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Men in Black e Jump Street: in arrivo il crossover

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MIB-Jump-Street-CrossoverSembra assurdo e insensato, eppure spesso la realtà supera la fantasia, anche la fantasia degli strampalati titoli di coda di 22 Jump Street in cui si ipotizzavano dei sequel improbabili per il film con Channing Tatum e Jonah Hill. Ebbene, cosa c’è di più improbabile di un crossover tra la saga di Men in Black e quella di Jumper Street?

A quanto riferisce il Wall Street Journal (fonte autorevole), che si basa su delle e-mail hackerate dalla Sony, il crossover sarebbe già in fase di sviluppo, con Jonah Hill e la Sony a lavoro sulla sceneggiatura.

Ecco cosa c’è scritto nelle e-mail trapelate:

  • Una e-mail di Hill dice: “Far incontrare Jump Street con MIB sarebbe una cosa molto divertente e potente“;
  • In un altro testo, Hannah Minghella, presidente di produzione della Columbia Pictures (Sony), dice: “Non abbiamo una sceneggiatura ma daremo il via al progetto una volta visto il concept e la lista dei talent coinvolti.“;
  • Altre e-mail lasciano chiaramente capire che il progetto è uno dei più interessanti per la Sony e che verrà spinto avanti per un’uscita tra il 2016 e il 2017.

Che ne pensate? la Sony sta decisamente attraversando un periodo di transizione, considerando anche la difficoltà che ha a far fruttare anche l’unico suereroe di cui possiede i diritti di sfruttamento. Forse nel futuro della casa di produzione ci sarà spazio per l’utilizzo di franchise come questi e l’abbandono definitivo del mondoe dei cinefumetti, per la gioia infinita di chi auspica un Captain America Civil War con Spider-Man a fare la sua parte!

Fonte: CBM

 

Men in Black e 21 Jump Street: Jonah Hill dubita che il crossover si farà

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Nonostante lo scorso aprile sia stato rivelato il titolo ufficiale dell’annunciato crossover tra il franchise di Men in Black e quello di 21 Jump Street, c’è qualcuno che ha messo in dubbio l’effettiva realizzazione del progetto.

Questo qualcuno risponde al nome di Jonah Hill, protagonista di 21 Jump Street e del sequel 22 Jump Street al fianco di Channing Tatum. Intervistato di recente da Postmedia Network, infatti, l’attore ha dichiarato:

“L’idea è venuta a me, ma non credo che il film verrà realizzato. E’ troppo difficile. Stanno provando a finalizzare tutti gli accordi, ma è quasi impossibile in merito a tutto ciò che riguarda Men in Black. I film di Jump Street erano divertenti e prendevano in giro i remake, i sequel e i reboot. Adesso rischia di diventare ciò di cui si prendeva gioco ed è complicato mantenere quel tipo di umorismo quando ci sono aspettative così alte”.

Quale sarà dunque il futuro di questo strambo progetto? Vi terremo aggiornati.

Men in Black e 21 Jump Street: ecco titolo e logo del crossover

Phil Lord e Chris Miller, registi di 21 Jump Street e 22 Jump Street, saranno i produttori di MIB 23 che sarà invece diretto da James Bobin. Nel cast sono stati confermati Jonah Hill e Channing Tatum, mentre Tommy Lee Jones e Will Smith non torneranno nei loro ruolo di Men in Black. A sostituirli verranno presto annunicati due volti nuovi. Il film è stato scritto da Rodney Rothman. Vi terremo aggiornati su ulteriori dettagli.

Men in Black e 21 Jump Street

Fonte: Collider

Men in Black e 21 Jump Street: ecco titolo e logo del crossover

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Men in Black e 21 Jump Street: ecco titolo e logo del crossover

Il crossover tra Men in Black e 21 Jump Street si farà, ormai è ufficiale. Ma arriva adesso la conferma che il titolo del film sarà MIB 23. Durante il panel della Sony al CinemaCom 2016 si è infatti ufficializzato il progetto, che sarà diretto da James Bobin, ed è stato mostrato il logo del film che potete vedere di seguito:

MIB 23 Men in Black e 21 Jump Street

Phil Lord e Chris Miller, registi di 21 Jump Street e 22 Jump Street, saranno i produttori di MIB 23 che sarà invece diretto da James Bobin. Nel cast sono stati confermati Jonah Hill e Channing Tatum, mentre Tommy Lee Jones e Will Smith non torneranno nei loro ruolo di Men in Black. A sostituirli verranno presto annunicati due volti nuovi. Il film è stato scritto da Rodney Rothman. Vi terremo aggiornati su ulteriori dettagli.Men in Black e 21 Jump Street

Men in Black 4 : la Sony Pictures vuole il film!

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Men in Black 4 : la Sony Pictures vuole il film!

Will SmithDopo il grande successo di Men in Black 3, la Sony Pictures non ha saputo resistere e ha deciso di proseguire il franchise con un quarto capitolo.

Men in Black 3: tutte le curiosità sul film con Will Smith

Men in Black 3: tutte le curiosità sul film con Will Smith

Uscito nel 1997, il film Men in Black, basato sull’omonima serie a fumetti di Lowell Cunningham, si affermò come un successo straordinario e ancora oggi è la commedia fantascientifica (senza supereroi) di maggior successo di sempre. Considerato oggi un vero e proprio cult, il film ha poi avuto due sequel: Men in Black II, del 2002, e Men in Black 3 (qui la recensione), uscito in sala nel 2012. Quest’ultimo, girato come i precedenti due dal regista Barry Sonnenfeld, ha concluso la trilogia cinematografica incentrata sulle avventure degli agenti J e K e si è a sua volta affermato come un grandissimo successo di critica e pubblico.

Come noto, i film di Men in Black ripropongono in chiave comico-avventurosa l’ipotesi della reale esistenza dei “Men in Black”, spesso presenti nelle teorie del complotto sugli UFO, rappresentati come un’organizzazione segreta che all’oscuro di tutti, persino del governo degli Stati Uniti, controlla l’afflusso di extraterrestri sul pianeta Terra. L’idea per questo terzo capitolo, in particolare, si deve all’attore Will Smith, che spinse affinché il progetto venisse realizzato. A distanza di dieci anni dal precedente sequel, questo terzo capitolo è infine giunto in sala, andando ad esplorare il passato dei due amati agenti protagonisti.

Tra viaggi nel tempo, effetti speciali, alieni dal design strabiliante e tante situazioni imprevedibili, Men in Black 3 è un altro valido capitolo di questo amato franchise. Chi ha amato i primi due, infatti, adorerà anche le nuove avventure di J e K qui raccontate. Prima di intraprendere una visione del film, però, sarà certamente utile approfondire alcune delle principali curiosità relative a questo. Proseguendo qui nella lettura sarà infatti possibile ritrovare ulteriori dettagli relativi alla trama e al cast di attori. Infine, si elencheranno anche le principali piattaforme streaming contenenti il film nel proprio catalogo.

Men in Black 3: la trama del film

Il 16 luglio 1969 l’alieno Boris L’animale e l’agente K si scontrano a pochi minuti dal lancio dell’Apollo 11. Il criminale, infatti, vuole impedire all’agente dei MiB di installare sulla navicella il sofisticato congegno ArcNet in grado di creare un potente scudo intorno alla Terra, proteggendola dall’invasione dei Bogloditi. K ha la meglio e Boris viene imprigionato a LunarMax dove rimarrà fino al 2012, anno in cui Lily Poison riuscirà a farlo evadere. L’alieno cerca subito vendetta nei confronti dell’uomo che ha infranto i suoi piani e quando K scopre che Boris è di nuovo a piede libero, non può che temere il peggio. Il mostruoso extraterrestre trova infatti il modo di tornare al 1969 e uccidere K, cancellando ogni traccia della sua esistenza anche nel presente.

Inoltre, a causa dell’assenza dell’ArcNet, la Terra è stata invasa dai Bogloditi. L’agente J si trova dunque a dover convincere l’agente O, ora a capo dei MiB, che Boris è il colpevole di questa frattura spazio-temporale. Ottenuto un dispositivo per viaggi temporali, J ha modo di tornare a sua volta nel 1969. Con sole ventiquattro ore di tempo a disposizione, egli dovrà persuadere un giovane K a difendersi da Boris e aiutarlo a completare la missione, così da salvare il pianeta intero. Dopo aver fatto la conoscenza di Andy Warhol, agente sotto copertura del MiB, e dell’alieno Griffin, dotato di straordinari poteri di preveggenza, J e K raggiungono Cape Canaveral prima della partenza dell’Apollo 11. I due agenti, tuttavia, ignorano che i Boris del presente e del futuro sono pronti a tutto per evitare che la storia si ripeti.

Men in Black 3 cast

Men in Black 3: il cast del film

In un film di Men in Black con protagonisti gli agenti J e K non potevano mancare i due iconici interpreti di questi personaggi. Will Smith e Tommy Lee Jones riprendono infatti i loro ruoli, entusiasti di poter raccontare qualcosa di nuovo di quel mondo narrativo. Per Smith si è trattato del primo film dopo quattro anni di pausa dalla recitazione e per questo terzo capitolo egli ha contribuito molto in fase di sviluppo, proponendo idee e soluzioni narrative. Sembra però che Smith abbia avuto anche alcuni contrasti con il regista, in quanto egli voleva che ad interpretare J da bambino fosse suo figlio Jaden Smith. Sonnenfield, però, decise di affidare la parte ad un altro attore. Lee Jones, dal canto suo ha accettato subito la parte, essendosi sempre divertito molto sui set di Men in Black.

