Dopo aver invitato alcune star di
Squid
Game a parlare delle teorie dei fan
sull’attesissima stagione 2 della serie sudcoreana, Netflix
ha deciso di stuzzicare ancora un po’ i fan e ricordarci che il 26
dicembre è più vicino che mai. La nuova stagione dello show ci
riporterà ai giochi mortali in cui solo un vincitore è in grado di
ottenere il premio di 45 miliardi di won, ma questa volta le
cose saranno diverse perché Gi-hun (Lee Jung-jae)
è determinato a far fuori le persone che lo hanno
traumatizzato.
Il teaser di Squid Game Season 2 – o semplicemente Squid
Game 2, come rivela il titolo – pone solo una domanda:
Siete pronti? I fan sono più che pronti, ovviamente, ma per ora non
sappiamo che tipo di sorprese ha in serbo lo showrunner della
serie Hwang Dong-hyuk per la seconda uscita
della popolarissima serie televisiva. Da quello che sembra, la
nuova edizione dei giochi almeno decollerà, il che significa che il
piano di Gi-hun non inizierà immediatamente.
Tuttavia, possiamo già vedere alcuni cambiamenti nella
struttura, con nuove uniformi senza volto che si uniscono alla
festa, nuovi giocatori che si preparano per giochi forse diversi e
Gi-hun che si avvicina a scoprire chi sono i poteri dietro un
evento così grande e segreto.
A questo proposito, sembra che
il viaggio di Gi-hun sarà tutt’altro che tranquillo. Il
trailer accenna a eventi di PTSD che potrebbe attraversare, come
allucinazioni e incubi. Ma che siano reali o meno, il protagonista
sarà ancora una volta al centro di un gioco pericoloso e
sfiderà coloro che non vogliono essere smascherati. Fino a che
punto riuscirà ad arrivare prima che decidano di farlo fuori?
Dovremo aspettare fino a dicembre per scoprirlo.
Lo showrunner di Squid
Game ha parlato anche della seconda stagione
Parlando con The Hollywood Reporter, il creatore della serie
Hwang ha rivelato il suo approccio ai nuovi episodi e ha parlato di
quale sarà la sua strategia per soddisfare l’enorme aspettativa che
si è creata intorno alla sua creazione. Ha dichiarato:
“Ho visto molte reazioni da
parte delle persone riguardo allo show, ma non voglio realizzare la
seconda stagione come risposta a quelle reazioni.Le
filosofie che ho messo nella prima stagione si estendono
naturalmente alla seconda.Invece di cercare di soddisfare
le aspettative degli spettatori, ho pensato all’ultimo momento,
quando Gi-hun si è allontanato dall’imbarco dell’aereo, e ho
pensato a quello che avrebbe fatto dopo.Ci sarà
naturalmente un flusso di eventi che porterà fino alla fine della
stagione.Non posso ancora condividere alcun dettaglio, ma
sapete che Seong Gi-hun è diventato una persona completamente nuova
alla fine della prima stagione, quindi la seconda stagione sarà
incentrata su cosa farà questo nuovo Gi-hun e su come si
svolgeranno le cose con questo nuovo tipo di personaggio”.
La nuova stagione di Squid
Game vede nel cast anche Wi Ha-joon
(Gyeongseong Creature), Lee
Byung-hun (Our Blues), Kang
Ae-shim (Frankly Speaking), Lee
Da-wit (Itaewon Class), Yang
Dong-geun (The Forbidden Marriage), Park
Gyuyoung (Sweet Home) e Kang
Ha-neul (Moon Lovers: Scarlet Heart). La seconda
stagione di Squid Game
sarà trasmessa da Netflix il 26 dicembre.
Se siete stati attenti mentre
guardavate la serie di Prime VideoIl Signore degli Anelli:Gli Anelli del Potere, avrete
probabilmente sentito il termine “Valar” una o due volte. Per chi
non ha familiarità con i testi di Tolkiien, si tratta di
una razza angelica di spiriti che sovrintendono non solo
alla Terra di Mezzo, ma anche a tutta Arda. Nella seconda
stagione, Sauron (Charlie Vickers),
spacciandosi per il “Signore dei Doni” Annatar, dice a chi
gli sta vicino di essere stato inviato per conto dei Valar,
dichiarazione che gli conferisce un’autorità semi-divina su
Celebrimbor (Charles Edwards). Ma chi sono davvero
i Valar e che impatto hanno ne Gli Anelli del Potere?
I Valar esistono fin dalla
creazione di Arda nella Prima Era
Prima che il Dio del leggendario di
J.R.R. Tolkien, un essere chiamato Eru
Ilúvatar, creasse il cosmo, il primo gruppo che portò all’esistenza
fu quello degli spiriti immortali chiamati Ainur. Nel
Silmarillion, Tolkien descrive un
racconto della creazione, chiamato “Ainulindalë”, in cui Eru usa la
musica degli Ainur (la Musica di Ilúvatar) per formare l’intero
universo, chiamato Eä, compresa la Terra, chiamata Arda. È qui,
all’inizio, che Melkor, un Vala anch’egli, inizia a seminare i suoi
semi nel mondo di Eru, con l’intenzione di usurpare il suo Signore.
Una volta completata la creazione, Eru dà agli Ainur la possibilità
di scegliere, offrendo ad alcuni di loro l’opportunità di entrare
nel mondo fisico per contribuire alla sua cura. I più forti
furono chiamati Valar (le Potenze di Arda), mentre molti
degli spiriti minori furono chiamati Maiar.
Il Signore dei Valar, un essere
chiamato Manwë, è il re dei quindici Valar, mentre suo fratello
Melkor è il più bello e potente. È questo che rende il suo
passaggio alla malvagità così spiacevole, un po’ come Lucifero
nella tradizione cristiana: l’angelo più bello agli occhi di Dio lo
tradisce e per questo viene cacciato del paradiso. Alla fine
Melkor viene bandito dai Valar, assumendo
l’identità di Mortgoth, anche se convince molti Maiar a seguirlo
nella sua ribellione, tra questi c’è Mairon, che in seguito sarà
meglio conosciuto come Sauron. È allora che inizia la guerra tra
luce e tenebre, quando i Valar aiutano gli Elfi e gli Uomini (i
Figli di Ilúvatar) contro Morgoth e le sue forze vili e corrotte.
Nella Prima Era, i Valar trovarono anche Valinor, nel continente
più occidentale di Aman. Solo gli immortali, come gli Elfi,
hanno il permesso di viverci, anche se, dopo la sconfitta di Sauron
nella Terza Era, vengono fatte alcune eccezioni per tre Hobbit
(Frodo, Sam e Bilbo, in quanto Portatori dell’Unico Anello) e un
Nano (Gimli, per intercessione di Galadriel). A Valinor, i Valar
creano i famigerati Due Alberi che vediamo nei flashback de Gli
Anelli del Potere, che poi le forze di Morgoth
distruggeranno in seguito.
Oltre a Manwë – che è già stato
citato per nome
nella seconda stagione – e a Melkor, ci sono altri tredici
Valar che hanno ciascuno diverse specialità. Solo Eru Ilúvatar è
onnipotente, e quindi i Valar hanno ciascuno un ruolo
specifico da svolgere nella creazione. Manwë è il Re dei
Venti, mentre sua moglie Varda è la Regina delle Stelle. Ulmo è il
Signore dell’Acqua, Aulë il Fabbro è il Signore della Terra (è
anche il vecchio maestro di Sauron e uno dei pochi Valar a essere
menzionato per nome in Anelli del Potere), Yavanna la
Portatrice di Frutti è la Signora della Terra (un’altra
indirettamente menzionata nello show), Estë è la Signora della
Guarigione e del Riposo, e così via. Alcuni Valar rappresentano i
sogni (Irmo), il giudizio (Námo) o la bellezza (Vána), mentre altri
sono l’incarnazione della sportività (Oromë), della misericordia
(Nienna) e delle arti (Vairë, Nessa). Data la devota fede cattolica
di Tolkien, i Valar potrebbero quasi essere considerati santi
patroni angelici, mentre altre interpretazioni accademiche li
paragonano alle divinità romane o greche di un tempo.
I Valar sono profondamente
legati al destino di Númenor nella Seconda Era
Uno degli aspetti più importanti del
posto dei Valar nella Terra di Mezzo è il loro legame con Númenor.
Nella Seconda Era,i Valar
sollevarono l’isola
di Númenordalle profondità del mare
per amore degli Edain, il gruppo di Uomini che aveva combattuto
valorosamente nella Guerra dei Grandi Gioielli della Prima Era.
Anch’essi si opposero a Morgoth, che fu bandito dai Valar in un
Vuoto senza tempo, apparentemente per non tornare mai più.
(Tuttavia, Tolkien propone un mito apocalittico per Arda chiamato
“Dagor Dagorath”, in cui Morgoth viene presumibilmente liberato per
un ultimo conflitto, come Satana alla fine del Libro biblico
dell’Apocalisse). Consegnando Númenor agli Edain, i Valar non sono
più coinvolti negli avvenimenti di Arda durante la Seconda Era. Con
Sauron che ha preso il posto di Morgoth nella gerarchia del male,
gli Uomini e gli Elfi (e i Nani, naturalmente) sono essenzialmente
abbandonati a se stessi per affrontare il nascente Signore
Oscuro.
Ma tutto questo cambiò quando i
Númenóreani attaccarono. Sebbene in origine, dopo la Prima Era, i
Númenóreani tenessero in grande considerazione i Valar, ritenendoli
quasi degli dei, anni di silenzio, uniti agli inganni di
Sauron, hanno fatto sì che Númenor voltasse le spalle ai vecchi
modi e alle vecchie tradizioni. Questo è esattamente ciò
che accade ne Gli Anelli del Potere, dove c’è una chiara
tensione tra i Númenóreani più agnostici, che non hanno alcuna
utilità per i Valar o gli Elfi, e i Fedeli, come Elendil
(Lloyd Owen), che lottano per rimanere
fedeli alla loro eredità. Sotto l’influenza del Signore Oscuro, i
Númenóreani – sotto la guida di Ar-Pharazôn (Trystan
Gravelle) – portano la lotta ad Aman, la patria dei Valar,
con il risultato di un orribile tradimento. Disperato, Manwë
implora Eru Ilúvatar di intervenire.
L’“Akallabêth” del
Silmarilliondescrive nei dettagli ciò che accade in
seguito. Come il Grande Diluvio che si trova nel libro biblico
della Genesi, Eru distrugge Númenor con una Grande Onda,
risparmiando solo i Fedeli rimasti, come Elendil e la sua famiglia.
Ma Eru non si fermò alla distruzione di Númenor. Rifece
anche il mondo, trasformandolo dal suo aspetto originario di terra
piatta in un globo sferico, e rimosse Aman da esso in modo
che l’uomo non potesse mai più navigarvi se non attraverso un
percorso specifico. Questo percorso porta gli Elfi completamente
fuori da Arda, conducendoli nelle Terre Eterne che Eru Ilúvatar ha
riservato per il bene dei suoi più grandi servitori.
I Maghi Istari furono
originariamente inviati dai Valar nella Terza Era
Al tempo della Terza Era, i Valar
interagiscono raramente con Arda. A parte qualche sporadica
menzione ne Il Signore degli Anelli, i Valar sono in gran
parte assenti dalla scena. Dopo la distruzione di Númenor, Sauron
fu sconfitto alla fine della Seconda Era durante la Guerra
dell’Ultima Alleanza, dove il figlio di Elendil, Isildur
(Maxim Baldry), rimosse dal suo dito con la forza
il suo Unico Anello del Potere. Ma nonostante il Signore Oscuro
abbia faticato a riacquistare il suo aspetto fisico, era ancora una
minaccia incombente sulla Terra di Mezzo. In risposta a ciò, i
Valar si rifiutarono di lasciare che la Terra di Mezzo rimanesse
completamente indipendente dalla loro influenza e inviarono
cinque valorosi Maiar, chiamati “Istari”, nel mondo travestiti da
uomini.
Olórin divenne Gandalf il Grigio
(poi Gandalf il Bianco), Curumo divenne Saruman il Bianco e
Aiwendil divenne Radagast il Bruno. C’erano altri due “Maghi
Blu” di nome Alatar e Pallando che non compaiono mai né ne
Lo Hobbit, né ne Il Signore degli Anelli, né in nessun altro racconto
di Tolkien. Attraverso Gandalf e gli altri quattro Istari,
i Valar contribuirono alla continua resistenza
all’influenza di Sauron. Purtroppo, non diversamente da
Sauron stesso, Saruman alla fine si rivoltò contro gli altri Maghi,
i Valar, Eru Ilúvatar e tutta la Terra di Mezzo, alleandosi con il
Signore Oscuro.
In effetti, nei Racconti
incompiuti, Tolkien stesso nota che solo Gandalf alla
fine rimase fedele al suo compito, e questo è senza dubbio
il motivo per cui Eru Ilúvatar lo resuscitò dopo la sua fatale
battaglia con il Balrog ne La Compagnia dell’Anello. Non
si sa molto di più sui Valar, ma se Annatar/Sauron sostiene di
essere il loro messaggero nella Terra di Mezzo ne Gli Anelli
del Potere, sappiamo che non è vero. Semmai, i Maghi Istari
sono la cosa più vicina a quel ruolo, e speriamo di vederne di più
quando questo misterioso Straniero (Daniel Weyman)
inizierà a scoprire di più sulle sue origini.
Tom Bombadil (Rory Kinnear) torna
nell’episodio di questa settimana de Il Signore degli Anelli:Gli Anelli del Potere,
“Dov’è?”, in cui si parla del ruolo dello Straniero (Daniel
Weyman) come Istar nella Terra di
Mezzo. Ancora confuso sul modo in cui dovrebbe diventare
abbastanza potente da opporsi a Sauron (Charlie
Vickers), lo Straniero chiede a Tom dei suoi poteri e di
come possa “dominare il Fuoco Segreto”. Tom è colto di
sorpresa da questa domanda – nessuno “padroneggia” il Fuoco
Segreto, dopo tutto! – e le cose sembrano ancora più
confuse. Cos’è dunque questo Fuoco Segreto che lo Straniero deve
imparare a maneggiare?
Il Fuoco Segreto è il potere
della vita e della creazione ne “Il Signore degli Anelli”.
Quando parlano del Fuoco Segreto,
sembra che lo Straniero e Tom Bombadil parlino prima di superpoteri
e poi di qualcosa di simile alla Forza di Star
Wars. Il Fuoco Segreto, però, è molto più
complesso ed è legato ai numerosi motivi filosofici e religiosi che
J.R.R. Tolkien ha utilizzato come fonte di
ispirazione per scrivere la storia del suo Legendarium. In poche
parole, il Fuoco Segreto (noto anche come “Fiamma
Imperitura”) è il potere creativo diErú
Ilúvatar, l’essere supremo che ha creato il mondo
della Terra di Mezzo e l’equivalente di Dio nel Legendarium.
Il Fuoco Segreto è spesso associato
all’essenza della vita e della creazione, descritto come il
potere che dà vitalità ed esistenza a tutte le cose. Ha un
ruolo fondamentale nella creazione degli Ainur (esseri angelici
come i Valar) e dell’intero mondo di Arda nel
Silmarillion. Ilúvatar rivelò la sua
visione della creazione agli Ainur attraverso una sinfonia divina
nota come Ainulindalë, o Musica degli Ainur (raffigurata nei
titoli di testa della Stagione 1). Sebbene gli Ainur abbiano
contribuito a questa musica, fu Ilúvatar a darle vera vita
inviando la Fiamma Imperitura nel cuore del mondo appena
creato.
