In un futuro immaginario il tempo è
denaro, vita, tutto. E’ un futuro immaginato da Andrew
Niccol in In Time, sua ultima fatica
cinematografica in cui le persone nascono con un orologio tatuato
su un braccio. Al compimento del 25esimo anno, questo orologio che
segna un anno comincia un countdown.
Andrew Niccol, la trama del
film
Allo scadere del tempo la persona
muore, a meno che non riesca a guadagnare altro tempo lavorando.
Will Salas vive a Dayton, una sorta di bronx, dove di tempo per
tutti ce n’è davvero poco, dove si vive letteralmente ora dopo ora
e dove tutti vanno di fretta, corrono per non sprecare tempo, tempo
prezioso che resta loro da vivere. L’incontro fortuito con uno
sconosciuto regalerà a Will addirittura un secolo di vita, e così
il giovane potrà abbandonare il quartiere povero per New Greenwich,
l’uptown, il posto in cui tutti camminano lentamente, godendosi la
vita, mangiando poco e con calma, assaporando ogni secondo di vita
poiché loro ne hanno davvero tanti, troppi per una vita sola.
Andrew Niccol, il film
Andrew Niccol è un
maestro nel creare realtà immaginarie partendo da veri i
proprio punti focali della realtà moderna. Con Gattaca
aveva affrontato l’ingegneria genetica, con S1m0ne invece
la realtà virtuale, in questo caso si chiede cosa accadrebbe se la
vecchiaia fosse sconfitta per sempre? Se si smettesse di
invecchiare a 25 anni? E se avessimo (letteralmente) i minuti
contati?
Il problema che mette in campo in
regista con questa idea davvero brillante è a ben pensare
terribilmente attuale, più terrificante di un film horror e
straordinariamente angosciante se si riflette a fondo sul binomio
tempo/denaro. Nel film i ricchi posseggono più tempo di quello che
riescono a ‘consumare’ e i poveri rubano pochi secondi per cercare
di vivere un po’ di più. E’ la perfetta e quasi didascalica
metafora del disequilibrio tra ricchezza e povertà, soprattutto
quando nel film si spiega che questo disavanzo, questa disparità di
forze in campo è fondamentale per far si che pochi siano sempre in
vita (ricchi) a discapito dei molti sempre di corsa (poveri) è
fondamentale per mantenere lo status quo, la situazione di
privilegio dei pochi.
L’immensa portata di questo
messaggio però non viene supportata dal film, che presenta una
sceneggiatura quasi solamente abbozzata, che non affonda a piene
mani nel fango della questione e si accontenta di trasformarsi in
una favola a metà strada tra Robin Hood e Bonnie e Clyde. Una
trascinante prima mezz’ora perfettamente bilanciata tra romantico
sentimentalismo e adrenalina pura, lascia spazio ad una
dissacrazione di tutto quello che si è appena visto e purtroppo, a
malincuore per chi lo ha aspettato, il film precipita.
Ne esce ugualmente bene però il
cast che nonostante la sfacciata bellezza che ostenta con unica
apparente dote riesce comunque a calarsi bene nella parte:
Justin Timberlake e
Amanda Seyfried sono davvero una bellissima coppia
cinematografica e nonostante il look un po’ troppo aggressivo di
lei, l’alchimia trai due sembra funzionare. Olivia Wilde e Cillian Murphy completano il patinatissimo
cast. Piccolo ruolo anche per Johnny Galecki che
gli appassionati di
The Big Bang Theory riconosceranno in Leonard, il nerd
innamorato della bella vicina.
In Time parte da
un guizzo intellettuale geniale che purtroppo si affloscia su se
stesso lasciando inesplorate milioni di possibilità di approfondire
un tema affascinante e attuale. Bocca amara da occasione
sprecata.
Ecco un secondo Teaser Trailer per
l’attesissimo Prometheus di Ridley Scott, rimanendo sempre in
attesa di un Full Trailer, così da poter scoprire maggiori dettagli
sul film. Fra i protagonisti del film: Charlize Theron, Guy Pearce,
Idris Elba, Kate Dickie, Logan Marshall-Green,Michael Fassbender,
Noomi Rapace, Sean Harris
Il progetto cinematografico Osage
County sembra sia in condizioni favorevoli per il via libera
definitivo. Infatti, la Weinstein Company ha finalmente annunciato
che le riprese della pellicola inizieranno quest’autunno. Deadline
rivela altri particolari del progetto. A dirigere il film è
confermato John Wells (The Company Men), mentre il cast sarà
composto da attrici del calibro di Meryl Streep e Julia
Roberts.
Ecco il commento della Roberts sulla notizia: Dopo aver
visto il ritratto ipnotico di Meryl Streep come Margaret Thatcher
in The Iron Lady, sono ancora più eccitata e orgogliosa di recitare
accanto a lei.
La trama del romanzo, già adattato
dallo stesso autore in uno spettacolo teatrale premiato ai Tony
Award, inizia quando il padre del clan Weston scompare in una notte
d’estate, e tutta la famiglia si riunisce nella casa natale in
Oklahoma, dove vengono alla luce segreti a lungo celati. La
Streep interpreterà la madre Violet, una matriarca dipendente dalle
droghe con l’inclinazione a svelare grossi segreti, mentre la
Roberts interpreterà la più vecchia delle tre figlie, Barbara, in
crisi a causa del marito che la tradisce con una studentessa.
Il 24 febbraio uscirà in Italia
Quasi amici (in originale
Intouchables), il campione di incassi in Francia
pluricandidato ai César. Ecco la locandina e il trailer in
italiano.
Intouchables è stato un
caso in Francia, un vero e proprio record al box office, con oltre
2 milioni di presenze in cinque giorni. Uscito oltralpe a novembre,
il film è ancora saldamente sul podio del botteghino francese,
diventando il film più visto di sempre, e ha registrato un incasso
straordinario: oltre 150 milioni di euro raccolti nella sola
Francia!
Il 24 febbraio la Medusa Film
distribuirà in Italia il film diretto da Olivier Nakache ed Eric
Toledano con il titolo Quasi amici. Protagonisti due
strepitosi attori, l’oramai affermato Omar Sy e François Cluzet,
uno dei migliori attori della cinematografia francese.
