Dopo aver chiuso con gran successo
l’ultimo Festival di Cannes, ed aver vinto come
Miglior Film al San Sebastián International Film Festival, arriva
nelle sale italiane l’attesissima nuova commedia agrodolce di
Olivier Nakache e Éric
Toledano (Quasi Amici, C’est la vie –
Prendila come viene, Samba). The Specials –
Fuori dal comune, attraverso le acclamate interpretazioni
di Vincent
Cassel e Reda Kateb, porta
alla luce e affronta le problematiche quotidiane vissute da ragazzi
affetti da autismo, storie vere, tratte da esperienze reali delle
Onlus parigine e dei casi sotto la loro tutela.
Il film sarà al cinema dal 29 ottobre
distribuito in sala per Europictures da
Lucky Red.
The Specials – Fuori dal comune, la trama
Per vent’anni Bruno e Malik hanno vissuto in un mondo diverso,
quello dei bambini e degli adolescenti affetti da autismo.
Responsabili di un’organizzazione senza scopo di lucro, Bruno e
Malik insegnano ai giovani provenienti da aree disagiate ad
assistere quei casi rifiutati dalle istituzioni e classificati come
estremamente complessi.
In seguito all’ultimo DPCM, che ha
decretato la chiusura delle sale cinematografiche,
Europictures e Lucky Red
annunciano che The Specials – Fuori dal comune sarà
disponibile sulle principali piattaforme on demand a partire dal
18 novembre. Il film interpretato da Vincent
Cassel e Reda Kateb, dopo
aver chiuso con gran successo l’ultimo Festival di Cannes ed aver vinto il Premio
del Pubblico al San Sebastián International Film Festival, è stato
presentato ad Alice nella Città, sezione autonoma e parallela della
Festa del Cinema di Roma.
The Specials– Fuori dal
comune sarà disponibile dal 18
novembre sulle piattaforme digitali Sky Primafila
Premiere, oltre a MioCinema e
IoRestoInSala che rappresentano, in gran parte,
l’universo dell’esercizio a cui questo film era destinato. Dal
23 novembre sarà altresì disponibile su
iTunes, Amazon Prime Video, Google
Play, Chili, TimVision,
Rakuten TV, Huawei Video,
Infinity, CG Entertainment.
Lucy De Crescenzo,
CEO di Europictures, ha dichiarato: “Non è stata una decisione
facile uscire direttamente On Demand con The Specials. La
sua uscita in sala era inizialmente prevista ad aprile, ma per la
chiusura dei cinema è stata rimandata all’autunno. Dopo mesi di
attesa, durante i quali l’uscita in streaming non è stata presa in
considerazione per una volontà condivisa con Lucky Red, The
Specials è approdato al Alice nella città, dove ha ricevuto
un’accoglienza calorosa dal pubblico e dalla stampa. Purtroppo
ancora una volta ci scontriamo con la pandemia e i cinema
sono stati nuovamente chiusi. Sono convinta che sia arrivato il
momento che The Specialsvada incontro al suo pubblico.
Tuttavia appena i cinema riapriranno il film sarà disponibile per
la sala, che era il suo luogo ideale.”
L’attesissima nuova commedia
agrodolce di Olivier
Nakache e Éric
Toledano (Quasi Amici, C’est la vie
– Prendila come viene, Samba) porta alla luce e
affronta le problematiche quotidiane vissute da ragazzi affetti da
autismo, storie vere, tratte da esperienze reali delle Onlus
parigine e dei casi sotto la loro tutela.
C’è un bisogno speciale che ognuno di
noi ha ma e che, nella maggior parte dei casi è difficile da
soddisfare pienamente. Per il ventottenne Enea lo è ancora di più
perché, come lui stesso ammette nel trailer del film The
Special Need, è un po’ picchiatello. Enea è affetto da
autismo e questo bisogno speciale è si legato al sesso ed
all’incontro fisico con una donna, ma è anche o meglio, soprattutto
un bisogno di amore, di trovare, come lui stesso dice, una ragazza
per la vita. Carlo e Alex, i suoi migliori amici, decidono di
aiutarlo ed accompagnarlo in questa missione che si prospetta ardua
ma forse non impossibile.
The Special Need,
primo lungometraggio di Carlo Zoratti, si struttura come un
road movie documentaristico. Enea, Carlo e Alex decideranno di
intraprendere un viaggio con lo sgangherato pulmino wolkswaghen di
Alex, un viaggio che li porterà materialmente in Austria e
successivamente in Germania, presso il centro di assistenza
sessuale per disabili di Trebel.
Ma questo viaggio li condurrà anche ad
una conoscenza più profonda delle esigenze affettive dell’amico
disabile ed alla consapevolezza dei propri pregiudizi a
riguardo.
Questi stessi pregiudizi sono insiti
nella nostra cultura e in un certo senso, anche se non
esplicitamente, il film mostra l’abisso di civiltà tra l’Italia e,
ad esempio, la Germania in cui si riconosce al disabile il diritto
di esplorare la propria affettività e sessualità, argomento che qui
è ancora un tabù perché il disabile è considerato, nella maggior
parte delle situazioni, ed addirittura a livello giuridico, come un
bambino che non crescerà mai.
Carlo Zoratti adotta uno
stile che privilegia la spontaneità rispetto alla correttezza
formale riuscendo a rendere invisibile la macchina da presa e
trascinando lo spettatore in prima persona all’interno della
vicenda. L’effetto è molto coinvolgente: ci si commuove ma in molti
momenti si sorride grazie all’esuberanza e alla simpatia di Enea.
Vedere il mondo tramite i suoi occhi e quelli dei suoi amici è
un’esperienza da non perdere.
Il film, una coproduzione
italo-tedesca ha già vinto alcuni premi importanti per la sua
categoria come quello per il miglior documentario al Trieste
Film Festival ed il German Competition al Dok
Leipzig. Ha inoltre partecipato, tra gli altri, al Festival
di Locarno nella sezione Cineasti del presente.
Verrà proiettato per la prima volta
al cinema a partire dal 2 Aprile in concomitanza con la giornata
mondiale dell’Autismo. Sul sito internet del film (qui il link) si
può inoltre consultare una mappa con tutti i cinema in cui si
svolgeranno le proiezioni.
The Special Need, docufilm
del regista friulano Carlo Zoratti, è stato
proiettato in anteprima alla Casa del Cinema di Roma. Carlo
Zoratti si è formato come Interaction Designer presso
l’Università di Torino, ha girato alcuni video musicali fino ad
approdare alla regia del suo primo lungometraggio, The
Special Need. Il film racconta di un’amicizia
speciale, quella tra lui ed il simpaticissimo Enea, un ragazzo
affetto da autismo. Appena entrati in sala per la conferenza stampa
alla fine della proiezione, Enea Gabino, il
protagonista del film, saluta tutti i giornalisti convenuti con
l’energia, l’esuberanza ed il buon umore che rappresentano un po’
il leit motiv di questa pellicola.
C.Z.: Vorrei anticipare una
domanda che mi fanno spesso tutti: da dove nasce la vostra
amicizia? Siete parenti? Chi te lo fa fare? Come se una vera
amicizia con un ragazzo come Enea non sia possibile. Io ed Enea ci
conosciamo da quindici anni. Tutto è iniziato quando ho deciso di
iniziare a fare volontariato. L’intento iniziale era principalmente
quello di conoscere delle ragazze dal momento che nella mia scuola
c’era un’alta percentuale di maschi. Effettivamente lì ho
conosciuto la mia prima fidanzata figlia della terapista che aveva
seguito Enea sin da bambino. In questo modo ci siamo conosciuti ed
abbiamo iniziato a frequentarci scoprendo che insieme ci trovavamo
davvero bene.
Uno dei maggiori problemi
dei ragazzi autistici è il contatto fisico con le persone, l’essere
toccati. Nel film sembra che Enea non abbia questo tipo di problema
e che la sua forma di autismo sia anzi molto lieve visto che , a
suo modo, cerca di relazionarsi col mondo esterno.
C.Z.: Enea è in un certo senso
una mosca bianca nello spettro dei disturbi che questa malattia
comporta.
E.G.: (Rivolgendosi a Carlo)
Cos’è una mosca bianca ? Non l’ho mai vista!
C.Z.: E’ appunto un fatto
eccezionale, fuori dal comune! Enea è riuscito a raggiungere questi
risultati grazie al particolare lavoro che la sua terapista ha
fatto con lui sin da bambino. Nell’infanzia era infatti chiuso nel
suo mondo come molti altri bambini autistici.
Tutto il film è molto
libero, naturale e spontaneo, soprattutto nelle reazioni di Enea.
C’è stato comunque un qualche tipo di “scrittura”?
C.Z.: La “scrittura” c’è
stata per quanto riguarda il percorso del film, che rimane un
percorso un po’ obbligato: gli amici decidono di cercare una donna
per Enea e le tappe che seguiranno saranno quelle che molti
immaginano. Nonostante questo ci sono stati alcuni momenti non
previsti come ad esempio quando Enea cerca di approcciare alcune
ragazze per strada: lo avevamo appena microfonato e non ci
aspettavamo che sarebbe partito in quarta ma nessuno ha potuto
fermarlo. In quel momento mi sono sentito un po’ scisso: il regista
sapeva che quella scena poteva essere interessante per il film ma,
in quanto amico sentivo un po’ come una violenza mostrare Enea in
quella situazione.
