”Le emozioni prima di tutto” a
questo risponde la legge della Pixar, oggi Disney Pixar, secondo
John Lasseter. Il papa’ della Pixar ricevera’ oggi, con i colleghi
Peter Docter, Andrew Stenton, Lee Unkrich e Brad Bird, i Leoni
d’oro alla carriera. ‘Importa chi sei, non come usi la tecnica, ed
e’ questo che fa la differenza’, ha detto Lasseter sostenendo di
‘amare ogni tecnica d’animazione’, ma ‘la tecnologia e’ uno
strumento al servizio della storia, non viceversa’.
Si è tenuta venerdì 9 settembre alle
ore 17.00 presso la Sala degli Stucchi dell’Hotel Excelsior la
cerimonia di premiazione del Leoncino
d’Oro istituito da AGISCUOLA e promosso da A.G.I.S.,
A.N.E.C. e David di Donatello – Accademia del Cinema Italiano, alla
presenza di Roberto Cicutto (Presidente
La Biennale), Alberto Barbera (Direttore
della Mostra Internazionale d’Arte
Cinematografica), Andrea Del
Mercato (Direttore Generale La
Biennale), Luigi Lonigro (Presidente
Unione Editori e Distributori Cinematografici).
Hanno fatto gli onori di casa: Piera
Detassis (Presidente Accademia del Cinema Italiano –
Premi David di Donatello), Mario
Lorini (Vicepresidente AGIS e Presidente
ANEC), Carmela Pace (Presidente Unicef
Italia), Simone Gialdini (Direttore Generale
Anec).
Giunto alla 34° edizione, il
Leoncino è divenuto nel tempo uno dei premi collaterali più
importanti e significativi della Mostra del Cinema di Venezia.
Anche quest’anno il gruppo di giovani giurati provenienti da tutta
Italia ha assegnato – in seguito ad un accordo siglato con il
Comitato Italiano per l’UNICEF – il prestigioso premio
Segnalazione Cinema For UNICEF, riconoscimento
istituito dal Comitato Italiano per l’UNICEF presso la Mostra sin
dal 1980.
Nel corso della cerimonia di
premiazione, è stato assegnato il Premio Leoncino
d’Oro della 79. Mostra d’Arte Cinematografica di
Venezia al film “The
Whale” di Darren Aronofsky
alla presenza di Andrea Romeo, CEO di I Wonder Pictures, con la
seguente motivazione:
“Un’umanità strabordante,
magistralmente interpretata, affronta il disperato tentativo di
riscatto, tanto straziante quanto necessario. Amicizia, religione,
morte e amore vengono messi in scena attraverso la tormentata
ricerca della sincerità in un’atmosfera claustrofobica ispirata
dall’omonima opera teatrale.Una pellicola spietata che
rappresenta un accorato invito alla riconciliazione con gli altri e
soprattutto con sé stessi. Per queste motivazioni, il Leoncino
d’Oro della 79esima edizione del cinema di Venezia va a “The Whale”
di Darren Aronofsky.”
La giuria ha assegnato
la Segnalazione Cinema For UNICEF al film
“Athena”
di Romain Gavras con la seguente motivazione:
“Una moderna tragedia che si
concretizza in un potente crescendo di violenza, dove diventa
impossibile stabilire le reali responsabilità. L’esecuzione di un
bambino innocente diviene pretesto per la rivolta. L’odio e la
devastazione lacerano un tessuto sociale già fragile, in cui sono
proprio i giovani ad imbracciare le armi. Discriminazione,
ghettizzazione e, soprattutto assenza di tutela dei più basilari
diritti umani, degenerano in una realtà ben più vicina di quanto
mai avremmo potuto immaginare.Per queste ragioni la
Segnalazione Cinema for Unicef della 79esima Mostra internazionale
d’arte cinematografica di Venezia va a “Athena” di Romain
Gavras.”
Presentato in concorso alla Semaine de la Critique, nel contesto del
Festival di Cannes, il film Julie
Keeps Quiet (qui
la recensione) propone il racconto di una ragazza – la Julie
del titolo, interpretata da Tessa Van den Broeck –
che ha nel tennis la sua principale ragione di vita. Quando però il
suo coach viene accusato di alcuni rapporti inappropriati con le
sue allieve, venendo pertanto sospeso dal ruolo, a Julie viene
chiesto di offrire la sua testimonianza. Lei, però, preferisce
chiudersi nel silenzio, cercando di elaborare a suo modo quanto sta
accadendo intorno a lei. Regista del film è il belga
Leonardo van Dijl, che compie così il suo debutto
alla guida di un lungometraggio.
Julie Keeps Quiet
propone dunque il punto di vista di chi sceglie di rimanere in
silenzio dinanzi a situazioni di violenza o abusi, cercando di
approfondirne le motivazioni offrendo così un ritratto sincero e
privo di giudizio di tale atteggiamento. Il regista racconta che
nel concepire il film: “Ho avuto come una visione. In mezzo ai
tanti discorsi su questo tema, una storia come questa non era
ancora stata raccontata. Ho dunque iniziato a concepire il
personaggio di Julie e a dialogare con lei per sei anni. Nel
realizzare questo film, non mi sono mai chiesto cosa volevo io come
regista, ma di cosa lei aveva bisogno come personaggio“.
“Per cercare di capirla –
continua van Dijl – sono andato a parlare con terapeuti, con
avvocati, con persone che nella realtà potrebbero incrociare la
propria strada con ragazze come Julie e che potrebbero aiutarle in
qualche modo. Ma non ho voluto parlare con ragazze che
hanno vissuto esperienze simili, non volevo rubare la storia di
nessuno per questo film. Credoche vicissitudini tanto
drammatiche e personali non dovrebbero essere la base per un film,
perché rivedersi in questo modo può essere piuttosto
traumatico“.
Ricercare la poesia in ciò che non è poetico
“La prima scena che ho scritto
su carta era il finale. La fine era, in realtà, l’inizio. Questo
finale simboleggia un nuovo inizio. Lasciamo che il viaggio di
Julie ci ispiri a interrogarci su ciò che possiamo fare per le
generazioni future. Facciamo sentire la voce di Julie e la sua
storia, perché un mondo migliore per Julie è un mondo migliore per
tutti noi. Lavoriamo insieme per far uscire Julie, e noi stessi, da
questo labirinto. Insomma, – aggiunge van Dijl – io e la
mia co-sceneggiatrice Ruth Becquart volevamo riportare la poesia in
qualcosa che in realtà è profondamente poco poetico“
“La cosiddetta ordinarietà –
Julie è a un punto in cui non riesce a trovare dentro di sé la
capacità di amare ciò che è, ma concentrandosi sui piccoli dettagli
della vita e scoprendo la bellezza nascosta in essi, inizia a
riconnettersi con il mondo che la circonda. L’amore che Julie nutre
per il suo cane, la recita scolastica a cui partecipa, le sedute
dal suo chiropratico. Queste sono state, per noi, la chiave
perpermetterle di riconnettersi con se stessa”, spiega
Leonardo van Dijl.
Il regista è poi passato a
raccontare del modo in cui ha immaginato la protagonista del film,
affermando che: “Julie è un po’ una moderna Amleto. L’essere o
non essere in questo caso è il parlare o il non parlare. Nella
situazione in cui si trova entrambe le scelte implicano una
sconfitta e credo che tutti prima o poi ci confrontiamo con un
dilemma simile. Nel corso della storia, Julie emerge come un’eroina
dei giorni nostri, facendo luce sulle pressioni e le ingiustizie
nascoste che stanno plasmando il nostro tempo. Come Antigone, Julie
osa dire “no”. In un mondo che la spinge a parlare, lei tace,
costringendo il mondo ad ascoltare davvero.
“Per lo sport alla base del
film, ho scelto il tennis perché lo ritengo una forma di
meditazione. – spiega Leonardo van Dijl –
I giocatori devono essere estremamente concentrati e
focalizzarsi esclusivamente sulla palla. Anche gli avversari in un
certo senso passano in secondo piano, perché la sola cosa che conta
è cosa farà quella palla. Normalmente, nei film lo sport è
raccontato in modo tossico o con personaggi così ambiziosi che
vengono poi puniti per questo. Io invece volevo fare esattamente
l’opposto, volevo che il tennis fosse per Julie l’unica cosa che la
riconnette con sé stessa e con il mondo.
Leonardo van Dijl rivela cosa Julie può insegnarci
Il regista conclude poi affermando
che: “Julie mi ha insegnato che tutti portiamo del silenzio in
noi e che in questo mondo ci sono molte più cose che ci uniscono di
quelle che ci dividono. Eppure ci perdiamo in questi discorsi, c’è
troppa polarizzazione. Dovremmo smetterla di pensare in termini di
protagonista e antagonista e pensare più al senso di comunità.Il film vuole però trasmettere anche un senso di speranza.
Credo che oggi il mondo sia un luogo molto oscuro e deprimente.
Molte cose orribili accadono ogni giorno e quindi in un certo senso
abbiamo bisogno più che mai di storie di speranza. Il che è un po’
triste, il fatto che ne abbiamo così bisogno. Ci dice quanto poca
ne troviamo nella quotidianità”.
Iniziano oggi a Forte Village
Resort (Cagliari) le riprese di FINALMENTE LA FELICITÀ il nuovo
film di Leonardo Pieraccioni, nelle sale a Natale distribuito da
Medusa Film.
Se Son Rose, il
nuovo film di Leonardo Pieraccioni uscirà nelle
sale giovedì 29 novembre, e noi abbiamo incontrato eccezionalmente
l’intero cast della pellicola.
Una storia semi-autobiografica,
quella di Se Son Rose, che ha portato il regista a
tirare un po’ le somme di tutte le sue precedenti storie d’amore,
analizzandone le falle e dipingendo ritratti di donne diverse.