Sebbene gli Ainur siano certamente
potenti e possano plasmare e governare parti del mondo, non possono
creare la vita da soli. Il Fuoco Segreto, detenuto solo da
Ilúvatar, è la fonte di tutta la vita ed è solo
grazie alla sua volontà che il mondo e i suoi abitanti prendono
vita. La Fiamma fa parte di ogni anima (o “fëar”) creata da
Ilúvatar, compresi gli Elfi e gli Uomini. Egli ne ha
impregnato anche i Nani, dopo che il Valar Aulë li ha creati. Il
ruolo degli Ainur era quello di contribuire a plasmare il mondo, ma
solo Ilúvatar, attraverso il Fuoco Segreto, poteva dargli vitalità
– e questo finì per rendere gelosi alcuni degli Ainur.
Morgoth cercò di rubare il Fuoco
Segreto per se stesso
Aulë può aver creato i Nani, ma se
ne pentì subito, confessando a Ilúvatar che non aveva intenzione di
ribellarsi attraverso di essi. Ciononostante, c’erano altri Ainur
che invidiavano il potere della vita e della creazione che solo
Ilúvatar deteneva, compreso il più potente degli
Ainur,Melkor – poi noto come
Morgoth. Egli ha sempre desiderato il potere della
creazione per sé e si è inimicato Ilúvatar fin dall’inizio
dell’Ainulindalë. Inizialmente Melkor intendeva cantare la
propria canzone, ma ad ogni correzione da parte di Ilúvatar, iniziò
a voler confondere anche gli altri Ainur.
Nel suo orgoglio e nella sua brama
di potere, Melkor cerca il Fuoco Segreto, sperando di dominarlo e
piegarlo alla sua volontà. Vaga per il Vuoto alla sua
ricerca, ma non riesce a trovarlo; dopo tutto, la Fiamma
Imperitura è detenuta solo da Ilúvatar. Questo fallimento frustra
ulteriormente Melkor. Incapace di creare la vita, si dedica
acorrompere e rovinare le
creazioni di Ilúvatar e degli altri Ainur. Invece di diventare un
vero creatore, Melkor diventa un distruttore, stravolgendo le cose
che già esistono, come gli Elfi che corrompe in Orchi, ad
esempio.
Il Fuoco Segreto è fondamentale per
comprendere non solo la natura malvagia di Morgoth, ma anche l’idea
di creazione di Tolkien e la storia che racconta con l’Ainulindalë.
Per Tolkien, la creazione è un atto d’amore e di
armonia, cosa che Morgoth, nel suo orgoglio, non è mai in
grado di realizzare. Quindi, il desiderio di Morgoth per il
Fuoco Segreto rappresenta la sua incapacità di creare
veramente, il che lo distingue dalle forze benevole del
Legendarium di Tolkien.
Il Fuoco Segreto fornisce
ulteriori prove che lo Straniero è Gandalf
Quando lo Straniero chiede di
“padroneggiare” il Fuoco Segreto, Tom Bombadil gli dice che,
sebbene possa mostrare scorci di futuro chiari come il passato, non
ha bisogno di un padrone. Il Fuoco Segreto è il potere della vita
stessa e fa parte di tutti gli esseri viventi. Melkor voleva
dominarlo e ha fallito. Quindi, non si domina il Fuoco
Segreto, ma lo si può servire, e questa scena potrebbe
essere un altro indizio su chi sia veramente lo Straniero.
Ci sono molte teorie sulla sua
identità, ma, mentre la seconda stagione de Gli Anelli del
Potere si avvia verso la fine, sembra che il fatto che sia
Gandalf (Ian
McKellen) sia la più popolare e probabile. La
menzione del Fuoco Segreto è un altro cenno, questa volta a una
delle scene più iconiche del Mago Grigio. Ne Il
Signore degli Anelli:La Compagnia
dell’Anello, Gandalf affronta il Balrog al
Ponte di Khazad-dûm a Moria. Prima di rompere il ponte, dice:
“Io sono un servitore del Fuoco Segreto, che possiede la
fiamma di Anor. Il fuoco oscuro non ti servirà, fiamma di
Udûn!”. “Anor” è la parola sindarin per ‘Sole’, mentre ‘Udûn’
significa ‘pozzo oscuro’ (è anche il nome della prima fortezza di
Morgoth e di una regione di Mordor, entrambi non correlati).
Quindi, in pratica, ciò che dice è qualcosa di simile a: “Io sono
un servo di Dio, che esercita il potere della luce. Il fuoco oscuro
non ti sarà utile, servo dell’inferno!”.
Oltre a menzionare il Fuoco Segreto,
le scene de Gli Anelli del Potere e de La Compagnia dell’Anello sono collegate
dall’idea di servire il Fuoco Segreto, non di
dominarlo. Tom Bombadil dice che il Fuoco Segreto non ha
bisogno di un padrone e Gandalf è uno dei suoi più grandi
servitori. Ciò significa che se lo Straniero si rivela davvero
Gandalf, in questo momento sta imparando a conoscere il
suo ruolo e i suoi poteri, e capirà il significato del Fuoco
Segreto e lo servirà correttamente. La seconda stagione de Gli
anelli del potere è in streaming su Prime
Video. I nuovi episodi vengono trasmessi ogni
giovedì.
Nell’ambito della Geeked
Week di Netflix,
lo streamer ha reso magico il macabro pubblicando uno speciale
dietro le quinte sulla realizzazione della seconda stagione di
Mercoledì.
Dura solo 48 secondi, ma la clip della serie
direttada
Tim Burton, che ha trasformato Jenna Ortega in una star, offre ai fan
una buona visione di ciò che ci si può aspettare nei corridoi della
Nevermore Academy per la prossima stagione, anche se Wednesday
stessa ha detto che non può mostrarci di più, per evitare che i
nostri occhi inizino a sanguinare. Anche se a lei sembra un
piacere. Il video vede anche il ritorno sulla scena di attori del
calibro di Burton, Catherine Zeta-Jones e Luis
Guzman.
Già ad aprile era stato annunciato che una serie di grandi nomi si sarebbero
aggiunti al cast sia come regular della serie che come guest star.
Tra questi c’è Christopher Lloyd, come guest star.
Lloyd ha interpretato lo zio Fester di Mercoledì nella Famiglia
Addams (1991) e in Addams Family Values (1993). Billie
Piper (Doctor Who) è stata annunciata come series
regular. Anche Steve Buscemi è stato annunciato come
series regular della seconda stagione. Non sappiamo molto dei loro
ruoli e non vediamo nessuno di loro nello sneak peek, ma date le
loro filmografie esistenti, sembrano essere molto adatti.
Mercoledì avrà una terza
stagione?
Il co-creatore della serie
Al Gough e il resto del team sono alacremente
al lavoro per completare la seconda stagione della serie, ma la
pianificazione non si ferma mai e, visto che Wednesday è
un successo in tutto il mondo, è inevitabile che si parli di una
terza stagione e oltre. Parlando con
Collider, in una nuova intervista per
Beetlejuice Beetlejuice, Gough ha
spiegato perché lui e il suo partner creativo Miles
Millar stanno tenendo aperte le loro opzioni per il futuro
mentre navigano nelle sale della Nevermore Academy e oltre. Gough
ammette di avere un’idea di base, una sorta di tabella di marcia,
ma nulla di concreto potrebbe arrivare fino a quando non avranno la
certezza di un rinnovo.
“È sempre un po’…Non è
mai una cosa o l’altra.Non è come dire: ‘Oh, stiamo facendo
solo una torta per questa stagione, poi penseremo alla torta
successiva nella prossima stagione’.Penso che ciò che
accade sia avere un’idea libera, e lo facevamo con Smallville,
avevamo delle indicazioni.E poi, durante lo sviluppo di una
stagione, iniziano a emergere alcune cose e ti rendi conto che è
una storia interessante, o che c’è qualcosa di interessante, e
questo potrebbe portarti alla terza stagione.Penso che qui,
ancora una volta, abbiamo dei segnali, un’idea di dove vogliamo
arrivare in ogni stagione, ma poi ci apriamo anche alla possibilità
di vedere quali storie sono interessanti per noi, quali personaggi
sono interessanti.Poi, quando si inizia a girare, si pensa:
‘Ok’”
Heartstopper, la
serie Netflix con il più alto tasso di zucchero (e non ci
dispiace affatto) arriva alla terza stagione e si presenta con un
nuovo trailer, diffuso dallo streamer in occasione della
Geeked Week. Charlie e Nick sono pronti a portare
le cose al livello successivo. Mentre si avvicinano in ogni modo,
affrontano la sfida più grande della loro relazione.
Di cosa parla Heartstopper?
Prodotta fuori dal Regno Unito, la
prima stagione dello show è stata un successo travolgente per
Netflix ed è già stata commissionata per altre due
stagioni. La commedia romantica di formazione segue Charlie e Nick,
che si incontrano al liceo e scoprono rapidamente che la loro
improbabile amicizia sta sbocciando in una storia d’amore
inaspettata.
Dopo il successo delle prime due, la
terza stagione vedrà ora la coppia riprendere i propri ruoli
accanto a artisti del calibro di Stephen Fry,
Olivia Colman e
Yasmin Finney. La serie segue la storia d’amore,
crescita e scoperta di Charlie (Joe Locke) e Nick
(Kit Connor).
È bello essere a casa. E per casa
intendiamo ovviamente Westview, nel New Jersey. Sono passati tre
lunghi anni dall’ultima volta che l’abbiamo visitata, e altrettanti
da quando Agatha Harkness (Kathryn
Hahn) si è ricordata chi era. Se avete bisogno
di un aggiornamento, in WandaVision Wanda Maximoff
(Elizabeth
Olsen) ha lanciato una maledizione sulla città,
facendo sì che tutti i suoi abitanti fossero intrappolati in una
sit-com – beh, tutti tranne Agatha Harkness. Una strega in
incognito di 350 anni, Agatha ha finto di essere una cittadina di
Westview sotto il suo incantesimo per indagare su cosa Wanda stesse
facendo e come. Dopo aver rivelato la sua vera identità attraverso
una sigla virale estremamente orecchiabile (naturalmente),
ha tentato di prendere il potere di Wanda ma è stata sconfitta, con
Wanda che ha intrappolato Agatha nel ruolo di
Agnes, la vicina ficcanaso.
Agatha è intrappolata in uno
show di detective nell’episodio 1 di Agatha All Along
L’episodio 1 di Agatha
All Along riprende tre anni dopo quel fatidico
giorno, con Agatha ancora fisicamente intrappolata nella
versione sitcom di Agnes. Mentalmente, però, è protagonista
di uno show tutto suo: non una commedia questa volta, ma una serie
poliziesca, Agnes of Westview, con tanto di
titoli di testa che dichiarano in modo esilarante che è “basata
sulla serie danese Wandavisdysen”. (Chi di noi non ha
mai apprezzato uno o due drammi polizieschi scandinavi?) È
piuttosto appropriato, considerando che l’intera WandaVision ha visto Agatha cercare di
capire chi fosse Wanda, e il primo episodio la vede lentamente
mettere insieme chi è lei stessa. Se c’è una cosa che la creatrice
Jac Schaeffer ama, è l’ironia. Se c’è
un’altra cosa, è la parodia.
E parodia lo è, giocando con tutti i
tropi del genere poliziesco. Forse non è così
efficace e sofisticato come gli omaggi alle sitcom diWandaVision, ma è comunque molto
divertente vedere Hahn masticare diversi scenari nei panni di una
detective schietta e senza fronzoli. La prima scena la vede
canticchiare un brano che diventerà presto molto familiare, “La
ballata della strada delle streghe”, mentre si reca sulla scena del
crimine di una donna assassinata che, come scopriremo in seguito,
non è altro che Wanda Maximoff – più o meno. Come la maggior parte
delle cose nella vita di Agatha in questo momento, si tratta di
un’illusione.
In realtà, Scarlet Witch è presumibilmente ancora dove
il Multiverso della Follia l’ha
lasciata, sepolta sotto le macerie del Monte Wundagore, ma
aggiungetelo alla lunga lista di cose che Agatha non sa al momento.
Il fatto che la scena del crimine che Agatha visita sia nel bosco –
lo stesso luogo in cui ha ucciso tutta la sua congrega, lo stesso
luogo in cui si troverà la Strada delle Streghe – è un altro colpo
di genio, in quanto funge da ambientazione statica che presenta le
diverse sfide che Agatha deve affrontare in vari momenti della sua
vita. E le difficoltà non mancano nemmeno all’epoca della detective
Agnes. Scopriamo subito che è appena tornata dalla sospensione per
aver preso a pugni un sospettato, quindi è subito chiaro che
abbiamo a che fare con un Elliot Stabler qualunque.
Le crepe nella facciata di Agnes
cominciano a manifestarsi altrettanto rapidamente, con
Agatha che ha strani lampi di riconoscimento e confusione
alla vista di alcune cose: le dita annerite del cadavere,
come accade dopo l’uso del Darkhold, e un medaglione che trova in
una pozzanghera vicina e che raffigura una madre, una fanciulla e
una cagna, con tanto di ciocca di capelli castani all’interno. “Chi
sei?” Agatha chiede al corpo. “Cosa ti è successo?”. Queste domande
le pone a se stessa come alla donna morta. La Hahn è un’attrice
comica fenomenale, ma questi piccoli momenti di vulnerabilità
sono altrettanto impressionanti. In qualche modo contorto, non si
può fare a meno di simpatizzare con questa intrigante serial killer
e di desiderare che sia in grado di tramare e uccidere di
nuovo.
I cittadini di Westview che
abbiamo conosciuto in Wandavision sono tornati, anche se assumono
ruoli diversi nella versione di Agatha. Herb/John (David
Payton) è il partner di Agnes, mentre Phil/Harold
(David Lengel) è il capo della polizia. È ancora
sposato con Dottie/Sarah (Emma
Caulfield Ford), che è la bibliotecaria, mentre
Norm/Abilash (Asif Ali) lavora in un banco dei
pegni. Le indagini di Agatha la portano a incrociare le strade di
tutti loro, ricostruendo lentamente la propria storia con
il pretesto di risolvere l’omicidio. La carta di credito
che trova sulla scena del crimine, per esempio, la manda in alcune
cataste incendiate, con “fino all’ultima copia” del libro che sta
cercando (il cui titolo è l’acronimo di
DARKHOLD) distrutta. Lo sporco sotto le unghie della vittima si
trova solo nell’Europa dell’Est. E, è una mia impressione, ma la
camicia di flanella che indossa assomiglia in modo sospetto a un
famoso abito degli anni ’50?
Chi spezza l’incantesimo di
Agatha nell’episodio 1 di “Agatha All Along”?
Oltre ai cittadini di Westview che
conosciamo e amiamo, vengono introdotti due nuovi personaggi
importanti: Rio Vidal (Aubrey
Plaza) e Teen (Joe Locke).
Rio entra nella vita di Agatha con il pretesto di essere un
agente federale, che Agatha odia immediatamente, anche se
ammette di non ricordare il perché. Rio si adegua ai tropi della
serie poliziesca – portando la pizza a casa di Agatha e lasciandole
esporre teorie su un incidente d’auto a Eastview, che potrebbe
avere un qualche collegamento con l’omicidio – ma cerca di far
uscire la vera Agatha dal suo guscio di Agnes sfidandola con alcune
battute che strizzano l’occhio a lei. “È quasi come se fosse
apparsa magicamente”, dice Rio parlando del corpo. “Hai
vissuto qui per tutta la vita – non è vero, Agnes?”, incalza
in un altro momento.