Prima di girare si è
confrontato con altri film come The Session di Ben Lewin che
trattano il tema della sessualità delle persone
disabili?
C.Z.: Ho volutamente
evitato di vedere The Session per non esserne influenzato e non
farmi bloccare da un film molto bello.
Prima di iniziare a girare
vi siete confrontati con la terapista e la famiglia di
Enea?
C.Z.: La prima a parlarmi di
questo bisogno speciale di Enea è stata sua madre e da lì è
iniziata a nascere l’idea del film. Per quanto riguarda la
terapista abbiamo girato ore di dialoghi con lei ma alla fine mi
sono reso conto che, purtroppo, non erano molto cinematografici e
rischiavano di appesantire la storia.
La macchina da presa sembra
realmente invisibile. Come siete riusciti a realizzare così bene
questo effetto?
C.Z.: Girando e montando subito
dopo le riprese mi sono accorto di un’aspetto che non mi piaceva:
Enea, avendo me come punto di riferimento principale, guardava
sempre in macchina. Così mi sono convinto a passare da dietro a
davanti la macchina da presa partecipando all’azione direttamente
con Enea.
Mi vengono in mente i film
Zoran di Matteo Oleotto e Tir di Alberto Fasulo entrambi friulani.
Stiamo forse assistendo ad una rinascita del cinema in
Friuli?
Erica Barbiani,
produttrice del film: Penso che questa ondata di film di autori
friulani sia dovuta in gran parte dall’esistenza del fondo
regionale audiovisivo del Friuli Venezia Giulia che ha
portato investimenti nella produzione dei film ma anche nella
formazione dei professionisti. Si è inoltre creato una sorta di
network di cineasti friulani che si incontrano spesso e si
confrontano condividendo idee. Sembra che il film rappresenti una
denuncia nei confronti dell’arretratezza italiana per quanto
riguarda problemi come la sessualità dei disabili. Quanto questa
denuncia è stata consapevole?
C.Z.: In realtà non abbiamo mai
pensato di realizzare un film di denuncia. La situazione mi è
sembrata un po’ come quando, da ragazzino, andavo a dormire a casa
di mio cugino ed ero contento perché lì mi sentivo molto più libero
rispetto a casa mia dove vigevano le proibizioni ed i rifiuti
impostimi dai miei. Non per questo disprezzavo i miei genitori
perché mi rendevo conto che loro erano fatti così e non sarebbero
mai cambiati. Andando in Austria ed in Germania ho avuto la stessa
sensazione di libertà ed allo stesso modo penso che qua in Italia
non arriveremo mai a realizzare centri come quello di Trebel (un
centro di assistenza sessuale per disabili). Qui in Italia si tende
a proiettare sui disabili le nostre idee a riguardo e non ci
rendiamo conto che il disabile è comunque una persona con i suoi
bisogni “speciali”. Nel centro di Trebel il disabile viene accolto
con la sua identità di persona, una persona che può anche avere
paure e ripensamenti. Per questo viene vietato agli accompagnatori
di parlare per conto della persona disabile incitando quest’ultima
ad esprimere le proprie esigenze.
E.G.: Comunque troverò una
ragazza! Me lo sento, ne sono sicuro!
Caterina D’Aragona torna ad essere
la protagonista della scena in The Spanish Princess
2, seconda
parte della miniserie sequel di The White Queen e
The White Princess e basata sui romanzi di
Philippa Gregory. La serie è disponibile su
Starzplay, da domenica 11 ottobre, con un episodio nuovo a
settimana e visibile, in Italia, su Apple TV e Rakuten TV. A dare
il volto alla regista spagnola c’è sempre Charlotte Hope, al fianco
di Ruairi O’Connor, nei panni di un giovane Enrico
VIII.
La trama di The Spanish Princess
2
Avevamo lasciato la giovane
Caterina in procinto di sposarsi con il re d’Inghilterra,
quell’Enrico che tanto l’aveva indispettita al suo arrivo oltre la
Manica. Adesso, alla luce della morte di Arturo, il secondogenito
maschio ed erede al trono (che scavalca la più grande Meg Tudor) è
il partito più appetibile e, al netto della passione che Caterina
sembra davvero provare per il giovane Enrico, è senza dubbio il
prossimo obbiettivo da raggiungere. Caterina convola a nozze con un
terribile segreto. L’inizio della seconda stagione la vede felice e
innamorata, ma con delle terribili minacce all’orizzonte.
Caterina deve fare i conti con la
difficoltà di mettere al mondo un erede, principale ed enorme
preoccupazione che, come sappiamo, metterà a rischio e poi
determinerà la fine del suo matrimonio con Enrico VIII. Ma la
giovane regina deve anche affrontare la politica del padre, Re di
Spagna, completamente ostile all’Inghilterra e alla sua stessa
figlia.La donna si conferma un’ottima diplomatica, una combattente
persino sul campo di battaglia, una regina degna, che onora il
marito e sovrano e ispira il popolo, ma sappiamo che la Storia la
vedrà vittima di quello stesso Re che lei ama e per il quale
combatte.
Un donna moderna alla corte
d’Inghilterra
La storia di Caterina è sempre
stata raccontata dal punto di vista di Enrico VIII. Abbiamo sempre
incontrato il personaggio nelle vesti di una regina anziana e non
più fertile, incapace quindi di dare un erede maschio al re e messa
da parte per una donna più giovane e potenzialmente capace di
assolvere al compito che Caterina non aveva portato a termine. La
serie Starzplay invece ci offre la possibilità non solo di
ribaltare la prospettiva, ma anche di assaporare la giovinezza, la
risolutezza e la ferocia di una donna che lotta con tutta se
stessa, assumendosi il peso di tradimento e menzogna, pur di
raggiungere il suo scopo.
The Spanish Princess
2 ci mette di fronte ad un personaggio femminile che porta
avanti le sue battaglia dentro e fuori dai confini della sua casa,
ma anche dentro e fuori i confini di se stessa, dimostrandosi
estremamente moderna nonostante sia una regina vissuta molto tempo
fa, alla corte del re passato alla storia come un tipo che non
aveva poi in grande considerazione le sue mogli (Caterina è solo la
prima di sei). Caterina ha tutto ciò che serve a regnare, molto più
del marito, ma per lei i tempi non sono maturi, e lo diventeranno,
paradossalmente, solo pochi anni più tardi, quando la figlia della
sua “rivale” salirà al trono come prima Regina regnante
d’Inghilterra.
Tra temi attuali e dinamiche invece
legate al contesto storico, The Spanish Princess 2
trascina lo spettatore dentro agli intrighi di palazzo e alle
brutali battaglie con un piglio per forza di cose romanzato,
arricchendo la Storia in favore della storia e regalando un
ritratto di donna tragico, ricco e magnifico. Costumi, set, stile e
gusto fanno il resto.
Dopo il successo delle scorse
stagioni che hanno portato al cinema oltre 400 mila spettatori, la
stagione della Grande Arte torna nelle sale italiane con
un’importante novità. Il cartellone della nuova stagione, che sarà
svelato a fine estate, esplorerà non solo l’arte rinascimentale
(italiana e internazionale), i grandi movimenti pittorici e i più
amati artisti dell’Ottocento, ma si aprirà quest’anno anche ai
grandi performer contemporanei.
A inaugurare questo nuovo ciclo ci
sarà una delle più originali artiste viventi, Marina
Abramović, protagonista di THE SPACE IN
BETWEEN. MARINA ABRAMOVIĆ AND BRAZIL di
Marco Del Fiol, che sarà nelle sale italiane solo
il 3, 4 e 5 ottobre distribuito da Nexo
Digital e I Wonder Pictures in collaborazione con Unipol Biografilm
Collection (elenco delle sale a breve su www.nexodigital.it).
In questo docu-film
la Abramović parte alla ricerca di nuovi stimoli creativi e viaggia
attraverso le vibranti comunità religiose del Brasile per fare
esperienza dei rituali sacri e svelare il suo processo creativo. Il
sincretismo del Brasile più profondo si fa per lei percorso
personale e artistico e racconto per immagini, in un seducente
intreccio di profondità e ironia. Tra cerimonie di purificazione e
trip psichedelici, Marina riflette sulle affinità tra performance
artistiche e rituali e si mette totalmente a nudo, in un tragitto
anche interiore nei meandri del suo passato. Un film autenticamente
“in between”, sospeso tra arte e vita, tra road movie e spiritual
thriller, capace di parlare al cuore dello spettatore e al suo
inestinguibile bisogno, consapevole o inconsapevole, di
spiritualità.
Nata a Belgrado nel 1946, la
Abramović è una delle artiste più importanti del nostro tempo.