“Il film in origine doveva
intitolarsi Gli Evitanti – spiega Pieraccioni – e parlare
di coloro che cessano di credere alla favola romantica della
ricerca dell’amore. Evidenziando invece come l’unico vero amore
infinito che esista sia quello per i propri figli, perché è l’unico
che dura per tutta la vita”.
“Ho scelto di narrare una storia
quasi vera – prosegue il regista toscano – per cercare di
alzare il livello di qualità dello spettacolo. Le ex fidanzate che
porto sullo schermo sono esistite realmente e ognuna di loro
simbolizza i motivi latenti per i quali ci siamo lasciati, ovvero
IL motivo, cioè io, le mie colpe. Benedetta (Caterina Murino)
rappresenta la noia che rovina il rapporto; Elettra (Gabriella
Pession) pone l’accento sui forti contrasti e le litigate che
inevitabilmente ledono la storia d’amore; Fioretta (Antonia Truppo)
la superficialità che mi ha fatto rovinare i legami; e infine
Angelica (Micaela Andreozzi) simbolo del tradimento, un germe che
una volta entrato nella coppia non va più via”.
Non solo ex, le altre donne che
popolano Se Son Rose rappresentano situazioni ben
precise, come la Signora Coscia (Nunzia Schiano)
“personificazione delle mie domande e dei miei dubbi, rivolti
ad amici come fossero un oracolo di Delfi, per cercare di capire le
mie insicurezze” prosegue LeonardoPieraccioni.
Il regista toscano rivela anche una
chicca sui suoi progetti futuri: “Vista la grande alchimia
vissuta sul set di Se Son Rose con Vincenzo Salemme (che vediamo in
un breve ma incisivo cameo, ndr) ho già espresso il mio desiderio
di fare un film insieme. Stavolta magari con un cast tutto al
maschile, così da fare da parallelo a questo dove sono le donne a
farla da padrone – prosegue il comico toscano – e
sarà la volta buona che abbandonerò finalmente la commedia
romantica, visto che ormai l’ho declinata in tutte le soluzioni
possibili. Quindi forse parlerò di cinquantenni, uomini che
arrivati alla mezza età credono meno al sentimentalismo e guardano
più al rapporto con i figli, anche perché quelle sono dinamiche che
ora – con la mia figliola di otto anni – comincio a conoscere
bene”.
Ma state pure certi, tranquillizza
il regista, i suoi prossimi lavori saranno sempre delle
commedie.
“È il genere che trovo più
variegato. Mi hanno proposto, negli ultimi vent’anni, di trattare
altri generi. Ma io non ho la “sindrome del David di Donatello”. Io
sono nato cabarettista e tale rimango. Piuttosto il mio lato
malinconico ho preferito riversarlo nello scritto, e nei tre libri
che ho pubblicato. Nei miei film accenno soltanto al mio lato
malinconico, come nel caso di Se Son Rose, dove emerge nei
ricordi della fidanzatina del liceo, quella con cui si “bigiava” a
scuola per andare nei giardini di Boboli a baciarsi sulle pachine
ghiacce”.
La parola poi passa al nutrito cast
femminile, che si ritrova particolarmente coeso e d’accordo nel
descrivere con piacere l’esperienza vissuta sul set del film di
Pieraccioni. Alcune di loro hanno già lavorato al fianco di
Leonardo, come Micaela Andreozzi e Nunzia
Schitano.
Caterina Murino in
particolare ricorda che era stata scartata per ben due volte per
due film precedenti del regista toscano, e che quando finalmente ha
deciso di ingaggiarla per questo film “mi ha dato il ruolo di
suora laica. A me. E invece si è rivelato perfetto. E mi sono
preparata a dovere!”
“Leonardo è quello che avete
visto nel film – spiega Elena Cucci, che nel
film interpreta Ginora detta Quarantotto – positivo, calmo, e
questo suo essere così lo irradia sul set che ne trae
automaticamente beneficio e diventa automaticamente
armonico”.
Se Son Rose uscirà
nei cinema il 29 novembre inaugurando ufficialmente la stagione
cinematografica di Natale.
Every Leonardo DiCaprio Movie. Ever
è il video pubblicato su YouTube da Burger Fiction che ripercorre
la carriera dell’attore poliedrico in sette minuti e mezzo: dagli
esordi con Critters 3 (1991),
Voglia di ricominciare (1993) e
Buon compleanno Mr. Grape (1993) con il
quale ottenne la sua prima nomination agli Oscar a 19
anni, passando per Romeo + Juliet
(1996), Titanic (1997), Prova a prendermi
(2002), The Departed (2006), The
Great Gatsby (2013) e tanti altri, sino al suo ultimo
lavoro Revenant – Redivivo per il
quale ha vinto un Golden Globe, un BAFTA, un SAG e un Critic’s
Choice Award ed è candidato agli Oscar.
Dopo Buon Compleanni Mr.
Grape, The Aviator e
Blood Diamond, sarà questa la volta
buona? Intanto il web si scatena con battute, meme, giochi.
Il blog cinepatico di Mauro
Donzelli ha condiviso oggi un interessante video che
ripercorre la carriera di Leonardo DiCaprio, che
tutti aspettiamo con grande ansia nel suo prossimo impegno con
Martin Scorsese, The Wolf of Wall
Street.
Il video ripercorre in maniera
tematica piuttosto che cronologica la carriera di Leo, dagli inizi
di Buon Compleanno Mr. Grape, film per il
quale l’allora 19enne Leo ricevette la sua prima nomination agli
Academy Awards, fino a The Wolf of Wall
Street, passando ovviamente per Titanic e tutte le
altre straordinarie interpretazioni dell’attore.
Ecco un video davvero divertente
realizzato dalla pagina Facebook Collettivo Blue&Berry che mira a prendere
in giro, in maniera simpatica e davvero ben aritcolata, l’eterna
querelle che circonda Leonardo DiCaprio e il
premio Oscar, che probabilemtne quest’anno riuscirà a vincere
grazie a Revenant Redivivo.
Ecco il video:
Dopo la tavola rotonda "Hollywood VS Checco Zalone", ad una
settimana da La Notte degli Oscar 2016,ci è sembrato giusto…
Raccontano gli amici di
Leo: ” Non doveva fare Titanic…come si fa ad accettare un ruolo del
genere? ” Daniel Day-Lewis ” Era diventato l’idolo di milioni e milioni di ragazzine…ci
voleva un miracolo! ” Steven Spielberg ” È ‘nu burdell’! ” Alejandro González Iñárritu ” Ce pensi se lo vinco solo io, l’Oscar? ” Tom Hardy Solamente Papa Francesco non ha rilasciato dichiarazioni
sull’argomento.
“Con le voci di Nick Russo,
Fabrizio Colica, Antonio Spagnuolo e con il contributo
amoroso di Fanni Wrochna e Martina
Querini, tutto orchestrato da Ludovico Di
Martino.”
Ilsuccesso
planetario a 23 annigrazie al ruolo dell’artista
squattrinato Jack Dawson interpretato inTitanic(1997)
fu, per sua stessa ammissione, “una secchiata d’acqua gelida” e
diede il via a quel delirio collettivo ribattezzato all’epoca
“Leomania”.
OggiLeonardo
DiCapriosi conferma una tra le stelle
più fulgenti, chiacchierate e “ricercate” del firmamento di
Hollywood.
Così, mentre il suo volto compare sui tabloid di tutto il mondo che
cercano di capire se con Camila Morrone arriverà all’altare, e
mentre il pubblico lo aspetta inDon’t Look Updi Adam McKay insieme a
Jennifer Lawrence e nei nuovi progetti del suo mentore
Martin Scorsese,sulla piattaforma di ARTE.TV in
italiano, in streaming gratuito e sottotitolato in
italiano,arriva il nuovo documentario “Leonardo DiCaprio: Most
Wanted!”.
Con la regia diHenrike Sandner(Germania, 2020) e coprodotto
da ARTE e Broadview TV, ildocumentario ripercorre la carriera di un
giovane attore diventato non soltanto unmostro sacro della settima
artemaanche un cittadino impegnato nella lotta
contro i cambiamenti climatici.
Attraverso
estratti di film, filmati e interviste d’archivio, approfondimenti
con critici cinematografici e giornalisti come Katja Nicodemus, Tim
Cogshell e Brigitte Steinmetz e registi che lo hanno diretto come
Michael Caton-Jones e Agnieszka Holland, Henrike Sandner dipinge un
vero e proprio ritratto di Leonardo DiCaprio, a partire dai suoi
esordi.
Incoraggiato dai suoi genitori, Leonardo DiCaprio è apparso in
giovane età in diverse serie americane e, poco più che ventenne,
già affiancava Robert De Niro sul set diThis Boy’s Life, diretto da Michael
Caton-Jones. Il ruolo secondario accanto a Johnny Depp
inWhat’s eating Gilbert
Grapegli è
valso immediatamente la sua prima nomination agli
Oscar.
Ma
ilsuccesso mondiale arriva sulla prua
delTitanic, film cult di James
Cameron, con cui a 23 anni Leo acquisisce lo status di superstar:
addirittura, i parrucchieri in Afghanistan offrono ai clienti
l’acconciatura ispirata a quella del protagonista Jack
Dawson.
Ma
DiCaprionon vuole essere solo una meteora,
vuole affermarsi e mostrare il suo talento: per questo ricerca
ruoli più maturi e registi classici, sta lontano dai vizi in cui
tutti si aspettano che cada un artista così giovane e di successo e
proprio in quest’otticavieta la circolazione diDon’s plum, un cortometraggio
in bianco e nero in cui compare anche Tobey Maguire, girato nel
1995 e ambientato in un sudicio diner della periferia di Los
Angeles.
