Ha decisamente fatto la storia del
cinema moderno, ha cambiato le regole di Hollywood e in qualche
modo adesso le detta lui, di recente è addirittura diventato un
meme a causa di una sua celebre foto sul set di
Jurassic Park.Steven Spielberg è, da diversi
decenni ormai, un punto di riferimento importante per l’industria
cinematografica mondiale, e HitFix ha tentato l’impossibile, ovvero ha
provato a fare una classifica dei suoi migliori 25 film che vi
proponiamo di seguito:
[nggallery id=939]
La classifica, come
spesso accade, potrebbe non mettere d’accordo tutti, tuttavia è
interessante notare come moltissimi dei film scelti, 25 su 28
lungometraggi diretti fino ad ora dal regista e produttore, sono
presenti anche in molte classifiche dei migliori film della storia
del cinema. Senza dubbio la posizione di Lincoln è troppo bassa,
allo stesso modo War Horse è probabilmente uno dei peggiori film
del regista. Nella classifica non è fatta menzione di Hook – Captan
Uncino, un film che è a tutti gli effetti un classico per ragazzi,
e inoltre Indiana Jones e l’Ultima Crociata è in una posizione
inferiore rispetto al Tempio Maledetto, cosa che proverbialmente va
contro il gusto più o meno comune. Assente, e per buone ragioni, Il
Regno dei teschi di Cristallo, mentre il film capostipite della
saga di Indy, I Predatori dell’Arca perduta, occupa il suo
dignitoso e meritato terzo posto.
Cosa ne pensate voi? Quali sono i
vostri film preferiti di Steven Spielberg?
Durante la promozione di
Ready Player One, Steven Spielberg ha avuto la
possibilità di esprimersi sul fenomeno delle piattaforme di
streaming, che ormai stanno occupando una fetta di mercato sempre
più vasta e attirando anche nomi importanti del cinema.
Parlando con ITV News, il
regista ha riconosciuto che “la televisione è più grande oggi
di quanto non sia mai stata nella storia della televisione”,
ma i cineasti non lottano tanto per perseguire le loro idee
creative. Spielberg ha discusso il rapporto tra i modelli di
intrattenimento in streaming, in contrasto con l’esperienza
tradizionale della sala.
Per quanto riguarda la stagione dei
premi, infine, ha osservato che “una volta che ti impegni in un
formato televisivo, sei un film per la TV.” Il regista ha
quindi parlato della stagione dei premi e ha osservato, di
conseguenza, che se il film in questione è per il formato
televisivo, allora la “corsa” che gli compete è quella agli Emmy e
non agli Oscar.
Intanto il regista si prepara a
tornare sul grande schermo con l’adattamento del romanzo di
Ernest Cline, che, come da tradizione per il
regista, sfrutta a pieno l’esperienza in sala.
Ready Player One:
la recensione del film
di Steven Spielberg
Nel cast del film
sono stati confermati Olivia
Cooke (Bates Motel, Quel fantastico
peggior anno della mia vita), nei panni della
protagonista Art3mis, Tye
Sheridan (The Tree of Life, X-Men
Apocalypse), che interpreta il protagonista
maschile Wade Owen Watts a.k.a. Parzival,
e Ben
Mendelsohn (Rogue One a Star
Wars Story), che invece sarà il
villain Nolan Sorrento. Si aggiungono Mark
Rylance,Simon Pegg, TJ
Miller e Win
Morisaki.
La storia del libro vede come
protagonista Wade Watts, un teenager che
scappa dai luridi sobborghi in cui vive per
raggiungere OASIS, un mondo virtuale e
utopico dove i cittadini posso vivere vite alternative. Quando
l’eccentrico creatore di OASIS muore
decide di lasciare il suo impero al vincitore di una grande caccia
al tesoro, a cui Wade partecipa
scontrandosi con la realtà di concorrenti senza scrupoli, pronti a
tutto pur di accaparrarsi il bottino.
Tempo fa vi avevamo anticipato che
lo storico regista Steven Spielberge
l’attore Tom Hanks si sarebbero
ritrovati, ancora una volta, per mettere in piedi un nuovo progetto
ambientato nel bel mezzo della Guerra Fredda.
Ebbene ora ci giunge la conferma che sarà la Fox a
co-finanziare la pellicola attualmente prodotta dallo stesso
regista, da Marc
Platt e Kristie Macosko
Krieger.
Valore aggiunto del film,
attualmente ancora privo di un titolo, sarà sicuramente la
sceneggiatura scritta dai fratelli premi
Oscar Joel ed Ethan
Coen (già premi oscar per Non è un
Paese per
Vecchie Fargo),
basata su una sceneggiatura originariamente redatta
da Matt Charman. Il film sarà basato
su una storia vera, quella
dell’avvocato James Donovan che si trovò
coinvolto nel bel mezzo della Guerra Fredda per volere della CIA,
organizzazione che lo inviò a negoziare per il rilascio del pilota
Americano Gary Power tenuto prigioniero in
seguito ad un incidente diplomatico che vide coinvolti Stati Uniti
ed Unione Sovietica.
Mentre si aspetta l’uscita in sala,
l’1 Febbraio, di The Post e l’arrivo in primavera
di Ready Player One, Steven Spielberg non si mette
affatto a riposo, e mentre continua ad accarezzare l’idea di un
Indiana Jones
5, parte ufficialmente con i lavori del remake di
West Side Story.
Il regista sta sviluppando il remake
del classico di Robert Wise del 1961 insieme a
Tony Kushner, con cui ha già lavorato in
Munich e Lincoln. Del progetto
però si sa ancora poco, a parte che il casting call riporta la
ricerca di tre interpreti di origini latine per i ruoli di Maria,
Anita e Bernardo, e un attore caucasico per il ruolo di Tony.
Spielberg non ha replicato a nessun
commento per adesso, mentre il casting call dichiara che i
pretendenti devono essere in grado di cantare e che devono avere
anche doti di ballerini.