Ad interpretare l’agente K da giovane, invece, vi è Josh Brolin, scelto sia per una vaga somiglianza con Jones quanto per il suo saper adattare la sua interpretazione a quella data da Jones del personaggio. La premio Oscar Emma Thompson è invece presente nei panni dell’agent O, mentre Alice Eve interpreta la sua versione giovane. Sono poi presenti anche gli attori Michael Stuhlbarg nei panni del dolce alieno Griffin e Bill Hader in quelli di Andy Warhol. Mike Colter interpreta il colonnello James Edward Jr., mentre Nicole Scherzinger è la pericolosa Lily Poison. Infine, l’attore Jemaine Clement interpreta il pericoloso Boris L’animale. Per interpretare l’alieno, Clement doveva sottoporsi ogni giorno ad oltre quattro ore di trucco.

Men in Black 3: il trailer e dove vedere il film in streaming e in TV

È possibile fruire di Men in Black 3 grazie alla sua presenza su alcune delle più popolari piattaforme streaming presenti oggi in rete. Questo è infatti disponibile nei cataloghi di Rakuten TV, Chili Cinema, Google Play, Apple iTunes, Amazon Prime Video e Tim Vision. Per vederlo, una volta scelta la piattaforma di riferimento, basterà noleggiare il singolo film o sottoscrivere un abbonamento generale. Si avrà così modo di guardarlo in totale comodità e al meglio della qualità video. Il film è inoltre presente nel palinsesto televisivo di mercoledì 18 maggio alle ore 21:25 sul canale Nove.

Fonte: IMDb

Men in Black 3: recensione del film con Will Smith

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Men in Black 3: recensione del film con Will Smith

A dieci anni da Men in Black 2, tornano al cinema gli uomini in nero che ci proteggono dalla feccia dell’universo. Tommy Lee Jones e Will Smith ci portano Men in Black 3, terzo capitolo, rigorosamente  a tre dimensioni, della saga culto esplosa nel 1997 con il primo episodio.

In Men in Black 3 L’Agente J e l’Agente K sono sempre in coppia e continuano a convivere più o meno pacificamente nelle loro missioni. Quando Boris l’animale, un super criminale intergalattico, si libera dalla prigione lunare in cui è rinchiuso da 40 anni per cercare vendetta, la situazione per l’Agente K diventerà pericolosa e J, da collega e amico farà di tutto per aiutare K, anche tornare indietro nel tempo fino agli anni ’60.

In uscita il prossimo 23 maggio, Men in Black 3 vede il ritorno al timone del franchise  Barry Sonnenfeld, già regista degli altri capitoli e che qui si cimenta con il 3D superando la prova con una sufficienza piena. Tutto il film però sembra un grande omaggio a Will Smith, che dal 1997 e 2002 (le date degli altri due film) ne ha fatto di strada, diventando uno degli attori hollywoodiani più potenti in circolazione. L’attore riesce come al solito a offrire una bella performance sia nei momenti comici di cui il film è ricco, sia nei momenti più emotivamente coinvolgenti, confermando la sua costante crescita professionale. Al suo fianco un granitico Tommy Lee Jones vede sdoppiare il suo ruolo, poiché il se stesso giovane viene interpretato da un efficacissimo Josh Brolin, bello, elegante e assolutamente azzeccato fisionomicamente per il ruolo.

Chi però ha determinato la vera riuscita di Men in Black 3 è Etan Cohen (da non confondere con il fratello Coen, basta spostare un’ H), lo sceneggiatore che pur non avendo un curriculum lunghissimo si è fatto notare per l’estrema ironia utilizzata in maniera intelligente in tutto il corso della pellicola. Mostri ed effetti sono molto cambiati dai primitivi e viscidi alieni degli anni ’90, adesso i mostri si disintegrano, anche se i classici persistono: il neuralizzatore, gli occhiali e i completi scuri, le armi ultra tecnologiche e qualche gadget old fashion di moda trai MIB degli anni ’60.

Divertente anche la realizzazione dei mostri e dei costumi per il viaggio nel tempo di J, che si trova ad osservare creature che somigliano in maniera imbarazzante al primitivo mostro della laguna nera. Il film non rinuncia all’aspetto personale e al grande rapporto di rispetto ed amicizia che si è creato trai due agenti; è proprio questo infatti a far andare avanti il racconto, relegando il ruolo del cattivo a semplice pretesto e instaurando trai due una vera e propria intesa emotiva fatta soprattutto di battibecchi e punzecchiature continue.

Bellissimi gli effetti per caratterizzare il cattivo: denti artigli e aghi ovunque ne fanno un essere bieco e tangibilmente pericoloso. Divertentissime poi tutte le trovate di sceneggiatura che strizzano l’occhio agli eventi passati raccontandoli con il solito ma sempre efficace tono dissacrante del “senno di poi”.

Men in Black 3 è un film divertente, un intrattenimento ben fatto e realizzato tecnicamente bene, con un 3D che aggiunge narratività alla storia e una sceneggiatura vincente che ci aiuta a conoscere meglio personaggi con cui abbiamo già familiarità e potrebbe preparaci ad un ennesimo ritorno degli uomini in nero.

Men in black 3: iniziate le riprese!

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smith

Il LA Times annuncia che le riprese di Men in Black III inizieranno ufficialmente oggi, anche se avranno un andamento decisamente inusuale: verranno infatti divise in due sessioni, la prima durerà da oggi alla settimana di Natale, e la seconda inizierà a febbraio.

 

Men in Black 3: il primo teaser ufficiale

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Men in Black 3: il primo teaser ufficiale

La Sony Pictures ha diffuso il primo teaser trailer ufficiale di Men in Black 3, capitolo che va a completare la trilogia di film che hanno visto incontrarsi sullo schermo i famosissimo agenti J e K, ovvero Will Smith e Tommy Lee Jones.

Men in Black 3: ecco gli alieni anni ’60

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In Men in Black 3, l’agente J interpretato ancora una volta da Will Smith, ritornerà indietro nel tempo per salvare la vita a K, sempre Tommy Lee Jones che negli anni ’60 avrà le fattezze di un più giovane

Men in Black 3: due clip

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Men in Black 3: due clip

Ormai mancano davvero poche ore all’uscita al cinema di Men in Black 3. Eccovi due clip che ritraggono gli amati agenti J e K alle prese con gli alieni.

Nella prima clip

Men in black 3: 3 nuove featurette!

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Men in black 3: 3 nuove featurette!

Mentre Men in black è finalmente arrivato nelle sale, ecco online 3 gustose featurette riguardo a tre scene ricche di effetti speciali nel film. alias quella dell’uomo-pesce, del salto temporale e quella dell’inseguimento in moto. potete vedere i video qui sotto:

Men In Black 3 – Trailer Italiano

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Da maggio 2012 al cinema. Il terzo capitolo segna il ritorno di Barry Sonnenfeld alla regia e di Steven Spielberg come produttore esecutivo. In Men in Black 3, gli agenti J (Will Smith) e K (Tommy Lee Jones) sono tornati indietro nel tempo. Nel corso dei suoi 15 anni fra i Men in Black, J ha visto delle cose inimmaginabili, ma nulla, nemmeno gli alieni, è riuscito a sorprenderlo tanto quanto il suo enigmatico e reticente partner. Ma quando la vita di K e il destino del pianeta sono messi a rischio, l’agente J dovrà tornare indietro nel tempo per sistemare le cose. J scoprirà che ci sono segreti nell’universo che K non gli ha mai rivelato – segreti che verranno alla luce nel momento in cui si unirà in squadra con un giovane agente K (Josh Brolin) per salvare il suo partner, l’agenzia e il futuro dell’umanità.

Men In Black 3 – Full Trailer ufficiale italiano

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In Men in Black™ 3, gli Agenti J (Will Smith) e K (Tommy Lee Jones) sono tornati indietro…nel tempo. J ha visto cose inimmaginabili nei 15 anni trascorsi nei Men in Black, ma non c’è niente, neanche gli alieni, che renda J così perplesso come il suo sarcastico e reticente collega. Quando la vita di K ed il futuro del pianeta sono in pericolo, l’agente J dovrà viaggiare nel tempo per rimettere le cose a posto. J scopre che ci sono segreti relativi all’universo che K non gli aveva mai rivelato – segreti che scoprirà collaborando con il giovane Agente K (Josh Brolin) per salvare il suo collega, l’agenzia ed il futuro dell’umanità.

Men in Black 3 – 3D: nuove foto di Nicole Scherzinger

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Ecco alcune foto di Nicole Scherzinger sul set di Men in Black 3. L’ex cantante delle Pussycat Dolls interpreta Lily Poison e sembra decisamente a suo agio nel suo mini costume in latex nero.

Il film riporta nei completi neri Will Smith e Tommy Lee Jones, con l’aggiunta di Josh Brolin che interpreterà JOnes da giovane.

La produzione è affidata tra gli altri anche a Steven Spielberg.

Ecco le foto:

Men From U.N.C.L.E. Hugh Grant nel cast del film di Guy Ritchie

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Men From U.N.C.L.E. hugh grantAnche Hugh Grant è entrato a far parte del cast di Men From U.N.C.L.E., prossimo film di Guy Ritchie che già vede protagonisti Henry Cavill, Armie Hammer e Alicia Vikander.

Grant è stato coinvolto nel progetto per un ruolo secondario, mentre Ritchie aspetta ancora di completare il casr con uno dei personaggi principali che inizialmente doveva essere interpretato da Tom Cruise.

Come è accaduto per altri film di successo negli anni passati, anche The Man From U.N.C.L.E. è basato su una serie tv americana della NBC. Originariamente Steven Soderbergh doveva occuparsi della regia, passata poi a Ritchie.

Nell serie originale, Robert Vaughn era Napoleon Solo e David McCallum interpretava Illya Kuryakin; i due erano agenti speciali della United Network Command for Law Enforcement (U.N.C.L.E.) che combattevano contro le forze della Technological Hierarchy for the Removal of Undesirables and the Subjugation of Humanity (T.H.R.U.S.H.).

