“E’ sempre un dolore non
selezionare tante delle opere che ci vengono presentate, così come
è una grande responsabilità accettare quelle che andranno poi a
comporre il corpus della selezione da presentare alle giurie. Ogni
film viene visto e analizzato con cura, amore e rispetto”.
Con queste parole il
direttore di Giffoni Experience, Claudio Gubitosi,
commenta il lavoro di selezione dei film che saranno in concorso
alla 48esima edizione del Giffoni Film Festival,
in programma dal 20 al 28 luglio. Ben 4500 le opere in
preselezione – tra corti e lungometraggi – che il team della
direzione artistica di Giffoni sta valutando.
“La selezione dei film per le varie
sezioni del Festival – continua – è un complesso processo culturale
e organizzativo. E’ un compito difficile quello del selezionatore,
perché la sua figura è chiamata a scontrarsi e a combattere
continuamente con le proprie scelte e con l’esigenza di portare ai
ragazzi storie da vivere. Il team di Giffoni su questo ha una
lunghissima esperienza. Il lavoro definitivo, poi, è
contraddistinto da un ulteriore seguito che è quello di lavorare in
squadra su tutte le sezioni”.
Storie delicate e allo stesso tempo
capaci di toccare le corde emotive più profonde. La
prima rosa di lungometraggi da proporre ai
5601 giurati inizia così a
prendere forma, e sono sette le sezioni competitive in cui
saranno presentati: Elements +3 (dai 3 ai
5 anni), Elements +6 (dai 6 ai 9 anni),
Elements +10 (da 10 ai 12 anni), Generator
+13 (dai 13 ai 16 anni), Generator +16
(dai 16 ai 17 anni), Generator +18 (18 anni in su)
e Gex Doc (sezione dedicata a docenti e
filmgoers). Come da tradizione saranno proprio i giurati,
provenienti da 52 Paesi, a decretare i vincitori del
Gryphon Award. Ecco i primi titoli
selezionati:
ELEMENTS
+3
Alla giuria più giovane del
Festival è dedicato “MY GIRAFFE”
(Olanda/Germania/Belgio, 2017) di Barbara Bredero. Il miglior amico
di Patterson è Raf, una giraffa. Quando entrambi raggiungono l’età
per andare a scuola, sono felicissimi. Il primo giorno, Patterson
mette nel suo zaino la merenda destinata al compagno ma, ben
presto, scopre che nella sua scuola nessun animale ha il permesso
di entrare. Fortunatamente il bambino elaborerà un piano per
portarlo con sé.
ELEMENTS
+6
Amicizia, rapporto padri e figli,
culture apparentemente lontane, piccole e grandi sfide che
accomunano i percorsi di crescita dall’infanzia all’adolescenza: è
il filo conduttore della sezione Elements +6. Si
parte da “RUNNING LIKE WIND” (Cina, 2017) di Zhong
Hai che ci mostra, in modo divertente, la frustrante vita di un
allenatore di calcio femminile nella provincia di Hainan in Cina.
L’opera delinea un forte spirito sportivo quale metodo per
affrontare al meglio la gioventù e, con un tocco di umorismo,
racconta la cultura e le aggraziate tradizioni asiatiche.
Torna, invece, al Festival la regista Dorte Bengtson. Dopo lo
short-film “Vitello Dig a Hole” – presentato nel 2015 sempre in
questa sezione – è la volta del lungometraggio
“VITELLO” (Danimarca, 2018). Vitello vive con la
madre in una piccola abitazione a schiera vicino alla tangenziale.
La sua vita è quella di un normale ragazzo della sua età se non
fosse per un piccolo particolare: non ha un papà o, per lo meno,
non sa chi sia. Sua madre non gli è di grande aiuto e aggira ogni
sua domanda con un semplice: “È un mascalzone”. Ciò non è
abbastanza per il ragazzo, che decide di mettersi alla ricerca del
genitore. Con “SUPER FURBALL” (Finlandia, 2018) di
Joona Tena, invece, si affronta l’adolescenza con un tocco di
magia. Emilia ha 11 anni e vive in un sobborgo di Helsinki con sua
madre. La ragazza crede di essere noiosa e impopolare rispetto alle
altre sue coetanee, fino a quando un porcellino d’india la condurrà
in una serie di avventure sorprendenti.
ELEMENTS
+10
Storie di formazione impresse sul
grande schermo e capaci di parlare dritto al cuore dei giurati: i
lungometraggi dedicati agli Elements +10 non
deluderanno di certo le aspettative del giovane pubblico. Basato
sull’omonimo libro per bambini, “ROSIE & MOUSSA”
(Belgio/Olanda, 2018) di Dorothee Van Den Berghe è un racconto di
amicizia, crescita e coraggio. Il film ci mostra la complessa
situazione familiare di Rosie, appena trasferitasi in un’altra
città e con il padre in prigione. La ragazza troverà in Moussa un
supporto alle difficoltà. È basato su una storia vera, invece,
“ZOO” (Irlanda/Canada 2017) di Colin Mclvor.
