Julie, agli occhi del mondo, incarna
l’ideale dell’adolescente perfetta: brillante,
disciplinata, determinata. È una studentessa modello e una
promessa del tennis, ammirata dai coetanei e considerata la punta
di diamante dell’accademia d’élite sportiva che frequenta. Per lei,
il tennis non è solo una passione: Julie e la sua
racchetta sembrano inseparabili, come se l’una non potesse esistere
senza l’altra. Ma basta uno sguardo per intuire che qualcosa non
torna. Fin dalle primissime inquadrature, i suoi occhi
raccontano un’altra storia: uno smarrimento sottile, uno
sguardo spento, quasi impaurito.
Con Julie ha un segreto (Julie
Keeps Quiet), il regista e sceneggiatore belga
Leonardo Van Dijil firma un esordio nel
lungometraggio che sorprende per maturità e sensibilità.
Il film, distribuito da I Wonder Pictures in
collaborazione con Unipol Biografilm Collection, arriva
nelle sale italiane il 24 aprile, dopo aver debuttato in
anteprima mondiale alla Semaine de la Critique del Festival
di Cannes 2024 e in anteprima nazionale alla Festa del Cinema
di Roma, nella sezione autonoma e parallela Alice nella
Città.
Julie ha un segreto – In foto gli attori Pierre Gervais e Tessa Van
den Broeck.
La storia di Julie ha un
segreto
Scatta da un lato all’altro del
campo, salta, serve, schiaccia, risponde con una volée fulminea:
Julie – interpretata da una sorprendente Tessa Van den Broeck, al
suo debutto sul grande schermo – è una giovane promessa del tennis.
Ma a testimoniarlo non è soltanto la vittoria nella categoria
juniores della prestigiosa Federazione Belga: a parlare per lei
sono la concentrazione tagliente, la grinta che le si legge negli
occhi, la compostezza elegante con cui domina ogni scambio.
In campo, Julie sembra invincibile.
Intoccabile.
Finché una tragedia inaspettata
scuote l’equilibrio dell’accademia d’élite in cui si allena: una
morte improvvisa, inspiegabile, che coinvolge il suo allenatore,
sospeso e posto sotto inchiesta per presunti comportamenti
inappropriati. All’improvviso, tutto si incrina. Gli studenti
vengono convocati per testimoniare, cercando di mettere insieme i
pezzi di una storia frammentata, per dare un senso a un gesto
estremo compiuto da una loro coetanea. Tutti hanno qualcosa
da dire. Tutti, tranne Julie. Lei, che forse più di
chiunque altro conosce la verità, si rifugia in un silenzio carico
di tensione, che cresce scena dopo scena come un urlo trattenuto.
Cosa la blocca? Cosa cerca di proteggere… o nascondere? Quale
segreto ha Julie?
Julie ha un segreto – In foto l’attrice protagonista Tessa Van den
Broeck.
Il dolore raccontato attraverso ombre e
omissioni
Leonardo Van Dijl mette in
scena una storia fatta di silenzi, esitazioni, verità
sospese. Ed è proprio in questi spazi vuoti, nei non
detti, che prende forma la vera narrazione del dramma Julie ha
un segreto. Il film si sviluppa come un viaggio delicato e
stratificato all’interno del mondo interiore della giovane
protagonista, con uno sguardo che si posa su di lei senza mai
forzarla, ma accompagnandola con rispetto e misura.
I dialoghi sono ridotti
all’essenziale, mentre le immagini parlano attraverso un raffinato
gioco di luci e ombre, specchio fedele delle oscurità che Julie si
porta dentro. Ombre di una violenza taciuta, di una perdita, di
un’oppressione tanto profonda da intrappolarla proprio in ciò che
le dà un’identità: il tennis. La sua ragione di vita
diventa così anche la sua gabbia. Il ritmo, volutamente
lento e talvolta angosciante, richiede allo spettatore la stessa
concentrazione e resistenza mentale che richiederebbe una partita
giocata su tre set. Ma è in questa lentezza che si annida la forza
del film: ogni scelta estetica – dalle inquadrature che celano più
di quanto rivelano, ai volti spesso coperti o sfuggenti, agli
adulti relegati costantemente in penombra, fino a un impianto
sonoro dominato dai colpi secchi della racchetta e dai gemiti dei
giocatori – converge verso un disegno registico preciso e
consapevole.
Julie ha un segreto – Per gentile concessione di I Wonder
Pictures.
Un’opera che sussurra dove altri
griderebbero
Con la sua opera prima, Van
Dijl non cerca il clamore: intende lasciare il segno.
Sussurra il dolore dove altri lo urlerebbero, scegliendo un
linguaggio cinematografico che più che mostrare, osserva; che
accoglie il non detto, che richiede attenzione, tempo, e una grande
disponibilità all’ascolto silenzioso. Attraverso l’empatia,
disegna i contorni invisibili della violenza, di
quel dolore che non ha voce ma che si annida nei gesti minimi, nei
silenzi, nei dettagli sfuggenti. Julie ha un segretonon è solo il racconto di una giovane atleta e delle sue
relazioni complicate, ma è soprattutto una meditazione sul
trauma dell’abuso e sul processo – lento, faticoso, intimo – della
sua elaborazione.
Mentre il mondo intorno a lei
scalpita, Julie si rifugia nel silenzio. Non per
codardia o fuga, ma per protezione. Si prende il diritto di non
parlare, di non spiegare, di non rispondere subito. E Van Dijl, con
rara sensibilità, ci chiede di rispettare questa scelta, di non
forzare una confessione. Il film si fa allora non solo
narrazione, ma invito: a rallentare, a osservare davvero.
Ci insegna che la verità, quella profonda, non sempre passa per le
parole, ma può rivelarsi nei movimenti del corpo, nello sguardo
abbassato, in una routine che si ripete ostinatamente per mantenere
un equilibrio fragile. In questo senso, il regista compie un gesto
audace e controcorrente: rifiuta le scorciatoie emotive,
l’esposizione didascalica del dolore, e costruisce un
cinema dell’implicito, della pazienza, della sospensione.
Un cinema che non risponde subito, ma che resta.
Julie ha un segreto – In foto Tessa Van den Broeck nei panni della
talentuosa Julie.
Allora cosa penalizza
davvero l’opera Julie ha un segreto?
Paradossalmente, è proprio la nostra disabitudine alla lentezza e
all’implicito. In un tempo in cui tutto deve essere immediato,
chiaro, dichiarato, l’assenza di spiegazioni esplicite può
risultare frustrante e sminuente. Il segreto di Julie non
viene mai raccontato apertamente: lo si intuisce, lo si
percepisce.
Ed è qui che il film, pur nella sua
potenza, può incontrare un limite non interno ma esterno:
non tutti gli spettatori sono più disposti, abituati o
capaci di ascoltare i silenzi, di cogliere l’invisibile,
di entrare in sintonia con un ritmo che chiede, prima di tutto,
pazienza. Ma per chi accetta questa sfida, Julie ha un
segreto non è solo un film: è un’esperienza, un atto di
empatia, e forse anche una lezione su come guardare, su come
ascoltare, e su come, a volte, il non detto possa comunicare più
forte di qualunque parola.
Sono diversi i film incentrati su
due persone innamorate che vengono divise da una malattia
terminale. Titoli come Love Story o i più
recenti La
scelta – The Choice,The Big Sick o Colpa
delle stelle (2014), sono solo alcuni degli esempi più
celebri a riguardo. A questi si aggiunge anche All My
Life. Il film, realizzato nel 2020 da
Marc Meyers è proprio
un racconto romantico/drammatico di questo genere, con in più il
fatto di essere basato sulla storia vera di Jennifer
Carter e Solomon Chau, una giovane coppia
che ha accelerato il proprio matrimonio dopo aver ricevuto una
diagnosi devastante.
Jessica Rothe
(Auguri per la tua morte) e Harry Shum
Jr. (Crazy
& Rich) interpretano qui questa coppia, che cerca di
navigare sulle montagne russe emotive del loro giovane amore e
della mortalità. Con All My Life, dunque, ci si
confronta con una vicenda estremamente toccante, anche
profondamente ingiusta per il suo esito, ma che ci ricorda la forza
dell’amore e la capacità di sconfiggere ogni altra paura che tale
sentimento sa donarci. In vista di una visione del film, in questo
articolo esploriamo proprio la storia vera che lo ha ispirato.
Partiamo dal principio. Nel film
All My LifeSolomon viene
mostrato che ‘Sol’ Chau e Jennifer
Carter si incontrano in un bar sportivo dopo che Sol e i
suoi due amici hanno avvicinato Jenn e le sue due amiche. La storia
vera rivela invece che la coppia si è incontrata anni prima,
nell’ottobre 2007, a una festa in casa a St. Catharines, Ontario,
per festeggiare il 19° compleanno di Sol. Lui era circondato da
altre ragazze e Jenn non era sicura di come relazionarsi con lui,
ma sicuramente l’aveva presa in simpatia. Nelle settimane
successive alla festa, Sol e Jenn si sentirono regolarmente al
telefono.
Lei viveva a est di Toronto, a
Pickering, nell’Ontario, e lui a sud di Toronto (dall’altra parte
del lago Ontario), a St. Catharines, non lontano dalle cascate del
Niagra. Nel bel mezzo di una grande tempesta di neve a dicembre,
Sol prese un autobus per il lato orientale del lago Ontario fino a
Pickering e arrivò alla porta di casa di Jenn. Da quel momento i
due sono stati insieme. Il trasferimento gli ha anche permesso di
frequentare la scuola di cucina al George Brown College. Dopo la
laurea, ha infatti lavorato in alcuni dei più rinomati ristoranti
di Toronto e si è affermato come chef.
In seguito, Solomon ha fatto la
proposta di matrimonio alla fidanzata riunendo gli amici e la
famiglia di lei nella piazza sotto la CN Tower di Toronto. Lui si è
inginocchiato e gli altri si sono messi a ballare come parte di un
flash mob. In omaggio alla sorella di Jenn, scomparsa quando lei
era più giovane, hanno tenuto in mano dei palloncini a forma di
delfino mentre ballavano. Nel film All My Life,
invece, la proposta di matrimonio avviene su un sentiero accanto a
un fiume.
La gioia di quel momento è però
stata bruscamente incrinata quando nel dicembre del 2014 a Solomon
è stato diagnosticato un cancro al fegato. Una notizia arrivata del
tutto a sorpresa, dato che il ragazzo si sentiva in buona salute.
Al momento della diagnosi aveva 26 anni. Il giorno successivo a
tale scoperta, è stato sottoposto a un intervento chirurgico, poco
prima di Natale. I medici hanno rimosso con successo il tumore e
gli hanno detto che la sua salute sarebbe migliorata nel giro di
pochi mesi. Come nel film All My Life, Sol e Jenn
erano quindi ottimisti e continuavano a pianificare il loro
matrimonio e a guardare al loro futuro insieme.
Tuttavia, il loro ottimismo si è
infranto alcuni mesi dopo, nel marzo 2015, quando Solomon è stato
ricoverato d’urgenza in ospedale con forti dolori allo stomaco. I
medici lo informarono a quel punto che il cancro si era
ripresentato e si era diffuso, cosa che gli permetteva di avere
solo pochi mesi di vita. Per cercare di aiutarli, gli amici della
coppia hanno lanciato una raccolta fondi online per
organizzare il matrimonio dei loro sogni. La raccolta fondi è stata
avviata su GoFundMe il 31 marzo 2015 con l’obiettivo di raccogliere
50.000 dollari.
L’obiettivo dichiarato della
raccolta fondi era “raccogliere fondi per finanziare il
matrimonio di Jenn e Sol e per farli partire per un viaggio
indimenticabile insieme”. Con l’aiuto di 628 persone nella
comunità e in tutto il mondo, la campagna ha raccolto un totale di
52.431 dollari per Sol e Jenn, superando l’obiettivo e permettendo
loro di avere un matrimonio e una luna di miele indimenticabili. Il
desiderio di Sol era infatti quello di fare un ultimo viaggio con
Jenn prima che il peggio fosse arrivato.
Al di là dei soldi, però, Solomon e
Jennifer dovettero organizzare tutto in poco tempo. La loro
speranza era di celebrare il matrimonio mentre Solomon era ancora
in condizioni di salute relativamente buone. I due si sono sposati
quindi meno di due settimane dopo il lancio della campagna, l’11
aprile. Va notato che i due stavano già organizzando il loro
matrimonio dall’aprile 2014, ma, come nel film, hanno avuto circa
due settimane per affrettarsi e mettere insieme il tutto con circa
quattro mesi di anticipo.
La coppia si è così sposata l’11
aprile 2015 a Casa Loma, un “castello” in stile Gothic Revival che
è uno dei luoghi più ambiti per i matrimoni di Toronto. Nel dar
vita a questo momento da sogno, Solomon ha indubbiamente sfidato le
aspettative dei suoi medici. La famiglia e gli amici hanno
attribuito il merito alla sua positività e al non volersi lasciare
abbattere dalla sua condizione. I medici lo hanno poi definito
“sovrumano” per essere sopravvissuto più a lungo del previsto. Dopo
aver trascorso 128 giorni da marito e moglie, Jennifer ha però
perso Solomon nel pomeriggio di lunedì 17 agosto 2015.
Il suo funerale si è tenuto sabato
22 agosto 2015, data in cui la coppia si sarebbe originariamente
dovuta sposare. Come riportato da Jennifer, tre giorni prima della
sua scomparsa, Solomon le chiese di apprezzare anche la sua vita
senza di lui. Non voleva che lei si lasciasse andare al dolore dopo
la sua scomparsa. Jenn ha poi commentato l’amore che ha condiviso
con Solomon durante la promozione di All My Life.
“Ogni storia d’amore ha i suoi alti e bassi, e quella mia e di
Sol non è stata diversa. È un onore condividere la nostra storia
con il mondo attraverso questo film”, ha dichiarato.
Wonder
(qui
la recensione) della Lionsgate racconta la storia ispiratrice
di un ragazzino con una rara deformità facciale e, per via di
questa paricolare storia, non si può fare a meno di chiedersi se il
film sia basato su una vicenda vera o se sia completamente
inventato. Ma andiamo con ordine. Questo lungometraggio drammatico
del 2017, diretto da Stephen Chbosky e adattamento
cinematografico del romanzo omonimo del 2012 scritto da R.
J. Palacio, ha come protagonista Jacob Tremblay nel ruolo del suddetto bambino,
Auggie. Egli è nato con la sindrome di
Treacher Collins e di conseguenza fatica a inserirsi per
via del suo particolare viso.
La madre del personaggio di
Tremblay, interpretata da Julia Roberts, lo ha pertanto educato a casa
per la maggior parte della sua vita e Auggie indossa spesso un
casco da astronauta quando esce per nascondere il suo volto.
Tuttavia, all’inizio di Wonder, la famiglia di
Auggie decide di iscriverlo a una scuola privata, dove deve però
affrontare le critiche dei compagni di classe. Nel corso del film,
Auggie impara che è meglio distinguersi ed essere diversi piuttosto
che confondersi con la folla. Come scopriremo in questo
approfondimento, questa storia emozionante sembra essere accaduta
davvero, in un certo senso.
Wonder non è tecnicamente basato su
una storia vera
Anche se Wonder
avrebbe potuto essere basato su persone ed eventi reali, i
personaggi del dramma familiare del 2017 sono puramente immaginari
e la trama è (quasi) interamente inventata. C’è però un’avvertenza:
la storia, sebbene non abbia una famiglia reale che ispira in modo
diretto la narrazione, si basa comunque su diverse vicende
vere in cui la scrittrice del romanzo si è imbattuto nel
corso degli anni. Quindi, anche se il film con Julia Roberts non è puramente basato su una
singola famiglia, è ispirato a molte famiglie colpite dalla
sindrome di Treacher Collins.
La sindrome di Treacher Collins,
nota anche come disostosi mandibolo-facciale, è
una condizione genetica che colpisce la struttura facciale
(compresi il cranio e le ossa facciali) e il suo sviluppo prima
ancora della nascita. È molto rara: secondo il Seattle Children’s
Hospital, si verifica ogni anno in un neonato su 50.000 in tutto il
mondo. La sindrome si verifica a causa di una mutazione in un gene
e il trattamento spesso include la chirurgia ricostruttiva del viso
per evitare la perdita dell’udito, le difficoltà respiratorie, le
difficoltà di linguaggio, la perdita dell’olfatto e l’incapacità di
mangiare o bere. Come si dice in Wonder, Auggie ha
dovuto subire 27 interventi chirurgici all’età di 10 anni.
Wonder è basato sul libro del 2012
di R. J. Palacio
Come anticipato, il film è basato
sull’omonimo romanzo di R. J. Palacio che, come
già detto, è stato ispirato da più storie. Questo romanzo per
ragazzi è stato pubblicato il 14 febbraio 2012 e ha subito ricevuto
recensioni positive. Molti critici hanno elogiato
Wonder (il libro) per i suoi personaggi complessi
e per la sua storia toccante e stimolante, che fa leva sulle corde
del cuore. Tuttavia, le recensioni di coloro che sono stati colpiti
direttamente e indirettamente dalla sindrome di Treacher Collins
sono state più contrastanti: alcuni ritengono che Wonder sia
un’ottima rappresentazione della comunità dei disabili, mentre
altri hanno trovato difetti nell’accuratezza e nel modo in cui la
narrazione parla di Auggie.
Julia Roberts, Owen Wilson, Izabela Vidovic, Jacob Tremblay e
Danielle Rose Russell in Wonder. Foto di Dale
Robinette
Il libro è stato ispirato da
un’esperienza personale
Sebbene numerose storie vere abbiano
influenzato R. J. Palacio nella stesura di
Wonder, è stata un’esperienza personale la
principale fonte di ispirazione per il romanzo. Secondo
l’intervista rilasciata da Palacio a NPR, qualche anno prima di
pubblicare il libro, l’autrice si trovava in una gelateria con i
suoi figli e si imbatté in una bambina con una grave malformazione
facciale. Il figlio piccolo della Palacio ha iniziato a piangere
quando l’ha vista, così lei è fuggita rapidamente dalla gelateria.