Va inoltre notato che, poco prima
dell’arrivo di Rio a casa sua, lo show introduce anche
Nicholas Scratch… più o meno. Nei
fumetti, Nicholas Scratch è il figlio di Agatha e sembra
che il MCU voglia mantenere questa
tradizione. Vediamo brevemente Agatha sbirciare nella camera da
letto del bambino, con tanto di orsacchiotto di peluche e una targa
con il suo nome. Ma non è questo il bambino di cui ci occupiamo
veramente, o almeno non crediamo che lo sia. Dopo aver sentito dei
fruscii al piano superiore, Agatha trova un misterioso adolescente
dark che salta freneticamente dalla finestra e tenta di fuggire.
Non volendo lasciarlo scappare, Agatha lo insegue e lo cattura dopo
che la signora Hart/Sharon Davis (Debra Jo
Rupp) lo investe con la sua auto. Teen è
incredibilmente impertinente nella stanza degli interrogatori e
Agatha è, a sua volta, incredibilmente violenta, anche dopo che
Rio, che sta osservando la situazione, la avverte di abbassare i
toni. Teen dice ad Agatha di essere entrato in casa sua per
cercare una strada, cosa che Agatha non capisce, così come
non capisce l’incantesimo che lui inizia a mormorare in un’altra
lingua. Al contrario, lei cambia le carte in tavola, mostrandogli
le immagini raccapriccianti della scena del crimine e chiedendo di
sapere cosa stesse facendo al momento dell’omicidio.
Ma si scopre che non ci sono affatto
foto raccapriccianti. Piuttosto, Agatha gli mostra foto di fiori. E
lo specchio unidirezionale che Agatha continua a scrutare per
guardare Rio? Non è altro che un quadro. Frustrata, Agatha getta
Teen in una cella di detenzione e si dirige all’obitorio per
cercare di ottenere risposte sul corpo, e finalmente ci riesce. Il
nome W. Maximoff compare sulla tessera della biblioteca accanto a
13 ottobre e Rio si materializza per dirle che Wanda è sparita,
insieme al Darkhold. “Ci sono due Jane in questo caso”, dice. “Tu
conosci il suo nome, qual è il tuo?”. Una A. Harkness appare nel
punto sopra il nome di Wanda, accanto al 21 gennaio, e
Agatha si scalda, tirando fuori il suo incantesimo
– e tirando via tutti i diversi decenni di vestiti che le abbiamo
visto indossare in WandaVision in una sequenza piuttosto
malata.
Qual è la relazione tra Agatha e
Rio nell’episodio 1 di Agatha All Along?
Infine, Agatha si risveglia a casa
sua, completamente nuda e, come scopre presto, anche
completamente impotente. Questo porta a un’esilarante
conversazione con il povero Herb/John, che si copre gli occhi
mentre le spiega cosa ha fatto per tre anni. Per prima cosa, è
stata molto meno lucida di quanto sembra essere ora, oltre che
molto meno aggressiva. Agatha è, per usare un eufemismo, piuttosto
arrabbiata e definisce Westview una “fogna… dove la speranza va
a morire”. Si precipita nel seminterrato per scoprire che, in
realtà, Wanda non le ha lasciato altro che elettrodomestici e il
Señor Scratchy.
Sente un tonfo nell’armadio e scopre
l’adolescente goth della sera prima. Ops, sembra che l’arresto sia
stato più che altro un rapimento. Si rende conto che se Teen non
era solo un frutto della sua immaginazione, allora significa che
non lo era nemmeno Rio. Proprio in quel momento Rio irrompe,
distruggendo buona parte della casa di Agatha. Ha voglia di sangue
e cerca subito di pugnalare Agatha, ma Agatha è tenace e riesce a
resistere per un po’ nonostante l’impotenza. Nel corso di questa
sequenza di combattimenti, diciamolo pure, estremamente
omoerotica, scopriamo molte cose interessanti: Agatha si è
nascosta per molti anni dietro la magia nera, Rio non può ucciderla
perché per qualche motivo “non le è permesso” e Rio ha un cuore
nero che batte per Agatha. Questa relazione sarà deliziosamente
tossica da vedere sullo schermo. Agatha convince Rio a
lasciarle recuperare i suoi poteri prima di provare a ucciderla di
nuovo. Dopotutto, ucciderla in questo stato sarebbe
indegno e Rio adora quando Agatha è potente. Sebbene sia vero, Rio
le ricorda che non è l’unica a volerla morta e che le manderà
dietro i più affamati, i Sette di Salem, al calar del
sole.
Agatha All Along Episodio 1 è
divertente ma inutile
Questo episodio pilota è divertente.
Guardare la Hahn fare il gigione non sarà mai uno spasso, e la
scrittura rimane intelligente con tutti gli Easter eggs sparsi. Senza dubbio sarà ancora più
piacevole da guardare dopo la messa in onda dell’intera serie,
perché possiamo garantire che in ogni fotogramma ci sono
anticipazioni e allusioni che non abbiamo ancora colto. Ma per
quanto divertente, sembra anche un po’ inutile, almeno al
momento.
La satira della sitcom ha
funzionato così bene in WandaVision perché era un tema
continuo con una progressione naturale, ma Agatha All
Along non avrà quasi certamente lo stesso tipo di ritorno con
la serie poliziesca. Dedicargli 10 minuti o poco più come gag di
richiamo avrebbe potuto avere senso, ma passare una buona
parte dell’episodio pilota in questo mondo fasullo sembra un
piccolo passo falso in termini di ritmo. È quasi come
quando una storia finisce con “E poi era tutto un sogno”.
Probabilmente funzionerà meglio per le persone che hanno meno
familiarità con il personaggio di Agatha e che non conoscono bene
gli eventi di WandaVision, perché ci sarà un livello di
mistero e sorpresa che non c’è per i fan che conoscono bene la
serie.
Allo stato attuale,
l’episodio 1 sembra più un prologo che un episodio
pilota e, per quanto sia divertente, non si può fare a
meno di essere ansiosi che la vera storia inizi. La serie inizia
sul serio in quell’obitorio, quando Agatha scopre chi è, e anche se
l’accumulo per arrivare a questo punto non è del tutto inutile,
avremmo potuto arrivarci un po’ prima senza perdere nulla. D’altra
parte, Agatha è rimasta intrappolata a Westview per 36 mesi: 26
minuti non sembrano poi così male in confronto.
I nuovi episodi di Agatha All
Along vengono trasmessi ogni mercoledì alle 9 PM ET su
Disney+.
Avetrana –Qui non è Hollywood sarà presentata
in anteprima alla
diciannovesima edizione della Festa del Cinema di
Roma. Disney+ ha inoltre diffuso il trailer, la key
art e le prime immagini della nuova serie originale italiana che
debutterà il 25 ottobre sulla piattaforma streaming in Italia.
Marracash è autore e interprete di
“La Banalità del Male”, end credit song di Avetrana
–Qui non è Hollywood. Il brano nasce dalla
collaborazione tra Marracash e il produttore Marz, che ne ha creato
la musica.
https://www.youtube.com/watch?v=vUkAd4avO-4
La serie racconta il delitto di
Avetrana in cui perse la vita la giovane Sarah Scazzi e l’imponente
risonanza mediatica che lo caratterizzò. In 4 episodi da 60 minuti,
ognuno con il punto di vista di uno dei protagonisti della storia,
Sarah, Sabrina, Michele e Cosima, Avetrana – Qui non è
Hollywood propone un racconto a più voci di uno dei più noti
casi di cronaca nera italiana.
Avetrana è un paese bruciato dal
sole nella periferia pugliese, a ridosso del mare. È il 26 agosto
del 2010 quando Sarah, una giovane ragazza di 15 anni, scompare.
Tutto il paese è in subbuglio, soprattutto la cugina, Sabrina, che
nella sua casa di via Deledda, proprio quel pomeriggio, l’aspettava
per andare al mare. Sembra una fuga innocente, ma non lo è. Perché,
mentre tutti la cercano, Sarah è già stata inghiottita nel nulla.
La troveranno in fondo a un pozzo.
Giulia Perulli – Avetrana – Qui non è Hollywood – Ph Credits
Lorenzo Pesce
Diretta dal regista Pippo Mezzapesa, che ne ha scritto anche la
sceneggiatura insieme ad Antonella W. Gaeta, Davide Serino,
Carmine Gazzanni e Flavia Piccinni, la
serie è prodotta da Matteo Rovere, una produzione
Groenlandia.
Avetrana –Qui
non è Hollywood è interpretata da Vanessa Scalera,
nel ruolo di Cosima Misseri, Paolo De Vita in quello di Michele
Misseri, Giulia Perulli nei panni di Sabrina Misseri, Imma Villa in
quelli di Concetta Serrano, Federica Pala nel ruolo di Sarah
Scazzi; Anna Ferzetti è invece la giornalista Daniela, Giancarlo
Commare è Ivano e Antonio Gerardi interpreta il Maresciallo
Persichella.
Anna Ferzetti – Avetrana – Qui non è Hollywood – Ph Credits
Lorenzo Pesce
La serie è basata sul libro
“Sarah la ragazza di Avetrana“, scritto da Carmine
Gazzanni e Flavia Piccinni ed edito da
Fandango Libri.
Un efficace sistema di parental
control assicura che Disney+ rimanga un’esperienza di
visione adatta a tutti i membri della famiglia. Oltre alla
“Modalità Junior” già presente sulla piattaforma, gli abbonati
possono impostare dei limiti di accesso ai contenuti per un
pubblico più adulto e creare profili con accesso tramite PIN, per
garantire massima tranquillità ai genitori.
Si svolgerà dal 16 al 27 ottobre
2024 la diciannovesima edizione della Festa del Cinema di
Roma, come sempre presso l’Auditorium Parco della
Musica di Roma. Ad aprire questa edizione,
come reso noto nei giorni precedenti, ci sarà
Megalopolis di Francis Ford Coppola, già
presentato in concorso al Festival
di Cannes.
Nel corso della conferenza stampa di
presentazione del programma, Salvatore Nastasi,
Presidente della Fondazione Cinema per Roma, ha affermato:
“L’identità della Festa del Cinema è chiara, si è trasformata
molte volte, ma la cosa su cui credo di più è il fatto che si è
allargata tantissimo per la città ed è diventata davvero un
Festival del pubblico più che della critica. Non ci sono paragoni
con altre realtà. Non esistono paragoni, il nostro modello è vicino
a tutti i festival delle grandi città“.
Paola Malanga,
Direttrice Artistica della Festa del Cinema di Roma, annuncia
invece la celebrazione dei 100 anni dell’Istituto
Luce, mentre è stato reso noto che Johnny Depp e Viggo Mortensen riceveranno il Premio alla
carriera. Sarà l’occasione per i due attori di presentare le loro
opere seconde alla regia. Depp ha infatti diretto
Modì, dove si narra la vita di Amedeo Modigliani,
interpretato da Riccardo Scamarcio, mentre Mortensen presenta
The Dead Don’t Hurt, descritto come un western
femminista con lui stesso protagonista al fianco di Vicky
Krieps.
Anche quest’anno La Festa
del Cinema di Roma propone un Concorso internazionale dal titolo
Progressive Cinema – Visioni per il mondo di
domani. Il pubblico assegnerà il premio tra i 18
film provenienti da 29 Paesi diversi con copruduzioni
anche inedite. 4 sono i film italiani in concorso
e 8 le première. Le opere prime parteciperanno
anche ad una sezione specifica ad esse dedicata. I film del
Concorso Progressive Cinema saranno giudicati da una giuria
composta da professionisti del mondo del cinema, della cultura e
delle arti che sarà annunciata prossimamente.
Di seguito, il programma ufficiale:
CONCORSO PROGRESSIVE CINEMA – VISIONI PER IL MONDO DI
DOMANI
100 LITRES OF GOLD di Teemu Nikki, Finlandia,
Italia, 2024, 88’ |World Premiere
L’ALBERO di Sara Petraglia, Italia, 2024, 92’
| Opera prima | World Premiere
L’ART D’ÊTRE HEUREUX di Stefan Liberski,
Belgio, Francia, 2024, 109’
BERLINGUER. LA GRANDE AMBIZIONE di Andrea
Segre, Italia, Belgio, Bulgaria, 2024, 122’ | World
Premiere
BRING THEM DOWN di Christopher Andrews,
Irlanda, Regno Unito, Belgio, 2024, 105’ | Opera prima
LE CHOIX di Gilles Bourdos, Francia, 2023,
77’ | World Premiere
ES GEHT UM LUIS (ABOUT LUIS) | Opera prima
| di Lucia Chiarla, Germania, 2024, 97’
GREEDY PEOPLE di Potsy Ponciroli, Stati
Uniti, 2024, 115’
L’ISOLA DEGLI IDEALISTI di Elisabetta Sgarbi,
Italia, 2024, 114’ | World Premiere
JAZZY di Morissa Maltz, Stati Uniti, 2024,
86’
KUN BANG SHANG TIAN TANG (BOUND IN HEAVEN) di
Huo Xin, Cina, 2024, 109’ | Opera prima
READING LOLITA IN TEHRAN (LEGGERE LOLITA A
TEHERAN) di Eran Riklis, Italia, Israele, 2024, 108’ | World
Premiere
LA NUIT SE TRAÎNE di Michiel Blanchart,
Belgio, Francia, 2024, 91’ | Opera prima
POLVO SERÁN di Carlos Marques-Marcet, Spagna,
Italia, Svizzera, 2024, 106’
QUERIDO TRÓPICO di Ana Endara, Panama,
Colombia, 2024, 108’ | Opera prima
SPIRIT WORLD di Eric Khoo, Francia, Giappone,
Singapore, 2024, 105’
PARADISO IN VENDITA di Luca Barbareschi,
Italia, Francia, 2024, 107’ | World Premiere
THE TRAINER di Tony Kaye, Stati Uniti, 2024,
95’ | World Premiere
SEZIONE
FREESTYLE
Arsa di MASBEDO
Pierce di Nelicia Low
Ciao bambino di Edgardo Pistone
Ghostlight di Kelly O’Sullivan, Alex
Thompson
Grand Theft Hamlet di Pinny Grylls, Sam
Crane
Marko Polo di Elisa Fuksas
McVeight di Mike Ott
Natale fuori orario di Gianfranco
Firriolo
Nottefonda di Giuseppe Miale Di Mauro
On Falling di Laura Carreira
Sunlight di Nina Conti
Under a Blue Sun di Daniel Man
GRAND
PUBLIC
La casa degli sguardi di Luca Zingaretti
Conclave di Edward Berger
Eterno visionario di Michele Placido
Fino alla fine di Gabriele Muccino
Hey Joe di Claudio Giovannesi
Libre di Mélanie Laurent
Longlegs di Osgood Perkins
Mani nude di Mauro Mancini
La pie voluese di Robert Guédiguian
Il ragazzo dai pantaloni rosa di Margherita
Ferri (con Alice della città)
The Return di Uberto Pasolini
Saturday Night di Jason Reitman
Storia di una notte di Paolo Costella
Supereroi di Stefano Chiantini
Il treno di bambini di Cristina Comencini
U.S. Palmese di Antonio Manetti, Marco
Manetti
La Vallée Des Fous di Xavier Beauvois
We Live in Time di John Crowley
ARTS
(DOC)
Aspettando Re Lear di Alessandro Preziosi
Il complotto di Tirana di Manfredi
Lucibello
Duse, The Greatest di Sonia Bergamasco
Francesco Califano, nun ve trattengo di
Francesca Romana Massaro, Francesco Antonio Mondi
Giulia mia cara! Giorgio di Maria Mauti
I Am Martin Parr di Lee Shulman
Italo Calvino nelle città di Davide
Ferrario
Leonardo Da Vinci di Ken Burns, Sarah Burns,
David McMahon
Musicanticon la pianola di
Matteo Malatesta
Pellizza pittore da Volpedo di Francesco
Fei
Pietre e mattoni di Saeid Shahparnia
Il re di Napoli. Storia e leggenda di Mario
Merola di Massimo Ferrari
Road Diary: Bruce Springsteen and The Street
Band di Thom Zimny
Si dice di me di Isabella Mari
SERIE
L’amica geniale. Storia della bambina perduta (ep.