Durante i bombardamenti aerei tedeschi di Belfast nel 1941, Tom
lotta per salvare Buster, un cucciolo di elefante. Protagonista
dell’opera è Art Parkinson, che ha interpretato
Rickon Stark ne “Il Trono di
Spade”. L’attore è presente anche in “I Kill Giants”
selezionato per i Generator +13. Si continua con “THE WITCH
HUNTERS” (Serbia/Macedonia, 2018) di Rasko Miljkovic.
Jovan, un bambino di dieci anni, soffre di una parziale paralisi
cerebrale, condizione che ha modellato la sua esistenza e che gli
ha fatto credere di passare inosservato agli occhi degli altri.
Grazie alla fantasia e al potere dell’immaginazione, si rifugia
spesso in un mondo fantastico in cui è libero di essere chi vuole e
di avere quei poteri da supereroe che tutti sognano. La sua routine
viene però rotta dall’amicizia con Milica. La ragazza lo inviterà
ad aiutarla a liberare suo padre dalla nuova moglie, la matrigna
che crede essere una strega. Veniamo trasportati con “THE
WAR GAME” (Svezia, 2017) di Goran Kapetanovic nella vita
di Malte, un solitario ragazzo di 11 anni con la passione per i
giochi dalle strategie complesse. Quando il giovane finisce nel bel
mezzo di un conflitto tra due cortili, trova un uso pratico alle
sue teorie. Troppo tardi si accorge che la sua interferenza rende
il gioco reale, tanto da provocare una vera guerra. Riuscirà a
fermarla?
GENERATOR
+13
L’incontro tra fantasia e realtà,
la complessità delle prime relazioni e il rapporto tra genitori e
figli sono alcuni dei temi al centro della sezione
Generator +13. Ricompare in “I KILL
GIANTS” (Belgio/Inghilterra/Usa, 2017) di Anders Walter
l’attore Art Parkinson, già protagonista di “Zoo”
per la sezione Elements +10. L’ominima graphic novel “I Kill
Giants” – a cui è ispirato il film – racconta la storia di una
ragazza che scappa dalla sua difficile realtà in una vita
fantastica dove ha più potere. Zoe Saldana (la
Neytiri di “Avatar”) interpreta il ruolo della signora Mollé,
psicologa e confidente della protagonista Barbara (Madison Wolfe)
una giovane in lotta contro mostri e fantasmi reali e irreali. Con
“MEERKAT MOONSHIP” (Sud Africa, 2017) di Hanneke
Schutte incontriamo Gideonette, una ragazza timida e visionaria sul
cui nome si cela una maledizione di famiglia. Sembra, infatti, che
ogni “Gideon” sia morto in un bizzarro incidente. La giovane non
sembra prestare ascolto alle preoccupazioni familiari ma una serie
di incredibili eventi potrebbero dissuaderla, insegnandole che
nessuno può nascondersi dalla morte.
GENERATOR
+16
Mettono a confronto leggerezza e
preoccupazioni degli anni più belli i film scelti per i
Generator +16: un viaggio nei piccoli e grandi
ostacoli della ricerca e affermazione di se stessi. Tati e Renet
sono i protagonisti di “RUST” (Brasile, 2017) di
Aly Muritiba. I due studenti delle scuole superiori cominciano a
scambiarsi messaggi sui social media, ma la loro relazione termina
quando in rete finisce un video intimo di Tati. La vergogna per
l’accaduto e la separazione dei genitori di Renet mettono a dura
prova il loro rapporto. Riusciranno a recuperare i pezzi? È il
racconto di un’adolescenza difficile “NIGHT COMES
ON” (Usa, 2018) di Jordana Spiro, al suo primo
lungometraggio ma già protagonista di diverse serie tv. Angel
LaMere viene rilasciata dal centro di custodia minorile alla
vigilia del suo diciottesimo compleanno. Ossessionata dal suo
passato, intraprende con la sorella di dieci anni un viaggio che
potrebbe distruggere per sempre il suo futuro. Esordio alla regia
anche per Banu Sivaci con “THE PIGEON” (Turchia,
2018). È solo sul tetto della casa dei suoi genitori, sopra i
vicoli di una baraccopoli di Adana, in compagnia dei suoi adorati
piccioni, che Yusuf può trovare pace ma soprattutto può ritrovare
se stesso. L’amore come cura alle ferite del passato è, invece, il
tema di “AIR” (Germania, 2017) di Anatol Schuster
che per la prima volta firma un lungometraggio. Louk è profonda
come il mare. Manja è pura come l’aria. Il loro amore significa non
avere paura, non mentire e non lasciare tracce. Ma quando Manja si
rende conto che l’idealismo di Louk nasconde una ferita profonda,
lasciata dalla perdita di sua madre, la aiuta a dire addio al
passato e impara a lasciarsi andare.