Fonte: empire

Men di Alex Garland arriva in Italia quest’estate

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Men di Alex Garland arriva in Italia quest’estate

Men è il nuovo horror febbrile e mutevole del visionario regista Alex Garland, già alla sua terza regia dopo cult come Ex-Machina e Annihilation. Attori protagonisti due fuoriclasse: nei panni di Harper la candidata all’Oscar Jessie Buckley e un camaleontico Rory Kinnear nei diversi ‘uomini’ che incarnano tutti i demoni di Harper. MEN in concorso alla 54° edizione della Quinzaine des Réalisateurs di Cannes 2022 sarà proiettato domenica 22 maggio, ore 20.45, presso Le Théâtre Croisette. (Replica venerdì 27 maggio ore 18.45, presso Le Théâtre Croisette). Il film arriverà nelle sale italiane questa estate distribuito da Vertice360.

La trama di Men

A seguito di una tragedia personale, Harper (Jessie Buckley) si ritira da sola nella rigogliosa campagna inglese, sperando di trovare un luogo dove curare il dolore che la accompagna. Ma dai boschi circostanti sembra materializzarsi qualcosa o qualcuno che inizia a perseguitarla. Quello che inizialmente è un’inquietudine sottesa si trasforma ben presto in un vero e proprio incubo, abitato dai suoi ricordi e dalle sue paure più oscure che prendono forma nel nuovo inquietante horror del visionario regista Alex Garland.

Alex Garland ha iniziato come romanziere, scrivendo The Beach e Tesseract. È passato alla sceneggiatura con 28 giorni dopo, diretto da Danny Boyle, e ha debuttato alla regia con Ex Machina, per il quale è stato candidato all’Oscar e a due premi BAFTA. Nel 2018 Garland ha realizzato il suo secondo film come sceneggiatore e regista, Annihilation, tratto dal romanzo di Jeff VanderMeer. Attualmente è in produzione per A24 la sua sceneggiatura originale Civil War, un film d’azione ambientato in un’America del futuro prossimo con protagonista Kirsten Dunst.

Memory: teaser trailer del nuovo film di Martin Campbell con Liam Neeson

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Liam Neeson sta tornando ed è più spietato che mai! Dal 16 giugno nei cinema italiani arrivano le geniali e micidiali imprese di uno dei killer le cui regole non dovrebbero mai essere infrante! Il celebre regista di “Casino Royale” e “Lanterna Verde”, Martin Campbell, firma la regia di MEMORY intenso e avvincente action movie che vede come protagonista Liam Neeson nei panni di Alex Lewis, affiancato da due  pezzi da novanta del cinema internazionale, Guy Pearce e Monica Bellucci.

Memory, la trama

Alex Lewis (Liam Neeson), sicario ormai prossimo al ritiro, viene chiamato a svolgere un’ultima missione. Ma quando scopre che il bersaglio è una giovane ragazza, rifiuta di portare a termine l’incarico e si rivolta contro la malvagia organizzazione che l’ha assoldato. Il suo cammino di vendetta lo porta fino ai vertici del gruppo criminale, capeggiato dall’affascinante magnate immobiliare di El Paso Davana Sealman (Monica Bellucci) e dal figlio, che tengono in pugno le vite di molti ragazzi innocenti. Per salvare la pelle dovrà quindi dare loro la caccia e ucciderli prima che siano loro a farlo. Nel frattempo, è braccato anche dall’FBI, che nella persona dell’agente Vincent Serra (Guy Pearce) è già sulle sue tracce.

Memory: recensione del film di Michel Franco con Jessica Chastain e Peter Saarsgard #Venezia80

Memory è il titolo del lungometraggio che Michel Franco presenta in Concorso a Venezia 80. Il regista messicano sviluppa la storia dei personaggi il modo semplice e agli occhi dello spettatore colpisce la chimica tra Jessica Chastain e Peter Saarsgard che regalano performance degne di nota.

In Memory il filo conduttore è il titolo stesso, la memoria, che il regista descrive in modi differenti. La scelta di parlare di un argomento così delicato in tutte le sue sfaccettature deriva da una paura recondita, la perdita della memoria, che è proprio quello che succede a uno dei due personaggi. L’altro fil rouge è invece l’opposto, la memoria persistente della nostra mente che non ci fa dimenticare nulla.

Memory, la trama

Sylvia (Jessica Chastain) è un’assistente sociale che conduce una vita semplice e strutturata: sua figlia, il suo lavoro, le sue riunioni degli Alcolisti Anonimi. Tutto questo viene messo a nudo quando Saul (Peter Sarsgaard) la segue a casa dopo la loro riunione di liceo. Il loro incontro a sorpresa avrà un impatto profondo su entrambi, aprendo la porta del passato. Basta veramente poco a Michel Franco per instaurare diversi dubbi allo spettatore lungo la visione, come se anche chi guarda si deve soffermare sul problema della memoria. Sylvia convive con un trauma passato, un abuso domestico, di cui solo alla fine si scopre il colpevole. La sua vita, fin da bambina, è stata piena di bugie. Non le sue, quelle che la madre ha cercato di propinarle e così crescendo il loro rapporto si è spento del tutto.

Nessun confronto, nessun litigio: una madre e una figlia che non si parlano più. Michel Franco racconta questa storia al femminile dove i legami tra genitori e figli sono in prima linea. Parallelamente, infatti, alla storia di assenza c’è quella della forte presenza di Sylvie nella vita della figlia per la quale il personaggio di Jessica Chastain ha smesso di bere, festeggiando nella premessa di Memory il tredicesimo anniversario della sua sobrietà. La routine quotidiana che si è prefissata, il suo controllo maniacale per la pulizia e per le porte – sempre chiuse – lasciano metaforicamente in questo caso, la porta aperta verso il suo personaggio ancora con qualcosa di irrisolto.

La memoria

In Memory però Michel Franco usa diverse espedienti narrativi per mandarci fuori strada. Vengono menzionati personaggi e fatti che ci lasciano intendere il contrario di quello oche sta accadendo. Una narrazione quasi distorta degli avvenimenti che mette la vittima Sylvie in posizione di essere considerata la “carnefice”. Il suo passato da alcolista è causato da un ex fidanzato del liceo al quale Sylvie collega il personaggio di Saul, scambiandolo per uno degli amici che la stuprava da ragazza.

In realtà, Sylvie salta alle conclusioni troppo presto complice un mancato controllo della situazione. Saul soffre di demenza, ricorda tutto quello che è successo in passato, ma inizia a faticare con i fatti più recenti. Ed è proprio la sua demenza che darà il via al loro rapporto. Saul segue Sylvie dopo una festa e lei inizialmente terrorizzata ha collegato la sua presenza a un inseguimento.

La memoria, una cosa stranissima, perdura nel tempo incessante quasi come a voler batterne il ritmo soprattutto quando bisogna affrontare un dolore atroce, poi però sa anche sparire in un attimo. Superato il fraintendimento, Saul entra pian piano nella vita di Sylvie e ha inizio anche la loro storia d’amore, nonostante alcune opposizioni. Sylvie cerca di aprirsi, anche se alcuni atteggiamenti rimangono ambigui, è il confronto sul finale con la madre che toglie allo spettatore tutti i dubbi.

A causa dei commenti della madre pensiamo che sia una bugiarda patologica, è colpa sua se è stata abusata sessualmente da tutta la vita. “Sei una fallita”, le dice la madre. Una madre che ha tenuto tutto nascosto che sapeva quando e in che modo avvenivano gli abusi sotto il suo tetto e non ha mai cercato di difendere la figlia e la sorella minore. Saul, nel contesto di Memory, è l’Aiutante perché grazie a lui Sylvie scopre cosa c’è dietro quella porta che si lascia sempre alle spalle. Allo stesso modo, Saul grazie all’amore scopre di riuscire sempre a trovare la strada, anche se aiutato allo stesso tempo anche lui dalla mano invisibile di qualcuno.

Memory: la spiegazione del finale del film

Memory: la spiegazione del finale del film

Il regista Martin Campbell propone con Memory (qui la recensione) un film ricco d’azione, ma anche cupo e drammatico in quanto affronta temi delicati come il traffico di esseri umani, la corruzione sistemica e la vendetta, arricchiti da una riflessione amara sul declino mentale e sull’identità. Interpretato da Liam Neeson, il film presenta quindi una moltitudine di punti di vista e storie che si intrecciano tra loro, fornendo così un ritratto variegato delle tematiche trattate. In questo articolo, esploriamo proprio il significato del finale del film.

La trama di Memory

Nel corso del film, Alex Lewis (Liam Neeson) è incaricato di uccidere due persone: uno è un imprenditore corrotto coinvolto nel traffico sessuale; l’altro, a sua insaputa, è una giovane ragazza di nome Beatriz Leon, adolescente vittima dello stesso racket. Quando Alex scopre che Beatriz è solo una ragazza innocente, cambia radicalmente: si rifiuta di ucciderla, sfidando direttamente i suoi mandanti e, di fatto, firmando la propria condanna a morte. Questo gesto sancisce la sua ribellione morale e l’inizio di un percorso personale di espiazione.Ma la redenzione arriva troppo tardi: Beatriz viene comunque uccisa.

Alex, devastato, decide allora di vendicarsi eliminando i responsabili, tra cui il suo ex-alleato Mauricio. È in questo momento che Memory si trasforma da un action-thriller a una parabola cupa sulla giustizia personale. Tutti gli indizi portano inoltre ad un’unica figura chiave: Davana Sealman (Monica Bellucci), una potente e ricca immobiliarista del Texas, madre di Randy Sealman, uomo coinvolto nel traffico e nello stupro di Beatriz. Davana è la mente dietro il tentativo di insabbiamento: ha ordinato l’uccisione della ragazza per proteggere suo figlio, e ora è pronta a tutto pur di cancellare le prove rimaste.

Memory film 2022

La spiegazione del finale

Alex, pur se debilitato dalla malattia e da una ferita da arma da fuoco, riesce a farsi strada tra le sue guardie e a raggiungerla. Ma quando ha finalmente Davana nel mirino, non preme il grilletto. È un momento significativo: Alex non è un assassino cieco. In lui, malgrado tutto, resta un residuo di umanità e lucidità morale. Nonostante abbia vissuto una vita nell’ombra, conserva un codice etico. Viene quindi arrestato dalla polizia di El Paso. Vincent Serra (Guy Pearce), l’agente dell’FBI che segue l’indagine, insiste per ottenere il suo trasferimento in custodia federale, temendo che la malattia e la debolezza fisica possano portare alla sua morte prima di ottenere una confessione o la verità completa.