Per quanto riguarda invece l’altro
progetto del regista, The Kidnapping of Edgardo
Mortara, sembra che il film
siastato accantonato perché, dopo aver provinato oltre
duemila bambini, Steven Spielberg non ha ancora
trovato il protagonista adatto a interpretare il giovane ebreo
cresciuto da cristiano nell’Italia del 19° secolo.
Nonostante l’età, i premi, e la
carriera stellare, Spielberg non sembra affatto interessato a
smettere di raccontare le sue storie. Il suo ultimo film,
The Post, è stato nominato a due premi Oscar,
Miglior film e Migliore attrice protagonista, Meryl
Streep.
Steven Spielberg è un regista che
non ha bisogno di presentazioni. Tra le più importanti personalità
di cinema mai esistite, egli ha nel corso della sua carriera dato
vita a grandissimi successi di critica e pubblico, coniugando alla
perfezione autorialità e cinema popolare. I suoi film riescono
infatti a parlare a spettatori di ogni tipo, facendo sognare grazie
a storie fantastiche che permettono anche di riflettere sull’essere
umano, i suoi valori e le sue virtù. Da molti considerato uno dei
maggiori storyteller ancora oggi in attività, Spielberg è da sempre
una vera e propria garanzia di qualità.
3. Ha vinto 3
Oscar. Nel corso della sua carriera Spielberg ha ricevuto
ben 20 candidature ai premi Oscar. In particolare, è stato nominato
otto volte come miglior regista, trionfando nel 1994
per Schindler’s List e nel 1999
per Salvate il soldato Ryan, e undici come produttore
del miglior film, vincendo in tale categoria nel 1994 per
Schindler’s List. Nel 1987 gli è invece stato conferito il
premio alla memoria Irving G. Thalberg, assegnato periodicamente a
produttori creativi i cui lavori riflettono delle continue
produzioni cinematografiche di alto livello.
Steven Spielberg e Duel
4. Originariamente era
pensato come film per la televisione.Duel
rappresenta il vero e proprio debutto di Spielberg alla regia di un
lungometraggio. Girato in soli 13 giorni e con mezzi molto scarsi,
il film con la sua durata di 74 minuti era pensato per una
distribuzione televisiva. Dato il buon successo ottenuto, però, a
Spielberg fu chiesto di aggiungere alcune scene così da fargli
raggiungere i 90 minuti di durata e poter essere distribuito nelle
sale cinematografiche. Qui ottenne un successo ancora maggiore e
fece guadagnare a Spielberg una buona notorietà.
Steven Spielberg e Lo squalo
5. Ha girato il film in mare
aperto. Nel girare Lo squalo, il film che gli ha
conferito un’enorme successo di critica e pubblico, Spielberg si
rifiutò di girare in una vasca e preferì invece realizzare le
riprese in mare aperto. Ciò comportò però numerose difficoltà,
dalle onde che provocavano inquadrature mosse fino alla comparsa di
altre barche all’orizzonte. Il problema principale però si verificò
con il mancato funzionamento dello squalo meccanico, che costrinse
la troupe a lunghe ed estenuanti attese. Per risolvere la
situazione si decise di ridurne al minimo le apparizioni,
sostituendole con momenti di attesa e suspense che paradossalmente
decretarono il successo del film.
Steven Spielberg e il suo nuovo
film The Fabelmans
6. È basato sulla sua
infanzia. Nel 2021 Spielberg ha annunciato di essersi
finalmente deciso a realizzare un film a cui da diverso tempo
pensava, basato sulla sua infanzia. Più volte rimandato per la
difficoltà di rapportarsi in modo tanto diretto con il proprio
vissuto, Spielberg ha poi intitolato il film The
Fabelmans, partecipando anche alla sceneggiatura e basandolo
in modo più vago sulle proprie esperienze da ragazzo. In esso egli
racconta la sua famiglia, il rapporto con i genitori e le sorelle
e, naturalmente, anche della sua passione per il cinema.
Steven Spielberg e Superman
7. Avrebbe dovuto dirigere
il film. Quando nel 1978 arrivò al cinema Superman, il primo film
dedicato al celebre supereroe, Spielberg era stato considerato per
dirigere il film. Egli, tuttavia, era in quel momento impegnato su
altri progetti che suscitavano maggiormente il suo interesse e così
la regia venne infine affidata a Richard Donner.
Di recente, però, un incontro tra Spielberg e l’amministratore
delegato della Warner Bros. David Zaslav ha spinto
in molti a credere che lo studios starebbe cercando di offrire
proprio al celebre regista l’opportunità di dirigere un nuovo film
su Superman. Nulla a riguardo è però stato ad ora confermato.
Steven Spielberg: la moglie e i figli
8. Si è sposato due
volte. Spielberg è sempre stato molto riservato circa la
propria vita privata, ma di lui si sa che è stato sposato dal 1985
al 1989 con l’attrice Amy Irving, alla quale era
precedentemente stato legato dal 1976 al 1979. Al momento del loro
divorzio, il giudice riconobbe come valido un accordo
prematrimoniale scritto su un tovagliolo, stando al quale la Irving
ricette una buonuscita di ben 100 milioni di dollari. In seguito,
nel 1991 Spielberg ha sposato l’attrice Kate
Capshaw, che nel 1984 aveva diretto nel film Indiana Jones e il tempio
maledetto.
9. Ha diversi
figli. Dal primo matrimonio Spielberg ebbe un figlio, nato
nel 1989 e chiamato Max Samuel. In seguito, dalla
Capshaw ha avuto tre figli naturali: Sasha, nata
nel 1990 e oggi attivta come cantante e attrice,
Sawyer, nato nel 1992 e Destry,
nato nel 1996. Con la moglie aveva poi già adottato un bambino di
nome Theo e una bambina di nome
Mikaela. Spielberg ha inoltre come figliastra
l’attrice Jessica Capshaw, nata nel 1976 dal
precedente matrimonio della moglie.