Questa la trama:
Dopo un incidente di parapendio che
lo ha reso paraplegico, il ricco aristocratico Philippe (François
Cluzet) assume Driss (Omar Sy), ragazzo di periferia appena uscito
di prigione come badante personale, ovvero la persona meno adatta
per l’incarico.
L’improbabile connubio genera altrettanto improbabili incontri tra
Vivaldi e gli Earth, Wind, dizione perfetta e slang, completi
eleganti e tute da ginnastica. Due universi opposti entrano in
rotta di collisione. Ma per quanto strano possa sembrare,
troveranno un punto di incontro che sfocerà in un’amicizia folle,
comica, profonda quanto inaspettata che li renderà…
Intoccabili.
Ecco una featurette di
John Carter, il colossal prossimo all’uscita tagato
Disney. John Carter è la storia del veterano di guerra John
Carter, che viene inspiegabilmente trasportato su Marte, dove si
ritrova coinvolto in un conflitto di proporzioni epiche tra gli
abitanti del pianeta.
Ulteriori info nella nostra
Schefa-Film: John Carter
Nei giorni scorsi erano arrivate
varie foto dal set di After Earth, il nuovo film di M. Night
Shyamalan, in cui comparivano il regista e i due protagonisti, Will
Smith e suo figlio Jaden. I due Smith, nel film, interpretano
proprio un padre e un figlio; in un futuro lontano 1000 anni, i due
precipitano sulla Terra, inospitale e ormai abbandonata dal genere
umano: toccherà al piccolo – il padre è ferito – darsi da fare per
cercare aiuto e affrontare la lotta per la sopravvivenza.
E’ stata postata da Jaden una nuova
foto, in cui questi è ritratto con il costume di scena, immerso in
una folta ed esotica vegetazione. Ecco la foto del secondogenito
del principe di Bel-Air:
Vi ricordiamo che il film
intitolato in Italia, After Earth – Dopo la fine del
mondo uscirà nella sale il 5 Giugno 2013. Tutte
le info utili nella nostra scheda: After Earth. After
Earth è diretto da M. Night
Shyamalan, e tra il cast troviamo attori
quali David Denman, Isabelle Fuhrman, Jaden
Smith, Kristofer Hivju, Will Smith.
Ecco la sinossi ufficiale del film:
In “After Earth”, mille anni dopo un cataclisma che ha
costretto l’umanità a fuggire dalla Terra, Nova Prime diventa la
nuova casa dell’umanità. Il leggendario Generale Cypher Raige
(interpretato da Will Smith) ritorna da una lunga missione di
lavoro dalla sua famiglia, pronto per essere un padre per suo
figlio di 13 anni, Kitai (Jaden Smith). Quando un tempesta di
asteroidi provoca dei danni all’aereo di Cypher e Kitai, i due si
schiantano su una Terra poco familiare e pericolosa. Con il padre
mortalmente ferito, Kitai deve scoprire un territorio ostile per
cercare la salvezza. Kitai ha sempre voluto essere come suo padre e
questa è la sua possibilità.
Dopo aver diviso la scena con
Michael Fassbender, Ewan McGregor e Antonio Banderas tra gli altri
in Knockout-resa dei conti di Steven Soderbegh, l’ex campionessa di
arti marziali Gina Carano sarà protagonista di In the blood, action
thriller firmato da John Stockwell (Trappola in fondo al mare,
Turistas).
Il film, scritto da Bennett
Yellin e James Robert Johnston vede protagonista una donna che,
dopo la scomparsa (e la presunta morte) del marito nel corso di una
vacanza, si improvvisa ‘giustiziera’ andando alla ricerca dei
colpevoli. Stockwell ha dichiarato recentemente che il film non si
limiterà a mostrare le abilità di combattimento della Carano ma
anche le sue doti di attrice, nel ruolo di una donna in conflitto
col suo passato violento. Le riprese verranno effettuate a Porto
Rico, confermando la predilezione di Stockwell per le ambientazioni
esotiche.
Annunciato a metà dello scorso
anno, senza che se ne fosse ancora deciso il titolo, il nuovo
progetto di Oren Peli è stato battezzato The Chernobyl Diaries.
Peli, che ha raggiunto la notorietà grazie a Paranormal Activity,
non si occuperà però della regia, affidata a Bradley Parker,
specialista in effetti speciali che ha lavorato tra gli altri su
Fight Club e Let me in (uscito in Italia col titolo di Blood story,
remake dello svedese Lasciami entrare). Il film, distribuito da
Alcon e Warner Bros, è stato scritto dallo stesso Peli assieme ai
fratelli Shane e Cary Van Dyke (nipoti del celebre Dick).
Peli parteciperà anche nelle
vesti di produttore con la Paranormal Film, per la quale sono
usciti Insidious di James Wan e Lord of Salem di Rob Zombie. In The
Chernobyl Diaries verranno narrate le vicende di un gruppo di amici
in gita nella città di Prypiat, nella quale abitavano i lavoratori
del vicino impianto nucleare, poi abbandonata a seguito della
catastrofe del 1986. Qui, oltre che con la desolazione e i silenzi
tipici di ogni luogo abbandonato, i protagonisti avranno a che fare
con presenze molto meno naturali… Il cast include alcuni habituè
del genere: Jonathan Sadowski (che ha partecipato al remake di
Venerdì 13 del 2009) e Nathan Phillips (Wolf Creek); con loro, tra
gli altri, anche l’ex idolo adolescenziale Jesse McCartney (cui
qualche anno fa arrise un breve successo anche in Italia). L’uscita
del film negli USA è prevista a fine maggio. Oren Peli è atteso nel
frattempo sugli schermi col suo prossimo film, Area 51.
Sarà probabilmente Kaare Andrews a
dirigere il prequel di Cabin Fever, film che nel 2002 segnò il
debutto alla regia di Eli Roth. Come il titolo suggerisce, il film
narrerà le origine del ‘virus cannibale’ che colpiva il gruppo di
malcapitati nel primo film. Patient Zero narrerà di un gruppo di
turisti in crociera naufragati su un’isola nella il virus si è
sviluppato e diffuso. Andrews ha esordito alla regia nel 2010 con
Altitude, incentrato su cinque amici a bordo di un aereo in
balia di una tempesta soprannaturale.