Arriva
così all’incontro e alsodalizio con i suoi
maestri,Martin Scorsesein primis, di cui diventa
l’attore preferito negli anni 2000: per lui interpreta l’irlandese
Amsterdam Vallon (Gangs of New
York), l’imprenditore e aviatore Howard Hughes (Aviator), lo spregiudicato broker
Jordan Belfort (The Wolf of Wall Street). Si
getta a capofitto nelle scene, con tempismo e controllo, abilità e
tecniche impeccabili, e conquista i più grandi registi, da Steven Spielberg aQuentin Tarantino, passando
perChristopher Nolan. Nel 2016, il
suo lavoro viene finalmente premiato con l’Oscar al miglior attore
protagonista perThe Revenantdi Alejandro González
Iñárritu, in cui viene messo al centro ilcomplesso rapporto tra uomo e
natura.
Un
tema che a DiCaprio è decisamente caro: dal 1998, anno in cui fonda
laLeonardo DiCaprio Foundation, la
superstar si impegna infattiin difesa dell’ambiente, scendendo
in piazza per protestare per la politica climatica devastante degli
Stati Uniti, cercando alleati forti per la tutela del clima,
producendo documentari a proposito della salvaguardia
dell’ambiente. Nel 2014 è diventato ambasciatore ONU e più
recentemente si è rivolto al nuovo Presidente degli Stati Uniti
d’America, Joe Biden, con una lettera, firmata anche da Mark
Ruffalo e Natalie Portman, in cui pone al centro dell’attenzione il
problema ambientale.
Dal
documentario di Sandner emerge così un Leonardo DiCaprio che sa
farsi “medium” e lasciar entrare lo spirito dei suoi personaggi.
Solo loro, però:il Leo privato è come un territorio
inesplorato, inaccessibile. Star del cinema da oltre 35
anni, DiCaprio preferisce far parlare di sé per i suoi ruoli e per
il suo impegno ambientale.Puntando
all’immortalità.
Leonardo DiCaprio è
universalmente riconosciuto come uno dei migliori interpreti del
cinema contemporaneo, nonché l’attore che più di tutti ha mancato
troppo volte un Oscar come miglior protagonista. Ebbene, oggi
proviamo a riassumere in 10 posizioni la sua brillante
carriera.
Leggi l’intervista a
Leonardo DiCaprio, protagoniste del film
Il Grande Gatsby, adattamento
dell’omonimo romanzo che aprirà il Festival di Cannes
2013 il 15 Maggio 2013, il testo integrale
sarà su Best Movie di maggio:
«Il mio Gatsby? Folle, sognatore… e più vicino agli spettatori,
grazie a un 3D voyeuristico»
Dietro le quinte dell’adattamento
firmato da Baz Luhrmann del grande romanzo di
F. Scott FitzgeraldIl Grande
Gatsby, che vede protagonisti oltre a Leonardo
DiCaprio anche
Tobey
MaguireeCarey
Mulligan.
Ecco un estratto dell’intervista
a DiCaprio, pubblicata su Best Movie di maggio, all’interno
della cover story dedicata a Il grande Gatsby:
Come hai reagito quando Baz
Luhrmann te l’ha proposto?
«Conosco Baz da quando mi chiese di reinventare insieme a lui Romeo
e Giulietta di Shakespeare. Lo ammiro per la sua capacità di
sognare in grande. Un entusiasmo che ti travolge e sa aprirti gli
occhi in modo nuovo su capolavori letterari iconici come questi.
Nonostante sia attuale e apprezzato ancor oggi a livello mondiale,
non è facile affrontare il più grande romanzo americano, proprio
perché profondamente intessuto di America: di quell’America
“embrionale” che poi si sarebbe trasformata in superpotenza. È uno
di quei libri che apre a nuove interpretazioni ogni volta che lo si
(ri)legge: chi è Gatsby? Un sognatore senza speranza, un romantico
o un folle?».
Leonardo DiCaprio cosa risponde?
Chi è Gatsby?
«Mi ricordo che alle superiori, oltre a leggere il libro, ci fecero
anche vedere il film con Redford e allora non mi coinvolse. Mi
sentivo distante da quel mondo di cui non avevo mai sentito parlare
e c’erano parecchi elementi che non avevo capito. Poi un giorno Baz
mi lasciò sul tavolo una vecchia copia de Il grande Gatsby,
dicendomi: «Ho ottenuto i diritti per la trasposizione
cinematografica, la voglio fare con te». Quando l’ho riletto, ho
avuto una specie di epifania, anche se riconosco che ci sono
infiniti modi di interpretarlo. Ed è questo che mi ha guidato».
Nick è l’unico che riesce a
vedere Gatsby in maniera diversa. Perché?
«Nick è il suo unico vero amico. L’unico che capisce che tutto
quello che Gatsby fa, lo fa per amore e per il bisogno di essere
accettato. Credo anche che Nick subisca il fascino del Gatsby
eterno sognatore».
INOLTRE, SUL NUOVO NUMERO DI
BEST MOVIE…
Controcover: tutti i segreti della terza avventura
(alcolica) del trio più pazzo del mondo, riunito in Una
notte da leoni 3, e l’intervista al protagonista dell’ultimo
episodio Zach Galifianakis; Approfondimenti: la 66esima edizione
del Festival, in una ricca anticipazione. Tante – e per tutti i
gusti –, infine, le preview del numero: dal nuovo Superman
de L’Uomo d’acciaio a Captain America:
Winter Soldier, da The Rover con Robert
Pattinson a Don Jon, esordio alla regia di Joseph
Gordon-Levitt con protagonista Scarlett Johansson.
Best Movie di maggio
2013 è in edicola dal 26 aprile.
Il
Grande Gatsby uscirà il prossimo 16 maggio al
cinema. Tutte le info sul film le trovate nella nostra
scheda: Il Grande Gatsby. Il sito ufficiale
del film qui.
Il film racconta la storia di un
aspirante scrittore, Nick Carraway che lasciato il Midwest
Americano, arriva a New York nella primavera del 1922, un’epoca in
cui regna la dubbia moralità, la musica jazz e la delinquenza. In
cerca del suo personale Sogno Americano, Nick si ritrova vicino di
casa di un misterioso milionario a cui piace organizzare feste, Jay
Gatsby, ed a sua cugina Daisy che vive sulla sponda opposta della
baia con il suo amorevole nonché nobile marito, Tom Buchanan. E’
allora che Nick viene catapultato nell’accattivante mondo dei
super-ricchi, le loro illusioni, amori ed inganni. Nick è quindi
testimone, dentro e fuori del suo mondo, di racconti di amori
impossibili, sogni incorruttibili e tragedie ad alto tasso di
drammaticità.
Leonardo DiCaprio
sarà trai protagonisti della season awards con la sua intensa
interpretazione in Revenant – Redivivo e di
conseguenza è anche una delle star più ricercate dai magazine di
tutto il mondo. Durante un’intervista con Parade Magazine, l’attore
ha condiviso il suo pensiero sul matrimonio, sulle donne e sulla
fama, il “prezzo” da pagare per il suo magnifico lavoro.
Sul matrimonio: “Quando arriva
arriva. La verità è che non puoi predire il matrimonio, non lo puoi
pianificare. Accadrà quando accadrà”.
Sulle donne che ricoprono un ruolo
così piccolo nel film: “Il film rappresenta una cultura
selvaggia e crudele. Le donne sono sempre state le più vessate nel
corso della storia, più delle persecuzioni razziali o
religiose”.
Sul “prezzo” della fama e sulla
possibilità di lasciare la recitazione: “La fama per la fama?
No. Ma se avessi voluto lasciare la recitazione l’avrei già fatto
da tempo. Amo fare film, mi sento fortunato a farli e vale
assolutamente il sacrificio di parte della tua vita privata. Non
penso che nessuna delle persone famose si abitui davvero alla fama,
è sempre una cosa surreale. Alla fine, ci sono persone che
sacrificano molto di più per fare il loro lavoro, tipo i militari.
Non voglio lamentarmi per la difficoltà dell’essere famosi, perché
ho avuto la possibilità di fermarmi prima se l’avessi
voluto”.
Prima ancora che
l’Academy decidesse di consacrare con un Oscar la carriera di
Leonardo DiCaprio, un gruppo di fan russi aveva
annunciato di volerne costruire uno da consegnare all’attore in
risarcimento a tutte le “vittorie mancate”.
Nonostante poi l’attore abbia vinto
il premio per Revenant Redivivo, i devoti
fan di Leo hanno mantenuto la loro promessa e il The Washington Post ha rivelato che la
statuetta è stata effettivamente consegnata a DiCaprio. Si tratta
di un’imitazione dell’Oscar in oro e argento, che, al posto di
impugnare una spada, tiene in mano un calice a tre piedi, il
Choron, che simboleggia la pace.
Leonardo DiCaprio
ha ringraziato sul suo profilo Instagram i fan russi. Ecco lo scatto pubblicato
dall’attore:
Una foto pubblicata da Leonardo DiCaprio (@leonardodicaprio) in
data:
Grazie alle persone della
Jacuzia per questo straordinario dono, specialmente a tutte le
donne che si sono riunite e hanno donato i loro preziosi da
utilizzare come materiale per realizzare la statua. Come hanno
scritto nella loro lettera, la Jacuzia è il luogo abitato più
freddo non solo in Russia ma su tutta la Terra, e la regione è
estremamente vulnerabile ai cambiamenti climatici. L’aumento delle
temperature è una minaccia per la popolazione, il suo stile di vita
e l’habitat naturale.
Nonostante sia una cattiva
informazione molto diffusa, Leonardo DiCaprio NON
interpreterà Charles Manson nel nuovo film di
Quentin Tarantino, soprattutto perché il film in
questione non parlerà di Manson, o meglio, non soltanto di lui.
