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Stockholm: Ethan Hawke e Noomi Rapace saranno i protagonisti

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Stockholm: Ethan Hawke e Noomi Rapace saranno i protagonisti

Il quattro volte candidato all’Oscar Ethan Hawke e Noomi Rapace saranno i protagonisti di Stockholm, scritto e diretto da Robert Budreau.

Il film è basato sulla straordinaria storia vera del 1973. La rapina in banca e la crisi degli ostaggi nella capitale svedese, documentata da un articolo apparso sul The New Yorker nel 1974, intitolato The Bank Drama, scritto da Daniel Lang. Gli eventi catturarono l’attenzione del mondo quando gli ostaggi svilupparono un legame emozionale con i loro rapitori, allenandosi con loro per salvarli dalle autorità, dando origine al fenomeno psicologico ormai noto come Sindrome di Stoccolma.

Scott Aversano e Will Russell-Shapiro saranno i produttori esecutivi. Nicholas Tabarrok produrrà attraverso la sua Darius Films banner, insiema allo stesso Budreau tramite la sua Lumanity, e Jonathan Bronfman con la sua Jobro Productions.

Stockholm sarà il secondo progetto a cui collaborano Hawke e Budreau, dopo  Born to Be Blue. Non è ancora chiaro quale ruolo interpreteranno i due attori.

L’inizio della produzione de film è prevista nel mese di aprile.

Fonte: CS

Stoccolma e Rio de Janeiro produttrici per Woody Allen

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Woody-AllenLa fama di Woody Allen e l’apprezzamento di cui il regista newyorkese lo rendono uno degli uomini di cinema più amati al mondo. Nelle sue ultime esperienze cinematografiche, Allen ha mostrato il desiderio di andare in giro per il Mondo a fotografare attraverso le sue storie, sempre un po’ intellettualoidi e isteriche, la grandi capitali. E’ accaduto con discreto successo con Vicky Christina Barcelona, con un film che sfiora il capolavoro con Midnight in Paris, e con pessimi risultati in To Rome with Love.

Adesso sembre che altre città, grandi metropoli mondiali, vogliano addirittura finanziare totalmente i film del regista se questi volesse andare a girare il film proprio da quelle parti. Le prime capitali della lista sono due: Stoccolma, Svezia, è stata la prima città stando a quanto dichiara lo stesso Allen: “Ci sono stati offerti dei soldi ma io non ho ancora avuto l’idea giusta. Sicuramente però farò qualcosa. Amo Stoccolma, ci sono stato diverse volte per piacere personale, non si tratta di soldi, vorrei fare una storia, un film, del quale tutti i locali possano essere fieri, senza che diventi un espediente commerciale“.

La seconda città è invece Rio de Janeiro, il cui sindaco Eduardo Paes ha offerto a Woody Allen un finanziamento del 100% del film che deciderà di andare a girare in Brasile, in città. Ovviamente le proposte arrivano non solo dalla stima verso il regista, ma anche dall’immenso ritorno di immagine che avrebbe la città in caso una tale occasione si presentasse.

Staremo a vedere cosa ispirerà maggiormente Allen, mentre ci chiediamo dove era la sua volontà di rendere fieri gli autoctoni quando ha girato To Rome with Love.

Fonte: WP

Stitches – Un legame privato al cinema

Stitches – Un legame privato al cinema

Stitches – Un legame privato di Miroslav Terzić, che arriverà in anteprima nelle sale italiane dal 13 maggio 2021 grazie a Trent Film in associazione con Infilmica.

Ispirato a una storia vera che arriva dal passato recente dei Balcani, il film è stato presentato in anteprima nella sezione Panorama della 69° Berlinale, dove ha vinto l’Europa Cinemas Label. Scritto da Elma Tataragić, già autrice di “Dio è donna e si chiama Petrunya”, “Stitches – Un legame privato” è un film che scava nelle emozioni fino alla speranza, raccontando la storia di una donna tenace che diventa un’eroina moderna, in lotta contro tutto e tutti per inseguire la verità mettendosi sulle tracce del figlio scomparso.

La sceneggiatura è ispirata alla testimonianza di una sarta di Belgrado che ha cercato per quasi vent’anni tracce di suo figlio, dichiarato morto subito dopo la nascita. Qualche giorno dopo il parto, l’ostetrica le aveva comunicato la morte prematura del neonato, senza però restituirle il corpo del bambino e senza mai indicarle il luogo della sepoltura. La donna ha così combattuto contro l’ospedale, i medici, la polizia, i tribunali e i pubblici ufficiali per ottenere un certificato di morte autenticato, che indicasse dove trovare il corpo del suo bambino. Nel corso di questa lunga battaglia la donna ha scoperto numerose irregolarità tra le carte dell’ospedale, rinvenendo documenti ufficiali del comune che hanno confermato i suoi sospetti sul fatto che il suo bimbo non era veramente morto. Dopo quasi vent’anni, è riuscita finalmente a scoprire la verità.

“Sono diventato padre per la prima volta nel 2001. Lo stesso anno, sono venuto a sapere della storia dei rapimenti di neonati negli ospedali” – racconta il regista Miroslav Terzić – “La vicenda delle loro vendite; i falsi certificati di morte; le menzogne alle madri; le famiglie rovinate. Ho cominciato a scavare, ad esaminare archivi e a cercare testimoni che avessero la forza di dirmi qualcosa. Nessuno dei casi è mai stato risolto. La maggior parte di essi sono avvenuti tra la fine degli anni ’80 e i primi anni ’90, all’alba della guerra che avrebbe lacerato la Jugoslavia. Sono più di 500 le famiglie che stanno cercando di ritrovare i loro bambini. Sono più di 500 storie diverse, e alcune del tutto inascoltate. Ho deciso di raccontarne una”.

Still Up: trailer della nuova serie comedy di Apple Tv+

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Still Up: trailer della nuova serie comedy di Apple Tv+

Apple TV+ ha svelato oggi il trailer di “Still Up“, la nuova serie comedy interpretata da Antonia Thomas e Craig Roberts e co-creata e scritta da Steve Burge e Natalie Walter. La nuova serie di otto episodi farà il suo debutto il 22 settembre su Apple TV+ con i primi tre episodi, seguiti da un episodio settimanale ogni venerdì, fino al 27 ottobre.

“Still Up” è una commedia romantica che racconta la vita fuori dal lavoro di Danny (Craig Roberts) e Lisa (Antonia Thomas), che non hanno segreti tra loro, se non i sentimenti che provano l’uno per l’altra. Del cast fanno parte anche Blake Harrison, Lois Chimimba, Luke Fetherston e Rich Fulcher.

“Still Up” è co-creata e scritta da Steve Burge e Natalie Walter insieme a Bryce Hart ed è diretta dal candidato al premio BAFTA John Addis. La serie è prodotta per Apple TV+ da Various Artists Limited ed è prodotta esecutivamente dal vincitore del premio BAFTA Paul Schlesinger e dal vincitore del premio Emmy Phil Clarke. Arabella McGuigan è produttrice della serie.

Still Up: recensione della serie Apple Tv+

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Still Up: recensione della serie Apple Tv+

Still Up” significa, letteralmente, “ancora su”, figurativamente è un’espressione molto sintetica che in inglese indica l’essere ancora svegli, anche a tarda ora. E quale miglior titolo potevano trovare Steve Burge e Natalie Walter per la loro nuova insolita commedia romantica che racconta di una relazione tra due persone che soffrono di insonnia?

Still Up, la trama

Danny e Lisa sono due amici accomunati da un disturbo molto fastidioso per quanto comune: entrambi sono insonni, per cui, ogni volta che il mondo va a dormire, loro restano svegli, a parlare, a raccontarsi, a farsi ridere molto e con grande frequenza. Una relazione, la loro, che sembra essere l’amicizia perfetta: i due sono leggeri, senza mai sottovalutare le paure e le incertezze dell’altro, sono aperti e intimi, sono onesti, su tutto. Tranne in merito a quello che provano l’uno per l’altra. E dopotutto non c’è niente che possano dirsi, perché se Danny ha una fortissima paura di uscire di casa causata da un trauma che ma mano si svelerà, Lisa ha una relazione stabile e una figlia molto piccola. I due condividono soltanto la notte, quel momento di disagio che deriva dal non riuscire a riposare, ma che per loro diventa una finestra sul mondo dell’altro, alla ricerca di una gioia, o forse di un amore, che sembra impossibile.

Antonia Thomas e Craig Roberts sono gli splendidi protagonisti di Still Up, dal 22 settembre su Apple TV+ con i primi tre episodi, seguiti da un episodio settimanale ogni venerdì, fino al 27 ottobre. La serie, ideata e scritta da Steve Burge e Natalie Walter, nasce come risposta al lockdown, un germe nato da quel momento che unisce tutto il mondo in cui telefoni, chat e videochiamate tenevano unito un mondo in isolamento. E sebbene proprio quel mondo faccia di tutto per lasciarsi indietro quei mesi, le conseguenze di quella chiusura forzata incidono ancora sulla psiche di molti.

L’insonnia come finestra su un mondo possibile

E così l’insonnia, che per chiunque è una condanna, per Danny e Lisa diventa un momento quasi romantico di condivisione e di sfogo. Le puntate sono infatti tutte ambientate di notte, nel corso di una telefonata trai due protagonisti, e questa struttura consente di raccontare tre storie contemporaneamente, rendendo molto ricco ogni minuto che si vede a schermo. Da una parte abbia infatti due storie che si svolgono contemporaneamente, ovvero quella che vive Lisa e quella che vive Danny, ma allo stesso tempo abbiamo anche la storia che si raccontano i due al telefono, e quindi si vede crescere, episodio dopo episodio, questa relazione così insolita eppure così intima.