Il titolo Memory assume a questo punto un significato sempre più tragico. Alex afferma di avere le prove che possono inchiodare Davana: una chiavetta USB contenente documenti riservati che ha nascosto da qualche parte. Il problema è che non ricorda dove. Il suo Alzheimer sta progredendo rapidamente. In ospedale, sotto vigilanza, diventa il bersaglio finale di Davana, che corrompe un medico per iniettargli una sostanza letale e metterlo a tacere. Nel momento cruciale, però, Alex riesce a sopraffare il medico e a usarlo come scudo per fuggire.

Con uno stratagemma ingegnoso, riesce a far credere agli agenti dell’FBI di avere un ostaggio: quando aprono il fuoco, colpiscono l’uomo sbagliato. A bordo dell’auto di Vincent, in un attimo di lucidità, Alex balbetta un frammento di ricordo legato alla panetteria del padre e alla scritta sull’insegna. Quel dettaglio porta Vincent a scoprire dove Alex aveva nascosto la chiavetta. È un momento toccante, malinconico e carico di significato. Il killer ormai morente ha giocato la sua ultima carta, affidando a chi lo ha inseguito per tutto il film la possibilità di far luce sulla verità. La sua memoria – fragile, spezzata, inaffidabile – diventa l’ultimo barlume di giustizia possibile.

Guy Pearce in Memory

Se Alex ha cercato redenzione, Hugo Marquez – l’agente messicano sospeso da Serra nel corso del film – incarna il volto della vendetta fredda e sistematica. Rappresenta quella parte del sistema che, privata degli strumenti ufficiali della giustizia, si sporca le mani pur di ottenere un risultato. Marquez, accompagnato da Linda Amistead, agente dell’FBI, sviluppa nel corso del film un legame sempre più stretto con Beatriz, diventando una sorta di figura paterna o protettiva. Quando lei muore, qualcosa si spezza anche in lui. Con la legge incapace di colpire Davana, Hugo decide dunque di agire per conto proprio.

Mentre Linda distrae Vincent, portandolo a bere dopo l’ennesima frustrazione con il procuratore distrettuale (che si rifiuta di usare le prove recuperate ritenendole insoddisfacenti), Hugo si introduce nella residenza di Davana, vestito di nero, e la uccide tagliandole la gola. La notizia della morte di Davana arriva in TV, come un fulmine. Vincent e Linda capiscono, ma non possono (o non vogliono) fare nulla. Linda recita la preghiera di Santa Ines, che Hugo le aveva insegnato, come un atto di giustizia simbolica. Vincent, a sua volta, comprende che quella morte non è ufficialmente attribuibile a nessuno. Forse anche lui ha ormai superato il confine tra legalità e complicità.

Nessuno esce quindi davvero vincitore da questo finale. Alex è morto, consumato dalla sua mente che si sgretola e da una vita spesa nella violenza. Hugo ha ottenuto vendetta, ma non giustizia nel senso tradizionale: ha dovuto uccidere nell’ombra, diventando ciò che combatteva. Vincent e Linda si trovano a metà tra due mondi: fedeli alla legge, ma ormai consapevoli che a volte la legge non basta. Il film lascia quindi emergere una riflessione lucida e crudele: in un sistema dove il potere protegge i colpevoli e sacrifica le vittime, la vera giustizia può sopravvivere solo in forme distorte, personali, ai margini della legalità.

Memory, recensione del film con Liam Neeson

Memory, recensione del film con Liam Neeson

Memory è un thriller d’azione diretto da Martin Campbell (Casino Royale, La maschera di Zorro) con Liam Neeson protagonista e remake del film belga Memoria di un assassino (Erik Van Looy, 2003). La sceneggiatura del film del 2022 è scritta da Dario Scardapane (Trauma, The Punisher), adattando il precedente lavoro di Carl Joos e Erik Van Looy, a sua volta ispirato al romanzo “De Zaak Alzheimer” di Jef Geeraerts. Il film arriverà nelle sale italiane il 15 settembre.

Memory: Liam Neeson ci riprova

Liam Neeson sta invecchiando. L’attore compirà 70 anni quest’anno eppure continua a recitare in thriller d’azione in cui lo percepiamo notevolmente più disorientato rispetto ai tempi in cui interpretava Bryan Mills nella trilogia di Revenge. I suoi lineamenti e la sua voce sono ancora carisma allo stato puro, ma nell’ultimo decennio è caduto in una spirale che lo ha portato a partecipare a film che non hanno ottenuto un riscontro particolarmente favorevole tra gli spettatori. Con Memory di Martin Campbell, l’attore cerca di riprendersi l’attenzione dei fan gettandosi a capofitto in un film che parte da un’idea molto solida ma che si spegne prima che questa venga sfruttata appieno.

Alex Lewis è un assassino professionista di grande reputazione e discrezione. Quando si rifiuta di portare a termine un lavoro che viola il suo codice morale, deve rapidamente dare la caccia e uccidere le persone che lo hanno assunto prima che queste e l’agente dell’FBI Vincent Serra (Guy Pearce) lo trovino. Alex è fatto per la vendetta, ma, con la memoria che comincia a vacillare, è costretto a mettere in discussione ogni sua azione, confondendo il confine tra giusto e sbagliato.

Liam Neeson in Memory

Il potere che tutto muove

Dal tono visivamente sobrio, la storia di Memory si svolge vicino al confine messicano. Vengono esplorati l’immigrazione clandestina e lo sfruttamento sessuale dei minori, il tutto in un contesto di corruzione politica, denaro sporco e pratiche illecite da parte dei potenti, che ha contaminato persino le autorità considerate inscalfibili.

Uno dei più interessanti dibattiti interni a Memory verte attorno a come l’applicazione della legge non garantisca sempre la giustizia. Il sicario ha le idee chiare sul suo percorso verso la giustizia, ma i poliziotti si muovono in una zona grigia e in maniera esitante, anche se vediamo alcuni di loro strappare confessioni, indagare al di fuori degli ordini impartiti dai loro superiori, o commettere crimini per assicurare alla giustizia coloro che non sono stati imprigionati dai tribunali. La linea di demarcazione tra cattivi e buoni, o tra sicari e poliziotti, è sfumata al punto da confondere i termini. Senza essere troppo originale, possiamo dire che Memory apre una riflessione necessaria su un tema sempre caldo e che forse avrebbe potuto essere esplorato con più vigore.

Tuttavia, Memory risulta un miscuglio di generi mal sviluppato, in cui la trama dell’assassino si interconnette con quella dei poliziotti che cercano di risolvere un caso impossibile e si chiedono se, forse, la giustizia li ha delusi e uccidere persone a bruciapelo è una possibilità valida. Ci troviamo di fronte a due trame in una, ma nessuna delle due particolarmente interessante. Le premesse da thriller ci sono tutte, ma Memory livella fin troppo l’incedere tensivo, molte storyline trovano una conclusione solo tramite deus ex machina e facciamo la conoscenza di molteplici personaggi assolutamente non di spessore.

Guy Pearce in Memory

La sceneggiatura è l’anello più debole di Memory

I punti di forza del film sono sicuramente le performance: partiamo da Liam Neeson, che rimane sempre e comunque un ottimo attore, ma menzione d’onore va a Monica Bellucci, che si diverte come non mai nel ruolo di un’oscura cattiva. Memory cerca inoltre di avventurarsi in territori rischiosi – come quello della pedofilia e del traffico di minori – trame potenzialmente al cardiopalma che, tuttavia, smorzano il resto di un film che non vuole né sorprendere né generare colpi di scena, siano essi stilistici o narrativi.

Sfortunatamente, Campbell sembra pervaso dalla necessità di rivolgersi a un pubblico generico che non deve essere costretto a riflettere troppo. Non deve essere messo a disagio o disturbato, e così la parte più oscura della storia, che riguarda appunto la prostituzione minorile, viene affrontata in modo inconsistente e all’interno dei canoni del convenzionale intrigo criminale. Ciò significa che non si addentra nella zona più fangosa delle questioni spinose che l’abuso di potere comporta, della prevaricazione sessuale o delle perversioni insite nella condizione umana.

Martin Campbell fa un ottimo lavoro di regia, che brilla in scene ben costruite come quella delle chiavi dell’auto. È in questi momenti che la suspense funziona, ma purtroppo la sceneggiatura di Dario Scardapane è troppo prevedibile. Dopo un inizio promettente, il film si perde in sequenze che rallentano il ritmo e lasciano prevalere il disinteresse. Non aiuta nemmeno il fatto che il personaggio di Liam Neeson sia ancora una volta un uomo tormentato dal suo passato che vive il presente con la demotivazione di sapere di essere condannato a una morte lenta e agonizzante, questa volta offuscata dall’inevitabile progressione della sua malattia mentale.

Memory conserve molte reminiscenze dei ruoli che Liam Neeson ha interpretato nel corso della sua lunga carriera ma quello di Alex Lewis, probabilmente, si pone come uno dei più dimenticabili.

Memory box: recensione del film sulla guerra in Libano

Memory box: recensione del film sulla guerra in Libano

Grazie ad una produzione canadese, libanese e francese, la regista e sceneggiatrice Joana Hadjithomas porta in scena parte della sua corrispondenza tenuta durante gli anni della guerra civile libanese. Memory Box è un lavoro a quattro mani: gli autori sono Hadjithomas e Khalil Joreige e realizzano un film multimediale e multisensoriale, un meta-racconto che attraversa la testimonianza di chi ha vissuto il conflitto.