L’attore premio Oscar e il regista
de Le Iene torneranno a collaborare per il nono
film di Tarantino, che sarà, sì ambientato nella Hollywood del
1969, ma non parlerà esclusivamente della Famiglia
Manson, pur trovando spazio per raccontare della terribile
strage che convolse la moglie di Roman Polanski,
Sharon Tate.
Mike Fleming
di Deadline ha adesso la
possibilità di fornire ulteriori dettagli sul ruolo di DiCaprio per
Tarantino; il primo report parlava di un ruolo di “attore
invecchiato” che sarebbe stato interpretato da Leo.
Ora abbiamo a disposizione una
storia del personaggio: “Quello che DiCaprio interpreterà, in
maniera più specifica, è un attore che ha il suo show western,
Bounty Law, in onda tra il 1958 e il 1963. Il suo tentativo di
approdare al cinema non è andato a buon fine e nel 1969, l’anno in
cui è ambientato il film durante l’ascesa del movimento
hippy, è ospite degli spettacoli di altre persone mentre
contempla l’idea di andare in Italia, che è diventato un focolaio
per i western a basso budget.”
Leonardo DiCaprio
vorrebbe essere Stan Lee al
cinema
Lo stesso Fleming conferma che sia
Tom Cruise che Margot Robbie sono
ancora in corsa per partecipare al film, in particolare la Robbie
potrebbe diventare la sfortunata Sharon Tate sullo
schermo.
Leonardo DiCaprio
torna a lavorare con Tarantino, dopo il suo sanguinolento ruolo di
Django Unchained e torna a progetti importanti da
protagonisti, dopo il sofferto ruolo in The Revenant, che gli è valso
finalmente il premio Oscar nella categoria Migliore attore
protagonista.
Al momento, Quentin
Tarantino è al lavoro anche sul suo film su Star
Trek, insieme a J.J. Abrams.
Un murale, comparso a Los Angeles
in La Brea Avenue, a sud di Hollywood, celebra la vittoria
di Leonardo DiCaprio, che la sera del 28
febbraio ha – come tutti sanno – portato a casa l’agognata
statuetta di miglior attore protagonista per il suo ruolo in
Revenant – Redivivo.
È stato record di tweet sul social
network e l’affetto dei fan non è mancato praticamente in tutto il
mondo. Ora anche la sua città natale porta i segni
dell’evento. Leonardo DiCaprio non ispira
solo i meme in rete, ma anche la Street Art. Un autore
sconosciuto ha omaggiato la determinazione e la costanza
dell’attore con questo graffito:
“Non diamo per scontato questo pianeta, così come io non davo per
scontata questa serata”, ha dichiarato DiCaprio
alla fine del suo discorso di ringraziamento sul palco
del Dolby Theatre, incarnando bene il messaggio “Non
mollare mai”, nella vita come nell’arte.
Leonardo DiCaprio
è uno di quegli attori che se non esistesse bisognerebbe
inventarlo. Dopo aver conquistato il mondo intero con la sua
performance in Titanic, non ha smesso di affascinare il mondo con il
suo magnetismo e il suo talento. DiCaprio ha sempre preferito la
qualità dei film ai quali partecipa, riuscendo ad essere sempre un
valore aggiunto e ad essere uno degli attori perfetti con cui
lavorare (basta pensare al suo rapporto con Martin Scorsese).
Ecco, allora, dieci cose da
sapere su Leonardo DiCaprio.
2. Leonardo DiCaprio è un
produttore affermato. Nel corso della sua carriera,
Leonardo DiCaprio ha vestito molte volte i panni del produttore.
L’attore, infatti, è conosciuto per aver prodotto molti film di
successo e anche diversi documentari: tra i vari titoli, si
annoverano film come The Aviator, Cappuccetto rosso sangue
(2011), Le idi di marzo (2011),
Il fuoco della vendetta (2013), The Wolf of Wall Street,
La legge della notte
(2016), Robin Hood – L’origine della
leggenda (2018), Richard Jewell (2019)
e documentari come The 11th Hour (2007), Virunga
(2014), Cowspiracy (2015), Punto di non
ritorno (2016) e Sea of Shadows (2019). Ma non
solo: DiCaprio ha prodotto anche le serie TV Greensburg
(2008) e le miniserie Digital Wampum (2015), Fire
Chasers (2017) e Jonestown: Terror in the Jungle
(2018).
Leonardo DiCaprio: chi è la sua
fidanzata
3. Leonardo DiCaprio ha
sempre avuto fidanzate con meno di 25 anni. Oltre ai film
da lui interpretati, Leonardo DiCaprio è famoso anche per avere
avuto uno stuolo di fidanzate giovanissime e biondissime. Di
recente è stato realizzato un grafico che mostra come l’attore non
abbia mai frequentato una donna che avesse un’età maggiore ai 25
anni e tutte sono durate per poco tempo, salvo quelle con
Gisele Bundchen e Bar Rafaeli,
durate poco più di cinque anni. Tra le diverse fidanzate, oltre la
Bundchen e la Refaeli, sono comparse Blake Lively, Erin Heatherton,
Toni Garrn, Klly Rohrbach e Nina
Adgal.
4. Leonardo DiCaprio è
stato fidanzato con la figliastra di Al Pacino. Dal marzo
del 2018, DiCaprio ha iniziato a frequentare la Camila
Morrone, famosa più che altro per essere la figliastra di
Al Pacino (la
giovane, infatti, è la figlia di Lucila Solà, compagna di Pacino).
Tra i due la differenza d’età è importante, 44 anni lui e 22 lei,
ma questo non gli ha impedito di formare una coppia che per un
certo periodo è sembrata piuttosto affiata. Nel 2022, tuttavia, i
due si sono lasciati. Ad oggi non ci sono certezze riguardo una sua
attuale compagna, ma tra i nomi usciti di recente vi sono
l’italiana Vittoria Ceretti e la modella
MeghanRoche.
Leonardo DiCaprio e Kate
Winslet
5. Leonardo DiCaprio ha
regalato a Kate Winslet un anello dell’amicizia. Da quando
si sono conosciuti sul set di Titanic, DiCaprio a Kate Winslet
sono diventati amici inseparabili, tanto da essere sempre presenti
agli eventi importanti della vita dell’altro. L’attore, infatti, ha
accompagnato all’altare la sua amica durante il matrimonio con il
terzo marito Ned Rocknroll ed è il padrino del suo
terzo figlio, mentre lei c’è sempre stata per sostenere le sue
campagne ambientali durante la sua vittoria agli Oscar. Per
celebrare la loro profonda amicizia, DiCaprio ha regalato alla
Winslet, dopo essersi ritrovati sul set di Revolutionary
Road, un anello dell’amicizia a cui l’attrice è molto
affezionata.
Leonardo DiCaprio e Martin
Scorsese
6. Leonardo DiCaprio e
Martin Scorsese sono pronti a collaborare ancora. Se c’è
uno dei sodalizi tra attore e regista più intensi ed edificanti,
quello è tra Martin Scorsese
e Leonardo DiCaprio. I due, che hanno negli anni dato vita a
diversi grandiosi film, sono ora pronti a collaborare per la
settima volta per un film dal titoloThe
Wager tratto dall’omonimo romanzo di
DavidGrann. Per loro
questa nuova collaborazione seguirà le esperienze di Gangs of
New York, The Aviator, The Departed, Shutter Island,The Wolf of Wall Street e
di Killers of the Flower
Moon.
Leonardo DiCaprio in Titanic
7. Non era certo di voler
accettare il ruolo. Considerando che DiCaprio si è
consacrato proprio grazie al ruolo di Jack Dawson in Titanic, soprende
sapere che egli era inizialmente insicuro sull’accettare o meno la
parte. L’attore temeva infatti che il personaggio non fosse dotato
di particolarità tali da renderlo interessante. Il
regista James Cameron,
però, riuscì però a convincerlo sottolineando la complessità del
costruire il personaggio come una persona normale. Partendo da tale
indicazione, DiCaprio ha dato vita ad una delle sue interpretazioni
più celebri.
Leonardo DiCaprio ha vinto un
Oscar
8. Leonardo DiCaprio ha
vinto l’Oscar dopo 6 candidature. Chiunque è a conoscenza
del travagliato rapporto esistente tra DiCaprio e i Premi Oscar:
l’attore, infatti, ha ricevuto ben 7 candidature agli Academy – di
cui 5 come Miglior Attore Protagonista, 1 come Miglior Attore non
Protagonista e una come Miglior Film. Di tutte queste nomination,
l’attore è riuscito a vincere l’ambita statuetta nel 2016 grazie al
film Revenant – Redivivo, conquistando, finalmente e per
la gioia dei suoi fan che avevano aperto anche delle petizioni
online, il titolo di Migliore Attore.
Leonardo DiCaprio da giovane
9. È stato un bambino
prodigio. Comparso in alcuni spettacoli televisivi già
quando aveva tre anni, DiCaprio inizia poi ad interessarsi alla
recitazione sin da adolescente. In breve tempo si afferma come un
prodigio, recitando in alcune serie e film. Nel frattempo, trovato
un agente a Hollywood, rifiuta il consiglio da parte di questi di
cambiare il proprio nome in Lenny Williams, considerato più
american friendly, e nel 1999 lo protegge divenendone il
titolare dal punto di vista commerciale. A soli 18 anni, poi,
ottiene la sua prima nomination all’Oscar per Buon compleanno Mr.
Grape.
Leonardo DiCaprio ha origini
italiane
10. Il suo nome è in onore
al celebre artista. Dal lato paterno, DiCaprio vanta
origini italiane. I suoi bisnonni, Salvatore Di
Caprio e Rosina Casella, erano originari
di Napoli, secondo una notizia fatta circolare nel 1998, e la
famiglia di Salvatore era originaria di Alife. Come noto, gli è poi
stato dato il nome Leonardo perché diede il suo primo calcio mentre
la madre incinta stava osservando un dipinto di Leonardo da Vinci
nella Galleria degli Uffizi di Firenze. Da parte di madre, invece,
ha origini tedesche.