Still Up parla infatti di relazioni, in particolare di relazioni romantiche ma da un punto di vista insolito e bizzarro che ha allo stesso tempo la caratteristica di risultare anche confortevole e rassicurante. Nessuno dei due protagonisti è un eroe romantico da manuale, ma entrambi compiono il loro viaggio verso un mondo di possibilità. Quello che di questo viaggio rimane nel cuore dello spettatore è l’umorismo, l’ironia, ma anche il forte senso di solitudine che pervade queste due anime isolate dal mondo che dorme, sveglie e vigili in una Londra notturna in cui tutto sembra possibile.

Diretta dal candidato al premio BAFTA John Addis, Still Up è una produzione originale Various Artists Limited per Apple TV+, e si avvale della produzione esecutiva di Paul Schlesinger e Phil Clarke, con la produzione di Arabella McGuigan.

Still Up: l’incontro con i produttori della serie Apple Tv+

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Still Up: l’incontro con i produttori della serie Apple Tv+

Danny e Lisa soffrono entrambi di insonnia e vivono una relazione telefonica, facendosi compagnia tutte le notti. Ridono, scherzano, si raccontano, non hanno segreti tra loro… tranne i sentimenti che ognuno nutre per l’altro. È questa la premessa di Still Up, la nuova comedy Apple TV+, interpretata da Antonia Thomas e Craig Roberts e co-creata e scritta da Steve Burge e Natalie Walter.

Abbiamo incontrato virtualmente la squadra produttiva di Still Up, Phil Clarke (Executive Producer), Paul Schlesinger (Executive Producer) e Arabella McGuigan (Producer), che ci ha raccontato qualcosa in più di questa storia così insolita e però allo stesso tempo dal sapore confortevole e rassicurante.

“Credo che la serie esplori l’amicizia – ha esordito Paul Schlesingeranche se poi quella che viene raccontata si definisce come ‘storia d’amore’. Penso che l’amicizia sia un tema fondamentale per questo tipo di storia, perché l’errore fondamentale dei protagonisti è proprio quello di autoconvincersi che sono amici. Uscire da questa dimensione è la cosa complicata che cercano di fare. Quindi sicuramente è una storia d’amore, ma è uno sguardo inusuale sull’amore.”

Secondo McGuigan, invece, uno dei temi portanti della serie è il senso dell’umorismo: “È la prima cosa che lega i due protagonisti – spiega la produttrice – Danny e Lisa si connettono come amici, perché hanno un modo condiviso di farsi ridere a vicenda. Questa è la base della loro amicizia, e diventa anche la base di qualcosa in più. Ma credo fortemente che sia il loro senso dell’umorismo condiviso a portare alla relazione.” E Phil Clarke aggiunge: “Credo anche che si tratti di una storia che parla di solitudine. Danny è solo, ovviamente, soffre di ansia, è chiuso in casa, ma anche Lisa è sola, anche dentro alla sua relazione. C’è una battuta molto bella, verso la fine della stagione, in cui il compagno di Lisa le dice ‘tu diventi viva quando io vado a dormire’, e anche questa dimensione diventa una parte fondamentale di quello che la serie vuole raccontare. Amore, solitudine, amicizia e umorismo, siano tutti parte del mix.”

Still Up è anche una riflessione sulla connessioni e sul modo di vivere le relazioni attraverso la tecnologia, fenomeno che nell’era post-lockdown ha assunto una presenza costante nella quotidianità. “Una serie così non poteva essere stata fatta 10 o 15 anni fa – spiega Paul SchlesingerDa una parte siamo più connessi che mai, 15 anni fa se qualcuno camminava per strada parlando tra sé sarebbe risultato strano, lo avremmo notato tutti. Quindi tecnicamente siamo più connessi che mai ma questo significa anche che siamo più soli e isolati di prima. La serie mostra entrambe queste cose, i due personaggi sono entrambi soli in maniera diversa, eppure si possono parlare per tutta la notte, ed è una strana contraddizione, molto legata alla modernità: siamo più connessi e distanti che mai.”

Dopotutto, la prima idea per questa serie è arrivata durante il primo lockdown del 2020, stando a quanto dichiara Clarke: “Anche se la serie non è ambientata in quel periodo, lo rievoca nella sensazione di essere insieme eppure separati.” Un aspetto molto interessante della relazione telefonica dei due protagonisti è portato alla luce da McGuigan che esalta le potenzialità narrative di questa scelta: “Io credo che si tratti anche di un piccolo regalo per i narratori. In questa serie abbiamo quasi sempre la possibilità di raccontare tre storie contemporaneamente. Assistiamo a quello che succede a Lisa e a quello che succede a Danny, e poi c’è una terza storia, che è quello che stanno vivendo insieme, al telefono.”

Su quanto invece la storia riesca a focalizzarsi su una patologia tanto peculiare quanto poco affrontata dall’audiovisivo, Clarke commenta: “Credo che l’insonnia sia un problema molto diffuso. Viviamo tutti vite molto stressanti, che devono scendere a patti con la logistica quotidiana, ma anche con il cambio di stagione, i problemi di lavoro, tutte cose che contribuiscono a aumentare lo stress e l’insonnia è una delle manifestazioni di questo stress, è un problema sempre più diffuso.”

E infatti è importante che esista una serie che la racconta, secondo McGuigan: “Allo stesso tempo, la serie racconta l’insania con ottimismo. Perché questa storia parla di persone che si sono trovate proprio perché soffrono di questo disturbo e in un certo senso non vogliono che questa ‘malattia’ scompaia perché li priverebbe di quella finestra di tempo che loro condividono, l’insonnia è quella cosa che li fa esistere insieme e lo stesso fatto di condividere questa esperienza, li fa mettere in discussione.”

Still Up farà il suo debutto il 22 settembre su Apple TV+ con i primi tre episodi, seguiti da un episodio settimanale ogni venerdì, fino al 27 ottobre.

Still Life: recensione del film con Eddie Marsan e Joanne Froggatt

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Con Still Life (letteralmente “vita ferma” o “ancora vita”) Uberto Pasolini si era portato a casa il Premio Orizzonti per la regia all’ultimo Festival di Venezia: non è esagerato definire il suo secondo lungometraggio un vero e proprio gioiello di poesia. Un film che, caratterizzato da una lentezza che non stanca, affronta con maestria, senza retorica il tema universale della solitudine. Lo racconta attraverso un punto di vista nuovo, racchiuso nell’esistenza di un uomo che, per vivere, s’incarica di rendere meno sola la morte degli altri. I toni sono bassi, pacati e i silenzi sempre necessari, volti a restituire maggior forza espressiva al leitmotiv della storia.

Still Life, la trama

La vita di John May (Eddie Marsan) è interamente dedicata al lavoro, ma il suo non è un lavoro come tutti gli altri. Impiegato del Comune nella South London dei nostri giorni, John si occupa di rintracciare i parenti più prossimi delle persone morte in solitudine, defunti abbandonati che nessuno è venuto a reclamare. Fotografie sbiadite, vecchie lettere, calzini appesi: nessun indizio viene trascurato dal diligente impiegato, che ha fatto del suo singolare mestiere una ragione di vita e una rassicurante routine quotidiana. John non ha famiglia o amici, indossa gli stessi abiti tutti i giorni, tutti i giorni lo stesso pranzo e la stessa scatoletta di tonno per cena. Una vita ordinaria ma non disperata, riempita dal passato degli infiniti “clienti”, per i quali John sceglie la musica più adatta e compone discorsi celebrativi per dei funerali in cui è l’unico a presenziare.

Quando inizia le ricerche sul caso di Billy Stoke, vecchio alcolista che vive nell’appartamento di fronte al suo, il capo gli comunica il suo prossimo licenziamento. E tuttavia John dedicherà ogni sforzo alla soluzione di quest’ultimo lavoro, scavando nell’incredibile passato di un uomo che aveva destato amore e odio in egual misura. Dall’ex collega della fabbrica alimentare al veterano delle Falkland cui Billy salvò la vita, sino alla figlia abbandonata Kelly (Joanne Froggatt): John compie un viaggio che è anzitutto l’inizio di una rinascita personale, la (ri)scoperta di nuovi sapori e nuovi modi di affrontare la vita, al di là delle limitazioni quotidianamente auto-imposte.

Il film

Eddie Marsan è straordinario, da prova di una recitazione che, proprio nel suo essere contenuta, riesce a trovare le giuste sfumature per un personaggio dalla non facile interpretazione. Al suo fianco, la graziosa Joanne Froggatt conferisce spessore e credibilità al ruolo di Kelly, anima ferita che scorge nella solitaria esistenza di John la possibilità di un legame.

I dialoghi ironici e mai banali, la fotografia asciutta di Stefano Falivene, insieme alle toccanti musiche composte da Rachel Portman, sono l’ulteriore testimonianza di un film che, anche stonando un po’ nella scena finale, riesce a sfiorare la perfezione.