All’inizio degli anni Settanta studia presso l’Accademia di Belle
Arti di Belgrado, dove comincia a sperimentare la performance come
forma di arte visuale. Esplorando i limiti fisici e mentali del suo
essere, la Abramović approfondisce così il tema della
trasformazione emotiva e spirituale e si dedica alla creazione di
opere capaci di rendere rituali semplici azioni della vita
quotidiana, come stare sdraiati o seduti, sognare e pensare. Nel
1974 viene conosciuta anche in Italia, dove presenta la sua
performance Rhytm 4 nella galleria Diagramma di Luciano
Inga Pin a Milano. Nel 1976 Marina Abramović lascia la
Jugoslavia per trasferirsi ad Amsterdam. Nello stesso anno inizia
la collaborazione e la relazione con Ulay, artista
tedesco, nato tra l’altro nel suo stesso giorno. I due termineranno
il loro rapporto dodici anni dopo, nel 1989, con una camminata
lungo la Grande Muraglia Cinese: Marina decide di
partire dal lato orientale della muraglia sulle sponde del Mar
Giallo, mentre Ulay dalla periferia sud occidentale del deserto del
Gobi. I due cammineranno novanta giorni e si incontreranno a metà
strada dopo aver percorso entrambi duemila e cinquecento chilometri
per dirsi addio. Negli anni ottanta viaggia in Australia e nei
deserti di Thar e del Gobi e in Cina; dal 1992 tiene workshop,
conferenze, mostre personali e collettive in tutto il mondo fino a
vincere nel 1997 la Biennale di Venezia con la
performance Balkan Baroque, dove per tre
giorni pulisce una montagna di ossa bovine in un rituale di
purificazione e di denuncia delle stragi che avvenivano nei
Balcani. Nella primavera del 2010 arriva la prima grande
retrospettiva negli Stati Uniti al Museum of Modern Art di
New York, dove esegue anche la performance The
artist is present documentata dall’omonimo
documentario. Due anni dopo, nel 2012, è stato il momento della
doppia mostra al PAC e alla Galleria Lia Rumma di Milano, dove
l’artista ha mostrato tutti i nuovi lavori e svelato al mondo The
Abramović Method.
THE SPACE IN BETWEEN.
MARINA ABRAMOVIĆ AND BRAZIL di Marco Del
Fiol sarà nelle sale italiane solo il 3, 4 e 5
ottobre distribuito da Nexo Digital e I Wonder Pictures in
collaborazione con Unipol Biografilm Collection e con i media
partner Sky Arte HD e MYmovies.it.
The Space
Cinema lancia una speciale
promozione dedicata a tutti gli appassionati del
grande schermo e delle grandi storie
cinematografiche: dal 16 al 20 giugno
compreso sarà possibile acquistare The
Space Passa soli 49€. La speciale
card resterà valida per sei mesi e
consentirà agli spettatori di godersi l’esperienza in sala
e vivere il cinema senza
limiti.
The Space Pass è valida in tutti i
cinema del circuito e offre l’accesso illimitato a tutti i
film, anche più volte al
giorno,compresi i film
in 3D, The Space Cinema è l’unico circuito in
Italia a proporre al pubblico questa formula, già
utilizzata in altri Paesi del mondo, come Stati Uniti d’America,
Inghilterra, Francia, Germania, Olanda e Belgio.
The Space Pass è
nominativa ed attivabile online sul sito
di The Space Cinema. Per acquistare The Space Pass ed
usufruire della promozione a tempo
limitato basta visitare la sezione
dedicata sul sito del circuito al link: https://www.thespacecinema.it/card-e-promo/the-space-pass.
In contemporanea con
l’uscita ufficiale nelle sale italiane The Space Cinema
propone la proiezione di Spider-Man:
No Way Home, l’ultimo capitolo della saga basata
sull’omonimo personaggio dei fumetti Marvel diretta da Jon Watts,
in lingua originale.
Spider-Man:
No Way Homeriprende la narrazione dopo i fatti
accaduti nel film “Spider-Man: Far From Home” in cui il
villain Mysterio rileva al mondo la vera identità di
Spider-Man. Ora che tutti i cittadini di New York
hanno scoperto chi si nascondedietro la maschera
del supereroe di quartiere, il giovane Peter
Parker (Tom
Holland) deve fare i conti con l’opinione
pubblica e con la consapevolezza che non potrà mai più
separare la propria vita privata da quella di eroe. Tra dubbi
interiori e insicurezze il protagonista chiede al collega
Doctor Strange (Benedict Cumberbatch) di far
dimenticare a tutto il mondo il suo segreto. Il
potente incantesimo lanciato dal Doctor Strange
provoca una frattura nel multiverso che ha
liberato i più potenti nemici mai affrontati da uno
Spider-Man in qualsiasi universo; toccherà al giovane
Peter Parker affrontare la sua più grande sfida e salvare il
futuro.
I multisala selezionati per questo
appuntamento sono quelli di Milano Odeon,
Firenze(Novoli),
Limena, Bologna,
Trieste, Vimercate,
Silea, ParmaCentro, Roma (Parco de Medici),
Napoli e Torino (Beinasco). Per
conoscere la programmazione di “Spider-Man: No Way
Home” e rimanere aggiornati sui prossimi titoli in
versione originale basta visitare la sezione dedicata alla rassegna
Hear My Voice.
In contemporanea con
l’uscita ufficiale nelle sale italiane The Space Cinema
propone la proiezione di Matrix
Resurrections, l’ultimo capitolo della saga
cyberpunk più celebre degli ultimi tempi in lingua
originale.
Matrix
Resurrections riprendere la narrazione dopo i
fatti avvenuti in Matrix Revolutions. Il
capitolo inizia con Neo (Keanu Reeves) nuovamente
catapultato nel mondo reale ma tormentato da visioni a cui non
riesce a dare un senso. Il prescelto è disorientato
ma riesce a percepire lo stesso che gli individui sono schiavi
della tecnologia, senza capirne realmente il motivo.
L’incapacità di Neo di andare oltre le sue
percezioni ed aprire la mente è dovuta
all’assunzione giornaliera della pillola blu.
L’incontro con alcuni personaggi interessanti e la sospensione
della pillola inizieranno a riportare Neo alla consapevolezza che
ciò che lo circonda non è quel che sembra.
I multisala selezionati per questo
appuntamento sono quelli di Milano Odeon,
Firenze(Novoli),
Limena, Bologna,
Trieste, Vimercate,
Silea, ParmaCentro, Roma (Parco de Medici),
Napoli e Torino (Beinasco).
Il film
Matrix
Resurrections è interpretato da Keanu Reeves e Carrie Anne
Moss, ma anche da Yahya Abdul-Mateen II
(il franchise di Aquaman), Jessica Henwick (per la TV Iron
Fist, Star
Wars: Il Risveglio della Forza), Jonathan
Groff (Hamilton, per la TV
Mindhunter), Neil Patrick Harris (Gone Girl –
L’amore bugiardo), Priyanka Chopra
Jonas (TV Quantico),
Christina Ricci (TV Escaping the
Madhouse: The Nellie Bly Story, The Lizzie Borden
Chronicles), Telma Hopkins (TV
Amiche per la morte – Dead to
Me), Eréndira Ibarra (serie
Sense8,
Ingobernable), Toby
Onwumere (serie Empire),
Max Riemelt (serie
Sense8), Brian J. Smith
(serie Sense8,
Treadstone), e Jada Pinkett Smith (Attacco al
potere 3 – Angel Has Fallen, Gotham per la
TV).
Il team creativo scelto da
Wachowski dietro le quinte comprende i collaboratori di
Sense8: i direttori della fotografia Daniele Massaccesi e
John Toll, gli scenografi Hugh Bateup e Peter Walpole, il montatore
Joseph Jett Sally, la costumista Lindsay Pugh, il supervisore agli
effetti visivi Dan Glass e i compositori Johnny Klimek e Tom
Tykwer. La Warner Bros. Pictures presenta, in associazione con
Village Roadshow Pictures, in associazione con Venus Castina
Productions, Matrix
Resurrections. Il film sarà distribuito in tutto
il mondo dalla Warner Bros. Pictures e sarà nelle sale italiane a
partire dal 1 gennaio 2022.
In contemporanea con
l’uscita ufficiale nelle sale italiane The Space Cinema
propone la proiezione in lingua originale di
Downton Abbey II – Una nuova era,
basato sull’omonima e popolare serie TV britannica, ambientata
all’inizio del XX Secolo nello Yorkshire.
Nel lungometraggio, diretto da
Simon Curtis, vedremo ancora una volta
intrecciarsi le vicende della famiglia Crawley con quelle della
servitù. Mentre la villa è in pieno subbuglio per i
preparativi del matrimonio tra Tom Branson (Allen Leech e
Lucy Smith (Tuppence Middleton), ex cameriera,
Lady Violet Crawley Contessa di Grantham (Maggie
Smith) riceve in eredità una tenuta nel sud della Francia. Una
volta riunita la famiglia l’anziana Violet rende
noto che la villa in Francia le è stata donata in
gioventùda un uomo con il quale ebbe una storia
d’amore. Ora che il suo giovane amore è passato a miglior
vita Lady Violetdecide di recarvisi per
un soggiorno, accompagnata da alcuni membri della famiglia
e dei servitori come Mr. Carson e Mrs Hughes. Parallelamente
all’interno della tenuta a Downton Abbey si respira aria di
modernità: il produttore Jack Barber decide di girare un film
all’interno del lussuoso palazzo con l’appoggio di Lady Mary. La
famiglia Crawley dovrà fare in conti con gli intrighi e misteri del
passato.
I multisala selezionati per questo
appuntamento sono quelli di Milano Odeon,
Firenze(Novoli),
Limena, Bologna,
Trieste, Vimercate,
Silea, ParmaCentro, Roma (Parco de Medici),
Napoli e Torino (Beinasco). Per
conoscere la programmazione di ‘Downton Abbey II – Una
nuova era’ e rimanere aggiornati sui prossimi titoli
in versione originale basta visitare la sezione dedicata alla
rassegna Hear My Voice.
