriveranno altre notizie su The Rookie.

La stagione 8 di The Rookie è confermata

Avvicinandosi rapidamente alla sua decima stagione in onda, il futuro di The Rookie sembra molto più stabile rispetto a quello di molti altri programmi televisivi. Ecco perché non è stato particolarmente sorprendente quando la ABC ha rinnovato la serie poliziesca per l’ottava stagione nell’aprile 2025. Affiancandosi a serie come Grey’s Anatomy e Abbott Elementary, non c’è dubbio che The Rookie sia uno dei maggiori successi della rete. Tuttavia, resta da vedere per quanto tempo la serie potrà andare avanti, soprattutto considerando che il concetto di base di “The Rookie” è ormai superato.

La settima stagione di The Rookie ha debuttato per la prima volta il 7 gennaio 2025.

I dettagli sulla produzione dell’ottava stagione sono ancora un mistero, ma ulteriori notizie dovrebbero iniziare ad arrivare nel corso dell’estate 2025. Non è chiaro se la serie arriverà nell’autunno del 2025 o se sarà rinviata all’inverno del 2026. The Rookie ha fatto avanti e indietro nelle sue sette stagioni finora, ed è stata sia una serie di metà stagione che un appuntamento fisso dell’autunno. Tuttavia, le stagioni 6 e 7 sono iniziate in inverno, e la stagione 8 seguirà probabilmente lo stesso schema.

Dettagli sul cast dell’ottava stagione di The Rookie

The Rookie

John e il resto della polizia di Los Angeles dovrebbero tornare

Sebbene il cast di The Rookie abbia subito diversi cambiamenti nel corso degli anni, c’è stato un nucleo costante che è rimasto fedele alla serie per quasi un decennio. A guidare lo show nei panni del rookie protagonista c’è Nathan Fillion nei panni di John Nolan, mentre sua moglie Bailey Nune sarà interpretata nuovamente da Jenna Dewan. Dovrebbe tornare anche la detective di lunga data Angela Lopez (interpretata da Alyssa Diaz), così come suo marito Wesley Evers (Shawn Ashmore). Uno dei rookie più recenti della squadra, Aaron Thorsen, interpretato da Tru Valentino, probabilmente non tornerà nella stagione 8 perché ha lasciato la serie nella stagione 6.

Richard T. Jones dovrebbe tornare nei panni del comandante Wade Grey, così come la relativamente nuova arrivata Celina Juarez (interpretata da Lisseth Chavez). Apparsa per la prima volta nella seconda stagione come agente addestratrice di Nolan, Nyla Harper, interpretata da Mekia Cox, ha assunto un ruolo più sfaccettato nel corso della serie, che continuerà anche nella stagione 8. Allo stesso modo, l’agente sotto copertura Lucy Chen (Melissa O’Neil) dovrebbe tornare, anche se la sua relazione con Tim Bradford (Eric Winter) è in crisi e potrebbero non tornare mai più insieme.

La serie vede anche la partecipazione di numerosi guest star e personaggi secondari, ma è difficile prevedere chi potrebbero essere nella stagione 8. Sebbene ci siano personaggi e trame che si riprendono dalla stagione 6 alla stagione 7, questi saranno probabilmente risolti entro l’inizio della stagione 8.

Dettagli sulla trama della stagione 8 di The Rookie

The Rookie 7

In questa fase iniziale, è difficile indovinare cosa succederà nella stagione 8 di The Rookie. Dato che il finale della stagione precedente tende a influenzare pesantemente le trame in corso, è logico che il finale della stagione 7 tracci la strada per la stagione 8. Poiché la stagione 7 non è ancora terminata, ciò che accadrà nella stagione 8 è solo oggetto di speculazioni, ma ci sono alcune costanti che sono rimaste invariate. Ogni settimana sono previsti casi emozionanti e le relazioni tra i personaggi saranno sicuramente messe alla prova.

La decisione di John e Bailey di adottare un bambino potrebbe concretizzarsi nella stagione 7 o continuare nella stagione 8, trasformandosi in una sorta di dramma. Allo stesso modo, le relazioni meno stabili (come quella tra Lucy e Tim) potrebbero continuare a crescere e cambiare, oppure potrebbero formarsi nuovi legami. Se nella stagione 8 di The Rookie entreranno nuovi personaggi (cosa quasi certa), questo aprirà la strada a ulteriori intrighi in futuro.

The Rookie: la stagione 7 ha promosso un nuovo membro del cast a series regular

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L’ultimo aggiornamento sulla settima stagione di The Rookie conferma che un membro del cast è stato promosso. All’inizio del suo settimo anno, la longeva serie poliziesca ha perso una delle sue star principali, Tru Valentino. L’attore era entrato a far parte del cast della serie della ABC dalla quarta stagione nel ruolo di Aaron Thorsen ed era uscito alla fine della sesta. Per colmare il vuoto lasciato dall’assenza di Thorsen, sono stati introdotti due nuovi personaggi. In vista dell’ottava stagione di The Rookie, già confermata, uno di questi nuovi arrivati rimarrà nel cast.

Deadline riporta che Deric Augustine, che interpreta Miles Penn, è stato promosso a membro del cast principale. Augustine è una delle due nuove aggiunte principali alla serie della ABC, insieme a Patrick Keleher nel ruolo di Seth Ridley. Augustine era stato precedentemente inserito nel cast come guest star ricorrente nella settima stagione di The Rookie, anche se era presente nella maggior parte degli episodi.

Cosa significa la promozione di Deric Augustine per The Rookie

Avendo lavorato nel dipartimento di polizia del Texas, Miles è uno dei nuovi arrivati nel cast di The Rookie. Il suo ufficiale addestratore è Tim Bradford. Da quando è arrivato, ha ricevuto maggiore attenzione, forse a indicare l’evoluzione del suo status all’interno della serie. In un episodio recente, ad esempio, Miles considera la possibilità di lasciare la polizia e lavorare insieme a un amico con cui ha riallacciato i rapporti. Ma grazie al consiglio di Tim, Miles decide di rimanere un agente di polizia. I fan hanno anche scoperto che Miles vive nella sua auto.

Augustine, che è apparso in serie come The Vampire Diaries e Criminal Minds, ha legato bene con i suoi colleghi e ha dimostrato una particolare intesa con Tim Bradford, interpretato da Winter. Nel complesso, la serie creata da Alexi Hawley ha mantenuto un gruppo centrale di personaggi originali, ma la maggiore attenzione su Miles Penn significa che la serie procedurale probabilmente cercherà di aggiungere personaggi appositamente per lui in ruoli secondari, che si tratti di parenti o potenziali interessi amorosi.

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