GENERATOR
+18
La complessità dei rapporti in
contesti non sempre facili: è il percorso proposto ai
GENERATOR +18. Con “BROTHERS”
(Olanda, 2017) di Hanro Smitsman si viene proiettati nel dramma di
Hassan e Mourad alla ricerca del loro fratello minore, Yasin, un
presunto estremista nella Siria dilaniata dalla guerra. Cambio
totale di contesto per “THE HUNGRY LION”
(Giappone, 2017) di Ogata Takaomi, qui un insegnante di liceo viene
arrestato con l’accusa di avere avuto rapporti sessuali con una
minorenne. Ad entrare nell’occhio del ciclone sarà la giovane
Hiromi, accusata di essere stata ripresa dall’insegnante in un
video hot divenuto virale. La ragazza dovrà fare i conti con gli
haters che la maltrattano online e nella vita reale.
Conosciamo Theo con “FAKE TATTOOS” (Canada, 2017)
di Pascal Plante. Il giovane trascorre il giorno del suo
diciottesimo compleanno da solo, ubriacandosi durante un concerto
punk rock. Qui incontra Mag, un’adolescente che lo invita a passare
la notte a casa sua. Tra i due inizia una storia d’amore ma presto
Theo dovrà trasferirsi lontano dal suo doloroso passato. Diverso è
il percorso narrativo scelto per MICHAEL INSIDE
(Irlanda, 2017) di Frank Berry. Protagonista è Michael McCrea
(Dafhyd Flynn) un 18enne irlandese che vive con suo nonno Francis
(Lalor Roddy). Il ragazzo non frequenta le migliori compagnie,
tanto che un giorno un amico gli chiede di nascondere un sacchetto
di droga per suo fratello. Il giovane accetta e decide di riporre
le sostanze stupefacenti nella sua camera da letto, ma la mattina
seguente la polizia perquisisce l’appartamento e Michael viene
catturato e condannato a tre mesi di carcere.
GEXDOC
Si basano su storie vere, narrate in
forma di documentario, le opere scelte per GEX
DOC. Si parte con lo straziante “DEATH OF A
CHILD” (Danimarca, 2017) diFrida e Lasse Barkfors. L’opera
è un’esplorazione della vita dei genitori che hanno causato la
morte dei propri figli, spiegando allo spettatore le situazioni che
hanno provocato questa tragedia. Il racconto sembra scatenare una
rabbia sociale e delle condanne specifiche. Perché un genitore
dimentica il proprio figlio in macchina? Primo lungometraggio da
regista, invece, per Ayelet Albenda che al Festival porta
“IN MY ROOM” (Israele, 2017). La storia si svolge
nelle stanze di sei adolescenti, il film viene interamente
raccontato dai video autoprodotti dai ragazzi e pubblicati su
YouTube. Non si tratta di stelle della rete ma solo di giovani che
parlano a se stessi e a chiunque sia disposto ad ascoltare. Una
ragazza Swazi intraprende una pericolosa missione per salvare i
suoi giovani fratelli gemelli in
“LIYANA”(Qatar/Svizzera/Usa, 2017) di Aaron e
Amanda Kopp. Si tratta di una favola africana animata nata
dall’immaginazione di cinque bambini orfani dello Swaziland. Una
storia di perseveranza attinta dai loro ricordi più oscuri e dai
loro sogni più luminosi. Il viaggio del loro personaggio
immaginario è intrecciato con scene documentaristiche poetiche.
Diverso il tema di “IMPOSED PIECE” (Belgio, 2017)
di Brecht Vanhoenacker, si tratta di una cronaca cinematografica
basata su uno dei più prestigiosi concorsi per violino: the Queen
Elisabeth. Attraverso questo documentario, il pubblico incontra
alcuni dei dodici finalisti e segue la loro intensa preparazione.
Questi musicisti giovani e talentuosi hanno finalmente la
possibilità di esibirsi come solisti dopo anni di pratica e
sacrifici. A poco a poco, il film rivela come si preparano, come
affrontano lo stress e come riflettono sul loro passato e
futuro.
TEMA
Tema scelto per il 2018
“Aqua”, un filo rosso che apre la mente a numerosi
spunti di riflessioni e che accompagnerà il Festival – fino al
2020, anno in cui “Giffoni” festeggerà il suo 50ennale – in una
trilogia incentrata sulla tutela e salvaguardia del pianeta.