La Festa
del Cinema, il più grande appuntamento per gli amanti del grande
schermo che quest’anno si terrà in tutti i cinema aderenti dall’8
al 15 maggio, nelle sale The Space raddoppia: sì perché in tutti i
cinema del circuito, per ogni biglietto acquistato durante
la settimana della Festa, sarà possibile acquistarne subito un
altro sempre a 3 euro che sarà valido per la settimana successiva,
dal 16 al 21 maggio.
Anche tutti i bar del circuito The
Space partecipano all’iniziativa con un’offerta speciale: gli
spettatori potranno acquistare i pop corn al prezzo di 2€.
Con la Festa del Cinema tornano
inoltre in programmazione straordinaria anche alcuni dei titoli più
belli del calendario The Space Extra:
Il prossimo 27 ottobre al
The Space Cinema si inaugura l’iniziativa “giovedì
in lingua originale” con Doctor Strange, il nuovo
film del Marvel Cinematic Universe.
Il neurochirurgo di fama mondiale
Stephen Strange perde l’uso delle mani in un
drammatico incidente stradale. Cerca disperatamente un luogo di
guarigione per scoprire come padroneggiare la magia. Alla fine sarà
costretto a scegliere se fare ritorno alla vita normale o se
abbandonare tutto per salvare il mondo e diventare il più grande
stregone vivente. Distribuito da Walt Disney, Doctor
Strange è ispirato all’omonimo e celebre personaggio dei
fumetti apparso per la prima volta nel 1963. Il dottor Strange è
interpretato da Benedict Cumberbatch, considerato
tra i grandi attori teatrali inglesi.
I biglietti sono disponibili on
line, sul sito, sull’app e nelle sale del circuito The Space Cinema.
Doctor
Strange arriverà al cinema il 4 novembre 2016. Dirige
Scott Derrickson da una sceneggiatura
di Jon Aibel e Glenn
Berger, rimaneggiata da Jon Spaihts.
Nel cast del film al fianco del protagonista Benedict Cumberbatch sono stati confermati
Tilda Swinton,
Rachel McAdams e Chiwetel Ejiofor. Produttore del film,
Kevin Feige, con Louis D’Esposito, Victoria
Alonso, Alan Fine, Stan Lee e Stephen Broussard come produttori
esecutivi.
Dai Marvel Studios arriva la storia del
neurochirurgo di fama mondiale, il Dottor Stephen Strange, che
viene derubato dell’uso delle sue preziose mani a seguito di un
terribile incidente d’auto. Quando la medicina tradizionale lo
tradisce, Strange decide di rivolgere le sue speranze di guarigione
altrove, verso un mistico ordine noto come Kamar-Taj. Qui scoprirà
che non si tratta solo di un centro di guarigione, ma anche di un
avanposto che combatte delle forze oscure e sconosciute che
vogliono distruggere la nostra realtà. Strange dovrà quindi
scegliere, armato di un nuovo potere e nuove capacità, se tornare
alla sua vita di successi e agi o se lasciarsi tutto alle spalle e
ergersi contro il male.
Produttore del film, Kevin Feige,
con Louis D’Esposito, Victoria Alonso, Alan Fine, Stan
Lee e Stephen
Broussard come produttori esecutivi.
In occasione dell’uscita
nelle sale italiane di Black
Adamprevista per il prossimo 20
ottobre, The Space Cinema propone la
proiezione in lingua originale del film tratto
dall’omonimo fumetto della DC Comics creato da Otto Binder e
C. C. Beck nel 1945.
Il film, diretto da Jaume
Collet-Serra, vede protagonista Dwayne
Johnsonnei panni dell’antieroe della Dc
Comics, Black
Adam. La storia racconta di Teth-Adam, un uomo
dell’antico Egitto ridotto a schiavitù e in seguito ucciso che,
grazie al potere del mago Shazam, ritorna in vita. Adesso a
Black
Adam sono stati conferiti poteri straordinari: forza,
agilità e capacità di volare ma purtroppo non possiede un cuore
puro. Dopo aver vissuto in prigionia per un lungo periodo viene
finalmente liberato e dovrà confrontarsi con i supereroi in vita
per capire che per essere un eroe non basta avere grandi poteri ma
è necessario compiere nobili azioni e sacrificarsi per un bene più
alto.
La rassegna Hear My Voice prosegue
ogni giovedì nei multisala:
Firenze(Novoli), Limena, Bologna, Trieste, Vimercate, ParmaCentro, Roma
(Parco de
Medici), Roma (Moderno), Napoli
e per tutta la settimana al The Space Cinema
Odeon di Milano.
Il cast completo
di Black
Adam, oltre a Dwayne
Johnson nei panni dell’anti-eroe del titolo,
annovera anche Noah
Centineo (Atom Smasher), Quintessa
Swindell (Cyclone), Aldis
Hodge (Hawkman) e Pierce
Brosnan (Doctor Fate). Insieme a loro ci saranno
anche Sarah Shahi, che interpreterà Isis,
e Marwan Kenzari, che sarà invece
l’antagonista principale (anche se il personaggio non è stato
ancora svelato).
Black
Adam, che sarà diretto da Jaume
Collet-Serra (già dietro Jungle
Cruise, sempre con Johnson), ha dovuto far fronte a non
pochi problemi durante il suo travagliatissimo sviluppo. Inoltre,
la pandemia di Coronavirus ha ulteriormente complicate le cose e
costretto la produzione del film all’ennesimo rinvio. L’uscita del
film nelle sale americane è fissata per il 29 luglio 2022.
Black
Adam uscirà al cinema in Italia giovedì 21 ottobre
2022.
Il progetto originale della Warner
Bros. su Shazam!aveva
previsto l’epico scontro tra il supereroe e la sua
nemesi, Black
Adam appunto, una soluzione esclusa dalla sceneggiatura
per dedicarsi con più attenzione al protagonista e alla
sua origin story. A quanto pare, il film
su Black
Adam dovrebbe ispirarsi ai lavori di Geoff Johns dei
primi anni duemila.
In contemporanea con
l’uscita ufficiale nelle sale italiane The Space Cinema
propone la proiezione del terzo capitolo della saga ‘Animali
fantastici: I segreti di Silente’, film ispirato
dall’omonimo libro di J.K. Rowling, in lingua
originale.
Animali
fantastici: I segreti di Silente, lungometraggio
diretto da David Yates, riprende la narrazione
dopo i fatti accaduti in ‘Animali Fantastici – I
crimini di Grindelwald’ (2018) in cui viene rivelata
la vera identità di Credence (Ezra
Miller). In questo capitolo l’ascesa di
Grindelwald (Mads Mikkelsen) deve essere
fermata: il suo intento è quello di trasformare il mondo
magico in una platea di ciechi sottoposti e dichiarare guerra al
mondo dei non maghi. Silente (Jude
Law), tuttavia, non può combattere Grindelwald
a causa di un patto di sangue stretto in giovinezza quando
il suo attuale nemico era la persona a lui più cara.
Toccherà dunque a Newt Scamander (Eddie
Redmayne) e alla sua squadra agire per conto
di Silente e impedire che l’inganno e il terrore abbiano la meglio
nell’elezione del nuovo leader del mondo magico.
I multisala selezionati per
questo appuntamento sono quelli di Milano
Odeon, Firenze(Novoli), Limena, Bologna, Trieste, Vimercate, Silea, ParmaCentro, Roma
(Parco de
Medici), Napoli e Torino
(Beinasco). Per conoscere la programmazione di
Animali fantastici: I segreti di
Silente e rimanere aggiornati sui prossimi
titoli in versione originale basta visitare la sezione dedicata
alla rassegna Hear My Voice.
Quello che sappiamo di
Animali Fantastici: I Segreti di Silente
Tutto pronto per la riapertura dei
The Space Cinema, programmata in due fasi: un
primo gruppo di multisala ha già riaperto venerdì 14
agosto, mentre mercoledì 19 agosto sancirà la ripresa
totale delle attività del circuito.
I cinema che riapriranno dal
19 agosto sono: Vimercate (MB),
Firenze, Terni, Roma
Moderno, Cerro Maggiore (MI),
Genova, Guidonia (RM),
Lamezia (CZ), Limena (PD),
Livorno, Nola (NA),
Quartucciu (CA), Roma Parco de
Medici, Rozzano (MI),
Surbo (LE) e Torino.
Una riapertura attesa per mesi da
milioni di appassionati del grande schermo sparsi per l’Italia,
dopo un lockdown che non è riuscito, infatti, a scalfire la
passione degli italiani per la sala
cinematografica, come confermato dalla recente
ricerca condotta dall’agenzia di entertainment
marketing QMI, secondo cui il 37% degli
spettatori ha messo il cinema al primo posto tra le attività da
riprendere dopo lo stop causato dalla diffusione del
Covid-19.
A questo proposito, il circuito si
è già impegnato nel mettere a punto tutti i protocolli di
sicurezza (già operativi nei 4 cinema aperti da giugno),
nel formare adeguatamente il personale per garantire il
distanziamento sociale. Tutti gli ambienti del cinema
vengono regolarmente igienizzati e le sale sono pulite al
termine di ogni spettacolo. Agli spettatori viene chiesto
di indossare la mascherina in tutti gli ambienti del cinema, ad
esclusione della sala, dove possono godersi il film consumando,
come sempre, i loro popcorn. È possibile acquistare il biglietto
anche online, modalità raccomandata da The
Space Cinema, per assicurarsi il posto in sala nel
rispetto delle disposizioni di
sicurezza. Il nuovo sistema di assegnazione dei
posti garantirà il rispetto della distanza tra le persone o i
gruppi di persone (come le famiglie o i congiunti).