Annunciato quasi un anno fa, è stato
presentato martedì a Macau il prezioso cortometraggio in cui
Martin Scorsese ha diretto le sue
“muse” Leonardo DiCaprio
e Robert De Niro, realizzato per
l’inaugurazione dei due nuovi casinò Studio City e Manila City
of Dreams, nelle Filippine. The Audition,
questo il titolo, è prezioso per due motivi: oltre a vedere la
straordinaria combinazione di tre dei nomi più importanti del
cinema, il corto è costato ben 70 milioni di dollari per 15 minuti
di pellicola (con un compenso per i protagonisti di 13 milioni
a testa).
Di Caprio ha speso parole di elogio
per quelli che definisce i suoi due “papà cinematografici”,
puntualizzando come il protagonista della clip non sia né lui né De
Niro, ma Martin Scorsese, e definendo
scherzosamente Brad Pitt, che ha fatto un
cameo, un attore eccezionale che ha tentato di rubare la
scena. Chissà se ora, come si chiede anche il
produttore Brett Ratner, il favoloso trio
adatterà il corto in un film? Non sarebbe di sicuro un’opera facile
visto che, considerando la cifra impiegata per il corto, ci
vorrebbero almeno 420 milioni di dollari…
Leonardo DiCaprio
ha finalmente vinto questo suo primo benedetto premio. L’attore di
Titanic ha portato a casa l’Oscar 2016
per la migliore interpretazione maschile da protagonista e il mondo
è esploso di felicità. Più per la caricatura esasperata che era
stata esercitata ne corso degli ultimi giorni da meme e video
divertenti, che per l’effettiva consapevolezza di un tale
prestigioso riconoscimento a una carriera (più che a una
performance) che non subisce cali di qualità da vent’anni.
Ebbene, per la serie ‘internet goes
wilde’, ecco una reazione, sicuramente preparata ed eccessiva ma
non per questo meno diventente, all’annuncio di Julianne
Moore:
OUR REACTION WHEN LEO FINALLY WON THE OSCAR! Follow me on
lnstagram: @LoganPaul
Pubblicato da Logan Paul su Domenica
28 febbraio 2016
Leonardo DiCaprio
riceverà l’Actors Inspiration Award in occasione del 30esimo
anniversario della Screen Actors Guild Foundation (la fondazione
nonprofit che fornisce assistenza agli attori professionisti
del sindacato SAG AFTRA ma si occupa anche di programmi di
alfabetizzazione), che celebrerà questo prestigioso traguardo il
prossimo 5 novembre a Beverly Hills presso il Wallis Annenberg
Center for the Performing Arts.
I premi e l’attore di
Inception non vanno quasi mai d’accordo,
ma questa volta il palco sarà tutto
per Leonardo DiCaprio, cinque volte
nominato agli Oscar (senza aver mai vinto, si sa) e sette volte
nominato ai SAG Awards (i riconoscimenti assegnati dal sindacato).
La SAG Foundation ha deciso di onorare il lavoro di DiCaprio in
film come The Wolf of Wall
Street,The Aviator
e Django Unchained, ma anche il suo
impegno come attivista di diverse cause ambientali, dagli
oceani alle foreste, attraverso la personale fondazione
dell’interprete losangelino.
“Sono onorato di ricevere questo
riconoscimento dalla SAG Foundation, un gruppo che ha fatto così
tanto per sostenere e formare i miei colleghi attori,
restituendo qualcosa di importante all’industria
dell’intrattenimento, senza dimenticare il lavoro svolto per
migliorare l’alfabetizzazione dei bambini”, ha dichiarato
Leonardo DiCaprio, atteso protagonista di
Revenant – Redivivo che
uscirà a Natale negli Usa e in Italia il 28 gennaio.
Leonardo DiCaprio
– Agli inizi della sua carriera pochi avrebbero scommesso su quel
nome così tipicamente italiano, lontano dall’appeal
internazionale delle platee americane e mondiali, tanto che
gli fu consigliato di cambiarlo in favore di un insignificante
Lenny Williams. Ma il suo fiuto e l’attaccamento alle sue radici
familiari, gli suggerì di non cedere, vista anche la fama raggiunta
da altri italoamericani ad Hollywood. Così, oggi tutti lo
conosciamo col suo nome di battesimo, come uno degli attori più
apprezzati della sua generazione e dei più pagati dello star
system. Negli anni ’90 è stato l’idolo delle adolescenti con due
film di culto come Romeo+Giulietta di
Baz Luhrmann e Titanic
di James Cameron. Ma chi pensava che sarebbe stato
una meteora, si è dovuto ricredere.
Da allora infatti, ha inanellato
collaborazioni illustri ed enormi successi di pubblico, che lo ha
sempre seguito fedelmente, mentre la critica non ha potuto non
riconoscerne il talento spregiudicato che ne ha segnato gli esordi,
come la versatilità e la volontà di sperimentare senza farsi
imprigionare da facili cliché recitativi, dimostrate in seguito.
Tra i sodalizi più fecondi, quello ormai decennale con Martin
Scorsese, che ha dato origine a pellicole di grande successo come
Gangs of New York, The Aviator – per
cui ha vinto il Golden Globe – The Departed
e Shutter Island. Ma a dirigerlo sono stati
anche Woody Allen, Stephen Spielberg, Clint Eastwood, Christopher Nolan e
da ultimo Quentin Tarantino, che gli ha offerto il
ruolo del cattivo in Django Unchained. Dopo
il passaggio a Cannes il 15 maggio prossimo, dal 16 sarà nelle
nostre sale con Il grande Gatsby, nuova
trasposizione dell’omonimo romanzo di Francis Scott Fitzgerald.
Qui, sarà diretto di nuovo da Baz Lhurmann a diciassette anni di
distanza dalla loro ultima collaborazione ed interpreterà il ruolo
che nel ’74 fu di Robert Redford.
Leonardo Wilhelm
DiCaprio nasce a Los Angeles l’11 novembre del 1974 da
George DiCaprio, fumettista americano di origini italo tedesche, e
Irmelin Inderbirken, di origini tedesco russe. Fin da piccolissimo
lavora in tv, partecipando a show televisivi e spot pubblicitari.
Si diploma a Los Angeles, mentre i suoi genitori si sono già
separati, sebbene resteranno in buoni rapporti. Tra le prime
apparizioni sul piccolo schermo ricordiamo la partecipazione alla
serie Genitori in blue jeans. Nel 1991, a soli 17 anni,
debutta al cinema nel genere horror con Critters
3. Due anni dopo, DiCaprio già fa parlare di sé per le
sue doti attoriali: in Voglia di
ricominciare affianca addirittura Robert De
Niro, mentre in Buon Compleanno Mr.
Grape di Lasse Hallström recita
accanto a Johnny Depp e Juliette
Lewis dimostrando un talento non comune nel tratteggiare
in maniera assai vivida il personaggio del giovane Arnie Grape,
affetto da ritardo mentale e accudito dal fratello Guilbert/Depp in
un paesino della provincia americana. Un’ottima prova, per la quale
riceve la sua prima nomination all’Oscar e al Golden Globe, come
miglior attore non protagonista.
Leonardo DiCaprio, da idolo
delle adolescenti a star di Hollywood
La prima grande
occasione arriva però nel 1996 grazie a Baz
Luhrmann, che vuole DiCaprio nei panni di Romeo per la sua
originalissima trasposizione di una delle più note tragedie
shakespeariane: Romeo e Giulietta. Il tutto diventa, nelle
mani del regista, Romeo+Giulietta.
L’esperimento è ardito, l’ambientazione è più che moderna, in una
fantomatica Verona Beach che ha il sapore dei sobborghi americani,
dove le nobili famiglie rivali del testo si trasformano in potenti
famiglie di industriali, che si combattono a colpi di pistola e non
di spada. Ma tutto è giocato sui contrasti e la fedeltà al testo
nei dialoghi è altissima. L’alchimia tra i due protagonisti –
accanto a DiCaprio nei panni dell’amata Giulietta c’è
Claire Danes – funziona e la narrazione riesce
palpitante e coinvolgente, comunque la si pensi sulla forte
attualizzazione operata dal regista, che può turbare i “puristi”. A
DiCaprio stavolta va niente meno che l’Orso d’Argento a Berlino per
la migliore interpretazione. Dello stesso anno, La
stanza di Marvin, che lo vede impegnato in un ruolo di
adolescente problematico accanto a due grandi attrici come
Maryl Streep e Diane Keaton, ma
anche a Robert De Niro.
Il 1997 è l’anno dell’esplosione
della “DiCaprio mania”, grazie allo strepitoso successo della
pellicola diretta da James Cameron,Titanic, che racconta con toni romantici e immagini di forte
impatto il disastroso naufragio del famoso transatlantico.
A toccare le corde
romantiche degli spettatori sono Leonardo
DiCaprio, nei panni di Jack, disegnatore che viaggia in
terza classe, e Kate Winslet/Rose, ricca e giovane
viaggiatrice di prima classe, insoddisfatta della sua vita
omologata e di un noioso fidanzato che vuole controllarla. La
storia d’amore tra Jack e Rose durerà il tempo del viaggio e
terminerà con la sua tragica fine e con la morte di lui, ma il
ricordo di quei momenti vissuti intensamente riempirà il resto
dell’esistenza di Rose, sopravvissuta al disastro. La canzone
interpretata da Celine Dion, My heart will go on resterà
anch’essa celeberrima, inscindibilmente legata alla scena che
mostra come il sentimento nato tra i due giovani sembri capace di
volare e superare qualunque ostacolo, come fa Rose, sporta sulla
prua della nave, sorretta dall’abbraccio di Jack. L’abilità di
Cameron nell’uso della macchina da presa e nel sapiente ricorso
agli effetti speciali, oltre ai potenti mezzi tecnici ed economici,
rendono realistico e assai coinvolgente anche l’aspetto
scenografico del film: la furia dell’acqua che ingloba la nave
e trascina via tutto e tutti è certo l’altra grande
protagonista. La pellicola fa incetta di Oscar: non solo per il
miglior film e la miglior regia, ma ad essere premiati sono anche
fotografia, scenografia, montaggio, effetti speciali e ovviamente
la miglior canzone e colonna sonora. Quattro anche i Golden
Globe.