Steven Spielberg: il suo patrimonio
10. È uno delle più ricche
personalità del cinema. Spielberg è ormai attivo da
cinquant’anni nell’industria cinematografica e ha raggiunto uno
status pressocché unico. Grazie ai numerosi film diretti, prodotti
o ad altri suoi coinvolgimenti in tale ambito, egli può oggi
vantare un patrimonio di 8 miliardi di dollari. Una cifra che lo
rende la seconda celebrità più ricca del mondo, secondo solo al suo
vecchio amico GeorgeLucas, che
vanta invece una fortuna pari a 10 miliardi.
Nel 2011, Steven Spielberg
e Peter Jackson portarono sul grande schermo
la divertente avventura di Tintin in Le avventure
di Tintin – Il segreto dell’Unicorno. Il
progetto di collaborazione trai due cineasti prevedeva una
trilogia, ma i due film successivi non sono poi stati realizzati,
almeno fino a questo momento.
Durante la promozione di
Ready Player One, Spielberg ha
dichiarato al magazine Premiere che il progetto di
proseguire con i film di Tintin non è morto.
“Peter Jackson deve dirigere la parte due. Se tutto va secondo
la regola, dovrebbe cominciare a lavorare allo script tra poco. Dal
momento che il primo film ha avuto bisogno di due anni di
lavorazione sull’animazione, fossi in voi, non mi aspetterei il
film prima dei prossimi tre anni. Ma Peter ci lavorerà. Tintin non
è morto!”.
Nel 2012, Steven
Spielberg aveva già confermato il sequel, che sarebbe
dovuto entrare in produzione una volta che Peter
Jackson avesse archiviato la sua seconda avventura nella
Terra di Mezzo, ma il progetto è stato poi rimandato.
Le dichiarazioni di Spielberg danno
nuova fiducia ai fan del protagonista dei fumetti di Hergé e a tutti gli amanti dell’avventura
che i due cineasti sanno bene portare al cinema.
Già nel 2013 Steven Spielberg aveva esternato la
sua convinzione per la ciclicità delle mode cinematografiche, nello
specifico per i cinecomics, che sono ad oggi il trend per
eccellenza.
Parlando con The Associated Press, la leggenda del cinema di
Hollywood ribadisce la sua posizione: “La vedo ancora in quel
modo. Eravamo già in giro quando è morto il western, e ci sarà un
momento in cui i film di supereroi faranno la stessa fine. Questo
non vuol dire che non ci saranno altre occasioni per i western di
tornare o per i cinecomics quando sarà. Ovviamente adesso il film
supereroistico è vivo e vegeto. Sto solo dicendo che ci sono cicli
nella cultura pop moderna. Ci sarà un giorno in cui le storie
mitologiche saranno soppiantate da un altro genere a cui forse sta
già pensando un giovane filmaker che non ha ancora avuto la sua
possibilità”.
Steven Spielberg, Tom
Hanks e Meryl Streep collaboreranno per
portare al cinema un film dal titolo The Post, che
racconterà la vicenda nota come Pentagon
Papers, in cui documenti top secret del Dipartimento
della Difesa, riguardanti il Vietnam e le strategie militari degli
Stati Uniti, furono venduti e pubblicati per la prima volta sul
New York Times, in prima pagina, il 13 giugno 1971 e in
seguito sul The Washington Post.
Spielberg dirigerà
Hanks e Streep mentre alla
produzione ci sarà Amy Pascal per la Pascal
Pictures. Alla produzione parteciperanno anche la Fox e la Amblin
Entertainment.
Tom Hanks è reduce
dal bellissimo Sully, di Clint Eastwood, mentre la
Streep ha ricevuto, per Florence,
la sua ventesima nomination agli Oscar. Steven
Spielberg è invece al momento impegnato nella post
produzione di Ready Player One, mentre è a lavoro
su The Kidnapping of Edgardo Mortara, con
Mark Rylance e Oscar Isaac.
Da Wikipedia: I Pentagon Papers (“Documenti del
Pentagono”) sono dei documenti top-secret di 7000 pagine del
Dipartimento della difesa americano che presentano uno studio
approfondito sulle strategie e i rapporti del governo americano con
il Vietnam nel periodo che va dal 1945 al 1967. Furono raccolti nel
1967, per volere di Robert McNamara, che voleva darli all’amico
Robert Kennedy, che in quel momento pensava di candidarsi alla
presidenza. I Pentagon Papers furono poi copiati da Daniel
Ellsberg, che li rese poi noti.
Guarda il
leggendario Steven Spielberg fare un giro
agli Universal Studios di Hollywood e
commentare gran parte delle attrazione basata sul suo cinema, in un
video che diventerà storia:
Con la vittoria del Tony Award
domenica notte, Bryan Cranston è ad un passo dal
diventare un EGOT, overo vincitore di Emmy, Grammy, Oscar e Tony.
L’attore è stato premiato per il suo ruolo del presidente Lyndon B.
Johnson nella piece All The Way. Adesso Steven Spielberg vuole fare di
questa opera teatrale una serie tv, riportando Bryan
Cranston nello stesso personaggio.
Le serie potrebbe interessare sia
la HBO, con la quale Spielberg ha già lavorato, o la AMC, che ha
prodotto Breaking Bad. Vi terremo aggiornati.
Qui di seguito il discorso di
ringraziamento di Bryan Cranston ai Tony Awards
2014:
L’attività di produttore di
Steven Spielberg è ancora più intensa e
frenetica di quella di regista: e proprio come produttore ta
cercando si far realizzare un progetto di film biografico dedicato
a Jacqueline Kennedy Onassis, la celebre vedova di John Fitzgerald
Kennedy.
Instancabile Steven Spielberg: dopo aver portato
in sala quest’anno già due titoli (The Post e
Ready Player
One), il regista ha espresso il desiderio di adattare
per il grande schermo Il Talismano di Stephen King, progetto a cui in realtà è
legato da molto tempo.
Quasi trentacinque anni fa infatti,
Spielberg aveva opzionato il romanzo ancor prima che fosse
pubblicato:
“La
Universal acquistò il libro per me nel 1982, e spero di realizzare
questo film nei prossimi due anni. Non sto dicendo che il progetto
mi impegnerà come regista, ma che è qualcosa che vorrei vedere
realizzato per il grande schermo“.