L’autrice ha dichiarato:
“In seguito ero molto arrabbiata
con me stessa per il modo in cui avevo reagito. Avrei dovuto
semplicemente rivolgermi alla bambina e iniziare una conversazione,
mostrando ai miei figli che non c’era nulla di cui aver paura.
Invece, ho finito per andarmene così in fretta che ho perso
l’opportunità di trasformare la situazione in un grande momento di
insegnamento per i miei figli. E questo mi ha fatto pensare molto a
come deve essere… dover affrontare ogni giorno un mondo che non sa
come affrontarti“.
Poco dopo l’esperienza, la Palacio
ha quindi iniziato a scrivere il suo romanzo di successo, che poi è
stato trasformato in un film di successo con Tremblay, Roberts e
Owen Wilson nel ruolo del padre di Auggie, che
ha incassato 306 milioni di dollari al botteghino mondiale. Palacio
si è anche ispirata alla canzone di Natalie Merchant del 1995,
“Wonder”, il cui testo ha aiutato l’autrice a formulare la
storia. L’adattamento cinematografico di Wonder
presenta il brano della Merchant anche nei titoli di coda.
Il richiamo della
foresta (qui
la recensione) non è solo la storia di un uomo e del suo cane,
ma si basa su una storia vera. Diretto da
Chris Sanders e adattato dall’omonimo romanzo di
Jack London del 1903, il film è arrivato nelle
sale come l’ultima trasposizione sul grande schermo della storia di
London, oltre a essere la prima uscita del nuovo logo 20th Century
Studios di proprietà della Disney. Tuttavia, nonostante la
condivisione di un materiale di partenza comune nel romanzo di
London, è negli aspetti tecnici che il film si discosta
notevolmente dagli adattamenti precedenti.
A differenza dei precedenti film
basati sul libro di London, l’ultima versione di Il
richiamo della foresta dà vita al famoso cane da slitta
Buck tramite CGI, mentre Harrison Ford assume il ruolo del protagonista
umano del romanzo, John Thornton. Data la natura
avventurosa della storia, questo approccio facilita notevolmente la
realizzazione del romanzo senza mettere a rischio i cani veri. Si
presta inoltre a dare al racconto un’impronta molto più ampia
rispetto ai precedenti adattamenti del romanzo (che risalgono
addirittura al 1923),
e vede Ford tornare a una storia d’avventura.
Pur raccontando una storia di
fantasia, Il richiamo della foresta ha comunque
delle solide basi nel periodo in cui è ambientato, con la vita di
Jack London e le sue esperienze durante la corsa all’oro del
Klondike. Il film si preoccupa soprattutto di raccontare una storia
avvincente e usa la sua vicenda più che altro come struttura di
base su cui costruire l’intero racconto, con i dettagli storici
principalmente al servizio dell’ambientazione della storia. In
questo articolo, approfondiamo dunque i modi in cui Il
richiamo della foresta si basa su una storia vera.
Buck di Il richiamo della
foresta è basato su un cane realmente esistito
Prima della sua carriera letteraria,
Jack London aveva vissuto una vita da vagabondo, partendo nel 1897
per la regione canadese dello Yukon durante la corsa all’oro del
Klondike. L’esperienza nello Yukon non solo rappresentò per London
un importante viaggio alla scoperta di se stesso, ma avrebbe anche
piantato il seme per la sua carriera letteraria. L’incontro di
London con i cani da slitta, molto utilizzati durante la corsa
all’oro, si rivelerà particolarmente influente per lui a questo
proposito. Durante il periodo trascorso nel Klondike, due fratelli
di nome Marshall Latham Bond e Louis
Witford Bond furono i padroni di casa di London nella
capanna di legno che avrebbe preso in affitto.
Lo scrittore, in particolare,
sviluppò un’affinità con il cane del fratello, un mix San
Bernardo-Scotch Collie. Lo stesso London confermerà in
seguito che il loro cane era servito da modello per
Buck in Il richiamo della
foresta. Sebbene i personaggi umani di Omar Sy e Cara Gee,
Perrault e Mercedes, siano gli
unici di importanza paragonabile al Thornton di Ford nel nuovo
film, l’influenza del reale Buck rimane un elemento integrante in
ogni adattamento del romanzo di London. Tuttavia, questo non è
stato l’unico aspetto dell’esperienza di London nella corsa all’oro
del Klondike a influenzare il suo famoso romanzo.
La vera storia che ha ispirato Jack
London
Le esperienze di London nella
navigazione del fiume Yukon si sarebbero rivelate altrettanto
influenti sul romanzo. Avendo contratto lo scorbuto, London scelse
di tornare nella sua nativa California, navigando per 2.000 miglia
attraverso il fiume Yukon per raggiungere St. Michael, in Alaska, e
il suo arrivo lì si sarebbe rivelato determinante per la genesi del
romanzo. Il Klondike era accessibile dall’Alaska solo attraverso un
passo di montagna noto come White Pass, che portava anche il
soprannome di “Dead Horse Trail” (sentiero dei cavalli morti), così
chiamato per la frequenza con cui i cavalli morivano durante i
tentativi di scalare il passo.
Il ricordo di queste esperienze
rimarrà impresso a London durante il suo ritorno in California. Una
volta ristabilitosi qui, ebbe però difficoltà a trovare un impiego.
Alla fine, London riuscì a vendere un racconto su un cane di nome
Batard che uccide il proprio padrone alla rivista Cosmopolitan, che
lo pubblicò con il titolo “Diablo – Un cane”. Tuttavia, le
sue esperienze in Alaska durante la corsa all’oro del Klondike,
insieme al desiderio di scrivere una storia con una
rappresentazione più favorevole dei cani, avrebbero portato alla
creazione del romanzo Il richiamo della foresta.
Questo ci riporta alla domanda su quanto la nuova versione per il
grande schermo di questo racconto sia fedele alla storia.
Ciò che il racconto ha di giusto
sulla corsa all’oro del Klondike
Poiché il film è meno interessato a
raccontare eventi reali rispetto al recente e simile film Togo, anch’esso incentrato su un cane coraggioso,
l’uso della corsa all’oro del Klondike serve più
che altro come sfondo e contesto per la propria storia. Il film si
concentra infatti su molti luoghi storici centrali della corsa
all’oro del Klondike, a cominciare dal ruolo che i porti hanno
avuto in quel periodo. Un punto importante che Il richiamo
della foresta inchioda è il ruolo centrale di
Skagway, in Alaska, nella corsa
all’oro del Klondike. Skagway era uno dei porti principali
utilizzati dai cercatori d’oro durante la corsa all’oro e il luogo
è una presenza importante sia nel romanzo di London che nel film
stesso.
Anche il fiume
Yukon e il White Pass sono luoghi
fondamentali per la storia del film, mentre la natura estremamente
competitiva della ricerca dell’oro in quel periodo è alla base del
conflitto principale del film. Non era raro che i cercatori
lasciassero lo Yukon prosciugato, e questo alimenta l’atteggiamento
dell’antagonista del film, Hal, interpretato da
Dan Stevens, che insiste nel proseguire nello
Yukon nonostante gli avvertimenti di John Thornton sullo
scioglimento dei ghiacci. Hal arriva a sospettare che Thornton stia
cercando di impedirgli di scoprire una riserva d’oro nascosta, il
che si ripercuote nel terzo atto, quando Thornton trova un
rinnovato senso di pace e di scopo con Buck nella natura.
Come il romanzo che lo ha ispirato,
Il richiamo della foresta si basa dunque su questo
contesto senza pretendere di essere un documento puramente storico.
Ciononostante, l’ultimo adattamento del romanzo del seminario di
Jack London compie notevoli sforzi per aderire ai fatti della corsa
all’oro del Klondike, laddove possibile, raccontando la storia di
un cane e di un uomo allontanati dalle vite che conoscevano un
tempo che si legano in un’avventura nella natura selvaggia. Come
storia d’avventura storica, Il richiamo della
foresta porta a termine il suo compito, aggiungendo una
quantità rispettabile di contesto reale per dare piena vita alla
storia del romanzo di Jack London.
Il Festival di Cannes
78 ha appena annunciato nuovi titoli che vanno ad
arricchire la lista della
Selezione Ufficiale della kermesse al via dal 13 maggio sulla
costa francese del Mediterraneo. Trai titoli in selezione, anche
l’ultimo film con protagonista Jennifer Lawrence, l’esordio da
regista di Kristen Stewart e il nuovo film del veterano Lav
Diaz.
La 20th Century Studios ha
pubblicato il trailer di Predator: Badlands,
il sesto capitolo dell’amata saga di fantascienza d’azione. Diretto
da Dan Trachtenberg, il film vede Elle Fanning nei panni di due
sorelle gemelle.
Trachtenberg ha precedentemente
diretto “Prey“,
l’ultimo capitolo della serie di film “Predator”. “Prey”
è stato distribuito in esclusiva su Hulu e ha ottenuto quattro
nomination agli Emmy del 2024. Si è aggiudicato la vittoria per
l’eccezionale montaggio sonoro. Trachtenberg ha inoltre diretto
film come “10 Cloverfield Lane” e serie TV come “The Lost
Symbol”, “The
Boys”, “Black Mirror” e “BlackBoxTV”.
Fanning ha recentemente interpretato
la monarca russa Caterina la Grande in tre stagioni di “The
Great” di Hulu e ha recitato al fianco di Timothée
Chalamet nel ruolo di Sylvie Russo nel film biografico su
Bob Dylan di James Mangold A Complete
Unknown. Tra i suoi precedenti lavori figurano “Super 8”,
“Maleficent”, “Trumbo”, “Boxtrolls – Le scatole magiche”, “The Neon
Demon” e “B’Twixt Now and Sunrise”.
Il franchise di Predator si
è incrociato più volte con l’altro franchise di creature di punta
della 20th Century, Alien, che ha appena avuto un
revival di successo con Alien:
Romulus di quest’anno. Quando gli è stato
chiesto se i due franchise incroceranno di nuovo gli artigli,
Asbell non si è sbilanciato:
“Non sarebbe nel modo in cui
pensate.Questo è il punto.Non si chiamerà
Alien vs. Predator o qualcosa di simile
ai film originali.Se lo faremo, saranno creati
organicamente da questi due franchise che abbiamo portato avanti
con personaggi di cui ci siamo innamorati e questi personaggi si
combineranno… forse”.
Tom Cullen (“The
Gold”, “Trespasses”), Joplin Sibtain (“Andor”, “Safe”) e Barry Sloane
(“Sandman”, “Revenge”) si sono uniti al cast di House
of the Dragon – Stagione 3. Cullen
interpreterà Ser Luthor Largent, mentre Sibtain sarà Ser “Bold” Jon
Roxton e Sloane Ser Adrian Redfort.
Le nuove aggiunte al cast si
uniscono ai membri del cast di ritorno: Matt Smith, Emma
D’Arcy, Olivia Cooke, Steve Toussaint, Rhys Ifans, Fabien Frankel,
Ewan Mitchell, Tom Glynn-Carney, Sonoya Mizuno, Harry Collett,
Bethany Antonia, Phoebe Campbell, Phia Saban, Jefferson Hall,
Matthew Needham, Tom Bennett, Kieran Bew, Kurt Egyiawan, Freddie
Fox, Clinton Liberty, Gayle Rankin e Abubakar
Salim.
I nuovi membri del cast
precedentemente annunciati per la terza stagione includono
James Norton nel ruolo di Ormund Hightower,
Tommy Flanagan nel ruolo di Lord Roderick Dustin e
Dan Fogler nel ruolo di Ser Torrhen Manderly.
House of the Dragon – Stagione 3 è attualmente
in produzione. La serie è ambientata circa 200 anni prima degli
eventi de “Il Trono di
Spade”. È basata sul libro “Fire & Blood” di George R.R.
Martin.
Martin ha co-creato la serie con
Ryan Condal. Entrambi sono produttori esecutivi, con Condal come
showrunner. Sara Hess, Melissa Bernstein, Kevin de la Noy, Vince
Gerardis, David Hancock e Philippa Goslett sono anche produttori
esecutivi. Clare Kilner, Nina Lopez-Corrado, Andrij Parekh e Loni
Peristere sono i registi della terza stagione.
Gli episodi 1, 2 e 3 di
Andor
– Stagione 2 (qui
la recensione completa) sono finalmente disponibili su
Disney+: ecco tutti gli Easter
Egg di Star
Wars che abbiamo trovato finora nella serie.
L’invasione dei Rakatan è avvenuta
ufficialmente all’alba dell’Ordine Jedi
Andor ha confermato che i Rakatan
hanno invaso Chandrila 25.000 anni fa
Andor – Stagione
2 ha confermato che l’invasione dei Rakatan è
avvenuta 25.000 anni prima della serie, con il riferimento a una
figura del tempio che era stata rubata da Chandrila 25.000 anni
prima, durante l’invasione dei Rakatan. Questo ha rafforzato il
fatto che l’invasione dei Rakatan coincise con la fondazione
dell’Ordine Jedi (intorno al 25.000 BBY – Before the Battle of
Yavin). Prima di Andor, il canone di
Star Wars non aveva ancora fornito ufficialmente questa cronologia,
sebbene fosse ciò che Star Wars Legends aveva indicato.
Andor – Stagione
2 prepara il terreno per il Massacro di Ghorman di
Star Wars Legends
Ci sono stati molti riferimenti a
Ghorman, che preparano un arco narrativo brutale
Sorprendentemente, il
Massacro di Ghorman non è ancora stato mostrato nel mondo di Star
Wars, nonostante sia stato un evento cruciale nella storia della
Ribellione. Durante questo evento, l’Impero aprì il fuoco su – e
uccise – innumerevoli manifestanti pacifici su Ghorman. Sembra che
questo sanguinoso evento possa finalmente fare la sua comparsa in
questa sede.
La treccia nuziale di Chandrila è
parallela alla treccia dei Padawan
Questo è un collegamento
affascinante con la cerimonia di insediamento dei Jedi
Durante il suo
tradizionale matrimonio Chandrila, Leida Mothma, figlia di Mon
Mothma, si fa tagliare una lunga treccia dai capelli. Questo
ricorda molto la treccia dei Padawan Jedi, che viene tagliata
quando un Padawan diventa Cavaliere. È interessante notare che non
l’abbiamo mai vista sullo schermo, nemmeno con la treccia di Anakin
Skywalker, sebbene sappiamo che la diede a Padmé.
Cassian Andor ruba un prototipo di
TIE Avenger
Il furto del TIE da parte di
Cassian ha una storia intrigante
Nel primo episodio di
Andor – Stagione 2, Cassian Andor ruba un
prototipo di TIE Avenger, il primo TIE Avenger mostrato sullo
schermo nel canone di Star Wars. Tuttavia, il TIE Avenger non è una
novità assoluta nel franchise. In Legends, si trattava di un caccia
stellare la cui creazione fu in parte curata dal Grand’Ammiraglio
Thrawn.
L’evasione con il TIE da parte di
Cassian ricorda Poe Dameron
Questa scena sembra un richiamo
totale al passato
Oltre a Cassian che ruba
il TIE portando sullo schermo un nuovo caccia stellare, questa
scena ricorda molto il furto del TIE da parte di Poe Dameron (e
Finn) in Star Wars: Il Risveglio della
Forza. Anzi, queste scene sembrano ancora più
collegate alla luce del momento in cui si svolgono nelle rispettive
storie. Entrambe le scene sono all’inizio di Andor –
Stagione 2 e de Il Risveglio della
Forza, e danno il via a molti degli eventi a venire.
Il “Ministero dell’Illuminazione”
ha un’origine oscura nel mondo reale
Questo collegamento con il mondo
reale non è sottile
Andor – Stagione
2 introduce il concetto di “Ministero
dell’Illuminazione”, che ha un collegamento con il mondo reale
piuttosto ovvio. Questo concetto di Star Wars condivide il nome con
il “Ministero della Propaganda e dell’Illuminazione Pubblica” della
Germania nazista. Star Wars è sempre stata una storia basata e
ispirata a guerre reali, ma questo mostra esattamente come viene
inquadrato l’Impero.
Krennic dà una nuova
interpretazione a una famosa battuta di Palpatine
Questa battuta è un perfetto
richiamo a La Vendetta dei Sith
Nell’episodio 1 di
Andor – Stagione 2, Krennic si riferisce
alla Morte Nera come “accesso a un potere stabile e illimitato”.
Questo è un sottile richiamo alla dichiarazione di Palpatine di
“potere illimitato” in Star Wars: Episodio III – La
vendetta dei Sith, poco prima di far volare Mace
Windu fuori dalla finestra del suo ufficio. Il che è
particolarmente ironico, dato che è chiaro che Palpatine non aveva
un potere illimitato, dopotutto: aveva bisogno di questa
superarma.
Potreste aver già sentito quei
suoni del TIE Interceptor
Alcuni spettatori potrebbero aver
notato che quei TIE suonano terribilmente familiari
Come tocco divertente per
il pubblico di Star Wars che ha familiarità con i giochi, i suoni
del TIE Interceptor sono gli stessi della schermata di caricamento
del videogioco Star Wars: Battlefront II.
Non è la prima volta che sentiamo
parlare di Imperial News
Questa rete di notizie era in
realtà già canonica
Sebbene “Imperial News
Network” possa sembrare uno scherzo a prima vista, questa rete di
notizie era canonica prima di essere menzionata in
Andor – Stagione 2. Nello specifico,
anche la Complete Star Wars Encyclopedia, scritta nel 2008 da Pablo
Hidalgo e Stephen J. Sansweet, faceva riferimento all’Imperial News
Network, descritta come la branca civile della divisione media
dell’Intelligence Imperiale (e quindi si rafforza il senso di
propaganda).
C’è un netto contrasto tra il
Summit di Krennic e un altro in The Bad Batch
Le intenzioni di Krennic sono
chiare nella seconda stagione di Andor
Nei primi tre episodi
della seconda stagione di Andor, Krennic organizza
un summit molto diverso da un altro visto in Star Wars: The Bad Batch. In The Bad Batch,
Tarkin presiedeva un summit alla presenza di Krennic. Nella seconda
stagione di Andor, tuttavia, Krennic tiene un summit e insiste
affinché Tarkin ne sia completamente all’oscuro, dimostrando le sue
intenzioni di fare una mossa di potere. Come ulteriore collegamento
con la Germania nazista, questo evento presenta anche una chiara
somiglianza con il Summit di Wanssee.