Dopo questo strepitoso successo,
arriva per Di Caprio l’occasione di lavorare con Woody
Allen, che lo dirige assieme a un folto manipolo di
attori, fra cui Kenneth Branagh e Melanie
Griffith, in una commedia in bianco e nero incentrata sul
rutilante e vacuo mondo delle celebrità hollywoodiane,
Celebrity. DiCaprio interpreta il ruolo di
Brandon Darrow, dando corpo alle bizze di una giovane e volubile
star. Nel 2000 a volerlo nel
suo The Beach è invece Danny
Boyle, che, due film dopo il folgorante successo di
Trainspotting, è alla ricerca del bis. Qui,
l’attore è un turista americano in Thailandia, che approda su
un’isoletta abitata da una comunità hippie, al cui vertice c’è
Sal/Tilda Swinton. L’atmosfera, però, si rivela
presto tutt’altro che di “love and peace” e l’isola che sembra un
paradiso si scopre una prigione da cui è difficile evadere. Il
contrario della vacanza perfetta, insomma. Il protagonista finisce
per auto isolarsi e il mito sessantottino è demolito, così come
l’illusione di trovare fuori di sé benessere e felicità, in un
luogo ancor prima che in sé stessi. L’ambientalista DiCaprio dovrà
affrontare per questo film critiche sullo sfruttamento e
snaturamento paesaggistico dell’isola scelta per le location – Phi
Phi Le, vicino a Phuket. La produzione si impegnerà poi a
ripristinare l’equilibrio iniziale. Inoltre, questo lavoro che lo
ha visto anche collaborare alla sceneggiatura di alcune scene, non
convincerà fino in fondo né la critica, né il pubblico.
È poi la volta di Prova a
prendermi, in cui l’attore è diretto da un altro grande
cineasta americano: Steven Spielberg, che lo utilizza
sfruttandone le molteplici capacità e potenzialità espressive per
una sua opera inconsueta quanto riuscita. Questa movimentata e
rutilante commedia poliziesca vede l’attore nei panni dell’esperto
e spregiudicato frodatore del fisco Frank Abagnale jr., mago della
truffa che nell’America degli anni ’60 emise assegni falsi per
milioni di dollari, scatenando una spietata caccia all’uomo da
parte dell’FBI. Il
personaggio è quello di un ragazzo che si trova a far fronte al
fallimento finanziario del padre, un sempre ottimo
Christopher Walken, in maniera illegale. Inizierà
così una rocambolesca corsa guardia-ladro – nel ruolo del
poliziotto c’è Tom Hanks – e si creerà tra i due
un rapporto quasi padre – figlio, risvolto che amplia il raggio del
film facendolo esulare dalla classica commedia poliziesca. Il ritmo
è coinvolgente, DiCaprio tratteggia con estro il suo poliedrico
personaggio, mentre Tom Hanks sa sfruttare con maestria tutte le
potenzialità del proprio ruolo.
Il 2002 è un anno
importante nella carriera di DiCaprio, perché vede l’inizio della
sua longeva e proficua collaborazione con uno dei più grandi
registi americani di sempre, Martin Scorsese. Il
regista lo dirige infatti per la prima volta in Gangs of
New York, in cui condivide il set con Daniel
Day-Lewis e Cameron Diaz per una storia
di vendetta tutt’altro che edificante, ambientata nell’America di
metà Ottocento. Nella New York del 1846 regnano violenza e
malaffare. Le due fazioni contrapposte sono quella degli emigranti,
protetta da padre Vallon, e quella dei nativi, capeggiati da Bill
Poole/Day-Lewis. Quest’ultimo uccide Vallon e anni dopo suo figlio,
Amsterdam Vallon/DiCaprio, cercherà vendetta, mentre il paese è
sull’orlo della guerra civile. Non siamo per nulla dalle parti del
mito fondativo edificante, ma nelle mani di uno Scorsese che non
teme di guardare là dove le radici dell’essere americano realmente
risiedono: in un’eterna lotta tra bande, combattuta con crudeltà,
coraggio e fiera rozzezza. Il film si rivela commercialmente un
indiscusso successo: in Usa è uno dei più fruttuosi nella carriera
di Scorsese, che ottiene inoltre il Golden Globe.
Il regista prepara
poi un altro lavoro che vede nell’attore di Los Angeles il
protagonista ideale. È il biopic The
Aviator, sul produttore, appassionato di aviazione e
affetto da disturbi psichici, Howard Hughes, che tra gli anni ’20 e
i ’40 fu il grande mentore del cinema americano ed è per Scorsese
una chiave ideale per farci perdere nei colori, nelle luci e nel
glamour del mondo hollywoodiano di quegli anni. Ma ciò che preme al
regista non è solo restituirci quell’atmosfera. Il film è infatti
anche un’occasione imperdibile per affrontare una personalità
complessa come quella di Hughes, in cui convivono il miliardario
vincente col fiuto per gli affari, modano e donnaiolo, e
l’individuo che combatte con le proprie ossessioni, che cerca
nell’ebbrezza del volo lo stordimento, così da dimenticare nodi
irrisolti, quelli che lo porteranno a concludere la sua esistenza
in completa solitudine e follia molti anni dopo. Un DiCaprio
istrionico è dunque quello che serve al film ed è ciò che l’attore
riesce ad essere, dimostrando di essersi evoluto ed emancipato
definitivamente dai cliché che rischiavano d’imprigionarlo dopo lo
strepitoso e repentino successo di
Romeo+Giulietta e soprattutto di
Titanic. Il successo è decretato
oltre che dagli ottimi incassi, da un numero cospicuo di statuette:
Oscar vanno a Cate Blanchett per la sua interpretazione di
Katharine Hepbourne, alla fotografia, alla scenografia di
Dante Ferretti, ai costumi e al montaggio, ma il
film guadagna anche il Golden Globe come miglior pellicola
drammatica, mentre DiCaprio ottiene il premio come miglior
attore.
Ormai l’attore è
stabilmente parte dello star system hollywoodiano, sceglie con cura
i ruoli da interpretare e continua a restare fedele a quei registi
che lo hanno messo maggiormente a suo agio e coi quali ha ottenuto
i maggiori successi. Non per nulla, nel 2006 sarà diretto ancora da
Scorsese in The Departed – Il bene e il
male, thriller ispirato a Infernal
affairs di Andrew Lau. Ma mentre lì
l’ambientazione era Hong Kong, il poliziesco di Scorsese si svolge
a Boston, dove DiCaprio/Billy Costigan è infiltrato dalla polizia
nella banda del boss di turno, interpretato da Jack
Nicholson. Durante le indagini, si ritrova alle prese con
Colin Sullivan/Matt Damon, che è invece
l’infiltrato del boss nella polizia. Il film è una creazione
ardita, giocata sui ruoli opposti dei due poliziotti, sulla
labilità dei confini tra bene e male e sull’incertezza
dell’identità che investe vari aspetti del film. Questa prova
recitativa complessa è superata da un ormai maturo e sicuro
DiCaprio. Il film, presentato in anteprima alla prima edizione del
Festival del Cinema di Roma, riceve una buona accoglienza. Gli
incassi sono ragguardevoli e in più arrivano premi pesanti.
Scorsese ottiene il Golden Globe e finalmente l’Oscar per la
migliore regia, ma quest’ultimo riconoscimento va anche al film,
alla sceneggiatura non originale e al montaggio.
Nel frattempo, il nostro attore è
anche impegnato nelle cause ambientaliste e nell’attività di
documentarista.
Nel 2008, a undici
anni da Titanic, DiCaprio torna a recitare
con l’amica Kate Winslet nel film
Revolutionary road, diretto dal marito di
lei Sam Mendes e tratto dall’omonimo romanzo di
Richard Yates. I due interpretano magistralmente i coniugi Wheeler
e la loro stanca e vacillante vita di coppia nella provincia
americana bigotta e perbenista degli anni ’50. L’ammirazione di cui
godono nel vicinato per la loro unione che dall’esterno pare
perfetta è pari alla crisi che in realtà vivono. L’alchimia di
coppia si rinnova qui come nel precedente lavoro che li aveva visti
insieme, anche se i toni sono decisamente diversi: lì c’era l’amore
eterno e totalizzante che trionfava al di là di tutto; qui, una
relazione che sta per rompersi, un equilibrio che è retto solo
dalla necessità di mantenere le apparenze. La Winslet merita
senz’altro il Golden Globe che guadagna per la sua interpretazione
e dimostra come anche il suo percorso artistico si sia evoluto nel
corso del tempo.
Due anni dopo è la volta di una
nuova collaborazione con Scorsese, che sceglie DiCaprio per il non
facile ruolo di un folle in Shutter Island.
In questa pellicola ambientata negli anni ’50 dal sapore gotico e
inquietante, il punto di vista scelto dal regista spiazza lo
spettatore e lo conduce per mano in un vortice di follia, in una
costruzione visionaria che lo spettatore scambia per realtà,
proprio come il protagonista che ne è vittima. Ancora una vota e in
modo ancor più estremo, dunque, il regista mette il suo attore di
riferimento degli ultimi anni alle prese con una realtà dalla
quale è avulso, stavolta totalmente e irrimediabilmente, a
differenza di Howard Hughes. DiCaprio porta a casa il personaggio
ancora una volta con successo, dimostrandosi sempre più a suo agio
nel dare corpo a individui dai marcati lati oscuri o dalla
personalità decisamente disturbata. Al suo fianco Mark
Ruffalo, Ben Kinsley e Michelle
Williams.