L’offerta estiva di The
Space Cinema riparte con una programmazione ricca e
variegata, che va incontro ai gusti di tutti, con film per bambini
e per tutta la famiglia, film d’autore, animazione e capolavori del
passato tra cui, per il ciclo Back on The Big
Screen, Shining e Arancia Meccanica
di Stanley Kubrick. Non mancheranno nemmeno le nuove uscite: il
19 agosto arriva Onward,
il nuovo film d’animazione targato Disney-Pixar,
mentre il 26 agosto è un giorno che tutti i fan di
Christopher Nolan hanno già cerchiato sull’agenda, il
giorno in cui uscirà Tenet,
in anteprima rispetto agli USA; dove invece è stata rimandata
l’uscita.
The Space
Cinema, circuito
cinematografico leader di mercato in Italia controllato dalla 21
Investimenti di Alessandro Benetton, e Universal Pictures International
Italy major company
attiva a livello mondiale nel settore
dell’entertainmenthanno siglato un accordo strategico tra le
società per la distribuzione di film e contenuti
alternativi.
Grazie a questa partnership, The
Space Movies, nuovo marchio di distribuzione del gruppo The Space,
affida a Universal Pictures le relazioni commerciali con tutto
l’esercizio italiano e la gestione delle release theatrical.
Le due società pongono inoltre le
basi per la collaborazione a progetti di acquisto di prodotti
internazionali e a coproduzioni nazionali.
Questa nuova partneship si estende
anche ad attività di comunicazione e co-marketing e potrà portare
opportunità anche per l’Home Video, nella ripromozione dell’ampia
library della major americana.
Contestualmente alla definizione
dell’accordo le due società annunciano il primo progetto
distributivo che inaugurerà la collaborazione: il terzo capitolo
della serie “I Mercenari” che uscirà nelle sale italiane il
prossimo 4 Settembre 2014.
Giuseppe Corrado, AD di The
Space Cinema, commenta: “L’integrazione della filiera
distributiva rappresenta un’ottima opportunità strategica per
valorizzare il mercato del cinema. Il presidio di una quota
significativa di schermi e spettatori rappresenta la miglior
garanzia per qualsiasi prodotto e la partnership con una struttura
distributiva forte e già operante il miglior modo per integrare
valori, non duplicare costi e conseguire i migliori risultati.
Universal ha dimostrato di credere da subito nel progetto
proponendoci la partnership che oggi abbiamo siglato con
soddisfazione anche dei nostri azionisti”.
Richard Borg, AD di
Universal Pictures International Italy commenta: “Nell’ambito di un
settore dell’entertainment in profonda e costante evoluzione, una
partnership con un importante protagonista come The Space è la
risposta più indicata e dinamica che potevamo dare. Il mio augurio
è che questo tipo di accordo sia la miglior garanzia per una
crescita di tutto il mercato e di tutti gli operatori del nostro
settore”.
Puntare con forza sul mezzo
cinematografico per riscrivere le regole della comunicazione
pubblicitaria sul grande schermo e dell’attivazione e ingaggio del
pubblico negli spazi di The Space Cinema, UCI Italia e di ogni
altro esercente interessato. È l’obiettivo della joint
venture creata da The Space Cinema e UCI Italia, che si
presenta sul mercato con un ambizioso piano di investimenti e una
preziosa opportunità di rilancio per tutta la filiera.
I due gruppi hanno dato vita,
infatti, a un’unica società concessionaria per la
pubblicità nazionale al cinema. “È necessario
rinnovare l’offerta per gli inserzionisti, prestare più attenzione
ed energie a un contesto in rapido mutamento e imparare a recepire
in maniera più efficace i gusti e le esigenze del pubblico –
commentano i vertici delle due società – la comunicazione
pubblicitaria al cinema gode di un grande potenziale, rimasto
finora parzialmente inespresso.”
La strategia della nuova
concessionaria si basa, inoltre, sull’innovazione
tecnologica, su partnership, sponsorizzazioni, attività di
comunicazione dentro e fuori la sala cinematografica, per un
progetto che “è in grado di fare da capofila e dare nuova linfa
al mercato pubblicitario ma, soprattutto, costituisce una concreta
occasione di intervento per tutti gli operatori e i circuiti
esterni. Uno stimolo congiunto al rinnovamento e un’opportunità di
inserimento aperta a tutti gli altri cinema che la riterranno
interessante.”
La nuova società si chiamerà
DCA e sarà operativa sul mercato a partire
dall’1 luglio. Ulteriori dettagli saranno resi noti nelle
prossime comunicazioni da parte della società.
Ecco il trailer e il poster di
The Space Between Us, film
fantascientifico con protagonista il giovane Asa
Butterfield, affiancato da un cast di superstar del
calibro di Gary Oldman e Carla
Cugino. Ecco il video di seguito e il poster sotto:
The Space Between
Us è uno sci-fi distribuito dalla STX
Entertainment che vede la partecipazione
di Gary Oldman, Asa
Butterfield, Carla Gugino, Britt
Robertson, BD
Wong e Janet Montgomery; alla
regia Peter Chelsom.
La storia racconta di due teenagers
provenienti da mondi diversi: il primo, nato su Marte da madre
astronauta, alla morte di questa viene allevato in una colonia
sperimentale segreta. A sedici anni, intraprende una relazione
online che potremmo definire più che a distanza, con una ragazza
che vive in Colorado, e programma un viaggio attraverso la galassia
per incontrarla.
STX Entertainment ha diffuso on line
il nuovo trailer di The Space Between
Us, storia d’amore e di formazione tra Terra e Marte.
Il film racconta del sedicenne Gardner Elliot (Asa
Butterfield), primo essere umano nato sul Pianeta Rosso,
grazie a un’astronauta poi morta di parto.
La lontananza non impedisce al
protagonista di stringere amicizia con un’umana via
internet: Tulsa (Britt Robertson). Partirà
alla volta della Terra per conoscerla di persona e incontrare
il padre, con tutte le conseguenze fisiche, sentimentali e pratiche
del caso. Nel cast ci sono anche Gary Oldman
e Carla Cugino.
The Space Between Us
di Peter Chelsom (Serendipity)
uscirà in Usa il 16 dicembre 2016.
The Space Between
Us si presenta come una storia d’amore e di
formazione divisa tra Terra e Marte. Il film racconta del sedicenne
Gardner Elliot (Asa Butterfield), primo essere
umano nato sul Pianeta Rosso, grazie a un’astronauta poi morta di
parto.
Diversi trailer
avevano indicato come periodo d’uscita l’estate del 2016. Il
film dovrebbe invece essere rilasciato il prossimo
anno. Secondo Deadline, The Space Between
Us uscirà il 3 febbraio 2017. Il
che metterà il film di Peter Chelsom al
riparo dalla concorrenza di Rogue
One,nel fine
settimana prima del giorno di San Valentino.
Come detto il film racconta del
sedicenne Gardner Elliot (Asa Butterfield), primo
essere umano nato sul Pianeta Rosso, grazie a un’astronauta poi
morta di parto.
La lontananza non impedisce al
protagonista di stringere amicizia con un’umana via
internet: Tulsa (Britt Robertson). Partirà
alla volta della Terra per conoscerla di persona e incontrare
il padre, con tutte le conseguenze fisiche, sentimentali e pratiche
del caso. Nel cast ci sono anche Gary Oldman
e Carla Cugino.
The Space Between Us
di Peter Chelsom (Serendipity)
pare uscirà, a questo punto, il 3 febbraio 2017.
Dopo lo straordinario
successo di The
Father – Nulla è come sembra, film rivelazione
vincitore di due Premi Oscar, Florian
Zeller torna alla regia con il suo secondo film, The
Son, opera seconda della sua trilogia,
che è stato presentato in Concorso alla
79ª Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica di
Venezia.
Nel cast del film The
SonHugh Jackman, Laura Dern, Vanessa Kirby, Zen McGrath,
Hugh Quarshie e con Anthony
Hopkins. The Son è prodotto
da Ciné@, Embankment
Films, Film4 e See-Saw
Films ed è un’esclusiva per
l’Italia Leone Film Group. Il film è
distribuito nelle sale italiane da 01
Distribution.
La trama del film
Due anni dopo il divorzio dei
genitori, il diciassettenne Nicholas non può più vivere con sua
madre. Il male di vivere che sente è diventato una presenza
costante e il suo unico rifugio sono i ricordi dei momenti felici
di quando era bambino. Il ragazzo decide di trasferirsi dal
padre Peter, che ha appena avuto un figlio dalla sua nuova
compagna. Peter prova a occuparsi di Nicholas pensando a come
avrebbe voluto che suo padre si prendesse cura di lui ma nel
frattempo cerca di destreggiarsi tra la sua nuova famiglia e la
prospettiva di un’allettante carriera politica a Washington.
Tuttavia, mentre cerca di rimediare agli errori del passato, perde
di vista il presente di Nicholas. THE SON è un racconto
destinato a risuonare profondamente in chiunque abbia dovuto
lottare per la propria famiglia. Qual è il confine tra ciò che
è meglio per noi e le responsabilità che abbiamo verso gli altri e
verso i nostri figli?