Still Life film recensione

Still Life: le clip del film con protagonista Joanne Froggatt

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Still Life: le clip del film con protagonista Joanne Froggatt

Still-Life-filmIl prossimo 12 dicembre uscirà Still Life,  il nuovo film di Uberto Pasolini, vincitore del Premio Orizzonti per la regia alla 70. Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica la Biennale di Venezia 2013. Protagonisti Eddie Marsan e Joanne Froggatt.

Leggi anche: Venezia 70 Still Life con Joanne Froggatt commuove la platea

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Dal 12 dicembre al cinema il nuovo film di Uberto Pasolini con il pluripremiato Eddie Marsaan (Sherlock Holmes – Gioco di ombre, Gangs of New York, V per Vendetta, Mission: Impossible III) e Joanne Frogatt (Downton Abbey).

Diligente e premuroso, il solitario John May è un impiegato del Comune incaricato di trovare il parente più prossimo di coloro che sono morti in solitudine. Quando il reparto viene ridimensionato a causa della crisi economica, John dedica tutti i suoi sforzi al suo ultimo caso, che lo porterà a compiere un viaggio liberatorio e gli permetterà di iniziare ad aprirsi alla vita.

Still life Uberto Pasolini presenta il suo film a Roma

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Still life Uberto PasoliniOggi, al cinema Quattro Fontane di Roma, è stato presentato alla stampa il nuovo film scritto, prodotto e diretto da Uberto Pasolini, Still life, con Eddie Marsan e Joanne Froggatt. Il film, in uscita nelle sale dal 12 dicembre, è stato prodotto dalla Redwave / Embargo Films, in associazione con Rai Cinema e Cinecittà Studios.

Alla conferenza stampa era presente il regista e Cecilia Valmarana di Rai Cinema.

UBERTO PASOLINI

D: Che significa anzitutto l’espressione Still life?

R: Vuole dire tante cose in realtà: un primo significato è quello di “vita ferma”, che sarebbe la vita del protagonista, almeno com’è all’inizio. Ma vuol dire anche “ancora vita” e “vita di fermo immagini”. L’espressione inglese poi vorrebbe dire “natura morta”, ma questo non vuole essere, non è un film sulla morte, bensì sulla vita e sul valore della vita.

D: Questo mestiere del protagonista esiste davvero?

R: Beh sì, è un mestiere che esiste in diverse forme. A Londra, che è divisa in vari comuni (“districts”, ndr), per ogni comune c’è una persona che si occupa di rintracciare i parenti delle persone defunte, morte in solitudine.

D: Come sei arrivato a questa storia?

R: Avevo letto un’intervista su un quotidiano di Londra e ho cominciato una ricerca. Sono andato al Funeral Office di Westminster, ho seguito le pratiche per 6 mesi e ho fatto varie visite a case e appartamenti dove delle persone erano morte da sole. Ho anche presenziato ad alcuni funerali, e spesso mi sono trovato da solo perché a volte chi si occupa di organizzare le esequie non ha il tempo per essere presente. Nel film quindi c’è poco di inventato – la storia iniziale della signora del gatto prende spunto da una storia vera di una donna che aveva vissuto in maniera normale fino ai 25 anni e poi, per qualche ragione, aveva vissuto il resto della sua breve vita da sola insieme al suo gatto.

Il protagonista è un solitario, un ossessivo, con una vita fatta di piccoli particolari, ed è molto simile ad alcuni dei personaggi che ho conosciuto a Londra: un personaggio che fa sì che le persone non siano dimenticate almeno nel momento della celebrazione. È una di quelle persone che si dedicano al ricordo della persona stessa.

D: Com’è, realmente, il rapporto che si crea con i famigliari dei defunti?

R: Per il 70 % delle volte non si trovano proprio i famigliari. Il 30 % dei rimanenti non vogliono neanche avere a che fare con le esequie, quasi mai. Diciamo che nel 90% dei casi non c’è nessuno al funerale. Questi impiegati comunali quindi, il più delle volte, sono gli unici presenti.

CECILIA VALMARANA

Still life Uberto Pasolini 3D: Com’è successo che Rai Cinema abbia voluto supportare questo progetto?
R: All’inizio ci siamo un po’ spaventati per il tipo di storia che Uberto voleva raccontare. Poi abbiamo riflettuto e abbiamo pensato che dietro ogni suo film c’è sempre la necessità di raccontare qualcosa: volevamo dare la possibilità di vedere qualcosa di diverso dal solito.

UBERTO PASOLINI

D: Perché hai voluto affrontare un tema del genere?

R: Il film è stato anche una scusa, un’opportunità per raccontare e scoprire uno spaccato di vita sociale a me totalmente sconosciuto. Penso anche a film come “Full Monty” (di cui Pasolini è stato produttore, ndr): mi ricordo che mio padre mi disse che era il film più triste che avesse mai visto. E in effetti lo era, affrontava il problema della disoccupazione, qualcosa di lontano rispetto a me dato che io sono stato sempre un privilegiato, ho sempre lavorato e ho iniziato il mio precedente lavoro (il banchiere, ndr) anche grazie a delle conoscenze.

In Still life c’è una domanda di fondo: chi verrà al mio funerale? Il tema principale è dunque quello della solitudine e dell’isolamento, del conoscere il proprio vicinato, di avere un contatto con le persone che ci stanno intorno. I giovani di oggi, con le nuove tecnologie, vivono amicizie virtuali, su internet: queste sono fittizie, sono amicizie che si possono chiudere con un click quando si vuole. Nell’amicizia vera questo non succede: non si può porre una barriera e decidere da soli di chiudere un legame.

Inoltre, il film è anche una sorta di analisi personale di cosa voglia dire essere soli – io sono divorziato da poco, e sebbene veda spesso mia moglie e i miei figli, ci sono delle sere in cui torno a casa mia e la trovo vuota. Ecco, con questo film ho cercato di scoprire cosa si prova ad essere soli non solo 3-4 giorni alla settimana, ma esserlo quotidianamente, tutti i giorni.

D: Come ha diretto il protagonista?

R: Non so se avete notato che questo è un film dai toni bassi. Tutto lo è: la musica, che inizia solo ad un punto avanzato della storia, il colore, che è abbastanza spento e inizia a saturarsi man mano che John scopre il mondo; ma soprattutto ad essere sottotono è la recitazione del personaggio. Quando mi è venuta in mente l’idea di questo film, ho subito pensato a Eddie, perché è un attore che dà tanto facendo “pochissimo”. In realtà sembra stia facendo pochissimo, ha una recitazione molto contenuta ma al tempo stesso molto forte.

D: Si intravede qualche richiamo a L’inquilino del terzo piano di Roman Polanski…è voluto?

R: No, non lo è. È un film che non vedo da molto tempo, se pure ci sono dei riferimenti non sono voluti ma casuali. Semmai nei miei film ci possono essere degli echi di Jasujiro Ozu: i suoi film sono tutti molto forti, mi hanno sempre colpito. Non è che io mi ispiri a lui, il suo è un mondo lontano dal mio, ma da lui ho forse ereditato la speranza di colpire lo spettatore con un certa grammatica cinematografica, con un tono e un volume bassi appunto, che a volte costringono qualcuno a guardare con più attenzione. E magari il film rimane nella mente per qualche ora, per qualche giorno in più…almeno lo spero.

Still life Uberto Pasolini 2

Still Alice: vai all’anteprima del film con Cinefilos.it

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Still Alice: vai all’anteprima del film con Cinefilos.it

Dopo La Teoria del Tutto, nuovi inviti in palio per una nuova anteprima, Still Alice, il film con protagoniste Julienne Moore e Kristen Stewart. L’anteprima si terrà il prossimo 19 Gennaio.

L’ANTEPRIMA SI TERRA’ NELLE SEGUENTI CITTA’ fino ad esaurimento inviti, INVITO VALIDO PER DUE PERSONE:
ROMA – Giulio Cesare (20,30)

TORINO – Cinema Nazionale (20,00)

TREVISO – Cinema Edera (20,30)

TRENTO – Cinema Astra (21:00)

BOLOGNA – Cinema Rialto (21:00)

PARMA (18 Gennaio) – Cinema Astra (20,30)

FIRENZE – Cinema Flora (20,30)

BERGAMO – Cinema Conca Verde (20 Gennaio – 21:00)

PADOVA – Cinema Astra (21: 00)

GENOVA – Cinema Sivori (20,30)

NAPOLI – Cinema Modernissimo (20,30)

MODENA – Cinema Film Studio (21,00)

 

Per richiedere l’invito contatta la redazione [email protected] fino ad esaurimento posti.

 

Still Alice: trailer del film con Julianne Moore

Still Alice: trailer del film con Julianne Moore

La Sony Pictures Classics ha diffuso online il primo trailer ufficiale di Still Alice, il nuovo film drammatico diretto da Richard Glatzer e Wash Westmoreland (The Last of Robin Hood), con protagonista Julianne Moore, favorita nella corsa agli Oscar di quest’anno come Migliore Attrice Protagonista. Potete vedere il trailer di seguito.

Still Alice racconta la storia della dottoressa Howland, Alice (Julianne Moore) a cui viene diagnosticata una precoce e rarissima forma del morbo di Alzheimer. La perdita graduale delle memorie del proprio passato, delle parole, che tanto la contraddistinguevano nel suo rapporto con il mondo (prima della diagnosi è una affermata docente di Linguistica alla Columbia University), anche delle nozioni più elementari, come i nomi dei suoi figli, costellano l’inevitabile, inesorabile e dolorosissima discesa nell’oblio della terribile malattia (potete leggere la recensione del film qui, direttamente dal Festival di Roma 2014).