La trama di Memory Box

Alex (Paloma Vauthier) è un’adolescente che vive a Montréal con la madre Maia (Rim Turki), di origini libanesi. La sera della vigilia di Natale, viene consegnato a casa di Maia un grosso scatolone, proveniente da Beirut, in Libano. Se la nonna e la mamma di Alex sembrano turbate dall’arrivo della scatola, la ragazzina muore dalla curiosità di scoprirne il contenuto.

Di nascosto, Alex fruga nello scatolone e scopre un mondo. All’interno ci sono una serie di diari che la giovane Maia (Manal Issa) ha scritto quando viveva in Libano. Erano gli anni della guerra civile e i diari servivano alla ragazza per tenere al corrente di quello che accadeva Liza, un’amica che si era trasferita da Beirut. Non solo parole potenti, ma anche foto, disegni e oggetti, permettono a Alex di scoprire l’adolescenza dalla madre, vissuta tra amori, divertimento, bombardamenti e sofferenze.

Memory Box è meta-racconto

Memory Box è la narrazione cinematografica di un racconto già esistente. Nei suoi diari, Maia documenta e commenta gli anni della guerra in Libano e lo fa attraverso il suo punto di vista. Nel film, questo racconto di primo livello viene letto ed esplorato da Alex, figlia di Maia e coetanea della Maia che scrive sulle pagine. Per permettere allo spettatore di entrare profondamente in contatto con i diari della ragazza, gli autori del film scelgono una particolare modalità narrativa.

In un racconto multimediale, danno vita alle foto e agli oggetti collezionati nei quaderni, li fanno interagire con le canzoni degli anni Ottanta citate da Maia sulle pagine. Memory Box è un film che fa appello a tutti i sensi dello spettatore: è sovrastimoltante e, per questo motivo, molto coinvolgente. Si entra nella sfera più personale di Maia, quella dei suoi pensieri a ruota libera. Per l’intensità della narrazione, si ha la sensazione di varcare il confine, di entrare nell’intimità più profonda della ragazza.

memory-boxL’incomunicabilità del trauma

Insieme ad Alex, lo spettatore scopre aspetti di Maia che non emergono dalla donna adulta interpretata da Rim Turki. Alex non sa nulla dell’adolescenza, dei traumi, degli amori passati di sua madre, tutta chiusa in sé stessa. Tra le due vi è una forte carenza a livello comunicativo che la figlia percepisce e cerca di colmare come può, prima chiedendo alla madre (ma senza ottenere mai risposta), poi violandone la sfera privata.

L’esperienza che Alex vive con la lettura dei diari è intensa: ha la sensazione di  essere insieme alla madre in quei momenti così significativi. In un certo senso, la misteriosa Memory Box è funzionale ad avvicinare madre e figlia, a rompere il muro tra le due, che si scoprono così simili.

Il conflitto, ma anche l’adolescenza

Memory Box parla di guerra, ma mostra il conflitto attraverso gli occhi di un’adolescente. In quanto tale, Maia vive anche le emozioni e le fasi tipiche di un teenager: si innamora, litiga con i genitori, vuole fare la ribelle. Maia è quindi da un lato una ragazza con preoccupazioni giovani e, in un certo senso, innocenti. D’altro canto, viene però schiacciata dalle invadenti paure e dai minacciosi pericoli della guerra: i bombardamenti, la perdita di un fratello, il timore di morire.

Parlare con le immagini costruite, ricostruite, distrutte

In questa duplice dimensione di racconto bellico e adolescenziale, Memory Box risulta un film straziante ed estremamente comunicativo. La scelta dei registi di trarre spunto dalla vera corrispondenza di Joana Hadjithomas, insieme a quella di mescolare foto, video, registrazioni audio e scritte alle riprese più ordinarie, fa del film un’opera non solo emozionante, ma anche estremamente originale e piacevole per la vista.

Memorias de un cuerpo que arde: recensione del film di Antonella Sudasassi Furniss

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Memorias de un cuerpo que arde (in inglese Memories of a burning body) è la rappresentazione cinematografica di un percorso di introspezione. La pellicola, scritta e diretta da Antonella Sudasassi Furniss, racconta le vicende di tre donne, ormai tra i sessanta e i settant’anni, in un intreccio di scoperte infantili e momenti di crescita traumatici. Il punto comune a queste storie è la società della Costa Rica, quando tutto ciò che riguardava la sfera sessuale era visto come un taboo. Nel cast ritroviamo Sol Carballo nel ruolo della donna anziana protagonista, insieme a Paulina Bernini e a Juliana Filloy che interpretano la donna durante l’adolescenza e l’infanzia. Memorias de un cuerpo que arde è stato presentato per la prima volta alla 74esima edizione del Festival del cinema di Berlino, vincendo il premio come miglior film nella sezione Panorama.

Memorias de un cuerpo que arde: il fuoco dei ricordi

Arrivati ad una certa età, ciò che sembra restare più saldo nella mente e nel corpo di un essere umano è proprio il ricordo di un passato felice. Storie di vite comuni, ma non per questo prive di passioni, amori, paure. Questo è il punto di partenza della regista: le conversazioni che non ho mai avuto con le mie nonne. Le vicende raccontate riguardano tre donne differenti: Ana, Patricia e Mayela, accomunate dallo stesso contesto socioculturale.

In un unico grande flusso di coscienza corale, il film si struttura in un continuo passaggio dal presente, rappresentato da una sola signora che rappresenta le tre donne che vive la sua vecchiezza, al passato dell’infanzia e della giovinezza.

Un monologo riflessivo

Memorias de un cuerpo que arde riesce ad attrarre l’attenzione  del pubblico grazie alla particolare struttura utilizzata. Il punto di partenza è un appartamento, scenario di pressoché tutto il film, in cui vive l’anziana signora: questa, pur facendosi portavoce delle storie delle tre donne, è una figura terza, una semplice rappresentazione.

Questa pellicola, come mera unione delle tre testimonianze, crea quindi un’unica, singola corrente di pensieri e ricordi, tale da portare il pubblico a identificarsi in tali momenti di riflessione. In questo modo, il film si traspone su un piano quasi filosofico e esistenziale.

Un elemento importante che avvicina lo spettatore alle vicende è la rottura momentanea della quarta parete. Parlando dei casi di abusi, una delle voci narranti sottolinea come talvolta la colpa venga fatta ricadere più sulle donne vittime inascoltate. Qui la donna protagonista si rivolge al pubblico chiedendo: perché non mi hai ascoltato?. Questo è l’unico momento in cui si crea questo dialogo diretto, ma questa unicità in tutto Memorias de un cuerpo que arde gli da ancora più potenza.

Le donne e il sesso in una società patriarcale

Altra tematica focale del Memorias de un cuerpo que arde è proprio il sesso e il modo in cui viene trattato e percepito nella società della Costa Rica di allora. Tutto ciò che riguardava la sfera sessuale era visto come un taboo: le madri avevano quasi paura a trattare il tema con le proprie figlie, come anche nelle scuole femminili non veniva mostrato interamente il corpo maschile per lo studio anatomico. Il risultato, come mostrato nel film, è un aumento della curiosità personale del proprio corpo, oltre a una totale impreparazione nel vivere al meglio la propria vita sessuale.

Il sesso continua ad essere una parte importante della vita delle protagoniste anche nell’età più adulta e nella vecchiaia. Durante la prima parte del film viene infatti mostrata la donna anziana che riflette sui cambiamenti del proprio corpo con l’avanzare degli anni: le macchie che compaiono, le rughe che diventano più profonde. Ma questo non ferma la donna dal godersi il proprio corpo così com’è, accettando l’età che passa e mai negandosi il piacere sessuale.

Questo può probabilmente divenire un interessante spunto di riflessioni per la società attuale, dove certe esperienze sembrano essere limitate nel tempo. Come nella Costa Rica di allora il sesso era un taboo in ogni sua forma, oggi il sesso tra persone più adulte sembra essere percepito in maniera egualmente strana.

Memorias de un cuerpo que arde si dimostra essere quindi un film sulla vita, in tutte le sue forme, una pellicola che inneggia al continuo cambiamento dell’essere umano. Gli spunti di riflessione sono innumerevoli, da una più superficiale tematica del ruolo della donna, alla più profonda analisi dello scorrere incontrollato del tempo e dei ricordi. Comunque lo si guarda, resterà qualcosa dentro lo spettatore.

Memento: il trailer onesto del film di Christopher Nolan

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Memento: il trailer onesto del film di Christopher Nolan

Nel momento di massimo trionfo di Christoher Nolan, che raccoglie le lodi unanimi per il suo ultimo film, DunkirkScreen Junkies pubblica il trailer onesto di Memento, secondo lungometraggio del regista britannico con protagonista Guy Pearce.

Eccolo di seguito:

Memento remake: la Ambi di Iervolino rifà Christopher Nolan

Memento è un film del 2000 diretto da Christopher Nolan. La sceneggiatura è basata sul racconto del fratello del regista, Jonathan Nolan, Memento Mori, che però è stato pubblicato successivamente alla realizzazione del film. Il film è stato candidato ai Premi Oscar 2002 come migliore sceneggiatura originale e miglior montaggio.

Memento: 10 cose che non sai sul film

Memento: 10 cose che non sai sul film

Memento è uno dei film che ha fatto la storia del cinema mondiale e che ha contribuito a lanciare nell’Olimpo i fratelli Christopher e Jonathan Nolan, in grado di ammaliare il loro pubblico con astuzia e talento.

Questo film, che tiene lo spettatore incollato allo schermo per tutta la sua durata, cerca di far vedere allo spettatore il punto di vista del protagonista, ponendo una riflessione sul valore dei ricordi e sul loro senso.

Ecco, allora, dieci cose da sapere su Memento.

Memento film

memento

1. La malattia del protagonista esiste davvero. La condizione medica sperimentata da Leonard nel film è una reale malattia che si chiama Amnesia Anterograda e che consiste nell’incapacità di formare nuovi ricordi dopo il danneggiamento dell’ippocampo. Durante gli anni ’50, i medici trattavano alcune forme di epilessia rimuovendo parti del lobo temporale, causando gli stessi problemi di memoria.