Dopo aver diretto l’acclamato
The Father, film che ha
trionfato agli Oscar nella categoria miglior attore aAnthonyHopkins e miglior sceneggiatura non originale,
il regista Florian Zeller è ora pronto a
svelare il suo nuovo film, The Son,
interpretato da Hugh Jackman e
Laura Dern, nel
quale si racconta ancora una volta un acceso dramma familiare. Il
trailer del film è finalmente stato caricato su Twitter proprio
dallo stesso Jackman, con un tweet in cui afferma di essere onorato
di presentarlo al grande pubblico.
Il trailer ci mostra Jackman nei
panni di Peter, un padre che deve adattarsi al fatto che suo figlio
Nicholas (interpretato da Zen McGrath) stia con
lui dopo essere stato lasciato da sua madre Kate (interpretata da
Laura
Dern). Anche se all’inizio il soggiorno di Nicholas
presso il padre potrebbe non sembrare così male, la tensione inizia
lentamente a crescere tra i personaggi, e il trailer ci anticipa un
conflitto tra Nicholas e Beth, l’attuale partner di Peter,
interpretata da Vanessa Kirby.
Anche l’attore premio Oscar Anthony Hopkins, torna a collaborare
con il regista dopo The Father, appando in questo trailer
opposto a Peter, anche se il motivo rimane sconosciuto.
Come noto, The Son sarà
presentato in anteprima al Festival Internazionale del Cinema di
Venezia di quest’anno il 7 settembre. Il film
uscirà poi con una distribuzione limitata nelle sale statunitensi
l’11 novembre, prima di espandersi poi in più sale. Non è ancora
nota invece la data di distribuzione nelle sale italiane, che
potrebbe però avvenire grossomodo in concomitanza con quella
americana. Nell’attesa, qui di seguito si può trovare il link al
tweet di Jackman con il trailer del film.
Dopo l’esordio cinematografico
conThe
Father – Nulla è come sembra, dopo essersi guadagnato
due Oscar e un César, il
drammaturgo francese Florian Zeller torna
alla regia. The Son è
di nuovo un adattamento di una sua pièce teatrale (Il
figlio) ed è un dramma familiare che ruota attorno ad un
adolescente infelice. Per raccontare questa
storia, Zeller si serve di un cast
stellare: Hugh Jackman, Laura
Dern, VanessaKirby,
Anthony Hopkinse il
giovanissimo Zen Mcgrath.
La trama di The
Son
Nei migliori quartieri di New
York, PeterHugh Jackman),
un avvocato di successo, vive con la sua
compagna Beth (Vanessa Kirby)
e con il loro figlio appena nato Theo. In
realtà, Peter ha anche un altro
figlio, Nicholas (Zen
Mcgrath), che abita con la madre Kate
(Laura
Dern). Nicholas ha diciassette anni e
sta attraversando un periodo difficile. Insieme all’adolescenza,
nel ragazzo emergono una serie di angosce che lo spingono ad
abbandonare la scuola e a isolarsi sempre di più. Nel
tentativo di aiutarlo, Peter acconsente alla
richiesta di Nicholas di vivere con lui e la nuova
compagna. Tuttavia, la tristezza del ragazzo sembra
irreparabile.
I traumi legati al divorzio
di Peter e Kate impediscono
a Nicholas di essere felice, ogni manifestazione
d’affetto sembra non bastare. Se nessuno si salva da solo, chi può
salvare un figlio, se non i suoi genitori?
I legami familiari esplorati in
modo acritico
In The Son si
parla soprattutto di rapporti familiari: madre e figlio neonato,
madre, padre e figlio adolescente, matrigna e figliastro. O
ancora, un padre (Jackman) che è a sua volta
figlio (di Anthony Hopkins). Nessuno degli
individui che appare sulla scena ha senso da solo: tutte le parti
sono intersecate e strettamente legate tra loro. Questo vale ancora
di più per Nicholas. Il ragazzo è fragile e allo
stesso tempo sogna una spensieratezza che non riesce a ottenere
proprio perché porta in sé sia il ricordo del divorzio dei genitori
che quello di quando ancora stavano insieme.
Nonostante il giovane accusi più
volte i genitori, in realtà il regista non vuole esprimere un
giudizio sulla condotta di Kate e di Peter.
Le figure genitoriali sono mostrate in modo
acritico. Zeller non esclude nulla e
porta sullo schermo le fragilità, le qualità positive, i vizi e le
virtù, dei genitori come del figlio. Con il loro modo di
comportarsi, madre e padre sono in parte carnefici
di Nicholas, in parte vittime delle azioni del figlio
adolescente. E, alla fine dei conti, tutti soffrono, si fanno male
e si consolano a vicenda.
Parlare di depressione
giovanile
Zeller
sceglie un punto di vista imparziale e il risultato è un film che
lascia poca speranza. Il tema della depressione giovanile, ancora
più ridondante tra i ragazzi dopo l’arrivo del Covid-19, è delicato
e decisamente ampio. Per parlarne, il regista si serve di un
interprete eccellente. Il giovane Zen
Mcgrath, figura esile non troppo dissimile da Thimothée
Chalamet in Beautiful
Boy, ha un’intensità rara e straziante.
Mcgrath è la bussola che guida gli stati
d’animo di The
Son e, insieme a lui, la spirale emotiva del film
scende verso il basso. Come per ogni soggetto fragile,
salvare Nicholas richiede uno sforzo immenso e
globale. Il protagonista del lungometraggio non è però
l’adolescente, ma Peter, colui che allo stesso tempo
è sia padre che figlio…
Con The
Son Zeller guarda a Hollywood
Il
castè l’arma più potente del
film. Jackman oscilla tra tutte le
possibili emozioni vissute da un padre separato alle prese con un
adolescente, un neonato e un lavoro ingombrante. Laura
Dern è, come sempre, una madre realistica e umana,
mentre Vanessa Kirby è forse
il personaggio più emblematico: il suo ruolo secondario oscilla
continuamente tra le quinte e la scena, come se il personaggio che
interpreta non fosse mai nel posto giusto. A questi attori
incredibili, si aggiunge un cameo di Anthony Hopkins, fil rouge che
collega The Son al
precedente The
Father.
Nonostante le ottime
interpretazioni, con The
SonZeller in parte si allontana
dallo stile narrativo del film precedente. Il regista fa un passo
verso un cinema più hollywoodiano, sia per le ambientazioni
newyorkesi, sia per la linearità della storia, ma soprattutto per i
colpi di scena programmabili (esattamente come la lavatrice che è
sempre in azione in casa di Peter).
Il regista di The
Son
Florian Zeller è un
acclamato scrittore e drammaturgo francese. Nel 2020 entra a gamba
tesa nel mondo cinematografico come regista e sceneggiatore di
The Father – Nulla è come sembra, lungometraggio tratto da
una sua pièce teatrale. Il film, un dramma con
protagonisti Anthony Hopkins e Olivia Colman, conquista pubblico e
critica e si guadagna due Oscar (Miglior sceneggiatura non
originale e Miglior attore protagonista a
Hopkins). Quest’anno, Zeller
torna a dirigere un suo testo teatrale: The Son,
tratto da Il figlio (2018), ultimo capitolo di
una trilogia sui rapporti familiari.
Dopo aver diretto l’autobiografico
Guida per riconoscere i tuoi santi, e lo sportivo
Fighting, il regista Dito Montiel porta
al cinema nel 2011 un crime investigativo particolarmente
ambizioso, arricchito da un grande cast di attori. Si tratta di
The Son of No One, frutto di un’idea
originale, con protagonista un giovane poliziotto che rischia di
veder distrutta la propria carriera per via di alcuni segreti. Ha
così inizio un gioco particolarmente complesso tra passato e
presente, dove non mancano colpi di scena, grande tensione e un
buon intrattenimento in grado di soddisfare anche gli spettatori
più esigenti.
Piuttosto che al cinema, questa
storia avrebbe originariamente dovuto essere raccontata da Montiel
su carta. Questi, infatti, è anche un apprezzato scrittore, e aveva
iniziato a lavorare a The Son of No One in formato di
romanzo. Decise tuttavia di abbandonare quest’intenzione,
utilizzando la storia come spunto per il suo nuovo film. Girato nel
Queens, popolare quartiere di New York, questo è in seguito stato
presentato al Sundance Film Festival, dove è stato accolto da
opinioni contrastanti.
Sfortunatamente il film non ha poi
ottenuto un ampia distribuzione, e ancora oggi non sono in molti ad
averlo visto. Si tratta tuttavia di un film da non lasciarsi
sfuggire, specialmente per gli amanti del genere. Prima di
intraprendere una visione del film, però, sarà certamente utile
approfondire alcune delle principali curiosità relative a questo.
Proseguendo qui nella lettura sarà infatti possibile ritrovare
ulteriori dettagli relativi alla trama e al
cast di attori. Infine, si elencheranno anche le
principali piattaforme streaming contenenti il
film nel proprio catalogo.
The Son of No One: la trama del
film
La vicenda qui narrata si svolge
nella città di New York, nel 2002. Protagonista del film è il
giovane poliziotto Jonathan “Milk” White, il quale
si ritrova assegnato al commissariato del Queens, il quartiere dove
è nato e cresciuto. Qui fa la conoscenza del capitano
Marion Mathers, agli occhi del quale desidera
apparire come un agente particolarmente dedito al suo lavoro.