Nella stessa intervista, concessa a
EW, Spielberg ha confessato che
aveva provato a trasformare il romanzo di King in una serie, ma
“all’epoca il materiale di partenza era fin troppo ricco per un
budget televisivo, così tentai di riadattarlo in forma di
lungometraggio“.
Stephen King pubblicò il romanzo
nel 1983, co-scritto insieme a Peter Straub. Di
seguito la sinossi:
Il Talismanoracconta l’avventura di un dodicenne di nome Jack Sawyer che
parte dalla costa Est degli Stati Uniti d’America nel
tentativo di salvare la madre, malata di cancro, con un oggetto
magico chiamato ‘Il Talismano’.
I lupi mannari chiamati
semplicemente Lupi, abitano la zona ovest di un mondo parallelo
all’America chiamato “i Territori” e fungono da pastori o guardie
del corpo. Un Lupo sedicenne, chiamato Lupo, viene accidentalmente
portato in America da Jack Sawyer. I due fanno subito amicizia.
Lupo è un po’ lento, ma molto amabile.
Steven Spielberg ha rivelato che il suo film
preferito di Star
Wars è uno dei più controversi, diretto dal
creatore della serie George Lucas. Spielberg ha
collaborato costantemente con Lucas nella serie di Indiana
Jones, dirigendo i primi quattro episodi, mentre il creatore
della serie fantascientifica è stato co-sceneggiatore. Sebbene il
loro costante lavoro insieme non si estenda ai film di Guerre
Stellari che il suo creatore ha realizzato nel corso dei
decenni in cui è stato proprietario del franchise, le loro
differenze sono anche ciò che dà loro nuove prospettive sul lavoro
dell’altro.
Parlando con SlashFilm, Spielberg ha rivelato che uno dei suoi
filmpreferitidi
Star
Warsè il prequel di Lucas del
2002,Star Wars: Episodio II – L’attacco dei
cloni. Definendolo il suo “secondo preferito
dopo [L’impero colpisce ancora]”, Spielberg ha elogiato
l’azione, affermando che il regista e il co-sceneggiatore hanno
preso spunto da Terminator 2: Judgement Day di James Cameron per trarre ispirazione per il
film. Questo riflette un sentimento espresso da Spielberg in
un’intervista del 2012 con Roger Ebert, in cui ha definito il film
“più riuscito” della sua carriera. Di seguito riportiamo
l’ultima dichiarazione di Spielberg su L’attacco dei
cloni:
È stato fantastico.Le
scene d’azione sembravano ispirate da George [Lucas] a James
Cameron, perché erano buone come tutte le scene d’azione di
[“Terminator 2: Il giorno del giudizio”], e credo che George abbia
fatto la sua migliore regia anche in questo caso.
Cosa significa per Star Wars
l’elogio di Steven Spielberg per L’attacco dei cloni
George Lucas arrivano alla première di Los Angeles di The Six
Triple Eight – Foto di imagepressagency via
Depositphotos.com
L’Attacco dei
Cloninon è una scelta popolare come miglior
film del franchise, con un punteggio di critica del 65% su
Rotten Tomatoes e generalmente considerato più debole a causa di
personaggi poco sviluppati e di una trama meno coinvolgente.
Nonostante ciò, stabilisce elementi importanti della
linea temporale di
Star Wars, come l’introduzione dei cloni e il modo in cui la
guerra con i Sith inaugura l’ascesa al potere di Palpatine
(Ian McDiarmid). Inoltre, comprendeva molte
sequenze d’azione che sono diventate un classico, come il duello
tra Yoda (Frank Oz) e il Conte Dooku
(Christopher Lee) e il combattimento nell’arena su
Geonosis.
Sebbene la scelta di Spielberg come
film preferito del franchise non sia convenzionale, il suo
punto di vista dimostra che il film ha molti elementi da
riscattare, anche se non è amato come altri. L’attenzione
all’azione sembra giocare un ruolo importante, soprattutto quando i
Jedi assaltano l’arena e poi danno la caccia a Dooku. Questo porta
a uno dei migliori combattimenti con la spada laser di Star
Wars, con Yoda che brandisce l’arma per la prima volta. Grazie
alla memorabilità di questi momenti, è comprensibile che
L’attacco dei cloni si distingua da tutti gli altri film
della serie.
Il regista Steven Spielberg, fondatore
dei DreamWorks Studios,Jeff
Skoll presidente di Participant
Media, Anil Ambani della Reliance
Group e Darren Throop presidente
di Entertainment One (eOne) hanno annunciato
oggi di aver siglato un accordo che costituirà la Amblin
Partners, una nuova società di produzione cinematografica,
televisiva che sarà distribuita dalla Universal
Pictures.
La società sarà costituita da un
patto che comprenderà da quattro a sette film a cominciare da
La Fille du Rer, film che si basa
sull’omonimo best-seller. Il Thriller sarà distribuito tramite
la Focus Features ad ottobre del 2016.
Il prossimo Jurassic
World Il Dominio vedrà tornare sul grande schermo
il trio protagonista di Jurassic Park di
Steven Spielberg: Sam
Neill, Laura Dern e Jeff Goldblum, il
quale era già apparso in Jurassic World: Il Regno
Distrutto.
Parlando del film con Empire, il
regista Colin Trevorrow ha raccontato che quando
ha inviato a Steven Spielberg, la foto dal set con
il cast riunito, il regista si è molto commosso.
“Nel momento in cui tutti si
sono presentati per la prima volta insieme, erano tutti stipati in
una Jeep. E gli ho fatto una foto e l’ho inviata a Steven
[Spielberg]. Si è emozionato molto. Non credo che nemmeno lui fosse
preparato a quanto sarebbe stato commovente vedere tutti quei
personaggi che ama, e le persone che ama, avere un aspetto
incredibile e vivere un’avventura insieme”.