Gli Snowtrooper de L’Impero
colpisce ancora tornano
Questi iconici Stormtrooper possono
essere visti nella seconda stagione di Andor
Gli snowtrooper, visti
per la prima volta ne L’Impero colpisce
ancora, fanno la loro apparizione anche in
Andor – Stagione 2. In un momento davvero
memorabile del primo episodio, si vedono due snowtrooper camminare
lungo un corridoio della struttura dove Cassian si finge un pilota
imperiale. Non si tratta del primo ritorno sullo schermo degli
snowtrooper, però, dato che hanno combattuto anche nella Battaglia
di Crait in Star Wars: Gli Ultimi Jedi.
Potreste aver già sentito parlare
del Sienar Advanced Project Lab
Questa struttura ha un legame con
un’altra delle migliori serie di Star Wars
Nel primo episodio della
seconda stagione di Andor, Cassian è sotto copertura, fingendosi un
pilota imperiale in un laboratorio di collaudo Sienar. Se il nome
vi suona familiare, è perché lo è. In Star Wars
Rebels, su Lothal c’era un Laboratorio di Progetto
Avanzato Sienar, che fungeva da struttura di progettazione e
collaudo per i Sistemi della Flotta Sienar.
“Sei diventato più della tua
paura” è un richiamo alla prima stagione di
Andor
Questa battuta si collega
direttamente a un’altra potente battuta della prima stagione di
Andor
Nella prima stagione di
Andor, Karis Nemik dice a Cassian Andor: “L’oppressione è la
maschera della paura“, come parte di una citazione più ampia
che cattura perfettamente l’esperienza di vivere sotto un regime
fascista come l’Impero. in Andor – Stagione
2 riprende questa citazione con la battuta:
“Sei diventato più della tua paura“. In particolare, dato
che questa frase viene pronunciata da Cassian a un nuovo
combattente ribelle, suggerisce una chiara progressione nella
crescita di Cassian dalla stagione 1 alla stagione 2.
Una frase chiave nella première di
Andor è parallela a Rogue One
Un’altra battuta di richiamo si
collega a Cassian e Jyn Erso in Rogue One
In Andor –
Stagione 2, la frase “Stai tornando a casa da te
stesso“, pronunciata anch’essa da Cassian a un nuovo
combattente ribelle, è parallela a quella di Cassian che dice a Jyn
Erso “Bentornata a casa” in Rogue One. È lecito
supporre che non vedremo Jyn Erso, dato che questa è principalmente
la storia di Cassian e i due non si incontrano fino a Rogue One.
Queste sottigliezze sono quindi un buon modo per fare un cenno a
quella storia.
Hai individuato un luogo familiare
come password?
Un richiamo davvero brillante a
Rogue One
Nel primo episodio di
Andor – Stagione 2, la parola
“Kafrene” viene usata come password. Questo è un Easter
egg per Rogue One, poiché è proprio lì che inizia
la storia di Star Wars di Cassian Andor.
Bix sta riparando un vaporizzatore
proprio come quelli di Tatooine
I vaporatori sono parte di Star
Wars fin dall’inizio
Nella première, si vede
Bix Caleen lavorare su un vaporizzatore, un richiamo a Luke
Skywalker stesso, cresciuto lavorando nella fattoria di umidità dei
Lars su Tatooine. Andor ha un chiaro
desiderio di separarsi dall’albero genealogico degli Skywalker e
dalla loro saga in generale, quindi questo è stato un bel
riferimento sottile.
Anche i suoni degli allarmi di
Andor sono simili a quelli di Rogue One
Questo collegamento garantisce la
continuità tra le due storie
Sebbene ci siano molte
linee di dialogo (e, ovviamente, anche diversi personaggi) che
collegano Rogue One e Andor, un collegamento più
sottile tra le due storie è il suono degli allarmi. Sia in Andor
che in Rogue One, gli allarmi emettono lo stesso rumore (cosa che
non vale per tutti i progetti di Star Wars). Sebbene questo sia
facile da ignorare, offre una continuità tra il film e la
serie.
Andor – Stagione
2 ha un numero sorprendente di Easter Egg su Galactic
Starcruiser / Galaxy’s Edge
È piena di riferimenti a Galactic
Starcruiser e Galaxy’s Edge
La seconda stagione di
Andor era piena zeppa di riferimenti al Galactic Starcruiser della
Disney e al parco Disney Galaxy’s Edge. Solo negli episodi 1, 2 e 3
abbiamo individuato:
Dispositivi di scansione che
riproducono lo stesso suono del ponte di Halcyon
I colori tradizionali blu e oro di
Chandrila, provenienti dall’Halcyon
Immagini circolari e architettura
ispirate all’Halcyon
Oloproiettori simili a quelli
presenti nella stanza degli interrogatori dell’attrazione Rise of
the Resistance di Galaxy’s Edge
Musica di Chandrila derivata dalle
basi del Galactic Starcruiser
Cibo e utensili simili a quelli
utilizzati sul Galactic Starcruiser e/o visti in Galaxy’s Edge
Prime Video ha diffuso il trailer
ufficiale di Capi di Stato in fuga, il trailer
dell’action comedy con John Cena e Idris Elba, disponibile dal 2
luglio.
Capi di Stato in
fuga debutta in tutto il mondo su Prime
Video il 2 luglio 2025. In questa commedia ricca d’azione,
il Presidente degli Stati Uniti (interpretato da John Cena) e il Primo Ministro britannico
(interpretato da Idris Elba) devono mettere da parte la loro
rivalità per sventare una cospirazione globale e salvare il mondo –
sempre se riusciranno a lavorare insieme.
È un’avventura internazionale che
mescola azione esplosiva e battute taglienti e che trascinerà il
pubblico in un viaggio adrenalinico in giro per il mondo. Il film
alterna sequenze d’azione dinamiche e acrobazie a una buona dose di
nostalgia, che guarda al fascino degli anni ‘90 e dell’epoca d’oro
delle commedie buddy-action. È diretto da Ilya Naishuller, il
regista di Hardcore! (2015) e Io sono nessuno (2021). Il film vanta
un cast stellare che include Idris Elba, John Cena,
Priyanka Chopra Jonas, Carla Gugino, Jack Quaid, Stephen Root,
Sarah Niles, Richard Coyle e Paddy Considine. John Cena e
Idris Elba tornano a lavorare insieme dopo The Suicide Squad – Missione
suicida — ma questa volta non tenteranno di uccidersi a
vicenda…probabilmente.
Mubi ha acquisito i diritti di Twin
Peaks, l’iconica serie in due stagioni del 1990 di
David Lynch e Mark Frost, e del
suo seguito del 2017 Twin Peaks: A Limited Event
Series, che debutteranno sul servizio il 13
giugno. La notizia, riportata da Deadline, arriva nel corso delle
celebrazioni per il 35° anniversario della serie e
a pochi mesi dalla scomparsa di Lynch.
Gli abbonati a Mubi avranno accesso
a tutti i 30 episodi dello show e a tutte le 18 parti di A
Limited Event Series, la serie sequel di Showtime interamente
diretta da Lynch. Scritta da Lynch e Frost, che l’ha prodotta
insieme a Sabrina S. Sutherland, la serie evento
riprende con Cooper e la comunità della cittadina protagonista 25
anni dopo la morte della Palmer.
Katharina
Feistauer, VP Global Head of Programming di Mubi, il cui
servizio ha ottenuto la licenza dei diritti da Paramount Global
Content Distribution, ha dichiarato: “Lanciare le prime due
stagioni insieme a Twin Peaks: A Limited Event Series è un sogno
per MUBI, che porta sulla piattaforma una delle serie più amate e
discusse della storia della televisione”.
“Sebbene questo lancio sia stato
preparato da mesi, – continua Feistauer – la triste
notizia della morte di David Lynch, avvenuta solo poche settimane
fa, rende questa opportunità di mostrare il suo lavoro iconico
ancora più speciale. Siamo entusiasti che i fan di Lynch tra i
nostri membri possano rivisitare gli episodi in modo completo,
oltre a creare un’opportunità per i nuovi spettatori di scoprirli
per la prima volta“.
La trama di Twin Peaks
Twin Peaks segue
l’idiosincratico agente dell’FBIDale Cooper (Kyle McLaughlan)
mentre indaga sull’omicidio di una ragazza – la reginetta del ballo
locale Laura Palmer (Sheryl Lee)
– nell’ancor più idiosincratica cittadina di Twin Peaks. Man mano
che l’indagine procede, in città vengono scoperti diversi altri
misteri e cospirazioni, che sfiorano il soprannaturale, tutti
collegati all’omicidio di Laura.
L’attesa è stata una tortura, ma
Mercoledì
è pronta a tornare quest’estate e con lei omicidi e caos in
abbondanza. L’attesissima Mercoledì – Stagione
2, la serie di successo creata e diretta da Tim
Burton, è in arrivo solo su Netflix in due parti: la prima sarà disponibile dal 6
agosto e la seconda dal 3 settembre.
Mercoledì Addams (Jenna
Ortega) torna ad aggirarsi per i corridoi gotici della
Nevermore Academy, dove l’attende una nuova serie di nemici e
problemi. In questa stagione Mercoledì deve destreggiarsi tra
famiglia, amici e vecchi avversari, per affrontare un altro anno di
caos splendidamente oscuro e bizzarro. Armata della sua
caratteristica arguzia tagliente e del suo fascino imperturbabile,
Mercoledì si ritrova al centro di un nuovo agghiacciante mistero
soprannaturale.
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Foto Credits Netflix
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Mercoledì – Stagione 2
Showrunner / Produttori Esecutivi / Sceneggiatori:
Alfred Gough, Miles Millar
Regista/ Produttore Esecutivo: Tim Burton
Produttori Esecutivi: Steve Stark, Andrew Mittman,
Meredith Averill, Karen Richards, Gail Berman, Jonathan Glickman,
Tommy Harper, Kayla Alpert, Kevin Miserocchi
Registi: Tim Burton, Paco Cabezas, Angela
Robinson
Cast: Jenna Ortega, Emma Myers, Steve Buscemi,
Catherine Zeta-Jones, Luis Guzman, Isaac Ordonez, Joy Sunday,
Billie Piper, Luyanda Unati Lewis-Nyawo, Moosa Mostafa, Georgie
Farmer, Victor Dorobantu, Evie Templeton, Owen Painter, Noah B.
Taylor, Hunter Doohan
Guest Stars: Jamie McShane, Joanna Lumley, Joonas
Suatamo, Fred Armisen, Christopher Lloyd, Thandiwe Newton, Heather
Matarazzo, Frances O’Connor
Il Festival
di Cannes ha presentato il poster per l’edizione
numero 78 della kermesse francese che
si svolgerà dal 13 al 24 maggio 2025. L’immagine, in doppia
versione, viene da Un uomo Una donna, film di Claude
Lelouch che vinse la Palma d’Oro a Cannes nel ’66 e
l’Oscar nel ’67 e che vede protagonisti Anouk
Aimée e Jean-Louis Trintignant. Ecco
come è stato presentato:
Un uomo.
Una donna.
Una spiaggia deserta.
Un cielo turbolento.
Musica inebriante.
Un’idea nata tre mesi prima.
Tre settimane di riprese.
Una scena di 20 secondi.
L’eternità dura solo un istante, alla fine.
Erano 60 anni fa. Nel 1965, due
esseri distrutti, interpretati da Anouk Aimée e
Jean-Louis Trintignant, si incontrarono, si
affascinarono, si opposero e infine volteggiarono sotto la macchina
da presa incandescente di Claude Lelouch. La Palma
d’Oro a Cannes nel 1966, i due Oscar nel 1967 e le decine di premi
in tutto il mondo impallidiscono in confronto a questo grandioso
momento di tenerezza, semplicità e bellezza. Poiché è senza dubbio
l’abbraccio più famoso della Settima Arte (“étreinte” in francese,
anagramma di “éternité”), poiché non si possono separare un uomo e
una donna che si amano, poiché non si possono separare quell’Uomo
da quella Donna, il Festival di Cannes ha scelto per la prima volta
nella sua storia di presentare un doppio manifesto ufficiale. Un
Uomo e una Donna. Uno accanto all’altro. Di nuovo insieme.
— Lui: Quando qualcosa non è serio,
diciamo che è come un film. Perché i film non vengono presi sul
serio, secondo te?
— Lei: Forse perché andiamo al cinema solo quando tutto va
bene?
— Lui: Quindi pensi che dovremmo andarci quando tutto va male?
— Lei: Perché no?
In tempi che sembrano voler
separare, compartimentare o soggiogare, il Festival di
Cannes vuole (ri)unire; avvicinare corpi, cuori e anime;
incoraggiare la libertà e rappresentare il movimento per
perpetuarlo; incarnare il turbine della vita per celebrarlo, ancora
e ancora.
Quest’uomo e questa donna, entrambi
premiati a Cannes — Miglior Attore (Z, 1969), Miglior Attrice
(Salto nel vuoto, 1980) — non ci sono più. Anche questi due
manifesti rendono omaggio. Magnifici eroi di delicatezza e
seduzione, Anouk Aimée e Jean-Louis
Trintignant illuminano per sempre il film delle nostre
vite, come questi due manifesti, i cui colori esprimono l’intensità
di un amore passionale che trionfa sulla disperazione. Questa luce
non proviene più dal cielo, oggi turbato da ogni parte da nubi
scure; emerge dalla fusione radiosa di due esseri che ci
riconciliano con la vita.
Presentato in
concorso al 77° Festival
di Cannes, dove è stato accolto con grande
entusiasmo dal pubblico e dalla critica, e vincitore del premio per
il Miglior Film ad Alice nella città,
Bird di Andrea Arnold, con
Barry Keoghan e Franz Rogowsky, arriva al
cinema dall’8 maggio.
Un racconto di
formazione tra favola e periferia, dove lo sguardo di una ragazza
alla ricerca della propria identità e della propria dimensione
rende magico tutto quello che le si presenta davanti. Il film è
arricchito da una musica viva e espressiva come il pop rock
britannico (Fontaines D.C., Blur, Coldplay, The Verve), che
accompagna e cristallizza la crescita e il passaggio
dall’adolescenza all’età adulta.
Andrea Arnold,
vincitrice del premio Oscar per il cortometraggio Wasp e
del premio della Giuria a Cannes per i film Red Road e
American Honey, ancora una volta porta al cinema il
realismo sociale e le anime ferite con un linguaggio poetico e
delicato, ricco di simbolismi e spoglio da qualsiasi ideologia.
“Sono
ossessionata dal perché le persone diventano ciò che sono.” –Andrea Arnold
La trama
di Bird
Bailey
(Nykiya Adams) ha 12 anni e vive in una casa
occupata abusivamente nel nord del Kent con il giovanissimo
padre Bug (Barry Keoghan), uno scapestrato
circondato da amici senza prospettive, il fratello Hunter
(Jason Buda) e Kaleygh (Frankie
Box), la nuova fiamma del padre.
È una ragazza
sensibile e ribelle, che passa il proprio tempo con i giovani
teppisti della zona o, più spesso, da sola; la sua vita cambia
quando incontra Bird (Franz Rogowski), misterioso
vagabondo alla ricerca dei genitori, con cui stringe una profonda
amicizia
L’attrice Ornella
Muti riceverà il David Speciale nel corso
della
70ª edizione dei Premi David di Donatello. Il riconoscimento
sarà assegnato mercoledì 7 maggio nell’ambito della cerimonia di
premiazione in diretta, in prima serata su Rai 1, dagli studi di
Cinecittà e trasmessa in 4K (sul canale Rai4K, numero 210 di
Tivùsat). La conduzione dell’edizione 2025 è affidata a Elena Sofia
Ricci e Mika. La serata sarà in diretta anche su Rai Radio2 – con
la conduzione di Carolina Di Domenico – e sarà disponibile sulla
piattaforma di RaiPlay.
“Siamo particolarmente
felici di assegnare il David Speciale a Ornella Muti, attrice e
diva capace di attraversare il miglior cinema italiano e arrivare
al successo internazionale – ha dichiarato Piera Detassis,
Presidente e Direttrice Artistica dell’Accademia del Cinema
Italiano – Fin dall’esordio con La moglie più bella, ispirato
alla vicenda di Franca Viola, simbolo della crescita civile
dell’Italia del secondo dopoguerra, la sua filmografia si compone
di film e veri capolavori capaci di sondare in modo poetico e
talvolta spregiudicato il mondo femminile e la società italiana,
da Romanzo popolare a L’ultima donna, da Storie
di ordinaria follia a Io e mia sorella, senza dimenticare
la complicità con registe come Asia Argento e Francesca Archibugi.
Protagonista di assoluta bellezza, ha regalato vivacità e ironia
alla commedia più popolare in coppia con Adriano Celentano. Ornella
Muti è un talento leggero e mai presuntuoso, eppure capace di
interpretazioni memorabili per Ettore Scola, Francesco Rosi,
Francesco Maselli e Paolo Virzì. Il premio Speciale David di
Donatello intende così riconoscere una carriera prestigiosa e
versatile che non ha mai dimenticato di mettere in primo piano i
valori della vita e dell’empatia”.
Tra i riconoscimenti già
annunciati della 70ª edizione dei Premi David di Donatello, il
David dello Spettatore a Diamanti di
Ferzan Özpetek e il
David come Miglior Film Internazionale ad Anora di Sean
Baker. Il regista premio Oscar® sta curando una collection dei
primi successi cinematografici di Ornella Muti corredata da
un’intervista all’attrice da lui realizzata.
M. Night Shyamalan
ha finalmente rivelato il titolo e i primi dettagli sulla trama del
suo prossimo film. Il regista, salito alla ribalta alla fine degli
anni ’90, con Il sesto senso (1999) e distintosi poi con film come
Unbreakable (2000), Signs (2002), The Village (2004), fino ai recenti Bussano
alla porta(2023) e Trap (2024),
è infatti pronto a tornare dietro la macchina da presa. Come
precedentemente riportato, il prossimo film di Shyamalan,
di cui si è parlato per la prima volta a gennaio, prevede un
approccio nuovo.