L’equilibrio di questa situazione viene però ad essere compromesso
nel momento in cui una serie di segreti sul suo passato vengono
improvvisamente riportati alla luce. Una fonte anonima rivela
infatti di come da ragazzo Jonathan si sia macchiato di
omicidio.
Il poliziotto si trova così al
centro di uno scandalo, che rischia di essere alimentato
dall’indagine della giornalista Lauren Bridges, la
quale intende andare fino in fondo a quella storia. Ben presto,
Jonathan capirà di essere finito al centro di un gioco più grande
di lui, e dovrà scoprire quanto prima chi intende distruggere la
sua carriera, così da poterlo fermare. Per riuscirci, dovrà
rivolgersi all’anziano detective Charles Stanford,
amico e collega del padre di Jonathan, che si occupò all’epoca del
caso. Prima che se ne accorga, però, il passato sarà tornato ad
essere presente, con tutti i suoi fantasmi e scheletri
nell’armadio.
The Son of No One: il cast del
film
Per il ruolo del poliziotto
Jonathan White, Montiel si è affidato all’attore Channing Tatum,
con il quale aveva già collaborato per i suoi due precedenti film.
Questi si è da subito dimostrato particolarmente interessato alla
storia e al personaggio, e per interpretarlo si è preparato a
lungo. In particolare, ha avuto modo di parlare con diversi veri
poliziotti del Queens, apprendendo da loro la routine tipica del
quartiere e le tradizioni del luogo. Accanto a lui, nel ruolo
dell’amico d’infanzia Vinnie, avrebbe dovuto originariamente
esserci l’attore Terrence
Howard. Questi dovette però tirarsi fuori dal progetto
a causa di altri impegni, e a sostituirlo è arrivato Tracy
Morgan, noto per la sua interpretazione comica in 30
Rock.
Ray Liotta,
celebre per Quei bravi ragazzi, dà invece vita al capitano
di polizia Marion Mathers, mentre ad interpretare il detective
Stanford era stato chiamato il due volte premio Oscar Robert De Niro.
Anche questi dovette però abbandonare il film, e ad assumere il
ruolo è allora stato l’amico Al Pacino.
Juliette
Binoche, premio Oscar per Il paziente
inglese, interpreta invece la giornalista Lauren Bridges.
Originariamente questo personaggio era stato scritto per essere un
uomo, ma venne cambiato in seguito alla disponibilità dell’attrice.
Questa, però, accettò la parte a condizione che i dialoghi non
venissero riscritti solo perché cambiava il sesso del personaggio.
Infine, l’attrice Katie Holmes è
presente nei panni di Kerry White, moglie di Jonathan.
The Son of No One: il trailer e
dove vedere il film in streaming e in TV
È possibile vedere o rivedere il
film grazie alla sua presenza su alcune delle più popolari
piattaforme streaming presenti oggi in rete. The Son of No
One è infatti disponibile nel catalogo di Rakuten TV,
Chili Cinema e Now TV. Per vederlo, in base alla
piattaforma scelta, basterà iscriversi o noleggiare il singolo
film. Si avrà così modo di poter fruire di questo per una comoda
visione casalinga. È bene notare che in caso di solo noleggio, il
titolo sarà a disposizione per un determinato limite temporale,
entro cui bisognerà effettuare la visione. Il film sarà inoltre
trasmesso in televisione il giorno sabato 23
gennaio alle ore 21:30 sul canale
Spike.
Per il regista Quentin
Tarantino non ci sono dubbi: The Social
Network è il miglior film del decennio
appena conclusosi. Il titolo diretto nel 2010 dall’acclamato
David Fincher (Fight Club,Zodiac) si è infatti affermato come una lucida riflessione
sul potere e sulle conseguenze che questo porta inevitabilmente con
sé nelle vite di chi ne è dotato. La vicenda è incentrata sulla
fondazione di Facebook e sulla
figura del suo ideatore, Mark Zuckerberg,
attraversando le origini e gli sviluppi di quello che ad oggi è il
social network che ha cambiato il mondo della comunicazione.
Il film è stato scritto dal celebre
Aaron Sorkin, che proprio grazie a questo suo
lavoro ha poi vinto il premio Oscar per la miglior sceneggiatura
non originale. Questa è infatti basata sul romanzo Miliardari
per caso – L’invenzione di Facebook: una storia di soldi, sesso,
genio e tradimento, scritto e pubblicato nel 2009 da
Ben Mezrich. All’interno di questo si
approfondiscono i retroscena di tale portentosa invenzione, come
anche i casi giudiziari che ne sono seguiti. Fincher costruisce su
tale vicenda un film emblematico, che non solo tratta le tematiche
della comunicazione e i suoi limiti ma anche dell’incolmabilità di
certi desideri, destinati a rimanere irraggiungibili.
Acclamato dalla critica, The
Social Network si è da subito affermato come uno dei titoli di
punta dell’anno, divenendo uno dei massimi protagonisti durante la
stagione dei premi. Questo ha infatti conquistato ben 4 Golden
Globe, tra cui quello per il miglior film drammatico, e ben 8
nomination agli Oscar. Qui ha poi vinto i premi per la colonna
sonora, il montaggio e la già citata sceneggiatura non originale.
Il successo si è poi manifestato anche al box office, dove a fronte
di un budget di 40 milioni il film arrivò ad incassarne globalmente
circa 224. A dieci anni di distanza tale film rimane ancora
un’opera fondamentale per la comprensione del nostro presente e
della sua continua evoluzione.
The Social Network: la trama del
film
La vicenda del film si apre nel
2003, nell’Università di Harvard, dove il giovane e brillante Mark
Zuckerberg si ritrova ad essere lasciato dalla ragazza Erica
Albright, per la quale nutre una certa ossessione. Ferito dalla
vicenda, lo studente inizia a formare dentro di sé il desiderio di
dar vita ad un sito dove poter votare la bellezza delle studentesse
del college. Durante la notte, dunque, inizia da subito a lavorare
su tale progetto, in compagnia del suo migliore amico Eduardo
Saverin. Questi gli fornisce gli algoritmi necessari alla
formazione del sito da lui immaginato. Nel giro di poche ore, e con
migliaia di foto e nomi caricati in esso, nasce “FaceMash.com”.
Tale bravata non passa però inosservata, e ben presto Mark si
ritrova ad essere punito dall’università per aver violato la
privacy delle studentesse.
Il sito viene però notato anche dai
gemelli Winklewoss, aitanti campioni di cannottaggio e ambiziosi
imprenditori. Questi contattano Zuckerberg con l’intenzione di fare
affari insieme, e dar vita a qualcosa di più grande sulla base di
quanto da lui già realizzato. Mark inizia così a lavorare con loro,
sviluppando l’ambizioso progetto da lui poi battezzato “The
Facebook”, un social network online esclusivo per tutti gli
studenti di Harvard, dove è possibile condividere le proprie
informazioni con gli altri in modo sicuro. Anche in questo caso
l’invenzione di Mark raggiunge una popolarità inaspettata, e non
tardano ad arrivare richieste di espansione del sito. Nel giro di
breve, Zuckerberg si ritrova a capo di qualcosa di più grande del
previsto. In tutto ciò ovviamente, non mancheranno scontri con
quanti lo avevano sostenuto e seguito nel suo progetto.
The Social Network: gli attori del
film
Per dar vita al film, Fincher si è
avvalso della partecipazione di una serie di giovani ma promettenti
attori di Hollywood, i quali proprio grazie a questo film conobbero
un grande popolarità. Ad interpretare Mark Zuckerberg vi è
Jesse
Eisenberg, candidato all’Oscar per la sua
interpretazione. L’attore, affetto da disturbo ossessivo
compulsivo, ha raccontato di aver fatto molta fatica ad entrare
nella mentalità del suo personaggio, trovandosi a dover parlare e
agire in modi che lui ha sempre rifiutato. Per prepararsi al ruolo,
Eisenberg non ha mai incontrato il vero Zuckerberg, ma si è
limitato a leggere alcuni suoi saggi universitari, cercando di
dedurne la psicologia. L’attore ha inoltre aperto un account
segreto su Facebook, studiandone il funzionamento e acquisendo così
ulteriori informazioni a riguardo.
Accanto a lui nel film si ritrova
poi Andrew
Garfield nei panni di Eduardo Saverin, co-fondatore di
Facebook. L’attore doveva inizialmente sostenere un provino per il
ruolo del protagonista. Il regista decise infine di affidargli il
ruolo da lui poi ricoperto, ritenendolo emotivamente più adeguato a
questo. Durante le riprese l’attore sviluppò un’ottima amicizia con
Eisenberg, e raccontò di aver avuto molta difficoltà a mettere in
scena la rivalità tra di loro. Armie Hammer
ricopre invece il ruolo dei gemelli Winklewoss. L’attore ha però
fisicamente prestato il suo corpo soltanto ad uno di questi.
L’altro è infatti interpretato da una controfigura a cui poi è
stata digitalmente sovrapposta la faccia di Hammer. Justin
Timberlake è invece l’imprenditore Sean Parker. Per
interpretarlo, l’attore perse diversi chili, risultando così più
giovane di quello che realmente è. Nel film è inoltre presente
l’attrice Rooney
Mara nel ruolo di Erica Albright, la ragazza bramata
da Zuckerberg.