Il film annovera nel cast anche Kristen Stewart, Kate Bosworth e Alec Baldwin.

Fonte: CS

Still Alice: recensione del film con Julianne Moore

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Still Alice: recensione del film con Julianne Moore

Presentato all’ultimo Festival del cinema di Roma Still Alice racconta di una persona inserita nel contesto sociale in cui vive si definisce, spesso, per la professione, per il lavoro che fa e per il modo in cui gli altri la vedono interagire con il suo ambiente. Cosa accade però quando queste informazioni basilari vengono meno? Cosa succede, ad esempio, ad un malato di Alzheimer che non riconosce più se stesso e chi gli sta vicino a causa della perdita graduale della memoria e dei ricordi?

È la domanda che si pongono i registi e sceneggiatori di Still Alice, Richard GlatzerWash Westmoreland, che raccontano la storia della dottoressa Howland, Alice, a cui viene diagnosticata una precoce e rarissima forma del morbo di Alzheimer. La perdita graduale delle memorie del proprio passato, delle parole, che tanto la contraddistinguevano nel suo rapporto con il mondo (prima della diagnosi è una affermata docente di Linguistica alla Columbia University), anche delle nozioni più elementari, come i nomi dei suoi figli, costellano l’inevitabile, inesorabile e dolorosissima discesa nell’oblio della terribile malattia.

Glatzer e Wesmoreland dirigono un film che ha dalla sua due elementi vincenti, per motivi differenti: la storia, che tocca nel profondo lo spettatore e assume dei contorni ricattatori; e la protagonista, una Julianne Moore in stato di grazie che conferma, ulteriormente, l’ipotesi che non per forza gli attori con più Oscar sono i più bravi (lei è stata sempre scandalosamente snobbata dall’Academy).

Nonostante un’alta percentuale di successo, considerati i due elementi citati, il film non riesce a fare breccia; commuove nel momento in cui sono messi in piazza momenti e situazioni toccanti, che potrebbero anche coinvolgere il vissuto di alcuni spettatori, senza però apportare nulla di nuovo o personale ad un tema, la malattia in tutte le sue forme, che sembra ultimamente un must del cinema, disposto a mettere in piazza ogni singolo aspetto della vicenda umana, teso a estorcere lacrime e tristezza allo spettatore ignaro.

Il racconto è delicato, il procedere della malattia raccontato con equilibrio, ma il film non si sforza di andare oltre, volendo probabilmente raccontare solo l’evolversi del morbo. I rapporti umani, fondamentali in una tale dinamica, non vengono approfonditi e l’empatia con la protagonista si sviluppa più in nome della malattia stessa che per lei in quanto Alice, persona definita in uno spazio-tempo preciso. Nel cast, con la Moore, ci sono anche Kristen Stewart, che sembra ormai crogiolarsi sempre negli stessi ruoli, Alec Baldwin e Kate Bosworth. Applaudito a Toronto e presentato al Festival di Roma 2014, Still Alice farà probabilmente parlare di sé durante la season awards 2014/2015 per la straordinaria performance della protagonista.

Still Alice: recensione del film con Julianne Moore

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Still Alice: recensione del film con Julianne Moore

In Still Alice una persona inserita nel contesto sociale in cui vive si definisce, spesso, per la professione, per il lavoro che fa e per il modo in cui gli altri la vedono interagire con il suo ambiente. Cosa accade però quando queste informazioni basilari vengono meno? Cosa succede, ad esempio, ad un malato di Alzheimer che non riconosce più se stesso e chi gli sta vicino a causa della perdita graduale della memoria e dei ricordi?

È la domanda che si pongono i registi e sceneggiatori di Still Alice, Richard Glatzer e Wash Westmoreland, che raccontano la storia della dottoressa Howland, Alice, a cui viene diagnosticata una precoce e rarissima forma del morbo di Alzheimer. La perdita graduale delle memorie del proprio passato, delle parole, che tanto la contraddistinguevano nel suo rapporto con il mondo (prima della diagnosi è una affermata docente di Linguistica alla Columbia University), anche delle nozioni più elementari, come i nomi dei suoi figli, costellano l’inevitabile, inesorabile e dolorosissima discesa nell’oblio della terribile malattia.

Still Alice, il film

Glatzer e Wesmoreland dirigono un film che ha dalla sua due elementi vincenti, per motivi differenti: la storia, che tocca nel profondo lo spettatore e assume dei contorni ricattatori; e la protagonista, una Julianne Moore in stato di grazie che conferma, ulteriormente, l’ipotesi che non per forza gli attori con più Oscar sono i più bravi (lei è stata sempre scandalosamente snobbata dall’Academy).

Nonostante un’alta percentuale di successo, considerati i due elementi citati, il film non riesce a fare breccia; commuove nel momento in cui sono messi in piazza momenti e situazioni toccanti, che potrebbero anche coinvolgere il vissuto di alcuni spettatori, senza però apportare nulla di nuovo o personale ad un tema, la malattia in tutte le sue forme, che sembra ultimamente un must del cinema, disposto a mettere in piazza ogni singolo aspetto della vicenda umana, teso a estorcere lacrime e tristezza allo spettatore ignaro.

Il racconto è delicato, il procedere della malattia raccontato con equilibrio, ma il film non si sforza di andare oltre, volendo probabilmente raccontare solo l’evolversi del morbo. I rapporti umani, fondamentali in una tale dinamica, non vengono approfonditi e l’empatia con la protagonista si sviluppa più in nome della malattia stessa che per lei in quanto Alice, persona definita in uno spazio-tempo preciso.

Nel cast, con la Moore, ci sono anche Kristen Stewart, che sembra ormai crogiolarsi sempre negli stessi ruoli, Alec Baldwin e Kate Bosworth. Applaudito a Toronto e presentato al Festival di Roma 2014, Still Alice farà probabilmente guadagnare alla sua protagonista il primo emeritato premio Oscar.

Still Alice: 4 clip con Julianne Moore

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Still Alice: 4 clip con Julianne Moore

Guarda quattro clip in italiano del film Still Alice, pellicola candidata all’Oscar come miglior Protagonista femminile per l’attricie Julianne Moore.

LEGGI LA RECENSIONE DEL FILM

Alice Howland, felicemente sposata e madre di tre ragazzi, è una rinomata professoressa di linguistica che, improvvisamente, inizia a dimenticare le parole. Quando le diagnosticano una forma precoce di Alzheimer, Alice e la sua famiglia vedono messi a dura prova i loro rapporti. La sua battaglia per cercare di rimanere legata alla persona che era una volta è terribile, commovente e ammirevole.

Still Alice: 10 cose che non sai sul film

Still Alice: 10 cose che non sai sul film

Still Alice è un film che ha conquistato il pubblico di tutto il mondo grazie alla sua sensibilità e alla sua profondità nell’analizzare ed affrontare una tema che non è per nulla comune nella società odierna: l’Alzheimer precoce.Questo film vuole farsi portavoce delle persone che devono convivere con questa malattia e chi gli sta a fianco, forte anche delle intense interpretazioni degli attori protagonisti. Ecco, allora, dieci cose da sapere su Still Alice.

Still Alice film

still alice

1. Uno dei registi ha sofferto di SLA. Il co-regista del film, Richard Glatzer, era malato di SLA, Sclerosi Laterale Amiotrofica e non poteva parlare. Tuttavia, ha diretto il film usando un’applicazione di sintesi vocale sul suo iPad. Sia Julianne Moore che Kristen Stewart hanno dedicato la loro Ice Bucket Challenge a Glatzer, morto pochi mesi dopo la fine delle riprese del film.

2. Il film è stato vittima di un attacco hacker. Alla fine del 2014, la Sony Pictures ha subito un grosso attacco ai loro sistemi informatici, in cui le informazioni aziendali riservate e diversi film inediti sono stati pubblicati per il consumo pubblico. Tra le altre cose, si sono verificati dei download di qualità di film in DVD che non erano ancora usciti.

3. C’è un collegamento alla vita reale di Alec Baldwin. Alice viene mostrata come una giocatrice compulsiva di Words With Friends. L’attore, che nel film interpreta il marito della protagonista, è stato notoriamente scaraventato fuori dall’aereo, prima del decollo, nel 2011 perché si era rifiutato di smettere di giocare e di spegnere il telefono.

Still Alice Streaming

4. Il film è disponibile in streaming digitale. Chi volesse vedere o rivedere Still Alice, è possibile farlo grazie alla sua presenza sulle varie piattaforme di streaming digitale legale come Chili, Google Play e Rakuten Tv.

Still Alice trailer

5. Molte emozioni condensate in pochi minuti. Prima di vedere l’intero film, è opportuno guardare il trailer di Still Alice per rendersi conto se sia un film adatto alla propria persona e per lasciarsi trascinare dalla sequela di emozioni che vengono espresse in questi pochi minuti. Inoltre, è possibile vedere chi faccia parte del cast e di come sia importante la tematica affrontata nel lungometraggio.

Still Alice trama

6. Una diagnosi devastante. Il film racconta la storia di Alice, madre e moglie cinquantenne ed apprezzata, quanto stimata, professoressa di linguistica presso la Columbia University. Una serie di avvenimenti, come dimenticare un termine importante durante una conferenza e non capire più in che zona del campus universitario si trovi dopo aver fatto jogging, le fanno pensare di avere un tumore al cervello. Tuttavia, il neurologo le avanza una diagnosi più devastante, ovvero il fatto di avere una forma di Alzheimer precoce.