Il regista ha infatti collaborato
con l’autore Nicholas Sparks per sviluppare
un’idea di storia che sarebbe servita come base sia per il film che
per il romanzo, con Shyamalan che avrebbe diretto il film e Sparks
che avrebbe scritto il libro. Jake Gyllenhaal è stato scelto per essere il
protagonista del film, mentre la star di Bridgerton,
Phoebe Dynevor, si è rivelata in seguito essere
in trattative per interpretare la co-protagonista di quello che
è stato descritto come un thriller romantico
soprannaturale.
People ha ora condiviso nuovi
dettagli sul romanzo di Sparks, rivelando che si intitola
Remain e che uscirà il 7 ottobre. La sinossi del
romanzo, che presumibilmente corrisponderà a quella del film di
Shyamalan, introduce il personaggio principale di Tate
Donovan, che nel film dovrebbe essere il ruolo
interpretato da Gyllenhaal, un architetto la cui vita prende una
svolta dopo l’incontro con una misteriosa giovane donna a Cape Cod.
Di seguito trovate la sinossi e il post con la copertina del libro
di Sparks condiviso su Instagram da
M. Night Shyamalan:
Remain, co-creato da Shyamalan e
Sparks, segue l’architetto newyorkese Tate Donovan mentre arriva a
Cape Cod per progettare la casa estiva del suo migliore amico.
Donovan è alla ricerca di un nuovo inizio dopo la sua recente
dimissione da una struttura psichiatrica dove è stato curato per
una depressione acuta. Ancora alle prese con la perdita dell’amata
sorella, Donovan incontra Wren, una giovane donna che gli fa
mettere in discussione tutto ciò che sa del suo mondo logico e
controllato.
Cosa questi dettagli ci dicono sul
film di M. Night Shyamalan
Anche se non è stato ancora
annunciato ufficialmente nulla riguardo al casting di Gyllenhaal e
Dynevor, entrambi sono star molto conosciute. Gyllenhaal ha
recentemente recitato nel remake di Prime VideoRoad
House 2024, che ha riscosso un grande successo di
pubblico, mentre Dynevor è diventata nota dopo aver interpretato
Daphne nella serie di successo Bridgerton
di Netflix, tuttora in corso. Sebbene la Dynevor sia
chiaramente adatta al genere romantico, anche Gyllenhaal non è
nuovo a questo genere, avendo recitato in Amore e altri rimedi (2010) e Brokeback Mountain (2005).
Ci sono stati elementi romantici nei
precedenti film di Shyamalan, ma i film stessi non sono tipicamente
costruiti intorno a tali trame. La sinossi di
Remain lascia però intendere che la storia d’amore
sarà al centro della storia, il che rappresenta una sorta di
cambiamento per il regista. Rimangono molti interrogativi sul
prossimo film di Shyamalan, ma l’uscita del romanzo di Sparks nel
corso dell’anno fornirà sicuramente un’idea più precisa di cosa
aspettarsi.
“Perché esplorare?” È da questa
domanda che prende vita Beyond, il nuovo
documentario realizzato dall’esploratore e
divulgatore Alex Bellini,
in anteprima sabato 26
aprile al 73° Trento Film
Festival nella sezione
ALP&ISM. La proiezione al Supercinema Vittoria di
Trento alle 16.45 a cui seguirà un Q&A, alla presenza del
regista e del co-regista e montatore Francesco
Clerici e della produttrice Francesca
Urso.
Beyond è il
racconto di un viaggio difficile e intenso sul più grande
ghiacciaio d’Europa, il Vatnajökull, in
Islanda. Nel gennaio 2025 Alex Bellini decide di fare ritorno nei
luoghi della missione che lo aveva visto protagonista otto anni
prima.
Ne emerge un viaggio intimo e
potente e non è solo il racconto di un’avventura estrema, ma il
risultato di un percorso che intreccia esplorazione e
consapevolezza, portando lo sguardo oltre la sfida fisica per
abbracciare un messaggio più ampio e
universale. Beyond è una riflessione sul
concetto di limite, sulla rinuncia, sulla perseveranza, e sul
legame profondo tra l’essere umano e la natura. A otto anni dalla
spedizione che nel 2017 lo aveva portato sull’orlo della morte,
Bellini decide di tornare su quel ghiacciaio per rileggere
l’esperienza con occhi nuovi e cercare una risposta alla domanda
che da sempre lo accompagnano: cosa significa
davvero andare oltre?
Attraverso la ricostruzione di
quell’impresa estrema, il documentario vuole contribuire a una
riflessione universale sul senso dell’esplorazione, sul concetto di
limite e sulle leggi che governano la natura. Affiorano le urgenze
del nostro tempo: il cambiamento climatico, la crisi dei ghiacciai
e la necessità di rimettere al centro la relazione tra uomo e
natura. Girato con mezzi essenziali: una GoPro, un microfono, un
drone e footage originali del 2017, il film costruisce un ponte tra
passato e presente. La narrazione in prima persona si intreccia con
le voci e i volti di chi ha accompagnato Bellini nel suo cammino,
restituendo un affresco corale di rara autenticità.
Anche APF
Valtellina e Provincia di
Sondrio hanno voluto far parte di questa
“spedizione”, sostenendo con orgoglio Alex Bellini e il suo
documentario Beyond, “un progetto che incarna i
valori della sostenibilità, dell’esplorazione e della riflessione
sul rapporto tra uomo e natura.Il contributo di APF
Valtellina e Provincia di Sondrio a questa produzione sottolinea
l’impegno degli enti locali nel sostenere iniziative culturali che
promuovano la consapevolezza ambientale. Beyond non è solo la
narrazione di un’avventura estrema, ma un potente strumento per
sensibilizzare le comunità sull’importanza della tutela del nostro
pianeta”.
Beyond è diretto
da Alex Bellini e co-diretto e montato
da Francesco Clerici, con la colonna sonora
originale firmata dal compositore Michele
Braga, è prodotto da Francesca
Urso per The 5th Element con il supporto
di APF Valtellina by Provincia di Sondrio. In
collaborazione con La Scala – Società
tra Avvocati, Montura, UNIMATIC
Watches.
Attenzione! Questo articolo
contiene spoiler sugli episodi 1, 2 e 3 di Andor – Stagione
2
Gli episodi 1, 2 e 3 di
Andor
– Stagione 2 (qui
la recensione completa) si concludono con lo svelamento di una
dura verità sull’Alleanza Ribelle di Star
Wars. La storia della seconda stagione di
Andor, che inizia circa un anno dopo la
rivolta su Ferrix, inizia con il protagonista che ruba un prototipo
di TIE Avenger e tenta di riportarlo a Luthen. Tuttavia, i suoi
piani vanno a rotoli quando scopre delle minacce per i suoi amici,
come Bix, cosa che lo spinge a precipitarsi sul pianeta Mina-Rau
per fermare i piani oscuri dell’Impero.
L’episodio finale del primo arco
narrativo di Andor – Stagione 2 presenta
proprio questo, con Mina-Rau teatro di una piccola rivolta che
continua a delineare i primi giorni dell’Alleanza Ribelle di Star
Wars. Negli ultimi istanti dell’episodio 3, gli Imperiali sono
vicini a trovare Bix, Brasso e Wilmon, e la prima affronta un
momento buio mentre Cassian corre verso di loro. In un finale che
consolida lo status del progetto come la migliore serie TV
di Star Wars, la seconda stagione di Andor prosegue lo
sviluppo dei suoi personaggi, la guerra civile che si sta
preparando e delinea alcune oscure verità sulla ribellione.
Cassian Andor porta Bix fuori dal
mondo… ma Brasso non ne esce vivo
Il prezzo della libertà è alto
Il suddetto oscuro segreto
sull’Alleanza Ribelle che Andor – Stagione
2, episodi 1, 2 e 3, rivela è che, a volte, i ribelli
possono essere sacrificati per una causa più ampia. Questo è stato
chiaro fin dalla prima apparizione di Cassian in Rogue One, ambientata
anni dopo, quando ha sparato a Tivik, un informatore ribelle. Nella
seconda stagione di Andor, questo è reso lampante dalla morte di
Brasso. Brasso viene, purtroppo, colpito dagli stormtrooper dopo
che l’Impero scopre la sua presenza illegale sul pianeta Mina-Rau,
e Cassian non riesce a salvarlo in tempo.
Cassian riesce comunque a portare
Bix e Wilmon lontano da Mina-Rau, ma Brasso è una tragica vittima
del primo atto di Andor – Stagione 2. La
triste realtà è che questo è stato solo un altro momento della
guerra per personaggi come Bix, Wilmon e Cassian. Il trio, Cassian
in particolare, ha avuto solo brevi momenti per elaborare il lutto
per Brasso prima di essere costretto ad andare avanti.
Questo mette in luce il vero
costo della ribellione in un modo che Star Wars non ha mai
fatto: amicizie e relazioni andranno perdute e coloro che lottano
per un futuro migliore – come sottolinea il discorso di Luthen
nell’episodio 10 della prima stagione di
Andor – dovranno sacrificare molto per
arrivarci. Emozioni umane come il dolore e la sofferenza possono
essere provate momentaneamente, ma devono essere messe da parte per
il bene superiore. La morte di Brasso alla fine del primo atto lo
dimostra, rivelando un segreto oscuro sull’Alleanza Ribelle.
Non sono solo i Ribelli a pagare il
prezzo della Ribellione
Tutta la Galassia lo fa
Ma un’altra triste realtà
sugli sforzi dell’Alleanza Ribelle viene sollevata dagli episodi 1,
2 e 3 di Andor – Stagione 2: non sono
solo i combattenti in prima linea a pagare il prezzo della
ribellione. Sebbene il prezzo della libertà porterà alla vittoria e
alla formazione della Nuova Repubblica di Star Wars, prima di quel
momento si sperimentano molto dolore, tumulti e costi personali,
come tipico di Andor. Nel primo atto della seconda stagione di
Andor, non sono solo Brasso o i suoi amici a pagare un prezzo
elevato, ma anche gli innocenti abitanti di Mina-Rau.
Sebbene sia evidente che gli
abitanti di Mina-Rau abbiano aiutato Bix, Brasso e Wilmon nell’anno
tra la prima e la seconda stagione, è probabile che soffriranno
ancora dopo il terzo episodio. Dopotutto, diversi Imperiali sono
morti durante un censimento, il che avrà sicuramente ripercussioni
sui contadini. Inoltre, Cassian ha distrutto uno dei silos per il
grano, il che potrebbe avere ripercussioni sul loro sostentamento.
Sebbene non sia un segreto che i cittadini di Mina-Rau
probabilmente sopporteranno tutto questo per liberarsi dell’Impero,
si tratta comunque di un’analisi dei costi della guerra e del
prezzo della libertà.
Mon Mothma sacrifica amici e
famiglia per la Ribellione
Anche gli eventi su Chandrilla
riguardano il sacrificio
Oltre agli eventi che
riguardano Cassian, Bix, Brasso e Wilmon, il primo arco narrativo
di Andor – Stagione 2 cattura
l’attenzione del pubblico con Luthen e Mon Mothma. I due
trascorrono del tempo sul pianeta natale di Mon, Chandrilla, uno
dei Pianeti del Nucleo della mappa galattica di Star Wars. Il
pianeta ospita un matrimonio per la figlia di Mon, un evento a cui
lei aveva acconsentito con riluttanza per ricevere finanziamenti
per la Ribellione da un losco uomo d’affari di nome Davo
Sculdun. Nonostante un tono molto diverso dalla storia di
Cassian, il matrimonio sottolinea il fatto che Mon debba
sacrificare le persone che ama per la libertà.
Non solo Mon Mothma non voleva
permettere a sua figlia di sposarsi a Chandrilla con un uomo
pericoloso come Davo, ma ha anche dovuto vedersela con il suo
amico, Tay Volko. Tay era un altro uomo che l’aiutò a ottenere
fondi per le attività della Ribellione, i problemi di Mon con la
sua vita personale lo portarono a cercare di estorcergli più soldi.
Su ordine di Luthen, Tay viene ucciso da Cinta, un personaggio di
ritorno dalla prima stagione di Andor, evidenziando altri di questi
oscuri segreti sulla ribellione e resistenza.
Mon sta affrontando la realtà di
perdere la sua stessa umanità per combattere contro l’Impero. Sua
figlia è costretta a una vita che non ha scelto e il suo amico
d’infanzia, Tay, viene ucciso. Mon viene mostrata mentre si ubriaca
e balla selvaggiamente per sfuggire a tutto questo, poiché non
riesce a gestire la sensazione di disumanità, ma
Andor sottolinea che tutto questo era
necessario per sconfiggere l’Impero. Persino Cinta viene mostrata
sullo stesso pianeta del suo amante senza nemmeno saperlo, a
dimostrazione di come la causa sia più importante di qualsiasi
relazione.
La ribellione può avere un prezzo,
ma è sempre meglio dell’alternativa
L’Impero sarà sempre peggiore
Indipendentemente da
tutta questa oscurità che circonda la ribellione, una cosa che
rende il primo atto di Andor – Stagione 2
così d’impatto è che dimostra che l’alternativa è di gran lunga
peggiore. Il costo della libertà e i sacrifici che le persone
devono fare per sconfiggere l’Impero sono terribili, ma Andor non
perde mai di vista il fatto che il regime tirannico e fascista del
governo di Palpatine deve essere distrutto. Questo è evidenziato in
una trama mai vista prima in Star Wars, che dimostra quanto sia
malvagio l’Impero.
Prima che Bix fugga da Mina-Rau, una
guardia imperiale tenta di violentarla. La situazione è insinuata
all’inizio, con la guardia che cerca di ostentare il suo potere su
qualcuno che ritiene inferiore a lui, ma la storia si sviluppa fino
al culmine. Bix lo respinge, colpendolo più volte con un martello,
e Cassian arriva in seguito per portare via lei e Wilmon. Vedere
una rappresentazione così sfacciata degli abusi contro le donne da
parte di uomini al potere è sembrato eccezionalmente maturo per un
franchise come Star Wars, non solo a dimostrazione delle
credenziali di Andor come storia, ma anche a dimostrazione del
fatto che l’Impero renderà sempre la vita orribile alla gente
comune.
Nel caso di Mon Mothma, Andor,
Brasso e, naturalmente, Bix, non hanno scelta: devono combattere
l’Impero o essere maltrattati, in molti più modi. Persone come
Brasso o la famiglia di Mon possono essere sacrificate lungo la
strada, ma quando l’Impero sta facendo quello che ha fatto a Bix a
innumerevoli miliardi di persone in tutta la galassia, la lotta
deve aver luogo. Questo rende il finale del primo atto di
Andor – Stagione 2 ancora più incisivo,
rafforzando il bisogno di ribellione in un modo che Star Wars non
ha mai fatto, attraverso oscure verità e alternative ancora più
oscure.
Thunderbolts* ha tenuto la sua prima
mondiale questa sera a Londra e, come previsto, oltre alle
prime entusiastiche reazioni, anche gli spoiler hanno iniziato
a circolare online. Secondo quanto riferito, il film presenta
sia una scena mid-credit che una scena
post-credits. I dettagli sulla prima sono vaghi (ci sono
notizie contrastanti ed è difficile sapere con certezza se qualcuna
è legittima), ma abbiamo invece un resoconto completo della seconda
per gentile concessione dello scooper MTTSH.
Alcune reazioni sui social media
hanno descritto la sequenza post-credits come “folle” e
“un momento che cambia le carte in tavola” e, anche se
questa potrebbe essere una leggera esagerazione, sembra che la
scena serva da collegamento diretto agli eventi di Avengers:
Doomsday. “La scena dei titoli di coda di Thunderbolts* è la seguente: I Nuovi Vendicatori
sono nella loro nuova torre e parlano di Sam che sta reclutando la
sua squadra di Nuovi Vendicatori e di come abbia il copyright di
quel nome. Poi sentono qualcosa che arriva dallo spazio, è la nave
dei Fantastici Quattro che entra nel loro universo“.
Stando a quanto riportato, non è
certo che i Fantastici Quattro appaiano davvero, ma Pedro Pascal (Reed Richards) era presente alla
prima, per cui potrebbe anche avere un cameo vocale nella scena.
D’altronde, manca circa un anno all’arrivo in sala di Avengers:
Doomsday, e con I Fantastici
Quattro: Gli Iniziatteso in sala a luglio,
Thunderbolts* è un’ottima
occasione per introdurre gli eventi che porteranno alla conclusione
della Saga del Multiverso.
Diretto da Jake
Schreier (Paper Towns), il cast di Thunderbolts*
comprende Sebastian Stan nel ruolo di Bucky Barnes,
Hannah John-Kamen nel ruolo di Ava Starr alias
Ghost, Wyatt Russell nel ruolo di John Walker,
David Harbour nel ruolo di Alexei Shostakov
alias Red Guardian, Olga Kurylenko nel ruolo di Antonia Dreykov
alias Taskmaster, Harrison Ford nel ruolo del Generale Thaddeus
‘Thunderbolt’ Ross e Lewis Pullman nel ruolo di
Bob alias Sentry.
In Thunderbolts*,
i Marvel Studios
riuniscono una insolita squadra di antieroi: Yelena Belova, Bucky
Barnes, Red Guardian, Ghost, Taskmaster e John Walker. Dopo essersi
ritrovati nel mezzo di una trappola mortale orchestrata da
Valentina Allegra de Fontaine, questi emarginati disillusi devono
affrontare una missione pericolosa che li costringerà a
confrontarsi con gli aspetti più oscuri del loro passato. Questo
gruppo disfunzionale si distruggerà dall’interno o riuscirà a
trovare redenzione, unendosi e trasformandosi in qualcosa di più
grande, prima che sia troppo tardi?
Florence Pugh riprende il ruolo di Yelena
Belova, sorella di Vedova Nera (e una delle parti migliori della
serie MarvelDisney+ Occhio di Falco). Inoltre, Julia
Louis-Dreyfus interpreta Valentina Allegra de Fontaine,
con Geraldine Viswanathan nei panni di Mel, la sua assistente (che
sostituisce una Ayo Edebri estremamente impegnata e piena di
impegni).
Lo sceneggiatore di Black
WidoweThor:
Ragnarok Eric Pearson si unisce agli sceneggiatori di
Beef Lee Sung Jin e Joanna Calo. Un trailer è stato mostrato a
porte chiuse al San Diego Comic-Con. Thunderbolts*
arriverà nelle sale il 30 aprile 2025, in ritardo
rispetto alla precedente data di uscita del 20 dicembre 2024 a
causa degli scioperi della WGA e della SAG-AFTRA. Nel frattempo,
restate aggiornati sul MCU con la nostra
guida alla storia della Fase 5 della Marvel e con uno
sguardo a ciò che deve ancora venire nella Fase 6 della Marvel.