Nel 2010
DiCaprio diventa poi per Christopher Nolan il
ladro di sogni Dom Cobb in quell’architettura intricata e
visionaria che è Inception. Alle
collaborazioni illustri il nostro attore aggiunge nel 2011 quella
con l’immarcescibile Clint Eastwood, che da
regista lo vuole per vestire i panni di J. Edgard Hoover,
approfittando della controversa figura del primo capo dell’FBI per
mettere in risalto luci e ombre dell’America in una visione al
solito realista e che non risparmia critiche al sistema, pure
intendendo conservarlo. Hoover era noto per i suoi metodi rigidi e
godeva di un immenso potere per via dello sterminato archivio
d’informazioni che custodiva con la collaborazione della sua fedele
segretaria, qui interpretata da Naomi Watts. Ma era anche, ci fa
sapere Eastwood, un uomo ossessionato dall’ordine e dal rispetto
delle regole, che aveva deciso di sacrificare tutto al lavoro e
nascondeva tra le mura dell’ufficio anche il sentimento nato nei
confronti del collega, Clyde Tolson. Si tratta dunque di una
biografia che ci parla dell’uomo J.
Edgar, ma anche di un’America senza scrupoli nel nome
della “nazione”, con un DiCaprio ancora impegnato a tratteggiare le
mille sfaccettature dell’animo umano.
Lo scorso anno abbiamo
invece visto l’attore, forse in uno dei suoi migliori ruoli di
cattivo, nell’ultima fatica di Quentin Tarantino, Django
Unchained. Mentre, dal prossimo 16 maggio sarà nelle
sale italiane diretto di nuovo da Baz Lhurmann,
che torna a puntare su di lui dopo ben diciassette anni, facendone
il protagonista della sua versione de Il grande
Gatsby. Il film sarà presentato il giorno prima in
apertura del Festival
di Cannes e sarà in 3D. Jay Gatsby era stato già interpretato
da Robert Redford nel ’74, per la regia di
Jack Clayton. Vi erano state precedentemente altre
due trasposizioni: una muta, all’indomani dell’uscita del romanzo
di Fitzgerald, nel ’26 e l’altra nel ’49. Stavolta accanto a
DiCaprio ci saranno Tobey Maguire nel ruolo di
Nick Carraway e Carey Mulligan in quello di Daisy.
Sul tocco eccentrico e originale di Baz Lhurmann
c’è poi da scommettere.
Alla festa di 40 anni di carriera
di Giorgio Armani la sfida è stata tra
Leonardo DiCaprio e Tom Cruise. E
se è vero che in amore vince chi fugge, DiCaprio ha tanto da
insegnare al collega.
L’atteggiamento trai due divi non
poteva essere più diverso all’esclusiva festa in via Manzoni a
Milano di ieri notte. Da una parte il solare Tom, tutto sorrisi,
scatti e flash, dall’altra l’ombroso e capelluto Leo, che non
voleva proprio saperne di farsi fotografare. Ebbene, la sfida trai
due è finita con uno schiacciante 20 a zero per il protagonista di
Titanic, che senza farsi distrarre dei fan e dai curiosi, si è
concentrato solo sulle modelle, le uniche a non essere tenute a
distanza dal latin lover americano.
Oltre ai due divi, alla festa era
presente anche il nostro Paolo Sorrentino, alla
testa di un manipolo di vip italiani e anche una divertita
Lindsay Lohan.
Dopo aver dato l’anima ed essere
stato ripagato con l’Oscar per The Revenant, Leonardo
DiCaprio pensa al prossimo progetto cinematografico da
attore.
E mentre c’è chi lo vorrebbe nei
panni del Joker di Scorsese e lui
che invece sembra sempre più concentrato nel suo impegno a difesa
dell’ambiente, arriva una dichiarazione molto interessante da parte
di Stan Lee.
Il celebre fumettista di casa
Marvel ha infatti dichiarato che
Leonardo DiCaprio sarebbe interessato a portare un
suo biopic sul grande schermo.
Ecco cosa ha detto Lee
al HasCon (Hasbro Con 2017): “Che ci
crediate o no, ho già discusso di questa cosa (un biopic) con
Leonardo DiCaprio. Lui è un mio vicino e stavamo parlando di questo
qualche mese fa e lui ha detto ‘Sarebbe divertente fare la tua
storia al cinema’. E io ‘Bene, ti farò un’audizione’. Bisogna
essere sicuri se è capace.”
Sembra sicuramente una svolta
interessante per la carriera di DiCaprio, che non ha mai nascosto
la sua propensione ai biopic. Il suo film da Oscar era infatti una
storia biografica (rimaneggiata), ma anche alcuni dei suoi maggiori
successi, come Prova a Prendermi, The Wolf of Wall Street o
ancora J. Edgar e The
Aviator.
Tra i prossimi progetti di
Leonardo DiCaprio c’è il film The Black
Hand, un altro biopic in cui l’attore sarà l’agente
Joe Petrosino, e Killers of the Flawer
Moon, in cui sarà di nuovo diretto da Martin
Scorsese.
La vincita dell’Oscar da parte di
Leonardo DiCaprio sembra ormai certa. Quest’anno
sarà il suo anno, dicono in molti, tra fan, giornalisti e colleghi.
Ma se per caso qualcosa andasse storto e l’ambito premio andasse a
qualcun’altro?
Non c’è problema. Ci hanno già
pensato i fan russi dell’attore, pronti a creare un personale
Oscar per Leo. Ebbene sì. Secondo quanto riporta
il giornale Metro, i fan della Siberia hanno indetto una
campagna chiamata ”The Oscar For Leo”, che
consiste nel donare il proprio oro o argento, per essere poi fusi e
creare la statuetta. Una statuetta che avrà le sembianze umane, di
12 pollici di altezza, in argento, con un Choron d’oro – un
tradizionale calice Yakut a tre piedi – mentre la testa avrà
lo sguardo verso il cielo (come si può vedere dalle foto).
L’organizzatrice della campagna, Tatyana
Yegorova, ha dichiarato: ”La Yakutia ama il
cinema di alta qualità e considera DiCaprio un attore capace di
ispirare e deliziare il suo pubblico”.
Per ora solo 100 persone hanno
preso parte alla campagna, donando i propri gioielli. E anche se
non è un vero Oscar, ha aggiunto Tatyana Yegorova, il premio
vuole essere un riconoscimento per la sua interpretazione in
The Revenant (in Russia,
chiamato ”The Survivor”).
”Considerato che il film è una
forma d’arte di massa, per le grandi masse, noi crediamo che
proprio le masse abbiano il diritto di dare questo premio”, ha
concluso.
Che dire? Senza dubbio Leonardo
DiCaprio apprezzerà il gesto.
Non si è davvero
risparmiato Leonardo Di Caprio sul set di
The Revenant: l’attore ha rivelato in
una recente intervista a Yahoo di aver quasi patito
le stesse agonie del suo personaggio, lo sfortunato cacciatore di
pelli Hugh Glass, durante le
riprese.
“Posso citare almeno
30 o 40 sequenze che hanno rappresentato le più grandi sfide della
mia carriera: dall’attraversare fiumi ghiacciati, al dormire in
carcasse di animali, al mangiare fegato crudo di bisonte, ho
costantemente patito il freddo ed ero ad un passo
dall’ipotermia.”
L’attore spiega di essersi dovuto
adattare per poter ricreare la visione che il
regista Alejandro González Iñárritu aveva
della storia, la cui lavorazione era stata rimandata per lungo
tempo proprio a causa della difficile logistica per le
ambientazioni e dell’enorme lavoro che sarebbe spettato a tutti,
dagli attori alla troupe: chi ha lavorato per Iñárritu ha
definito il set un “inferno vivente” tra temperature polari, membri
della crew in fuga e attori sottoposti a trattamenti disumani,
immersi in acque gelate e trascinati su terreni ghiacciati.
Dal canto suo Di Caprio ha dovuto inoltre imparare una precisa
coreografia per simulare il combattimento con l’orso e trovarselo
faccia a faccia, un’altra situazione non proprio gradevole, ma
l’attore si sa, ama le sfide, e questa sembra essere proprio una di
quelle che lo porterà vicino alla preziosa statuetta che ambisce
ormai da anni: l’Oscar ha sempre premiato chi si sacrifica per
l’arte e quest’anno a Leo di certo non si può dire di
non averlo fatto.
The Revenant verrà distribuito in
versione limitata in alcune sale
cinematografiche statunitensi dal 25 dicembre 2015, per poi essere
distribuito a livello nazionale l’8 gennaio 2016. In
Italia verrà distribuito il 28 gennaio
2016.
La premiere di Los Angeles di
C’era una volta a Hollywood ha portato sui
boulevard nei pressi del Chinese Theatre tutto lo star system, ma
ovviamente gli ospiti d’onore erano i protagonisti del film e
Quentin Tarantino, che ha sfilato sul tappeto
rosso al fianco di Leonardo DiCaprio,
Brad Pitt e
Margot
Robbie.
Il film, lo ricordiamo, sarà
l’ultima apparizione cinematografica di Luke Perry, l’attore di Berverly Hills
90210 che si è spento
prematuramente lo scorso marzo. Leonardo
DiCaprio, che da ragazzo era fan dello show, ha rilasciato
ai microfoni di Extra, durante la premiere, un’accorata
dichiarazione su Perry.
DiCaprio ha dichiarato che Luke era
una delle persone più dolci e gentili che abbia mai incontrato,
oltre ad esprimere la sua ammirazione di fan dello show, quando
all’apice del successo Perry “era il ragazzo più cool del
mondo”. Inoltre, come fosse un fan come tutti noi, Leo ha
dichiarato che, sul set con lui, era stregato dalla sua presenza, e
non riusciva a credere di poter essere sul suo stesso set.