Il regista canadese è più
conosciuto tra gli amanti dei fumetti della Marvel: per la ‘Casa delle Idee’ ha
infatti prodotto diversi lavori, il più importante dei quali è
stato Spider-Man: Il Regno, storia ambientata nel futuro in cui un
Peter Parker ormai invecchiato veste per l’ultima volta il costume
dell’Uomo Ragno. Cabin Fever: Patient Zero verrà sviluppato
sulla sceneggiatura stesa da Jake Wade Wall (noto per il remake di
The Hitcher); l’inizio delle riprese è previsto entro l’anno. I
progetti legati a Cabin Fever non si fermano qui: assieme al
prequel è previsto un sequel, Cabin Fever: Outbreak, ma al momento
non si sa ancora se a dirigerlo sarà lo stesso Andrews.
Dopo aver legato il suo nome al
ruolo di Lex Luthor in Smallville, Michael Rosenbaum tenta il
definitivo salto di qualità con la sua prima prova da regista sulla
lunga distanza, intitolata Old Days. Rosenbaum sarà anche
protagonista del film, nella parte di Jim Owens, un attore
frustrato che lascia Hollywood per tornare nella sua cittadina
natale in occasione di una riunione scolastica.
Le conseguenze saranno quelle già
viste in tanti altri film e serie tv che hanno affrontato questa
situazione, col protagonista che tornerà a confrontarsi con gli
amci di un tempo e soprattutto col suo amore di una volta (qui
interpretato da Morena Baccarin, nota agli spettatori italiani per
i ruoli di Anna in V e di Jessica Brody di Homeland).
Faranno parte del cast anche Sarah Colonna, Harland Williams e Jay
Ferguson. L’inizio delle riprese è previsto per inizio marzo.
Rosenbaum, qui alla prima regia sulla lunga distanza ha in fase di
post-produzione il corto horror Fade Into You, oltre ad aver
scritto e prodotto Ghild, un altro corto, ma di ambientazione
fantasy, nel 2010, oltre ad essere stato seduto dietro la macchina
da presa anche per un episodio di Smallville.
Julia Roberts – La
romantica vicenda di cui è stata protagonista in Pretty
woman l’ha resa nota in tutto il mondo. Si è fatta
apprezzare per la sua bellezza, ammaliando il collega
Richard Gere col suo inconfondibile sorriso, e
assieme a lui è riuscita a rinverdire i fasti di un plot classico,
a metà tra Bernard Shaw e i fratelli Grimm. Ha interpretato ad arte
la prostituta Vivian: esuberante, pragmatica, forte, goffa a
contatto con l’alta società, che si riscopre romantica grazie al
suo Pigmalione, Edward Lewis/Gere.
La biografia di
Julia Roberts
Era il 1990, da allora il cinema e
Hollywood non hanno più voluto fare a meno di questa giovane col
fisico da modella, originaria del profondo sud statunitense.
L’hanno spesso ingaggiata per altre commedie romantiche, talvolta
rivelatesi di grande successo, come Il matrimonio del mio
migliore amico e Notting Hill, altre
volte meno riuscite, come i recenti Mangia, prega,
ama e L’amore all’improvviso – Larry
Crowne.
Ma ha saputo offrire ottime prove
anche nei film drammatici, da quel Fiori d’acciaio
che le valse il primo Golden Globe a Erin
Brockovich, con cui ha ottenuto il massimo riconoscimento
della sua carriera: l’Oscar. Oggi che la sua posizione nel
firmamento hollywoodiano è indiscussa, si gode il meritato successo
e si dedica anche al mestiere di produttrice, oltre che alla
famiglia.
Julia Fiona Roberts nasce in Georgia nel 1967
da una famiglia di modeste origini. Perde il padre nel ’76, colpito
da una grave malattia e ne resta profondamente scossa. Ha tre
fratelli, il maggiore è Eric che la convincerà a intraprendere come
lui la strada del cinema, per la quale abbandonerà il sogno di
diventare veterinaria.
Dal 1971, anno della separazione
dei genitori, vive con la madre nella piccola cittadina di Smyrna.
Dopo gli studi liceali, si trasferisce a New York e tenta la
carriera cinematografica. Dai tempi del liceo, fa altri lavori: per
mantenersi agli studi prima, e sbarcare il lunario poi. Tra questi,
vista la sua alta statura e il fisico slanciato, la modella.
La si vede per la prima volta sul
grande schermo nell’87 in Scuola di pompieri di
Christian Ingvordsen, ma l’esordio era stato accanto al fratello
Eric, oltre che a Giancarlo Giannini e Dennis Hopper, in
Legami di sangue di Peter Masterson. La critica e
il pubblico la notano nell’89, quando sperimenta con successo le
proprie doti di attrice drammatica, assieme a quelle di interprete
brillante, nei panni di Shelby, una giovane affetta da diabete, ma
anche piena di gioia di vivere, come tutte le donne, amiche, che
animano questo riuscito film corale.
Dramma che si intreccia
efficacemente ai toni comici, senza che le due componenti
perdano ciascuna la sua forza. Il tutto sorretto da un cast di
ottime interpreti: la Roberts recita qui accanto alle colleghe
Shirley MacLaine, Sally Field e Daryl Hannah. L’efficace prova
attoriale vale alla Roberts il suo primo Golden Globe. L’anno dopo
esploderà il fenomeno Pretty woman.
Migliaia di donne sogneranno
assieme alla sua Vivian Ward, di essere portate nel bel mondo a
vivere una folgorante storia d’amore da un principe con le fattezze
di Richard Gere. Lei gli farà riscoprire l’autenticità, non solo
dei sentimenti, ma anche la pragmatica schiettezza, che sembrano
mancare nell’alta società. Lui la convincerà che anche i ricchi
possono essere buoni ed avere un animo sensibile. Il film gioca
sugli opposti che i due protagonisti incarnano ottimamente e fila
liscio verso il suo immancabile romantico happy end. Enorme
successo della pellicola, mentre il brano Pretty
Woman di Roy Orbison diventa un vero tormentone.