Thunderbolts*
è diretto da Jake Schreier e Kevin
Feige è il produttore. Louis D’Esposito, Brian
Chapek, Jason Tamez e Scarlett
Johansson sono i produttori esecutivi.
Ci sono diversi film e show
televisivi del passato del MCU che potrebbe essere utile
rivedere prima che Thunderbolts*
arrivi nelle sale il 30 aprile 2025, come parte della Fase 5. Negli
ultimi mesi è cresciuta l’attesa per il film, il primo evento
crossover della
Saga del Multiverso che riunirà una nuova squadra di individui
dotati di superpoteri e riuniti in assenza dei Vendicatori. I
Thunderbolts hanno una ricca storia nei fumetti
Marvel, quindi il loro debutto nel
MCU è emozionante, anche se la
squadra sarà molto diversa dalle sue controparti a fumetti.
Come primo grande evento crossover
del MCU dopo Avengers: Endgame, Thunderbolts* sarà caratterizzato dal
ritorno di diversi personaggi della storia della Marvel. Ciò significa che per
comprendere meglio la narrazione e la progressione dei personaggi è
necessario guardare una serie di film e spettacoli televisivi del
passato. Il debutto alla regia di Jake Schreier nel MCU renderà infatti omaggio ad
alcune delle storie e dei personaggi più emozionanti e intensi del
franchise, risalenti alla Fase 1, il che significa che è meglio
fare un po’ di compiti a casa prima di vedere il film.
Captain America: Il primo
vendicatore (2011)
Sebastian Stan è stato confermato nel ruolo di
James Buchanan “Bucky” Barnes in Thunderbolts* durante l’annuncio
iniziale del cast nel 2022, quindi vale la pena ripercorrere
l’intera storia del personaggio nel MCU. Bucky ha subito alcuni
cambiamenti monumentali dal suo debutto in Captain America: Il primo vendicatore del
2011. Nello storico film della Fase 1, Bucky ha debuttato come
migliore amico d’infanzia di Steve Rogers e membro degli Howling
Commandos al fianco di Capitan America durante la Seconda Guerra
Mondiale, il che lo rende uno dei personaggi più vecchi del
MCU.
Bucky Barnes non sarebbe mai
diventato il Soldato d’Inverno se non fosse stato per gli eventi di
quel film, quando cadde da un treno e fu catturato dallo scienziato
dell’HYDRA Arnim Zola. Gli esperimenti di Zola
hanno trasformato Bucky in un super-soldato, che gli ha permesso di
sopravvivere fino ai giorni nostri, dando il via al suo viaggio da
eroe a criminale a eroe, che culminerà nel diventare il leader de
facto dei Thunderbolts. L’esperienza di Bucky al fianco di
Capitan America ne Il primo vendicatore lo renderà il leader
perfetto dei Thunderbolts nel 2025.
Captain America: The Winter Soldier
(2014)
Mentre Captain America: Il
primo vendicatore ha introdotto il Bucky Barnes di Stan
nel MCU, è stato Captain America: The Winter Soldier del 2014 a
rivelare la sua trasformazione nel malvagio Soldato
d’Inverno. Questo agente d’élite dell’HYDRA è stato
potenziato con un siero da super-soldato e gli è stato fatto il
lavaggio del cervello dalla nefasta organizzazione per diventare
l’assassino più famoso del mondo. Bucky ha preso di mira Steve
Rogers e i suoi amici nel film, ma il faccia a faccia con il suo
amico d’infanzia ha iniziato a rompere l’incantesimo dell’HYDRA su
di lui.
Il miglior thriller di spionaggio
dei Marvel Studios ha fatto un lavoro fantastico
nello sviluppo di Bucky Barnes come Soldato d’Inverno, ma lo ha
anche visto iniziare a recuperare la propria personalità. Alla fine
del film ha salvato Steve Rogers ed è stato visto imparare a
conoscere la propria vita alla mostra di Captain America allo
Smithsonian, il che ha dato il via al suo viaggio verso la
riscoperta di Bucky Barnes e infine alla trasformazione in
Thunderbolt. Captain America: The Winter
Soldier è stato il primo progetto del MCU a rendere Bucky Barnes un
personaggio principale, quindi è una visione essenziale prima del
suo ritorno in Thunderbolts*.
Captain America: Civil War
(2016)
Un breve cameo alla fine di
Ant-Man del 2015 ha anticipato il grande ritorno di Bucky
Barnes in
Captain America: Civil War del 2016. Bucky è diventato
una pedina del Barone Zemo di Daniel Brühl in Civil War, poiché è stato
incastrato per il bombardamento delle Nazioni Unite e l’omicidio di
Re T’Chaka, il che ha permesso a Zemo di usare il
condizionamento dell’HYDRA di Bucky per puntarlo contro i suoi
amici Vendicatori. Captain America: Civil
War non è però importante da guardare prima di
Thunderbolts* solo per il rilievo di
Bucky Barnes, ma perché questo film crossover spiega anche
l’attuale assenza dei Vendicatori.
Zemo ha usato la fedeltà di Steve
Rogers a Bucky Barnes per mettere zizzania tra i Vendicatori,
poiché è stato rivelato che Bucky aveva ucciso i genitori di Tony
Stark mentre operava come Soldato d’Inverno. Questo ha fatto sì che
i Vendicatori si siano sciolti all’epoca di Avengers:Infinity War e,
sebbene si siano brevemente riformati in Endgame,
l’impatto di Civil War ha fatto sì che i Vendicatori non siano
ancora operativi. Questo crea il vuoto che i Thunderbolts riempiranno nella Fase 5 del
MCU, quindi Civil War fornisce
alcuni importanti retroscena sia per l’evoluzione di Bucky Barnes
che per la formazione dei Thunderbolts.
Spider-Man: Homecoming (2017)
A prima vista, il collegamento tra
Spider-Man:
Homecoming e Thunderbolts* del 2017 potrebbe non
essere chiaro, ma il secondo risponderà finalmente a uno dei più
grandi misteri del MCU iniziato nel primo. Durante
Homecoming, l’Avvoltoio di Michael Keaton ha preso di mira un aereo che
trasportava il carico dei Vendicatori dalla Avengers
Tower alla nuova struttura della squadra nell’Upstate di
New York, poiché Tony Stark ha venduto la base operativa della
squadra a Manhattan. Ci sono voluti otto anni dopo Homecoming
perché i Marvel Studios rispondessero a chi
aveva acquistato l’Avengers Tower, visto che i trailer di
Thunderbolts* hanno confermato che la
nuova proprietaria è Valentina.
La Valentina Allegra de
Fontaine di Julia Louis-Dreyfus potrebbe
aver debuttato nel MCU solo nel 2021 in
The Falcon and the Winter Soldier, ma sembra che abbia
influenzato gli eventi dietro le quinte per molto più tempo.
Valentina è una donna di incredibile potere e influenza nel
MCU, e la sua acquisizione dell’ex
Avengers Tower ne è solo un esempio. Ha trasformato questo punto di
riferimento nella Torre di Guardia del MCU, la base operativa di Sentry
nei fumetti Marvel, quindi, anche se Homecoming
non è un film da vedere assolutamente, fornisce importanti
retroscena per il nuovo cattivo del MCU.
Black Panther (2018)
Analogamente a Spider-Man: Homecoming,
Black Panther del 2018 non ha un grande
impatto sulla prossima storyline dei Thunderbolts*. Tuttavia, poiché Bucky
Barnes avrà un ruolo importante nel crossover della Fase 5, è
importante notare che fa una breve apparizione cameo nella scena
post-credits del film del 2018. Questo cameo ha fatto seguito alla
fine di Captain America: Civil War, in cui Bucky
Barnes si era rifugiato nel Wakanda, anche se Black
Panther lo vedeva come un uomo guarito, libero dal
condizionamento dell’HYDRA che lo aveva trasformato nel Soldato
d’Inverno.
Il cameo di Bucky Barnes in
Black Panther è stato spiegato meglio in un
flashback di The Falcon and the Winter
Soldier, in quanto è stato Ayo,
membro della Dora Milaje, ad aiutarlo a liberarsi
dal lavaggio del cervello dell’HYDRA. La scena post-credits ha
segnato la prima menzione di Bucky Barnes che assume l’appellativo
di Lupo Bianco. Non ha ancora abbracciato questo
ruolo, ma tutto potrebbe cambiare in Thunderbolts*, soprattutto se vuole
liberarsi completamente dell’eredità di Soldato d’Inverno. Bucky
Barnes che diventa il Lupo Bianco sarebbe un modo fantastico per
cercare finalmente la piena redenzione.
Ant-Man & The Wasp (2018)
Bucky Barnes non è l’unico
antagonista del MCU che tornerà a far parte della
squadra dei Thunderbolts, ma sarà affiancato da almeno altri
cinque personaggi. Tuttavia, il prossimo “antagonista” di cui
parliamo ha debuttato nel MCU solo con Ant-Man and the Wasp del 2018: il sequel del
film originale del 2015 di Peyton Reed ha
introdotto nel MCUHannah John-Kamen nei panni di Ava
Starr, alias Ghost. Dopo essere stata
colpita da un’esplosione di energia quantica da giovane, le
molecole di Ava Starr si sono dislocate e lei sperava di rubare
l’energia quantica a Janet van Dyne per
stabilizzarsi.
Questo avrebbe ucciso Janet, ma Ava
Starr pensò che fosse un sacrificio necessario per salvare se
stessa. Tuttavia, si è resa conto dell’errore commesso quando Janet
è tornata sana e salva dal Regno Quantico e ha
usato i suoi nuovi (e ormai ignorati) doni per stabilizzare il
phasing di Ava Starr. Fortunatamente, questo ha mantenuto intatti i
suoi poteri quantici, permettendole di controllarli, il che
significa che John-Kamen può tornare come Ghost nei
Thunderbolts*. In precedenza era una
cattiva per interesse personale, ma sarà bello vederla assumere un
ruolo più eroico nella Fase 5 del MCU.
Avengers: Endgame (2019)
Naturalmente, Avengers: Infinity War deve
essere visto per capire Avengers: Endgame, ma è il film
del 2019 che è indispensabile vedere prima di Thunderbolts*. La Natasha
Romanoff di Scarlett Johansson potrebbe non essere
coinvolta nel nuovo film, ma l’eredità lasciata dal suo personaggio
giocherà un ruolo centrale nello sviluppo di diversi personaggi di
Thunderbolts*. La morte di Vedova Nera
in Avengers: Endgame informerà le azioni di
Yelena Belova, il Guardiano
Rosso di Alexei Shostakov e la
Taskmaster di Antonia Dreykov,
quindi sarà importante ricordare questo momento emozionante.
Natasha Romanoff si è sacrificata su
Vormir affinché Clint Barton potesse riportare la
Pietra dell’Anima ai Vendicatori, permettendo loro
di annullare la devastazione causata da Thanos
cinque anni prima. La reazione di Yelena Belova alla morte della
sorella surrogata è già stata esplorata in
Black Widow e Hawkeye,
ma non abbiamo visto la reazione del Guardiano Rosso come figura
paterna della Romanoff, né quella di Dreykov, salvata dalla
Romanoff. La morte di Vedova Nera sarà sicuramente un grande
argomento di discussione in Thunderbolts*, cementando uno degli
eventi più importanti dell’intera linea temporale del MCU.
The Falcon and the Winter Soldier
(2021)
Sulla scia di Avengers:
Endgame, i Marvel Studios hanno iniziato a
piantare attivamente i semi per i Thunderbolts*, e questo ha preso il via
con la serie The Falcon and the Winter Soldier del
2021 su Disney+. Non solo ha fatto progredire
la narrazione di Bucky Barnes, spiegando meglio il suo arco di
redenzione e trasformandolo in un vero e proprio eroe, ma ha anche
fatto debuttare Wyatt Russell nel ruolo di John
Walker, che sarà un altro membro importante dei Thunderbolts. All’inizio Walker era il nuovo
Capitan America, ma poi si è evoluto nell’U.S.
Agent.
La trasformazione di John Walker è
stata voluta da Valentina Allegra de Fontaine, che ha fatto a sua
volta il suo debutto nel MCU nella serie. Non è chiaro quale
ruolo avrà esattamente Valentina nel riunire i Thunderbolts, ma la sua creazione dell’U.S.
Agent potrebbe forse alludere alla creazione e al rebranding di
altri personaggi di rilievo, forse anche del
Sentry di Lewis Pullman.
The Falcon and the Winter Soldier getta dunque
alcune basi fondamentali per Thunderbolts*, quindi gli spettatori
potrebbero trarre beneficio dal ricordare gli eventi della
serie.
Black Widow (2021)
Black Widow del 2021 ha introdotto nel
MCUFlorence Pugh, David Harbour e Olga Kurylenko, rispettivamente nei ruoli di
Yelena Belova, Alexei Shostakov e
Antonia Dreykov, che torneranno in
Thunderbolts*. Belova era come una
sorella per Natasha Romanoff da bambina in Ohio, quando entrambe
venivano cresciute dalla Melina Vostokoff di
Rachel Weisz e da Alexei, tutte spie che
lavoravano per la Stanza Rossa. Anche se non legati da vincoli di
sangue, questi individui erano la famiglia di Natasha Romanoff e
l’eredità della Vendicatrice continuerà attraverso di loro in
Thunderbolts*.
La riunione tra Romanoff, Belova,
Shostakov e Vostokoff in Black Widow è stata
divertente e, a tratti, esilarante. Questo si ripeterà
probabilmente con l’incontro tra Yelena e il Guardiano Rosso in
Thunderbolts*, mentre si è ipotizzato
che Rachel Weisz possa riprendere il suo ruolo.
L’apparizione di Olga Kurylenko nel ruolo di
Taskmaster in Thunderbolts* è stata invece messa in
dubbio, poiché Antonia Dreykov non è apparsa in gran parte del
materiale promozionale del film. Tuttavia, Black
Widow è decisamente uno dei progetti più importanti che
gli spettatori dovrebbero vedere prima di Thunderbolts*.
Hawkeye (2021)
Black Widow si è
concluso con una scena post-credits che ha visto Yelena Belova
recarsi alla tomba della sorella, dove è stata interrotta da
Valentina Allegra de Fontaine. Questa scena sembrava suggerire che
Yelena fosse già alle dipendenze di Valentina, in quanto
quest’ultima suggeriva che Clint Barton avesse
ucciso Natasha Romanoff e avesse mandato Yelena a cercare vendetta
per la morte della sorella. La questione è giunta al culmine
nell’episodio 4 di Hawkeye, “Partners, Am I Right?” e
nel finale di serie, “So This Is Christmas?”. Nella serie
Clint Barton ha rivelato a Yelena la verità: Natasha Romanoff si è
sacrificata.
Oltre a questo,
Hawkeye ha anche rivelato che Yelena Belova è
stata allontanata dal conflitto contro Thanos per la sua missione
di liberare gli altri assassini della Vedova Nera dal controllo
mentale del Generale Dreykov. La rivelazione della
verità sulla morte di Natasha Romanoff potrebbe aver fatto sì che
Yelena dubitasse di Valentina, visto che all’inizio l’aveva
indirizzata a Clint Barton. Questo potrebbe rivelarsi importante
per Thunderbolts*, mentre i sentimenti di
perdita di Yelena durante i trailer potrebbero essere stati causati
dalla rottura dei legami con Valentina, dall’aver appreso la verità
sulla morte della Romanoff e dall’essere diventata amica di
Kate Bishop.
Black Panther: Wakanda Forever
(2022)
Analogamente al suo predecessore del
2018, Black Panther: Wakanda Forever non ha un
grande impatto sulla narrazione dei Thunderbolts*, ma c’è un’enorme
rivelazione di un personaggio nel film che significa che dovrebbe
essere rivisto prima del crossover della Fase 5. Valentina Allegra
de Fontaine è infatti tornata in Wakanda Forever, dove non solo è
stato rivelato che è l’ex moglie di Everett Ross,
ma anche il direttore della CIA nel MCU. Questo è stato un grande
sviluppo prima di Thunderbolts*, e suggerisce qualcosa di
interessante per la formazione della squadra titolare.
Mentre gli Avengers si sono formati
sotto l’occhio vigile di Nick Fury e dello
SHIELD, i Thunderbolts saranno apparentemente formati dal
governo degli Stati Uniti, lavorando direttamente per la CIA. Si
tratta di uno sviluppo importante per il MCU, in quanto sarà la prima
squadra di supereroi finanziata dal governo, che potrebbe dare vita
ad alcune delle peggiori paure di Steve Rogers. Non è ancora stato
rivelato cosa la CIA voglia effettivamente da questi personaggi
dotati di superpoteri, ma la posizione di Valentina sarà senza
dubbio importante per la narrazione dei Thunderbolts*.
Captain America: Brave New World
(2025)
Captain America: Brave New World del 2025: è
il primo film con Sam Wilson nei panni dell’Uomo a stelle e
strisce, dopo la sua trasformazione in Capitan America in
The Falcon and the Winter Soldier. Continuando la
storia della Fase 4, è stato bello vedere anche il ritorno di
Sebastian Stan per un cameo. Bucky si è incontrato
con Sam Wilson dopo il ferimento di Joaquín Torres
sull’Isola Celeste per offrirgli un prezioso consiglio e i due
hanno anche ribadito la loro amicizia reciproca in un bellissimo
momento, ma questo non è stato il punto più importante della
trama.
Captain America: Brave New
World ha rivelato che Bucky Barnes si è candidato al
Congresso nel MCU. Questo sembra realizzarsi in
Thunderbolts*, dato che Bucky potrebbe
effettivamente essere un membro del Congresso, anche se si ipotizza
che il suo mandato non durerà molto a lungo. Dato il suo passato di
assassino più famoso del mondo e di super-soldato dell’HYDRA, non
sarebbe una sorpresa se Bucky non rimanesse in carica. Tuttavia, è
stato fantastico vedere come il film abbia creato i presupposti per
Thunderbolts* e si spera che il film
della Fase 5 continui a sviluppare il legame tra Bucky e Sam
Wilson.