Jurassic
World Il Dominio vedrà sia Chris
Pratt che Bryce
Dallas Howard tornare nei loro ruoli. Insieme a
loro, ritroveremo anche Justice Smith, Daniella
Pineda, Jake Johnson e Omar
Sy. Laura
Dern e Sam
Neill riprenderanno rispettivamente i ruoli che
avevano in Jurassic
Park, rispettivamente la Dr. Ellie Sattler e il Dr. Alan
Grant. I personaggi sono stati visti per l’ultima volta
nel Jurassic Park 3 del 2001. Un altro eroe
originale, Ian Malcolm, interpretato da Jeff
Goldblum, ha firmato per tornare in Jurassic
World 3. Goldblum è stato visto l’ultima volta
in Jurassic World:
Il Regno Distrutto.
Ospite al
Festival
di Cannes 2016, dove ha presentato il suo ultimo film
Il GGG – Il Grande Gigante Gentile,
Steven Spielberg ha parlato anche
di cinecomics, un genere che sappiamo non apprezza
molto, stando a quanto ha dichiarato di recente il regista di
Incontri ravvicinati del terzo tipo (leggi qui).
Ecco cosa ha dichiarato in merito
al suo cinecomics preferito. La risposta non dovrebbe sorprendere i
più: “Mi piacciono i Superman di Donner e il Cavaliere Oscuro
di Christopher Nolan, il primo Iron Man anche. Ma il film di
supereroi che mi ha davvero impressionato è uno che non si prendo
troppo sul serio: Guardiani della Galassia. Quando
finì la proiezione, mi sono sentito come se avessi visto qualcosa
di nuovo al cinema, senza il cinismo o la paura di essere oscuri
quando ce n’è il bisogno. C’è una differenza tra l’eroe e il
supereroe. L’eroe è una persona ordinaria che si interfaccia con
una situazione molto seria e agisce per modificarla. Un eroe è una
persona che cammina per strada, vede un’auto in fiamme e corre per
salvare la persone che c’è dentro incastrata sul sedile dalla
cintura di sicurezza. Un supereroe è una persona che, nella stessa
situazione, volerebbe verso la macchina, scuotendola e provando a
ribaltarla, facendo uscire la persona dal suo interno. Io mi
identifico di più con il primo esempio. Filmare gli eroi ogni
giorno”.
Dopo l’incoronazione di The
Fabelmans come Miglior Film
Internazionale ai
Premi David di Donatello 2023, il regista
Steven Spielberg ha scritto una
lettera di ringraziamento alla Presidente Piera
Detassis e a tutti i giurati e membri dell’Accademia del
Cinema Italiano che con il loro voto hanno determinato tale
vittoria.
Ecco di seguito il testo della lettera:
Cara Piera,
vorrei estendere i miei ringraziamenti a te e all’intero corpo
dell’Accademia del Cinema Italiano per aver onorato The Fabelmans
come Miglior Film Internazionale 2023. Come sai, questo film è
molto speciale e non avrebbe potuto essere più profondamente
personale, quindi il vostro apprezzamento significa molto. Essere
premiato dall’Accademia del Cinema Italiano, la casa di tanti dei
miei eroi, tutti gli uomini e le donne che hanno ispirato il mio
lavoro nel corso della mia vita e carriera. Il loro coraggio nel
condividere le loro storie personali ha dato coraggio a me per
condividere la mia. I miei coproduttori Kristie Macosko Krieger e
Tony Kushner condividono il premio e partecipano al mio
ringraziamento.
un caro saluto,
Steven Spielberg
La
storia di Steven Spielberg con i Premi David di
Donatello è molto lunga. Il regista americano ha infatti più volte
il riconoscimento nel corso della sua carriera. Oltre al premio per
The Fabelmans, Steven Spielberg ha vinto anche due David
Speciali, nel 2004 e nel 2018, due David per il Miglior film
straniero con Il ponte delle
spie e Incontri ravvicinati del
terzo tipo, un David al Miglior Regista Straniero
per E.T. – L’extraterrestre nel
1983 e uno come Miglior Produttore Straniero nel 1986
per Ritorno al futuro.
Steven Spielberg sta promuovendo il
suo ultimo film, Ready Player One, che arriverà
nelle sale italiane a partire dal 28 marzo, e naturalmente, data la
sua posizione di potere e influenza nell’industria di Hollywood,
viene chiesto il suo parere non solo in merito ai suoi film, ma
anche in merito a ciò che accade nel mondo, tra politica, problemi
sociali e soprattutto nuove tendenze dell’industria
cinematografica.
“Penso che Ryan Coogler abbia
fatto un ottimo lavoro nello scrivere e dirigere un film che è
culturalmente, forse, il più influente dell’ultima decade. Cambierà
davvero le cose, e le manterrà così per tutti, si spera (…) Credo
che l’idea che bimbi bianchi guardino il film e dicano ‘Da grande
voglio essere come Black Panther’ è qualcosa di magnifico, una cosa
magnifica che sta succedendo adesso.”
Steven Spielberg
ha poi aggiunto: “Il Colore Viola era alquanto avanti con i
tempi. E sono stato criticato per aver diretto quel film, perché
non ero un regista di colore. Ora lo capisco. Non lo capivo
all’epoca, ma guardandomi indietro capisco quelle critiche
adesso.”
Ready Player One:
la recensione del film
di Steven Spielberg
Nel cast del film
ci sono Olivia
Cooke (Bates Motel, Quel fantastico
peggior anno della mia vita), nei panni della
protagonista Art3mis, Tye
Sheridan (The Tree of Life, X-Men
Apocalypse), che interpreta il protagonista
maschile Wade Owen Watts a.k.a. Parzival,
e Ben
Mendelsohn (Rogue One a Star
Wars Story), che invece sarà il
villain Nolan Sorrento. Si aggiungono Mark
Rylance,Simon Pegg, TJ
Miller e Win
Morisaki.