1-2) di Laura Bispuri
Avetrana – Qui non è Hollywood (ep. 1-4) di
Pippo Mezzapesa
Bellas Artes (ep. 1-6) di Mariano Cohn, Martín
Bustos
Il conte di Montecristo (e. 1-2) di Bille
August
La Maquina (ep. 1-2) di Gabriel Ripstein
Miss Fallaci (ep. 1-2) di Luca Ribuoli,
Giacomo Martelli, Alessandra Gonnella
Vita da Carlo 3 (ep. 1-4) di Carlo Verdone,
Valerio Vestoso
La commedia horror Finché
morte non ci separi (qui
un nostro approfondimento) si è rivelata un grande successo per
il pubblico di genere, offrendo anche alla star Samara
Weaving il suo ruolo d’esordio. La natura aperta del
finale del film e la mitologia che la narrazione ha stuzzicato
hanno lasciato i fan a chiedersi se fosse possibile avere un
seguito che esplorasse ulteriormente questo mondo.
All’inizio dell’anno è dunque stato annunciato un sequel e,
mentre si ipotizzava un ritorno di Weaving, l’attrice ha confermato
di essere “all in” dal progetto in arrivo.
Mentre su Finché morte
non ci separi 2 non si ha ancora una data di uscita, la
Weaving potrà essere vista in Azrael, che arriverà
in alcune sale selezionate degli Stati Uniti il 27 settembre.
Parlando con ComicBook a sostegno di Azrael e
alla domanda sullo stato del sequel di Finché morte non ci
separi, Weaving ha confermato: “Ci sto. Penso che ci
siamo tutti, non lo so. Penso che ci siamo tutti. Non so se abbiamo
avuto la nostra stretta di mano con il sangue, ma più o meno.
Abbiamo fatto la stretta di mano con lo sputo, ma non ci siamo
tagliati le mani e non abbiamo sfregato il nostro sangue”.
Per quanto riguarda la data in cui
il progetto potrebbe andare avanti, Weaving ha scherzato: “Sono
appena tornato a casa, devo fare qualche telefonata”.
Fortunatamente per il suo personaggio Grace, nel primo film è
sopravvissuta allo scontro, mentre i suoceri sono morti in
un’enorme esplosione di sangue. Nel 2019, la Weaving aveva detto
che pensava che le autorità non le avrebbero creduto quando fossero
venute a indagare su ciò che era accaduto alla famiglia
benestante.
“Mi chiedo cosa succederà dopo.
Andrà in prigione? Va in un manicomio per un aiuto psichiatrico?
Eredita tutto? Non lo so”, aveva rivelato Weaving a ComicBook.
“Oppure la polizia dirà che l’ha fatto di proposito. Non lo so…
Seduta in una cella per 90 minuti, impazzirebbe”. Con la
certezza di poter prima o poi vedere il sequel, non resta dunque
che attendere di poter scoprire di più a riguardo.
La serie è ambientato in un mondo
diviso in quattro nazioni – le Tribù dell’Acqua, il Regno della
Terra, la Nazione del Fuoco e i Nomadi dell’Aria – che un tempo
vivevano in armonia, con l’Avatar, padrone di tutti e quattro gli
elementi, incaricato di mantenere la pace tra loro. Ma tutto cambiò
quando la Nazione del Fuoco attaccò e spazzò via i Nomadi
dell’Aria, il primo passo compiuto dai Dominatori del Fuoco verso
la conquista del mondo. Con l’attuale incarnazione dell’Avatar che
deve ancora emergere, il mondo ha perso la speranza fino a che Aang
(Gordon Cormier), un giovane dominatore dell’aria,
si risveglia per prendere il posto che gli spetta. Insieme ai nuovi
amici Sokka (Ian Ousley) e Katara
(Kiawentiio), fratelli e membri della Tribù
dell’Acqua del Sud, Aang intraprende una missione per salvare il
mondo e combattere il Signore del Fuoco Ozai (Daniel Dae
Kim), anche se il Principe Zuko (Dallas
Liu) è determinato a catturarlo.
Nel cast anche Paul
Sun-Hyung Lee. Albert Kim è lo
showrunner. I produttori esecutivi includono Kim,Jabbar Raisani e Michael Goi.
Inoltre, Dan Lin è stato produttore esecutivo
della prima stagione insieme a Lindsey Liberatore
per conto di Rideback, anche se da allora Lin è stato nominato capo
della divisione film presso Netflix. I registi includono Raisani, Goi,
Roseanne Liang e Jet Wilkinson.
Takeshi Furukawa è il compositore. Kim ha discusso
dei cambiamenti tra la serie Nickelodeon e l’adattamento Netflix in
un’intervista con Variety.
Nel 2018, Netflix ha
annunciato che avrebbe realizzato un remake live-action
“reinventato” di Avatar:
The Last Airbender. DiMartino e Konietzko sono
entrambi produttori esecutivi e showrunner della serie. “Ambientato
in un mondo asiatico devastato dalla guerra, dove alcune persone
possono ‘piegare’ uno dei quattro elementi classici: acqua, terra,
fuoco o aria”, si legge nella sinossi ufficiale. “Aang (Gordon
Cormier) è l’”Avatar”, l’unico capace di piegare tutti gli
elementi, ed è destinato a portare la pace nel mondo dalla Nazione
del Fuoco. Con i suoi nuovi compagni Katara (Kiawentiio) e Sokka
(Ian Ousley), Aang si propone di dominare gli elementi mentre viene
inseguito dal principe in esilio della Nazione del Fuoco Zuko
(Daniel Dae Kim), che cerca di riconquistare il suo onore
catturando l’Avatar.
Netflix
ha in programma di rilasciare ulteriori dettagli su
Avatar: The Last Airbender durante la Geeked
Week, che si terrà dal 6 al 12 novembre 2023. Avatar: The
Last Airbender è uscito su Netflix il 22 febbraio
2024.
Netflix
ha svelato un’anteprima dietro le quinte della seconda stagione di
The Sandman, l’adattamento in corso della
serie di graphic novel DC di Neil Gaiman,
nell’ambito della Geeked Week dello streamer. La stagione
comprenderà la trama di “Stagione delle nebbie” dei fumetti, in cui
Lucifero (Gwendoline Christie) abdica al controllo
dell’Inferno e consegna a Morpheus, alias Dream (Tom
Sturridge), la chiave per i suoi cancelli, facendo sì che
molti immortali cerchino di convincere Morpheus a consegnare loro
la chiave.
Il dietro le quinte
offre un’anteprima di uno di quei contingenti: gli dei norreni Thor
(Laurence O’Fuarain), Loki (Freddie
Fox) e Odino (Clive Russell), che
partecipano a quello che il produttore esecutivo e showrunner Allan
Heinberg chiama un “banchetto” che Sogno organizza
“per tutte le divinità, gli dei e le fate in visita”.
Il documentario anticipa anche
l’introduzione degli altri fratelli di Sogno: Destino
(Adrian Lester), Delirio (Esmé
Creed-Miles) e il Prodigo (Barry Sloane),
che partecipano a una “cena di famiglia” con il resto degli
Endless, Morte (Kirby), Desiderio (Mason
Alexander Park) e Disperazione (Donna
Preston).
Cosa aspettarsi da The Sandman
2?
“Sta iniziando un
viaggio che ci porterà dal giardino del Destino all’Inferno, dal
Cuore del Sogno all’Antica Grecia e alla Francia rivoluzionaria, e
da lì a luoghi che nemmeno io riesco a immaginare sullo schermo.
Sarò paziente. Le cose belle stanno per arrivare“, ha
detto il creatore Neil Gaiman nella sua precedente lettera per
celebrare il 35° anniversario dei suoi fumetti di The
Sandman.
The Sandman è
interpretato da Tom Sturridge nel ruolo di Sogno,
Gwendoline Christie nel ruolo di Lucifero,
Vivienne Acheampong nel ruolo di Lucienne,
Kirby Howell-Baptiste nel ruolo di Morte,
Patton Oswalt nel ruolo di Matthew il Corvo,
Jenna Coleman nel ruolo di Johanna Constantine,
Mason Alexander Park nel ruolo di Desiderio,
Donna Preston nel ruolo di Disperazione e altri
ancora. Finora, Netflix non ha ancora fatto alcun annuncio riguardo
ai nuovi attori che si uniranno al cast della seconda stagione.
La serie live-action The
Sandman è scritta da Neil Gaiman
(American Gods) e dallo showrunner Allan Heinberg
(Wonder Woman, Grey’s Anatomy). David S. Goyer (Batman
Begins, Foundation) è il produttore esecutivo del dramma della
Warner Bros. Television.
Diretto da James
Watkins e ora nelle sale, Speak No
Evil – Non parlare con gli sconosciuti è il
remake dell’omonimo film danese del 2022 del regista
Christian Tafdrup e, sebbene la risposta del
pubblico e della critica al film di Watkins sia stata ampiamente
positiva, Tafdrup non è tra coloro che ne tessono le lodi. Parlando
con il programma radiofonico danese Kulturen (via World of
Reel), il regista danese ha criticato il modo in cui la
versione americana della storia ha dato a Speak No
Evil
un “lieto fine” e ha affermato che la necessità che i
buoni vincano è profondamente radicata nella cultura americana.
“Quando ho visto il film ieri,
ho capito che non avrebbero mai avuto successo con un film in cui i
personaggi vengono lapidati a morte, come accade nel nostro
film”, ha detto Tafdrup. “Queste persone [nella versione
statunitense] devono lottare per la loro famiglia e sconfiggere i
cattivi… È una sorta di lieto fine, ed è così profondo nella loro
cultura che l’America deve essere in grado di offrire tutto
questo”.
Per chi non conoscesse la versione
danese di Speak No Evil, in quel film una coppia di danesi viene
invitata da una coppia di olandesi nella loro casa di campagna per
un weekend di vacanza, ma si scopre che la coppia di olandesi è
composta da serial killer che prendono di mira le famiglie per
ucciderle e rapire i loro figli, per poi ricominciare il processo.
Il film si conclude con la coppia danese, Bjørn e Louise, lapidata
a morte dal marito olandese, Patrick, e con la figlia di Bjørn e
Louise, Agnes, ora muta perché le è stata tagliata la lingua e
usata per aiutare Patrick e Karin a prendere di mira un’altra
famiglia.
La versione americana ha un finale
molto meno cupo: Ben e Louise (la controparte della coppia danese)
fanno un’ultima resistenza contro Paddy e Ciara (la controparte
della coppia olandese) che vede Louise uccidere Ciara e Ant, il
bambino che Paddy e Ciara avevano usato nel loro piano, colpendo
Paddy in faccia con un sasso dopo che Agnes ha reso inoffensivo
Paddy iniettandogli una siringa di ketamina che lui aveva
precedentemente cercato di usare su di lei. Alla fine, la famiglia
e Ant si allontanano, dopo essere sopravvissuti e aver sconfitto
gli assassini.
I due film hanno finali nettamente
diversi e per Tafdrup è stato un aspetto che ha notato osservando
le reazioni del pubblico. Tafdrup ha detto di aver visto il
pubblico che usciva dal remake “completamente entusiasta e che
applaudiva, rideva e urlava. Sembrava di essere a un concerto
rock” e ha fatto un paragone con le reazioni al suo film in
cui “la gente… lasciava il mio film traumatizzata”.
Tutto quello che sappiamo sul
remake Speak No Evil – Non parlare con gli
sconosciuti
Quando una famiglia americana viene
invitata a trascorrere il fine settimana nell’idilliaca tenuta di
campagna di un’affascinante famiglia inglese con cui ha fatto
amicizia in vacanza, ciò che inizia come una vacanza da sogno si
trasforma presto in un incubo psicologico. Dalla Blumhouse, la casa produttrice di The Black
Phone, Get Out e L’uomo invisibile, arriva un intenso thriller
di suspense per la nostra epoca moderna, interpretato dal vincitore
del premio BAFTA James McAvoy (Split,Glass) in
una performance avvincente nei panni del carismatico proprietario
della tenuta, maschio alfa, la cui sfrenata ospitalità nasconde
un’indicibile oscurità.
Speak No
Evil – Non parlare con gli sconosciuti è interpretato
anche da Mackenzie Davis
(Terminator:Dark Fate, Halt
and Catch Fire) e il vincitore del premio SAG
Scoot McNairy (Argo, A Quiet Place
Part II) nei panni della coppia americana Louise e
Ben Dalton che, insieme alla figlia undicenne Agnes (Alix West
Lefler; The Good Nurse, Riverdale), accettano l’invito per il
fine settimana di vacanza di Paddy (McAvoy), di sua moglie Ciara
(Aisling Franciosi; Game of Thrones, The
Fall) e del loro furtivo e muto figlio Ant (il nuovo
arrivato Dan Hough).
Scritto per lo schermo e diretto da
James Watkins, lo scrittore e regista di Eden
Lake e della pluripremiata storia di fantasmi gotici
The Woman in Black, Speak No
Evil è basato sulla sceneggiatura del film horror danese del
2022 Gæsterne, scritto da Christian
Tafdrup e Mads Tafdrup. Il film ha ottenuto 11 nomination ai Danish
Film Awards, l’equivalente danese degli Oscar.
Speak No
Evil – Non parlare con gli sconosciuti è prodotto da
Jason Blum (Five Nights at Freddy’s,
M3GAN) per Blumhouse e da Paul Ritchie
(McMafia, The Ipcress File) ed è prodotto
esecutivamente da Beatriz Sequeira per Blumhouse, Jacob Jarek e
Christian Tafdrup.
In occasione del GEEKED
WEEK, Netflix svela
la prima clip della Seconda Stagione di Arcane, la
serie adult animation vincitrice di un Emmy che arriverà in tre
Archi sulla piattaforma il 9, il 16 e il 23 novembre.
A PROPOSITO DELLA SECONDA STAGIONE
DI ARCANE
In questo capitolo finale, l’attacco
di Jinx al Consiglio getta le basi per una terribile escalation del
conflitto tra Piltover e Zaun.
Da Riot Games, ARCANE torna per la
sua seconda e ultima stagione a novembre su Netflix. La serie animata, basata League of Legends e
una delle serie animate di maggior successo di Netflix, è stata
creata da Christian Linke e Alex
Yee. Tra i produttori esecutivi figurano
Linke, Marc Merrill e
Brandon Beck. Lo studio di animazione è
Fortiche Productions. Tra le voci figurano
Hailee Steinfeld (Vi), la vincitrice dell’Annie
Award Ella Purnell (Jinx) e Katie
Leung (Caitlyn), Reed Shannon (Ekko),
Amirah Vann(Sevika), Mick Wingert
(Heimerdinger), Ellen Thomas (Ambessa),
Brett Tucker (Singed) e altri ancora da
annunciare.