Hugh Jackman e Kate Hudson cantano in duetto nel primo teaser
di Song Sung Blue, la cui uscita è prevista per il
Natale 2025. Scritto e diretto da Craig Brewer, basato sull’omonimo
documentario del 2008, il prossimo film biografico musicale vede
Jackman e Hudson nei panni della coppia Mike e Claire Sardina, che
seguono la storia vera di due artisti sfortunati che formano una
tribute band di Neil Diamond. Il cast del film include anche
Michael Imperioli, Fisher Stevens, Jim Belushi, King
Princess, Mustafa Shakir, Erika Slezak e Sean Allan
Krill.
Ora, su Instagram, Kate Hudson ha
condiviso le prime immagini di Song Sung Blue e ha
confermato la data di uscita per il Natale 2025. L’immagine
mostra Jackman e Hudson che cantano un duetto sul palco nei panni
di Mike e Claire Sardina, apparentemente interpretando una canzone
di Neil Diamond. Guarda l’immagine qui sotto:
Il post completo di Hudson recita:
“Ho amato ogni secondo della realizzazione di questo bellissimo
film, lavorando con il marito più adorabile che si possa
desiderare, @thehughjackman,cantando le canzoni iconiche di
Neil Diamond, diretti dal nostro meraviglioso regista @mybrewtube
♥️ Altre note d’amore per tutti coloro che hanno partecipato
arriveranno… ma in questo momento sono solo così entusiasta di
condividere con voi che abbiamo una data di uscita Song Sung Blue –
solo nei cinema questo Natale “
Cosa significa l’immagine di
Song Sung Blue per il film
Con Hugh Jackman e Kate Hudson,
sarebbe difficile immaginare due talenti musicali più adatti per i
due ruoli principali in Song Sung Blue. Sebbene l’attore
australiano sia meglio conosciuto per la sua interpretazione di
Wolverine, Jackman ha recitato nei film musical Les
Misérables e The Greatest Showman, il primo dei
quali gli è valso una nomination all’Oscar come miglior attore. A
Broadway, Jackman ha vinto un Tony Award per il musical The Boy
from Oz e ha ottenuto un’altra nomination per The Music
Man.
Hudson è un talento musicale
altrettanto apprezzato, diventata famosa per la sua
interpretazione di Penny Lane nel musical drammatico Almost
Famous, per il quale ha ricevuto una nomination all’Oscar come
migliore attrice non protagonista. Hudson ha anche recitato nel
film musicale Nine, ha avuto un ruolo ricorrente in
Glee e ha recitato nel film musicale di Sia, intitolato
Music. Hudson ha anche pubblicato il suo album di debutto,
Glorious, nel 2024. A loro volta, Jackman e Hudson
dovrebbero essere in grado di interpretare le canzoni iconiche di
Neil Diamond con notevole abilità.
Il capo della Marvel Studios Kevin Feige elogia il lavoro di
Sebastian Stan in The Apprentice prima del
ritorno di Bucky Barnes nell’MCU in Thunderbolts*.
Quattordici anni dopo il debutto di Stan nell’MCU in Captain America: Il primo
vendicatore, Bucky Barnes entra a far parte di una squadra di
supereroi tutta sua in Thunderbolts* di Jake Schreier. Parallelamente
al percorso di Bucky Barnes nell’MCU, Sebastian Stan ha costruito
una carriera impressionante che include film e serie TV come I,
Tonya, The Devil All The Time e Pam & Tommy. Nel
2024, Sebastian Stan ha portato la sua carriera a un livello
superiore con i film acclamati dalla critica A Different Man
e The Apprentice.
In un’intervista con Vanity Fair, Kevin Feige celebra le acclamate
interpretazioni di Sebastian Stan in A Different Man e
The Apprentice, che gli sono valse rispettivamente un Golden
Globe e una nomination all’Oscar. Stan aveva precedentemente
dichiarato che un amministratore delegato di uno studio
cinematografico non identificato gli aveva sconsigliato di
interpretare Donald Trump, poiché avrebbe potuto “alienare metà
del Paese”. Leggi il commento completo di Kevin Feige qui
sotto:
“Vederlo vincere un Golden Globe per un film e poi essere
nominato all’Oscar per un altro film nello stesso anno è davvero
impressionante”.
Cosa significano i commenti di
Kevin Feige sui premi vinti da Sebastian Stan
Sebastian Stan potrebbe facilmente
fare affidamento sul suo stipendio nell’MCU e accettare ruoli facili in
altri progetti, o non accettarne affatto. Ma Stan ha
costantemente dimostrato quanto sia versatile la sua abilità
recitativa. I ruoli da protagonista in A Different Man e
The Apprentice sono impegnativi sotto diversi aspetti e,
allo stesso tempo, non potrebbero essere più diversi tra loro. Stan
ha anche subito drastiche trasformazioni fisiche per entrambi i
ruoli, che gli hanno richiesto di rimanere fedele alle vite
romanzate di due persone reali con background e personalità
estremamente diversi.
Inoltre, Sebastian Stan ha
camminato su una linea delicata nelle sue interpretazioni in A
Different Man e The Apprentice. L’esplorazione di A
Different Man di un uomo affetto da neurofibromatosi rischiava
di essere insensibile, ma ha trattato l’argomento con rispetto.
All’opposto, l’interpretazione di The Apprentice della
giovinezza di Donald Trump rischiava di sembrare un tributo a tutti
gli effetti, ma ha lasciato la sua rappresentazione aperta
all’interpretazione. Gran parte delle sfumature di questi film si
basavano sulle capacità di Sebastian Stan, e le nomination ai premi
dimostrano che ha fatto un ottimo lavoro.
Le prime reazioni sui social media
al film Thunderbolts*
della Marvel sono state condivise online.
Il Marvel Cinematic Universe ha in
programma due film ambiziosi che usciranno nel 2025, Thunderbolts* e The Fantastic
Four: First Steps, che introdurranno due nuove squadre
nell’MCU. La differenza principale tra i
due film è che il cast stellare di Thunderbolts* comprende diversi attori che
hanno già recitato in film e serie TV Marvel. Accanto a loro ci sono
alcuni volti nuovi, con il cattivo del film destinato a stravolgere
completamente la classifica dei poteri del franchise.
Su Twitter sono iniziate a
trapelare le prime reazioni a Thunderbolts*. Il film riunisce una nuova
squadra Marvel guidata da Bucky Barnes,
interpretato da Sebastian Stan, e vede il debutto nel MCU di Sentry. Nonostante
questi due personaggi abbiano ruoli chiave nel film, sembra che la
protagonista della storia di Thunderbolts* sia nientemeno che Yelena
Belova, interpretata da Florence Pugh. Le prime reazioni al
prossimo film dell’MCU del 2025 accennano anche a quante scene
post-crediti i fan potrebbero aspettarsi dal misterioso film. Date
un’occhiata alle prime reazioni a Thunderbolts* qui sotto:
#Thunderbolts isn’t
afraid to change the formula of the superhero film, and in doing so
becomes one of the most fascinating MCU projects in recent memory. It
makes a bold statement to tackle heavy subject matters, dealing
with inner demons in particular and, after a wobbly start,…
pic.twitter.com/TlQSrawo9P
THUNDERBOLTS* is, in many ways, different from
other MCU films that have come before it,
and that freshness couldn’t have arrived at a more opportune time,
when the franchise is in need of new blood and direction. It’s some
of Marvel’s darkest material to date,
dealing with the… pic.twitter.com/CxxejPPx77
#Thunderbolts is raw,
hilarious, and deeply human. It’s a bold dive into trauma, healing,
and redemption. Proof that even the so-called defective losers and
disposable delinquents can rise above their past and become the
heroes no one expected. It’s gritty, emotional, and unlike…
pic.twitter.com/HYq55TSqWC
#Thunderbolts is a
potential MCU game-changer, feeling like the
best team-up since Avengers. Pugh grounds it, Pullman’s masterful,
and Stan steals scenes. A bit rough, but a bold, refreshing swing
that could land it among Marvel’s best. pic.twitter.com/C2lKAeQ6QJ
THUNDERBOLTS* is truly fantastic, the cast has
electric chemistry with each other (Florence Pugh & Lewis Pullman
are the standouts) and the action sequences are very strong.
But most of all, the film’s story hit me like a ton of bricks,
it’s bold, important & so well-written pic.twitter.com/dWPYSzBEJl
#Thunderbolts*: That
was pretty great! A visually daring, emotionally resonant superhero
film that pushes mental health to the forefront. Florence Pugh
brings the heart, David Harbour is consistently funny, & Lewis
Pullman might be the stealth MVP. Best MCU film in a long while! pic.twitter.com/wIGfi5LGH6
Shocked how good THUNDERBOLTS* is. Putting emphasis on the
character work and practical action makes this feel like the old
Marvel that has us for a decade
plus. Wish we’d gotten this sooner. Helps that this dysfunctional
team has chemistry too.#Thunderbolts* #ThunderboltsMoviepic.twitter.com/LmXtiivKKV
Taps mic: #Thunderbolts was
awesome. Tons of implications on how the MCU is moving forward. The team
works well together, plenty of emotion. Yelena is my MVP.
— B E A N Z The Gamer Dad(beanzgotgamez.bsky.social)
(@BeanzGotGamez) April 22, 2025
#Thunderbolts is one of
Marvel’s most enjoyable films in a
while. It feels different than most of the studio’s projects. Its
bold, funny, filled with great action and an unexpected emotional
punch.
Florence Pugh is the star that shines the brightest. There’s a
lot to love here.… pic.twitter.com/8wjgx9caIS
— The Hollywood Handle (@HollywoodHandle) April 22, 2025
#Thunderbolts*
introduces a new era for Marvel, the most humane film filled
with allowing their anti hero being flawed, broken and regretful.
Sebastian Stan has an absolute scene stealing moment, yet Florence
Pugh shows she is the true lead of the new generation and team.
pic.twitter.com/laTDyRVCkr
I saw #Thunderbolts and I can
say it’s a total BLAST! It’s not only funny packed with great
action, but also has a beautiful emotional story full of heart. The
entire cast is amazing, but the real standout is Florence Pugh as
Yelena. One of MCU’s best. Don’t miss it May 2nd!
pic.twitter.com/S4ncV7RT7k
Well #Thunderbolts is easily
one of the best MCU movies in a long time (and
maybe one of my new personal faves). Has so much spark, charisma,
and tells a genuinely emotional story you connect with. A tear was
shed. Florence Pugh in particular superb, just walks away with it
pic.twitter.com/U7AzBgGZMl
Cosa rivelano le prime reazioni
a Thunderbolts* sul film dell’MCU
Due personaggi emergono come
protagonisti del film
Thunderbolts* sta ricevendo molti elogi da
coloro che hanno già avuto la possibilità di vedere il prossimo
film dell’MCU. Mentre l’intesa tra il cast
nel suo complesso sembra eccellente, due personaggi sono spesso
citati nelle prime reazioni a Thunderbolts*. Il primo è Yelena Belova,
interpretato da Florence Pugh. Il ruolo di primo piano dell’eroina
non è una sorpresa, dato che anche l’attore Sebastian Stan, che
interpreta Bucky Barnes nei film Marvel, ha già parlato di Yelena
come della star di Thunderbolts*. Detto questo, anche Bob,
interpretato da Lewis Pullman, sta ricevendo molto amore dalle
prime reazioni a Thunderbolts*.
Con la trama più emozionante del
film MCU e il suo approccio alla salute
mentale che viene celebrato, è facile capire perché Bob sia un
personaggio così amato. Pullman interpreta più personaggi in uno,
poiché Bob è in realtà il supereroe noto come Sentry, ma ha anche
un lato oscuro, che emerge come il cattivo del film, il Void. Oltre
ai momenti emozionanti del film, all’intesa tra gli attori e al
ruolo di spicco di Yelena e Bob, le prime reazioni a Thunderbolts* hanno anche rivelato che il
film dell’MCU avrà due scene
post-crediti, quindi sembra valga la pena rimanere fino alla
fine.
Per comprendere
pienamente l’essenza di Your Friends & Neighbors,
nuova serie targata Apple TV+
(guarda
il trailer) bisogna gettare uno sguardo alla produzione del suo
creator Jonathan Tropper, in particolar modo ai
suoi romanzi prima che iniziasse la sua carriera televisiva.
L’ambientazione
principale dei libri di Tropper è l’area denominata “Upstate
New York”, una serie di piccoli paesini a nord della Grande
Mela che col passare dei decenni sono diventati residenza di molti
cittadini i quali, dopo aver fatto fortuna in città, si sono
ritirati nell’agiatezza della provincia. Non troppo lontano dal
centro del mondo, in modo magari da poter andare a lavorare durante
la giornata e tornare a casa la sera. In questo mondo sereno,
facoltoso e tutto sommato ovattato Tropper ha inserito i
protagonisti delle sue storie dolceamare, spesso un mix
riuscito di
commedia e dramma umano l’esempio migliore è senza dubbio This
Is Where I Leave You, che circa una decina di anni orsono
venne trasposto in un film piuttosto sottovalutato che vedeva
protagonisti Jason Bateman, Rose
Byrne, Tina Fey e la grande Jane
Fonda.
La storia di Andrew in Your
Friends & Neighbors
Your Friends & Neighbors – Amanda Peet – Cortesia di Apple
Tv+
Ebbene, Your
Friends & Neighbors porta all’eccesso il mondo che Tropper
sembra conoscere al meglio: i personaggi dello show sono tutti
sfrontatamente ricchi, e vivono vite incredibilmente che i comuni
mortali possono soltanto sognare. Tra loro troviamo anche Andrew
Cooper (Jon
Hamm), a cui le cose la contrario non stanno andando
troppo bene: un anno dopo essere stato abbandonato dalla moglie Mel
(Amanda Peet) che lo ha tradito con una ex-stella
dell’NBA, l’uomo si ritrova all’improvviso anche licenziato
dall’agenzia dove lavorava come broker di grande successo. Alla
crisi esistenziale si aggiunge dunque anche quella finanziaria,
alla quale Cooper decide di provare ad ovviare iniziando ad entrare
di soppiatto nelle lussuose abitazioni dei suoi amici e vicini…
Nell’episodio pilota
dello show possiamo gustare un discreto character-study che si
incastona efficacemente nel tono leggero e malinconico scelto per
il progetto. Jon Hamm riesce a dare discreta profondità
psicologica stratificazione alla figura di “Coop”,
sfruttando con intelligenza la sua “icona” Don
Draper, il protagonista di una serie di culto quale
Mad Men. Il suo ruolo in Your
Friend & Neighbors appare infatti come uno specchio
deformato e ironico dell’altro, ovvero una versione che
ironicamente cede alla pressione schiacciante di un ambiente
sociale competitivo e senza scrupoli. Dove Draper sfruttava la
propria forza mentale per eccellere, anche a costo di sacrificare
tutto il resto, Cooper invece abbraccia con gioiosa nonchalance le
proprie debolezze. Hamm dimostra di saper bene che il pubblico
serie non potrà non accostare questi due ruoli, e nel primo
episodio dello show di Apple TV+
ci gioca con consumata sapienza.
Pilot intrigante ma fiato
corto
Your Friends & Neighbors – Olivia Munn – Cortesia di Apple
Tv+
Se dunque Your
Friends & Neighbors parte con un pilot intrigante, già
dalla seconda puntata la serie dimostra di avere il fiato
cortissimo, propinando allo spettatore trame e situazioni
francamente troppo deboli per interessare veramente. L’unico
aspetto che può avere una sua validità è quello di sperimentare il
“guilty pleasure” di entrare dentro le straordinariamente
arredate e le vite altrettanto vuote dei personaggi messi in scena,
ma tutto sommato si tratta davvero poco per colmare le esigenze
prima di tutto narrative di nove puntate. Delle disavventure di
Cooper, dalla sua famiglia disfunzionale e delle altre personalità
che gli ruotano intorno interessa davvero troppo poco per entrare
in una qualsiasi tipo di empatia con quanto proposto. Tanto poi
che, proprio come ci si può aspettare, i problemi che tutti
esperiscono sono talmente lontani dalla quotidianità dello
spettatore medio che qualsiasi link emotivo è pressoché
impossibile.
Rimane la consumata
abilità di un gruppo di attori che a come si recita un un prodotto
televisivo – accanto ad Hamm troviamo anche Amanda
Peet e Olivia Munn, le quali ad esempio
hanno entrambe lavorato con Aaron Sorkin
rispettivamente a Studio 60 on the Sunset Street e The
Newsroom (a proposito di produzione televisiva di altro
livello…), ma neppure loro riescono a risollevare le sorti di una
serie che a parte la confezione iper-lussuosa non ha realmente
altre carte da poter giocare per stuzzicare l’interesse del
pubblico.
Jonathan
Tropper ha tentato di trasportare nella serialità quello
che aveva tutto sommato funzionato a dovere nei suoi romanzi,
fallendo proprio nel processo di trasposizione. Un
errore piuttosto incomprensibile per uno che al contrario, quando
si è cimentato con altri toni e generi – vedi gli show a cui ha
lavorato ovvero Banshee, Warrior e See, quest’ultima sempre per
Apple
TV+ – ha ottenuto risultati quanto meno degni di
interesse.
Il franchise 9-1-1 è
destinato ad ampliarsi con un nuovo spin-off, e ci sono già
tantissimi dettagli entusiasmanti sulla stagione di debutto di
9-1-1:
Nashville. Sviluppato inizialmente per la Fox da Ryan
Murphy, Brad Falchuk e Tim Minear, l’originale 9-1-1 è
andato in onda per quasi un decennio ed è persino sopravvissuto al
passaggio alla ABC. Il concept del franchise è piuttosto semplice e
segue le vicende di poliziotti, vigili del fuoco e personale medico
che rispondono alle emergenze più gravi che sconvolgono la loro
città. La serie originale è ambientata a Los Angeles; il primo
spin-off è stato ambientato in Texas, mentre ora Nashville
si trasferisce nella capitale del Tennessee.
L’aggiunta di Nashville è
una sorta di mossa laterale per il franchise, dato che la sua
apparizione segue
la fine di 9-1-1: Lone Star. Lo spin-off originale è
andato in onda nel 2025, anche se la serie originale sembra andare
forte, dato che si avvicina presto alla sua decima stagione.