La storia del
libro vede come protagonista Wade Watts, un
teenager che scappa dai luridi sobborghi in cui vive per
raggiungere OASIS, un mondo virtuale e
utopico dove i cittadini posso vivere vite alternative. Quando
l’eccentrico creatore di OASIS muore
decide di lasciare il suo impero al vincitore di una grande caccia
al tesoro, a cui Wade partecipa
scontrandosi con la realtà di concorrenti senza scrupoli, pronti a
tutto pur di accaparrarsi il bottino.
Steven Spielberg sembra
instancabile, pare infatti che stia per aggiungerne un altro alla
sua agenda. Si tratta di un reboot di Casper, il film sul
fantasmino buono della metà degli anni ’90 che vedeva trai i
protagonisti una piccola Cristina Ricci nel ruolo di Kat; la Amblin
Entertainment di Spielberg e la Universal Pictures stanno
acquistando i dirittti dalla Classic Media.
Il film fu un vero e proprio
successo anche in Home Video dando vita ad una serie di sequel
usciti direttamente in DVD e ad una serie TV animata.
Steven Spielberg riceverà nel 2012 il
prestigioso premio David O. Selznick Achievement Award dalla
associazione produttori di Hollywood, la Producers Guild of
America. In un comunicato i due direttori dell’organizzazione,
Paula Wagner e Michael Manheim, hanno dichiarato:
Il leggendario regista Steven Spielberg è al lavoro su un film
liberamente ispirato alla sua infanzia in Arizona. A riportare i
primi dettagli sul progetto è
Deadline, il quale aggiunge che l’attrice premio Oscar Michelle Williams(Marilyn,
Manchester by the Sea) è in trattative per interpretare un
personaggio basato sulla madre di Spielberg.
Tony Kushner,
frequente collaborare del regista, sta scrivendo la sceneggiatura
del film insieme allo stesso Spielberg, che non si occupa di
scrivere un progetto (né suo né di altri colleghi) dall’uscita di
A.I. – Intelligenza artificiale del 2001. Secondo
la fonte, le riprese del film dovrebbero partire quest’estate,
mentre l’uscita nelle sale dovrebbe avvenire già nel 2022.
A breve inizieranno i casting per i
giovani attori che interpreteranno la figura di Spielberg in
momenti diversi dalla sua vita, dall’infanzia fino all’adolescenza
(anche se non sappiamo con precisione quanti anni verranno
effettivamente coperti dagli eventi che saranno narrati nel film).
Il progetto è in cantiere da oltre 20 anni: la prima volta fu il
celebre regista François Truffaut (nonché star del
film
Incontri ravvicinati del terzo tipo) a spingere Spielberg
a realizzare un film sulla sua infanzia.
I prossimi progetti di Steven Spielberg
In attesa di nuovi dettagli,
ricordiamo che l’ultimo film di
Steven Spielberg ad essere arrivato nelle sale è stato
Ready
Player One nel 2018, basato sull’omonimo romanzo di
Ernest Cline. Per lo scorso dicembre, invece, era atteso West
Side Story, nuovo adattamento del celebre musical
di Arthur Laurents, Leonard Bernstein e Stephen
Sondheim, che a causa della pandemia di Covid-19 è stato
posticipato a dicembre di quest’anno.
Dopo aver già affrontato il tema
nel fantascientifico La guerra dei mondi
con Tom Cruise (uscito nel 2005), Steven Spielberg tornerà ad
occuparsi di un argomento a lui particolarmente caro, già
ampiamente affrontato all’interno della sua vastissima filmografia
in misure e contenuti differenti (si pensi anche ad
E.T. L’extra-terrestre e a
Incontri ravvicinati del terzo tipo).
Il celebre regista infatti, insieme
alla sua Amblin Entertainment, produrrà
The Fall, film fantascientifico basato su
una sceneggiatura originale dell’australiano Pete
Bridges. Si tratta di una classica storia di invasione
aliena nella quale si seguiranno le vicende di una coppia di
divorziati che deve attraversare un’Atlanta attaccata dagli alieni
con l’obiettivo di recuperare i figli, rimasti bloccati a
casa.
Tra i prossimi progetti di
Steven Spielberg figurano Il GGG Il
grande gigante gentile (presentato a Cannes 2016) che
arriverà nelle nostre sale a gennaio del 2017, lo sci-fi
Ready Player One tratto dal
romanzo di Ernest Cline, il
drammatico The Kidnapping of Edgardo
Mortara che sarà girato in Italia il prossimo anno e
l’annunciato quinto capitolo della saga di Indiana
Jones. In cantiere anche un film incentrato su
Walter Cronkite, giornalista e personaggio
televisivo statunitense, che sarà sviluppato da Spielberg insieme
al team de Il Ponte delle Spie, ultimo
film diretto dal regista.
“Sono stato molto riservato riguardo
alla mia vita privata e non ho mai reso pubblica la mia vita
privata fino ad ora“, ha detto Steven Spielberg in una
sorprendente proiezione avvenuta del suo attesissimo film avvenuta
domenica negli USA. È stata la minaccia esistenziale della pandemia
di Covid nella sua forma più letale nel 2020 a spingere la sua
personalissima storia familiare sul grande schermo.
“Quello che ho pensato è che se dovessi
fare un altro film, se dovessi raccontare un’altra storia, quale
sarebbe quella storia? Ed è per questo che ho deciso di
metterlo in produzione”, ha detto a Martin
Scorsese durante una sessione di domande e
risposte dopo la proiezione di The
Fabelmansa New York al DGA
Theater. “Mia madre ed io abbiamo avuto un segreto per molto
tempo, e mia madre mi diceva sempre: ‘Accidenti Steve, questo
sarebbe un film davvero fantastico. Perché non fai quella
mossa un giorno o l’altro? Quindi l’ho fatta venire da me e
da un lato avevo lei, dall’altro lato Tony Kusher, che aveva
sentito le storie e stava davvero spingendo per fare questo.”
Tony Kusher è il pluripremiato drammaturgo e sceneggiatore e suo
collaboratore di lunga data che ha co-scritto The
Fablemans, nonché a un punto centrale della trama madre-figlio
nel film.