La prima stagione di ARCANE ha
consolidato la posizione di Netflix come leader nell’adattamento di
franchise di videogiochi in fenomeni culturali animati. Apprezzata
a livello mondiale come una delle migliori serie televisive del
2021, la serie si è aggiudicata anche quattro PRIMETIME EMMY AWARDS
(2022), tra cui Outstanding Animated Program – prima serie in
streaming vincitrice di tale premio. La serie ha conquistato gli
Annie Awards 2022 vincendo in nove categorie, tra cui Miglior
TV/Media, Miglior scrittura, Miglior voce (Ella Purnell), Miglior
regia, Miglior design di produzione, Miglior animazione dei
personaggi, Miglior storyboard, Miglior design dei personaggi e
Miglior FX. La serie è stata riconosciuta anche dalla community dei
videogiochi, vincendo il premio come miglior adattamento ai The
Game Awards (2022). Inoltre, l’album Arcane è stato nominato
per un Billboard Music Award 2022 come Top Soundtrack.
La Passione di Cristo
2 di Mel Gibson ha ricevuto un importante
aggiornamento. Come noto,
il dramma epico del 2004 diretto da Gibson segue le ultime ore
della vita di Gesù Cristo, prima della sua crocifissione. Il film è
interpretato da Jim Caviezel nel ruolo di Gesù. Il film è
stato candidato a tre premi Oscar, per la migliore fotografia, la
migliore colonna sonora originale e il miglior trucco. Da tempo
ormai si parla di un sequel apparentemente intitolato
Resurrection.
Ora, come riporta Variety, è stato
fornito un aggiornamento su questo La Passione di Cristo
2. L’aggiornamento è stato fornito da Alan
Nierob, l’addetto stampa di Gibson, che ha confermato
alcuni recenti progressi fatti per il film. “Tutto quello che
possiamo confermare è che di recente hanno fatto dei sopralluoghi.
Non c’è molto da discutere in questa fase iniziale”. Nierob ha
anche specificato che qualsiasi dettaglio sul casting del sequel è
prematuro.
All’inizio della settimana Gibson
avrebbe fatto un tour a Malta con un team di produzione e
successivamente è arrivato in Puglia, dove ha visitato diverse
location rurali, tra cui le antiche città di Ginosa, Gravina
Laterza e Altamura, ha dichiarato il direttore della Puglia Film
Commission Antonio Parente. Non resta a questo
punto che attendere per saperne di più riguardo questo misterioso,
atteso e temuto progetto.
Cosa sappiamo su La Passione di Cristo 2?
Gibson avrebbe lavorato per anni
alla sceneggiatura del sequel con lo sceneggiatore di “Braveheart”
Randall Wallace, che in un’intervista video
rilasciata a ORMI Media in aprile ha dichiarato che la
sceneggiatura era stata completata e che Jim
Caviezel sarebbe tornato a interpretare Gesù. In
un’intervista rilasciata al National Catholic Register nel 2022,
invece, ha dichiarato che il film non segue “una narrazione
lineare”, aggiungendo che “bisogna giustapporre l’evento
centrale che sto cercando di raccontare con tutto ciò che lo
circonda nel futuro, nel passato e in altri regni, e questo sta
diventando un po’ fantascientifico”.
Tra i tanti video e contenuti di
serie già di grande successo su Netflix,
la Geeked Week ha svelato anche il first look di
uno dei prodotti più interessanti del palinsesto: The
Eternaut, l’adattamento del celebre fumetto argentino che
per la piattaforma diventa una serie disponibile nel 2025.
Dopo che una nevicata mortale uccide
milioni di persone, Juan Salvo e una banda di sopravvissuti
combattono contro una minaccia aliena controllata da una forza
invisibile. Basato sull’iconica graphic novel argentina,
The Eternaut debutterà nel 2025.
Bruno
Stagnaro è il creatore della serie live-action, che
ha firmato la sceneggiatura insieme a Ariel Staltari. Stagnaro ha
condiviso la sua emozione nell’essere impegnato con questo
adattamento, raccontando un legame personale con il fumetto:
“Rappresenta mio padre che mi portava i fumetti ogni settimana.
Credo sia stata una delle prime cose che ho letto per intero nella
mia vita, all’età di 10 anni, ed ha avuto un impatto profondo sul
mio modo di comprendere la narrativa realizzata nel mio
paese“.
The Eternaut, dal fumetto alla serie live-action
L’Eternauta (El
Eternauta) è un fumetto di fantascienza scritto da
Héctor Oesterheld e disegnato da Francisco
Solano López, pubblicato dal 1957 al 1959 sulla rivista
Hora Cero, in Argentina, dove raggiunse una notevole fortuna,
venendo ristampato più volte, un successo estesosi nel resto del
mondo, che gli ha fatto raggiungere una fama tale da venire
considerato un capolavoro del fumetto mondiale.
La saga fu riscritta da Oesterheld
nel 1969, rendendo più espliciti i riferimenti alla situazione
geopolitica del Sudamerica del periodo e fu ridisegnata da Alberto
Breccia in una personalissima e innovativa versione che viene
considerata un capolavoro dalla critica. La trama è spesso
considerata una sorta di anticipazione del golpe argentino del 1976
di Jorge Rafael Videla, del quale rimarrà vittima lo stesso
Oesterheld, desaparecido nel 1978.
Si può dire che il franchise di
Terminator sembra aver raggiunto la sua
conclusione qualche tempo fa. Ma se il creatore della serie,
James Cameron, vuole fare la sua parte, i
giorni di gloria sono destinati a tornare per la saga
fantascientifica apocalittica. Cameron ha sbancato con Terminator 2 – Il giorno del giudizio, ma poi le cose
si sono complicate e si è allontanato dal franchise. Terminator
3 – Le macchine ribelli di Jonathan Mostow è
andato avanti senza di lui e Terminator Salvation ha cercato di dare una scossa
alla situazione immergendosi nella guerra contro le macchine con
Christian Bale che ha assunto il ruolo di John
Connor.
Poi è arrivato Terminator
Genisys, che ha tentato di remixare i più grandi successi
della serie con un’accoglienza piuttosto scarsa. Cameron è salito
nuovamente a bordo del franchise come produttore, mentre
Linda Hamilton e Arnold Schwarzenegger sono tornati per
Terminator: Destino Oscuro, che si proponeva come
sequel diretto di Terminator 2 – Il giorno del giudizio, ma ha fatto
fiasco. Tuttavia, Cameron non è preoccupato: è convinto che il
franchise non sia ancora morto e ha rivelato a Empire Magazine di sapere
esattamente come riportarlo in vita, e quando Cameron parla,
dovremmo ascoltarlo.
“Questo è il momento in cui si
butta via tutto ciò che è specifico degli ultimi 40 anni di
Terminator, ma si vive secondo quei principi”, ha detto
Cameron. Per il regista, questo significa la necessità di andare
oltre i personaggi originali e iconici che i fan hanno imparato a
conoscere e amare nel corso degli anni, per raccontare nuove storie
all’interno di una storia alternativa in cui l’intelligenza
artificiale ci ha sconfitti. Cameron ha spiegato che il pubblico
non è stato investito emotivamente in quei personaggi che non ha
creato lui stesso, e che ha dovuto presentare nuove persone con
nuove storie che il pubblico potesse apprezzare.
“Se ci si addentra troppo, si
perde un nuovo pubblico, perché al nuovo pubblico interessa molto
meno di quanto si pensi. Questo è il pericolo, ovviamente, anche
con Avatar, ma credo che abbiamo dimostrato di avere qualcosa per
il nuovo pubblico. Ci sono personaggi principali impotenti, che
lottano per la loro vita, che non ricevono alcun sostegno dalle
strutture di potere esistenti e devono aggirarle, pur mantenendo in
qualche modo una bussola morale. E poi si aggiunge l’intelligenza
artificiale. Questi principi sono validi per la narrazione di oggi,
giusto?”.
Cameron ha ribadito la sua
convinzione che i nuovi film del mondo di Terminator saranno
emozionanti per il pubblico, ma ha sottolineato la necessità di
andare oltre ciò che li ha preceduti. “Non ho dubbi sul fatto
che i successivi film di Terminator non solo saranno possibili, ma
faranno faville. Ma questo è il momento in cui si abbandona tutta
l’iconografia specifica”. Il regista ha concluso l’intervista
con una stuzzicante pepita d’oro, aggiungendo che le sue idee per
Terminator erano “più di un piano”.
In occasione della Geeked
Week, Netflix
ha diffuso un primo video dal set di Mercoledì 2,
in cui passeggiamo dietro le quinte dello show di Tim
Burton, mentre Jenna Ortega e il resto del cast tornano nei
panni dei loro personaggi. Ecco di seguito il video:
Mercoledì
sta tornando! Con lei anche Mano, che ha consegnato al cast il
copione dell’attesissima seconda stagione in occasione dell’inizio
delle riprese in Irlanda. Dopo il successo da più di 250 milioni di
views della prima stagione, rimasta in testa alla Global Top 10 di
Netflix
per 20 settimane ed entrata nella Top 10 di 93 Paesi, la serie,
creata e diretta dalla mente geniale di
Tim Burton, tornerà solo su Netflix
con alcune nuove entusiasmanti aggiunte al cast.
Jenna Ortega riprende le iconiche vesti di
Mercoledì Addams, affiancata da Catherine Zeta-Jones, Luis Guzmán e
Isaac Ordoneznei ruoli rispettivamente di Morticia, Gomez
e Pugsley Addams. Tra le novità del cast della seconda stagione
vediamo l’ingresso di Steve Buscemi (Il grande
Lebowski, Boardwalk Empire – L’impero del crimine) e la
partecipazione di Christopher Lloyd (La
famiglia Addams, Ritorno al futuro) come guest star della
serie.
Le nuove aggiunte
comprendono anche Billie Piper (Scoop, I Hate Suzie), Evie
Templeton (Return to Silent Hill, Lord of Misrule), Owen Painter
(Le piccole cose della vita, The Handmaid’s Tale) e Noah Taylor
(Law & Order: Organized Crime, Park Avenue), affiancati da Joanna
Lumley (Fool Me Once, Absolutely Fabulous), Thandiwe Newton
(Westworld, Crash – contatto fisico), Frances O’Connor (The
Missing, The Twelve), Haley Joel Osment (Il metodo Kominsky,
Somebody I Used to Know), Heather Matarazzo (Pretty Princess,
Scream) e Joonas Suotamo.
“Siamo felici che
nella seconda stagione la Famiglia Addams tornerà alla Nevermore
Academy insieme a un cast da sogno di icone e nuove facce”
hanno commentato i creatori, scrittori e showrunners Al
Gough e Miles Millar.
MERCOLEDÌ – STAGIONE
2
La serie è un mystery con
toni investigativi e soprannaturali che ripercorre gli anni di
Mercoledì Addams come studentessa presso la Nevermore Academy.
Regista/ Executive Producer: Tim
Burton (Beetlejuice – Spiritello Porcello, Edward Mani di
forbice)
Creatori/ Showrunners / Produttori
Esecutivi: Al Gough e Miles Millar (Smallville, Into the
Badlands)
Tra gli altri executive producer
Steve Stark, Andrew Mittman, Tommy Harper, Karen Richards, Kayla
Alpert, Jonathan Glickman, Gail Berman e Meredith Averill. E da
questa seconda stagione, anche Jenna Ortega assume anche il ruolo
di executive producer.
Altri registi della seconda
stagione sono Paco Cabezas e Angela Robinson.
Studio: MGM Television
Cast:
Jenna Ortega, Steve Buscemi, Emma Myers, Joy Sunday, Hunter Doohan,
Victor Dorobantu, Moosa Mostafa, Isaac Ordonez, Luyanda Unati
Lewis-Nyawo, Billie Piper, Georgie Farmer, Evie Templeton, Owen
Painter, Noah Taylor with Luis Guzmán e Catherine Zeta-Jones; con
la partecipazione di Joanna Lumley, Thandiwe Newton, Jamie McShane,
Frances O’Connor, Haley Joel Osment, Heather Matarazzo, Joonas
Suotamo con Fred Armisen e Christopher Lloyd e molti altri….
The Fantastic
Four: First Steps è in arrivo il prossimo anno e
alcuni nuovi commenti di un dirigente dei Marvel Studios dovrebbero rendere alcuni fan
davvero entusiasti del futuro del franchise. Asad
Ayaz è il chief brand officer di tutta la Disney e si è
unito a Fast Company per parlare dei
loro vorticosi progetti per il 2024. Durante la conversazione, il
dirigente ha guardato al 2025 e ha preannunciato un programma
entusiasmante con Captain America: Brave New World, il debutto
dei Fantastici Quattro nel MCU e Thunderbolts*.
Ognuno di questi film ha un sapore
particolare per il MCU. E, cosa molto interessante per
alcuni spettatori, è necessaria una preparazione minima per entrare
in contatto con le storie e i personaggi. “Se avete visto il
primo trailer, si tratta di un thriller politico molto concreto.
Non potrebbe essere più diverso [da Deadpool] sotto ogni aspetto.
Quando vedrete il nostro lavoro sui Fantastici Quattro o sui
Thunderbolts, vi sembrerà davvero unico”,
ha spiegato Ayaz. “E anche se, sì, c’è una connessione tra
questi personaggi nello stesso universo, è creativamente molto
unico e sembra di poter entrare in uno qualsiasi di questi
film”.
Il film è atteso al cinema
il 25 luglio 2025. Come al solito con
la Marvel, i dettagli
della storia rimangono segreti. Ma nei fumetti,
i Fantastici Quattro sono astronauti che
vengono trasformati in supereroi dopo essere stati esposti ai raggi
cosmici nello spazio. Reed acquisisce la capacità di allungare il
suo corpo fino a raggiungere lunghezze sorprendenti. Sue, la
fidanzata di Reed (e futura moglie), può manipolare la luce per
diventare invisibile e lanciare potenti campi di forza. Johnny, il
fratello di Sue, può trasformare il suo corpo in fuoco che gli dà
la capacità di volare. E Ben, il migliore amico di Reed, viene
completamente trasformato in una Cosa, con dei giganteschi massi
arancioni al posto del corpo, che gli conferiscono una super
forza.
Fanno parte del cast anche
Julia Garner, Paul Walter
Hauser, John
Malkovich, Natasha
Lyonne e Ralph
Ineson nel ruolo di Galactus. Come confermato
da Kevin
Feige, il film avrà un’ambientazione nel passato, in
degli anni Sessanta alternativi rispetto alla nostra realtà di
Terra-616, per cui sarà interessante capire come i quattro
protagonisti si uniranno agli altri eroi Marvel che
conosciamo. Franklyn e Valeria
Richards, figli di Reed e Sue, potrebbero comparire nel
film.
L’ultimo progetto di Zack
Snyder, Twilight of the Gods, ha appena
debuttato su Netflix, offrendo un viaggio ricco di azione nella
mitologia norrena. Sebbene quest’ultimo progetto non rientri nelle
scatole dei fumetti dei film passati, quei progetti saranno sempre
vicini al suo cuore. In una nuova intervista rilasciata a ComicBook, è stato infatti
chiesto a Zack Snyder quale sia il film a fumetti di cui va più
fiero. A detenere questo prestigioso titolo non è altri che
Watchmen
(qui la recensione).