2. Il film di basa sulla storia di Jonathan Nolan. La sceneggiatura di Christopher Nolan si era basata sulla storia scritta da suo fratello Jonathan ed intitolata Memento Mori. In ogni caso, la sceneggiatura è da considerarsi originale perché il racconto del fratello è stato pubblicato dopo il che il film era stato completato.

3. Il test di Sammy è un caso reale di studio. Il test che viene fatto da Sammy Jankis e che coinvolge degli oggetti elettrificati, si basa su un caso di studio di vita reale su un paziente, comunemente noto come HM, che ha sofferto della stessa forma di amnesia dopo l’intervento chirurgico per una forma di epilessia grave.

Memento significato

4. Nolan ha spiegato come approcciarsi al film. Lo stesso regista del film ha spiegato che questo è stato realizzato cercando di narrarlo dal punto di vista del protagonista che, soffrendo di amnesia, rimane all’oscuro di molte informazioni e lo stesso capita, quindi, allo spettatore. Ecco che, quindi, il film si scinde in due linee temporali, una a colori che va temporalmente all’indietro e una in bianco e nero che fa l’opposto.

5. Il valore e il senso dei ricordi. Un film come Memento, decisamente intricato e completamente diverso dal racconto classico, di base cerca di lavorare, e di porre l’accento, sul valore e sul senso dei ricordi, un modo per indagare l’universo interiore e complesso dell’uomo, la sua emotività e le sue capacità mnemoniche.

Memento streaming

6. Memento è disponibile in streaming. Chi volesse vedere per la prima volta o rivedere Memento, è possibile farlo poichè disponibile su diverse piattaforme in streaming digitale come Google Play e iTunes.

Memento trailer

7. Un trailer magnetico. Prima di vedere il film, è consigliabile dare un occhio al trailer per non perdersi nemmeno un momento di suspense. E, per non perdersi davvero niente, perchè non dare un occhio anche al trailer onesto?

Memento cast

memento

8. Stephen Tobolowsky ha sofferto di amnesia. L’attore, durante la sua audizione per il personaggi di Sammy, ha menzionato a Christopher Nolan di aver sperimentato personalmente l’amnesia. Alcuni anni prima gli fu somministrato un antidolorifico sperimentale che indusse l’amnesia per un intervento chirurgico a cui era stato sottoposto. Tobolowsky ha ammesso che ciò potrebbe averlo aiutato ad ottenere la parte.

9. Guy Pearce ha perso peso per il film. Per realizzare Memento, Guy Pearce si è dovuto sottoporre ad una dieta. L’attore, infatti, prima del film pesava circa 104 chili, riuscendo a dimagrire in maniera progressiva prima delle riprese.

10. Brad Pitt era interessato a recitare nel film. Sembra che Brad Pitt l’attore avesse espresso un forte interesse verso Memento, tanto da volervi recitare. Alla fine, quando ha dovuto lasciar perdere il progetto a causa di altri impegni, Nolan non ha considerato nessun altro attore di “serie A” per il ruolo di Leonard, rendendosi conto che c’erano molti alti attori di talento ma funzionali per il budget del film. Per questo Nolan era stato molto vicino a scritturare Aaron Eckhart, per poi dare la parte a Guy Pearce.

Fonti: IMDb, Film School Rejects

Memento remake: la Ambi di Iervolino rifà Christopher Nolan

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Memento remake: la Ambi di Iervolino rifà Christopher Nolan

La AMBI Pictures finanzierà e produrrà  il remake di Memento, il film che ha fatto conoscere al mondo intero il genio di Christopher Nolan.

A produrre il film Monika Bacardi e Andrea Iervolino con uno stanziamento di 200 milioni di dollari.

Memento uno dei film che è costantemente presente nelle classifiche dei miglior film del mondo negli ultimi dieci anni e ogni persona che l’ha visto almeno dieci vlte sente sempre o quasi la necessità di vederlo ancora.

Tra gli altri progetti della AMBI ci sono In Dubious Battle con  Nat Wolff, Selena Gomez, Vincent D’Onofrio, Robert Duvall, Ed Harris e Bryan Cranston; Arctic Justice: Thunder Squad film d’animazione con le voci di Franco, John Cleese, Alec Baldwin, Angelica Huston e Heidi Klum; Septembers of Shiraz con Salma Hayek e Adrien Brody e molti altri progetti, tra cui anche All Roads Lead to Rome, girato a Roma con Sarah Jessica Parker.

Fonte: Variety

Melrose Place, al via un nuovo reboot con il cast originale

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Melrose Place, al via un nuovo reboot con il cast originale

Apparentemente la TV non ne ha ancora abbastanza di Melrose Place. L’eccentrica serie degli anni ’90, già riavviato una volta negli anni 2010, sta cercando di trovare di nuovo la strada per il piccolo schermo, e questa volta con la partecipazione di Heather Locklear (che all’epoca veniva sempre considerata una “guest star speciale”, anche se una volta entrata nel dramma ha subito preso il comando), Laura Leighton e Daphne Zuniga che sono tornate per riprendere i loro ruoli nell’ultimo riavvio, scritto da Lauren Gussis.

Gussis sarà anche produttore esecutivo insieme a Leighton, Zuniga, Tiffany Grant e Jason Weinberg. Ecco il logline: “Quando uno dei loro più cari amici muore improvvisamente, i residenti OG di Melrose Place si riuniscono per onorare il defunto. Ma la pentola a pressione che si crea a seguito della reunion scopre vecchi traumi, riaccende vecchie storie d’amore, riaccende vecchi risentimenti e rivela nuovi segreti… gettando i nostri personaggi in un dramma caotico che ricorda il passato, ma con una prospettiva molto più moderna”.

CBS Studios si occuperà del riavvio, basato sulla serie creata da Darren Star. L’originale Melrose Place è andato in onda per sette stagioni su Fox tra il 1992 e il 1999. Lo spettacolo era originariamente un dramma con Thomas Calabro, Josie Bissett, Andrew Shue, Courtney Thorne-Smith, Grant Show, Doug Savant, Vanessa A. Williams e Amy Locane, e più tardi Daphne Zuniga. Poi Heather Locklear si è unita come Amanda Woodward e sono iniziati i fuochi d’artificio. Successivamente le aggiunte al cast includevano Laura Leighton, Marcia Cross, Jack Wagner, Kristin Davis, Rob Estes, Lisa Rinna e Brooke Langton. Il riavvio Melrose Place è andato in onda su The CW dal 2009 al 2010.

Melonie Diaz: 10 cose che non sai sull’attrice

Melonie Diaz: 10 cose che non sai sull’attrice

Presente tanto al cinema quanto in televisione, l’attrice Melonie Diaz si è negli anni costruita una carriera di tutto rispetto, partecipando ad opere di importanti autori e serie TV di grande successo. La Diaz ha saputo farsi notare per le sue interpretazioni brillanti, che le hanno permesso di conquistare le attenzioni del pubblico, che aspetta di vederla in un ruolo che possa consacrarne il talento.

Ecco 10 cose che non sai di Melonie Diaz.

Melonie Diaz carriera

1 I film. L’attrice debutta al cinema con il film Lords of Dogtown, del 2005. Successivamente prende parte ai film Guida per riconoscere i tuoi santi (2006), Be Kind Rewind – Gli acchiappafilm (2008), Prossima fermata Fruitvale Station (2013), Mr. Cobbler e la bottega magica (2014), The Belko Experiment (2016), Truffatori in erba (2018) e La prima notte del giudizio (2018).

2 Le serie TV. Altrettanto variegata è la carriera televisiva dell’attrice, che negli anni ha preso parte a episodi di Law & Order – I due volti della giustizia (2003), Nip/Tuck (2010), CSI Miami (2010), Person of Interest (2011), Girls (2014), Elementary (2017) e Streghe, dove dal 2018 interpreta il ruolo della protagonista Melanie Vera.

Melonie Diaz social network

3 Ha un account personale. L’attrice è presente sul social network Instagram con un proprio profilo verificato, seguito da 50,3 mila persone. All’interno di questo l’attrice è solita condividere fotografie scattate in momenti di svago o ancora foto tratte dai set o dalle premiere a cui l’attrice prende parte.

4 Ha un account su Twitter. L’attrice è presente anche sul social network Twitter, dove è seguita da 15 mila persone. Qui l’attrice è solita aggiornare i fan riguardo i propri progetti, ma è anche solita esprimere la propria opinione in merito alle notizie di politica e attualità.

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Melonie Diaz vita privata

5 È fidanzata. L’attrice è molto riservata riguardo la sua vita privata, ma tramite alcuni suoi post su Instagram è possibile stabilire che si attualmente impegnata in una relazione con il fidanzato Octavio. La festa del loro fidanzamento si è tenuta nel 2018, dove hanno annunciato di convolare a nozze prossimamente.  

Melonie Diaz Streghe

6 Ha difeso la serie. L’attrice, figlia di portoricani, è tra le protagoniste del reboot della serie Streghe. Questa è stata al centro di alcune accuse da parte dei fan, per via di alcuni cambiamenti etnici. La Diaz ha tuttavia difeso la serie a spada tratta, affermando che l’intenzione era quella di realizzare qualcosa che riflettesse l’attuale epoca storica e culturale, realizzando un mondo il più inclusivo possibile. Per questo il suo personaggio ha ottenuto origini portoricane, cosa non comune in televisione.

7 Ha spinto affinché il suo personaggio fosse omosessuale. L’attrice desiderava particolarmente che, oltre alle origini portoricane, il suo personaggio avesse un orientamento sessuale differente da quello delle altre protagoniste. Ciò era in linea con l’idea di rendere la serie il più aperta possibile ad un pubblico variegato, ed è così che per il personaggio è stata costruita una storia sentimentale con il personaggio Niko, detective della polizia di Hilltowne.