Nashville è una destinazione nuova e piuttosto insolita per il
genere procedurale, dato che la maggior parte delle serie sui primi
soccorritori sono ambientate in grandi metropoli come New York, Los
Angeles o Chicago. La prima stagione di 9-1-1: Nashville è
in arrivo e apre un nuovo entusiasmante capitolo per il
franchise.
Ultime notizie su 9-1-1:
Nashville
Sulla scia del casting di Chris O’Donnel come protagonista della serie,
le ultime notizie confermano che 9-1-1: Nashville ha trovato
la sua seconda star. Forse meglio conosciuta per il suo ruolo in
Grey’s
Anatomy nei panni della dottoressa Arizona Robbins,
Jessica Capshaw interpreterà un ruolo ricorrente nella prossima
serie spin-off di Nashville. Sebbene il suo personaggio non sia
ancora stato rivelato, Capshaw interpreterà la moglie del
capitano Don Sharpe, interpretato da O’Donnell, e la madre di
un altro personaggio principale, Ryan, che non è ancora stato
scritturato.
I personaggi di Nashville,
finora, sembrano stranamente simili ai protagonisti della serie
Lone Star, recentemente cancellata.
Questo casting suggerisce che
9-1-1: Nashville metterà chiaramente al centro la famiglia
dei personaggi principali, intrecciando le loro vite professionali
e personali. I personaggi di Nashville, finora, sembrano
stranamente simili ai protagonisti della serie Lone Star,
recentemente cancellata, e resta da vedere come il nuovo
spin-off riuscirà a differenziarsi.
9-1-1: Nashville è
confermato
ABC ha ordinato la prima
stagione per il 2025
Anche se il primo spin-off di
9-1-1 sta tramontando, un altro è sorto quasi immediatamente
per prendere il suo posto. ABC ha annunciato lo sviluppo di
9-1-1: Nashville nel febbraio 2025, ed è chiaro che
il network spera di portarlo sul piccolo schermo il prima
possibile. Nashville farà parte della stagione 2025-2026
della ABC, anche se non è chiaro se debutterà in autunno o se
sarà un’aggiunta di metà stagione.
Gran parte del personale dietro le
quinte della nuova serie proviene dalla precedente serie
9-1-1, con Ryan Murphy, Tim Minear e 9-1-1: Lone
Star showrunner Rashad Raisani nel ruolo di sceneggiatori e
produttori esecutivi. Anche il co-creatore del franchise Brad
Falchuk e la star di 9-1-1
Angela Bassett saranno produttori esecutivi. I dettagli sulla
produzione dovrebbero arrivare presto, soprattutto se la ABC spera
di mandare in onda la serie nella prossima stagione.
9-1-1: Nashville – Dettagli sul
cast
Chris O’Donnell sarà il
protagonista
Finora, solo pochi nomi sono stati
associati a 9-1-1: Nashville, e NCIS:
Los Angeles star Chris O’Donnell è stato il primo ad unirsi
al cast. O’Donnell sarà il protagonista nel ruolo del capitano
Don Sharpe, responsabile della caserma dei pompieri più
trafficata di Nashville. Il personaggio è descritto come un uomo di
famiglia appassionato e un cavaliere di rodeo che nasconde alcuni
segreti che gli causeranno problemi durante tutta la serie. Un
dettaglio interessante sul cast è che anche il figlio di Sharpe
lavorerà nella caserma dei pompieri, il che apre le porte a un
dramma avvincente quando la sua vita lavorativa e quella familiare
entreranno in collisione.
Poche settimane dopo la scelta di
O’Donnell, la star di Grey’s Anatomy Jessica Capshaw è stata
scelta per interpretare il ruolo della moglie di Sharpe. Molti
dettagli sul suo personaggio non sono ancora stati definiti,
compreso il nome, ma anche lei è madre di un personaggio non ancora
scritturato, Ryan. Si presume che Ryan sia il figlio che lavora con
il capitano Sharpe nella caserma dei pompieri, ed è descritto come
un ruolo principale. Il resto del cast sarà probabilmente composto
dalla squadra di Sharpe e dagli altri primi soccorritori che
lavorano nella caserma dei pompieri.
Dettagli sulla trama di 9-1-1:
Nashville
La capitale del Tennessee è
teatro di numerose emergenze gravi
La stessa Nashville offre
alcuni indizi su ciò che potrebbe accadere, essendo nota per la sua
vivace vita notturna e le sue radici nella musica
country.
Per ora si sa poco della trama di
9-1-1: Nashville, ma non è difficile immaginare cosa
succederà quando la serie arriverà finalmente sulla ABC. Come i
suoi predecessori, la maggior parte delle storie della serie
avrà a che fare con emergenze mortali che spingeranno i primi
soccorritori al limite. Tuttavia, la serie 9-1-1 è unica
perché queste emergenze sono spesso esagerate e oltraggiose. La
stessa Nashville offre alcuni indizi su ciò che potrebbe accadere,
essendo nota per la sua vivace scena festaiola e le sue radici
nella musica country.
Con così tanti turisti che arrivano
nella Città della Musica per scatenarsi, i vigili del fuoco e i
paramedici avranno il loro bel da fare per tenerli lontani dal
pericolo. Inoltre, Nashville è particolarmente soggetta a eventi
meteorologici di grande entità come i tornado, e la storia
della città è costellata di gravi disastri causati da violente
tempeste. A livello più personale, 9-1-1: Nashville
si sta già preparando al successo introducendo il capitano Sharpe e
i suoi forti legami familiari che potrebbero entrare in conflitto
con il suo lavoro.
Il film thriller di
Netflix
iHostage – diretto da Bobby Boermans – è
attualmente uno dei titoli più visti sulla piattaforma, anche per
merito del suo cast di attori di talento, seppur poco conosciuti a
livello internazionale. Il film, come ormai noto, si basa su una
storia vera accaduta nel 2022, in cui un uomo armato ha chiesto
milioni di dollari in cambio della vita degli ostaggi presi in un
Apple Store. iHostage esamina le prospettive
dell’uomo armato, degli ostaggi e degli agenti delle forze
dell’ordine che cercano di risolvere la situazione, offrendo dunque
un ritratto a più punti di vista sulla vicenda.
Tornando al cast,
iHostage è una produzione olandese e molti degli
attori che vi hanno partecipato hanno trascorso la loro carriera
lavorando a progetti in Europa. I protagonisti del film potrebbero
quindi non essere ancora noti al pubblico, ma le loro eccellenti
interpretazioni li faranno sicuramente conoscere o comunque
perlomeno faranno venire la curiosità di scoprire chi sono e a
quali progetti hanno preso parte in passato. Ecco allora una guida
al cast e ai personaggi del film!
Soufiane Moussouli
è un attore olandese-marocchino che è apparso in film e serie
televisive per oltre un decennio. La sua prima interpretazione in
un lungometraggio è stata in Popoz del 2015, una commedia
d’azione con poliziotti. In seguito, ha trascorso cinque anni a
recitare in cortometraggi prima di tornare sul grande schermo per
The Way of Paradise del 2020, anche se ha interpretato
solo un agente di polizia senza nome. Nel 2021 è apparso in sei
episodi di Mocro Maffia, una serie televisiva acclamata
dalla critica sulla mafia marocchina, prima di ottenere il ruolo in
iHostage.
Nel film Moussouli interpreta Ammar,
l’uomo armato, in precedenza autista di autobus immigrato dalla
Siria, che minaccia di far esplodere il negozio dopo aver preso
degli ostaggi. Ammar è stato definito un “antagonista a più
livelli”, anche se il film permette di comprendere la sua umanità,
cercando di non restituirne un ritratto da cattivo totale.
Soufiane Moussouli e Admir Sehovic in iHostage. Crediti: Netflix/Elmer van der Marel
Admir Sehovic nel ruolo di
Ilian
Admir Sehovic è un
attore la cui carriera cinematografica e televisiva è iniziata come
attore bambino all’età di dieci anni, prima di tornare nel settore
negli anni 2010. Il suo primo ruolo di rilievo è stato in una serie
criminale serba intitolata Black Sun, dove è apparso in
sei episodi acclamati dalla critica. Ha anche avuto un ruolo di
rilievo in una serie thriller e mistery intitolata
Kotlina. L’uscita di iHostage su Netflix
significherà ora probabilmente una maggiore esposizione
internazionale per Sehovic rispetto ai suoi progetti
precedenti.
L’attore interpreta dunque Ilian, il
protagonista e principale ostaggio di Ammar. La sua sfortuna si
aggrava quando si trova nell’Apple Store all’arrivo del criminale.
L’uomo è già alle prese con problemi cardiaci e con la difficoltà
di provvedere economicamente alla sua famiglia, per cui quella
vicenda lo pone ulteriormente sotto stress. Grazie alla sua
astuzia, però, Ilian riuscirà a cogliere il momento buono per
salvarsi la vita.
Loes Haverkort nel ruolo di
Lynn
Loes Haverkort è
un’attrice olandese che ha recitato in film e ruoli televisivi per
oltre due decenni. Tra i suoi ruoli figurano serie televisive
poliziesche acclamate dalla critica come Styx e
Celblok H, storie di vita quotidiana come
Moedermaffia! e Oogappels, e drammi storici come
Redbad. Sebbene non sia un nome molto conosciuto al di
fuori del suo paese, Haverkort è un attrice molto richiesta nei
Paesi Bassi, con il curriculum più completo del cast di
iHostage.
Nel film, Haverkort interpreta Lynn,
una delle protagoniste principali, in quanto è la negoziatrice
della polizia che parla con Ammar e cerca di salvare gli ostaggi.
Il suo ruolo si rivela fondamentale per mantenere stabile la
situazione, evitando pericolose escalation di violenza. Sebbene
resti a distanza da Ammar e Ilian, Lynn è infatti l’unica ad avere
un rapporto “diretto” con loro.
Loes Haverkort in iHostage. Crediti: Netflix/Elmer van der
Marel
Emmanuel Ohene Boafo come
Mingus
Emmanuel Ohene
Boafo è un attore olandese-ghanese che negli ultimi dodici
anni ha lavorato duramente per affermarsi nel mondo del cinema e
della televisione olandese. Le sue interpretazioni più importanti
sono state il ruolo di protagonista nel film Pariah del
2024 e il film White Berry del 2022. Compresi i progetti
di cortometraggi, Boafo ha già accumulato più di trenta crediti di
recitazione, la metà dei quali dal 2020 in poi.
Nel film Boafo interpreta Mingus,
uno dei dipendenti dell’Apple Store che collabora segretamente con
la polizia, mettendo a rischio la propria vita per aiutare gli
ostaggi. Sarà però proprio la sua collaborazione a permettere alle
forze dell’ordine di avere chiara l’organizzazione interna del
negozio e a capire come è possibile o non possibile entrarvi senza
che Ammar dia vita ad un esplosione di violenza.
Il cast e i personaggi di supporto
di iHostage
Marcel Hensema nel ruolo di
Kees: Marcel Hensema è un attore cinematografico e
televisivo olandese noto per i suoi ruoli in Hollands hoop
e Sphinx.
Fockeline Ouwerkerk nel
ruolo di Soof: Fockeline Ouwerkerk è un’attrice olandese
apprezzata per i film Speech e The Resistance
Banker.
Roosmarijn van der Hoek nel
ruolo di Bente: Roosmarijn van der Hoek è una giovane
attrice che ha iniziato la sua carriera come attrice bambina,
lavorando in titoli come Hidden in the Spotlight.
Robin Boissevain nel ruolo
di Lucas: Robin Boissevain è un attore olandese che il
pubblico potrebbe riconoscere dalla serie Netflix
Ares.
Emmanuel Ohene Boafo in iHostage. Crediti: Netflix/Elmer van der
Marel
Louis Talpe nel ruolo di
Winston: Louis Talpe è un attore belga noto soprattutto
per il ruolo di Toby nella serie per bambini Mega
Mindy.
Eric Corton nel ruolo di
Mark: Eric Corton è un attore olandese apparso in serie
televisive come Penoza e Mocro maffia.
Matteo van der Grijn nel
ruolo di Abe: Matteo van der Grijn è un attore olandese
che ha avuto un ruolo memorabile nella terza stagione di Ted
Lasso di Apple
TV+, interpretando l’interesse amoroso di Rebecca che incontra
ad Amsterdam.
Ahlaam Teghadouini nel ruolo
di Jihane: Ahlaam Teghadouini è un’attrice nota per i suoi
ruoli in serie televisive come Roomies.
Thijs Boermans nel ruolo di
Matthijs: Thijs Boermans è un attore olandese noto per
film come The Hero e Vicious.
La serie poliziesca 9-1-1
è diventata un’istituzione televisiva nei suoi quasi dieci anni di
programmazione, e ora è stata rinnovata per una nona stagione.
Creata per la TV da Ryan Murphy, Brad Falchuk e Tim Minear,
9-1-1 segue la vita e il lavoro dei primi
soccorritori di Los Angeles che hanno il compito di affrontare
alcune delle emergenze più gravi che la Città degli Angeli può
riservare loro. Mescolando il consueto formato dei procedural con
il tipico stile esagerato di Ryan Murphy, 9-1-1 è allo
stesso tempo familiare e fresco nel mondo ormai saturo delle serie
poliziesche.
Nonostante il successo costante, la
permanenza in onda di 9-1-1 non è stata affatto facile, ed è
stata cancellata dalla rete originale (Fox) dopo la sesta stagione.
Tuttavia, la ABC ha salvato la situazione e ha rapidamente
rinnovato la serie poliziesca dedicata ai primi soccorritori per la
settima e l’ottava stagione. Senza perdere un colpo, 9-1-1
ha continuato a regalare brividi ed emozioni sulla sua nuova rete,
e il cambio di rete sembra aver dato nuova vita alla serie di lunga
durata. Questa freschezza ha reso ancora più plausibile la
possibilità di una nona stagione di 9-1-1, e la ABC non ha
perso tempo nell’ordinare altri episodi.
La prossima stagione di 9-1-1
sarà composta da 18 episodi.
Il futuro della serie poliziesca
non sembrava essere in pericolo per il 2025, e le ultime notizie
confermano che la ABC ha rinnovato la stagione 9 di 9-1-1.
L’ordine arriva insieme al rinnovo di altri quattro programmi
(Grey’s
Anatomy, The Rookie, Will Trent e Shifting Gears) e
dimostra che 9-1-1 riveste un ruolo importante nel
palinsesto autunnale della rete. Al momento si sa poco della
nona stagione, ma è stato confermato che la prossima stagione di
9-1-1 sarà composta da 18 episodi.
Con l’imminente spin-off 9-1-1: Nashville in arrivo, sembrava improbabile
che la serie di punta venisse cancellata dopo l’ottava stagione.
Non è stata quindi una sorpresa quando ABC ha rinnovato
9-1-1 per la nona stagione nell’aprile 2025. Il percorso
della serie poliziesca su ABC è stato trionfale e non c’è motivo di
pensare che la serie finirà presto. Con il franchise risorto dalle
ceneri dopo la cancellazione di Lone Star, il futuro di
9-1-1 sembra assicurato per un bel po’ di tempo.
La stagione 8 di 9-1-1 ha
debuttato il 26 settembre 2024.
L’annuncio della stagione 9 di
9-1-1 non è stato accompagnato da molti dettagli e non è
chiaro quando inizieranno le riprese della prossima stagione.
Tuttavia, il lavoro sulla prossima serie di episodi inizierà
probabilmente presto, soprattutto se la ABC vuole mandare in onda
la stagione 9 in autunno. La serie poliziesca ha funzionato bene
come una delle principali attrazioni della ABC durante l’autunno ed
è altamente improbabile che venga spostata ai primi mesi del
2026.
9-1-1 in streaming è disponibile sulle seguenti
piattaforme:
Dettagli sul cast della nona
stagione di 9-1-1
Chi tornerà per la stagione
9?
Serie come 9-1-1 utilizzano
un forte ensemble di personaggi di stagione in stagione e, sebbene
i cambiamenti siano comuni, è la continuità che fa tornare gli
spettatori anno dopo anno. Tenendo questo a mente, il cast della
9-1-1 stagione 9 probabilmente vedrà il ritorno di molti
volti noti delle stagioni precedenti, guidati da Athena Grant,
interpretata da Angela Bassett, che è stata il pilastro della serie
sin dal primo episodio. Un personaggio che probabilmente non
tornerà è Peter Krause nei panni di Robert “Bobby” Nash (il marito
di Athena nella serie), la cui morte scioccante ha rappresentato un
cambiamento importante per la serie. D’altra parte, dovrebbero
tornare personaggi fedeli come Kenneth Choi nei panni di Howard
“Chimney” Han.
Non ci sono stati molti cambiamenti
tra la settima e l’ottava stagione, e questa tendenza potrebbe
continuare man mano che la serie si avvicina al traguardo del
decennio. Tra gli altri ritorni attesi ci sono Oliver Stark nei
panni di Evan “Buck” Buckley, che sarà sicuramente affiancato da
Aisha Hinds nei panni di Henrietta “Hen” Wilson e Jennifer Love
Hewitt nei panni di Maddie Buckley. È sempre possibile anche una
serie di guest star di rilievo, e anche i ritorni dei personaggi
sono piuttosto frequenti.
Dettagli della trama di9-1-1 – stagione 9
Sebbene la maggior parte delle
serie poliziesche segua una struttura simile, 9-1-1 è unica
perché aggiunge il tocco drammatico tipico di Ryan Murphy. Detto
questo, l’unica cosa che si può confermare sulla trama potenziale
della stagione 9 di 9-1-1 è che inizierà con il
botto. Dal disastro della nave da crociera della stagione 7 al
“bee-nado” della stagione 8, la serie non ha mai paura di puntare
sulle emergenze più eclatanti per dare il via alla stagione. Con
l’avanzare della stagione 8, la trama probabilmente fornirà indizi
su ciò che accadrà nella stagione 9, ma per ora non c’è nulla
di certo su ciò che accadrà in seguito.