“Beh, stranamente la vedo in due
modi. In primo luogo penso che, naturalmente, Man of Steel, BvS, Justice League, siano una cosa a sé stante….
Non so se sia necessariamente un film sui fumetti nel senso
classico del termine, per me. Ma posso capire che la gente lo dica
perché si tratta di personaggi dei fumetti e quant’altro, ma è solo
basato sulle idee che avevo sui personaggi dei fumetti”, ha
detto Zack Snyder.
“Dovrei dire Watchmen,
probabilmente per me, come il processo di adattamento dal fumetto
al design del film, tutte le cose che abbiamo fatto passando dal
fumetto al film”, ha detto Snyder. “Penso che Watchmen sia
il mio passaggio più pulito e più soddisfacente dal fumetto al
materiale adattato”.
Christopher Nolan elogia Watchmen di Zack Snyder
Watchmen di Zack
Snyder è uscito nel 2009 ed è stata la seconda volta che Snyder ha
adattato una delle proprietà della DC al grande schermo. Il suo
primo film è stato 300, che ha avuto un enorme successo, e sebbene
Watchmen non sia stato il successo finanziario di
300, ha introdotto una nuova generazione di fan alla
storia e al mondo iconici del classico di Alan
Moore.
In un’intervista a THR, il regista
de Il Cavaliere Oscuro e di OppenheimerChristopher Nolan ha rivelato che secondo lui
Watchmen era in anticipo sui tempi e che le cose
sarebbero andate diversamente se fosse uscito dopo film come
Avengers. “Ho sempre creduto che Watchmen fosse in
anticipo sui tempi”, ha detto Nolan. “L’idea di una
squadra di supereroi, che sovverte così brillantemente, non era
ancora una cosa da film. Sarebbe stato affascinante vederlo uscire
dopo Avengers”.
L’attesa per questa serie non era
particolarmente alta nel periodo che ha preceduto l’uscita, ma
alcuni trailer divertenti e dai toni horror e un cast forte hanno
indubbiamente fatto guadagnare un po’ di buona volontà nei suoi
confronti. I primi due episodi sembrano essere stati accolti
piuttosto bene da chi è stato disposto a dar loro una possibilità e
con le premesse ad oggi stabilite ci si aspetta che anche il
prossimi episodi possano offrire le giuste soddisfazioni.
Agatha
All Along vedrà il ritorno di molti volti noti di
WandaVision,
tra cui Emma Caulfield Ford (Sarah Proctor),
Debra Jo Rupp (Sharon Davis), David
Payton (John Collins), David Lengel
(Harold Proctor), Asif Ali (Abilash Tandon),
Amos Glick (Dennis), Brian
Brightman (Sceriffo Miller) e Kate Forbes
(Evanora Harkness). Kathryn Hahn guiderà l’ensemble, mentre altre
aggiunte degne di nota sono Aubrey Plaza, Joe Locke, Patti LuPone,
Sasheer Zamata, Ali Ahn, Miles Gutierrez-Riley, Okwui Okpokwasili e
Maria Dizzia.
Pochi dettagli ufficiali sono stati
rivelati sulla trama di Agatha, anche se ci si aspetta che essa
ruoti in gran parte attorno ad Agatha che rintraccia Billy Maximoff
(o viceversa) che, come la sua controparte nei fumetti, si è
“reincarnato” in Billy Kaplan. Diversi scoop hanno affermato che la
storia vedrà anche i discendenti della congrega di Evanora Harkness
– ora noti come i Sette di Salem – tornare per vendicarsi della
donna che ha ucciso le loro madri. Agatha
All Along debutta su Disney+ il 18
settembre.
Per i fan di 28 giorni
dopo, c’è molto da essere entusiasti del prossimo sequel
28 anni dopo. Non solo i fan dell’horror originale
di Danny Boyle desiderano da tempo un terzo
capitolo del popolare franchise, ma sono in lavorazione altri due
film e ora c’è un’altra cosa da aggiungere alla lista. Secondo
Wired, 28 anni dopo è stato girato con un
iPhone 15 Pro Max, seguendo le orme di 28 giorni
dopo in quanto anch’esso è stato girato con una tecnologia
inaspettata e in qualche modo non standard.
Secondo il rapporto, il film – la
cui produzione si è conclusa ad agosto – è stato girato con
l’iPhone, anche se con alcune attrezzature aggiuntive, tra cui una
gabbia con adattatore per l’attacco dell’obiettivo che consentiva
l’uso di diversi obiettivi per le riprese. Secondo Wired, le
riprese del film si sono svolte troppo presto perché la produzione
potesse disporre della nuova serie di iPhone 16, per cui il film è
stato girato con il 15 Pro Max, e allo staff del film è stato
chiesto di firmare degli NDA per mantenere il segreto sui dettagli
dell’iPhone.
Ciò che rende la cosa
particolarmente interessante è che 28 anni dopo,
girato con l’iPhone, non è certo la prima volta che un film di
questa serie utilizza una tecnologia non standard e inaspettata per
le riprese. Per 28 giorni dopo del 2002, Boyle e il
direttore della fotografia Anthony Dod Mantle
hanno girato il film con una Canon XL-1, una videocamera digitale
piuttosto tecnologica e innovativa per l’epoca (la videocamera è
uscita inizialmente nel 1998), dotata di obiettivi intercambiabili
e di registrazione di dati su nastri MiniDV (video digitali).
L’uso della Canon XL-1 per le
riprese di 28 giorni dopo non solo è stato probabilmente
una buona scelta in termini di budget, ma grazie alle dimensioni
della videocamera (era più piccola e molto più maneggevole rispetto
alle tradizionali cineprese) ha permesso alla produzione di
sfruttare meglio il breve tempo a disposizione per girare nelle
location di Londra in orari in cui non c’erano traffico o pedoni.
Inoltre, il film ha avuto un aspetto unico, adatto a ciò che ci si
potrebbe aspettare da una vera apocalisse zombie, in parte perché è
stato girato con una tecnologia in qualche modo disponibile per i
consumatori dell’epoca.
Anche se al momento non si sa molto
sulla trama di 28 anni dopo, è molto probabile che
l’uso di un iPhone per girare questo film conferisca un senso di
realtà alle cose. Dato che il film, in base al titolo, è ambientato
28 anni dopo il primo film, si potrebbe sostenere che la qualità
visiva di qualcosa girato con uno smartphone (anche se con lenti
potenziate) sembrerebbe più simile a quella del nostro mondo (non
ci addentreremo nella discussione se la tecnologia dei telefoni e
delle fotocamere in un mondo in cui esiste il virus Rage si sarebbe
evoluta allo stesso modo di quella del nostro mondo, ma è
certamente possibile).
Cosa sappiamo di 28 anni
dopo?
28
anni dopo è previsto per un’uscita estiva, che
vedrà il film nelle sale 23 anni dopo l’uscita del primo film.
Boyle torna alla regia, Alex Garland alla
sceneggiatura e la star originale Cillian Murphy torna a recitare nel
prossimo sequel. Il film arriverà nelle sale il 20 giugno 2025 e
includerà un cast di stelle, tra cui nomi come Jodie Comer, Aaron Taylor-Johnson, Jack
O’Connell e Ralph Fiennes. Boyle e Garland si occuperanno
della regia e della produzione, insieme ad attori del calibro di
Andrew Macdonald, Peter Rice e Bernie Bellew. Non
si sa molto della trama, ma all’inizio dell’anno ELLE ha riportato
che la Comer adotterà un accento georgiano per il suo ruolo,
suggerendo che il film potrebbe essere ambientato a Newcastle, nel
Regno Unito.
Da anni si sussurra di un potenziale
spin-off di 300 per il piccolo schermo, e una recente
indiscrezione sosteneva che una serie era finalmente nelle prime
fasi di sviluppo. Ora il regista Zack Snyder ha
confermato che i piani per una serie su 300 sono
effettivamente in atto. “Ci stiamo preparando a tuffarci e a
lavorarci su”, ha dichiarato il regista a Comicbook.com
durante la promozione di Twilight of the Gods.
“È super divertente, amo questo
mondo. E anche solo nelle riunioni preliminari che abbiamo avuto
parlando di ‘Cosa sarebbe successo se fosse successo questo o
quello’, è stato molto divertente pensare: ‘Wow, è uno standard
ricco’. È simile a questo [Twilight of the Gods] in un modo strano.
Ci sono molte basi”.
Zack Snyder non ha
rivelato alcun dettaglio, ma THR ha recentemente riportato
che ha riacquistato i diritti di Blood and Ashes, che era
stato originariamente proposto alla Warner Bros. come seguito di
300 e del suo sequel,
L’alba di un impero. La storia, che Snyder ha iniziato
a scrivere mentre lavorava a Army of
the Dead, si allontana dagli spartani per concentrarsi
sulla relazione tra Alessandro Magno e il suo secondo in comando,
Haphaestion.
“Abbiamo riavuto i diritti,
quindi possiamo realizzarlo se vogliamo”, ha dichiarato Snyder
in un’intervista a 2023. “Non so quale sia il mercato per un
film incredibilmente omoerotico, super violento e super sessuale.
Ma forse è perfetto”. Se questa è davvero la serie
300 che è attualmente in fase di sviluppo (c’è la
possibilità che la WB detenga ancora i diritti sui personaggi
spartani introdotti nel fumetto di Miller), sarà quasi certamente
un progetto di Netflix, visto l’accordo in corso di Zack
Snyder con lo streamer.
Ecco che cosa ha detto il regista di
Rebel Moon a proposito del film abbandonato Blood and
Ashes durante la sua partecipazione a The Joe Rogan Experience
all’inizio di quest’anno. “Non riuscivo proprio a metterci i
denti. Durante la pandemia, avevo un accordo con la Warner Bros. e
ho scritto quello che doveva essere essenzialmente il capitolo
finale di 300. Ma quando mi sono seduto a scriverlo, non ho potuto
fare a meno di pensare al film. Ma quando mi sono seduto a
scriverlo, in realtà ho scritto un film diverso”.
“Stavo scrivendo questa cosa su
Alessandro Magno, e si è trasformata in un film sulla relazione tra
Haphaestion e Alessandro. Si è rivelato una storia d’amore. Quindi
non era adatto come terzo film”, ha detto Zack
Snyder, aggiungendo: “C’era questo concetto, ed è
venuto fuori molto bene. Si chiama “Sangue e cenere” ed è una
bellissima storia d’amore, con tanto di guerra. Mi piacerebbe
farlo, ma [la Warner Bros.] ha detto di no. Sai, non sono miei
grandi fan. È quello che è”.
“Squid
Game” è tornato e Netflix ha
diffuso il primo teaser per la sua attesissima seconda stagione. Il
filmato è stato diffuso nel corso del Geeked Week di quest’anno,
l’evento dedicato ai fan.
Il teaser ci riporta agli eventi
subito successivi al finale della prima stagione, quando Seong
Gi-hun ha abbandonato i suoi piani di andare negli Stati Uniti e ha
invece iniziato un audace inseguimento con un nuovo movente. Nel
breve teaser, riappare nella sua uniforme 456 in mezzo a una folla
di nuovi concorrenti. Li attende un altro enorme premio in denaro,
con una rapida occhiata ai giochi a venire.
La trama di Squid Game
La serie coreana di successo
mondiale segue individui in difficoltà finanziarie che competono in
giochi mortali per la possibilità di vincere un premio che cambia
la vita, rivelando le oscure profondità della disperazione e della
resilienza umana.
La seconda stagione vede Lee
Jung-jae, Lee Byung-hun, Wi Ha-jun e Gong
Yoo riprendere i loro ruoli di sopravvissuti al sanguinoso
gioco a eliminazione.
Si uniscono al cast dello show per
la sua seconda puntata Yim Si-wan (“The Attorney”,
“Emergency Declaration”), Kang Ha-neul (“Dongju:
The Portrait of a Poet”), Park Gyu-young (“Attack
the Gas Station”), Lee Jin-uk, Park Sung-hoon, Yang
Dong-geun, Kang Ae-sim (“Kim Ji-young: Born 1982”),
Lee David (“The Terror Live”), Choi
Seung-hyun, Roh Jae-won, Jo Yuri e Won
Ji.
Netflix ha anche confermato che Hwang
Dong-hyuk tornerà come regista, sceneggiatore e
produttore. Firstman Studio sta producendo il drama.
L’universo di “Squid
Game” è stato ampliato dopo la
prima stagione di grande successo con un reality non-scripted,
“Squid
Game: La sfida“, nonché un videogioco in arrivo.
Squid Game – Stagione 2 tornerà su Netflix il 26
dicembre.
Un nuovo video dal set della seconda
stagione di One
Piece di Netflix
svela un first look di un altro personaggio che diventerà
importantissimo nello show. Guidati da Iñaki
Godoy, il nostro Monckey D. Luffy, veniamo
accompagnati nel backstage dello show e per la prima volta vediamo
Chopper, quello che diventerà l’ufficiale medico della ciurma di
Cappello di Paglia. Ecco il video!
https://www.youtube.com/watch?v=kjz–4ORYac
One
Piece catapulterà gli eroi in una
frenetica seconda stagione
L’equipaggio del live-action dei
Cappelli di Paglia comprende Iñaki Godoy (Luffy),
Mackenyu (Zoro), Emily Rudd
(Nami), Jacob Romero (Usopp) e Taz
Skylar (Sanji).
Nella prossima stagione di
One
Piece, Cappello di Paglia si dirigeranno verso la Grand
Line e l’equipaggio si scontrerà con un nuovo
nemico: il sindacato criminale noto come Baroque
Works. Tra i membri di Baroque Works figurano David
Dastmalchian nel ruolo di Mr. 3, Camrus
Johnson, che interpreterà Mr. 5, e Daniel
Lasker che interpreterà Mr. 9. Mentre Baroque Works sarà
un valido nemico per i Cappelli di Paglia nella prossima stagione,
Netflix
ha mantenuto segreti altri
dettagli della trama. Tra le altre aggiunte
di rilievo alla seconda stagione figurano Brendan Sean
Murray nel ruolo di Brogy, Callum Kerr
nel ruolo di Smoker, Clive Russell nel ruolo di
Crocus, Jazzara Jaslyn nel ruolo di Miss
Valentine, Julia Rehwald nel ruolo di Tashigi,
Rob Colletti nel ruolo di Wapol, Ty
Keogh nel ruolo di Dalton e Werner
Coetser nel ruolo di Dorry.
La seconda stagione di One
Piece è in fase di produzione. Tutti gli episodi
della prima stagione sono disponibili su Netflix
in questo momento.
Non è una novità che i registi o
alcuni critici critichino i film di supereroi, ma con i Marvel Studios in difficoltà e con quelli che
si sono rivelati 12 mesi quasi deludenti per il DCEU, l’anno scorso
il tema della “stanchezza da supereroi” ha dominato i
titoli dei giornali. Tuttavia, la star di Captain America: The Winter Soldier e Avengers: Endgame, Sebastian Stan non ne vuole sapere. Parlando
con Variety del suo ruolo di un
giovane Donald Trump in The
Apprentice, l’attore ha infatti condiviso una forte
difesa dei Marvel Studios.
“È diventato davvero comodo
prendersela con [i film Marvel]”, ha dichiarato.