Ecco il video:
All’inizio della produzione, si
pensava che il film fosse una cronaca degli omicidi della
Famiglia Manson, che hanno avuto proprio Sharon
tra le vittime più famose, tuttavia, abbiamo poi scoperto che
Tarantino racconterà la storia di una star di una serie tv western
(DiCaprio), vicino di casa della Tate (Robbie).
Nel cast del film compaiono
Leonardo DiCaprio, Brad Pitt, Margot Robbie,
Damian Lewis, Dakota Fanning,
Nicholas Hammond,Emile Hirsch,
Luke Perry, Clifton Collins Jr.,
Keith Jefferson, Timothy Olyphant, Tim
Roth, Kurt Russell e Michael Madsen.
Rumer Willis, Dreama Walker, Costa Ronin,
Margaret Qualley, Madisen Beaty e Victoria
Pedretti. Infine Damon Herriman sarà
Charles Manson.
Molti attori sognano di passare
dietro la macchina da presa, ma non Leonardo
DiCaprio, che ha spiegato a
Variety le ragioni per cui non vorrebbe mai dirigere un film.
“Sono stato davvero fortunato a recitare con tanti registi
grandiosi – ha dichiarato l’attore – probabilmente adesso
sono maledetto e non potrei mai dirigere un film. Non credo che
sarei capace di paragonare il mio lavoro a uno di loro. Ci sono un
sacco di cose che entrano in gioco quando dirigi un film. E
davveronon so come facciano loro. La verità è che se ho un
rimpianto, nella mia carriera avendo lavorato con uomini come
Alejandro e Marty, è quello di non essere capace di essere uno
spettatore e stare da parte e guarda quello che fanno sul set,
perché la mia unica preoccupazione riguarda quello che sto facendo
ogni giorno”.
“Ma – ha continuato
l’attore di 41 anni – sarebbe magnifico avere qualcuno che
documenti tutte le magnifiche esperienze che ho avuto e tutto
quello che imparato dalle mie decisioni. Devi guardare a queste
cose quando lavori con questi registi. Sono le piccole decisioni
che cambiano tutto”.
Grande ammirazione per i magnifici
filmmaker con cui ha lavorato, ma anche l’umiltà, forse eccessiva,
di chi sa che non sarebbe in grado di dirigere da solo una troupe e
realizzare un film. Dal momento che recitare gli riesce sempre così
bene, non sarebbe un problema se DiCaprio decidesse di rimanere
dov’è, davanti alla macchina.
Leonardo DiCaprio
poteva essere
Anakin Skywalker nella trilogia prequel di Star
Wars, ma rifiutò il ruolo. Durante la promozione
di The Revenant, l’attore
spiega perché disse di no a George Lucas.
“Ho avuto un incontro con Geroge
Lucas, ma non mi sentivo pronto a prendere una decisione così. Un
sacco di persone possono guardare alla mia carriera e alle scelte
che ho fatto, dicendo che c’è stato un periodo in cui ho inseguito
la fama (…) La verità è che sento di essere stato molto coerente
con l’idea dell’attore che volevo diventare”.
Sicuramente DiCaprio ha fatto la
scelta migliore per la sua carriera, ma che film avremmo avuto se
al posto di Hayden Christensen ci fosse stato
Leo?
E’ il grande sconfitto della
Notte degli Oscar 2014, parliamo di
Leonardo DiCaprio e dopo aver scatenato un
vero tormentone in rete oggi arrivano le candidature in suo onore,
ben sei.
Film dell’anno 12 anni schiavo American Hustle – L’apparenza inganna Lo Hobbit – La desolazione di
Smaug Hunger games: La ragazza di fuoco The Wolf of Wall Street Miglior attore
Bradley Cooper – American Hustle – L’apparenza
inganna
Leonardo DiCaprio – The Wolf of Wall Street
Chiwetel Ejiofor – 12 anni schiavo
Josh Hutcherson – Hunger games: La ragazza di fuoco
Matthew McConaughey – Dallas Buyers Club
Miglior attrice
Amy Adams, American Hustle – L’apparenza inganna
Jennifer Aniston – Come ti spaccio la famiglia
Sandra Bullock – Gravity
Jennifer Lawrence – Hunger games: La ragazza di
fuoco
Lupita Nyong’o – 12 anni schiavo Miglior attore emergente
Liam James – C’era una volta un’estate
Michael B. Jordan – Prossima fermata Fruitvale
Station
Will Poulter – Come ti spaccio la famiglia
Margot Robbie – The Wolf of Wall Street
Miles Teller – The Spectacular Now Miglior bacio
Jennifer Lawrence e Amy Adams – American Hustle –
L’apparenza inganna
Joseph Gordon-Levitt e Scarlett Johansson – Don
Jon
James Franco, Ashley Benson e Vanessa Hudgens – Spring
Breakers – Una vacanza da sballo
Shailene Woodley e Miles Teller – The Spectacular
Now
Emma Roberts, Jennifer Aniston e Will Poulter – Come ti
spaccio la famiglia Miglior combattimento Anchorman 2: The Legend Continues – Will Ferrell, Paul
Rudd, David Koechner e Steve Carell vs. James Marsden vs. Sacha
Baron Cohen vs. Kanye West vs. Tina Fey and Amy Poehler vs. Jim
Carrey e Marion Cotillard vs. Will Smith vs. Liam Neeson e John C.
Reilly vs. Greg Kinnear Io sono tu – Jason Bateman vs. Melissa McCarthy The Hobbit: The Desolation of Smaug – Orlando Bloom and
Evangeline Lilly vs. Orcs Hunger games: La ragazza di fuoco – Jennifer Lawrence,
Josh Hutcherson e Sam Claflin vs. Mutant Monkeys Facciamola finita – Jonah Hill vs. James Franco e Seth
Rogen Miglior performance comica
Kevin Hart – Ride Along
Jonah Hill – The Wolf of Wall Street
Johnny Knoxville – Jackass Presents: Bad Grandpa
Melissa McCarthy – Corpi da reato
Jason Sudeikis – Come ti spaccio la famiglia
Miglior scena horror
Rose Byrne – Oltre i confini del male – Insidious 2
Jessica Chastain – La madre
Vera Farmiga – L’evocazione – The Conjuring
Ethan Hawke – La notte del giudizio
Brad Pitt – World War Z Miglior duo
Amy Adams e Christian Bale – American Hustle – L’apparenza
inganna
Matthew McConaughey e Jared Leto – Dallas Buyers
Club
Vin Diesel e Paul Walker – Fast & Furious 6
Ice Cube e Kevin Hart – Ride Along
Jonah Hill e Leonardo DiCaprio – The Wolf of Wall
Street Miglior nudo
Jennifer Aniston – Come ti spaccio la famiglia
Sam Claflin – The Hunger Games: La ragazza di fuoco
Leonardo DiCaprio – The Wolf of Wall Street
Zac Efron – That Awkward Moment
Chris Hemsworth – Thor: The Dark World Miglior scena #WTF
Steve Carell, Will Ferrell, Paul Rudd e David Koechner
– Anchorman 2: The Legend Continues
Johnny Knoxville e Jackson Nicoll – Jackass Presents: Bad
Grandpa
Cameron Diaz – The Counselor – Il procuratore
Leonardo DiCaprio – The Wolf of Wall Street
Danny McBride e Channing Tatum – Facciamola finita Miglior trasformazione sul set
Christian Bale – American Hustle – L’apparenza
inganna
Elizabeth Banks – Hunger Games: La ragazza di fuoco
Orlando Bloom – Lo Hobbit: La desolazione di Smaug
Jared Leto – Dallas Buyers Club
Matthew McConaughey – Dallas Buyers Club
Miglior momento musicale
Backstreet Boys, Jay Baruchel, Seth Rogen e Craig Robinson
– Facciamola finita
Jennifer Lawrence – American Hustle – L’apparenza
inganna
Leonardo DiCaprio – The Wolf of Wall Street
Melissa McCarthy – Io sono tu
Will Poulter – Come ti spaccio la famiglia Miglior cameo
Robert De Niro – American Hustle – L’apparenza
inganna
Amy Poehler e Tina Fey – Anchorman 2: The Legend
Continues
Kanye West – Anchorman 2: The Legend Continues
Joan Rivers – Iron
Man 3
Rihanna – Facciamola finita
Miglior eroe
Henry Cavill nel ruolo di Clark Kent – L’uomo
d’acciaio
Robert Downey Jr. nel ruolo di Iron Man – Iron Man
3
Martin Freeman nel ruolo di Bilbo Baggins – The Hobbit: La
desolazione di Smaug
Chris Hemsworth nel ruolo di Thor – Thor: The Dark
World
Channing Tatum nel ruolo di John Cale – Sotto assedio –
White House Down
In questo esilarante video-parodia,
un Leonardo DiCaprio doppiato in italiano esprime
– durante la premiazione dei Sag Awards di sabato
scorso – tutta la sua acredine nei confronti di chi, in questi
anni, ne ha fatto il bersaglio preferito di gif, meme e battute
sulle sue reiterate sconfitte agli Oscar.
L’attore, che pare finalmente
proiettato alla conquista della sua prima statuetta con
Revenant – Redivivo,
ricorda inoltre i sacrifici compiuti nella lavorazione dei
suoi film, da Inception di
Nolan a Shutter Island
del maestro Scorsese.
Difficile comunque che il web si stanchi di Leonardo
DiCaprio: dalla gag con Lady Gaga ai
Golden Globes fino alla sua reunion con Kate
Winslet passando per la sigaretta elettronica dei
Sag, l’indimenticato protagonista di
Titanic non smette di
ispirare social media e internauti.