Il solido medical dramaGrey’s
Anatomyè diventato un appuntamento fisso
sul piccolo schermo nei suoi vent’anni di programmazione, che
proseguirà anche nella stagione 22. Creata dalla maestra della
televisione Shonda Rhimes, la longeva serie segue le vicende dei
medici e del personale del Grey Sloan Memorial Hospital, un
ospedale immaginario di Seattle, nello Stato di Washington. Il team
del Grey Sloan, chiamato ad affrontare una serie sempre più
drammatica di emergenze mediche, deve anche trovare un equilibrio
tra la propria vita privata e i ritmi frenetici del lavoro. Sebbene
le serie mediche non siano una novità, Grey’s Anatomy ha rotto gli schemi e
continua a farlo anche dopo 20 anni.
Mentre la serie si addentra nel suo
secondo decennio sul piccolo schermo, Grey’s Anatomy vede
cambiamenti nel cast apparentemente ogni anno ed è in uno stato di
cambiamento quasi costante. Anche se le ultime stagioni hanno
iniziato a puntare molto sul ritorno a sorpresa di personaggi
storici, Grey’s non ha mai mancato di offrire l’azione
medica divertente che ha tenuto gli spettatori incollati allo
schermo nel corso degli anni. Mentre sembra che il grande successo
di
Shonda Rhimes stia finalmente volgendo al termine, la ABC ha
deciso di rinnovare la serie per la
stagione 22.
La ABC rinnova Grey’s Anatomy
stagione 22
Sebbene la notizia non sia una
sorpresa, le ultime notizie confermano che la ABC ha rinnovato
Grey’s Anatomy per la stagione 22. Il rinnovo è
arrivato insieme alla conferma di altre quattro serie della ABC
(9-1-1,
The Rookie, Will Trent e Shifting Gears) e
testimonia il forte impatto che il medical drama continua ad avere
sul network. Il rinnovo è stato accompagnato dalla notizia che
Ellen Pompeo tornerà a vestire i panni della dottoressa
Meredith Grey, anche se non è ancora chiaro in quanti episodi
apparirà. La stagione 22 sarà composta da 18 episodi, lo stesso
numero della stagione 21.
Grey’s Anatomy stagione 22 è
confermata
La serie medica torna per la
stagione 22
La prossima stagione sarà
composta da 18 episodi in totale, lo stesso numero della stagione
21
Con lo status di molte popolari
serie TV ancora incerto, il destino della stagione 22 di Grey’s
Anatomy non è mai stato davvero in dubbio. Pertanto, la ABC
ha rinnovato la serie medica nell’aprile 2025, più di un mese
prima della messa in onda del finale della stagione 21. La prossima
stagione sarà composta da 18 episodi in totale, lo stesso numero
della stagione 21, anche se alcuni in meno rispetto alla stagione
19. La stagione 20 è stata influenzata dagli scioperi di Hollywood
del 2023 ed è stata la più breve dalla prima stagione nel 2005.
La stagione 21 di Grey’s Anatomy ha
debuttato il 26 settembre 2024.
I dettagli sulla produzione della
stagione 22 di Grey’s Anatomy non sono ancora stati annunciati, ma
si presume che la serie punterà a un’uscita nell’autunno del 2025.
Ad eccezione delle stagioni 1 e 20, tutte le stagioni di
Grey’s sono arrivate tra settembre e novembre, ed è
improbabile che la ABC sposti la serie a metà stagione, dato che
continua a ottenere ottimi ascolti. Probabilmente rimarrà il fiore
all’occhiello del palinsesto autunnale della ABC finché rimarrà in
onda.
Dettagli sul cast della
stagione 22 di Grey’s Anatomy
Chi tornerà al Grey
Sloan?
Il cast della stagione 22 di
Grey’s Anatomy è difficile da prevedere e, sebbene ci sia
una lista di volti noti che probabilmente torneranno, altri
ritorni sono meno certi. Gli eventi della stagione 21
influenzeranno ciò che accadrà nella stagione 22, e questo vale
anche per il cast. Star di lunga data come Ellen Pompeo nel ruolo
della dottoressa Grey hanno fatto un passo indietro e anche i
ritorni a sorpresa sono molto più temporanei. Tuttavia, è stato
confermato che la Pompeo tornerà in qualche modo nella stagione
22.
Nonostante tutto, i personaggi
fissi come Chandra Wilson nei panni di Miranda Bailey e James
Pickins Jr. nei panni di Richard Webber dovrebbero tornare,
anche se quest’ultimo potrebbe finalmente andare in pensione. Mika
Yasuda (Midori Francis) e Levi Schmitt (Jake Borelli) lasceranno la
serie durante la stagione 21, il che significa che il cast dei
giovani medici sarà ancora più ridotto nella stagione 22. Ciò
significa che tra una stagione e l’altra potrebbero aggiungersi
nuovi volti, anche se non c’è ancora nulla di confermato.
Dettagli sulla trama della
stagione 22 di Grey’s Anatomy
È difficile prevedere cosa
succederà nella stagione 22 di Grey’s Anatomy, perché
probabilmente sarà influenzata da ciò che accadrà alla fine della
stagione 21. La decisione ribelle della dottoressa Grey di rendere
pubblica la ricerca sull’Alzheimer ha causato un effetto a catena
nella stagione 21, ma quella trama sarà probabilmente risolta prima
della fine della stagione. Sebbene la trama generale sia
imprevedibile, è prevedibile che nelle prossime stagioni di
Grey’s Anatomy il personale dovrà affrontare nuove
emergenze e le prove e le tribolazioni del lavoro in ospedale.
The Accountant 2 è
il nuovo film diretto da Gavin O’Connor (Warrior,
The Accountant), in
arrivo nelle sale cinematografiche il 24 aprile 2025. Il film,
prodotto e distribuito da Warner Bros. Pictures, è
un avvincente intreccio di azione e thriller, che segna il ritorno
dell’enigmatico e letale contabile Christian Wolff, interpretato da
Ben
Affleck.
La trama di The Accountant
2
Dopo anni trascorsi nell’ombra,
Christian Wolff vive una vita ai margini, mantenendo un basso
profilo e cercando di lasciarsi alle spalle il caos del suo
passato. Ma la morte improvvisa e violenta di un vecchio conoscente
lo riporta in superficie: l’uomo, prima di morire, lascia un
messaggio criptico — “trova il contabile”. Incapace di ignorare
l’enigma, Wolff si immerge in un’indagine che lo condurrà in un
mondo ancora più oscuro e pericoloso di quello che credeva di
conoscere. Per affrontare la minaccia crescente, è costretto a
riallacciare i rapporti con suo fratello, un killer altamente
addestrato (Jon Bernthal), con cui condivide un passato tormentato
e pieno di ferite mai rimarginate.
Cercare connessioni
Il cinema, e in generale la maggior
parte del materiale audiovisivo più o meno contemporaneo, è sempre
stato caratterizzato da una certa ipertestualità. E una componente
fondamentale dell’esercizio critico risiede proprio nel tentare di
individuare le coordinate di un determinato iper-testo, per cercare
quantomeno di orientarsi nel vastissimo oceano di potenziali
riferimenti e collegamenti che ogni film (e/o similari) porta con
sè. A partire da questo presupposto è particolarmente affascinante
notare quanto, il più delle volte, non sia la sola ubicazione
storico-geografica del lungometraggio in questione a fornire tutta
una serie di spunti di partenza. Quanto la collocazione dello
stesso, in ambito festivaliero ma non solo, all’interno di un
panorama distributivo che esalta ossessioni comuni – siano esse
teoriche, tematiche o, perchè no, visive.
Non ci sorprende perciò ravvisare,
in questo senso, una certa possibilità di dialogo tra il
The Accountant 2 di Gavin
O’Connor e altri due titoli che, nel periodo storico in
cui stiamo scrivendo, sono di recente approdati in sala: I Peccatori di
Ryan Coogler e Operazione
Vendetta di James Hawes. Titoli che,
se usciti in altre finestre temporali, non avrebbero forse preso
parte attiva a questo grande gioco di voli – talvolta pindarici –
che è il ragionare di cinema.
L’action secondo Gavin O’Connor
La centralità di una fratellanza
peccaminosa posta in essere dal “quartetto”
Affleck-Bernthal-Jordan e la condivisione del
corpo dello stesso Bernthal tra
O’Connor e Hawes (seppur distante
a livello di minutaggio) sono infatti senz’altro frasi coordinate
di questo discorso. A dettare la vera e propria sintassi del quale,
tuttavia, è piuttosto la modalità con cui ognuno dei tre titoli
affronta il genere action; dissetante fonte di reference a cui
ciascuno, sebbene con obiettivi diversi, ha necessariamente dovuto
accostarsi.
Se è vero però che, almeno da questo
punto di vista, The Accountant 2 può quasi
considerarsi una sintesi delle tensioni fisico-corporee e mentali
valorizzate rispettivamente da I Peccatori e
Operazione
Vendetta – a cui Gavin O’Connor non
teme di addizionare omaggi, questi sì evidenti, a titoli/personaggi
cinematografici già significativi per il primo capitolo (su tutti
il John Wick di
Stahelski, evocato da una penna prontamente “armata”, e il John
Nash di A Beautiful
Mind), è giusto sottolineare, al contempo, la maturità
artistica di un cineasta che, come fa il suo protagonista nella
meravigliosa sequenza del cowboy-pub, si conferma a suo agio tanto
nella gestione dei tempi del genere, quanto in quella degli spazi.
E che, con la stessa leggiadria dimostrata appena una settimana fa
dal collega Coogler, non ha paura e, anzi, gode
del passaggio da un registro all’altro. Dimostrandosi capace di
alternare azione pura, commedia e dramma a tinte politiche (la
questione e le atrocità relative ai flussi migratori verso gli
Stati Uniti emerge tutt’altro che ridimensionata) con un rigore che
amalgama le singole componenti senza mai perderne il controllo.
La strepitosa chimica tra i due
principali interpreti e qualche, seppur compiaciuta, scelta
registica di gran classe – il coltello che taglia la fotografia
attorno a cui ruota buona parte della trama – non sono che le
classiche ciliegine sulla torta di un lungometraggio che, ci
auguriamo, non abbia ancora esaurito la storia del Contabile.
La longeva serie poliziesca della
ABC The
Rookieè tornata per la sua
settima stagione e lo show è stato rinnovato per un’ottava
stagione. Creata da Alex Hawley, la serie racconta la storia di
John Nolan (Nathan
Fillion), un uomo sulla quarantina che decide di
diventare un agente di polizia dopo aver aiutato la polizia locale.
Trasferitosi a Los Angeles, Nolan diventa il rookie più anziano
nella storia della polizia, ma presto scopre che il lavoro di
poliziotto comporta sfide più grandi di quanto avesse mai
immaginato. Con il suo mix di drammi personali e l’emozione delle
indagini poliziesche, The
Rookie era destinato a diventare un classico della TV.
Continuando a costruire trame
sempre più grandi ed elaborate nel corso delle sue sette stagioni,
l’ultima puntata vede la serie in uno stato di cambiamento, con
alcune relazioni che fanno un passo avanti, mentre altre si
sgretolano. Questo è normale per una serie come The Rookie,
ed è il tipo di dramma esagerato che tiene gli spettatori incollati
allo schermo settimana dopo settimana. Con il futuro di The
Rookie che sembra ormai deciso (almeno per il momento), la ABC
ha ordinato un’ottava stagione.
Ultime notizie su The Rookie –
Stagione 8
La ABC rinnova The Rookie per
l’ottava stagione
Continuando la sua serie di
successi come uno degli show più popolari della TV network, le
ultime notizie confermano che The Rookie è stato rinnovato
per l’ottava stagione. Non c’erano dubbi che il poliziesco sarebbe
stato rinnovato per altri episodi, e The Rookie è stato
rinnovato insieme ad altri quattro successi della ABC (Grey’s
Anatomy, 9-1-1, Will Trent e Shifting Gears).
L’annuncio dell’ottava stagione non è stato accompagnato da
ulteriori dettagli, ma si prevede che presto arriveranno altre
notizie su The Rookie.
La stagione 8 di The Rookie è
confermata
Avvicinandosi rapidamente alla sua
decima stagione in onda, il futuro di The Rookie sembra
molto più stabile rispetto a quello di molti altri programmi
televisivi. Ecco perché non è stato particolarmente sorprendente
quando la ABC ha rinnovato la serie poliziesca per l’ottava
stagione nell’aprile 2025. Affiancandosi a serie come Grey’s Anatomy e Abbott Elementary,
non c’è dubbio che The Rookie sia uno dei maggiori successi
della rete. Tuttavia, resta da vedere per quanto tempo la serie
potrà andare avanti, soprattutto considerando che il concetto di
base di “The Rookie” è ormai superato.
I dettagli sulla produzione
dell’ottava stagione sono ancora un mistero, ma ulteriori notizie
dovrebbero iniziare ad arrivare nel corso dell’estate 2025. Non è
chiaro se la serie arriverà nell’autunno del 2025 o se sarà
rinviata all’inverno del 2026. The Rookie ha fatto avanti e
indietro nelle sue sette stagioni finora, ed è stata sia una serie
di metà stagione che un appuntamento fisso dell’autunno. Tuttavia,
le stagioni 6 e 7 sono iniziate in inverno, e la stagione 8
seguirà probabilmente lo stesso schema.
Dettagli sul cast dell’ottava stagione di The
Rookie
John e il resto della polizia di Los Angeles dovrebbero
tornare
Sebbene il cast di The
Rookie abbia subito diversi cambiamenti nel corso degli
anni, c’è stato un nucleo costante che è rimasto fedele alla serie
per quasi un decennio. A guidare lo show nei panni del rookie
protagonista c’è Nathan Fillion nei panni di John Nolan, mentre
sua moglie Bailey Nune sarà interpretata nuovamente da Jenna Dewan.
Dovrebbe tornare anche la detective di lunga data Angela Lopez
(interpretata da Alyssa Diaz), così come suo marito Wesley Evers
(Shawn Ashmore). Uno dei rookie più recenti della squadra, Aaron
Thorsen, interpretato da Tru Valentino, probabilmente non tornerà
nella stagione 8 perché ha lasciato la serie nella stagione 6.
Richard T. Jones dovrebbe tornare
nei panni del comandante Wade Grey, così come la relativamente
nuova arrivata Celina Juarez (interpretata da Lisseth Chavez).
Apparsa per la prima volta nella seconda stagione come agente
addestratrice di Nolan, Nyla Harper, interpretata da Mekia Cox, ha
assunto un ruolo più sfaccettato nel corso della serie, che
continuerà anche nella stagione 8. Allo stesso modo, l’agente
sotto copertura Lucy Chen (Melissa O’Neil) dovrebbe tornare, anche
se la sua relazione con Tim Bradford (Eric Winter) è in crisi e
potrebbero non tornare mai più insieme.
La serie vede anche la
partecipazione di numerosi guest star e personaggi secondari, ma è
difficile prevedere chi potrebbero essere nella stagione 8. Sebbene
ci siano personaggi e trame che si riprendono dalla stagione 6 alla
stagione 7, questi saranno probabilmente risolti entro l’inizio
della stagione 8.
Dettagli sulla trama della
stagione 8 di The Rookie
In questa fase iniziale, è
difficile indovinare cosa succederà nella stagione 8 di The
Rookie. Dato che il finale della stagione precedente tende a
influenzare pesantemente le trame in corso, è logico che il
finale della stagione 7 tracci la strada per la stagione 8.
Poiché la stagione 7 non è ancora terminata, ciò che accadrà nella
stagione 8 è solo oggetto di speculazioni, ma ci sono alcune
costanti che sono rimaste invariate. Ogni settimana sono previsti
casi emozionanti e le relazioni tra i personaggi saranno
sicuramente messe alla prova.
La decisione di John e Bailey di
adottare un bambino potrebbe concretizzarsi nella stagione 7 o
continuare nella stagione 8, trasformandosi in una sorta di dramma.
Allo stesso modo, le relazioni meno stabili (come quella tra Lucy e
Tim) potrebbero continuare a crescere e cambiare, oppure potrebbero
formarsi nuovi legami. Se nella stagione 8 di The
Rookie entreranno nuovi personaggi (cosa quasi certa),
questo aprirà la strada a ulteriori intrighi in futuro.
L’ultimo aggiornamento sulla
settima stagione di The
Rookieconferma che un membro
del cast è stato promosso. All’inizio del suo settimo anno, la
longeva serie poliziesca ha perso una delle sue star principali,
Tru Valentino. L’attore era entrato a far parte del cast della
serie della ABC dalla quarta stagione nel ruolo di Aaron Thorsen ed
era uscito alla fine della sesta. Per colmare il vuoto lasciato
dall’assenza di Thorsen, sono stati introdotti due nuovi
personaggi. In vista dell’ottava stagione di The
Rookie, già confermata, uno di questi nuovi arrivati
rimarrà nel cast.
Deadline riporta che Deric Augustine, che
interpreta Miles Penn, è stato promosso a membro del cast
principale. Augustine è una delle due nuove aggiunte principali
alla serie della ABC, insieme a Patrick Keleher nel ruolo di Seth
Ridley. Augustine era stato precedentemente inserito nel cast come
guest star ricorrente nella settima stagione di The Rookie,
anche se era presente nella maggior parte degli episodi.
Cosa significa la promozione di
Deric Augustine per The Rookie
Avendo lavorato nel dipartimento di
polizia del Texas, Miles è uno dei nuovi arrivati nel cast di
The Rookie. Il suo ufficiale addestratore è Tim Bradford. Da
quando è arrivato, ha ricevuto maggiore attenzione, forse a
indicare l’evoluzione del suo status all’interno della serie. In un
episodio recente, ad esempio, Miles considera la possibilità di
lasciare la polizia e lavorare insieme a un amico con cui ha
riallacciato i rapporti. Ma grazie al consiglio di Tim, Miles
decide di rimanere un agente di polizia. I fan hanno anche scoperto
che Miles vive nella sua auto.
Augustine, che è apparso in serie
come The Vampire Diaries e Criminal Minds, ha legato
bene con i suoi colleghi e ha dimostrato una particolare intesa con
Tim Bradford, interpretato da Winter. Nel complesso, la serie
creata da Alexi Hawley ha mantenuto un gruppo centrale di
personaggi originali, ma la maggiore attenzione su Miles Penn
significa che la serie procedurale probabilmente cercherà di
aggiungere personaggi appositamente per lui in ruoli secondari,
che si tratti di parenti o potenziali interessi amorosi.