Nello stesso anno l’attrice
georgiana cambia genere cinematografico, passando disinvoltamente
all’inquietante film fantastico Linea mortale, che
unisce gli interrogativi sull’aldilà ad una riflessione sulle
angosce e le questioni irrisolte del passato che tornano ad
affacciarsi nel presente dei protagonisti: un gruppo di ex studenti
di medicina in vena di esperimenti. La direzione è affidata a
Joel Schumacher; il cast può contare, oltre che
su Julia Roberts, sulle convincenti
interpretazioni di Kevin Bacon e Kiefer
Sutherland; le atmosfere sono spesso inquietanti e ricche
di suspense. Julia Roberts inizia una
relazione col collega Sutherland. Tradimenti veri o presunti
pongono presto fine all’idillio che avrebbe dovuto portarli alle
nozze: nel 1991 Sutherland viene piantato sull’altare
daJulia Roberts.
Lo stesso anno,
l’attrice è a lavoro nel thriller A letto con il
nemico, che la vede nei panni di Laura, donna in fuga
disperata da un marito violento. Continua a dipanarsi poi, nella
carriera della giovane attrice, il fil rouge delle favole. È
infatti chiamata niente meno che dal maestro Stephen
Spielberg per interpretare la parte di Campanellino in
Hook – Capitan Uncino, accanto a una star come
Dustin Hoffman nei panni del protagonista e a
Robin Williams in quelli di Peter Pan. La
nostra attrice non sfigura affatto e svolazza con leggiadria su
questo ruolo sbarazzino, ma anche tenero e romantico.
La collaborazione con Spielberg è
solo la prima di una lunga serie di esperienze lavorative che
vedono Julia Roberts diretta da alcuni dei
nomi più significativi del cinema anglosassone. Nel ’92 ha una
piccola parte ne I protagonisti di Robert
Altman, graffiante satira sul mondo del cinema. Il regista
la sceglierà ancora due anni dopo per
Prêt-à-Porter, quando il bersaglio della sua acuta
analisi sarà il mondo della moda. Qui sarà una giornalista
americana (Ann Eisenhower) chiamata a seguire la settimana della
moda prêt-à-porter a Parigi.
Sarà però distratta dal suo compito
dalla convivenza, dapprima forzata, col collega inviato Joe Flynn
(Tim Robbins). I due vivranno un’intensa storia d’amore che gli
farà trascurare il lavoro, portato a termine solo riportando le
notizie viste in tv. Dunque la satira e il tocco caustico di Altman
investono qui anche la categoria dei giornalisti (si pensi inoltre
al personaggio della cronista onnipresente Kitty Potter/Kim
Basinger).
Julia Roberts
lavora anche con Alan Pakula, già regista di Tutti gli
uomini del presidente, che la vuole accanto a Denzel
Washington nel thriller politico Il rapporto
Pelikan, dove interpreta la giovane e zelante studentessa
di legge Darby Shaw, alle prese con omicidi eccellenti e servizi
segreti: una storia più grande di lei, che mette al rischio la sua
vita, dalla quale verrà fuori con l’aiuto del giornalista Gray
Grantham/Washington.Per quel che riguarda la vita privata,
l’attrice sposa il cantante Lyle Lovett, da cui divorzierà due anni
più tardi.Nel ’96 è di nuovo sul grande schermo, diretta ora da
Stephen Frears, che la chiama ad interpretare
Mary Reilly nell’omonimo film che racconta la
storia di Dr. Jekyll e Mr. Hyde, adottando però la
prospettiva della giovane cameriera, appunto la Reilly.
Lo stesso anno recita anche
per il regista irlandese Neil Jordan in
Michael Collins. Qui, come già in La
moglie del soldato, il regista ci parla di conflitti e
contraddizioni della sua Irlanda, stavolta celebrando la figura
dell’eroe della resistenza irlandese contro il dominio britannico
Michael Collins. Racconta della strenua lotta sua
e dei suoi compagni per l’indipendenza dell’Irlanda, che si
otterrà dopo anni di lotte, al prezzo di rinunciare all’Irlanda del
Nord.
Il ruolo del protagonista è
affidato a un ottimo Liam Neeson, vincitore della Coppa Volpi per
la migliore interpretazione maschile. Mentre su Julia
Roberts/Kitty Kiernan si innesta il “filone sentimentale”
del film: la donna, fidanzata col miglior amico di Michael, lo
lascerà proprio per amore di Collins, col quale non riuscirà a
convolare a nozze per la prematura morte di quest’ultimo. La
pellicola ottiene un notevole successo al Festival di Venezia e, oltre al già
citato riconoscimento per Neeson, viene anche decretata miglior
film. In tema di collaborazioni illustri, arriva per la Roberts
anche quella con Woody Allen. Il regista la sceglie per
interpretare colei che lo fa pazzamente innamorare in Tutti
dicono I love you. Musical ambientato tra New York, Parigi
e Venezia, commedia corale e lieve sull’amore e sui suoi incerti,
condita con la consueta vena ironica e a tratti malinconica di
Allen.
Ma gli anni Novanta sono anche
quelli di due pellicole che vedono in Julia
Roberts il loro centro, due commedie sentimentali di
grande successo commerciale, che la rilanciano come regina
indiscussa dei romantic movies. La prima, a dire il vero,
ha anche un sapore un po’ amarognolo. Ne Il matrimonio del
mio migliore amico, infatti, Julia
Roberts è Julianne Potter, impegnata a cercare di
mandare a monte il matrimonio di Michael/ Dermot Mulroney, suo ex
fidanzato e caro amico, che ha scoperto di amare ancora. Superbia,
egocentrismo, possessività, più che vero amore, fanno sì che
Julianne si ostini a voler far diventare realtà una vecchia
promessa reciproca di matrimonio che lei e Michael si erano fatti
da ragazzi.
Finale inaspettato, con la
protagonista che si ravvede e rinuncia al proposito, seguendo i
consigli dell’illuminato amico George/Rupert Everett. L’ultimo anno
del secolo sarà contrassegnato invece dall’altro successo di
pubblico, che è Notting Hill di Roger Michell, in
cui Julia veste panni assai simili ai suoi: è una famosa attrice
americana che si trova a Londra per presentare un film e s’innamora
di un tranquillo libraio londinese, conosciuto per caso. La
commedia dai toni evidentemente romantici è prevalentemente giocata
sulla differenza di caratteri dei due protagonisti. Lei, Anna
Scott, è sempre sotto i riflettori, solare, spontanea, in cerca di
normalità.