Still Alice cast

still alice

7. Julianne Moore ha rischiato di non girare il film. Secondo Lisa Genova, autrice del libro da cui il film è stato tratto, prima di scrittura la Moore, la parte è stata offerta a Michelle Pfeiffer, Julia Roberts, Diane Lane e Nicole Kidman, ma tutte hanno rifiutato.

8. La Moore ha fatto ricerche per il suo ruolo. L’attrice ha intervistato consulenti dell’Associazione Nazionale Alzherimer durante la sua ricerca per il suo ruolo. Inoltre, ha subito anche il test standard di memoria per verificare la presenza della malattia, superandolo.

9. Alec Baldwin deve ringraziare la Moore. L’attore, infatti, è stato incluso nel cast del film anche e soprattutto per il fatto che la sua collega lo ha suggerito per il ruolo del Dr. John Howland: i due, infatti, volevano lavorare di nuovo insieme.

Still Alice libro

10. È l’adattamento di un romanzo. Still Alice è un adattamento del romanzo Perdersi, scritto da Lisa Genova, una neuroscienziata, nel 2007, famoso per aver riscosso un gran successo e per aver approfondito un tema mai davvero affrontato in questo senso.

Fonte: IMDb

Still Alice dal 22 gennaio al cinema

Still Alice dal 22 gennaio al cinema

Arriverà il 22 gennaio 2015 nelle sale italiane Still Alice, il film con una magnifica Julianne Moore, fresca vincitrice del Golden Globes per la migliore interpretazione femminile in un film drammatico.

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Alice Howland, felicemente sposata e madre di tre ragazzi, è una rinomata professoressa di linguistica che, improvvisamente, inizia a dimenticare le parole. Quando le diagnosticano una forma precoce di Alzheimer, Alice e la sua famiglia vedono messi a dura prova i loro rapporti. La sua battaglia per cercare di rimanere legata alla persona che era una volta è terribile, commovente e ammirevole.

Stick: le prime immagini della nuova comedy sul golf con Owen Wilson

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Apple TV+ ha svelato oggi le prime immagini di Stick, la nuova comedy sul golf interpretata e prodotta da Owen Wilson e creata da Jason Keller. La serie farà il suo debutto su Apple TV+ il 4 giugno con i primi tre episodi dei dieci totali, seguiti da un nuovo episodio ogni mercoledì fino al 23 luglio.

In Stick, Owen Wilson interpreta Pryce Cahill, un ex giocatore di golf professionista, la cui carriera è deragliata prematuramente 20 anni fa. Dopo il fallimento del suo matrimonio e il licenziamento dal suo lavoro in un negozio di articoli sportivi dell’Indiana, Pryce punta tutto su un diciassettenne problematico di nome Santi (Peter Dager). Stick è una commedia sincera e piacevole su una famiglia ritrovata e sulle sue relazioni, ambientata nel mondo del golf come non è mai stato mostrato prima.

Oltre a Wilson e Dager, il cast comprende Marc Maron, Mariana Treviño, Lilli Kay, Judy Greer e Timothy Olyphant, e vede la partecipazione di superstar del golf come Collin Morikawa, Keegan Bradley, Max Homa, Wyndam Clark e altri. Tra i vari camei, figurano Jim Nantz e Trevor Immelman, Matt Scharff, Brad Dalke e Garrett Clark di Good Good, nonché l’appassionato di golf Dan Rapaport.

Stick è ideata da Jason Keller, che è anche showrunner e produttore esecutivo insieme a Owen Wilson, Ben Silverman per Propagate Content e Guymon Casady di Entertainment 360. La serie è prodotta anche da Howard T. Owens, Rodney Ferrell, Drew Buckley, Lee Eisenberg, Natalie Sandy, Christopher Moynihan, Bill Callahan, Valerie Faris e Jonathan Dayton. Faris e Dayton sono i registi insieme a David Dobkin, Jaffar Mahmood, M.J. Delaney e John Hamburg.

Stewart al posto di Jolie

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Stewart al posto di Jolie

Kristen Stewart, balzata agli occhi del grande pubblico con Twilight ma che ha alle spalle un sostanzioso curriculum, sarà la coprotagonista nel sequel di Wanted. Almeno a quanto ha annunciato la Universal.

Steven Yeun: 10 cose che non sai sull’attore

Steven Yeun: 10 cose che non sai sull’attore

È bastato un decennio all’attore Steven Yeun per diventare uno degli attori più popolari e riconosciuti del panorama cinematografico e televisivo. Grazie ai suoi ruoli sia per il piccolo che per il grande schermo, infatti, ha avuto modo di guadagnare sempre maggiori attenzioni. La sua capacità di passare con naturalezza da un genere ad un altro non è passata inosservata, portando Yeun a dar sfoggio di tutto il suo talento tanto in opere horror quanto in altre di puro stampo drammatico. Ad oggi ha ricevuto onori rari, raggiungendo traguardi e primati estremamente importanti e che lasciano presagire un futuro altrettanto brillante.

Ecco 10 cose che non sai di Steven Yeun.

Steven Yeun: i suoi film e le serie TV

1. Ha recitato in diversi celebri film. L’attore, ancora agli inizi della propria carriera, debutta sul grande schermo recitando nei film My Name Is Jerry (2009) e A Moment of Youth (2011). Tornerà al cinema nel 2014, recitando nel film fantascientifico I, Origins, accanto all’attore Michael Pitt. Dati i suoi impegni televisivi, fino al 2017 non vi sono altre sue partecipazioni a lungometraggi. A partire da quell’anno però comincia a concentrarsi principalmente nella recitazione per il cinema, apparendo in popolari film come Okja (2017), di Bong Joon-Ho e Sorry to Bother You (2018), con Tessa Thompson. Una decisiva svolta alla sua carriera è poi rappresentata dal film Burning – L’amore brucia (2018), dove è protagonista. Nel 2020 recita invece nell’acclamato Minari, grazie a cui si consacra.

2. È noto per alcune serie televisive. A rendere estremamente popolare Yeun in tutto il mondo è stata la serie The Walking Dead, dove ha recitato dal 2010 al 2016 nel ruolo di Glenn Rhee, accanto ad attori come Andrew Lincoln e Lauren Cohan. Nel mentre, però, Yeun ha avuto modo di partecipare anche ad alcuni episodi di serie quali The Big Bang Theory (2010), con Jim ParsonsLaw & Order: LA (2011), Drunk History (2014), Weird City (2019) e The Twilight Zone (2019). Dopo aver lasciato la serie a tema zombie, si è poi dedicato prevalentemente nel costruire una carriera per il cinema.

3. Ha doppiato numerose serie d’animazione. Oltre a recitare in carne ed ossa al cinema o in televisione, Yeun si è distinto negli anni anche per la sua prolifica carriera come doppiatore. Egli ha infatti iniziato con il prestare la propria voce al personaggio di Wan in La leggenda di Korra (2013), per poi ottenere ulteriore popolarità grazie alla serie Trollhunters: I racconti di Arcadia (2016-2018), dove dà voce al personaggio di Steve Palchuck. Riprenderà poi a doppiare il personaggio anche per le serie 3 in mezzo a noi: I racconti di Arcadia (2018-2019) e I Maghi: I racconti di Arcadia (2020). Nel 2019, invece, è Speckles nella serie Netflix Tuca & Bertie.

Steven Yeun in The Walking Dead

4. Si è identificato molto con il suo personaggio. Nella serie a tema zombie The Walking Dead Yeun ha interpretato il ruolo di Glenn dalla prima alla sesta stagione. Il personaggio si è sempre distinto per il suo coraggio e per la sua volontà di aiutare e fare la cosa giusta. Qualità, queste, in cui Yeun si è sempre riconosciuto. L’attore ha infatti in più occasioni affermato di non aver mai avuto problemi a comprendere la mentalità del personaggio, ma anzi di avervi messo molto di sé. Con l’evolvere del suo ruolo nella serie, lo stesso Yeun ha raccontato di sentirsi crescere emotivamente.

5. Ha accettato il destino del suo personaggio. Come ormai noto, nel primo episodio della settima stagione Glenn viene brutalmente ucciso dal perfido Negan, interpretato da Jeffrey Dean Morgan. Yeun, a distanza di anni, ha rivelato di essere stato d’accordo con quell’esito e di non aver opposto resistenza a riguardo. Nonostante amasse profondamente il personaggio di Glenn, l’attore considerava ormai concluso il suo percorso nella serie. Il desiderio di potersi dedicare ad altri progetti, inoltre, ha favorito la sua uscita di scena dalla serie. Un momento che i fan ricordano ancora oggi con dolore.

Steven Yeun Joana Pak

Steven Yeun in The Big Bang Theory

6. Ha avuto una parte nella celebre serie comedy. Poco prima di ottenere il ruolo di uno dei protagonisti della serie The Walking Dead, Yeun era apparso nell’episodio 22 della terza stagione della celebre The Big Bang Theory. Questi interpreta Sebastian, il quale pur apparendo soltanto per un breve tempo si rende particolarmente memorabile. Il personaggio è infatti stato il coinquilino del protagonista Sheldon Cooper prima dell’arrivo di Leonard Hofstadter. Nell’episodio questi viene visto abbandonare l’appartamento non tollerando più i comportamenti stravaganti di Sheldon. Prima di uscire di scena, però, incontrando Leonard gli suggerirà di scappare da quel luogo.