“E va bene così. Ognuno ha la sua opinione. Ma sono una grande
parte di ciò che contribuisce a questo business e ci permette di
avere anche film più piccoli. È un’arteria che viaggia attraverso
il sistema di questo intero macchinario che è Hollywood. Si
alimenta in molti più modi di quelli che la gente riconosce”.
“A volte mi sento protettivo nei suoi confronti perché
l’intenzione è davvero buona. È solo fottutamente difficile fare un
buon film più e più volte”.
Parlando del contributo del
presidente dei Marvel Studios Kevin Feige a Hollywood, Sebastian Stan ha aggiunto: “Sono uno che
ha visto [il presidente dei Marvel Studios] Kevin Feige come
l’uomo più altruista di questo pianeta che, nonostante l’enorme
successo che ha avuto, non è mai cambiato o ha vacillato”.
“Legittimamente passano così tanto tempo a pensare: come
possiamo sorprendere le persone e dare loro qualcosa di diverso? Il
suo grande motto è ‘L’idea migliore vince’. Viene semplicemente da
un buon posto, ed è l’unico motivo per cui a volte mi sento
protettivo nei suoi confronti. Perché l’intenzione è davvero
buona”.
L’attore, ad oggi, ha interpretato
Bucky Barnes per l’ultima volta in The Falcon e The Winter Soldier e sarà presente
in Thunderbolts*
del 2025. Parlando del suo ruolo nel film, Sebastian Stan ha descritto Bucky come “un
ragazzo che arriva in questo gruppo caotico e degenerato, e in
qualche modo trova il modo di unirlo”. Questo fa pensare che
l’ex assassino dell’HYDRA sia alla guida della squadra, cosa che
potrebbe avere senso vista la sua nuova visione eroica e il fatto
che ha combattuto al fianco di Capitan America e di altri membri
dei Vendicatori.
Tutto quello che c’è da sapere su
Thunderbolts*
Diretto da Jake Schreier (Paper
Towns), il cast di Thunderbolts*
comprende Sebastian Stan nel ruolo di Bucky Barnes,
Hannah John-Kamen nel ruolo di Ava Starr alias
Ghost, Wyatt Russell nel ruolo di John Walker,
David Harbour nel ruolo di Alexei Shostakov
alias Red Guardian, Olga Kurylenko nel ruolo di Antonia Dreykov
alias Taskmaster, Harrison Ford nel ruolo del Generale Thaddeus
‘Thunderbolt’ Ross e Lewis Pullman nel ruolo di
Bob alias Sentry. Florence Pugh riprende il ruolo di Yelena
Belova, sorella di Vedova Nera (e una delle parti migliori della
serie Marvel
Disney Plus Occhio di Falco).
Inoltre, Julia
Louis-Dreyfus interpreta Valentina Allegra de Fontaine,
con Geraldine Viswanathan nei panni di Mel, la sua assistente (che
sostituisce una Ayo Edebri estremamente impegnata e piena di
impegni). Lo sceneggiatore di Black
WidoweThor:
Ragnarok Eric Pearson si unisce agli sceneggiatori di
Beef Lee Sung Jin e Joanna Calo. Un trailer è stato mostrato a
porte chiuse al San Diego Comic-Con. Thunderbolts*
arriverà nelle sale il 5 maggio 2025, in ritardo rispetto alla
precedente data di uscita del 20 dicembre 2024 a causa degli
scioperi della WGA e della SAG-AFTRA. Nel frattempo, restate
aggiornati sul MCU con la nostra
guida alla storia della Fase 5 della Marvel e con uno
sguardo a ciò che deve ancora venire nella Fase 6 della Marvel.
Colin Farrell ha subito un’incredibile
trasformazione in The
Batman per interpretare Oz Cobb,
ma The
Penguin porta questo camuffamento a un livello
superiore. Come? Spogliando il cattivo per una tesa scena di
interrogatorio nel primo episodio. “Avevo un body, quindi ero
praticamente coperto dal polso alla caviglia. Le uniche cose che
erano me erano le mani e i piedi”, racconta l’attore a
PEOPLE. “Tutto il resto,
comprese le orecchie, erano pezzi di trucco. Era tutto
coperto”.
Questo ha richiesto tre ore al
giorno sulla sedia del trucco e Farrell fa i complimenti
all’artista Mike Marino per averlo trasformato nel
gangster di Gotham City. “Se non fosse stato per il design di
Mike, ve lo dico ora, se fossi stato solo io con una fottuta
sigaretta e un cappello a cilindro e un po’ zoppicante e un
ombrello che era una mitragliatrice, non avremmo avuto lo show
della HBO”.
Ammettendo di “non essersi mai
annoiato” durante l’estenuante processo di trasformazione,
Farrell ha aggiunto: “Voglio dire, quando arrivavamo a due ore
e 45 minuti, ero un po’… perché dovevano spruzzare la vernice a
sette pezzi diversi, il cappello a palla, la parrucca sopra il
cappello a palla, e poi spruzzavano ogni piccola macchia, ogni
piccolo brufolo, ogni piccola piega, ogni piccola cicatrice”.
Tornando alla scena di nudo, mentre non vediamo molto di Oz ne
The
Penguin, è emerso che le protesi si sono estese alle
zone più intime di Farrell.
“Marino è così contorto e
brillante. Mi ha detto: ‘Ti ho fatto un pene di pinguino’”, ha
ricordato Farrell con un sorriso. Io ho risposto: “Davvero? Non
lo vedranno nemmeno. Non so se voglio andare sul set con un pene di
pinguino”. E lui: ‘No, no, no, amico. È staccabile, è in velcro. Ha
un becco alla fine”. Quindi avevo un pene di pinguino”.
“Non potevo crederci, sì. Non avevo mai fatto nulla di
simile”, ha concluso. “Muovi il viso e vedi cosa succede.
Sapevo che le espressioni si manifestavano in un modo particolare
attraverso la maschera e che era stata progettata in modo
splendido, quindi ho scelto di farlo”.
La serie The
Penguin che debutterà il 20 settembre su SKY e NOW
riprenderà subito dopo gli eventi di The
Batman, c’è un vuoto di potere a Gotham dopo l’arresto
di Falcone e Oz sta cercando di riempire questo spazio. Mentre il
film ci dà una buona visione delle motivazioni del Pinguino, la
serie in arrivo approfondirà aspetti che non abbiamo potuto vedere
nel film, dai flashback della sua infanzia al suo attuale rapporto
con la madre mentalmente disturbata (Deirdre O’Connell).
“Mi è piaciuto molto fare la
parte nel film di Batman e l’idea che saremmo stati viziati
dall’avere otto ore per approfondire la psicologia e la storia di
questo personaggio”, ha detto Farrell. “I retroscena hanno un ruolo
importante nella serie televisiva”.
Un’altra parte importante della sua
storia sarà Sofia di Cristin Milioti, anche
se non si sa molto del suo personaggio, Farrell ha rivelato:
“Sono due sopravvissuti che sono stati immersi in mondi di
doppiezza, sconfitta e violenza”, e ha aggiunto: “Sono
molto sospettosi. Hanno anche un passato molto personale”.
Sarà molto interessante vedere come si svilupperà questa
storia.
Apple Original Films ha presentato
il primo trailer di Blitz, il film drammatico
sulla Seconda Guerra Mondiale del regista premio Oscar e BAFTA
Steve McQueen (12 anni
schiavo), in cui la quattro volte candidata all’Oscar
Saoirse Ronan recita accanto all’esordiente
Elliott Heffernan. Il film è in arrivo su Apple
TV+ il 22 novembre, dopo essere stato presentato in anteprima
come film d’apertura del BFI London Film Festival.
Blitz segue l’epico
viaggio di George (Heffernan), un bambino di nove anni nella Londra
della Seconda Guerra Mondiale, la cui madre Rita (Ronan) lo manda
al sicuro nella campagna inglese. George, sfiduciato e determinato
a tornare a casa da sua madre e da suo nonno Gerald (Paul
Weller) nell’East London, si imbarca in un’avventura, solo
per ritrovarsi in un immenso pericolo, mentre una Rita sconvolta
cerca il figlio scomparso.
Con una colonna sonora di
Hans Zimmer che potrebbe essere candidata
all’Oscar, il trailer vede George attraversare tunnel bui e una
metropolitana di Londra allagata mentre la città intorno a lui
viene distrutta, con sirene che suonano, un aereo in fiamme che si
schianta contro un edificio e colpi di mitragliatrice che
illuminano il cielo notturno.
Scritto e diretto da McQueen, noto
anche per film come Widows – Eredità criminale, Shame e
Hunger, il film ha il potenziale per diventare uno dei
principali candidati ai premi dell’anno. Il cast comprende anche
Harris Dickinson, Benjamin Clementine,
Kathy Burke, Weller, Stephen Graham, Leigh Gill, Mica Ricketts, CJ
Beckford, Alex Jennings, Joshua McGuire, Hayley Squires, Erin
Kellyman e Sally Messham.
Taylor Sheridan, noto per aver
scritto numerosi film ambientati nel moderno West, tra cui la
tetralogia della frontiera americana, composta dai film
Sicario, Hell or High Water,
I segreti di Wind River e
Soldado, ma anche per
aver ideato la popolare serie TV Yellowstone, nel 2021 ha
portato al cinema il suo terzo film da regista. Si tratta di
Quelli che mi vogliono morto, basato
sull’omonimo romanzo di Michael Koryta. Il film è
un thriller d’azione che ruota attorno a temi come la redenzione e
la lotta per la sopravvivenza, mescolando suspense, azione e
dramma, offrendo quindi al pubblico un’esperienza cinematografica
intensa e coinvolgente.
Il film affronta però anche
tematiche più ampie, come la corruzione e il potere, attraverso la
figura di assassini senza scrupoli che cercano qui di eliminare
qualsiasi testimone scomodo. Questo aggiunge un livello di
complessità alla trama, offrendo al pubblico qualcosa su cui
riflettere oltre all’azione avvincente. Sheridan riesce infatti a
costruire una tensione costante nel film, combinando abilmente
sequenze d’azione mozzafiato con momenti di suspense e dramma
emotivo. La fotografia del film, girato principalmente in
ambientazioni naturali, offre poi allo spettatore la bellezza
maestosa e allo stesso tempo minacciosa delle foreste del
Montana.
Quelli che mi vogliono
morto è dunque un thriller avvincente che offre una
combinazione di emozioni forti, azione mozzafiato e interpretazioni
potenti. Con una trama avvincente, una regia magistrale e un cast
stellare, il film è destinato a tenere gli spettatori sul bordo del
loro sedile dall’inizio alla fine. In questo articolo approfondiamo
alcune delle principali curiosità relative ad esso. Proseguendo qui
nella lettura sarà infatti possibile ritrovare ulteriori dettagli
relativi alla trama, al cast di
attori e alla spiegazione del finale.
Infine, si elencheranno anche le principali piattaforme
streaming contenenti il film nel proprio catalogo.
Angelina Jolie e Jon Bernthal in Quelli che mi vogliono
morto
La trama e il cast di
Quelli che mi vogliono morto
La trama segue la storia di
Hannah Faber, una specialista di soccorso in
Montana che si è ritirata dopo un tragico incidente. La sua ricerca
di tranquillità viene però spezzata quando incontra un ragazzino di
nome Connor che è fuggito dalla sua casa dopo
essere stato testimone di un omicidio brutale e ora in fuga da
coloro che vogliono eliminarlo. Con lui, Hannah si imbarca dunque
in una pericolosa fuga attraverso il selvaggio paesaggio montano.
La situazione diventerà ulteriormente pericolosa, però, quando un
grosso incendio divampa nel bosco in cui i due si trovano,
costringendo Hannah a scontrarsi con i propri traumi passati.
Ad interpretare Hannah Faber vi è
l’attrice Angelina Jolie,
che prima di questo film aveva ridotto la propria presenza in
progetti cinematografici. Ad averla convinta a partecipare a
Quelli che mi vogliono morto, tuttavia, è stata la
possibilità di lavorare con Sheridan. Quest’ultimo, inoltre, aveva
scommesso con i produttori che se fosse riuscito ad avere Jolie nel
ruolo della protagonista, allora avrebbero dovuto affidargli la
regia. Contrariamente alle previsioni dei produttori, Sheridan ha
effettivamente coinvolto l’attrice, ottenendo dunque la possibilità
di dirigere il film. Per il ruolo di Hannah, Jolie si è poi
preparata incontrando veri vigili del fuoco, apprendendo da loro i
segreti del mestiere ma anche i tanti pericoli in cui si può
incorrere.
Accanto a lei, nel ruolo del giovane
Connor, vi è l’attore Finn Little, già visto anche
in Storm Boy – Il ragazzo che sapeva volare,
Angel of Mine e nel ruolo di Carter nella serie Yellowstone. Nicholas Hoult
interpreta invece Patrick Blackwell, mentre Aidan Gillenè
Jack Blackwell. I due ricoprono nel film il ruolo degli assassini
in cerca di Connor. Jake Weber interpreta
Owen Casserly, padre di Connor, mentre Jon Bernthal è
Ethan, ex-fidanzato di Hannah e vice-sceriffo. L’attore
Tyler Perry interpreta Arthur Phillipp, il
mandante dei due assassini, Boots Southerland è lo
sceriffo e Medina Senghore ricopre il ruolo
Allison Sawyer, moglie di Ethan. Per il film, il team di produzione
ha allestito un enorme set boschivo, che è stato incendiato in
tutta sicurezza.
Finn Little e Angelina Jolie in Quelli che mi vogliono
morto
La spiegazione del finale
Nel finale, i due fratelli Blackwell
convincono Ethan – ex fidanzato di Hannah – a condurli alla ricerca
del bambino attraverso il bosco, dirigendosi verso la torre di
sorveglianza. Arrivativi, lo costringono a cercare Connor mentre lo
sorvegliano da un albero. Nonostante Ethan tenti di convincerli che
la torre sia vuota, Patrick lo vede parlare e gli spara, ferendolo
gravemente. Vedendo Hannah e Connor fuggire dal retro, i Blackwell
provano a prenderli ma vengono attaccati da Allison – moglie di
Ethan – che li ha seguiti, e quindi si dividono.
Patrick insegue Hannah e Connor,
mentre Jack rimane indietro per uccidere Allison, ma si fa invece
uccidere da quest’ultima. Hannah distrae e trattiene Patrick per
permettere a Connor di scappare, ma quest’ultimo, quando Patrick
minaccia di uccidere la donna, ritorna sui suoi passi. Patrick
tenta allora di ucciderlo, ma viene colpito da un colpo d’ascia di
Hannah e muore nell’incendio. Allison si ricongiunge con Ethan ma a
causa delle ferite riportate da lui non possono scendere dalla
torre quindi rimangono lí in attesa del loro destino.
Per loro fortuna, Allison verrá
salvata, mentre Hannah e Connor saltano in un fiume e guardano da
sott’acqua l’incendio che divora la foresta. Il mattino seguente,
la squadra dei vigili del fuoco di Hannah arriva e la salva insieme
a Connor e Allison, mentre Ethan muore per via delle ferite
riportate. Connor prepara poi le prove di suo padre da dare ai
media, e Hannah gli promette di aiutarlo a superare il suo presente
incerto. Insieme, dunque, capiscono di aver affrontato e superato
le loro più grandi paure.
Il trailer del film e dove vederlo
in streaming e in TV
È possibile fruire di Quelli
che mi vogliono morto grazie alla sua presenza su alcune
delle più popolari piattaforme streaming presenti oggi in rete.