Mentre lui, William Thacker/Hugh
Grant è timido, impacciato, con una vita tranquilla, forse un po’
piatta, scossa dall’arrivo di Anna. Il contrasto funziona, la
mistura comico-romantica riesce, ed è anche un’occasione per la
nostra attrice di giocare ironicamente, in maniera leggera, con la
propria condizione di star. Un cast di comprimari ben
assortiti e la location londinese fanno il resto. In questi
anni, Julia Roberts si dà anche alla
produzione cinematografica, con la sua Shoelace Productions.
Col nuovo millennio, l’ormai
affermata Roberts, star della commedia romantica, è decisa a dare
il meglio di sé e a puntare al massimo riconoscimento. Lo fa
cambiando completamente genere, atmosfere, contesto. Abbandona i
toni da commedia, la leggerezza, qualsivoglia forma di zuccheroso
romanticismo, per immergersi anima e corpo nell’interpretazione di
una donna animata da forte passione civile, protagonista di una
storia drammatica e toccante. È infatti Erin Brockovich
nell’omonimo film di Steven Soderbergh, che
inaugura il sodalizio artistico tra i due.
Erin Brockovich – Forte
come la verità è una pellicola nella quale si affrontano
vari temi: il pragmatismo e la forza delle donne senza dubbio, la
loro capacità di reggere anche da sole il peso di famiglia e lavoro
(la grintosa Erin, divorziata e con tre figli a carico ne è un
esempio lampante), il senso profondo della giustizia, che dà il
coraggio di lottare e vincere anche contro un nemico che sembrava
imbattibile, l’assenza totale di etica e scrupoli di certo
capitalismo selvaggio. Erin si batte infatti contro un
colosso industriale che versa nelle acque di una piccola cittadina
americana sostanze cancerogene, avvelenando molti dei suoi
abitanti.
La protagonista riesce a ottenere
per loro un risarcimento di portata storica, il cui valore è
soprattutto morale. Il film è tratto da una storia vera, i temi
sono forti e l’interpretazione è impeccabile. Julia
Roberts sa calarsi perfettamente nei panni di
quest’appariscente trentenne piena di problemi, ma forse proprio
perciò determinata ad aiutare altre persone in difficoltà,
schietta, pragmatica, anche brusca, ma assai sensibile. Una donna
normale, che riesce a conquistare la fiducia di altre persone
normali, e insieme a loro ottiene giustizia. L’interpretazione
efficacissima e senza fronzoli vale all’attrice l’ambìto Oscar, ma
anche il Golden Globe e il BAFTA. Soderbergh la vorrà con sé anche
nel cast stellare di Ocean’s Eleven (2001) e del
sequel Ocean’s Twelve (2004).
Prosegue anche l’attività
di Julia Roberts produttrice, al fianco del
suo secondo marito Dan Moder, sposato nel 2002 e col quale avrà tre
figli. La loro casa di produzione cinematografica ora si chiama Red
Om. L’attrice però, non rinuncia a stare davanti alla macchina da
presa e coglie l’occasione per farsi dirigere da Mike Nichols: nel
2004 in Closer e tre anni più tardi ne La
guerra di Charlie Wilson. Il primo è a metà tra la
commedia e il dramma sull’amore, dai toni realistici e poco
romantici. Protagoniste due coppie. Una formata da Julia
Roberts e Clive Owen e l’altra da Jude Law e
Natalie Portman. I loro destini s’incrociano con
inevitabile seguito di attrazioni, tradimenti, rese dei conti. La
storia, il suo procedere, i dialoghi, le chiavi interpretative dei
vari personaggi convergono tutti in un’unica direzione: quella
opposta a un film melenso sull’amore e incline invece a riflettere
sulla vera natura dei rapporti di coppia, a metterne a nudo luci e
ombre.
Nel secondo film Julia
Roberts recita accanto a Tom Hanks, un politico americano amante della
bella vita e delle donne, che non si fa mancare vizi e che
proprio la Roberts/Joanne Herring convincerà a finanziare la
guerriglia antisovietica in Afghanistan. L’attrice lavorerà ancora
con Tom Hanks nella commedia L’amore all’improvviso – Larry Crowne (2011),
diretta dallo stesso Hanks.
Questo 2012 invece, vede
Julia Roberts tornare alle favole. Se infatti il
primo film che le ha dato la notorietà è stato quel Pretty
woman in cui incarnava una sorta di Cenerentola dei giorni
nostri, e l’avevamo vista in Hook, come Campanellino, si confronta ora per
la prima volta col ruolo dell’antagonista, della cattiva per
eccellenza, la regina malvagia. Questa è infatti la parte che le
viene affidata da Tarsem Singh in Biancaneve. Vedremo come riuscirà questa
versatile attrice a calarsi in una veste per lei così insolita.
A poco meno di un anno dall’uscita
del suo ultimo film Contagion, ecco
arrivare Knockout – resa dei conti, il
nuovo film di Steven Soderbergh, presentato fuori
concorso al Festival
di Berlino. Nonostante le continue dichiarazioni del
regista, a suo dire stanco e prossimo alla pensione, la sua vena
creativa stenta ad affievolirsi, dimostrandosi sorprendentemente
prolifica.
Knockout – resa dei
conti, racconta le vicende di Mallory Kane
(Gina
Carano) un agente segreto che lavora per conto di
Kenneth (Ewan
McGregor) e che si occupa di missioni speciali che i
governi non possono autorizzare. Giovane e bellissima, Mallory è la
migliore in questo campo. Nonostante ciò la donna viene tradita ed
ingannata e decide di vendicarsi degli uomini che l’hanno tradita
scovandoli uno per uno. Dovrà usare tutte le sue capacità, i suoi
trucchi e le sue abilità per sfuggire dalla trappola che le hanno
teso, tornare negli Stati Uniti, proteggere la sua famiglia e
ricambiare il favore ai suoi traditori.