L’aspirante regista adolescente Sam
Fabelman è interpretato da Gabriel
LaBelle. Michelle
Williams e Paul
Danosono i suoi
genitori. Seth
Rogen e Judd Hirsch fanno parte del
cast del film attualmente nelle sale negli USA, e in uscita in
Italia dal 22 dicembre 2022. Alla domanda sulla storia delle
origini del film, Spielberg ha detto a Scorsese che i sentimenti di
perdita e solitudine dopo la morte dei suoi genitori negli ultimi
anni lo hanno spinto a fare sul serio nel mettere giù la sua
storia. Lui e Kushner hanno scritto la sceneggiatura ma
“non avevo nessuna intenzione di farla… e sarei stato felice di
metterla in un cassetto da qualche parte. Ma il Covid mi ha
dato tanto tempo per pensarci. E soprattutto quando il Covid
era davvero brutto”, ha detto. “Quando abbiamo perso
500.000 americani, figuriamoci milioni in tutto il mondo… era
davvero una conclusione scontata che questo non fosse un evento che
mette fine alla vita?“
Martin Scorsese ha voluto che il regista
rivelasse anche un delizioso retroscena di un cameo di
David Lynch nel ruolo di John Ford, fonte
d’ispirazione per Sam Fabelman. Ford offre un
breve ma memorabile consiglio alla fine del film e all’inizio della
carriera del giovane. “Stavo cercando un attore che conoscevo
personalmente e gli stavo per chiedere di interpretare John
Ford”, ha detto Spielberg. Prima che lo facesse, il marito di
Kusher, Mark Harris, ha suggerito di chiedere a David Lynch “e una lampadina si è
spenta“. Lynch era molto lusingato ma rifiutò. “Ha detto
che non era un attore, e aveva altri progetti, e John Ford era così
grande, e se non avesse raggiunto quegli standard? Era solo un
po ‘timido al riguardo.”
Lynch si è ammorbidito
quando ha saputo che Spielberg e sua moglie erano diventati
entusiasti della meditazione trascendentale attraverso la
fondazione di Lynch. Ma ha detto ancora di
no. “Così sono andato dalla mia persona di riferimento, la
sua migliore amica,
Laura Dern. “Devi convincere David a
farlo. Hai due settimane per convincerlo a farlo.” Quando
i due registi hanno poi parlato, “Dice, ‘Ho deciso che lo farò
a una condizione… voglio avere il costume due settimane prima del
tempo per viverlo.’Ho detto: ‘Vuoi dire che lo
indosserai? Disse: “Sì, tutti i giorni”. Il cappello, la
benda [sull’occhio] tutto. E si è presentato con un costume
piuttosto logoro”, ha detto Spielberg. «E il tempo che impiega
per accendere quel sigaro?» ha chiesto Scorsese. È stato
un processo comicamente lento. “Questa è una delle cose che
sappiamo tutti sulla magia del montaggio cinematografico, puoi far
durare qualsiasi cosa quanto vuoi”, ha detto Spielberg.
Steven Spielberg sarebbe
intenzionato a produrre un film ambientato in India, e in
particolare nella provincia del Kasmir, al confine col
Pakistan.
Il regista ha parlato del progetto
a Mumbay, in occasione della presentazione di
Lincoln: tutto partirebbe dall’ampia
molte di fotografie scattate dal padre di Spielberg nel corso della
Seconda Guerra Mondiale.
Il regista ha spiegato come quelle
foto gli abbiano dato la piena consapevolezza dell’esperienza del
padre, offrendogli la rappresentazione visiva dei suoi racconti. Le
immagini ritraggono spesso gruppi di bambini indiani assiepati
attorno alle jeep e che cercano di comunicare con i giovani soldati
americani; le foto scattate ad elefanti, mucche, bazaar, mercati e
persone restituiscono invece una vivida immagine della vita
quotidiana in India all’epoca. Al momento il progetto è in fase di
scrittura e in attesa di un regista.
Spielberg ha già avuto a che fare
con l’India in passato, girandovi parte di Indiana
Jones e il Tempio maledetto e alcune scene di
Incontri Ravvicinati del Terzo Tipo.
Altra notizia sul fronte –
Spielberg è quella dell’acquisizione dei diritti da parte della
Dreamworks del prossimo libro di David
FinkelThank You For Your
Service, incentrato sulla sindrome post-traumatica
che colpisce alcuni reduci dall’Iraq e dall’Afghanistan. Lo
stesso Spielberg ha inoltre dichiarato di puntare al Natale 2015
per l’uscita del seguito di Tintin.
Il regista
Steven Spielberg è ancora alla
ricerca di un progetto a cui dedicarsi, e oggi arriva la conferma
da Variety che il
regista produrrà e potrebbe dirigere l’adattamento cinematografico
del romanzo di David Kertzer, The
Kidnapping of Edgardo Morara. Secondo il sito a
scrivere la sceneggiatura del film ci sarà
nuovamente Tony Kushner, già autore di due
film del regista, Munich e
Lincoln.
Il film è stato sviluppato in
collaborazione da DreamWorks Pictures e The Weinstein
Company.
Prigioniero del Papa Re, titolo italiano del
romanzo, ha avuto un ruolo
centrale nella controversia riguardo il processo di beatificazione
di Papa Pio IX. Il libro narra che nel 1858, dietro ordine
dell’Inquisizione, un bambino ebreo di sei anni fu separto dalla
sua famiglia di Bologna, che a quel tempo era parte degli Stati
Pontifici. Il motivo di questo gesto fu ricondotto al presunto
battesimo del bambino da parte di una serva, senza che i genitori
ne sapessero alcunche’. Gli inquisitori decretarono che il bambino
era divenuto cattolico e come tale non poteva rimanere presso la
sua famiglia ebrea. La polizia strappo’ il bambino dalle braccia
del padre e fu l’inizio di una saga drammatica. Nonostrante le
proteste internazionali, Papa Pio IX si rifiuto’ di restituire il
bambino e acquisi’ di fatto il ruolo di padre surrogato. La forte
controversia che ne segui’ contribui’ l’anno seguente alla caduta
degli Stati Pontifici.