Questo è infatti disponibile nei cataloghi di Rakuten TV,
Tim Vision, Apple TV e Prime Video. Per vederlo, una volta
scelta la piattaforma di riferimento, basterà noleggiare il singolo
film o sottoscrivere un abbonamento generale. Si avrà così modo di
guardarlo in totale comodità e al meglio della qualità video. Il
film è inoltre presente nel palinsesto televisivo di
giovedì 19 settembre alle ore
21:20 sul canale Rai 2.
Quando è stato realizzato, La
notte del giudizio per sempre è stato concepito come
l’ultimo film di un franchise horror che ora comprende cinque
uscite nelle sale e una serie televisiva con già due stagioni a suo
nome. Sebbene abbia avuto difficoltà nell’esecuzione, la serie ha
un concetto geniale: una notte all’anno, tutti i crimini sono
legali. E, man mano che la serie è andata avanti, si è spinta
sempre più direttamente verso il commento politico e sociale.
Election Year è ad esempio stato girato sulla scia
delle elezioni del 2016, con tanto di sosia di Clinton e Trump.
E La prima notte del giudizio è invece un prequel
che ci ha riportato all’inizio, mostrando il governo inviare i
suprematisti bianchi in un pacifico quartiere nero per istigare la
violenza e dimostrare che l’Epurazione vale la pena di essere
portata avanti. La notte del giudizio per sempre è
apparentemente l’opposto. È una Purga finale, in cui suprematisti
ed estremisti uniscono le forze per continuare l’evento annuale
notturno fino al giorno successivo e oltre… finché non avranno
cacciato tutti gli immigrati dall’America.
La trama e il cast di La notte del giudizio per
sempre
Il film segue Juan
(Tenoch Huerta) e Adela
(Ana de la Reguera), una coppia di immigrati dal
Messico, guidati dal loro capo bianco, Dylan
(Josh Lucas), e dalla moglie incinta,
Cassie (Cassidy Freeman), in una
corsa verso il confine messicano per sfuggire a una nazione che non
smette di perpetrare crimini nei confronti degli stranieri. Con
questa premessa, è questo il film più politico della serie, con un
finale che si dimostra particolarmente interessante per cercare di
scoprire quale sarà il futuro della saga.
Nella battaglia culminante del film,
il leader tribale Chiago (Gregory
Zaragoza) guida il nostro gruppo di eroi attraverso il
confine messicano mentre entrambe le parti si armano per
combattere. Da quando il gruppo ha ucciso sua madre, il
suprematista bianco e purgatore Dalton
(Joshua Dov) e il suo piccolo esercito di alleati
inseguono i nostri eroi fino al confine. Messi alle strette, i
buoni non hanno altra scelta che smettere di scappare e reagire.
Durante la massiccia sparatoria che ne consegue, Chiago porta
Cassie e gli altri sopravvissuti dall’altra parte, mentre Juan,
Adela e Dylan fanno del loro meglio per respingere l’assalto.
Pochi minuti dopo, Dalton e un altro
Purger mettono alle strette Adela e Dylan e sembrano avere la
meglio. Quando è quasi troppo tardi, Juan usa però il suo lazo di
Chekov in un ultimo momento di coraggio per salvare la moglie,
prima di abbattere Dalton con un proiettile nel cranio. I restanti
eroi riescono ad attraversare il confine indenni e vengono accolti
da una lieta notizia. Il travaglio di Cassie è stato un successo e
Dylan viene ricompensato per i suoi commenti razzisti e la sua
dubbia moralità con un nuovo bellissimo bambino.
Tutto è bene quel che finisce bene,
almeno per Juan e Adela, che alla fine sono riusciti a tornare a
casa. I film della saga sono brutali e, nella grande tradizione
dell’horror, i personaggi a cui ci si affeziona vengono spesso
uccisi in modo cruento. È quindi un miracolo che tutti i personaggi
principali di La notte del giudizio per sempre
siano vivi alla fine e abbiano qualcosa da festeggiare. Ma per il
resto dell’America, il futuro potrebbe non essere così
brillante.
Alla fine del film, abbiamo un
finale sorprendentemente edificante per un film sulla “Purga”.
Tutti coloro che vale la pena salvare riescono a uscire sani e
salvi dal confine messicano. Cassie finisce per avere un bambino
sano e sopravvive per crescerlo (supponiamo almeno per un po’).
Juan e Adela riescono a tornare a casa e per loro è il finale più
felice di tutti, perché non devono tornare in America. Ma se si
sposta l’attenzione sulla nazione “un tempo grande”, si comincia a
vedere il lato cinico del film. L’inquadratura finale mostra gli
Stati Uniti d’America in fiamme. La radio parla di un conflitto,
dicendo che la gente sta iniziando a reagire contro i suoi
aggressori.
Non è chiaro quanto tempo sia
passato tra l’inizio di La notte del giudizio per
sempre e questa trasmissione, ma si può supporre che sia
trascorso almeno un po’ di tempo. Il futuro degli Stati Uniti è
lasciato ambiguo, ma gli estremisti che hanno organizzato questa
grande Purga sono ancora là fuori e continuano a uccidere e
distruggere. In questo senso, anche il finale di questo film è
estremamente cupo e lascia il pubblico nell’incertezza su dove il
franchise possa andare avanti. Lo stato della nazione è quello di
una guerra civile, un inevitabile risultato finale dell’esperimento
sociale del governo che ha dato inizio alla Purga annuale.
Quando ci vengono presentati tutti i
protagonisti di La notte del giudizio per sempre,
la trama parte in direzione del confine. La casa attuale di Juan e
Adela si trova già in Texas, quindi il Messico non è molto lontano,
e i quattro personaggi si dirigono verso la città di El Paso, dove
l’attraversamento del confine diventa legale e ininterrotto per le
successive sei ore. Ma quando raggiungono il confine, questo è
pesantemente sorvegliato e i nostri eroi devono affrontare i
Purgatori militarizzati in una battaglia culminante per farsi
strada in Messico.
Ma se il passaggio sicuro non è più
praticabile, perché andare? Questo ha molto a che fare con i
personaggi e le loro motivazioni profonde. Juan e Adela vogliono
tornare nella loro patria oltre il confine. Spinti dalla paura di
trovarsi in un Paese violento e in guerra che li odia, non vedono
più altra scelta. Anche Dylan è messo alle strette. Con una moglie
incinta che sta per entrare in travaglio, decide di farsi avanti e
di essere un leader, nonostante non ami il Paese in cui sta
guidando un esercito o la sua gente.
Tuttavia, è importante che si
incrocino perché il finale funzioni. Ma perché? Il messaggio
politico finale di La notte del giudizio per
sempre è un invito all’empatia, a immaginare di essere nei
panni di qualcun altro. L’attraversamento degli americani in
Messico è un simbolo di questo tema, e il finale suggerisce che sia
il Canada che il Messico hanno fornito ai rifugiati americani aiuti
sufficienti per iniziare a riconquistare il loro paese caduto.
Anche se inizialmente era stato
annunciato come l’ultimo film della saga, La notte del
giudizio per sempre non sarà il gran finale della serie.
Dopo tutto, il finale lascia sicuramente spazio a storie più
interessanti da raccontare e l’ideatore James DeMonaco ha
infatti recentemente fatto sapere di aver completato la
sceneggiatura di un The Purge 6, dunque ancora
sprovvisto di titolo italiano, che avrà come protagonista Frank Grillo
(già presente in due dei precedenti film) ed esplorerà la vita dopo
il crollo degli Stati Uniti. Il racconto, quindi, si muoverà a
partire dallo scenario di La notte del giudizio per
sempre.
Il trailer del film e dove vederlo
in streaming e in TV
È possibile fruire di La
notte del giudizio per sempre grazie alla sua presenza su
alcune delle più popolari piattaforme streaming presenti oggi in
rete. Questo è infatti disponibile nei cataloghi di Rakuten
TV,Apple TV, Netflix e Prime Video. Per vederlo, una volta
scelta la piattaforma di riferimento, basterà noleggiare il singolo
film o sottoscrivere un abbonamento generale. Si avrà così modo di
guardarlo in totale comodità e ad un’ottima qualità video. Il film
è inoltre presente nel palinsesto televisivo di giovedì 19
settembre alle ore 21:15 sul canale
Italia 2.
Dopo essere stato più volte
rimandato rispetto alla data iniziale del luglio 2020,
principalmente a causa della pandemia COVID-19, Morbius (qui
la recensione) è infine arrivato nei cinema di tutto il mondo
nell’aprile del 2022. Si tratta della terza pellicola dedicata al
mondo dell’Uomo Ragno dopo il successo degli spin-off Venom (2018) e
Venom – La
furia di Carnage (2021). Sfortunatamente, il film è stato
un completo fallimento critico e commerciale, ricevendo critiche
per la scrittura, gli effetti visivi e le scene post-credits.
Diretto da Daniel Espinosa, il film ha però
vissuto una vera e propria rinascita come fenomeno di internet dopo
la sua uscita on demand. Diventò molto diffuso il falso slogan
“It’s morbin’ time” (“È ora di morbare“), gioco
di parole senza significato sul nome del film stesso e la frase di
trasformazione dei Power Rangers “It’s Morphin’ time“. Gli
utenti del server Discord ufficiale del film si chiamarono
“Morbheads” e si impegnano a diffondere molte copie piratate su
vari server.
Nel bene o nel male, dunque, è
questo un film che ha segnato il suo anno cinematografico e che a
seconda di come lo si guarda può regalare buon intrattenimento o
grandi risate. In questo articolo, approfondiamo dunque alcune
delle principali curiosità relative a Morbius.
Proseguendo qui nella lettura sarà infatti possibile ritrovare
ulteriori dettagli relativi alla trama, al
cast di attori e alla spiegazione del
finale. Infine, si elencheranno anche le principali
piattaforme streaming contenenti il film nel
proprio catalogo.
Protagonista del film è il dr.
Michael Morbius, un biochimico affetto da una
rarissima malattia ematologica. Quando prova a inventare una cura
per il suo disturbo, qualcosa nel suo esperimento va storto e il
dottore si infetta con una forma di vampirismo, assumendo l’aspetto
e le abilità soprannaturali di queste oscure creature. È così che
il dottor Morbius, inizialmente incerto se lasciarsi morire o
nutrirsi di sangue umano, si ritrova a dover imparare a controllare
l’assetato mostro che vive dentro di lui.
Protagonista del film nel ruolo del
Dr. Michael Morbius è Jared Leto, il quale si è detto attratto dalla
lotta del personaggio con la sua malattia e dalle implicazioni
morali di un eroe assetato di sangue. L’attore Matt Smith ricopre il ruolo di Lucien / Milo
Morbius, il fratello surrogato di Michael. Dopo aver rifiutato
altri ruoli in film di supereroi, Smith si è unito al film grazie
al coinvolgimento di Daniel Espinosa. L’attrice Adria
Arjona – recentemente vista in Hit
Man– ricopre il ruolo della dottoressa Martine
Bancroft, scienziata e collega di Michael.
Arjona ha dichiarato che il
personaggio è “quello intelligente nella stanza” e si è
ispirata alla politica e attivista Alexandria
Ocasio-Cortez. Jared Harris interpreta il dottor Emil
Nicholas, mentore e figura paterna di Michael e Milo, mentre
Al Madrigal è Al Rodriguez, agente dell’FBI che
dà la caccia a Michael insieme al suo partner Simon Stroud.
Quest’ultimo è interpretato da Tyrese Gibson. Nei fumetti Stroud è bianco, ma
i produttori ne hanno cambiato l’etnia desiderando ingaggiare
proprio Gibson per il ruolo.
Adria Arjona in Morbius. Cortesia di Sony Pictures
Il finale e le scene post-credits del film
Nella battaglia culminante a New
York, il dottor Michael Morbius deve infine uccidere il suo
migliore amico, diventato nemico vampiro, Milo, utilizzando
un’iniezione chimica di sua creazione. Sebbene i vampiri facciano
parte della cultura pop di questa realtà, non sono reali, quindi i
metodi folcloristici come le croci, l’acqua santa e la luce del
sole non hanno alcun effetto su Morbius e Milo, poiché si tratta di
vampiri viventi e non di non morti soprannaturali.
Milo ha spinto Morbius a questo
conflitto finale attaccando e ferendo mortalmente la collega/amante
di Michael, la dottoressa Martine Bancroft. Morbius tenta dunque di
impedire a Martine di morire lasciando cadere una goccia del suo
sangue nella sua bocca. Grazie a questo bacio insanguinato, Martine
sopravvive, ma se da un lato viene salvata, dall’altro è stata
maledetta a trasformarsi in un altro vampiro vivente.
Successivamente a questo finale, si
hanno due scene post-credits, la prima delle quali si collega
direttamente al finale di Spider-Man:
No Way Home. La prima scena vede infatti una spaccatura
cosmica colorata apparire nel cielo notturno sopra Manhattan.
Sembra simile a quella vista durante il finale del film del
MCU, quando Doctor Strange riporta gli Spider-Man e i loro
rivali nei loro rispettivi universi.
Jared Leto e Matt Smith in Morbius. Cortesia di Sony
Pictures.
Si passa poi a una prigione di New
York dove Adrian Toomes, alias Avvoltoio (Michael
Keaton), si materializza all’interno di una cella.
Nonostante la natura sconcertante e cosmica di ciò che è appena
accaduto, Toomes sembra capire immediatamente di trovarsi in una
realtà diversa e dice: “Spero che il cibo in questo posto sia
migliore”. In seguito, un notiziario televisivo racconta
dell’inspiegabile apparizione di questo misterioso prigioniero e di
come, non essendoci alcuna traccia della sua esistenza, Toomes
verrà rilasciato.
La seconda e ultima scena
post-credits di Morbius ci mostra invece il
protagonista in quello che è evidentemente un incontro prestabilito
con l’Avvoltoio. Toomes dice a Morbius di essersi informato su di
lui da quando è arrivato in questo universo, un evento fantastico
con cui presume che l’Uomo Ragno abbia avuto a che fare.
L’Avvoltoio dice a Morbius che quelli come loro dovrebbero formare
una squadra per fare “del bene”. Morbius risponde che trova
l’offerta interessante.
Morbius 2 si farà?
Date in particolare queste due scene
post-credits, la Sony sembra aver voluto anticipare l’arrivo nel
proprio universo legato a Spider-Man dei Sinistri Sei, sui quali
già in passato si stava cercando di sviluppare un film. Si è dunque
parlato per diverso tempo della possibilità di rivedere Morbius in
dei progetti crossover con il Venom di Tom Hardy, il Blade di Mahershala Ali o lo Spider-Man di Tom Holland. Ad oggi non ci sono certezze su
se e quando il personaggio tornerà, ma di certo ad oggi non si è
parlato di un sequel diretto di Morbius.
Il trailer del film e dove vederlo
in streaming e in prima TV
È possibile fruire di
Morbius grazie alla sua presenza su alcune delle
più popolari piattaforme streaming presenti oggi in rete. Questo è
infatti disponibile nei cataloghi di Rakuten TV, Apple TV,
Infinity Mediaset e Prime Video. Per vederlo, una volta
scelta la piattaforma di riferimento, basterà noleggiare il singolo
film o sottoscrivere un abbonamento generale. Si avrà così modo di
guardarlo in totale comodità e ad un’ottima qualità video. Il film
è inoltre presente nel palinsesto televisivo di giovedì 19
settembre alle ore 21:20 sul canale
Italia 1.