Knockout: resa dei conti, il
film
A primo acchito la nuova pellicola
del regista premio Oscar sembra un film che
mescola abilmente la suspence tipica delle spy-story di
Hitchcock e le gesta atletiche di James Bond. Dotato di un ottimo inizio ed una
affascinante sequenza d’azione magistralmente diretta, il film
nell’evolversi della narrazione porta con sé molto limiti, forse
troppi. Il talento di Soderbergh è indiscutibile, come molte altre
volte, il regista è stato abile a mettere insieme un cast
formidabile ed azzeccato, partendo dai vari co-protagonisti fino ad
arrivare all’esordiente Gina Carano, nello stesso tempo tosta e
affascinante, ma soprattutto molto brava nel rendere totalmente
credibile le sue peripezie in lungo e in largo per l’Europa.
Non a caso l’attrice è stata scelta
soprattutto per il suo passato di campionessa di Arti Marziali
Miste. Tuttavia, il vero limite del film è proprio quello di
essere concentrato troppo sulla protagonista femminile,
tralasciando completamente tutti i vari dettagli collaterali che
sono meno importanti, ma molto spesso fondamentali per
caratterizzarne la storia, soprattutto quando la partita si gioca
su un campo intricato e ingannevole. A farne le spese sono la
storia e soprattutto il ritmo, costellato di alti e bassi che
inevitabilmente ne compromettono l’equilibrio. In questo senso la
scelta di raccontare gran parte del film in un lungo flashback a
bordo di un auto in fuga, appesantisce ulteriormente la
narrazione.
Nonostante ciò, la pellicola rimane
di grande fattura, regalando bellissime sequenze d’azione pura e
attimi sospesi, lasciando spazio anche a intricati sotto testi che
forse potrebbero sembrare totalmente gratuiti.
Knockout – resa dei conti, è la storia di una
donna che combatte in un mondo dominato dagli uomini e che
inevitabilmente la porta a dover porre rimedio con il suo talento a
questa condizione.
E’ inoltre una storia di vendetta
verso coloro che hanno tradito le buone intenzioni e che meritano
tutto l’accanimento con il quale la protagonista cerca di
vendicarsi. E’ senz’altro un film che nonostante tutto ha le giuste
componenti per ritagliarsi uno spazio importante all’interno del
genere con il quale cerca di confrontarsi, e sicuramente le
innumerevoli scene concitate regaleranno più di un sussulto allo
spettatore.
PMW-F3 fa parte della
famiglia di prodotti per la cinematografia digitale CineAlta 24P e
offre supporto per workflow S-Log e per una varietà di frame rate,
tra cui 23.98P, ideale per riprese di qualità cinematografica.
Nasce una nuova rubrica sul
nostro portale, il nome spiega tutto, dedicata alla presentazione
delle nuove tecnologie nel mondo del cinema e alla rivisitazione
dei vari progressi ed evoluzioni nel tempo.
La redazione è aperta a
nuovi componenti che arricchirebbero lo staff del
sito.
Proponi la tua candidatura dalla
pagina Lavora con noi.
Una spia non basta (This Means War) è un film del 2012 diretto da McG e
con protagonisti Tom Hardy, Chris Pine e Reese
Witherspoon. Inizialmente il cast del film doveva essere
composto dagli attori Sam Worthington e Bradley Cooper che però, a
causa di altri impegni, dovettero rinunciare al ruolo che fu
successivamente affidato a Tom Hardy. A rifiutare una parte nel
film fu anche Seth Rogen. Le riprese del film si sono svolte a
Vancouver in Canada dal 13 settembre al 1º dicembre 2010.Il film
uscirà nelle sale statunitensi a partire dal 17 febbraio 2012,
mentre arriverà in Italia il 16 marzo dello stesso anno.
Signora per un
giorno è il film del 1934 diretto da premio Oscar
Frank Capra e con protagonisti Walter
Connolly, May Robson, Warren William, Guy Kibbee.
Signora per un giorno, trama
David “lo Sciccoso” è un
gangster-gentiluomo di New York, nel giro delle scommesse sui
cavalli; è un tipo superstizioso, che ha un debole per le mele
vendute da Annie, mendicante alcolizzata, perché convinto che gli
portino fortuna. Da parte sua Annie, nonostante le ristrettezze
economiche, ha mantenuto con grandi sacrifici la figlia Louise in
un collegio in Spagna, dove la ragazza si fidanza con Carlos, il
figlio del conte Romero. Un giorno Louise, inconsapevole della
situazione economico-sociale della madre, le scrive dicendole che
lei, il conte ed il suo futuro marito stanno per arrivare a New
York per conoscere la famiglia.
Annie è disperata, ma David decide
di aiutarla e con la sua banda organizza i preparativi per
trasformare la stracciona in una gran signora e per mettere su una
festa con finti vip e politici interpretati dai suoi scagnozzi.
Signora per un giorno, il film
Signora per un
giorno è diretto da Frank Capra, il regista più ottimista
che Hollywood abbia conosciuto nella sua lunga storia. In tempi
grigi e pessimisti come quelli in cui viviamo, il suo cinema può
ritrovare la sua funzione fondamentale di evasione dalla realtà. I
suoi lungometraggi possono essere visti come autentiche favole
moderne e di nuovo attuali, aventi come protagonisti persone umili
e bistrattate da una società cinica, ma che poi alla fine ottengono
giustizia e riscatto.
La sua pellicola più famosa è
La vita è meravigliosa del 1946. Quando uscì il film
però andò malissimo, al punto da sancire il fallimento – assieme
all’insuccesso commerciale de Lo stato dell’Unione (1948) – della
Liberty films, società cinematografica fondata insieme all’ex
produttore capo della Columbia, Samuel Biskin e ai colleghi registi
William Wyler e George Stevens.
Ma veniamo a Signora per un
giorno. Signora per un giorno può essere
considerato l’inizio di un fortunato filone del genere, cui faranno
seguito altri film di spessore, su tutti il sopracitato La vita è
meravigliosa. Si tratta di commedie nelle quali anche quando tutto
sembra perso, arriva il tocco magico che mette le cose a posto,
come una sorta di fortunata “mano invisibile” teorizzata
dall’economista liberista Adam Smith.