The Social Network: la colonna
sonora, il trailer e dove vedere il film in streaming e in TV
Premiata con l’Oscar, la colonna
sonora del film è composta dai musicisti Trent
Reznor e Atticus Ross. Questa è stata poi
pubblicata sotto forma di album il 15 ottobre del 2010, in
concomitanza con l’arrivo del film in sala. Questa riprende le
sonorità tipiche dei due musicisti, appartenenti al genere della
musica d’ambiente e del rock alternativo. Brani come Pieces
Form the Whole, Eventually We Find Our Way, On We March. The Gentle
Hum of Anxiety e Soft Trees Break the Fall sono
diventati particolarmente celebri. L’album si è inoltre
classificato al primo posto nella Top Soundtracks dell’anno. È
invece rientrato in posizione numero 20 nella prestigiosa
Billboardo 200, indicante gli album più venduti della
settimana.
Per gli appassionati è possibile
fruire di The Social Network grazie alla sua presenza su
alcune delle più popolari piattaforme streaming presenti oggi in
rete. Il titolo è infatti disponibile nel catalogo di
Rakuten TV, Chili Cinema, Google Play, Apple iTunes,
Netflix e Amazon Prime Video. Per vederlo, basterà
sottoscrivere un abbonamento generale o noleggiare il singolo film.
Si avrà così modo di guardarlo in totale comodità e al meglio della
qualità video. È bene notare che in caso di noleggio si ha soltanto
un determinato periodo di tempo entro cui vedere il titolo. Il film
è inoltre presente nel palinsesto televisivo di martedì 10
novembre alle ore 21:10 sul canale
Rai Movie.
The Social Network
è l’acclamato film del 2010 diretto da David
Fincher, incentrato sui fondatori di Facebook e sul
fenomeno popolare che ha creato. Tutto il mondo ormai lo usa senza
neanche ricordare che non molto tempo fa non esisteva nemmeno. Si
tratta di Facebook, il social network che ha invaso ogni angolo del
pianeta, lo strumento telematico più democratico che sia mai
esistito e grazie al quale tutti, intelligenti o stupidi, ricchi o
poveri, possono esser protagonisti della propria vita, diventando
superstar per la breve durata di un click del mouse sul proprio
‘profilo’. Ma com’è nato Facebook?
The Social Network, la
storia del “genio”
Tutti, o quasi conosciamo il nome
dell’inventore, Mark Zuckerberg, diventato in
brevissimo tempo il miliardario più giovane del Mondo, ma quali
sono state le dinamiche alla base della creazione di una rete di
contatti così popolare? David Fincher con
The Social Network ci racconta questa storia,
l’ascesa di Zuckerberg e i conseguenti problemi che hanno portato
al consolidamento del suo posto sulla vetta del mondo.
Personaggio chiuso e con
un’intelligenza fuori dal comune, Zuckerberg è
interpretato sullo schermo da Jesse Eisenberg, giovane e capace attore che
ne mette in mostra i tic e le fobie, dipingendo una figura di
giovane irrisolto, quasi sociopatico. Il film, già record di
incassi negli States, arriva sui nostri schermi portandosi dietro
un ingombrante peso di aspettative altissime, che purtroppo non
vengono soddisfatte appieno, Fincher ci racconta
con fedeltà una storia forse troppo recente per possedere quel
fascino di ricostruzione storica che il film pure rappresenta in
maniera efficace.
The Social Network
si distingue quindi per la sua sceneggiatura brillante e per
l’inevitabile simpatia che questo personaggio riscontra nel
pubblico, ma come già gli era successo con
Il Curioso Caso di Benjamin Button, il regista pecca
di un’eccessiva lunghezza del film che ne diluisce la potenza
narrativa appesantendo inevitabilmente una storia che poteva essere
ugualmente efficace con 30 o 40 minuti di meno.
Tuttavia resta
ad Eisenberg il merito di un’interpretazione
convincente che permetterà al giovane attore di ottenere ruoli
promettenti per il suo prossimo futuro. Non si parla qui di
interpretazione da Oscar, come pure è stato detto, ma sicuramente
si sentirà parlare presto di questo giovanotto dalla faccia pulita
e dall’espressione innocente. Il finale del film, forse troppo
documentaristico, lascia l’amaro in bocca allo spettatore più
esigente, forse per troppa voglia di spettacolarizzazione, o forse
semplicemente perché la realtà che Fincher ci
mostra è molto meno romantica e cinematografica di qualsiasi altra
storia di finzione.
Nel cast di The Social
Network , oltre ad Eisenberg, anche Justin Timberlake nel ruolo di Sean Parker,
inventore di Napster e
Andrew Garfield, che interpreta Eduardo Saverin,
cofondatore di Facebook.
Quentin Tarantino
ha rivelato a gennaio di considerare Dunkirk di Christopher Nolan il secondo
miglior film degli anni ’10. L’annuncio ha portato i fan a
chiedersi quindi quale fosse il primo, il miglior film dell’ultimo
decennio secondo il regista di Django Unchained.
La risposta è presto data:
The Social Network. In una nuova intervista con
Premiere (tramite The Playlist),
Tarantino afferma che il film drammatico sulla fondazione di Facebook del 2010 di David
Fincher schiaccia tutti i suoi concorrenti e definisce lo
sceneggiatore Aaron Sorkin“il più grande
dialogista attivo”. Tarantino ha detto: “È The social
network, senza dubbio. È il numero uno perché è il migliore, tutto
qui! Schiaccia tutta la concorrenza.”
The Social Network si è classificato
al 16 posto nella lista dei migliori film di
IndieWire degli anni 2010, pubblicata la scorsa estate. “Ci
sono film tempestivi, e poi c’è The Social Network, che è stato
abbastanza apprezzato nel 2010 da raggiungere otto nomination agli
Oscar e in qualche modo sembra feroce e prescientifico ed
essenziale ora, quasi un decennio dopo – ha scritto in
merito al film Kate Erbland, vicedirettore di
IndieWire – The Social Network è sia un’esplorazione
elettrizzante e inquieta di come è stato inventato Facebook sia
un’accusa accecante di ciò che sarebbe inevitabilmente
diventato.”
The Social Network il miglior film degli anni
’10
“So molto di più sul Facebook
del 2005 rispetto al 2018, ma so abbastanza per sapere che dovrebbe
esserci un sequel – ha detto Sorkin ad AP Entertainment –
Sono successe molte cose molto interessanti e drammatiche da quando
sono avvenute le vicende con cui si chiude il film, la causa dei
Gemelli Winklevoss e
Eduardo Saverin. … Ho ricevuto più di una email da [Rudin] con
un articolo allegato che diceva: “Non è tempo di un
sequel?”.”
Jesse Eisenberg, che è stato nominato come
miglior attore protagonista agli Oscar grazie al suo ritratto di
Mark Zuckerberg, ha dichiarato a
IndieWire lo scorso luglio che era aperto a fare un sequel
del film e stava solo aspettando che arrivasse la telefonata da
Fincher.
Nonostante siamo passati diversi
anni dall’uscita (2010), The social Network non è
scampato al trattamento di Screen Junkies che ha
realizzato un trailer onesto anche per il film di David
Fincher.
Eccolo di seguito:
The Social Network è un film del
2010 diretto da David Fincher, incentrato sui fondatori di Facebook
e sul fenomeno popolare che ha creato.
Il film è stato sceneggiato da Aaron Sorkin, che ha adattato per il
grande schermo il libro di Ben Mezrich Miliardari per caso –
L’invenzione di Facebook: una storia di soldi, sesso, genio e
tradimento (Sperling & Kupfer).
La pellicola ha vinto 4 Golden Globe, tra cui il più importante,
miglior film drammatico, e ha ottenuto 8 candidature agli Oscar
2011, vincendone 3, per la miglior sceneggiatura non originale, la
miglior colonna sonora e il miglior montaggio.
Uscito nelle sale otto anni fa,
The Social Network adattava per il grande schermo
il libro Miliardari per caso – L’invenzione di Facebook:
una storia di soldi, sesso, genio e tradimento di Ben Mezrich
incentrato sui primi anni di Facebook dalla sua fondazione nel 2004 fino alla causa da 600 milioni
di dollari indetta contro il fondatore Mark
Zuckerberg.
La pellicola vinse ben 4 Golden
Globe, tra cui quello del Miglior film drammatico, e ottenne 8
candidature agli Oscar 2011, vincendone 3, per la miglior
sceneggiatura non originale, la miglior colonna sonora e il miglior
montaggio.
Quasi un decennio dopo lo
sceneggiatore Aaron Sorkin, che di recente ha
debuttato come regista in Molly’s Game, è tornato
a parlare del film in un’intervista con AP Entertainment e della
possibilità che venga realizzato un sequel:
“Prima di tutto, conosco molto
di più su Facebook nel 2005 che nel 2018, ma so abbastanza per
sapere che dovrebbe esserci un sequel […] Sono successe un sacco di
cose molto interessanti e drammatiche dalla conclusione del film
con la risoluzione della causa dei gemelli Winklevoss Twins e
Eduardo Saverin. E Scott Rudin, che ha prodotto The Social Network,
mi ha inviato più di una e-mail con il messaggio ‘Non è arrivato il
momento di un sequel?“
Il primo film è stato diretto da
David Fincher e vedeva nel cast Jesse
Eisenberg, Andrew Garfield, Armie
Hammer, Justin Timberlake e
Rooney Mara.