Steven Yeun in Minari

7. Ha stabilito un primato storico. Nel 2020 Yeun è stato protagonista del film Minari, dove interpreta Jacob Yi, il quale decide di trasferirsi nell’Arkansas per inseguire il proprio sogno lavorativo, salvo mettere a rischio la situazione finanziaria dell’intera famiglia. Grazie alla sua struggente interpretazione, Yeun è stato candidato al premio Oscar come miglior attore protagonista. Tale nomination lo ha portato ad essere il primo attore di origini coreane ad essere candidato in tale categoria. Si tratta di una conquista particolarmente importante tanto per lui quanto per un intera categoria di attori, che iniziano finalmente ad ottenere le giuste attenzioni.

Steven Yeun e Joana Pak

8. È sposato con una fotografa. Da sempre molto riservato circa la propria vita sentimentale, l’attore non ha però mancato di far sapere del suo matrimonio avvenuto nel dicembre del 2016 con la fidanzata di lunga data Joana Pak, di professione fotografa. Non sono note le circostanza in cui i due si sono conosciuti, ma da quel momento si sono affermati come una coppia particolarmente inseparabile. Nel 2017, inoltre, è nato il loro primo figlio. Nel 2019, invece, è arrivato il loro secondo bambino.

Steven Yeun è su Instagram

9. Ha un account personale. L’attore è presente sul social network Instagram con un profilo personale verificato, attualmente seguito da ben 3,4 milioni di persone. All’interno di questo, però, Yeun ha ad oggi pubblicato solamente 12 post. Questi sono principalmente dedicati al film Minari, di cui è protagonista, promosso attraverso alcuni dietro le quinte e altre curiosità ad esso legate. Yeun sembra dunque più interessato ad utilizzare il social network per condividere notizie e informazioni sul proprio lavoro che non sulla propria vita privata.

Steven Yeun: il nome coreano, l’età e l’altezza dell’attore

10. Steven Yeun è nato il 21 dicembre del 1983 a Seul, capitale della Corea del Sud, con il nome di Yeun Sang-yeop. L’attore è alto complessivamente 175 centimetri.

Fonte: IMDb

Steven Yeun, star di The Walking Dead, nell’action Mayhem

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Steven Yeun, star di The Walking Dead, nell’action Mayhem

Arriva da Variety la notizia che Steven Yeun, interprete del personaggio di Glenn nell’amatissima serie tv The Walking Dead della AMC, sarà il protagonista al fianco dell’attrice e modella australiana Samara Weaving dell’action movie Mayhem.

Il film sarà diretto da Joe Lynch e prodotto dalla società Circle of Confusion, la stessa dietro al successo della serie tv con protagonista Yeun. La sceneggiatura invece porterà la firma di Matias Caruso. Le riprese del film inizieranno a fine marzo a Belgrado (Serbia).

Mayhem racconterà la storia di un virus in grado di liberare gli impulsi più nascosti e profondi degli esseri umani. I problemi iniziano quando l’avvocato Derek Saunders (interpretato da Steven Yeun) viene infettato. Licenziato su due piedi, l’uomo si ritrova isolato in quarantena nello stesso palazzo in cui lavora, e dovrà lottare con le unghie e con i denti per riuscire non soltanto a sopravvivere ma anche a mantenere il posto di lavoro.

Mayhem segnerà il grande debutto di Steven Yeun sul grande schermo. Nel 2014 l’attore sudcoreano ha fatto parte del cast di I Origins, il dramma di fantascienza scritto, diretto, montato e prodotto da Mike Cahill. Samara Weaving, invece, è stata di recente protagonista del film di McG dal titolo The Babysitter.

Fonte

Steven Yeun si unisce al cast di Thunderbolts

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Steven Yeun si unisce al cast di Thunderbolts

Steven Yeun si unisce al Marvel Cinematic Universe ed entra a far parte del cast di Thunderbolts. L’attore candidato all’Oscar farà la sua prima apparizione nel film, unendosi al cast stellare composto da Florence Pugh, Sebastian Stan e Julia Louis-Dreyfus.

Non è chiaro chi interpreterà Yeun nel film, le cui riprese dovrebbero iniziare a giugno. Anche la star emergente Ayo Edebiri, vista in The Bear si è recentemente unita al cast in un ruolo non ancora rivelato.

Vi ricordiamo che Thunderbolts  uscirà nelle sale il 26 luglio 2024. Il film sarà diretto da Jake Schreier, e vedrò protagonisti Florence Pugh, Hannah John-Kamen, Sebastian Stan, David Harbour, Olga Kurylenko, Wyatt Russell, Julia Louis-Dreyfus, Steven Yeun l’ultimo grande annuncio Harrison Ford.

Steven Yeun si unisce ad un nuovo film d’animazione su Avatar – La leggenda di Aang

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Steven Yeun si è unito al cast del film d’animazione ancora senza titolo di Avatar – La leggenda di Aang della Paramount Pictures e Nickelodeon Movies. Come riportato da Variety, non è ancora chiaro da quale delle Quattro Nazioni possa provenire Yeun, dato che i dettagli sul personaggio sono stati tenuti nascosti. L’attore si aggiunge ai membri del cast già annunciati Dave Bautista, Eric Nam, Dionne Quan, Jessica Matten e Román Zaragoza. Lauren Montgomery è alla regia e William Mata alla co-regia del film, basato sulla serie Avatar – L’ultimo dominatore dell’aria, creata da Michael Dante DiMartino e Bryan Konietzko. L’uscita del film è prevista per il 30 gennaio 2026.

Steven Yeun, dalla TV al cinema

Steven Yeun è stato precedentemente coinvolto in The Legend of Korra, anch’esso parte dell’universo di questo franchise. Ha inoltre doppiato Wan, il primo Avatar. Yeun è divenuto noto in televisione per la serie The Walking Dead, mentre di recente ha ricevuto diverse lodi per la sua interpretazione in Lo scontro.

Candidato all’Oscar per il suo lavoro nel film di Lee Isaac Chung del 2020 Minari, Steven Yeun è attualmente in produzione in Animals di Ben Affleck per Netflix. Recentemente ha terminato la produzione di RIP di Joe Carnahan, in cui recita con Matt Damon e Affleck, sempre per Netflix. Attualmente è protagonista di Mickey 17 di Bong Joon Ho, accanto a Robert Pattinson e Mark Ruffalo.

Steven Yeun potrebbe ricoprire un altro ruolo nel MCU dopo aver abbandonato Thunderbolts*

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Dopo le voci che giravano in rete, a gennaio abbiamo avuto la notizia ufficiale che Steven Yeun non sarebbe più apparso nel film Thunderbolts* dei Marvel Studios, mentre l’attore di Top Gun: Maverick e Salem’s Lot, Lewis Pullman ha preso il suo posto poco dopo. Sebbene il personaggio che Yeun avrebbe interpretato non sia ancora stato ufficialmente confermato, il creatore di The Walking Dead e Invincible, Robert Kirkman, è uscito allo scoperto e ha dichiarato: “Il mio buon amico Steven Yeun interpreterà Sentry in un film” qualche tempo dopo.

Sì, mi ha chiamato, è andato a fare la prova costume. Spero di non essere… Non credo che questo sia uno spoiler o qualcosa che possa mettere nei guai qualcuno. Non so, forse. Vedremo. Non mi interessa. Non lavoro per la Marvel. Cosa mi faranno? Mi ha chiamato e mi ha detto: “Sono appena tornato da una prova costume per Sentry. Immagino che io faccia solo supereroi gialli e blu”. Ha detto che era alla prova costume e ha pensato: “Avevo dimenticato che anche Invincible è giallo e blu’”.

Yeun non è mai entrato troppo nei dettagli sul motivo per cui ha deciso di separarsi dal film, ma ha citato gli scioperi di Hollywood come una delle sue ragioni. “Penso che per me il tempo che passa e le cose che si spostano mi abbiano spinto ad abbandonare il film”, ha spiegato Yeun in una recente intervista. “Ma voglio ancora fare un film della Marvel!”, ha aggiunto. Ebbene, l’attore potrebbe effettivamente ancora avere la sua occasione, perché lo scooper MTTSH riporta che Yeun sarebbe ora in trattative con i Marvel Studios per interpretare un altro personaggio del MCU.

Al momento non ci sono conferme né suggerimenti su quale ruolo potrebbe interpretare.

Tutto quello che c’è da sapere su Thunderbolts*

Diretto da Jake Schreier (Paper Towns), il cast di Thunderbolts* comprende Sebastian Stan nel ruolo di Bucky Barnes, Hannah John-Kamen nel ruolo di Ava Starr alias Ghost, Wyatt Russell nel ruolo di John Walker, David Harbour nel ruolo di Alexei Shostakov alias Red Guardian, Olga Kurylenko nel ruolo di Antonia Dreykov alias Taskmaster, Harrison Ford nel ruolo del Generale Thaddeus ‘Thunderbolt’ Ross e Lewis Pullman nel ruolo di Bob alias Sentry. Florence Pugh riprende il ruolo di Yelena Belova, sorella di Vedova Nera (e una delle parti migliori della serie Marvel Disney Plus Occhio di Falco).