Quanto al cast, nei panni di
“Apple” Annie – la venditrice ambulante che si trasforma in una
nobile per qualche giorno – troviamo May Robson, la quale non ha
all’attivo molti film, ma questa interpretazione le è valsa l’Oscar
come migliore attrice. Da segnalare anche quella di Warren
William, nei panni di David “lo sciccoso”, colui che aiuta
Annie nella stramba e insperata impresa; la sua carriera si
racchiude in un quindicennio (’31-’45) e vede tra i 25 film in cui
figura anche Lo specchio della vita, famoso strappalacrime realista
del 1934.
Oltre a quello assegnato alla
Robson, Signora per un giorno ha vinto altri
3 Oscar: miglior film, miglior regista e Migliore
sceneggiatura non originale. Quest’ultimo premio è andato a Robert
Riskin, sceneggiatore che ha firmato tutti i film di maggiore
successo di Capra negli anni ’30; non a caso, terminato il loro
sodalizio professionale, il regista siculo-americano ebbe meno
verve creativa.
Presente alla Berlinale
con il suo In the Land of Blood and Honey, Angelina Jolie si è
mostrata generosa con la stampa anticipando molti dei suoi progetti
futuri. Tra questi ci dovrebbe essere ovviamente il ritorno alla
recitazione, accantonata per due anni, poi forse riprenderà altri
progetti e tra tutti spicca la produzione Disney di Maleficent,
incentrato sulla strega cattiva de La Bella Addormentata nel Bosco.
E se Charlize Theron sembra aver fatto un lavoro egregio nella sua
rilettura sensuale e dark della Regina Grimilde in Biancaneve e il
cacciatore, cosa riuscirà a fare la bellissima Angelina con un
ruolo di tale carisma?
Ecco cosa l’attrice ha dichiarato
alla stampa: “Negli ultimi due anni non ho recitato, perché mi
sono occupata esclusivamente del mio film. Ora sto per iniziare la
lavorazione di una pellicola Disney. La miglior cosa da fare è
trovare un equilibrio tra progetti per adulti e opere rivolte ai
bambini. I miei figli vogliono vedermi interpretare la strega di
Maleficent. Ognuno trova un modo diverso per far funzionare le
cose; per esempio quando interpreto gli action movie le mie figlie
sono molto orgogliose“.
Ma Angelina è anche corteggiata da
Luc Besson e soprattutto ha in sospeso l’interessantissimo ruolo di
Cleopatra, film che vedrà forse la regia di David Fincher.
Da tempo vi stiamo
aggiornando sul curioso progetto che vede Tim Burton in veste di
produttore e si occupa di raccontare le gesta leggendarie di
Abraham Lincoln in veste di cacciatore di vampiri.
La speranza di vedere il sequel di
Ghostbusters inizia a diventare un miragio, finalmente in una nuova
intervista a Empire, Dan Aykroyde smentisce il rumour secondo cui
Murray avrebbe rifiutato lo script del film, ma nonostante tutto
aggiunge un particolare che suona come una sconfitta, il
personaggio di Venkman potrebbe avere il volto di un altro
attore:
Ecco la traduzione pubblicata da Badtaste.it della notizie:
Murray non è capace di un comportamento simile. Non è nella
sua natura. Abbiamo un rapporto molto profondo, privato e
personale, che va oltre gli affati. Parliamo spesso, e la sua
posizione sull’eventuale coinvolgimento in Ghostbusters 3 è stata
chiarita, e io la rispetto. Ma Bill rispetta troppo le mie
doti di sceneggiatore da strappare uno script.
Aykroyd sembra
meno pessimista riguardo al ritorno di Rick
Moranis nei panni di Louis Tully, anche se sono 15 anni
che l’attore non calca le scene:
Se la sceneggiatura di Ghostbusters 3 sarà bella, a quel
punto potremmo affidare a Moranis una parte rilevante. Nessuno di
noi vuole fare il film senza di lui
Comunque, sembra ci sarà ancora da aspettare, perché la
sceneggiatura ha bisogno di essere ritoccata ancora una volta:
Lo script deve essere perfetto. Non possiamo distribuire un
film che non sia perfetto. Dobbiamo ancora lavorarci
sopra.
Da Variety oggi giungono notizie nuove su Guillermo Del
Toro. Sembra che uno dei tanti progetti che il regista ha in
cantiere sia pronto a concretizzarsi: Del Toro dirigerà
l’adattamento de La bella e la Bestia in live
action per la Warner Bros. A produrre lo stesso regista assieme a
Andrew Davies, mentre nel cast la protagonista sarà quasi
sicuramente Emma Watson.
Nessun altro dettaglio è stato
rivelato. Quindi dopo Pacific Rim, la cui uscita è fissata per
l’anno prossimo Del Toro dedicerà anima e corpo a questo progetto,
la cui storia sarà ambientata nel passato, proprio come la
fiaba originale.
Arrivano conferme ufficiali dallo
stesso regista: Transformers 4 sarà diretto ancora una volta da
Michael Bay. Il film lo girerà non appena avrà terminato Pain &
Gain, il suo prossimo film prodotto sempre dalla Paramount
Pictures.
Ecco la traduzione fatta dal sito Badtaste su quanto detto da
Bay sul suo sito:
Per chiarire report poco precisi provenienti dalla Toy Fair
– Steven Spielberg e io stiamo reimmaginando
completamente Transformers per il quarto episodio. Abbiamo lavorato
a questa idea negli ultimi mesi. Sono molto eccitato per la
direzione che prenderemo.
Ma prima girerò un piccolo film da 20 milioni di budget, una
black comedy basata su una storia vera ambientata a Miami dal
titolo Pain and Gain, con Mark Wahlberg e Dwayne Johnson. Una
coppia di altri grandi attori sono molto vicini a entrare nel cast.
Non vedo l’ora di girare un film un po’ più semplice questa
primavera, un film basato sui personaggi. Inizieremo le riprese a
marzo.
Poi potrei lavorare a una serie televisiva con la mia
compagnia, la Platinum Dunes, che dovrei vendere a un network
via cavo molto importante. Potrei girare il mio primo pilot. Stiamo
ancora elaborando i dettagli.