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Melonie Diaz Prossima fermata Fruitvale Station

8 Ha recitato con Michael B. Jordan. L’attrice ha preso parte al film d’esordio di Ryan Coogler, recitando accanto a Michael B. Jordan nel ruolo di Sophina Mesa. La storia segue l’ultimo giorno di vita di Oscar Grant, ventiduenne di colore ammanettato e ucciso dalla polizia nonostante fosse disarmato. Il film ha ricevuto in seguito ottime critiche.

Melonie Diaz nomination

9 È stata nominata più volte. L’attrice vanta ad oggi una nomination agli Independent Spirit Award come miglior attrice non protagonista per il film Guida per riconoscere i tuoi santi, ricevuta nel 2007. Del 2014 è invece la nomination agli stessi premi, e nella stessa categoria, per il suo ruolo in Prossima fermata Fruitvale Station. L’attrice è stataa poi nominata ai Teen Choice Awards come miglior attrice in una serie fantasy per il suo ruolo in Streghe.

Melonie Diaz età e altezza

10 Melonie Diaz è nata a New York, negli Stati Uniti, il 25 aprile 1984. L’altezza complessiva dell’attrice è di 165 centimetri.   

Fonte: IMDb

Melo Movie: la spiegazione del finale. Gyeom smette di guardare film?

Il finale di Melo Movie disponibile su Netflix è un po’ diverso dal solito K-drama romantico: è un po’ triste, un po’ felice ed estremamente romantico. La serie, composta da dieci puntate, sembra suggerire un epilogo malinconico, forse sulla falsariga di Twenty-Five Twenty-One o Mr. Plankton, ma invece ci regala un finale “adulto”. Ciò che intendo dire è che si tratta di un epilogo realistico e agrodolce, e sono consapevole che molti potrebbero non essere d’accordo con me. Sì, la coppia protagonista finisce insieme ed è felice, ma, ammettiamolo, tutto il resto è un po’ un pasticcio, no? Sicuramente si guadagna il titolo di Melo Movie, perché quando si è innamorati, anche le cose più complicate e spaventose sembrano trovare il loro posto. Questa è la sensazione che lascia il finale della serie.

Non c’è molto da raccontare in termini di trama. Melo Movie è una storia guidata interamente dai personaggi e dal loro stato emotivo. Ciò che apprezzo davvero è il modo in cui il racconto suggerisce sottilmente che, anche se la tua vita è un disastro a vent’anni, potrai sistemarla a trenta; e se affronti difficoltà a sessant’anni, troverai comunque qualcosa di nuovo da fare. Detto questo, analizziamo rapidamente il finale di Melo Movie.

Gyeom e Mubee finiscono insieme?

Melo Movie (L to R) Choi Woo-shik as Ko Gyum, Kim Jae-uck as Ko Jun in Melo Movie Cr. Ko Nam-hi/Netflix © 2025

La vera domanda dovrebbe essere: sono davvero fatti l’uno per l’altra? All’inizio della serie, la loro storia d’amore sembrava un po’ forzata e quasi ossessiva (per esigenze narrative), ma col tempo ci rendiamo conto che Mubee e Gyeom sono due facce della stessa medaglia. Entrambi affrontano lo stesso tipo di depressione, ma reagiscono in modi opposti. Per Gyeom, il legame con suo fratello è la cosa più importante al mondo, mentre per Mubee lo era ricevere amore da suo padre. Gyeom ha sempre finto di amare ogni momento della vita, mentre Mubee ha fatto l’opposto. Ciò che li rende una coppia perfetta è il loro modo di bilanciarsi a vicenda: come affermano nell’episodio finale, il lato oscuro della vita è più facile da affrontare quando sono insieme.

Nel finale, Gyeom e Mubee si scelgono reciprocamente dopo aver affrontato i loro traumi individuali. Insieme imparano a riconoscere e superare le proprie difficoltà. Mubee realizza di essere stata così ossessionata dal bisogno dell’amore paterno da concentrarsi sull’odio per il cinema, ignorando tutto ciò che sua madre aveva fatto per lei. D’altra parte, Gyeom ha sempre creduto che suo fratello si prendesse cura solo di lui, senza considerare che anche lui aveva una vita propria. Quando finalmente lasciano andare il passato, si aprono a un futuro insieme. Un anno e mezzo dopo che Mubee si è vista rifiutare il suo film dagli investitori, riesce comunque a realizzarlo. Il risultato è una rivisitazione artistica del romanticismo che, sebbene non sia un successo commerciale, viene apprezzata da chi lo guarda.

Qual era lo scopo di Melody?

Melo Movie (L to R) Park Bo-young as Kim Moo-bi, Choi Woo-shik as Ko Gyum in Melo Movie Cr. Ko Nam-hi/Netflix © 2025

In Melo Movie, Mubee desidera girare un film intitolato Melody, basato su una storia scritta dall’amica d’infanzia di Gyeom, Ju-A, ispirata alla sua relazione con Si-Jun, un altro caro amico di Gyeom. La motivazione di Mubee non è tanto onorare l’eredità di suo padre, quanto dimostrare a se stessa che il cinema non era un peso e nemmeno la ragione per cui lui aveva abbandonato la famiglia. La storia affronta il tema del legame tra cinema e realtà: “Il film riflette la vita reale o la vita riflette il film?”.

Alla fine, Mubee comprende che suo padre non l’ha mai veramente abbandonata, ma ha semplicemente inseguito la sua passione. Melody le insegna che, anche quando la vita lancia ostacoli, si possono raccogliere e trasformare in opportunità. Per la giovane Mubee, quell’equilibrio veniva da sua madre; da adulta, deve imparare a costruirlo da sola. Inoltre, forse Melody le fa capire che il cinema le piace più di quanto pensasse. E possiamo apprezzare che il produttore Ma trovi un nuovo impiego come regista? Un ottimo esempio di resilienza!

Si-Jun e Ju-A sono felici?

Nel finale, Si-Jun capisce che deve lasciarsi il passato alle spalle per poter proseguire la sua carriera musicale. Sebbene Melody non sia un successo commerciale, la sua colonna sonora diventa un fenomeno, spingendo la sua carriera alle stelle. Questo avviene solo quando finalmente smette di incolpare Ju-A per i suoi fallimenti e si libera della sua versione passata, egoista e intrappolata in una relazione senza futuro. Ju-A è sempre stata la sua sostenitrice, ma lui ha impiegato anni a comprendere che prima doveva credere in se stesso. Probabilmente Ju-A scriverà storie migliori in futuro e continuerà a crescere come sceneggiatrice. Entrambi sembrano destinati alla felicità, anche se separati.

Melo Movie (L to R) Lee Jun-young as Hong Si-jun, Jeon So-nee as Son Ju-a in Melo Movie Cr. Ko Nam-hi/Netflix © 2025

Perché Gyeom smette di guardare film?

Gyeom era ossessionato dai film perché gli permettevano di distogliere l’attenzione dall’assenza del fratello. Erano il suo rifugio, il suo unico intrattenimento, il suo modo di proteggersi emotivamente. Il legame tra i due fratelli era profondo, ma Jun era intrappolato in un’infelicità costante, vivendo solo per il bene di Gyeom. Quando quest’ultimo cresce, Jun capisce che è il momento di lasciarlo andare.

Sebbene le recensioni cinematografiche fossero il suo lavoro, Gyeom decide di abbandonarle: se non lascia andare il passato, non può guardare al futuro con speranza. Alla fine, ciò che davvero conta per lui non sono i film, ma i piccoli momenti quotidiani, quelli che danno significato alla vita. Crescendo, decide di viverli di più, piuttosto che concentrarsi sul lavoro e sulle responsabilità adulte. In un certo senso, alla fine del film, entrambi i protagonisti ritrovano la loro infanzia.

Melissa Roxburgh: 10 cose che non sai sull’attrice

Melissa Roxburgh: 10 cose che non sai sull’attrice

Attiva tanto per il cinema quanto per la televisione, la giovane attrice Melissa Roxburgh ha in breve tempo polarizzato su di sé le attenzioni dell’industria e del pubblico. Distintasi per la sua capacità di arricchire i ruoli ricoperti grazie al suo talento e al suo carisma, l’attrice è oggi considerata una promessa della recitazione, da cui aspettarsi molto in futuro.

Ecco 10 cose che non sai di Melissa Roxburgh.

Parte delle cose che non sai sull’attrice

Melissa Roxburg JR Ramirez

Melissa Roxburgh: i suoi film e le serie TV

10. Ha recitato in noti film per il cinema. Il primo ruolo dell’attrice per il cinema è quello di Rachel per Diario di una schiappa 2 (2011). Successivamente, recita nel sequel Diario di una schiappa – Vita da cani (2012), con il ruolo di Heather Hills. Negli anni seguenti ha poi preso parte a Leprechaun: Origins (2014), Lost Solace (2016), Star Trek Beyond (2016), con Chris Pine, In God I Trust (2018) e nel film musicale Cosa mi lasci di te (2020), con Nathan Parsons.

9. Ha preso parte a celebri serie televisive. Negli anni l’attrice ha inoltre recitato in noti titoli televisivi come Arrow (2012-2013), con Stephen Amell, Supernatural (2012-2014), con Jared Padalecki, Legends of Tomorrow (2016), con Brandon Routh, Travelers (2017) e Valor (2017-2018). Dal 2018 ad oggi è protagonista della serie thriller Manifest, dove recita nel ruolo di Michael Beth Stone accanto all’attore Josh Dallas.

Melissa Roxburgh è su Instagram

8. Ha un account personale. L’attrice è presente sul social network Instagram con un profilo seguito da 168 mila persone. All’interno di questo la Roxburgh è solita condividere immagini relative a proprio momenti quotidiani o di svago, da sola o in compagnia di amici. Non mancano poi anche diverse immagini e promozionali dei suoi progetti da interprete, come anche foto di backstage dai set a cui ha partecipato.