Inoltre, Julia Louis-Dreyfus interpreta Valentina Allegra de Fontaine, con Geraldine Viswanathan nei panni di Mel, la sua assistente (che sostituisce una Ayo Edebri estremamente impegnata e piena di impegni). Lo sceneggiatore di Black Widow e Thor: Ragnarok Eric Pearson si unisce agli sceneggiatori di Beef Lee Sung Jin e Joanna Calo. Un trailer è stato mostrato a porte chiuse al San Diego Comic-Con. Thunderbolts* arriverà nelle sale il 5 maggio 2025, in ritardo rispetto alla precedente data di uscita del 20 dicembre 2024 a causa degli scioperi della WGA e della SAG-AFTRA. Nel frattempo, restate aggiornati sul MCU con la nostra guida alla storia della Fase 5 della Marvel e con uno sguardo a ciò che deve ancora venire nella Fase 6 della Marvel.

Steven Yeun non è più coinvolto nel progetto Marvel Thunderbolts

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Steven Yeun non è più coinvolto nel progetto Marvel Thunderbolts

Steven Yeun non è più coinvolto nel prossimo film della Marvel Thunderbolts, come riporta Variety. La Marvel non ha mai ufficialmente dato conferma il casting di Yeun, riportato per la prima volta a febbraio e che avrebbe visto l’attore nei panni di Sentry, ma non è chiaro se il cambiamento della notizia mai confermata sia dettato da un ripensamento in merito al personaggio.

Basato sui fumetti Marvel, “Thunderbolts” riunirà i mondi di “Ant-Man and the Wasp“, “The Falcon e The Winter Soldier“, “Black Widow” e l’imminente “Captain America: Brave New World” mettendo insieme una serie di personaggio che vengono dai singoli film, tutti in qualche modo che camminano sulla linea grigia tra l’essere il cattivo e l’essere invece un eroe.

Steven Yeun è stato nominato ai Golden Globe per la serie limitata Netflix Beef, in cui recita accanto a Ali Wong. All’orizzonte, per lui, un ruolo nel nuovo film di Bong Joon Ho, il thriller sci-fi Mickey 17, al fianco di Robert Pattinson.

Se la Disney non sposta ulteriormente le date di uscita, Thunderbolts sarà presentato in anteprima nelle sale il 25 luglio 2025, tra Fantastic Four (2 maggio 2025) e Blade (7 novembre 2025). Avengers 5 (1 maggio 2026) e Avengers: Secret Wars (7 maggio 2027) segnano la conclusione della Fase 6 della Saga del Multiverso.

Il roster di Thunderbolts è attualmente composto da Red Guardian (David Harbour), Ghost (Hannah John-Kamen), Yelena Belova (Florence Pugh), Bucky Barnes/The Winter Soldier (Sebastian Stan), John Walker/ US Agent (Wyatt Russell), Sentry (Steven Yeun) e Taskmaster (Olga Kurylenko). Secondo quanto abbiamo appreso la contessa Valentina Allegra de Fontaine (Julia Louis-Dreyfus) metterà insieme la squadra e potrebbe anche essere parzialmente responsabile della creazione di Sentry. Inoltre, Ayo Edebiri ha un ruolo nel film non ancora rivelato e dovrebbe apparire anche Thunderbolt Ross di Harrison Ford.

Steven Spielberg: trailer del documentario sul regista

HBO rivela il trailer del documentario sulla carriera di Steven Spielberg. Il documentario esamina la sua carriera in profondità, raccontando il suo lavoro, le sue esperienze e i cambiamenti nel corso del tempo. Diretto e prodotto da Susan Lacy, debutterà il  7 ottobre in esclusiva su HBO. Il documentario sarà disponibile su HBO, NOW GO, HBO on Demand e su portali affiliati.

Steven Spielberg ha costruito un catalogo senza rivali di film innovativi nel corso dei suoi cinquant’anni di carriera. Lacy ha tracciato da trenta ore di interviste esclusive con il regista un percorso che inizia dalla precoce passione di Spielberg per la regia, il suo lavoro come bambino prodigio della Tv, passando per la fama raggiunta con i blockbusters, fino ai film più recenti e drammatici. Inoltre prende in esame le relazione professionali che il regista ha intrecciato nel corso della sua carriera.

Nel documentario vengono intervistati  anche i suoi familiari, amici e colleghi e vi sono anche clip sui retroscena delle pietre miliari della sua carriera come Lo squalo, ET- L’extraterrestre, Jurassic Park, Salvate il soldato Ryan, Schindler’s List, Il ponte delle spie, I predatori dell’arca perduta e molti altri.

Indiana Jones: ecco il meno amato da Steven Spielberg

Lacy inoltre intervista più di ottanta persone, tra registi, produttori e celebrities tra cui J.J Abrams, Cristian Bale, Harrison Ford, Martin Scorsese, Leonardo DiCaprio, Brian de Palma, Robert Zemeckis.

Il documentario è diretto e prodotto da Susan Lacy, prodotto da Emma Pildes e Jessica Levin, edito da Deborah Peretz.

Ecco il trailer di seguito

https://www.youtube.com/watch?v=dSdSYmXCPXU

Fonte: Comingsoon

Steven Spielberg: Indiana Jones 5 e il remake di West Side Story all’orizzonte

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Il 2018 vedrà in sala ben due film diretti da Steven Spielberg. Il primo Febbraio arriverà al cinema The Post, il film con Meryl Streep e Tom Hanks, sullo scandalo dei Panama Papers, mentre a Marzo, il 29 per l’esattezza, arriverà sul grande schermo Ready Player One, l’adattamento dall’omonimo romanzo di Ernest Cline.

Tuttavia Spielberg non vuole ancora riposarsi, nonostante la lunghissima carriera nel mondo del cinema alle spalle. Nel suo immediato futuro infatti ci sarà il progetto ancora in gioco di Indiana Jones 5 e un remake di West Side Story, in cui il regista si cimenterà con il genere musical.

Steven Spielberg a Milano per The Post: “La stampa libera è il guardiano della democrazia

Per quello che riguarda Indiana Jones 5, sembra che Chris Pratt sia la prima scelta in quanto a successore di Harrison Ford, che pure prenderà parte al film. La sceneggiatura, già pronta, è firmata da David Koepp e il film dovrebbe arrivare nel 2020.

Per quanto riguarda il remake di West Side Story, che rappresenta senza dubbio un progetto più interessante, Tony Kushner ha già cominciato a lavorare alla sceneggiatura, anche se dal team di Spielberg non ci sono state ancora conferme ufficiali.

A quanto pare, invece, The Kidnapping of Edgardo Mortara è stato accantonato perché, dopo aver provinato oltre duemila bambini, Steven Spielberg non ha ancora trovato il protagonista adatto a interpretare il giovane ebreo cresciuto da cristiano nell’Italia del 19° secolo.

Nonostante l’età, i premi, e la carriera stellare, Spielberg non sembra affatto interessato a smettere di raccontare le sue storie.

Fonte: Deadline

Steven Spielberg: il prossimo film sarà un ritorno alle origini: lo sceneggiatore conferma il genere

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Secondo lo sceneggiatore David Koepp, il prossimo film di Steven Spielberg segna un ritorno alle origini del regista. Sebbene sia ancora impegnato in un remake di Bullitt , si dice che il prossimo film di Spielberg riguarderà in qualche modo gli UFO e sarà una riunione per lui e Koepp, che hanno già lavorato insieme in Indiana Jones e il Regno del Teschio di Cristallo (2008), La Guerra dei Mondi (2005) e Jurassic Park (1993). Il prossimo film di Spielberg vanta un cast di tutto rispetto, con Emily Blunt, Colin Firth, Wyatt Russell, Josh O’Connor e Colman Domingo.

In una recente intervista a The Playlist, Koepp conferma che il prossimo film di Spielberg è effettivamente di genere fantascientifico. Pur stando attento a non divulgare alcun dettaglio sulla storia, lo sceneggiatore ha lasciato intendere che il film, che dovrebbe arrivare nelle sale nel 2026, segna un ritorno a un tono che ricorda i suoi film più vecchi. Guardate il commento di Koepp qui sotto:

“Sì, è una sorta di sci-fi… Beh, non lo so. Non dovrei dirlo. Ma sì, lo è. Si rifà forse a un tono diverso rispetto a [quello che ha fatto ultimamente]. Qualcosa che era solito fare e che non ha fatto per un po’”.

Cosa significa l’anticipazione di Koepp per il film sci-fi di Spielberg

Steven Spielberg 2018
Steven Spielberg alla 62esima edizione dei David di Donatello – Foto di Aurora Leone © Cinefilos.it

È probabile che Spielberg non abbia realizzato un blockbuster fantascientifico ampiamente celebrato da un bel po’ di tempo. Ha realizzato Ready Player One nel 2018, ma è generalmente considerato uno dei suoi sforzi minori. Prima di allora, la sua ultima vera incursione nel genere come regista è stata La guerra dei mondi, che risale a quasi 20 anni fa.

Quando si parla di fantascienza, Spielberg ha sicuramente molti titoli di grande impatto. Ha diretto Minority Report nel 2002 e A.I. Intelligenza Artificiale nel 2001, e Jurassic Park può certamente essere considerato fantascienza. I primi titoli come E.T. l’extra-terrestre (1982) e Incontri ravvicinati del terzo tipo (1977) sono anche alcuni dei suoi film più iconici. Il commento di Koepp suggerisce che il pubblico non deve aspettarsi un film del tipo Ready Player One con il prossimo progetto, ma che sarà invece più vicino nel tono ad alcuni di questi titoli classici.