Ecco quanto scritto nella sua Home:
Si è molto speculato su quale sarà il mio prossimo progetto e
quando o se farò un altro Transformers. Lasciatemi dire le cose
come stanno.
Ho appena concluso un accordo con la Paramount per fare due
film, ma non saranno due Transformers.
Dirigerò prima Pain & Gain, con Mark Wahlberg e Dwayne “The
Rock” Johnson.
Poi girerò il prossimo Transformers, che uscirà il 29 giugno
2014.
…sostituito poi dal comunicato ufficiale presente anche sul sito
della Paramount:
Comunicato della Paramount, tradotto da Badtaste.it :
Hollywood, CA (13 febbraio 2012) –
La Paramount Pictures ha annunciato oggi che Michael Bay ha firmato
un contratto per due film con lo studio, che avrà il suo via questa
primavera con l’inizio delle riprese di Pain and Gain, seguito poi
dal prossimo episodio del franchise di successo Transformers.
Basato su una storia vera, Pain and
Gain segue un gruppo di bodybuilder che viene coinvolto in una
serie di attività illecite tra cui rapimento, estorsione e omicidio
in florida. Raccontato prima in un articolo del Miami New Yimes,
Pain and Gain verrà diretto da Bay e vedrà nel cast Mark Wahlberg e
Dwayne “The Rock” Johnson. Le riprese inizieranno in primavera, la
produzione sarà di Bay, Donald De Line e Ian Bryce.
Successivamente, Bay porterà sul
grande schermo un nuovo episodio del franchise di Transformers, il
quarto. Il terzo e più recente episodio è il quarto maggior incasso
globale della storia del cinema, con 1.124 miliardi di dollari in
incassi. Diretto da Bay, il nuovo episodio riunirà il team di
produzione del franchise, inclusi i produttori Lorenzo di
Bonaventura, Don Murphy, Tom DeSanto e Ian Bryce, e i produttori
esecutivi Steven Spielberg, Michael Bay, Brian Goldner e Mark
Vahradian. La Paramount Pictures distribuirà il film il 29 giugno
2014.
“Michael ha lavorato a Pain and
Gain per diversi anni, ma ha atteso con pazienza il casting
perfetto per dare il via alle riprese,” ha commentato Adam Goodman,
presidente del Film Group della Paramount. “Chiaramente la sua
pazienza ha ripagato, e non potremmo essere più eccitati per
questa combo. La sua passione per il progetto è incredibile”.
Il 9 marzo uscirà nelle
sale italiane Young Adult, diretto dal figlio d’arte Jason Reitman
e scritto da Diablo Cody: i due tornano insieme dopo il successo di
Juno (2007). Il film, prodotto da Mandate Pictures, Mr. Mudd e
Right of Way Films, è stato girato in meno di due mesi (11 ottobre
– 23 novembre 2010) tra il Minnesota e lo stato di New York. La
protagonista della storia è Mavis Gary, interpretata dal premio
Oscar Charlize Theron (Monster). Mavis è stata la tipica reginetta
americana: bellissima, brava in tutto, detestata dalle altre
ragazze. Alle porte dell’età adulta, ha lasciato la piccola Mercury
per assaggiare la vita di città, trasferendosi a Minneapolis, dove
si è affermata come ghost writer di superficiali romanzi per
ragazzi.
Vincitore del premio del pubblico
Achille Valdata al
29° Torino Film Festival, arriva in
Italia 50 e 50 (50/50), il film di
Jonathan Levina e prodotto da Evan Goldberg,
Seth Rogen e Ben Karlin, già rinomati per il buon
lavoro fatto sino ad ora sia in veste di produttori che di
scrittori. L’occasione per mettersi all’opera ancora una volta è
50/50, una divertente, toccante e originale storia
di un giovane uomo che di punto in bianco si trova ad affrontare
una tremenda malattia.
Il film ripercorre la storia di
Adam Schwartz (Joseph
Gordon-Levitt) che ha una vita grandiosa, ha una bella
fidanzata, Rachel e un ottimo lavoro in una radio. Ad appena 27
anni sembra avere tutto. Ma quando Adam comincia a sentire un
forte dolore alla schiena, scopre che ha una forma rara e
potenzialmente mortale di cancro. Con un grosso tumore maligno che
cresce lungo la sua colonna vertebrale, la sua vita cambia in un
baleno. I locali cedono il passo alle cliniche chemioterapiche, i
vernissage alle sessioni di consulenza e i piani per il futuro alle
strategie per la sopravvivenza.
50 e 50, il film
50 e 50 nonostante
faccia riferimento a uno stilema molto caro a Hollywood passa
senz’altro per una storia a suo modo originale e divertente,
nonostante tutto. Il lavoro in sceneggiatura dello scrittore Will
Reiser è da promuovere a pieni voti, soprattutto per il pacato e
composto equilibrio che è riuscito a raggiungere e che bilancia
alla perfezione le vicende narrate, senza avvantaggiare nessuna
delle due nature presenti nel film. Questo si deve anche alla
regia servizievole e sobria di Jonatan Levina, ma
soprattutto al cast di attori formidabili.
Dal protagonista Joseph Gordon-Levitt, fra i migliori della sua
generazione, che ancora una volta sorprende nella sua performance
delicata e profonda, al talento comico di Seth Rogen che contrappone alla perfezione la
natura diversa del suo personaggio con quella del protagonista. A
completare il cerchio ci sono la bravissima Bryce Dallas Howard, forse troppo snobbata
dalla critica che conta, Anna Kendrick in perfetta simbiosi con il suo
personaggio e all’intramontabile Anjelica Huston.
La pellicola è inoltre una storia di amicizia
profonda e leale, di amore sincero verso persone che lo meritano,
ma è sopra ogni cosa una storia di sopravvivenza, che se non altro
regalerà allo spettatore una volta tanto un film diverso, dotato di
una prospettiva totalmente inaspettata, quella di un giovane che
lotta dentro per sopravvivere.
Uscite giovedì 16 febbraio – Leonardo
Live: Grazie a Leonardo Live, gli appassionati d’arte di
tutto il mondo possono partecipare al primo tour della storia nel
cuore di una mostra d’arte trasmessa, via satellite e in alta
definizione, al cinema in contemporanea in oltre 15 paesi.