Melissa Roxburgh e Twitter

7. È presente sul noto social. La Roxburgh possiede un profilo verificato anche sul social network Twitter. Qui attualmente vanta circa 32 mila followers, con i quali condivide varie curiosità personali o meno. Prevalentemente, tuttavia, è solita aggiornare quanti la seguono circa le ultime novità sui propri progetti da interprete, come il rinnovo della serie Manifest o curiosità ad essa legate.

Melissa Roxburgh in Star Trek Beyond

6. Si è sottoposta ad ore di trucco per il proprio ruolo. Per dar vita al personaggio di Ensign Syl, membro dell’USS Entrprise, l’attrice ha raccontato di essersi dovuta sottoporre a numerose ore di trucco, necessarie per poter realizzare la particolare forma aliena della testa del personaggio. Per quanto tale tempo fosse di per sé stancante da sopportare, la Roxburgh ha aggiunto di non essersene mai lamentata, entusiasta di poter prendere parte al film.

Parte delle cose che non sai sull’attrice

Melissa Roxburg Legends of Tomorrow

Melissa Roxburgh e JR Ramirez

5. Ha una relazione con un suo collega. Sul set della serie Manifest, la Roxburgh conosce l’attore JR Ramirez, il quale interpreta il ruolo del detective Jared Vasquez. Nella serie i due sono ex fidanzati, ma nella realtà formano realmente una coppia. Seppur non abbiano fatto alcun annuncio pubblico per loro, sono stati visti insieme in più occasioni e fonti a loro vicine hanno confermato la relazione, che sarebbe iniziata all’incirca durante l’estate del 2019.

4. Sono molto riservati. La notizia della loro relazione ha colto di sorpresa molti dei loro fan, i quali non sospettavano nulla a riguardo. I due attori sono infatti estremamente riservati e sui loro profili è difficile imbattersi in post che possano rivelare qualcosa della loro relazione. Ancora oggi che questa è stata resa nota, i due continuano a non rilasciare dichiarazioni, né elementi che potrebbero alimentare il dibattito sulla loro vita privata.

Melissa Roxburgh in Supernatural

3. Ha interpretato due ruoli diversi. All’interno della serie Supernatural, l’attrice è comparsa in doppie vesti. Nel 2012, infatti, recita nel ruolo di Lila Taylor nell’episodio Time after Time, della settima stagione. Questo suo personaggio viene ricordato per essere stato l’amante del dio Chronos. Due anni dopo, nel 2014, la Roxburgh ha invece recitato nell’episodio Bloodlines della nona stagione, nei panni di Violet Duval, la quale ha la particolarità di essere un licantropo.

Melissa Roxburgh in Legend of Tomorrow

2. È stata guest star della celebre serie. Nel 2016 l’attrice prende parte all’episodio Night of the Hawk, l’ottavo della prima stagione di Legends of Tomorrow. Qui interpreta il ruolo di Betty Seaver, compagna di Tommy Fuller. Per l’attrice si è trattata della seconda incursione nell’universo televisivo della DC Comics denominato Arrowverse. Pochi anni prima aveva infatti recitato, con un personaggio differente, in due episodi della serie Arrow.

Melissa Roxburgh: età e altezza

1. Melissa Roxburgh è nata a Vancouver, in Canada, il 10 dicembre 1992. L’attrice è alta complessivamente 165 centimetri.

Fonte: IMDb

 

Melissa McCarthy: tutto quello che non sai sull’attrice

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Melissa McCarthy: tutto quello che non sai sull’attrice

Melissa McCarthy è la regina delle commedie del nostro tempo. Carattere brioso e ironico, viso espressivo e capacità comica l’hanno resa una delle attrici più in gamba degli ultimi anni, dando una valore aggiunto con la sua presenza a film che raggiunto il successo.

Ha iniziato con diversi ruoli marginali in diversi film, per poi approdare in Una mamma per amica, che è stata la sua casa per diversi anni e che l’ha fatta conoscere al grande pubblico. Da qui in poi Melissa non si è più fermata, continuando a tener compagnia a far ridere milioni di persone.

Ecco 10 cose che non sai su Melissa McCarthy.

Melissa McCarthy: i suoi film e le serie TV

1. Ha recitato in numerosi film di successo. La carriera dell’attrice è iniziata  con il film Go – Una notte da dimenticare nel 1999. In seguito, all’inizio degli anni 2000 recita in Chi ha ucciso la signora Dearly (2000), Charlie’s Angels (2000), Duetto a tre (2002), Charlie’s Angels – Più che mai (2003) e Piacere, sono un po’ incinta (2010). Il grande successo arriva grazie a Le amiche della sposa (2011). Da quel momento ha recitato in celebri film come Questi sono i 40 (2012), Io sono tu (2013), Una notte da leoni 3 (2013), Corpi da reato (2013), Tammy (2014) e St. Vincent (2014), Spy (2015), The Boss (2016), Ghostbusters (2016), Copia originale (2018), Life of the Party (2018), Pupazzi senza gloria (2018) e Le regine del crimine (2019).

2. È nota anche per diverse serie televisive. A rendere estremamente popolare l’attrice prima del cinema ci ha però pensato la televisione. La McCarty è infatti nota per aver recitato dal 2000 al 2007 nella seri Una mamma per amica, interpretando il ruolo di Sookie St. James, la migliore amica di Lorelai. Dopo aver partecipato anche alla serie Samantha chi? dal 2007 al 2009, nel 2010 recita, come protagonista, nella serie Mike & Molly, terminata nel 2016. Sempre nel 2016 partecipa ad un episodio di Una mamma per amica: Di nuovo insieme. Nel 2021 recita invece in Nove perfetti sconosciuti.

3. È stata candidata al premio Oscar. Ad oggi la McCarthy vanta ben due nomination al premio Oscar. La prima di queste è arrivata nel 2012 come miglior attrice non protagonista per Le amiche della sposa. Nel 2019 viene invece candidata come miglior attrice per Copia originale, interpretando la biografa e falsaria Lee Israel. Si è trattato questo di un ruolo che ha visto l’attrice trasformarsi esteticamente, dando prova anche di ottime doti drammatiche.

melissa mccarthy

Melissa McCarthy nel 2020

4. Ha lavorato a diversi nuovi progetti. Oggi più attiva che mai, la McCarthy si divide tra lavori come attrice ma anche come sceneggiatrice e produttrice. A partire dal 2020 ha infatti recitato in Superintelligence, Thunder Force e Il nido dello storno. Avrà poi un cameo nell’atteso Thor: Love and Thunder e ha da poco concluso le riprese della serie God’s Favorite Idiot, di cui è anche sceneggiatrice e produttrice, e del film La sirenetta. In quest’ultimo, versione live action del classico Disney, interpreta la cattiva Ursula.

Melissa McCarthy, il marito e le figlie Vivian e Georgette Falcone

5. Ha lavorato in più occasioni con il marito. Da sempre molto riservata circa la propria vita privata, la McCarthy non ha mancato però di condividere con i suoi fan alcuni eventi per lei molto significativi. Il primo di questi è stato l’8 ottobre del 2005, quando ha sposato il suo storico fidanzato Ben Falcone, attore e regista. I due hanno poi in più occasioni anche collaborato in numerosi film, sia entrambi come attori o come regista e attrice. Tra i progetti che li hanno visti lavorare insieme si ritrovano Le amiche della sposa, Io sono tu, Corpi da reato, Tammy, Spy, The Boss, Pupazzi senza gloria e Thunder Force.

6. Ha avuto due figlie. Nel maggio del 2007 è nata la prima figlia della coppia, Vivian Falcone, mentre nel marzo del 2010 è arrivata la secondogenita Georgette. Con la nascita delle figlie l’attrice ha dichiarato di aver sentito molta responsabilità nella loro protezione, ma anche diverse responsabilità nei confronti di sé stessa. Anche per le figlie, infatti, l’attrice ha deciso di prendersi più cura di sé, facendo molta attenzione alla propria salute.

melissa mccarthy

Melissa McCarthy oggi è dimagrita

7. Ha perso molto peso. Nel film Life of the Party, diretto dal marito Ben Falcone e uscito negli Stati Uniti l’11 maggio 2018, Melissa McCarthy ha mostrato un corpo diverso. In questa commedia, infatti, la si vede con circa 35 chili in meno. L’attrice ha seguito una dieta chetogenica: questa dieta si basa sulla riduzione ei carboidrati, assumendone non più di 50 gr al giorno. Così facendo, l’organismo viene obbligato a produrre in maniera autonoma il glucosio e ad aumentare il consumo energetico dei grassi che sono contenuti nel tessuto adiposo.

8. Sostiene canoni di bellezza alternativi. L’attrice ha sempre sostenuto l’idea che essere magre non significa stare bene con sé stesse, ma significa perseguire un modello che in realtà non esiste. Nel mondo milioni di donne non si sento a proprio agio con il loro corpo, perché la società offre un modello da seguire che nella realtà dei fatti rappresenta lo 0,5% della popolazione. La McCarthy sostiene però anche la ricerca della salute del corpo, cosa che perdere i chili di troppo le ha permesso di perseguire con maggiori risultati.

Melissa McCarthy è su Instagram

9. Ha un profilo sul social network. La McCarthy ha un account Instagram ufficiale, seguito da più di 10 milioni di persone. Il suo profilo è ricco di foto che la vedono spesso protagonista sia in momenti lavorativi che quotidiani e che esprimono al meglio il suo carattere brioso, socievole, ironico e autoironico. Melissa ha usato questo social per mostra la sua nuova condizione fisica: perdere 35 chili non è uno scherzo e lei si è dimostrata molto fiera del risultato raggiunto e dell’impegno che ci ha messo, lavorando sodo, dritta verso l’obiettivo.

Melissa McCarthy: età a e altezza dell’attrice

10. Melissa McCarthy è nata il 26 agosto del 1970 a Plainfield, nell’Illinois, Stati Uniti. L’attrice è alta complessivamente 1.57 metri.

Fonti: IMDb, thefamouspeople, biography, thesun

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