E’ ufficiale: la DreamWorks
produrrà Robopocalypse, adattamento del romanzo scritto
dall’esperto di robotica Daniel H. Wilson. A dirigere il kolossal
sarà Steven Spielberg: le riprese partiranno a
gennaio 2012!
Ci aveva già provato Peter Jackson
in qualità di produttore, con Neill Blomkamp alla regia, ma il
progetto era naufragato. E’ noto comunque che la Microsoft non ha
mai accantonato l’idea di un adattamento del suo videogame
Halo.
Il nuovo numero di
Empire Magazine è curato da Edgar Wright (regista della “Trilogia del
Cornetto” e di
Baby Driver) ed è dedicato all’esperienza cinematografica
in sala, esperienza che purtroppo, a causa della pandemia di
Coronavirus, manca nella vita di appassionati cinefili e non ormai
da quasi un anno.
Lo speciale in questione contiene
diversi contributi da parte di alcuni dei più celebri registi e
attori di Hollywood, tra cui anche Steven Spielberg, che ha scritto una
bellissima lettera in cui ha cercato di spiegare perché
l’esperienza della sala non morirà mai, nonostante il momento
difficile (per non dire drammatico!) che l’industria sta
attraversando. Potete leggere la nostra traduzione della lettera di
seguito:
“Nell’attuale crisi sanitaria,
in cui le sale cinematografiche sono chiuse o la partecipazione è
drasticamente limitata a causa della pandemia globale, ho ancora la
speranza – una speranza al limite della certezza – che quando si
tornerà alla normalità, il pubblico tornerà al cinema.
Mi sono sempre dedicato alla
comunità cinematografica, alla comunità di chi va al cinema, di chi
lascia la propria abitazione per recarsi in sala, e il concetto di
comunità è proprio dovuto alla sensazione di compagnia, con altre
persone che hanno lasciato anche loro la propria abitazione e sono
sedute accanto a noi. Al cinema guardi un film con persone che
magari sono importanti per te, ma anche in compagnia di estranei.
Questa è la magia che sperimentiamo quando usciamo per andare a
vedere un film, uno spettacolo teatrale, un concerto o uno
spettacolo comico.
Steven Spielberg: “L’arte ci
chiede di essere consapevoli del particolare e dell’universale,
contemporaneamente.”
Non sappiamo chi siano tutte
queste persone sedute intorno a noi, ma quando quell’esperienza ci
fa ridere o piangere o esultare, o magari riflettere, e quando le
luci si accendono e dobbiamo lasciare i nostri posti, tutte quelle
altre persone con cui ci dirigiamo di nuovo verso il mondo reale
non sembrano più dei completi estranei. Siamo diventati una
comunità, vicini nel cuore e simili nello spirito, o comunque
nell’aver condiviso per un paio d’ore un’esperienza così
potente.
Quel breve intervallo nei cinema
non cancella le molte cose che ci dividono: razza o classe, o
credo, genere, politica. Ma il nostro paese e il nostro mondo si
sentono meno divisi, meno fratturati, dopo che una congregazione di
estranei ha riso, pianto, si è alzata di scatto insieme, e tutto
nello stesso momento. L’arte ci chiede di essere consapevoli del
particolare e dell’universale, contemporaneamente. Ed è per questo
che, di tutte le cose che hanno il potenziale per unirci, nessuna è
più potente dell’esperienza comunitaria delle arti.”
Steven Spielberg in occasione dell’attività
stampa per l’uscita di War Horse ha rilasciato alcune
interessanti dichiarazioni sui franchise da lui prodotti e diretti.
A pubblicare alcune di queste dichiarazioni ci ha pensato Entertainment
Weekly. I commenti riguardano Transformers e Indiana Jones.
La prima domanda ha riguardato la
presenza di Michael Bay alla regia nel quarto film dei
Transformers: Lo spero davvero, perché penso che abbia
realizzato il miglior film della saga con l’ultimo episodio della
trilogia. Certamente non riesco a pensare a nessuno, tranne
Michael, in grado di girare un altro Transformers. Lui ha creato un
genere cinematografico, ha la formula segreta.
Ad oggi si sa che il regista
Bay sta considerando l’idea di tornare anche nel quarto capitolo,
ma non prima di girare un altro film nel frattempo.
Poi Spielberg ha parlato delle
polemiche suscitate da Indiana Jones e il Teschio di Cristallo:
Io sono veramente fiero di quel film. Sono stato
felicissimo di riportare Marion indietro. E adoro il fatto che
Indiana ora abbia un figlio. E’ un film d’azione per tutta la
famiglia, e adoro l’intero concetto che sta alla base. E’ noto che
George, io e Harrison abbiamo adorato sia il genere che il concept
di questo film. Ma ho sempre raccontato storie di George. Il mio
contributo maggiore è stato aggiungere il padre nel terzo episodio.
E’ stata una mia idea coinvolgere Sean Connery come padre di
Harrison. George è il mio migliore amico e sono molto ligio nel
raccontare storie scritte da lui. Magari litighiamo su aspetti che
non mi convincono, ma alla fine George vuole inserire esseri
interdimensionali nel Teschio di Cristallo, farò del mio meglio per
portare la sua idea sul grande schermo e renderlo
fiero.
Il regista ha aggiornato così sul
quinto episodio: E’ tutto nelle mani di George. Abbiamo
già dato il nostro ok sul genere del quinto film della saga,
abbiamo già un concept in mente. Non so a che punto della storia
sia George. Ma non ci sarà alcun Indiana Jones 5
finché non lo dirà lui.
Siamo ormai vicini
all’attesissimo ritorno di Steven Spielberg nelle sale cinematografiche
e lo farà con ben due titolo altrettanto attesi: War Horse e Le
avventure di Tintin: il segreto dell’unicorno. Nonostante ciò il
regista è già a lavoro sul suo prossimo film: l’atteso progetto
intitolato Lincoln, biopic sul carismatico presidente degli Stati
Uniti che sul grande schermo avrà il volto di Daniel Day Lewis.