Steven Spielberg: il prossimo film riceve un importante aggiornamento sulle riprese e una conferma al cast

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La prossima epopea fantascientifica di Steven Spielberg ha ricevuto un importante aggiornamento sulle riprese, con l’attrice Meredith Hagner che ha rivelato che la produzione si sta intensificando e che una star della Marvel si sta ufficialmente unendo al cast. Il prossimo film, attualmente senza titolo, segna il ritorno di Spielberg al genere fantascientifico insieme allo sceneggiatore e collaboratore di lunga data David Koepp. Il film dovrebbe richiamare i precedenti film di Spielberg, che ricordano Incontri ravvicinati del terzo tipo ed E.T. Il film di Spielberg, ancora senza titolo, dovrebbe essere interpretato da Emily Blunt, Josh O’Connor, Colman Domingo, Colin Firth e Eve Hewson e dovrebbe arrivare nelle sale nel maggio 2026.

In un’intervista rilasciata a ScreenRant per il suo ultimo film You’re Cordially Invited (ora in streaming su Prime Video), la Hagner ha confermato che suo marito e la star della Marvel Wyatt Russell faranno parte dell’ultima epopea fantascientifica di Steven Spielberg. Ha anche confermato che le riprese inizieranno questa settimana, dato che l’intervista è stata condotta il 29 gennaio. Non è chiaro se Russell si unisca a una produzione che sta girando da tempo o se il film stesso stia iniziando. La Hagner ha condiviso questa informazione mentre spiegava come è nato il cameo di Russell in You’re Cordially Invited. La risposta completa è riportata di seguito:

È letteralmente uno scambio. Io faccio un progetto, lui fa un progetto, solo quello che viene da entrambe le parti, e questo era il mio turno di lavorare, e lui stava tenendo duro con i bambini, e io gli ho detto: “Tesoro, c’è questo piccolo cameo e il film”. E credo che lui abbia detto: “Beh, qual è la parte?”. E io: “Oh, il signor Hollywood deve avere la parte [specificata]”. E io: “È il mio film”. Ok, il mio film oltre a quello di Reese e Will.

Ma io ho detto: “Vai e basta. Hanno bisogno di una persona e tu sei in città, quindi vai”. L’ho spinto a farlo e lui mi ha detto: “Qual è la parte?”. E poi si è letteralmente tagliato la barba da montone. Diceva: “Ok, sono il conduttore di questa cosa”. E poi è durato letteralmente un secondo, il che mi ha fatto ridere tantissimo. Si è fatto la barba di montone per questo cameo di un secondo da non notare. È un attore molto impegnato che lavorerà letteralmente con Steven Spielberg la prossima settimana e ci ha dedicato un secondo del suo tempo.

Cosa significa questo per il film di fantascienza di Steven Spielberg

Steven Spielberg
Steven Spielberg alla 62esima edizione dei David di Donatello – Foto di Aurora Leone © Cinefilos.it

Steven Spielberg sta tornando a uno dei suoi generi più forti

Russell è noto soprattutto per il ruolo di John Walker nella miniserie Marvel The Falcon and the Winter Soldier ed è pronto a riprendere il ruolo dell’ex-Capitano America nel prossimo film del MCU Thunderbolts*. Al di fuori del Marvel Cinematic Universe, Russell è apparso in diversi film e show televisivi, tra cui l’horror fantascientifico Overlord, il western spaziale Cowboys & Aliens di Jon Favreau e la serie per Apple TV+ Monarch: Legacy of Monsters. Sebbene l’attore sia entrato ufficialmente a far parte del cast, il ruolo esatto di Russell nel film di Spielberg sugli UFO non è ancora stato rivelato.

In particolare, Spielberg non realizza un blockbuster di fantascienza molto apprezzato da tempo. Il suo ultimo sforzo nel genere è stato Ready Player One nel 2018, che ha ricevuto reazioni contrastanti. Prima di allora, La guerra dei mondi del 2005 è stata la sua ultima uscita fantascientifica di rilievo. Tuttavia, il curriculum di Spielberg nel genere è leggendario, con film come Minority Report e classici precedenti come Incontri ravvicinati del terzo tipo e E.T. Mentre l’acclamato The Fabelmans si allontanava dai soliti blockbuster del regista, l ‘imminente progetto fantascientifico di Spielberg segna il suo ritorno alla cinematografia su larga scala e ad alto tasso di spettacolo.

Steven Spielberg: il prossimo film ha una data di uscita e lo sceneggiatore di Jurassic Park

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Il prossimo film di Steven Spielberg sta per essere realizzato. Il leggendario regista ha fissato una data di uscita e ha scelto uno sceneggiatore da affiancare al suo progetto.

Il prossimo film di Steven Spielberg sarà finanziato dalla Universal Pictures e dovrebbe uscire il 15 maggio 2026. Al momento non è ancora chiaro quale sarà il titolo del progetto, né di che cosa si tratterà, anche se in precedenza si era detto che Steven Spielberg stava lavorando a una storia originale sugli UFO.

Confermando le notizie precedenti, Variety ha anche notato che Steven Spielberg lavorerà con David Koepp al film, e che Koepp scriverà la sceneggiatura del progetto.

Koepp e Steven Spielberg non sono estranei l’uno all’altro: Koepp ha scritto Jurassic Park del 1993, Jurassic Park: Il mondo perduto del 1997, La guerra dei mondi del 2005 e Indiana Jones e il regno del teschio di cristallo del 2008.

Steven Spielberg ha diversi progetti in cantiere

Il regista starebbe lavorando con Martin Scorsese a un progetto televisivo basato sui film Cape Fear del 1991 e del 1962. Al momento, però, non si sa molto di questo progetto, quindi resta da vedere quando ne vedremo di più.

L’ultimo film di Spielberg è stato The Fabelmans del 2022, un progetto scritto e diretto da Spielberg che raccontava una versione romanzata della sua adolescenza e dei suoi primi anni da regista.

Steven Spielberg: il nuovo film sugli UFO riceve un nuovo aggiornamento sulle riprese

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Il prossimo film drammatico sugli UFO di Steven Spielberg, The Dish, avrebbe ricevuto un aggiornamento sui tempi di produzione e sui luoghi di ripresa.

Secondo Production Bulletin, l’attesissimo film, interpretato da Emily Blunt, dovrebbe iniziare la produzione nel febbraio 2025, con le riprese principali previste ad Atlanta, in Georgia. La Blunt ha già girato ad Atlanta per il film d’avventura Disney Jungle Cruise, dove ha recitato accanto a Dwayne “The Rock” Johnson. È tornata in città anche per il dramma criminale Pain Hustlers, con Chris Evans, protagonista di The Avengers. Inoltre, secondo quanto riferito, le riprese di The Dish si svolgeranno nel New Jersey, anche se i luoghi specifici non sono ancora stati annunciati.

Cosa sappiamo finora di The Dish

Oltre alla Blunt, The Dish vanta un cast impressionante che include Colin Firth, celebre per il suo ruolo ne Il discorso del re, e Josh O’Connor, conosciuto soprattutto per The Crown. Ad aggiungere ulteriore potenza alle star, anche l’attore candidato all’Oscar Colman Domingo e la star di Thunderbolts Wyatt Russell. Sebbene la trama sia stata tenuta in gran parte segreta, si dice che un elemento importante della storia del film riguardi gli UFO. The Dish riunisce inoltre Spielberg con uno dei suoi più grandi collaboratori, David Koepp, già autore del classico blockbuster di Spielberg Jurassic Park.

Steven Spielberg: Un maestro della fantascienza e non solo

Spielberg è uno dei registi più influenti e acclamati della storia del cinema, con una carriera che ha definito più generazioni di registi. Conosciuto per la sua capacità di intrecciare meraviglia e umanità nei suoi film, Spielberg ha una profonda attrazione per i temi extraterrestri. Film come Incontri ravvicinati del terzo tipo e E.T. l’extra-terrestre non solo hanno plasmato il genere fantascientifico, ma hanno anche esplorato domande profonde sulla connessione e la scoperta. Con The Dish, Spielberg ritorna a questi temi, creando una nuova storia che probabilmente combinerà la sua genialità cinematografica con una nuova visione della curiosità dell’umanità verso l’ignoto.

Emily Blunt: una carriera versatile

Emily Blunt attrice
Emily Blunt durante il 68° Festival di Cannes. Foto di Denis Makarenko via Depositphotos.com

Emily Blunt si è affermata come una delle attrici più versatili e celebrate di Hollywood, con una carriera che spazia dal dramma all’azione e alla commedia. Nel 2023, la Blunt ha ottenuto una nomination all’Oscar per la sua interpretazione di Katherine Oppenheimer, acclamata dalla critica, in Oppenheimer di Christopher Nolan, dove si è distinta per la sua performance accanto a Cillian Murphy, frequente collaboratore di Nolan.

La Blunt è stata anche una delle favorite in ruoli d’azione, recitando in film come The Fall Guy con Ryan Gosling e A Quiet Place, diretto da suo marito, John Krasinski. In futuro, si riunirà con Dwayne Johnson in The Smashing Machine, un dramma biografico sulla vita del lottatore di MMA Mark Kerr. Nota per la sua capacità di affrontare sia ruoli emotivamente complessi che performance ricche di azione, la Blunt continua a consolidare la sua reputazione di attrice protagonista tra le più versatili di Hollywood.

I fan potranno vedere l’attesissimo The Dish di Spielberg quando arriverà nelle sale il 15 maggio 2026.

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